Abitare novembre 2016

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INFRASTRUTTURE

INFRASTRUCTURE

Le nuove frontiere del progetto

The New Frontiers of Design

SPECIALE CUCINE

KITCHENS SPECIAL

Mensile / Monthly magazine € 10,00 - € 9,00 (Italy only) UK £ 12 USA $ 17 A € 13 B € 13 D € 13 E € 12 F € 13 P € 12 CH Chf 16 CDN Cad 18

559 NOVEMBRE / NOVEMBER 2016

MediaGroup spa - Poste Italiane spa - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art.1, comma 1, DCB Milano Printed in Italy


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Le nuove frontiere del progetto

The New Frontiers of Design

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Valentina Silvestrini p. 44

Architetto con specializzazione in exhibit design e interni, ha iniziato la carriera in parallelo con gli studi universitari. Si è occupata di allestimenti museali, fieristici, di mostre ed eventi fino al 2012, quando ha iniziato a scrivere con continuità sul web. Collabora con Artribune, Living, Klat, Icon Design e Cosebelle Magazine, di cui è vicedirettrice. An architect who specialises in exhibit and interior design, she began her career while she was still studying at university. She was involved with designing museum spaces, trade fairs, exhibitions and events until 2012, when she began to write regularly on the web. She works with Artribune, Living, Klat, Icon Design and Cosebelle Magazine, of which she is deputy editor.

Nato alla Spezia 48 anni fa, dopo la scuola di giornalismo Ifg di Milano è entrato al Corriere della Sera e si è occupato di cronaca, web, esteri. Dal 2010 ne è il corrispondente da Parigi. Ha scritto l’ebook Contro la responsabilità, una conversazione con Michel Houellebecq. Born 48 years ago in La Spezia, after training at the IFG school of journalism in Milan he joined Corriere della Sera where he worked on the news, web and foreign desks. He is a correspondent in Paris since 2010. He is the author of the e-book Contro la responsabilità, a conversation with Michel Houellebecq.

Antonello Boschi p. 62

p. 146

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p. 56

Classe 1964, è professore associato presso l’Università di Pisa dove insegna Composizione architettonica presso il DESTeC. Tra gli scritti, Dentro le forme del vuoto (Skira 2008), Fenomenologia della facciata (Franco Angeli 2010), Suture(s) (Pacini editore 2011), Ri-scritture/re-writings (Electa 2011), Filosofia del Nascosto. Costruire, pensare, abitare nel sottosuolo (Marsilio 2015). Born in 1964, is associate professor at the University of Pisa, where the teaches Architectural Composition at DESTeC. His writings include Dentro le forme del vuoto (Skira, 2008), Fenomenologia della facciata (Franco Angeli, 2010), Suture(s) (Pacini Editore, 2011), Ri-scritture/re-writings (Electa 2011) and Filosofia del Nascosto. Costruire, pensare, abitare nel sottosuolo (Marsilio 2015).

Architetto, nato a San Donà di Piave (VE) nel 1972, co-fondatore di nEmoGruppo e studioso, ha diretto la rivista Opere edita dalla Fondazione architetti di Firenze e ora collabora con diverse testate di settore. Ha curato pubblicazioni d’architettura e nel 2013 ha fondato Bd’A, Bottega d’Architetti. Ama visceralmente i Balcani esplorati in vari viaggi in moto. An architect who was born in San Donà di Piave (near Venice) in 1972. He is the co-founder of nEmoGruppo and a scholar. He has been the editor for the magazine Opere, published by the Architects Foundation of Florence and now works for other sector publications. He has edited various architecture publications, and in 2013 founded B d’A, Bottega d’Architetti. He has a deep love of the Balkans, explored on a number of motorbike trips.

Gianni Biondillo

Stefano Montefiori

Guido Incerti p. 96

Nato a Milano nel 1966, architetto e scrittore, è docente presso l’Accademia di Architettura di Mendrisio. Pubblica per Guanda dal 2004. In questi anni s’è occupato di narrativa di genere, architettura, psicogeografia, viaggi, eros, fiabe. Il suo nuovo romanzo è Come sugli alberi le foglie. Born in Milan in 1966, he is an architect and writer who lectures at the Mendrisio Architecture Academy. His work has been published by Guanda since 2004. Over the years he has worked in the fields of fiction, architecture, psycho-geography, travel, eroticism and fable. His latest novel is Come sugli alberi le foglie.


THE SPIRIT OF PROJECT

RIMADESIO.IT

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Il museo nazionale di storia e cultura afro-americana di Washington DC. The National Museum of African American History and Culture in Washington DC.

Quindici anni dopo l’attentato torna a pulsare il cuore di Lower Manhattan. Al World Trade Center ormai è quasi tutto pronto, manca solo il Ronald O. Perelman Performing Arts Center. Il progetto, di studio REX, è stato finalmente svelato. Fifteen years after the attacks of 9/11 the heart of Lower Manhattan is beating again. At the World Trade Center almost everything is ready, only the Ronald O. Perelman Performing Arts Center is missing. The plans, drawn up by the REX studio, have finally been unveiled. p. 52

Otto unità dai colori diversi e ospiti raggruppati per omogeneità linguistica, nel centro rifugiati voluto dalla sindaca Hidalgo a Parigi. Abitare ne ha parlato con Julien Beller, l’architetto che lo ha progettato in un ex deposito ferroviario. In a refugee centre set up by the mayor of Paris, Anne Hidalgo, there are eight units of different colours whose residents are divided into groups on the basis of their common language. Abitare has discussed this project with Julien Beller, the architect who designed it for a former train depot. p. 56

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L’architettura ipogea rimanda a un’idea di spazio protettiva. Underground architecture harks back to an idea of protective space.

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Editoriale / Editorial

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Il nuovo modo di rappresentare un oggetto da costruire. New ways of representing something that is to be constructed.

silvia botti

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Booster

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Books

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La forma delle relazioni / Giving Shape to Social Life txt_alice piciocchi photos_guillaume guerin

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L’Africa conquista il Campidoglio Africa Conquers the Capitol txt_valentina silvestrini photos_alan karchmer

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Vita ed energia a Ground Zero Life and Energy at Ground Zero txt_francesca oddo

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Nell’emergenza contano l’anima e la bellezza In an Emergency what Counts is Spirit and Beauty txt_stefano montefiori

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Abitare nella tana del coniglio Living Down a Rabbit Hole txt_antonello boschi

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La rivoluzione del Bim / The BIM Revolution txt_chiara maranzana

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Nuove grandi infrastrutture ed equilibri geopolitici ed economici del pianeta. Major works of infrastructure and geopolitics and economics at a global level.

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Sarajevo riapre la storica biblioteca distrutta durante la guerra di Bosnia. Sarajevo reopens historic city hall and library destroyed in Bosnian War.

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Antiche rotte, nuovi poteri / Ancient Routes, New Powers txt_giuseppe pullara

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La rivincita della natura / Nature’s Revenge txt_alice piciocchi photos_helmut ignat

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Sarajevo pacifica e multiculturale Peaceful and Multicultural Sarajevo txt_guido incerti, senka ibrisimbegovic photos_anida kreco

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La cucina diventa sempre più professionale e multifunzione. Kitchens are becoming ever more professional and multifunctional.

Il design è il campo dove si stanno costruendo nuove modalità di relazione culturale, economica e imprenditoriale tra la cina e l’italia, con effetti rilevanti sull’intero sistema internazionale. Design is an area in which new kinds of cultural, economic and business links are being forged between China and Italy, with significant effects on the entire international system. p. 118

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Una nuova coscienza per l’acqua A New Awereness of Water txt_sara banti illustration_roberto ricci

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Il ponte diventa paesaggio Bridge Becomes Landscape txt_elena franzoia

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Da Pechino a Milano, destinazione mondo From Beijing to Milan, Destination the World txt_marco sammicheli lo trovi anche su / is also available at

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Una complessa ristrutturazione / A Complex Renovation txt_marco sammicheli photos_luke hayes

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Arte del vivere e del cucinare / The Art of Living and Cooking txt_mia pizzi

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Il ritorno del Ponte sullo Stretto The Return of the Bridge over the Strait of Messina txt_gianni biondillo

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è pubblicata da / is published by RCS MediaGroup S.p.A.

Abitare 559 Manuelle Gautrand Architecture, Le Forum, Saint-Louis, France (photo Guillaume Guerin) p. 32

Presidente e Amministratore delegato Urbano Cairo Consiglieri Paolo Colonna, Teresa Cremisi, Dario Frigerio Tom Mockridge, Mario Notari Stefania Petruccioli, Marco Pompignoli Stefano Simontacchi

Direttore responsabile Editor in chief Silvia Botti

Direttore generale news Alessandro Bompieri

Progetto grafico Graphic design Eugenio Schinelli

Content Syndication press@rcs.it Ufficio tecnico / Technical office Allen Michi, allen.michi@rcs.it

Capiredattori Managing editors Sara Banti Architettura, attualità, sito web Architecture, news, web site Chiara Maranzana Sistema multimediale Multimedia system Mia Pizzi Design, visual content Curators Alice Piciocchi Web and events Roberto Ricci Infographic and maps Marco Sammicheli Art and Design Graphic Staff Fabio Grazioli Caposervizio digital Digital senior editor Elena Liberatore Caposervizio paper Paper senior editor

Collaboratori / Contributors Lilli Bacci Gianni Biondillo Antonello Boschi Cristiana Campanini Piera Castaldo Marco Consoli Elena Franzoia Fabrizio Gallanti Guillaume Guerin Irene Guzman Luke Hayes Senka Ibrisimbegovic Silvia Icardi Helmut Ignat Guido Incerti Alan Karchmer Anida Kreco Gabriella Kuruvilla Angela Maderna Mario Miti Pietro Mezzi Stefano Montefiori Francesca Oddo On printed paper Giuseppe Pullara Valentina Silvestrini Désirée Sormani

Brand manager Susanna Nobili susanna.nobili@rcs.it Advertising manager Andrea Schiavon andrea.schiavon@rcs.it International Editions Maria Francesca Sereni mariafrancesca.sereni@rcs.it

Monica Guala Ricerca fotografica Photo research

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Abbonamenti estero / Worldwide subscription “Abitare” (USPS 343-030) is published by RCS MediaGroup S.p.A. in 10 issues per year with annual subscription: Euro 99 in Europe, Euro 125 in USA - Distributed in the US by Speedimpex USA, Inc., Euro 140 in Oceania and the rest of the world. Please contact Sass srl (www.sassmags.com), via Portuense 1555, 00148 Ponte Galeria in Roma Italia, tel. +39 0665000808, fax +39 0665000367 – mail subscriptions@sassmags.com Periodicals Postage paid at L.I.C., NY Postmaster. Just for USA Subscribers, please send address changes to: Abitare c/o Speedimpex USA, Inc. 30-10 Review Avenue, Long Island City, NY 11101 - ph. 718/3927477.

Rivista internazionale a periodicità mensile edita in lingua italiana e in lingua inglese

Distribuzione per l’Italia / Worldwide distribution m-dis Distribuzione Media spa, via Cazzaniga 19, 20132 Milano tel. 0225821, fax 0225825302, info-service@m-dis.it Distribuzione in libreria RCS Libri, via Angelo Rizzoli 8, 20132 Milano, 0225841 (chiedere dell’ufficio commerciale di RCS Libri Trade - Varia). Spedizione in a.p. DL. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004, n. 46), art. 1, comma 1, DCB Milano - Registrazione presso il Tribunale di Milano, n. 286 del 12.8.1976. ISSN 0001-3218 (print), ISSN 2499-3522 (online).

e diffusa in tutto il mondo, fondata da Piera Peroni nel 1961. An international magazine published

Traduzioni / Translations John Foot Proof-reader

founded by Piera Peroni in 1961 and sold all over the world. via Angelo Rizzoli 8 – 20132 Milano tel. +39 0225843420 redazione@abitare.rcs.it

Shanti Evans David Lowry Elliot Silberberg Mara Weiner-Macario Web Site

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Arretrati Richiedeteli al vostro edicolante oppure a Corena srl, info@servizi360.it, fax: 0291089309. Il costo è pari al prezzo di copertina maggiorato dei costi di spedizione. L’importo deve essere inviato anticipatamente, tramite bonifico bancario, IBAN IT45A0306933521600100330455. La disponibilità delle copie arretrate è limitata, salvo esauriti, agli ultimi 12 mesi.

monthly in Italian and English,

Segreteria di redazione Editorial secretary

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FederazioneItaliana Editori Giornali

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Quest’anno tre delle maggiori opere di collegamento mai costruite sono state raddoppiate. La galleria ferroviaria del Gottardo, il canale di Suez e quello di Panama si apprestano ora a stabilire nuovi record di dimensioni, di traffico e di uso in un assetto geopolitico mondiale profondamente cambiato rispetto a quando erano stati inaugurati la prima volta e in un’epoca in cui abbiamo imparato a riferire la parola infrastruttura anche a reti immateriali e servizi. Definire oggi cosa costituisca la base dello sviluppo economico

This year, three of the biggest connection infrastructures in the world have doubled their capacity. The Gotthard Base Tunnel, the Suez Canal and the Panama Canal are now about to break new records in terms of size, traffic and usage in a world geopolitical context that has profoundly altered since they first opened, and in an age in which we have come to use the word infrastructure to refer to intangible goods and services. Today, the definition of what forms the basis of the social and economic development of a community, a

Manuelle Gautrand, Le Forum, Saint-Louis, France.

e sociale di una comunità, di una città o di uno stato va ben oltre la compilazione di un elenco di strutture e funzioni. Capita così che volendo dedicare un numero di Abitare alle infrastrutture, alla riunione di redazione si finisca per discutere di centri di accoglienza per rifugiati, di riserve naturali, di spazi multifunzionali per la cultura e l’intrattenimento, di musei e persino di settimane del design. Con la consapevolezza che insieme alle infrastrutture è completamente cambiato il nostro modo di concepirle e progettarle.

city or a country goes way beyond the mere compilation of a list of structures and functions. Interestingly, when the editorial team met to discuss this issue of Abitare devoted to infrastructures, the conversation also turned to refugee reception centres, nature reserves, multi-functional spaces for culture and entertainment, museums and even design weeks. There is an awareness that it is not just infrastructures that have been transformed, but also the way in which we conceive and design them Silvia Botti

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Issei Suma firma un piccolo, poetico edificio dedicato alla cura degli anziani. Tra le montagne di Shizuoka, in Giappone Designed by Issei Suma, a small poetic building that provides nursing care to elderly people. In the Shizuoka prefecture, Japan

Jikka è una casa-ristorante-pensione tra le montagne giapponesi nella prefettura di Shizuoka che si dedica alla cura degli anziani della comunità, fornendo servizi in loco o pasti a domicilio. Nasce dall’intuizione di due donne sessantenni in pensione, una cuoca e un’operatrice sociale. L’edificio di 100 metri quadrati, firmato dall’architetto di Tokyo Issei Suma, è composto da cinque strutture con tetto conico e base quadrata, affiancate l’una all’altra a formare un unico ambiente domestico, dotato di piscina coperta, cucina, bagno e camere da letto. Lo scheletro è di calcestruzzo e travi di legno, la pelle invece consiste di sottili e leggeri pannelli di legno. Un connubio materico che sembra rispondere alla volontà dell’architetto di creare «qualcosa di rustico come una capanna primitiva ma allo stesso tempo spirituale come una cappella». Il risultato è un complesso dal sapore fiabesco, che ben si integra nel paesaggio pur mantenendo una sua unicità, sia estetica che funzionale. (AP)

Jikka is a home, restaurant and guest house located in Japan’s mountainous Shizuoka prefecture that provides nursing care to elderly members of the local community and a home food delivery service. It was the idea of a pair of ladies in their sixties, one a cook and the other a social worker. The 100-square-metre building, designed by Tokyo architect Issei Suma, comprises five structures with conical roofs and square bases grouped together like a cluster of tents to form a single domestic space, with kitchen, bathroom, bedrooms and an indoor swimming pool. The structure is made of concrete and wooden beams, and externally the buildings are wrapped in slender, lightweight wooden panels. A combination of materials that seems to respond to the architect’s desire to create “something rustic like a primitive hut but also with the spirituality of a chapel.” The resulting complex has a fairy-tale effect and blends beautifully into its surroundings, displaying a unique quality in aesthetic and functional terms

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Capanne con una spiritualitˆ Huts with a Spirituality


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A Milano il NikeLab punta sul riuso In Milan, NikeLab Focuses on Re-use Ora anche Milano ha il suo NikeLab store. Il più recente dei sei ospitati in alcune grandi città del mondo, tutti diversi tra loro, è quello progettato da Martino Gamper e da poco inaugurato in via Statuto 18. Gamper ha disegnato il totem centrale, una colonna a tutta altezza che attraversa lo spazio animata da mensole display che sono la trasposizione delle scatole da scarpe aperte, e 12 sedute tra sedie e sgabelli, di forma geometrica. Lo spazio è interessante anche per il riuso di scarti trasformati in materia prima per gli arredi dai designer di Nike capitanati da Arthur Haung, fondatore di Miniwiz. Sono realizzati con materiali riciclati le strutture espositive e gli impianti a muro, creati con ex componenti di computer. (MP) Milan now has its own NikeLab store. The latest of the six stores in various big cities around the world (all quite different from one another) was designed by Martino Gamper and opened recently in Via Statuto 18. Gamper’s totemic central structure is a full-height column that crosses the space, animated by display shelves that have the appearance of open shoe boxes, and 12 geometrically-shaped chairs and stools. The space is also interesting for its re-use of waste products turned into raw materials for the furnishings that were created by Nike’s designers, under the guidance of Arthur Haung, the founder of Miniwiz. The structures and wall fixtures are made from recycled computer parts.

La geografia serve a fare la guerra? Is the Purpose of Geography to Make War? Nell’ambito delle commemorazioni per il centenario della Grande Guerra, la Fondazione Benetton di Treviso propone dal 6 novembre al 19 gennaio 2017 la mostra La geografia serve a fare la guerra? Representation of human beings. Allestita da Fabrica e curata dal geografo Massimo Rossi, la mostra si focalizza sulla capacità comunicativa e persuasiva delle carte geografiche, in cui la rappresentazione e la selezione degli elementi paesaggistici sono da sempre inscindibilmente legate alla particolare ottica del periodo storico in cui vengono redatte e all’uso cui sono destinate. Suddivisa in tre sezioni, la mostra restituisce a questa disciplina il potenziale di pacifico strumento per la conoscenza e la progettazione dei luoghi. (EF)

As part of the programme of events commemorating the centennial of the Great War, the Fondazione Benetton of Treviso presents the exhibition Is the purpose of geography to make war? Representation of human beings from 6 November to 19 January 2017. The exhibition, designed by Fabrica and curated by the geographer Massimo Rossi, focuses on the communicative and persuasive power of geographic maps, in which the depiction and selection of the elements of the landscape are always inextricably linked to the particular outlook of the historical period in which they are drawn up. Divided into three sections, the exhibition reflects on the role of the discipline as a peaceful tool for creating knowledge and mapping places.

Ora Starck firma le valvole Starck does Radiator Valves Anche le valvole per i radiatori – imposte dalla normativa europea – diventano oggetto di design. Quelle prodotte dalla francese Netatmo per la smart home sono addirittura firmate da Philippe Starck. Si chiamano Valvole Intelligenti perché integrano il buon design all’elettronica connessa a qualsiasi device (anche vocalmente con Siri) attraverso una app. Starck ha conferito un’estetica minimal al dispositivo, sostituendo le scanalature e la ghiera numerata con uno schermo e-paper, riducendone le dimensioni e moltiplicando per quattro le possibilità di colore della mascherina (disponibili nella confezione). Particolari anche le funzioni. Al controllo da remoto si aggiunge il risparmio di energia valutabile in tempo reale. (MP)

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Radiator valves are now required by EU law and have also become a designer item. The ones made by the French company Netatmo for smart homes are indeed designed by Philippe Starck. They are called Smart Valves because they combine good design with electronic connections to any device (including spoken commands using the Siri voice assistant) by means of an app. Starck has managed to create a minimal aesthetic for the valve replacing the grooves and ring with numbers with an e-paper screen, and has also reduced the size, increasing the choice of colour for the outer cover (supplied) fourfold. The functions are also particularly interesting. As well as the remote control feature, the valve offers energy savings that are evaluated in real time.



FujI KOjI

RAsMus DAnIeL TAun

La grotta magica di studio MAD MAD Studio’s Magical Cave L’atelier più conosciuto e internazionale dell’architettura contemporanea cinese firma questo piccolo, squisito progetto nella città giapponese di Okazaki

FujI KOjI

The most well-known and international contemporary Chinese architecture atelier designs a small, exquisite project in the Japanese city of Okazaki

Dopo avere realizzato in Cina architetture immaginifiche come l’Ordos Museum e la Harbin Opera House, i pechinesi MAD Architects diretti da Ma Yansong approdano in Giappone con un minuto, poetico progetto nella città di Okazaki. La Clover House si affaccia sul paesaggio di risaie e montagne della Prefettura di Aichi, sulla sponda pacifica del Giappone centrale, ed è un asilo privato gestito da due fratelli in quella che era la casa di famiglia. Il nuovo ampliamento mantiene però un’atmosfera intima e domestica per consentire ai bambini di crescere in un ambiente accogliente, stimolandone talenti e creatività. Per garantire costi di costruzione contenuti, ma non solo, il team MAD ha deciso di riciclare la struttura di legno della casa di famiglia: incorporata nel nuovo edificio, diventa il simbolo della storia del luogo, ma anche elemento caratterizzante dell’area dedicata all’apprendimento. Il nuovo guscio esterno dell’asilo protegge come un cappuccio di stoffa la vecchia struttura in legno, ricordando una grotta magica o una fortezza dei fumetti e rimanendo indelebilmente impresso nella mente dei bimbi. Dà accesso diretto al giardino uno scivolo che scende dal secondo piano. (EF)

After creating imaginative architecture in China like the Ordos Museum and the Harbin Opera House, Beijing-based MAD Architects, led by Ma Yansong, made its Japanese debut with a minute, poetic project in the city of Okazaki. The Clover House looks out onto the landscape of rice paddies and mountains typical of Aichi Prefecture, which lies on the Pacific coast of central Japan. It is a private kindergarten run by two brothers in what used to be their family home. The new expansion maintains an intimate and domestic feel in order to allow the children to grow up in a welcoming and stimulating environment. In order (also) to keep the cost of construction low, the MAD team decided to reuse the wooden structure of the family home; incorporated into the new building, it became the symbol of the history of the place, but also a defining element of the area dedicated to learning. The new exterior shell of the kindergarten protects the old structure like a piece of cloth, reminiscent of a magical cave or a comic book fort. The garden can be accessed directly via a slide that descends from the second floor


È una Y il nuovo landmark di Bari The New Bari’s Landmark is a Y Lo scenografico ponte, sospeso a tiranti, è un importante passo per la viabilità cittadina The scenographic new cable-stayed bridge is an important step for the urban traffic circulation

È stato inaugurato a Bari il ponte “strallato”, cioè sospeso a cavi. Scavalcando un ampio fascio di binari ferroviari, completa l’asse nord-sud che collega hinterland, città e porto. Realizzata a pilone unico centrale asimmetrico (una Y rovesciata sghemba), alto 72 metri, l’infrastruttura presenta due carreggiate viabilistiche completate da altrettanti marciapiedi laterali, per una lunghezza complessiva di 626 metri, che raddoppiano se si considera la lunghezza totale dell’asse stradale, rampe d’accesso comprese. Per la realizzazione del ponte è stato costituito un pool di progettisti (Rpa, Net, Casado Carlos Fernandez, Uning, Ga&M), la costruzione è stata affidata a Cimolai. Il nome sarà deciso dalla cittadini attraverso una consultazione. (CM)

The new cable-stayed bridge over a wide section of railway tracks which has now opened in Bari completes the north-south axis that reconnects the hinterland, the city and the port. With its single asymmetrical central 72-metre-high, inverted Y-shaped pylon, the bridge has carriageways and pedestrian walkways running in both directions, and is a total of 626 metres in length, although it is in fact twice as long considering also the road access ramps. The bridge, whose name is to be decided in a consultation process with the local population, was designed by a pool of architects (RPA, Net, Casado Carlos Fernandez, Uning, Ga&M), with construction by Cimolai

Dossofiorito, Ludmilla vases, 2015

Variazioni sul tema del vaso / Variations on the Theme of the Vase Prestidigitorium è una mostra collettiva alla galleria d’arte Camp Design di Milano che esplora significato e materiali del concetto di vaso-contenitore. Cinque artisti – Rosanna Bianchi Piccoli, Sergio Maria Calatroni, Dossofiorito, Marcin Rusak e Zaven – interpretano questo oggetto quotidiano con originali pezzi unici. Dal marmo grezzo che diventa molato e lucido di Calatroni alla garza di fibra di vetro da ingessatura di Zaven, dai “vasi deperibili” con resine naturali e fiori secchi di Rusak al vetro che funge da lente di ingrandimento per osservare lo sviluppo del bulbo di Dossofiorito, fino all’artista-antropologa Rosanna Bianchi Piccoli, che usa e lavora con maestria la porcellana, combinandola con fili di seta per creare oggetti poetici. Fino all’11 novembre. (LB)

Prestidigitorium is a group show at the Camp Design art gallery in Milan that explores the meaning and materials behind the concept of the vase-container. Five artists – Rosanna Bianchi Piccoli, Sergio Maria Calatroni, Dossofiorito, Marcin Rusak and Zaven – interpret this everyday object with unique original pieces. From Calatroni’s rough marble that becomes smooth and shiny to Zaven’s fibreglass gauze used for plasters, from the “perishable vases” made of natural resins and dry flowers by Rusak to the glass that doubles as a magnifying glass to observe the development of the bulb by Dossofiorito, all the way to the artist-anthropologist Rosanna Bianchi Piccoli, who masterfully shapes porcelain, combining it with silk threads to create poetry. Until 11 November. 559

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La produzione architettonica di Rifat Chadirji e del suo studio Iraq Consult è al centro di una piccola esposizione alla Graham Foundation di Chicago. I materiali, datati tra il 1960 e i primi anni Ottanta, sono fotografie di edifici realizzati da Chadirji e non, disegni tecnici, annotazioni e schizzi. In un momento in cui la retorica intorno al mondo arabo risulta appiattita su stereotipi, questa selezione manifesta invece come i processi di modernizzazione del XX secolo avessero raggiunto in Iraq livelli notevoli di complessità. La mostra, un vero atto politico, è a cura di Mark Wasiuta, insieme ad Adam Bandler e Florencia Alvarez Pacheco. Il terzetto proviene dalla Columbia University a New York e lavora per la Arthur Ross Architecture Gallery. (FG)

RCH | EKH

La modernità araba in mostra a Chicago Arab Modernity on Display in Chicago The architectural production of Rifat Chadirji and his studio Iraq Consult is at the centre of a small exhibition at the Graham Foundation in Chicago. The materials, which date from the 1960s to the early 1980s, include photos of buildings by Chadirji and not, technical drawings, notes and sketches. During a moment when the rhetoric around Arab world is dominated by stereotypes, the selection shows instead how the processes of modernisation of the 20th century had reached levels of notable complexity in Iraq. The exhibition, a true political act, is curated by Mark Wasiuta, together with Adam Bandler and Florencia Alvarez Pacheco. The trio hail from Columbia University in New York and work for the Arthur Ross Architecture Gallery.

