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Schede tecniche di intervento

Tipologia di degrado: Presenza di vegetazione di ordine superiore Colonizzazione biologica

Presenza di vegetazione

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Disgregazione

Substrato: Pietra calcarea,

mattone industriale, malta di calce

Intervento: Diserbo

Operazioni preliminari: ispezione del supporto ed individuazione delle specie coinvolte nella colonizzazione. L’intervento verrà eseguito con il seguente ciclo: -Protezione delle aree non interessate -Applicazione puntuale dell’erbicida indicato in soluzione appropriata -Raccolta delle piante ad essiccazione avvenuta, apparati radicali compresi, indicativamente dopo 15-20 Giorni. - Pulitura accurata dell’area interessata dalle parti radicali - Eventuale chiusura del foro lasciato dall’apparato radicale con stilatura a filo interno di malta a base di calce avvalendosi di siringhe. Strumenti e mezzi d’opera: pennelli, spazzole in setola, spazzolini, specilli, siringa, spugne, spruzzatore manuale, teli in polietilene, guanti, occhiali, maschere con filtri per prodotti chimici, contenitori per le piante rimosse e per amalgamare la calce, cazzuola. Materiali: prodotto erbicida a base di Imazapir, calce, sabbia di fiume, acqua dolce.

Descrizione della procedura esecutiva:

Fase 1: gli operatori verificano la consistenza del supporto e delle superfici da sottoporre al trattamento, si assicurano non vi siano zone in fase di distacco e controllano che le condizioni climatiche consentano il trattamento.

Fase 2: l’operatore provvede a realizzare un sistema di raccolta delle piante essiccate e a proteggere opportunamente le parti non interessate dal trattamento.

Fase 3: l’operatore applica mediante irrorazione manuale, alla opportuna diluizione, il diserbante fogliare in grado di essiccare le radici (imazapir).

Fase 4: gli operatori, dopo i giorni necessari alla completa essiccazione delle piante (compresi gli apparati radicali), provvedono alla rimozione manuale della vegetazione infestante, con particolare attenzione all’asportazione completa dell’apparato radicale

Fase 5: l’operatore provvede all’accurata rimozione di ogni traccia di terriccio o di altri depositi organici o incoerenti con pennelli, specilli, spruzzatori manuali e mediante aspirazione.

Fase 6: l’operatore sigilla aiutandosi con una siringa il foro lasciato dall’apparato radicale precedentemente rimosso utilizzando una malta a base di calce di viscosità appropriata alla dimensione del foro.

Elenco dei controlli: gli operatori si assicurano che le sostanze utilizzate non interagiscano con il supporto.

Tipologia di degrado: Colonizzazione biologica diffusa Fessurazione

Substrato: Pietra calcarea,

mattone industriale, malta di calce

Intervento: Disinfezione Colonizzazione biologica

Operazioni preliminari: Presenza di vegetazione ispezione del supporto ed eventuale individuazione delle classi delle specie coinvolte nella colonizzazione (funghi, batteri, alghe, licheni o muschi). L’intervento verrà eseguito con il seguente ciclo: -Approntamento di un sistema di raccolta del deposito incoerente per lo smaltimento alle discarice adibite. Disgregazione-Rimozione dei depositi incoerenti. -Trattamento biocida. -Risciacquo e leggera spazzolatura. Strumenti e mezzi d’opera: pennelli, spazzole con setole di diversa durezza, spazzolini, spugne, spruzzatore manuale, guanti, occhiali, maschere con filtri per prodotti chimici, teli in polietilene, contenitori per la raccolta delle acque. Materiali: prodotto biocida a base di sali di ammonio quaternario o in alternativa sali sodici dell’acido dimetilditiocarbammico, acqua deionizzata. Descrizione della procedura esecutiva: Fase 1: gli operatori verificano la consistenza del supporto e delle superfici da sottoporre al trattamento, si assicurano non vi siano zone in fase di distacco e controllano che le condizioni climatiche consentano il trattamento.

