Fondamenta della salute intestino consumatore

Page 1

RI

MATO

U CONS

LE FONDAMENTA DELLA SALUTE INTESTINO

COPERTINA-INTESTINO.indd 2

03/09/14 11:57



LE FONDAMENTA DELLA SALUTE INTESTINO

a cura di Giorgini Dr.ssa Beatrice Con la collaborazione di: Giorgini Dr. Federico e Giorgini Dr. Filippo

COPERTINA-INTESTINO.indd 3

03/09/14 11:57



INDICE Introduzione

pag. 4

CAP. I . Il corpo umano come una macchina vivente schema degli emuntori o organi di eliminazione delle tossine schema riassuntivo del sistema di rinnovamento continuo

pag. 7

CAP. II. La macchina vivente si intasa La tossiemia ovvero l’avvelenamento del sangue

pag. 10 pag. 11

CAP. III. L’intestino Figura n. 1: Batteri del corpo umano

pag. 14 pag. 17

CAP. IV. Come cercare di arrestare la putrefazione intestinale… Gli 8 metodi di Medicina Naturale nel Mondo 1. Lavaggi intestinali La pratica del lavaggio intestinale Figura n. 2: materiale necessario per effettuare il lavaggio Figura n. 3: enteroclisma o clistere 2. Integratori alimentari formulati per il benessere del grosso intestino (crasso): una tavola comparativa per facilitarne la scelta Tavola comparativa degli integratori alimentari per il benessere dell’intestino 3. Erbe che aumentano il transito intestinale Erbe antrachinoniche che aumentano con forza il transito intestinale: Senna e Aloe Erbe antrachinoniche che aumentano il transito intestinale: Cascara, Rabarbaro e Frangula Erbe non antrachinoniche che aumentano debolmente il transito intestinale: Vilucchio, Frassino, Cassia, Prugne, Fichi, Manna, Tarassaco e Tamarindo Erbe non antrachinoniche, mucillagginose emollienti e lenitive che aumentano molto debolmente il transito intestinale: Agar-agar, Altea e Malva 4. Erbe che neutralizzano le enterotossine, calmanti, nutritive intestinali e anti-gas: Camomilla, Fieno greco, Finocchio ed Equiseto 5. Erbe che diminuiscono il transito intestinale (astringenti) Erbe astringenti che diminuiscono con forza il transito intestinale: Catecù, Quercia Erbe astringenti che diminuiscono il transito intestinale: Salcerella o Salicaria, Amamelide e Alchemilla

pag. 20 pag. 20 pag. 23 pag. 24

1

pag. 8 pag. 9

pag. 27 pag. 27

pag. 28 pag. 31

pag. 33 pag. 36

pag. 38

pag. 42

pag. 44 pag. 47 pag. 47 pag. 48


Adsorbenti le tossine e i gas intestinali che diminuiscono molto debolmente il transito intestinale: Argilla e Carbone vegetale 6. Cataplasmi al ventre di terra o argilla Figura n. 4: “fregagione o bagno asciugatoio con acqua fredda”, dette “spugnature fredde” Figura n. 5: preparazione base dei cataplasmi Figura n. 6: applicazione del cataplasma sul ventre in posizione eretta Figura n. 7: applicazione del cataplasma sul ventre a letto 7. I fermenti lattici combattono la putrefazione intestinale - Test per valutare la crescita batterica intestinale - Disturbi digestivi (acido cloridrico, enzimi e bile) Diete povere di fibre Fibre cellulosiche Fibre non cellulosiche Polisaccaridi algali 8. Il lievito di birra

pag. 50 pag. 50 pag. 52 pag. 54 pag. 55 pag. 56 pag. 57 pag. 60 pag. 62 pag. 66 pag. 67 pag. 67 pag. 67 pag. 69

CAP. V. Altre osservazioni per scegliere meglio l’integratore intestinale Aspetto delle feci La Forza Curativa della Natura

pag. 70 pag. 72 pag. 75

CAP. VI. I parassiti, questi sconosciuti e sgraditi ospiti - Platelminti (vermi piatti): Tenia solium (verme solitario) Tenia saginata Tenia dei pesci (Diphillobothrium latum) Echinococcus granulosus (idatidosi o echinococcosi) Schistosoma mansoni Schistosoma intercalatum Schistosoma haematobium Schistosoma japonicum Schistosoma mekongi Paragonimus sp Fasciola epatica Fasciolapsis buski Fasciolapsis alata - Nematelminti (vermi tondi Ascaris lumbricoides (ascaridosi) Toxcara canis Enterobius vermicularis (ossiuri) Trichinella spiralis - Protozoi: Leishmania sp (leishmaniosi) Trichomonas vaginalis Giarda intestinalis

pag. 76 pag. 79

2

pag. 82

pag. 85


-

Entamoeba histolytica (ameba) Toxoplasma gondii (toxoplasmosi) Plasmodium sp (malaria) Funghi: Candida albicans Norme per cercare di prevenire le infezioni parassitarie Erbe contro i vermi parassiti, protozoi e funghi: Enula e Assenzio Bromelina, Papaina e Proteasi Enzimi pancreatici (proteasi) Curcuma Crespino Clorofilla (e suoi derivati) Lapacho Aglio, Cipolla, Melograno, Santoreggia, Genziana Tanaceto, Zucca, Assenzio, Carota, Valeriana, Lupino Prugnolo e Noce Artemisia (Artemisia vulgaris Assenzio (Artemisia absintium) Chiodi di garofano Santonina (Artemisia marittima) Aglio Aglio orsino Zucca Olio di ricino (depurato) Melograno Tanaceto (Tanacetum vulgare) Crisantemo partenio o Feverefew o Partenio o Matricaria (Tanacetum o Chrysanthemum parthenium) Ferula-assafetida Quassia amara China Barba di Giove o Lichene orsino (Usnea barbata) Baptisia

pag. 89 pag. 89 pag. 90 pag. 91 pag. 91 pag. 91 pag. 91 pag. 91 pag. 92 pag. 93 pag. 93 pag. 94 pag. 95 pag. 95 pag. 95 pag. 96 pag. 96 pag. 96 pag. 96 pag. 97 pag. 97 pag. 97 pag. 97 pag. 98 pag. 98 pag. 98 pag. 98 pag. 98

Integratori alimentari consigliati in caso di parassiti (tavola comparativa)

pag. 100

Avvertenze

pag. 101

Conclusioni

pag. 104

3


INTRODUZIONE Quando mi sono iscritta alla facoltà di Medicina presso l’Università di Bologna, mio padre era già il dott. Giorgini Martino, fondatore della Vis Medicatrix Naturae. Laureatosi in Scienze Biologiche presso l’Università di Bologna e animato da uno spiccato interesse per la chimica coltivata negli studi di Perito Chimico presso l’istituto Tecnico Industriale di Ravenna, cominciò ad interessarsi alla “forza curativa delle erbe” quando ancora lavorava come tirocinante biologo presso l’ospedale S. Maria delle Croci di Ravenna. La scintilla di questo amore, che tuttora anima con travolgente passione le sue giornate di studio sulle erbe, scoccò proprio presso l’ospedale di Ravenna, allorché una sua collega gli regalò un opuscolo sull’uso delle erbe medicinali. Caso mai! Direbbe mio padre. Per lui il caso non esiste e quel gesto fu senz’altro l’incipit di un disegno del destino che, anche grazie alla sua formidabile energia e allo straordinario desiderio di “far star bene le persone”, si è realizzato appieno. Il resto lo ha fatto la sua consapevolezza che l’uomo è una creatura di per sé biologicamente perfetta, di cui è necessario avere cura nel modo più naturale possibile; ciò senza alterare l’alchimia biologica dell’organismo umano e intervenendo, ove necessario, appunto, con la forza curatrice della natura. È stata questa sua convinzione, che poi è diventata un’ideale di vita, che lo ha spinto ad approfondire lo studio delle erbe dal punto di vista chimico e biologico; è stata la sua consapevolezza circa la forza della Natura che lo ha indotto a far tesoro anche dell’esperienza vissuta, popolare e non solo, circa il potere medicamentoso delle erbe. Fu così che ascoltò, con orecchie diverse, i racconti e le esperienze di chi il “non-caso” volle fargli incontrare in quegli anni in cui il neolaureato Martino Giorgini cercava di indirizzare i propri studi. Abitava nel paese nativo di mio padre, Castiglione di Cervia, un farmacista ormai in pensione, il dott. Silvano Cavalli, il quale gli insegnò la preparazione di molti prodotti a basi di erbe. Il dottor Cavalli, tra l’altro, gli parlò a lungo dei purganti e dell’importanza primaria di pulire l’intestino; gli illustrò le caratteristiche dei lassativi, ovvero purganti più miti, come la Cascara e la Frangula e altri delicati e rinfrescanti come il Rabarbaro cinese e, infine, di una fibra, o meglio una mucillaggine in polvere, di cui il dottor Cavalli aveva fatto scorta per sé, nel magazzino della sua farmacia, attribuendole grandi qualità: l’Agar-agar. «La proprietà dell’Agaragar è quella di formare una gelatina delicata nell’intestino, che non impedisce minimamente alle sostanze nutritive di essere assimiliate dalle pareti intestinali. Questa gelatina ingloba le feci stagnanti e tiene puliti anche i diverticoli. Può dare la giusta consistenza alle feci, insomma, va bene per tutti, dalla stipsi alla diarrea, se accompagnata da altre piante», spiegava il farmacista. Gli insegnamenti del dottor Cavalli erano, seppur più empiricamente, confermati anche da un’altra persona, tale Signor Giordano Pezza, il quale non era né medico né farmacista, ma aveva un’esperienza e una filosofia della salute del corpo che lo avevano reso popolare in tutta la Romagna. Insegnava il Signor Pezza: «Tutte le malattie sulle quali puoi fare qualcosa provengono dall’intestino… se non pulisci l’intestino non puoi guarire perché è lì che il sangue si avvelena (e con lui si avvelena il corpo) assorbendo le sostanze della putrefazione intestinale… A volte non basta purgarli, ci vogliono dei clisteri e poi a volte non bastano neppure quelli perché si formano delle incrostazioni nere e dure come la lavagna… Se pulisci l’intestino il sangue prende un altro corso e pulisce lui tutto il corpo da dentro come una doccia. Il sangue arriva 36 volte, nelle 24 ore, in ogni parte del corpo: se il sangue è sporco non lo può lavare, così come l’acqua sporca non lava i vestiti, ma se il sangue è pulito allora pulisce il corpo! Se purghi bene l’intestino guariscono da soli!». E ancora: «Andare di corpo tutti i giorni non vuol dire avere l’intestino pulito; sono più 4


intasati degli stitici che ogni tanto sono costretti a purgarsi e a liberarsi degli accumuli, rispetto a chi è regolare, che non lava mai a fondo l’intestino». Al Signor Pezza, tale insegnamento era stato trasmesso, a sua volta, da un certo Zambutè, un famoso erborista romagnolo. Zambutè non usava molte erbe, usava Aloe e Senna per purgare, polvere di liquirizia composta (liquirizia con Senna, “fiori” di Zolfo, semi di Finocchio e zucchero) per gli intestini più deboli e per depurare, Altea per tutte le infiammazioni e… clisteri. Si dice che fosse molto intuitivo, quasi un chiaroveggente. Leggenda? Resta il fatto che era conosciuto in tutta la Romagna per «la storia della Guzzi», regalatagli dal primario dell’ospedale di Forlì per avergli guarito la moglie (che i dottori davano per spacciata), da una grave malattia. Pulire, innanzitutto, l’intestino è diventato uno dei pilastri portanti anche degli insegnamenti di mio padre il quale, fondendo conoscenza con esperienza, da tempo afferma che in ciò consiste il primo fondamentale passo per prendersi cura del nostro corpo. Con questo patrimonio di conoscenze ed esperienze mio padre nel giugno del 1977 aprì una piccola erboristeria a Cervia, la Vis Medicatrix Naturae. Il suo modo di offrire le erbe fu, tuttavia, fortemente innovativo! Basti pensare che fino ad allora le erbe venivano vendute “sciolte”, a peso, pronte per essere bollite ed utilizzate sotto forma di infuso. Mio padre, rispolverando antiche tradizioni, offrì ai suoi clienti infusi variamente combinati di erbe, altamente concentrati e pronti all’uso, sotto forma di liquidi e pastiglie. Successivamente ebbe un’ulteriore ispirazione che fu quella di arricchire i suoi preparati con vitamine e sali minerali. L’ispirazione gli venne leggendo un opuscolo che un suo cliente gli aveva portato dagli Stati Uniti d’America. Da quell’opuscolo capì che negli U.S.A., a quei tempi, usavano solo vitamine, sali minerali e alcuni nutrimenti, per la salute “naturale” e non erbe! Pensò che, se avevano buoni risultati con quegli ingredienti voleva dire che c’erano delle forti carenze nutrizionali generalizzate nella popolazione americana. Cominciò a studiare le caratteristiche alimentari della popolazione italiana e le possibili integrazioni alimentari (biochimiche) alle carenze riscontrate. Così, arricchì i suoi preparati con vitamine, minerali e oligoelementi (minerali-traccia) che, peraltro, potenziavano l’azione delle erbe a livello biochimico. In tutto ciò il punto di partenza è sempre stato quello di: “prima , pulire l’intestino”. Con ciò mio padre è andato oltre il tradizionale sistema erboristico di “sintomo-rimedio”. Tutti i libri di erbe medicinali, vecchi e nuovi, consigliano le erbe in maniera sintomatica, ovvero ad ogni sintomo associano una o più erbe senza però tener conto che ciò è vero solo a condizione che l’intestino (oltre che il fegato e i reni) siano perfettamente funzionanti e quindi puliti e sani. Le indicazioni sintomo-rimedio provengono da una tradizione ultra-millenaria che i tempi hanno resa incompleta e insufficiente. In passato si mangiavano prodotti locali, soprattutto prodotti stagionali; nelle famiglie veniva dedicato più tempo alla preparazione del cibo, considerato giustamente il bene primario. Questo non proveniva da coltivazioni forzate, né veniva coltivato con concimi chimici e antiparassitari tossici, né trattato industrialmente, né OGM, né irradiato e non proveniva da allevamenti intensivi, ma da allevamenti esclusivamente all’aperto. Inoltre, si mangiava molto meno, non esisteva la “sovralimentazione”, che si è diffusa negli ultimi 50 anni nel mondo occidentale, perché non c’era il frigorifero! Ebbene, con l’alimentazione “di una volta”. Il nostro organismo si manteneva più pulito e più forte ed, effettivamente, il sistema sintomo-rimedio era pienamente affidabile. Oggigiorno, visto gli enormi cambiamenti che ci sono stati nella società e nello stile di vita delle persone, tale sistema deve essere necessariamente integrato con una particolare attenzione all’intestino e agli altri organi emuntori. Tutti gli insegnamenti di mio padre nell’importanza dell’intestino sono stati per me, innanzitutto, una verità indiscutibile per il solo fatto che provenivano da mio padre;

5


successivamente ho ritenuto che fossero eccessivi, ma gli studi che ho condotto e l’esperienza avuta mi hanno, poi, convinta consapevolmente, della loro veridicità. I nostri nonni sapevano che l’intestino pulito è la base per resistere alle malattie e non disdegnavano di ricorrere ai clisteri, al primo segnale di malessere (raffreddamento, febbre, ecc.). La stessa iridologia (la diagnosi dell’iride per verificare lo stato di salute) evidenzia la posizione centrale dell’intestino. La ricerca scientifica che ha scoperto il “sistema immunitario intestinale”, ha confermato l’importante ruolo dell’intestino per la salute. Come è noto il sistema immunitario ha la funzione di riconoscere e scegliere tra ciò che gli è estraneo, intercettando e distruggendo gli elementi estranei. L’intestino è rivestivo nella parete interna da una mucosa che è in contatto con l’ambiente esterno, cioè con le sostanze ingerite come cibi e bevande. Con la sua superficie di 300 mq, l’intestino contiene l’80% delle cellule immunitarie! Queste costituiscono un tappeto linfatico, che si estende sotto la mucosa intestinale, in cui si trovano follicoli linfatici (placche di Peyer) che producono cellule immunitarie. Gli aggregati linfatici specifici della mucosa e sottomucosa si trovano in gran numero nel tratto inziale dell’intestino tenue (dal piloro alla valvola ileo-cecale): linfociti che producono anticorpi e immunoglobuline che ricoprono la mucosa come una pellicola protettiva. A rafforzare tutto ciò c’è l’appendice, un prezioso organo-sentinella che fa parte del sistema immunitario (con adenoidi, tonsille, timo, midollo osseo, linfonodi e milza) grazie alla ricchezza di tessuto linfatico e producendo una sostanza, lisozima, che mantiene in equilibrio la flora intestinale. Ebbene, come dice sempre mio padre “prima di tutto, clistere per tutti!”.

Giorgini Dr.ssa Beatrice

6


CAP. I IL CORPO UMANO COME UNA MACCHINA VIVENTE Se penso il corpo come una “macchina vivente”, vedo che proprio come una macchina, ha bisogno, per continuare a muoversi, di energia che si sviluppa “bruciando” del “carburante” con l’ossigeno respirato e di “pezzi di ricambio” da sostituire a quelli usurati o rotti. Questa macchina, per il fatto di essere vivente, se si spegne una volta non riparte più! Così, per evitare usure e rotture la Natura ci ha dotato di un sistema automatico di “rinnovamento continuo” di ogni cellula del corpo. In questo modo la macchina si mantiene sempre nuova. Di certo, però, c’è qualcosa che non fa funzionare perfettamente il nostro sistema di rinnovamento continuo, dato che il corpo non mantiene sempre lo stesso aspetto e, nel tempo, i processi di rinnovamento sembrano diventare sempre meno efficaci. Il sistema di rinnovamento continuo, dedotto dalla Biologia, ha bisogno per funzionare che siano soddisfatte due condizioni: un flusso continuo e sufficiente di tutti i nutrimenti necessari; l’eliminazione di tutte le sostanze di scarto, cioè , di tutti gli “escrementi”. Quindi, se rifornendo tutti i nutrimenti necessari il sistema continua a non funzionare nel modo ottimale, la causa deve essere ricercata nell’eliminazione delle sostanze di scarto: si deduce che gli escrementi non vengono eliminati in maniera sufficiente. Per sostanze di scarto o escrementi, non si intendono solo le feci dell’intestino, ma tutte le altre sostanze non utilizzabili dal nostro corpo, le quali possono “intasare” e irritare l’organismo. Infatti, gli escrementi che non vengono eliminati si accumulano e finiscono col mettere fuori equilibrio l’efficace, ma delicato, sistema di rinnovamento continuo. Anche se le sostanze accumulate non sono irritanti il solo accumulo rallenta il flusso primario, quello, cioè, che si svolge attorno alle cellule, nel cosiddetto spazio intracellulare. Spazio da dove devono arrivare alle cellule tutti i nutrimenti (compreso l’ossigeno, O2) e attraverso il quale devono defluire i prodotti di scarto (compresa l’anidride carbonica, CO2) e la produzione locale come ormoni, enzimi, neurotrasmettitori e tanti altri metaboliti. Oltre alle sostanze di scarto, contenute negli alimenti (che ordinariamente vengono separate dai nutrimenti nello stomaco e poi intestino tenue e dirette all’intestino crasso), quelle provenienti dall’ambiente e presenti nell’aria e nell’acqua, ci sono altre due fonti di sostanze di scarto nocive: la prima proviene dal sistema di rinnovamento continuo e dal metabolismo cellulare, e viene detta “fisiologica”; l’altra, proviene dai batteri putrefattivi intestinali e viene detta “patologica”. I batteri putrefattivi e fermentativi intestinali, a differenza della “flora batterica intestinale utile” (che produce acido lattico, vitamine, butirrati e altre sostanze utili), producono centinaia di sostanze tossiche. Queste, inevitabilmente, passano nel circolo sanguigno con l’assorbimento dell’acqua dall’intestino crasso. Infatti, così come il principio attivo contenuto in una supposta agisce e quindi viene assorbito in tempi brevissimi per via rettale, anche le sostanze tossiche presenti all’intestino si diffondono rapidamente nel sangue e di conseguenza, nell’intero organismo. Queste tossine, una volta nel sangue, devono essere eliminate attraverso reni, pelle e polmoni, ma prima devono essere “neutralizzate” dal fegato.

7


FEGATO: filtra il sangue, disintossica o meglio neutralizza le tossine (fase I e fase II), produce la bile, albumina, ormoni, ecc.

EMUNTORI o ORGANI di ELIMINAZIONE delle TOSSINE

INTESTINO CRASSO (GROSSO): elimina tossine provenienti da batteri intestinali e con la bile tossine neutralizzate dal fegato e rese liposolubili RENI: eliminano le tossine neutralizzate dal fegato e rese idrosolubili PELLE: elimina tossine (compresi i metalli pesanti), neutralizzate dal fegato e rese liposolubili POLMONI: elimina l’escremento gassoso anidride carbonica

Perciò, sia un cattivo funzionamento del fegato, che un cattivo funzionamento degli organi emuntori, fa aumentare gli escrementi che si accumulano nel corpo. Ecco perché i Medici e i Terapeuti, hanno da millenni ricercato dei “depurativi” vegetali e non, sostanze cioè che favorissero l’eliminazione, attraverso gli emuntori, degli escrementi (tossine). Leggendo antichi testi di medicina si nota subito, come fosse di primaria importanza, la raccomandazione di lavare il corpo dall’interno e di sciogliere gli accumuli, le mucosità, i calcoli, le “ostruzioni” in generale, formate da sostanze che definivano “collose”, “tartarose” e “indurite”. Anche la Medicina Tradizionale Cinese, da millenni, ritiene che la causa principale delle malattie croniche, tumorali, cistiche, delle “masse”, della stasi, dei dolori articolari, dei disturbi circolatori, e di moltissime altre condizioni, sia l’Umidità, intendendo per Umidità proprio l’accumulo di vischiosità, liquidi, tossine ed impurità, in una parola tutti gli escrementi che nel tempo si condensano, rallentando tutte le funzioni vitali. Per la maggior parte, gli alimenti ingeriti vengono eliminati sotto forma di feci, ma dobbiamo regolarmente ingerirne di nuovi per estrarne i nutrimenti di cui abbiamo bisogno per mantenere il flusso di rinnovamento continuo. I nutrimenti però, non si trovano isolati e puri, ma sono sempre invischiati nel citoplasma cellulare (sia questo vegetale o animale) e mescolati con sostanze per noi inutili e a volte irritanti. Inoltre, non c’è un alimento che contenga tutti i nutrimenti nella giusta proporzione e quantità e quindi siamo costretti a variare l’alimentazione per rifornirci di tutti i nutrimenti nella quantità necessaria.

8


SCHEMA DEL SISTEMA DI RINNOVAMENTO CONTINUO NUTRIMENTI: tutte le sostanze utili e quelle indispensabili o che favoriscono la vita (VITALI) ALIMENTI ESCREMENTI: tutte le sostanze inutili e quelle che ostacolano o impediscono la vita (MORTALI)

TERRA: vegetali, minerali e animali

PREPARAZIONE (e/o cottura)  INGESTIONE (e masticazione)  DIGESTIONE,  INTESTINO CRASSO  SPURGO (enzimi gastrici, pancreatici, enterici e bile)  NUTRIMENTI DAI BATTERI  intestinali ASSIMILAZIONE “buoni” (intestino tenue e crasso) (lattobacilli)  TRASPORTO: SANGUE (circolazione)  “STERILIZZAZIONE” (TIROIDE)  SPAZIO INFRA-CELLULARE  CELLULE VIVE

ALIMENTI VISIBILI

ACQUA

NUTRIMENTI ARIA: ossigeno FUOCO o LUCE SOLARE: energia vitale o “fuoco di vita”

ALIMENTI INVISIBILI

DAGLI ALIMENTI (separazione dai nutrimenti)

RESPIRAZIONE

INTESTINO CRASSO

POLMONI (assimilazione)

DAI BATTERI intestinali “cattivi” (putrefattivi), tossine enteriche

SPURGO

ESCREMENTI

SPAZIO INFRA-CELLULARE  TRASPORTO: SANGUE (circolazione)  POLMONI DALLE CELLULE MORTE eliminazione (rinnovate, col sistema di (Anidride carbonica) rinnovamento continuo) “STERILIZZAZIONE” (TIROIDE )  ORGANI di FILTRAZIONE e di NEUTRALIZZA-ZIONE: FEGATO e SISTEMA IMMUNITARIO  SPURGO: reni, pelle, intestino crasso, polmoni; e in misura molto minore (“valvole” di spurgo): occhi, orecchie, naso e organi genitali DALLE CELLULE VIVE (attività metabolica, fisio-logica di spurgo)

9


CAP. II LA MACCHINA VIVENTE SI “INTASA” Il nostro corpo, come si è detto, è provvisto di un sistema di “spurgo” delle tossine composto principalmente da: intestino crasso, reni, pelle, polmoni e fegato. Quest’ultimo, funziona come “filtro” del sangue e neutralizza le tossine, comprese quelle provenienti dal ricambio, rendendole così pronte per essere eliminate (spurgate). A questi organi si possono secondariamente aggiungere: il naso, le orecchie, le mucose, gli organi genitali e gli occhi stessi, che possono “eliminare”, se necessario; sono come “valvole di sicurezza”! Inoltre, va ricordato che il sangue passa tutto attraverso la tiroide ogni 20 minuti. Questa funzione non ha ancora trovato una spiegazione scientifica, ma suppongo si tratti di una “sterilizzazione” del sangue (come se il sangue passasse attraverso una lampada U.V.) dovuta alla forte azione antimicrobica dello jodio. Tutto lo jodio del corpo, infatti, si trova concentrato nella tiroide. Mentre l’escremento più grossolano, formato dalla digestione e separazione dei nutrimenti dagli alimenti, arriva direttamente all’intestino crasso, le altre sostanze di scarto viaggiano col sistema circolatorio. Queste consistono nelle sostanze di scarto delle cellule, quelle provenienti dal rinnovamento continuo cellulare, altre sostanze provenienti dagli alimenti (solidi e liquidi) e dall’ambiente. La natura ha previsto il sistema di rinnovamento, e ci ha provvisto di organi emuntori, per eliminare tutti questi escrementi. Eppure gli escrementi incominciano ad accumularsi fin dai primi anni di vita. Come mai? Gli escrementi si accumulano perché: non vengono trasportati dal sangue agli organi emuntori e non entrano nel sangue perché non sono stati neutralizzati nel fegato o perché il sangue ne è già saturo. Entrano, infatti, continuamente nel sangue sostanze tossiche prodotte dalla putrefazione intestinale degli alimenti ad opera di batteri putrefattivi. Questo fenomeno viene chiamato “tossiemia”, cioè tossine del sangue. Le tossine del sangue devono essere neutralizzate e poi eliminate, se questo non avviene si accumulano via via nel corpo e per questo possono essere causa, direttamente e indirettamente, di qualunque problema e qualunque malattia. Questa constatazione è nota a Medici da tempo e per provare ciò ho riportato il brano che segue, totalmente estratto dal “Medicamenta” IVª edizione (Cooperativa Farmaceutica Milano) del 1933 (con riferimenti di fine 800). Si può leggere come già a quel tempo i Medici avevano individuato con certezza lo squilibrio del grosso intestino come unica causa per tanti disturbi. Questi concetti sono stati ripresi e riportati anche nella VIª edizione del Medicamenta del 1964.

10


LA TOSSIEMIA «Nel contenuto intestinale, costituito dai cibi in via di digestione e dai secreti delle diverse ghiandole che riversano i loro prodotti nell’intestino, si trovano normalmente microrganismi appartenenti a più di 50 specie diverse (colibacilli, batteri e diversi cocchi, sporigeni aerobi e anaerobi), i quali costituiscono la cosiddetta “flora intestinale”. Si tratta di batteri innocui, la cui presenza non reca disturbo all’organismo che li ospita come commensali. Di questi, alcuni sono addirittura utili (ad esempio i latto-bacilli) perché producono e rilasciano sostanze nutritive ed energetiche per i colociti [le cellule del colon] e per il sistema immunitario. Nel tubo digerente, però, possono insediarsi microrganismi nocivi, come gli agenti morbosi delle “infezioni intestinali”: del tifo, del paratifo, della dissenteria e vibrione colerico. Oltre a queste due, vi è una terza categoria di microrganismi i quali non provocano le gravi sindromi delle infezioni intestinali, ma non sono neppure utili o innocui come la normale flora intestinale. Questi sono, infatti, capaci di determinare fermentazioni abnormi e decomposizione putrida del contenuto intestinale. Questi ultimi batteri possono dar luogo a disturbi locali e generali più o meno gravi. Il medico dr. Metchnikoff apriva un nuovo capitolo con le sue ricerche intese a chiarire le funzione utili e quelle nocive della flora batterica intestinale. Mentre ancora oggi si sta definendo l’azione utile che alcuni batteri presenti nel tubo digerente esercitano sulla chimica della digestione, già Metchnikoff diceva che: “molti altri batteri, prevalenti per numero in determinate condizioni e metodo di alimentazione e di vita, sono sicuramente dannosi e possono determinare gravi disturbi e vere malattie locali e generali. Questi microbi intestinali, infatti, elaborano prodotti tossici (derivati del fenolo, scatolo, indolo, cresolo, idrogeno solforato, ecc.), che possono passare nella circolazione sanguigna generale, turbando profondamente l’organismo”. Inoltre: “questi stessi batteri possono penetrare attraverso la parete intestinale sana o lesa, arrivando nel fegato, sulla milza, nei polmoni, oppure soffermarsi nei gangli linfatici mesenterici vicini”. La presenza nell’intestino di questa terza categoria di batteri e delle loro tossine, straordinariamente favorita dal ristagno fecale e dalle fermentazioni del contenuto intestinale, è molto spesso causa di disturbi locali (a carico dell’intestino o degli organi parenchimatosi addominali), ma anche generali. Nelle cause delle varie flogosi intestinali (coliti, appendicite, enteriti, catarro…), accanto a quelle predisponenti (quali atonia intestinale, ptosi viscerale, disfunzione epatica, ecc.) interviene quale fattore di primaria importanza lo stato di infezione, passeggera o permanente, dell’intestino, cioè la virulenza più o meno rapidamente aumentata o la modificazione delle flora normale per invasione di microrganismi estranei. Si ammettono rapporti di interdipendenza fra fermentazioni intestinali ed enterite, tanto negli adulti quanto nei lattanti al seno (nei quali può assumere carattere di gravità preoccupante). Talvolta non si sono osservate norme di igiene nell’alimentazione dei lattanti, ma altre volte la gastroenterite infantile colpisce anche i lattanti allattati solo al seno. In quest’ultimo caso si tratta di infezione gastrointestinale della madre con trasmissione dei prodotti tossici solubili provenienti dai microbi intestinali, i quali passano nel sangue, e da questo nel latte. Intossicazioni (avvelenamenti) simili possono avvenire anche a danno del feto, dipendendo la sua crescita totalmente dal sangue materno. Anche nella determinazione di flogosi intestinali specifiche, quale ad esempio la dissenteria bacillare, è da ritenere importante l’esistenza o meno, nell’individuo, di fermentazioni e putrefazioni anormali (con le modificazioni della flora batterica ad esse concomitanti). È il buonsenso ad ammettere che tali fermentazioni, persistendo a lungo, finiscono col creare nella mucosa un luogo di minor resistenza; cosicché questa, si trova in cattive condizioni per resistere all’assalto dei parassiti specifici delle dissenteria o di altre

11


infezioni. Mentre l’individuo, nel cui intestino è presente una leggera fermentazione, può sfuggire alla dissenteria meglio di chi soffre di una intossicazione protratta. Vi è chi pensa che anche la nota azione benefica dei purganti nel caso di ristagno fecale, è dovuta non solo al rapido allontanamento di sostanze in putrefazione, ma anche all’eliminazione di un gran numero di germi. Tali germi, trovano nel contenuto intestinale un terreno nutritivo favorevole alla loro vita e tale da consentire loro “la produzione di quelle tossine che, una volta assorbite dal sangue, sono causa diretta di numerosi sintomi morbosi”, che accompagnano o meno la stitichezza. Fermentazioni abnormi e alterazione della flora batterica intervengono anche a determinare lesioni non trascurabili a carico del fegato e del pancreas. L’intestino, infatti, riceve il canale secretore biliare e quello pancreatico. Il primo è protetto contro la marcia microbica ascendente dal deflusso della bile. Ma se, come spesso avviene, il rilascio di bile è ostacolato o scarso, le infezioni che colpiscono il coledoco, provocando angio-coliti, possono essere frequenti. È stato inoltre dimostrato clinicamente, che nella formazione della cirrosi atrofica del fegato hanno una parte preponderante i veleni intestinali (i veleni cirrogeni sono soprattutto intestinali) che dall’intestino sono portati al fegato, seguendo la via sanguigna e linfatica. Analoghi ragionamenti sono da farsi per il pancreas, il cui canale escretore sbocca anch’esso nel duodeno [primo tratto dell’intestino tenue]. Le fermentazioni croniche del contenuto intestinale non mancano poi di ripercuotersi su tutti gli organi e apparati. I veleni che si formano nell’intestino dai batteri che vi pullulano, una volta che siano assorbiti e penetrati in circolo, non sempre possono venir eliminati con l’urina. Si stabilisce così uno stato di tossiemia (intossicazione del sangue), una auto-intossicazione che è conosciuta, col nome di “stercoremia”, la quale è caratterizzata da emicranie, malumore, imbarazzi gastrici periodici, varie turbe del sistema nervoso, ecc. A volte fenomeni acuti di autointossicazione di origine intestinale si manifestano con orticaria, foruncolosi, eczema. In certi casi i veleni stercoremici colpiscono il rene imponendogli un esagerato lavoro di eliminazione, il quale, alla lunga, finisce col danneggiare l’organo, come è rivelato dalla comparsa di albumina nelle urine. Si potrebbero passare in rassegna, sotto questo punto di vista, molti capitoli di patologia e mostrare la parte preponderante o ausiliaria delle putrefazioni intestinali in affezioni multiple. Ma vi è un altro punto interessante che il dottor Metchnikoff mette in luce: “l’influenza delle fermentazioni intestinali sull’usura dell’organismo e conseguentemente sulla genesi della vecchiaia!” Questo Autore, dopo aver dimostrato che la degenerazione senile dei tessuti è provocata dall’invasione di fagociti speciali, detti macrofagi, pone la questione della sclerosi fisiologica. Alcool, inquinamento e gli altri parametri secondari sono certamente fattori di una sclerosi patologica, ma quando non si possono accusare queste cause e si ha spesso una sclerosi precoce, da dove proviene l’avvelenamento che la determina? Il dr. Metchnikoff non esita a concludere: “Lo studio comparativo dei fatti conferma pienamente l’ipotesi che la flora intestinale abbondante, inutile per la digestione, non serve che a raccorciare l’esistenza grazie ai veleni microbici che indeboliscono gli elementi nobili e aumentano i fagociti. In questa maniera la vecchiaia”, prosegue Metchnikoff: “per le nostre condizioni di esistenza, non è fisiologica, ma essenzialmente patologica! L’arteriosclerosi che ne è la sua principiale manifestazione, ci colpisce prima dell’età normale dell’inizio dell’invecchiamento. La senilità precoce è la vera malattia del secolo”. Secondo la concezione di Metchnikoff è possibile: “trasformare la vecchiaia in una fase essenzialmente fisiologica della vita, distruggendo la sorgente permanente dei veleni (alcaloidi, acidi grassi, tiramina, istamina, scatolo, indolo...) elaborati nel cieco e colon da microrganismi della flora intestinale aerobica e anaerobica. Facendo ciò, si può rendere l’umanità al suo destino normale e dare all’esistenza umana una durata più lunga ed una vecchiaia felice perché esente da infermità”.

12


Si è cercato di porre l’attenzione e di dimostrare che l’azione patogena della fermentazione e della conseguente auto-intossicazione o auto-avvelenamento del sangue, è la causa della maggior parte delle affezioni del tubo digestivo (specialmente di tutte le enteriti dei fanciulli e dell’adulto) e che l’intossicazione generale si riflette sui sistemi organici, rene, cuore, centri nervosi e quindi usura precoce dell’organismo, ma vi è un rimedio? Vi si può porre rimedio solo arrestando la putrefazione intestinale».

13


CAP. III L’INTESTINO L’intestino è un organo estremamente importante e complesso. Si distinguono l’intestino tenue e l’intestino crasso. Il tenue, a sua volta è suddiviso in 3 porzioni: il duodeno, il digiuno e l’ileo. Il tenue è lungo 5-6 metri ed è formato da una mucosa che presenta numerosissime micro estroflessioni chiamate “villi”. Questa disposizione ne aumenta notevolmente la superficie funzionale, che raggiunge i 100 metri quadri. Se poi si tiene conto dell’orletto a spazzola che ricopre i villi (piccolissime estroflessioni), si raggiungono i 600 metri quadri! Nella mucosa del tenue si riscontrano linfonodi, placche di Peyer, cellule M e appendice, deputati alla funzione immunitaria. L’intestino ha un ruolo rilevante nel determinare e assicurare le difese dell’organismo, basta pensare che oltre il 60% del sistema immunitario risiede nel canale digerente! Sistema immunitario che, come vedremo, produce cellule in grado di mangiare e digerire tossine e microbi (e anche cellule tumorali) o di sparare “proiettili”, chiamati anticorpi, contro sostanze estranee chiamate antigeni. Oltre al ruolo nelle reazioni d’immunità e di tolleranza, il tenue svolge tre funzioni principali: la digestione degli alimenti, l’assorbimento selettivo, e la progressione del “chilo” (prodotto della digestione degli alimenti) verso il colon. Il tenue riceve in media 8-10 litri di acqua al giorno, così ripartiti: 2 litri dai cibi; 1,5 litri di saliva; 1 litro di succo pancreatico; 2 litri di succo gastrico; 0,5 litri di bile; 2,5 litri di succo enterico. L’acqua viene quasi completamente assorbita nel tenue e solo 1-1,5 litri raggiungono il colon, che ne assorbe 0,8 – 1 litro (800-1000 ml) ed elimina ciò che resta, con le feci. Il transito dell’acqua dipende dall’equilibrio delle forze osmotiche e può variare notevolmente a seconda della quantità e qualità del cibo ingerito. Il contenuto del tenue passa nel crasso attraverso una valvola di “non-ritorno”, chiamata ileo-cecale. L’intestino crasso è lungo circa un metro e mezzo ed ha un diametro di 7 cm. Oltre che secernere muco, la funzione principale del crasso è il riassorbimento dell’acqua e degli elettroliti e l’eliminazione del prodotto finale della digestione: le feci. I movimenti del colon sono di rimescolamento nei periodi digestivi e di propulsione o peristaltici, per spingere le feci verso il retto. Il contenuto intestinale può stazionare anche per lunghi periodi nel colon, causando numerosi disturbi, fermentazioni e putrefazioni. Se il tenue può contenere solo poca aria, il colon invece, può contenere anche 2 litri di gas, prodotto dai processi fermentativi e putrefattivi dei cibi non assorbiti. La fermentazione è un processo attraverso il quale, alcuni microrganismi intestinali, scindono i legami glucidici (dello zucchero) per produrre energia. La putrefazione è un processo di decomposizione, sempre ad opera di microrganismi, che degradano le proteine non digerite in sostanze per noi tossiche. Entrambi i processi provocano la formazione di gas e di sostanze dotate di una certa tossicità, responsabili di numerosi disturbi e processi patologici. La popolazione batterica che colonizza l’apparato digerente: batteri probiotici, batteriodi, batteri patogeni, per un totale di circa 10.000 specie, è sempre presente e non è eliminabile nemmeno con antibiotici forti. Quello che può variare da un individuo all’altro o da

14


un periodo all’altro, sono alcuni ceppi batterici, mentre altri restano costanti. Il peso totale di questi “ospiti”, supera il Kilo, e alcuni autori li hanno denominati il “microbiota” o “microbioma”, quasi fosse un organismo a sé stante in simbiosi con noi. Come detto, nemmeno gli antibiotici possono eliminare tutti questi batteri; anzi, le colonie che subiscono una forte riduzione, in caso di terapie antibiotiche, sono proprio quelle dei batteri “buoni” (probiotici), mentre quelle dei batteri patogeni diminuiscono solo in modo irrilevante! L’equilibrio del microbiota, che si chiama “eubiosi”, è piuttosto frutto della presenza di batteri “buoni” che limitano la presenza e la moltiplicazione di quelli “cattivi” o patogeni. I batteri “buoni”, oltre a prevenire le infezioni, hanno anche un ruolo importante nel ridurre e prevenire l’infiammazione. L’infiammazione cronica a livello intestinale, ha conseguenze ancora più deleterie che in altri organi, poiché provoca un aumento della permeabilità delle pareti intestinali, che permette la diffusione di sostanze tossiche anche agli organi circostanti (ovaie, utero, prostata, vescica , ecc.), ed è alla base anche del fenomeno delle “intolleranze alimentari”. L’aumento della porosità (permeabilità) intestinale porta all’aumento dell’assorbimento di antigeni alimentari e tossine prodotte da batteri, e si collega con l’aumentata suscettibilità ad allergie alimentari e patologie auto-immuni come l’artrite reumatoide. Tutto ciò che attraversa la parete intestinale viene controllato dal sistema immunitario e perciò è esposto agli antigeni. Quando gli anticorpi prodotti contro gli antigeni intestinali hanno una reazione crociata con tessuti simili del nostro organismo, il processo che ne deriva si può presentare come una malattia autoimmune. «Alcuni studi hanno dimostrato che pazienti affetti da spondilite anchilosante, artrite reumatoide e vasculite presentano una permeabilità intestinale aumentata… Vi è una forte associazione tra infezione enterica e sindrome di Reiter o artrite reattiva. Infezioni intestinali di Shigella, Salmonella, Yersinia e Campylobacter sono una cosa nota di questo tipo di disordine… l’artrite secondaria a queste infezioni può essere dovuta a deposizione nei tessuti di immunocomplessi circolanti derivanti da aumentata permeabilità agli antigeni che li originano»1. «Alcuni ricercatori hanno proposto che l’allergia alimentare non sia una malattia immunologica, ma un disordine derivante dalla fermentazione batterica del colon. La combinazione dei meccanismi di una ridotta concentrazione di enzimi digestivi, di uno squilibrio della flora batterica e di un aumento della permeabilità, può essere responsabile di molti casi di intolleranza alimentare… Nei pazienti con alterazione della permeabilità intestinale, l’eccessiva crescita batterica cronica può condurre alla formazione di immunocomplessi circolanti e sinovite. Le alterazioni della permeabilità intestinale dovuta all’infiammazione intestinale locale può esporre il sistema immunitario dell’ospite ad antigeni alimentari e microbici e anche a traslocazione batterica. In alcuni casi, tossine derivate da microrganismi enterici (per esempio Clostridium difficile) possono avere un ruolo diretto nell’induzione dell’artrite reumatoide»2. Anche una dieta ricca di grassi e carne e povera di fibre insolubili, produce un aumento dei batteri e questi producono enzimi che, ad esempio, metabolizzano gli acidi biliari trasformandoli in sostanze cancerogene. Il pH dell’intestino crasso aumenta di conseguenza all’aumento dei batteri e dell’ammonio che producono. Un aumento di pH (cioè dall’acido all’alcalino) sfavorisce i Lattobacilli e favorisce i batteri putrefattivi. L’eccessiva crescita batterica nell’intestino tenue aumenta con l’età, particolarmente dopo gli 80 anni e possono sviluppare mal digestione e malassorbimento che può causare alterazione della permeabilità, anemia, perdita di peso, osteomalacia, deficit di vitamina K e infezioni parassitarie.

