Erica Vecchio Portfolio di Architettura
PROFILO
Diplomata presso il Liceo Classico Tito Livio a Padova e laureata in Architettura indirizzo Conservazione e Costruzione allo IUAV di Venezia. Nutro una grande passione per l’architettura, il restauro soprattutto, per il cinema e la fotografia. Nel mio percorso di studio, progettare affrontando i problemi e le realtà con senso logico e spirito d’analisi è il mio impegno. Questo tipo di approccio contribuisce a elaborare un concetto forte, su cui si fondano le scelte di progetto architettonico e artistico in generale, che diventa così significativo e originale, indissolubilmente legato al contesto in cui si trova e riconoscibile a grande distanza.
INTRODUZIONE
Il percorso dell’architetto nasce da un’osservazione di un luogo, di un edificio o della natura. E spesso quest’ osservazione diventa una critica costruttiva che ci spinge a creare e a pensare un luogo, una situzione non com’è, ma come potrebbe essere. Come ci ha detto una prof.ssa a una lezione: l’architetto si distingue da un tecnico o un ingegnere perchè si immagina un luogo come potrebbe essere, come diventerà e non si limita solo a commentare passivamente il suo stato attuale. L’architettura è costruire relazioni. La ricerca dei volumi adeguati all’interno di una piazza non può prescindere il loro collocamento spaziale e il loro dialogo con gli edifici già esistenti. Tale forma a sua volta non può nascere senza fondamenta, e la più solida fra tutte è la conoscenza di altri progetti, di architetti noti e universalmente approvati, vanno studiati e approfonditi fino al ridisegno delle sigole opere. Ogni professore durante l’esperienza universitaria ci ha insegnato delle nozioni fondamentali, che rigurdano gli strumenti, la conoscenza e la composizione di un’idea. Tali nozioni però sarebbero inutili, se non fossero accompagnate anche da una passione innata, dall’immagine chiara di uno scopo o di un’idea, che ci porta ad affrontare le più svariate difficoltà, a raccogliere informazioni, a rilevare un sito con precisione, a consumare rotoli di carta da lucido, a restare svegli la notte per finire un lavoro, ecc., ecc. Per me il cammino è stato particolarmente tortuoso. Avendo frequentato il liceo classico, molte materie all’inizio mi sono risultate difficili, non maneggiando con destrezza alcuni programmi informatici. Nonostante questo sono riuscita ad ottenere tante soddisfazioni, a raggiungere risultati insperati. Raccolgo quindi in questo Portfolio alcuni dei progetti significativi per la mia formazione, che più mi hanno insegnagnato il valore dell’architettura.
Pag. 3
INDICE
Progetti:
Pag.
Progetto di sistemazione per l’ area dell’ ex Ospedaletto (VE)
5
Progetto per l’ ex Chiesa di San Basilio - Campo San Basilio (VE)
9
Il cimelio di Sambruson. Recupero dell’Oratorio di villa Brusoni Scalella.
15
Progetto per attico a Great Ormond Street (Londra)
25
Lightboxhouse
27
Southwark Regeneration (Londra)
28
SMFR - Trebaseleghe (PD)
29
Pag. 5
L’area costituisce un frammento sufficientemente omogeneo all’interno di Venezia. Attualmente occupata da edifici con destinazione ospedaliera, si è pensata una riconversione degli stabili in residenziale e servizi. Successivamente, con la collaborazione del prof. M.Piana, è stata redatta una proposta di intervento che prevedeva una soglia minima di demolizione ed una massima. In entrambi i casi sono stati salvaguardati gli edifici con caratteristiche tipologiche compatibili con una utilizzazione residenziale e gli edifici di rilievo storico architettonico. La base del lavoro del laboratorio tenuto dai professori Galantino (progettazione architettonica) Gasparini (Tecnologia dell’Architettura) e Milan (Meccanica) assume l’ipotesi di maggiore demolizione, anche dei muri perimetrali, in modo da riuscire a connettere il futuro spazio urbano agli esigui punti di connessione con la città. Il dato tipologico è invece orientato alla definizione di unità abitative e di loro aggregazione, per soddisfare una domanda precisa di standard residenziale.
