Dal 25 Settembre al 29 Novembre, 2014
AQUAAURA
Ephémera: colei che vive un solo giorno A cura di Alessandro Trabucco
Presentazione: Giovedì 25 Settembre, 2014 ore 18.30 Clelia Belgrado VisionQuesT - Piazza Invrea 4r Genova dal mercoledì al sabato 15.30 - 19.30 e su appuntamento Tel. +39 0102468771 - 3356195394 • www.visionquest.it - info@visionquest.it
#85
Credo che sia un artista chiunque sappia fare bene una cosa; cucinare, per esempio*. di livia savorelli
In questo numero estivo ci siamo concessi un po’ di svago, esplorando i territori del food d’autore, ricercando accostamenti e contaminazioni con l’arte contemporanea, avvistando affinità, sinergie e tangenze. Quello che è emerso è che la creatività, a prescindere dalle modalità con le quale si esprime, si ancora su valori saldi quali la tradizione per intraprendere quell’inevitabile sperimentazione, che si arricchisce e alimenta dal confronto. Il pensiero di Massimo Bottura, Chef tre Stelle Michelin dell’Osteria Francescana di Modena, riflette, nell’ambito culinario, la tensione verso la ricerca connessa alla pratica creativa: «La mia è una cucina in punta di piedi. Non faccio rivoluzioni e non ne cerco, cerco di evolvermi verso il futuro, di cavalcare il tempo. Le contaminazioni sono per me un punto di partenza e non di arrivo, vanno avvicinate con curiosità e saggezza. Studiate, approfondite i vostri interessi, viaggiate, confrontatevi, entrate nelle cucine dei grandi maestri, ma non dimenticate chi siete e da dove venite». Un numero che trova nella contaminazione tra linguaggi la sua cifra stilistica, elemento comune espresso – seppur con modalità diverse – dai personaggi che lo animano: Mustafa Sabbagh, Andrea Pallaoro, Bertozzi & Casoni, Nicola Samorì, Perino & Vele e lo stesso cover artist Willy Verginer. Quest’ultimo con l’opera Tra idillico e realtà – nell’accostamento di situazioni apparentemente contrastanti, ai limiti del paradosso, cifra stilistica dell’artista altoatesino – mette in contrasto, ponendoli sullo stesso piano, l’elemento artificiale rappresentato dai bidoni di petrolio con quello naturale, simboleggiato dal capriolo. Lo stesso utilizzo del colore, nella variante nero-grigia dei bidoni, che si espande sul volto dell’animale, allude ad un’“aggressione” in atto dell’artificiale sul naturale: l’inquinamento ai danni dell’uomo. In secondo piano, ed in miniatura, il vivace ed incontaminato paesaggio che si scorge sulla schiena del capriolo, funge visivamente da monito alla tutela di quanto abbiamo di più caro: l’ambiente. Un inno alla salvaguardia del territorio che estendiamo, con gli itinerari proposti nella nostra summer compilation di eventi dell’estate 2014, alla tutela dell’immenso patrimonio artistico-culturale-paesaggistico italiano. Un viaggio iniziato nelle Dolomiti, con la Biennale Gherdëina di Ortisei e Dolomiti contemporanee proseguito a Isola del Garda (BS) con Ecce Pinocchio e poi dal Piemonte alla Liguria, percorrendo gli itinerari della Via del Sale. Dopo una sosta in Toscana a Lucca per Cartasia, ci muoviamo in direzione Camerano, in provincia di Ancona, dove ci attende Caleidoscopio Festival delle Arti. Il nostro viaggio termina tra Ascoli Piceno, Atri, Castelbasso, Civitella del Tronto, Loreto Aprutino, Pescara e Teramo, dove con ARTE in CENTRO. Cultura contemporanea nei borghi e nelle città scopriamo un territorio unito dai linguaggi del contemporaneo. *Andy Warhol
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espoarte #85
Willy Verginer, Tra idillico e realtà, 2014, legno di tiglio, acrilico, ferro, cm 160x60x120
