FULVIO DI PIAZZA PACIFIC
INAUGURAZIONE giovedĂŹ 20 febbraio ore 18.30 21 febbraio | 30 marzo 2014
GALLERIA GIOVANNI BONELLI via luigi porro lambertenghi 6 milano tel 02 87246945 galleriagiovannibonelli.it
#83
La pittura è una professione da cieco: uno non dipinge ciò che vede, ma ciò che sente, ciò che dice a se stesso riguardo a ciò che ha visto* di livia savorelli
Quale miglior modo di inaugurare il nuovo anno ed introdurre questo primo numero del 2014, così densamente impregnato di contenuti e di interviste a grandi artisti, che citando Picasso e il suo sentire riguardo al “fare pittura”? Si parla di memoria storica e di legame con le radici con Enzo Cucchi, che in un’intervista inedita si mette a nudo e descrive l’allarmante panorama dell’arte in Italia e all’estero; di pittura, come mezzo per descrivere il “mondo delle cose”, con Tino Stefanoni; di continuità della ricerca e di visione del nuovo con una grande protagonista dell’arte italiana da più di cinquant’anni, come Grazia Varisco. Si celebrano grandi maestri da poco scomparsi, come il compianto Agostino Bonalumi, la cui carriera di artista e di uomo viene raccontata, in una triplice prospettiva, dalla storica dell’arte Francesca Pola, che ne ha curato l’ultimo progetto espositivo, dal figlio Fabrizio Bonalumi e dal collezionista Luigi Koelliker. Continua, inoltre, il nostro viaggio nelle Istituzioni italiane, per sentire dalla bocca dei protagonisti come viene concepita, oggi, la programmazione di una realtà culturale, nell’inevitabile destreggiarsi tra budget ridotti, coinvolgimento del tessuto sociale e necessità di una programmazione al passo con i tempi: Cristiana Collu, direttrice del Mart - Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, ci racconta la storia della Galleria Civica di Trento – divenuta sede distaccata del museo e passata quindi sotto la sua direzione – mentre Luca Massimo Barbero, protagonista della riapertura nella primavera 2014 di Palazzo della Ragione a Verona, pone l’accento sull’importanza di un progetto di restituzione di un’istituzione alla propria città e ai suoi abitanti. Parliamo ancora di Collezionismo, con le esponenti di due grandi collezioni private, in occasione delle attuali esposizioni che le celebrano: Giuseppina Panza di Biumo, direttrice della Collezione Panza e Ingvild Goetz, fondatrice della Sammlung Goetz di Monaco. Buon Anno e buona lettura! * Pablo Picasso
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espoarte #83
Enzo Cucchi, Cosmogonia II (particolare), 2013, arazzo, cuciture in cotone e lana, tasca in cotone, quadricromia su canvas hahnemuhle 340 gr, cm 190 ø. Courtesy: Galleria Poggiali e Forconi, Firenze
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indice #83 18 ANTINEUTRALE #9 | L’arte è un falso | di Roberto Floreani 20 PENSIERI ALBINI #16 | di Alberto Zanchetta 22 NEW MEDIA | Schermi digitali e facciate multimediali: l’ultima frontiera della comunicazione artistica in spazi pubblici | di Chiara Canali 24 GREMLINS | Quando l’arte va al cinema | di Mattia Zappile 26 EPPUR SI MUOVE #4.1 | Il viaggio in Occidente | di Christian Ghisellini 28 EPPUR SI MUOVE #4.2 | Il viaggio in Oriente | di Christian Ghisellini 30
TALKIN’ > EDITORIA | L’arte ambientale e urbana secondo Massimo Bignardi | di Kevin McManus
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GRAZIA VARISCO | Ipotesi in “linea”. Una giornata nello studio di Grazia Varisco | intervista di Matteo Galbiati
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Collezionismo > Ingvild Goetz | The dark side of Minimalism. Un’immersione nel lato nascosto della Sammlung Goetz | intervista di Gabriele Salvaterra
48 Omaggio al Maestro > AGOSTINO BONALUMI | Ricordando un grande maestro... | interviste a Francesca Pola, Fabrizio Bonalumi e Luigi Koelliker di Matteo Galbiati
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TALKIN’ | L’arte a Verona, per Verona (e non solo) | intervista a Luca Massimo Barbero, Direttore Artistico del progetto di riapertura di Palazzo della