Il bello dell’acqua / The Beauty of Water Nello showroom Axor di Milano, Abitare mette in scena il rapporto di architetti e designer con il più essenziale degli elementi In Axor’s Milan showroom, Abitare illustrates how architects and designers have approached that most essential of elements

Axor LampShower by Nendo

La forza simbolica ed evocativa dell’acqua deriva dal suo esserci assolutamente indispensabile. siamo costituiti dal 90 per cento d’acqua, la superficie della terra ne è ricoperta per il 70 per cento. Dalle origini della civiltà proviamo a incanalarla, custodirla, controllarla. In architettura e design alcuni degli esiti più straordinari sono legati a questo tema. Abitare ne parlerà durante l’incontro riservato ai professionisti giovedì 24 novembre, presso lo showroom milanese di Axor, marchio design di Hansgrohe che ha dato forma all’acqua con la collaborazione di alcuni dei più grandi progettisti e con una ricerca tecnologica costante attenta ai temi della sostenibilità. Un evento da seguire anche sui social attraverso l’hashtag #ilbellodellacqua. (MM)

The symbolic, evocative power of water must surely come from the fact that we simply cannot do without it. We humans are 90 per cent water, and 70 per cent of the surface of the earth is covered in it. Ever since the dawn of civilisation we have striven to channel it, store it and control it. Some of the most remarkable works of architecture and design have been to do with water. Abitare will discuss the subject at a meeting reserved for professionals on Thursday 24 November at the Milan showroom of Axor, Hansgrohe’s design brand that has worked extensively on the theme of water through the participation of some leading designers and through technological research that has always kept the issue of sustainability at the forefront of things. The event can also be followed on social media using the hashtag #ilbellodellacqua

All’aeroporto internazionale Indira Gandhi di New Delhi si sono da poco conclusi i lavori di miglioramento e di ottimizzazione dell’hub. Il progetto, commissionato dal Delhi international airport limited (della società Gmr Group), è stato affidato allo studio Kuiper-Compagnons di Rotterdam. Il concept progettuale si basa sulla creazione di un nuovo paesaggio lungo il principale percorso dell’aeroporto, con ampie zone pedonali e commerciali, camminamenti ricchi di vegetazione lussureggiante, giochi d’acqua e di luci e opere artistiche. La via principale che porta al terminal è stata trasformata in un corridoio verde, in cui le forme e i colori si ripetono offrendo un ritmo paesaggistico di forte impatto visivo. (PM) 22

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At the Indira Gandhi International Airport in New Delhi work has just finished on the improvements and optimisation of the hub. The project, commissioned by Delhi International Airport Limited (of the GMR Group), was entrusted to the Kuiper-Compagnons studio in Rotterdam. The project concept is based on the creation of a new landscape along the principal route to the airport, with ample pedestrian and shopping areas, walkways full of luxuriant vegetation, water and light features and works of art. The main road that leads to the terminal was transformed into a green corridor, where shapes and colours repeat offering a landscaping rhythm with a strong visual impact.

COURtEsY KUIPER-COMPAGNONs

A Delhi l’aeroporto è un paesaggio / In Delhi the Airport is a Landscape


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Ristrutturazione double-face a Washington Double-sided Renovation in Washington JOHN HORNER - NSAKR

L’intervento di studio NADAAA trasforma una casa storica sul margine di un parco nazionale The intervention by Nadaaa studio transforms a historic home on the edge of a national park

JOHN HORNER - NSAKR

Lo studio NADAAA, diretto da Nader Tehrani ha ristrutturato una casa di mattoni del 1920. L’edificio, si trova al margine del Rock Creek, una zona protetta istituita nel 1890, uno dei parchi urbani più suggestivi di Washington. La richiesta del cliente era raddoppiare la superficie, mantenendo però la struttura esistente e tracce della tessitura di mattoni della costruzione d’epoca. Il progetto riprende l’ordine simmetrico delle finestre della facciata principale verso la strada, eliminando il tetto a falde per guadagnare volume in altezza, pur rimanendo all’interno del profilo complessivo originale. La distribuzione degli spazi interni è stata interamente alterata per approfittare delle nuove viste verso l’esterno e dell’illuminazione naturale ottenuta dalla trasformazione dell’involucro. Una grande scala centrale e spazi a doppia altezza sono i gesti principali che modificano la precedente stratificazione di piani separati, creando invece una continuità spaziale che assembla aree più intime con spazi pensati per il lavoro. (FG)

The Nadaaa studio, led by Nader Tehrani, renovated a brick house that dates from the 1920s. The building is located in Washington, on the edge of Rock Creek Park, one of the most picturesque parks in the city, an area protected since 1890. The client wanted to double the usable space, but maintain the existing structure with visible brickwork. The project preserves the symmetric order of the windows on the principal façade that faces the street, but eliminates the pitched roof in order to carve out more space above while still remaining within the original structure. The arrangement of the interior spaces was completely changed in order to take advantage of the new views towards the outside and the natural light gained from the transformation of the shell. A large central staircase and double-height spaces are the main gestures that modify the previous stratification of the separate floors, creating instead a spatial continuity that brings together more intimate areas with spaces designed for work

World Festival ai nastri di partenza The World Architecture Festival gets Under Way Si tiene a Berlino dal 16 al 18 novembre il World Architecture Festival, tra i più quotati eventi internazionali dedicati al mondo del progetto. Architetti di tutto il mondo, docenti, critici e giornalisti convergono alla Berlin Arena per assistere a circa 300 presentazioni di nuove opere, suddivise in quattro categorie: Completed Buildings, Future Projects, Landscape, Small Projects. Oltre cento i giudici che le valutano per assegnare i premi. Quest’anno in giuria c’è anche Abitare. (MM) 24

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The World Architecture Festival, which is going to be held in Berlin from 16 to 18 November, ranks as one of the most important international design events. Architects from all over the world, academics, critics and journalists will converge on the Berlin Arena to view approximately 300 presentations of new works, subdivided into four categories: Completed Buildings, Future Projects, Landscape and Small Projects. More than 100 judges will evaluate the designs and award prizes. This year Abitare will also be represented on the jury.


Fenomenologia della copia / Phenomenology of the Copy ZERO40 STUDIOS RENS vAN MIERLO

Al CID – Grand Hornu, vicino a Bruxelles, inaugura il 27 novembre la mostra Ceci n’est pas une copie. Design between innovation and imitation, dedicata alla fenomenologia della copia. Le possibilità illimitate della condivisione delle idee sul web, le diverse leggi sul copyright e le tecnologie di stampa 3D hanno generato uno scenario produttivo e distributivo totalmente nuovo. Il curatore Chris Meplon ha declinato il concetto di copia assegnando valori e virtù alla citazione, al collage, all’omaggio e al “pastiche” e messo in discussione le controverse sperimentazioni della riproduzione per fini commerciali, il plagio e la pirateria. Tra i designer invitati ci sono Jasper Morrison, Richard Hutten, Unfold, Bas van Beek, Konstantin Grcic e Maarten Baas. (MS)

At CID – Grand Hornu, near Brussels, opens on 27 November the exhibition entitled Ceci n’est pas une copie. Design between Innovation and Imitation, dedicated to the phenomenon of copying. The unlimited opportunities for sharing ideas through the Internet, the copyright laws and 3D printing have generated a completely new production and distribution scenario. Curator Chris Meplon expresses the concept of copying and reproducing by attributing values and virtues to quotation, collage, tribute and “pastiche” and generates a debate on the controversial use of reproduction for commercial ends, plagiarism and piracy. Invited designers include Jasper Morrison, Richard Hutten, Unfold, Bas van Beek, Konstantin Grcic and Maarten Baas.

A Francoforte la scultura filmica di Rosa Barba In Frankfurt the Filmic Sculpture by Rosa Barba Alla Rotunda della Schirn Kunsthalle è in scena un’installazione site specific della giovane artista siciliana On display in the Rotunda of the Schirn Kunsthalle a site specific installation by the young Sicilian artist

La Rotunda, grande hall d’ingresso circolare che domina sull’architettura postmoderna della Schirn Kunsthalle a Francoforte, ospita da tempo grandi installazioni site specific. Ora è il turno di Rosa Barba (sopra). Siciliana, nata ad Agrigento nel 1972 e cresciuta in Germania, studia teatro e cinema a Colonia prima di ottenere una borsa di studio ad Amsterdam, alla Rijksakademie. Di stanza a Berlino, ora è una delle più luminose stelle dell’arte italiana, pluripremiata e con personali nei grandi musei del mondo. Barba scolpisce lo spazio usando luce e video. Il suo lavoro si espande nello spazio e nell’oscurità con cineproiettori e fasci di luce. Opere astratte e misteriose che frazionano, trasferiscono e reinterpretano gli elementi che compongono il linguaggio del cinema: suono, luce, parola, immagine, movimento. Blind volumes (nella foto un dettaglio), una «scultura filmica», come la chiama lei, rilegge gli spazi della Rotunda fino all’8 gennaio. Mentre alcune fantasmatiche proiezioni aleggiano sospese. (CC)

NORBERT MIGULETZ

SARA MASüGER

The Rotunda, the large circular hall that dominates the postmodern architecture of the Schirn Kunsthalle in Frankfurt, has for some time now hosted large site specific installations. Now it’s Rosa Barba’s turn (left). Sicilian, born in Agrigento in 1972 and raised in Germany, she studied theatre and cinema in Cologne before receiving a scholarship to study in Amsterdam, at the Rijksakademie. Based in Berlin, she is now one of the brightest stars in Italian art, and has won several awards and she has had solo shows in some of the world’s greatest museums. Barba sculpts space using light and video. Her work expands into space and into darkness with film projectors and beams of light. Abstract and mysterious works that divide up, transfer and reinterpret the elements that make up the language of cinema: sound, light, word, image, movement. Blind volumes (pictured, detail), a “filmic sculpture” as she calls it, reinterpret the space of the Rotunda until 8 January. While several ghostly projections hover suspended

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Gio Ponti in bianco e blu / in White and Blue Tra il 1960 e il 1962 Gio Ponti aveva realizzato delle ceramiche in bianco e blu per l’Hotel Parco dei Principi di Sorrento, splendido antesignano dei design hotel di oggi. Ora la manifattura salernitana Ceramica francesco De Maio, avendo ottenuto la licenza per la riproduzione esclusiva, riedita questi famosi 30 decori bianco blu - il nome della collezione è appunto Blu Ponti - con cui creare pavimentazioni dai disegni e combinazioni differenti. L’esclusiva non riguarda semplicemente i decori, ma anche l’utilizzo dei medesimi smalti, supporti e tecniche artigianali utilizzati dai maestri decoratori. La stampa è rigorosamente manuale. (MP)

Between 1960 and 1962 Gio Ponti created a series of blue and white ceramic tiles for the Hotel Parco dei Principi in Sorrento, a splendid forerunner of the design hotels of today. Salerno-based manufacturer Ceramica Francesco De Maio obtained an exclusive licence to reproduce the tiles and has now brought back into production the 30 blue and white pieces from the famous Blu Ponti collection for the creation of floors with different, variously combined patterns. The exclusive deal covers not only the decorations, but also the use of the same glazes, supports and craft techniques originally used by the master tile decorators. The patterns are all hand-printed.

La giovane progettista madrilena Izaskun Chinchilla riqualifica il Castillo de Garcimuñoz in Spagna

Young Madrid-based architect Izaskun Chinchilla refurbishes the Castillo de Garcimuñoz in Spain

nella trasformazione delle rovine di una fortificazione in Spagna, l’architetto Izaskun Chinchilla, nata a Madrid nel 1975, mette in scena un palinsesto raffinato di soluzioni espressive. La fortificazione che domina Castillo de Garcimuñoz, un piccolo municipio nella provincia di Cuenca, risale al Xv secolo ed è costruita su resti arabi anteriori. Per poterla convertire in una mediateca pubblica con cinema all’aperto, libreria, bar e biblioteche multimediali, Chinchilla dispiega un apparato di elementi delicati ed effimeri, più prossimi al mobilio che non a un intervento architettonico. In questo modo, il cantiere edilizio è più semplice, i costi sono compressi e si ottiene una notevole flessibilità negli usi, che seguono le stagioni, permettendo di ridurre l’area utilizzata nei mesi invernali per poi espandersi in estate. L’intervento raggiunge tre obiettivi: fermare il degrado del monumento, aprire il luogo al pubblico e fornire una serie di servizi culturali, suggeriti dall’autrice, che colmano una debolezza dell’offerta nella zona. (FG)

In the transformation of the ruins of a Spanish fortification, the architect Izaskun Chinchilla, born in Madrid in 1975, presents a refined array of expressive solutions. The fortification that dominates Castillo de Garcimuñoz, a small municipality in the province of Cuenca, dates from the 15th century, and was built on top of earlier Arab ruins. In order to convert it into a public media library with open air cinema, book store, bar and multimedia library, Chinchilla unfolds an apparatus of delicate and ephemeral elements, more like furniture than an architectural intervention. In this way, the building site is simpler, the costs are reduced and there’s a flexibility which changes with the seasons, allowing for a reduction in the area that is used during the winter months only to expand again in the summer. The project has three main purposes: to stop the decay of the monument, to open the place up to the public and to provide a series of cultural services, proposed by the author, that fill a gap in terms of what is available in the area

MIGueL De GuzMan

Recupero pop di un castello Pop Restoration of a Castle


DanIeLe BOTTaLLO

Restructura e la città Restructura and the City La fiera torinese affronta il riuso, anche a scala urbana The Turin fair looks at re-use, also at an urban scale

Riuso degli spazi, ripensamento funzionale delle aree urbane e nuove visioni urbanistiche legate alla valorizzazione del costruito. Sono i temi intorno ai quali ruota Restructura 2016, appuntamento fieristico in programma dal 24 al 27 novembre all’Oval-Lingotto di Torino. La parte espositiva è accompagnata da un nutrito calendario di appuntamenti, tra corsi di aggiornamento e convegni dedicati alla riqualificazione, dal singolo edificio all’intero quartiere (la partecipazione dà diritto a crediti formativi). Restructura sarà anche in città con i Restructour, visite a edifici di interesse storico o architettonico e cantieri aperti in città.

Re-use of spaces, the functional redesign of urban areas and new urban visions relating to the upgrading of what is already there. These are the themes that will be discussed at Restructura 2016, the trade fair being held from 24 to 27 November at Oval-Lingotto in Turin. The exhibition will also include a busy programme of other events, including refresher courses and symposia regarding the redevelopment of individual buildings within the context of a neighbourhood (which earn participants training credits). Restructura will also be in the city with Restructour, visits to buildings of historical or architectural interest and construction sites currently operating

OffICe fOR POLITICaL InnOvaTIOn

Complessità, una parola chiave / Complexity: a Key Word La mostra inaugurale del nuovo Design Museum di Londra è intitolata Fear and love: Reaction to a Complex World e fa il punto su come il design sia oggi agente di trasformazione di numerosi aspetti della vita quotidiana. Dal prodotto alla scienza, dalla politica alla tecnologia passando per la moda e la medicina lo spettro d’indagine e di applicazione della disciplina sta coincidendo con l’essere umano fino a cambiarlo radicalmente. Il curatore Justin McGuirck ha confezionato una panoramica delle ricerche più avanzate e inaspettate in atto su scala planetaria. Ha invitato undici designer a creare installazioni immersive che affrescano il paesaggio sociale nel quale alcuni di noi già abitano e che altri abiteranno a breve. Dal 24 novembre al 23 aprile. (MS)

The inaugural exhibition at London’s new Design Museum, entitled Fear and Love: Reaction to a Complex World, tackles the transformational role design plays in numerous aspects of daily life. From products and politics to science and technology and the worlds of fashion and medicine, the spectrum of investigation and application of the discipline is involving human beings to the point of radically altering them. Curator Justin McGuirck has put together an overview of the most advanced and most unexpected research work being done on a planetary scale. He invited eleven designers to create immersive installations that provide a fresco of the social landscape in which many of us already (or will soon) live. From 24 November to 23 April. 559

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Guilloché gioielli di casa

maniglie italiane dal 1911

olivari.it

modello Atena Panier Con la collezione Guilloché, Olivari riscopre un’antica tecnica di incisione orafa per rendere “viva” la superficie e generare sorprendenti vibrazioni di luce


FAbiO Di CARLO - © ReSSTeNDe SR

L’anima verde e tecnologica delle tende The Green and Technological Heart of Sunshades

Nuovo appuntamento con Abitare Focus, il sistema di aggiornamento dedicato ai professionisti sviluppato in collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Milano. Questa volta si parla di schermature solari, sostenibilità ambientale ed economica con Resstende A new appointment with Abitare Focus, the system of updating devoted to professionals and developed in collaboration with the Association of Architects of Milan. This time the discussion will be with Resstende on the subject of solar shading and environmental and economic sustainability L’evoluzione formale e sostanziale delle tende da esterni e da interni ha introdotto nel linguaggio tecnico e in quello comune la dizione di schermatura solare. Grazie a tessuti super performanti, a tecnologie innovative e a ricerche specifiche oggi una tenda può essere considerata a tutti gli effetti uno degli elementi strutturali nella costruzione o nella trasformazione di un appartamento, di una casa o di un intero edificio in senso green. Tanto che la normativa italiana ne permette la detrazione fiscale, come per le opere murarie e impiantistiche o i serramenti. Ma non solo. Le schermature solari oggi sono anche divenute oggetto di progettazioni specifiche in collaborazione con gli architetti su piccola come su grande scala. Ci sono tessuti, modelli e strutture che vengono appositamente formulati e prodotti per un certo edificio. Tra le realtà più significative di questo specifico settore c’è Resstende, azienda italiana fondata nel 1975, unica a produrre esclusivamente tende tecniche avvolgibili. Da sempre concentrata sull’innovazione tecnologica, propone modelli dalle linee pulite e caratterizzati da materiali ecologici come il legno e l’alluminio. Tema del Focus, intitolato L’anima verde e tecnologica delle tende, sarà proprio la possibilità di progettare e comporre le schermature solari. A partire dal caso di Palazzo Feltrinelli di Herzog & de Meuron a Milano, per il quale Resstende ha fornito un sistema articolato e tecnologicamente avanzato di quasi 400 elementi a rullo, verrà mostrato e raccontato il nuovo approccio al mondo delle tende.

The formal and material evolution of awnings for outdoor use and curtains for indoor use has introduced the expression solar shading into technical and ordinary language. Thanks to high-performance fabrics, innovative technologies and specific research a curtain or blind today can be considered to all intents and purposes a structural element in the construction or the alteration of a flat, a house or an entire building to make it more environmentally friendly. To the extent that Italian law provides a tax allowance for them, just as for the building of walls and installation of plant or doors and windows. But that’s not all. Today solar shades have also become the subject of specific designs in collaboration with architects on a small as well as large scale. There are fabrics, models and structures that are formulated and produced ad hoc for a particular building. One of the most significant enterprises in this specific sector is Resstende, an Italian company founded in 1975 that is the only one to produce exclusively technical roller blinds. Having always concentrated on technological innovation, it proposes models with clean lines made of environmentally friendly materials like wood and aluminium. The theme of the Focus, entitled The Green and Technological Heart of Sunshades, will in fact be the possibility of designing and composing solar shades. Starting from the case of Herzog & de Meuron’s Feltrinelli Building in Milan, for which Resstende has supplied a complex and technologically advanced system of almost 400 roller blinds, the new approach to the world of curtains will be presented and explained

Milano, 29 novembre 2016, ore 10.30, Ordine degli architetti di Milano, via Solferino 19 con Mia Pizzi, caporedattore Design di Abitare Riccardo Gasparini, managing director Resstende Angelo Furia, project manager Resstende

Milan, 29 November 2016, 10:30 am, Ordine degli Architetti di Milano, Via Solferino 19 with Mia Pizzi, Design managing editor of Abitare Riccardo Gasparini, managing director of Resstende Angelo Furia, project manager of Resstende

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La Tate Modern racconta i suoi primi 15 anni A Look back over the First 15 Years of the Tate Modern The Tate Modern, which opened in 2001 and now attracts over five million visitors a year, has become a London icon and a museum case study par excellence. The museum has now expanded southwards with a new area that extends from the underground spaces that house the old tanks of the power station up through the 11 floors of what has already been dubbed “the pyramid”, with a sequence of exhibition and workshop spaces, cafeterias, restaurants and a bookshop. Tate Modern. Building a Museum for the 21st century explains how the project has evolved from 1994 up to the present day, in the Herzog & de Meuron era. And it does so through the voice of Nicholas Serota, director of the Tate Museums system, with critical contributions from Beatriz Colomina, Wouter Davidts and Oliver Wainwright and through conversations with the director of Tate Modern Chris Dercon and those involved in its recent transformation: Herzog & de Meuron, Jasper Morrison, who designed all the furnishings, landscape architect Günther Vogt and Ian Cartlidge, who, with his studio, organised the system of wayfinding and signage. The book explains – from the macro to the micro – how it has been designed a cultural institution of such dimensions. And reflects on contemporary museums

Tate Modern. Building a museum for the 21st century Edited by Chris Dercon and Nicholas Serota Tate Publishing pp. 232 £ 35.00

JAMES MORRIS

Inaugurata nel 2001, la Tate Modern, con i suoi oltre cinque milioni di visitatori annui, è uno dei simboli di Londra, nonché caso studio per eccellenza in ambito museale. Oggi il museo si espande a sud con una nuova area che dai sotterranei, dove si trovano le vecchie cisterne della centrale elettrica, sale attraverso gli undici piani di quella che è già stata ribattezzata la “piramide”, in un’alternanza di spazi espositivi, laboratori, caffè, ristoranti e bookshop. Tate Modern. Building a museum for the 21st century racconta di com’è evoluto il progetto dal 1994 a oggi, cioè nell’era di Herzog & de Meuron. E lo fa attraverso la voce di Nicholas Serota, direttore del sistema di musei Tate, gli interventi critici di Beatriz Colomina, Wouter Davidts e Oliver Wainwright e infine le conversazioni tra il direttore della Tate Modern Chris Dercon e i protagonisti della recente trasformazione: Herzog & de Meuron, Jasper Morrison, che ha disegnato tutti gli arredi, Günther Vogt per il progetto di landscape e Ian Cartlidge incaricato, con il suo studio, della comunicazione ambientale. Il volume spiega – dal macro al micro – come è stata progettata un’istituzione culturale di questa portata. E apre una riflessione sul ruolo delle istituzioni museali. (On printed paper)

Venezia vista da Riccardo De Cal Venice as Seen by Riccardo De Cal

Dream of Venice Riccardo De Cal Richard J. Goy (Introduction) Bella Figura Publications, 2016 pp. 96 $ 26.99

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Dopo gli studi universitari allo IUAV di Venezia, il regista asolano Riccardo De Cal ha regalato al mondo dell’architettura e dell’oggetto d’arte sensibili e premiati mediometraggi, dedicati soprattutto alla cultura veneta. In Carlo Scarpa a Castelvecchio (2011) ha riletto con squisita attenzione l’opera del grande architetto veneziano. Non è dunque un caso che l’opera scarpiana sia tra i protagonisti del recente volume Dream of Venice. Architecture, che vede De Cal nelle vesti di fotografo raccontare una città nebbiosa e invernale, silenziosa e notturna, molto distante dagli stereotipi della sua immagine globalizzata. Il volume è edito da Bella Figura Publications, e cioè dall’editrice statunitense innamorata di Venezia JoAnn Locktov. E un atto d’amore è anche ognuno dei testi che accompagnano le foto, appositamente scritti per il libro da protagonisti internazionali del mondo della progettazione che hanno lavorato nella città lagunare come Annabelle Selldorf, TAMassociati, Tadao Ando, Mario Botta e Michele De Lucchi. Parte dei ricavi della vendita del primo volume sarà devoluta al comitato di salvaguardia newyorkese Save Venice, quelli del secondo invece alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia. (Elena Franzoia)

Following his university studies at the IUAV di Venezia, the Asolo-born director Riccardo De Cal gifted to the world of architecture and art objects sensitive and award-winning medium-length films, which focused especially on Venetian culture. In Carlo Scarpa a Castelvecchio (2011) he reinterpreted with exquisite attention to detail the works of the great Venetian architect. It’s no coincidence then that Scarpa’s oeuvre is one of the protagonists in the recent volume Dream of Venice. Architecture, which sees De Cal in the guise of photographer present a foggy and wintery city, silent and nocturnal, far removed from the stereotypes of its globalised image. The volume is published by the american editor who is in love with Venice, JoAnn Locktov (Bella Figura Publications). And each one of the essays that accompany the photographs is an act of love, written especially for the book by international stars of the world of architecture like Annabelle Selldorf, TAMassociati, Tadao Ando, Mario Botta and Michele De Lucchi, who all worked in Venice. Some of the proceeds from the sale of the first volume will be donated to the New York-based conservation organisation Save Venice, and to Fondazione Querini Stampalia for the sale of the second volume


Enrico Baleri dietro le quinte del design Enrico Baleri: behind the Scenes of Design