1 2

Joseph E. Pizzorno jr, Michael T. Murray, op. cit. Joseph E. Pizzorno jr, Michael T. Murray, op. cit. 15


«In un interessante studio sull’invecchiamento, gli Autori conclusero che la barriera intestinale all’assorbimento di sostanze ambientali potenzialmente dannose può essere meno efficace negli animali attempati. Vari studi hanno dimostrato che ratti invecchiati presentano una incapacità di prevenire la penetrazione nella mucosa intestinale di molecole di dimensioni più grandi, permettendo probabilmente a composti antigeni o mutageni di raggiungere la circolazione del sangue»3. L’integrità della parete intestinale è essenziale per il mantenimento dello stato di salute e la prevenzione dei danni tessutali che possono essere la causa di numerose malattie. Inoltre una disbiosi intestinale porta alla modificazione del pH e alla proliferazione di Candida albicans un fungo capace di colonizzare tutto il canale digestivo e gli organi genitali esterni. La Candida, spesso non riconosciuta o trattata con superficialità, è stato provato essere coinvolta in numerose patologie: psichiatriche, infiammatorie, tumorali, ecc.. Ci sono anche batteri “buoni” che metabolizzano efficacemente il cibo e intervengono nella regolazione delle calorie assorbite, nella prevenzione di malattie metaboliche, diabete ed obesità. Una equipe del laboratorio Blaser ha somministrato antibiotici ad un gruppo di topini, mantenendo la dieta inalterata. Rispetto al gruppo di controllo al quale non erano stati somministrati gli antibiotici, la stessa dieta, provocava un notevole aumento di peso nei topini che avevano assunto il farmaco. A causa delle enormi quantità di antibiotici che vengono somministrate agli animali da allevamento, e che quindi assumiamo indirettamente, siamo sempre meno capaci di metabolizzare correttamente il cibo che mangiamo, ma di aumentare di peso. Ecco perché una disbiosi si ripercuote non solo sulla salute, ma anche sulla linea!

3

Ibidem. 16


1.000 grammi intestino

Esempi di batteri presenti: Bacterioides

Stafilococco (zone grasse) Corynebacteria (zone umide)

Pelle

200

Vagina

20

Lactobacillus

Bocca

20

Streptococco Neisseria (denti)

Naso

10

Streptococco

Fig. 1. Batteri del corpo umano. Fonte: New scientist. Michael Specter, The New Yorker, inserito in: Internazionale, 5-11 Aprile 2013, n. 994. Anno 20

17


Molti studi hanno dimostrato che i soggetti che presentano determinate malattie, possiedono molto meno batteri rispetto alle persone sane! Per esempio, i seni paranasali di una persona che soffre di sinusite cronica, ospitano mediamente 900 specie batteriche, mentre in una persona sana queste sono circa 1200! Ciò ha suggerito ai ricercatori che, in presenza di gravi malattie intestinali, potesse essere necessario aumentare il numero dei batteri “buoni”, per sconfiggere quelli patogeni. È stato così che un gruppo di scienziati del Policlinico Gemelli di Roma, ha prelevato la comunità batterica intestinale di un individuo sano e l’ha “trapiantata” in un parente affetto da una grave infezione intestinale. Il risultato è stato sorprendente! L’individuo affetto da colite causata dal Clostridium difficile (un batterio ormai resistente agli antibiotici e perciò assai difficile da debellare) che aveva ricevuto il “trapianto” di batteri [trapianto fecale=aggiungere un po’ di feci all’acqua del clistere] aveva ottenuto un netto miglioramento della patologia, senza effetti avversi! In oltre 150 casi di trapianti di flora intestinale, avvenuti finora, tali risultati sono stati confermati, aprendo le porte a un nuovo trattamento efficace per molte patologie gravi. Per il momento la procedura viene effettuata solo nel caso di colite da Clostridium difficile, ma in futuro potrebbe curare malattie come il morbo di Crohn, la colite ulcerosa, l’insulino resistenza e l’obesità. Un altro aspetto da ricordare per comprendere l’influenza dell’intestino sullo stato di salute dell’intero organismo è la sua stretta interconnessione con il Sistema Nervoso. Durante la vita embrionale, una parte di neuroni si dirige verso la testa, l’altra verso l’addome, mantenendo una comunicazione tra di loro attraverso i neuroni del midollo spinale e del nervo vago. Il “cervello addominale” ha un numero elevatissimo di neuroni (oltre 100 milioni) ed è in continuo “dialogo” con il cervello. Il Sistema Nervoso Enterico, “addominale”, aiuta a fissare i ricordi legati alle emozioni. È la sede delle decisioni viscerali, spontanee, inconsapevoli e può soffrire anch’egli di stress e di nevrosi! Le cellule nervose di entrambi i sistemi, parlano la stessa “lingua chimica”, utilizzando gli stessi neurotrasmettitori. Ecco perché un intervento farmacologico sull’intestino ha effetti anche sul cervello e viceversa. Ed ecco perché chi soffre di problemi intestinali, molto frequentemente riferisce anche disturbi dell’umore o sintomi di tipo psicologico-nervoso e perché persone stressate ed ansiose sono predisposte a ulcera, gastrite, colon irritabile e malattie infiammatorie intestinali. La medicina riconosce che l’umore ha un’influenza su alcune malattie dell’apparato gastro-enterico, ma stenta ancora ad ammettere che i disturbi gastroenterici possano produrre disturbi dell’umore o della sfera psichica. Eppure esistono evidenze scientifiche a supporto di tale teoria. Infatti, è ormai provato che alla base della depressione è presente una carenza di una molecola nota con il nome di serotonina. I farmaci antidepressivi agiscono proprio aumentando la disponibilità di tale molecola. Ma la serotonina è prodotta per il 95% dalle cellule cromaffini dell’intestino! La serotonina regola i movimenti intestinali, l’attività digestiva, e i segnali di sazietà, nausea, appetito. Le malattie infiammatorie intestinali, causano alterazioni dei sistemi di riassorbimento e demolizione della serotonina, che portano nel tempo, ad un forte deficit di questa, con conseguente depressione. Non bisogna mai dimenticare che la digestione inizia nella testa, con una prima fase che si chiama “cefalica”, e che i “due cervelli” (Sistema Nervoso Centrale e Sistema Nervoso Enterico o Intestinale), cooperano attivamente per assicurare una buona digestione e, a sua volta, la qualità della nostra digestione e alimentazione ha effetti sull’equilibrio neuro-endocrino del Cervello e perciò dell’intero organismo. Nonostante l’intestino sia un organo tanto importante e con un enorme impatto sullo stato di salute dell’intero organismo, spesso le persone e i medici sembrano scordarsi della sua esistenza. Non capita praticamente mai che un medico, durante la visita, faccia domande sulla regolarità intestinale e se il paziente riferisce che ha difficoltà ad evacuare regolarmente o che,

18


al contrario, evacua tutti i giorni ma con feci malformate, il medico ordinario spesso non lo ritiene un problema degno di particolare attenzione. Questo ignorare l’importanza della funzionalità intestinale, a mio parere, è un doppio grave problema: perché non fa altro che rinforzare la convinzione delle persone che, non c’è nulla di strano o di negativo a non andare di corpo tutti i giorni o anche per più giorni; e perché è indice del fatto che anche i professionisti della salute ignorano gli effetti disastrosi di un intestino irregolare, produttore di tossine. Nella mia esperienza, ho la conferma ogni giorno di come l’intestino non pulito è sempre presente in chi: soffre di cistite ricorrente, candidosi, disturbi mestruali, sindrome premestruale, cisti ovariche, fibromi uterini, problemi di fertilità, disturbi dell’umore e depressione, gonfiore, difficoltà a perdere peso, cellulite e ritenzione idrica, scarso o eccessivo appetito, disturbi digestivi e molti altri disturbi. Si può affermare che, in tutti i casi in cui sono presenti disturbi di questo tipo, agendo sul riequilibrio e sulla pulizia intestinale si ottengono sempre netti miglioramenti. Sarebbe fondamentale che Medici, Farmacisti, Erboristi, Naturopati, Terapeuti e soprattutto Pazienti e Consumatori, si informassero sulla salute dell’intestino in modo preciso e dettagliato. Nel caso dei Prescrittori, consiglio di insistere nel fare tutte le domande che permettono di inquadrare chiaramente la situazione dell’intestino. Si possono risolvere disturbi dermatologici, ginecologici, urologici, ecc.. perché liberando l’intestino dal carico di tossine e di sostanze della putrefazione si ottiene un sangue pulito. Il primo passo verso il miglioramento di qualsiasi situazione patologica, è: la pulizia (clistere), la regolarità intestinale il riequilibrio della flora batterica e il nutrimento dei colociti. Spesso le persone sono così abituate ad una situazione di stitichezza cronica ed ostinata, così come quella colitica con due o tre evacuazioni morbide al giorno (e con un graduale indebolimento delle riserve corporee), da non ritenerlo nemmeno un problema e, tantomeno, pensare che possa avere a che fare con parti del corpo lontane dall’intestino! Inoltre, l’organismo nel tempo si adegua e spesso persone che non evacuano per 5-7 giorni, non avvertono particolari sintomi a livello enterico. Tuttavia, proprio queste persone presentano sempre altre problematiche di salute che, quasi mai, né loro, né i medici ordinari a cui si rivolgono, ricollegano alla stipsi o alla leggera colite cronica. Per assicurarsi un buon stato di salute, prevenire le malattie e l’invecchiamento precoce, mantenere un bell’aspetto e una mente lucida, bisogna prima di tutto che l’intestino funzioni in modo ottimale e che le putrefazioni intestinali siano ridotte al minimo.

19


CAP. IV COME CERCARE DI ARRESTARE LA PUTREFAZIONE INTESTINALE Gli 8 metodi di Medicina Naturale nel Mondo In un importante testo di Fitoterapia (Grande Manuale di Erboristeria. Integrazione delle Piante Medicinali di Occidente, con la Medicina Cinese e Ayurvedica), l’Autore, Michael Tierra, assume gli 8 approcci terapeutici principali utilizzati nella Medicina Naturale per la cura degli stati patologici: Purgativa e terapia col clistere Emetica Sudorifera Normalizzante o sostitutiva Armonizzante Calorifica Ricostituente Riducente Per quanto riguarda il primo Metodo, si legge: «La terapia Purgativa consiste in rimedi a base di erbe che influenzano l’evacuazione intestinale. La maggior parte di essi agisce stimolando il rilascio della bile da parte del fegato e della colecisti; per questo sono anche chiamati colagoghi e includono: i lassativi più forti come il Rabarbaro, la Cascara sagrada, l’Aloe, lo Spincervino, la radice di Leptandra, il Podofillo, nonché numerose piante leggere che normalizzano il calore, come l’Uva di Oregon, il Crespino, e la radice di Tarassaco. Un’evacuazione normale dipende da vari fattori: - regolare rilascio di bile - secrezione appropriata di muco negli intestini per la lubrificazione - normali condizioni del tratto intestinale - regolare peristalsi stimolata da un impulso nervoso ininterrotto. Quest’ultimo requisito mette in rapporto la fisiologia occidentale con la tradizione ayurvedica, che designa il colon quale sede dell’energia nervosa… … per prima cosa la dieta dovrebbe essere approntata in modo da fornire un adeguato apporto di cereali integrali (fibre) e di verdure, queste ultime per attivare gentilmente le funzioni epatiche… … quando non c’è sufficiente energia per spingere la materia fecale, va curata con tonici e uso esclusivo di cibi cotti… Gli erboristi conoscono metodi ingegnosi per correggere i purganti: per prevenire i dolori lancinanti, aggiungono ai lassativi una piccola quantità di stimolanti come zenzero… e vari ingredienti carminativi [che eliminano i gas che si sviluppano nell’intestino] come l’Anice verde, il Finocchio e la buccia d’Arancia; essi aiutano a regolare il Chi [Energia] della digestione e dell’evacuazione… Quando sono presenti feci dure e secche, si ricorre a lassativi lubrificanti per stimolare la secrezione di muco nel colon, come lo Psillio, i semi di Lino e di Marijuana. Procurerà sollievo anche un cucchiaio di olio d’Oliva o di Sesamo, preso prima di andare a letto. Questi oli, infatti, provocano sia la contrazione della cistifellea che la lubrificazione dell’intestino… Anche la 20


Liquirizia possiede leggere proprietà lassative; la sua azione è simile a quella del cortisone (senza le sue controindicazioni). Presa da sola, agisce con sufficiente efficacia contro la stipsi infantile. La Liquirizia tonifica il Chi. Ecco una semplice ricetta lassativa: radice di Rabarbaro (3-6 g) radice di Zenzero (1-2 g) radice di Liquirizia (1-2 g) Al Rabarbaro si può sostituire la Cascara se sono presenti: congestione epatica, insufficienza digestiva e debolezza generale… … se è presente ristagno epatico, si può aggiungere l’Aloe. L’Aloe è un rimedio specifico per il fegato e in medicina ayurvedica viene regolarmente prescritto alle donne che soffrono di sindrome pre-mestruale, quasi sempre provocata da congestione epatica. La Senna può essere adoperata in piccole quantità, insieme ad altre piante disintossicanti ed espulsive, per ridurre il peso, in quanto accelera il tempo di transito del cibo nel colon. … aggiungere Ginseng in caso di Chi insufficiente. Se c’è insufficienza ematica, il colon soffrirà di scarsa lubrificazione (aridità); in tal caso aggiungere l’Angelica cinese (6-9 g). L’angelica cinese non è soltanto un tonico del sangue, la sua azione idratante esercita anche un effetto lassativo…»4. Oltre alla terapia Purgativa a base di erbe lassative, il manuale consiglia la terapia con il Clistere: «...la terapia ayurvedica considera l’intestino crasso la sede del Vata (Aria), il principio dinamico che regola l’energia nervosa… Questo concetto attribuisce un’ampia gamma di azione fisiologica ad un organo che secondo la fisiologia occidentale contemporanea ha una funzione relativa e limitata. Nonostante l’apparente semplicità della funzione del colon, paragonata a quella di altri organi vitali, l’ayurveda riconosce che, come principale organo dell’evacuazione, il colon è di importanza vitale per la salute del corpo… La differenza tra terapia purgativa e terapia col clistere consiste nel fatto che la prima di solito agisce stimolando il rilascio di bile da parte del fegato e della colecisti, mentre il clistere agisce direttamente sul colon. Perciò, secondo l’ayurveda, il clistere è il principale metodo di intervento. …. contro patologie quali: stipsi, gonfiore, dolori al colon, gotta, reumatismi, sciatica, artrite, disturbi nervosi, febbre cronica, raffreddori e influenza, disturbi sessuali, calcoli renali, dolori cardiaci, dolori al collo, iperacidità, mal di testa d’origine nervosa, deperimento e atrofia muscolare. Esistono tre tipi fondamentali di clistere: Clistere oleoso: una tazza di olio caldo di sesamo, o di altro olio, viene introdotta nel retto. Clistere di decotto: una tisana (una qualsiasi pianta indicata per via orale può essere somministrata per via rettale). Clistere nutritivo: somministrazione per via rettale di latte caldo, brodo di carne o zuppa di midollo osseo. Quella che segue è la ricetta base ayurvedica anti-Vata per un clistere Acqua (1 litro e ½) Olio di Sesamo (4 once) Miele (4 once) 1 oncia = circa 28 grammi Olio di Ricino (1 oncia) Semi di Anice verde (2 once) Salgemma (1 oncia). 4

Michael Tierra, Grande manuale di Erboristeria, Edizioni Mediterranee, Roma 21


Bollire nell’acqua i semi di Anice e il salgemma per 3-5 minuti, filtrare ed aggiungere mescolando il resto degli ingredienti [gli oli si possano mescolare ed è meglio aggiungerli per primi nella vaschetta del clistere]. Quando il liquido è tiepido, versalo nella sacca per il clistere. Appendere la sacca… mentre vi sdraiate su una stuoia nella stanza da bagno, inserite lentamente la siringa nel retto. Provate a trattenere la soluzione per almeno trenta minuti, anche più se possibile»5. Ho riportato questi brani per sottolineare come la Terapia Purgativa a base di Erbe e la Terapia del Clistere, rappresentino due importantissimi metodi terapeutici presenti da centinaia (o forse migliaia) di anni anche nella Medicina orientale. Vediamo ora in dettaglio alcuni dei mezzi di disintossicazione dell’intestino, alla portata di tutti, che hanno dato gran soddisfazione a Chi li ha praticati in occidente: 1. Lavaggi intestinali 2. Integratori formulati per il benessere dell’intestino crasso (vedi: Tavola comparativa degli integratori formulati per il benessere dell’intestino) 3. Erbe che aumentano il transito intestinale: Senna e Aloe (aumentano con forza) Cascara, Rabarbaro e Frangula (aumentano) Vilucchio, Frassino, Cassia, Prugne, Fichi, Manna, Tarassaco e Tamarindo (aumentano debolmente) Agar-Agar, Altea e Malva (aumentano molto debolmente). 4. Erbe che neutralizzano le enterotossine, calmanti, nutritive intestinali e anti-gas Camomilla Fieno greco Finocchio Equiseto 5. Erbe che diminuiscono il transito intestinale Catecù e Quercia (diminuiscono con forza) Salcerella o Salicaria, Amamelide e Alchemilla (diminuiscono) Argilla e Carbone vegetale (diminuiscono molto debolmente) 6. Cataplasmi freschi al ventre di terra o argilla 7. Fermenti lattici 8. Lievito di birra

5

Michael Tierra, Planetary Herbology, Lotus Press, Twin Lakes, Wisconsis 22


1. Lavaggi intestinali Poiché il lavaggio intestinale altro non è che il semplice clistere (o enteroclisma) e poiché ci sono molti pregiudizi al riguardo (o ignoranza), per essere più convincente (nell’interesse di Chi legge), ho pensato utile riportare, prima della descrizione della sua pratica, alcune osservazioni relative all’ “intasamento dell’intestino”. Così, ho preso in prestito alcuni dei chiari messaggi raccolti dal Dr. Ennio Di Cecco6: Dr. Arnold Ehret - «Gli esperti in autopsia dicono che il 60-70% dei colon sezionati contengono materie fecali dure come pietre, vecchie di decine di anni». «Tutti abbiamo negli intestini almeno 2 kg di scorie non eliminate che avvelenano il sangue e l’intero corpo». «I detriti che si incollano alle pareti giorno dopo giorno possono raggiungere dai 5 ai 7 cm di spessore». «Metà delle persone, che dicono di essere in buona salute, portano continuamente con sé, fin dall’infanzia, parecchi chili di sostane mai eliminate. Una buona evacuazione al giorno non significa niente». Dr. V.E. Irons - «Quando una persona soffre di leggere affezioni come reumatismo, mal di testa, febbre o che sia affetta da malattie gravi come il cancro, l’artrite, il diabete, il colon non è mai menzionato né preso in considerazione. Eppure, per strano che possa sembrare, lo stato di salute è sempre influenzato, in un modo o nell’altro da un colon malato. Quest’ultimo può essere la causa diretta o indiretta di qualunque disturbo. Secondo me c’è una sola malattia: l’autointossicazione, ossia il corpo che avvelena se stesso. Sono le sostanze tossiche sparse nel nostro organismo che lo uccidono; e quindi se non pulite il vostro colon non sarete mai in buona salute». Dr. Harvey Kellogg - «Durante le 20.000 operazioni che ho fatto personalmente non ho mai incontrato un colon normale». Dr. Henry Picard - «Il cattivo funzionamento intestinale e l’autointossicazione permanente che provoca, possono avere un effetto disastroso sul sistema nervoso». Pr. R. Lautie - «La stitichezza infiamma le mucose enteriche, provoca delle putrefazioni tossiche e distruttrici della flora intestinale benefica ed è responsabile del cancro al colon o almeno della tossiemia che corrode la salute dell’individuo». Dr. Ann Wigmare - «Il mio lavoro con i malati di cancro ha dimostrato, senza ombra di dubbio, che il colon è il più importante degli organi di eliminazione. La stitichezza è il più importante flagello della salute e, molto spesso, è la causa stessa del cancro. La maggior parte dei casi di stitichezza è provocata da un eccesso di amidi e da un’insufficienza di enzimi per digerire il cibo assorbito. Il corpo umano è stato costruito per eliminare le sue sostanze di scarto dopo ogni ingestione. Una sola evacuazione al giorno non è sufficiente per pulire il corpo e il colon è generalmente pieno di cibo in decomposizione». Dr. N.N. Walker - «nessun trattamento a qualsiasi malattia o qualsiasi dolore può avere esito positivo senza una profonda pulizia intestinale, effettuata attraverso un lavaggio intestinale».

6

Dr.Ennio Di Cecco, Idrocolonterapia pratica, M.I.R. Edizioni, 2001 23


Dr. Ennio Di Cecco - «Il lavaggio del colon non è una cura, ma semplicemente la rimozione di materiale fecale che da molti anni non è stato evacuato e si è aggrappato alle pareti del colon sempre più. Certo anche pulendo solo il colon si ottengono notevoli risultati». «Dai rapporti di autopsie ospedaliere si rileva che quasi tutte le persone presentano delle incrostazioni imputridite pari a circa 2-4 kg di peso. Queste particelle accumulate avvelenano l’intero corpo». «I processi di fermentazione e putrefazione combinati cronici nell’intestino sono diventati oggi la regola, a causa del tipo di alimentazione errata. I depositi di feci e gli intasamenti, che ammontano a chili, possono durare decenni». «L’intossicazione del sangue (tossiemia) che avviene attraverso l’assimilazione dall’intestino porta ad un avvelenamento di tutto l’organismo (tossicosi). La conseguenza di questa tossicosi dell’intero organismo crea una vasta serie di condizioni acuto-infiammatorie nel sistema immunitario che si manifestano all’inizio con banali disturbi. Sintomi come: abbattimento, perdita della vitalità, tendenza ad uno stato depressivo, manifestazioni cutanee (acne, eczema…), ostruzione delle vie respiratorie, tendenza generale all’infiammazione, sinusite, bronchite, raffreddore, ecc, sono indicazioni di carichi intestinali e quindi da considerare come reazione di eliminazione attraverso la pelle e le mucose. I depositi periferici si manifestano attraverso infiammazioni della cute (neurodermite, cellulite…), della cartilagine (artrosi), delle ossa (artriti) e tutti i tipi di asma. Attraverso l’intasamento dei circuiti sanguigni e linfatici si arriva a disturbi di approvvigionamento degli organi. Difficoltà funzionale e disturbi della vista e dell’orecchio, delle ghiandole endocrine dell’uomo (ingrossamento della prostata…) e della donna (infiammazione delle ovaie, disturbi mestruali…) sono la conseguenza. L’iper o ipo funzionalità della tiroide, l’alta pressione sanguigna, l’emicrania, il diabete e quanto altro non può essere qui elencato in modo completo»7.

La pratica del lavaggio intestinale Il lavaggio intestinale va distinto sia dalla doccia rettale che dalla irrigazione del colon (idro-colon-terapia). La doccia rettale è un piccolo lavaggio con 250-500 g di acqua, praticato con apposite “pere” o “perette” di gomma, acquistabili in farmacia o parafarmacia. Queste, una volta inserito il beccuccio, si schiacciano per far entrare il liquido che era stato prima aspirato dentro la pera, con l’operazione inversa (si schiaccia per fare uscire l’aria dalla pera, si immerge il beccuccio nel liquido - acqua tiepida o infuso - e lentamente si smette di schiacciare e il liquido viene aspirato dentro la pera, dal vuoto che si era fatto). La doccia rettale fa evacuare negli adulti gli escrementi che si trovano nel retto (l’ultima parte dell’intestino crasso prima dell’ano), ma nei bambini piccoli anche parte degli escrementi presenti nel colon. La doccia rettale si può fare tutti i giorni, anche 2 o 3 volte di seguito negli adulti. Per evacuare, ma anche dopo l’evacuazione, per tenere pulito il retto nel caso di infiammazione degli organi circostanti. Di solito si usa acqua tiepida del rubinetto o un infuso (o un estratto diluito) di fiori di Camomilla. La doccia rettale diventa indispensabile per eliminare i “tappi”, le feci “a pecorella” e nelle occlusioni rettali, che impediscono lo “spurgo”. In quest’ultimo caso, può non essere sufficiente la semplice acqua tiepida e l’infuso di camomilla, perciò consiglio di preparare il seguente infuso: senna foglie o frutti (follicoli) 10 g 7

Dr. Enrico Di Cecco, op. cit. 24


solfato di sodio 20 g acqua bollente 250 g Con questo infuso, colato e lasciato intiepidire, si pratica la doccia rettale. L’irrigazione del colon (idrocolon terapia) è un lavaggio del colon eseguito con molta acqua che, introdotta nel colon con una cannula a due circuiti, entra ed esce continuamente, per un’ora, senza che la persona debba muoversi. Vengono utilizzati circa 100 litri di acqua, alla temperatura del corpo, attraverso l’utilizzo di un’apposita apparecchiatura. L’irrigazione del colon deve essere praticata in uno studio medico, da un Medico esperto, e viene ripetuta almeno 3-4 volte, nel corso di alcuni mesi. Deve essere preceduta da una dieta leggera e spesso può essere indicata l’assunzione di prodotti che rendano le feci morbide e riducano il meteorismo. Tale pratica è eccellente e indicata se si vuole praticare una pulizia intestinale profonda una volta all’anno. Tuttavia è una pratica che smuove grandi quantità di tossine e dovrebbe essere preceduta da una adeguata preparazione (pulizia intestinale con enteroclisma a casa, uso di integratori che promuovono il transito intestinale o che ammorbidiscono le feci vecchie e la depurazione epatica, renale e cutanea) e seguita da una reintegrazione di acqua, sali minerali e fermenti lattici. Personalmente non la consiglierei a tutti e sarei particolarmente cauta con chi soffre di stitichezza cronica, debolezza immunitaria, sovraffaticamento epatico e renale, malattie infiammatorie intestinali e patologie autoimmuni. In questi casi, così come nei soggetti debilitati, ritengo che sia necessaria un’attenta valutazione e preparazione, prima dell’irrigazione intestinale, onde evitare la reazione di iniziale peggioramento dei sintomi che a volte accompagna l’eliminazione di grandi quantità di tossine nelle cure disintossicanti e depurative (tossine che vengono riversate in gran quantità nel sangue, ma che il fegato non riesce a neutralizzare tutte). Il lavaggio intestinale consiste nel far entrare nell’intestino crasso 2 litri di acqua nell’adulto, usando un semplice strumento comunemente chiamato “enteroclisma da viaggio” o “apparecchio del clistere”, acquistabile in farmacia e parafarmacia. Ci sono pochi modelli e sono tutti composti da: una sacca di plastica della capacità di 2 litri; un tubo lungo circa 1 mt; un rubinetto; e due beccucci (quello lungo può essere usato per le lavande vaginali, quello corto per il lavaggio intestinale). Una volta montato, di solito lo strumento non si smonta più, ma è utile ogni tanto igienizzarlo e poi risciacquarlo abbondantemente. Va trovato il luogo più adatto nel bagno, dove stendersi per terra su un telo e dove appendere la sacca piena di acqua. Suggerisco l’uso di una ventosa (da portare anche in viaggio) da applicare alle piastrelle, ad una altezza tale da sfruttare tutta la lunghezza del tubo nella posizione scelta, che di solito è quella distesi sul dorso (sulla schiena). Si comincia facendo scorrere l’acqua del lavandino finché è tiepida in maniera costante e a questo punto, dopo aver chiuso il rubinetto che è in fondo al tubo della sacca, la si riempie e si aggancia nel luogo scelto. Prima di cominciare il lavaggio, si porta il rubinetto, che è in fondo al tubo, più alto della sacca, si apre e poi si abbassa lentamente finché zampilla l’acqua (e non c’è più aria nel tubo), allora si chiude il rubinetto e la sacca è pronta. Adesso va trovata tra le posizioni del corpo quella più consona. Vanno bene tutte, ognuno scelga quella che vuole: chi sta coricato sul lato sinistro, chi sul destro, sulla schiena, carponi, seduto sul water, con le gambe distese o rannicchiate, sollevando il bacino oppure no. La posizione deve facilitare l’entrata dell’acqua e deve essere comoda per trattenerla (e bisogna essere nei pressi del water). Per facilitare l’entrata della cannula si consiglia un po’ di crema (pochissima, altrimenti la cannula esce con la pressione dell’acqua, perché diventa troppo scivolosa) oppure la si tiene ferma con una mano.

25


Quando l’acqua entra può provocare dei movimenti peristaltici che fanno sentire il bisogno di evacuare: bisogna imparare a contrarre i muscoli per vincere il desiderio di liberarsi e poi a rilassarli per permettere all’acqua di entrare di nuovo. Leggeri movimenti del corpo possono facilitare l’entrata dell’acqua. Quando l’acqua è scesa tutta (2 litri in una sola volta), si chiude il rubinetto e ci si trattiene per alcuni minuti nella stessa posizione. Efficace la lettura per distrarsi e rilassarsi. Quando si cominciano a sentire delle contrazioni che invitano all’evacuazione, si estrae il rubinetto e si scarica nel water. Anche questa scarica si può perfezionare: cercando di trattenerla qualche minuto, con movimenti, contrazioni, respirazioni e delicati massaggi all’addome. Si possono aggiungere all’acqua del clistere estratti o infusi d’erbe, anche tonici o ricostituenti o altro. La regola è: si può aggiungere tutto ciò che si può mettere in bocca. Perciò non usare, ad esempio, il sapone (come verrebbe da pensare per lavare meglio)! Può succedere, le prime volte, che i 2 litri non entrino tutti e che già dopo mezzo litro (la capacità del retto) si sente un irresistibile bisogno di liberarsi. Meglio liberarsi e ricominciare. Bisogna insistere perché c’è un problema di intasamento o di eccessiva contrazione. Può succedere anche che l’acqua entri tutta (2 litri) in una volta, ma che esca “chiara”, cioè senza trasportare con sé consistente materiale fecale. In questi casi, può essere successo che le feci si siano talmente coagulate e indurite (negli anni) che l’acqua non riesce ad ammorbidirle e a trasportarle fuori con sé. Per ammorbidire le feci indurite funziona bene il cremor tartaro (cioè il tartaro, , che si forma nelle botti dal vino messo a stagionare, purificato) poiché ne causa la “colliquazione” (che è il contrario della coagulazione). «Il cremor tartaro è rinfrescante, anti-infiammatorio e decongestionante dell’apparato digerente, diuretico e lassativo. Quest’ultimo effetto ne determina la quantità d’uso giornaliera»8 Anche gli Antichi usavano e apprezzavano molto il tartaro di vino purificato. Riporto il pensiero di un Autore del ‘6009: «Le virtù del tartaro purificato sono primieramente e principalmente di sciogliere e di attenuare gli umori grossolani che causano le ostruzioni della prima regione del ventre; è per questo che ce ne possiamo servire con utilità per aprire quelle del fegato, della milza, del mesentere, del pancreas e dei reni. Tutti gli Autori dicono che è un digestivo universale, ed è per questo che lo fanno sempre precedere alle purgazioni, affinché prepari e attenui ciò che il purgativo deve evacuare. È anche un rimedio molto conveniente per coloro che sono naturalmente costipati, perché apre e libera dolcemente il ventre senza nuocere minimamente allo stomaco, né alle facoltà digestive. La dose è da uno scrupolo fino a una o due dracme [1,1 - 1,75 - 3,5 g al giorno]». Talvolta faccio aggiungere olio di oliva extravergine al clistere, ma bisogna essere già un po’ “rodati” con il lavaggio semplice. L’olio, infatti, va aggiunto per primo nella sacca, poi bisogna aprire il rubinetto in modo che l’olio scenda a riempire tutto il tubo ed espella tutta l’aria, fino a zampillare. Un po’ di olio deve rimanere nella sacca (il tubo deve essere pieno di olio, senza bolle d’aria, e deve rimanere un po’ di olio nella sacca) e verrà a galla con la successiva aggiunta dell’acqua tiepida e non entrerà, ma l’acqua spingerà dentro tutto l’olio che è nel tubo.

Considero l’olio di oliva extravergine un prezioso drenante emolliente e calmante, utile anche per alcune situazioni d’emergenza. Alcuni ne hanno avuto benefici bevendolo al mattino a digiuno e restando senza mangiare per un paio d’ore. Altri la sera prima di coricarsi.

8 9

Medicamenta, op. citata Nicolas Le Févre, Traité de la Chymie, Paris, chez Jean D’Houry, 1674. 26


Personalmente ho assunto un terzo di bicchiere di olio (bevuto con due dita che chiudono il naso per non sentirne il sapore e va mantenuto chiuso per un po’ anche dopo averlo bevuto) durante una colica di cistifellea: passata in 10 minuti! Un caro amico me lo ha testimoniato efficace in una analoga colica, ma di reni!

Il lavaggio intestinale, rispetto all’irrigazione intestinale, presenta diversi vantaggi: - non è necessaria alcuna preparazione o dieta prima; - è facilmente tollerato da tutti, dai bambini piccoli ai vecchi; - può essere liberamente praticato a casa propria anche frequentemente («una volta la settimana è il minimo tutti i giorni è il massimo!») e in qualunque momento della giornata; - non richiede l’intervento di un medico e il conseguente imbarazzo che può provocare; - è estremamente economico; - può essere utilizzato anche per nutrire, tonificare, sfiammare, calmare, ecc. tutto l’organismo

Fig.2 materiale necessario per lavaggi intestinali11

Fig.3 enteroclisma o clistere10

10

Armido Chiomento, Dalla Natura la salute alla portata di tutti, seconda edizione 2009, Soceser Editore, Entratico (BG) 11 Dr. Soleil, Igiene intestinale la chiave della salute, Edizione Sarva, Imola (BO) 27


2. Integratori alimentari formulati per il benessere del grosso intestino (crasso): una tavola comparativa per facilitarne la scelta In generale, per comprendere l’uso e le differenze fra i vari integratori bisogna conoscerne gli ingredienti, cioè le loro proprietà e indicazioni, il modo di impiego (collegato anche al metodo di estrazione e/o del solvente usato e quindi dei principi presenti), le sinergie, il valore e la quantità degli ingredienti “aiutanti” (“supportanti”, “trasportatori”, “nutritivi”, “addolcenti”, ecc.). Dopo di che, bisogna confrontare fra loro i vari integratori in base: agli ingredienti presenti, alla loro forma (se estratti, bisogna tener conto anche dei rapporti di estrazione); se si tratta di un estratto con principi attivi ad alta concentrazione o un estratto integrale (fitocomplesso). Poi bisogna confrontare le tabelle nutrizionali di ogni integratore, perché queste riportano anche la quantità d’uso e le percentuali RDA di eventuali nutritivi (quantità giornaliera raccomandata), su indicazioni ed eventuali avvertenze del Ministero della Salute. Poiché neanche i Medici ordinari sono in grado di fare facilmente queste valutazioni (dato che questa materia non fa parte dei loro studi universitari), per semplificare e rendere accessibile a Tutti l’uso degli integratori, ho pensato di compilare una “Tavola comparativa”12, abbreviando tutto quanto sopra elencato in simboli. Questi permettono di “visualizzare” velocemente le diversità fra i vari integratori e quindi l’uso che ne deriva per facilitarne la scelta e individuare le proprietà e le indicazioni dei loro ingredienti. Ho suddiviso in colonne verticali le varie funzioni fisiologiche e/o nutritive degli ingredienti. In queste colonne ho indicato con una stella * l’integratore che ha, in virtù dei suoi ingredienti, una minima partecipazione o attività alla funzione rispetto agli altri della tavola (ma tante volte superiori in quantità a prodotti ordinari del commercio!), fino a cinque stelle ***** per chi ce l’ha massima. Quando non c’è nemmeno una stella vuol dire che non ha a che fare con quella funzione. Lo schema visivo ha principalmente due vantaggi. Il primo è quello di abbreviare la scelta dei prodotti, constatando velocemente, se un dato prodotto è specifico per una data attività (senza dover conoscere tutti i vari parametri) e con quale forza, relativamente agli altri integratori, dal numero delle stelle. Il secondo vantaggio è quello di visualizzare, sempre velocemente, come alcuni prodotti abbiano in verità più azioni e più proprietà (agiscono cioè simultaneamente in diverse colonne, ovvero funzioni fisiologiche e/o nutritive) come fossero composti da 2 o 3 prodotti (o più) in uno! Individuando visivamente i prodotti più adatti, si restringe e si facilita la scelta che andrà poi tuttavia verificata e definita con le relative schede tecniche o con gli astucci dei vari prodotti, dove vengono riportati: gli ingredienti, la tavola nutrizionale, la modalità d’uso, le avvertenze e gli eventuali avvertimenti particolari dettati dal Ministero della Salute. Così ho ordinato la tavola comparativa relativa ai prodotti “intestinali” e poiché la scelta di un prodotto intestinale è d’obbligo, la prima colonna indica la forza nell’aumentare il transito intestinale, visualizzabile in maniera decrescente fino ad arrivare all’effetto opposto astringente (nella seconda colonna). Fra le due “zone”, ce ne è un intermedia (senza stelle) che corrisponde a prodotti importanti per l’intestino, ma che non agiscono sul transito intestinale, sono più che altro nutritivi e riequilibratori. 12

Vedi: Tavola comparativa degli integratori intestinali, raccolti e classificati secondo le proprietà degli ingredienti, a pag 31. 28


Nella terza colonna è visualizzabile la quantità di probiotici (fermenti lattici vivi). A questo proposito si precisa che, per i prodotti che subiscono riscaldamento, come ad esempio i famosi grani di Veravis plus (con fermenti lattici vivi), sono stati scelti fermenti lattici termofili (cioè amici del calore) e precisamente il Bacillus coaugulans o Lactobacillus sporagens, che sopravvive senza problemi al processo di essiccamento dei grani. In altri prodotti che non subiscono alcun riscaldamento, sono state utilizzate tutte le altre specie appartenenti ai generi Lactobacillus e Bifidobacterium e lieviti probiotici antibiotico-resistenti come Saccharomyces boulardii. Sono tutti in grado di transitare indenni attraverso lo stomaco, poi alcuni colonizzano il tenue e altri il grosso intestino. La quarta colonna della tavola, evidenzia la quantità e la qualità dei prebiotici, cioè gli alimenti dei probiotici, più che altro fibre. Il lattosio, zucchero del latte, sarebbe il prebiotico preferito dai fermenti lattici, ma, dato che l’intolleranza al lattosio sembra molto diffusa, è stato escluso da tutti i prodotti, tranne una minima quantità in Yogurt vivo (indicato sulla confezione). La quinta colonna è dedicata alla digestione degli alimenti e valorizza sia le piante ingredienti (amare) che stimolano le secrezioni digestive, quelle che eliminano i gas intestinali e sia gli enzimi digestivi stessi. Gli enzimi sono stati scelti di origine vegetale e attivi sia in ambiente acido che alcalino (perciò sia nello stomaco che nell’intestino tenue). In questo modo il cibo viene assimilato con maggiore efficacia (e quando questo succede diventa quasi un tonico!). Le piante che eliminano i gas intestinali (“carminative”) sono spesso necessarie perché tutti mastichiamo poco. Gli alimenti mangiati in fretta (masticati poco) o per carenza di enzimi digestivi (e di bile e/o succo pancreatico come vedremo), passano tal quali nel grosso intestino e, oltre a non cedere i nutrimenti che contengono, possono creare fermentazioni e putrefazioni maggiori con inevitabili produzioni anche di gas. Questi, se non trovano la via d’uscita, possono causare gonfiore, dolori e vari fastidi. La sesta colonna visualizza quei prodotti che contengono erbe emollienti, lenitive (calmanti) e rinfrescanti per le mucose intestinali. Spesso queste erbe all’aspetto (portamento, forme, colori…) e al tatto, fanno intuire la funzione! Ad esempio l’Altea presenta foglie verdigrigiastre con aspetto vellutato, ma toccandole la sensazione di morbidezza che ne deriva, supera di gran lunga quella del velluto! La settima colonna, evidenzia quei prodotti “intestinali” che posseggono ingredienti con una funzione nutritiva, ricostituente e di sostegno metabolico. Si tratta per lo più di minerali, vitamine, aminoacidi e altri preziosi nutritivi. Ad esempio i butirrati, presenti nell’integratore Butirvis, sono derivati dell’acido butirrico; quest’ultimo viene normalmente prodotto dalla flora intestinale “buona” e risulta essere la fonte energetica preferita dalle cellule del nostro colon! L’ottava colonna è relativa alla depurazione del fegato (a cui è dedicato la seconda parte delle Fondamenta della Salute: FEGATO e CISTIFELLEA) qui appena accennata.