TAMARA FERIOLI SOLO SHOW
16 OTTOBRE - 23 NOVEMBRE INAUGURAZIONE, GIOVEDI 16 OTTOBRE, ORE 19.00
OFFICINE DELL’IMMAGINE Via Atto Vannucci 13 - 20135 MILANO Tel. 02.91638758 info@officinedellimmagine.com | www.officinedellimmagine.com
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Bertozzi & Casoni intervista di Francesca Caputo
Ironiche visioni dell’avventura umana Un sodalizio trentennale lega Bertozzi & Casoni nella creazione di sculture in ceramica, materiale d’elezione, insieme fragile e incorruttibile, che già contiene in sé una contrapposizione, tratto tipico della loro arte. Ironia e cruda lucidità, iperrealismo e astrazione, disastri, scarti e bellezze, sedimentazioni e decostruzione della monumentalità, convivono nelle loro opere per osmosi. Ambivalenza apparente che nella dualità si bilancia ponendo interrogativi sulla nostra società bulimica e complessa, in un ribaltamento del concetto di transitorio, svelando la personale concezione del mondo e del tempo, sospeso in una sorta di nonsense, dove l’intensità, lo sfarzo di colori e composizioni, spalanca alla speranza. Due le mostre da poco inaugurate. Alla Galleria Sperone Westwater di Lugano e a Palazzo Te a Mantova, dove il percorso espositivo si armonizza con il contesto: una scultura richiama gli emblemi dei Gonzaga e le loro costellazioni si relazionano alle decorazioni della Sala dei Venti, il cui motivo centrale è proprio l’influsso che le stelle esercitano sull’uomo.
Bertozzi & Casoni, Regeneration, 2012, ceramica policroma, cm 160x213x190 Bertozzi & Casoni, ritratto espoarte 85 | 111
indice #85 18 Antineutrale #11 | Gerhard Richter: immagini, nonostante tutto | di Roberto Floreani 20 Pensieri Albini #18 | di Alberto Zanchetta 22 New Media Art | Arte Interattiva: nuove esperienze di interazione con l’arte contemporanea | di Chiara Canali 24 Gremlins | Il mostro che viene dal lago. Il cinema indipendente al Lago Film Fest | di Mattia Zappile 26 Eppur si muove #6 | Vedi Napoli poi muori | di Christian Ghisellini 28 Esercizi di stile - Contemporary tales | Un’idea che ha fatto era. La poetica ArkiZoic di Duilio Forte | di Luisa Castellini 32 Talkin’ | Andrea Pallaoro | Della vertigine tra guardare ed essere | di Silvia Conta
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44 34 Mustafa Sabbagh | Fluttuazioni dark | intervista di Isabella Falbo 40 Focus Olivier Durbano, Naomi Goodsir, Patricia Vincent: Dialoghi tra arte, moda e profumo | di Isabella Falbo 44 Fabrizio Plessi | Viaggio, azione ed energia | intervista di Roberto Lacarbonara 50 Talkin’ | Villa Croce rinasce. Un riuscito mix di qualità, sinergie e lungimiranza | intervista a Ilaria Bonacossa di Valeria Barbera 52 Open Studios | Perino & Vele | Londra, New York, Berlino, Parigi?... No, Rotondi! | di Matteo Galbiati
Giovani
56 Michele Parisi | Dall’opaco | di Gabriele Salvaterra
58 Thomas Berra | La verità acceca, la menzogna è un bel crepuscolo | di Alberto Mattia Martini 60 Silvia Celeste Calcagno | Fantasmi impressi a fuoco | di Valeria Barbera 62 Giulia Manfredi | La natura della reliquia | di Luisa Castellini 65 Speciale Esordienti Espoarte Talent Scouting | Una scoperta oggi, una certezza domani? | a cura della Redazione Gli esordienti: Caterina Rossato, Nuvola Ravera, Elena Mazzi, Špela Volčič, Fabiano De Martin Tropanin, Pierpaolo Miccolis, Michele Pierpaoli, Francesco Cossu, Francesca Longhini, Viviana Valla, Simona Paladino, Claudio Rivetti, Silvia Inselvini, Paola Pasquaretta, Giulia Zappa, Daniele Pulze, Elena Hamerski, Arjan Shehaj, Arianna Zannoni, Anna Negretti | di AA.VV.