Assonometria
Planimetria dell’ attacco a terra
Pag. 8
PROGETTO PER L’EX CHIESA DI SAN BASILIO - CAMPO DI SAN BASILIO
“L’unico momento legittimo che si offre per l’azione di restauro è quello del presente stesso della coscienza riguardante, in cui l’opera d’arte è nell’attimo ed è presente storico, ma è anche passato e, a costo, altrimenti, di non appartenere alla coscienza umana, è nella storia. Il restauro, per rappresentare un’operazione legittima, non dovrà presumere né il tempo come reversibile né l’abolizione della storia. L’azione di restauro inoltre, e per la medesima esigenza che impone il rispetto della complessa storicità che compete all’opera d’arte, non dovrà porsi come segreta e quasi fuori dal tempo, ma dare modo di essere puntualizzata come evento storico quale essa è, per il fatto di essere azione umana, e di inserirsi nel processo di trasmissione dell’opera d’arte al futuro.” Da “Il tempo, l’opera d’arte e il restauro” in “Teoria del restauro”, di Cesare Brandi
Pag. 9
I segni che testimoniano la pre-esistenza della chiesa di San Basilio (o San Basegio) sono visibili su due apparati murari rimasti nei pressi di Campo San Basilio, verso il campo stesso e uno verso l’interno, quest’ultimo ci fornisce indizi interessanti sulla morfologia interna dell’antica chiesa. Il nostro obiettivo è preservare tali segni, che sono soprattutto una testimonianza storica. Pertanto il progetto del nuovo centro espositivo sarà finalizzato, oltre ad ospitare la sua funzione, a valorizzare la facciata Sud e a permettere al visitatore di ammirarne i segni stratigrafici senza che vengano danneggiati dal corpo dell’ingresso della grande hall a Ovest. Abbiamo fatto in modo che esso si appoggiasse solo in minima parte alla parete Sud, lasciandola a vista all’interno e libera da muri o scale e agganciandosi con un sistema di profili metallici, che reggono una vetrata continua con sostegni puntuali tipo “ragno”. Le scale salgono accanto alla muratura ma senza agganciarvisi, mantenendo una distanza che permetta al visitatore di percepirne la valenza storica. Per raggiungere questo obiettivo a Est il muro si interrompe con una grande finestratura, che apre il passaggio verso il giardino. Al muro storico si addossa quindi soltanto la copertura, nel rispetto delle altezze della preesistenza. Per quanto riguarda gli interventi, asportiamo dalle superfici le porzioni di malta cementizia aggiunte successivamente per fungere da strato protettivo alla muratura stessa, ma ormai danneggiate e dannose dal punto di vista chimico e statico. I mattoni sono in buona parte erosi e in alcuni punti abbiamo vere e proprie mancanze che riteniamo debbano essere ripristinate. Le operazioni di restauro degli intonaci antichi, sono principalmente finalizzate al consolidamento tra il supporto murario e l’intonaco. Tali operazioni, sono eseguite, in primo luogo, con lo scopo di ristabilire i distacchi tra la muratura e l’intonaco. Manteniamo lo strato di cocciopesto e di marmorino che possiamo supporre essere di rilevanza storica, conservandolo con interventi di pulitura. Avremo così in facciata la porzione non rivestita di intonaco, che sarà di mattoni a vista. In particolare individuiamo nei due archi delle finestre termali della parete Sud un elemento, un segno importante da evidenziare, e non da coprire. Rimuoviamo inoltre elementi quali tubi, fili elettrici, lampioni e tutto ciò che è estraneo alla muratura, come verde, vegetazione spontanea, ecc.
ANALISI STORICA
Campo di San Basilio
Ex Chiesa di San Basilio
1148. La parrocchia di San Basilio (o San Basegio in veneziano) viene consacrata l’8 maggio, dopo esser sopravvissuta all’incendio del 1105. 1249. In seguito a un altro incendio, viene ricostruita e riconsacrata1 . 1348. Un terremoto rende necessaria un’ulteriore ricostruzione, secondo lo stile gotico veneziano. 1500. La mappa del De Barbari di quest’anno (a destra) fornisce l’assetto della chiesa in una veduta complessiva di Venezia. E’ ben visibile anche la morfologia del campanile, da cui si deduce un probabile lato di 5 metri. 1511. Già in questa data il campanile crolla in seguito a un secondo terremoto, senza essere poi ricostruito. 1581. La relazione di una visita apostolica descrive l’assetto interno della chiesa, a tre navate e diviso da colonne. Il soffitto della navata centrale è a carena di nave. L’altare maggiore, contenuto nel presbiterio, ha una copertura a volta, retta da quattro colonne 2 .
