Fondamenta della salute fegato cistifellea consumatori

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LE FONDAMENTA DELLA SALUTE FEGATO, CISTIFELLEA E VIE BILIARI



LE FONDAMENTA DELLA SALUTE FEGATO, CISTIFELLEA E VIE BILIARI a cura di Giorgini Dr.ssa Beatrice Con la collaborazione di: Giorgini Dr. Federico e Giorgini Dr. Filippo



Indice generale

Avvertenze

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Introduzione: il sistema epato-biliare

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Capitolo I: un super lavoro del fegato causa una diminuzione della bile prodotta

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Capitolo II: cosa causa una scarsa produzione di bile

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Capitolo III: come avviene la neutralizzazione delle tossine da parte del fegato e quali nutrimenti sono necessari

pag. 15

Capitolo IV: sui grassi alimentari e in particolare sugli acidi grassi insaturi essenziali

pag. 19

Capitolo V: le principali erbe per il fegato e la cistifellea

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Capitolo VI: segni e sintomi di uno squilibrio epato-biliare. Diagnosi e approccio terapeutico

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Tavola comparativa: integratori per il benessere di fegato e cistifellea

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Bibliografia

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AVVERTENZE Il Dr. Giorgini ricorda ai propri affezionati Consumatori che gli integratori alimentari non sono medicinali e perciò non possono vantare proprietà curative e/o preventive di alcun tipo. La loro funzione non va in alcun modo ritenuta sostitutiva di ogni trattamento terapeutico che si renda necessario per risolvere problematiche di tipo patologico, in presenza delle quali si raccomanda di consultare sempre il parere del medico. Gli integratori alimentari, infatti, sono, come evidenziato dal loro nome, prodotti nati per integrare l’alimentazione e possono rivendicare per i propri costituenti solo effetti nutritivi e/o fisiologici atti a sostenere e coadiuvare le normali funzioni organiche tipiche di un organismo sano. In caso di malattie o disfunzioni croniche, pertanto, si invita a valutare insieme al medico l’eventualità di un integrazione nutrizionale di supporto. Gli integratori alimentari, inoltre, non vanno intesi come sostituti di una dieta variata ed equilibrata, devono essere utilizzati nell’ambito di uno stile di vita sano e senza superare la dose giornaliera raccomandata. Ricordiamo che per conoscere il campo d’applicazione di un determinato integratore alimentare è necessario consultare la confezione del prodotto, nella quale vengono riportate tutte le informazioni necessarie per il corretto uso dell’integratore alimentare (claim salutistico, modalità d’uso, ingredienti, tabella nutrizionale ed avvertenze specifiche). Gli integratori alimentari, riportati a margine di ogni sintomo, non vanno intesi come curativi o preventivi di quel sintomo. Gli integratori indicati possono, invece, esercitare un’azione coadiuvante in base alle proprietà nutrizionali e/o fisiologiche riconosciute per gli ingredienti contenuti, finalizzata, in particolare, a: drenare, depurare, fluidificare lenire nutrire regolare, riequilibrare, modulare rilassare, limitare, contrastare sostenere, ricostituire, stimolare, tonificare Sostenendo le funzioni organiche atte a ripristinare e mantenere il benessere negli ambiti organici qui di seguito complessivamente indicati: -

equilibrio acidità gastrica apparato cardio-vascolare appetito assimilazione nutrienti (modulazione-limitazione) azione astringente carboidrati, metabolismo dei cellulite circolazione del sangue circolazione venosa, plesso emorroidario colesterolo e trigliceridi, metabolismo del connettivo, trofismo del disturbi del ciclo mestruale disturbi della menopausa equilibrio flora intestinale (funzione probiotica, prebiotica) equilibrio flora batterica orale gas intestinali funzione cognitiva funzione epatica, biliare e digestiva funzione galattogoga

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liquidi corporei, gambe pesanti membrane cellulari memoria mentale metabolismo (carboidrati, lipidi: trigliceridi e colesterolo) microcircolo mucose (oro-faringee, apparato respiratorio, vie urinarie) naso, gola naturali difese nausea normale volume e consistenza delle feci ossa pelle, unghie e capelli peso corporeo pressione arteriosa prime vie respiratorie processo di sudorazione prostata secrezioni bronchiali senso di fame, sazietà sonno stanchezza fisica e mentale stress stress-ossidativo tensioni localizzate tono dell’umore tono della voce transito intestinale, motilità gastro-intestinale vie urinarie vista

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Non da ultimo, si ricordano le avvertenze specifiche riportate sulla confezione dei prodotti e previste dalla normativa di settore per determinate condizioni d’uso o a seguito della presenza di particolari ingredienti. Le avvertenze specifiche che possono essere previste in alcuni prodotti del Dr. Giorgini sono quelle qui di seguito riportate: -

prodotti coadiuvanti per la riduzione del peso corporeo: in caso di impiego del prodotto nell’ambito di diete prolungate, superiori a 3 settimane, si consiglia di sentire il parere del medico. Per ottenere risultati nella riduzione del peso corporeo è sempre necessario seguire una dieta ipocalorica adeguata e praticare attività fisica;

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prodotti consigliati per bambini al di sotto dei 3 anni di età: per l’uso del prodotto sotto i 3 anni si consiglia di sentire il parere del medico;

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prodotti contenenti caffeina: non raccomandato per i bambini e durante la gravidanza;

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prodotti contenenti cimicifuga: non superare le quantità di assunzione indicate. Per l’uso del prodotto e per la durata della sua assunzione si consiglia di consultare il medico. Il prodotto non va comunque utilizzato in disfunzioni e malattie epatiche e renali;

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prodotti contenenti creatina, miscele complesse di aminoacidi o aminoacidi ramificati: non utilizzare in gravidanza e nei bambini, o comunque per periodi di tempo prolungati senza sentire il parere del medico;

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prodotti contenenti ginkgo biloba: se si stanno assumendo farmaci anticoagulanti o antiaggreganti piastrinici, consultare il medico prima di assumere il prodotto. Si sconsiglia l'uso del prodotto in gravidanza e durante l'allattamento;

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prodotti contenenti iperico: se si assumono dei farmaci, prima di utilizzare il prodotto chiedere il parere del medico perché l’estratto di iperico può interferire sul loro metabolismo inibendone anche l’attività. L’estratto d’iperico è controindicato in età pediatrica e nell'adolescenza;

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prodotti contenenti miscele generiche di bioflavonoidi: non utilizzare in gravidanza;

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prodotti contenenti monacolina da riso rosso fermentato: per l'uso del prodotto si consiglia di sentire il parere del medico. Non usare in gravidanza, durante l’allattamento e in caso di trattamento con farmaci ipolipidemizzanti;

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prodotti contenenti sinefrina (da scorze di frutti immaturi di arancio amaro): si sconsiglia l’uso del prodotto in gravidanza, durante l’allattamento e al di sotto dei 12 anni. Consultare il medico prima dell’uso se le condizioni vascolari non sono nella norma;

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prodotti contenenti saw palmetto (Serenoa repens): si sconsiglia l'uso in donne in età fertile e in soggetti di entrambi i sessi in età prepubere.

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prodotti contenenti steroli vegetali: l’assunzione di questo integratore alimentare va prevista nel quadro di una dieta varia e bilanciata, che comporti il consumo regolare di frutta e verdura così da contribuire a mantenere adeguati i livelli di carotenoidi. Non superare la dose giornaliera raccomandata evitando il consumo di oltre 3 g di steroli vegetali al giorno. Non adatto dal punto di vista nutrizionale per le donne in gravidanza, donne che allattano e ai bambini di età inferiore a 5 anni. Il prodotto non è destinato alle persone che non hanno la necessità di controllare i livelli di colesterolo nel sangue. Le persone che assumono farmaci ipocolesterolemizzanti (per abbassare il colesterolo) dovrebbero assumere il prodotto soltanto sotto controllo medico.

Si invita, pertanto, il consumatore che si trovasse in una delle specifiche situazioni di rischio comprese tra quelle sopra indicate a consultare con particolare attenzione le avvertenze del prodotto, reperibili anche direttamente sul sito www.drgiorgini.it scaricando le schede specifiche relative a ciascun integratore. Il Dr. Giorgini non si assume nessuna responsabilità in caso di impiego dei prodotti non conforme alle suddette avvertenze o non rispondente all’insieme delle raccomandazioni esposte nel presente capitolo.

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INTRODUZIONE IL SISTEMA EPATO-BILIARE Il Fegato è la ghiandola più grande del corpo umano, può pesare fino a 1,5 kg e si trova nella cavità addominale superiore destra, dietro le coste. Il Fegato è un organo estremamente complesso, gestisce un numero elevatissimo di diverse funzioni, ed è responsabile della trasformazione, distribuzione e mantenimento del “carburante metabolico” (sostanze nutritive ed energia), indispensabile per l’intero organismo, oltre che per l’eliminazione della maggior parte delle scorie cataboliche interne e delle sostanze nocive ingerite. Le funzioni del fegato sono espletate dalle cellule epatiche: gli epatociti. -

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Il fegato svolge numerose funzioni nel metabolismo dei carboidrati e delle proteine: - la gluconeogenesi, ovvero la sintesi del glucosio a partire da alcuni amminoacidi, dall'acido lattico, dal glicerolo (glicerina); - la glicogenolisi, ovvero la formazione del glucosio dal glicogeno (avviene anche all'interno dei muscoli); - la glicogenosintesi, ovvero la sintesi del glicogeno di scorta, a partire dal glucosio; - la demolizione (ricambio o rinnovamento continuo) dell'insulina e di altri ormoni; - la produzione di ormoni - il metabolismo delle proteine. Il fegato, inoltre, interviene nel metabolismo dei lipidi: - sintesi del colesterolo e dei trigliceridi. Il fegato produce i fattori di coagulazione: - I (fibrinogeno), II (trombina), V, VII, IX, X e XI, nonché la proteina C, la proteina S e l'antitrombina. Il fegato funge da deposito per numerose sostanze, tra cui: - il glucosio (come glicogeno), la vitamina B12, il ferro e il rame - gli acidi grassi insaturi (essenziali). Nel feto fino al terzo mese, il fegato è la sede principale della produzione di globuli rossi; viene rimpiazzato in questo compito dal midollo osseo alla 32ma settimana di gestazione. Il sistema reticoloendoteliale del fegato contiene numerose cellule specializzate del sistema immunitario che agiscono da "filtro" nei confronti degli antigeni trasportati dal sistema della vena porta. Il fegato demolisce numerose sostanze tossiche e numerosi farmaci. Il fegato converte l'ammoniaca in urea. Il fegato produce e secerne la Bile. Parte della bile viene riversata direttamente nel duodeno, parte viene accumulata nella cistifellea.