Proseguendo con la lettura della tavola comparativa, vediamo che gli integratori, per virtù delle loro erbe ingredienti, sono stati suddivisi a scalare in ordine di forza sul transito intestinale e in tre gruppi, visualizzati con colori diversi, per facilitarne la scelta: gli integratori del primo gruppo aumentano il transito intestinale gli integratori del secondo gruppo non agiscono sul transito intestinale gli integratori del terzo gruppo diminuiscono il transito intestinale. Il primo gruppo è stato suddiviso in quattro sottogruppi a seconda delle erbe ingredienti: erbe antrachinoniche che AUMENTANO CON FORZA il transito 29


intestinale: Senna e Aloe. erbe antrachinoniche che AUMENTANO il transito intestinale: Cascara sagrada, Rabarbaro e Frangula. erbe non-antrachinoniche che AUMENTANO DEBOLMENTE il transito intestinale: Cassia, Prugne, Fichi, Vilucchio, Frassino, Manna, Tarassaco, Tamarindo. ed erbe non-antrachinoniche con mucillaggini che AUMENTANO MOLTO DEBOLMENTE il transito intestinale: Agar-Agar, Altea e Malva. Il secondo gruppo contiene: nutritivi come prebiotici, probiotici, butirrati, minerali, vitamine, Fieno greco, erbe che neutralizzano le enterotossine e ricostruttrici della flora intestinale, come Camomilla ed erbe anti-gas (carminative), anti-spasmodiche gastro-intestinali, aperitive e digestive, come Finocchio. Il terzo gruppo è stato suddiviso nel testo, ma non evidenziato con colori: adsorbenti delle tossine e gas intestinali che DIMINUISCONO MOLTO DEBOLMENTE il transito intestinale: Carbone vegetale. Erbe astringenti che DIMINUISCONO IL TRANSITO INTESTINALE: Salcerella, Amamelide, Alchemilla e in misura minore, Ratania, Noce di galla, Rhus aromatica, Bistorta, Mirra e Colombo. erbe astringenti che DIMINUISCONO CON FORZA il transito intestinale (astringenti): CatecÚ e Quercia.

30


31


La suddivisione del primo gruppo in tre sottogruppi si è resa necessaria per facilitare la ricerca dell’integratore appropriato caso per caso. Così sono stati separati gli integratori che contengono erbe antrachinoniche (che contengono, cioè, come principi attivi gli antrachinoni) dagli altri che non le contengono, ma che tuttavia hanno erbe che aumentano il transito intestinale. Gli integratori che contengono erbe antrachinoniche, a loro volta, sono stati divisi fra quelli che contengono Senna e Aloe, dagli altri che al posto di queste erbe, presentano Cascara, Rabarbaro e Frangola (o Frangula), cioè le altre erbe antrachinoniche. Questa suddivisione si è resa necessaria perché Aloe e Senna sono spesso sottovalutate o addirittura eliminate nell’uso, da parte di alcuni Consumatori, Erboristi, Farmacisti e Prescrittori, prese di mira come irritanti, ma ingiustamente, come si dimostrerà. In primo luogo, va chiarito che per poter scegliere bene gli integratori bisogna farsi un’idea precisa, cioè visualizzare lo stato intestinale. È necessario fare tante domande, anche insistendo (vedi Capitolo V: Altre osservazioni per scegliere meglio l’integratore alimentare). Secondariamente, va detto che questa paura verso le piante che contengono principi antrachinonici (in particolare Senna, Aloe), responsabili di effetti lassativi, deriva da ciò che alcuni autori hanno riportato, erroneamente, nei loro libri, poi ricopiati meccanicamente da altri autori anche su internet. Questi autori dimostrano semplicemente di non avere mai usato queste erbe e di non conoscerle e sembra che vogliano che nemmeno le persone le usino! Ma per fortuna ci sono anche Autori che, come vedremo di seguito, ne riportano le numerose virtù (così come le avvertenze) ed è stato già detto che l’azione delle erbe antrachinoniche normalmente viene bilanciata con erbe “aiutanti” carminative e aromatiche (Finocchio, Anice, coriandolo, Cannella, ecc.) che espellono i gas intestinali e diminuiscono o eliminano così gli effetti colici da questi causati. Alcuni Autori parlano così male delle erbe antrachinoniche da arrivare, ad affermare essere abortive! Se così fosse, vien da dire, sarebbero usate come “pillola del giorno dopo”! Non si è mai saputo nella pratica (né da nonne o bisnonne) che sia mai accaduto un fatto del genere! Se una donna incinta con stipsi sta già usando queste erbe e si trova bene, può continuare ad usarle per tutto il periodo: il sangue sarà più “pulito” e il bambino ci guadagnerà solo. Le interromperà durante l’allattamento per non purgare anche il lattante, come si dirà. Allora la madre userà erbe non-antrachinoniche e/o mucillaginose e soprattutto il clistere, che si può praticare anche durante la gestazione: non ha controindicazioni. «Una vecchia credenza naturopatica recitava che la malattia comincia nel colon. Questa affermazione è molto saggia: l’eliminazione non corretta dei prodotti di scarto può infatti avere delle ripercussioni anche gravi sulla salute del nostro organismo»13. Taluni, nelle loro pratiche per il recupero della salute, a torto, escludono addirittura del tutto l’uso dei purganti, perché credono che si tratti di erbe “irritanti”, ma tutto è irritante, anche l’acqua se non la si usa nella quantità opportuna!

13

Joseph E. Pizzorno jr, Michael T. Murray, Trattato di Medicina Naturale, Red Edizioni 32


3. Erbe che aumentano il transito intestinale ERBE antrachinoniche CHE AUMENTANO CON FORZA IL TRANSITO INTESTINALE: Senna e Aloe La Senna (Cassia angustifolia) è «un ottimo purgativo, controindicato solamente nelle infiammazioni intestinali e quando vi sia tendenza a emorragie rettali e uterine»14. Così si esprime un vero Autore, non riportando solo controindicazioni “terroristiche”. In questo modo si privano i Prescrittori e i Consumatori di soddisfazione, cioè di salute! «Lassativo e purgante meccanico assai pregiato e di uso comune, [la Senna] non lascia dietro di sé stitichezza, né disturba in modo notevole le normali funzioni del tubo digerente… Oltreché in tutti i casi nei quali occorre l’uso di un purgante per svuotare l’intestino, la Senna riesce utile in taluni casi congestizi addominali, nella stasi portale, nelle nefropatie acute o croniche, nelle congestioni encefalo polmonari attive o passive. Entra perciò nella composizione di varie energiche miscele o pozioni derivate, per bocca o per clistere [nelle occlusioni intestinali], in unione o meno con purganti salini, Manna, ecc. Agisce accelerando i moti peristaltici specialmente dell’intestino crasso. È stato dimostrato che i principi attivi vengono assorbiti dall’intestino tenue e successivamente eliminati attraverso l’intestino crasso, di cui viene stimolata la peristalsi. Per diminuire i fatti colici è consigliata l’aggiunta di aromatici, quali Anice, Finocchio, Cardamomo, Coriandolo, Cannella, ecc. Come gli altri purganti vegetali si adoperi con prudenza negli stati infiammatori e spatici dell’intestino… controindicata alla nutrici perché i principi attivi si eliminano anche col latte, a cui danno proprietà purgative»15. «La Senna è il purgante ad antrachinoni più ampiamente usato»16. «Erba dolciastra [la Senna], rinfrescante, lassativa ad azione anti-batterica, con aroma di tè. Per uso interno in caso di stipsi; è il principale ingredienti di preparati lassativi. Di solito è prescritta con carminativi come Zenzero, Coriandolo… per ridurre le coliche… Non deve essere somministrata a pazienti colitici o con stipsi spastica»17. «Nella medicina ayurvedica [la Senna] è usata per i problemi della pelle, l’itterizia, le bronchiti e l’anemia, come pure per la stipsi. Viene usata nella medicina tradizionale cinese per la persona “fegato-fuoco”, stipsi ed arteriosclerosi… E’ particolarmente appropriata quando sono richieste feci morbide, come nel caso di ragadi anali… normalmente presa con erbe aromatiche e carminative che rilassano i muscoli intestinali»18. «Gli antrachinoni legano il calcio e riducono lo sviluppo di cristalli urinari… erbe come Aloe, Senna, Cascara sagrada, Frangula e Rabarbaro, se utilizzate a basse dosi, inferiori a quelle lassative, per via orale, possono essere utilizzate per prevenire la formazione e, in caso di attacco acuto, per ridurre le dimensioni dei calcoli»19. «La Senna, come tutti i lassativi forti, è meglio tollerata se assunta insieme a piante carminative»20. «Nella medicina indiana la Senna è usata per la costipazione, malattie del fegato, itterizia, ingrossamento della milza, anemia e febbre tifoidea»21.

14

Alberto Fibi, Erbe e piante Medicinali; Gorlini Editore. Milano AA.VV., Medicamenta, op. cit. 16 Francesco Perugini Billi, Fitoterapia, Edizioni Junior. 17 Deni Bown, Il libro completo delle erbe, De Agostini 18 Andrew Chevallier, Enciclopedia delle piante medicinali, Idea libri 19 Joseph E. Pizzorno jr, Michael T. Murray, op. cit. 20 Michael Tierra, Grande manuale di Erboristeria, Ed. Mediterranee 21 Physicans’ Desk Reference, PDR for Herbal Medicines, fourth edition. Ed. Thomson 15

33


Numerosi sono gli elogi di altri Autori che l’hanno usata e consigliata, ma che non riporto per ragioni di spazio. D’altra parte, quanto riportato è sufficiente a dimostrare che le irritazioni e le altre controindicazioni sono conseguenze di una quantità eccessiva o di una infiammazione preesistente di cui non si è tenuto conto. Vediamo ora cosa riportano gli stessi Autori di un’altra erba antrachinonica, anzi quella per eccellenza: l’Aloe. «In piccole dosi continuate di 0,02-0,03 g l’Aloe (Aloe vera) è uno stimolante dello stomaco e perciò aperitivo e digestivo… L’uso ne è assai indicato agli ammalati di fegato, perché aumenta la secrezione di bile. Come amaro entra nella composizione di non pochi liquori e tinture per stimolare l’appetito. È controindicato nelle emorroidi, nelle metriti, periodi mestruali e dissenteria»22. «All’interno [l’Aloe] in piccole dosi [non lassative] agisce come amaro-tonico, aperitivo, ed è indicato nell’atonia gastrica, nella dispepsia atonica per catarro gastrico… In dose di 0,1-0,2 g, giova come purgativo di azione lenta, che non disturba le funzioni digerenti e che difficilmente determina abitudine; perciò è raccomandato per combattere la stitichezza abituale… Nell’intestino i principi attivi vengono messi in libertà per opera dei succhi alcalini e della bile e provocano quindi l’azione purgativa aumentando l’intensità dei movimenti peristaltici, specialmente del grosso intestino. In seguito alla somministrazione di Aloe ne viene assorbito il principio attivo, l’aloina, che si elimina con l’urina e con il latte. Questo diventa amaro e risulta purgativo per i lattanti. Favorendo la congestione dei visceri pelvici, l’Aloe agisce come emmenagogo [favorisce le mestruazioni]. Utile anche come derivativo nelle congestioni cerebrali. Controindicato nel periodo mestruale… All’esterno viene usato [si sta parlando della linfa dell’Aloe seccata, cioè la parte purgativa, e non del gel delle foglie chiamato succo di Aloe, più conosciuto, ma a torto, perché per l’uso esterno la linfa è più efficace!] nelle ulcere torbide, eczemi, ustioni, prurito vulvare, in polvere o in pomata: oltre ad una notevole azione cicatrizzante, ne ha anche una deodorante e analgesica»23. «Erba [l’Aloe] fortemente amara, lassativa, antinfiammatoria; combatte le infezioni fungine e facilita la guarigione. Distrugge i parassiti intestinali e stimola l’utero. Per uso interno in caso di stipsi cronica (soprattutto in seguito a somministrazione di ferro), inappetenza, disturbi digestivi e nelle irrigazioni del colon. Non deve essere somministrato ai pazienti con emorroidi o con sindrome del colon irritabile. È un forte lassativo e deve essere dosato con attenzione. La pianta presenta anche proprietà antitumorali attualmente in studio. Per uso esterno [si sta parlando sempre dell’Aloe, amaro purgativo, non del più noto gel ovvero del succo d’Aloe!] contro scottature, ustioni, eritemi solari, ferite, eczema e per impedire il rosicchiamento delle unghie. Nei lassativi per evitare le coliche è associato a Finocchio o a Tamarindo»24. «L’aloe-emodina (un principio attivo dell’Aloe) esercita, anche a piccole dosi, inibizione dell’Helicobacter pylori e contro lo Staphylococcus aureus ed è direttamente viricida (uccide virus) per: Herpes simplex, virus di tipo 1 e 2, Varicella-zoster virus, Pseudorabies virus e Influenza virus. L’emodina risulta avere anche effetti anti-neoplastici. La droga è usata per evacuazioni di sollievo in presenza di fessure anali e dopo operazioni retto-anali… L’uso più comune nella medicina cinese e per trattamenti di malattie micotiche. L’uso nella medicina indiana include tumori allo stomaco, costipazione, coliche, malattie della pelle, amenorrea, infestazioni di vermi e infezioni»25. 22

Alberto Fibi, op. cit AA.VV., Medicamenta, VIª edizione, Cooperativa Farmaceutica, Milano 24 Deni Bown, op. cit. 25 Physicans’ Desk Reference, op. cit. 23

34


«E’ utile [l’Aloe] in caso di stipsi ostinata, presenza di sangue nelle feci, disordini epatici, congiuntivite, mal di testa, ronzio alle orecchie dovuto a congestione del fegato e della colecisti, irritabilità dovuta a congestione interna»26. «Il succo di Aloe [linfa], che si ispessisce seccando e può essere facilmente ridotto in polvere, a seconda della posologia svolge attività amaro-tonica, eupeptica, colagoga e infine lassativa. Come stomachico-amaro entra nella composizione di svariate formulazioni quali elisir o tinture composte e nella liquoristica (componente dei liquori denominati Fernet). L’Aloe fa parte delle droghe lassative antrachinoniche insieme a Cascara, Frangula, Rabarbaro e Senna… Gli effetti collaterali sono rappresentati da colorazione delle urine, congestione emorroidaria, passaggio nel latte materno (effetto lassativo), pseudomelanosi reversibile del colon che non provoca alterazioni della mucosa né danno cellulare»27.

26 27

Michael Tierra, Grande manuale di Erboristeria, Ed. Mediterranee Enrica Campanini, Dizionario di fitoterapia e piante Medicianali, Tecniche Nuove 35


ERBE antrachinoniche CHE AUMENTANO IL TRANSITO INTESTINALE: Cascara, Rabarbaro e Frangula Si continua la carrellata in apologia delle erbe antrachinoniche, considerando ora Cascara sagrada, Rabarbaro e Frangula. Sono molto più delicate di Senna e Aloe e possono essere altrettanto forti aumentando la dose! In pratica non hanno controindicazioni, tranne che durante l’allattamento (a meno che il lattante non sia stitico). «La Cascara (Rhamnus purshiana) entra nella composizione di numerosi preparati contro la stitichezza e le emorroidi. Stomachica a piccole dosi, lassativa a dosi medie, purgativa e colagoga a dosi più alte. Regola le funzioni del fegato e delle ghiandole intestinali ed eccita la peristalsi intestinale»28. « È il lassativo tonico per antonomasia [la Cascara] e usato quotidianamente non provoca dipendenza. Nella cura della stipsi cronica, della colite, delle emorroidi, del torpore epatico e dell’itterizia. »29. «Digestiva a piccole dosi, lassativa a dosi maggiori, la Cascara è un efficace lassativo ad antrachinoni… introdotta per la prima volta in Europa nel 1877. È un lassativo di media potenza, sicuramente meno forte del Rabarbaro e della Senna e dell’Aloe. È considerato uno dei migliori purganti perché a dosi normali non provoca diarrea, coliche e disturbi gastrici. Agisce principalmente influenzando l’attività del colon. Ne risulta un’accelerazione del transito intestinale… Infine regola le funzioni del fegato e delle ghiandole intestinali»30. «E’ considerato il più blando dei purganti antrachinonici e difficilmente causa spasmi colici. Non iperemizza gli organi del bacino. I preparati di Cascara sono impiegati soli o associati a droghe ad attività similare, come lassativi nella terapia della stipsi cronica. Viene somministrata per lo più in una unica somministrazione serale, anche se i risultati migliori si ottengono con la somministrazione a piccole dosi dopo i pasti (azione colagoga)»31. «Erba amara [la Cascara], astringente, rinfrescante e lassativa, a effetto tonico sul fegato e l’apparato digerente. Per uso interno in caso di stipsi cronica, colite, disturbi digestivi, emorroidi, problemi epatici e ittero»32. Leggiamo ora per il Rabarbaro, ingrediente che dà il nome al noto aperitivo (Rabarbaro Zucca). «Proprietà [del Rabarbaro]: tonico amaro (ricostituente), astringente, eupeptico, colagogo, antiputrido, rinfrescante, purgativo, vermifugo. Indicazioni: anemia, debolezza generale, atonia gastrica, epatismo, stipsi, parassitosi intestinale, diarree croniche, dissenteria»33. «A piccole dosi il Rabarbaro (Rheum palmatum), tonico e stomachico. Purgativo ad alte dosi. Colagogo… Per la sua proprietà di fare evacuare la bile, è assai impiegato nelle malattie del fegato»34. «Per la presenza di tannini il Rabarbaro possiede una duplice azione; a piccole dosi è un tonico, stomachico, astringente e dunque antidiarroico… mentre alla posologia adeguata diventa un lassativo»35. 28

Alberto Fibi, op. cit. Michael Tierra, op. cit. 30 Francesco Perugini Billi, Fitoterapia, Edizioni Junior. 31 Enrica Campanini, op. cit. 32 Deni Bown, op. cit. 33 Jean Valnet, Cura delle malattie con ortaggi, frutta e cereali, Aldo Martello – Giunti Editore 34 Alberto Fibi, op. cit. 29

36


«… questa specie di Rheum officinale [Rabarbaro] è anche una delle erbe cinesi di più largo impiego e viene citata nel Canone delle erbe di Shen Nong, che risale al II-I secolo a.C… Erba amara, astringente, rinfrescante, ad azione digestiva e lassativa; stimola l’utero e facilita la guarigione… in caso di stipsi cronica, diarrea, disturbi del fegato e della cistifellea, emorroidi, problemi mestruali, sintomi connessi alle infiammazioni ed eruzioni cutanee causate dall’accumulo di tossine… non deve essere somministrato durante l’allattamento e a pazienti con occlusione intestinale»36. «Il Rabarbaro cinese è stato a lungo apprezzato come il purgante più utile nella medicina erboristica, sicuro anche per bambini. È usato in Cina da più di 2.000 anni ed è un trattamento estremamente efficace per parecchi problemi digestivi. Paradossalmente agisce da lassativo quando viene preso a dosi elevate, mentre ha effetto costipante [astringente, antidiarroico] a piccoli dosi… Si è visto che i decotti di radice sono efficaci contro lo Staphylococcus aureus, un batterio infettivo che causa ulcere alla bocca e follicoliti (un’infezione simile all’acne che colpisce i bulbi piliferi della barba)»37. «Il Rabarbaro è usato come stimolante dell’appetito e per problemi digestivi, catarro gastro-intestinale e dolori della dentizione (bambini). In Cina il Rabarbaro è usato per delirio, tenesmo, edema, amenorrea e dolori addominali»38. «In piccole dosi il Rabarbaro: aperitivo, amaro-tonico, stomachico, digestivo, colagogo; in forti dosi: purgativo»39. «Il Rabarbaro cura stipsi, dissenteria, emorroidi, congestione portale, presenza di vermi, eruzioni cutanee dovute ad evacuazione difettosa, sangue nelle feci ed ulcere duodenali»40 Proseguendo fra le ingiustamente trascurate (e calunniate) erbe antrachinoniche, incontriamo la Frangula o Frangola che, come riportano i nostri Autori, ha molta più luce che ombra! «Proprietà [della Frangula]: lassativo non irritante, colagogo, vermifugo, cicatrizzante. Indicazioni: stipsi spasmodica (non aumentando il peristaltismo intestinale può essere presa dalle donne incinte), insufficienza biliare e conseguente stipsi, emorroidi, obesità, cellulite, disturbi circolatori, parassiti intestinali»41. «Nelle stitichezze croniche [la Frangula], specie di origine nervosa»42. «Purgativo mite e di effetto sicuro, analogo alla Cascara sagrada. Viene usata contro la stipsi abituale, le emorroidi e le congestioni epatiche dei dispeptici, dei malarici, degli alcoolisti ed anche come derivativo nei cirrotici cardiaci, nefritici, ecc. La corteccia di Frangula può essere somministrata per lungo tempo, perché ha una azione costante e non irrita il tubo digerente»43. «Le efficaci proprietà lassative della corteccia della Frangula (Rhamnus frangula) sono note fin dal XIII secolo. Oltre che per l’azione purgante, il decotto di Frangula è stato usato come collutorio per gli arrossamenti della gola e sotto forma di impacchi nelle infiammazioni e nei gonfiori cutanei… L’assunzione serale è preferibile, l’effetto della Frangula è dolce e sicuro, quindi non è irritante per l’intestino, anche dopo un lungo uso. È particolarmente adatta alla stitichezza di origine nervosa e a quella dei bambini»44.

35

Enrica Campanini, op. cit. Deni Bown, op. cit. 37 Andrew Chevallier, Enciclopedia delle piante medicinali; Idea Libri. 38 Physicans’ Desk Reference, op. cit. 39 Luigi Pomini, Erboristeria Italiana, Edizioni Vitalità. 40 Michael Tierra, op. cit. 41 Jean Valnet, Fitoterapia. Cura delle Malattie con le piante, Aldo Martello – Giunti Editore 42 Alberto Fibi, op. cit. 43 AA.VV. Medicamenta, op. cit. 44 Luigi Perugini Billi, op. cit. 36

37


«L’azione della Frangula è molto simile a quella della Cascara sagrada alla quale spesso viene associata o sostituita. Presenta azione inferiore rispetto a Senna e Aloe. Esercita un effetto lassativo piuttosto blando senza iperemizzare gli organi del bacino, utero compreso. L’efficacia di una dose si prolunga per alcuni giorni senza dar luogo a fenomeni di accumulo. Si tratta pertanto di un lassativo la cui azione si svolge senza fenomeni concomitanti e che, quindi, è atto a combattere le più svariate forme di stitichezza dato che non provoca un esagerato peristaltismo. Risulta adatto in quei soggetti la cui inerzia intestinale dipende dall’uso precedente di purganti troppo forti, nella stipsi cronica degli anziani, e tutte le volte che necessita una defecazione facile con feci molli, come in caso di ragadi anali, emorroidi e dopo interventi chirurgici ano-rettali»45. «La corteccia di Frangula è usata per una facile evacuazione dell’intestino crasso, nel caso di fessure anali, emorroidi o dopo chirurgia ano-rettale. Può essere anche usata prima di una esplorazione chirurgica del tratto intestinale»46.

ERBE non-antrachinoniche CHE AUMENTANO DEBOLMENTE IL TRANSITO INTESTINALE Vilucchio, Frassino, Cassia, Prugne, Fichi, Manna, Tarassaco e Tamarindo Si passa ora alle erbe non-antrachinoniche, me che aumentano il transito intestinale, ma con meno forza di Cascara, Rabarbaro e Frangula: Vilucchio, Frassino, Cassia, Prugne, Fichi, Manna, Tarassaco e Tamarindo. Il Vilucchio (Convolvulus arvensis) cresce ovunque, infestante (campi, orti, giardini) nelle macchie, siepi, ecc. dal mare ai monti, arrampicandosi e attorcigliandosi alle piante e ai sostegni. È un erba «colagoga e purgativa… infuso 5-10-15 g per una tazza d’acqua»47, molto efficace per aumentare il transito intestinale, «impiegata anche come antipiretica e antiemorragica»48, ma ignorata da tanti Autori. «La radice e le foglie [del Vilucchio] hanno proprietà purgative e colagoghe.. . si prescrive l’infuso di foglie, in dose da 6 a 12 g »49 Miglior sorte è toccata al Frassino comune (Fraxinus excelsior) per quanto riguarda le sue proprietà febbrifughe, antireumatiche e diuretiche, ma non per quelle purgative, mentre invece «15 g di foglie in 250 g di acqua, in infuso, costituisce un ottimo purgante, che ha azione analoga a quella delle foglie di Senna»50. «Proprietà [delle foglie di Fraxinus excelsior o Frassino comune]: diuretico, antigottoso, depurativo, antireumatico, purgativo. Indicazioni: reumatismo gottoso, litiasi urinarie, oligurie, idropisia, arteriosclerosi… Una manciata di foglie di frassino, per mezzo litro di acqua ogni mattina, fu vivamente raccomandata da un uomo che raggiunse i 107 anni»51. «Azione delle foglie di Frassino comune: diuretica (uricosurica), leggermente lassativa, antireumatica, diaforetica, depurativa»52. 45

Enrica Campanini, op. cit. Physicans’ Desk Reference, op. cit. 47 Luigi Pomini, op. cit. 48 Deni Bown, op. cit. 49 Alberto Fibi, La malattie curate con le erbe e le piante medicinali, Gorlini Editore, Milano 50 Alberto Fibi, op. cit. 51 Jean Valnet, Fitoterapia, Cura delle malattie con le piante, op. cit. 52 Francesco Perugini Billi, op. cit. 46

38


«Attività principali: diuretica ed antinfiammatoria. Impiego terapeutico: manifestazioni articolari dolorose, ritenzione idrica, cellulite. Le foglie di Frassino possono manifestare una blanda azione lassativa senza effetti collaterali, quali coliche. È “l’albero del mondo” della mitologia norvegese, poiché le sue radici si estendono dal dominio degli Dei e i suoi rami verso i più remoti angoli dell’universo. Nel mito il primo uomo venne intagliato da un pezzo di Frassino. Fino alla fine dell’800, nelle Highlands della Scozia si usava dare un cucchiaio di infuso di Frassino ai neonati»53. «Le preparazioni delle foglie di Frassino sono usate per artriti, gotta, problemi alla vescica, così bene come lassative e diuretiche. Usate per febbre, reumatismi, gotta, edema, calcoli, costipazione, sintomi di stomaco e infestazioni di vermi»54. «Proprietà [della Cassia]: lassativo blando ed efficace. 4 o 8 g come lassativo; 30 g come purgante»55. «Proprietà terapeutiche della Cassia (Cassia fistula): lassativo mite, gradevole, indicato soprattutto nei bambini e nelle persone deboli, nonché nel corso di affezioni infiammatorie per la sua azione blanda. In generale si somministra la polpa (20-40 g, bambini 5 g per anno di età) sciolta in un bicchiere di acqua al mattino a digiuno. Spesso si associa al Tamarindo, alla Manna, al miele e ad altri purganti»56. «Preparazioni dei frutti della Cassia, Cassia fistula: hanno dimostrato effetti antimicrobici e anti-virali. Nella medicina indiana è usata per flatulenza, costipazione, febbre, anoressia, gotta, itterizia e malattie della pelle»57. «Proprietà delle Prugne (Prunus domestica): molto nutritive, toniche nervine, lassative (ammorbidisce e fluidifica le viscere). Indicazioni: sportivi, bambini, regimi ipoazotati (per reumatizzati, gottosi, arteriosclerotici, nefritici), sovraffaticamento, stipsi, emorroidi, temperamenti biliosi… Utilizzazione: 25-30 g»58. «Il frutto [Prugne], sia allo stato fresco che in conserva, ha notevole valore alimentare e ne è consigliabile l’ingestione nelle varie affezioni dell’apparato digestivo, nello scorbuto e nelle dermatosi croniche. Nella pratica famigliare il frutto secco riesce un blando lassativo e se ne preparano decozioni da prendersi la mattina a digiuno»59. «Proprietà terapeutiche [delle Prugne]: sotto forma di polpa è un lassativo blando e con sapore acidulo, gradevole, soprattutto indicato, come analoghi vegetali (Cassia fistula, Tamarindo, ecc.), quando si vuol mantenere l’alvo libero in processi infiammatori; è il meno irritante di tutti, quindi più indicato per evitare dolori o irritazione, specialmente nelle affezioni del tubo digerente, e in generale nei vecchi e bambini»60. «Fico (Ficus carica). Proprietà: lassativo, diuretico, pettorale, molto nutritivo e digeribile, tonificante (raccomandato agli sportivi). Indicazioni: raccomandato a bambini, adolescenti, convalescenti, vecchi, sportivi, donne incinte, astenia fisica e nervosa, irritazioni gastrointestinali (gastriti, coliti), stipsi, stati febbrili acuti, infiammazioni polmonari e urinarie»61.

53

Enrica Campanini, op. cit. Physicans’ Desk Reference, op. cit. 55 Lean Valnet, Fitoterapia. Cura delle malattie con le piante, op. cit. 56 AA.VV: Medicamenta, op. cit 57 Physicans’ Desk Reference, op. cit. 58 Jean Valnet, Cura delle malattie con ortaggi, frutta e cereali, op. cit. 59 Alberto Fibi, op. cit. 60 AA.VV: Medicamenta, op. cit 61 Jean Valnet, Cura delle malattie con ortaggi, frutta e cereali, op. cit. 54

39


L’altro genere di Frassino, il Frassino orniello (Fraxinus ornus), è comune nei boschi di tutta Italia, ma è coltivato in Sicilia e Calabria. È chiamato anche Frassino da Manna, perché il succo che si ottiene dalle incisioni praticate nel tronco durante la stagione calda, condensandosi in pezzi e in frammenti, si trova in commercio sotto il nome di Manna. «Si adopera la Manna come purgante, sia da sola sia associata alle foglie di Senna. Per i bambini si prescrive sola, di preferenza nella latte caldo. La dose è di 5-30 g, secondo l’età. Per gli adulti la dose è di 15-60 g»62. «Proprietà e indicazioni [della Manna]: purgante leggero e gradevole, utilizzato soprattutto in pediatria: da 5 a 10 g fino a 15 mesi da 10 a 15 g fino a 3 anni da 15 a 20 g da 3 a 5 anni da 20 a 30 g oltre i 5 anni da 50 a 60 g per gli adulti»63. «Purgante blando la Manna: con sapore gradevole e privo di azioni secondarie pericolose. Si prescrive soprattutto nelle terapie dei bambini; spesso si associa ad altri purganti più attivi, come coadiuvante e corrigente»64. «Blandamente lassativa la Manna: emolliente e bechica. Impiegata nella stipsi dell’età pediatrica e degli anziani. Disciolta in acqua calda o latte, rappresenta un blando lassativo per infanzia e la terza età»65. Continuando l’esposizione delle erbe non-antrachinoniche, ma che aumentano, sia pur debolmente, il transito intestinale, si arriva a quelle che agiscono sulla stipsi quando è causata da insufficienza epatica (biliare). La più usata è il Tarassaco. «Amaro-tonico e diuretico… tanto le radici quanto le foglie di Tarassaco (Taraxacum officinale) sono dotate di proprietà coleretiche e colagoghe (aumentano la produzione e la secrezione della bile)… normalizzano il colesterolo nel sangue. Trova impiego, solo o associato con altre droghe ad azione simile, nella terapia dell’insufficienza epatica; a dosi elevate ha una leggera azione lassativa [la bile ha un’azione lassativa]»66. «Proprietà [del Tarassaco]: depurative, rinfrescanti, diuretiche, lassative, colagoghe. Tanto le radice quanto le foglie vengono usate come “cure primaverili”, avendo azione tonica, lassativa, depurativa del sangue e stimolante del fegato… In caso di congestione del fegato e angiocolite, giacché favorisce il deflusso della bile»67. Il Tarassaco è «pianta amica del fegato che assicura “il lavaggio del filtro renale e l’asciugarsi della spugna epatica”. Tonico amaro, eupeptico, drenaggio epato-biliare, decongestionante, depurativo del sangue, diuretico azoturico, anti-putrescibile, anti-scorbutico, circolatorio. Indicazioni: angiocolite cronica [infiamma-zione della cistifellea], congestione del fegato, insufficienza epatica, ittero, litiasi [calcolosi] renale e biliare, ipercolesterolemia, aterosclerosi, dermatosi degli epatici, dermatosi squamose, eczema, acne, foruncoli, reumatismi, gotta, azotemia, oliguria, insufficienze renali, stipsi, fermentazioni intestinali (enterocoliti), disturbi circolatori (cianosi, varici) emorroidi, anemia, astenia, scorbuto, piorrea, obesità, cellulite, pletora»68 62

Alberto Fibi, op. cit. Jean Valnet, Fitoterapia, Cura delle malattie con le piante, op. cit. 64 AA.VV. Medicamenta, op. cit. 65 Enrica Campanina, op. cit. 66 AA.VV. Medicamenta, op. cit. 67 Alberto Fibi, op. cit. 68 Jean Valnet, Cura della malattie con le piante, op., cit. 63

40


«Azione del Tarassaco: coleretica, colagoga, epato protettiva, diuretica, stimolante l’appetito, leggermente lassativa, disintossicante, antireumatica»69. «Attività principali: coleretico, diuretico, blandamente lassativo. Impiego terapeutico: litiasi biliare (calcoli), colecistopatia e insufficienza epatica, reumatismi, gotta, eczema cronico (come depurativo), obesità, ipoacidità gastrica, inappetenza, turbe digestive in genere. L’azione lassativa è blanda. Il Tarassaco presenta una potente attività diuretica superiore rispetto alla maggior parte delle altre droghe epatiche. Tutte queste proprietà ne giustificano l’utilizzo come pianta depurativa e di drenaggio. Il drenaggio è una tecnica terapeutica che permette l’eliminazione delle tossine da parte dell’organismo, attraverso quelli che possono essere considerati gli emuntori naturali: fegato, reni, intestino e pelle. In fitoterapia e in gemmoterapia si parla spesso di drenaggio in quanto esso è visto come momento molto importante dell’atto terapeutico. “Poiché l’uomo viene considerato nella sua totalità, le malattie di cui è vittima si sviluppano su un terreno reso fragile dal rallentamento degli organi di eliminazione – gli emuntori – e dall’accumulo di un pool di sostanze tossiche, di metaboliti mal degradati, di sostanze di rifiuto. Condotto con piante medicinali o gemmoderivati, a seconda dell’indirizzo terapeutico prescelto, il fine ultimo è quello di assicurare l’eliminazione di tutte le tossine, comprese quelle prodotte dal metabolismo delle sostanze introdotte con l’alimentazione»70. Un buon drenaggio consiste, dunque, in un aumento del transito intestinale, della secrezione biliare (fegato e cistifellea), grazie a una attività colagoga e coleretica, diuretica (reni) e della secrezione delle ghiandole sudoripare (pelle). Il Consumatore avvertirà allora una sensazione di benessere e diminuzione della stanchezza. Si termina con un cenno all’ultima erba (fra quelle qui considerate) che aumenta debolmente il transito intestinale: il Tamarindo. «Proprietà [del Tamarindo]: lassativo, coleretico. Indicazioni: stipsi abituale, soprattutto degli epato-biliari»71. «La polpa del Tamarindo (un legume) contiene cremor tartaro, fra gli altri ingredienti, che spiega la sua azione sul transito intestinale…72 Costituisce un eccellente e blando lassativo e un rinfrescante, indicato contro la stitichezza abituale. Si somministra: la polpa allo stato normale 20-50 g per adulti e 10-30 g per i bambini, in 300-400 g di acqua, con zucchero a piacere»73. «Azioni: rinfrescante, lassativo. Il Tamarindo (Tamarindus indica) è molto conosciuto come leggero lassativo. Nella medicina ayurvedica viene somministrato per migliorare l’appetito, rafforzare lo stomaco e combattere la stipsi… Tuttavia, prescritto con cumino e zucchero, viene dato anche per la dissenteria. Si consuma inoltre sotto forma di bevanda, dalle proprietà rinfrescanti e dissetanti… Protegge il fegato da sostanze chimiche tossiche»74. «Proprietà terapeutiche: rinfrescante e temperante in piccole dosi, lassativo in dose maggiore. È indicato specialmente per i bambini e per le persone deboli. Polpa di Tamarindo depurata 10-15 g, come rinfrescante, 40-60 g come purgativo. Bambini 1-2 g per anno (purgativo). Da evitare, come tutte le conserve di frutta, nei casi in cui esistano abnormi fermentazioni intestinali»75.