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ESPOARTE #85 | Anno XV | Trimestre n.3 2014
Direttore editoriale Livia Savorelli Publisher Diego Santamaria
Redazione via Traversa dei Ceramisti 8/b 17012 Albissola Marina (SV) Tel. +39 019 4004123 redazione@espoarte.net www.espoarte.net
Segreteria di redazione Francesca Di Giorgio Valeria Barbera Direttore web Matteo Galbiati Direttore responsabile Silvia Campese
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Rubriche Chiara Canali Luisa Castellini Roberto Floreani Christian Ghisellini Alberto Zanchetta Mattia Zappile
Hanno collaborato a questo numero Valeria Barbera Ilaria Bignotti Francesca Caputo Luisa Castellini Silvia Conta Elena Dolcini Isabella Falbo Laura Fanti Jack Fisher Matteo Galbiati Roberto Lacarbonara Massimo Marchetti Alberto Mattia Martini Simone Rebora Gabriele Salvaterra Livia Savorelli Chiara Serri Alessandro Trabucco
EsprEssioni italianE RobeRto baRni bRuno benuzzi enzo esposito VettoR pisani 31 luglio - 7 ottobre 2014 China art Museum 161 shangnan Road pudong new District shanghai
studio Vigato Via santa Marta, 19 20121 Milano tel. 02 49437856 Cell. 392 9022843 info@studiovigato.com www.studiovigato.com
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78 Willy Verginer | Dalle radici alle fondamenta | di Silvia Conta 84 Summer Compilation Events
116 Talkin’ | La ceramica che cambia. Un viaggio nel XX secolo attraverso i suoi protagonisti | intervista a Claudia Casali di Livia Savorelli
8 itinerari per scoprire l’arte tra natura, storia e paesaggio | a cura di Valeria Barbera, testi di AA.VV. 95 Art + Food = Cultura a cura e di Livia Savorelli 96 Ceretto: tra cantina d’eccellenza, territorio, cucina stellata e... Arte | intervista a Roberta Ceretto, responsabile comunicazione e marketing Ceretto, Alba (CN) 98 Mecenatismo e ricerca: storia di una passione contemporanea sul filo della tradizione | intervista a Tiziana Frescobaldi, Direttore Artistico Artisti Marchesi de’ Frescobaldi
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ESPOARTE
Registrazione del Tribunale di Savona n. 517 del 15 febbraio 2001 Espoarte è un periodico di arte e cultura contemporanea edito dall’Associazione Culturale Arteam. © Proprietà letteraria riservata. È vietata la riproduzione, anche parziale, di testi pubblicati senza l’autorizzazione scritta della Direzione e dell’Editore. Corrispondenza, comunicati, cartelle stampa, cataloghi e quanto utile alla redazione per la pubblicazione di articoli vanno inviati all’indirizzo di redazione. Le opinioni degli autori impegnano soltanto la loro responsabilità e non rispecchiano necessariamente quelle della direzione della rivista. Tutti i materiali inviati, compresi manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non verranno restituiti.