Giuro. Volume primo Enrico Baleri Silvana Editoriale (2016) pp. 304 € 25

Un diario nato sul profilo Facebook di Enrico Baleri nel marzo 2015, e tutt’ora in corso, racconta gli episodi di una vita rocambolesca all’insegna del progetto e della creazione di aziende di ricerca come Alias e Baleri Italia. Le frizzanti avventure dell’imprenditore bergamasco sui social media attiravano amici che da aficionados hanno iniziato a commentare e a condividere i post trasformando l’iniziativa in comunicazione virale. Per volere dell’autore e per scommessa di un editore il diario è diventato un’operazione trans-mediale, dalla rete alla libreria. Le Perline di Enrico Baleri, questo è il nome della rubrica, permettono al lettore di assistere a un dietro le quinte spassoso e partecipato. L’autore ha condiviso la sua vita professionale con molti protagonisti, tra cui Dino Gavina, Norman Foster, Philippe Starck, Vico Magistretti e Tadao Ando. La lista è lunga, come è vasta la geografia di viaggi tra distretti industriali, fiere e metropoli alla ricerca di bellezza e innovazione. Baleri narra un mondo che vorrebbe traghettare verso il futuro. Non è un nostalgico, ma guarda con sano sospetto ad alcune chimere tecnologiche che hanno cambiato il modo di progettare. Baleri non è un reduce, è un veterano entusiasta che non si arrende. (MS)

A diary that started life on Enrico Baleri’s Facebook page in March 2015 (where it still continues) recounts episodes from an eventful life in design and involving the creation of companies like Alias and Baleri Italia. The intriguing adventures of the Bergamo entrepreneur published on the social media website involves friends who started out as mere aficionados but then went on to make comments and share posts, with messages eventually going viral. In accordance with the wishes of the author himself and in a gamble taken by the publisher, the diary has now become a trans-media operation, migrating from cyberspace into bookshops. Enrico Baleri’s “pearls” take readers on an entertaining journey behind the scenes of his life. The author has encountered many personalities, including Dino Gavina, Norman Foster, Philippe Starck, Vico Magistretti and Tadao Ando. Huge is the geographical extent of the industrial districts, fairs and metropolises visited in search of beauty and innovation. Baleri talks of a world that he would like to take forward into the future. He is not nostalgic, but observes with a healthy scepticism how some of the technological chimera have changed the way to design. He is not a war hero but an enthusiastic veteran who refuses to surrender

Animali, umani e non umani Animals, Humans and Non-humans L’antologia curata da Filipa Ramos è una dichiarazione d’attenzione e rispetto nei confronti degli animali che qui vengono studiati come indagatori dello spazio e intermediari di relazioni. La natura transdisciplinare dei saggi ha l’arte contemporanea come punto di convergenza poiché sono le opere di molti artisti, più che di filosofi, sociologi e scrittori, a testimoniare una ricerca ricca di spunti ed espressioni multimediali. Le relazioni tra le diverse specie animali e gli esseri umani possono costruire la base empirica di curiose teorie sui comportamenti e logiche di apprendimento. Gli autori coinvolti conducono il lettore in un’analisi sui rapporti tra esterno e interno, animale e culturale, umido e secco, naturale e sintetico, suono e immagine, peluria e pelle come indicatori di mutazione e di percezione dei fenomeni. Parte dei lavori inclusi nella pubblicazione hanno preso parte a Documenta nel 2012 o alle recenti edizioni della Biennale di Venezia e di Shanghai. Ramos, che insegna Experimental Film alla Kingston University e Moving Image alla Central Saint Martins di Londra, nel saggio introduttivo suggerisce l’approfondimento di un tema solo apparentemente bizzarro poiché nel paradosso nasconde pratiche e visioni applicabili. (MS)

The anthology of texts edited by Filipa Ramos is a declaration of care for animals, which here are examined as investigators of space and intermediaries in relationships. The trans-disciplinary nature of the essays puts contemporary art as the focal point, because it is the works of artists (rather than those of philosophers, sociologists and writers) that convey the best sense of the extensive research work done with all its multimedia expressions. The relationships between the different animal species and human beings can construct the empirical basis of curious theories about learning processes and behaviour. The authors involved take the reader on a journey that analyses the relationship between exterior and interior, animal and cultural, natural and artificial, wet and dry, sound and image, fur and skin as indicators of mutation and perception of phenomena. Some of the work was presented at Documenta 2013 and the recent Biennials in Venice and Shanghai. Ramos, who teaches Experimental Film at Kingston University and the Moving Image at Central Saint Martins in London, suggests in her introductory essay that this seemingly bizarre subject does indeed deserve to be studied in more depth

Animals Edited by Filipa Ramos MIT press pp. 240 $ 25

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La forma delle relazioni Giving Shape to Social Life In Francia, Manuelle Gautrand affronta il tema dell’architettura capace di fornire spazi flessibili e di qualità alle comunità urbane con il centro polivalente dedicato allo sport, allo spettacolo, alle attività culturali e al tempo libero di Saint-Louis In France, Manuelle Gautrand tackles the theme of designing high-quality spaces for urban communities with the multi-purpose Saint-Louis centre for sport, stage performances and other cultural and leisure-time activities TXT_ALICE PICIOCCHI PHOTOS_GuILLAumE GuERIN

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L’andamento irregolare dei volumi si ricollega allo sviluppo urbanistico del quartiere e anche i tetti a doppia falda dei tredici ambienti sono ispirati alle architetture dei dintorni e variamente orientati per catturare piÚ luce naturale possibile. The irregular organisation of the volumes makes reference to the specific urban development of the surrounding area and the gabled roofs of the 13 spaces run in different directions so as to capture as much daylight as possible and echo local architectural style.

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Accogliere sotto lo stesso tetto eventi sportivi, spettacoli, manifestazioni culturali, ma anche più generici spazi in cui incontrarsi durante il tempo libero. Se negli ultimi anni abbiamo visto persino centri commerciali assolvere questa funzione aggregativa, a giudicare dalla quantità di nuovi progetti nel mondo che affrontano il tema del centro polivalente aperto al pubblico si direbbe che siamo giunti a una svolta. Anche dal punto di vista morfologico sembra riconoscibile una nuova tipologia. L’idea è forte: interpretare la relazione tra il paesaggio urbano e la comunità locale attraverso un grande contenitore formato da un insieme eterogeneo di moduli spaziali tra loro variamente assemblati con i più diversi esiti

The trend in these years, is about bringing sport, stage performances and cultural activities together under one roof, alongside more open spaces where people can meet in their free time. In recent years even shopping centres have become places where people gather and socialise, and if the number of new design projects around the world for multi-purpose centres open to the public is anything to go by, things could be said to have reached a turning-point. It seems that we are dealing with a new kind of typology from a morphological point of view. This idea is a powerful one: how can we interpret the relationship between the urban landscape and the local community through a the use of a large unit made up of a set of modules of different sizes variously assembled to give a wide

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1. Transformator 2. Storage 3. Bar 4. Vestaires female 5. Vestaires male 6. Depot 7. Kitchen 8. Dressing room female 9. Dressing room male 10. Electrical substation 11. Forum 12. Restroom female 13. Restroom male 14. Stockroom 15. Entrance; 16. Lobby 17. Cloakroom 18. Ticket counter 19. Snack bar 20. Administration 21. Main hall 22. Workshop 23. Vestaires 24. Office 25. Changing room 26. Refree changing room 27. Storage-Sport

Ballroom - Exhibition - Gym

Ballroom - Exhibition - Sports events

Project Le Forum - cultural, sport and community center Architect Manuelle Gautrand Architecture Project leader CĂŠcile Ortolo Project management S.E.R.S Structural engineering AIC Fluids engineering Alto Quantity surveyor Cholley Acoustics JP Lamoureux

Fire safety CSD-Faces Roads and networks engineering OTCI Client Saint-Louis Municipality Contractors Pontiggia, Urba-Doumez, Cabrol

Ballroom - Exhibition - Musical events

Timing 2013 - 2016 Site area 5,713 sqm Location Saint-Louis, France

Book Fair

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formali. Gli esempi sono tanti. Tra i più recenti la House of Culture in Movement costruita da MVRDV, Adept e SLA Architecture a Frederiksberg, in Danimarca, un parallelepipedo bianco che contiene un complicato puzzle di palestre, auditorium e sale per la meditazione; l’hub Blox a Copenaghen firmato da Oma, con una struttura a scatole che condensa cultura, lavoro e networking; o la newyorkese piazza coperta Shed di Diller Scofidio + Renfro, estensibile con un meccanismo a soffietto per diventare centro espositivo e teatro. E poi c’è Le Forum, il progetto di Manuelle Gautrand che Abitare racconta in queste pagine. È un complesso di quasi 6mila metri quadrati

range of different formal effects. There are many examples of this kind of work. One of the most recent is the House of Culture in Movement built by MVRDV, Adept and SLA Architecture in Frederiksberg, Denmark, a white rectangular box that contains a complicated collection of gyms, auditoriums and meditation spaces. Another is the Blox hub in Copenhagen designed by Oma, with a structure made up of boxes that brings together culture, work and networking. Meanwhile Shed is a covered plaza in New York by Diller Scofidio + Renfro, whose retractable canopy extends, concertina-fashion, and turns into a covered exhibition centre and theatre. And then there is Le Forum, the design of which, by Manuelle Gautrand, is featured on these pages.

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Negli interni, grandi pannelli acustici, pavimenti tecnici a uso sportivo per la Grand Hall e di bambù per la Festival Hall.

Luc BoeGLy

Inside, large acoustic wall panels, technical flooring suitable for sports were used in the Grand Hall, with bamboo in the Festival Hall.

gestito dalla municipalità di Saint-Louis, comune dell’Alsazia al confine con la svizzera Basilea: tredici volumi di varie dimensioni, altezze e orientamento si compenetrano lasciando intuire anche dall’esterno la polifunzionalità del sistema architettonico. Al centro due grandi spazi – la Grand Hall di quasi 2mila metri quadrati e una capienza massima di 2400 persone e la più piccola Festival Hall con una capienza di 900 persone – rispettivamente per lo sport e le feste/ fiere. Tutt’attorno volumi più piccoli e accessori fungono da raccordo, da tampone nel caso di più eventi in contemporanea, oppure accolgono funzioni complementari. L’involucro esterno di metallo espanso ramato e traforato conferisce

This almost 6,000-square-metre complex is run by the municipality of Saint-Louis, a town in Alsace just across the border from the Swiss city of Basel. Here we have 13 volumes of various sizes and heights running in different directions produce an interconnected cluster of structures, suggesting the multi-functional nature of the architectural system also from the exterior. At its centre are two large spaces – the 2,000-square-metre Grand Hall, which has a maximum capacity of 2,400 and the smaller Festival Hall with a capacity of 900 – for sporting events and festivals or parties respectively. All around, smaller volumes and accessories serve to connect the spaces and act as buffers if several events are taking place at the same time, or alternatively house

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uniformità e omogeneità alla struttura, caricandola di carattere e rendendola un segno riconoscibile. Si tratta di una seconda pelle che avvolge la struttura portante di cemento e telai metallici, con la funzione di mascherare gli impianti e le attrezzature tecniche necessarie, oltre che di ventilazione naturale nei mesi estivi. Il risultato ottenuto dalla Gautrand è di forte impatto visivo: Le Forum, che si inserisce in un quartiere con basse abitazioni intervallate da laboratori, uffici e scuole, si ispira all’andamento irregolare dell’impianto urbano e al colore aranciato dei tetti del circondario. Ma con il suo fuori-scala si propone come nuovo cuore dell’abitato e ne diventa un landmark.

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complementary functions. The outer envelope is made of perforated, expanded copper-effect metal, which creates uniformity, giving the structure character and creating a new local landmark. This second skin covers the concrete and metal support structure and serves to camouflage installations and essential technical equipment, as well as providing natural ventilation during the summer months. Gautrand’s visually striking forum is located in a neighbourhood characterised by low houses interspersed with laboratories, offices and schools, and indeed takes its inspiration from an irregular urban layout and the orange colour of the surrounding rooftops. However, its extra large size also helps to transform it into a new and distinctive focal point for the community


Per la pelle esterna è stata usata una vernice prodotta ad hoc dall’azienda olandese AkzoNobel con l’aggiunta di pigmenti con polvere di rame che conferisce particolare brillantezza. The paint used for the outer skin was created by the Dutch manufacturer AkzoNobel for this project. The copper powder it contains gives the surface a particular brilliance.

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A Washington,

David Adjaye interpreta la cultura afroamerciana A Parigi, Julien Beller affronta l’emergenza rifugiati

In Washington,

David Adjaye interprets Afro-American culture In Paris, Julien Beller tackles the refugee crisis


l’africa conquista il campidoglio Concepito da David Adjaye coniugando le memorie della cultura africana con il valore simbolico del luogo in cui è costruito, il museo nazionale di storia e cultura afro-americana di Washington DC ripercorre il lungo cammino dalla schiavitù all’emancipazione

TXT_Valentina SilVeStrini PHOTOS_alan Karchmer


Africa Conquers the Capitol Conceived by David Adjaye as a way of bringing together memories of African culture with the symbolic value of the place in which it stands, the National Museum of African American History and Culture in Washington DC retraces the long journey from slavery to emancipation



Il nuovo museo di Adjaye: sullo sfondo il Campidoglio di Washington. Nella pagina accanto, la “pelle” dell’edificio è costituita di 3.600 pannelli di alluminio color bronzo. Adjaye’s new museum: on the backdrop, the Capitol in Washington. Opposite page, the “skin” of the building is made up of 3,600 panels of bronze-coloured aluminium.

Non appartiene alle umane potenzialità prevedere il futuro. La storia riesce però a generare convergenze cui è immediato assegnare un valore simbolico. Così, mentre la cronaca restituisce un’immagine lacerata della società statunitense, con le sempre più insanabili ostilità tra afroamericani e forze dell’ordine, le sfide del movimento Black Lives Matter e una campagna elettorale al vetriolo, lo scorso 24 settembre il presidente Obama ha tenuto il discorso di inaugurazione del nuovo Smithsonian National Museum of African American History and Culture, a Washington DC Tredici anni dopo la sua istituzione, il nuovo museo di storia e cultura afroamericana è stato ultimato: possiede una collezione di circa 40mila opere e porta la firma di un team capitanato dall’architetto britannico David Adjaye. Articolato su nove livelli (quattro interrati), il NMAAHC indirizza l’azione culturale già condotta dalla Smithsonian Institution a Washington DC verso una narrazione quanto mai urgente. Non a caso, da più parti, è stato considerato una sorta di risarcimento alla comunità afroamericana, vittima, ieri come oggi, di discriminazione. Con un volume scultoreo contrassegnato dalla finitura bronzea data da 3.600 pannelli traforati di alluminio, la “Corona”, l’edificio insiste nell’area del National Mall, la stessa in cui sorge il Lincoln Memorial. Ad accompagnare verso la grande pensilina d’ingresso, una successione di “soglie paesaggistiche” curate dallo studio di Seattle Gustafson Guthrie Nichol (GGN): il landscape design dell’edificio associa ampi sentieri di lecci, magnolie e faggi americani alla

Foreseeing the future is not something humans are very good at. History, however, is able to generate concurrences to which we instinctively assign a symbolic value. Thus, while the media often presents an image of a divided American society, with an increasingly intractable hostility between AfroAmericans and the police, the defiance of the Black Lives Matter movement and a vitriolic electoral campaign, on 24 September President Obama gave a speech at the opening ceremony of the Smithsonian National Museum of African American History and Culture, in Washington DC. Thirteen years after its foundation, the new museum has been completed. It possesses a collection of around 40,000 objects and was designed by a team headed by the British architect David Adjaye. Laid out on nine levels (four of them underground), the NMAAHC takes the cultural activity already carried out by the Smithsonian Institution in Washington DC in the direction of a set of stories that are more urgently relevant than ever. Not coincidentally, many people have seen this place as a sort of compensation offered to the Afro-American community for the discrimination it has suffered, both in the past and the present. With a sculptural shape marked by the bronze finish provided by its “crown” of 3,600 perforated panels of aluminium alloy, the building is located on the National Mall, the same area in which the Lincoln Memorial stands. A series of “thresholds” created by the Seattle-based studio of Gustafson Guthrie Nichol (GGN) lead visitors toward 559

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Project Smithsonian National Museum of African American History and Culture (NMAAHC) Architects Freelon Adjaye Bond SmithGroup Structural Engineer Guy Nordeson and Associates Robert Silman Associates Mechanical Engineer WSP Flack + Kurtz Façade Consultant R.A. Heintges & Associates Security Consultant ARUP North America Landscape Architects Gustafson Guthrie Nichol Sustainability Consultant Rocky Mountain Institute Gross floor area 4,000 sqm of exhibition space Contract Value $ 504 m Location Washington DC Il progetto paesaggistico di Gustafson Guthrie Nichol per l’edificio in asse con il National Mall. Gustafson Guthrie Nichol’s landscape design for the museum, which is on National Mall.

presenza dell’acqua. Avviata nel febbraio 2012, la costruzione è stata seguita dalla joint venture tra Clark Construction, Smoot Construction and HJ Russell and Co., mentre la progettazione è stata condotta da quattro soggetti. Lo studio capofila Adjaye Associates – cui sono stati affiancati gli statunitensi di The Freelon Group, Davis Brody Bond e SmithGroupJJR – ha scelto di operare in profondità, con un’azione di scavo che ha comportato un ingente sforzo anche in termini di impermeabilizzazione e modifiche al progetto. Nel basamento del museo si trovano tre gallerie storiche, l’Oprah Winfrey Theater, la caffetteria e la Contemplative court, una memorial area dove l’acqua si lega alla luce

CroSS SECtion

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a great entrance canopy and the landscape design of the building associates broad paths lined with Holm oaks, magnolias and American beeches with the presence of water. Commencing in February 2012, the building work was carried out by a joint venture comprising Clark Construction, Smoot Construction and HJ Russell and Co., while the design was completed by four firms. The lead studio Adjaye Associates – flanked by the American practices of The Freelon Group, Davis Brody Bond and SmithGroupJJR – chose to work in depth, with an excavation that required a massive effort to keep water out of the building and major modifications to the design. In the museum’s basement are three historical galleries,


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Vista panoramica da una delle terrazze che si sviluppano attorno all’edificio. Nella pagina accanto, la facciata traforata genera mutevoli geometrie di luce negli spazi interni. Panoramic view from one of the terraces running around the building. Opposite page, the perforated façade generates shifting patterns of light in the spaces inside.

naturale proveniente dall’apertura circolare a soffitto. Il percorso, che conduce dalla schiavitù verso l’emancipazione, intercettando tutti i settori dell’agire umano, dallo sport alla politica, dallo spettacolo all’attività militare, prosegue nella porzione emersa. Qui l’involucro diventa una combinazione tra sollecitazioni di matrice africana e input dalla cultura statunitense. La sintesi raggiunge l’evidenza nella “Corona”, la cui genesi si riconnette tanto alla Yoruban Caryatid, un modello di colonna lignea tradizionale appartenente a un gruppo etnico presente nell’Africa Occidentale, quanto alle lavorazioni artigianali del ferro battuto nelle quali si esercitavano gli schiavi emancipati a New Orleans, nel XIX secolo. Illuminato di notte dall’interno, il museo rivela alla città l’andamento frammentato originato dalla trama dei suoi pannelli di rivestimento; questi stessi elementi, di giorno, generano geometrie effimere di luce negli spazi interni. Con una specifica attenzione verso la sostenibilità e l’efficienza energetica – l’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici sarà destinata anche a riscaldare l’acqua per gli usi interni – il museo dispone di un education center, un auditorium, spazi per il ristorante e attività commerciali; il quinto livello è destinato all’amministrazione. Investimento complessivo: 540 milioni di dollari, la metà ottenuti da privati.

the Oprah Winfrey Theater, the cafeteria and the Contemplative Court, a memorial area in which the presence of water is combined with natural light entering through a circular opening in the ceiling. The route through the museum, which leads from slavery to emancipation, passing through all the sectors of human activity, from sport to politics, from entertainment to military action, continues in the part above ground. Here the shell of the building becomes a fusion of stimuli of African origin and inputs from US culture. The synthesis reaches its height in the so-called “crown”, inspired both by the Yoruban Caryatid, a wooden column that is part of the traditional culture of a West African ethnic group, and by the wrought ironwork done by freed slaves in New Orleans in the 19th century. Illuminated from the inside at night, the museum reveals to the city a fragmented form that stems from the arrangement of its facing panels. The same elements, in the daytime, produce ephemeral patterns of light inside the building. With specific attention paid to sustainability and energy efficiency – the electricity produced by the photovoltaic panels will be used in part to heat water for internal use – the museum also has an education centre, an auditorium and spaces for a restaurant and shops, while the fifth level is set aside for administration. The total investment here amounts to some 540 million dollars, half of it raised from private sources 559

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Vita ed energia a Ground Zero Life and Energy at Ground Zero A distanza di quindici anni dall’attentato, torna a pulsare il cuore di Lower Manhattan. Al World Trade Center ormai è quasi tutto pronto, manca solo il Ronald O. Perelman Performing Arts Center. Il progetto, di studio REX, è stato finalmente svelato Fifteen years after the attacks of 9/11, the heart of Lower Manhattan is beating again. At the World Trade Center almost everything is ready, only the Ronald O. Perelman Performing Arts Center is missing. The plans, drawn up by the REX studio, have finally been unveiled

COuRTEsy REX sTudIO

TXT_Francesca OddO

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COURTESY REX STUDIO

Oggi il World Trade Center di New York, risultato del masterplan di Daniel Libeskind, appare come reificazione di quella forza ancestrale attraverso la quale la vita supera lo sgomento della morte traendo alimento dalla memoria. Il vuoto di un imponente brano di città ha lasciato il posto a un nuovo mosaico di architetture e spazi pubblici, una maglia talmente ampia da costituire una vera e propria infrastruttura in termini sia fisici sia culturali. Dopo le inaugurazioni dell’One World Trade Center di David Childs, che con la sua altezza di 1776 piedi ricorda simbolicamente l’anno della dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti, del Memoriale di Michael Arad e Peter Walker, del Museo di Davis Brody Bond, del padiglione di Snøhetta, del Transportation Hub di Santiago Calatrava, ora manca soltanto quella del Ronald O. Perelman Performing Arts Center, opera dello studio newyorchese REX, destinato a trasformare Lower Manhattan in un motore culturale, vibrante e propulsore di iniziative. Avrà come presidente Barbra Streisand e ospiterà in anteprima opere teatrali, spettacoli di danza, concerti, film, oltre a proporsi come luogo di incontro per la comunità locale. «Il Perelman Center rappresenta il vettore creativo destinato a bilanciare quello della commemorazione e del ricordo», racconta Joshua Prince-Ramus, fondatore di REX. Con la sua inaugurazione, prevista per il 2020, si chiuderà l’operazione 54

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Today the World Trade Center in New York, the result of Daniel Libeskind’s master plan, looks like an embodiment of the ancestral force through which life is able to overcome the shock of death, drawing nourishment from memory. That imposing hole in the fabric of the city has been filled with a new mosaic of buildings and public spaces, on a grid so large as to constitute a genuine piece of infrastructure in physical as well as cultural terms. After the opening of David Childs’ One World Trade Center, whose height of 1776 feet alludes symbolically to the year of the declaration of independence of the United States, Michael Arad and Peter Walker’s Memorial, Davis Brody Bond’s museum, Snøhetta’s pavilion and Santiago Calatrava’s Transportation Hub, all that is missing now is the Ronald O. Perelman Performing Arts Center, designed by New York-based studio REX and a building that intends to turn Lower Manhattan into a vibrant cultural driving force. Its president will be Barbara Streisand and it will stage previews of plays, dance shows, concerts and films, in addition to providing meeting places for the local community. “The Perelman Center is the creative vector balancing the site’s incredibly important commemorative vector,” says Joshua Prince-Ramus, founder of REX. Its inauguration, planned for 2020, will bring to a close the operation of urban repair linked to


COURTESY REX STUDIO

Project Ronald O. Perelman Performing Arts Center at the World Trade Center Architect Rex Architecture Project team Adam Chizmar (PL) Maur Dessauvage Alysen Hiller Fiore (PL) Sebastian Hofmeister Suemin Jeon, Claire Kuang Kirby Liu, Weronika

di ricucitura urbana legata a uno degli eventi più drammatici della nostra epoca. Avvolto da una veste di lastre di marmo, traslucido e ricco di venature, laminato e stratificato su vetro isolante, durante le ore del giorno il Centro mostra una pelle opaca e austera, scolpita sulla facciata principale dalle scale di ingresso, concepite anche con l’intento di costituire un luogo di sosta e riflessione innanzi a Ground Zero. Di notte, il monolite si smaterializza, appare come una scatola misteriosa che, grazie alle caratteristiche della sua pelle traslucida, lascia intuire all’esterno le sagome delle persone e delle configurazioni teatrali in movimento. “Abbiamo definito questa contrapposizione materica The Rough in a Diamond”, continua il progettista. Organizzato su tre livelli, il Centro ospita al piano più alto, estremamente flessibile, una sala prove e tre auditorium, ulteriormente suddivisibili fino ad arrivare a undici sale. Il secondo livello accoglie le aree di supporto per le performance degli artisti. Il primo livello, che si apre alla città, è l’area pubblica pensata per trasformarsi ora in un luogo per cabaret, ora in un palcoscenico per ballare piuttosto che in un salotto per gli eventi della comunità. Danzare, ascoltare musica, assistere alle performance teatrali ed esserne coinvolti, lasciarsi rapire dall’estetica dell’arte costituiranno un inno alla vita, il modo migliore per reagire, forti della memoria.