Tenendo conto di tutte queste importantissime funzioni, risulterà facile comprendere, gli squilibri e i danni alla salute, provocati da tutto ciò che interferisce con il normale svolgimento delle funzioni epatiche. A tal proposito, ricordiamo le più frequenti alterazioni e patologie del Fegato:

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l'epatite: infiammazione del fegato, viene causata da vari virus, ma anche da alcune sostanze tossiche, da malattie autoimmuni e da condizioni ereditarie la cirrosi epatica: è la formazione di tessuto fibroso all'interno del fegato in sostituzione degli epatociti morti. La morte delle cellule epatiche può essere causata da epatite virale, alcolismo o intossicazione da altre sostanze tossiche; l'emocromatosi: è un disturbo ereditario che causa l'accumulazione di ferro nel corpo, portando nel lungo periodo ad un danno per il fegato; la steatosi epatica: accumulo di lipidi nel fegato tumori benigni: come l'adenoma, l'angioma, l'iperplasia focale nodulare il cancro del fegato: primario come carcinoma epatocellulare o colangiocarcinoma oppure come metastasi di cancro in altre zone dell'apparato digerente la malattia di Wilson: è un disturbo ereditario che causa l'accumulo di rame nel corpo la colangite sclerosante primitiva: una malattia autoimmune infiammatoria a carico del dotto biliare L’organo direttamente connesso al Fegato, sia da un punto di vista anatomico che funzionale, è la Cistifellea o Vescica Biliare. La Cistifellea è un organo piriforme lungo 7-10 cm e con una capacità di 50 ml, di colore grigio o verde. È localizzata nella porzione anteriore della faccia inferiore del fegato. Il suo compito è quello di immagazzinare la bile prodotta dagli epatociti che verrà utilizzata durante i processi digestivi. Il dotto cistico, che origina dalla cistifellea, si unisce al dotto epatico, per formare il coledoco. Il coledoco scende verso il basso passando dietro il duodeno ove sbocca, dopo averne attraversato la parete, in corrispondenza della sua seconda porzione. La parte terminale del coledoco è circondata da una piccola formazione muscolare (lo sfintere di Oddi), che con la sua contrazione o il suo rilasciamento regola il deflusso della bile. Il punto di sbocco nel duodeno è caratterizzato da una rilevatezza della mucosa duodenale (detta papilla di Vater), nella quale ha il suo punto di uscita anche il dotto pancreatico principale. Le patologie più frequenti della Cistifellea sono: - calcolosi - restringimenti infiammatori o cicatriziali - tumori - processi infiammatori (colecistite) - perforazioni Spesso, questi quadri patologici, comportano un ostacolo al flusso della bile e quindi l’insorgere di un ittero (colorazione giallastra più o meno accentuata della cute del corpo e delle mucose, dovuta ad aumento della quantità di bilirubina travasata nel sangue). Come già accennato, il compito della Cistifellea, è quello di produrre, immagazzinare e liberare la Bile. La Bile è un liquido vischioso di colore giallo oro, di sapore amaro, secreto dal fegato. La Bile viene prodotta in continuazione dalle cellule epatiche ed immessa in un sistema di canali, i quali confluiscono nel coledoco. Il passaggio della Bile nell’intestino avviene solo periodicamente, durante la digestione degli alimenti. Nei periodi di tempo intermedi essa si accumula e si concentra nella Cistifellea. Normalmente il Fegato produce 700-800 ml di Bile nelle 24 ore e l’intensità massima della secrezione si raggiunge 5-6 ore dopo il pasto. Una volta che la Bile è giunta nella Cistifellea viene concentrata: vengono riassorbiti sali minerali ed acqua, e il suo volume si riduce a circa 50 ml. La Bile è costituita da: acqua (82%), acidi biliari (12%), lecitina ovvero fosfolipidi (4%),

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colesterolo non esterificato (0.7%), componenti minori (1.3%), quali bilirubina coniugata, proteine, elettroliti, muco e farmaci. Gli Acidi Biliari che compongono la Bile (acido colico e chenodesossicolico), vengono prodotti dalle cellule epatiche a partire dal Colesterolo e, successivamente, uniti a due aminoacidi, la Glicina e la Taurina da questo processo deriva, di conseguenza, la formazione dei Sali Biliari. Assumendo integratori alimentari che contengono Glicina e Taurina si aiuta la produzione di Bile, essendo questi suoi precursori (e si consuma del colesterolo e quindi si abbassa!). Una volta giunti nell’intestino, i Sali Biliari, vengono modificati dalla flora batterica, che li scinde in Glicina, Taurina e Acidi Biliari, i quali, a loro volta, sono in parte trasformati in Acidi Secondari: acido desossicolico e litocolico. A livello del tratto terminale dell’intestino tenue, i Sali Biliari vengono riassorbiti e ritornano al fegato attraverso la vena porta. La funzione della Bile ed in particolare dei Sali Biliari, è una funzione “detergente”, che permette l’emulsione, la solubilizzazione e l’assorbimento intestinale dei grassi (tra i quali i preziosi acidi grassi insaturi o essenziali, che il nostro organismo non produce e per i quali dipende dall’alimentazione e… dalla loro digestione) e la digestione delle lipo-proteine (glutine) emulsionate con proteasi e lipasi. La Bile è composta anche da Bilirubina, un pigmento derivato dalla demolizione dell’emoglobina, contenuta nei globuli rossi e della mioglobina, contenuta nel tessuto muscolare, la cui concentrazione in circolo aumenta in numerose patologie epato-biliari (ittero). L’insufficienza Biliare e i Calcoli alla Cistifellea, sono due condizioni estremamente frequenti, spesso misconosciute, e che provocano una serie notevole di squilibri e di disagi, raramente ricollegati a questa causa, e quindi curati nel modo giusto. In questa breve presentazione, cercheremo di chiarire proprio questi aspetti.

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CAPITOLO I UN SUPER LAVORO DEL FEGATO CAUSA UNA DIMINUZIONE DELLA BILE PRODOTTA Come abbiamo detto le funzioni principali del Fegato sono quelle di: - neutralizzare tutte le tossine, affinché possano essere eliminate dal corpo (in forma idrosolubile e liposolubile) - produrre la Bile (attraverso cui eliminare anche una parte delle tossine neutralizzate) - produrre gli aminoacidi che servono per formare le proteine - produrre l’urea per neutralizzare ed eliminare l’ammoniaca (NH3), che già a bassissime concentrazioni può danneggiare il sistema nervoso (e concorrere a causare il coma epatico) - produrre le proteine del sangue (albumina, fattori di coagulazione…) la cui carenza può causare edemi e ascite (il filtrato plasmatico viene rilasciato nella cavità peritoneale) - accumulare gli acidi grassi, come riserve a lungo termine di eccellente valore energetico (una forma di energia per il cervello e per il cuore, oltre al glucosio) e per la formazione delle membrane cellulari - accumulare lo zucchero sotto forma di glicogeno (una riserva energetica per tutto il corpo) Per realizzare questi compiti indispensabili il fegato deve: -

essere funzionante (cioè tonico, nutrito e pulito, cioè depurato); ricevere tutti i nutrimenti necessari, compresi gli antiossidanti, per neutralizzare le tossine e per le altre funzioni.

Dunque, se la funzionalità epatica è buona e se l’alimentazione fornisce tutti i nutrienti necessari e qualcuna di queste funzioni viene meno o rallenta, la causa va ricercata solo nella quantità delle tossine che arrivano al Fegato per essere neutralizzate. La neutralizzazione è una operazione che, inevitabilmente, deve precedere l’eliminazione delle tossine! Le tossine arrivano al fegato: -

dall’alimentazione e dall’ambiente dal metabolismo cellulare (cataboliti) dalla continua putrefazione batterica nell’intestino crasso, le cui tossine passano in circolo e arrivano al fegato.

Se curiamo (e limitiamo nella quantità) l’alimentazione e pratichiamo un po’ di esercizio fisico, ma trascuriamo di pulire l’intestino crasso (se trascuriamo cioè la putrefazione intestinale), non ci assicuriamo la salute. La durata della vita dipenderà allora dalla costituzione personale, più o meno forte e resistente, dall’ambiente e da una alimentazione adeguata. Infatti, quando la quantità delle tossine supera la capacità di neutralizzazione del Fegato, viene coinvolto il sistema immunitario. Il sistema immunitario consiste nelle cellule bianche o linfociti che fagocitano (mangiano) le tossine. Quando la quantità di tossine, supera la capacità dei linfociti di eliminarle,

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intervengono gli anticorpi. Quando anche gli anticorpi, non sono più sufficienti a rimuovere le tossine in eccesso, allora comincia il loro accumulo. A questo punto, le tossine vengono stoccate (accumulate) nel tessuto adiposo, nelle ossa e, ancor più pericolosamente, nello spazio interstiziale, fra le cellule.

Alimentazione, Ambiente, Catabolismo, Putrefazione intestinale

TOSSINE per mezzo della circolazione sanguigna

TOSSINE FEGATO

per mezzo della circolazione sanguigna

CELLULE – TOSSINE – SPAZIO INTERSTIZIALE Per mezzo della circolazione sanguigna

SISTEMA IMMUNITARIO

TESSUTO ADIPOSO, OSSA

Attraverso lo spazio interstiziale devono arrivare anche i nutrimenti alle cellule, le quali, a loro volta, versano in questo ambiente sia le loro produzioni che i loro escrementi (cataboliti o sostanze di scarto da eliminare). Si capisce bene come questa via di trasporto dovrebbe rimanere il più possibile sgombra e invece si intasa sempre a causa delle tossine parcheggiate in duplice o triplice fila! Il sistema immunitario, lo ricordiamo, consiste nelle cellule bianche o linfociti i quali sono prodotti ed elaborati da: midollo osseo, milza, timo, tonsille, adenoidi, appendice e linfonodi (dette anche ghiandole linfatiche). Quasi tutte le persone, fin da giovanissime, sono state private di qualcuno di questi preziosi organi. Se ne deduce che la sovrabbondanza delle tossine non neutralizzate dal Fegato è cominciata già in tenera età e che detti organi, non resistendo al super lavoro, sono entrati talmente in crisi da essere necessaria la loro rimozione chirurgica. La causa di questa crisi immunitaria va ricercata nel Fegato che non riesce a neutralizzare tutte le tossine, che esondano nel sistema immunitario. Questo succede per una o più delle seguenti ragioni: -

al Fegato mancano alcuni nutrimenti (compresi gli antiossidanti) necessari a neutralizzare le tossine; il Fegato è esaurito dal troppo lavoro (insufficienza epatica) e avrebbe, anzi, bisogno lui di essere disintossicato, nutrito e tonificato; la quantità delle tossine supera la capacità del Fegato di neutralizzarle.

Se il fegato è impegnato 24 ore su 24 sul fronte delle tossine, avrà meno energia per le altre sue funzioni che, come abbiamo detto, sono: l’accumulo del glucosio in glicogeno e degli acidi grassi, la produzione degli aminoacidi, la trasformazione dell’ammoniaca in urea, la produzione delle proteine del sangue (albumina) e della bile. Se il glucosio non viene accumulato in glicogeno, rimanendo in circolo nel sangue, può causare un innalzamento della glicemia, e negli anni, il diabete. Più frequentemente, il glucosio, viene convertito in grasso (anch’esso fonte di energia per il corpo). Quando si abbassa il glicogeno epatico, automaticamente viene stimolato il nucleo ipotalamico, che manda un

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segnale di appetito, ed uno stimolo di non-sazietà, pur essendo presente un eccesso di glucosio nel sangue. Ciò porterà l’individuo a mangiare di più, ma provocando solo un aumento dell’adipe accumulato, e non dell’energia del corpo. Se gli acidi grassi non vengono accumulati le membrane cellulari non vengono ricostruite… Se non viene eliminata l’ammoniaca si rischia un danno al sistema nervoso centrale e lo stesso coma epatico… Se non vengono prodotte le proteine del sangue il fluido extravasa fuori dai capillari e forma pericolosi edemi… Di fronte a questo possibile scenario o per limitarlo, la soluzione migliore per il Fegato, vista la crisi, è quella di diminuire la produzione di… bile! La diminuita produzione di bile in tempi brevi non manifesta alcun sintomo grave come i precedenti e tantomeno che sia riconducibile ad una carenza biliare, così, dopo alcuni anni (spesso qualche decennio) i danni non le saranno più imputati.