Editore Ass. Cult. Arteam Art Director Elena Borneto Redazione grafica – Traffico pubblicità villaggiodellacomunicazione® traffico@villcom.net 12 | espoarte 85
110 Bertozzi & Casoni | Ironiche visioni dell’avventura umana | intervista di Francesca Caputo
120 Aurelio Amendola | Tutti gli atelier e i volti di Aurelio Amendola | intervista di Matteo Galbiati
100 Caffè Florian: tradizione e contemporaneità per un brand made in Italy | intervista a Silvia Zanella, Marketing e Communication Manager Caffè Florian e Stefano Stipitivich, Direttore Artistico Caffè Florian 102 Art&Food Objects 104 La creatività ispirata dalla natura: le stagioni di Crippa | intervista a Enrico Crippa, Chef Ristorante Piazza Duomo, Alba (CN) 106 Una stella dell’alta cucina, rigorosamente controcorrente | intervista a Cristina Bowerman, Chef Glass Hostaria, Roma 108 I colori dell’ispirazione: Colorfood@ Expo2015 | intervista a Dan Lev, fotografo israeliano di food ed ideatore di COLORFOOD
126 Nicola Samorì | La bellezza della decadenza | intervista di Matteo Galbiati 132 Dossier Luoghi/Spazi | Casa Museo Jorn. Un’opera d’arte totale sulle alture di Albissola Marina | di Livia Savorelli
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Stampato in Italia da Bandecchi & Vivaldi s.r.l. Via Papa Giovanni XXIII, 54 56025 Pontedera (PI)
Abbonamenti Italia Annuale (4 numeri): 20 € Biennale (8 numeri): 36 € Triennale (12 numeri): 48 €
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Nicola Verlato FulVio Di Piazza Marco MazzoNi agostiNo arriVabeNe istituto italiano di cultura los angeles (usa) settembre 2014
galleria gioVaNNi boNelli
via luigi Porro lambertenghi, 6 - 20159 Milano info@galleriagiovannibonelli.it www.galleriagiovannibonelli.it
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Mustafa Sabbagh intervista di isabella falbo
FLUTTUAZIONI DARK Mustafa Sabbagh (Amman - Giordania) proviene da trascorsi prestigiosi nell’ambito della fotografia di moda dove ha saputo imprimere la sua cifra artistica con shootings pubblicati dalle più autorevoli testate del settore tra cui The Face, Vogue Italia, l’Uomo Vogue, Kult, Zoom on Fashion Trends. Considerato uno dei capisaldi nell’uso della “maschera”, della “pelle nuda” e del corpo vestito in cui l’abito diviene “habitus” come seconda pelle da abitare, dall’ultimo decennio è fra gli artisti più riconosciuti anche dal mondo dell’arte. Tra i punti salienti della sua metodologia prevale la ricerca di nuove forme in una logica di condivisione e abbattimento di qualsiasi barriera.
Isabella Falbo: La tua “lingua madre” è la fotografia in dialogo con la moda e strettamente connessa a codici performativi. Il corpo umano trasformato, mutato e ibridato è oggetto privilegiato nei tuoi lavori; la tua metodologia artistica si sviluppa secondo modalità performative tra cui lunghi styling per creare i tuoi soggetti, durante i quali instauri un rapporto emotivo con il modello. In alcuni casi le presentazioni dei tuoi lavori sono diventate “mostre performative”. Oggi la performance art ha riconquistato un ruolo preponderante e diviene parte integrante della modalità creativa anche in pittura, scultura e fotografia. Che cosa è per te un atto performativo? Quanto i codici della moda sono per te mezzi espressivi per fare arte? Mustafa Sabbagh: Nel mio pensiero, ogni atto creativo è un atto performativo. Anzi, due. La migliore performance è quella che prende vita in un primo momento dall’interconnessione tra fotografo e soggetto fotografato, in seguito dall’innesco emotivo in colui che guarda. Diventa una doppia performance, spontanea e non programmata. Non trasformare ma leggere la sostanza dell’individuo, non mutare ma affermare, ibridare per autenticare. Se la moda è espressione del sé, incarna perfettamente i miei codici; se, invece, viene trattata in termini puramente statistici, non è espressione, è solo clonazione. Attraverso la rappresentazione fotografica – e video – rendi il mondo reale uno spazio sacro e ultraterreno popolato da iconiche sculture viventi attraverso le quali la verità si rivela con la finzione. Quanto alieno e alienato divengono sinonimi nei tuoi
Mustafa Sabbagh, Senza Titolo, 2014, stampa lambda, cm 100x126, tiratura di 5 + 1 copia d’artista. Courtesy: Mustafa Sabbagh Nella pagina a fianco: Mustafa Sabbagh, Senza Titolo, particolare, 2014, stampa lambda, cm 80x100, tiratura di 5 + 1 copia d’artista. Courtesy: Mustafa Sabbagh espoarte 85 | 35
Fabrizio Plessi intervista di Roberto Lacarbonara
Viaggio, azione ed energia Per chi giunge in Italia dalla frontiera del Brennero, Fabrizio Plessi è il primo nome da incontrare e memorizzare. Il nuovo museo dedicato al maestro emiliano, di adozione veneziana, sorge sull’autostrada al confine con l’Austria. È la rappresentazione e la mimesi perfetta di un lavoro artistico che coniuga natura e immaginazione, dove le acque e la vegetazione del paesaggio alpino divengono immagine tecnologica e flusso emozionale. Presente nei maggiori musei del mondo, Plessi è il XVII Premio Pascali: un riconoscimento ad un artista che attraversa, con sorprendente meraviglia e innovazione linguistica, le suggestioni “primigenie e barbariche” che avevano reso grande l’arte di Pino Pascali.