Marciniak, Joshua Prince-Ramus, Vaidotas Vaiciulis Executive architect Davis Brody Bond Consultants Arup, CCI, Charcoalblue , Cost Plus, Ducibella Venter & Santore, Front, Jaros Baum & Bolles, Jenkins & Huntington, Magnusson Klemencic, RWDI, Sciame Silman, Thornton

Tomasetti / Weidlinger Threshold, Wilson Ihrig Timing Invited competition 2014; first prize 2015; commenced schematic design 2016; completion expected 2020 Total area 8,400 sqm Location New York

one of the most dramatic events of our age. Wrapped in a cloak of slabs of translucent and richly veined marble and laminated by insulated glass, the centre in the daytime will present an opaque and austere skin, sculpted on the main façade by the entrance staircase, conceived with the intention of also providing a place of rest and reflection in front of Ground Zero. At night, the monolith will be dematerialized, taking on the appearance of a mysterious box that, thanks to the characteristics of its aforementioned translucent skin, allows the forms of people and theatrical scenery in movement to be glimpsed from the outside. “We call this material juxtaposition ‘the rough in a diamond’,” continues its designer. Laid out on three levels, the centre will house on its extremely flexible top floor a rehearsal room and three auditoriums, which can be further subdivided to create a maximum of eleven spaces. The second level houses the areas of support for the performers. The first level, which opens up to the city, is the public area, designed so that it can be turned at times into a place for cabaret, at others into a stage for dancing and yet others into a salon for community events. Dancing, listening to music, watching theatrical performances and getting involved in them and letting yourself be transported by the aesthetics of art will constitute a paean to life, and the best way to react to that horrific past, fortified by memory 559

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Nell’emergenza contano l’anima e la bellezza In an Emergency what Counts is Spirit and Beauty Otto unità dai colori diversi e ospiti raggruppati per omogeneità linguistica, nel centro rifugiati voluto dalla sindaca Hidalgo a Parigi. Abitare ne ha parlato con Julien Beller, l’architetto che lo ha progettato in un ex deposito ferroviario In a refugee centre set up by the mayor of Paris, Anne Hidalgo, there are eight units of different colours whose residents are divided into groups on the basis of their common language. Abitare has discussed this project with Julien Beller, the architect who designed it in a former train depot TXT_STEFANO MONTEFIORI

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A Calais lo Stato francese sta evacuando la Jungle, ma non è ancora chiaro dove metterà i suoi ormai diecimila abitanti. A Parigi invece la sindaca Anne Hidalgo ha inaugurato in ottobre – in un ex deposito delle ferrovie a Porte de la Chapelle – il primo centro di accoglienza per 400 rifugiati concepito per integrarsi nella città. A progettare le nuove costruzioni provvisorie e gli spazi Hidalgo ha chiamato l’architetto Julien Beller, 38 anni e molte esperienze di “agopuntura urbana”: interventi non invasivi per aiutare, accompagnare, mettere in sicurezza le strutture precarie che già esistono. In che modo le sue esperienze precedenti hanno influenzato il lavoro per il centro di Parigi? La filosofia di base è la stessa. Mi piace che tutti si sentano coinvolti nella costruzione della polis, che la città sia il frutto della collaborazione con la società civile, gli aiuti pubblici, i cittadini. Da una decina di anni lavoro per persone che hanno difficoltà abitative, dai Rom nelle bidonville

In Calais the French state is dismantling the Jungle, but it is not yet clear where it is going to put its 10,000 inhabitants. In Paris on the other hand Mayor Anne Hidalgo has just opened (in October) the first reception centre for 400 refugees intended to be integrated into the city – in a former train depot at Porte de la Chapelle. To design these new temporary constructions and spaces Hidalgo turned to an architect, Julien Beller – who is 38 years old and with a great deal of experience in “urban acupuncture”. He specialises in noninvasive interventions which aim to help, care for and make safe those structures that already exist. In what way have your previous experiences influenced the work on the Paris centre? The basic philosophy is the same. I like the idea of everyone feeling involved in the construction of the polis, of the city being a site of collaboration with civil society, public assistance and residents. For around ten years I’ve been working for people


Nei disegni di Julien Beller, l’ex deposito di Porte de la Chapelle (nella pagina accanto) trasformato in centro per i rifugiati. La struttura a trifoglio è il polo d’accoglienza. The disused Porte de la Chapelle railway depot (opposite page) transformed into a centre for refugees. The cloverleaf-shaped structure is the reception area.

ai nomadi, agli abitanti di altri parti del mondo, come l’Africa sub-sahariana. Come accompagna i bisogni degli abitanti precari? Cerco di fare le cose in loro presenza, di assecondare l’auto-costruzione, di rendere più sicure le città informali che altri chiamano bidonville. Metto professionalità nelle installazioni informali che altrimenti sono a rischio di incendi o problemi sanitari. Ho lavorato con i Rom delle bidonville illegali di Saint-Denis, per costruire delle toilette o dei giardini, e ho collaborato in modo legale con il comune di Saint-Denis per dare degli alloggi a delle famiglie espulse. Qual è il rapporto con il collettivo Exyzt che ha fondato con altri quattro architetti nel 2003? Per il centro di Parigi ho usato metodi sperimentati in questi anni con Exyzt: che sia l’auto-costruzione o l’utilizzo di impalcature. Nel suo lavoro c’è la preoccupazione per l’aspetto funzionale degli alloggi

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who have housing problems, from Roma in the bidonvilles to nomads to the inhabitants of other parts of the world, like sub-Saharan Africa. How can the needs of short-term inhabitants be met? I try to do things in their presence, help them with self-building, to make those informal settlements that others call bidonvilles much safer. I bring my professional skills to bear on informal installations that are otherwise at risk of fire or sanitation problems. I’ve worked with the Roma in the illegal shantytowns of Saint-Denis, on building toilets or making gardens, and I’ve collaborated in an above-the-board way with the municipality of Saint-Denis to provide expelled families with housing. What is your relationship with the Exyzt collective that you and four other architects founded in 2003? For the centre in Paris I’ve used methods tried out with Exyzt over these years, be they self-building or the use of scaffolding.


VIDE PANNEAUX SANDWICHS

VIDE

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FACADE SUD - OUEST

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FACADE SUD - EST

+42.70

FACADE NORD - EST

precari, ma anche la cura per la bellezza. Abbiamo sempre lavorato con artisti, cercando di realizzare una fusione tra aspetti funzionali e piacevoli. Quando costruiamo un’unità abitativa la chiamiamo “navicella spaziale che atterra in un quartiere”, i bagni pubblici “oasi”… Cerchiamo di raccontare una storia sul progetto, è importante per divertirci e per portare un po’ di gioia; è uno sfalsamento che permette di introdurre una dimensione creativa. A questo servono i colori? Sì, hanno un ruolo funzionale ed estetico insieme. Invece di fare un palazzone unico per 400 persone abbiamo pensato di costruire delle sotto-unità per una cinquantina di ospiti ciascuna, in modo

In your work there is a concern not just for the functional aspect of temporary housing, but also for its beauty. We have always worked with artists, trying to bring about a kind of fusion between functional and aesthetic features. When we build a housing unit we call it a “spaceship landing in a neighbourhood” or public baths become an “oasis”... We try to tell a story about a project. It is important to have fun and bring a bit of joy, and this also makes it possible to introduce a creative dimension. Is that what the colours are for? Yes, they have both a functional role and an aesthetic one. Instead of building a single tower block for 400 people we decided to construct sub-units for around


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DD3

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1463

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Sortie alim / Boite de dériv.

Sortie alim / Boite de dériv.

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SA2-3 JAUNE

TGBT - hauteur 1000 mm

JAUNE

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Container 02

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Sortie alim / Boite de dériv.

Sortie alim / Boite de dériv.

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Container 01

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DC1

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140

SS1

Ensemble sanitaire PMR

+0.42

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+0.42

+0.56

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+0.28

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BAES

JAUNE

39

100

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PMR

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chauffe eau instantané

Para celsus II

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+0.56

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L

EC

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VERT

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VERT +0.56

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EC

EC

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VERT

ROSE +0.28

+0.28

+0.28

ROSE

ROSE ROSE

+0.28

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+0.28

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EC

215 25

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L

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Passage 80 240

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Container type B

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TGBT - hauteur 1000 mm

Baie fixe

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climatiseur

Container type D

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Container type D

Container type D

Container type D

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2 Robinets Miroir

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chauffe eau instantané

AD3

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AD1

BLEU

BLEU

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Passage 90 80

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2 Robinets Miroir

100

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Container type D

Convecteur électrique

BAES

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BLEU

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Convecteur électrique

975 BLEU

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BLEU

2 Robinets Miroir

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Nel grande spazio a tre campate sono stati ricavati gli alloggi usando strutture di metallo e legno di colori diversi. A destra, il progetto per il polo d’accoglienza. Accommodation made from wood and metal structures in different colours has been created in the large three-part space. Right, the design of the reception area.

che Emmaus Solidarité possa seguirli meglio dedicando a ogni sotto-unità due o tre dipendenti. I migranti arrivano da tutte le parti del mondo, parlano lingue diverse e non volevano fare il quartiere degli afghani, degli eritrei, dei sudanesi… Gli ospiti saranno raggruppati per omogeneità linguistica nelle otto unità dai colori diversi, usando anche una segnaletica di tipo quasi stradale, con dei pittogrammi. Il centro è effimero, dopo un anno e mezzo l’area sarà adibita ad altro. Ho dovuto affrontare tre questioni principali:

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fifty residents each, so that Emmaus Solidarité can supervise them better, devoting two or three members of staff to each sub-unit. The migrants come from all over the world and they speak different languages, and they didn’t want to make an area for the Afghans, for the Eritreans, for the Sudanese... The residents will be grouped on the basis of their common language in the eight units of different colours, using a system of signage similar to the one used on roads, with pictograms. The centre is temporary. After a year and a half the area will be used for something else.


la prima è che sono stato chiamato il 15 luglio e mi hanno commissionato un progetto per 5000 metri quadrati riscaldati, da concepire e costruire entro il primo ottobre: insomma c’era poco tempo a disposizione. La seconda questione era il carattere innovativo del programma. La terza è che effettivamente il sito è disponibile solo per 18 mesi, quindi ci voleva qualcosa che si potesse facilmente smontare e spostare. Questa terza esigenza si è incrociata con la prima: ho lavorato molto in prefabbricazione. Abbiamo creato una struttura modulare e flessibile che cerca di essere comunque divertente.

I’ve had to tackle three main problems: the first is that I was called in on 15 July, and they commissioned from me a design for 5,000 heated square metres to be constructed by 1 October. In short I had very little time. The second problem was the innovative character of the program. The third was that the site is only available for 18 months, and so we needed to create something that could easily be dismantled and moved. This third requirement intersected with the first: I have made extensive use of prefabrication. We have created a modular and flexible structure that tries nevertheless to be fun


BenedikT Markel


Abitare nella tana del coniglio Living Down a Rabbit Hole L’architettura ipogea rimanda a un’idea di spazio protettiva, che nel tempo si è evoluta da riuso di luoghi esistenti fino a una concezione “urbana” del sottosuolo, non lontana da quella adottata da altre creature animali. Un parallelismo già suggerito da Bernard Rudofsky Underground architecture harks back to an idea of protective space, which over the course of time has evolved from the reuse of existing places into an “urban” conception of the ground beneath our feet. In some ways this is similar to the approach taken by other creatures. And this comparison has already been suggested by Bernard Rudofsky

TXT_Antonello Boschi


BENEDIkT MARkEL

COURTESy PETR HĂĄjEk ARCHITEkTI

BENEDIkT MARkEL

Krkonose Mountains Centre for Environmental Education, Vrchlab’, Czech Republic

Nel centro di educazione ambientale mimetizzato nel paesaggio circostante (nelle pagine precedenti) i trattamenti materici degli interni sottolineano le diverse funzioni. In the centre of environmental education that blends into the surrounding landscape (previous pages) the treatment of the materials used on the inside underlines the different functions performed.

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BENEDIkT MARkEL

Nel corso dell’ultimo secolo ci siamo abituati a guardare al fenomeno dell’architettura sotterranea secondo una duplice ottica. Una – più teorica – raduna idee come City Mound per Montecarlo degli Archigram, le utopie di Cosanti e Arcosanti di Paolo Soleri e poi lavori di Chanéac, Erskine e Cook come Ville Cratère, Subarctic City, Prepared Landscape, che già nei toponomi rivelano il loro carattere visionario. L’altra ha dato vita a realizzazioni ben più concrete in alcune città del Canada o degli Stati Uniti, complici i loro climi: i chilometri di rete pedonale de La Ville Intérieure RÉSO di Montreal, la PATH di Toronto con il centro commerciale più grande del mondo, i collegamenti fra i blocchi del Downtown di Houston hanno dimostrato come un’infrastruttura possa essere qualcosa di più di un sottopasso o di un tunnel. A eccezione di Helsinki, Parigi e Londra, in Europa gli spazi non sono organizzati per la vita sociale, ma solo come connessioni che conducono a punti fermi della mobilità come sotterranee, stazioni ferroviarie, parcheggi, moltiplicando i contatti fra esterno e interno. Il fatto che la proliferazione

Over the course of the last century we have grown accustomed to viewing the phenomenon of subterranean architecture from two different perspectives. A more theoretical approach includes projects like Archigram’s City Mound for Montecarlo, Paolo Soleri’s utopias of Cosanti and Arcosanti as well as works by Chanéac, Erskine and Cook like the Ville Cratère, Subarctic City and Prepared Landscape, whose names are already indicative of their visionary character. The other has given rise to more concrete structures in a number of cities in Canada or the United States – partly because of their climate. Examples include the kilometres of underground footpaths of the Ville Intérieure RÉSO in Montreal, the PATH in Toronto with the biggest shopping mall in the world and the connections between the blocks of downtown Houston – all of which have shown that an infrastructure can be something more than an underpass or tunnel. With the exception of Helsinki, Paris and London, such spaces in Europe are not organized for social life, but as connections that lead to fixed points on the transport system like underground and railway stations and car parks,

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Sancaklar Mosque, Istanbul, Turkey

la moschea asseconda con la pietra l’andamento del terreno, mentre ricostruisce con un materiale artificiale, quale è il cemento armato, la complessità della grotta. The mosque follows the lie of the ground with stone, while reconstructing the complexity of the cave with an artificial material, reinforced concrete.

di questi ambienti si sia sviluppata proprio laddove era nata l’idea dell’edificio multipiano in genere, e del grattacielo in particolare, instilla il sospetto che l’esigenza non sia scaturita dall’idea di risolvere problematiche tipiche delle metropoli, ma piuttosto dai vantaggi finanziari che la moltiplicazione dei piani, interrati compresi, potevano generare. Si era passati dalla fase emergenziale, quella che durante i conflitti bellici aveva dato luogo a bunker, sotterranei antiaerei, cisterne per l’acqua o depositi di derrate alimentari, a una prassi consolidata fatta di metropolitane in primis, ma anche di luoghi del commercio, della cultura, di culto. dall’aspetto della mera sicurezza ci si era orientati verso il comfort termico, acustico, visivo – in una parola sensoriale – verso il basso impatto

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intensifying contacts between outside and inside. The fact that the proliferation of these kind of places has occurred in the same places as where the idea of the multi-storey building in general and the skyscraper in particular was born raises the suspicion that the need for them does not stem from an attempt to solve problems typical of the metropolis, but from financial advantages that can derive from the multiplication of storeys, including underground ones. There has been a transition from an emergency phase, one that in wartime had given rise to bunkers, air-raid shelters and subterranean water tanks or food stores, to an established practice, with the construction first of underground railways and then of places of commerce, culture and worship. From places linked merely to aspects of safety, the focus


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Cemal emden

Cemal emden


Jesus Granada

The House on the Cliff, Granada, Spain

dalle terrazze del piano superiore è possibile apprezzare la bellezza del paesaggio e del mare antistante. From the terraces of the upper story it is possible to appreciate the beauty of the landscape and of the sea in front.

ambientale, verso la riduzione del consumo di suolo. si erano poste le basi per una sorta di zoning a tre dimensioni, di città spessa, diversamente verticale. una città che forse cerca sfogo altrove proprio quando il pianeta – come profeticamente si ipotizzava già negli anni Trenta – sarà divenuto nel frattempo troppo piccolo per i suoi 10 miliardi di abitanti. Immagini illusorie, a volte distopiche, spesso apocalittiche, ma in fondo non tanto distanti dalla realtà: pensiamo ai disegni di strutture a scopo difensivo come la seconda Manhattan di Oscar newman o i silos da guerra fredda, e confrontiamoli con opere eterogenee come il centro di educazione ambientale di Vrchlabí o la Moschea sancaklar a Istanbul, abitazioni dagli spunti fisiognomici come la casa sulla scogliera di Granada, tracce e memorie scavate nel Fort Vechten di utrecht o nella sala concerti di Blaibach, che testimoniano il passaggio da un’epoca primordiale dell’ipogeo all’età dell’oro sotterranea. Quello che è mutato fra le realtà del passato,

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then shifted to thermal, acoustic and visual – sensory – forms of comfort, and to the need for a low impact on the environment. The foundations were laid for a sort of zoning in three dimensions, in a “thick” city, which moved vertically in a different direction. This kind of city was perhaps looking for a new outlet precisely when the planet – just as had been prophetically hypothesized in the 1930s – had grown too small for what would soon be its 10 billion inhabitants. These were illusory, sometimes dystopian, and often apocalyptic images, but in the end they were not so far from reality. Think of the designs for defensive structures like Oscar Newman’s underground city beneath Manhattan or the silos of the Cold War, and compare them with varied works as the environmental education centre in Vrchlabí or the Sancaklar Mosque in Istanbul, houses with facial features like the house on the rocks in Granada and the traces and memories carved into Fort Vechten near Utrecht or the concert hall in Blaibach, which bore witness to the passage from a primordial era of


Jesus Granada Jesus Granada

Questa casa dagli accenti fisiognomici lascia trapelare nei soffitti l’andamento della scogliera. This house with hints of facial features lets the forms of the rocks show through in its ceilings.

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Ossip vAn DuivenbODe - cOurtesy stuDiO Anne HOltrOp

Ossip vAn DuivenbODe - cOurtesy stuDiO Anne HOltrOp

Fort Vechten / Waterlinie Museum, Bunnik, The Netherlands

Attorno a una sorta di patio, il forte ricostruisce il sistema delle chiuse e dei canali e vi colloca tutt’intorno le sale del museo ipogeo. Around a sort of patio, the fort reconstructs the system of locks and canals, and lays the rooms of the underground museum out all around it.

quelle moderne e soprattutto contemporanee, sono l’approccio progettuale e la dimensione degli interventi. prima l’occupazione provvisoria o stanziale della caverna come rifugio, come architettura spontanea e nei casi più complessi di una specie di gemmazione fra spazi contigui, poi percorsi ben precisi, doppi volumi, aperture mirate sull’esterno, tutto pensato, tutto immaginato, tutto progettato: dal mero riuso di luoghi esistenti, o dalla realizzazione come sommatoria di opere e interventi in grado solo in un secondo tempo di dar luogo a un sistema, a un’idea urbana di sottosuolo. un approccio consapevole in parte dovuto all’evoluzione delle tecniche di scavo, certamente frutto del miglioramento delle tecnologie costruttive, figlio dello sviluppo dei sistemi di illuminazione naturale e artificiale, e del perfezionamento degli apparati di aerazione, ma principalmente prodotto della cognizione della ormai raggiunta normalità

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the underground to a subterranean golden age. What has changed in the move towards the contemporary? The key shift is in the approach to planning and the scale of interventions. The temporary or permanent occupation of caves as a kind of refuge, and as spontaneous architecture which in more complex cases linked up adjoining spaces, later led to more precise routes, increased volumes and targeted openings into the outside world. And all this was conceived, imagined and designed. Projects ranged from the mere reuse of existing places, or from their creation as the coming together of works and interventions that are only subsequently able to give rise to a system, to an urban idea of the underground. This conscious approach was thanks in part to an evolution in excavation techniques, and was also thanks to improvements in construction technologies, developments in natural and artificial lighting systems and advances in means of ventilation, but principally it was the outcome of an acceptance


eDwArD beierle

eDwArD beierle

Concert Hall, Blaibach, Germany

un parallelepipedo incastrato nel terreno svela una complessità spaziale inaspettata che favorisce l’acustica di questa sala concerti. A parallelepiped wedged into the ground displays an unexpected spatial complexity that favours the acoustics of this concert hall.

di questo tipo di interventi. Di pari passo è andata la dimensione secondo un processo che traspone le modalità realizzative proprie dell’urbanistica tradizionale in chiave underground e dove la sensibilità ambientale maturata in questi ultimi decenni, i temi della sostenibilità o i problemi connessi allo sprawl potrebbero aver trasformato le geniali intuizioni di questi precursori in un’alternativa convincente alla città “superficiale”. in entrambi i casi un bisogno di rifugiarsi in una architettura protettiva, istituendo quel parallelismo quasi diretto fra costruzioni umane e animali tanto caro a rudofsky: «sembra proprio che non sia lontano il tempo in cui il nostro pianeta cesserà di offrire ai propri abitanti così tanto spazio in cui stare. Anche se la gente fosse in grado di adattarsi a una civiltà a due o tre strati, c’è un limite alla proliferazione di grattacieli e autostrade multipiano. l’unico modo di uscire dalla conigliera umana è, semplicemente, scendere nella tana del coniglio».

of the normality of this kind of project. This shift has gone hand in hand with an increase in scale due to the transposition of the modalities typical of traditional town planning underground, driven in part by the environmental sensitivity that has emerged in recent decades, with the result that sustainability or the problems connected with urban sprawl have transformed the intuitions of those pioneers into a truly convincing alternative to the city on the “surface”. In both cases therefore there is a need to take refuge in a protective architecture, in a move towards that almost direct parallel between human and animal constructions discussed by Rudofsky. As he said “The time is not far off when our planet will cease to provide as much as standing room for its inhabitants. Even if people were able to adapt themselves to a double- or triple-deck civilization, there is a limit to the rank growth of skyscrapers and multilevel highways. The only way out of the human rabbit warren is, quite simply, down a rabbit hole.”

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La rivoluzione del Bim The BIM Revolution TXT_CHIARA MARANZANA


LEO TORRI

Il nuovo modo di rappresentare un oggetto da costruire – che sia un palazzo, un ponte o una fabbrica – presuppone (e impone) di rendere disponibile fin dall’inizio ogni informazione per facilitare tutte le operazioni a chi progetta, a chi costruisce e a chi poi sarà chiamato a gestire il manufatto New ways of representing something that is to be constructed – be it a block of flats, a bridge or a factory – implies (and requires) that all the information needed to facilitate the work of the designer, the constructor and whoever will have to manage the building should be available from the start

La progettazione delle opere essenziali di accessibilità al sito di Expo Milano 2015 è stata una delle prime realizzata in ambiente Bim dallo studio Antonio Citterio Patricia Viel and Partners. The design of the essential works of accessibility to the site of Expo Milan 2015 was one of the first projecyts carried out in a BIM environment by Antonio Citterio Patricia Viel and Partners.

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Un database associa le informazioni a ogni elemento

«Abbiamo un problema, aspettiamo l’architetto»: la battuta, che da sempre risuona in cantiere, è destinata a scomparire. A oltre vent’anni dalle prime presentazioni, il Bim, Building information modelling, sta diventando quotidianità. Se negli Stati Uniti l’uso del Bim è prassi fin dall’inizio degli anni 2000, l’Unione Europa solo nel 2014 ha espresso l’indicazione di introdurlo all’interno delle procedure di Procurement degli Stati Membri. In Italia oggi ne parla il codice degli appalti pubblici, lo sperimentano le stazioni appaltanti, si adopera negli studi di progettazione. Architetti, ingegneri e impiantisti disegnano su un unico “foglio” un modello tridimensionale che, a mano a mano che si procede, rappresenta fino all’ultimo dettaglio il progetto. Una vera e propria costruzione virtuale, corredata da un database che contiene tutte le informazioni necessarie per il cantiere reale. Una rivoluzione. «Chiariamo subito – mette in guardia Patricia Viel dello studio Antonio Citterio Patricia Viel and partners – che non stiamo parlando di cambiare il software, ma di un modo diverso di progettare:

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“We have a problem, we’re waiting for the architect”: these words, so often heard on building sites, are destined to disappear. At a distance of more than twenty years from its first appearance, BIM, or Building Information Modelling, is becoming an everyday affair. While the use of BIM has been an accepted practice in the United States since the beginning of the century, it was only in 2014 that the European Union declared its intention to introduce it into the procurement procedures of member states. In Italy today the BIM is included in the public procurement code, which is being tested by contracting authorities and used in design studios. Architects and structural and plant engineers draw a three-dimensional model on a single “sheet” that, as the work proceeds, represents the project down to the last detail. This is a genuine virtual construction, accompanied by a database that contains all the information needed for the actual construction. It is, in short, a revolution. “Let’s make it clear from the outset,” cautions Patricia Viel of the studio Antonio Citterio Patricia Viel and Partners, “that we are not talking about a change in software, but a different way of designing. The very foundations of project design are


A database associates the information with each element

cambia il fondativo del progetto». Lo studio milanese è pioniere nell’utilizzo del Bim: hanno cominciato sette anni fa, ormai non progettano più nulla in modo tradizionale. Hanno invece intrapreso recentemente la via della modellazione allo studio Dontstop architettura, dove «stiamo affiancando al solito gruppo di progettazione – raccontano Michele Brunello e Marco Brega – un team che traduce in Bim le scelte e lavora con elementi solidi insieme con gli altri attori del processo, ingegneri e impiantisti». Si prende la mano, insomma, anche se non mancano le perplessità: «Vedo un rischio di eccessiva semplificazione – dice Brunello – e sono preoccupato per la sopravvivenza delle piccole realtà artigianali, fragili per competere con i grandi studi di ingegneria». Certo, il cambiamento imposto dal diffondersi del Bim non sarà privo di conseguenze, ma sembrerebbe che i vantaggi siano di gran lunga superiori agli svantaggi. Tra le vittime della modellazione non ci sarà per esempio la creatività, anima e motore del processo. «Il Bim – specifica Ilaria Lagazio, senior technical sales specialist

changing.” This Milanese practice is a pioneer in the use of BIM: they started using it seven years ago and now no longer design anything in the traditional way. It is only recently, however, that the Dontstop architettura studio has chosen to go down the modelling route , where “alongside the usual design group,” as Michele Brunello and Marco Brega told us, “we have a team translating its choices into a BIM and working with solid elements together with the other actors in the process, structural and plant engineers.” They are getting the hang of it, in short, although some doubts remain: “I see a risk of excessive simplification,” says Brunello, “and I’m worried about the survival of small-scale concerns, that are too fragile to compete with the big engineering firms.” Certainly, the changes brought by the spread of BIM will not be without consequences, but it seems that the advantages greatly outweigh the disadvantages. Creativity, for instance, is not going to be one of the victims of modelling, as it is the heart and driving force of the process. “BIM,” declares Ilaria Lagazio, senior technical sales specialist at Autodesk, “does

La modellazione rende possibile concentrare in un unico luogo tutte le attività che riguardano la realizzazione di un manufatto, dalla progettazione alla manutenzione. Modelling makes it possible to concentrate all the activities related to the building of a structure – from its design to its maintenance – in a single place. 559

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Tutti hanno cominciato a parlare la stessa lingua di Autodesk – non incide sulla forma, ma sul processo, è uno strumento non un momento creativo. Supporta i progettisti anche nelle scelte più estreme». Carta a matita quindi non vanno in pensione, anzi. «Tutti gli architetti disegnano a mano – sottolinea Patricia Viel – si schizza anche in corso d’opera per affrontare i problemi che via via si presentano. E le famiglie (una sorta di libreria che contiene gli elementi che vengono immessi nel modello) sono tutte progettate da noi». Il ruolo dell’architetto ne esce consolidato, «senza la visione tipica della professione non si comincia neppure – chiosa Viel – siamo noi che prendiamo la responsabilità tecnica di quello che pensiamo». Ma è un team che porta avanti il progetto in tempo reale, con tutte le competenze necessarie alla realizzazione concentrate sullo stesso modello che lavorano insieme fin dall’inizio. È grazie al Bim che il Comune di Milano, per esempio, è riuscito a uscire dalle secche che imprigionavano la ristrutturazione dello storico Teatro Lirico, chiuso dal 1999 e ora in cantiere. «Avevamo le licenze, ma le sottoutilizzavamo – dicono alla direzione centrale tecnica – e quando è stato deciso che il progetto sarebbe stato fatto internamente le abbiamo

Per realizzare il progetto di ristrutturazione del teatro Lirico, l’ufficio tecnico del Comune di Milano ha suddiviso l’edificio in capitoli, piani, stanze fino al singolo elemento, creando per ciascuno un’etichetta minima che riportava stato di fatto e stato di progetto.