69

Luigi Pomini, Erboristeria italiana, Edizioni Vitalità Enrica Campanini, op. cit. 71 Jean Valnet, Cura della malattie con le piante, op., cit. 72 «Proprietà terapeutiche del cremor tartaro: si usa all’interno come rinfrescante, temperante e diuretico, nei processi febbrili, negli stati infiammatori e congestizi dell’apparato digerente. Giova anche come lassativo» (AA.VV. Medicamenta, op. cit.). 73 Alberto Fibi, op. cit. 74 Francesco Perugini Billi, op. cit. 75 AA.VV. Medicamenta, op. cit. 70

41


«Attività principale: blando lassativo. Impiego terapeutico: stipsi acuta e cronica… La polpa di Tamarindo è indicata particolarmente per i bambini e le persone deboli»76. «Il Tamarindo è un frutto salubre e purificante che migliora la digestione, allevia la flatulenza, calma il mal di gola e ha una leggera azione lassativa. Nella medicina ayurvedica, viene somministrato per aumentare l’appetito e per rinforzare lo stomaco. È usato anche contro la stipsi… Nell’India meridionale è usato contro raffreddori e altri disturbi che producono catarro in eccesso. Nella medicina cinese è considerato appropriato per trattare il caldo estivo. Il frutto viene anche dato in caso di perdita di appetito, contro la nausea e il vomito gravidico e contro la stipsi»77.

ERBE non-antrachinoniche, mucillaginose, emollienti, lenitive CHE AUMENTANO MOLTO DEBOLMENTE IL TRANSITO INTESTINALE Agar-Agar, Altea e Malva Dopo le erbe antrachinoniche (suddivise fra Aloe e Senna, e Cascara, Rabarbaro e Frangula) e dopo le erbe non-antrachinoniche, ma che stimolano in maniera più debole il transito intestinale (Vilucchio, Frassino, Cassia, Prugne, Manna, Tarassaco e Tamarindo), restano da evidenziare le proprietà e le indicazioni delle principali erbe cosiddette “mucillagginose” Agar-agar, Altea e Malva, che in maniera delicata e molto debole aumentano il transito intestinale. La parte medicinale della pianta è l’estratto gelatinoso dell’alga marina (Gelidium amansi) conosciuta come Agar o Agar-agar. Cresce a 30 metri sotto il livello del mare e si preleva nei mesi invernali lungo la riva e gli scogli. Agar-agar, incolore e insapore, è il gel purificato derivato dall’alga mucillaginosa, con un estrazione acquosa in autoclave (cotta sotto-pressione per 6 ore) che viene poi raffreddata e macinata in polvere (l’acqua è separata durante il processo di lavorazione). Ogni anno vengono sottoposte a questo speciale trattamento circa 6.500 tonnellate di Agar. Agar-agar è capace di assorbire circa 200 volte il suo volume di acqua per formare un gel che ha un effetto lassativo. Non agisce perciò come un purgante, ma gelificando nell’intestino aumenta il volume del bolo fecale, che attiva la peristalsi per una facile evacuazione delle feci, senza produrre alcun stato irritativo, pur agendo come un lassativo medio. Questa gelatina delicata, formata per idratazione, impedisce alle feci di essere sia troppo dure che troppo morbide. Così, può avere un’azione lassativa meccanica per feci a palline, ma può essere utile anche per feci malformate e perfino diarrea! Perciò si può associare con erbe lassative così come con erbe astringenti, per ottenere comunque una lenta ma completa e non irritante pulizia intestinale. Inglobando nella gelatina le feci vecchie accumulate, tiene puliti anche eventuali diverticoli. Le indicazioni dell’Agar riguardano: feci dure o secche, stitichezza cronica, diverticoli, colite, colite spastica, intestini delicati (anziani e bambini), appendicite cronica, obesità (preso prima dei pasti, da solo o con infuso calmante, dà un senso di sazietà e limita leggermente l’assimilazione dei nutritivi). «Proprietà [dell’Altea]: lassative, calmanti, diuretiche, emollienti, espettoranti. Indicazioni: nei torbidi intestinali, quali diarree, enteriti, dissenterie; nelle malattie della gola e delle vie respiratorie. Esternamente nelle infiammazioni cutanee, negli ascessi dentari, nelle affezioni catarrali»78. 76

Enrica Campanini, op. cit. Andrew Chevallier, op. cit. 78 Alberto Fibi, op. cit. 77

42


Il principale costituente dell’Altea (Althaea officinalis) è la mucillagine, circa il 35% (oltre a betaina, pectina, asparagina, acido butirrico…), che le conferisce proprietà: «bechica, emolliente (viene utilizzata ovunque vi sia infiammazione). Uso orale: irritazioni delle mucosa della bocca e della faringe: stomatiti, glossiti, faringiti; infiammazione, irritazione gastrointestinale, enteriti; affezioni polmonari, tossi, bronchiti; affezioni alle vie urinarie (cistiti)»79. «Lenitiva, emolliente, antinfiammatoria, cicatrizzante, diuretica, l’Altea è utile in tutti i casi in cui sia necessaria un’azione emolliente e lenitiva a livello delle mucose. È indicata nell’iperacidità gastrica, nelle gastriti e nell’ulcera gastrica (azione gastro-protettrice). È benefica in molti problemi intestinali, tra cui il morbo di Crohn, la colite ulcerosa, la diverticolite e il colon irritabile. Ha un potere leggermente lassativo e disintossicante. L’Altea è il prototipo delle piante bechiche-mucillaginose e la sua azione è utilissima anche nel caso di affezioni del tratto respiratorio: tossi secche, fase “asciutta” della bronchite acuta, asma bronchiale e pleurite»80. «Emolliente l’Altea, molto usata per il forte tenore di mucillagine. Contro catarri cronici delle vie respiratorie, specialmente nei bambini»81. «L’Altea per via orale, rientra nel trattamento sintomatico della tosse e come coadiuvante nelle forme dolorose del colon irritabile. La grande quantità di mucillagine presente nella pianta esercita a livello della mucosa gastrica proprietà gastroprotettrici e a livello intestinale proprietà adsorbenti le tossine [come Camomilla, Crespino, Enula, Tarassaco, Salsapariglia, Rosmarino, Rabarbaro, e Carbone], antinfiammatorie, lenitive e antispasmodiche. La decozione della radice viene impiegata in clisteri in caso di infiammazione della mucosa intestinale (enterocoliti acute, colon irritabile, colite ulcerosa, proctite, ecc.). Alcuni Autori preconizzano l’impiego di preparati di Altea nel trattamento della cistite, cistalgia e dell’enuresi. È stata segnalata, inoltre, anche un’attività immunostimolante»82. L’Altea viene usata in impacchi caldi per maturare ascessi, granulomi, cisti, tosse secca e sinusite. Anche per la comune, ma preziosa, Malva (Malva sylvestris) la mucillagine è il componente principale e di conseguenza gli Autori ne riportano le proprietà: «lassative, emollienti, pettorali. Da somministrare per calmare la tosse, per facilitare le orine e in tutti i casi di infiammazione dello stomaco, degli intestini e delle reni, nonché nelle stitichezze ostinate dei bambini e dei vecchi. Si usa altresì per via rettale come clistere. Esternamente come cataplasmi nei casi di infiammazioni acute delle pelle, degli occhi, delle gengive e della bocca»83. «Proprietà della Malva: emolliente, lassativa, rinfrescante, calmante, pettorale, diuretica. Indicazioni: ovunque vi sia infiammazione, stipsi cronica (atonica o spasmodica) enterocolite (consigliata per bambini e vecchi), stomatiti, glossiti, faringiti, bronchiti acute, raffreddori, asma, influenza. Uso esterno: afte, vaginite, lavaggi di piaghe, dermatosi, foruncolosi, ascessi, tumori, punture di insetti»84. «La Malva è un antico rimedio utilizzato fin dai tempi dei Romani, che ne apprezzavano soprattutto le proprietà lassative… Particolarmente efficace nelle malattie esantematiche (scarlattina, morbillo, rosolia) e nella ematemesi»85. «La Malva è sinonimo di sostanza emolliente in virtù del contenuto in mucillagini che esercitano un’azione lenitiva sulle mucose infiammate. Da sempre utilizzata come blando lassativo, è un valido regolatore intestinale per anziani e bambini, importante per l’attività di protezione che esercita a livello della mucosa intestinale infiammata. Le proprietà lassative non 79

Jean Valnet, Fitoterapia, Cura delle malattie con le piante, op. cit. Francesco Perugini Billi, op. cit. 81 AA.VV. Medicamenta, op. cit. 82 Enrica Campanini, Dizionario di fitoterapia e piante Medicinali, op. cit. 83 Alberto Fibi, op. cit. 84 Jean Valnet, Fitoterapia, Cura delle malattie con le piante, op. cit. 85 Francesco Perugini Billi, op. cit. 80

43


sono da ascriversi solamente alla presenza di mucillagini, ma anche a principi ad attività lassativa solubili in alcool: gli estratti alcoolici, infatti, privi di mucillagini, manifestano tale attività…. Come del resto l’Altea, la Malva può essere classificata fra le piante induttrici di paraimmunità»86. Dall’Aloe alla Malva si conclude qui il breve excursus delle piante che favoriscono il transito intestinale, dall’erba più energica a quella più debole e delicata. Sono tutte preziose, bisogna imparare a usarle e a dosarle.

4. Erbe che neutralizzano le enterotossine, calmanti e nutritive intestinali e anti-gas Camomilla, Fieno Greco, Finocchio ed Equiseto Come si legge (e decine di Autori confermano proprietà e indicazioni ancora più vaste) non bisogna trascurare o sottovalutare erbe come la Malva e la Camomilla solo perché comuni e da tutti conosciute e calpestate. Si teme forse di passare per sempliciotti se non si consuma o consiglia un’erba esotica, costosa e ai più sconosciuta? Proprio la comune Camomilla possiede numerosissime proprietà e indicazioni, per uso interno ed esterno, che molti ignorano o sottovalutano, per i motivi appena accennati. Riportano qui le sue numerose qualità perché agisce con forza anche sull’intestino, senza tuttavia aumentarne il transito. «[la Camomilla] Come spasmolitico e carminativo è indicata nelle coliche digestive (coliti, meteorismo, ecc.) e in caso di alterazione della flora intestinale, ad esempio dopo una terapia antibiotica, in quanto contribuisce a ricostruirla. Il suo uso è considerato preventivo e curativo in caso di ulcera e nelle infiammazioni acute e croniche della mucosa gastrointestinale… si oppone all’ulcerazione gastrica indotta da diversi agenti quali stress, alcool, ecc… L’estratto di Camomilla è in grado di determinare una significativa depressione del sistema nervoso centrale senza compromettere la coordinazione motoria, a differenza di quanto accade per altri farmaci depressori … per sindromi dolorose del capo. Attività: aromatica, amaricante, antiflogistica e antispasmodica, ulcero-protettiva, lenitiva, antimicrobica. Impiego terapeutico: difficoltà digestive, cefalea, insonnia, dismenorrea, turbe della menopausa; uso esterno: infiammazioni della pelle, eczema, dermatosi, congiuntiviti… Come lavanda nelle infiammazioni vaginali»87. «Proprietà della Camomilla (Matricaria chamomilla): antispasmodica, sedativa blanda, diaforetica, emmenagoga, tonica, stimolante digestiva, carminativa, anticolitica, antinfluenzale, antifebbre»88. «Proprietà della Camomilla: antispasmodica, antalgica, stimolante, sudorifera, febbrifuga, colagoga, battericida, vermifuga (vermi tondi o Nematelminti: ascaridi , ossiuri…), emmenagoga, moderata sedativa nervina (bambini), la sua ingestione triplica il numero dei leucociti, antiflogistico, cicatrizzante. Indicazioni: emicranie, nevralgie (soprattutto facciali), dentizione dolorosa dei bambini, vertigini, disturbi della menopausa, insonnia, inappetenze, digestioni difficili, flatulenze, ulcere allo stomaco e intestinali, disturbi digestivi dei bambini (diarrea, crampi gastrici e intestinali), malattie infantili, enterite, anemia, ingorghi al fegato e alla milza, depressione nervosa e crisi nervose, irritabilità, convulsioni, dismenorree e amenorree legate a disturbi nervosi, dolori lombari e cefalee dell’influenza, parassiti intestinali (ascaridi, ossiuri), febbri intermittenti e delle persone nervose. Uso esterno: congiuntiviti, dermatosi

86

Enrica Campanini, op. cit. Enrica Campanini, op. cit. 88 Luigi Pomini, op. cit. 87

44


infiammatorie, scottature, foruncolosi, dermatosi squamose, eczema, piaghe banali e infette, pruriti vulvari, orticaria, dolori reumatici e gottosi…»89. «Indicazioni e uso della Camomilla: tosse, bronchiti, febbri, raffreddori, infiammazioni della pelle, infiammazione della bocca e faringe, tendenza alle infezioni, ferite e scottature… Antiossidante, anti-neoplastica, ansiolitica, sedativa (riduce la noradrenalina, favorendo la serotonina)… Anti-microbica (Staphylococcus aureus, Candida…»90. Per ragioni di spazio limito qui le osservazioni relative all’uso della Camomilla!

formidabile

Le altre erbe mucillaginose, Fieno greco, Parietaria, Lichene, Tassobarbasso, sono tutte anti-infiammatorie, ma qualcuna agisce più sui reni, altre più sulle vie respiratorie, e avendo una quantità di mucillaggini inferiore all’Agar-agar, all’Altea e alla Malva, pur rinfrescando e sfiammando le mucose, non riescono ad aumentare il transito intestinale in maniera significativa. Contenendo anche altri principi attivi benefici vengono usate per altri scopi, ne parlerò, infatti, trattando dei reni, del sistema immunitario e dei polmoni. Il Fieno greco (Trigonella foenum graecum), ad esempio, pur contenendo 20-30% di mucillagine, è stato sistemato fra le erbe nutritive, avendo un’azione «tonica, ricostituente, ipoglicemizzante, galattagoga, antinfiammatoria e antianemica [20-28% di proteine, 6-10% di oli tra cui lecitina, ovvero fosfolipidi, acido linoleico, ovvero omega-6, ecc.)]. Il Fieno greco è considerato un ottimo tonificante e ricostituente. Questa pianta ha un valore nutritivo decisamente elevato, soprattutto in termini di principi nutritivi essenziali. I semi rappresentano un alimento dotato di spiccate proprietà anaboliche, stimolanti neuro-muscolari, nutrizionali. Contengono proteine di elevato valore biologico, fosforo in forma organica, lecitina (fosfolipidi), sali minerali (soprattutto calcio e ferro), vitamine e trigonellina, (un composto azotato che a contatto con l’acido dello stomaco o riscaldata produce la niacina o vitamina B3)… incrementa la sintesi proteica dei tessuti periferici ed in modo particolare dei muscoli… stimola il midollo osseo ad aumentare la produzione di globuli rossi… inibisce l’assorbimento del colesterolo a livello intestinale, riduce la concentrazione del colesterolo a livello epatico e aumenta la secrezione biliare del colesterolo e l’escrezione fecale di steroli neutri… azione antibatterica… un ottimo espettorante nel caso di catarri densi e vischiosi… lenitivo nelle ulcere peptiche…»91. «Finocchio (Foeniculum vulgare) semi. Proprietà: aperitivo, digestivo, diuretico declorurante e azoturico, tonico generale, emmenagogo, espettorante, antispasmodico lassativo, galattagogo, vermifugo… un tempo utilizzato come fattore dimagrante. Indicazioni: meteorismo, inappetenza, atonia delle vie digestive, digestioni lente, aerofagia, oligurie e litiasi urinarie, gotta, mestrui insufficienti, affezioni polmonari, influenza (profilassi), dolori gastrici, vomiti nervosi, insufficienza lattea delle nutrici, parassiti intestinali»92. «I semi di Finocchio vengono da sempre impiegati, non solo nell’adulto, ma anche in pediatria, nei disturbi dispeptici, nel meteorismo e negli spasmi del tratto gastro-intestinale… svolge attività secretolitica a livello delle vie respiratorie, utile come espettorante nelle flogosi [infiammazioni] dell’apparato respiratorio»93. «Finocchio semi. Azione: carminativa, antisettica intestinale, antispastica gastro-intestinale, digestiva leggera… Le proprietà galattagoghe del Finocchio sono state scientificamente

89

Jean Valnet, Cura delle malattie con le essenze delle piante, Aldo Martello – Giunti Editore Physicians’ Desk Reference, op. cit. 91 Francesco Perugini Billi, op. cit. 92 Jean Valnet, Cura delle Malattie con le essenze delle piante, op. cit. 93 Enrica Campanini, Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, op. cit. 90

45


dimostrate: stimola la secrezione del latte e l’aumento delle dimensioni della mammella… senza coinvolgere altri organi sessuali»94. Va ricordata, infine, l’azione protettrice [del Finocchio] sulle muscose e tessuti delle vie digestive durante i trattamenti di chemioterapia. L’equiseto fa bene a tutto il nostro organismo per l’alto contenuto del prezioso silicio e l’ho descritto fra le piante nutritive dell’intestino ma l’ho classificato fra gli astringenti molto leggeri. «Equiseto o coda cavallina (Equisetum arvense). Attività principali: diureticoemopoietico-emostatico; rimineralizzante; rassodante ed elasticizzante per uso esterno [e interno]… la pianta con le sue radici assorbe dal terreno sali alcalini dell’acido silicico… il silicio contribuisce ad assicurare la solidità scheletrica, la plasticità della cartilagine, risulta fondamentale per la sintesi del collagene e dei glucosaminoglicani della cartilagine articolare e l’elastina di vasi e tessuti…»95. «Equiseto comune o coda di cavallo. Tra le piante considerate per secoli come panacea… Una delle piante più preziose di cui ci si dovrebbe ricordare più spesso per gli astenici, i demineralizzati, gli atero-sclerotici, i pletorici, i malaticci comuni, i malati colpiti da affezioni degenerative. Si tratta di una pianta erbacea vivace senza foglie né fiori… la pianta essiccata dà quasi il 14% di ceneri, di cui circa il 6,40 di silicio, quantità considerevole che fa della coda di cavallo la pianta più ricca di questo elemento maggiore, uno dei dodici principali del nostro organismo [non è un oligo-elemento ma un macro-elemento]: il sangue umano ne contiene 10 mg per litro, ossia un decimo del calcio, ma il nostro organismo ne contiene circa 7 g, il doppio del ferro! Nelle ceneri dell’unghia il 20% è di silicio. Nei soggetti morti di cachessia tubercolotica, le ossa hanno perduto il 13% del magnesio, il 25% del calcio e il 45% del silicio. Nel campo del cancro, si è notato da molto tempo che questa affezione è molto più rara nelle regioni ricche di magnesio e silicio. Negli aterosclerotici, si è riscontrato una diminuzione di silicio nei tessuti… il polmone normale contiene lo 0,18% di silicio, il polmone tubercolotico 0,009%. È dimostrata l’importanza del silicio nel consolidamento delle fratture. Il silicio favorisce, inoltre l’assimilazione del fosforo, ben noto fattore rimineralizzante… Proprietà [dell’Equiseto]: diuretico, emostatico, astringente, emopoietico (provoca la formazione di globuli rossi), favorisce le regole, antidegenerativo, cicatrizzante. Indicazioni, uso orale: oligurie, idropisie, cisti, alcune affezioni renali, albuminuria, gotta, emorragie (emottisi, ematuresi, epistassi, metrorragie…), alcune diarree, demineralizzazione (tubercolosi, rachitismo, tetano, astenia, fratture, lesioni ossee varie), insufficienza delle regole, aterosclerosi, ipertensione, artrosi, diabete, nervosismo, stati cancerosi. Uso esterno: afte, piaghe, ulcere alle gambe, cancri ulcerati»96.

94

Francesco Perugini Billi, Fitoterapia, op. cit. Enrica Campanini, Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, Tecniche Nuove. 96 Jean Valnet, Fitoterapia. Cura delle malattie con le piante, Aldo Martello. Giunti Editore. 95

46


5. Erbe che diminuiscono il transito intestinale (astringenti) Si conclude con le erbe astringenti, quelle cioè che rallentano il transito intestinale: Catecù, Quercia, Salcerella, Amamelide, Alchemilla, Noce di galla (Quercus infectoria), Agrimonia, Rhus aromatica, Bistorta. Si comincia considerando le più forti.

ERBE ASTRINGENTI CHE DIMINUISCONO CON FORZA IL TRANSITO INTESTINALE: Catecù e Quercia «Catecù (Acacia catechu) è un estratto acquoso per decozione del legno tagliuzzato dell’Acacia catechù, evaporazione ed essicamento della massa molle. Contiene sia sostanze astringenti (come l’acido catecutannico 25-48%) che mucillaggine vegetale (20-29%). Proprietà terapeutiche: astringente e antisettico. È preferibile al tannino nel trattamento delle dispepsie accompagnate da diarree, nel catarro intestinale cronico e nelle diarree atoniche. Venne usato anche come espettorante balsamico nei catarri bronchiali cronici profusi»97. «Astringente potente, antisettico [tannini 2-12%]… Catecù è un ottimo rimedio nella diarrea e nella dissenteria, nelle emorroidi sanguinanti, nelle emorragie uterine, nella leucorrea, nelle secrezioni purulenti, nelle otiti, nell’otorrea. È stato usato anche nella gonorrea… proprietà antisettiche… azione antinfiammatoria. Come quasi tutte le erbe ayurvediche, il Catecù è somministrato miscelato con altri rimedi (minerali o vegetali) a seconda della malattia che si vuole curare»98. «Il Catecù è considerato un astringente antisettico ad azione alquanto energica. Trova indicazione tutte le volte che stomaco o intestino hanno bisogno di essere stimolati o tonificati. Viene pertanto prescritto nel trattamento delle dispepsie accompagnate da diarrea, nell’enteriti e come espettorante balsamico nelle forme catarrali a carico dell’apparato respiratori»99. «Catecù E’ un forte astringente e un agente coagulante. Aiuta a ridurre l’eccessiva secrezione di muco dal naso, intestino crasso e vagina. Viene inoltre usato per trattare eczemi, emorragie, diarrea e dissenteria. Può essere usato sotto forma di infuso, tintura, polvere o pomata. Un piccolo pezzo di Catecù sciolto in bocca costituisce un eccellente rimedio per gengive sanguinanti e ulcere buccali e per pulire i denti»100. «Proprietà del Catecù: sapore amaro-dolciastro ad azione antisettica, astringente, antiemorragico e antidiarroico. Per uso interno contro la dissenteria, la diarrea cronica e il catarro cronico. Per uso esterno in caso di epistassi, emorroidi, eruzioni cutanee, piaghe da decubito, afte boccali e infezioni dentarie. Per lenire i disturbi intestinali viene associato a Menta, Agrimonia, Quercia, Mirra, Amame-lide…»101. «Proprietà della Quercia (Quercus robur): tonica-astringente [tannini 8-10%], antidiarroica, emostatica, febbrifuga, antisettica. Indicazioni: emorragie (emottisi, intestinali, metrorragie), tubercolosi, metriti, perdite bianche, diarree, dissenteria, gastralgie, atonia gastrica, debolezza generale, linfatismo, incontinenza di urina nei bambini, febbri malariche,

97

AA.VV. Medicamenta, op. cit. Francesco Perugini Billi, op. cit. 99 Enrica Campanini, op. cit. 100 Andrew Chevallier, op. cit. 101 Deni Bown, op. cit. 98

47


aumento della milza. Uso esterno: angine, piaghe atone, geloni, dermatosi, traspirazione dei piedi, fistole anali, ragadi, emorroidi e varici»102. «Astringente, antinfiammatoria… La corteccia di Quercia è un valido astringente per le diarree acute, nelle emorragie interne (gastrointestinali, respiratorie e genitali) nei catarri e nelle infiammazioni delle vie urinarie e respiratori ed esterne, nelle affezioni cutanee, emorroidi, geloni. Un tempo usato contro avvelenamenti vegetali (funghi, Belladonna, Colchico, Aconito, ecc.) e da piombo, rame e Antimonio e nelle febbri malariche. Oltre all’ottima azione astringente la Quercia ha dimostrato di possedere proprietà anti-virali»103. «Astringente, cicatrizzante, antiemorragica, antinfiammatoria, antisettica, antivirale, febbrifuga, vaso costrittrice, cicatrizzante, modica analgesica locale. Impiego terapeutico [della Quercia]: diarree aspecifiche, flogosi, mucose accessibili… anche nell’iperidrosi palmare, geloni, antiforfora e regolatrice della secrezione sebacea a livello del cuoio capelluto…»104.

ERBE ASTRINGENTI CHE DIMINUISCONO IL TRANSITO INTESTINALE: Salcerella o Salicaria, Amamelide e Alchemilla «Salcerella o Salicaria (Lythrum salicaria). Attività principali: astringente [tannini] e antiinfiammatoria [mucillaggini e flavonoidi]; vulneraria. Impiego terapeutico: infiammazioni acute e croniche della mucosa gastro-intestinale; emorroidi e ulcera varicosa (uso topico). Antidiarroico. Nelle diarree dei bambini e dei lattanti. Antivirale e antispasmodico a livello intestinale. Nella insufficienza venosa e vascolopatia [antocianosidi], nella leucorrea e, applicata sulle ferite, per arrestare le emorragie e nel trattamento dell’ulcera varicosa»105. «Salcerella. Proprietà: astringente, antidiarroica, emostatica, antisettica antibiotica. Indicazioni: enteriti emorragiche o tubercolosi, enterite dei lattanti, dissenteria bacillare, metrorragie. Uso esterno: metriti, leucorree, vaginite, prurito vulvare, ulcere alle gambe, dermatosi, eczemi, intertrigine e impetigine»106. «L’Amamelide (Hamamelis virginiana) viene impiegata come coadiuvante nel trattamento delle diarree acute aspecifiche nei bambini in età scolare e negli adulti. Viene utilizzata sia internamente che per via topica, nelle manifestazioni dell’insufficienza venosa e sintomatologia emorroidaria per la sua azione tonica-astringente, vaso regolatrice e vitamina Psimile. Trova impiego nelle turbe dell’apparato utero-ovarico: dismenorrea e menopausa. Localmente nelle lievi lesioni cutanee, infiammazioni della cute e mucose, flogosi oro-faringee, gengiviti, congiuntivite, patologia venosa… Manifesta un’azione trofica [nutritiva] a livello cutaneo in quanto stimola la formazione dell’epitelio attivando la microcircolazione…»107. «Astringente [tannini 3-8%], antinfiammatoria [flavoni], emostatica, vasocostrittrice… Sembra che l’Amamelide sia in grado di riparare anche gli endoteli dei vasi sottocutanei danneggiati… Utile nel caso di affezioni venose, di diarrea, di infiammazioni intestinali e nelle emorragie interne di varia natura, previene aborti, cura raffreddamenti, febbri, faringiti, gastralgie e dolori mestruali… Uso esterno in caso di ecchimosi, ferite, punture di insetti, mialgie, 102

Jean Valnet, Fitoterapia. Cura delle malattie con le piante, op. cit. Francesco Perugini Billi, op. cit. 104 Enrica Campanini, op. cit. 105 Enrica Campanini, op. cit. 106 Jean Valnet, Fitoterapia. Cura delle malattie con le piante, op. cit. «Intertrigine: dermatosi rappresentata da arrossamento ed essudazione delle regioni delle pieghe cutanee». «Impetigine: infezione contagiosa della pelle caratterizzata da pustole giallastre che si dissecano in croste» (Zingarelli, Dizionario della lingua italiana, Zanichelli Editore) 107 Enrica Campanini, op. cit. 103

48


lombaggini, ustioni, foruncoli, ferite, emorroidi, tumori, cancro dell’utero… previene la formazione delle rughe»108. «Proprietà dell’Alchemilla (Alchemilla vulgaris) : astringente, stomachica, tonica, diuretica, emostatica, decongestionante degli organi (fegato), azione elettiva sull’organismo femminile (preventivo di fibromi), azione sedativa locale e generale; detersiva, cicatrizzante (uso esterno). Indicazioni: regole abbondanti, dismenorree, facilita il parto, anemia, diabete, enterite, diarree, spasmi dello stomaco, meteorismo, congestione epatica, cefalee, affaticamento nervoso, alcune insonnie, reumatismi, arteriosclerosi, obesità, debolezza muscolare dei bambini. Uso esterno: prurito vulvare, piaghe (suppuranti, varicose, cancrenose), ulcere alle gambe, artrite dentaria (gargarismi)»109. «E’ impiegata nelle forme leggere di diarrea, nelle perdite vaginali, nelle infiammazioni della bocca e della gola… antibatterica. L’Alchemilla ha fama di essere molto utile per la donna. Se ne consiglia l’uso quotidiano durante e dopo la gravidanza, nella minaccia di aborto, per facilitare il parto e prevenire le complicazioni emorragiche del dopo parto. In questo caso associare alla Borsa pastore, a all’Achillea… per favorire il concepimento si deve assumere per circa 20 giorni prima di un rapporto. Infine, è anche indicata nei bambini che, nonostante la buona alimentazione, rimangono gracili e hanno una muscolatura debole»110. «Alchemilla Astringente [tannini 6-8%], antinfiammatoria [flavonoidi], antisettica, spasmolitica, cicatrizzante, diuretica e depurativa. Forme diarroiche lievi, colite, dismenorrea, menorragia… Utile nelle forme di colon irritabile. Nel trattamento generale del dolore, dismenorrea, artralgie. Frena le emorragie. Esternamente deterge le ferite, contro il prurito vulvare, leucorrea. Rientra nella classificazione delle erbe progesterone-simile (con Verbena, Salsapariglia…)»111. Si è conclusa questa limitata panoramica di alcune erbe astringenti, dal Catecù all’Alchemilla, con tante altre indicazioni utili e curiose.

108

Francesco Perugini Billi, op. cit. Jean Valnet, Fitoterapia. Cura delle malattie con le piante, op. cit. 110 Francesco Perugini Billi, op. cit. 111 Enrica Campanini, op. cit. 109

49


ADSORBENTI LE TOSSINE e i GAS INTESTINALI CHE DIMINUISCONO MOLTO DEBOLMENTE IL TRANSITO INTESTINALE Argilla e Carbone vegetale Uno sguardo ora agli adsorbenti (adsorbenti e non assorbenti, perché “assorbono i gas”) intestinali più rapidi ed efficaci: l’Argilla e il Carbone vegetale, inclusi nella tavola comparativa, per la loro azione sul transito intestinale, fra gli astringenti intestinali leggerissimi. L’Argilla bianca (Bolus alba) «viene usata per le sue proprietà adsorbenti, come antitossico intestinale nelle forme diarroiche, malattie infettive del tubo gastro-intestinale, intossicazioni alimentari, ecc…»112. «Il Carbone vegetale (Carbo ligni) è usato come assorbente nelle dispepsie flatulenti, nel meteorismo, nelle diarree fetide. La dose è da 1 a 2 cucchiaiate dopo ogni pasto»113. «Proprietà del Carbone vegetale: assorbe i gas intestinali, le tossine microbiche, i vari veleni. Indicazioni: gonfiore del ventre, diarree putride, coliti, intossicazioni (alimentari e altre). Modo di impiego: polvere, da 1 a 20 g al giorno e più, ai pasti. Spesso associato alla Magnesia calcinata per combattere il suo effetto leggermente costipante»114. «Proprietà terapeutiche del Carbone vegetale: disinfettante, adsorbente e antiputrido. Si impiega nella flatulenza, dispepsie con fermentazioni abnormi, gastriche o intestinali, diarree putride, alito fetido. All’esterno nelle ferite e nelle ulcere putride e suppuranti: adoperato perciò un tempo contro la gangrena nosocomiale, associato spesso alla China… E consigliabile nella maggior parte dei casi somministrarlo da solo o con magnesia calcinata, mezz’ora almeno dopo i pasti. A cucchiai, da 1 a 3 g a ciascun pasto, oppure una sola cucchiaiata al mattino»115.

6. Cataplasmi al ventre di terra o argilla I cataplasmi al ventre di terra o argilla vengono praticati freschi per sottrarre calore. È un dato certo che ogni fermentazione e putrefazione sviluppa calore. Mi ricordo che da bambina provai a immergere una mano nel mosto dell’uva in fermentazione: che calore! Il letame, per fare un altro esempio, che è materia organica in putrefazione simile a quella intestinale, se usato fresco come concime, può “bruciare” le radici delle giovani piante e fare più male che bene, a causa del calore che sviluppa! Mentre la flora intestinale “buona” vive bene e si moltiplica alla temperatura fisiologica del corpo umano (36-36,3 °t C: “temperatura basale”)116, i batteri “cattivi” putrefattivi vivono e si moltiplicano meglio ad una temperatura superiore! Anche Lezaeta117 individua proprio una “febbre intestinale” e pone come causa primaria dell’aumento di temperatura a carico dei visceri non la putrefazione batterica in sé, ma la circolazione del sangue “viziata”, la quale causa un aumento di temperatura nell’intestino. Che cosa intende? 112

AA.VV. Medicamenta, op. cit. Alberto Fibi, op. cit. 114 Jean Valnet, Fitoterapia. Cura delle malattie con le piante, op. cit. 115 AA.VV. Medicamenta, op. cit 116 La “temperatura basale” si misura al mattino (come si misura la febbre) prima di scendere dal letto per cominciare la giornata. Se è inferiore ai 36 °t C, vuol dire che il metabolismo è rallentato, di solito si soffre di più il freddo e si preferisce il caldo. Se è superiore ai 36,3 °t C, vuol dire che il metabolismo è accelerato, di solito si soffre di più il caldo e si preferisce il freddo. 117 Manuel Lezaeta Acharan, La Medicina Naturale alla portata di tutti. Edizioni di Medicina Naturale, Conegliano (TV). info@lezaetacostacurta.com 113

50


Il sangue, circolando, distribuisce e disperde anche il calore, prodotto dal “carburante bruciato” continuamente per mantenere il corpo sempre vivente. Lo scambio termico, ovvero la dispersione del calore che si sviluppa, avviene per mezzo della ventilazione polmonare e attraverso la pelle. Ma, se il sangue non viene richia-mato alla superficie del corpo, perché riscaldata eccessivamente, protetta, coperta, lavata con acqua troppo calda, ecc, allora il sangue ristagna all’interno del corpo. In questo modo le viscere accumulano più calore del normale, perché ricevono anche quello che non è stato disperso attraverso la pelle. Si crea così lo “squilibrio termico” a causa di un “vizio” di circolazione. Il calore ristagnando all’interno, ovviamente, “infiamma” le parti e rompe l’equilibrio del sistema di rinnovamento continuo. L’aumento di calore a livello del grosso intestino, infatti, favorisce la proliferazione di batteri “cattivi”, putrefattivi, e quindi un aumento delle tossine da loro prodotte che, passando in circolo nel sangue, producono la tossiemia. L’avvelenamento del sangue causa, con la sua circolazione, l’intossicazione di tutto il corpo, ma prima mette in crisi il fegato e poi il sistema immunitario. Per correggere il “vizio” circolatorio, Lezaeta propone diversi esercizi fra i quali il più ricorrente è quello delle “spugnature fredde” sulla pelle, lasciandola poi asciugare all’aria. Così il fresco richiama sangue alla pelle per essere riscaldata e per essere così mantenuta più… giovane! Di seguito, riporto le figure di Lezaeta relative alla “fregagione o bagno asciugatoio con acqua fredda” (vedi fig. 4), meglio conosciuta come “spugnature fredde”, che consiglio… caldamente! Si può aiutare la circolazione anche finendo la doccia con una “passata” di acqua fresca, bagnando a turno le braccia, poi le gambe, ecc. (come il percorso delle “spugnature”) per poi asciugarsi all’aria. Ecco perché la sauna, debilita invece di aiutare, se non è seguita da una doccia fredda. Lazaeta individua, come noi, l’origine della tossiemia nell’intestino infiammato. La copertina della sua Medicina naturale alla portata di tutti è illustrata con un medico che, attraverso una lente di ingrandimento tenuta in mano, scruta in un occhio e vede delle fiamme che avvolgono gli intestini e salgono fino alla gola di una figura umana un po’ carbonizzata in un’espressione dolorosa. Quando ho visto questa copertina ho pensato: ecco uno dei nostri! Il libro mi è piaciuto tanto, manca però l’uso del clistere. Da Lazaeta ho preso soprattutto il cataplasma di argilla al ventre per tutte le problematiche croniche, (ma anche acute come le febbri comuni) che insieme al clistere, a consigli alimentari e agli integratori per l’intestino, e per il fegato, reni e sistema immunitario, mi hanno dato tante soddisfazioni. Tornando ai cataplasmi, meglio la terra o l’argilla? La terra essendo composta di sabbia grossa, sabbia fine, limo, argilla, sostanza organica e calcare, per la facile circolazione dell’aria fra le sue particelle, sembra essere più indicata dell’argilla per disperdere il calore e asciugandosi si “sbriciola”.

51


Fig. 4: la Fregagione o bagno di asciugatoio con acqua fredda, meglio conosciuta come “spugnature fredde�118

118

Armido Chiomento, Dalla Natura la salute alla portata di tutti, seconda edizione 2009, Soceser Editore, Entratico (BG)

52


L’argilla, invece, è più compatta perché essendo costituita di un idrato colloidale di silicati di alluminio (talora contenente ferro, magnesio, potassio, ecc.) forma con l’acqua un composto plastico, compatto e malleabile, e tale rimane anche asciugandosi. Conosco Medici e Naturopati che, per questi motivi, preferiscono la terra all’argilla, per i cataplasmi al ventre, e hanno successo! Io, come mio padre, ho sempre usato e consigliato invece i cataplasmi di argilla che hanno avuto altrettanto successo! Tuttavia, va detto che non si tratta di un vero cataplasma perché l’argilla, impastata con acqua fresca, non è messa in contatto con la pelle (come invece la terra), ma è contenuta, avvolta da un sottile telo di cotone, come in una tasca. Il “cataplasma” così preparato sottrae calore per scambio termico. Il cataplasma di terra (fango), a diretto contatto con la pelle, invece, sottrae calore per mezzo dell’evapora-zione dell’acqua che compone il fango. Per la preparazione e l’applicazione del cataplasma di terra al ventre, ho preso in prestito, ancora una volta alcune figure dai libri di Armido Chiomento, che ringrazio per la gentile concessione (fig. n. 5). La terra va mescolata con acqua a temperatura ambiente fino ad una consistenza di fango né troppo denso né troppo liquido, ma che permetta di stenderlo bene per uno strato di 3-4 mm. Si mette la terra in un contenitore e si aggiunge acqua via via, impastando con un mestolo fino alla giusta densità. Disporre su di un tavolo o letto un asciugamano spugnoso; sopra a questo sistemare un foglio di carta da forno (poco assorbente); sopra il telo di cotone (o lino), come rappresentato nelle figure. La grandezza del telo varia con le persone, ma indicativamente si può dire 30x20 cm e, comunque, si dovrà estendere da fianco a fianco e dal pube alle costole. Per i cataplasmi di argilla, questo telo deve essere più grande del doppio, perché va ripiegato sull’argilla (si possono usare delle “spille da balia” per fissarlo meglio) e l’acqua deve essere a temperatura ambiente, ma fresca. I cataplasmi si possono applicare in qualunque momento, ma certo che la notte a letto è l’ideale, perché non si perde tempo. Si possono tenere anche tutta la notte: il cataplasma di terra è efficace fino a che la terra si è asciugata, mentre quello di argilla fino a che si è riscaldato. Entrambi i cataplasmi si possono ripetere più volte al giorno (o notte) se si ritiene utile rinfrescare. Può aiutare notare che la Natura ha posto la vescica li dov’è, proprio sugli intestini, per sottrarre calore dalle viscere con l’urina (che a volte esce proprio calda, specialmente quando siamo influenzati o con la febbre)! Volendo, si possono aggiungere un infuso o estratti vegetali all’impasto di argilla o terra e si può usare la Ricotta al posto della terra o argilla. Si possono riutilizzare i cataplasmi? Alcuni affermano che “si caricano di tossine”, altri che si possono rigenerare esponendo la terra o l’argilla al sole per alcuni giorni, ma la materia prima è così comune ed economica… Il cataplasma si applica freddo sul corpo caldo. L’applicazione deve aderire in modo da evitare infiltrazioni d’aria (tra pelle e impasto) che comprometterebbero l’azione calorica. Poco dopo l’applicazione si dovrà avvertire un caldo umido o comunque una sensazione di piacevole benessere. Se la sensazione è spiacevole o di freddo si dovrà togliere e provvedere a scaldare bene il corpo prima di passare ad un’altra applicazione.

