Ilo e Plinio Gherardini e il Socialismo a Russi
una storia dimenticata
In Copertina Antico Manifesto del 1^ Maggio Archivio P.S.I. Russi
Editrice Cooperativa Tino Babini (giĂ P. Bertoni) - Russi
Ilo e Plinio Gherardini e il Socialismo a Russi una storia dimenticata
Raccolta di Documenti a cura di Maria Giovanna De Pasquale
Gruppo di Lavoro Maria Giovanna De Pasquale Luciano Gasparini Renato Ghetti
Il saluto del Sindaco Pensiamo che sia necessario far divenire patrimonio di tutti i nostri concittadini la conoscenza di due figure di grande valore come quelle di Ilo e Plinio Gherardini, rispettivamente medico ed avvocato, nonché personaggi fondamentali per la crescita della comunità russiana di fine Ottocento. La scopertura di questa lapide, testimonianza da trasmettere ai giovani e alle future generazioni, è un’iniziativa di grande importanza, che sceglie di elevare a figure simbolo due fratelli che si sono distinti per l’impegno civile, intellettuale, sociale ed economico (non si dimentichi, a tal proposito, il lascito di tutti i loro beni, compresa la tomba di famiglia, all’Asilo Infantile Luigi Carlo Farini di Russi). La doverosa valorizzazione di importanti figure del mondo politico del passato come Ilo e Plinio Gherardini passa oggi, grazie all’impegno di molti, anche attraverso l’apposizione di una lapide collocata nel Pantheon dei cittadini illustri di Russi, il luogo sacro che conserva la memoria storica della nostra Città. Un tributo in memoria di chi si è sempre impegnato nella difesa della classe lavoratrice che nasce da una stima sincera, che ancora oggi porta le persone a parlare di loro e che ha spinto il Comune di Russi a compiere questo gesto commemorativo.
Sergio Retini Sindaco di Russi
I
Presentazione Quando il tempo e l’avvicendarsi degli eventi e dei mutamenti delle umane cose, sembrava stessero per coprire di oblio i nomi di ILO GHERARDINI medico e PLINIO GHERARDINI avvocato, entrambi personaggi di spicco nel contesto sociale e politico della comunità di Russi, nel complesso decennio che va dal 1890 all’inizio del 1900… ecco che un pensiero, una riflessione ci portano a ricercare, ad ordinare a condividere documenti utili alla conoscenza dello scorrere della storia sul nostro territorio. Così dopo più di cento anni dalla morte di Ilo Gherardini ed a circa cento anni dalla morte di Plinio Gherardini, i nomi di questi due fratelli si ripropongono con forza alla nostra attenzione. Notizie sulla loro vita e sulla loro azione si ritrovano in vari scritti di studiosi russiani, riunire questi scritti, significativo patrimonio di storia locale, in un’unica pubblicazione ci sembra possa contribuire a delineare il significato del ruolo che i fratelli Gherardini ebbero nel fermento politico del tempo in cui si individuano le origini del socialismo. Tempo di dibattiti, di pubbliche conferenze di contrasti accesi tra le forze politiche presenti nel nostro comune: repubblicani, anarchici, socialisti che si confrontano, con programmi e modi diversi, col movimento cattolico e con le forze moderate. In questo contesto si configurano episodi che ci danno una visione del comportamento dei cittadini russiani, posti di fronte ad una scelta di libertà morale e di giustizia sociale. Era il 20 dicembre del 1892 quando giungeva in Consiglio Comunale a Russi la richiesta di nomina a medico condotto del socialista Ilo Gherardini.