Mappa del De Barberi, 1500
Ricostruzione della Chiesa
1663-1694. Il parroco Giuseppe Stoppa risistema il coro e il presbiterio e apre grandi finestre termali lungo le pareti per rispondere alle nuove esigenze di luce. Come vediamo nell’ultima figura in basso, tali finestre sono oggi ancora visibili (muratura M8). Di simili se ne trovano anche nella chiesa di S. Agnese. 1696. E’ di quest’anno la relazione di visita del patriarca Giovanni Badoer, che testimonia la presenza sull’altare maggiore della figura dorata di legno di S. Basilio 4 . Negli angoli sopra le colonne (cioè sui pennacchi della navata di mezzo della chiesa) Marco Corona di Murano raffigura i 12 Apostoli e i 4 Dottori. Sopra di questi era presente un fregio e sopra ancora i dipinti di Palma, Marco Tiziano e Antonio Gambarato. Tale serie continua sopra il presbiterio. Qui c’erano dei soprarchi (realizzati per occultare le aperture introflesse gotiche rimaste dal ‘400).
Sempre dal Visentini si ha la conferma che la grande chiesa si estendeva su tutto il cortile oggi scoperto. 1824. la chiesa viene distrutta 1890 - 1910. viene innalzato il patronato di S. Trovaso (con facciata in mattoni) in corrispindenza della navata Nord della chiesa.
1604. Anche la “Venetia nobilissima“ del Sansovino ci dà un’idea di come potesse essere l’interno: l’altare maggiore viene rifatto tutto con pietre e colonne fini, e con due porte sui fianchi attraverso le quali si entra nel coro interno. Altri quattro erano gli altari minori 3 .
Oggi l’abside è rimasto nella forma di una costruzione più recente, fatta di colonne ioniche, gradini in pietra pregiata e un angelo sul sommo che ricorda un disegno di Giovanni Grevembroch (dal codice Gradenigo - Dolfin) del cimiero del portale maggiore della chesa Trecentesca 7 . BIBLIOGRAFIA
coro
presbiterio
Ridisegno del RIBA
Archi interni del presbiterio (Visentini)
1. E. A. CICOGNA, Delle iscrizioni veneziane, Venezia, 1824 - 1853 2. Archivio storico della curia patriarcale di Venezia, Inventario delle chiese parrocchiali 3. F. SANSOVINO, Venetia città nobilissima..., 1604 4. Venezia, Archivio storico della curia patriarcale, Relazione della visita pastorale del patriarca G. A. Badoer alla parrocchia di San Basegio 5. A. VISENTINI, Osservazioni ... sopra gli errori degli architetti, Venezia, 1771 6. Il documento del lavoro del Tirali è nella busta 7 dei Provveditori sopra Monasteri dell’archivio di stato veneziano 7. G. GREVEMBROCH, Codice Gradenigo Dolfin, Monumenta Veneta Fonte principale: ELENA BASSI, Tracce di chiese veneziane distrutte, Venezia,1997
Gli archi del presbiterio si appoggiavano su capitelli pensili, come vediamo nella figura a sinistra 5 . 1730. Andrea Tirali restaura la chiesa e il campanile 6 . Il ridisegno del RIBA (in alto) propone un edificio classicheggiante, in parte inventato (visto l’imbarazzo dell’epoca di ridisegnare un edificio di stile gotico e non classico). In pianta sono segnati i 5 altari della prima chiesa, tuttavia viene omessa la divisione in navate. La copertura in sezione è a volta a botte e non a carena di nave, come storicamente acclarato.
1771. Visentini pubblica il libro “Gli errori degli architetti“, e disapprova della chiesa di S. Basilio i seguenti elementi:
Mappatura delle murature
- gli archi pendenti sopra semplici mensole (sopra i quali troviamo il dipinto di S. Pietro e delle decorazioni in stucco sovrapposte ad altre figure); - l’altare maggiore, che serve da sedia al Santo Vescovo titolare, situato sotto un arco senza fiancheggio - i due pulpiti “sulle due porte laterali dell’altare maggiore ... che fanno figure di bocche di forno”.