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CAPITOLO II COSA CAUSA UNA SCARSA PRODUZIONE DI BILE Gli aminoacidi glicina e taurina, rientrano nella composizione della bile: si legano all’acido colico, prodotto dal fegato a partire dal colesterolo, formando gli acidi glicocolico e taurocolico che sono i principali costituenti della bile (detti anche “sali biliari” presenti nella quantità di circa 6 g nei 700 g di bile prodotta al giorno). Producendo la bile si consuma il colesterolo! Una insufficiente produzione di bile può essere la causa di colesterolo alto nel sangue! Il colesterolo è anche utile in quanto serve per la formazione di membrane cellulari (fosfolipidi), ormoni sessuali e cortisone, ma di solito è sempre in eccesso nell’alimentazione. La maggior parte della bile secreta dalla cistifellea viene scissa (circa il 90%) nell’intestino in Glicina e Taurina, che vengono riassorbite (riciclate), mentre l’acido colico viene degradato ad acido desossicolico e litocolico, che vengono in parte riassorbiti per tornare al fegato, in parte vengono invece eliminati con le feci (in questo modo viene eliminato del colesterolo). Una carenza di bile può essere la causa principale della formazione dei calcoli nella cistifellea (a causa del lento e scarso flusso biliare che non la tiene pulita); ed inoltre, provoca molti problemi digestivi: - digestione lenta e/o difficile di alcuni cibi - eruttazioni - necessità di bevande gassate ai pasti - gonfiore - acidità - gastralgie (dolori allo stomaco) - rigurgiti acidi (gastro-esofagei) - ernia iatale. Perché succede questo? Fra la fine dello stomaco e l’inizio dell’intestino tenue (duodeno) c’è una valvola (piloro) che funziona col variare del pH: l’acidità la chiude, mentre l’alcalinità (basicità) la apre. Lo stomaco per digerire gli alimenti crea un ambiente acido che chiude la valvola. Dall’altra parte della valvola la bile, essendo in soluzione alcalina, per la presenza di bicarbonato di sodio (così come il succo pancreatico), fa aprire la valvola dello stomaco, e permette al cibo parzialmente digerito di passare nel duodeno. L’insufficiente quantità di bile, o le condizioni che ne ostruiscono il deflusso, ritardano l’apertura di suddetta valvola, causando tutti i problemi digestivi sopra elencati a causa dell’aumentato tempo di permanenza dei cibi nello stomaco. La bile è necessaria anche per completare la digestione degli alimenti: - neutralizzare l’acidità del contenuto gastrico che arriva dallo stomaco nel duodeno - stimolare la secrezione degli enzimi pancreatici ed enterici e permettere la loro attivazione, per completare la digestione e rendere possibile l’assimilazione dei nutrimenti contenuti negli alimenti. Mentre gli enzimi dello stomaco, infatti, funzionano solo in ambiente acido, quelli prodotti dal pancreas e dall’intestino tenue (enterici) funzionano solo in ambiente alcalino (basico)1 1

ENZYVIS (pastiglie) contiene tutti gli enzimi digestivi (di origine vegetale) che funzionano sia in ambiente acido che alcalino.

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assimilare le vitamine liposolubili (A, D, E, K), gli acidi grassi insaturi (omega3, 6, 9…) e il calcio eliminare una parte delle tossine neutralizzate dal fegato

La bile, inoltre, contiene anche lecitina, prodotta dal fegato, la quale emulsiona gli alimenti (predigeriti dallo stomaco) con gli enzimi prodotti dal pancreas e l’acqua, rendendo possibile il loro contatto (e quindi la digestione e l’assimilazione). Una scarsa quantità di bile non riesce a neutralizzare il contenuto gastrico acido che arriva nel duodeno (dopo una lunga permanenza nello stomaco). Addirittura l’alcalinità, nell’intestino tenue, dovrebbe sopravanzare l’acidità e creare un ambiente alcalino, perché, come si è detto, è l’alcalinità che stimola la secrezione pancreatica ed enterica (intestinale), i cui enzimi digestivi funzionano solo in ambiente alcalino e, inoltre, necessitano della bile per emulsionare gli alimenti (con la lecitina) e permettere così la loro digestione. L’organismo deve produrre in media 0,7 litri di Bile e 1,5 litri di succhi pancreatici, entrambi contenenti bicarbonato, per poter neutralizzare l’Acido Cloridrico (HCl) proveniente dai succhi gastrici dello stomaco. Se questo non avviene, l’Acido Cloridrico, viene assimilato attraverso le pareti intestinali ed entra in circolo. Poiché il pH fisiologico del sangue deve essere assolutamente mantenuto costante fra pH 7,3 e 7,4 (cioè leggermente alcalino), l’organismo userà le scorte alcaline del corpo per neutralizzare l’acido cloridrico che gli arriva. Quando le scorte saranno consumate si creerà un’acidosi nel corpo: un pericoloso squilibrio che favorisce le micosi e una serie di disturbi a catena. Molti ricercatori hanno giustamente richiamato l’attenzione su questa acidosi e hanno trovato alcuni buoni rimedi sintomatici, ma non ne hanno mai indicata la causa vera. Ora noi, con ragione, possiamo dichiarare che una causa all’origine dell’acidosi, sicuramente, è l’insufficiente produzione di bile! Una scarsa quantità di bile causa, in primis, un peggioramento della nutrizione in generale e contemporaneamente un peggioramento della putrefazione intestinale. Gli alimenti, infatti, come è noto, non possono essere assimilati così come si presentano in grandi “catene”, perché non passano attraverso le piccole porte delle pareti intestinali. Per entrare nel torrente sanguigno, debbono essere digeriti da enzimi specifici, cioè smontati nei singoli “anelli” che compongono quella “catena”. Così i carboidrati devono essere scissi in zuccheri semplici; i grassi in glicerina e acidi grassi; le proteine in aminoacidi semplici o almeno in peptidi (2-3 aminoacidi legati). Carboidrati, proteine e grassi, non completamente digeriti e quindi non assimilati, una volta giunti nell’intestino crasso, nutrono proprio i batteri putrefattivi. Questi ultimi producono tossine che vengono assorbite ed intossicano tutto l’organismo (se non vengono neutralizzate dal fegato). Una scarsa quantità di bile causa il catarro intestinale e la colite muco-membranosa. Infatti la mucosa gastrointestinale, è protetta da uno strato di muco che lei stessa produce. La quantità di muco presente sulle mucose non deve essere né abbondante (catarro) né scarsa (mucose secche, che possono fessurarsi e anche ulcerarsi). Tuttavia, anche in una situazione di normalità delle mucose, la mancanza di bile può causare la colite muco-membranosa. L’intestino, infatti, produce un particolare enzima, la mucinasi, che fa coagulare il muco rendendolo consistente e visibile nelle feci. Se la mucinasi non è rallentata nella sua azione coagula eccessivamente il muco e la mucosa, esaurita, si secca: la colite ulcerosa è molto vicina. L’antagonista della mucinasi è proprio la bile! La bile contrasta (inibisce) l’azione coagulante della mucinasi e mantiene la giusta quantità di muco. L’insufficienza biliare può condurre alla produzione di muco-membrane da parte della mucinasi, non più frenata dalla bile.

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Aumentare la produzione biliare potrà darà eccellenti risultati, anche per alleviare queste problematiche, oltre che per favorire il transito e la regolarità intestinale. La bile ha un’azione sedativa sul cuore (ne rallenta i battiti) e sulla respirazione. È facile dunque intuire come una scarsa produzione di bile possa peggiorare molto i sintomi, ad esempio, dell’ipertiroidismo che consistono soprattutto in tachicardia, tosse, oppressione e tremori. La bile esercita, infatti, anche un’azione stimolante sulle fibre muscolari striate: la contrazione dei muscoli si fa più ampia e l’eccitabilità diviene maggiore. Quando la bile arriva nell’intestino normalmente non è più alcalina, perché il bicarbonato di sodio che conteneva ha reagito con l'acido cloridrico dello stomaco e così la bile esplica altre azioni e agisce direttamente: - come antiputrida - sulle mucose intestinali - sulla muscolatura intestinale La bile è dotata di una certa proprietà antiputrida: provoca la dissoluzione dei germi. Il vibrione colerico, il bacillo tifico e il colibacillo vengono facilmente distrutti! Tale proprietà antiputrida e anti-microbica, si ascrive soprattutto all’acido taurocolico. La bile si oppone alla fermentazione putrida del contenuto intestinale e quando non ne arriva abbastanza, nell’intestino le feci acquistano un odore estremamente sgradevole. Conserva la mucosa, come si è appena detto, sulla mucinasi. Agisce sui movimenti intestinali: accentua la peristalsi, cioè i movimenti della muscolatura liscia che favoriscono il transito intestinale (l’eliminazione del contenuto intestinale). La bile esercita altresì un’azione sulle secrezioni dei diversi apparati ghiandolari, provocandone la stimolazione funzionale. Anche una scarsa produzione di acido cloridrico da parte delle pareti dello stomaco può causare tanti problemi. Se c’è scarsa produzione di acido cloridrico: - non vengono attivati gli enzimi digestivi gastrici; - non viene assimilata la vitamina B12 (con conseguente anemia); - non viene sterilizzato ciò che è stato ingerito, quindi i microbi passano indenni attraverso lo stomaco e possono entrare in circolo; - la bile arriva alcalina nell’intestino perché contiene ancora il bicarbonato di sodio (non avendo reagito con l’acido cloridrico), favorendo i batteri putrefattivi. Quando la bile arriva alcalina nell’intestino (col bicarbonato non neutralizzato dall’acido cloridrico) crea un ambiente alcalino favorevole ai batteri “cattivi”, responsabili delle putrefazioni intestinali (con le quali il corpo si auto-avvelena per tossiemia). Proprio quei batteri che la flora intestinale acidogena “buona” (fermenti lattici) combatte producendo acido lattico (per creare un ambiente acido sfavorevole ai batteri putrefattivi) e acido butirrico (la fonte energetica preferita dalle cellule del colon). Una contemporanea insufficienza biliare e di acido cloridrico (come può avvenire nelle persone anziane) spalanca le porte a: - infezioni - auto-intossicazione (tossiemia) - denutrizione (mancanza di nutrimenti per mancata digestione e quindi mancata assimilazione)

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stanchezza e debolezza estreme ipossia (mancanza di ossigeno nei tessuti) cachessia morte.

Visualizzazione del “tubo” digestivo in cui si evidenzia, l’alternanza tra ambienti alcalini e acidi Cavità orale ed esofago il pH deve essere ALCALINO

Per mezzo della saliva prodotta dalle ghiandole salivari

La ptialina, l’enzima prodotto dalle ghiandole salivari, agisce solo in ambiente alcalino per digerire gli amidi. L’acidità della bocca è dovuta alla decomposizione di residui organici e favorisce la carie e l’alito cattivo

Stomaco il pH deve essere ACIDO Per mezzo dell’acido cloridrico prodotto dallo stomaco e contenuto nel succo gastrico Gli enzimi digestivi prodotti dallo stomaco agiscono solo in ambiente acido per acido cloridrico che sterilizza anche gli alimenti da eventuali microbi e loro “uova”

Intestino Tenue

Intestino crasso

il pH deve essere ALCALINO

il pH deve essere ACIDO

Per mezzo del succo pancreatico e della bile che sono in soluzione di bicarbonato di sodio

Per mezzo dell’acido lattico prodotto dalla flora batterica intestinale “buona” (fermenti lattici)

Gli enzimi digestivi prodotti dal pancreas e dalle pareti intestinali agiscono solo in ambiente alcalino per completare la digestione degli alimenti (predigeriti dallo stomaco) e solo se emulsionati con la lecitina contenuta nella bile

L’acido lattico sfavorisce i batteri putrefattivi intestinali “cattivi” (che preferiscono l’ambiente alcalino per vivere e moltiplicarsi). Questi sono causa di autointossicazione da enterotossine che avvelenano il sangue (tossiemia) e il corpo se non sono neutralizzate dal fegato ed espulse attraverso reni, intestino e pelle

Fra lo stomaco e l’intestino, lo ricordiamo vi è una valvola (piloro) che si apre e si chiude per mezzo del pH: l’acidità la chiude e l’alcalinità la apre. Fra l’intestino tenue e il crasso, invece, c’è la valvola ileo-ciecale che è di ritegno, cioè unidirezione (a senso unico)verso l’ano.