53


Fig. 5: preparazione base dei cataplasmi119: 1) cataplasma o impasto, 2) telo bianco di cotone o di lino, c) foglio di carta in grado di assorbire l’eccesso di umidità , 3) coperta di lana o di tessuto spugnoso.

119

Armido Chiomento, Terapie Naturali, Terra e Argilla, Edizioni di Medicina Naturale di Bacchinetty Fanny & C., Conegliano (Treviso)

54


Fig. 6: Applicazioni del cataplasma sul ventre in posizione eretta120

120

Armido Chiomento, Terapie Naturali, Terra e Argilla, op. cit.

55


Fig. 7: Applicazione del cataplasma sul ventre a letto121

121

Armido Chiomento, Terapie Naturali, Terra e Argilla, op. cit.

56


7. I fermenti lattici, combattono la putrefazione intestinale Questo scritto è stato totalmente estratto dal “Medicamenta” IVª Edizione (Cooperativa Farmaceutica Milano) del 1933, per far rilevare che già a quel tempo i Medici avevano individuato con certezza lo squilibrio del grosso intestino come unica causa per tanti disturbi! Questi concetti sono stati riportati anche nella VIª Edizione del “Medicamenta” del 1964.

1933 «Numerosi procedimenti sono stati proposti nel tempo, empiricamente e razionalmente, per combattere le fermentazioni e le auto-intossicazioni e di conseguenza le alterazioni della flora batterica intestinale che, lo si ripete, hanno parte determinante nella patogenesi dei fenomeni morbosi, propri dell’intossicazione stessa. I mezzi in uso sono di due specie, meccanici e chimici. Al primo gruppo appartengono i purganti che puliscono l’intestino e lo sbarazzano provvisoriamente di una parte dei suoi ospiti. Le purghe “saline” agiscono per esosmosi e provocano un lavaggio più completo dei “drastici” (cioè piante che regolano il transito intestinale), ma poche persone sono disposte a bere il “sale inglese” per la quantità necessaria allo scopo e per il sapore sgradevole (salato-amaro). Questo mezzo tuttavia non è sufficiente, poiché la flora intestinale pullula e si rinnova così abbondantemente che si è obbligati ad agire contro di essa in maniera permanente ed energica, il che si pensò un tempo di poterlo fare ricorrendo all’ingestione di sostanze chimiche dotate di potere antisettico. La lista degli antisettici gastro-intestinali, messi in uso dopo la scoperta della funzione patogena dei batteri ospiti del tubo digerente è lunghissima; così salolo, benzo-naftolo, resorcina, ecc., sono stati volta a volta preconizzati. Il loro impiego presentava dei gravi inconvenienti specialmente quello di provocare intossicazioni medicamentose, perché la maggior parte di essi si decompongono in fenolo e derivati di questo. A ragione, dunque, il loro uso è stato limitato. Di più sembra stabilito che le dosi che si possono impiegare in terapeutica non svolgono che un’azione molto limitata sulle fermentazioni. Non vi è che un solo composto organico che realizza una buona antisepsi intestinale: l’acido lattico. La difficoltà di somministrare questa sostanza è una sola: quella di portarlo a contatto con il colon. Infatti, se preso a dosi deboli viene assorbito e si combina con gli alcali del sangue per essere “bruciato” come gli altri acidi organici. Da qui la necessità di fare ingerire ai malati non l’acido lattico in natura, ma delle “sostanze” che attraversino senza alterarsi, la cavità gastrica e che producano poi acido lattico nel grosso intestino. Queste “sostanze” debbono essere perciò dei fermenti che producono l’acido lattico e lo eliminano allo stato nascente. Il latte può subire, in opportune condizioni, una fermentazione che lo trasforma in acido lattico. Questa trasformazione avviene per l’azione di determinati microrganismi, chiamati microbi della fermentazione lattica o “fermenti lattici”, i quali agiscono sul lattosio (lo zucchero del latte) per trasformarlo in acido lattico. Ne risulta che la fermentazione lattica è uno dei migliori mezzi per arrestare la putrefazione intestinale [dopo aver “lavato” e “rinfrescato” l’intestino crasso]. Il dottor Metchnikoff ha fatto risaltare i numerosi servizi che i fermenti lattici rendono nell’alimentazione umana e nell’alimentazione del bestiame, poiché essi impediscono la putrefazione dei vegetali nell’intestino.

57


Questa azione dei fermenti lattici interviene per impedire la putrefazione nel tubo digestivo, com’è facile constatare perché essa rende inodori le feci. Le esperienze del dottor Herter di New York sono decisive perché ricercò nelle urine gli etero-solfo-coniugati, testimoni indiscutibili della putrefazione intestinale e constatò che il Colibacillo e il Bacillo proteo aumentavano considerevolmente le putrefazioni nell’intestino; al contrario i Bacilli lattei, produttori della fermentazione lattica e perciò di acido lattico allo stato nascente, le diminuivano notevolmente. Dal canto suo il professore Cohendy si sottopose all’ingestione quotidiana di colture di microbi lattici per 74 giorni e constatò una diminuzione apprezzabile della putrefazione intestinale, diminuzione che persisté per 7 settimane dopo la sospensione del trattamento. Gli stessi risultati furono ottenuti dai dottori Pochon a Losanna e dal professor Combe. Circa il meccanismo di questa azione antiputrida Metchnikoff riteneva che: la putrefazione non si può stabilire che in ambiente alcalino; ora, i fermenti lattici acidificano l’ambiente ove vivono, donde l’arresto della putrefazione. È dunque per l’acidità permanente nell’intestino crasso che si realizzerà il minimo di fermentazioni. «Esiste in natura un fermento lattico speciale il bacillo bulgaro [Lactobacillus bulgaricus], il quale non solamente ha proprietà acidogena, ma possiede anche una proprietà antisettica particolare, dovuta ai suoi prodotti di secrezione». Belonowski dimostrò che il Bacillo bulgaro secerne un prodotto speciale antiputrido che sopravvive alla morte del bacillo. La preparazione studiata dal Metchinkoff col nome di Lattobacillina, è appunto costituita da colture di bacillo bulgaro. Da tutti questi dati, la conclusione che si deve tirare è che il miglior trattamento nella putrefazione intestinale e nelle intossicazioni in generale sarà l’ingestione dei Bacilli lattici accuratamente selezionati i quali assicureranno l’antisepsi intestinale per mezzo: 1. dell’acido lattico che producono; 2. per la loro proprietà antiputrida, speciale per alcuni di essi (il Bacillo bulgaro, per esempio); 3. per la lunga durata di questa azione che si manifesta ancora alcune settimane dopo l’ultima somministrazione dei Bacilli. L’ingestione di questi Bacilli è assolutamente innocua, né potrebbe essere altrimenti essendo questi Bacilli sprovvisti di qualsiasi azione patogena. Essi attraversano lo stomaco senza lasciarsi influenzare dal succo dello stomaco, arrivano viventi nell’intestino, dove proliferano subito, a condizione però che sia loro fornito l’alimento necessario, cioè gli zuccheri. Rapidamente l’acido lattico si produce, trasformando l’ambiente da alcalino in acido, il che, come si è detto, è nefasto ai microbi della putrefazione. Il controllo è facile, poiché le urine, dopo questo trattamento, presentano una diminuzione degli eteri-solfo-coniugati e perfino la scomparsa dell’indacasano, prodotti della putrefazione (Combe). Questa opinione è stata, da molto tempo, ampiamente condivisa dai professori Brunon e Gherbet, i quali, dopo aver stabilito il coefficiente delle fermentazioni intestinali, secondo la quantità degli solfo-eteri presenti nelle urine, conclusero: Il regime ha un influenza netta sul coefficiente; il regime vegetariano o latteo, associati all’assorbimento dei fermenti lattici, l’abbassano. Un miglioramento clinico è stato sempre constatato in questi casi. La ricerca del coefficiente delle fermentazioni intestinali è un procedimento clinico assai semplice; esso è suscettibile di dare al medico delle indicazioni pratiche utili alla diagnosi, al pronostico e al trattamento dietetico. Fra i microrganismi che producono acido lattico, oltre ai batteri del gruppo B.bulgaricus, vanno presi in considerazione gli Streptococchi [e inoltre i Bifidobatteri e gli altri Lattobacilli lattici] i quali, non diversamente da quanto si ammette dai più per il Bacillo bulgaro, possono attraversare il tubo digerente umano senza perdere né la moltiplicabilità né l’azione fermentativa sul lattosio (Carugati, Fagioli). È controverso se sia meglio usare, per la batterioterapia lattica, i Lattobacilli o i Cocchi e mentre alcuni danno preferenza ai primi perché

58


in vitro riescono a produrre una più elevata acidità lattica senza essere danneggiati, altri (Carbone) consigliano l’impiego terapeutico dei Cocchi lattici in considerazione del fatto che essi non imprimono sapore sgradevole al mezzo liquido nel quale vengono inseriti (latte, brodo) e possono trasformare in acido lattico notevoli quantità di lattosio; pare infine che si prestino meglio dei Bacilli alla preparazione dei prodotti secchi veramente durevoli. Si comprende come la batterioterapia lattica è particolarmente indicata in tutti i casi di disturbi gastro-intestinali di origine autotossica e soprattutto nelle diverse forme di gastroenteriti, catarro intestinale, diarrea, ingorghi biliari, stitichezza atonica o spastica e nelle diverse manifestazioni morbose che vi si collegano (foruncolosi, orticaria, acne, eritemi, eczemi, ecc.). La sua applicazione, comprovata da tempo dalle esperienze in laboratorio e cliniche, è da raccomandarsi in tutte le malattie infettive, poiché nel corso di esse i germi normalmente contenuti nell’intestino esaltano, in generale, la loro virulenza e possano più facilmente dar luogo a fermentazioni abnormi. Non solo è stata dimostrata l’efficacia dei fermenti lattici per combattere la presenza del bacillo del tifo e del colera nei portatori sani o convalescenti di queste malattie, ma anche nelle infezioni bronco-polmonari quasi sempre complicate da affezioni gastro-intestinali e in quasi tutte le infezioni locali, le quali si connettono alla presenza di germi specifici nelle vie digerenti. Certo e in ogni caso, combattendo le intossicazioni provenienti dal tubo digerente, che sono assai più facili a verificarsi in tutti i processi febbrili infettivi per l’alterata funzione digestiva, si ottengono effetti benefici veramente straordinari sull’andamento della malattia specifica. È anche da notarsi che il latte acido (yogurt) preparato convenientemente è un alimento digeribilissimo durante i processi febbrili di qualsiasi natura e può quindi entrare a far parte della razione dietetica dell’ammalato come correttivo e completamento degli altri alimenti (sarebbe auspicabile anche negli ospedali e ospizi). Una delle applicazioni più utili dei fermenti lattici riguarda l’arteriosclerosi e i disturbi della senilità precoce, in gran parte prodotti o favoriti dalle intossicazioni intestinali. In questi casi si rende necessaria una alimentazione ipotensiva e l’uso del latte acido (yogurt) combinato al regime vegetariano è specialmente indicato. Per quanto i fermenti lattici siano di per sé innocui non è detto che si debba utilizzarli senza criterio, soprattutto quando esistono gravi alterazioni patologiche del tubo digestivo o di altri organi la cui funzionalità è connessa a quella delle vie digestive. In questi casi la cura deve essere regolata e sorvegliata dal medico. Ma anche in casi ordinari di semplici disturbi dell’apparato digerente è bene di incominciare per gradi e di non ingerire dosi massive di fermenti fin dai primi giorni. Ciò può occasionare dolori colici, flatulenza e qualche volta diarrea che induce ad abbandonare la cura come dannosa, mentre invece gli inconvenienti dipendono dal modo irrazionale con cui essa fu applicata. Innanzitutto bisogna sempre effettuare una pulizia del colon ottimale, prima di procedere con la “ricolonizzazione”. Inutile è l’assunzione dei fermenti lattici, se prima, il terreno non è stato “bonificato” e reso idoneo per la loro sopravvivenza e moltiplicazione. Anche la ricolonizzazione da parte di questi batteri può generare disbiosi, se l’intervento non è adeguato nelle quantità, nei modi e nei tempi. Inoltre bisogna ricordare, che i batteri probiotici, formano colonie permanenti che durano 30-40 giorni, per cui è inutile l’assunzione continua di fermenti. Dopo una assunzione quotidiana di fermenti per alcune settimane, è meglio scalare gradualmente l’assunzione, fino ad una somministrazione bisettimanale. Questo tipo di ciclo andrebbe ripetuto 2-3 volte l’anno. Oltre a questo bisogna tener presente che esistono condizioni individuali non ancora definite che rendono variabilissimi gli effetti della cura lattica e ciò anche in rapporto ai diversi caratteri peculiari di razza dei vari fermenti: perciò il medico dovrà sostituire l’una all’altra le diverse preparazioni, quando non si ottiene l’effetto desiderato da quella che teoricamente sembra la migliore e più adatta. Mai come in questo caso è giusto attenersi all’adagio provare e riprovare.

59


Da lungo tempo è conosciuta la cura del latte cagliato. Il Kefir e il Kumis sono stati impiegati in terapeutica, ma presentano entrambi il grave inconveniente di aver subito, oltre alla fermentazione acida, una fermentazione alcoolica, tuttavia il Kefir e il Kumis hanno anch’essi dato buoni risultati. Metchnikoff cita il caso di un medico italiano, il Rovighi, il quale bevendo quotidianamente un litro e mezzo di Kefir constatò nella sua urina le modificazioni che sono state indicate, quale segno della scomparsa delle fermentazioni. Il latte cagliato bulgaro o yoghourt è al contrario un medicamento-alimento di primo ordine. Il dottor Combe non esitava in proposito di proclamare che: nell’intossicazione intestinale, lo yoghourt è un alimento anti-putrido dei più preziosi. Nell’enterite sierosa diarroica dà risultati rimarchevoli»122. Test per valutare la crescita batterica intestinale C’è un test che si può fare a casa propria, per valutare attraverso le urine la tossiemia intestinale (e la crescita di batteri), con la ricerca dell’indacano, una delle sostanze che più comunemente formano i batteri putrefattivi intestinali. «Metodo: versare 5 ml di urina fresca in una provetta aggiungere 5 ml di reagente di Obermeyer mescolare aggiungere 2 ml di cloroformio, tappare e capovolgere numerose volte far depositare il cloroformio e osservare i risultati si valutano in base al colore presente sullo strato di cloroformio. Risultati: colore delle urine: 0 (normale) blu chiaro: + 1 blu: + 2 violetto: + 3 nero: + 4 Reagenti reagente di Obermeyer. Sciogliere 0,8 g di ferro cloruro in 100 ml di acido cloridrico (HCl) concentrato. Attenzione è caustico cloroformio: attenzione è volatile, mantenerlo ben chiuso»123.

1964 «L’uso terapeutico dei fermenti lattici ha antiche radici nella storia della medicina. Esso deriva da osservazioni sui favorevoli effetti del latte acido largamente usato nelle popolazioni dell’Oriente per la prevenzione e la cura di malattie intestinali e in generale. In seguito alla scoperta di Pasteur del meccanismo della fermentazione lattica (1862), le osservazioni di Escherich poco più di vent’anni dopo posero le basi della concezione terapeutica dell’antagonismo batterico. Escherich [1885!] dimostrò che la colonizzazione dei Lattobatteri nell’intestino riduce la putrefazione e dalla sua scoperta derivò l’idea della possibilità di sfruttare

122 123

AA.VV. Medicamenta IV ed. 1933. Joseph E. Pizzorno jr, Michael T. Murray, Trattato di Medicina Naturale, Red Edizioni

60


a scopo terapeutico l’antagonismo nell’ambiente intestinale fra fermentazioni acide e putrefazioni alcaline. La teoria di Metchnikoff prima accennata, ha fornito un’ulteriore fondamento sull’impiego terapeutico dei Lattobatteri, i quali vennero introdotti in terapie con indicazioni curative varie. Il successo ne fece moltiplicare il numero, ma l’impiego di stipiti non selezionati ne fece decadere questa modalità di terapia. Già da tempo però, le preparazioni a base di Lattobacilli sono selezionate e sicure e quindi hanno ripreso il successo iniziale perché l’introduzione in terapia degli antibiotici, specialmente quelli ad ampio spettro e a somministrazione orale, ha creato nuovi problemi terapeutici collegati alla distruzione senza distinzione di genere, della flora batterica “commensale” dell’organismo [non solo quella patogena ma anche quella intestinale]. Questa distruzione comporta la necessità di ricorrere ad una flora intestinale sostitutiva, per la quale sono stati scelti i fermenti lattici semplici o antibiotico-resistenti [come il Saccharomyces boulardi]. La ormai classica indicazione dei fermenti lattici nelle sindromi dispeptiche digestive caratterizzate da un quadro coprologico (delle feci) putrefattivo viene così estesa alla particolare sindrome susseguente alla somministrazione di antibiotici definita “dismicrobismo da antibiotici”; ciò allo scopo di ristabilire l’equilibrio tra flora putrefattiva e fermentativa acidofila, che gli antibiotici alterano favorendo la prima sulla seconda, con conseguente abnorme formazione di molteplici sostanze tossiche dalle proteine. Fin dagli anni ’50 si è osservato che gli antibiotici influenzano sfavorevol-mente la flora intestinale, sia perché promuovono la costituzione di una flora selezionata di batteri resistenti agli antibiotici, sia determinando la scomparsa di specie microbiche antibiotico sensibili dotate di grande attività nel produrre vitamine e altre sostanze necessarie alla salute del sistema immunitario, nutritive ed energetiche (butirrati) per le cellule del colon. Ne deriva una brusca diminuzione delle vitamine del gruppo B e in particolare della B2 (riboflavina), per cui non si moltiplicano o addirittura scompaiono quelle specie microbiche enteriche le quali, anche se antibiotico-resistenti, sono sensibilissime alle carenze vitaminiche. Ad aumentare l’insorgenza del deficit vitaminico si aggiunge anche lo sviluppo abnorme di altri ceppi microbici, soprattutto le Monilie, forti consumatrici di vitamine del gruppo B. Lo squilibrio della flora batterica intestinale e la successiva avitaminosi che si instaura creano lesioni distrofico-carenziali nelle mucose digestive. La patologia più frequente è un assorbimento difettoso a livello dei villi intestinali, causato da alterazioni morfologiche e funzionali della mucosa (soprattutto deficienza dei processi di fosforilazione secondaria a disvitaminosi del complesso B), unitamente alla compromissione generale della funzione intestinale. L’azione dei fermenti lattici con il loro apporto di Vitamine B, soprattutto B2, può fornire un mezzo utile nel trattamento del dismicrobismo intestinale. Le vitamine del gruppo B stimolano, inoltre, la produzione dei Lattobacilli acidofili favorendo quindi la prevalenza della flora acidogena su quella alcalina. L’altro possibile meccanismo dei fermenti lattici è l’azione antagonista verso le altre specie batteriche ad habitat prevalentemente intestinale. Weinert e Belonowski avevano considerato, ad esempio, il Lactobacillus bulgaricus antagonista dell’Escherichia coli; Cannata e Mitra ritenevano che tale lattobacillo doveva essere in grado di far sparire dall’intestino, l’Eberthella typhi e le Salmonelle paratyphi A e B. Molto probabilmente tale azione dei fermenti lattici è da ricondurre alle modificazioni dell’acidificazione dell’ambiente (ad opera dell’acido lattico, come si è detto) e dell’apporto di vitamina B2 (riboflavina), che costituisce un fattore di crescita per la flora acidofila (oltre ad altri eventuali fattori di crescita non ancora identificati). Tuttavia, aspettando il responso chiarificatore sull’azione del complesso meccanismo di antagonismo batterico dei fermenti lattici, possiamo comunque trarne grandi vantaggi.

61


Oltre allo yogurt molte preparazioni di fermenti lattici si trovano in commercio sotto forma di pastiglie, capsule o in polvere, che si consiglia di prendere prima o dopo i pasti, facendo seguire una bevanda zuccherina, fibre insolubili, lattosio o altro, a seconda dei gusti e delle necessità personali. In questo modo i fermenti ingeriti insieme alla soluzione di zucchero trovano poi nel tubo intestinale le condizioni più opportune di sviluppo e di moltiplicazione fino a prendere il sopravvento sui batteri nocivi della putrefazione presenti nelle feci raccolte specialmente nell’intestino crasso o colon. È consigliabile anche la preparazione a domicilio della coltura dei fermenti nel latte, cioè la preparazione del latte acido o yogurt con i fermenti selezionati». «In questo modo - conclude sia il Medicamenta del 1933 che quello del 1964 - si può essere sicuri di introdurre la massima quantità di batteri lattici nella loro piena attività e nelle condizioni più adatte per attecchire nell’ambiente intestinale. Il latte così preparato può avere il sapore più o meno acidulo a seconda del genere e specie di fermenti utilizzati, o perché non è ancora decisivo il predominio di acido lattico nella coltura. In generale può bastare una tazza di latte acido al giorno, presa come complemento del pasto della sera, della capacità delle solite tazze da tè. Corretto con zucchero abbondante o con l’aggiunta di marmellate di frutta e biscotti, è un eccellente piatto dolce alimentare di fine tavola».

2001 «La crescita eccessiva dei batteri dannosi nei vari segmenti dell’intestino è oggi considerata una delle cause principali, sebbene raramente riconosciuta, dei disturbi cronici, non soltanto a carico dell’intestino, ma anche di altri apparati organici. Nonostante sia molto diffusa, tale crescita batterica spesso non viene presa nella dovuta considerazione perché i sintomi cui dà luogo si confondono con quelli di altri disturbi»124. Le disbiosi e disfunzioni intestinali sono comuni essendo queste influenzate da situazioni comuni a tutti noi, come: disturbi digestivi diete povere di fibre antibiotici

DISTURBI DIGESTIVI La parte superiore (vicina allo stomaco) del nostro intestino tenue normalmente deve essere quasi privo di batteri. Se questi si moltiplicano è per un eccesso di carboidrati, che fermentati producono gas. Può avvenire anche la putrefazione delle proteine in eccesso, dalle quali si formano delle amine vasoattive. Queste provocano costrizione o rilassamento dei vasi sanguigni e, soprattutto, determinano una maggiore permeabilità intestinale, dolore e distensione addominale e alterazione della motilità intestinale. I sintomi della crescita batterica eccessiva nell’intestino tenue sono, indigestione e continuo senso di sazietà, gli stessi che vengono indicati per l’ipocloridria (scarsa produzione di acido cloridrico, nello stomaco) e per l’insufficienza di enzimi pancreatici che, come vedremo, ne sono le cause principali. Se l’acido cloridrico (HCL), infatti, fosse abbondante, arrivando nell’intestino tenue farebbe una bella disinfestazione di batteri, così come fanno gli enzimi pancreatici attivi.

124

Joseph E. Pizzorno jr, Michael T. Murray, op. cit.

62


I sintomi dell’eccessiva crescita batterica nell’intestino tenue possono includere anche nausea, diarrea e anche artriti. Tutti i pazienti che soffrono di artrite reumatoide presentano una eccessiva crescita batterica intestinale! Per prevenire l’eccesso di crescita batterica la nostra “macchina” dispone di: enzimi digestivi secrezioni epatiche peristalsi intestinale fibre alimentari fattori immunologici (IgA). L’acido cloridrico (HCl), la bile, gli enzimi digestivi prevengono il transito di diversi batteri, ma i pasti troppo ricchi di carboidrati (e zucchero), una scarsa funzione del sistema immunitario, le allergie alimentari e soprattutto lo stress e gli altri fattori che fanno diminuire l’IgA (Immunoglobulina A)secretoria intestinale, contribuiscono alla crescita batterica. Anche un malfunzionamento della valvola ileo-cecale può determinare una colonizzazione di batteri che dal colon migrano nel tenue. L’indebolimento di tale valvola è spesso causata da costipazione cronica o da uno sforzo eccessivo durante la defecazione. A volte tale valvola rimane, invece, semplicemente bloccata ed è sufficiente un massaggio (o automassaggio) da distesi, nella zona pelvica, nella direzione spalla sinistra – inguine destro (diagonale). Gli enzimi digestivi e le erbe come il Crespino ricche di berberina, possono inibire la crescita batterica nell’intestino tenue. La berberina, oltre ad esercitare un’attività antibiotica ad ampio spettro e una attività contro Candida albicans, inibisce anche la conversione delle proteine in amine vaso-attive! Gli enzimi digestivi, oltre a favorire la digestione, mantengono l’intestino libero da batteri, batteri patogeni, lieviti (funghi), protozoi ed elminti! La digestione dei cibi che vengono ingeriti è necessaria perché vengano assimilati. Così anche cibi ricchi e di qualità sono inutili a mantenere l’energia, la salute e la longevità, se non vengono digeriti. Al contrario cibi poveri se completamente digeriti e assimilati sono un vero tonico! Inoltre, i cibi che non sono stati digeriti, cioè completamente “smontati” nei loro “pezzi” costituenti dagli enzimi digestivi, provocano diversi disordini, che possono diventare cronici, e che si riassumono in: mal digestione malassorbimento anomalie della flora intestinale. L’origine più comune della mal digestione è la carenza nella produzione di HCl (acido cloridrico) da parte dello stomaco. Quando manca l’acido cloridrico non si innescano gli enzimi digestivi e gastrici e i batteri (normalmente uccisi dall’acido) hanno via libera verso l’intestino tenue. Più rara la mancata produzione di enzimi digestivi gastrici, inoltre a una loro carenza sopperiscono gli enzimi digestivi pancreatici, in grado anch’essi di digerire tutti gli alimenti (carboidrati, grassi e proteine) ma necessitano della bile, ovvero di un ambiente non-acido (alcalino), per funzionare. «La secrezione acida (HCl) si riduce con l’età e una ridotta acidità gastrica è presente in più del 50% dei pazienti con più di 60 anni»125. I sintomi di una carente produzione di acido cloridrico (HCl) da parte dello stomaco sono: senso di pienezza dopo il pasto indigestione diarrea 125

Joseph E. Pizzorno, Michael T. Murray, op. cit

63


unghie deboli, fissurate o desquamate acne post-adolescenziale carenza di ferro, anemia presenza di cibo non digerito nelle feci flatulenza (gas) subito dopo i pasti. L’ipocloridria (ridotta produzione di HCl) può essere trattata con Betaina HCl (cioè Betaina cloridrato). Questa, trova in commercio sia in capsule che in forma liquida. Quest’ultima è forse più comoda perché la dose è “individuale”: va trovata cominciando con una dose minima, presa con acqua vicino a ogni pasto, aumentando pian piano ogni volta la quantità, finché si sente un leggero calore allo stomaco. Questa sensazione di calore dice che la quantità è troppa. La volta successiva va diminuita. Altri sintomi della maldigestione sono legati, invece, a carenza nella produzione di bile: nausea eruttazioni necessità di bere acqua gasata o bibite gasate, soprattutto ai pasti flatulenza (gas) lontano dai pasti sensazione di bruciare all’epigastrio e al retrobocca reflusso gastro-esofageo ernia iatale feci che galleggiano stipsi. Come l’insufficienza di HCl, enzimi gastrici e bile, si può presentare una carenza nella produzione di enzimi pancreatici. Questa insufficienza può essere trattata con pancreas di maiale o manzo (essiccato sottovuoto e in pastiglie) oppure con enzimi digestivi derivati dal fungo Aspergillus oryzae, molto più efficaci di quelli di origine animale, come vedremo. «Molti enzimi derivati dall’Aspergillus oryzae e dalle specie affini restano altamente stabili e attivi in un intervallo di pH insolitamente ampio. Queste proprietà li distinguono da enzimi animali come la pancreatina, la pepsina, la tripsina, la chimotripsina, la lipasi pancreatica e l’amilasi pancreatica, che richiedono valori di pH spesso diversi da quelle degli individui con problemi di salute. Per esempio, la pepsina è attiva solo con pH inferiori a 4,5 mentre la pancreatina svolge la sua attività digestiva solo in un mezzo alcalino. Al contrario, alcune preparazioni di enzimi di A. oryzae sono stabili e attivi per valori di pH che vanno da 2 a 12 [sono attivi sia in ambiente acido come lo stomaco, sia in ambiente alcalino come l’intestino tenue]... Un preparato di lipasi di Aspergillus oryzae – ad esempio – resiste all’inattivazione da parte degli acidi gastrici ed è attivo enzimaticamente da valori di pH da 2 a 10. Inizia dunque a digerire i grassi alimentari già nello stomaco e prosegue nell’intestino tenue. È idrosolubile, termostabile, atossico e privo di alcuni dei possibili inconvenienti della terapia sostitutiva con pancreatina [animale]»126. L’efficacia della lipasi acido stabile è stata confermata in vari studi umani e animali nel trattamento del malassorbimento e della steatorrea dovuta a insufficienza pancreatica. Le cause più comuni dell’insufficienza pancreatica nella produzione di enzimi digestivi sono la pancreatite e la fibrosi cistica. La steatorrea si riconosce dal fatto che le feci galleggiano e questo succede perché contengono grassi non digeriti e quindi non assimilati. Non è certo un vantaggio per la linea, come si potrebbe pensare, perché la mancata digestione dei grassi causa perdita di peso, ma

126

Joseph E. Pizzorno jr, Michael T. Murray, op. cit.

64


anche malnutrizione e difficoltà sociali. Con i grassi saturi, infatti, non vengono assimilati anche le vitamine liposolubili e i grassi insaturi, essenziali per l’organismo che non li può produrre. La beta galattosidasi è conosciuta col nome di lattasi. «La lattasi ricavata da A. oryzae, assunta per via orale al momento in cui si ingerisce il latte, è efficace contro la mal digestione e l’intolleranza al lattosio. Inoltre questo enzima agevola la digestione in vivo dello zucchero del latte (lattosio) anche negli individui sani… è noto che il latte preidrolizzato in vivo, mediante incubazione con lattasi, a bassa temperatura [aggiungendo la lattasi al latte nel frigorifero, lo si trasforma “ad alta digeribilità”] non causa l’intolleranza negli individui sensibili. Altri studi hanno riguardato la proteasi, un enzima proteolitico [che digerisce le proteine] ricavato sempre da A. oryzae, «hanno confermato l’efficacia nella terapia dell’occlusione o dell’ostruzione cronica delle arterie degli esseri umani, anche con gravi malattie e ischemie»127. Per effetto di una digestione inadeguata delle proteine, si formano una grande quantità di antigeni128 che entrano in circolazione nel sangue, e possono scatenare allergie alimentari. «Digerendo le proteine degli alimenti, gli enzimi fungini [da A. oryzae] somministrati oralmente ai pasti riducono la quantità di molecole di antigene che rischiano di entrare in circolazione. Inoltre gli enzimi somministrati per via orale e assorbiti a loro volta intatti possono aiutare a digerire le proteine alimentari antigeniche che incontrano nel sangue»129. Altri enzimi digestivi, in particolare l’amilasi, potrebbero debellare la malattia celiaca, cioè l’intolleranza al glutine e le intolleranze alimentari in generale. «E’ noto fin dagli anni 50 che il glutine presente nel frumento, nell’avena e in altri cereali è alla base delle lesioni intestinali che si producono nella malattia celiaca e che la fonte della tossicità è la frazione del glutine costituita dalla gliadina. Negli anni 70 gli studi di frazionamento sono riusciti a identificare i componenti della gliadina responsabili delle lesioni. La fonte della tossicità gastrointestinale dalla gliadina nei pazienti celiaci è la componente carboidratica, composta in prevalenza di glucosio, xilosio e arabinosio, e non, come si sospettava in precedenza, la frazione proteica. In vitro le amilasi delle varie specie di Aspergillus sono efficaci nel trattamento della malattia poiché tagliano enzimaticamente la porzione carboidratica tossica della gliadina. Le preparazioni di amilasi fungine rendono i cereali come il frumento e l’avena sostanzialmente innocui per gli individui affetti dall’enteropatia del glutine»130. A questo punto, vanno citate tutte le proprietà degli enzimi digestivi: «Studi controllati in vitro e in vivo hanno preso in esame l’efficacia di questi enzimi in un’ampia serie di condizioni tra cui: cattiva digestione insufficienza pancreatica steatorrea morbo celiaco intolleranza al lattosio ostruzione arteriosa trombosi Contrariamente a teorie lungamente accettate secondo cui la mucosa intestinale intatta sarebbe una barriera impermeabile per le proteine e i grossi polipeptidi, ci sono oggi le prove inconfutabili che le macromolecole possono passare intatte dall’intestino umano nella 127

Ibidem . Gli antigeni sono composti che inducono una risposta immunitaria. I criteri per definire un antigene sono: deve essere identificato come estraneo; deve avere un peso molecolare abbastanza grande (macromolecole) per essere identificato dal sistema immunitario; deve avere una complessità chimica sufficiente da indurre una reazione (come vedremo più ampiamente al Sistema Immunitario. 129 Ibidem. 130 Ibidem. 128

65


circolazione sanguigna in condizioni normali e lo fanno… e questo può aiutare e spiegare efficacia della terapia enzimatica nella gestione nutrizionale di numerose condizioni, oltre al malassorbimento: malattie vascolari difficoltà digestive allergie alimentari flogosi intestinali(infiammazione) disfunzioni immunitarie affezioni infiammatorie Diversi studi hanno mostrato che enzimi quali la tripsina e la chimotripsina, quando vengono somministrati per via orale sono assorbiti intatti nel sangue in forma attiva e trasportati dalla circolazione sanguigna, vengono captati dalle cellule pancreatiche e secreti di nuovo nell’intestino, insieme agli enzimi di nuova sintesi! Questa circolazione entero-pancreatica degli enzimi proteolitici è analoga al riciclaggio dei sali biliari da parte del fegato. Di ulteriore interesse è la possibilità di integratori alimentari di questi enzimi che possono permettere all’organismo di risparmiare i propri e forse aiutare la rigenerazione degli organi.

DIETE POVERE DI FIBRE Il nostro tubo gastro-intestinale è in grado di digerire sia la carne sia i vegetali, ma funziona meglio con i vegetali. È provato come l’alimentazione animale sia «il principale fattore di sviluppi di: cardiopatie, cancro, ictus, artrite e altre malattie croniche degenerative»131. Già all’inizio del 900 il dr. Weston A. Price, scrisse Nutrition and physical degeneration (Nutrizione e degenerazione fisica) dove documentò con grande accuratezza la comparsa delle malattie degenerative provocate dalla crescente occidentalizzazione della dieta. «Una dieta povera di fibre alimentari è associata a: obesità, gotta, diabete, calcoli renali, calcoli biliari, ipertensione, malattie cerebrovascolari, ischemia cardiaca, vene varicose, trombosi venosa profonda, embolia polmonare, costipazione, appendicite, diverticolite, diverticolosi, emorroidi, cancro al colon, sindrome dell’intestino irritabile, colite ulcerosa, malattia di Crhon, carie dentale, disturbi autoimmuni, anemia perniciosa, sclerosi multipla, tireotossicosi, condizioni dermatologiche»132. Le fibre alimentari sono: - cellulosa (crusca di grano) Cellulosiche - lignine (parte legnosa della pianta)

Non cellulosiche

131 132

- emicellulosa (crusca di avena) - gomme (gomma arabica e karaya) - mucillaggini (guar, psillio, legumi) - pectine (scorza degli agrumi, mela) - polisaccaridi algali (Agar, Algina e carragenina)

Joseph E. Pizzorno jr, Michael T. Murray, op. cit. Joseph E. Pizzorno jr, Michael T. Murray, op. cit.

66


Quando si usano fibre vegetali bisogna cominciare con dosi piccole, 1-2 g prima dei pasti e prima di coricarsi, bisogna poi gradualmente aumentare fino a 5 g. Questo perché la fermentazione delle fibre idrosolubili può produrre, all’inizio, gas, maggiore flatulenza e disagio all’addome. Una grande quantità di fibre può causare un malassorbimento dei minerali (soprattutto la crusca di frumento).

Fibre cellulosiche La fibra alimentare più nota è la cellulosa. Questa è indigeribile per il nostro organismo, e viene parzialmente degradata dalla microflora intestinale. Si tratta di un processo anaerobico (fermentazione) che avviene nel colon. In questo modo circa la metà della cellulosa viene “digerita” per costituire una fonte importante per la produzione degli acidi grassi a catena corta (come i butirrati).

Fibre non cellulosiche Tutte le fibre non cellulasiche (gelatinose) inibiscono l’assorbimento intestinale dei metalli pesanti. Le emicellulose sono fibre alimentari e costituiscono una delle fonti più importanti per gli acidi grassi a catena corta (come i butirrati). La produzione di butirrati è responsabile delle proprietà anti-cancro delle fibre alimentari. Le pectine sono contenute nella buccia o nella scorza di frutta e verdura (la buccia di Arancia contiene il 30% di pectina, la Mela 15%, la Cipolla 12%...). Abbassa il colesterolo (ne diminuisce l’assorbimento intestinale). Le gomme vegetali sono addensanti, emollienti e leggermente lassative. Le mucillagini sono delle emicellulose, separate solo per motivi di classificazione. La gomma guar (presente in molte leguminose) e la mucillaggine più studiata. Viene estratte da una pianta coltivata in India come foraggio (Cyanopses tetragonolobus) e viene utilizzata in svariati settori industriale: calibratura della carta, gelati, zuppe, dentifrici, formaggi, condimenti, lozioni, creme, pastiglie e come lassativo! Riduce il colesterolo più della pectina e glucomannano. Riduce il livello di zucchero postprandiale e di insulina. Riduce il peso corporeo e l’appetito nei soggetti obesi, se assunta durante i pasti. La cuticola dei semi di Psillio (Plantago ovata) è una mucillagine usata come lassativo.

Polisaccaridi algali Di Agar-agar abbiamo già parlato. Al contrario degli altri polisaccaridi di vegetali, la carragenina ha un effetto negativo sulla mucosa intestinale. Le lignine sono usate come base per la produzione chimica (sintesi di vanillina e altro). Molti lignani vegetali sono dotati di proprietà anti-cancro, anti-batterica, anti-fungina e anti-virale! Le lignine vegetali sono metabolizzate dalla flora intestinale in lignine animali le quali possiedono proprietà anti-cancro.

67


2013 Per ripristinare l’intestino danneggiato, ricapitolando, fin qui abbiamo visto che bisogna: lavare l’intestino (clistere) pulirlo (erbe lassative) e/o mantenerlo pulito (fibre) nutrirlo e tonificarlo (butirrati, erbe, vitamine, sali minerali…) sfiammarlo e ripararlo per diminuire la permeabilità intestinale (erbe emollienti e lenitive, glutamina, quercetina, bioflavonoidi, vitamina C…) cataplasmi di Argilla o Terra (per togliere il calore) aiutare la digestione con Betaina cloridrato e/o enzimi digestivi ed erbe ad azione colagoga (per aumentare la bile) probiotici e prebiotici I probiotici sono batteri normalmente presenti nell’intestino. I più utili sono i Lactobacilli e i Bifidobacteri i quali, fra i molti ruoli fondamentali, inibiscono la crescita dei batteri tossici, virus, funghi e parassiti! I prebiotici sono polimeri indigeribili per noi. Si tratta di “catene” di vari zuccheri, soprattutto fruttosio (fruttoligosaccaridi), che favoriscono la crescita dei batteri “buoni”. Dunque la disponibilità di queste sostanze nutritive è un fattore indispensabile per il risanamento intestinale. I fruttoligosaccaridi (FOS), in particolare, sono utilizzati dai Lactobacilli e Bifidobacteri per crescere e moltiplicarsi e in più, è da sottolineare, i batteri tossici non sono in grado di utilizzarli! I prebiotici stimolano anche la produzione di Immunoglobulina A (IgA) secretoria nell’intestino, la quale ci protegge da batteri e da allergeni alimentari. Se l’intestino è troppo permeabile, stressa il sistema immunitario esponendolo continuamente agli antigeni alimentari da neutralizzare e causare allergie. Le fibre alimentari sembrano migliorare il colon sotto tutti gli aspetti, mantenendo la flora batterica. Uno scarso apporto di fibre fa aumentare gli Enterobatteri produttori di endotossine e diminuire i Lactobacilli e gli altri batteri acidofili, una dieta ricca di fibre alimentari favorisce la crescita dei batteri e questo riduce il pH favorendo la crescita dei batteri benefici che producono gli acidi grassi a catena corta (butirrati) per le cellule del colon. I butirrati sono importanti fonti energetiche per le cellule del colon. Un loro ridotto livello (o ridotta utilizzazione) porta ad alterare gli equilibri energetici cellulari e può portare alla colite. Molto utili i clisteri con butirrato di sodio (2 cucchiaini da tè colmi sciolti in 2 litri).