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Roberto Lacarbonara: Era il 1968 quando Pascali giungeva in Biennale con la sua carica dirompente ed è lì che Plessi incontra l’artista più rivoluzionario di quegli anni. Quali le sensazioni di allora e cosa resta di quel momento? Fabrizio Plessi: Era un’epoca straordinaria e complessa. Il ‘68 era un tempo combattivo, a volte frustrante. La presenza del giovane Pascali fu immediatamente colta come un faro nell’impenetrabile mondo dell’arte e della cultura italiana. Non c’è dubbio, Pino è stato incredibile, un genio. Io lo frequentai per qualche ora ma questa sua folle energia, questa carica emozionale del suo lavoro, mi restò sempre impressa. Una presenza velocissima, un lampo nella mia vita che ha dato un forte impulso alla mia ricerca, oltre che a tutta la scultura italiana che lui rese per la prima volta dinamica, energetica. In occasione della mostra alla Fondazione Museo Pino Pascali tornerai a pochi metri dalle Pozzanghere di Pascali. Cosa vuol dire per un artista raccogliere, trattenere e dare forma a ciò che per natura non ha alcun contenimento, quale appunto l’acqua? Avverti una vicinanza a questo lavoro? Sono molti gli artisti che hanno dipinto l’acqua in modo illustrativo, aneddotico, denotativo.
Fabrizio Plessi, Liquid Labyrinth, Ludwig Museum - Museum of Contemporary Art, Budapest, 31 gennaio - 13 aprile 2014. Foto: Tamás Bujnovszky Nella pagina a fianco: Fabrizio Plessi, progetto per Fondazione Pino Pascali espoarte 85 | 45
Incandescenti, attraversiamo i muri (Cristina Campo, da Fiaba e Mistero)
Lo Speciale Esordienti – che vi apprestate a leggere e che proseguirà anche nelle prossime uscite – nasce dal fascino che l’universo della creazione giovanile ha sempre suscitato sul nostro team. Lungi da noi tesserci le lodi ma più di una volta tra le nostre pagine o sulle nostre copertine abbiamo presentato – in tempi non sospetti – il lavoro di alcuni giovanissimi che, poi, si sono rivelati molto più che “promesse” del panorama artistico. Questo speciale nasce, quindi, come evoluzione naturale del nostro “buon occhio” e dalla volontà di “mappare” quegli artisti – formatisi e operanti principalmente in Italia – che si trovano in quella particolare fase in cui dallo studio si passa alla pratica, dall’osservazione all’azione. Un momento esaltante in cui tutto sembra possibile e nel quale, per quanto intricate, le strade da imboccare sono ancora tantissime e le regole dell’art system non hanno ancora intaccato quell’energia grezza, quella voglia di fare e sperimentare impellente ed irresistibile. Uno spaccato, che non ha certo la pretesa di essere esaustivo, che vi accompagnerà alla scoperta di una nuova generazione di creativi, nati tra gli anni ‘80 e i ‘90... Hanno collaborato a questo Speciale: Valeria Barbera, Ilaria Bignotti, Laura Fanti, Jack Fisher, Matteo Galbiati, Roberto Lacarbonara, Massimo Marchetti, Alberto Mattia Martini, Simone Rebora, Chiara Serri, Alessandro Trabucco. Un ringraziamento particolare ad Alberto Zanchetta.