II
La proposta, sottoscritta da un migliaio di cittadini russiani, dopo un acceso dibattito tra esponenti dei partiti popolari della sinistra, che sostenevano la nomina e di esponenti della parte moderata che la osteggiavano, veniva approvata ed accolta dal pubblico presente con un applauso. Solidarietà che si esprimerà con forza ancora maggiore, nel 1986, in una manifestazione di piazza contro il licenziamento per ragioni politiche del dott.Ilo, proteste inascoltate, seguite anzi da arresti e condanne al carcere. Eventi che avranno un seguito con una interrogazione in Parlamento. Per la prima volta nella storia del nostro Comune, socialisti e repubblicani si trovavano uniti nel nome di Ilo Gherardini giovane e valente medico. In quegli anni Ilo svolge a Russi, insieme al fratello Plinio, più giovane di lui, un’intensa attività politica nell’intento di diffondere gli ideali socialisti. Nel 1898 Plinio si trasferisce a Torino, dove esercita la sua professione di avvocato, dove continua a svolgere un’attiva propaganda socialista e ad impegnarsi in difesa della classe lavoratrice, tuttavia fino al 1910 mantiene la residenza a Russi, che considerava la sua terra . Quando il 15 gennaio 1921, tre giorni dopo la sua morte avvenuta a Torino, fu aperto il testamento, si constatò che aveva lasciato tutti i suoi beni e quelli del fratello Ilo , (anche lui morto a Torino il 5 dicembre 1904), compresa la tomba di famiglia, all’Asilo Giardino Luigi Carlo Farini di Russi. Giusto è apporre, a loro memoria, una lapide nel Pantheon dei cittadini illustri di Russi.
Russi 1° maggio 2016
Maria Giovanna De Pasquale III
LAPIDE POSTA NEL PANTHEON DI RUSSI 1 MAGGIO 2016
BANDIERA PSI
OTTANT'ANNI MA NON LI DIMOSTRA Lo scorso 23 ottobre é stato festeggiato l'ottantesimo della nostra bandiera. Alla cerimonia é intervenuto il segretario provinciale del PSI Mario Boccaccini che ha portato il saluto della Federazione. Tino Babini ha ricordato, per i compagni presenti, la storia gloriosa del vessillo dei primi socialisti di Russi. La bandiera fu ricavata da una pezza di seta acquistata in Svizzera dal sig. Domenico Bentini, e ricamata dalle signore Gallina Maria e dalla “Maria d'Taté”. Il costo totale fu di lire 20. L'inaugurazione avvenne nel Teatro Comunale la 3a domenica di ottobre 1908 e l'oratore ufficiale fu l'avvocato Gennunzio Bentini. Durante il fascismo subì varie peripezie e fu fatta a segno a colpi di pistola da parte dei fascisti. Recuperata, fu per molti anni tenuta nascosta da vari compagni ed in luoghi sempre diversi. Ritrovata, per caso, nel 1945 nel doppio fondo di un vecchio armadio, fu riconsegnata alla locale sezione del PSI. Rimane tuttora un vecchio e glorioso vessillo che proprio per i suoi ottant'anni é ancora più caro a tutti i compagni. Tino Babini
Tavola Rotonda n. 2 - Dicembre 1988
La festa del 1ยบ Maggio, come dimostra questo documento, si celebra a Russi da 90 anni. Il ritrovamento di questo storico documento (che la cortesia e l'amore per la storia del Dott. Girolamo Fabbri ci hanno permesso di pubblicare) ci permette di affermare che la Festa del 1ยบ Maggio si celebra a Russi dal 1893, e che la prima celebrazione fu affidata a Guglielmo Ferrero, allora assai giovane, e divenuto poi celeberrimo studioso di sociologia e criminologia.
Saper amare la propria Storia Governare il cambiamento Trovare il coraggio di scommettere sul futuro
Tavola Rotonda n. 12 - Maggio 1983
Il documento riportato nella pagina seguente indica le relazioni di parentela di Ilo e Plinio Gherardini con la storica Famiglia Farini di Russi, a cui apparteneva la loro madre Maria Aspasia Farini
Domenico 1834-1900
sp. Zanzi Giov.