Fase 2: l’operatore provvede a realizzare un sistema di raccolta dei residui e delle acque a proteggere opportunamente le parti non interessate dal trattamento.

Fase 3: l’operatore, dopo aver eventualmente irrorato le superfici con acqua al fine di ammorbidire la superficie della colonia biologica, provvede alla rimozione dei depositi incoerenti con una spazzola con setole di durezza appropriata.

Fase 4: gli operatori, applicano con irrorazioni a bassa pressione una soluzione in concentrazione adeguata (comunque compresa tra lo 0,3% ed il 3%) del biocida scelto. Nel caso di colonizzazioni di batteri e funghi sono da preferire i sali di ammonio quaternario, mentre nel caso di alghe, licheni e muschi è più appropriato l’uso dei sali sodici dell’acido dimetilditiocarbammico.

Fase 5: trascorso il tempo d’azione della sostanza la superficie viene sciacquata per ruscellamento con acqua deionizzata nebulizzata e leggera spazzolatura.

Fase 6: l’operatore ripete le fasi 3-4-5 fino alla scomparsa dell’infestazione.

Elenco dei controlli: è necessario assicurarsi non avvengano inconvenienti quali:

-segni superficiali degli strumenti utilizzati nelle fasi operative

-permanenza sulla superficie di residui dei prodotti impiegati

- rimozione di tracce di strati policromi di intonaci.

Tipologia di degrado: Rappezzo incongruo in malta cementizia

Substrato: Pietra calcarea,

mattone industriale, malta di calce

Intervento: Rimozione

malta cementizia

Rappezzo incongruo

Operazioni preliminari: Colatura ispezione del supporto. L’intervento verrà eseguito con il seguente ciclo: -Approntamento di un sistema di racolta dei materiali di risulta. -Rimozione meccanica delle integrazioni. -Pulizia della sommità muraria. Strumenti e mezzi d’opera: Fessurazione pennelli, secchi, spazzole, scalpelli, spazzolini, spatola, specilli, martelli, guanti anti abrasione, vibroincisori ad alimentazione pneumatica, occhiali, maschere con filtri per le polveri, compressore silenziato, teli in polietilene. Descrizione della procedura esecutiva: Fase 1: Colonizzazione biologica gli operatori verificano la consistenza del supporto e delle superfici da sottoporre alla rimozione, si assicurano non vi siano zone in fase di distacco e verificano visivamente la presenza di fessurazioni o cavillature.

Fase 2: l’operatore provvede a realizzare un sistema di raccolta dei materiali rimossi e a proteggere Presenza di vegetazioneopportunamente le parti circostanti. Fase 3: l’operatore provvede alla rimozione meccanica con strumenti manuali (bisturi e scalpelli) o con strumenti pneumatici (vibroincisori) della malta cementizia applicata sulle sommità superiori delle muratura in precedenti interventi che per composizione risultano non idonei alla muratura. Fase 4: gli operatori provvedono alla pulizia della sommità muraria de eventuali polveri e depositi incoerenti rimasti aiutandosi con getti d’aria di modesta intensità. Elenco dei controlli: è necessario assicurarsi non avvengano inconvenienti quali: Disgregazione

-segni superficiali degli strumenti utilizzati nelle fasi operative.

Tipologia di degrado: Rappezzo incongruo in mattone forato e malta cemenzizia

Substrat: Pietra calcarea,

mattone industriale, malta di calce

Intervento: Rimozione

Operazioni preliminari: ispezione del supporto, valutazione della resistenza della muratura superiore e circostante al tamponamento. L’intervento verrà eseguito con il seguente ciclo: -Approntamento di un sistema di raccolta dei materiali di risulta. -Rimozione meccanica delle integrazioni. -Pulizia da eventuali resuidui. Strumenti e mezzi d’opera: carriole, secchi, spazzole, scalpelli, martelli, guanti anti abrasione, vibroincisori ad alimentazione pneumatica, occhiali, maschere con filtri per le polveri, compressore silenziato.