Cimiero del portale mggiore
Pianta del Piano Terra
Pianta del Piano Primo
Sezione 1
Sezione 2
Sezione costruttiva
IL CIMELIO DI SAMBRUSON. RECUPERO DELL’ORATORIO DI VILLA BRUSONI SCALELLA
Sulla Riviera del Brenta, area famosa per la presenza di numerose ville storiche, in passato residenze di vacanza dei nobili veneziani, si trova la villa Brusoni-Scalella. Ai confini di Sambruson (frazione di Dolo), questa è sicuramente meno nota e fuori dal circuito turistico. Anche se, con un adeguato intervento di restauro potrebbe vantare un potenziale incredibile. Con la suddetta Tesi di Laurea cercheremo appunto di fare questo: rivalutare il complesso, salvaguardandone il valore artistico e intervenendo dove necessario in chiave contemporanea. Il complesso di villa Brusoni-Scalella è composto da corpo centrale, barchessa, Oratorio, adiacenze e giardino jappelliano. Tutti e cinque i componenti necessitano subito di interventi di recupero, in particolare la barchessa e l’Oratorio, da noi definito “cimelio di Sambruson”, in quanto primo componente del complesso, e probabilmente anche del paese di Dolo. L’edificio oggetto di studio è arrivato alla configurazione attuale seguendo vari step: all’inizio del ‘600 risale il corpo dell’Oratorio (una struttura di circa quattro metri per dieci), poi dopo la metà del ‘600 sono stati aggiunti la barchessa (che comprendeva la scuderia al piano terra e le stanze della servitù al piano superiore) e il loggiato. All‘800 risalgono poi la serra e la limonaia e al ‘900 le adiacenze. Tutta questa opera, come detto sopra, si trova in pessime condizioni, in alcune parti è proprio vietato l’accesso, data la pericolosità del manufatto. Quindi sono state semplicemente ipotizzate, visto che non si potevano rilevare. È stato previsto innanzitutto un intervento di messa in sicurezza dell’opera, per mezzo di adeguate verifiche delle componenti strutturali (soprattutto le travi dei solai). Solo poche parti hanno dato un esito positivo, precisamente la copertura dell’Oratorio e una parte della copertura delle adiacenze, tutto rigorosamente indicato nella parte della Tesi dedicata alle verifiche. Non è stato possibile analizzare il tetto del loggiato, ma la proprietaria ci ha Inquadramento territoriale garantito che è stato fatto un intervento all’inizio degli anni ’90. Il solaio del portico è l’unica parte non verificata che se è deciso di tenere (anzi, era un dovere salvarlo!). Le travi in legno poggiano, in seguito al consolidamento da noi previsto, su delle travi secondarie di tipo HEB 120, che a loro volta vengono sorrette dalle HEB 200 principali. Questo tipo di intervento è in coerenza con il nostro concept architettonico, che prevede la conservazione delle parti storiche sopravvissute, perché “i morti hanno dei diritti sui monumenti e noi non abbiamo il diritto di distruggere la loro fatica” (John Ruskin), e utilizza le tecniche e i materiali moderni, facendo rivivere l’opera spiritualmente e culturalmente in sintonia col nostro pensiero, perché “l’opera d’arte esiste se chi l’ha ereditata la fa rivivere per sè e per gli altri” (Carlo CeschiTeoria e storia del Restauro). Analisi morfologica Analisi storica
Rilievo metrico
Analisi dei materiali Analisi dei degradi Interventi
Analisi statica dei solai Concept
Piante di progetto
Prospetti di progetto Sezioni di progetto
Pag. 15
Dettagli costruttivi
TAV 01
SAMBRUSON
DOLO CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
Il territorio del Comune si trova al centro della Riviera del Brenta, estendendosi su entrambe le rive del Naviglio. In corrispondenza del centro di Dolo, il Naviglio si sdoppia formando la cosiddetta Isola Bassa. Le origini di Dolo sono abbastanza tarde. Il primo documento che lo cita esplicitamente è un bando del 1540 e riguarda la via Venezia-Padova “ad villam Dolli”. Alcuni tuttavia ritengono che il primo riferimento sia un atto del 1241 che parla di una “domina Jacobina soror domini Petri de Dolli”, cosa che darebbe credito a chi sostiene che il toponimo derivi dall’antica famiglia dei Dauli, da cui discesero i padovani Dotto. È ovvio tuttavia che la zona doveva essere già abitata da tempo. Si sa, per esempio, che sin dal 1454 si trovava qui un oratorio dipendente dalla parrocchia di Fiesso. Lo sviluppo del paese fu dovuto all’espansionismo economico veneziano (la Serenissima sottrasse il territorio a Padova nel 1405), dal XV secolo rivolto verso la terraferma. Fu questo il periodo di maggior splendore per Dolo che divenne il centro più importante della Riviera del Brenta. Un forte impulso derivò anche dalla costruzione di mulini. Sotto Napoleone Bonaparte (dal 1797), Dolo divenne comune del Distretto di Venezia. Dopo il 1815 appartenne al Regno Lombardo-Veneto e nel 1866 entrò a far parte del Regno d’Italia.