1. Giulia Zappa 2. Silvia Inselvini 3. Elena Mazzi 4. Daniele Pulze 5. Fabiano De Martin Topranin 6. Elena Hamerski 7. Francesca Longhini 8. Paola Pasquaretta 9. Simona Paladino 10. Anna Negretti 11. Francesco Cossu 12. Špela Volčič 13. Claudio Rivetti 14. Pierpaolo Miccolis 15. Arjan Shehaj 16. Caterina Rossato 17. Viviana Valla 18. Arianna Zannoni 19. Nuvola Ravera 20. Michele Pierpaoli speciale esordienti | espoarte 85 | 65
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Willy Verginer
Cover Artist
intervista di silvia conta
Dalle radici alle fondamenta Noto soprattutto per le sculture incentrate sulla figura umana, Willy Verginer ha intrapreso un nuovo percorso, un filone di ricerca che con radicalità indaga la relazione tra uomo, natura e scultura in una giostra dal sapore onirico, ma allo stesso tempo dalla salda personalità visiva e concettuale. Elementi naturali, edifici e alberi che entrano in relazioni inattese eppure radicate in quella comune matrice costituita dall’inscindibile legame con la Terra e con l’essere umano, visivamente omesso, ma segreto protagonista di ogni elemento. Abbiamo incontrato Willy Verginer, nel suo studio di Ortisei, in occasione di una grande personale al MAC – Museo d’Arte Contemporanea di Lissone e della sua partecipazione alla IV Biennale Gherdëina di Ortisei.
Willy Verginer, Tra idillico e realtà, dettaglio, 2014, legno di tiglio, acrilico, ferro, cm 160x60x120 Nella pagina a fianco: Willy Verginer, La casa cresce, 2013, tiglio, compensato MDF, acrilico, cm 34x26x21 espoarte 85 | 79
8 itinerari per scoprire l’arte tra natura, storia e paesaggio a cura di Valeria Barbera Per chi anche d’estate vuole programmare delle “vacanze intelligenti”, ma non ha nessuna voglia di rinunciare al sole e all’aria aperta girando per musei e gallerie, abbiamo preparato uno speciale ricco di itinerari di qualità dedicati al contemporaneo e con una particolare attenzione al paesaggio. Una piccola mappa di alcuni tra i progetti più interessanti che potrà rivelarsi un’agile guida per chi ama rassegne e festival che fanno dell’ambientazione urbana, rurale o montana che sia uno dei principali punti di forza. Iniziative che coniugano turismo, eccellenze locali, cultura e ovviamente arte e da cui emerge una grande voglia di collaborare e di creare reti pubblico-private, un prediligere iniziative organiche rispetto alla dispersione di tanti micro eventi in grado di valorizzare con intelligenza le vocazioni locali senza smettere mai di sognare in grande.