68


8. Il lievito di birra A conclusione dello spazio dedicato ai fermenti lattici non può mancare il Lievito di birra ovvero il Saccharomyces cerevisiae, perché anch’egli può vivere e moltiplicarsi nell’intestino generando benessere locale e generale, come si legge, ancora una volta, nel Medicamenta [Ed. 1933 e 1964]: «Giova nelle forme subacute o croniche di catarro gastro-intestinale (specialmente se accompagnata da fermentazioni abnormi, diarrea o stitichezza, fenomeni di risentimento speciale, come stomatiti, afte, eruzioni erpetiformi, ecc). Già da molto tempo il Lievito di birra è usato contro alcune affezioni cutanee e la foruncolosi, sia assunto per bocca che in forma di cataplasma [direttamente sui foruncoli]. L’osservazione clinica ha dimostrato che in tutte le lesioni cutanee dipendenti da alterazioni nella funzione digerente per fermentazioni anormali (costipazioni, meteorismo, ecc.) come pure nelle suppurazioni locali o manifestazioni generali (foruncolosi) causata da micrococchi piogeni [che generano pus], l’ingestione dei fermenti del Lievito di birra è sovente seguita da effetti benefici e da rapida guarigione. Si impiega all’interno per la sua azione antizimotica, soprattutto contro la foruncolosi, l’antrace e le piodermiti in genere. Giova pure nelle forme subacute o croniche di catarro gastro-enterico (specie se accompagnate da fermentazioni abnormi, da irregolarità di defecazione e da fenomeni di risentimento speciale, come stomatiti, afte, eruzioni erpetiformi, ecc). In commercio si trovano numerose preparazioni di Lievito di birra fresco da stemperarsi in acqua tiepida o essiccato in compresse [pastiglie]. Il meccanismo d’azione dei fermenti del Lievito di birra contro i micrococchi piogeni non è stato ancora chiarito; non si sa se esso dipenda da una sottrazione da parte dei fermenti, di sostanze utili alla vita dei micrococchi o dall’azione diretta di sostanze prodotte dai fermenti come manifestazione della loro attività biochimica. Gli estratti di Lievito di birra, preconizzati a causa dell’elevato contenuto vitaminico (specialmente del gruppo B) nella cura dell’anemia perniciosa, si sono dimostrati inattivi a questo riguardo, ma per contro efficaci nelle anemie ipocromiche, specialmente della gravidanza. Dosi eccessive possono causare pesantezza di stomaco, ipercloridria, flatulenza, diarrea fetida. Internamente il Lievito fresco, viene consumato nella quantità di 1-2 cucchiaini da caffè dopo i pasti, stemperato in un po’ di acqua minerale carbonica (gassata); il lievito secco da 3 a 10 g al giorno in compresse o granulato. All’esterno venne raccomandato per irrigazioni e per tamponi nelle vaginiti croniche; per clisteri nell’enterite dei bambini, nonché nelle enterocoliti muco membranose. Esternamente il lievito fresco si usa nei clisteri, tamponi e irrigazioni vaginali e sulla pelle (direttamente sui foruncoli). Nei clisteri: da 2 a 3 cucchiai di lievito (anche quantità minore le prime volte, per evitare fermentazioni) stemperato in 150 g di acqua tiepida; per i bambini da 2 o 3 cucchiaini stemperati in 60 g di acqua. Nelle gastro-enteriti far precedere un clistere di lavaggio e tenere il bambino a dieta idrica. I tamponi vaginali si preparano stemperandone 25 - 30 g in poca acqua. Nelle vaginiti croniche far precedere un’irrigazione con acqua tiepida o un infuso d’erbe appropriato. Infine per le irrigazioni vaginali se ne stemperano 25 g in acqua tiepida quando si vuole».

69


CAP. V

ALTRE OSSERVAZIONI PER SCEGLIERE MEGLIO L’INTEGRATORE INTESTINALE Come precedentemente accennato, è fondamentale indagare in modo approfondito sulla funzionalità intestinale, qualsiasi sia la problematica, acuta o cronica. Rivolgendomi ai Prescrittori debbo sottolineare che le Persone sono spesso imbarazzate dalle domande che riguardano le loro abitudini intestinali ed evacuazioni, e tendono perciò ad essere vaghe e frettolose quando rispondono, perciò è necessario insistere un po’. È probabile, che nessuno prima gli abbia rivolto certe domande in modo così approfondito. È fondamentale spiegare che è importante per Voi capire bene la loro situazione per poter consigliare nella maniera più idonea, e ottenere i migliori risultati. Bisogna cercare di far loro capire l’importanza della regolarità e della pulizia intestinale, così come gli effetti nocivi delle fermentazioni e putrefazioni intestinali che causano la tossiemia. Si possono usare esempi come quello delle supposte133, o altri riportati nelle pagine precedenti, per essere sicuri di impressionarli abbastanza per convincerli a fare i lavaggi intestinali, oltre che ad assumere gli integratori intestinali. Infatti, se da una parte, le persone sono abbastanza disponibili ad assumere integratori per favorire la regolarità intestinale, sono tuttavia altrettanto restii ai clisteri ovvero ai lavaggi intestinali. Quindi bisogna educarli, spiegando perché e come dovrebbero introdurre questa abitudine nella loro vita, e quali cambiamenti e miglioramenti si possono aspettare rapidamente. Ecco le domande che suggerisco di porre (o da porsi) per “visualizzare” l’intestino: Va di corpo tutti i giorni? Più di una volta al giorno? Quante volte? Se non va di corpo tutti i giorni, quanti giorni salta? Uno? Due? Tre? Più di tre? Da quanto tempo è stitico/a? Quando va in bagno le sembra di liberarsi completamente o non le sembra di andare abbastanza? Come sono le sue feci? Sono morbide e senza forma? Sono secche e in piccola quantità? Di che colore e consistenza sono le sue feci? Appiccicose o formate? Le capita di avere scariche dopo i pasti o dopo l'ingestione di certi alimenti? Le capita di vederle galleggiare? Le capita di avere feci non formate o liquide, o di alternare feci secche a feci liquide? Quante scariche ha in un giorno? Soffre di gas intestinali e gonfiore? Soffre di emorroidi o ragadi o fistole anali? Le capita di vedere sangue o muco nelle feci? Ha diverticoli intestinali? Soffre di intestino irritabile o colite? Soffre di colite spastica? Ovvero se prende un lassativo va troppo e con dolori? Queste domande possono fornire abbastanza informazioni per indirizzare nelle scelte dell’integratore più adatto per l’intestino.

133

Quando l’eccipiente si scioglie con il calore del corpo, il principio medicinale contenuto viene assorbito attraverso le pareti intestinali, analogamente vengono assorbite le tossine prodotte nell’intestino.

70


La tavola comparativa degli integratori intestinali è stata suddivisa in modo tale da individuare rapidamente, a seguito di queste domande, la “zona” fra quelle indicate, perché: «se non dai almeno un prodotto per l’intestino hai già sbagliato in partenza!»: con Aloe e Senna (piante antrachinoniche) che aumentano con forza il transito intestinale con Cascara, Frangula, Rabarbaro (piante antrachinoniche) che aumentano il transito intestinale con piante non antrachinoniche che aumentano debolmente il transito intestinale, come Vilucchio, Frassino, Cassia, Prugne, Fichi, Manna, Tarassaco e Tamarindo con erbe mucillaginose, emollienti e lenitive come Agar-agar, Altea e Malva e fibre che aumentano molto debolmente il transito intestinale con erbe che non agiscono sul transito intestinale, ma neutralizzano le enterotossine, calmano e nutrono l’intestino, come Camomilla, Fieno greco, Finocchio ed Equiseto, ma anche butirrati, olio di pesce, Fermenti lattici (probiotici) e prebiotici, vitamine, ecc. con erbe adsorbenti le tossine e i gas intestinali, come Argilla e Carbone vegetale, che diminuiscono molto debolmente il transito intestinale (leggermente astringenti) con piante che diminuiscono il transito intestinale (astringenti deboli) come Salcerella o Salicaria, Amamelide e Alchemilla con piante che diminuiscono con forza il transito intestinale (astringenti forti) come Catecù e Quercia. Il numero delle stelle, lo ripeto, non indica il valore assoluto del prodotto, ma solo relativo agli altri prodotti dello stesso gruppo, per rappresentarne in qualche modo la loro diversa forza d’azione.

71


Anche il colore e la consistenza delle feci, possono fornire informazioni sullo stato di salute: ASPETTO DELLE FECI Feci nere Feci verdi Feci verdi nel neonato Feci grigie, untuose Feci chiare-bianche Feci dure, caprine Feci non formate con tracce di cibo, liquide o appiccicose Feci esagerate (quantità eccessive) Feci con presenza di grumi bianchi-grani come miglio Feci a spruzzo Feci con muco o pus Feci maleodoranti Feci gialle nel neonato Feci gialle nell’adulto Feci con sangue Feci arancioni Feci grigie e/o sottili tipo mina di matita

SIGNIFICATO Tossine, farmaci, sanguinamento gastrico, assunzione di ferro, carbone, bismuto, argento colloidale, o altro Squilibri biliari, eccesso di acidità alimentare, eccessiva assunzione di proteine, scarsa ossigenazione. Troppi zuccheri, carboidrati, verdure crude nell’alimentazione materna o colpi di freddo Malassorbimento dei grassi Ridotta attività del fegato e delle vie biliari, epatite, cirrosi, crisi epatica Mancanza di liquidi, difficoltà biliare Disturbi della Milza-Pancreas, eccessiva assunzione di zuccheri o latticini-grassi, o cibi freddi, putrefazioni intestinali, squilibri della flora batterica intestinale Insufficienza pancreatica, diabete Calcolosi biliare, parassitosi Colite, esposizione a basse temperature Colite, colite ulcerosa, tumori, eccessiva assunzione di latticini e zuccheri (muco), insufficienza biliare Infiammazione-calore interno, dieta troppo “calda”(proteine, zuccheri, formaggi, alcool, ecc..) sono normali, sono sintomo di squilibrio biliare, colite e debolezza polmonare Emorroidi, se abbondante può essere dovuto a sanguinamento intestinale Presenza di batteri, colite e irritazione alle vie urinarie Stress nervoso, carenza di minerali. In particolare fosforo

Molte persone non hanno l’abitudine ad osservare le feci, ma sarebbe una buona idea di cominciare! Specialmente quando si effettuano i clisteri e i lavaggi intestinali, bisognerebbe esaminare il contenuto delle emissione, poiché non di rado, si eliminano fecalomi (masse fecali disidratate, spesso di vecchia data), parassiti, muco, pezzi di cibo non digerito, ecc.. Può essere proprio a seguito di un episodio del genere che si scopre di soffrire di… parassitosi intestinale (ricordo personale)! È importante chiedere al vostro Cliente o Paziente o Parente, quanta acqua beve e quali sono le sue abitudini alimentari. Infatti, molte persone bevono pochissima acqua e ciò provoca inevitabilmente costipazione. È necessario assumere almeno 2 litri di acqua al giorno, 3 litri se: si suda molto, si pratica sport; durante la gravidanza e l’allattamento e quando fa molto caldo. Anche l’assunzione di fibre, grazie ad una dieta ricca di frutta e verdura, aiuta a mantenere la regolarità intestinale.

72


Molti farmaci causano stitichezza, o squilibri della flora batterica intestinale. Tra questi si ricorda: antidepressivi, ansiolitici, antibiotici, anestetici, oppiacei, antiaritmici, antiacidi, farmaci per l’epilessia, alcuni anti ipertensivi, antistaminici, ipolipemizzanti. Allo stesso modo, molti farmaci possono anche provocare diarrea. Chi ha assunto antibiotici per periodi più o meno lunghi, con buone probabilità, avrà una disbiosi intestinale. Anche se si sono assunti fermenti lattici all’epoca va consigliato comunque un prodotto a base di fermenti lattici, da assumere per almeno 30 giorni (ma ricordare di fare prima almeno un lavaggio intestinale). Molto spesso, le persone assumono fermenti lattici, contemporaneamente all’assunzione dell’antibiotico e per periodi di 5-7 6giorni e ciò rende praticamente nulla la loro azione ed utilità. I fermenti andrebbero presi anche nei casi di candidosi, cistite, intolleranze alimentari e debolezza del sistema immunitario. È importante sapere quali parti del corpo sono state asportate chirurgicamente. Se, ad esempio, non c’è più l’appendice, vuol dire che il sistema immunitario era, ancor prima, entrato in crisi (superlavoro). Questo succede quando il fegato non riesce a neutralizzare tutte le tossine e queste esondano nel sistema immunitario, il quale è in grado di neutralizzarle (mangiarle) o immobilizzarle (anticorpi). L’appendice, infatti, fa parte del sistema immunitario, insieme a tonsille, adenoidi, milza, ghiandole linfatiche, timo e midollo osseo. Se non ha più la cistifellea, asportata per calcolosi, debbo dedurre che c’è stato e forse ancora c’è una scarsa o nulla produzione di bile. Con ripercussioni sia sull’intestino (la bile è lassativa) che sullo stomaco (quando manca = eruttazioni, digestione lenta, acidità o reflusso gastro-esofageo, ernia iatale, ecc.), come vedremo nella seconda parte trattando Fegato e della Cistifellea. Se le persona riferisce di avere problemi intestinali cronici o comunque da diversi anni, ci possono essere degli effetti secondari che si sono instaurati nel tempo. Una reazione a catena che varia a seconda della costituzione, dell’alimentazione, dell’ambiente e stati d’animo, ma che ha un’unica origine: squilibro intestinale («sono solo una conseguenza, se si cura l’intestino scompaiono!»): cistite ricorrente candidosi disturbi mestruali, cisti ovariche, fibromi, infertilità emorroidi, ragadi diverticolite disturbi digestivi problemi dermatologici, pelle impura, eczema, acne, psoriasi mal di testa cronico, emicrania depressione, disturbi dell’umore, irritabilità aumento del peso, scarso appetito o eccessivo, cellulite intolleranze alimentari sistema immunitario debole Se sono presenti anche problemi legati ad altri organi o apparati, saranno opportuni anche integratori specifici per questi ultimi, ma sempre solo contemporaneamente o dopo l’intestino! Chi non intende prendere molti prodotti può cominciare sempre con quelli per l’intestino, con i clisteri, i cataplasmi di argilla, le “spugnature fredde”, specialmente se la problematica è di vecchia data. Non va sottovalutata mai l’influenza dell’intestino nelle patologie ginecologiche, dermatologiche, disturbi dell’umore e nel mal di testa cronico, esso infatti ha sempre un ruolo determinante e se non lo si soccorre difficilmente si ottengono sensibili miglioramenti.

73


Nei casi in cui ci siano segni di calore o febbre interna, o ci siano stati interventi chirurgici nella zona pelvica-addominale o si fa un lavoro nel quale la zona dell’addome è esposta a calore (cucine, fonderie, vetrerie, ecc..), i cataplasmi di argilla freddi, ripetuti anche quotidianamente, sfiammano le viscere e recano sollievo e rapido miglioramento (per moltissimi sintomi). Ci sono delle parti del volto “collegate” col tubo digerente e ci possono rivelare uno stato di salute o di sofferenza: il labbro inferiore rivela lo stato di salute dell'intestino crasso il labbro superiore indica lo stato di salute dell’intestino tenue gli angoli della bocca indicano lo stato dello stomaco e calore e intossicazione del sangue a livello circolatorio. un labbro è gonfio può indicare che l'intestino tenue o il colon sono dilatati per accumulo di feci. se il labbro è secco e screpolato può essere un segno di infiammazione delle mucose e disidratazione (spesso causata da mancanza o forte carenza di bile, come vedremo) labbra scure segnalano la presenza di sangue stagnante, cattiva circolazione e ossigenazione della parte (frequenti nei fumatori) colorito della pelle giallastro pelle impura o arrossata o screpolata (specialmente nella zona delle guance) se le “borse” sotto gli occhi o gonfiore cambia a seconda dei giorni o dei momenti della giornata ( o dopo un impacco fatto con cotone imbevuto in acqua con estratto di Amamelide e un cucchiaino di sale) si considera legato a una condizione renale e a un ristagno di liquidi. Se le “borse” sotto gli occhi o gonfiore sono permanenti si considera legato a un accumulo di materiale fecale nell'intestino. Osservando la lingua, la zona che corrisponde al sistema digestivo e agli intestini è quella centrale. Questa zona può apparire: ricoperta da una patina spessa e bianca-giallastra o scura. In questo caso è presente uno stato di infiammazione cronica (calore interno proveniente dall’intestino), spesso dovuta ad un alimentazione ricca di cibi “caldi”: carne rossa, formaggi, grassi, fritti, spezie, vino, birra, alcool... secca e fissurata (con tanti taglietti), di solito indica che la condizione di infiammazione e Calore, si sono protratte nel tempo fino ad esaurire i liquidi. Indica un intestino infiammato e disidratato. pallida e gonfia, nel caso in cui ci sia una condizione di anemia, o di alimentazione troppo ricca di cibi “freddi”: verdura e frutta cruda, latte, formaggi freschi, gelato, dolci, ecc... (che indeboliscono anche la Milza e il Pancreas). L’osservazione e le domande valgono per i Prescrittori come per i Consumatori (quando le rivolge a se stesso) e sono fondamentali per trovare l’integratore più adatto. In ogni caso, anche se si va regolarmente in bagno è comunque necessario (almeno) un prodotto per l’intestino, basandovi su quanto detto finora.

74


La stitichezza è una condizione che interessa moltissime persone, ma allo stesso modo è assai frequente e altrettanto debilitante anche la sindrome “dell'intestino irritabile”, l’alternanza di stipsi a feci non formate, le scariche dopo i pasti o con particolari alimenti… Nel caso in cui non ci sia stitichezza o altre condizioni non fisiologiche, si può comunque optare per un prodotto nutritivo, rinfrescante, mucillaginoso, lenitivo o riequilibrante la flora batterica, oltre al clistere. Insomma, «l’intestino va sempre curato»! Non bisogna avere mai timore dei clisteri, nemmeno per chi va di corpo tutti i giorni. I casi in cui possono essere controindicati sono veramente rari e a me non sono capitati, ma anche in quelli ipotetici (emorroidi interne o esterne), se fatti con cautela e iniziando con poca acqua, per poi aumentare progressivamente fino a 2 litri, non ci saranno mai problemi, ma solo giovamento.

La forza curativa della natura Va ricordata anche la forza di auto-guarigione presente in ognuno di noi. Ma attenzione: è una forza di guarigione se è inviata in quella direzione, perché la stessa forza se è guidata dalla paura può ammalare. L’espressione grave di un medico, l’attesa di un esame, la ricerca di uno specialista, l’ansia, lo stress e soprattutto la paura di ammalarsi o di avere un cancro, ecc. sono tutte situazioni negative che indirizzano la nostra Forza contro di noi! È d’uso, ad esempio, prospettare sempre il peggio: forse non è necessario. «Un’essere umano ha una capacità intrinseca di “riassestarsi”. La vis medicatrix naturae rappresenta la chiave di volta di una filosofia che da migliaia di anni viene seguita dai medici orientali verso le terapie naturali. Il concetto di un meccanismo omeostatico, autoregolante, è centrale per comprendere le idee fondamentali della filosofia…»134. «Il corpo umano è capace, senza alcun aiuto dall’esterno, di aggiustarsi da solo, grazie a un sistema di guarigione che non è meno reale dell’apparato circolatorio, di quello digerente, del sistema nervoso o di qualsiasi altro sistema che caratterizza gli esseri umani e permette loro di espletare le funzioni vitali»135. La prova dell’esistenza di questa forza è lo stesso “effetto placebo”! Quindi bisogna essere positivi, e mi rivolgo ai Prescrittori, e tenere in considerazione che il Paziente vuole sapere «se e in quanto tempo si risolverà il suo problema». Personalmente, in generale, rispondo stabilendo un tempo. Più o meno lungo a seconda della gravità e aggiungo che, se farà tutto (clisteri compresi), il miglioramento si deve sentire fin dai primi giorni e andrà sempre meglio. E quando mi dicono che è da molto tempo che hanno quel problema, rispondo che quindi è ora che se ne vada!

134 135

Joseph E. Pizzorno jr, Michael T. Murray, op. cit. Cousins N. Foreword. In: Locke S., Calligen D., eds. The healer within, New York, NY: Dutton 1986

75


CAP. VI

I PARASSITI, QUESTI SCONOSCIUTI E SGRADITI OSPITI Il parassita è un organismo che ricava il suo nutrimento da un altro organismo vivente. In biologia la parassitosi è un tipo di interazione tra organismi, estremamente comune. Anche l'uomo può divenire l'ospite di un elevato numero di parassiti (più di 100 diverse specie), di cui spesso ignora la presenza e l'esistenza. Il parassita ha come unico interesse quello di sopravvivere, quindi raramente la sua presenza risulta letale per l'ospite che infesta, perché morendo l'ospite morirebbe anche il parassita. Però il parassita può essere il veicolo di funghi, batteri e virus letali. I parassiti tendono a convivere con i loro ospiti anche per anni, sfruttandoli e privandoli di preziose risorse nutritive, provocando numerosi disturbi difficilmente riconducibili alla loro presenza. Ogni generazione prima dell’epoca moderna ha sempre preso in considerazione l’importanza di depurarsi dai parassiti, ma la nostra generazione ha scelto di ignorare la questione. Eppure, la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che un quarto della popolazione mondiale è infestata da parassiti nell’intestino. In realtà, recenti studi e statistiche riportano cifre ben più consistenti ed il mondo occidentale non ne è esonerato. Si evidenzia, infatti, che la maggiore diffusione di alcuni generi di parassiti è nei paesi industrializzati, rispetto ad altri maggiormente presenti nei paesi del terzo mondo! Inoltre, i fenomeni di immigrazione, i viaggi e gli scambi commerciali favoriscono e continueranno a facilitare l’interscambio delle varie specie, la loro espansione e la generale crescita del fenomeno. Il Dr. Louis Parrish, specialista in parassiti a New York scrisse nel 1991: «basandomi sulla mia esperienza, stimo che il 25% della popolazione di New York è infestata…in proiezione nel 2025 8,3 miliardi di persone sulla terra saranno infestate da parassiti». Dal libro Guess what came to dinner? di Anne Louise Gittleman leggiamo: «I parassiti sono un serio pericolo pubblico perché poche persone ne parlano e ancora meno li prendono in seria considerazione. Sono insidiosi a causa del concetto sbagliato, anche tra le persone che operano in campo medico, di considerare i parassiti come un problema del terzo mondo». Fra l’altro, aver sottovalutato il problema ha inibito lo sviluppo e la ricerca dei test diagnostici che, normalmente, sono datati ed inadeguati e sono rari anche i laboratori privati che eseguono questo tipo di analisi: Esistono circa 1000 specie di parassiti, tuttavia al giorno d’oggi è possibile testarne solo 50. Il problema dei parassiti riguarda tutta la popolazione mondiale, attualmente la loro presenza viene diagnosticata in una percentuale trascurabile di casi in quanto: - i sintomi che possono dare sono molto variabili ed è molto difficile riconoscere un quadro diagnostico preciso. - a livello mondiale, per qualche inspiegabile ragione, non viene data importanza a questo fenomeno e raramente i medici ne hanno competenze approfondite. - esistono nel mondo pochi laboratori attrezzati per i test dei vari parassiti e i protocolli usati per i pochi parassiti presi in considerazione sono largamente inefficaci. - La vita dei parassiti si svolge in molte fasi e in generale si rilevano dalle analisi solo nella forma adulta, che è palese nelle feci o nell'area perianale solo per breve tempo (infatti in Africa, quando si presume che un paziente abbia i parassiti intestinali, lo si purga e lo si tiene in ospedale fintanto che evacua e l'esame delle feci viene fatto subito, perché dopo due ore le tracce scompaiono).

76


I parassiti, oltre all’intestino, possono infestare qualsiasi parte del corpo umano, inclusi l’addome, il sangue, il torace, il diaframma, il tratto digerente, l’apparato respiratorio, il sistema nervoso, compreso il cervello, i piedi, le mani, i genitali, il fegato, il cuore, i muscoli, la pelle e le braccia. Da ciò si comprende la difficoltà di effettuarne la diagnosi che, in mancanza di test adeguati, si affida quasi esclusivamente all’intuito del Medico, poiché i sintomi possibili difficilmente conducono immediatamente a diagnosticare un infestazione da parassiti; ne riportiamo i principali: Costipazione: alcuni vermi, a causa della loro forma e dimensioni, possono fisicamente ostruire alcuni organi. Infestazioni “pesanti” di vermi possono bloccare il condotto biliare ed il tratto intestinale rendendo l’evacuazione difficile e non frequente. Gas e gonfiore: alcuni parassiti vivono nella parte superiore dell'intestino tenue; l’infiammazione che ne segue porta a produzione di gas e a gonfiore con conseguente tensione addominale. Sindrome dell’intestino irritabile: i vermi possono irritare ed infiammare le cellule della parete intestinale, portando a una varietà di sintomi gastrointestinali e a malassorbimento di sostanze nutritive, in particolare i grassi con conseguente evacuazione voluminosa. Dolori ai muscoli ed alle articolazioni: alcuni tipi di vermi hanno la capacità di insediarsi nelle sacche sinoviali o addirittura di incistarsi nei muscoli provocando infiammazioni di tipo artritico e dolori muscolari. Anemia: certi vermi si attaccano alla mucosa intestinale e succhiano le sostanze nutrienti dall’ospite. Se i parassiti sono presenti in numero considerevole, possono causare una perdita di sangue tale da rivelarsi una carenza di ferro, anche grave (anemia perniciosa). Allergie: i parassiti possono irritare e talvolta perforare la parete intestinale, aumentando la permeabilità a grosse molecole indigerite. Ciò può attivare la risposta immunitaria del corpo con incremento dei linfociti eosinofili (cellule immunitarie specifiche). Questi a loro volta possono provocare intolleranze alimentari, infiammazione dei tessuti e reazione allergica. Affezioni della pelle: i vermi intestinali possono causare eruzioni cutanee, orticarie, eczemi e altre tipologie di reazioni della pelle di tipo allergico. Granulomi: sono masse simili ai tumori che incapsulano larve e uova di parassiti. Si sviluppano spesso nelle pareti del colon e del retto ma anche nei polmoni, nel peritoneo, nel fegato e nell’utero. Possono avere dimensioni anche piuttosto grandi e comprimere gli organi circostanti. Nervosismo: rifiuti metabolici dei parassiti e le sostanze tossiche che rilasciano, possono agire da irritanti per il sistema nervoso centrale. Irrequietezza e ansietà sono spesso la risultante di infestazione parassitaria. Disturbi del sonno: risvegli multipli durante la notte, in particolare tra le 2 e le 3 del mattino, è possibile che siano causati dal tentativo del corpo di eliminare rifiuti tossici attraverso il fegato. Secondo la medicina cinese queste ore notturne sono dominate dal fegato. Disturbi del sonno sono anche provocati dalle uscite notturne di alcuni parassiti attraverso l’ano con conseguente prurito e intenso disagio (frequente nei bambini). Bruxismo: un anomalo digrignare di denti è stato osservato nei casi di infestazione da parassiti. Questo può essere una risposta nervosa all’irritante interno. Fatica cronica: i sintomi di fatica cronica includono stanchezza, febbre, apatia, depressione, mancanza di concentrazione e vuoti di memoria. I vermi possono essere la causa di questi sintomi perché provocano malassorbimento di proteine, carboidrati, grassi e vitamine A e B12. Disfunzione immunitaria: i parassiti deprimono il sistema immunitario. Infatti la loro presenza stimola continuamente il sistema immunitario che a lungo andare può esaurire la sua risposta vitale e permettere l’aggressione di virus e batteri e miceti (funghi).

77


Altri sintomi di infestazione da vermi possono essere: aumento di peso, perdita di peso, fame eccessiva, sensibilità a particolari alimenti e a situazioni ambientali, alitosi, asma, diabete, epilessia, acne, mal di testa, prurito in particolari zone del corpo (orecchie, naso, ano, vulva), riflessi lenti, ittero, bruciore di stomaco, disfunzione erettile, problemi legati al ciclo mestruale, ecc... I parassiti provocano: traumi fisici cioè perforazioni a carico di: intestino, polmoni, fegato, sistema circolatorio, ecc...; diffusione di sostanze estranee nel sistema linfatico, con attivazione della risposta immunitaria e allergica e rilascio di escrementi tossici e rifiuti metabolici che intossicano l'individuo. sottrazione di sostanze nutritive all'individuo che li ospita; Gli animali parassiti sono compresi in tre gruppi zoologici: UNICELLULARI Protozoi (prótos: primo; zóon: animale), funghi, batteri e virus PARASSITI

VERMI Elminti (el sta per fel: piegare, contorcere, minthos: sudiciume, escremento) INSETTI Artropodi (àrthros: articolazione; podós: piede)

Possiamo ospitare più di 100 diversi tipi di parassiti Protozoi ed Elminti. Qui considererò i più frequenti e pericolosi, escludendo gli insetti. Poi il modo di eliminarli con le erbe, senza danneggiare l’organismo umano, che anzi troverà gran sollievo e rapido giovamento di forza e longevità. Si utilizza il termine “Elminti” o “vermi” per indicare animali appartenenti a 4 diversi tipi, superficialmente assomiglianti fra loro per la forma allungata del corpo e i movimenti striscianti, ma in realtà profondamente diversi per struttura e comportamento. Riporto la classificazione e velocemente citerò solo i principali, soprattutto per l’occidente, tralasciando i paesi tropicali e sub-tropicali.

78


CESTODI (apparato digerente assente) PLATELMINTI (vermi piatti)

Pseudofillidei (scolice o testa provvista di 2 organi adesivi) Ciclofillidei (scolice o testa provvista di 4 organi adesivi)

Parassiti dei vasi sanguigni TREMATODI (apparato digerente primitivo)

ELMINTI o vermi parassiti umani

Parassiti polmonari Parassiti epatici Parassiti intestinali

NEMATELMINTI (vermi o a filo tondi)

AFASMIDI (privi di organi chemiorecettori) FASMIDI (con organi chemio-recettori)

ACANTOCEFALI (vermi con spine nella testa) ANELLIDI (vermi ad anello, ad esempio le sanguisughe)

PLATELMINTI (vermi piatti) I CESTODI sono in grado di attaccarsi alle pareti intestinali a volte con la testa (scolice) a volte con una speciale ventosa. Le loro uova possono essere ingerite dagli esseri umani accidentalmente con la sporcizia, ma più frequentemente la trasmissione avviene attraverso l’ingestione di una ciste creata dalla larva che viene ingerita mangiando carne o verdura fresca; a questo punto il verme quasi allo stato adulto può attaccarsi alle pareti dell’intestino ed avere una dimora sicura dove può proseguire la sua maturazione e deporre le uova. Fra i Cestodi, le più conosciute sono le Tenie e l’Echinocco. Nel The Essentials of Medical Parsitology del dottor Thomas J. Brooks, si dice che, «la Tenia è il parassita più “vecchio” per l’uomo, tanto che si è così bene adattato a vivere nell’intestino umano che l’individuo può non avere alcun sintomo». Questo parassita, comunemente noto come “verme solitario”, vive nell'intestino degli animali, uomo compreso, dove può raggiungere la lunghezza di 8 metri. Il verme solitario ha un aspetto nastriforme, con una testa (scolice) caratterizzata dalla presenza di uncini e ventose che gli consentono di aderire alle pareti intestinali. Il resto del corpo è diviso in tanti piccoli segmenti, chiaramente 79


distinguibili, lunghi circa 1- 1,5 cm e chiamati proglottidi (forma e colore richiamano le tagliatelle o meglio le pappardelle). Esistono diverse specie del genere Tenia: Taenia solium: ha come ospite intermedio il suino od il cinghiale ed arriva alla lunghezza di 3-5 metri. Taenia saginata: ha come ospite intermedio il bovino o il bufalo e può raggiungere gli 8 metri di lunghezza; è comune nei Paesi Islamici, dato che tale religione vieta il consumo di carne di maiale. Tenia dei pesci (Diphillobothrium latum): è tra tutte le Tenie la più lunga, dato che può crescere fino ai 30 metri di lunghezza. Viene trasmessa all'uomo con le carni infestate mal cotte dei lucci e trote (ospiti intermedi). La Tenia può deporre fino a un milione di uova al giorno. L'infestazione da Tenia può provocare anemia, perché interferisce con la vitamina B12 e con l’acido folico, variazioni di peso, dato che la tenia si appropria di tutto il cibo lasciando l’individuo costantemente affamato, ritenzione idrica, gas intestinale, disfunzioni alla tiroide e all’intestino, iper e ipo glicemia, ittero, tensione addominale. La Tenia è particolarmente longeva, potendo vivere fino a 25 anni! La presenza dei sintomi sopraindicati dovrebbe richiamare l'attenzione del soggetto e sollecitarlo ad effettuare un'immediata visita medica. Una persona può accorgersi di ospitare un verme solitario anche attraverso l'esame obiettivo delle feci: se compaiono anomalie, come la presenza di piccoli segmenti giallognoli come pezzetti di tagliatelle (liberazione anale delle proglottidi). La conferma si ottiene tramite l'analisi delle feci, eseguita in un laboratorio specializzato, che provvederà a confermare o meno l'effettiva presenza delle uova di Tenia. L’Echinococcus granulosus è un parassita cosmopolita, particolarmente diffuso nelle regioni del mondo ove è assai intensa. È un parassita del cane, come ospite intermedio ovini, bovini, suini, caprini, equini, camelidi, umani, nei quali determina l’ “idatidosi” o “echinococcosi”. Le malattie nell’umano e particolarmente pericolose e curabile solo con mezzi chirurgici. I TREMADOTI sono vermi piatti che danneggiano la salute di vari organi interni: polmoni, fegato, intestino e vasi sanguigni. Tra i TREMATODI DEI VASI SANGUIGNI sono frequenti i parassiti appartenenti al genere Schistosoma. Allo stadio adulto questi parassiti raggiungono la lunghezza di 0.7 - 1.2 cm, localizzandosi nel sistema circolatorio venoso dell'ospite. A seconda del distretto interessato dalle complicanze, si parla di schistosomiasi intestinale, rettale, vescicale, epato-portale, splenica o polmonare. Schistosoma mansoni e Schistosoma intercalatum, responsabili di schistosomiasi intestinale Schistosoma haematobium, responsabile di schistomatosi urinaria Schistosoma japonicum e Schistosoma mekongi, responsabili di schistosomiasi intestinale Queste cinque specie di Schistosoma interessano circa 200 milioni di persone a livello mondiale, rendendo la schistosomiasi la malattia parassitaria tropicale più diffusa al mondo dopo la malaria. Fortunatamente è meno letale rispetto a quest'ultima, ma purtroppo però, la malattia tende spesso a cronicizzare danneggiando gli organi interni e compromettendo, a volte, lo sviluppo cognitivo dei bambini. La Schistosomiasi si trasmette attraverso il contatto della pelle con acqua infetta, colpendo principalmente i bambini intenti a giocare con fonti idriche inquinate. Come anticipato, il verme adulto, che presenta una ventosa orale (che funge anche da bocca) e una ventosa ventrale con funzione adesiva, vive nei plessi venosi di vescica e intestino, deponendo uova

80


capaci di aprirsi un varco nelle pareti di questi organi e mescolarsi a feci ed urine, attraverso le quali vengono espulse all'esterno. Una volta raggiunte le falde idriche, le uova del parassita si schiudono liberando piccole larve, che infettano un ospite intermedio, rappresentato da molluschi adesi al fusto di alcune piante acquatiche; all'interno del mollusco, le larve si moltiplicano e dopo pochi giorni si liberano nell'acqua infettando nuovamente l'uomo. I sintomi della Schistosomiasi variano in base alla specie di verme coinvolto e alla fase d'infezione: - l'invasione larvale della pelle può causare dermatite con prurito e rash cutaneo. - una grave infestazione può causare febbre, brividi, perdita di peso, tosse e cefalea, ingrossamento dei linfonodi del fegato e della milza. - diarrea talvolta con sangue, alternata a periodi di remissione. - se l'infestazione interessa la vescica, causa: dolore alla minzione, sangue nelle urine, e stimolo frequente ad urinare. Quando le uova attraversano le pareti vescicali ed enteriche possono rimanervi intrappolate, scatenando reazioni infiammatorie con perdita di sangue con le urine e le feci; infiammazione delle vie urinarie, con processi fibrotici a carico della vescica e dilatazione degli ureteri, fino all'insufficienza renale con aumentata predisposizione al cancro vescicale. - nella Schistomatosi intestinale, invece, i vermi possono raggiungere il fegato attraverso il circolo portale, scatenando anche in questa sede processi infiammatori con comparsa di fibrosi epatica e cirrosi. La diagnosi di Schistomatosi si pone ricercando le uova del parassita nelle urine o nelle feci, oppure mediante test anticorpali su campioni di sangue prelevati dal paziente. I TREMADOTI POLMONARI sono vermi piatti minuscoli che danneggiano la salute dei polmoni e li perforano. I polmoni indeboliti attirano facilmente altre malattie, come l’influenza ripetuta, polmonite, ascessi polmonari, emottisi e infezioni fungine. Sono riconosciute 29 specie del genere Paragonimus (circa 6 milioni di persone colpite all’anno, nel mondo) i cui ospiti definitivi sono l’uomo, il cane e il gatto. I TREMATODI EPATICI sono vermi piccolissimi che danneggiano la salute del fegato, facendo piccoli buchi dappertutto. I sintomi comuni sono: itterizia, gonfiore del fegato, condizioni di avvelenamento generale, dolore al fianco destro. Il più diffuso è la Fasciola hepatica nei bovini, ovini, caprini, equini, suini, conigli e nell’uomo. Cosmopolita assai frequente in Italia, provoca danni ingentissimi negli allevamenti. Adulto 2-3 cm. Infestazione frequente con acque di fiumi e canali di irrigazione (il suo ciclo biologico è legato all’ambiente idrico). Una volta ingerite le metacercarie della Fasciola si schiudono nel duodeno, ne attraversano la parte, cadono nella cavità peritoneale e da qui invadono il fegato, localizzanosi, dopo 6 settimane, nei canali biliari; qui raggiungono lo stadio di adulti e dopo 3 mesi dall’ingestione inizieranno la riproduzione sessuata e l’emissione di uova (deponendo ognuna 20.000 uova al giorno. Possono sopravvivere oltre 10 anni nell’uomo! Potere patogeno: lesioni traumatiche e tossiche del fegato durante la migrazione delle larve, lesioni nei canali biliari con fibrosi dei dotti, calcoli, calcificazione (dotti a “cannello di pipa”), atrofia del parenchima e cirrosi periportale, ascessi, edema del fegato. Il parassita adulto si nutre prevalentemente di sangue. Diagnosi: reperto di uova nelle feci al microscopio, anemia, leucocitosi con ipereosinofilia. L’infestazione avviene per via orale, ingerendo le metacercarie aderenti alle erbe e ortaggi irrigati con acqua incanalata. Va ricordato che l’Aglio, che è considerato un potente vermifugo, per Fasciola hepatica è un nutrimento essenziale! Perciò in presenza di Fasciola hepatica è necessario sospendere,

81


almeno per 20 giorni, i cibi contenenti solfato di allile (contenuti in Aglio, Cipolla, Scalogno, Porro, Erba cipollina) perché questo parassita si nutre di questo principio. Fra i TREMATODI INTESTINALI ricordo Faschiolopsis buski, simile alla Fasciola, e Alaria alata. Faschiolopsis buski è ospite nei suini e nell’uomo (10 milioni di casi all’anno, nel mondo). Dimensioni dell’adulto 2-7,5 cm e depone 25.000 uova al giorno), con metacercarie che si incistando cu una pianta acquatica detta “castagna d’acqua” (Tropa natans). Potere patogeno: lesioni traumatiche, tossiche e sottrattive, con ulcerazioni della mucosa intestinale, diarrea, dolori, edemi al volto e alle estremità: non bisogna mangiare le “castagne d’acqua” crude! Alaria alata è parassita dell’intestino tenue del cane, gatto, volpe, visone e ultimamente dell’uomo (segnalato anche in Italia) che si infestano ingerendo rane parassitate4 o altri ospiti intermedi che hanno mangiato le rane. Le metacercarie ingerite compiono una migrazione attraverso la cavità addominale e toracica o nel circolo ematico, arrivando ai polmoni e di qui al duodeno, risalendo la trachea e scendendo in faringe. Provocano duodenite catarrale.