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VILLA BRUSONI SCALELLA Dolo
ISOLA DI SAMBRUSON La villa Missaglia Brusoni, ora Scalella, è situata in quell’area chiamata Isola di Sambruson, delimitata a Nord dal Naviglio del Brenta, a Est dal Brenta Novissimo, a Sud dal canale della Seriola e a Ovest dalla Brenta Nova. Il nome Sambruson deriva dall’accrescitivo latino di Ambrogio - Santuc Ambrosonus -, patrono che secondo una leggenda soggiornò nel paese nell’anno 381, in cammino da Padova verso Aquileia, in una casa che successivamente alla sua visita, sarebbe diventata oratorio. Probabile quindi la connessione tra la leggenda e l’oratorio a lui dedicato presente nel complesso della villa Brusoni Scalella, elemento che nella zona detiene le origini più antiche. Da definirsi quindi vero e proprio “cimelio” dell’Isola di Sambruson. La villa si affaccia al Brenta e a via E. Tito, con una facciata unica nel suo genere tra gli edifici siti in quest’ area, come villa Tito o villa Badoer Fattoretto. Isola di Sambruson KSEDOTUA OTTODORP NU ID ACITTADID ENOISREV AL NOC OTAERC
KSEDOTUA OTTODORP NU ID ACITTADID ENOISREV AL NOC OTAERC
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VILLA BRUSONI SCALELLA
VILLA BRUSONI SCALELLA E’ composta da un corpo principale -la villa-, da una barchessa a essa parallela, da un oratorio contiguo e prospiciente anch’esso la strada, da due serre e da adiacenze. Interessante il connesso parco-giardino ideato dall’ingegnere e architetto bolognese, Giuseppe Jappelli (Tiozzo - Semenzato, La riviera del Brenta), in cui si scorgono la casetta del pescatore e la torre con ghiacciaia attribuite allo stesso. Il complesso principale, composto dalla villa e dalla barchessa, si può far risalire ai secoli XVII°-XVIII°, mentre gli altri edifici sono accertatamene più tardivi. Non essendoci documenti iconografici anteriori al 1800 capaci di comprovare una reale presenza del complesso, non si è potuto svolgere un’accurata analisi evolutiva delle strutture. Ci si è rifatti quindi alle constatazioni degli studiosi consultandone gli scritti. Da accertamenti fatti sul campo in fase di rilievo si sono tratte delle conclusioni riguardanti perlomeno quelle che si possono considerare le strutture primitive, appunto la barchessa e la parte più prossima alla strada della villa. Oltre agli scritti degli studiosi, ci si è rifatti ai catasti del 1838 e 1848 e da voci riferite dell’odierna proprietaria della villa, la professoressa Paola Scalella, che dichiara un presunto, ma non certificato, incendio avvenuto in questo intervallo di tempo; sulle strutture fuori terra non si notano tracce di tale accadimento, mentre per quanto riguarda eventuali fondazioni non si è potuto rilevarne nemmeno la presenza.