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CAPITOLO III COME AVVIENE LA NEUTRALIZZAZIONE DELLE TOSSINE DA PARTE DEL FEGATO E QUALI NUTRIMENTI SONO NECESSARI «L’organismo elimina le tossine neutralizzandole ed espellendole tramite l’urina, le feci e la pelle (e in misura minore, tramite le membrane delle mucose e i polmoni). Le tossine che l’organismo non è in grado di eliminare si accumulano nei tessuti, generalmente nelle riserve di grasso e nelle ossa. I principali organi per la detossificazione sono il fegato, l’intestino, i reni e la pelle. Le tossine sono composti che esercitano un effetto nocivo sulle funzioni e sulle strutture cellulari».2

Le tossine Ci sono quattro gruppi di tossine: - metalli pesanti - agenti chimici tossici - tossine microbiche - prodotti finali del metabolismo delle proteine Fra i metalli pesanti, i più dannosi sono: piombo, mercurio, cadmio, arsenico, nichel e alluminio. Questi metalli tendono ad accumularsi nel cervello, reni e sistema immunitario, compromettendone anche seriamente le normali funzioni. Si ritiene che il 25% della popolazione soffra di avvelenamento causato da metalli pesanti. L’analisi minerale dei capelli può fornire un metodo per la valutazione di questo tipo di tossicità. Gli agenti chimici tossici, possono essere solventi, detergenti, formaldeide, toluene, benzene, farmaci, pesticidi, erbicidi, additivi alimentari, ecc. «I sintomi più comuni [di intossicazione da queste sostanze] sono legati alla sfera psicologica, confusione mentale, malattie mentali, parestesia, riflessi nervosi anomali e altri segni tipici dei disturbi del sistema nervoso. I prodotti di scarto e i frammenti cellulari derivanti dai batteri presenti nell’intestino possono essere assorbiti, compromettendo in vari modi le normali funzioni organiche. Le tossine microbiche provenienti dall’intestino sono ritenute responsabili di diversi disturbi, come malattie del fegato, morbo di Crohn, colite ulcerosa, malattie della tiroide, psoriasi, lupus eritematoso, pancreatite, alcune reazioni allergiche, asma e disfunzioni del sistema immunitario. Oltre alle sostanze tossiche prodotte dai microrganismi, gli anticorpi formati contro gli antigeni microbici possono avere una reazione crociata con i tessuti dell’organismo, causando fenomeni di autoimmunità. Le malattie autoimmuni associate includono l’artrite reumatoide, la miastenia grave, il diabete, l’anemia perniciosa e la tiroide autoimmune. Le sostanze tossiche assorbite attraverso l’intestino sono neutralizzate dal fegato e dal sistema immunitario. L’accumulo dei prodotti finali del metabolismo delle proteine – ammoniaca, urea, ecc. – può causare dei gravi disturbi. Gran parte di queste sostanze viene eliminata dai reni»3, dopo la neutralizzazione (o disintossicazione) da parte del fegato.

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Joseph E. Pizzorno Jr. e Michael T. Murray, Trattato di Medicina Naturale, Edizioni Red. Trattato della Medicina Naturale, op. cit.

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La disintossicazione epatica (Fase I e II) La disintossicazione da parte del fegato consiste in - Filtraggio del sangue - Fase I di disintossicazione - Fase II di disintossicazione - Escrezione della bile Il filtraggio delle tossine è importantissimo perché il sangue che proviene dall’intestino è carico di batteri, di tossine batteriche, di complessi antigene-anticorpo e altri veleni. Se il fegato è sano ne elimina il 99%. La Fase I di disintossicazione consiste nel neutralizzare direttamente alcune sostanze chimiche infiammatorie, ma soprattutto nel trasformare le sostanze tossiche in forme intermedie, che passano alla Fase II per una seconda necessaria neutralizzazione. In alcuni casi, queste forme intermedie, purtroppo, sono ancora più tossiche di quanto lo fosse la sostanza di partenza. Di conseguenza, se i sistemi della Fase II non funzionano… la situazione peggiora. La Fase I è costituita da un sistema formato da un centinaio di enzimi, ciascuno specializzato nella disintossicazione di determinate sostanze. Poiché un enzima è costituito, generalmente, da una proteina (prodotta dal corpo), una vitamina e uno ione metallico, il buon funzionamento dipende anche dallo stato nutrizionale di vitamine e minerali (provenienti dall’alimentazione o dall’integrazione alimentare). La Fase I di disintossicazione consiste nel: - neutralizzare alcune tossine rendendole idrosolubili ed eliminabili dai reni; - trasformare altre tossine in intermedi attivati adatti a passare alla Fase II di disintossicazione. Un effetto collaterale inevitabile della disintossicazione è quello di produrre dei radicali liberi: per ogni molecola di tossina neutralizzata si forma un radicale libero! Se non è presente un antiossidante, ogni volta che il fegato neutralizza una tossina, viene danneggiato da un radicale libero. L’antiossidante più potente per la Fase I è il glutatione, necessario anche in alcuni processi di disintossicazione della Fase II. Quando ci sono molte tossine, nella Fase I si generano molti radicali liberi e questi esauriscono le scorte di glutatione (prodotto dal fegato) bloccando così anche la Fase II là dove dipende da lui. In questo caso si presenta un altro problema. Le tossine trasformate in intermedi attivati dalla Fase I, se non vengono trasformati dalla Fase II, possono causare seri danni. Così, se arrivano molte tossine si crea uno squilibrio fra Fase I e Fase II perché i nutrimenti necessari per la Fase II si esauriscono, causando un accumulo di intermedi attivati, che, come si è detto, spesso, sono più tossici delle tossine da cui derivano. È interessante notare che il sistema enzimatico di disintossicazione della Fase I è presente anche in altre parti del corpo, in particolare nelle cellule cerebrali. Perciò, una scarsa quantità di antiossidanti e di taluni nutrimenti, quali principalmente magnesio, zinco, rame e vitamina C, può essere causa di danni ai neuroni stessi. La Fase II di disintossicazione può: - neutralizzare direttamente alcune tossine rendendole idrosolubili ed eliminabili, per mezzo del sangue, dai reni con l’urina - neutralizzare le altre tossine rendendole liposolubili ed eliminabili dall’intestino, con la bile o, per mezzo della circolazione del sangue, dalla pelle col sudore.

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La Fase II si compone di 6 processi di disintossicazione (neutralizzazione): - Coniugazione con glutatione - Coniugazione con aminoacido - Metilazione - Solfatazione - Acetilazione - Glicuronidazione Il primo «la via principale della detossificazione della Fase II è costituita dalla coniugazione con glutatione (composto dagli aminoacidi glicina, cisteina e acido glutamico). La coniugazione con glutatione genera mercaptani idrosolubili, escreti tramite i reni. L’eliminazione di composti liposolubili, in particolar modo di metalli pesanti come il mercurio e il piombo, dipende dalla presenza di livelli sufficienti di glutatione, il quale dipende a sua volta dalla presenza di livelli sufficienti di cisteina e metionina (dalla quale deriva la cisteina). In presenza di elevati livelli di composti tossici, viene impiegata una maggiore quantità di metionina per sintetizzare la cisteina e [da questa] il glutatione. La metionina e la cisteina esercitano un effetto protettivo sul glutatione, preservandone l’esaurimento in caso di sovraccarico tossico. Il glutatione a sua volta protegge il fegato dagli effetti dannosi dei composti tossici, favorendone l’eliminazione. Il glutatione è anche un importante antiossidante contro i radicali liberi»4. Per svolgere questa duplice funzione il glutatione ha bisogno di alcuni nutrimenti aiutanti: vitamina B2, B6, C, selenio, N-acetil-cisteina, glicina e metionina. Fra le sostanze più note che sono neutralizzate dal glutatione compaiono gli organo-fosfati (insetticidi) e la nicotina! Il secondo processo consiste nel legare le tossine, neutralizzandole, con un aminoacido fra glicina, taurina, glutamina, arginina e ornitina. Tra questi la glicina è quella più importante (ed è necessaria anche per la produzione della bile). Nel terzo processo di disintossicazione che si chiama di metilazione perché vengono legati dei gruppi metilici (-CH3) alle tossine per mezzo della S-adenosil-metionina (SAMe), a sua volta prodotta dalla metionina (alla presenza di colina, acido folico e vitamina B12) con l’ATP (adenosina-tri-fosfato). La metionina favorisce anche il flusso di lipidi verso e dal fegato ed è inoltre un aminoacido essenziale dal quale vengono formati taurina, cisteina e cistina (tutti aminoacidi che contengono zolfo). Nel quarto processo c’è proprio la coniugazione di tossine con composti sulfurei e ci chiama solfatazione. Questo metodo disintossica da molti farmaci, additivi alimentari e tossine che derivano dall’ambiente e soprattutto dai batteri intestinali. La solfatazione può essere incrementata dall’assunzione di integratori contenenti metionina, taurina, cistina, cisteina, glutatione e molibdeno. Il quinto processo, detto acetilazione, consiste nel legare talune tossine con il gruppo acetile (CH3COO ) dell’acetil-coenzima A, e dipende dalla disponibilità delle vitamine B1, B5 e C. Il sesto processo di disintossicazione, detto glicuronidazione, prevede di legare delle tossine all’acido glucuronico la cui attività è migliorata dal SAMe. Riassumendo i nutrimenti necessari per la Fase I e la Fase II di disintossicazione sono: - glutatione (e i suoi precursori: glicina-cisteina-acido glutamico) - glicina - cisteina - metionina - n-acetil cisteina - taurina - glutamina - arginina - ornitina 4

Trattato di Medicina Naturale, op. cit.

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- SAMe (S-adenosil-metionina) - ATP (adenosina-trifosfato) - cistina - vitamine B1, B2, B5, B6, B12, C, acido folico - magnesio - zinco - rame - molibdeno - selenio - colina. e perciò si può aiutare il fegato a neutralizzare le tossine, assumendo Integratori Alimentari che contengono questi nutrimenti. È un bel sistema di depurazione del sangue, ma ha un limite produttivo, legato anche all’approvvigionamento dei nutrimenti necessari. Il limite produttivo è dettato dalla quantità di rifiuti tossici che il fegato è in grado di neutralizzare all’ora. Questa quantità non deve essere mai superata, se non vogliamo mettere in crisi anche il sistema immunitario e poi il corpo con l’accumulo delle tossine non espulse.

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CAPITOLO IV SUI GRASSI ALIMENTARI E IN PARTICOLARE SUGLI ACIDI GRASSI INSATURI ESSENZIALI Per comprendere gli effetti dannosi e quelli utili dei grassi (lipidi) bisogna chiarire il significato di alcuni termini comunemente usati come: omega-3, omega-6, acidi grassi insaturi, saturi, ecc. I grassi degli alimenti sono suddivisi in: - trigliceridi - fosfolipidi - steroli (ad esempio il colesterolo)

I trigliceridi I trigliceridi, che rappresentano il 95% di tutti i grassi mangiati, sono formati da (tre) acidi grassi legati alla glicerina. Per essere assimilati bisogna che questi legami siano rotti, cioè digeriti, perché i trigliceridi sono molecole troppo grosse per passare attraverso le aperture dell’intestino. La rottura di questi legami avviene inserendo, per ognuno, una molecola di acqua e ciò può avvenire solo emulsionando i trigliceridi con l’acqua per mezzo di un emulsionante. La lecitina (contenuta nella bile) funge da emulsionante e permette alle lipasi (enzimi prodotti dal pancreas) di digerire i trigliceridi in glicerina e acidi grassi. Una volta, assorbiti dai villi intestinali, gli acidi grassi e i monogliceridi (glicerina con un solo acido grasso) vengono trasportati attraverso la circolazione linfatica, per poi arrivare nel sangue, trasportati da delle proteine. Gli acidi grassi e le proteine di trasporto formando tre tipi di lipoproteine: - VLDL: lipoproteine a bassissima densità - LDL: lipoproteine a bassa densità - HDL: lipoproteine ad alta densità Le prime due lipoproteine trasportano i grassi (soprattutto trigliceridi e colesterolo) dal fegato alle cellule. Le VLDL trasportano i grassi alle cellule del tessuto adiposo, dove vengono immagazzinate come grasso di riserva. Le LDL, trasportano i grassi dal fegato alle cellule dell’organismo. Le HDL, invece, rimuovono i grassi in eccesso presenti nei tessuti dell’organismo, e li riportano al fegato, dove vengono metabolizzati per produrre energia. I chilomicroni, sintetizzati nell’intestino, sono lipoproteine deputate al trasporto dei grassi, appena assorbiti dagli alimenti. Questo è il motivo per cui le prime due (VLDL e LDL) sono associate a rischio di deposito quindi di aterosclerosi e infarto, mentre le HDL (chiamate per questo colesterolo “buono”) riducono questo rischio. I valori normali per il colesterolo e i trigliceridi per 100 ml, sono i seguenti: - colesterolo totale: inferiore a 200 mg - colesterolo LDL: inferiore a 130 mg - colesterolo HDL: superiore a 35 mg - rapporto LDL/HDL: inferiore a 4:5 - trigliceridi: da 50 a 150 mg.

