Emozioni immaginarie Viaggio nell’anima
Corso di Architettura degli Interni III° Anno scolastico 2011/2012, “L’impronta rovesciata, il corpo e lo spazio” Docente titolare: Professore Architetto Michele Porcu Assistente: dottoressa Maria Elena Minuto Naba, Nuova Accedemia di Belle Arti, Milano 2013
Cubranich Erika
Corso di Architettura degli Interni III° Anno scolastico 2011/2012, “Il corpo e lo spazio, l’impronta rovesciata” Docente titolare: Professore Architetto Michele Porcu Assistente: Dottoressa Maria Elena Minuto Naba, Nuova Accedemia di Belle Arti, Milano 2013
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Introduzione
“Il corpo e lo spazio, l’impronta rovesciata” Il titolo e tema del corso già riassume due domande fondamentali che ci sono state poste in aula durante le lezioni: cos’è lo spazio e cos’è il corpo. E’ stato visto come artisti, performers, designers, hanno dato la loro personale interpretazione sulla relazione tra oggetto/soggetto-corpo e spazio. Inciampando ed incespicando ho scritto un racconto come suggerito. Il processo di analisi è partito dalle ricerche sulle parole chiave del tema, scoprendo una correlazione tra emozioni e percezioni; così nasce Human, un personaggio asessuato che percorre una sorta di labirinto, incontrando vari ostacoli e trovandosi in un luogo onirico e fiabesco, vivendo un sogno, uscendo dalla realtà e comprendendo la propria esistenza. Per il progetto ho tratto spunto dagli spazi ideati e creati da Gianni Colombo, ragionando sul concetto di “mettersi alla prova per riconoscersi” che proponeva nelle sue installazioni in cui giocava un ruolo fondamentale lo spettatore che viveva un coinvolgimento psico-fisico; da Claude Parent, il cui punto focale era il far vivere in uno spazio obliquo e da Yayoi Kusama, per il modo in cui raffigura le ossessioni/allucinazioni, portando il sogno nel “mondo vigile”, un po’ come un sogno ad occhi aperti. Analizzando poi le fasi del sonno e scegliendo come luogo di intervento ipotetico la struttura Mudima-Fondazione per l’arte contemporanea a Milano, ho progettato un percorso “emozionale” in cui lo spettatore si mette alla prova fisicamente e psicologicamente, percorrendo delle stanze: Limbo ( addormentarsi), Sogno e Risveglio.
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INDICE
INPUT
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INFLUENZE PROGETTUALI
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Sogno
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LUOGO D’INTERVENTO
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Emozioni immaginarie
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Cos’è lo spazio Cos’è il corpo Cos’è l’anima
Viaggio nell’anima Alice nel paese delle meraviglie Gianni Colombo Claude Parent Yayoi Kusama
Le fasi del sonno
Mudima, fondazione per l’arte contemporanea Piante Sezioni
Il progetto Piante Sezioni LImbo Sogno Risveglio
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INPUT
Un progetto ha bisogno di una spinta, di un’obiettivo: in questo caso il realizzare un “qualcosa” che potesse rappresentare, raffigurare, dar luogo al rapporto corpo e spazio.