Sambruson
Villa Brusoni Scalella
Pag. 17
Come già accennato, l’intervento prevede l’utilizzo di materiali e di tecniche moderne, che devono dare una nuova identità all’opera, senza però compromettere il suo valore storico e architettonico (si ricorda ancora una volta che l’Oratorio è considerato “il cimelio di Sambruson”). Si fa largo utilizzo di acciaio brunito, molto meno invasivo del normale acciaio, e il vetro, utile per portare più luce dentro e per dare la possibilità ai visitatori di godere di splendide panoramiche sul giardino, sulla villa, sulla nuova serra e sulla riviera del Brenta. Il posto è collocato in una posizione molto strategica, tra Padova e Venezia, ed è facilmente raggiungibile in macchina, in autobus o, per gli appassionati, in burchiello. Il nostro restauro dà all’opera una duplice, anzi, una triplice destinazione d’uso: le adiacenze ora diventano una foresteria, con 5 appartamenti distribuiti su 2 piani, tutti con viste sullo splendido giardino jappelliano o sulla Riviera del Brenta. Dall’altra parte, dove c’erano la barchessa e il loggiato ora abbiamo al piano terra un ristorante e al piano superiore uno spazio adibito a mostre (centro culturale). L’Oratorio fa da asse di connessione tra la foresteria e il centro culturale. Questo è stato possibile grazie ad un percorso sopraelevato che attraversa trasversalmente l’Oratorio, rendendolo visibile, rendendolo parte del percorso. Dalla strada si nota una struttura a sbalzo completamente in acciaio e vetro affiancata alla facciata dell’Oratorio, che ,oltre ad offrire ai visitatori una visuale sul Brenta, ha anche la funzione di “anticipare” le trasformazioni avvenute all’interno e di mostrare l’inedita convivenza che si è creata tra nuovo e antico e come il nuovo si inietti là dove l’antico cessa di esistere (precedentemente vi era un tratto di muro crollato). In conclusione si è cercato di conservare con cura la muratura esterna e di avviare un possibile ripristino all’interno, dove lo stato era critico e difficilmente recuperabile. Facendo uno sforzo in più è comunque stato possibile salvare anche l’interno dell’Oratorio, mantenendo intatta la funzione religiosa, visto che è ancora consacrato. Ogni tanto si potrà quindi celebrare la messa e altre cerimonie religiose, come per esempio il matrimonio.
ospite foresteria
P
visitatore esposizione diversamente abile ingresso visitatori ingresso privato
1
2
Planimetria generale
UniversitĂ IUAV di Venezia claMARCH Architettura Costruzione Conservazione AA 2012-13
Il cimelio di Sambruson. Recupero dell’Oratorio di villa Brusoni Scalella.
Relatori: Prof.ssa Anna Saetta Prof. Paolo Faccio Studenti: Erica Vecchio 275341 Madalin George Sevastre 273077
1
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTOD
Vista 1
costruiti demoliti
Schema costruiti - demoliti
sala lettura / wi fi
CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK ristorante
Scala 1:100 reception Inquadramento territoriale
cucina
Analisi morfologica Oratorio
Analisi storica
serra
Rilievo metrico
PAVIMENTAZIONI
Analisi dei materiali Analisi dei degradi
masegni
Interventi
camera
Analisi statica dei solai
piastrelle in cotto
Concept
Piante di progetto Prospetti di progetto Sezioni di progetto
Pag. 19
Dettagli costruttivi
TAV 19
camera
ospite foresteria
linoleum cromatizzato rosso
ingresso foresteria camera
visitatore esposizione
linoleum cromatizzato grigio chiaro
impianti
diversamente abile ingresso foresteria
linoleum cromatizzato grigio scuro
Pianta piano terra
ingresso centro culturale
Schema dei percorsi e delle funzioni
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
Vista 2
costruiti demoliti
Schema costruiti - demoliti
sala lettura
e
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
2
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
DESK
es
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siz
ion
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
CREAT
e
sizion espo
bar
ba
r
camera
PAVIMENTAZIONI
piastrelle in cotto
camera ospite foresteria
linoleum cromatizzato grigio chiaro visitatore esposizione
linoleum cromatizzato grigio scuro
Pianta piano primo
diversamente abile
Schema dei percorsi e delle funzioni
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UniversitĂ IUAV di Venezia claMARCH Architettura Costruzione Conservazione AA 2012-13
Il cimelio di Sambruson. Recupero dell’Oratorio di villa Brusoni Scalella.