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Gli acidi grassi saturi e insaturi Gli acidi grassi sono costituiti da una serie di atomi di carbonio (C) legati fra di loro e con l’idrogeno (H), che terminano da un lato (detto alfa) con un gruppo acido (-COOH) e dall’altro (detto omega) con un gruppo metilico (CH3). Vediamo, ad esempio l’acido stearico:

Questo acido grasso è detto saturo perché tutti i legami fra gli atomi di carbonio sono semplici (– C – C –). Se immaginiamo di togliere alcuni atomi di idrogeno il legame fra gli atomi di carbonio il legame diventa doppio (– C = C –) e l’acido grasso viene detto insaturo. Quando il doppio legame è unico viene chiamato mono-insaturo, poli-insaturi se i doppi legami sono due o più. Per individuare dov’è il doppio legame nella molecola di un acido grasso, per convenzione, si parte dal polo metilico (CH3) chiamato omega (opposto a quello acido chiamato alfa). Così, ad esempio, l’acido oleico è un acido grasso monoinsaturo chiamato omega-9, perché il doppio legame è al nono atomo di carbonio:

L’acido linoleico invece, è un acido grasso polinsaturo perché ha più di un doppio legame ed è chiamato omega-6 perché il primo doppio legame è al sesto carbonio (partendo dal polo omega: ω):

L’acido linolenico, infine, è un acido grasso polinsaturo chiamato omega-3, perché il primo doppio legame è al terzo carbonio:

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I grassi saturi sono I grassi animali più comuni (burro, lardo…) che a temperatura ambiente sono solidi (o semi-solidi), mentre i grassi insaturi sono liquidi e vengono chiamati oli. Mentre gli acidi grassi saturi possono essere accumulati e usati per produrre energia (più dello zucchero) gli acidi grassi insaturi possono reagire, grazie ai doppi legami ed essere utilizzati e trasformati dal corpo in altre sostanze, come vedremo. Tuttavia, gli acidi insaturi sono più delicati verso la luce, il calore e l’ossigeno. Quando, ad esempio, il doppio legame si apre e si lega all’ossigeno dell’aria, l’acido grasso si dice che è ossidato, ovvero irrancidito, perdendo così le sue qualità di insaturo (di essere trasformato in altra sostanza). L’industria alimentare preferisce i grassi saturi proprio perché essendo già saturi non reagiscono con l’ossigeno. Così l’industria alimentare preferisce idrogenare gli oli insaturi per renderli saturi e perciò più stabili perché ciò comporta costi minori per la loro conservazione e lavorazione: non è necessario conservarli al fresco, al buio ed evitando il contatto con l’aria, come è, invece, indispensabile fare con gli oli insaturi.

–C=C– insaturo

O –C–C– Ossidato (perossido di lipide o rancido)

H H –C–C– idrogenato

Purtroppo, con l’idrogenazione gli acidi grassi possono cambiare anche la loro struttura spaziale: chimicamente il termine è isomero trans, da cis che è normalmente. Ad esempio, la forma cis di un acido insaturo a “ferro di cavallo”, diventa a “zeta” nella forma trans. Questa nuova forma (trans) non è naturale e può far insorgere numerosi gravi disturbi al corpo. Insomma, meglio i grassi saturi naturali che quelli “saturi” (o idrogenati) industriali (anche oli vegetali), perché in parte trasformati nella forma trans. Gli oli vegetali sono divisi in: - oli da cucina - oli medicinali Fra gli oli da cucina il migliore è l’olio di oliva, essendo composto per il 75% circa di acido oleico (monoinsaturo, omega-9) più resistente al calore (e alla luce) degli oli polinsaturi, come ad esempio quelli di mais, girasole, ravizzone, soia, arachidi e semi vari. Questi oli di semi sono particolarmente ricchi, per il 75% circa, di acidi grassi omega-6 e per il 15% circa di acido oleico (omega-9) e non contengono acidi grassi omega-3 tranne quelli di soja e di ravizzone che ne contengono l’8% circa. Questo eccesso di omega-6 è pericoloso se non è bilanciato dalla contemporanea assunzione di omega-3, come vedremo, cellulari e nella produzione delle prostaglandine. Gli oli medicinali contengono quantità minori di acido oleico (omega-9) e di omega-6 e quantità maggiori di omega-3. I migliori sono l’olio di semi di Ribes nero (13% di omega-3), e soprattutto l’olio di semi di lino (58% di omega-3). Gli acidi grassi polinsaturi a lunga catena omega-3 partecipano: - allo sviluppo cerebrale, - alla funzione cognitiva - alla regolare funzionalità dell’apparato cardio-vascolare - composizione delle membrane cellulari - alla produzione delle prostaglandine. - al metabolismo dei lipidi, in particolare trigliceridi

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-

alla regolazione della pressione sanguigna alla funzione immunitaria trofismo (nutrizione) della pelle a ridurre le infezioni

Gli acidi grassi insaturi (essenziali) Gli acidi grassi insaturi e polinsaturi sono indispensabili, ma il corpo non è in grado di produrli. Per questo vengono anche chiamati essenziali (così, analogamente, gli aminoacidi e il loro approvvigionamento dipende unicamente dall’alimentazione

Le membrane cellulari Tutte le cellule sono racchiuse da una membrana composta da acidi grassi insaturi (essenziali) che formano dei fosfolipidi. Questi differiscono dai trigliceridi poiché invece di avere tre acidi grassi legati ne hanno solo due perché al posto di un acido grasso c’è una molecola di fosfato legato, a sua volta, a una molecola (R) di colina o serina o etanolamina o inositolo:

H

H

H

H – C – OH  H – C – OH 

H – C – OH

H – C – acido grasso

H – C – fosfato – R

H – C – acido grasso

H – C – acido grasso

H – C – acido grasso

H – C – acido grasso

H

H

H

Glicerina

Trigliceride

Fosfo-lipide

R = colina, serina, etanolamina, inositolo (contenuti nella lecitina), che formano, rispettivamente i vari fosfo-lipidi: fosfatidil-colina, fosfatidil-serina, fosfatidil-etanolamina e fosfatidil-inositolo. I fosfolipidi partecipano alla: - funzione cognitiva - metabolismo del colesterolo - regolare funzionalità dell’apparato cardio-vascolare - salute mentale - memoria. L’integrità e l’efficienza delle cellule e quindi l’equilibrio e la salute del corpo intero dipende dai fosfolipidi.

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La qualità dei fosfolipidi dipende dalla qualità degli acidi grassi legati alla glicerina e il tipo di grasso consumato determina il tipo di fosfolipidi nelle membrane. La struttura di una membrana formata da fosfolipidi composti da acidi grassi insaturi (essenziali) è quella naturale ed è diversa dalla struttura formata da fosfolipidi composti da acidi grassi saturi e trans! Inoltre c’è differenza anche tra quelle formate da acidi grassi omega-3 e omega-6 (essendo i primi preferiti ai secondi) Un deficit di acidi grassi insaturi nelle membrane cellulari non consente alle cellule di compiere una delle loro funzioni: quella di selezionare cosa deve entrare e cosa deve uscire dalla cellula stessa. Quando viene meno questo controllo i normali processi cellulari non sono più possibili e i danni conseguenti possono causare la morte anticipata delle cellule coinvolte, perché queste: - perdono la capacità di trattenere l’acqua, gli elettroliti e gli altri nutrimenti - non comunicano più con le altre cellule - non sono più controllate (da ormoni simil-ormoni e trasmettitori) Ad esempio, nel diabete di tipo II (o diabete mellito non insulino-dipendente) l’insulina in circolo è normale, ma il glucosio è alto perché non viene assorbito dalle cellule! Le cellule hanno perso la sensibilità dei ricettori di membrana all’insulina (insulino-resistenza), perché è cambiata la struttura delle membrane. Ecco spiegato perché degli acidi grassi omega-3 possono “aumentare” l’azione dell’insulina! Ricordate che, il consumo di acidi grassi insaturi deve essere accompagnato a quello di antiossidanti (Vitamina A, C, E, Selenio, Glutatione, ecc.) per proteggerli dall’ossidazione. Una carenza di acidi grassi insaturi può causare la comparsa di tantissimi sintomi: - affaticamento, malessere, diminuzione del desiderio sessuale - mancanza di resistenza - pelle secca - unghie fragili - capelli secchi e senza tono - secchezza delle mucose, del condotto lacrimale, della bocca e della vagina - digestione difficile, meteorismo (gas intestinali), gonfiore - stipsi - abbassamento delle difese immunitarie - frequenti raffreddori e malattie - dolori e infiammazioni articolari, artrite reumatoide, - angina pectoris - depressione - mancanza di motivazione - perdita della memoria, amnesie - ipertensione - disturbi cardio-vascolari - lipidi (colesterolo e trigliceridi) alti nel sangue - fibrinogeno alto (proteina che partecipa alla coagulazione del sangue, all’aggregazione piastrinica e all’aumento della viscosità sanguigna). In seguito, col perdurare della carenza e della conseguente alterazione delle membrane cellulari, può comparire, praticamente, qualunque altro disturbo.

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Le prostaglandine Gli acidi grassi insaturi (o essenziali) oltre ad essere di importanza vitale perché compongono le membrane cellulari, vengono trasformati in sostanze di regolazione: le prostaglandine. Le prostaglandine sono sostanze simil-ormonali derivate dagli acidi grassi, che contengono 3, 4 o 5 doppi legami di carbonio! Gli acidi grassi insaturi linoleico (omega-6) e linolenico (omega-3) ne sono i precursori:

ACIDO LINOLEICO → ACIDO GAMMA → ACIDO DIOMO- → PROSTAGLANDINE (omega-6) LINOLEICO GAMMA LINOLENICO della SERIE 1 (“buone”) (omega-6) (omega-6) ↓ ACIDO ARACHIDONICO → PROSTAGLANDINE (presente nei grassi animali) della SERIE 2 (“cattive”) (omega-6) ACIDO LINOLENICO → ACIDO ALFA → EPA o ACIDO EICO(omega-3) LINOLENICO SAPENTAENOICO (omega-3) (omega-3)

→ PROSTAGLANDINE della SERIE 3 (“buone”)

Le prostaglandine, vengono comunemente suddivise in “buone” o “cattive”, a seconda che favoriscano o inibiscano l’aggregazione piastrinica. Quelle della serie 2 favoriscono l’aggregazione piastrinica (e possono portare all’indurimento delle arterie e all’infarto), le prostaglandine della serie 1 e 3, al contrario, prevengono l’aggregazione piastrinica. La trasformazione di acido diomo-gamma-linolenico (omega-6) in prostaglandine della serie 1 è il percorso preferenziale, ma l’acido diomo-gamma-linoleico può essere trasformato anche in acido arachidonico e questo in prostaglandine della serie 2. L’enzima che trasforma l’acido-gamma-linoleico in acido arachidonico, però, preferisce l’acido alfa-linolenico (omega-3), quindi se l’acido alfa-linolenico è presente ad una concentrazione adeguata non si forma arachidonico! Ecco perché l’equilibrio fra gli omega-6 e gli omega-3 è così importante, perché influisce direttamente sul metabolismo delle prostaglandine, favorendo quelle anti-aggreganti. Nell’alimentazione “normale” il rapporto omega-6/omega-3 è di circa 20 a 1, mentre dovrebbe essere di 4:1 per una sintesi ottimale delle prostaglandine “buone”! Nell’olio di semi di lino il rapporto omega-6/omega-3 è di 3:1. Dunque, la carenza sembra essere più quella degli omega-3 e dell’EPA che ne deriva (l’EPA, già formato, è presente nell’olio di pesce e di fegato di merluzzo). Le prostaglandine regolano vari fattori: - infiammazioni, dolori e tumefazioni - pressione sanguigna - funzione cardiaca - funzione e secrezione gastro-intestinali - funzione renale ed equilibrio idro-elettrolitico - coagulazione sanguigna e aggregazione delle piastrine - risposta allergica - trasmissione nervosa - produzione di ormoni.