Descrizione della procedura esecutiva: Fase 1: gli operatori verificano la consistenza del supporto e delle superfici da sottoporre alla rimozione, si assicurano dell’integrità statica della muratura.

Fase 2: l’operatore provvede a realizzare un sistema di raccolta dei materiali rimossi e a proteggere opportunamente le parti circostanti.

Fase 3: l’operatore provvede alla rimozione meccanica con strumenti manuali (martelli e scalpelli) della muratura in mattone forato occludente aperture e nicchie sulle pareti interessate.

Fase 4: con l’ausilio di strumenti pneumatici (vibroincisori), pennelli e getti d’aria di modesta potenza, gli operatori si assicurano la rimozione della malta cementizia superstite e della polvere residua alla demolizione. Elenco dei controlli: è necessario assicurarsi non avvengano inconvenienti quali:

-segni superficiali degli strumenti utilizzati nelle fasi operative.

Rappezzo incongruo

Materiali: intonaci, pietra

Intervento: Trattamento

all’acqua di calce, stuccatura puntuale dei bordi degli intonaci

Colatura

Operazioni preliminari: Fessurazione ispezione del supporto, identificazione della tipologia delle pietre scolpite e verifica della compatibilità dell’intervento sulle stesse. Vanno inoltre identificati i pigmenti presenti negli intonaci e la compatibilità di questi ultimi con soluzioni acide come l’acqua di calce. L’intervento verrà eseguito con il seguente ciclo: -Analisi visiva e rilievo fotografico degli intonaci. Colonizzazione biologica -Pulitura degli intonaci con pennelli morbidi. -Nebulizzazione dell’acqua di calce fino a rifiuto e pulitura superficiale della stessa. -Il ciclo andrà poi ripetuto dalle 30 alle 40 volte nell’arco di qualche giorno. Strumenti e mezzi d’opera: pennelli, guanti, nebulizzatore manuale, carta giapponese, nebulizzatore fine manuale, soffiante ad aria calda, maschere per prodotti chimici, teli in polietilene. Presenza di vegetazione Materiali: acqua deionizzata, calce idrata in polvere, sabbia di fiume, terre naturali. Descrizione della procedura esecutiva: Fase 0: Disgregazionegli operatori, aggiungono acqua alla calce o al grassello in polvere in proporzioni tali da ottenere una sovrasaturazione dell’acqua e lasciano decantare per 24h circa all’interno di un contenitore ermetico. Si separano infine componente solida e liquida della soluzione, ponendo l’acqua di calce in un contenitore ermetico posizionato in un luogo fresco.

Fase 1: gli operatori verificano la consistenza del supporto e delle superfici da sottoporre alla rimozione, si assicurano non vi siano zone in fase di distacco e verificano visivamente la presenza di fessure o cavillature, documentano con fotografie la situazione precedente al restauro. Ci si assicura che le condizioni meteo climatiche siano favorevoli all’intervento. Sono da preferire giornate fredde e umide. Ci si assicura di proteggere adeguatamente le zone non interessate dal trattamento.

Fase 2: l’operatore provvede alla pulizia da eventuale polvere e depositi incoerenti con pennelli a setole morbide o flussi d’aria di debole potenza. Ci si accerta che manufatto ed acqua di calce siano approssimativamente alla stessa temperatura.

¹Le decorazioni lapidee non soffrono di distacco, si è deciso però di trattarle con acqua di calce perchè quest’ultima è capace di cristallizzare nei pori di alcuni tipi di pietra rallentando quindi il processo erosivo di pioggia e vento.

Fase 3: Gli operatori nebulizzano l’acqua di calce sui manufatti fino a rifiuto, avendo poi cura di rimuovere immediatamente ogni eccesso con l’ausilio di una spugna umida. Il procedimento va ripetuto dalle 30 alle 50 volte (a seconda delle condizioni climatiche) nell’arco di pochi giorni per garantire la penetrazione della calce nel manufatto.