To carry out the project of renovation of the Teatro Lirico, the technical department of the municipality of Milan subdivided the building into headings, floors, rooms and all the way down to individual elements, creating for each a minimal label that stated its present state and planned state.

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not affect the form, but the process. It is a tool not a creative force. It gives designers support even in the most extreme choices”. So pencil and paper are not going into retirement - quite the contrary. “All architects draw by hand,” stresses Patricia Viel. “Sketches are made even while the work is under way to deal with problems as they emerge. And the families (a sort of library containing the elements that are inserted in the model) are all designed by us.” The role of the architect is strengthened by this process: “without the vision typical of the profession you don’t even start,” explains Viel, “we are the ones who take technical responsibility for the ideas we have.” But it is a team that carries out the project in real time, with all the expertise needed for the realization focused on the same model that they have been working on together since the start. It is thanks to BIM that the municipality of Milan, for example, has been able to clear away the obstacles that were bogging down work on the historic Teatro Lirico, which has been closed since 1999 but where renovation is now in full swing. “We had the licences, but they were underutilized,” say the people at Milan’s Direzione Centrale Tecnica, “and when it was decided that the project would be handled in-house we began to make use of them.” The contractors are


Everyone has started speaking the same language sfruttate». L’impresa ora sta lavorando, ma la portata del Bim andrà ben oltre la riapertura del teatro. «Abbiamo consegnato il modello al costruttore, ma lo aspettiamo indietro a lavori conclusi con gli aggiornamenti, in modo da farlo avere a chi si occuperà della gestione, che avrà a disposizione tutte le informazioni necessarie per la manutenzione». Al Comune di Milano hanno anche cominciato a bandire gare assegnando parte dei punti dell’offerta economica più vantaggiosa alle imprese in grado di gestire il Bim. «Si trattava di scuole: alla prima gara hanno partecipato 12 imprese con questo requisito, alla seconda 20 e alla terza 32». Il mercato si attrezza, il legislatore anche: il nuovo codice degli appalti introduce un approccio graduale allo strumento favorendone la diffusione in attesa dell’obbligatorietà. Nel frattempo la pratica sta velocemente superando gli antichi steccati: sul fronte progettuale tutti hanno cominciato a parlare la stessa lingua, ciascuno con i propri mezzi (si chiama interoperabilità, non prevede di uniformare i software) e con il proprio ruolo. E il modello, con il suo carico di informazioni, parla a tutti. Prima, durante e dopo.

now at work, but the scope of the BIM will extend well beyond the reopening of the theatre. “We have handed over the model to the builder, but expect it back again when the work is finished with everything updated so that we can pass it on to whoever will be responsible for the theatre’s management, so they will have all the information needed for maintenance.” At the municipality of Milan they have even begun to invite tenders where some of the points used to assess the most advantageous offer are assigned to firms able to use BIM. “They were all for schools: at the first call for tenders 12 of the bidders had this requisite, at the second 20 and at the third 32.” The market is gearing up to this revolution, and the lawmakers are also on board. The new procurement code has introduced a gradual approach to use of the software, encouraging its spread before making it obligatory. In the meantime this kind of practice is rapidly breaking down old barriers. On the design front everyone has started speaking the same language, each using their own systems (it’s called interoperability, and does not require standardization of the program) and performing their own role. And the model, with its weight of information but easy to use form, speaks to everyone

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The new cycle of major works of

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nature reserve The rebirth of Sarajevo’s

library


Alptransit Gotthard, Switzerland

377.000 t Al giorno di merci Of cargo per day

Antiche rotte, nuovi poteri Ancient Routes, New Powers

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Š AlPTrANSiT SAN GoTTArdo SA

Negli ultimi due anni sono state inaugurate alcune grandi infrastrutture destinate a modificare gli equilibri geopolitici ed economici del pianeta. Tra queste, il nuovo traforo del Gottardo, il terzo ponte sul Bosforo e il raddoppio di due canali d’importanza cruciale: Suez e Panama The last two years have seen the opening of a number of major works of infrastructure that seem destined to transform geopolitics and economics at a global level. These include the new Gotthard Tunnel, the third bridge over the Bosporus and the expansion of two canals of crucial importance: Suez and Panama

TXT_Giuseppe pullArA

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Beipanjiang Duge Bridge, China

565 m Altezza del ponte The height of the bridge

Come nei secoli passati, quando nuove rotte marine fecero nascere nuovi flussi del traffico internazionale, grandi infrastrutture intervengono oggi sull’economia globale inserendosi sui consueti canali commerciali. Il tunnel più lungo del mondo, il San Gottardo, il raddoppio dei canali di Suez e di Panama; la ferrovia (5300 km, in cantiere) che collega l’Atlantico brasiliano con il Pacifico peruviano, il terzo ponte sul Bosforo (Yavuz Sultan Selim) e nella Cina meridionale il ponte più alto di sempre, il Beipanjiang Duge. Sono esempi, appena realizzati, che parlano di fiducia nel futuro, di ottimismo. La carta geopolitica del globo subisce continue correzioni. Con i suoi 57 km, il passaggio a canna doppia del Gottardo, tra i cantoni Uri e Ticino, ha il record mondiale di lunghezza. È destinato a dare forza al corridoio 82

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As in past centuries, when changing sea routes gave rise to new flows of international trade, new major works of infrastructure are having an effect on the global economy through their connections to the usual channels of commerce. There is the Gotthard Base Tunnel - the longest in the world, the expansion of the Suez and Panama Canals, a railway (5,300 km, under construction) connecting the Atlantic coast of Brazil with the Pacific of Peru, the third bridge over the Bosporus and in Southern China the highest bridge ever built, the Beipanjiang Duge. These are all projects that speak of a faith in the future, of optimism. The geopolitical map of the globe is undergoing continual change. At 57 km, the two single-track tunnels of the Gotthard Base, running between the cantons of Uri and Ticino, hold the world record for length. The tunnel is intended to reinforce the European corridor


linking Rotterdam (via Germany) with Genoa, a corridor which could then be seen as extending as far as Palermo. This new tunnel, in essence, calls on the merchant shipping that will use the expanded Suez Canal to take a route through continental Europe directly from Italian ports, which are not yet (however) entirely ready to meet the prospects that are opening up for them. There is no doubt that the Mediterranean will take on a renewed centrality in any case, although many companies will continue to go the long way round, passing through the Straits of Gibraltar on their way to the great ports of the Netherlands and Germany. The capacity of the route under the Gotthard Pass will rise from 20 million tonnes a year to 50, with the passage of 260 goods trains a day at 160 km an hour. As for the capacity of the Egyptian canal (193 km), it has gone up from 49 ships a day to

VCG VIA GETTY IMAGES

europeo che unisce Rotterdam (via Germania) a Genova, per scendere fino a Palermo. Il nuovo tunnel, in sostanza, invita le spedizioni mercantili che utilizzano il doppio canale di Suez a prendere la strada dell’Europa continentale direttamente dai porti italiani, ancora non del tutto all’altezza delle prospettive che si stanno aprendo. Il Mediterraneo acquista in tal modo una rinnovata centralità, anche se molte compagnie continueranno a fare il lungo giro che passando per Gibilterra finisce nei grandi porti olandesi e tedeschi. La galleria del Gottardo passerà dai 20 milioni di tonnellate/anno a quota 50, con un transito di 260 convogli merci al giorno a 160 km orari. Quanto al canale egiziano (193 km), da 49 navi al giorno sale al doppio con un ampliamento (su 72 km) costato la stratosferica cifra di 14 miliardi di dollari. Al potenziamento

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Panama Canal

366 m Lunghezza delle navi The length of the ships

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Edoardo MontaI na by SalInI IMprEgIlo

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Yavuz Sultan Selim Bridge, Turkey

59 m Larghezza del ponte Width of the bridge


double that figure with an expansion (over a length of 72 km) that cost the stratospheric sum of 14 billion dollars. The expansion of Port Said has been matched by a doubling of the capacity of the Central American route (at a cost of 4 billion dollars), work in which the Italian company Salini-Impregilo, one of the world’s leading specialists in major works of infrastructure, has played a key part. The expansion of the canal permits the transit of ships with a length of up to 400 metres, and is able to carry 14,000 containers. The recent increase by 300% of the container traffic between South-East Asia and Europe (a third of world shipping) reflects the growth in the economy of the Far East, whose countries are acquiring an ever greater political role – starting with China – on the international stage. The new Panama Canal favours trade between Asia

CourtESy AStALdI

di Port Said è corrisposto il raddoppio della via centroamericana (costo 4 miliardi di dollari) realizzato con un mega-cantiere da Salini-Impregilo, tra i leader mondiali per le grandi infrastrutture. Il rilancio del canale consente il transito di ultra-navi lunghe fino a 400 metri, capaci di caricare 14mila container. Il recente aumento del 300% del traffico container tra Sud-Est asiatico ed Europa (un terzo del movimento mondiale) non fa che testimoniare la forte crescita dell’economia dell’estremo Levante, i cui Paesi conquistano sempre maggiore ruolo politico – cominciando dalla Cina – nello scenario internazionale. Il nuovo canale panamense favorisce l’interscambio tra Asia ed Europa. E non può sfuggire che, con il raddoppio di Suez e di Panama, la rotta che


Suez Canal

11h vs 18h Tempo di navigazione Navigation time

collega al vecchio Continente l’intero mondo scavalcando il Tropico del Cancro rafforza il suo potenziale. Ma l’inaugurazione, lo scorso agosto, del terzo ponte sul Bosforo (anche questa una realizzazione italiana, con il maxicantiere Astaldi) dedicato a Selim, padre di Solimano il Magnifico, indica la volontà della Turchia di Erdogan di mantenere un posto significativo nel flusso commerciale tra Oriente e Occidente. Otto corsie autostradali e due linee ferroviarie, per una larghezza-record mondiale di 59 metri: il ponte – realizzato in tre anni – è sorretto da due giganteschi pilastri alti come la Tour Eiffel (322 metri). Opera emblematica della volontà dell’uomo di non fermarsi di fronte a nulla, neppure a un baratro di oltre mezzo chilometro, il ponte Beipanjiang Duge appena 88

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and Europe. And it is evident that with the expansion of Suez and Panama the route linking the continent with the rest of the world across the Tropic of Cancer is increasing its potential. But the inauguration, last August, of the third bridge over the Bosporus (built by another major Italian construction company, Astaldi), named after Selim, the father of Suleiman the Magnificent, is an indication of the determination of Erdogan’s Turkey to maintain a significant role in the flow of trade between East and West. Eight motorway lanes and two railway lines give this bridge a world record width of 59 metres. The bridge – built in three years – is supported by two gigantic pillars both of which are as tall as the Eiffel Tower (at 322 metres). This is a project which symbolises a refusal to be stopped by any obstacle, not even a gorge over half a kilometre deep. Meanwhile the recently


LUUK KRAMER

finito, ha invece il record di altezza, 565 metri. Con un percorso di 1340 metri, collega le due vertiginose sponde del fiume Beipan, lungo un’autostrada di 3400 km tra le province di Yunnan e Hangzhou nella Cina meridionale. È costato poco più di cento milioni di euro. Oltre che regalare al Paese un altro primato in uno scenario mondiale verso il quale è in atto una tensione mercantile espansiva senza precedenti, favorisce i collegamenti tra il Nord e il Sud della Repubblica Popolare, occhieggiando al popolosissimo mercato della penisola indocinese. Per la sua bellezza e per la tecnica di costruzione, l’opera è per la Cina uno strumento di marketing: i Paesi vicini saranno indotti ad affidarsi a Pechino per la realizzazione di infrastrutture utili allo sviluppo.

completed Beipanjiang Duge Bridge holds the record for height, 565 metres. With a total length of 1,340 metres, it connects the dizzy heights of the banks of the Beipan River on the 3,400-km-long motorway between the provinces of Hangzhou and Yunnan in Southern China. This bridge cost just over a hundred million euros. As well as giving the country another record in a global scenario of unprecedented expansion in trade, this link improves communications between the north and south of the People’s Republic, with an eye on the markets in the densely populated Indochinese peninsula. Its beauty and the techniques used in its construction make this bridge a marketing tool for China. Neighbouring countries will be stimulated to turn to Beijing for the realization of the infrastructure needed for their own development 559

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La natura si è riappropriata dell’infrastruttura incompiuta e abbandonata trasformandola nel parco urbano naturale più grande di tutta Europa

Romania, Târgoviște, Natale 1989. L’esecuzione capitale di Nicolae Ceaușescu – Presidente della Romania e Segretario generale del Partito Comunista – e di sua moglie Elena – chiamata la “Madre della Nazione” – fu eseguita dopo un processo sommario. Si chiudeva un capitolo, drammatico, in cui fu anche la megalomania di un leader a giocare un ruolo rilevante. Le manie di grandezza del Conduc Conducător (condottiero) si tradussero in una serie di piani urbanistici, progetti edili e infrastrutturali straordinari. Fu pianificato di ridurre da 13mila a 7mila i villaggi rurali (Programma di sistematizzazione); fu costruito, grazie al lavoro di 20mila operai che lavorarono a turni ventiquattrore su ventiquattro per cinque anni, la casa Popolurui, ora sede del Parlamento: un colosso architettonico di 85 metri di altezza e una superficie di 330mila metri quadrati, 12 piani e 3100 stanze (negli anni Ottanta illuminare il palazzo per quattro ore comportava un consumo di energia elettrica pari a quello quotidiano dell’intera città). Le fantasie di Ceaușescu toccarono mari e monti: fece costruire la strada Transfăgărășan lunga 152 chilometri che attraversava i Carpazi collegando le regioni della Transilvania e della Muntenia e fece scavare un canale dal Danubio al Mar Nero. Per lasciar posto ai folli capricci del dittatore, ruspe e bulldozer abbatterono più di duemila monumenti storici e capolavori architettonici, tanto che diversi personaggi e organizzazioni – tra cui l’associazione degli esiliati in Francia e l’Unione Internazionale

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Târgovis,te, Romania, Christmas 1989. Nicolae Ceaus,escu – president of Romania and secretary general of the Communist Party – and his wife Elena – dubbed the “Mother of the Nation” – were executed after a summary trial. It was a dramatic end to a story in which the megalomania of a leader had played a significant part. The delusions of grandeur of the Conduca ˘tor, as he was known, found expression in a series of urban development schemes, building projects and extraordinary works of infrastructure. These included a plan to reduce the number of rural villages from 13,000 to 7,000 (called the Systematization Programme) and the Casa Poporului, which is now the Palace of the Parliament. This building was constructed by 20,000 workers who worked three shifts a day for five years. It is an architectural colossus with a height of 85 metres and which covers an area of 330,000 square metres, is 12 storeys high and has some 3,100 rooms. In the 1980s keeping the building alight for four hours consumed as much electricity as did the entire city in a day. Ceaus,escu’s fantasies extended to the seas and the mountains. He had the 152-kilometre-long Transfa˘ga˘ra˘s,an road built through the Carpathians, linking the regions of Transylvania and Muntenia, and a canal dug from the Danube to the Black Sea. To make room for the dictator’s crazy whims, over 2,000 historical monuments and architectural masterpieces were bulldozed, prompting many individuals and organizations – including the association of Romanian exiles in France and the International Union of Architects – to denounce the situation to UNESCO (in vain). Among the many buildings razed to the ground were the churches of


Nature took over the unfinished and abandoned infrastructure, turning it into the biggest urban nature park in Europe

degli architetti – denunciarono, invano, la situazione all’Unesco. Furono rasi al suolo, tra i tanti, le chiese di Sfânta Vineri (1645) ed Enei (1611), i monasteri di Cotroceni (1679) e Pantelimon (1750) e il monastero di Văcărești. Proprio quest’ultimo, risalente alla metà del XVIII secolo, fu demolito per preparare il terreno all’allestimento di un grosso bacino artificiale che doveva collegare Bucarest al Danubio: un buco di 183 ettari tra palazzoni residenziali a quattro chilometri dal centro città. Il progetto, se pur a uno stadio avanzato – con la costruzione di già quasi tutti gli argini di cemento alti cinque metri – fu abbandonato non appena il regime di Ceaușescu crollò. Ed è a questo punto che il destino infelice di un pezzo di città, a rischio degrado, subì una svolta e un’evoluzione inaspettata, complici forse il muro perimetrale che ha isolato l’area e le infiltrazioni d’acqua dal sottosuolo non previste dagli ingegneri. In un lento e inesorabile processo lungo oltre 20 anni, la natura si è riappropriata dell’infrastruttura incompiuta e abbandonata trasformando il progetto fallimentare, simbolo di un regime altrettanto fallimentare, nel parco urbano naturale più grande di tutta Europa, popolato da un ecosistema tra i più vari e genuini della Romania. Nei piccoli boschi di salici, nelle zone paludose, nei canneti e negli stagni oggi vivono più di 100 specie di uccelli (tra cui gli aironi), rettili, pesci, tartarughe e persino delle lontre, che non si sa come ci siano arrivate. Da metà maggio di quest’anno, grazie all’impegno del direttore Dan Bărbulescu, l’area è diventata un parco naturale protetto, il Văcărești Nature Park.

Sfânta Vineri (1645) and Enei (1611), the monasteries of Cotroceni (1679) and Pantelimon (1750) and the monastery of Va ˘ca ˘res,ti. This last, dating from the mid-18th century, was demolished to clear the way for the construction of a large reservoir connecting Bucharest to the Danube: a 183-hectare hole in the ground amongst residential highrises four kilometres from the city centre. Even though it had reached an advanced stage – with the completion of almost all the 5-metre-high concrete banks – the project was abandoned as soon as the Ceaus,escu regime collapsed. And it was at this point that the unhappy fate of a piece of city, at risk of further deterioration, underwent an unexpected change and evolution, perhaps partly as a result of the boundary wall that had isolated the area and an infiltration of water from underground that had not been foreseen by the engineers. In a slow and relentless process that took over 20 years, nature took over the unfinished and abandoned infrastructure, turning this ruinous project, the symbol of an equally ruinous regime, into the biggest urban nature park in Europe, marked by one of the most varied and authentic ecosystems in Romania. The small groves of willow, marshy areas, reed beds and ponds are now populated by over 100 species of birds (including herons), reptiles, fish, turtles and oven otters. Since the middle of May this year, thanks to the efforts of its director Dan Ba˘rbulescu, this area has been given protected status as the Va ˘ca˘res,ti Nature Park

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Sarajevo pacifica e multiculturale Peaceful and Multicultural 96

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FErHaD MulaBEgOVić

Dopo diciotto anni di complessi restauri riapre al pubblico la Vijec’ nica, la biblioteca distrutta con bombe incendiarie durante la guerra di Bosnia ed Erzegovina. Cancellati i segni della devastazione, l’edificio torna a essere il simbolo civile dell’intera città After eighteen years of complex restoration work the Vijec´nica, the library destroyed by incendiary shells during the Bosnian War, is reopening to the public. With the marks of devastation erased, the building is once again a symbol of an entire city

TXT_Guido incerti - Senka ibriSimbeGovic PHOTOS_anida kreco

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Ci sono voluti diciotto anni per restaurare la Vijećnica di Sarajevo. Il progetto è di DPM Studje e Studio Urbing.

Condensare in un articolo l’architettura e il significato di un’infrastuttura della conoscenza come la Vijec’ nica di Sarajevo è impresa ardua. Vijec’ nica è infatti il fulcro e il simbolo culturale della storia di una città, Sarajevo, e del Paese di cui essa è la capitale, la Bosnia Erzegovina. Sulla sua scala sono state scattate alcune delle ultime foto all’arciduca Francesco Ferdinando prima della sua uccisione da parte di Gavrilo Princip, che portò allo scoppio della prima guerra mondiale. Una storia che durante la guerra balcanica l’artiglieria serba ha cercato di cancellare nella notte tra il 25 e il 26 agosto 1992. Quella notte, le bombe incendiarie lanciate dalle colline che circondano la città causarono la perdita del 90 per cento del fondo totale della biblioteca, circa due milioni di copie tra libri, articoli, riviste e manoscritti. Anche se parte del patrimonio era stata messa al sicuro nel periodo antecedente quello che sarebbe stato l’assedio più lungo mai subito da una città nella storia moderna, il rogo della Vijec’ nica, durato tre giorni, aveva quasi completamente distrutto la cultura scritta bosniaca 98

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Condensing the architecture and significance of an archive of knowledge like the Vijec´nica in Sarajevo into an article is an arduous undertaking. Vijec´nica is in fact the hub and a cultural symbol of the history of a city, Sarajevo, and of the country of which it is the capital, Bosnia and Herzegovina. Some of the last photos of Archduke Franz Ferdinand before his assassination by Gavrilo Princip were taken on its steps, an event which led to the outbreak of the First World War. During the recent Balkan war the Serb artillery tried to erase this history on the night of the 25 and 26 August 1992. Incendiary shells fired from the hills surrounding the city caused the loss of 90 per cent of the library’s contents, some 2 million books, articles, magazines and manuscripts. Although part of the collection had been moved to a safe place in the period leading up to what would be the longest siege of a city in modern history, the burning of the Vijec´nica, which lasted for three days, almost completely destroyed Bosnian written culture, a product of the interactions between the various empires and civilizations that had succeeded one another in this place: the kingdom of Bosnia, the


DžEnAT DERKOVIć

The restoration work of the Sarajevo Vijec’nica, by DOM Studije and Studio Urbing, has taken eighteen years.

e le interazioni tra i vari imperi e culture che lì si erano succeduti: il Regno di Bosnia, l’Impero Ottomano e quello Austroungarico, il Regno di Jugoslavia, la Repubblica Federativa di Jugoslavia di Jozip Broz Tito e la giovane repubblica. Costruita nel punto in cui la Baščaršija – l’antico e bellissimo quartiere ottomano simbolo della città – si insinua tra le montagne e il fiume Miljacka, l’edificio della Vijećnica, si stagliava sul tessuto urbano circostante, composto di piccole case a due piani, e lo chiudeva con la sua pianta triangolare e le sue facciate. In origine municipio della città, fu progettato nel 1892 dall’architetto austro-ungarico Alexander Wittek, che riprese un precedente disegno, opera dell’architetto ceco Karel Pařík, non realizzato per dissidi con l’allora Ministro delle Finanze dell’Impero, Barone Benjamin Kalaj. Per il disegno dell’edificio, pensato in stile neo-moresco a simboleggiare le idee politiche imperiali che avevano nell’interazione e integrazione tra le diverse culture territoriali uno dei suoi tratti salienti, Wittek si ispirò a due antiche moschee

Ottoman and Austro-Hungarian empires, the kingdom of Yugoslavia, Jozip Broz Tito’s Socialist Federal Republic of Yugoslavia and the young republic of Bosnia and Herzegovina. Constructed at the point where the Bašcˇaršija – the old and beautiful quarter that is a symbol of the city – is squeezed between the mountains and the Miljacka river, the building of the Vijec´nica stood out against the surrounding urban fabric, made up of small, two-storey houses, and closed it off with its triangular plan and its façades. Originally the city hall, it was designed in 1892 by the Austro-Hungarian architect Alexander Wittek, who reworked a previous design produced by the Czech architect Karel Parˇík that was not realized thanks to disagreements with the empire’s minister of finance at the time, Baron Benjamin von Kállay. For his design of the building, in a Moorish Revival style intended to symbolize the political ideas of the empire that had made the interaction and integration of its different cultures one of its salient traits, Wittek took inspiration from two old mosques in Cairo. 559

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Project Vijecnića reconstruction and restoration First Phase Structural reconstruction Investor Government of the Republic of Austria Design D.D. DOM Studije, Projektovanje, Inženjering Sarajevo Contractor GP ŽGP, Sarajevo Second Phase Reconstruction of the atrium Investor European Commission in BiH Design D.D. DOM Studije, Projektovanje, Inženjering Sarajevo Contractor GP ŽGP, Sarajevo Third Phase Architectural reconstruction Investor Kingdom of Spain, Hungary, City of Sarajevo Design Studio Urbing d.o.o. Sarajevo Contractor GP Bosna, Sarajevo Fourth phase Architectural reconstruction Investor European Commission in BiH Design Studio Urbing d.o.o. Sarajevo Contractor Unigradnja, Sarajevo Timing 1995 - 2015 Built area 10.186 sqm Budget € 11.700.000 Location Sarajevo

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situate al Cairo. Le stalattiti del cornicione e la decorazione delle fontane rimandano alla moschea di Hassan (1359), mentre da quella di Kait-Bej (XV sec.) furono ripresi alcuni dei tratti che più rendono riconoscibile l’edificio nello skyline di Sarajevo, la dentatura del cornicione del tetto e la policromia orizzontale. Con la morte di Wittek, avvenuta nel 1894, il progetto passò nelle mani di Ćiril Metod Iveković che la portò a compimento nel medesimo anno. Nel 1947, con la fine della monarchia, la Vijećnica fu trasformata in biblioteca, divenendo la sede dell’Accademia delle Belle Arti nonché la Biblioteca Nazionale e Universitaria della Bosnia Erzegovina ed epicentro culturale della sua società multietnica e multi-religiosa. La notte del 25 agosto 1992 i “popoli delle montagne” guidati

The stalactites of the moulding and the decoration of the fountains allude to the Hassan Mosque (1359), while from that of Sultan Qaytbay (15th cent.) were taken some of the features that make the building most recognizable on the Sarajevo skyline, the serrated merlons of the roof cornice and the horizontal stripes of colouring. After Wittek’s death ´iril Metod in 1894, the project was taken over by C Ivekovic´, who completed it the same year. In 1947, with the end of the monarchy, the Vijec´nica was turned into a library, becoming the seat of the Academy of Fine Arts as well as the National and University Library of Bosnia and Herzegovina and the cultural centre of the republic’s multi-ethnic and multi-religious society. On t he night of 25 August 1992 the “peoples of the mountains” led by




da Nikola Koljević, Radovan Karadžić e Slobodan Milošević vollero distruggere tutto questo con le bombe incendiarie e in parte ci riuscirono. Ci sono voluti 18 anni di complessi restauri – coordinati da DOM Studije e Studio Urbing – per ricostruire la Vijećnica, purtroppo senza poter reintegrare il fondo librario nella sua totalità. I lavori, eseguiti in più fasi, sono stati finanziati prima dal governo austriaco e poi dalla Commissione Europea. Alla fine la Vijećnica è tornata a svolgere il proprio ruolo. Anche se, vale la pena ricordarlo, nemmeno durante i bombardamenti erano venute meno le sue funzioni e restano memorabili i concerti quotidiani del violoncellista Vedran Smailović che suonava l’Adagio di Albinoni durante l’assedio. E pure nelle fasi di ricostruzione sono stati sempre resi disponibili spazi per allestire mostre o tenere concerti. Oggi la Vijećnica ha recuperato la sua primigenia funzione, Municipio di Sarajevo, con una parte occupata da una piccola biblioteca e da sale polivalenti, ma soprattutto ha riconquistato il suo status di simbolo architettonico, civile e culturale di una città multietnica, tollerante e culturalmente attiva come Sarajevo è sempre stata e come è tornata a essere.