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Che cos’è lo spazio? Inteso come spazio umano. Le ricerche svolte, mi hanno portato ad analizzare come viene interpretata la parola in vari ambiti e a concludere che: lo spazio viene percepito dagli esseri umani grazie alla posizione del proprio corpo rispetto ad altri corpi. In fisica si da per scontato che i fenomeni avvengono in uno spazio tridimensionale dove ogni posizione può essere descritta usando tre coordinate misurabili come lunghezze o distanze, di seguito alcune definizioni: - struttura definita da un insieme di relazioni tra oggetti; - una molteplicità definita da un sistema di coordinate dove un oggetto può essere individuato; - l’entità che impedisce a tutti gli oggetti dell’universo di toccarsi l’uno con l’altro; - un qualcosa percorso da un oggetto. In geometria è l’insieme di elementi che soddisfano un certo numero di leggi valide anche se non dimostrabili; lo spazio è dove si collocano figure geometriche. Arrivata a questo punto, la cosa più ovvia che potessi fare era aprire il dizionario e leggere la definizione di spazio. Letteralmente la parola spazio è: un’estensione non circoscritta ed indefinita con la capacità illimitata di contenere i corpi. E in architettura? Nel momento in cui l’uomo ha avuto le capacità per organizzare lo spazio circostante, naturale, rendendolo vivibile ed abitabile, nacque l’architettura. In architettura è: - l’assemblaggio di volumi, di pieni e vuoti; - lo sviluppo di “percorrenze”; - il luogo in cui attuare la creazione di percezioni;
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Stefan Davidovici, “044”
Che cos’è IL CORPO? Ho inteso il termine come corpo umano. Durante le ricerche in differenti ambiti, mi ha colpito la definizione in filosofia: ogni essere esteso nello spazio e percepibile attraverso i sensi. Nella filosofia antica e moderna, si possono rintracciare delle concezioni di relazione tra anima-corpo: secondo l’interpretazione orficopitagorica, il corpo è un’entità di natura completamente diversa e separata rispetto all’anima, teoria ripresa da Platone che afferma che il corpo è “la tomba dell’anima”; l’anima, infatti, decaduta dalla sua condizione iniziale di perfezione ideale, si ritrova prigioniera in un entità corruttibile e mortale. Aristotele sostiene che le due entità non sono separate ma sono due elementi di un’unica sostanza. Corpo inteso come strumento dell’anima, secondo Tommaso d’Aquino, che definisce il corpo lo strumento con il quale l’anima realizza le proprie attività. Cartesio sostiene invece che il corpo e l’anima sono due sostanze: corpo come sostanza estesa e non pensante, anima come sostanza pensante e non estesa. Secondo le teorie di Karl Marx, i pensieri ed i sentimenti dell’uomo scaturiscono dai suoi comportamenti corporei. Tutto ciò mi ha lasciato un dubbio: cos’è l’anima e perchè è tanto importante?
Marcel Duchamp “Standing nude”
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Che cos’è L’ANIMA? Come visto prima, le interpretazioni sono molte, ho quindi focalizzato la mia attenzione sulla definizione del termine in filosofia: l’anima è definita come la parte più profonda, interna e spirituale dell’essere vivente, non palpabile. Tipicamente si pensa che consista nella coscienza della personalità di un essere umano, legato al concetto di individualità dell’essere umano, anima è quindi sinonimo di personalità. è quindi l’anima che ci porta a provare sentimenti ed emozioni? Aristotele, nel testo “De l’Anima”, la definisce come il principio che governa il corpo, suddivisa in tre anime distinte: - VEGETATIVA: governa le funzioni fisiologiche (nutrirsi, crescere, etc.); - INTELLETTIVA: fonte del pensiero razionale, che governa la coscienza, volontà e scelta; - SENSITIVA: controlla il movimento. Le percezioni sensoriali avvengono quindi attraverso l’anima. La percezione è un processo psichico legata ad effetti immediati che avvengono attraverso i sensi, creando poi le emozioni nel singolo individuo.
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CYMETIC, “The human soul”
INFLUENZE PROGETTUALI
Un progetto nasce da spunti e da consigli. Non c’è modo migliore che analizzare chi ha affrontato il concetto interessato prima di noi, raccogliendo informazioni e traendo ispirazione.
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Mi è sempre piaciuto scrivere, dar sfogo alla mia fantasia, ipotizzare mondi e modi diversi di affrontare la vita di tutti i giorni, ho seguito il consiglio, ho scritto un racconto nel tentativo di sbloccarmi ed entrare nell’ottica del concetto proposto.