Fase 5: a discrezione dei restauratori è possibile realizzare sulle piccole lacune degli intonaci non dipinti ad affresco dei salvabordi realizzati stuccando i bordi dell’intonaco con malta compatibile al supporto e cromaticamente simile all’intonaco grazie all’aggiunta di terre naturali. Gli intonaci di calce andranno integrati con malta di calce mentre gli intonaci a base di cemento saranno integrati con malta a base di cemento e calce.

Elenco dei controlli: è necessario assicurarsi non avvengano inconvenienti quali:

-rimozione di porzioni di intonaco in fase di pulizia

-dicioglimento dei pigmenti nelle soluzioni applicate agli intonaci

-incompatibilità chimico-fisica con i substrati (intonaci e pietra).

Colonizzazione biologica

Presenza di vegetazione

Disgregazione

Materiali: intonaci di calce

dipinti ad affresco

Intervento: Impregnazione

con resine acriliche e siliconiche

Operazioni preliminari: ispezione del supporto, identificazione dei pigmenti e verifica della compatibilità di questi ultimi con i solventi. L’intervento verrà eseguito con il seguente ciclo: -Analisi visiva e rilievo fotografico degli intonaci. -Pulitura degli intonaci con pennelli a setole morbide. -Eventuale preconsolidamento degli intonaci mediante nebulizazzione di soluzione in clorotene a bassa concentrazione di Paraloid B72 e silicone Dri Film 104. -Consolidamento per assorbimento capillare attraverso impacchi di carta giapponese delle resine sopra indicate a concentrazioni via via superiori. -Sigillatura dei bordi degli intonaci. Strumenti e mezzi d’opera: pennelli, guanti, nebulizzatore manuale, carta giapponese, nebulizzatore fine manuale, soffiante ad aria calda, maschere per prodotti chimici, teli in polietilene.

Materiali: acqua deionizzata, Paraloid B72, silicone Dri Film 104, clorotene, alcool polivinilico. Descrizione della procedura esecutiva: Fase 1: gli operatori verificano la consistenza del supporto e delle superfici da sottoporre alla rimozione, si assicurano non vi siano zone in fase di distacco da preconsolidare e verificano visivamente la presenza di fessure o cavillature, documentano con fotografie la situazione precedente al restauro. Ci si assicura che le condizioni meteo siano favorevoli all’intervento. Sono da preferire giornate secche e soleggiate.

Fase 2: l’operatore provvede alla pulizia da eventuale polvere e depositi incoerenti con pennelli a setole morbide.

Fase 3: gli operatori procedono a ricoprire l’intera zona da trattare con fogli appropiatamente dimensionati, di carta giapponese, incollandola con una soluzione acquosa al 3% di un alcool polivinilico.

Fase 4: si procede all’asciugatura tramite flusso d’aria calda della superficie precedentemente coperta e si cerca di essiccare il più possibile l’intonaco, per permettere una impregnazione ed un consolidamento più profondi in seguito.

Fase 5: gli operatori con l’ausilio d’un pennello procedono a bagnare la superficie con una miscela delle due resine, una acrilica (Paraloid b72 al 30% in solvente nitro) e una siliconica (silicone Dri Film 104 al 70% in solvente organico) diluite in clorotene nelle percentuali di Io%, 10% e 80%. Gli operatori applicano la stessa soluzione in concentrazioni via via superiori fino a rifiuto, lasciando però al materiale il tempo necessario affinchè la soluzione penetri il più possibile nell’intonaco.

Fase 6: gli operatori utilizzando siringhe del diametro appropriato provvedono alla sigillatura di eventuali fessurazioni sui bordi dell’intonaco con una soluzione appropriatamente concentrata e viscosa realizzata con le sostante indicate nella fase 5.

Elenco dei controlli: è necessario assicurarsi non avvengano inconvenienti quali:

-rimozione di porzioni di intonaco in fase di pulizia

-dicioglimento dei pigmenti nelle soluzioni applicate agli intonaci

-formazione di velature sulla superficie dell’intonaco.