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Il DHA (acido docosaesaenoico) è un acido grasso omega-3 contenuto in abbondanza, insieme all’EPA, nell’olio di pesce e nell’olio di fegato di merluzzo e ha effetti benefici su: - salute materna - regolare funzionalità dell’apparato cardiovascolare - funzione visiva - funzione cerebrale - metabolismo lipidico in particolare trigliceridi.

Interazioni salutistiche degli acidi grassi polinsaturi (essenziali) La lista dei problemi collegati a una carenza di acidi grassi polinsaturi è, comprensibilmente, assai lunga. Basti pensare, anche solo, allo squilibrio delle membrane cellulari causato da una loro carenza. Molte malattie cardiovascolari (attacchi di cuore e infarto) sono imputabili all’aterosclerosi ovvero indurimento delle pareti delle arterie causato dalle placche formate da colesterolo, con altri grassi e rifiuti cellulari. Queste malattie causano circa il 40% delle morti. Dunque è importante ridurre il colesterolo entro certi limiti, anche se, come si è già rilevato, il colesterolo è anche molto utile per la sintesi degli ormoni sessuali e per la produzione della bile. Centinaia di studi clinici hanno dimostrato che gli acidi grassi omega-3 riducono i livelli di colesterolo e trigliceridi5. Gli studi mostrano che i tassi elevati di cardiopatia coronarica si riscontrano nelle persone con le minori concentrazioni di omega-3 nel tessuto adiposo. Tutti questi studi indicano che una dieta ricca di omega-3 è utile per prevenire l’infarto6. Il fibrinogeno è una proteina che partecipa nella coagulazione del sangue e un livello alto di fibrinogeno costituisce un altro importante fattore di rischio per problemi cardiovascolari. Alti livelli ematici di fibrinogeno, possono favorire l’aterosclerosi, essendo il fibrinogeno un cofattore dell’aggregazione delle piastrine e della viscosità del sangue, capace di favorire la formazione delle placche all’interno delle arterie7. Riassumendo i significati clinici: - l’assunzione di omega-3 ha lo scopo di favorire la fibrinolisi e perciò può offrire un beneficio nella prevenzione di patologie cardio-vascolari; - mentre gli omega-3 abbassano il livello di fibrinogeno, gli omega-6 non sono in grado di farlo. 5

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Quando il cuore batte, pompa il sangue nelle arterie. La pressione massima di questa contrazione è chiamata sistolica. Dopo il battito il cuore si rilassa e la pressione scende a un minimo chiamato diastolica. Poiché l’ipertensione è un fattore di rischio per attacchi cardiaci e infarti, è utile mantenere la pressione entro certi valori (tra 80 e 140, per gli adulti). La raccomandazione principale è quella di consumare molti alimenti vegetali ricchi di componenti positivi per mantenere la pressione normale: - potassio, calcio, magnesio - carboidrati complessi (non raffinati) - fibre - vitamina C - acidi grassi essenziali. È importante ridurre l’assunzione di sale ed alimenti salati, che aumentano la ritenzioni di liquidi e quindi la pressione, e allo stesso tempo, si consiglia di bere almeno 1,5-2 litri al giorno di acqua, meglio se oligominerale e povera di sodio. Anche un apporto di acidi grassi omega-3 può favorire una riduzione della pressione del sangue e fra questi l’olio di pesce ha un effetto più pronunciato dell’olio di semi di lino8. La dieta vegetariana offre molti altri effetti positivi anche in molte malattie allergiche, patologie gastroenteriche, neoplastiche ed infiammatorie croniche. Infatti la dieta vegetariana, da un lato è povera di acido arachidonico (il quale viene convertito in prostaglandine “cattive” della serie 2, come abbiamo detto), e dall’altro fornisce acidi grassi essenziali.

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-Schmidt EB and Dyerberg J, Omega-3 fatty acids. Current status in cardiovascular medicine. Drugs 47, 405-424, 1994. -Appel LJ, et al., Does supplementation of diet with “fish oil” reduce blood pressure? A meta-analysis of controlled clinical trials, Arch Intern Med 153, 1429-1438, 1993. -Singer P, Alpha-linolenic acid vs. long-chain fatty acids in hypertension and hyperlipidemia. Nutrition 8, 133-135, 1992. -Chan JK, Bruce VM, and Mc Donald BE, Dietary-alpha-linolenic acid is as effective as oleic acid and linoleic acid in lowering blood cholesterol in normolipidemic men. Am I Clin Nutr 53, 1230-1234, 1991. -Berry EM and Hirsch J, Does dietary linolenic acid influence blood pressure? Am J Clin Nutr 44, 336-340, 1986.

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Studi sull’olio di pesce nell’artrite reumatoide mostrano risultati convincenti nel ridurre l’indolenzimento mattutino e i dolori alle articolazione9. Poiché l’acido alfa-linolenico (principale costituente, omega-3, dell’olio di semi di lino) può diventare EPA (eicosapentaenoico, omega-3), contenuto nell’olio di pesce, può produrre gli stessi effetti benefici e può inibire le reazioni autoimmuni quanto l’olio di pesce10. Infine l’acido alfa-linoleico (omega-3) stimola anche la funzione immunitaria11.

Bibliografia relativa al capitolo IV: - Michael T. Murray, Guida medica agli integratori alimentari, Edizioni Red. - Joseph E. Pizzorno jr., Michael T. Murray, Trattato di Medicina Naturale, Edizioni Red. - PDR, Integratori Nutrizionali, CEC Editore.

9

-Kremer J, et al., Effects of manipulation of dietary fatty acids on clilnical manifestaton of rheumatoid arthritis. Lanccet I, 184-187, 1985 -Kremer J, et al., Fish-oil supplemantation in active rheumatoid arthritis: A double-blinded, controlled cross-over study. Ann Intern Med 106, 497-502, 1987. -Sperling R, et al., Effects of dietary supplementation with marine fish oil on leukocyte lipid mediator generation and function in rheumatoid arthritis. Arth Rheum 30, 988-997, 1987. -Cleland LG, et al., Clinical andbochemical effects of dietary fish oil supplements in rheumatoid arthrits. J. Rheumatol 15, 1471-1475, 1998. -Magaro M, et al., Influence of diet with different lipid composition on neutrophil composition on neutrophil chemiluminescence and disease activity in patients with rheumatoid arthritis. Annals Rheum Dis 47, 793-796, 1988. -Van der Temple H, et al.,Effects of fish oil supplementation in rhematoid arthritis, Annals Rheum Dis, 49, 76-80, 1990. -Kremer JM, et al., Dietary fish oil and olive oil supplementation in patients with rheumatoid arthritis. Arth Rheum 33, 810-820, 1990. -Lau CS, et al., Maxepa on nonsteroidal anti-inflammatory drug usage in patients with mild rheumatoid arthritis. Br J Rheumatol 30, 137, 1991. -Nielsen GL, et al., The effects of dietary supplemntation with n-3 polyunsatured fatty acids in patients with rheumatoid arthritis: A randomized, double-blind tiral. Eur J Clin Invest 22, 687-791, 1992. 10 -Kelley DS, Alpha-linolenic acid and immune response. Nutrition 8, 215-217, 1992. 11

-Kelley DS, Alpha-linolenic acid and immune response. Nutrition 8, 215-217, 1992.

-Benquet C, et al., Modulation of exercise-induced immunosuppression by dietary polynsatured fatty acids in mice. J Toxicol Env Health 43, 225-237, 1994.

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CAP. V LE PRINCIPALI ERBE PER IL FEGATO E LA CISTIFELLEA «Boldo (Peumus boldus), colagogo e coleretico. È uno dei migliori tonici del fegato e agisce anche a livello dello stomaco (attiva la secrezione salivare e del succo gastrico), dei reni (azione diuretica e leggermente antisettica) e della cistifellea (raddoppia la secrezione biliare e fluidifica la bile). L’azione epato-protettrice è stata dimostrata sia in vivo che in vitro… ha proprietà anti-elmintiche, soprattutto conto ascaridi… ha dimostrato inoltre di possedere notevoli proprietà antiossidanti»12. «Carciofo (Cynara scolimus). Parti utilizzate: foglie (e non le brattee che si mangiano abitualmente!). Proprietà eccitante della secrezione biliare, combatte l’eccesso di colesterolo, diuretico, aperitivo, tonico, febbrifugo, ringiovanente tissulare, cioè previene l’invecchiamento. Indicazioni: insufficienze epatiche, ittero, ipercolesterolemia, aterosclerosi e segni associati (vertigini, ronzio alle orecchie, cefalee, mosche volanti, sensazioni di dita morte…), stati pletorici, artritismo, affezioni epato-renali, eccesso di urea nel sangue, gotta, reumatismo, litiasi [calcoli] renale, idropisia, malaria (cura integrante). Infuso delle foglie [seccate]: 10 g per 1 litro d’acqua. Un tazza prima dei pasti (molto amara) – estratto: da 0,5 a 1 g al girono (diluito in molta acqua), pillole da 0,1 g, ai pasti»13. «Cardo mariano (Silybum marianum), semi... La capacità del Silybum di prevenire la distruzione del fegato e di migliorarne la funzionalità è dovuta in gran parte all’azione inibitrice della silimarina sui fattori responsabili dei danni epatici, cioè radicali e leucotrieni (mediatori delle infiammazioni), insieme alla sua capacità di stimolare la sintesi proteica epatica. I componenti del Silybum prevengono i danni dei radicali liberi agendo come antiossidanti. La silimarina ha una azione antiossidante più potente della vitamine E. La silimarina è una delle più potenti sostanze epato-protettive che di conoscano. La silimarina previene la deplezione del Glutatione indotte da alcool e altre tossine del fegato… L’effetto protettivo più notevole della silimarina è contro l’avvelenamento da Amanita phalloides, una azione riconosciuta da tempo nella medicina popolare. L’ingestione di Amanita phalloides o delle sue tossine [le più potenti sostanze epatotossiche che si conoscano] causa un grave avvelenamento ce provoca la morte del 30% circa delle vittime… Due cadi riportati in letteratura hanno permesso di scoprire che la silimarina annulla l’effetto letale e riduce notevolmente la portata dei danni al fegato fino a 24 ore dopo l’ingestione… può essere preziosa anche come terapia di supporto per pazienti che seguono una terapia farmacologica di lunga durata… può essere usato per migliorare le funzioni di disintossicazione del fegato e nella cura di malattie epatiche più gravi, tra cui: - cirrosi - epatite cronica [virale] - infiltrazioni adipose del fegato (epatosteatosi causata da sostanze chimiche o abuso di alcoolici - colestasi subclinica gravidica - colangite e pericolangite

12 13

Francesco Perugini Billi, Fitoterapia, Edizioni Junior Jean Valnet, Fitoterapia. Cura delle malattie con le piante, Aldo Martello-Giunti Editore