Ragione a Verona, nuova sede della Galleria d’Arte Moderna Achille Forti di Ilaria Bignotti
64 TINO STEFANONI | “Oggetti per la mente” | intervista di Kevin McManus 68
Collezionismo > GIUSEPPINA PANZA DI BIUMO | Collezionare un sogno: l’eredità di Giuseppe Panza di Biumo | intervista di Matteo Galbiati
74 ENZO CUCCHI | Il segno nell’arte, quando tradizione e lentezza sfidano il contemporaneo | intervista di Giovanni Gaggia 82
NUOVI SPAZI | La nuova Galleria Civica di Trento. Quando arte fa rima con responsabilità | intervista a Cristiana Collu e Margherita de Pilati di Silvia Conta
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ESPOARTE #83 | Anno XV | Trimestre n.1 2014
Direttore editoriale Livia Savorelli Publisher Diego Santamaria
Redazione via Traversa dei Ceramisti 8/b 17012 Albissola Marina (SV) Tel. +39 019 4004123 redazione@espoarte.net www.espoarte.net
Segreteria di redazione Francesca Di Giorgio Valeria Barbera Direttore web Matteo Galbiati Direttore responsabile Silvia Campese
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Rubriche Chiara Canali Christian Ghisellini Roberto Floreani Alberto Zanchetta Mattia Zappile
Hanno collaborato a questo numero Ilaria Bignotti Ginevra Bria Francesca Caputo Silvia Conta Laura Francesca Di Trapani Giovanni Gaggia Matteo Galbiati Kevin McManus Gabriele Salvaterra Chiara Serri Viviana Siviero Maria Cristina Strati Daniela Trincia Alice Zannoni Igor Zanti
AGGIUSTARE LO SGUARDO Matthew Attard, Tullio Brunone, Daniele D’Acquisto, Luigi Di Sarro, Maurizio Donzelli, Antonio Marchetti Lamera, Elisabeth Scherffig a cura di Angela Madesani
dal 17 gennaio al 23 febbraio 2014 martedì - sabato h. 15.30 - 19.00
Via Cervino 16 10155 Torino - Italy Tel +39 011 237317 Tel +39 011 19700031 Fax +39 011 19700032 www.gasart.it gallery@gasart.it
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BEATRICE PEDICONI | Pittura mutante. Polaroid, fotografie, video ed installazioni ambientali. Nel nome della contaminazione... | intervista di Chiara Serri
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118 OPEN STUDIOS > ANDREA CHIESI | Nella casa del pittore, circondata da alberi matti | di Chiara Serri
94 TALKIN’ | Toshiko Horiuchi MacAdam. Nella Rete dei draghi | di Daniela Trincia
122 TALKIN’ | Fulvio Di Piazza. La naturale evoluzione pittorica | di Laura Francesca Di Trapani
96 DAVIDE LA ROCCA | Una pittura “matematica”... | intervista di Igor Zanti
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116 TALKIN’ | Guido Pecci. Il territorio dell’eros e la sua forza primigenia | di Francesca Caputo
102 TALKIN’ | Marcus Jansen. È nata una stella? | di Igor Zanti Giovani 104 FATMA BUCAK | Vox clamantis | di Ginevra Bria 106 CAROLINE LE MÉHAUTÉ | L’arte della négociacion | di Maria Cristina Strati 108 TIM ELLIS | Fra ragione e appartenenza | di Viviana Siviero 110 ADELITA HUSNI-BEY | L’arte dei contesti che si fanno narrativi | di Viviana Siviero 112 BETH MOON | Nei secoli dei secoli | intervista di Alice Zannoni
124 NUOVI SPAZI | Arte al CUBO... Di Bologna | Intervista ad Angela Memola di Mattia Zappile
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ESPOARTE
Registrazione del Tribunale di Savona n. 517 del 15 febbraio 2001 Espoarte è un periodico di arte e cultura contemporanea edito dall’Associazione Culturale Arteam. © Proprietà letteraria riservata. È vietata la riproduzione, anche parziale, di testi pubblicati senza l’autorizzazione scritta della Direzione e dell’Editore. Corrispondenza, comunicati, cartelle stampa, cataloghi e quanto utile alla redazione per la pubblicazione di articoli vanno inviati all’indirizzo di redazione. Le opinioni degli autori impegnano soltanto la loro responsabilità e non rispecchiano necessariamente quelle della direzione della rivista. Tutti i materiali inviati, compresi manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non verranno restituiti.