NEMATELMINTI (vermi tondi) I NEMATELMINTI sono tondi come i vermi terrestri anche se possono essere sottili come un capello o microscopici. Sono i vermi più semplici: le loro uova vengono inghiottite attraverso della sporcizia, queste poi si sviluppano in piccole larve e prima di arrivare all’intestino, dove divengono adulte, sono già mutate varie volte. L'Ascaris lumbricoides è un verme parassita in grado di infestare molti mammiferi (maiale, cavallo cane, gatto ecc.), tra cui l'uomo. Oltre un miliardo di persone parassitati nel mondo all’anno, presente anche in Italia. Secondo alcuni, il 25% delle persone al mondo ne sono infette. E va ricordato, che gli esseri umani possono essere infettati con più vermi per volta! Le dimensioni medie di una femmina adulta sono di circa 30 cm per 5mm, mentre il maschio, più piccolo, misura circa 20 cm per 4 mm. L'infestazione si contrae per ingestione di alimenti contaminati (soprattutto frutta e verdura) con le uova mature del verme, che possono raggiungere l'intestino tenue anche in seguito all'introduzione nella bocca di mani sporche di terra (i bambini si infestano facilmente). Giunte nella parte superiore del piccolo intestino, le uova si schiudono, lasciando fuoriuscire le larve che imboccano la via ematica dopo aver perforato la parete intestinale. Trasportate dal sangue, le larve di Ascaris raggiungono il cuore destro che, contraendosi, le spinge poco a poco sino ai capillari polmonari, dove si insediano iniziando il proprio ciclo di sviluppo. Dopo circa 10 giorni le larve, ulteriormente sviluppate, risalgono l'albero respiratorio fino a raggiungere il retrobocca, dove vengono in parte deglutite ed in parte eliminate all'esterno, attraverso starnuti e tosse. A volte le larve possono migrare anche negli occhi, nelle orecchie e nel cervello, provocando severi danni! Giunte nuovamente nell’intestino tenue, le larve ingerite completano la loro maturazione divenendo esemplari adulti nel giro di due o tre mesi. Ogni femmina, dopo essersi accoppiata con il maschio, depone circa 200.000 uova al giorno, che vengono poi emesse con le feci e disperse nel suolo, dove in condizioni climatiche adatte (terreni umidi, areati, temperati ma non esposti direttamente al sole), possono sopravvivere a lungo prima di essere ingerite attraverso l'acqua o i vegetali. Ogni verme può vivere fino a 2 anni. La prevenzione dell'ascaridiosi (così è chiamata la malattia provocata dall'infestazione di Ascaride), si basa sul rispetto delle norme igieniche elementari: lavare e cuocere accuratamente i vegetali prima del consumo (il calore uccide le uova di Ascaris), ridurre la contaminazione ambientale con le feci ed il loro utilizzo come fertilizzante. L'infestazione da Ascaris lumbricoides provoca sintomi come: sofferenze gastrointestinali (dolori, nausea, vomito e diarrea alternata a stipsi). Considerate le dimensioni del verme è possibile che uno o più esemplari, spostandosi all'interno del tubo digerente, risalgano fino al 82


fegato ostruendo le vie biliari e causando: ittero, infezione della cistifellea (colecistite), epatite, appendicite, ostruzione intestinale, ecc... A qualunque livello essa avvenga, l'ostruzione persistente determina a poco a poco la necrosi del tessuto interessato, con conseguente perforazione d'organo, complicanza questa assai pericolosa per la vita (classica l’appendicite perforata). Nelle fasi precoci, quando le larve sono localizzate nelle vie respiratorie, la malattia è caratterizzata da tosse stizzosa, poco produttiva e da frequente dolore toracico, che si acuisce sotto colpi di tosse talvolta accompagnati all'espulsione di sangue rosso vivo. Inoltre questi parassiti rilasciano tossine in circolo, che provocano spesso reazioni allergiche. A volte l'infestazione è testimoniata dall'emissione di vermi con le feci o con il vomito. Talvolta possono anche risalire spontaneamente il tubo digerente ed uscire dal naso o dalla bocca! Tra i rimedi più comunemente consigliati, in caso di presenza di ascaridi, ricordiamo: l'Artemisia la Noce e l'Aglio. All'assunzione di queste piante, dovrebbe seguire l'uso di purganti, che favoriscano l'espulsione dei parassiti. Si consiglia di fare un clistere ogni giorno, per almeno 1 settimana. Alcuni autori consigliano anche di fare dei bagni caldi con il latte (semicupi), restando a bagno per 20-30 minuti per attirarli spontaneamente fuori, avidi di latte! Toxcara canis, è il parassita più comune di cani e gatti, che può essere trasmesso anche all'uomo, proprio attraverso l'ingestione delle piccolissime uova, presenti nel terreno. Le uova si depositano nel terreno, sugli animali e su frutta e verdure. Le uova, una volta giunte nell'intestino dell'animale, maturano e le larve migrano nel sistema circolatorio e linfatico e da qui giungono ai polmoni e al fegato, per poi tornare all'intestino. Invece nell'uomo, le uova non possono completare il loro ciclo vitale, e vagano sotto forma di larve: larva migrans viscerale. Possono arrivare anche alla retina alla quale provocano infiammazione e cecità. Oppure alle orecchie, dove causano infiammazione, dolore e perdita della funzione auditiva. Dunque gravi fenomeni infiammatori e necrotici e livello del fegato e altri organi (cervello, occhio). I sintomi più frequenti sono: febbre, dolori articolari, dolori muscolari, vomito, disturbi epatici, polmonari, eruzioni della pelle e convulsioni. Durante la gravidanza c’è mobilizzazione delle larve con loro passaggio della placenta e feto; localizzazione nel fegato del feto, poi alla nascita passaggio in circolo, cuore destro, albero respiratorio, ecc. Le larve nell’uomo possono incistarsi nei muscoli, ove si fermano senza progredire sul loro sviluppo e permangono per un anno e più. Le lesioni della larva migrans cutanea, appaiono come sottili linee rosse tortuose, scavate nell'epidermide di mani, piedi, glutei e schiena. Le lesioni provocano molto prurito e a volte dolore, soprattutto di notte. Se non sono presenti sintomi cutanei, l'unico modo per diagnosticare l'infestazione da Toxcara canis è attraverso esami del sangue specifici. L'Enterobius vermicularis, conosciuto anche come Ossiuri o "vermi dei bambini" (tra i 2 e i 12 anni), è un parassita bianco e sottile, responsabile di una patologia nota come ossiuriasi. Presente in ogni ceto sociale. Il 25% della popolazione occidentale ne soffre. Oltre al cane, colpisce anche la specie umana e si manifesta elettivamente nei bambini, in modo particolare in quelli che vivono in ambienti affollati, in comunità scolastiche numerose o in condizioni di scarsa igiene. Gli ossiuri sono i vermi maggiormente diffusi nel mondo occidentale; recenti stime riportano che il 30% degli adulti ed il 50% dei bambini ne sono infestati, quindi, gli ossiuri meritano una particolare attenzione. Sono piccoli vermi bianco-trasparenti di circa 1 cm, che vivono nell'intestino dell'uomo, che si infesta ingerendo le microscopiche uova del verme. Queste uova, dopo essersi dischiuse nell’intestino, danno origine in circa un mese al verme adulto, la cui femmina depone le uova uscendo a livello dell’orifizio anale. Inizialmente l’infestazione colpisce prevalentemente i bambini in età prescolare e scolare (1 bambino su 2!). Questi, dopo avere toccato oggetti contaminati da feci, mettendosi le mani in bocca ingeriscono inavvertitamente le uova del verme che possono sopravvivere nell’ambiente esterno all’intestino anche qualche giorno. Quando il verme depone le uova a livello anale il bimbo può avvertire intenso prurito ed è portato a

83


grattarsi il culetto. Piccoli residui di feci attraverso le manine del bimbo possono essere portati agli oggetti con cui viene in contatto: giocattoli, matite, penne, etc. Ed ecco che il “cerchio si chiude”: un altro bimbo o un adulto, toccando gli stessi oggetti e portandosi a sua volta le mani alla bocca, viene infestato. Il sintomo più tipico è il prurito a livello anale. Nella donna le complicazioni sono maggiori che nell’uomo perché gli ossiuri si possono trovare nella vulva, nell’utero e nelle tube di fallopio perché la femmina dell’ossiuro può “sbagliare strada” nel tentativo di tornare nell’intestino, dopo avere deposto le uova fuori dall’ano. Gli ossiuri si possono anche vedere direttamente: nell’orifizio anale o più raramente nelle feci. Altre volte è necessario ricorrere allo “scotch test”: al mattino, prima che il soggetto evacui e venga lavato, si applica del nastro adesivo per qualche minuto sull’apertura anale. Se è in corso un’infestazione da ossiuri, le uova rimarranno attaccate al nastro adesivo e potranno essere evidenziate al microscopio. È un esame di laboratorio semplice ma le uova non sono sempre presenti (qualcuno sostiene legato al ciclo lunare). Per essere più certi del risultato sarebbe necessario effettuare almeno 3 test, se i primi danno risultato negativo, se i sintomi sono chiari. Un altra tecnica che si può usare per ricercare e far fuoriuscire gli ossiuri, è inserire uno o due spicchi di aglio freschi a livello anale. Quando il soggetto evacuerà, eliminerà l'aglio con i vermi attaccati. Ricordiamo anche la Trichinella spiralis, un piccolo Ascaride che colpisce gli animali carnivori. L'uomo lo prende mangiando carne cruda o poco cotta (di solito di maiale, ma altre 103 specie di mammiferi sono trovate naturalmente infette), contenente le cisti larvali del parassita. Da ciste, la larva matura nell'intestino a verme e depone enormi quantità di uova. Gli escrementi di questo verme sono tossici per l'ospite, e provocano: diarrea, dolori intestinali, febbre, ecc... Se i vermi migrano nel circolo sanguigno, possono causare rigonfiamento dei tessuti, specialmente di viso e mani. Le larve, possono vagare nei vari organi, provocando: polmonite, encefalite, danni oculari, renali, cerebrali, ecc... Nei muscoli possono formarsi delle cisti, che a volte calcificano. La carne di maiale cruda o poco cotta, dovrebbe essere sempre evitata con cura. La sua conservazione deve avvenire a -15° C per un mese o a -20° C per 20 giorni per uccidere le eventuali uova. La salatura, l’essiccamento e l’affumicazione delle carni, non danno sicurezza di sterilizzazione delle cisti (uova) e nemmeno il forno a micro-onde.

84


PROTOZOI Oltre ai parassiti che abbiamo visto finora, esiste un gruppo di parassiti microscopici unicellulari: i Protozoi. I Protozoi sono costituiti da una sola cellula che svolge tutte le funzioni vitali, dalla respirazione, al nutrimento alla riproduzione. All'interno della cellula dei protozoi c'è un piccolo nucleo che contiene il codice genetico per la riproduzione. Essa avviene, di solito, per scissione binaria di un organismo preesistente, ma spesso è dato di vedere l'unione sessuale di due organismi che così si scambiano il proprio codice genetico, per poi tornare a replicarsi attraverso il fenomeno della scissione. I Protozoi hanno una diffusione vastissima come parassiti su: artropodi, pesci, anfibi, rettili, uccelli, mammiferi. Ne riporto la classificazione complete, ma ne citerò solo alcuni, così come ho fatto per i vermi.

FLAGELLATI

del sangue delle vie genitali del tubo digerente del reticolo-endoteliale dei tegumenti

PROTOZOI SARCODINI SPOROZOI CILIATI Il nostro ambiente contiene moltissimi parassiti unicellulari nel terreno e dentro le acque. Essi formano cisti che vengono inspirate continuamente dall’essere umano. La presenza dei Protozoi dentro il corpo umano, rappresenta una stimolazione antigenica costante, responsabile di stati infiammatori cronici. Per esempio la presenza di protozoi è stata spesso rilevata nei tessuti di soggetti affetti da artrite reumatoide e da molte altre patologie, come: asma, colite, diabete, leucemia, linfoma, sclerosi multipla, psoriasi, ulcere cutanee, lesioni papulose, dermatiti, ecc… Ricordiamo alcuni dei Protozoi più comuni. FLAGELLATI Tra i FLAGELLATI DEL SANGUE cito il genere Leishmania che presenta parassiti del sistema reticolo-endoteliale umano. La trasmissione è operata da flebotomi infestati tramite la puntura. Vengono fagocitati dai macrofagi o altre cellule del sistema reticolo-endoteliale entro cui però non vengono uccisi e anzi si moltiplicano distruggendo la cellula ospite e invadendo nuove cellule. Ciò può portare alla morte. Colpisce molto i cani. Del genere Trypanosoma cito solo la specie gambiense che colpisce 10 milioni di kmq. È conosciuta come la “malattia del sonno”, fase terminale della tripanosomiasi africana umana, provocata dall’invasione del liquido cerebro-spinale da parte del parassita. È una malattia quasi sempre mortale se non curata, con decesso in 6-12 mesi. È trasmesso da Glossina papalis, conosciuta come mosca tze-tze e altre specie. Tra i FLAGELLATI DELLE VIE GENITALI si ricorda Trichomonas vaginalis. È il nome di un protozoo flagellato, tipico del tratto riproduttivo femminile e responsabile di una delle malattie a trasmissione sessuale più diffuse al mondo, la tricomoniasi. Il Trichomonas non penetra all'interno dei tessuti, ma espleta la propria azione patogena aderendo intimamente alle cellule epiteliali. In particolare, ha la capacità di attaccarsi con i suoi 85


flagelli alle pareti della vagina, causando danni diretti ed alterando la flora batterica locale. Il Trichomonas tende infatti ad innalzare il pH vaginale (verso l’alcalino) distruggendo così i lattobacilli "buoni" che proteggono con l’acido lattico l'ambiente interno dalle infezioni (causate da batteri che, come quelli putrefattivi intestinali, vivono in ambiente alcalino). Diminuendo la naturale acidità di questa delicata zona del corpo femminile, il Trichomonas permette ad altri microrganismi di attecchire più facilmente. Il contagio avviene quasi sempre per trasmissione sessuale, anche se negli ultimi anni sono in notevole aumento i casi in cui il Trichomonas si trasmette attraverso il contatto con asciugamani o biancheria intima. La tricomoniasi è una delle malattie a trasmissione sessuale più comuni. La specie umana è l'unico ospite naturale del Trichomonas e la trasmissione, oltre che per contatto sessuale, può avvenire anche durante il passaggio del neonato nel canale del parto. La malattia è tipica dell'età fertile e molto raramente colpisce prima del menarca o dopo la menopausa. Alcuni segni dell’infezione sono: il forte prurito locale, la presenza di secrezioni anomale (giallastre e maleodoranti), associate o meno a dolore durante la minzione o i rapporti sessuali. E' stata osservata una esacerbazione della sintomatologia durante le mestruazioni. Nell’uomo la maggioranza delle infezioni sono asintomatiche ed autolimitanti; il Trichomonas può causare raramente uretriti e prostatiti, che si manifestano sotto forma di piccole perdite e dolore nell'urinare. La diagnosi viene effettuata ricercando in laboratorio la presenza del Protozoo (Trichomonas) su campioni di essudato vaginale nella donna o di essudato uretrale o sperma nell'uomo. Se non viene curata, la tricomoniasi si evolve in una forma cronico-recidivante, caratterizzata dall'alternanza di fasi asintomatiche e fasi acute, che si ripetono. Fra i FLAGELLATI DEL TUBO DIGERENTE ricordo la Giarda intestinalis. È un Protozoo che si attacca alla parete interna dell’intestino tenue del paziente dove interferisce con il normale assorbimento dei grassi e dei carboidrati, che avviene durante la digestione. La Giardia è una delle principali cause di diarrea e si trasmette attraverso l’acqua contaminata; può sopravvivere anche alla normale quantità di cloro usata per purificare le scorte d’acqua potabile e resistere per più di due mesi in acqua fredda. Bastano soltanto 10 minuscoli parassiti in un bicchier d’acqua per causare una forma grave di giardiasi in un essere umano. Le persone e gli animali (soprattutto i cani) affetti da giardiasi possono diffondere il parassita attraverso le feci. Le feci possono contaminare l’acqua potabile, le piscine aperte al pubblico e le sorgenti naturali, come ad esempio i ruscelli di montagna. Anche gli alimenti crudi che sono stati risciacquati nell’acqua contaminata possono diffondere l’infezione. I bambini sono tre volte più a rischio degli adulti per quanto concerne la giardiasi e proprio per questo alcuni esperti ritengono che il nostro organismo sviluppi gradualmente una qualche forma d’immunità al parassita con l’andare dell’età. E’ comunque abbastanza frequente che un’intera famiglia si ammali di giardiasi: alcuni membri della famiglia possono avere la diarrea, altri soltanto dolori addominali crampiformi ed altri ancora pochi sintomi o addirittura nessuno. Se il parassita provoca dei sintomi l’infezione inizia con diarrea. La Giardia impedisce l’assorbimento dei grassi alimentari da parte del nostro organismo, quindi le feci espulse contengono i grassi che non sono stati assorbiti con il risultato che gli escrementi galleggiano, si presentano lucide ed emanano un pessimo odore. Inoltre ci potranno essere: crampi addominali, gas intestinali, gonfiore, diminuzione dell’appetito, nausea e vomito, in alcuni casi febbre. I sintomi possono durare per 57 giorni o anche di più; in caso di durata maggiore il paziente può perdere peso, oppure presentare altri segni di malnutrizione. A volte la malattia si cronicizza ed entra in una fase più prolungata con sintomi diversi: formazione ricorrente di gas intestinali, dolore addominale nella zona sopra l’ombelico, feci molli e non strutturate. La diagnosi si pone attraverso la ricerca del parassita nelle feci, che va ripetuta per alcuni giorni consecutivi.

86


SARCODINI Fra i Protozoi del sottogruppo SARCODINI ricordo l’Entamoeba histolytica. La sua presenza all’interno dell’organismo è spesso asintomatica ed innocua, ma a volte può produrre lesioni dei tessuti accompagnate da sintomi severi, primo fra tutti la dissenteria. In quest'ultimo caso si parla di malattia “amebica”. Si stima che a livello mondiale circa il 10% della popolazione ospiti nel proprio intestino delle specie del genere Entamoeba; nella maggior parte dei casi tale infezione è sostenuta dalla specie dispar (innocua), mentre solo un caso su dieci è associato alla specie histolytica potenzialmente patogena. Quest'ultima, a sua volta, genera malattia amebica in circa il 10% dei casi. La diffusione della malattia è favorita dalle scarse condizioni igieniche e dai climi caldo umidi. Così, se negli Stati Uniti d'America circa il 4% della popolazione ospita nel proprio intestino un parassita del genere Entamoeba, in alcuni Paesi in via di sviluppo tale percentuale può superare il 30%. La via di trasmissione più comune è quella oro-fecale, quindi legata all'all'ingestione di acqua o di alimenti (soprattutto frutta e verdura) contaminati da materiale fecale contenente cisti amebiche (stadio di quiescenza del microorganismo). Queste cisti possono sopravvivere a lungo nell'ambiente esterno: a temperature comprese tra i 12 ed i 15°C, per esempio, conservano la capacità infettiva per almeno 12 giorni all'interno delle feci, e per parecchie settimane all'interno delle acque. Una volta ingerite, le cisti superano senza problemi la barriera acida dello stomaco e si insidiano a livello del colon dove, favorite dalla disidratazione delle feci danno origine a 4 trofozoiti ciascuna. Questi ultimi, che rappresentano la forma "attiva" e mobile del parassita, si nutrono di batteri e tessuti; una volta emessi all'esterno attraverso le feci, i trofozoiti sopravvivono solo per pochi minuti e, anche se ingeriti, verrebbero uccisi dai succhi gastrici. Considerato che, nella maggior parte dei casi, l'infezione amebica è asintomatica, l'amebiasi può essere trasmessa non solo da soggetti malati, ma anche dai cosiddetti "ospiti sani" che, pur senza presentare alcun segno della patologia, espellono cronicamente cisti con le feci anche per alcuni anni. Dopo un periodo di incubazione variabile da pochi giorni ad alcuni mesi o anni (è solitamente di 2-4 settimane), l'amebiasi può presentarsi con quadri clinici di severità variabile dalla diarrea cronica moderata, alternata a periodi di stitichezza, alla dissenteria grave, anche fulminante. Tale sintomo è dovuto all'attacco diretto dei trofozoiti amebici alle cellule del colon che può causare diarrea con presenza di sangue e muco. A ciò si aggiunge: gas intestinale, febbre più o meno elevata, anemia, perdita di peso, debolezza, dolore rettale, nausea e dolori addominali crampiformi. Per l'alternanza di periodi di stipsi con altri di diarrea, l'amebiasi non dissenterica può essere confusa con la sindrome del colon irritabile. La forma con dissenteria, può invece essere confusa con la sigellosi, la salmonellosi, la schistosomiasi o la colite ulcerosa. Grazie alla sintesi di specifici enzimi, le amebe sono potenzialmente in grado di aggredire la parete intestinale e aprirsi un varco, entrando nel circolo sanguigno e raggiungere il fegato, dove possono causare ascessi epatici. In questo caso, la persona infetta, può lamentare dolorabilità a destra, nella zona del fegato. La conferma dell’infezione, si ottiene attraverso l'individuazione di cisti amebiche in campioni fecali, oppure attraverso i test sierologici, tramite ricerca di anticorpi specifici nel sangue. SPOROZOI Fra i Protozoi del sottogruppo SPOROZOI ricordo il Toxoplasma gondii e il genere Plasmodium (della malaria) Il Toxoplasma gondii è un parassita intracellulare obbligato che colonizza le cellule di animali omeotermi. È cosmopolita, può parassitare tutti i mammiferi, uomo compreso e gli uccelli. L’infezione è molto diffusa, ma la malattia conclamata non è frequente. Si calcola circa 500

87


milioni il numero delle persone infette e di altri due miliardi il numero dei mammiferi domestici infetti (il 40%). La maggior parte delle infezioni nell’uomo come negli animali sono asintomatiche, ma a volte il parassita può diventare patogeno e provocare anche la morte dell’ospite. E' endemico nei gatti e le sue oocisti sono escrete con le urine e le feci. A questo punto, altri animali, come bovini, ovini, nuovamente i gatti, ecc., possono ingerire accidentalmente le oocisti ed infestarsi a loro volta. Le carni e i visceri di questi ospiti intermedi, che contengono i toxoplasmi, possono fungere da cibo per animali selvatici o domestici, nei quali il ciclo ricomincia. L'uomo può essere facilmente esposto alle cisti, in particolare se possiede animali domestici, o se ingerisce frutta e verdura mal lavata o carne cruda. La toxoplasmosi è una malattia diffusa in tutto il mondo. L'infezione da Toxoplasma può essere acquisita (dopo la nascita) oppure connatale (tramessa dalla madre al feto durante la gravidanza). L'infezione negli adulti è poco grave e molte volte asintomatica. Durante il primo trimestre di gravidanza può però diventare estremamente pericolosa per il bambino; le oocisti infatti possono attraversare la placenta e provocare l’aborto, la morte in epoca neonatale o gravi manifestazioni alla nascita come lesioni neurologiche (anomalie del cranio, convulsioni, calcificazioni intracraniche), lesioni oculari (infiammazione della retina e di altre strutture dell’occhio, strabismo, cataratta, atrofia del nervo ottico ecc.), ingrossamento del fegato e della milza, anemia, ittero, polmonite, febbre, manifestazioni cutanee, diminuzione del numero delle piastrine. Nei periodi successivi della gravidanza, al momento della nascita il neonato presenta, nella maggior parte dei casi di parassitosi, una forma modesta o sub-clinica. Le conseguenze dell’infezione potrebbero rendersi evidenti dopo diversi anni e si manifestano con ritardo mentale, difficoltà di apprendimento, disturbi visivi o cecità. L'infezione contratta al momento della nascita, nella maggior parte dei casi, è asintomatica. Il Toxoplasma muore alle alte e basse temperature, quindi se il cibo è cotto o congelato, non si corrono rischi di infezione. I Plasmodium sono parassiti delle emazie (globuli rossi del sangue) e sono trasmessi dalla puntura di zanzare. Sono agenti della malaria. La malaria è stata e continua ad essere un vero flagello dell’umanità. Attualmente è presente nelle zone tropicali caldo umide e in alcune zone temperate, dove rappresenta una importante causa di mortalità infantile e incapacità lavorativa per gli adulti. Si considera che nel mondo 250 milioni ne sono affetti. Solo in Africa 800.000 morti all’anno (di cui il 75% bambini). Gli sporozoiti del Plasmodium penetrano nel sangue con la puntura di una zanzara infetta e in pochi minuti si fissano in cellule epatiche. Dopo alcuni giorni i parassiti, moltiplicati, tornano nel sangue invadendo i globuli rossi dove si moltiplicano e ne causano la distruzione quando ne sono pieni: quando i globuli rossi si rompono insieme e c'è l’accesso febbrile, per immissione in circolo di sostanze tossiche “pirogene”, con conseguenti attacchi febbrili, lesioni di endoteli, trombosi capillari, deposito di pigmento in vari tessuti. Ovviamente compare l’anemia per la diminuzione del numero di globuli rossi.

88


FUNGHI In ultimo, vale la pena di ricordare, per la sua frequenza, un parassita appartenente ad un gruppo diverso, quello dei Miceti (funghi), ovvero la Candida albicans. Si tratta di un fungo che, che può causare infezioni delle mucose della bocca (“mughetto”), della faringe, della vescica, vaginali (vaginiti), gastro-intestinali e nei pazienti immunodepressi anche infezioni molto gravi e diffuse. La Candida è comunemente presente negli esseri umani e la sua crescita è limitata dal sistema immunitario e da altri microrganismi (flora batterica). Tuttavia, fattori che modificano la flora batterica locale (antibiotici, gravidanza, contraccettivi, diabete, dieta ricca di carboidrati, cibi con muffe, ecc…) o le difese immunitarie indebolite, possono portare ad una proliferazione indiscriminata della Candida. I bambini, per lo più di età compresa fra tre e nove anni di età, possono essere colpiti da infezioni croniche di Candida nella bocca; normalmente, si presenta come macchie bianche intorno alla bocca e sulla lingua (facilmente asportabili). Nella donna, l'infezione vaginale da Candida genera bruciore circoscritto e bruciore quando si urina, eritema localizzato, ipersensibilità, perdite vaginali biancastre simili a ricotta, prurito intenso ed inarrestabile. La terapia per il trattamento delle infezioni vaginali da Candida si basa sull’utilizzo di antifungini, associati ad una cura locale specifica (applicazione di creme, pomate, ovuli, lavande a temperatura di 36-38° C di acqua con Fermenti lattici disciolti) e ad un'integrazione di fermenti lattici per il ripristino della flora batterica intestinale. Consigliati anche lavaggi vaginali con bicarbonato (1-2 cucchiai in un litro di acqua tiepida). La Candida tende a recidivare, e a ripresentarsi ad intervalli di tempo più o meno lunghi, per questo è necessario non trascurarla, e se si è in coppia, far si che anche il partner assuma la terapia. La diagnosi viene fatta attraverso la microscopia ottica di un campione posto su vetrino.

NORME PER CERCARE DI PREVENIRE LE INFESTAZIONI PARASSITARIE: -

-

-

lavando le mani prima di avvicinarle alla bocca; lavando bene frutta e verdura con acqua del rubinetto o meglio ancora acqua dove si è sciolto un po’ di borace (borato di sodio): 10-29 g per litro di acqua fredda (il boro è un oligoelemento che aiuta le paratiroidi, quindi la fissazione del calcio); evitando pesce e carne cruda o poco cotta; non bevendo acqua se non sigillata.

89


ERBE CONTRO I VERMI PARASSITI, PROTOZOI E FUNGHI I Parassiti riportati sono solo alcuni esempi dei numerosi parassiti che possono infestare l'uomo e indebolirne notevolmente la salute. Ma, come sempre accade, la Natura ci viene incontro, fornendoci numerosi rimedi in grado di aiutarci a sconfiggere questi sgraditi ospiti. I farmaci medicinali antielmintici comunemente usati sono altamente tossici e possono, in un individuo con una grande quantità di vermi, indurre il verme adulto a migrare dall’intestino verso altri organi, con risultati potenzialmente più gravi. Le erbe antielmintiche, invece, hanno la capacità di paralizzare i vermi, che rimangono storditi o addirittura avvelenati e, quindi, non sarebbe male accompagnare con un purgante per espellerli. Molte sono le erbe anti-elmintiche (vermifughe e vermicide) in particolare e anti parassitarie in generale. Le più comuni sono utilizzate da secoli in cucina, altre come le erbe antrachinoniche sono usate come lassative, altre ancora per disturbi alle vie respiratorie, per rinforzare il sistema immunitario o… dentro un liquore! Ho raccolto dai miei migliori Autori le informazioni sulle erbe antiparassitarie più efficaci contro: Elminti (vermi), Protozoi e Miceti (funghi), rimandando le erbe specifiche anti-batteriche a anti-virali alla terza parte, cioè allo studio del Sistema Immunitario. Eccole in ordine sparso: Enula e Assenzio Bromelina, Papaina e Proteasi Enzimi pancreatici (proteasi) Curcuma Crespino (Berberis vulgaris) Clorofilla (e suoi derivati) Lapacho o Tabebuia o Pau d’Arco Aglio, Cipolla, Melograno, Santoreggia, Genziana, Tanaceto, Zucca, Assenzio, Carota, Valeriana e Lupino Prugnolo Noce, Assenzio o Artemisa e Chiodi di garofano Noce (Juglans regia, nigra e cinerea) Artemisia (Artemisia vulgaris) Assenzio (Artemisia absintium) Chiodi di garofano Santonina (Artemisia marittima) Aglio Aglio orsino Zucca Olio di ricino (depurato) Melograno Tanaceto (Tanacetum vulgare) Crisantemo partenio o Feverefew o Partenio o Matricaria (Tanacetum parthenium o Chrysanthemum parthenium) Ferula-assafetida Quassia amara China Barba di Giove o Lichene orsino (Usnea barbata) Baptisia Rosa canina

90


«L’Enula (Inula helenium) è la più raccomandata essendo la più sicura per bambini. Il suo principio attivo è simile alla santonina [presente nell’Artemisia marittima o cina], ma è più efficace e non è tossico. Inoltre l’Enula, così come l’Assenzio tonifica il tratto gastro-intestinale e ne risulta una aumentata attività antielmintica, in modo tale che si difende da solo contro i parassiti»136. «Bromelina (Ananas comosus), papaina (Carica papaya) e proteasi (da Aspergillus oryzae) svolgono un’attività enzimatica, proteolitica, tale da digerire la parete esterna [chitinosa] di tanti vermi parassiti intestinali! Bisogna ricordare di assumerli a stomaco vuoto per il fineantiparassitario»137. «Gli enzimi pancreatici, oltre a favorire la digestione proteica, sono in grado di mantenere l’intestino libero da batteri e parassiti (batteri patogeni, lieviti, protozoi ed elminti). La mancanza di proteasi o altre secrezioni digestive aumenta sensibilmente il rischio di essere colpiti da infezioni intestinali, come le infezioni da Candida a carico del tratto gastrointestinale»138. «La Curcuma (Curcuma domestica o longa), l’ingrediente principale del Curry, esercita una azione antibiotica ad ampio spettro; inoltre ha una attività contro la Candida albicans. Inibisce l’enzima batterico decarbossilassi, che convertirebbe [nell’intestino crasso] gli aminoacidi in amine vasoattive [tossine]»139. «Il Crespino (Berberis vulgaris)140 contiene una elevata quantità di berberina e i vegetali contenenti questo principio risultano essere anti-parassitari. Meglio assumerlo tre volte al giorno per un totale di almeno 150 mg di berberina al giorno. Per i bambini, il dosaggio deve essere proporzionato al peso corporeo: 5-10 mg di berberina per ogni kg di peso corporeo, al giorno. Il Crespino ha mostrato effetti antibiotici, immunostimolanti, anticonvulsivi, sedativi, ipotensivi, isterotonici [tonici dell’utero], coleretici e carminativi… Sebbene non sia potente come molti degli antibiotici di uso convenzionale, presenta comunque un’attività antibiotica ad ampio spettro… attività anti-microbica nei confronti di batteri, protozoi e funghi: Staphylococcus sp., Streptococcus sp., Chlamidia sp., Corynebacterium diphtheriae, E. coli, Salmonella typhi, Vibrio colerae, Diplococcus pneumonia, Pseudomonas sp., Shigella dyssenteriae, Entamoeba histolytica, Trichomonas vaginalis, Neisseria gonorrhoeae, N. meningitidis, Treponema pallidum, Giarda lamblia, Leishmania donovani, Candida albicans. Tutti i microorganismi presi in esame hanno evidenziato che l’aumento dell’attività antimicrobica del Crespino è direttamente proporzionale all’aumento del pH: a pH = 8 attività anti-microbica = 8-16 a pH = 7 attività anti-microbica = 4 a pH = 6 attività anti-microbica = 1 La capacità del Crespino di inibire l’adesione degli Streptococchi alle cellule ospiti presenta diversi meccanismi d’azione… che non sia meglio utilizzare una sostanza che previene l’adesione dei batteri alle cellule ospiti, piuttosto che una sostanza con azione battericida o batteriostatica… e chiedersi se il vero valore delle erbe medicinali con azione anti-infettiva sia un effetto multifattoriale che si esplica su tutti gli aspetti delle infezioni, dalla immunostimolazione,

136

Joseph E. Pizzorno jr, Michael T. Murray, Trattato di Medicina Naturale, Red Edizioni Ibidem . 138 Ibidem. 139 Ibidem. 140 Il Berberis aristata ha le stesse proprietà e indicazioni 137

91


all’azione anti-microbica e anti-adesione… una scelta ideale nel trattamento della “faringite streptococcica”. Il Crespino provoca un aumento del flusso di sangue alla milza che favorisce il rilascio di composti che potenziano la funzione immunitaria… Il Crespino esercita una potente azione anti-cancerogena sia direttamente, uccidendo le cellule tumorali, che indirettamente, stimolando la produzione di globuli bianchi. Gli effetti più rilevanti sono stati osservati… nei confronti di tumori cerebrali maligni in uomini e ratti… nei quali la percentuale di morte delle cellule tumorali è del 91%. Questa percentuale di morte è due volte superiore a quella riscontrata con la 1,3 -bis-(2-cloroetil)-1 nitrosurea (BCNU), l’agente chemioterapico standard utilizzato per il trattamento dei tumori cerebrali (che ha fatto registrare una percentuale di morte delle cellule tumorali solo del 43%). Il Crespino produce un effetto antipiretico tre volte superiore a quello dell’acido acetilsalicilico. Mentre l’acido acetilsalicilico sopprime la febbre attraverso la propria azione sulle prostaglandine, il Crespino abbassa la febbre attraverso una stimolazione dell’azione del sistema immunitario sui composti pirogeni [che causano il “fuoco”, la febbre] dei microrganismi… Diversi studi clinici hanno utilizzato con notevole successo il Crespino nel trattamento della diarrea acuta… provocata da E.Coli (diarrea del viaggiatore), Shigella dysenteriae (shigellosi), Salmonella parotyphi (intossicazione alimentare), Klesbiella sp., Giarda intestinalis o lamblia (giardiasi) e Vibrio cholerae (colera)… ha anche una naturale efficacia nei confronti dell’Entamoeba histalytica (amebiasi). Risulta quindi evidente che il Crespino è efficace nel trattamento di gran parte delle comuni infezioni gastro-intestinali… diversi studi hanno rilevato addirittura una maggiore efficacia rispetto agli antibiotici… Potrebbe quindi essere utile prescrivere un trattamento preventivo a base di Crespino, che dovrà essere assunto una settimana prima, durante e dopo il viaggio in un paese a rischio… Diversi studi hanno dimostrato che il Crespino è in grado di stimolare la secrezione della bile… [effetto coleretico] diminuzione dei livelli di bilirubina e un aumento del volume di bile nella colecisti. Si è inoltre osservato che il Crespino è in grado di correggere l’ìpertiraminemia di pazienti affetti da cirrosi epatica… È stato dimostrato che il Crespino può essere utilizzato come efficace complemento nella terapia dei tumori. Viene utilizzato in Cina in caso di riduzione dei globuli bianchi dovuta a chemioterapia e/o radiazioni… Crespino viene utilizzato nel trattamento delle malattie della colecisti, compresi i calcoli biliari… Somministrazione orali e topiche di Crespino sono molto valide per antagonizzare specificatamente la Chlamidia trachomatis, quindi nel trattamento dell’infezione oculare da Chlamidia… Applicazioni possono effettuate utilizzando lavaggi a base di acqua con un estratto di Crespino…»141. «I derivati della Clorofilla [principalmente da erba medica o di Spagna, Medicago sativa] stimolano le cellule aiutando la rigenerazione dei tessuti e facendo aumentare la produzione di emoglobina e di globuli rossi. Essi hanno inoltre il vantaggio di non essere tossici. È stato suggerito che l’azione della Clorofilla è costituita principalmente nell’aumentare la resistenza delle cellule, in qualche maniera fisiochimica, in modo che la digestione enzimatica delle membrane cellulari da parte dei batteri invasori o delle loro tossine viene controllata. Sembra che la clorofilla dissoci la CO2, determinando la liberazione dell’ossigeno che inibisce i batteri anaerobi [cioè che vivono in assenza di ossigeno]. Si raccomanda un delicato lavaggio vaginale con Clorofilla in tutti i casi di malattia infiammatoria pelvica per annientare o diminuire l’inevitabile popolazione di batteri anaerobi e per migliorare lo stato di salute cervicale e, possibilmente, del tratto superiore. Questi tessuti vanno mantenuti sani per ridurre il rischio di 141

Joseph E. Pizzorno jr, Michael T. Murray, Trattato di Medicina Naturale, Red Edizioni