Nikola Koljevic’, Radovan Karadžic’ and Slobodan Miloševic’ set out to destroy all this with incendiary shells and, in part, they succeeded. It has taken eighteen years of complex restoration work – coordinated by DOM Studije and Studio Urbing – to reconstruct the Vijec´nica. Unfortunately it has not been possible to replenish the book collection in its entirety. The work, carried out in several stages, was funded first by the Austrian government and then by the European Commission. In the end the Vijec´nica has been able to perform its role again. Even though, it should be remembered, even during the bombardment it was still a working building and the daily concerts by the cellist Vedran Smailovic´, who played Albinoni’s Adagio in the ruins during the siege, remain memorable. And even while the rebuilding work was going on spaces were always made available in which to hold exhibitions or concerts. Today the Vijec´nica has regained its original function, as Sarajevo City Hall, with one part occupied by a small library and multipurpose rooms, but above all it has recovered its status as the architectural, civil and cultural symbol of the multi-ethnic, tolerant and culturally vivacious city Sarajevo always was and has once again become

I lunghi lavori di restauro della Vijećnica sono raccontati nella monografia Sarajevo City Hall: Building, Destruction and Revival, curata da Studio Urbing e supportata da un’operazione di crowdfunding. The story of the long work of restoration of the Vijec´nica is told in the monograph Sarajevo City Hall: Building, Destruction and Revival, edited by Studio Urbing and supported by a crowdfunding operation.

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.nobody&co. DESIGNED IN MILAN, MADE IN ITALY. www.nobodyandco.com nobodyandco.official Missing Chair photographed by Marco De Scalzi.


Una nuova coscienza per l’acqua A New Awareness of Water Per il futuro sono in dubbio quantità e qualità di questa importante risorsa. Problemi che si potrebbero affrontare già oggi, perché le tecniche non mancano. Abitare ne ha parlato con un ecologo molto impegnato The quantity and quality of this important resource are in doubt for the future. These are issues that can already begun to be tackled, as we do not lack the necessary technology. Abitare has discussed this with an ecologist who is closely involved with this question TXT_SARA BANTI ILLUSTRATION_ROBERTO RICCI

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Gestione virtuosa delle acque domestiche n.1. Sistema di raccolta della pioggia in cisterna. Dalla cisterna l’acqua viene inviata allo scarico dei wc e a due rubinetti di acqua non potabile, uno interno e uno esterno. Good management of household water no. 1. System for collection of rainwater in a cistern. The non-potable water from the cistern is used to flush the WC and supply two taps, one inside and one outside.

Quali sono oggi le principali emergenze legate all’acqua? Da un lato c’è il tema morfologico, soprattutto europeo, della irregimentazione di fiumi e torrenti, responsabile tra l’altro delle cosiddette “bombe d’acqua”. E per il bene dei territori si sta tentando di ri-naturalizzare i corsi d’acqua. Poi c’è l’inquinamento. Nei Paesi in via di sviluppo si scarica ancora nei fiumi. In Cina ora finalmente si utilizzano i depuratori, ma i sedimenti sono già pesantemente inquinati e lo saranno per decenni. Anche in Italia peraltro oltre la metà dei fiumi è lontana dal “buono stato ambientale”. E in ampie porzioni del Paese la condizione delle acque di falda è anche peggiore delle acque di superficie, malgrado la percentuale di abitanti allacciati ai depuratori superi il 90 per cento (per esempio in alcune zone della Pianura Padana). Come mai i depuratori non bastano? Quando esce dal depuratore, l’acqua è ancora dalle 10 alle 50 volte più inquinata di come dovrebbe essere quella di un fiume pulito. Per essere accettabile dovrebbe diluirsi in un ricco corso d’acqua e così non è, perché i fiumi sono già a loro volta molto inquinati e hanno una portata ridotta a causa dei prelievi per i diversi usi, soprattutto in estate. Si potrebbero avere depuratori più efficienti? Le tecnologie disponibili oggi consentono di riportare qualsiasi scarico alla qualità dell’acqua distillata. Il problema naturalmente è il costo. Esiste per esempio la tecnica delle membrane, che riesce a trattenere molecole piccolissime. Ma la vera soluzione è ridurre l’afflusso degli scarichi, in modo che arrivino al depuratore dei liquami molto più concentrati, e quindi più facili da trattare. Dunque la cosa essenziale è ridurre i consumi. Esattamente. Se preleviamo meno acqua produciamo meno scarichi e conserviamo la falda, garantendo in più una migliore diluizione nei fiumi. Noi italiani, per esempio, abbiamo consumi domestici medi nelle città tra i maggiori d’Europa: oltre 200 litri per abitante al giorno, contro i 100 di altri Paesi europei. E non c’è solo l’uso domestico da contenere. In Italia oltre il 60% dei consumi idrici si deve all’agricoltura.

Le terme di Caracalla, l’Alhambra di Granada, la casa sulla cascata di Frank Lloyd Wright e molti altri capolavori sono lì a ricordarci quanto la relazione tra acqua e architettura sia feconda, suggestiva e simbolica di un patto di vicinanza che l’uomo ha stretto con questa risorsa fin dai tempi dei villaggi neolitici. Un bene che abbiamo scoperto non essere infinito. A fronte di una crescita esponenziale dei consumi mondiali per irrigazione e per usi civili, la domanda d’acqua sta superando l’offerta. Inoltre non sappiamo quanto i cambiamenti climatici in corso incideranno nel prossimo futuro sul ciclo dell’acqua, che ha tempi lunghi rispetto alla nostra vita: basti pensare che una goccia di pioggia caduta oggi uscirà dal nostro rubinetto fra non meno di trent’anni. Di tutto ciò si parla poco, si ha scarsa coscienza degli sprechi e dei malfunzionamenti che stanno portando al progressivo e inesorabile impoverimento di questo patrimonio naturale. Se il movimento ambientalista è infatti riuscito a portare l’attenzione dell’opinione pubblica e dei governi sulla necessità di risparmiare energia, di puntare sulle fonti rinnovabili, di gestire in modo più sostenibile i rifiuti, questo non è avvenuto a sufficienza per l’acqua. Ecco perché, secondo il biologo ed ecologo fluviale Giulio Conte, consigliere dell’associazione ambientalista Legambiente, «serve ed è urgente una piccola rivoluzione culturale, tecnica e normativa». Abitare gli ha posto qualche domanda. 106

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Quindi quali sono gli altri passi da fare nel settore idrico? Sono tanti. Dal rinnovamento delle reti per evitare la dispersione, al completamento dell’infrastruttura depurativa dove ancora manca. E poi occorre diffondere approcci e tecniche innovative come i sanitari a basso consumo, i sistemi per la raccolta della pioggia e il recupero delle acque grigie. Servono soluzioni urbanistiche ed edilizie per ridurre l’impatto ambientale delle piogge, come le pavimentazioni esterne drenanti. E infine sistemi di depurazione che permettano il riuso agricolo dei reflui, per diminuire i consumi da irrigazione. Come si fa a convincere le persone a consumare meno? Questo è il motivo per cui parlo di una “rivoluzione culturale” che ci persuada della necessità di diminuire i consumi, senza necessariamente rinunciare al comfort cui siamo abituati. A livello legislativo la questione non è ancora stata affrontata a dovere. Ma più delle costrizioni normative credo che sia utile alzare le tariffe. In Germania per esempio ha funzionato molto bene una tassa che tiene conto della superficie impermeabilizzata nell’edilizia: più impermeabilizzi il suolo – rendendo così impossibile il ritorno dell’acqua piovana in falda attraverso il terreno – più paghi. Il problema sta anche nel come sono pensate i sistemi fognari? Assolutamente sì. In Italia, attraverso i tombini, finiscono nelle fogne


The Baths of Caracalla, the Alhambra in Granada, Frank Lloyd Wright’s Fallingwater and many other masterpieces serve to remind us of the fertile and stimulating relationship between water and architecture. These places also symbolize the close connection between human beings and this resource ever since Neolithic times. This is a resource that is not infinite. In the face of an exponential growth of worldwide consumption of water for irrigation and household use, the demand for water is exceeding supply. In addition, we do not know to what extent changes to the climate will effect the water cycle, which operates on a longer timescale than that of our lives. After all, a drop of rain that falls today will not come out of a tap for at least thirty years. Not much is said about all this, and there is little awareness of the waste and malfunctions that are leading to the progressive and relentless impoverishment of this natural resource. While the environmentalist movement has succeeded in bringing the need to save energy, a shift to renewable sources and the management of waste in a more sustainable way to the attention of the public and governments, this has not happened sufficiently for water. This is why, according to the biologist and river ecologist Giulio Conte, adviser to the Legambiente environmentalist association, “a small cultural, technical and regulatory revolution is urgently needed”. Abitare asked him a few questions. What are the main problems with regard to water today? On the one hand there is a morphological question, especially in Europe, which relates to the excessive control of channels of rivers and streams, and this is responsible among other things for so-called “flash floods”. And for the good of the land attempts are being made to re-naturalize watercourses. Then there is pollution. In the developing countries waste is still discharged into rivers. In China they are now finally using purification plants, but sediments are already heavily polluted and will remain so for decades. Even in Italy, however, over half the rivers are far from being in a “good environmental state”. And in large areas of the country the condition of ground water is even worse than it is on the surface, despite over 90% of the population being hooked up to purification plants (as in some parts of the Po Valley). How come purification plants are not enough? When it emerges from the purification plant, water is still from 10 to 50 times as polluted as that of a clean river. For this to be acceptable it ought to be diluted in an abundant watercourse but unfortunately this does not happen, as the rivers are themselves highly polluted and have a reduced flow owing to the withdrawals made for various uses, especially in the summer. Could purification plants be more efficient? The technologies available today make it possible to bring waste water back to the quality of distilled water. The problem of course with all this is cost. There is the membrane technique, for instance, which is able to filter out very small molecules. But the real solution lies in reducing the influx of waste, so that the effluent that arrives at the purification plant is much more concentrated, and therefore easier to treat. So the essential thing is to reduce consumption. Exactly. If we use less water we produce less effluent and preserve ground water, as well as ensuring greater dilution in the rivers. We Italians, for example, have among the highest average levels of household consumption in the cities in the whole of Europe: which is over 200 litres per inhabitant per day, as opposed to 100 in other European countries. And it is not just domestic use that has to be contained. In Italy over 60% of water is consumed by agriculture.

Gestione virtuosa delle acque domestiche n. 2. Sistema di depurazione delle acque grigie in un condominio. Tratta le acque dei lavabi e della doccia e le riutilizza per alimentare gli sciacquoni, per la pulizia della casa e gli usi esterni. Good management of household water no. 2. System for purification of grey waters in a block of flats. It treats the water from the sinks and shower and reutilizes it to flush toilets, for housecleaning and for external uses.

What are the other things that need to be done in the water sector? There are many things to note here. Pipes should be renewed to avoid leakage and the purification infrastructure should be completed where it is still lacking. Innovative approaches and techniques are needed in this area – such as water-efficient plumbing fixtures and systems for the collection of rainwater and the recovery of grey water. Planning and building solutions are needed to reduce the environmental impact of rain, as with permeable paving surfaces. And finally there are purification systems that allow for the reuse of sewage in farming, in order to reduce the consumption of water for irrigation. How can people be persuaded to consume less? This is why I talk about a “cultural revolution” to persuade us of the need to reduce our consumption, without necessarily having to renounce the conveniences to which we are accustomed. Not enough attention has yet been paid to this question at the legislative level. But I think it would also be useful to raise taxes. This is something that has worked very well in Germany, for example, where they have a tax on impermeable surfaces in buildings. The more impermeable the ground – making the return of rainwater to aquifers impossible – the more you pay. Does the problem also lie in how drainage systems are designed? Absolutely. In Italy, even rainwater and the overflow from rivers drains 559

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Ripartizione dei consumi idrici per usi domestici in Italia (da: Nuvole e sciacquoni, di Giulio Conte, Edizioni Ambiente). Different modes of consumption of water for household use in Italy (from: Nuvole e sciacquoni by Giulio Conte, Edizioni Ambiente).

anche le acque piovane e quelle che fuoriescono dai fiumi in piena. Invece l’acqua piovana dovrebbe essere raccolta come facevano i nostri nonni nelle cisterne, ed essere trattata in modo da utilizzarla per lavarsi e per irrigare. Anche in questo la Germania è avanti: ci sono defiscalizzazioni importanti per chi raccoglie la pioggia. E nel Nord Europa è ormai normale disconnettere l’acqua piovana dalle reti di scarico. La si trattiene con i cosiddetti “tetti verdi”, dove in parte torna in atmosfera con l’evaporazione, in parte alimenta la crescita della vegetazione. Oppure, quando proviene dalla strada, la si reimmette nell’ambiente dopo averla ripulita con la fitodepurazione. Fitodepurazione che si può usare anche per trattare gli scarichi di casa. Sì, può essere usata per qualsiasi tipo di scarico, anche per acque inquinatissime come il percolato di discarica. È un’ottima tecnica per depurare le acque grigie e riutilizzarle, per esempio, per gli sciacquoni. Oppure a valle del depuratore, come post-trattamento. Un bell’esempio è l’impianto di Fusina, vicino a Venezia: cento ettari ad agricoltura intensiva sono stati trasformati in una zona umida artificiale dove si riversa l’acqua in uscita dal depuratore, prima di tornare in Laguna. Così tra l’altro è nato un paesaggio interessante, che garantisce anche la biodiversità. Le soluzioni ci sono, quindi. Occorre la volontà di metterle in pratica. Non c’è dubbio che la corretta gestione delle acque sia molto complessa. Ha risvolti urbanistici, idraulici, ecologici, di chimica fine. Purtroppo oggi un tema così articolato è spesso demandato al solo ingegnere ambientale, che non ha le competenze sufficienti. In futuro bisognerà pensare di affrontare la questione attraverso dei pool multidisciplinari. 108

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into the sewers. We ought to be collecting rainwater the way our forefathers did in cisterns, and treat it so that it can be used for washing and irrigation. Here as well Germany is ahead of us. There are significant tax breaks for people who collect rainwater. And in Northern Europe it is now usual to keep rainwater out of drainage systems. It is held back with so-called “green roofs”, where part is returned to the atmosphere through evaporation and part goes into the growth of vegetation. Or, when it is runoff from the road, it is reintroduced into the environment after passing through constructed wetlands. Constructed wetlands that can also be used to treat household waste water. Yes, this is a system that can be used for any type of waste, even for highly polluted water like landfill leachate. This is an optimal way of treating grey water and reusing it, for example, to flush toilets. And this can also be done downstream of the purification plant, as post-treatment. A good example of this is the plant at Fusina, near Venice, where there are a hundred hectares of intensively farmed land that have been turned into an artificial wetland into which the water emerging from the purification plant is fed before returning to the lagoon. Among other things this has led to the creation of an interesting landscape, which also ensures biodiversity. So there are solutions. What is needed is the desire to put them into practice. There is no doubt that the correct management of water is a very complex matter that touches on planning, hydraulic, ecological and chemical issues. Unfortunately such a multifaceted question is usually left today in the hands of an environmental engineer, who does not have sufficient expertise in this area. In the future it will become necessary to think about bringing the skills of a multidisciplinary pool to bear on this problem


C O N L A N U OVA CA P PA P I A N O I F U M I D E L L A C OT T U R A V E N G O N O A S P I R AT I D I R E T TA M E N T E DA L L E B O C C H E T T E P O S I Z I O N AT E V I C I N O A L P I A N O C OT T U R A . Q U E STO N U OVO M O D E L LO D I V E N TA L A S I N T E S I P E R F E T TA D I D E S I G N , F U N Z I O N A L I TÀ E D I N N OVA Z I O N E P R O G E T T UA L E .

CA P PA P I A N O d e si g n Fa l m ec L a b

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I N N OVA Z I O N E N E L L’A R I A

falm ec .co m



Il ponte diventa paesaggio Bridge Becomes Landscape Due progetti ancora sulla carta – di Thomas Heatherwick e Michael Maltzan – segnano un nuovo modo di pensare le grandi infrastrutture di collegamento in continuità con la natura Two projects still at the drawing board stage – by Thomas Heatherwick and Michael Maltzan – suggest new ways of thinking about major infrastructures linked to making connections – and in harmony with the natural world

TXT_ElEna FranzoIa

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HENRy HARRIS - CouRTESy ARuP

Garden Bridge, London

In questa pagina e in apertura, il pedonale e “biodiverso” London Garden Bridge di Thomas Heatherwick. Sorgerà (forse) sul Tamigi per collegare North e South Bank. On this and previous pages, Thomas Heatherwick’s pedestrian and “biodiverse” London Garden Bridge. It will (perhaps) be built over the Thames, connecting the North and South Banks.

In un futuro che architetti e urbanisti immaginano sempre più naturale, con edifici studiati non solo per non consumare, ma per diventare addirittura organismi produttivi, una delle sfide più interessanti è rappresentata dalle infrastrutture. Esemplari di questa nuova sensibilità sono i concept elaborati da Thomas Heatherwick e Michael Maltzan, orientati a ripensare come infrastrutture-paesaggio attraversamenti che hanno finora sottinteso il concetto di natura-barriera. A Londra il Garden Bridge progettato da Heatherwick con l’architetto dei giardini Dan Pearson mira a sviluppare su 366 metri di lunghezza un percorso pedonale attrezzato immerso in uno straordinario giardino pensile, pensato per collegare le aree di North e South Bank. Attualmente bloccato per problemi di finanziamento (la realizzazione è sostenuta da charity e fondi pubblici), il progetto si inserisce nella grande tradizione paesaggistica inglese e punta ad arricchire di un nuovo landmark una delle capitali più verdi d’Europa, i cui parchi 112

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In a future that architects and planners picture as ever more natural, with buildings designed not just so that they do not consume resources but can even become productive organisms, one of the most interesting challenges is presented by infrastructure. A good example of this new sensibility are concepts developed by Thomas Heatherwick and Michael Maltzan, which are oriented towards rethinking types of connections that have up to now seen “nature” as a barrier in terms of infrastructure-landscape. The idea behind the Garden Bridge in London designed by Heatherwick with the garden designer Dan Pearson is to lay out over its 366 metres of length a pedestrian route with recreational facilities set in an extraordinary hanging garden, connecting the North and South Bank of the Thames. Currently blocked by a financial review (the construction will be funded by charitable gift aid and public money), the project belongs to the great English tradition of landscape gardening and aims to create a new landmark in one of the greenest capitals in Europe, whose parks already


CouRTESy MICHAEL MALTzAN ARCHITECTuRE

Arroyo Seco River Bridge, Pasadena, California

Per ora è solo un concept il progetto per l’Arroyo Seco River Bridge a Pasadena, ideato da Michael Maltzan. Migliorerebbe l’attuale super impattante infrastruttura a dieci corsie. For the moment Michael Maltzan’s project for the Arroyo Seco River Bridge at Pasadena is just a concept. It is intended to be an improvement on the existing high-impact ten-lane structure.

occupano già il 40 per cento della superficie metropolitana. All’insegna della biodiversità, il Garden Bridge ospiterà essenze vegetali non solo locali, introducendo nel cuore della città l’orticoltura e una controllata fauna selvatica. Le sequenze che articoleranno il percorso offriranno un’esperienza esaltata dai cicli stagionali, e saranno dedicate nell’area prossima a South Bank all’originario paesaggio paludoso della zona, richiamato da una vegetazione di salici, betulle, ontani, gerani, primule e viole. All’altra estremità del ponte glicini, magnolie, rose, gigli e campanule renderanno omaggio ai sofisticati giardini ornamentali di North Bank. Nasce invece come concept sperimentale, pensato per diventare modello-pilota sulle highways americane e sensibilizzare l’opinione pubblica al problema ecologico, la riqualificazione dell’Arroyo Bridge progettata dall’architetto statunitense Michael Maltzan. Il progetto mira a migliorare l’impattante infrastruttura che, a ovest della città californiana di Pasadena, attraversa con le sue

occupy almost 40 per cent of the metropolitan area. In the name of biodiversity, the Garden Bridge will not host just local species of plants, but will introduce horticulture and a carefully controlled set of wild fauna into the heart of the city. The sequences into which the route is divided will offer an experience that changes with the seasons, and in the section close to the South Bank will be devoted to the original marshy landscape of the area, conjured up by a vegetation of willows, birches, alders, geraniums, primroses and violets. At the other end of the bridge wisteria, magnolias, roses, lilies and campanulas will pay homage to the sophisticated ornamental gardens of the North Bank. The renewal of the Arroyo Bridge proposed by the American architect Michael Maltzan was born instead as an experimental concept, intended to serve as a pilot model on US highways and awaken public opinion to environmental problems. The project aims to improve a sense of impactful infrastructure that, to the west of the Californian city of Pasadena, spans the spectacular landscape of the Arroyo Seco 559

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CouRteSy MICHAeL MALtzAn ARCHIteCtuRe

Mitigazione di rumore e inquinamento, recupero delle acque piovane, pannelli fotovoltaici, una “pelle” vegetale: il ponte proposto da Maltzan a Pasadena è una vera “macchina ambientale”. Reduction of noise and pollution, collection of rainwater, photovoltaic panels, a “skin” of vegetation: the bridge proposed by Maltzan at Pasadena is a true “environmental machine”.

dieci inquinantissime corsie lo spettacolare paesaggio del torrente Arroyo Seco parallelamente all’inconfondibile Colorado Street Bridge, costruito nel 1913. Il ponte attuale si presenta infatti come deturpante dotazione della Route 134, che sovrasta il fragile ecosistema del canyon con i suoi percorsi escursionistici, la Casita de Arroyo e l’intervento di social housing con cui Habitat for Humanity ha riqualificato un’ex area militare. Grazie alla collaborazione di Arup Los Angeles, Maltzan trasforma il ponte esistente in una “macchina ambientale” che risponde ad alcuni fondamentali requisiti: rendere più piacevole la percorrenza veicolare puntando su una maggiore integrazione con il contesto, mitigare rumore e inquinamento attraverso opportune barriere e la copertura realizzata con pannelli fotovoltaici e cemento poroso, inserire la struttura nel contesto attraverso una “pelle” esterna di pareti vegetali e rifornire di acqua ed energia pulita l’arida Pasadena, grazie al complesso e performante sistema di copertura. 114

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watercourse with its ten highly polluting lanes in parallel to the unmistakable Colorado Street Bridge, built in 1913. In fact the present bridge has the appearance of a disfiguring infrastructure of Route 134, looming over the fragile ecosystem of the canyon with its hiking trails, the Casita de Arroyo and the social housing project for which Habitat for Humanity has regenerated a former military facility. With the collaboration of Arup Los Angeles, Maltzan intends to turn the existing bridge into an “environmental machine” that meets some fundamental requirements: making the experience of driving over the Arroyo Seco more pleasant through a greater integration with the context, reducing noise and pollution with acoustically insulated barriers and an overhead canopy of porous concrete, getting the structure to blend into its surroundings with an outer “skin” of green walls and supplying arid Pasadena with water and clean energy by means of a complex and efficient system of rainwater collection and storage and photovoltaic panels embedded in the roof


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Dalla Cina a Milano, il network internazionale della creativitĂ

Nuove proposte dal mondo della cucina e degli

elettrodomestici

From China to Milan, the international network of creativity

New proposals from the world of cookers and

electric appliances


Da Pechino a Milano, destinazione mondo From Beijing to Milan, Destination the World Il design è il campo dove si stanno costruendo nuove modalità di relazione culturale, economica e imprenditoriale tra la Cina e l’Italia, con effetti rilevanti sull’intero sistema internazionale. Merito del Salone del Mobile, del Fuorisalone e anche di una nuova realtà milanese, il Sino-European Innovation Institute Design is an area in which new kinds of cultural, economic and business links are being forged between China and Italy, with significant effects on the entire international system. This is thanks to the Salone del Mobile, the Fuorisalone and a new Milanese body, the Sino-European Innovation Institute

TXT_MARCO SAMMICHELI

1. Jiang Xiyu, Mix Mix Mix.

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2. Chen Ruhan, Xu Qian, Zein Alabdin Ali, Ben Cao Xiang Liu 3. Cui Yizheng, Xie Wenyu,Tong Jinrui, Zhou Qiang, Melody of the West Lake.