Viaggio nell’anima Human portò le mani agli occhi, strofinandoli, cercando di capire dove si trovasse. Silenzio, buio, solo quello. Tentò di trovare una via da percorrere, portando le mani avanti; il buio, accecante, il silenzio, assordante, una prigione senza angoli. Dove andare? Confusione. Claustrofobia, panico. Percorse, ad occhi sgranati, quella che sembrava una strada infinita, orientarsi risultava, per Human, impossibile. Ad un tratto le sue dita toccarono qualcosa, dapprima ritirò le mani, per poi ridistenderle, affondandole in quello che sembrava un tessuto, qualcosa di familiare, forse già toccato, fu quello a spingere Human a scostarlo, entrandovi, cercando una via di fuga dalla cella buia. Tutto si illuminò, fuori dalla tenda. Si ritrovò in una stanza semicircolare, con tante porte lontane colorate, spirali in nero, su un mondo bianco. Sconforto nel notare quanto fossero distanti quelle porte, e capire quale fosse quella da raggiungere. Cosa nascondevano? Tra tutte, decise di scegliere quella di fronte a se. Si avviò. Con stupore si accorse che più andava avvicinandosi ad essa, più quella si allontanava, ma ancora più strano era il fatto che si spostasse verso l’alto, come tutte le altre. Non avrebbe potuto uscire? Si fermò, tornando indietro mantenendo lo sguardo fisso sulla porta che aveva scelto. Si spostavano tutte verso l’alto. Sconforto e demotivazione affogarono Human che cominciò a correre verso le porte, sperando che, così facendo, potesse batterle in velocità. Per sua sfortuna, così non fu, chiuse gli occhi, sperando, l’unico pensiero era che la sua corsa potesse finire, insieme all’agonia, scontrandosi contro il muro che diventava sempre più alto allontanando quella porta. Stupore. Il muro non esisteva. Come se avesse attraversato l’aria si trovò in un giardino. Si voltò per controllare dove fossero le porte, vide semplicemente la stessa stanza come fosse allo specchio. Human volse nuovamente lo sguardo verso il giardino, senza alberi e senza fiori, senza colori. Un giardino fatto di aste grigie. Si addentrò in esso, seguendo l’unica strada possibile, fino a che si trovò di fronte ad un bivio, le due strade si presentavano in maniera completamente differente: una era aperta e illuminata, l’altra diventava sempre più tetra e chiusa, un cartello indicava la seconda con la scritta “seguimi”. L’indecisione pervase Human che, ricordando il buio della prima stanza, decise di seguire la strada che pareva più sicura, camminò
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seguendo la via, sperando di trovare l’uscita, stupendosi, però, di ritrovarsi esattamente di fronte allo stesso bivio; decise quindi di seguire la seconda strada, tetra e buia, ma, Human, l’aveva già provata quella sensazione, sperava in una via d’uscita. Man mano che proseguiva nel percorso, la luce all’inizio della strada spariva, lasciando spazio all’oscurità, raggiunto il punto più buio, però Human intravide una luce e si affrettò a raggiungerla. Sorprendentemente si trovò di fronte un’armatura, incastrata tra le aste grige del giardino, che reggeva una lanterna. Protese il braccio per prenderla, notando che non si intravedeva via d’uscita da quel labirinto di grigi e neri; coraggio e sicurezza rasserenarono Human; per tutta risposta, però, il contatto con la lanterna restituì alle sue mani una scossa. Dolore, sorpresa, spavento. Ritentò, ma ricevette nuovamente una scossa. Il dolore, di nuovo lo sconforto, la paura, fecero posto alla rabbia. Come se il giardino avesse sentito la reazione di Human, la strada buia si illuminò mostrando due porte: l’una azzurra, l’altra rossa.ssociò il suo sentimento alla porta rossa e con un impeto vi entrò. Una stanza minuscola, con una luce rossa, pareti imbottite, cominciò a sbattere i pugni contro le pareti morbide finché non sentì che pian piano la rabbia provata svaniva. Facendo poi attenzione alla stanza in cui si trovava, s’accorse che presentava il contorno di un’altra porta che subito aprì, entrando in una stanza successiva, simile alla prima, più grande, la differenza era la luce azzurra che l’illuminava. Calma, tranquillità, pace. Vide un passaggio e quasi rassegnandosi al fatto di dover affrontare altre stanze ed altre emozioni, vi si diresse, oltrepassandolo scoprì una stanza bianca, neutra, con uno specchio. Human vi guardò dentro e vide solo il suo riflesso. Dunque capì: aveva dimenticato la pesantezza delle emozioni, aveva dimenticato cosa significasse essere un umano, avrebbe apprezzato di nuovo le emozioni.
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Il racconto rappresenta un personaggio asessuato, dando la possibilità di associare chiunque al protagonista a seconda di chi lo legge. Human attraversa sei stanze, incontrando ostacoli e ambienti riconducibili a quelli che affronta la protagonista di “Alice nel paese delle meraviglie” scritto da Lewis Carroll.
analisi E interpretazione personale Buio (Tana del Bianconiglio): paura per la caduta e nel ritrovarsi in un luogo sconosciuto. (1° stanza) Porte e serratura: possibilità di scelta individuale. (Porte 2° stanza) Indicazioni e targhette: tentazione e possibilità. (Cartello 3° stanza) Bosco incantato: mette spesso in condizioni, la protagonista, di scegliere o il più delle volte di stupirsi di come le proprie decisioni o indicazioni date da altri provichino svariati tipi di conseguenze. (Giardino 3° stanza) Brucaliffo: concede di ragionare su se stessi, chi si è e chi si può e o vuole diventare. (Specchio 6° stanza) Stregatto: coscienza, tentazione, possibilità. (Cavaliere 3° stanza) Bianconiglio: racchiude il concetto di tempo. Il racconto di Carroll narra dell’essere umano: l’ esistenza, la crescita, le strade da percorrere, le decisioni da prendere.