Relatori: Prof.ssa Anna Saetta Prof. Paolo Faccio Studenti: Erica Vecchio 275341 Madalin George Sevastre 273077
Prospetto Nord
Prospetto Sud - Ovest
Prospetto Sud
Prospetto Est
Scala 1:100
Inquadramento territoriale Analisi morfologica Analisi storica Rilievo metrico Analisi dei materiali Analisi dei degradi Interventi Analisi statica dei solai Concept Piante di progetto
Prospetti di progetto Sezioni di progetto
Pag. 21
Dettagli costruttivi
TAV 21
Prospetto Nord - Ovest
Prospetti
Sezione A-A’
Sezione B-B’
Sezione C-C’
Sezione D-D’
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
E’ A
D
D’
C’
A’ C E
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
B B’
Pag. 22 CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
Sezione E-E’
Sezioni
1 Università IUAV di Venezia claMARCH Architettura Costruzione Conservazione AA 2012-13
C
B
A’
Il cimelio di Sambruson. Recupero dell’Oratorio di villa Brusoni Scalella.
Collegamento solaio di nuova costruzione muratura preesistente
Relatori: Prof.ssa Anna Saetta Prof. Paolo Faccio Studenti: Erica Vecchio 275341 Madalin George Sevastre 273077
6
Schema assonometrico
Riferimento in pianta piano primo
2
A
3 4 B
B’
Collegamento elemento portante solaio - vetrata
2
3
5
1
Particolare fissaggio vetrata e scarico acqua
4
trave HEB 200 profilo T 60180R profilo T 6060 Pianta schema strutturale copertura in vetro
Pianta schema strutturale solaio
2 1
Collegamento muratura preesistente - vetrata Scala 1:5
5
Schema statico trave 1
valori numerici
conclusioni Traverso T 60180R
MSD = 8,15 kNm
MSD < MRD
MRD = 27,50 kNm δ tot = 4,53 mm
δ tot < L / 300
L / 300 = 14,33 mm Montante T 60180R NSD = 5,49 kN
Schema statico
Particolare fissaggio vetrata
NSD < NRD*
6
NRD = 593,81 kN NRD* = 374,10 kN
Sezione A-A’
Inquadramento territoriale
Scala 1:20
Analisi morfologica Analisi storica Rilievo metrico
valori numerici
Analisi dei materiali
δ var = 3,19 mm L / 300 = 7,50 mm
Concept
δ tot = 8,46 mm
Schema statico trave 2
δ tot < L / 300 valori numerici
δ tot < L / 300
conclusioni Trave HEB 200
L / 250 = 9,00 mm
Piante di progetto
Sezioni di progetto
MSD < MRD
MRD = 122,05 kNm
Interventi Analisi statica dei solai
Prospetti di progetto
conclusioni Trave IPE 240
MSD = 56,42 kNm
Analisi dei degradi
MSD = 26,62 kNm
MSD < MRD
MRD = 192,71 kNm
Pag. 23
δ tot = 4,31 mm
δ tot < L / 300
L / 300 = 9,53 mm
Dettagli costruttivi
TAV 23
Analisi del solaio
Analisi dell’intelaiatura della vetrata
Sezione B - B’
Scala 1:20
Particolare C
Scala 1:5
Particolare fassaggio vetrata
Scala 1:2
Pag. 24
GREAT ORMOND STREET
Pag. 25
Prospetto Nord
Unità all’ultimo piano di un edificio residenziale Ottocentesco nel cuore di Londra. Il progetto prevede il riarredo, l’apertura di una finestra precedentemente tamponata e il riposizionamento delle tramezze interne. Degno di nota il “flat roof”, parte piatta del tetto aggiunta postuma e sorretta da una trave trasversale in acciaio, sorretta a sua volta dalle pareti laterali. Particolari sono forma e funzionamento dei tipici camini londinesi, aggiunta un’apertura nella zona giorno di progetto.