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collezione permanente arte internazionale 1950–2000 giovedÏ–domenica prenotazioni tel. 0522 382484 info@collezionemaramotti.org www.collezionemaramotti.org via fratelli cervi 66 reggio emilia
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Simone Ferrarini, Jim Morrison, 2012, acrilico su carta, performance pittorica
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2 ti en La cultura è il miglior viatico per la vecchiaia Aristotele
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Grazia Varisco intervista di Matteo Galbiati
Ipotesi in “linea” Una giornata nello studio di Grazia Varisco In concomitanza con l’apertura di due mostre a lei dedicate – una in Germania presso il Museum Ritter di Waldenbuch, con opere che vanno dagli anni ’60 fino a produzioni attuali, e l’altra a Milano con opere degli ultimi anni, tra cui alcuni inediti e un intervento site-specific – ho incontrato Grazia Varisco (1937) nel suo studio milanese. Con grande ospitalità e cortesia, mi apre le porte di un luogo in cui si respira tutta la sua storia di artista protagonista delle vicende artistiche italiane e internazionali degli ultimi cinquant’anni. Si è colpiti subito, lasciando scorrere lo sguardo sulla parete, dalle opere appese che sembrano voler tracciare, riassumere e testimoniare, per campioni,
Ritratto di Grazia Varisco. Foto: Cesare Chimenti Nella pagina a fianco: Grazia Varisco. Apparenze, veduta della mostra, Ca’ di Fra’ arte contemporanea. Courtesy: Grazia Varisco / Ca’ di Fra’, Milano. Foto: Aurelia Raffo
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Speciale
agostino bonalumi
Omaggio al Maestro
Ricordando un grande maestro... Interviste a Francesca Pola, Fabrizio Bonalumi e Luigi Koelliker di Matteo Galbiati Agostino Bonalumi (1935 - 2013) ha sempre lavorato con coerente poesia, pensando e ripensando alle sue realizzazioni nell’ottica di una costante, progressiva evoluzione e, fino all’ultimo, ha dato un contributo fondamentale per la maturazione del linguaggio artistico contemporaneo. Lo ricordiamo quando, con entusiasmo, ci aveva accolti nel suo studio brianzolo in occasione dell’intervista rilasciata per la nostra testata (Espoarte #53, giugno-luglio 2008, pp. 68 - 73): allora avevamo verificato come l’uomo e l’artista fossero uniti in un’unica anima. Affidiamo il ricordo della sua complessa personalità a Francesca Pola, storica dell’arte che con lui ha condiviso l’ultimo progetto espositivo; al figlio Fabrizio Bonalumi, presidente dell’Archivio Bonalumi; al collezionista Luigi Koelliker... Iniziamo con alcune domande sul recente e intenso lavoro che Francesca Pola ha svolto per la realizzazione della mostra a Londra (alla Galleria Robilant+Voena, ndr). MATTEO GALBIATI: Come è nato questo grande progetto? Francesca Pola: Dal voler restituire uno sguardo retrospettivo e attivo sull’importanza della ricerca di Bonalumi fin dagli anni ‘60: è un artista cruciale non solo per l’arte italiana, ma anche e soprattutto per il panorama internazionale. Si doveva ricollocarlo a livello dei grandi protagonisti del XX secolo, assecondando un’indispensabile ricostruzione storico-critica.