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Scena dal film Disney, Scena dal film diretto da Tim Buton, “Alice nel paese delle meraviglie” “Alice in wonderland”
GIANNI COLOMBO
(1937- 1993) Nasce a Milano. Studia all’Accademia di Belle Arti di Brera e sperimenta varie discipline artistiche. Esponente dell’arte cinetica, nel 1959 fonda con Giovanni Anceschi, Davide Boriani e Gabriele De Vecchi, il Gruppo T lavorando su temi quali: futurismo, dadaismo e costruttivismo. Gianni Colombo basava la sua ricerca artistica su: spazio, invasione dell’ambiente, tempo inteso come movimento, reazione psico-fisica nello spettatore tramite lo stupore. Riteneva importante il rapporto diretto con lo spettatore come soggetto-non oggetto della rappresentazione artistica. Realizza ambienti abitabili, praticabili ed “astratti”, con l’intento di far ripensare allo spettatore il concetto di spazio, modificando la percezione dell’ambiente, sfidando la fragilità delle convizioni dettate dall’abitudine; come: Topoestesia-tre zone contigue (1965); Bariestesia (1975).
Gianni Colombo “Spazio elastico”(Gruppo T)
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Topoestesia-Tre zone contigue
(1965) Nel linguaggio medico è la capacità di localizzare, in assenza delle vista, il punto di applicazione di uno stimolo tattile. (Enciclopedia Treccani)
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Bariestesia (1975) [Barestesia] In fisiologia, sensibilità alla pressione, tipo di sensibilità profonda che avverte le pressioni esercitate sui vari punti dell’organismo. (Enciclopedia Treccani)
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CLAUDE PARENT
(1923)
Nasce a Neuilly-sur-Seine. Architetto francese, figura importante per la cultura architettonica contemporanea e dell’avanguardia artistica del paese; utopista e polemista basa i suoi studi su idee controcorrenti all’architettura conosciuta: l’obliquio. L’obliquità per Parent è un modo differente di vivere, concepire ed abitare lo spazio; la rottura con l’ “orizzontale” e il “verticale” che dominano gli spazi, teorizzando e progettando, mantenendo ben separati questi due processi della realizzazione finale, l’idea e l’oggetto. Alcuni dei suoi spazi: Maison Druch a Versaille (1963-1965); Il padiglione per la Biennale di Venezia (1970).
Claude Parent
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Maison Drush a Versaille
(1963-1965) La struttura portante inclinata sembra mettere in gioco l’idea stessa dello spazio; secondo Parent, vivere su un piano obliquo sarebbe l’unico modo per allontanarsi dalla razionalità dello spazio moderno.
(Domus)
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Padiglione per la Biennale di Venezia ( 1970)
Parent ha completamente trasformato lo spazio interno, proponendo un percorso obliquo.)
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Yayoi kusama (1929)
Artista giapponese nata a Matsumoto. Ha lavorato per una vasta gamma di discipline: arti visive, danza, moda, design, scrittura e composizione musicale. Segue varie correnti artistiche: surrealismo, espressionismo astratto, Pop Art, Lend Art, Minimalismo e Art Brut. L’intento della sua arte è quello di interpretare la percezione di cosmo ed infinito coinvolgendo lo spettatore nelle sue allucinazioni, che vive. Diventa soggetto ossessivo-compulsivo a dodici anni quando il motivo a fiori di una tovaglia da tavola comincia si riprodursi all’infinito nella stanza, dominando, da allora, il suo universo in modo ossessivo. Alcune opere da cui ho preso spunto: Dots Obsession: Infinity, sala degli specchi Campo Falli, 1965; Infinity mirror room.
Yayoi Kusama
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Infinity, sala degli specchi-Campo Falli (1965) L’artista propone lo spazio con pattern di pois bianchi su fondo rosso, immagine ripetuta grazie alla presenza di specchi che creano uno spazio infinito e permettono allo spettatore di farsi avvolgere dall’installazione, perdendo l’orientamento.
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Infinity mirror room
Lo spazio è reso infinito dalle superfici specchianti che riporducono la figura innumerevoli volte.
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SOGNO
Alcune azioni che svolgiamo normalmente sono in realtĂ piĂš complesse di quello che immaginiamo.