La comunità cinese di Milano è tra le più importanti d’Europa perché alla consistenza demografica corrisponde un rilevante ruolo economico. Le prime tracce delle sue attività risalgono al 1920. Ma oggi il quartiere cinese di Milano, che sorge attorno a via Sarpi, dimostra come la fase d’integrazione della comunità sia passata a una più matura fase di partecipazione in diversi settori della vita cittadina. I riflessi di queste attività si manifestano in reti internazionali che hanno in Milano uno snodo fondamentale. Architettura, design, cantieristica, educazione e sport sono settori sensibili dove si stanno concentrando gli investimenti di attori importanti della comunità italocinese. Per esempio la sfida che riguarda la cultura del progetto, la produzione industriale e la creatività si muove lungo una direttrice che collega Lisbona, Venezia e Pechino via Milano. Teatro di molti incontri strategici è il Sino, Sino-European Innovation Institute di Milano, nato da un’intuizione dell’imprenditrice Angela Zhu che, accanto alla sua frequentata enoteca, desiderava uno

The Chinese community in Milan is one of the most important in Europe because its numbers are matched by the significance of its economic role. The first signs of its activity can be traced back to 1920. But today the Chinese quarter of Milan, which centres on Via Sarpi, shows that the phase of integration of the community has moved on to a more mature phase of participation in various sectors of the city’s life. The repercussions of these activities can be seen in international networks in which Milan serves as a fundamental hub. Architecture, design, shipbuilding, education and sport are sensitive areas on which the investments of important actors in the Italo-Chinese community are focusing. The challenge that involves the culture of design, industrial production and creativity also moves along an axis connecting Lisbon, Venice and Beijing via Milan. A framework for many of these strategic encounters is provided by Sino, the Sino-European Innovation Institute of Milan, which was set up thanks to the businesswoman Angela Zhu, who wanted to construct an exhibition

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4. Tao Yin, Warm 5. Guo Jiang, Clothes Composing of Mulberry.

spazio espositivo di qualità. Per questo si è rivolta agli architetti Michele Brunello e Caterina Fumagalli oltre che al manager cinese Vittorio Sun Qun, da molti anni attivo nei rapporti con l’Italia. Lo spazio, che si trova in via Quadrio – a ridosso di Corso Como e del nuovo quartiere di Porta Nuova – è sede di “un centro culturale per mostre tematiche dove società e studenti attivi nei rapporti tra Italia, Europa e Cina possano parlarsi. «È uno spazio diverso dai luoghi ufficiali come fondazioni e consolati – spiega Vittorio Sun Qun – perché vogliamo essere promotori di progetti culturali e relazioni commerciali. Abbiamo già all’attivo progetti in partnership con Slow food, Politecnico di Milano, Biennale di Venezia, Expo 2015 e la Vanke Craft House». Negli ultimi due anni al Sino sono state allestite mostre e organizzati convegni che hanno raccontato gli sviluppi di una nuova estetica cinese, ricca di riferimenti tradizionali prima d’ora trascurati. Un tipo di design sempre più autonomo da codici occidentali

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space of high quality alongside her popular wine shop. For this she turned to the architects Michele Brunello and Caterina Fumagalli as well as the Chinese manager Vittorio Sun Qun, active for many years in relations with Italy. The space, which is located on Via Quadrio – near Corso Como and the new district of Porta Nuova – is the seat of “a cultural centre for thematic exhibitions where companies and students involved in the ties between Italy, Europe and China can talk to one another.” “It is a different kind of space from official places like foundations and consulates,” explains Vittorio Sun Qun, “because we want to be promotors of cultural projects and commercial relations. Up to now we have worked on projects in partnership with Slow Food, Milan Polytechnic, the Venice Biennale, Expo 2015 and the Vanke Craft House.” In the last two years exhibitions have been staged and conferences organized at Sino that have explored the development of a new Chinese aesthetics, but with references to tradition that have hitherto been neglected. This is a kind


6. Wu Weichen, Chen Zhengda, Paper / cut Talks 7. Jiang Tutu, Ink / Form.

e che soprattutto si sta emancipando dalla copia come elemento costitutivo. Studenti e imprenditori, designer e architetti sono i dinamici attori dell’evoluzione linguistica italocinese che il centro milanese ben testimonia con il suo programma. «Gli stakeholder di Sino – racconta Sun Qun – scelgono la Cina o vogliono tornarci per applicare strategie di business e metodi creativi. Se i progettisti ora si concentrano sull’assimilazione e applicazione di processi, gli imprenditori invece puntano su rapporti d’investimento non più basati sulla compravendita ma sulla partecipazione di capitale. Le loro attività finanziarie si sono orientate sulla base di nuove attenzioni. È terminata la fase dello shopping e siamo entrati in quella della partecipazione». Gli esempi più noti sono i cantieri navali Ferretti e le squadre di calcio di Inter e Milan. Tuttavia il laboratorio dove sono avvenuti i primi esperimenti imprenditoriali e dove si è testato il cambio di paradigma culturale è stato la settimana del Salone del Mobile con

of design that is increasingly independent of Western codes and that is breaking free of forms of copying as a constituent element. Students and entrepreneurs, designers and architects are the dynamic actors in the evolution of an Italo-Chinese language that is clearly reflected in the programme of the centre in Milan. “The stakeholders in Sino,” says Sun Qun, “have chosen China or want to go back to it to apply their business strategies and creative methods. If the designers are now focusing on the assimilation and application of processes, the entrepreneurs are concentrating instead on investments that are no longer based on trading but on equity ownership. Their financial activities are formed on the basis of new interests. The phase of shopping is over and we have entered that of participation.” The best-known examples of this trend are the Ferretti shipyards and the Inter and Milan football teams. But the laboratory in which the first entrepreneurial experiments were carried out and where the change of cultural paradigm was tested has been the week

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I progetti illustrati sono stati esposti nelle mostre Four Hands: la rinascita dell’artigianato cinese e Design - East organizzate dal SINO nel 2015. The projects illustrated were shown at the exhibitions Four Hands: The Rebirth of Chinese Craftsmanship and Design – East, organized by SINO in 2015.

8. Cheng Zhaohui, Chinese Characters Create 9. Wu peiping-Gurong, The Five Elements Bronze Mirror.

il Fuorisalone. Dalla metà degli anni Novanta il fenomeno milanese della design week è diventato un modello di infrastruttura, un motore di immaginario e un format esportabile su scala internazionale. Al momento ne esistono circa un centinaio in tutto il mondo, il 90% delle quali sorto dopo il 2000 e senza un appuntamento fieristico di valore. Dal 2014 gli organizzatori delle settimane del design di Tokyo e Helsinki si sono fatti promotori di un network che conta circa sessanta membri. Ne fa parte anche Vittorio Sun Qun, qui nel ruolo di fondatore della Beijing Design Week, che spiega: «Quest’anno ci siamo riuniti per la prima volta a Milano. Abbiamo diviso l’associazione in tre aree per delineare un protocollo che condivida know-how, coordini le date, stabilisca programmi di ricerca, concentri

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in which the Salone del Mobile and the Fuorisalone are held. Since the mid-1990s the phenomenon of Milan Design Week has become a model of infrastructure exportable on an international scale. At the moment there are around a hundred such events staged all over the world, 90% of them set up after 2000 and are unconnected with of trade fair of significance. Since 2014 the organizers of the Tokyo and Helsinki Design Weeks have been promoting a network that now has around sixty members. Vittorio Sun Qun, in the role of founder of the Beijing Design Week, is part of this movement, and explains: “This year we met for the first time in Milan. We have divided the association into three areas to come up with a protocol for the sharing of know-how, a coordination of dates, the establishment of research programmes, a concentration of resources


10. Huang Xiwen, Yu Qiongjie, W & Q 11. Luo Xiaoan, Luo Cheng, The Coming Summer 12. Xiao Xi, Another Language.

risorse, si divida compiti». Le design week americane stanno sviluppando un think-tank sui nuovi materiali, quelle euro-africane penseranno a un circuito di attività espositive e programmi di scambio di docenti tra enti formativi, quelle asiatiche e australiane invece costituendo la World Design Bank. «Non è ancora un’istituzione finanziaria, anche se il governo cinese avrà un ruolo chiave attraverso la partecipazione del ministero della cultura. L’obiettivo è monitorare giovani talenti creativi e offrirgli un incubatore internazionale. Ci concentreremo su tre ambiti: sostenibilità, smart city e design for kids. Stiamo lavorando alla raccolta fondi e alla costruzione di un board che controlli la qualità dei progetti», conclude Sun Qun. Lo studio di fattibilità sarà presentato durante la prossima Milano Design Week.

and the division of tasks.” The American Design Weeks are setting up a think tank on new materials, the Euro-African ones are trying to devise a circuit of exhibition activities and programmes for the exchange of teachers between educational institutions, while the Asian and Australian ones are setting up the World Design Bank. “It is not yet a financial institution, even though the Chinese government will play a key role through the participation of the ministry of culture. The objective is to monitor young creative talents and provide them with an international incubator. We will concentrate on three areas: sustainability, the smart city and design for kids. We are working on fundraising and the establishment of a board to check the quality of the projects,” concludes Sun Qun. The feasibility study will be presented at the next Milan Design Week

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Una complessa ristrutturazione A Complex Renovation Il Design Museum di Londra ha traslocato nell’ex sede del Commonwealth Institute totalmente ripensata da John Pawson. Ora è fulcro dello sviluppo di un’area nel centro città e laboratorio di nuove pratiche di reperimento e gestione delle risorse The Design Museum in London has moved into the former Commonwealth Institute building, which has been completely renovated by John Pawson. This building is now the hub for development of an area in the city centre and an experimental space for new approaches to the finding and management of resources

TXT_MARCO SAMMICHELI PHOTOS_LUkE HAyES

Il Design Museum di Londra si è trasferito nel quartiere di Kensington. Ha lasciato le rive del Tamigi a est di Tower Bridge, dove era stato fondato negli anni Ottanta da Terence Conran, per andare a occupare l’ex sede del Commonwealth Institute, un’architettura progettata da Robert Matthew, Johnson-Marshall and Partners nel 1962 per ospitare l’ente di beneficenza connesso all’organizzazione degli oltre cinquanta stati che facevano parte dell’impero britannico. La nuova destinazione d’uso dell’edificio s’inserisce in un piano di ridefinizione di un’area centrale della capitale che già conta musei e scuole (Victoria & Albert Museum, Serpentine Galleries, Royal College of Art), ma che nella specifica zona a ovest di Kensington High Street con affaccio su Holland Park attendeva le migliori condizioni per un processo di rilancio che legasse sviluppo immobiliare, infrastrutture pubbliche (ambasciate e stazioni della metropolitana) e centri di cultura

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The Design Museum in London has moved to the borough of Kensington. It has left the site on the bank of the Thames to the east of Tower Bridge where was set up by Terence Conran in the 1980s and now occupies the former Commonwealth Institute, a building designed by Robert Matthew, Johnson-Marshall and Partners in 1962 to house an educational charity connected with the organization of over fifty states that used to belong to the British Empire. The new use of the building is part of a plan for the redevelopment of an area in the centre of the capital that is already home to a number of museums and schools (Victoria & Albert Museum, Serpentine Galleries, Royal College of Art), but specifically in a zone to the west of Kensington High Street that faces onto Holland Park which was awaiting further development to link to its existing infrastructure (embassies and Underground stations) and these centres


L’esterno del nuovo Design Museum di Londra ristrutturato da John Pawson e due dettagli della copertura dell’edificio del 1962, oggi vincolato. The exterior of the new Design Museum in London renovated by John Pawson and two details of the roof of the now listed building from 1962.

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L’area di Holland Park nel quartiere di Kensington dove insistono il museo e i tre edifici residenziali progettati da OMA con Allies and Morrison e West 8. The Holland Park area in the borough of Kensington where the museum and the three residential buildings designed by OMA with Allies and Morrison and West 8 are located.

contemporanea. In seguito a un concorso bandito nel 2008 sono stati ultimati intorno al museo tre blocchi di edifici residenziali disegnati da OMA con lo studio Allies and Morrison Architetcts e con la collaborazione di West 8 per le aree verdi e pedonali. Si tratta di cinquantaquattro appartamenti pensati per ospitare una piccola comunità di persone che condividerà spazi e servizi con i flussi di turisti e cittadini che da fine novembre sceglieranno di visitare il museo. Il cantiere del Design Museum è la più grande commessa pubblica mai realizzata dell’architetto John Pawson su suolo inglese. Qui è stato chiamato a immaginare una complessa ristrutturazione d’interni. Non sono previsti interventi esterni perché il palazzo è vincolato. L’architetto ha trasformato lo spazio esistente in gallerie, ambienti didattici e servizi. Barber e Osgerby invece hanno disegnato il ristorante mentre una grande installazione di Ingo Maurer occupa la hall principale. «La scelta è ricaduta su Pawson – spiega Deyan Sudjic, direttore del Design Museum – per la sua abilità nel lavorare con delicatezza all’interno di edifici storici. L’intervento incornicia il preesistente con

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of culture. Following a competition held in 2008 three blocks of residential buildings designed by OMA with the Allies and Morrison practice and the collaboration of West 8 for the open spaces and pedestrian areas have been completed around the building that has now been taken over by the museum. These comprise fifty-four flats intended to house a small community of people who will share spaces and services with the tourists and inhabitants who choose to visit the museum from the end of November onwards. The construction of the Design Museum is the largest public commission ever carried out by the architect John Pawson on British soil. Here he has been called on to envisage a complex reorganization of interiors. No alterations to the exterior are planned because it is a listed building. The architect has turned the existing space into galleries, teaching facilities and services. The restaurant is designed by Barber and Osgerby while a large installation by Ingo Maurer occupies the main hall. “The choice fell on Pawson,” explains Deyan Sudjic, director of the Design Museum, “because of his ability to work with delicacy inside historic buildings. This intervention


Una veduta dell’area che svela i rapporti di prossimità tra l’edificio del Design Museum, il parco e le architetture circostanti. A view of the area showing the relations between the Design Museum building, the park and the other surrounding buildings.

soluzioni che rivelano gradualmente gli spazi. La nuova geometria è diversa dalla precedente e su due piani sono stati ricavati un auditorium, un negozio e una galleria per mostre temporanee. Pawson ha utilizzato principalmente legno di quercia e pavimentazione a terrazzo. Ha raffinato le finiture originali della costruzione ponendole in contrasto con il guscio di cemento del tetto». Il Design Museum non è un vero e proprio ente pubblico, ma una realtà che il diritto inglese classifica come private charity. Attraverso lotterie, investimenti, fondazioni e trust sono stati finanziati oltre 48 milioni di sterline. Partner tecnici come Vitra e Swarovski hanno fornito l’arredo e reso possibile la costituzione di un centro studi all’interno del museo. Un modello di sostentamento che si è completato con i proventi di un’asta tenutasi da Philips che ha coinvolto aziende, designer, gallerie e architetti su scala internazionale. «Non so se questo possa essere considerato un business model – conclude Sudjic – ma di sicuro è un esempio di come il mondo del design si possa unire per sostenere un progetto specifico che avrà anche un impatto sul futuro della disciplina».

frames the existing structure with solutions that gradually reveals its spaces. This new geometry is different from the old one and an auditorium, a shop and a gallery for temporary exhibitions have been set up on two floors. Pawson has used mainly oak and terrazzo flooring. He has also refined the original finishes of the construction, creating a contrast with the concrete shell of the roof.” The Design Museum is defined in British law as a private charity. Over 48 million pounds have been raised for the museum through the National Lottery, investments, foundations and trusts. Technical partners like Vitra and Swarovski have provided furnishings and made possible the setting up of a learning centre inside the museum. A model of funding that has been topped up by the proceeds of an auction held by Philips that has involved companies, designers, galleries and architects on an international scale. “I don’t know if this can be considered a business model,” concludes Sudjic, “but it is certainly an example of how the world of design can come together in support of a specific project that is also going to have an impact on the future of the discipline.”

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TXT_MIA PIZZI

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SIEMATIC, Urban, Studio Kinzo La cucina buffet, evidente il riferimento agli anni Cinquanta, autosufficiente, circoscritta e versatile, rappresenta una valida soluzione per i piccoli appartamenti o l’ufficio. Può essere completata da un set di colonne: due da cm 60 – nella stessa misura delle basi, con forno, lavastoviglie e frigorifero – e una da cm 30 con ripiani a giorno. Due le versioni disponibili: a quattro basi, di laminato opaco grigio argento, o a tre basi, di laminato con finitura rovere. Vincitrice del German Design Award 2016. The buffet kitchen, which clearly references the styles of the 1950s, is versatile and complete in itself, offering a valid solution for small apartments or offices. It can be completed with a set of tall units: two measuring 60 cm (the same size as the base units, with oven, dishwasher and refrigerator) and one measuring 30 cm with open shelving. They come in two versions: with four base units, in matt silver grey laminate, or with three units, in laminate with oak finish. Winner of the German Design Award 2016. www.siematic.com 559

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LAGO, Air, design Daniele Lago L’isola centro stanza accoglie contemporaneamente le fasi di preparazione e di degustazione del cibo. Adatta anche agli ambienti più piccoli, sembra sospesa grazie alle gambe di vetro. È accessoriata con piani di cottura a induzione, abbinabile al noto sistema 36e8, è dotata di top di vetro colorato bianco Puro Touch che nel diametro di cm 180 ospita fino a dieci persone. Nella foto è abbinata alla cappa Summilux, disegnata da Fabrizio Crisà per Elica. The centre room island is where food is both prepared and enjoyed. Suitable also for very small spaces, it is raised up on glass legs and accessorised with induction hobs that can be combined with the well-known 36e8 system, and equipped with white glass Puro Touch worktop which has a diameter of 180 cm and can seat up to ten people. In the photo it is shown in combination with the Summilux hood, designed by Fabrizio Crisà for Elica. www.lago.it

CIAV, Cube, design Sebastian Bergne Realizzato in collaborazione con il Centre International d’Art Verrier di Meisenthal, questo bicchiere riutilizza lo stampo di una storica bottiglia per la parte superiore, mentre la base è applicata manualmente. Lo stelo è a sua volta contenitore, progettato per la quantità di liquore o di sciroppo che, assecondando una diffusa abitudine popolare, si mescola alla birra. Made in collaboration with the Centre International d’Art Verrier of Meisenthal, this drinking glass features the use of a historic bottle mould as its upper section, while the base is applied manually. The hollow stem of the glass is designed to hold a measured quantity of bitter liquor or fruit syrup, catering to the widespread popular practice of adding shots to beer. www.sebastianbergne.com


MARCHI CUCINE, Saint Louis L’azienda, che quest’anno compie 40 anni, propone una vasta collezione di cucine artigianali che integrano le funzioni più attuali all’estetica vintage. Saint Louis è proposta in laccato in tre varianti di colore – bianca, rosa e azzurra. L’alluminio millerighe, fil rouge del programma, ne veste alcuni dettagli, come la cappa, il top, le ante. The firm, which celebrates forty years in the business this year, offers a wide range of hand-crafted kitchens that incorporate the very latest functions into a vintage style. Saint Louis comes with a lacquer finish in three colours – white, pink and pale blue. Fine-ribbed aluminium, a feature found throughout the programme, is found on certain details, such as the hood, worktop and cabinet fronts. www.marchicucine.com

VENETA CUCINE, Lounge Una modularità rinnovata, uno spazio di contenimento aumentato, grazie alla riduzione di 8 cm di altezza dello zoccolo a favore della scocca della base. Le ante hanno un forte spessore (25 mm) che esalta i materiali con cui sono realizzate: legni pregiati o con lavorazioni particolari (nella foto di rovere nodoso), laccati lucidi e opachi, malte e Fenix Ntm¨. Il sistema si completa con le colonne ad ante rientranti, in cui alloggiare gli elettrodomestici. A revamped modularity and augmented storage space achieved by reducing the height of the plinth by 8 cm in favour of the base unit frame. The fronts are extra-thick (25 mm), which enhances the materials from which they are made: high-quality or specially worked wood (the photo shows a version in knotted oak), glossy or matt lacquerwork, mortars and FenixNtm¨. The system is completed by tall units with pocket doors, where the appliances can be housed. www.venetacucine.com

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LG, InstaView™-Door-in-Door Equipaggiato con processore Intel ® Compute Stick – un piccolo computer con un processore Intel Atom™ – il frigorifero con funzionalità knock-on è utilizzabile sia come monitor, sia come “finestra” per guardare all’interno senza aprire l’anta. Bussando due volte la porta si trasforma in uno schermo trasparente da 29 pollici in grado di visualizzare ricette, trasmettere musica e video e permettere gli acquisti online. Equipped with the Intel® Compute Stick processor – a small computer with an Intel Atom™ processor – this refrigerator with a so-called knock-on function can be used both as a monitor and as a “window” to look inside without opening the door and letting the cold air out. By simply knocking on it twice, the door turns into a transparent 29-inch screen that can visualise recipes, play music or videos and take online shopping orders. www.lg.com/it

MAISTRI, Giza, design Alberto Minotti Il frontale, il top e il fianco si caratterizzano per i bordi inclinati a 45°, accostati tra loro. La finitura delle ante è di laccato opaco perla, il piano di lavoro e il lavello integrato sono di Lapitec® bianco crema satin. I cassetti Legrabox – sistema che garantisce portata e movimento elevati grazie all’alta tecnologia – sono completi di illuminazione interna a Led. The front, top and side have edges that slant at 45°, placed together. The fronts have a matt pearl lacquered finish, the worktop with built-in sink are made of satin cream-white Lapitec®. The Legrabox drawers – featuring advanced technology that ensures a fluid running action – are fitted with LED lighting on the inside. www.maistri.it

ROSSANA, K-In e K-Out, design Massimo Castagna Monolitica, sospesa, a isola, appare come un unico blocco chiuso da piani mobili che scorrendo lateralmente ne cambiano la geometria, trasformandosi in piani di lavoro. La versione outdoor K-Out è realizzata con una struttura di acciaio e ante di alluminio che supportano un rivestimento di pietra a basso spessore, mentre i piani scorrono su guide nascoste, garantendo la chiusura ermetica, a prova di intemperie. Numerose le finiture: oltre la pietra, olmo termo-trattato o preziosi legni fossili come l’olmo e il rovere di palude. This monolithic, wall-mounted and island kitchen appears as a single completely closed block whose moving surfaces extend to the sides, changing the geometry of the volume as they transform into worktops. The outdoor version of K-Out has a steel structure and aluminium fronts that support a thin stone cladding, while the surfaces slide on hidden runners and ensure a hermetic weatherproof seal on the closed units. Numerous finishes are available: stone, thermo-treated elm and exquisite fossil timbers such as swamp oak and swamp elm. www.rossana.it

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OMMO, Koma, Torus, design Andrea Ponti Parte di una vasta collezione di oggetti disegnati per il brand di Hong Kong, che si è affacciato da pochi mesi sulla scena del design internazionale, il diffusore da tè Koma – base circolare siliconica e lungo manico di acciaio inox – presenta un contenitore centrale di acciaio satinato richiudibile con una semplice pressione. Torus ha invece forma tonda e permette di conservare le foglie e di proteggerle dall’umidità. Part of a wide-ranging collection of objects designed for the Hong Kong brand, which recently made its debut on the international design scene, the Koma tea infuser – with a round silicone base and a long steel handle – has a brushed steel cover that closes at the touch of a finger. The doughnut-shaped Torus, meanwhile, features a container for storing loose tea away from humidity. www.ommo.com

GRUNDIG, Cooling Oven Presentato in occasione di IFA 2016 – fiera internazionale che riunisce a Berlino le frontiere della tecnologia applicata – il forno permette di scongelare, mantenere a minima temperatura e cucinare pietanze all’interno dello stesso scompartimento. La funzione principale di Cooling Oven è controllabile attraverso una app. I comandi sull’interfaccia sono concentrati in un piccolo touch screen LCD e la segnalazione dell’attività in corso avviene attraverso un sistema di illuminazione, blu durante lo scongelamento, rosso durante la cottura. This oven, which was presented at IFA 2016 (the international fair in Berlin that showcases cutting-edge applied technology), thaws and cooks food and can keep it warm all in the same compartment. The main function on Cooling Oven can be controlled by an app. The controls on the interface are concentrated on a small LCD touch screen and coloured lights show what is happening to the food: blue indicates it is thawing; red means it is being cooked. www.grundig.com

VARENNA, Arthena, design CR&S Varenna La produzione Varenna si distingue per l’idea di una cucina trasversale, che può nascere dalla composizione di diversi modelli, ognuno dei quali è parte di un grande sistema integrato basato sulla componibilità e dotato di una vasta gamma di attrezzature e accessori. Arthena si caratterizza per l’assenza di maniglia e per la particolare lavorazione del bordo, con il telaio che incornicia l’anta (cm 22 o 26 di spessore), dettaglio che ne impreziosisce l’estetica anche grazie alla combinazione tra le numerose finiture: metalli, essenze (11) e laccati (18 lucidi, 27 goffrati). Varenna’s output is based on the idea of a kitchen designed in different ways by variously composing the modules, each one forming part of a large integrated sectional system equipped with a wide range of accessories and other elements. Arthena is handleless and has a specially processed edge, with the structure framing the cabinet front (thickness 22 or 26 cm), a detail that embellishes the composition thanks also to the wide choice of finishes: metals, woods (11 types) and lacquered (18 gloss, 27 stippled). www.poliform.it

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KNINDUSTRIE, Lady Anne, design Lara Caffi Ispirata ai servizi d’argento del Settecento, la caffettiera ribadisce il fascino della tradizione. In alluminio con finitura stone washed, nel formato a quattro tazze con filtro riduttore, può essere utilizzata sui piani a induzione o di vetroceramica grazie alla speciale base circolare a doppio fondo. Il manico, ergonomico e termoisolante, è realizzato in bachelite a più curve. Taking its inspiration from 18th-century silver services, this coffee pot picks up on the charm of a traditional design. Made of aluminium with a stonewashed finish, in a four-cup size with filter, it can be used on induction or glass ceramic hobs thanks to its special circular, double-layered base. The multi-curved, ergonomic, heat-insulated handle is made of Bakelite. www.knindustrie.it

FABER, Tower Tramite tablet e un’apposita app, la cappa smart dialoga direttamente con il piano cottura gestendo l’aspirazione man mano che si procede nella preparazione del cibo. Le ricette interattive appaiono sul display a parete, posto perpendicolarmente al piano di cottura, indicando progressivamente gli step necessari a realizzarle. La tecnologia intelligente è utilizzata anche per il trattamento dell’aria, con la superficie di aspirazione posta su entrambi i lati della cappa. This smart hood interacts directly with the hob by means of a tablet and a special app, managing fume extraction as food preparation proceeds. Interactive recipes appear on the wall display, which is positioned at right angles to the hob, offering a step-by-step presentation of everything that needs to be done to make the dish. Smart technology is also used for the air treatment, with an extraction surface incorporated onto both sides of the hood. www.faberspa.com