Clelia
Luisa Monaca a S. Marino
Leonida 1825-1866 sp. Buschini Carlotta
sp. Zanzi Teresa
Pietro Evangelista
Aristide 1821-1893 sp. Guerrini Anna
Domenico Antonio 1777-1835 sp. Baccarini Rosa
Ferruccio 1892
Domenico Antonio Leonida 1898-1944
Da Pietro Pezzi Siboni - Storia di Russi di Romagna - Vol. III
Carlo 1895
Maria Aspasia 1830-1903 sp. Gherardini Stefano
Placidia Plinio Ilo Teresa 1859-1922 1856-1901 1865-1904 1871-1921 sp. Foschini Antonio sp. Fabbri Luigi
sp. Zannoni Stefano
Placidia
sp. Zanzi Stefano
sp. Monti Antonio
sp. Babini Ferdinando
Epaminonda 1827-1903 celibe
Antonia
Anna
Maria
Plinio Clelia Anita Armando Ada Pietro D. A. 1855-1951 1862 1866-1951 1840-1872 1836-1864 1862-1940 sp. Calderoni Lor.zo sp. Conte Riccardi sp. C.ssa Rasponi sp. Savini Malvina
Luigi Carlo 1812-1866 sp. Cassani Genovieffa
Stefano 1773-1842 sp. Brunelli Marianna
La Famiglia dei Farini di Russi ha per capostipite Marco nato il 27 aprile 1745 da Antonio e Savini Anna Farini Marco sposo di Troncossi Santa
Albero genealogico dei Farini di Russi
In mancanza di una fotografia di Ilo Gherardini, riportiamo lo stralcio di un articolo, tratto da un numero speciale dell'Avvenire del 17 novembre 1900, che fa riferimento ad una mancata sfida oratoria, tra Cattolici e Socialisti, che si sarebbe dovuta tenere a Russi nell' ottobre di quell'anno, che però non ebbe luogo. Il relatore bolognese di parte cattolica, ricorda cosÏ l'incontro con i rappresentanti russiani avvenuto nella casa arcipretale: <<Alle quattordici precise mi vengono annunziati i Signori Dott.Ilo Gherardini socialista e Carlo Cantimori repubblicano. Li ricevo in una sala superiore, e subito si instituisce fra noi una corrente di reciproca cortesia e direi quasi di simpatia. Il Dott. Gherardini, una figura diafana di bel giovane, dal color pallido sentimentale, dallo sguardo benigno, per la rappresentanza socialista. Il Sig. Carlo Cantimori, un giovanotto tutto nervi dall'accento vibrato, dagli occhi vivaci che stringe felinamente quando deve sforzare la mente per difendere le sue utopistiche teorie>>
Biblioteca Comunale di Russi Montanari Opuscoli 19 varie 003 M. 2966
Gherardini Ilo Nato il 03.10.1865 a Castel San Pietro Terme (Bologna) Deceduto il 05 dicembre 1904 a Torino Nato da Stefano, avvocato, e da Maria Aspasia Farini sorella di Epaminonda, capo dei mazziniani di Romagna, di Aristide combattente nel 1849 alla difesa di Roma, di Leonida repubblicano e padre di Pietro Farini. Si laureò a Bologna in medicina nel luglio del 1891 e nello stesso mese fondò assieme a Plinio Farini, Guglielmo Strocchi e Giovanni Benedetti il Circolo socialista di Russi. Critico verso le posizioni del Partito socialista rivoluzionario romagnolo e vicino alle posizioni di Turati aderì nell'ottobre del 1892 al PSI e l'anno successivo fu delegato al suo II congresso. Medico primario di Russi fu licenziato dall'Amministrazione comunale nel 1895 sia per la condanna ad un mese di confino per contravvenzione alle leggi eccezionali e sia per l'attività politica svolta nel territorio russiano. Contro questa ingiustizia si mobilitò gran parte della popolazione e l'Associazione fra i sanitari della Romagna. La Giunta Comunale non ritirò il provvedimento. Colpito nel 1902 da una grave malattia si trasferì dal fratello Plinio a Torino dove morì due anni dopo. Archivio storico comunale, anno 1904 Evangelisti Valerio, Zucchini Emanuela, Storia del partito socialista rivoluzionario (1881-189 3) Bologna, Cappelli, 1981, 1975-1979, 5 volumi. Gianni Emilio, La parabola romagnola del partito intermedio, Milano, Pantarei, 2010. Pezzi Siboni Pietro, Russi di Romagna, terzo volume, Tipografia Commerciale, Russi 1952.