A
N
A
A
A
Bedroom
Home Office
N
Bedroom wm
storage Kitchen
Living Room
Hall
hwc
Cloakroom Home Office
boiler
Bathroom
Sezione AA - stato di progetto
skylight
skylight
skylight
B B
Entrance
Hall
B
boiler
B B
Bathroom
B
skylight
skylight
Common Parts
Entrance
Cloakroom
Hall Living Room
hwc
Bathroom
wm
storage
skylight
Entrance
Living Room
Bedroom
Kitchen
reinstate sash window
Common Parts
Common Parts
Sezione BB - stato di progetto
C C
Store
Store Kitchen
reinstate sash window
Bathroom
N
Pianta dello stato di fatto
Pianta dello stato di progetto
Sezione CC - stato di progetto
C
C
LIGHTBOXHOUSE
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Progetto che rientra nell’idea di “customization”, molto diffusa nei paesi britannici, secondo cui si produce un bene soddisfando le esigenze del cliente e allo stesso tempo preservando la produzione in serie. Dal sito internet dedicato alla Lightboxhouse è possibile scegliere le caratteristiche della casa partendo da un modello base: il numero di stanze, i materiali (di pavimenti o ripiani della cucina), il tipo di piantumazioni nel giardino, ecc. Il cliente può scaricare le piante in pdf e apportare delle modifiche in base alle opzioni proposte dal sito e alle esigenze personali. Al piano terra troviamo un living, open space, con servizi negli spazi laterali. Al piano primo troviamo le camere da letto e all’ultimo piano una grande terrazza verde. I muri obliqui ampliano lo spazio e permettono alla luce di entrare, consentendo, anche grazie alle ampie finestre, un gran risparmio di energia.
SOUTHWARK REGENERATION
Rigenerazione di otto siti nell’area a Sud del Tamigi, vicino il centro di Londra. Tra questi una stazione petrolifera, un centro diurno e due scuole. Gli otto progetti si suddividono in demolizioni con costruzione di unità familiari ad alta densità (come nel caso qui sopra). E in recuperi di zone di pregio storico di Grado II. E’ stato importante ricreare tramite 3D la morfologia dei vari siti per poi valutare eventuali inserimenti volumetrici e recuperi. Qui a fianco se ne riportano due esempi.
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SMFR - TREBASELEGHE (PD)
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Il progetto prevede la riqualificazioni di aree urbane in prossimità della stazione di Trebaseleghe, in linea con quanto si sta verificando col programma del Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale. Il nuovo Piano Territoriale Regionale di Coordinamento adottato con D.G.R. nº 372 del 17 febbraio 2009 infatti, conferma questa ipotesi individuando le aree afferenti alle stazioni SFMR, per un ra gio di 2 Km come aree strategiche, per il progetto delle quali si prevede campagna urbanizzata. Quindi ogni gruppo ha scelto un’appropriata porzione di territorio attorno alla stazione SFMR, con i relativi scenari di densificazione funzionale (parcheggi, servizi, residenza) e di connessione con il territorio abitato servito dalla stazione. Io e il mio gruppo ci siamo concentrati sull’area industriale immediatamente adiacente la stazione di Trebaseleghe, pensando a un nuovo aspetto e sistema organizzativo, in vista della stazione prevista in futuro. Non solo, ci siamo soffermati anche sul problema dell’energia, “incastrando” nella zona industriale delle lunghe dita di terreno coltivate a biomassa e sfruttando gli estesi tetti piani dei capannoni per istallare pannelli solari, che abbiamo scoperto, svolgendo una piccola ricerca, far risparmiare molto più di quanto si immagini (i capannoni qui presi in esame producono 6091000 kW/h l’anno di energia fotovoltaica, su una superficie totale di 35040 mq). Inoltre è stata progettata una Vertical Farm, struttura innovativa che, oltre a contenere la centrale di biomassa, sviluppa su più piani una serie di orti, in modo da concentrare in poco spazio l’attività agricola. Ogni componente del gruppo si è specializzato in un argomento a scelta, elaborando una tavola finale, oltre alle tre prodotte insieme. Io ho ridisegnato i prospetti dei capannoni industriali, unendoli visivamente con dei pannelli frangisole e sostituendo il singolo prospetto (oggi privo di relazione col territorio e ricerca formale) con delle facciate vetrate. E’ stato pensato anche alla risistemazione dei parcheggi, in modo da facilitare il carico – scarico dei camion. Subito adiacente la stazione inseriamo una torre, elemento non solo funzionale, ma anche di richiamo e rappresentativo per l’interro paese. Insomma, è stato necessario concentrare l’attenzione su una parte di Trebaseleghe oggi poco utilizzata, estranea alle attività del centro e con pochi servizi.
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