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“I sogni sono illustrazioni dal libro che la tua anima sta scrivendo su di te.” Alan Drew
Le fasi del sonno
Il sonno è fondamentale per il nostro organismo, potremmo paragonarci a delle batterie con la necessità di essere ricaricate; non c’è una definizione precisa del sonno ma è indicato come uno stato del nostro organismo con reazioni ridotte agli stimoli esterni. Scientificamente è stato provato che il corpo percorre due fasi: fase NON-REM e fase REM, insieme hanno una durata di 80/100 minuti, infatti, per tutta la durata della notte, queste due fasi si ripetono con durata costante. La fase NON-REM, composta da quattro stadi: - l’addormentamento; - il sonno leggero; - lo sprofondare nel sonno; - il sonno profondo. queste fasi portano gradualmente ad un cambiamento delle funzioni fisiologiche che durano meno man mano che si avvicina il momento del risveglio, in particolar modo la fase del sonno pesante. Infine la fase REM che completa gli stadi con un unico momento in cui si sogna. Nei sogni si identificano cinque caratteristiche: - allucinazioni visive e o motorie; - accettazione delirante di esperienze come reali; - distorsione spazio temporale; - amnesia della produzione onirica.
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LUOGO D’INTERVENTO
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fondazione per l’arte contemporanea, mudima La Fondazione Mudima nasce all’inizio del 1989 con lo scopo di ospitare l’esposizione di varie forme d’arte: arte visiva, musica e letteratura contemporanea. Istituzione senza fine di lucro o commercio, situata in via Tadino a Milano.
3° Piano
2° Piano
1° Piano
Piano Terra (rialzato)
Zona intervento installativo
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Piano terra
Primo piano
Particolare da secondo piano
A1
B
B1
C
C1
A
A1
B
B1
C
C1
A Sezione A/A1
Sezione B/B1
STATO DI FATTO Fondazione per l’arte contemporanea, MUDIMA
Sezione C/C1
Piante e sezioni in scala 1:100
EMOZIONI IMMAGINARIE
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il progetto Il mio intento è quello di proporre un percorso emozionale ispirato alle fasi del sonno, ideando un’installazione per mettersi alla prova fisicamente e psicologicamente. Lo spazio installativo è stato pensato come progetto temporaneo adattato agli spazi che Fondazione Mudima offre, ideando cinque stanze che si possono raggruppare in tre zone. LIMBO (zona 1, una stanza) SOGNO (zona 2, 3 stanze) • attraversare il sogno • percorrere il sogno • stare nel sogno RISVEGLIO (zona 3, 1 stanza)
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3
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H. 100
CORTILE
H. 60 H. 140 H. 180
H. 220
H. 260
H. 300
H. 480
H. 420
H. 360
H. 300
H. 240
H. 180
H. 120
H. 60
Piano terra
Primo piano
A1
B
B1
C
C1
A
A1
H. 100
CORTILE
H. 60
B
H. 140 H. 180
B1
H. 220
H. 260
H. 300
H. 480
C
H. 420
C1
H. 360
H. 300
H. 240
H. 180
H. 120
H. 60
A Sezione A/A1
Sezione B/B1
INTERVENTO : EMOZIONI IMMAGINARIE in Fondazione Mudima
Sezione C/C1
Piante e sezioni in scala 1:100
le stanze
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LIMBO
Entrare nel sogno La prima stanza, situata al primo piano, propone la fase dell’addormentarsi, FASE NON-REM del sonno. Ho voluto creare un distacco tra realtà “fuori” e realtà “dentro” l’installazione, introducendo il concetto di equilibrio ed orientamento. Il performer si ritrova disorientato dallo spazio buio che percorre in questa stanza ed il suo equilibrio è messo alla prova grazie a rampe basse.
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a
c
b b
a c
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Sogno
Attraversare il sogno
Questa parte propone la fase REM del sonno. Questa zona del sogno presenta una serie di rampe rivestite in gommapiuma, il concetto base è di far si che il performer perda il senso dell’equilibrio trovandosi davanti uno scenario di pois neri su fondo bianco, la scelta è legata al mondo onirico che l’artista Yayoi Kusama vive da sveglia. L’illuminazione della stanza avviene tramite fari che puntano su teli blu, per riproporre il cielo e per donare una luce blu/azzurra in quanto, questo colore, simboleggia la tranquillità.