da Ricerche di Fabio Pasi
Manifesto del 6 dicembre 1904 che annuncia la morte del dottor Ilo Gherardini avvenuta a Torino il 5 dicembre 1904. Archivio P.S.I. Russi
Avv. Plinio Gherardini Consigliere dellâ&#x20AC;&#x2122;Ordine degli Avvocati 1914-1919 Dalla Galleria Fotografica del Distretto della Corte di Appello di Torino
Plinio Gherardini Nato il 01-01-1872 a Russi (RA) Deceduto il 13-01-1921 Nasce a Russi (Ravenna) nel 1872. Avvocato socialista, attivo propagandista, processato e condannato più volte, milita da giovane nel Partito Democratico, ma una volta trasferitosi a Torino entra nel Partito Socialista assumendo all'interno di questo un ruolo di primo piano. Eletto consigliere comunale dal 1902 al 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale si arruola volontario nell'esercito e va a combattere al fronte, entrando in conflitto con la posizione neutralista dei socialisti e dimettendosi dalle sue cariche; in precedenza aveva già combattuto in Grecia, a Domokos, contro i turchi. Consigliere della Provincia di Torino, è impegnato anche come probiviro della Cassa mutua cooperativa per le pensioni, sindaco della Croce Verde, consulente legale del Comitato torinese contro la tratta delle bianche, avvocato del Comitato di difesa dei fanciulli e consigliere del Consiglio dell'Ordine degli avvocati. Plinio Gherardini muore a Torino il 13 gennaio 1921 all'età di 49 anni. Per sua espressa volontà non si svolgono i funerali e la salma è trasportata direttamente al Tempio Crematorio di Torino. Avvenuta la cremazione della salma il 14 gennaio, le ceneri sono traslate nella tomba di famiglia al Cimitero di Russi.
Da Società per la Cremazione di Torino Estratto dal sito web www.socremtorino.it
Lapide posta in una sala dell’Asilo L.C. Farini - Russi
Il Signor Presidente fa notare che l’Avv. Gherardini col suo legato è stato quello che dalla fondazione dell’Asilo in poi ha maggiormente contribuito alla prosperità del medesimo, sollevandolo da condizioni così critiche che ormai gli toglievano ogni possibilità di funzionare. Ritiene perciò doveroso che la sua memoria, al pari di quella di altri benefattori, venga eternata nei locali dell’Istituto. La Direzione unanime delibera di far eseguire un modesto ricordo marmoreo da collocarsi in una sala dell’Asilo nell’anniversario della morte del benefattore. Dal verbale delle deliberazioni prese dalla Direzione dell’Asilo L.C.Farini Russi nella sua adunanza dell’ 8 Aprile 1923. Archivio dell’Asilo L.C.Farini Russi Fascicolo verbali 1911 - 1925
Il circolo socialista di Russi viene fondato nel luglio del 1891 ad opera di Ilo Gherardini medico, Plinio Farini avvocato, Guglielmo Strocchi calzolaio, Giovanni Benedetti bracciante. Questo circolo, unico nella Provincia di Ravenna, aderisce al nascente partito socialista durante il Congresso di Genova, convocato per il 14 e 15 agosto 1892. (Questa data era stata scelta per favorire la partecipazione dei delegati in quanto le ferrovie applicavano al biglietto un prezzo ridotto in occasione delle Manifestazioni Colombiane per i 400 anni dalla scoperta dell’America). Le pagine che seguono si riferiscono al Congresso di Russi del 9 ottobre 1892, convocato per dibattere gli orientamenti politici indicati da Andrea Costa e Filippo Turati.