1. Biennale GherdËina
la Val Gardena tra arte contemporanea e tradizione Intervista a Doris Ghetta di Valeria Barbera Dal 2008 la Biennale Gherdëina rende l’arte contemporanea protagonista dell’estate di Ortisei (BZ) coinvolgendo artisti internazionali in una suggestiva esposizione che trova la sua location ideale nell’area pedonale della cittadina. La manifestazione quest’anno presenterà un progetto, curato da Luca Beatrice, che celebrerà uno dei simboli del luogo: il legno. Abbiamo incontrato Doris Ghetta, direttore artistico della Biennale, per farci raccontare in anteprima quali saranno le novità di questa edizione... Quando nasce la Biennale Gherdëina, giunta quest’anno alla sua quarta edizione e con quali intenti? La Biennale Gherdëina nasce nel 2008 come evento collaterale a Manifesta 7, con l’intento di dare visibilità, durante un evento così importante a livello internazionale, agli artisti del territorio, cresciuti artisticamente in Val Gardena. Per questa prima Biennale erano stati infatti invitati Aron Demetz, Lois Anvidalfarei, Markus Delago, Thaddäus Salcher e Isabell Pitscheider. L’edizione è stata per certi versi molto movimentata. L’esposizione nello spazio pubblico di Ortisei ha suscitato numerose reazioni, anche molto forti e critiche: dalla Chiesa alla stampa, in tanti si sono scagliati contro questa “appropriazione della piazza”. Ma tutto questo ha fatto sì che ad Ortisei si parlasse di arte come non mai. Paradossalmente sono stati proprio questi fatti a convincere un po’ tutti del fatto che un simile evento potesse contribuire – come poi è stato – ad una sensibilizzazione del vasto pubblico verso l’arte contemporanea. Insomma, in qualche modo c’erano i presupposti per continuare quest’esperienza, che vuole essere principalmente basata sul dialogo. Per la prima volta è stato dato, agli artisti invitati ad esporre 84 | espoarte 85 | summer compilation events
nel centro di Ortisei, un vero e proprio “limite”: l’utilizzo del legno. Può raccontarci come nasce il progetto Legno/Wood/Holz/Lën? Alla quarta edizione, ci è sembrato opportuno in qualche modo tributare il giusto riconoscimento a quel materiale che ha reso famosa la Val Gardena: il luogo dove dimorano i veri specialisti del legno. In valle, la scultura lignea ha una tradizione secolare e, nel corso dei decenni, le tecniche di lavorazione si sono progressivamente affinate, fino a raggiungere oggi livelli che permettono un approccio completamente nuovo a tale materiale. La Biennale è un’ottima opportunità per far conoscere al mondo queste capacità artigianali. Combinare nuove tecnologie e scelta del legno per la produzione delle opere, oltre a creare un forte collegamento con le radici del luogo, intende anche dare a questo materiale una dignità che va oltre l’artigianato e lo lega all’arte contemporanea. Chi sono gli artisti invitati? Come si sono rapportati con il concept di questa Biennale? I cinque artisti invitati dal curatore Luca Beatrice – Chris Gilmour, Sonia Leimer, Willy Verginer, Bruno Walpoth e Velasco Vitali – hanno accolto con entusiasmo la sfida di progettare un’opera destinata allo spazio pubblico, con tutte le implicazioni che ne conseguono. È interessante notare come due artisti non originari della Val Gardena, Sonia Leimer e Chris Gilmour, entrambi non specialisti del legno, abbiano voluto integrare nei loro lavori dei riferimenti specifici alla tradizione artigianale locale. Per i due artisti locali invece, Bruno Walpoth e Willy Verginer, l’esperienza del legno è di lungo corso: Walpoth installerà un grande busto in legno tagliato a metà e svuotato al suo interno mentre Verginer abbandonerà i “suoi” ritratti e paesaggi per realizzare una casa in legno che si regge su radici d’albero. Infine Velasco Vitali, famoso per i suoi branchi di cani, spesso inseriti in contesti imprevisti, proporrà una gigantesca mongolfiera in legno e ferro. Manifestazioni come queste ambiscono a coinvolgere un ampio pubblico, come si riesce a combinare un alto livello della ricerca artistica con l’ottenimento di un largo consenso? Luca Beatrice è stato subito entusiasta della scelta del titolo Lën, parola che in ladino – lingua parlata in Val Gardena – indica appunto il “legno”. L’intento è stato, fin da