To be social capizzi licai rebecchi zunino

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«Esiste ancora il design per la società?»


«Per disegno industriale si intende di norma la progettazione di oggetti fabbricati industrialmente.» «Secondo la definizione dell’International Council of Societies of Industrial Design ( ICSID ) il compito del designer consiste nel progettare la forma del prodotto.» «La definizione è valida solo a patto di ammettere che l’attività di coordinare, integrare e articolare i diversi fattori è sempre fortemente condizionata dal modo in cui produzione e consumo di beni si esplicano in un data società.» «Dovrebbe sempre potersi adeguare ai particolari contesti in cui l’attività è svolta. In ogni contesto socio economico esiste, o dovrebbe esistere, un modo peculiare di affrontare il problema della forma della merce.» «Il design emerge come ”fenomeno sociale totale„.»

dal libro ”Disegno industriale: un riesame „ (1976) Tomás Maldonado


«Il design è un’attività progettuale che consiste nel determinare le proprietà formali degli oggetti prodotti industrialmente, per proprietà formali dovendosi intendere non solo le caratteristiche esteriori, ma soprattutto le relazioni funzionali e strutturali che fanno di un oggetto un’unità coerente sia dal punto di vista del produttore sia dell’utente. Poiché, mentre la preoccupazione esclusiva per le caratteristiche esteriori di un oggetto spesso nasconde il desiderio di farlo apparire più attraente o anche di mascherarne le debolezze costitutive, le proprietà formali di un oggetto (...) sono sempre il risultato dell’integrazione di diversi fattori, siano essi di tipo funzionale, culturale, tecnologico o economico».

dal congresso ICSID (1959) Tomás Maldonado


«Il progetto è un’operazione collettiva. Non si può progettare come una poesia. Un poeta può scrivere una poesia da solo, ma se bisogna progettare per la gente, è un’operazione collettiva.» «Il vero design è morto. Tutto il resto è merce.» «É necessario capire che cosa c’è sotto la parola “design„. Il design è nato come l’utopia di poter migliorare la vita degli uomini di tutti senza distinzione attraverso degli oggetti perfetti. Oggetti utili, belli, che potessero durare nel tempo fatte da e per le persone soprattutto per quella nuova società che da sempre era stata esclusa dalla disponibilità dei beni. Con il moltiplicarsi delle imprese e l’avvento del mercato globale si sono persi quei valori etici e utopizzanti. La logica della merce ha scalzato il design con i suoi obiettivi sociali, aprendo la strada alla produzione dell’antistesi dell’oggetto perfetto.»

dall’intervista di ”La casa che vorrei „ (2011) Enzo Mari


«Io provo a non fare un oggetto per l’oggetto in sè ma per il risultato, per il beneficio che ne risulta per l’essere umano, per la persona che lo userà.» «Prendiamo lo spazzolino, non penso allo spazzolino. Penso: ”Quale sarà l’effetto dello spazzolino in bocca?„ e per capire quale sarà l’effetto devo immaginarmi: di chi è questa bocca? Qual è la vita del proprietario di questa bocca? In che società vive questa persona? quale civiltà ha creato la sua società?»

dal discorso tenuto al ”TED - Ideas Worth Spreading„ (03-2007) Philippe Starck


«Chiedo scusa per essere stato un produttore di materialità. Tutto ciò che ho disegnato non era affatto necessario. Smetterò del tutto la carriera del designer fra due anni. Il design è un orribile forma espressiva.» «In futuro non ci saranno più designer, perchè i designer del futuro saranno i vari personal trainer e dietologi.» «Quello di cui più abbiamo bisogno è saper amare.»

dall’intervista del giornale ”Die Zeit„ (13-03-2008) Philippe Starck



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nteragire sentirsi parte di ... fare parte di un’installazione


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