Materiali: Pavimentazione

lapidea

Intervento: incollaggio con

resine

Non mappato precedentemente poichè riguardante più del 70% della superficie

Operazioni preliminari: ispezione del supporto. L’intervento verrà eseguito con il seguente ciclo: -Analisi visiva e rilievo fotografico. -Approntamento di un sistema di raccolta dei frammenti della pavimentazione. -Rimozione, pulizia e numerazione di porzioni della pavimentazione. -Preparazione delle superfici di alloggio dei frammenti con strumenti manuali. -Trattamento delle superfici di contatto con resina acrilica. -Inserimento del tassello in pietra. Strumenti e mezzi d’opera: teli in polietilene, pennelli, guanti, maschera per agenti chimici, siringhe, scalpello, martello, spugne, compressore silenziato, vibroincisori. Materiali: acetone, Paraloid B72, lastre di pietra locale di colore e spessore simile alla preesistenza. Descrizione della procedura esecutiva: Fase 1: gli operatori verificano la consistenza del supporto e delle superfici da tassellare.

Fase 2: gli operatori provvedono alla realizzazione di un sistema di raccolta. Ci si assicura che le condizioni meteo climatiche siano favorevoli all’intervento. Ci si assicura di proteggere adeguatamente le zone non interessate dal trattamento.

Fase 3: vengono preparati gli alloggi dei tasselli con strumenti meccanici come vibroincisori e scalpelli. L’operatore provvede alla pulizia da eventuale polvere e depositi incoerenti con spazzole, pennelli o getti d’aria.

Fase 4: i frammenti vengono ricomposti in tasselli incollandoli fuori opera, eventualmente appongiandosi ad un supporto a perdere compatibile dal punto di vista fisico e chimico con materiali ed interventi. Piccole mancanze nel tassello saranno colmate con frammenti di pietra, simile per cromia al tassello che completa, accuratamente sagomati in cantiere.

Fase 5: gli operatori trattano le superfici di contatto con resina acrilica Paraloid b72 in concentrazione adeguata (20% circa).

Fase 6: il tassello ricomposto viene inserito nella cavità predisposta.

Fase 7: gli operatori si assicurano che le microscopiche fughe tra i frammenti e tra i tasselli siano sigillate efttuando eventuali iniezioni con siringhe. Gli operatori si assicurano inoltre di pulire da eventuali residui di resina il piano di calpestio utilizzando il suddetto solvente. Elenco dei controlli: è necessario assicurarsi non avvengano inconvenienti quali:

-percolazioni ed infiltrazioni

-verifica che non permangano sulla superficie residui dei prodotti impiegati

-che i frammenti abbiano caratteristiche cromatiche e morfologiche simili al tassello che completano

-che la superficie abbia nel complesso una inclinazione tale da permettere all’acqua di scivolare sulla superficie.

Integro Totalmente fratturato

Materiali: Malta di calce

Intervento: Integrazione

Operazioni preliminari: Ispezione del supporto. L’intervento verrà eseguito con il seguente ciclo: -Analisi visiva e rilievo fotografico. -Pulizia della pavimentazione. -Preparazione delle superfici di alloggio della pavimentazione con strumenti manuali. -Trattamento delle superfici di contatto con resina acrilica. -Inserimento del tassello in pietra. -Incollaggio e sigillatura con resina acrilica. -Pulizia da eventuali residui di resine.

Strumenti e mezzi d’opera: teli in polietilene, pennelli, guanti, maschera per agenti chimici, siringhe, scalpello, martello, spugne, compressore silenziato, vibroincisori. Materiali: acetone, Paraloid B72, lastre di pietra locale di colore simile alla preesistenza. Descrizione della procedura esecutiva: Fase 1: gli operatori verificano la consistenza del supporto e delle superfici da tassellare.

Fase 2: gli operatori si assicurano che le condizioni meteo climatiche siano favorevoli all’intervento. Ci si assicura di proteggere adeguatamente le zone non interessate dal trattamento.