subito, quello di proporre una mostra di alto livello artistico, ma anche accessibile al turista o a chi non è avvezzo all’arte. Anche grazie alla scelta di titolo e materiale, che contribuisce a rendere più familiare l’approccio con le opere esposte. Il legno porta con sé un valore aggiunto, in virtù del suo incredibile richiamo al passato, alla sua capacità di raccontare storie, attirando lo sguardo, invitando al tatto e suggerendo calore. IV Biennale Gherdëina Legno/Wood/Holz/Lën a cura di Luca Beatrice Artisti: Chris Gilmour, Sonia Leimer, Willy Verginer, Velasco Vitali e Bruno Walpoth Centro cittadino Ortisei (BZ) 18 luglio - 1 ottobre 2014 inaugurazione giovedì 17 luglio ore 18,00 www.biennalegherdeina.it
Chris Gilmour, Vesperbild, 2013, cartone e colla, dimensioni reali Nella pagina a fianco: Bruno Walpoth, White mask, 2013, legno di noce, cm 83x51x30 summer compilation events | espoarte 85 | 85
ART + FOOD = CULTURA
Nel segno di Tradizione, Ispirazione e Creatività a cura di Livia Savorelli In un mondo dove la contaminazione è all’ordine del giorno può capitare di leggere – e anche assaporare – la ricetta dei Tortelli di zucca di Cuoghi Corsello, l’Art Basel summer salad di Luca Trevisani o ancora il Polpo Ubriaco di Massimo Bartolini (contenute nel libro Personal foodonsale, Fortino Editions 2014); si può vedere una chef stellata come Cristina Bowerman ispirarsi ad un’opera di Maurizio Cattelan per dar vita ad una sua creazione e un tre stelle Michelin, quale Enrico Crippa, realizzare a quattro mani delle opere “degustabili” con Valerio Berruti. Perché – pur cambiando i mezzi e le modalità attraverso i quali la creatività si esprime – l’origine dell’ispirazione, e quindi della creazione, risiede nel “paesaggio interiore” di ognuno e da una serie di influssi esterni che lo alimentano e condizionano. La cucina contemporanea, nell’apoteosi della contaminazione, si appropria essa stessa di una progettualità e sperimentazione propria dell’arte. Molti potrebbero essere gli esempi storici dell’utilizzo artistico del cibo come “materia prima” o soggetto di un’opera, basti pensare ad artisti come Daniel Spoerri con i suoi Tableaux Pièges, Joseph Beuys con il Food for thought, o ancora Andy Warhol con le Campbell’s Soup o alle esperienze Fluxus di George Maciunas ed Emmett Williams (artisti presenti nella mostra Art is Food. Food is Art. Sostenibilità e Culture, da poco conclusasi al Grattacielo Pirelli – Spazio Eventi di Milano). Non dimentichiamo che lo stesso Beuys, cimentandosi ai fornelli, affermava «non si conserva un ricordo, ma si ricostruisce» e così le sue ricette – come quella del baccalà dissalato nel fiume – diventano il condensato dei ricordi e momenti della sua vita, dei luoghi in cui ha vissuto, arricchito da nuove esperienze. Il detto «noi siamo quello che mangiamo» è vero tanto da un punto di vista chimico quanto sotto il profilo culturale. Ogni piatto rappresenta un affondo in una memoria personale fatta di colori, profumi e sapori, un richiamo alle proprie origini e tradizioni. Un bagaglio di sapere che si accresce e varia sulla base delle esperienze che, man mano, maturiamo. Nel nostro Paese, dove la tradizione enogastronomica è consolidata e assai variegata, nella scelta del nostro cibo compiamo, quotidianamente, un’autodefinizione culturale. La cultura nutre il Pianeta e qui ci riagganciamo, parzialmente, al tema dell’Expo Milano 2015, “Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita”, «come il cibo è energia e carburante per il corpo, così l’arte è energia e carburante per la mente e per l’anima». Percorrendo questo viaggio nei territori dell’Art & Food, ho trovato la mia “Ispirazione”, riportando la storia dei vari interlocutori in un percorso comune che corre lungo i confini dell’ispirazione, della creatività non dimenticando mai tradizione e territorio.
A destra: Emmett Williams, Portraits of the artist as fluxus hors d’oeuvres, 1983, collage. Opera presente nella mostra: Art is Food. Food is Art. Sostenibilità e Culture, Grattacielo Pirelli – Spazio Eventi, Milano, 23 maggio - 29 giugno 2014 Per tutte le altre: Ispirazioni da COLORFOOD. Foto: Diego Santamaria art&food | espoarte 85 | 95
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