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L’effetto curativo della silimarina in queste affezioni è stato confermato da dati istologici, clinici e di laboratorio. Può essere utile anche per migliorare la solubilità della bile nella cura dei calcoli biliari e psoriasi»14. «Crespino (Berberis vulgaris) radice… Il principale alcaloide, la berberina, è stato ampiamente studiato in modelli clinici e sperimentali… ha mostrato di avere effetti coleretici, carminativi, antibiotici, immunostimolanti, anticonvulsivi, sedativi, ipotensivi, isterotonici… presenta un’attività antibiotica ad ampio spettro. La berberina ha mostrato di esercitare attività antimicrobica nei confronti dei batteri, protozoi e funghi: Staphylococcus sp., Streptococcus sp., Chlamidia sp., Corynebacterium diphteriae, E.coli, Salmonella typhi, Vibrio colerae, Diplococcus pneumonia, Pseudomonas sp., Shigella dyssenteriae, Entamoeba histolytica, Trichomanas vaginalis, Neisseria gonorrhoeae, N. meningitidis, Treponema pallidum, Giarda lamblia, Leishmania donovani, Candida albicans. L’azione della berberina nei confronti di alcuni di questi agenti patogeni è effettivamente più potente rispetto a quella degli antibiotici di uso convenzionale… l’alcalinizzazione migliora l’efficacia della berberina, in particolar modo nel trattamento delle infezioni del tratto urinario… La berberina esercita una potente azione anticancerogena sia direttamente, uccidendo le cellule tumorali, che indirettamente, stimolando la produzione di globuli bianchi… Tradizionalmente le piante contenenti berberina vengono usate come antipiretici… produce un effetto tre volte superiore a quello dell’acido acetilsalicilico [Aspirina]… L’ampio spettro di effetti antimicrobici della berberina, associato alle azioni antinfettive e immunostimolanti, rappresenta una conferma dell’uso tradizionale di piante contenenti berberina nel trattamento delle infezioni delle mucose… notevole successo della berberina nel trattamento della diarrea acuta… efficace nel trattamento della diarrea provocata da E. coli (diarrea del viaggiatore)… intossicazione alimentare, … amebiasi. Gli estratti acquosi di piante contenenti berberina vengono utilizzati in molte culture del mondo nel trattamento di una gran varietà di disturbi degli occhi, comprese le infezioni… ha mostrato di avere un ruolo rilevante nel trattamento del tracoma, una malattia infettiva degli occhi causata dal batterio Chlamidia tracomatis, un’importante causa di cecità e di disturbi della vista… Diversi studi hanno dimostrato che la berberina è in grado di stimolare la secrezione della bile (effetto coleretico) e bilirubina… Si è inoltre osservato che è osservato che è in grado di correggere l’iper-tiraminemia di pazienti affetti da cirrosi epatica… aiuta a prevenire le complicanze della cirrosi… la berberina viene utilizzata in Cina fin dal 1972 in caso di riduzione della conta dei globuli bianchi dovuta a chemioterapia e/o radiazioni… Radice essiccate oppure infuso: 2-4 g. Tintura (1:5): 6-12 ml (1-3 cucchiaini). Estratto fluido (1:1): 2-4 ml (0,5-1 cucchiaino). Estratto secco (4:1 oppure con 8-12% di alcaloidi): 250-500 mg»15. «Curcuma (Curcuma longa). Attività principali: coleretica e colagoga; antiflogistica; antiossidante. Impiego terapeutico: turbe dipsetiche; colecistite e litiasi… viene utilizzata in India da almeno 4000 anni, in cucina [ingrediente principale del Curry] in medicina e per tingere in arancione la tonaca dei monaci buddisti… la Curcuma incrementa il flusso biliare… evidenziate e dimostrate proprietà antinfiammatorie e antiossidanti… un effetto protettivo nei confronti delle malattie associate allo stress ossidativo come la malattia di Alzheimer… Un altro interessante aspetto della ricerca riguarda le proprietà antivirali della curcumina… I curcuminoidi presentano attività battericida. È stato evidenziato (in vitro e in vivo nella cavia) che la curcumina protegge dal danno epatico indotto chimicamente… Sembra che a livello gastrico vi sia un effetto citoprotettore e antiulcera»16.

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Joseph E. Pizzorno jr., Michael T- Murray, Trattato di Medicina Naturale, Red Edizioni Joseph E. Pizzorno jr., Michael T- Murray, Trattato di Medicina Naturale, Red Edizioni 16 Enrica Campanini, Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, Tecniche Nuove 15

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«Chanca piedra o Fillanto (Phyllantus niruri), pianta intera. Azioni principali: previene ed elimina i calcoli ai reni, epato-protettivo, diuretico, anti-epatotossico (disintossica il fegato), anti-virale, allevia i dolori, riduce gli spasmi, riduce le infiammazioni, pulisce le ostruzioni, aiuta la digestione, abbassa gli zuccheri nel sangue, abbassa la pressione, abbassa il colesterolo. Azioni secondarie: uccide i batteri, tratta la malaria, previene le mutazioni, riduce la febbre, espelle i vermi. Usi principali:; per calcoli ai reni e alla cistifellea; per tonificare, bilanciare, rinforzare, disintossicare e proteggere i fegato (ed equilibrare gli enzimi epatici); per virus, inclusi epatiti A, B, C, herpes e HIV; per tonificare, equilibrare, rinforzare, disintossicare e proteggere i reni e ridurre l’acido urico e aumentare l’urinazione; per ipertensione e livelli alti di colesterolo»17. «Fumaria (Fumaria officinalis). Attività principali: regolatrice del flusso biliare (anfocoleretica: diminuisce se è abbondante; aumenta se è scarso), depurativa-diuretica, spasmolitica. Impiego terapeutico: piccola insufficienza epatica, acne-eczema-artritismo, trattamento preventivo dell’arteriosclerosi. La Fumaria da tempo immemorabile viene utilizzata nella terapia delle affezioni epatobiliari… favorisce il buon umore e quindi la longevità, neutralizzando la tristezza e quindi la malinconia… Le variazioni del flusso biliare sono all’origine di nausee, vertigini, pesantezza e dolori all’ipocondrio destro. La Fumaria è risultata efficace nel trattamento di emicranie “epatiche” nell’80% dei casi, in media. È soprattutto negli stati emicranici che questo medicamento si rivela prezioso, dato anche il fatto che sono pochi i mezzi di cui si può disporre... “ci sembra che, qualunque sia lo stato della cistifellea, questo medicamento debba essere saggiato sistematicamente in tutti gli emicranici” (Dornier R., 1968). Interessante è la segnalazione (Devin e Villani, 1969) sulle applicazioni della Fumaria in chirurgia biliare sia come antispasmodico ad azione costante e antalgico biliare [antidolorifico], sia regolatore della colerosi. La fumaria si è dimostrata capace di limitare la diminuzione della secrezione salivare. Tale sintomatologia [alternanza di diarrea e stipsi] ha risposto in modo favorevole al trattamento con la Fumaria, in un lasso di tempo di tre-quattro settimane. L’uso proprio della medicina popolare che impiega la pianta nel trattamento di svariate dermatosi poterebbe essere giustificato dalla presenza dell’acido fumarico che compare, come sostanza di sintesi, in alcuni farmaci per il trattamento della psoriasi. È sempre auspicabile la semplicità terapeutica, specialmente in campo pediatrico, nelle manifestazioni epato-digestive dell’infanzia… nell’anziano si mostra sovente con un polimedicamento in quei casi ove si presenta frequentemente uno stato di insufficienza digestiva generale dovuta a una bassa secrezione enzimatica, nell’inappetenza, nelle litiasi non operabili, e come preventivo per combattere l’arteriosclerosi a condizione ovviamente, che il suo impiego sia sufficientemente prolungato».18 Picrorrhiza (Picrorrhiza Kurroa, sin. amara) rizoma. Attività principali: epato-protettore, stimolante la funzionalità epatica, colagogo, stomachico, immunostimolante. Impiego terapeutico: disfunzionalità epatica, epatiti, stress, intossicazione da farmaci e sostanze chimiche, asma. La Picrorrhiza usata, tradizionalmente, come rimedio delle disfunzioni gastrointestinali e come depurativo dell’organismo, epatoprotettore stimolante la funzionalità del fegato, nonché come immunostimolante e nel trattamento delle crisi asmatiche. Studi clinici hanno individuato effetti della pianta sui marker della funzionalità epatica dei livelli di enzimi della transaminasi, fosfatasi alcalina e bilirubina. Effetti ascrivibili alla capacità di neutralizzare perossidi e lipo-perossidi, favorendo un aumento dell’enzima SOD endogeno, che ben spiega l’attività epato-protettiva nei confronti di agenti tossici come inquinanti, solventi e farmaci. La 17 18

Leslie Taylor, ND, The healing power of Rainforest Herbs, Squareone publishers Enrica Campanini, Dizionario di Fitotterapia e piante medicinali, Tecniche Nuove

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prescrizione fitoterapica della Picrorrhiza non è molto conosciuta tuttavia la sua azione antiepatossica è paragonabile a quella della silimarina del Cardo mariano. L’impiego è tranquillo, tranne durante l’allattamento, essendo una delle piante più amare. Il Riso rosso fermentato con il lievito Monascus purpureus, è usato da secoli in Oriente in cucina e in medicina. «… nel trattamento di indigestioni, diarrea e per migliorare la circolazione del sangue… studi clinici recenti hanno dimostrato che il riso rosso fermentato può ridurre significativamente i livelli di colesterolo e trigliceridi….»19. Il riso rosso fermentato limita la biosintesi del colesterolo nel fegato e si consiglia di assumerlo insieme al cibo. «Rosmarino (Rosmarinus officinalis) foglie. Azione: colagoga-coleretica, attivatrice della circolazione, antinfiammatoria, spasmolitica, antisettica, tonica nervina, anti-depressiva, digestiva, carminativa, astringente. Caratteristiche terapeutiche generali: gli studi dimostrano che le foglie di Rosmarino migliorano la circolazione, riducono la cefalea e combattono le infezioni batteriche e micotiche. È considerato uno dei più potenti antiossidanti naturali… rafforza i vasi, forse in modo ancor più efficace rispetto alla rutina. Il Rosmarino contiene molti componenti a cui si attribuiscono la capacità di prevenire la demolizione dell’acetil-colina e livello cerebrale, che di solito è un evento che si accompagna all’Alzheimer. È raccomandato nella flatulenza, nei bruciori di stomaco e come digestivo. Migliora l’assorbimento del cibo, stimola la digestione e disintossica il fegato e le vie biliari… il Rosmarino stimola la circolazione cerebrale, migliorando memoria e concentrazione. È stato anche impiegato per trattare l’epilessia e la vertigine. Aiuta a riprendersi dopo prolungati periodi di stress e dopo lunghe malattie. È indicato negli stai di debilitazione… l’azione tonica è di particolare efficacia nei giovani pallidi e astenici. Come collutorio è un ottimo antisettico delle gengive e della bocca in genere»20 «Tarassaco (Taraxacum officinale) radice e pianta intera. Attività principali: coleretica, diuretica, blandamente lassativa. Impiego terapeutico: litiasi biliare (azione preventiva), colecistopatia e insufficienza epatica, reumatismi, gotta, eczema cronico (come depurativo), obesità ipoacidità gastrica, turbe digestive in genere… Da sempre la medicina popolare ha riconosciuto a questa pianta il potere di stimolare le funzioni epatiche, ma p è stata la fitoterapia moderna a confermare questa proprietà tramite prove pratiche e di laboratorio e chimiche che hanno evidenziato sia l’aumento della contrazione della cistifellea (azione colagoga) sia l’aumento della secrezione biliare (azione coleretica)»21

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Physicians’ Desk Reference, PDR Integratori Alimentari, CEC Editore Francesco Perugini Billi, Fitoterapia, Edizioni Junior 21 Enrica Campanini, Dizionario di Fitotterapia e piante medicinali, Tecniche Nuove 20

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CAPITOLO VI SEGNI E SINTOMI DI UNO SQUILIBRIO EPATO-BILIARE. DIAGNOSI E APPROCCIO TERAPEUTICO Fra gli esami del sangue più frequentemente ricercati, quelli che riguardano il Fegato e la Cistifellea sono:

AST (o GOT) ALT (o GPT) Bilirubina Fosfatasi alcalina

Gamma-GT

Albumina

Emocromo

Attività (INR)

protrombinica

Elevata per le più varie cause di sofferenza del fegato Elevata per tutte le cause di sofferenza del fegato Elevata per alterata coniugazione o rallentato flusso della bile. Molto elevata nell’ittero Si altera quando è rallentato il flusso della bile per una malattia del fegato o per la presenza di calcoli biliari. È alta anche in certe malattie delle ossa Elevata per il rallentato flusso della bile; per farmaci, assunzione di alcool, obesità e steatosi epatica; per una dieta sbagliata troppo ricca di grassi, zuccheri e calorie È ridotta quando ne è alterata la produzione da parte del fegato: nella cirrosi o per gravi malattie renali o intestinali che possono provocarne anche la perdita o compromettere globalmente la nutrizione dell’organismo In presenza di patologie epatiche importanti, può essere presente: anemia, ferro e ferritina bassi, ridotto numero delle piastrine La coagulazione è insufficiente (con bassa attività protrombinica e alto INR) negli stadi avanzati della cirrosi, per carenza di vitamina K o suo malassorbimento e per l’effetto dei farmaci anticoagulanti utilizzati in certe malattie del cuore e della circolazione

Vorrei fornire altre nozioni per inquadrare il fegato e la cistifellea, che mi derivano dalla specializzazione in agopuntura.