Fase 3: vengono preparati gli alloggi dei tasselli con strumenti meccanici come vibroincisori e scalpelli. L’operatore provvede alla pulizia da eventuale polvere e depositi incoerenti con spazzole, pennelli o getti d’aria.

Fase 4: gli operatori trattano le superfici di contatto con resina acrilica Paraloid b72 in concentrazione adeguata (20% circa).

Fase 5: inserimento del tassello nella cavità predisposta avendo cura di conservare il disegno a scacchiera della pavimentazione originale.

Fase 6: gli operatori si assicurano che microscopiche fughe tra i tasselli ed i frammenti siano sigillate effettuando eventuali iniezioni con siringhe. Gli operatori si assicurano inoltre di pulire da eventuali residui di resina il piano di calpestio utilizzando il suddetto solvente. Elenco dei controlli: è necessario assicurarsi non avvengano inconvenienti quali:

-percolazioni ed infiltrazioni

-verifica che non permangano sulla superficie residui dei prodotti impiegati

-che i frammenti abbiano caratteristiche cromatiche e morfologiche simili al tassello che completano

-che la superficie abbia nel complesso una inclinazione tale da permettere all’acqua di scivolare sulla superficie.

Materiali: pietra calcarea

locale, malta a base di calce, mattoni industriali

Intervento: realizzazione

protezione sommitale

Presenza di vegetazione

Disgregazione

Operazioni preliminari: Ispezione del supporto. Verifica della compatibilità del meteo con le fasi dell’intervento.

L’intervento verrà eseguito con il seguente ciclo: -Perforazione della sommità muraria. -Pulizia della sommità muraria. -Applicazione a strati alternati di malta magra di calce e tessuto non tessuto imbevuto di resina. -Applicazione di frammenti di pietra sullo strato sommitale.

Strumenti e mezzi d’opera: teli in polietilene, cazzuola, secchi, scalpelli, spatola, guanti anti abrasione. Materiali: acqua, sabbia di fiume, polvere di pietra locale di granulometria sottile, calce, resina epossidica e relativo catalizzatore, tessuto non tessuto in fibre di basalto, malta impermeabilizzante. Descrizione della procedura esecutiva: Fase 1: gli operatori verificano la consistenza del supporto e delle superfici.

Fase 2: l’operatore dopo aver opportunamente protetto le parti circostanti provvede a stendere uno strato di magrone di calce sulla sommità muraria della stessa larghezza della muratura su cui poggia, raccordandolo a finire.

Fase 3: l’operatore attende l’essiccazione dello strato di magrone, poi procede all’applicazione, sopra lo stesso, di uno strato di TNT in fibre di basalto imbevute di resina epossidica di dimensione leggermente inferiore allo strato di magrone su cui poggia. Si attende poi l’essiccazione di quest’ultima.

Fase 4: si ripetono i punti 2 e 3 per altre due volte, al fine di ottenere complessivamente, 4 strati di magrone e 3 strati di TNT imbevuto.

Fase 5: viene gettato l’ultimo strato di magrone sulla sommità muraria, realizzato in malta impermeabilizzante. l’operatore procede alla lisciatura della superficie.

Fase 6: sul magrone appena lisciato viene immediatamente applicato uno strato di polvere di pietra. Si applica su quest’ultimo una leggera pressione per facilitarne l’adesione al magrone.

Elenco dei controlli: È necessario assicurarsi non avvengano inconvenienti quali:

segni superficiali degli strumenti utilizzati nelle fasi operative.

Interventi previsti ma non descritti nelle schede tecniche:

-Rimozione di elementi incongrui come specchietto stradale e cartelli di sicurezza.

-Rimozione della gronda sulla parete nord per eliminare la percolazione sulla muratura.

-Pulitura scheletro metallico del rosone mediante: raschiatura con carta abrasiva, lavaggio con acqua deionizzata, applicazione di trattamento anticorrosivo e stesura di vernice protettiva finale. Il rosone sarà mantenuto appoggiato alla parete est in sito.

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