Veduta della mostra Bonalumi. All the Shapes of Space 1958 - 1976, Galleria Robilant+Voena, Londra Nella pagina a fianco: Agostino Bonalumi con alle sue spalle l’opera Grande Nero, Museum am Ostwall, Dortmund, 1968. Foto: R.L. Hilgering
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Giuseppina Panza di Biumo
Collezionismo
intervista di matteo galbiati
Collezionare un sogno: l’eredità di Giuseppe Panza di Biumo In occasione dell’apertura della mostra Giuseppe Panza di Biumo. Dialoghi Americani, a Ca’ Pesaro a Venezia, abbiamo intervistato la direttrice della Collezione Panza di Biumo. Con la simpatia, la cordialità e la grande disponibile professionalità che la contraddistinguono, Giuseppina Panza di Biumo ha risposto con generosa partecipazione alle nostre domande: Matteo Galbiati: LA VOSTRA COLLEZIONE È TRA LE PRINCIPALI COLLEZIONI PRIVATE ITALIANE E, AZZARDEREI, INTERNAZIONALI. COME È INIZIATO TUTTO? Giuseppina Panza di Biumo: La passione per l’arte è nata in mio padre da bambino: con madre e zia appassionate d’arte passava le domeniche nei musei, in campagna o sui laghi mentre dipingevano. Donne semplici, naturali, romantiche che gli hanno trasmesso la passione per il bello e coi loro occhi ha imparato a riconoscerlo. A 12 anni, in quarantena per la scarlattina, iniziò a studiare la storia dell’arte con la Treccani di suo padre. Una “prigionia” senza sofferenza ma con tanta gioia perché imparò molto. La solitudine non lo ha mai spaventato, anzi era complemento importante della sua vita. La meditazione e il pensare hanno fatto il resto. Dopo la guerra, rientrato a Varese, conobbe Tavernari, Licini, Radice, Soldati, allora
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guardò all’arte contemporanea. Ma tutto ebbe inizio col matrimonio, nel ’55, con mia madre Rosa Giovanna. CHE PROFILO TRACCI DI TUO PADRE COLLEZIONISTA? QUALI ERANO GLI “UMORI” DI CASA? Era silenzioso, introverso, serio, ai più metteva soggezione, ma sapeva essere molto affettuoso, spiritoso e divertente. Mai era invadente: lasciava spazio, voleva che fossi tu a cercarlo. Non si è mai curato delle critiche ricevute, era sicuro di quel che voleva. Diceva sempre di non aver premura, certo che tempi e gusti sarebbero cambiati. È sempre uscito vincente dalle critiche. COME VI RAPPORTAVATE A LUI RISPETTO LA SCELTA DELLE OPERE? La collezione gli apparteneva, ne era l’ideatore e mia madre era una parte. Decidevano insieme. Noi cinque figli subivamo: la grande casa di Varese sembrava non bastare mai, più la collezione cresceva, più ci toglieva spazio. Cresciuti e “sopravvissuti”, abbiamo iniziato ad amare quello che lui amava. Lo seguivamo, lo ascoltavamo, lo vedevamo scegliere opere e parlare con artisti. Un altro uomo, un papà sconosciuto che si svelava. Durante i viaggi in America iniziò a chiedere il mio parere. Un momento magico: iniziavo, marginalmente, ad appartenere al suo mondo. CHE RAPPORTI TESSEVA CON GLI ARTISTI? Ripeteva spesso che conoscerli non fosse fondamentale, non avrebbe compromesso il
David Simpson, Brass Volontary, 1994. Collezione Panza, Lugano. Foto: Alessandro Zambianchi – Simply.it, Milano
Nella pagina a fianco, da sinistra: Gregory Mahoney, Geography, 1993. Collezione Panza, Lugano. Foto: Alessandro Zambianchi – Simply.it, Milano Lawrence Carroll, Untitled, 1999-2000. Collezione Panza, Lugano. Foto: Alessandro Zambianchi – Simply.it, Milano espoarte 83 | 69
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Enzo Cucchi intervista di Giovanni Gaggia*
IL SEGNO NELL’ARTE, QUANDO TRADIZIONE E LENTEZZA SFIDANO IL CONTEMPORANEO Lascio Firenze una mattina di novembre, forse la prima di un inverno ormai alle porte. Naturalmente il treno è in ritardo, la connessione internet non funziona, non ho acquistato nemmeno un giornale. Non mi rimane che scrivere nero su bianco della magia di un incontro, quello con Enzo Cucchi, avvenuto in occasione della preview di Cosmogonia, la sua personale alla Galleria Poggiali e Forconi. Giovanni Gaggia: Come ti accennavo poco fa, non sono un giornalista ma un artista. Avendo collaborato qualche mese fa alla realizzazione dello Speciale Marche (Espoarte n. 82, ndr) e non essendo riusciti in quell’occasione ad avere un tuo contributo,
*giovane artista marchigiano ricerca l’equilibrio nella performance, nel disegno e nel ricamo, luoghi in cui la sua poetica, sempre aderente al corpo, è andata definendosi.
Enzo Cucchi, Cosmogonia III, 2013, arazzo, cuciture in cotone e lana, tasca in cotone, quadricromia su canvas hahnemuhle 340 gr, cm 190 ø. Courtesy: Galleria Poggiali e Forconi Nella pagina a fianco: Enzo Cucchi, Cosmogonia I, particolare, 2013, arazzo, cuciture in cotone e lana, tasca in cotone, quadricromia su canvas hahnemuhle 340 gr, cm 190 ø. Courtesy: Galleria Poggiali e Forconi espoarte 83 | 75
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