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a
a
b
b
c
c
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Sogno
Percorrere il sogno Può essere considerata l’estensione della parte precedente dell’installazione; le scale hanno gradini con un’inclinazione tale da non avere un piano d’appoggio orizzontale in modo che l’equilibrio e l’attenzione del performer siano ulteriormente messi alla prova. Le pedate della scala sono anch’esse in gommapiuma, lo spazio presenta ancora pois neri su fondo bianco e teli blu/azzurri.
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a
b
b
c
a
c
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Sogno
Vivere il sogno
Fine della fase REM. Questa parte del “sogno” è un momento di stallo. Presenta quattro celle che si susseguono, divise tra loro da “separè” di strisce di nylon, affinchè il performer, attraversandoli, adatti momentaneamente il proprio corpo al passaggio creato. In ogni cella è presente una struttura rigida da usare come seduta volutamente scomoda per limitare il tempo trascorso nell’ambiente in quanto la successiva parte del percorso deve essere svolta individualmente. Tutta la stanza ha come unico colore il bianco.
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a
b
a
b c
c
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RISVEGLIO
Uscire dal sogno Utima parte del percorso inteso come processo di risveglio, la conclusione del sonno, il ritorno alla realtà. Il concetto espresso in questa parte del progetto è collegato all’ultima stanza descritta nel racconto “Viaggio nell’anima”. L’immagine di se stessi è rifratta in modo da potersi vedere da più angolazioni, conoscendosi e riconoscendosi, in quanto la sruttura è composta da cinque corridoi con pareti inclinate a specchio come il pavimento.
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a
a
b
c b
c
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Modellino
LIMBO
SOGNO, attraversare il sogno
SOGNO, percorrere il sogno
SOGNO, stare nel sogno
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RISVEGLIO
Illustrazioni “viaggio nell’anima”
1° stanza
2°stanza
3° stanza
3°stanza
3° stanza
3°stanza
4° stanza
5°stanza
6°stanza
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CONCLUSIONE
Spero di aver solleticato la vostra fantasia ed il vostro interesse. Ringrazio tutti gli artisti che mi sono stati di grande aiuto per l’ideazione di questo progetto; ringrazio il mio relatore di tesi architetto Michele Porcu e la dottoressa Maria Elena Minuto per le spinte emotive e concettuali; la famiglia Di Maggio, proprietaria di Fondazione Mudima, per la disponibilità e l’entusiasmo. Ringrazio chi mi ha dedicato spazio con corpo e anima (ogni riferimento a concetti e o parole chiave non è casuale). Roberto, Giovanna, Maurizio, Fabia, Lida, Mirko, Marco, Gabriele, Greta e Francesco.
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NOTE
Le informazioni sulle opere degli artisti sono incomplete, ho indicato solo quelle che hanno influenzato l’ideazione del mio progetto. In bibliografia sono indicate le riviste, i libri e i siti internet utilizzati per le mie ricerche.
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BIBLIOGRAFIA
- Estratti da De L’anima, Aristotele - Vincenzo Masini, Per non perdere l’anima: come difendersi da chi vi rovina la vita, in: http://www.encanta.it/psicologia_come.html (articolo pubblicato in Encanta, l’informazione utile) - Lewis Carroll,“Alice’s Adventure in Wonderland” 1865 (trad. it Aldo Busi “Alice nel paese delle meraviglie”, Feltrinelli, 2002) - ”Alice nel paese delle meraviglie”, film Disney ,1951 - ”Alice nel paese delle meraviglie” film, 2010, diretto da Tim Burton - Dispensa: Gianni Colmbo 01_ Scotini Marco, Gianni Colombo, Skira, Milano, 2006 (catalogo della Mostra alla Rotonda della Besana,Milano, 2006) - “Archivio Gianni Colombo, Biografia”, in: http://www.archiviogiannicolombo.com/it/Biografia.htm - “Claude Parent”, biografia ed opere, Enciclopedia Treccani - Maria Cristina Tommasini, “Claude Parent, l’utopista del territorio”, Maggio 2010, Domus - Chiara Rubessi, “Claude Parent, Utopia dell’obliquo”, 2010, in: http://www.autet.it/index. php/critica-del-giudizio-mainmenu-48/73-j/151-claude-parent-lutopia-dellobliquo - Yayoi Kusama, sito ufficiale: http://interactive.qag.qld.gov.au/looknowseeforever/introduction/ - Dorelan, dormire bene per vivere meglio, in: http://www.dorelan.it/consigli_e_suggerimenti_per_dormire_bene_e_vivere_meglio-715.html
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