Secondo questa Medicina, le principali funzioni del fegato sono: - conservare il sangue (e con il sangue nutrire occhi, tendini, capelli e unghie) - permettere il radicamento dello Hun, ossia di quell’aspetto psichico che garantisce la creatività, la fantasia, la progettualità, la capacità di espansione ed estroversione - dirigere e regolare la digestione (il fegato secerne la bile, che viene secreta nel duodeno e messa in riserva nella colecisti, come abbiamo detto),

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garantire il libero flusso dell’energia (la peristalsi dell’intestino è sotto il controllo diretto del fegato); - controllare la psiche, perché garantendo il libero flusso del sangue si garantisce il libero flusso della psiche che è veicolata dal sangue (per avere un’idea immediata del collegamento organi-sangue-psiche, basti pensare a come un eccesso di collera o di gioia possa alterare il battito cardiaco, bloccare la digestione, provocare cefalee e se protratto nel tempo, causare ipertensione e disturbi vascolari!); - controllare la contrattilità muscolare, il tono generale dell’umore, il flusso dell’energia e il flusso sangue nell’intero organismo; - è in strettissimo rapporto con il cervello (in particolar modo con il cervello rettile, che presiede alle funzioni di attacco, fuga e riproduzione). La stasi dell’energia è la più classica e frequente delle alterazioni del fegato. I sintomi della stasi sono: gonfiore, indolenzimento, sbalzi d’umore, sbuffi e sospiri, pienezza addominale e toracica, dolori intercostali, cefalea, cervicobracalgia. Tutti i sintomi migliorano con l’attività e con il movimento! Il flusso di energia (Qi) dal fegato ha conseguenze anche sull’apparato cardiovascolare e muscolare, sul cervello e gli occhi. Inoltre, gestisce la funzionalità e la funzionalità dell’apparato urogenitale (prostata, utero, vescica). Perciò, una stasi dell’energia di fegato può produrre: amenorrea, dismenorrea, sindrome premestruale, leucorrea, disturbi urogenitali maschili e femminili, ecc.. Ma anche: crampi, cefalea, bruciore agli occhi, vertigini, bocca amara, disturbi del sonno, incubi, sbalzi umore, irritabilità, scatti d’ira, depressione. Il fegato governa, inoltre, le paratiroidi e l’ipofisi e indirettamente anche la tiroide. Il fegato può indurire o addirittura bloccare il diaframma ed impedire il corretto flusso respiratorio. Una stasi di fegato impedisce al polmone di diffondere abbondantemente e fluidamente l’ossigeno a sangue, cervello, muscoli, con sintomi quali blocco del diaframma, nodo in gola, oppressione toracica e ansia. Molto spesso sono presenti crampi notturni o sotto sforzo, problemi mestruali, appannamento visivo sotto sforzo, scotomi (puntini neri nel campo visivo o “mosche volanti”), vertigini, dolori alla cervicale e capogiro quando ci si alza. A volte la stasi interessa anche il sangue, e allora si presentano: mestruazioni dolorose, con flusso scuro e presenza di grumi di sangue, cisti ovariche, ecc.. Infine, quando la stasi si trasforma in calore, si notano: scatti di collera e violenza (verbale e/o fisica), infiammazioni agli occhi, febbre, viso e lingua rossi, violenta cefalea, dispepsia, bruciori di stomaco (il calore invade lo stomaco), sete notturna, sonno agitato ed incubi. L’esperienza insegna che, al di là degli esami strumentali e di laboratorio, i dati più significativi, ce li fornisce l’interessato. Ho cercato di riportarli tutti, sono tantissimi, ma per fortuna non si presentano mai tutti insieme! I più comuni sono quelli relativi alla digestione e li ho indicati come primari.

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SINTOMI PRIMARI -

la sua digestione è lenta e difficoltosa ha la sensazione di un gonfiore/pienezza eccessiva allo stomaco dopo i pasti ha eruttazioni dopo i pasti ha bisogno di bere bibite gassate o di “fare il ruttino”, per stare meglio dopo aver mangiato non digerisce alcuni alimenti (cetrioli, peperoni, aglio, ecc) “tornano su” ha difficoltà a digerire i cibi grassi soffre di bruciori o acidità di stomaco talvolta rigurgiti acidi o riflusso gastro-esofageo.

SINTOMI SECONDARI -

soffre o ha sofferto di ernia jatale (fitte gastriche dolorosissime) gli capita di avere dolori nella zona del costato destro (fegato-cistifellea) va poco di corpo (per scarsa produzione di bile) o alterna diarrea a stipsi ha la sensazione di non evacuare mai abbastanza talvolta urina poco, e le urine sono scure e odorose soffre di meteorismo ha la bocca amara ha afte o bruciore alla lingua soffre di emorroidi ha spesso mal di testa o emicranie il mal di testa le peggiora con il vento, il freddo, il ciclo mestruale, alcuni cibi soffre di problemi e di dolori alla cervicale gli capita di avere vertigini gli capita di avere bruciore o rossore agli occhi o lacrimazione eccessiva ha le mestruazioni irregolari e/o dolorose prima del ciclo mestruale si sente irritabile, nervosa, gonfia, con tensione all’addome e al seno, cefalea, eccessiva sudorazione soffre di ovaio policistico ha unghie e capelli fragili soffre di crampi o formicolio agli arti si sente spesso stanco/astenico si sveglia la notte per incubi si sveglia con insonnia fra mezzanotte e le quattro di mattina (1-5 con l’ora legale) è nervoso ha scatti d’ira incontrollabili tende ad essere logorroico a volte si sente ansioso, agitato e ha tachicardia soffre di sbalzi di pressione ha la sensazione di nodo in gola ha un senso di oppressione toracica sente il bisogno di fare dei sospiri profondi gli piace il sapore amaro e spesso lo ricerca prende il caffè subito dopo il pasto beve alcolici assume farmaci fuma

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Ci sono poi informazioni molto utili anche solo osservando i tratti caratteristici di chi ha una certa intossicazione o debolezza cronica del fegato e della cistifellea: -

-

rughe verticali tra le sopracciglia, una o due, con espressione “arrabbiata”, sono tipiche del fegato “stressato” (mentre la ruga orizzontale alla radice del naso appartiene alla sola cistifellea) un rigonfiamento per lato, tra l’occhio e il naso, come due piccoli ceci grani di “miglio”, attorno agli occhi colorito scuro e spento della pelle, a volte verdognolo occhi tutti cerchiati di scuro (“pesto” o tipo “pugno nell’occhio”) occhi rossi occhi spenti, velati pelle impura, acne, arrossamenti, squame, secchezza, forfora lingua arrossata ai lati (senza l’impronta dei denti, che invece indica debolezza a pancreas e milza).

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INTEGRATORI ALIMENTARI PER IL BENESSERE DI FEGATO E CISTIFELLEA Tavola comparativa secondo le funzioni fisiologiche e/o nutritive degli ingredienti

PRODOTTI

AZIONE METABOLISMO FUNZIONALITÀ DIFESE FUNZIONALITÀ FUNZIONALITÀ LIPIDI AZIONE IMMUNITARIE DIGESTIVA ED NUTRITIVA, EPATICA RICOSTITUENTE BILIARE (COLESTEROLO CONTRO AGENTI ELIMINAZIONE E DI SOSTEGNO ANTIOSSIDANTE E DEPURATIVA E TRIGLICERIDI) ESTERNI DEI GAS METABOLICO

GLUTATIONE SUPREMO pastiglie

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BILIARIS-T pastiglie

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TRANSVIS pastiglie

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TARASSACO TMG liquido analcoolico

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CARCIOFO TMG liquido analcoolico

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FEGATO di maiale pastiglie

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1

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CALENDULA TMG liquido analcoolico

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EPAVIS-T pastiglie

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EPAVIS liquido alcoolico e analcoolico

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COLEVIS liquido alcoolico e analcoolico

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BOLDO TMG liquido analcoolico

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TAU-FER polvere e pastiglie

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INOSITOLO SUPREMO pastiglie

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BILIARIS liquido analcoolico

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SPACCAPIETRA pastiglie

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FITOSTEROLI PLUS pastiglie

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COLEVIS-T pastiglie

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DETOXIGEN pastiglie

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CISTINA PLUS pastiglie

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SAMe PLUS pastiglie

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FUMARIA TMG liquido analcoolico

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CARDO MARIANO TMG liquido analcoolico

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GENZIANA TMG liquido analcoolico

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CRESPINO TMG liquido analcoolico

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ENULA TMG liquido analcoolico

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LECIVIS softgel

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UMAT

CONS

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LECISOLE softgel

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ELICRISO TMG liquido analcoolico

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BARDANAVIS liquido alc. e analcoolico

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ROSMARINO TMG liquido analcoolico

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NOCE TMG (frutti) liquido analcoolico

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SCHISANDRA TMG liquido analcoolico

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VERAVIS liquido alcoolico e analcoolico

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FIENO GRECO TMG liquido analcoolico

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FISHVIS softgel

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Il materiale informativo aggiornato può essere scaricato sul sito www.drgiorgini.com 1 = Integratore alimentare prossimamente disponibile.

gennaio 2014


Bibliografia - Leslie Taylor, ND, The healing power of Rainforest Herbs, Squareone publishers - Francesco Perugini Billi, Fitoterapia, Edizioni Junior - Jean Valnet, Fitoterapia. Cura delle malattie con le piante, Aldo Martello-Giunti Editore - Enrica Campanini, Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, Tecniche Nuove - Muccioli, Pippa, Crepaldi, Matteucci, Mazzanti, Sarafianos, Semeiotica Cinese, Casa editrice Ambrosiana. - Sotte, Minelli, Giovanardi, MatrĂ , Schiantarelli, Fondamenti di Agopuntura e Medicina Cinese, Casa editrice Ambrosiana. - Maciocia, La Clinica in Medicina Cinese, Casa editrice Ambrosiana. - Michael T. Murray, Guida Medica agli Integratori alimentari, Edizioni Red - Joseph E. Pizzorno jr., Michael T- Murray, Trattato di Medicina Naturale, Red Edizioni

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Integratori alimentari prodotti da: VIS MEDICATRIX NATURAE® s.r.l. Via Cardeto 40 - 50034 Marradi (FI) SERVIZIO CONSUMATORI: numero verde 800 911 939 consumatori@drgiorgini.com - www.drgiorgini.com

AVVERTENZE: gli integratori non vanno intesi come sostituti di una dieta variata ed equilibrata e devono essere utilizzati nell’ambito di uno stile di vita sano. Non superare la dose giornaliera raccomandata. Il prodotto deve essere tenuto fuori dalla portata dei bambini al di sotto dei tre anni di età. Le caratteristiche dei prodotti qui riportate, potrebbero differire da quelle presenti su confezioni precedenti ancora in commercio o successive alla pubblicazione del presente materiale informativo (Agosto 2014).


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