DEL TONGO, KS, design Giulio Cappellini e Alfonso Arosio Il sistema è declinato in tre proposte – Borghese, Laboratorio e Radicale – che assecondano i diversi modi di vivere la cucina, assicurando un’elevata personalizzazione sia estetica, sia funzionale. Nella cucina Laboratorio (nella foto) le funzioni sono aggregate su un volume a centro stanza, con un unico piano di lavoro dove tutto è a portata di mano. Gli elementi verticali sono dati dai piani di appoggio ad altezza sguardo e dalle barre porta utensili di derivazione professionale. This system breaks down into three ideas – Borghese, Laboratorio and Radicale – each one designed for different ways of using the kitchen but all ensuring a high degree of both aesthetic and functional personalisation. On the Laboratorio kitchen (pictured), the functions are grouped together in a volume in the centre of the room, with a single worktop where everything is to hand. The vertical elements take the form of eye-level storage surfaces and professional-style utensil racks. www.deltongo.it

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DADA, VVD, design Vincent Van Duysen Alla prima esperienza nel mondo della cucina, Van Duysen – da quest’anno art director del Gruppo Molteni & C e Dada – ha lavorato sul contrasto tra gli spessori esili dei fianchi e quelli forti dei piani di lavoro, integrati ai lavelli di pietra. Il telaio portante di alluminio consente di realizzare composizioni sospese; i pensili a soffitto, le credenze di vetro trasparente, i materiali tattili rendono ancora più leggero e fruibile lo spazio. Van Duysen took over as art director of Gruppo Molteni & C and Dada this year, and in his first piece of kitchen design focused on the contrast between the slimline sides and the extra-thick worktop, with its incorporated stone sinks. The aluminium support framework makes it possible to create wall-hung compositions; the wall units hung from the ceiling, the clear glass dressers and the use of tactile materials make the space even lighter and more usable. www.moltenigroup.com

FRANKE, Worktop Per soddisfare qualsiasi esigenza di personalizzazione, alla vasta collezione di lavelli e di elettrodomestici si aggiungono ora i piani su misura in Solid (nella foto) o in Quartz Surface. Il primo, stampato a caldo in termosaldatura, antibatterico, non poroso e riparabile, permette di creare superfici coordinate con gli elettrodomestici. Il secondo, di estetica più naturale, in 19 colori glossy e matt, ha proprietà esclusive in termini di igiene, resistenza alle macchie e al calore. To satisfy any kind of need for personalisation, this huge collection of appliances and sinks now also includes bespoke worktops, in Solid Surface (pictured) or in Quartz Surface. The former, hot moulded and thermo-welded, is antimicrobial, non-porous and repairable, and surfaces can be created that match the appliances. The second, which is more natural in appearance, comes in 19 glossy and matt colours, and offers exclusive properties in terms of hygiene and stain and heat resistance. www.franke.it

BORA, Basic, design Willi Bruckbauer Una rivoluzione tecnologica che determina la massima libertà progettuale e una nuova estetica perché la cappa aspirante è posta direttamente sul piano cottura. L’aspirazione del vapore avviene nel punto in cui si forma, annullando le dispersioni e assicurando un conseguente risparmio energetico. Imprigionando sul nascere le particelle di grasso liberate dagli alimenti durante la cottura, il filtro elimina inoltre qualsiasi odore dall’ambiente. A technological revolution that gives total design freedom and a whole new aesthetic, because the extraction hood is positioned actually on the hob. Fumes and steam are therefore eliminated at the very point at which they form, preventing them from dispersing and also saving energy. And in trapping the particles of fat released into the air from food as it cooks, the filter also prevents any smells developing in the kitchen. www.bora.com 559

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SCHIFFINI, Lepic, design Jasper Morrison Il designer progetta la sua prima cucina industriale, rispondendo a una mission al di là dalle mode e rispettando i canoni “super normal” che gli sono propri. Il voluto ritorno agli aspetti della tradizione si riconosce nelle ampie zone aperte, nell’attenzione ai dettagli, alle attrezzature, agli accessori creati ad hoc che ne completano l’utilizzo. Morrison presents his first industrially produced kitchen, responding to the mission for a design that transcends passing fashions and respects the “super normal” ideal she has made his own. The deliberate return to traditional aspects can be seen in the generous open areas, in the attention to detail, the equipment, and the specially created accessories that complete the scheme. www.schiffini.com

OFFICINA ALESSI, Strongman, design Marcel Wanders Alessi Circus raggruppa la nuova, vasta famiglia di accessori per la tavola e per la casa che il designer olandese dedica al mondo circense: ventinove pezzi per il brand Alessi e cinque per Officina Alessi in edizione limitata (999 numerati e 9 prove d’autore), di cui Strongman, lo schiaccianoci, fa parte. Una collezione coloratissima, in acciaio inossidabile con disegni geometrici smaltati o in banda stagnata, con dettagli di bone china e di vetro. Alessi Circus brings together the new extended family of home and tableware accessories with which the Dutch designer celebrates the world of the circus: 29 items for the Alessi brand and five for Officina Alessi in a limited edition (999 numbered pieces and nine artistic copies), of which the Strongman nutcracker is one. A brightly-coloured collection in stainless steel with geometric patterns in coloured enamel or tin plate and bone china and glass details. www.alessi.com/circus

GAGGENAU, Vario Serie 400 Questi piani semiprofessionali a induzione permettono di posizionare liberamente pentole di qualsiasi forma e dimensione, non avendo aree attive predefinite. Realizzati in acciaio inox (mm 3 di spessore), sono dotati di comandi elettronici di acciaio massiccio, la cui tecnologia integrata consente una regolazione estremamente precisa. These semi-professional induction hobs allow cooking receptacles of any shape or size to be positioned freely on their surface since there are no pre-defined cooking areas. Made of 3mm-thick stainless steel, they are equipped with electronic controls made of solid steel, whose integrated technology regulates the settings with extreme accuracy. www.gaggenau.com

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TONCELLI, Essence La novità è data dall’utilizzo del legno fossile di faggio, prezioso elemento decorativo qui utilizzato con un trattamento d’avanguardia certificato dall’Università La Sapienza di Roma, che lo rende supporto pratico malgrado la problematicità dell’ambiente cucina. Il sistema, oltre a soddisfare il binomio artigianalità/ innovazione, supera la tradizionale dicotomia gola/maniglia con una nuova tipologia di apertura, di estetica essenziale, resa possibile dalla lavorazione manuale. Toncelli’s latest offering features the use of fossil beech wood, an exquisitely decorative kind of timber seen here with an advanced finish certified by Rome’s La Sapienza University, which turns it into a practical material even in a space as problematic as a kitchen. The system not only succeeds in bringing together craftsmanship and innovation, but also transcends the traditional issue of handle versus grooved fingergrip with a new kind of opening that is aesthetically simple and hand crafted. www.toncelli.it

FALMEC, Sophie Circle, Emo Design Una nuova linea di cappe caratterizzata da un rivoluzionario sistema che integra le funzioni di aspirazione e filtrazione senza la necessità di canalizzazione dei fumi. L’aria in uscita attraversa il corpo cilindrico di filtri speciali che avvolgono il motore, ottenendo in uno spazio ridotto (diametro cm 54, altezza cm 39,2) una superfice filtrante corrispondente a una cappa standard di circa 120 cm. Eccellenti i valori di aspirazione, capacità di filtrazione e silenziosità, grazie al motore Circle.Tech. A new range of hoods featuring a revolutionary system that incorporates extraction and filtering functions without any need to channel the fumes. The air being removed crosses the cylindrical body of special filters surrounding the motor, in a unit which in very little space (diameter 54 cm, height 39.2 cm) includes a filter surface as efficient as one fitted into a standard 120-cm hood. Excellent extraction values, filtering capability and noiseless operation are all achieved thanks to the Circle.Tech motor. www.falmec.com

ILVE, Modular Techno Metro Destrutturata e totalmente realizzata in acciaio inox 304, propone un nuovo concetto di cucina, con pannelli formati da un guscio di acciaio con riempimento di Litex, materiale alleggerito, inerte e riciclabile. Sulla struttura “a cavalletto” si possono combinare soluzioni infinite, adatte a ogni ambiente. La completano sofisticati elettrodomestici professionali: dal forno trivalente – vapore, multifunzione, microonde – all’abbattitore con sistema di cottura a bassa temperatura. Deconstructed and made entirely of 304 stainless steel, this is a new kitchen concept, with panels made from a steel shell filled with Litex, an inert, recyclable, lightweight material. Endless solutions suited to any space can be created on the trestle-style structure. The system is completed by sophisticated professional appliances: from the three-function oven (steam, multi-function, microwave) to the blast chiller with low-temperature cooking system. www.ilve.it

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SANWA COMPANY, Ceragino Compatta ed essenziale, è la sintesi dell’esperienza accumulata dall’azienda giapponese in tema di spazi ridotti perché riassume in pochi centimetri (cm 120 di lunghezza x 65 di profondità x 85 di altezza) le funzioni basiche della cucina centro stanza o a parete. È disponibile con finitura ceramica nei colori grigio chiaro o scuro, con elettrodomestici personalizzati.

Compact and simple in design, this kitchen is an expression of the essence of the experience the Japanese firm has built up in the area of reduced spaces, because it contains in a very limited space (120 cm in length, 65 cm in depth and 85 cm in height) all the basic functions of an island or wall kitchen. It comes with a ceramic finish in pale or dark grey, with personalised appliances. www.sanwacompany.co.jp

BOSA, Table Collection, design Jaime Hayon Una collaborazione più che decennale quella del designer madrileno con Bosa, che ha portato alla realizzazione di numerosi progetti, tutti ispirati al gioco e all’ottimismo. La nuova collezione – tazze, piatti, ciotole, brocca e persino sale e pepe – è prodotta in grès e smalto bianco lucido, con dettagli in oro 24 carati e decori in nero realizzati manualmente in diverse varianti grafiche (ma va in lavastoviglie). The Madrid designer’s collaboration with Bosa, which began over a decade ago, has led to the creation of numerous designs, all inspired by the themes of play and optimism. This new collection of cups, plates, bowls, a jug and even a salt cellar and pepper pot is made of stoneware with a shiny white glazed finish, and details in 24-carat gold and various hand-painted black decorations. All the items are dishwasher safe. www.bosatrade.com

SCAVOLINI, Ki, design Nendo Il focus, in seguito esteso al bagno, ruota attorno ai due oggetti pensati per sostituire i pensili: il contenitore e la mensola di legno. “Ki” in giapponese significa appunto “vasca” e “legno”. Un total look assoluto, con ante, gole, schienali, zoccoli e piani pensati in un’unica finitura. L’anta con il lato maniglia sagomato e il top con profilo inclinato a 45° assicurano l’apertura delle basi e dei cestoni. The focus of this design, subsequently extended to the bathroom, are the two objects designed to replace the wall units: the storage unit and the wooden shelf. “Ki” in Japanese simultaneously means “container” and “wood”. An absolute total look, with fronts, grooves, backs, plinths and surfaces all with the same finish. The front with the shaped handle at the side and the top with edge slanting at 45° open the base units and deep drawers. www.scavolini.com

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XERA CUCINE, Ghost, design Daniele Lo Scalzo Moscheri La cucina si caratterizza per l’anta a telaio, realizzata con un unico foglio di lamiera, che consente la combinazione con qualsiasi materiale. Ghost è lineare, ma l’accostamento con le diverse finiture – come l’acciaio brunito e il mogano marino – ne esaltano l’estetica. Accanto ai volumi delle basi e delle colonne, è prevista la leggera libreria di metallo. The kitchen is characterised by the framed front, made from a single piece of sheet metal, which means that it can be combined with any other materials. Ghost is linear, but the combination of different textures, such as burnished steel and marine mahogany, give added aesthetic appeal. Alongside the volumes of the base and tall units is a lightweight metal bookcase. www.xeraonline.com

ABIMIS, Ego Prodotta con acciaio AISI 304, biologicamente neutro, con altissima resistenza al calore (fino a 500°C) e totalmente riciclabile, la cucina è realizzabile su progetto e si caratterizza per la cura artigianale con cui sono costruiti vani e piani di lavoro. L’anta raggiata a filo battente è perfettamente integrata nella struttura. La cerniera cardine, di nuova concezione, brevettata e invisibile, non necessita di regolazione. This kitchen is made of AISI 304 stainless steel, a biologically neutral material that is particularly heat resistant (up to 500°C) and fully recyclable. It can be customised, and production is characterised by the workmanship that goes into the construction of the units and worktops. The fronts with rounded corners are set perfectly flush into the unit. The newly-designed (and patented) invisible hinge requires no adjustment. www.abimis.com 559

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CESAR, Unit, design García Cumini Un sistema autoportante, libero dal vincolo della parete. Il gioco tra la finitura delle ante e della struttura di alluminio (tre le varianti) crea composizioni personalizzate, in cui i singoli volumi sono delimitati su tre lati. Quattro i sistemi di apertura – con maniglia, push pull, con presa inside hook o a gola – 53 le finiture, dalle essenze ai laccati lucidi, strutturati o setosi, dai melamici ai metalli, al Fenix Ntm®. A self-supporting system that does not need to be attached to a wall. The interplay between the finish of the cabinet fronts and the aluminium frame (in three versions) creates personalised compositions, with the individual volumes delimited on three sides. There are four opening systems – handle, push-pull, with inside-hook or with fingergrip groove – 53 finishes, from various woods to glossy lacquerwork, textured or silky, melamines, metal and FenixNtm®. www.cesar.it

VALCUCINE, Genius Loci, design Gabriele Centazzo Nelle varianti a isola o a parete, si caratterizza per l’elemento del cassetto che, oltre a essere spazio organizzato nelle diverse funzioni, è segno grafico che attraversa la superficie – oggetto di massima personalizzazione quanto a finiture, dal legno intarsiato alla pietra e al vetro molato fino ai metalli trattati – inclinato e leggermente sporgente o a filo anta. Ridisegnati anche il piano di lavoro e l’altezza dello zoccolo. La cucina è integrabile allo schienale ergonomico Air Logica System, che ospita le attrezzature di servizio sfruttando la profondità delle basi. In both the island and wall versions, the kitchen is characterised by the drawer element which, as well as being a space organised into different functions, is a graphic feature in its own right that crosses the surface – offering endless opportunities for personalised finishes, from inlaid wood and stone to bevelled glass and treated metal – tilting slightly and protruding slightly or flush with the front. The worktop and plinth height have also been redesigned. The kitchen can include the ergonomic Air Logica System back section, which houses useful items by exploiting the depth of the base units. www.valcucine.it


HOTPOINT, Day1 L’esclusivo dispositivo Active Oxygen 2.0 rilascia molecole di ossigeno attivo che non solo prolungano la vita dei cibi mantenendo intatte le proprietà organolettiche, ma prevengono la formazione dei batteri (al 90%) e riducono i cattivi odori (fino al 70%). L’innovativo sistema Total No Frost HD mantiene costante la temperatura interna grazie all’omogenea circolazione dell’aria fredda. La tecnologia Super Freeze+, unica sul mercato, permette di congelare in metà tempo gli alimenti da 70°C a -18°C. Nelle profondità di cm 68 o 72, con maniglie laterali a filo. The exclusive Active Oxygen 2.0 device releases active oxygen molecules, which not only extend the life of food, helping to retain its flavour and aroma, but also prevents the formation of up to 90% of bacteria and reduce unpleasant smells (up to 70%). The innovative Total No Frost HD system maintains a constant temperature inside, thanks to uniform cold air circulation. Unique Super Freeze+ technology freezes food in half the time it normally takes to reduce the temperature from 70° C to -18° C. It comes in depths of 68 or 72 cm, with flush-fitting handles at the side. www.hotpoint.it

ARRITAL, AK_04, design Franco Driusso La nuova versione si veste di un sottile pannello di acciaio di mm 6, con spigoli saldati, applicato al telaio brevettato di alluminio estruso (con maniglia integrata), assecondando le esigenze funzionali dell’alta cucina. Il sistema è abbinabile anche al vetro, al Paperstone® (costituito da fibre di carta e cartone riciclati amalgamati da resine naturali), al Fenix Ntm®, al Corian® e ai laccati. La ricerca sui legni tranciati ha permesso di utilizzare le essenze al naturale, mantenendo i nodi e le spaccature del rovere antico, spazzolato o termotrattato. The new version is clad in a 6mm-thick steel panel, with welded corners, which is applied to the patented extruded aluminium frame (with incorporated handle), thus catering to the functional requirements of haute cuisine. The system can also be combined with glass, Paperstone® (a material made of recycled paper and cardboard amalgamated with natural resins), Fenix Ntm®, Corian® and lacquered finishes. Research into wood-sawing methods has made it possible to use natural woods and retain the knots and cracks in ancient oak, which is also brushed and heat-treated. www.arritalcucine.com

BOFFI, Code, design Piero Lissoni Il sistema si pone come partner ideale di progetti bespoke relativi al bagno, alla cucina, alle armadiature: alto artigianato in grado di aderire alle certificazioni internazionali (ISO 9001 e 14001) in soluzioni pressoché infinite. Tra i materiali, qui riferiti alla cucina, il raro rovere fossile Abonos Oak, estratto dai fondi fluviali, valorizzato da lavorazioni a pettine, tagli, finiture e dettagli. Elettrodomestici e piani di lavoro sono altrettanto personalizzabili. The system makes an ideal choice for bespoke bathroom, kitchen and cabinet designs, with craftsmanship of such a high level as to be awarded international certification (ISO 9001 and 14001) and available in a virtually endless array of solutions. The materials selected (shown here are those used for kitchens) include the rare Abonos Oak, a fossil timber extracted from river beds, enhanced by various cutting, finishing and detailing processes. The appliances ad worktops can also be personalised. www.boffi.com 559

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KEYCUCINE, Metalwood, design Benedini Associati Il claim dell’azienda è “una ad una”, cioè realizzare ciascun elemento su progetto, assecondando le esigenze di chi lo utilizza. Questa cucina di memoria, pensata anche in soluzioni freestanding, ha moduli a due o quattro elementi di legno di rovere naturale o laccato (carta da zucchero, salvia, petrolio o antracite), con piani di marmo o di acciaio. The company’s “one by one” claim is a reference to the fact that each element is individually customised, catering precisely to the client’s needs. This nostalgic kitchen, available also in freestanding versions, has modules of two or four oak elements, which can be natural or lacquered (dark blue, paraffin blue, sage or anthracite), and have marble or steel tops. www.keysbabo.com

FOSTER, 1V Filotop I lavelli presentano un esclusivo concept di invasi multipli completati da accessori che possono scorrere in modo indipendente lungo il bordo o sul fondo per agevolare ogni funzione (sciacquare, scolare, pulire…). Come le griglie Black che possono essere alloggiate a filo top, a copertura delle vasche, o sul fondo per lo scolo delle stoviglie. The hoods feature an exclusive multiple-recess concept complete with accessories that can run independently along the edge or back to facilitate rinsing, draining and cleaning operations. The Black grilles can be housed flush with the worktop, covering the sink basins, or at the back for draining crockery items. www.fosterspa.com

ERNESTOMEDA, K-Lab, design Giuseppe Bavuso Gli elementi a giorno sono caratterizzati dalla scelta del materiale della struttura, il metallo spazzolato, in una cucina di memoria che trae ispirazione dai grandi banchi industriali. Un gioco di vuoti e pieni, che comprende la base giorno accessoriabile con attrezzature estraibili, con finiture lignee ricavate dalle traversine bonificate dei treni. The open elements are characterised by the material chosen for the structure, brushed metal, on a nostalgic kitchen inspired by old factory benches. An interplay of solids and voids, which comprises an open base unit can be accessorised with pull-out equipment, and wood finishes made from salvaged railway track sleepers. www.ernestomeda.it

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SMALLER OBJECTS, Little Big Ear, design Luca Nichetto Il brand svedese, fondato lo scorso anno da Claesson Koivisto Rune, comprende oggetti rigorosamente di design, di piccole dimensioni, selezionati, utili ed esteticamente ben risolti. A Luca Nichetto è stato chiesto il progetto di una tazzina per espresso. Di porcellana, bianca, priva di decori, Little Big Ear si caratterizza per il manico continuo, spazio minimo progettato per tenere saldamente la tazza tra le dita. This Swedish brand, founded last year by Claesson Koivisto Rune, is made up of a series of small, selected designer items that are useful as well as having great aesthetic appeal. Luca Nichetto was asked to design an espresso cup. Made of white porcelain and with no decoration, Little Big Ear is striking for its original handle, which represents the minimum area needed to hold the cup firmly between the fingers. www.smallerobjects.com

SAMSUNG, Add Wash™ La nuova linea di lavasciuga, caratterizzata dal nuovo modello WD6000 che lava nove chili e ne asciuga sei, è dotata del programma esclusivo Air Wash, che in meno di un’ora rinfresca e igienizza il bucato. Il dispositivo di AddWashTM, ricavato nella parte superiore dell’oblò principale, consente di aggiungere in qualsiasi momento del ciclo di lavaggio i capi dimenticati. The new range of washer-dryers, characterised by the new WD6000 model, which washes nine kilos and dries six, is fitted with the exclusive Air Wash programme, which in less than an hour also freshens and sanitises the washload. The Add WashTM device, fitted to the upper part of the main porthole door, means that forgotten items can be added to the wash at any time. www.samsung.com/it

DOIMO CUCINE, Soho La libreria, con struttura modulare di metallo verniciato nero e ripiani laccati o di legno, rappresenta il trait-d’union tra il living e la cucina, pensata con un’isola centrale dotata di piano modulare ed elementi a colonna con ante di castagno nero. This bookcase, with a modular structure in black painted metal and lacquered or wooden shelves, serves as the point of connection between the living area and kitchen, with a central island fitted with a modular top and tall elements with black chestnut fronts. www.doimocucine.it

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EFFETI, Touch, design Giancarlo Vegni Le novità sono date dall’assenza dei fianchi di riporto e dall’utilizzo dell’innovativo Marmotech che, combinando l’unicità della pietra con la duttilità del legno a listelli, consente di ottenere piani di lavoro di grandi dimensioni, ben oltre i consueti tre metri. L’elemento evocativo – la tradizione è una costante per l’azienda toscana – è dato dal pedale, motivo ricorrente nelle cucine degli anni 50 e alternativo all’apertura motorizzata a sensori. The new features here are the absence of sides and the use of the innovative Marmotech, which combine the unique quality of the stone with the ductility of the wooden slats, to create worktops that are much longer than the standard three metres. The most striking feature – the Tuscan firm always likes its kitchens to have a traditional touch – is the pedal, a recurring feature of 1950s kitchens and an alternative to the power-operated sensor opening system. www.effeti.com

ARCLINEA, Principia, design Antonio Citterio Il tema degli “spazi dedicati”, retaggio della cucina orientale, è interpretato suddividendo Principia in Wet Kitchen – la cucina di servizio – e Show Kitchen – quella di rappresentanza. Interessante la soluzione dell’anta a cornice e delle fresature verticali di legno con finitura ‘ruvida’, integrate alle colorazioni dell’acciaio inox ottenute con tecnologia PVD (Physical Vapour Deposition) che agisce attraverso l’evaporazione delle molecole di titanio. The theme of “dedicated spaces”, which comes from oriental kitchens, is interpreted by sub-dividing Principia into a Wet Kitchen – the galley where all the work is done – and a Show Kitchen – a representative space to be displayed. It has attractive framed fronts with wood that has been vertically machined to produce a “rough” finish, combined with the colour effects produced on the steel surfaces using so-called PVD (Physical Vapour Deposition) technology, which gives them a titanium coating. www.arclinea.com

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OPINIONS

Il ritorno del Ponte sullo Stretto The Return of the Bridge over the Strait of Messina TXT_GIannI BIondIllo

Dai tempi degli antichi romani ci si arrovella su come collegare stabilmente la Sicilia alla Calabria tra difficoltà costruttive, costi smisurati e battaglie politiche. Nella sorpresa generale, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha da poco rilanciato il progetto. Ma ha ancora senso parlarne? Ever since Roman times people have been racking their brains over how to create a permanent link between Sicily and Calabria. Plans for a bridge have been beset by difficulties linked to construction, huge costs and political struggles. To everyone’s surprise, Prime Minister Matteo Renzi has recently revived this project. But does it make sense to discuss this now? Quand’ero bambino mia madre mi raccontava di quando suo padre spedì a Roma un progetto per il Ponte di Messina che chiudeva definitivamente l’annosa questione dello Stretto. E io mi figuravo questo vecchio nonno che non ho mai conosciuto, col panciotto e i baffi a manubrio, questo falegname siciliano che spediva in un plico sigillato con la ceralacca la sua idea geniale probabilmente protocollata con altre centinaia di idee geniali che ogni anno venivano poi stipate in chissà quale polveroso archivio ministeriale. Forse è per questo che per me il Ponte sullo Stretto resta una chimera del secolo scorso. Risentirne parlare oggi fa molto vintage. Certo, un monumento dove apporre nel bronzo il proprio nome è molto più glamourous che la noiosa manutenzione del territorio sfinito dove viviamo. Il ponte illude e porta voti, ma non è con un’illusione del Novecento che si porta l’Italia nel Ventunesimo secolo. C’è da bonificare e mettere in sicurezza dai dissesti idrogeologici e dai terremoti l’intera nazione. Questo è il vero progetto innovativo che dovremmo perseguire. Poi, solo poi, fra un paio di generazioni, potremo iniziare a sognare il ponte. Magari proprio quello di mio nonno. 146

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When I was a child my mother told me the story of the time her father sent – to Rome - a plan for a bridge across the Strait of Messina which would provide a definitive solution to this age-old problem. And I imagined this elderly grandfather, whom I never knew, with a waistcoat and handlebar moustache, this Sicilian carpenter sending off his brilliant idea in an envelope sealed with wax, which was probably then filed away in who knows what dusty ministerial archive along with the hundreds of other brilliant ideas that arrived each year. Perhaps it is for this reason that for me the bridge over the strait remains a pipedream of the last century. Hearing people talk about it today sounds like something from another age. Sure, a monument on which you can have your name written in bronze is much more glamourous than the tedious maintenance of the worn-out territory in which we live. The bridge both deludes people and brings votes, but it is not with an illusion of the 20th century that we can take Italy into the 21st. We need to deal with the risks of flooding and make the entire nation safe from earthquakes. This is the only truly innovative project that we should be pursuing. Then, and only then, in a couple of generations, can we start to dream about this bridge. Perhaps even my grandfather’s one


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