92


infertilità o gravidanza ectopica. Un ricercatore ha riportato che i casi di leucorrea grave si erano risolti sempre con poche applicazioni di clorofilla… Se una donna ritiene di aver avuto un rapporto sessuale con partner infetto, le irrigazioni con una soluzione di Clorofilla idrosolubile possono essere una buona misura di supporto»142. «Come abbiamo visto, il Trematode Schistosoma mansoni è l’agente che causa la schistosomiasi, una malattia tropicale comune. Le cercarie di questo parassita vivono nell’acqua e penetrano nell’ospite attraverso la pelle. Questa malattia debilitante, provoca indebolimento organico e aumenta la suscettibilità a molti altri agenti patogeni, alcuni dei quali letali. Il lapacholo [principio attivo del Lapacho, chiamato anche Tabebuja e Pau d’Arco, Tabebuia avellanedae] è stato testato come barriera topica per le cercarie e si è scoperto che è altamente efficace per prevenire la penetrazione. È stato testato anche per via orale e si è scoperto che riduce la penetrazione in modo significativo. Dopo l’assunzione, il lapacholo viene secreto attraverso la pelle dalle ghiandole sebacee e qui agisce come una barriera topica. Le cercarie tentano di penetrare l’ospite attraverso le ghiandole sebacee o le aree limitrofe… … l’alfa-lapachone e il beta-lapachone, altri due principi attivi del Lapacho, agiscono entrambi contro il Schistosoma mansoni. L’attività contro virus è stata studiata… Il beta-lapachone è notevolmente efficace contro il Trypanosoma cruzi, uno zoomastigote responsabile della tripanosomiasi, o “morbo do Chagas”. Questa malattia si presenta in forma acuta o cronica e non si conoscono cure efficaci, tranne il Lapacho. Il Lapacho possiede proprietà straordinarie che meritano almeno un cenno: antimicrobico, anti-virale, anti-infiammatorio e anti-neoplastico (anti-cancro). Antimicrobico. «azione anti-microbica contro batteri Gram-positivi e Gram-negativi e contro la Brucella… e un comportamento funginostatico e fungicida, compresa la Candida… contro lo Staphylococcus aureus. Anche gli agenti causali di tubercolosi, dissenteria e antrace vengono inibiti… Antivirale: si è dimostrato attivo contro alcuni ceppi virali tra cui l’Herpes virus hominis di tipo I e II. Inibisce con efficacia quattro virus dell’influenza. Inibisce in maniera significativa il virus della poliomielite e il virus della stomatite vescicolare… è stato testato contro il virus della mieloblastasi aviaria e il virus della leucemia murina Rausch; inibisce la trascrittosi inversa del retrovirus… E’ di grande importanza per eventuali cure dell’HIV e del HLBV (i virus che causano l’Aids e la sindrome di Epstein-Barr). Antinfiammatorio: gli estratti della corteccia di Lapacho dimostrano una spiccata azione anti-infiammatoria… contro un ampio spettro di infiammazioni, come cerviciti e cervicovaginiti»143. «Aglio: 3-5 spicchi al giorno. Uso “esterno”: infuso 1-2 spicchi per 100-200 g di acqua, in clistere, per bambini. 100 g di bulbo fresco pesto cotto 10 minuti in acqua un litro, clisteri da eseguire coricati. Cipolla: 1 bulbo crudo tagliuzzato in una scodella d’acqua per 10 ore, indi spremere il succo da adoperare al mattino a digiuno. Ripetere da 4 a 6 mattine di seguito. Ricominciare se occorre, trascorse 3 settimane. Melograno: scorza del frutto, un pugno, di decotto in mezzo litro d’acqua, in tre volte, una tazza all’ora. Estratto fluido [1:1] 10-30 g. Uso “esterno”: scorza 50 g bollita in mezzo litro di acqua, clistere. Santoreggia: erba fiorita infuso due pizzichi per l’acqua bollente di una tazza, a digiuno ogni giorno. Oli essenziale 5-10 gocce, due o tre volte nelle 24 ore Genziana: radice polvere 0,2-1 g ai bambini. 142 143

Joseph E. Pizzorno jr, Michael T. Murray, Trattato di Medicina Naturale, op. cit Joseph E. Pizzorno jr, Michael T. Murray, Trattato di Medicina Naturale, op. cit

93


Tanaceto: sommità fiorite polvere 1-2 g in miele o polpa di frutta. Infuso una manciata per litro di acqua, 3-5 tazzine al giorno. Zucca: semi polvere 10-40 g bambini, 50-100 g adulti, impastata con miele; dopo mezz’ora amministrare uno o due cucchiai di olio di semi di Ricino144 o di mandorle (se non c’è minima stipsi). Assenzio: sommità fiorite polvere 2-4 g in un poco di vino tiepido. Infuso un pizzico per l’acqua calda di un tazzina, per mezz’ora, previa introduzione di miele. Carota: radice cruda grattugiata da mezzo a un chilo in 24 ore. Una o due carote al mattino a digiuno e alla sera al coricarsi. Valeriana: radice 30 g bollita per un minuto nell’acqua di un litro e versata su Camomilla 10 g, clistere Lupino: semi un pugno macerato nell’acqua di mezzo litro per 24 ore e passare per la tela, da usare in clisteri»145. «Prugnolo (Prunus spinosa) fiori, Proprietà: vermifughi, tonici, stomachici, lassativi per i piccini, depurativi attivanti il ricambio. Preparazioni e prescrizioni: infuso 2-3% 1-3 tazzine, un cucchiaio ogni due ore sedativo urinario; infuso 3-4%, dosi differenti secondo le necessità della cura dimagrante. Uso esterno 5% semicupi dismenorroici»146. «Con tre erbe potete liberarvi di più di 100 tipi di parassiti! …. Senza interferire con qualunque medicinale stiate già prendendo! … Le erbe sono: Mallo di Noce nera (solo quando è di colore verde) Assenzio o Artemisia (Artemisia absinthium NdT) Chiodi di garofano (solo appena macinati)»147. È necessario chiarire che l’Autrice (H.R. Clark) si riferisce alla Noce nera cioè alla Noce americana e alla Noce nera (Juglans nigra e Juglans cinerea), perché negli USA cresce solo quella e ignora la Noce italiana (Juglans regia). D’altra parte dell’oceano, gli Autori europei, ignorano la Noce americana e, per la stessa ragione, citano solamente la Noce italiana! Qual è la più efficace delle due? Per i fini anti-parassitari è indifferente usare l’una o l’altra specie, sono ugualmente efficaci, mentre per i fini liquoristici (“Nocino”) i frutti verdi della Noce nera sono molto più aromatici. Anche l’EFSA ha riconosciuto che tre specie di Juglans siano equivalenti. Parti usate: foglie, mallo o scorza esterna del frutto acerbo (verde). Proprietà: amaro stomachico, antiscrofoloso, depurativo, antisudorifero, tonico astringente stittico, ipoglicemizzante, galattofugo. L’olio, ottenuto dalla compressione a freddo, alla dose di 30 g, è tenifugo»148 «Noce (Juglans regia). Azione: antidiabetica-ipoglicemizzante, astringente, depurativo, antisettica, linfodrenante, antipertensivo… ha fama di ottimo depuratore generale»149. «Noce (Juglans regia)… ha proprietà tonificanti, astringenti, ipoglicemizzanti, antiscrofolose, depurative, vermifughe. Grazie ad una sostanza antibiotica, essa agisce localmente sul carbonchio. Tenia: 50-60 g di olio di noce, per tre sere»150. 144

Jean Valnet, Fitoterapia. Cura delle malattie con le piante. Giunti Editore: «Al posto dell’olio di Ricino si può prendere, un’ora dopo, una tisana con un cucchiaio di dessert o da minestra di corteccia di Frangula per una tazza grande. Bollire 2 o 3 minuti. Aggiungere un cucchiaio da dessert o da minestra di foglie di Sena, tenere in infusione per 10 minuti. Andar di corpo in un vaso pieno di acqua tiepida. Se la testa della tenia non è venuta aspettare due mesi, e sorbire un decotto ottenuto con: 50 g di corteccia di melograno bollita in 750 g di acqua. Ridurre a 500 g. Purga. Per i bambini, farlo prendere in più giorni, prima della purga (trattamento indicato per la tenia, ma anche per gli ascaridi» 145 L.P. da Legano, Le piante medicinali nella cura delle malattie umane, op. cit 146 Luigi Pomini, Erboristeria Italiana, op. cit. 147 Hulda Regehr Clark, La cura di tutti i cancri avanzati, Macro Edizioni 148 Luigi Pomini, Erboristeria Italiana, Edizioni Vitalità. 149 Francesco Perugini Billi, Fitoterapia, Edizioni Junior. 150 Jean Valnet, Cure delle malattie con ortaggi, frutta e cereali, Giunti Martello Editore

94


«Noce (Juglans regia)… presenta proprietà antibatteriche e fungicide… trova impiego nell’insufficienza venosa, nella sintomatologia emorroidaria e nel trattamento delle forme diarroiche lievi»151. «Le gemme manifestano proprietà anti-infettive e anti-infiammatorie di lunga durata: risultano attive nei confronti dello stafilococco e dello streptococco e dei germi che si sviluppano a livello delle mucose, in particolare a livello della trachea e bronchi. Il gemmoderivato Juglans regia risulta adatto, quindi, nel trattamento di angine, tracheo-bronchiti e otiti. “Rimedio per le suppurazioni”: la sua azione viene sfruttata anche nella terapia di eczema infettato nell’acne pustolosa, nell’impetigine e in ogni alterazione cutanea con gemizio. Esplica azione anti-infiammatoria anche a livello del pancreas stimolandone l’attività: il suo impiego, in effetti, viene segnalato nel malassorbimento causato da insufficienza pancreatica funzionale (flatulenza, meteorismo, postprandiale ecc.)»152 Per quanto riguarda la seconda erba citata dalla Clark, «Assenzio o Artemisia», il traduttore con una sua nota interpreta che trattasi dell’Assenzio (Artemisia absinthium) giustamente perché col termine Artemisia si intende l’Artemisia vulgaris. Credo, tuttavia, che l’Autrice non si sia sbagliata, ma che abbia intesto l’Artemisia non come sinonimo (errato) di Assenzio, ma come alternativa all’Assenzio! Anche l’Artemisia, infatti, ha notevoli proprietà anti-elmintiche. «Artemisia (Artemisia vulgaris). Azione: antielmintica, digestiva, tonica, antispasmodica, emmenagoga, sedativa… Ha un’azione simile all’Assenzio, ma più debole. Ha fama di essere un buon rimedio emmenagogo, antidismenorreico e regolatore del ciclo… Le proprietà digestive, colagoghe, lassative, antielmintiche e antispastiche ne fanno un ottimo rimedio, soprattutto nelle malattie e nelle disfunzioni del tratto gastro-intestinale. Essendo meno forte dell’Assenzio, nei disturbi della digestione (digestione lenta, nausee, ecc.) e nell’inappetenza può essere assunta anche per lunghi periodi. Promuovendo una migliore digestione, l’Artemisia favorisce la corretta assimilazione dei nutrimenti. Meno comune è l’impiego, in particolare della radice, nelle nevrosi, nelle depressioni, nell’insonnia e in altri disturbi nervosi e dell’umore. L’azione sull’umore sembra attribuibile all’olio essenziale… un tempo era ritenuta un buon rimedio per l’epilessia e le convulsioni»153. «Assenzio (Artemisia absinthium). Azione: antielmintica, amaro-tonica, amaroaromatica, coleretica, digestiva, antinfiammatoria, antifebbrile, leggermente antidepressiva, emmenagoga. L’Assenzio è impiegato principalmente per stimolare la cistifellea, nelle profilassi della litiasi biliare e come antidispeptico… E’ tradizionalmente impiegato come vermifugo intestinale. Possiede un’azione eccitante centrale e un’azione miorilassante [rilassante dei muscoli]. Quest’ultima viene sfruttata applicando gli estratti di questa pianta sotto forma di unguenti a livello articolare e muscolare. Ottima nelle insufficienze digestive. Stimola l’acidità gastrica e la produzione di bile. Inoltre favorisce l’assorbimento dei nutrienti, che può risultare utile nei soggetti affetti da anemia. Riduce la formazione di gas (azione carminativa) intestinali e il gonfiore. Questo si traduce in una migliorata vitalità… L’Assenzio viene usato nella preparazione di liquori come il Vermouth, il Cinzano e il Martini»154. «Chiodi di garofano (Syzygium aromaticum, sin. Eugenia caryophyllata). Azione: stimolante, carminativa, antisettica, antielmintica, moderatamente analgesica, espettorante. Gli antichi medici attribuivano ai chiodi di garofano proprietà antisettiche… sono considerati un tonico-aromatico. Stimolano la rigenerazione della mucosa gastrica (eugenolo), diminuiscono

151

Enrica Campanini, Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, Tecniche Nuove. Enrica Campanini, Manuale pratico di gemmoterapia, Tecniche Nuove. 153 Francesco Perugini Billi, Fitoterapia, Edizioni Junior. 154 Ibidem 152

95


l’acidità e l’attività peptica dei succhi digestivi. L’azione antisettica e leggermente anestetica è meglio sfruttata per applicazioni locali (denti, mucose della bocca)»155. «Santonina (Artemisia marittima o Artemisia cina) Proprietà: anti-elmintica, carminativa, stomachica, emmenagoga, narcotica. Impieghi: quasi tutte le specie del genere Artemisia sono efficaci contro i parassiti: ricordiamo l’Assenzio, l’Abrotano, il Genepì e l’Artemisia. Esse inoltre curano la dissenteria e possiedono proprietà anti-micotiche. Questa specie è più specifica, ma non necessariamente più potente delle altre; combatte tenia, ascaridi, ossiuri e altri parassiti… Sarebbe utile farli seguire da un lassativo, come la corteccia di Cascara»156. «Aglio (Allium sativum). Azione: antisettica (contro batteri, virus, miceti, protozoi), antielmintica [ossiuri, tenia…], ipoglicemizzante, immunostimolante, mucolitica, depurati-va antitossica, anti-arteriosclerosi, espettorante… tonificante generale, anti-cancerogeno, antiipertensiva, fluidificante del sangue. Antisettico polmonare e mucolitico, antiputrefattiva, antiossiurica. Previene il cancro allo stomaco. È particolarmente efficace contro lo Criptosporidium. Inoltre ha un’azione colagoga e coleretica. Stomachica, spasmodica e aumenta le secrezioni delle mucose gastrointestinali. Studi clinici hanno mostrato che l’Aglio agisce positivamente su vari aspetti del sistema cardiovascolare. Previene l’aterosclerosi, riduce la pressione arteriosa, il colesterolo LDL [il colesterolo “cattivo”], i trigliceridi e l’aggregazione delle piastrine. Aumenta, invece, l’HDL [il colesterolo “buono”] e la fibrinolisi. Nell’abbassare i lipidi ematici [colesterolo e trigliceridi], l’Aglio sembra sia più efficace dei fosfolipidi della Soja (lecitina), della fibra di Avena e dell’Olio di Pesce. Per quanto riguarda l’azione anti-cancerogena… tutti gli studi sono arrivati alla conclusione che il consumo di Aglio e Cipolla è in grado di prevenire la carcinogenesi. L’Aglio sembrerebbe particolarmente efficace nel prevenire il tumore della mammella, del colon e dello stomaco»157. «Aglio orsino (Allium ursinum). Azione: anti-fermentativa intestinale, anti-elmintica, anti-aterosclerotica, depurativa, lassativa blanda, mucolitica. L’Aglio orsino è ricco di composti solforati (gruppi S-H, S-Cisteina) che reagiscono con gli ioni di metalli pesanti (ad esempio mercurio) e li rendono precipitabili… ha un effetto anti-cancerogeno, in particolare a livello del tratto gastro-intestinale e dei polmoni… l’Aglio orsino si è dimostrato efficace nel ridurre l’infezione micotica, non tanto agendo direttamente sulla Candida, ma attraverso una profonda disintossicazione del lume intestinale, con un effetto positivo sulla flora “buona”, inoltre migliora il processo digestivo dei cibi. L’Aglio orsino ha fama di possedere forti proprietà depurative e curative, che sarebbero addirittura più forti del congenere coltivato (Aglio comune). Infatti contiene un maggior numero di sostanze attive rispetto all’Aglio comune»158. «Zucca (Cucurbita pepo). I semi contengono un composto isoprenoide dotato di proprietà anti-elmintiche e con un elevato contenuto di minerali. Proprietà: anti-elmintica, nutriente, vermifuga, diuretica. Impieghi: combatte tenia e ascaridi. Utile l’abbinamento con altri anti-elmintici, come il clistere d’infuso d’Aglio. I semi di Zucca sono efficaci anche contro nausea, chinetosi e prostata ingrossata. Dosaggio: 30-60 g di semi»159. «Proprietà [dei semi della Zucca]: tenifughe. Prescrizioni: i semi [non tostati, ma solo essiccati e quindi “germinabili”] si liberano dal tegumento, che contiene una sostanza amara, e si pestano nel mortaio con zucchero. Dose della miscela: semi di zucca 60 g, zucchero 20 g. La pasta che se ne ottiene può essere somministrata senza altro o emulsionata in 160 g di acqua (o acqua aromatizzata con idrolato di fiori di arancio). La mattina a digiuno per i bambini. Dopo 155

Francesco Perugini Billi, Fitoterapia, Edizioni Junior. Michael Tierra, Grande manuale di erboristeria, Edizioni Mediterranee 157 Francesco Perugini Billi, op. cit. 158 Francesco Perugini Billi, op. cit. 159 Ibidem. 156

96


l’ingestione dei semi, si fa prendere una purga di olio di ricino. I semi di Zucca non sono tossici e la dose può essere ripetuta ed elevata senza inconvenienti, sino a espulsione della tenia. In dose meno alta si può anche prescrivere ai bambini, anche in considerazione del gradevole sapore»160. «L’olio (di semi) di Ricino (Ricinus communis) nello stomaco non spiega alcuna azione, ma nell’intestino per influenza del succo pancreatico, l’acido ricinoleico si mette in libertà ed eccita i movimenti peristaltici; l’eccesso d’olio, rimasto indecomposto, lubrifica la mucosa intestinale e le masse fecali e ne agevola l’eliminazione; sul crasso l’azione è lieve. Lassativo in dose di 2-10 g, purgante in dose maggiore (15-20-50 g). Determina scariche nel periodo di 3-6 ore, senza dolori colici. Non è controindicato nella gravidanza e nel periodo mestruale, sempreché si usi a dosi medie; nelle affezioni addominali, in generale, pur non presentando i pericoli di altri purganti (Aloe, ecc.), l’uso ne deve essere vagliato caso per caso; così nella peritonite e nell’appendicite si deve astenersene. Si prescrive di solito nell’imbarazzo gastrico, costipazione (anche se abituale); coliche epatiche (in unione con olio di oliva); elmintiasi, avvelenamenti per via orale (non in quello di fosforo), ecc. In alcuni casi è piuttosto difficilmente tollerato per il suo sapore disgustoso, ma è, senza dubbio, il migliore purgante di cui disponiamo. All’est. In pomate e linimenti per combattere la seborrea del cuoio capelluto, nonché per rendere morbidi e lucenti i capelli»161. «Melograno (Punica granatum). Parti usate: la corteccia, la corteccia della radice, la parte esterna del frutto. Proprietà: anti-elmintico, astringente. Impieghi: arresta la diarrea di origine fredda e insufficiente, uccide e favorisce l’espulsione di tenia e ascaridi… seguito da un lassativo»162. «Tanaceto (Tanacetum vulgare) sommità fiorite. Proprietà: antielmintiche vermifughe ossiuricide, amaro-toniche stomachiche, carminative, stimolanti generali, emmenagoghe, eccitanti uterine. Droga che assopisce le tenie quindi fare seguire energico purgante per espellerle»163. «Tanaceto (Tanacetum vulgare)… espelle i parassiti intestinali, aiuta la digestione e stimola l’utero. È impiegato soprattutto come enteroclisma per espellere i parassiti intestinali, soprattutto nei bambini. Non è consigliato in gravidanza. Il Tanaceto era molto importante come erba da spargere, veniva utilizzata in armadi, guardaroba e materassi o per allontanare le tarme, cimici e pulci»164. «Crisantemo partenio o Feverfew o Crisantemo partenio o Matricaria (Tanacetum parthenium o Chrysanthemum parthenium). Il principale impiego tradizionale riguardava la cura dei problemi femminili… “fortifica in generale l’utero, depura l’utero, espelle gli annessi e dona alla donna tutti i benefici che può desiderare da un’erba”. Oggi viene usato soprattutto per trattare l’emicrania, ma si è creduto per lungo tempo che fosse utile per l’artrite e il reumatismo»165. «Crisantemo partenio (Tanacetum o Chrysanthemum parthenium). Proprietà: vermifughe, antispasmodiche calmanti antisteriche, tonico-stimolanti leggere, stomachiche digestive, emmenagoghe, metro-sedative. Polvere 2-5 g al dì; tisana 1% 3 a 5 tazze…»166.

160

Alberti Fibi, La malattie curate con le erbe e piante medicinali, Garlini Editore, Milano AA.VV. Medicamenta, VI Edizione, Cooperativa Farmaceutica, Milano 162 Ibidem. 163 Luigi Pomini, Erboristeria Italiana, op. cit. 164 Deni Bown, Il libro completo delle erbe, De Agostini. 165 Andrew Chevallier, Enciclopedia delle piante medicinali, Idea Libri. 166 Luigi Pomini, Erboristeria Italiana, Edizioni Vitalità 161

97


«Ferula (Ferula assa-fetida), originaria di Iran, Turchia, Russia meridionale, è un erba importante dalla quale si ricava la gommoresina, utilizzata fin dai tempi più antichi. È quasi certamente l’erba dall’odore più sgradevole, sulfureo, capace, tuttavia, in piccole quantità, di conferire a molti cibi un aroma veramente piacevole. È anche un’erba medicinale molto efficace, ampiamente utilizzata nella tradizione ayurvedica… ad azione depurativa e rinvigorente sul tratto gastro-intestinale, che agisce in particolare sull’apparato digerente. È anche analgesica e spasmolitica, espettorante, ipotensiva e anticoagulante… In caso di digestione difficile, flatulenza, coliche, stipsi, vermi intestinali, dissenteria, pertosse, bronchiti e stati convulsivi»167. «Quassia (Quassia amara). Legno. Proprietà: erba fortemente amara, non astringente, priva di odore, ad azione antipiretica, aperitiva e digestiva. È efficace contro insetti e parassiti ed è considerata anti-leucemica. Per uso interno in caso di debolezza da convalescenza, inappetenza, malaria e nematodi intestinali. Per uso esterno come lozione antiparassitaria, per esempio contro i pidocchi e come enteroclisma contro i nematodi. L’estratto di Quassia si impiega per rendere amara la birra, le bevande analcooliche e i liquori e nella fabbricazione di insetticidi contro mosche, ragnetto rosso, afidi e afidi lanigeri»168. «China (Cinchona calisaya), da cui si estrae l’alcaloide chinina, un potente antimalarico… Erba amara, astringente, antipiretica, spasmolitica, capace di rallentare il ritmo cardiaco e antimalarica. La chinina si impiega come sostanza amara nell’acqua tonica e nelle bevande frizzanti. In medicina: per uso interno in caso di malaria, nevralgie, crampi muscolari, fibrillazione cardiaca: come ingrediente della maggior parte dei rimedi per raffreddori e influenza»169. «La produzione annua di corteccia di China si stima attorno alle 8.200 tonnellate. Amara, antipiretica, tonica, stomachica, spasmolitica, astringente, antibatterica, antimalarica e nella prevenzione della malaria. Il chinino è anche usato per trattare altre condizioni febbrili acute… viene usata per gargarismi nelle infezioni di gola… contro i crampi, specialmente quelli notturni. Allevia pure l’artrite. In india viene utilizzata per diverse patologie, compresa la sciatica e la dissenteria»170. «Barba di Giove o Lichene orsino (Usnea barbata). Proprietà: alterativo [depurativo del sangue]. Antibatterico, antimicotico. Impieghi: è efficace contro la maggior parte delle infezioni da Streptococco e Stafilococco, nonché – per le donne – contro l’infezione da Trichomonas (in tal caso ogni due ore). Libera tutta la sua forza terapeutica contro cute infetta, micosi, impetigine, infezioni dell’apparato gastro-intestinale, delle vie urinarie e da Streptococco. È un importante antibiotico naturale di recente scoperta»171. «Baptisia (Baptisia tinctoria). Proprietà: alterativa, antibiotica, antisettica, emmenagoga, emetica (ad alte dosi). Impieghi: cura stati infiammatori associati alla setticemia [infezione], grave necrosi dei tessuti dovuta a congestione dei capillari, ulcere putride di origine maligna, piaghe alla bocca e ai capezzoli, erisipela, scrofola, infiammazioni alla gola di origine maligna, difterite, scarlattina, tonsillite, dissenteria tifoidea, polmonite tifoidea, meningite cerebrospinale, leucorrea fetida e ulcere alla cervice. Perdite maleodoranti con venature viola scuro indicano con precisione la necessità di ricorrere alla Baptisia. Gli unguenti a base di Baptisia sono ottimi rimedi in caso di tumori infiammati, cancri, bolle e ulcere… infuso standard, 3-9 g»172.

167

Deni Bown, Il libro completo delle erbe, De Agostini. Ibidem. 169 Ibidem 170 Andrew Chevallier, Enciclopedia delle piante medicinali, Idea libri. 171 Michael Tierra, Planetary Herbology, Lotus Press. 172 Michael Tierra, Planetary Herbology, Lotus Press. 168

98


Ho compreso fra le erbe anti-elmintiche (anti-vermi parassiti) i frutti (propriamente cinorrodi) della Rosa canina. I miei Autori preferiti «per la ricchezza in vitamina C ne fanno un ottimo coadiuvante negli stati carenziali: possono essere considerati, infatti, un valido ed apprezzato presidio terapeutico nella prevenzione e nel trattamento delle affezioni invernali a carico dell’apparato respiratorio e nella sindrome influenzale… il gemmoderivato viene utilizzato nella patologia dell’apparato respiratorio. La somministrazione di antibiotici, anche quando pienamente giustificata dal punto di vista terapeutico, determina un calo del beta e gamma globuline, cioè di quelle globuline, responsabili di un’adeguata reazione immunitaria da parte dell’organismo; tale calo può durare svariate settimane dopo la fine del trattamento. Ciò spiega il susseguirsi di forme influenzali, faringiti, ecc. che si presentano in forma recidivante per tutto l’inverno. L’uso delle gemme di Rosa canina può aiutare in questi casi ad aumentare le difese dell’organismo. Se la somministrazione avviene per tempo, in autunno il gemmoderivato di Rosa canina aiuterà ad affrontare meglio l’inverno… »173. Leggendo questo primo Autore, e quelli successivi riportati nella parte dedicata ai polmoni, si deduce che è nelle vie respiratorie che deve essere classificata, ma la segnalo qui perché ne ho direttamente constatata anche l’azione vermifuga. Credo che l’attività sia dovuta ad un’alta dose di vitamina C (superiore a quelle di uso corrente). L’eccesso di vitamina C viene eliminato con le urine in 24 ore, senza danni, e bisogna avere una giornata a casa a disposizione… per via dell’effetto purgativo. La prima volta ho visto prendere 50 g di vitamina C (da un estratto di Rosa canina) sciolta in un litro di acqua bevuto al mattino da mio nonno. Soffriva da tempo di una infiammazione a un orecchio che era diventato grande il doppio dell’altro! Non conosco il ragionamento che aveva fatto prendere quella decisione, ma resta il fatto che dopo aver ingurgitato la pozione al mattino, cominciò nel primo pomeriggio ad andare in bagno rumorosamente (con molta aria) e in una di quelle volte eliminò “una manciata” (come fu definita) di vermi ossiuri. Nel giro di due o tre settimane l’orecchio riacquistò la normale dimensione. In seguito, ho constatato che quella dose era abbondante e che 25 g di vitamina C (e anche 10-12 g) sono sufficienti per ottenere un buon effetto vermifugo o comunque di pulizia intestinale. Da ultimo va ricordato che, tutti i microbi, in generale, temono lo zolfo e i composti solfonati: Cistina, Cisteina, Taurina, Metionina, N-Acetilcisteina, Glutatione, MSM (MetilSulfonil-Metano) e SAMe (Solfo-adenosil-metionina). Certi batteri impediscono al corpo addirittura di produrli! Poiché tutti questi aminoacidi e derivati sono coinvolti nell’attività di depurazione del fegato, se vengono a mancare il fegato non può neutralizzare le tossine (che quindi si accumuleranno nel corpo intossicandolo). In questo caso è indispensabile fornire questi nutrimenti con un integratore.

173

Enrica Campanini, Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, Tecniche Nuove.

99


INTEGRATORI ALIMENTARI CONSIGLIATI IN CASO DI PARASSITI Tavola comparativa secondo le funzioni fisiologiche e/o nutritive degli ingredienti

PRODOTTI

TENAFER con aglio pastiglie TENAFER senz’aglio pastiglie LICHENE pastiglie NOCE TMG (frutti) liquido analcoolico NOCINO NERO liquore alcoolico AGLIO-T pastiglie AMARRONE liquore alcoolico TENAVIS Quintessenza® spray alcoolico LUPINO TMG liquido analcoolico CHINA COMPOSITUM pastiglie GEMME DI PINO softgel PAPAVIS pastiglie VITA SANA pastiglie ENULA TMG liquido analcoolico DIGEVIS liquido alcoolico VERAVIS® Light liquido analcoolico BILIARIS liquido analcoolico e pastiglie VISKAPPA pastiglie BRONVIS con e senza miele liquido analcoolico BRONVIS-T pastiglie ROSA CANINA polvere CAMOMILLA TMG liquido analcoolico BARBA DI GIOVE TMG liquido analcoolico CRESPINO TMG liquido analcoolico PROPOLI TMG liquido alcoolico e analcoolico FERULA-T pastiglie PIREVIS liquido alcoolico e pastiglie BAPTISIA TMG liquido analcoolico ESSENZIALVIS polvere e pastiglie DAUNADIECI pastiglie VERAVIS®-T Light grani VALERIANA TMG liquido analcoolico ECHINACEA TMG liquido analcoolico VERAVIS® liquido analcoolico FINOCCHIO TMG liquido analcoolico FRANGULA TMG liquido analcoolico RABARBARO COMPOSITUM pastiglie RABARBARO TMG liquido analcoolico WILLIVIS liquido analcoolico AGARVIS polvere e pastiglie ARTEMISIA VOLGARE TMG liquido analcoolico VERGA D’ORO TMG liquido analcoolico PROPOLI COMPOSITUM pastiglie PROPOLI & ECHINACEA pastiglie PROBIOTICO pastiglie SALICHINA pastiglie

PARASSITI NEMATODI, CESTODI, O VERMI IN OSSIURI, TENIA, GENERALE ASCARIDI, ECC. ECC.

                                          

        

       

           

     



           

   

PROTOZOI TREMATODI, (PLASMODIO FUNGHI FASCIOLA (CANDIDA MALARIA, HEPATICA, ALBICANS, GIARDIA, ECC. ECC.) LEISHMANIA, TOXOPLASMA, TRICHOMONAS), AMEBA, ECC.

     

       

      

   

  







  

 

        







  

Le indicazioni riportate si riferiscono ai soli ingredienti e non sono attribuite nel loro complesso agli integratori; per questo motivo, per quanto riguarda lo specifico effetto funzionale o le eventuali avvertenze, si rimanda a quanto riportato sulla confezione dei singoli prodotti.

Il materiale informativo aggiornato può essere scaricato sul sito www.drgiorgini.com

febbraio 2014


AVVERTENZE Il Dr. Giorgini ricorda ai propri affezionati Consumatori che gli integratori alimentari non sono medicinali e perciò non possono vantare proprietà curative e/o preventive di alcun tipo. La loro funzione non va in alcun modo ritenuta sostitutiva di ogni trattamento terapeutico che si renda necessario per risolvere problematiche di tipo patologico, in presenza delle quali si raccomanda di consultare sempre il parere del medico. Gli integratori alimentari, infatti, sono, come evidenziato dal loro nome, prodotti nati per integrare l’alimentazione e possono rivendicare per i propri costituenti solo effetti nutritivi e/o fisiologici atti a sostenere e coadiuvare le normali funzioni organiche tipiche di un organismo sano. In caso di malattie o disfunzioni croniche, pertanto, si invita a valutare insieme al medico l’eventualità di un integrazione nutrizionale di supporto. Gli integratori alimentari, inoltre, non vanno intesi come sostituti di una dieta variata ed equilibrata, devono essere utilizzati nell’ambito di uno stile di vita sano e senza superare la dose giornaliera raccomandata. Ricordiamo che per conoscere il campo d’applicazione di un determinato integratore alimentare è necessario consultare la confezione del prodotto, nella quale vengono riportate tutte le informazioni necessarie per il corretto uso dell’integratore alimentare (claim salutistico, modalità d’uso, ingredienti, tabella nutrizionale ed avvertenze specifiche). Gli integratori alimentari, riportati a margine di ogni sintomo, non vanno intesi come curativi o preventivi di quel sintomo. Gli integratori indicati possono, invece, esercitare un’azione coadiuvante in base alle proprietà nutrizionali e/o fisiologiche riconosciute per gli ingredienti contenuti, finalizzata, in particolare, a: drenare, depurare, fluidificare lenire nutrire regolare, riequilibrare, modulare rilassare, limitare, contrastare sostenere, ricostituire, stimolare, tonificare Sostenendo le funzioni organiche atte a ripristinare e mantenere il benessere negli ambiti organici qui di seguito complessivamente indicati: -

equilibrio acidità gastrica apparato cardio-vascolare appetito assimilazione nutrienti (modulazione-limitazione) azione astringente carboidrati, metabolismo dei cellulite circolazione del sangue circolazione venosa, plesso emorroidario colesterolo e trigliceridi, metabolismo del connettivo, trofismo del disturbi del ciclo mestruale disturbi della menopausa equilibrio flora intestinale (funzione probiotica, prebiotica) equilibrio flora batterica orale gas intestinali funzione cognitiva funzione epatica, biliare e digestiva funzione galattogoga 101


liquidi corporei, gambe pesanti membrane cellulari memoria mentale metabolismo (carboidrati, lipidi: trigliceridi e colesterolo) microcircolo mucose (oro-faringee, apparato respiratorio, vie urinarie) naso, gola naturali difese nausea normale volume e consistenza delle feci ossa pelle, unghie e capelli peso corporeo pressione arteriosa prime vie respiratorie processo di sudorazione prostata secrezioni bronchiali senso di fame, sazietà sonno stanchezza fisica e mentale stress stress-ossidativo tensioni localizzate tono dell’umore tono della voce transito intestinale, motilità gastro-intestinale vie urinarie vista volume e consistenza delle feci (c’è già sopra!! Normale volume ecc…)

-

Non da ultimo, si ricordano le avvertenze specifiche riportate sulla confezione dei prodotti e previste dalla normativa di settore per determinate condizioni d’uso o a seguito della presenza di particolari ingredienti. Le avvertenze specifiche che possono essere previste in alcuni prodotti del Dr. Giorgini sono quelle qui di seguito riportate: -

prodotti coadiuvanti per la riduzione del peso corporeo: in caso di impiego del prodotto nell’ambito di diete prolungate, superiori a 3 settimane, si consiglia di sentire il parere del medico. Per ottenere risultati nella riduzione del peso corporeo è sempre necessario seguire una dieta ipocalorica adeguata e praticare attività fisica;

-

prodotti consigliati per bambini al di sotto dei 3 anni di età: per l’uso del prodotto sotto i 3 anni si consiglia di sentire il parere del medico;

-

prodotti contenenti caffeina: non raccomandato per i bambini e durante la gravidanza;

-

prodotti contenenti cimicifuga: non superare le quantità di assunzione indicate. Per l’uso del prodotto e per la durata della sua assunzione si consiglia di consultare il medico. Il prodotto non va comunque utilizzato in disfunzioni e malattie epatiche e renali;

-

prodotti contenenti creatina, miscele complesse di aminoacidi o aminoacidi ramificati: non utilizzare in gravidanza e nei bambini, o comunque per periodi di tempo prolungati senza sentire il parere del medico; 102


-

prodotti contenenti ginkgo biloba: se si stanno assumendo farmaci anticoagulanti o antiaggreganti piastrinici, consultare il medico prima di assumere il prodotto. Si sconsiglia l'uso del prodotto in gravidanza e durante l'allattamento;

-

prodotti contenenti iperico: se si assumono dei farmaci, prima di utilizzare il prodotto chiedere il parere del medico perché l’estratto di iperico può interferire sul loro metabolismo inibendone anche l’attività. L’estratto d’iperico è controindicato in età pediatrica e nell'adolescenza;

-

prodotti contenenti miscele generiche di bioflavonoidi: non utilizzare in gravidanza;

-

prodotti contenenti monacolina da riso rosso fermentato: per l'uso del prodotto si consiglia di sentire il parere del medico. Non usare in gravidanza, durante l’allattamento e in caso di trattamento con farmaci ipolipidemizzanti;

-

prodotti contenenti sinefrina (da scorze di frutti immaturi di arancio amaro): si sconsiglia l’uso del prodotto in gravidanza, durante l’allattamento e al di sotto dei 12 anni. Consultare il medico prima dell’uso se le condizioni vascolari non sono nella norma;

-

prodotti contenenti saw palmetto (Serenoa repens): si sconsiglia l'uso in donne in età fertile e in soggetti di entrambi i sessi in età prepubere.

-

prodotti contenenti steroli vegetali: l’assunzione di questo integratore alimentare va prevista nel quadro di una dieta varia e bilanciata, che comporti il consumo regolare di frutta e verdura così da contribuire a mantenere adeguati i livelli di carotenoidi. Non superare la dose giornaliera raccomandata evitando il consumo di oltre 3 g di steroli vegetali al giorno. Non adatto dal punto di vista nutrizionale per le donne in gravidanza, donne che allattano e ai bambini di età inferiore a 5 anni. Il prodotto non è destinato alle persone che non hanno la necessità di controllare i livelli di colesterolo nel sangue. Le persone che assumono farmaci ipocolesterolemizzanti (per abbassare il colesterolo) dovrebbero assumere il prodotto soltanto sotto controllo medico.

Si invita, pertanto, il consumatore che si trovasse in una delle specifiche situazioni di rischio comprese tra quelle sopra indicate a consultare con particolare attenzione le avvertenze del prodotto, reperibili anche direttamente sul sito www.drgiorgini.it scaricando le schede specifiche relative a ciascun integratore. Il Dr. Giorgini non si assume nessuna responsabilità in caso di impiego dei prodotti non conforme alle suddette avvertenze o non rispondente all’insieme delle raccomandazioni esposte nel presente capitolo.

103


CONCLUSIONI Non è certo una peculiarità di questa epoca avere fiducia nei rimedi costosi e rari (o nella novità dell’ultima ora), ma nell’antichità più una notizia era antica, più era ritenuta valida, oggi è vero il contrario! Là, si partiva dalla Verità come origine del tutto e si comprendeva tramite la Filosofia, oggi si parte dal Caso come origine del tutto e si spera di raggiungere, un giorno, la verità delle cose tramite la scienza… Dalla contemplazione (dell’anima) all’osservazione (dei sensi). Se un metodo è vecchio o antico ma funzionante è il buon senso a dire di continuare a praticarlo! Mai come in questo caso, si adatta il vecchio adagio: la semplicità è il sigillo della verità! Sulle queste “fondamenta”, ognuno può costruire la propria personale “casa”, sfruttando le conoscenze acquisite e le specializzazioni studiate o che studierà. Così, viene impreziosita l’attenzione dedicata alla psicosomatica, ai modi di sentire, a un determinato regime alimentare, all’omeopatia, alla naturopatia, all’agopuntura, all’erboristeria, alla farmacia e ovviamente alla medicina allopatica, ecc. Il Medico può affiancare questo metodo al suo. Quando (rare volte) ci sono delle interferenze fra piante o altri ingredienti degli Integratori alimentari con farmaci, queste vengono (obbligatoriamente) indicate fra le avvertenze del prodotto, come previsto dal Ministero della Salute. Che si abbia a che fare con uno sportivo o con un anziano a letto, lavare, rinfrescare, calmare, nutrire, tonificare… sono pratiche di igiene, di intelligenza e di rispetto verso se stessi. E forse è qui la novità. Non è di poca importanza, infatti, che l’Interessato non possa delegare ad altri, ma “arricciarsi le maniche”! In cosa consiste il metodo? Nel partire col dare primaria attenzione allo stato dell’intestino per capire cosa si deve fare o produrre per riequilibrarlo (o per dargli quell’equilibrio che non ha mai avuto). Certamente non è tutto (a volte lo è), ma è sempre un buon inizio. L’attenzione deve risalire poi dall’intestino crasso verso lo stomaco – intestino tenue e fegato – cistifellea, per poi proseguire col sistema immunitario e reni-pelle e polmoni, per completare tutti gli Emuntori. I sintomatici non sono certo vietati, per Chi se li può permettere. I nutritivi, specialmente quelli essenziali (necessari per la salute, ma il corpo non riesce a produrli e dipende per il loro approvvigionamento dall’alimentazione o dagli Integratori alimentari). I Vermifughi, i Tonici, gli Antiossidanti, i Depurativi…

104



Integratori alimentari prodotti da: VIS MEDICATRIX NATURAE® s.r.l. Via Cardeto 40 - 50034 Marradi (FI) SERVIZIO CONSUMATORI: numero verde 800 911 939 consumatori@drgiorgini.com - www.drgiorgini.com

AVVERTENZE: gli integratori non vanno intesi come sostituti di una dieta variata ed equilibrata e devono essere utilizzati nell’ambito di uno stile di vita sano. Non superare la dose giornaliera raccomandata. Il prodotto deve essere tenuto fuori dalla portata dei bambini al di sotto dei tre anni di età. Le caratteristiche dei prodotti qui riportate, potrebbero differire da quelle presenti su confezioni precedenti ancora in commercio o successive alla pubblicazione del presente materiale informativo (Agosto 2014).

COPERTINA-INTESTINO.indd 5

03/09/14 11:57


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.