Gli «eclettici» a Russi Lo strascico di gran lunga più importante e, per i protagonisti dei fatti, più doloroso che seguì in campo socialista al Congresso di Genova fu senza dubbio quello concernente il Costa e il gruppo degli «eclettici». Erano costoro vecchi combattenti internazionalisti legati l’uno all’altro da vincoli profondi di amicizia personale, dai ricordi delle lotte sostenute e più ancora dall’omogeneità che loro derivava dall’essere gli interpreti di analoghe esigenze «di base». Essi erano relativamente numerosi in Romagna: loro capo riconosciuto Andrea Costa: personalità minori di lui, ma pur sempre di rilievo, Claudio Zirardini a Ravenna e Carlo Monticelli a Venezia. Non bisogna pensare in ogni modo che essi potessero contare su un seguito fedele e compatto: l’atteggiamento dei giovani seguaci del Costa a Imola, subito orientatisi verso l’adesione al Partito dei Lavoratori Italiani, la solitudine di Claudio Zirardini al Congresso di Russi del 9 ottobre 1892, il fallimento degli sforzi organizzativi del Monticelli furono le prove dell’isolamento in cui si trovavano questi esponenti del vecchio socialismo, superati ormai dal corso stesso degli avvenimenti, e dagli sviluppi più recenti, e moderni, del movimento operaio settentrionale.
Tale superamento s’era riflesso nella lunga inattività del Costa, il quale era intervenuto a Genova soltanto occasionalmente, con quei generosi scopi conciliativi che vanamente perseguì dopo la scissione: nel suo stesso contegno al Congresso, assente e peritoso: nella incomprensione storica e politica dei fatti che stavano accadendo sui quali, non potendo ormai esercitare una funzione direttiva, neppure gli riusciva di affermare una qualsiasi influenza propria. Sopraggiunse intanto, nel quadro di quel travaglio ideologico e organizzativo del socialismo italiano che il Congresso di Genova aveva accelerato e fatto precipitare, un avvenimento che da un modesto ambito provinciale assurse a grande importanza: il Congresso di Russi. La circolare di convocazione, emanata dal locale Circolo Socialista, rendeva giustizia ai primi e generosi banditori e sostenitori delle dottrine socialiste (e l’allusione al Costa è evidente), ma affermava la necessità d’un rinnovamento ideologico e organizzativo. La Lotta di Classe, del 27-28 agosto, nel riportare il manifesto, lo faceva precedere da un commento nel quale «le tradizioni del vecchio partito socialista» erano annoverate tra gli ostacoli all’affermazione del socialismo modernamente concepito e organizzato. L’ispirazione del Congresso era dunque favorevole al nuovo partito e all’ormai prevalente indirizzo turatiano, e nettamente avversa al Costa: cosa di non scarso rilievo nell’ambito romagnolo, che va quindi affiancata agli altri avvenimenti di quel periodo a ribadire la continuazione e l’esasperazione del processo di isolamento del quale era oggetto il Costa con quei ristretti gruppi che ancora gli si mantenevano fedeli. L’organizazione di quel Congresso provinciale diede occasione a numerosi interventi volti ad una chiarificazione. Ma, se il Costa poteva, pur con le note riserve, avere buona disposizione in senso unitario, e se già stava fornendone la prova con il suo consenso all’adesione del gruppo giovanile della sua città al partito, egli però non poteva rimanere insensibile alle voci invocanti da lui un intervento che ristabilisse la situazione, nel nome appunto delle lotte generose del passato, nel nome del Partito Socialista Rivoluzionario.
Tale il senso dell’accorato ma energico appello che Claudio Zirardini gli rivolgeva in una lettera da Ravenna in data 24 settembre 1892. Il Costa non accettò l’invito di Claudio Zirardini a partecipare al Congresso di Russi: e ignoriamo poi se gli abbia fornito suggerimenti o direttive sulla condotta da tenere in quella sede. Il Congresso si riunì il 9 ottobre. Lo Zirardini «pressochè solo» sostenne il programma del vecchio Partito Socialista Rivoluzionario, i cui principi dovevano essere mantenuti come base anche nell’adesioni al Partito dei Lavoratori Italiani. (Questa sarà anche la linea di condotta del Costa al Congresso di Reggio Emilia del 1893). Le proposte di Zitardini ad ogni modo non furono accolte dai socialisti ravennati riuniti a Russi, che a grande maggioranza decisero di aderire incondizionatamente al partito e al programma approvato a Genova. Si verificò così, dopo il pronunciamento del gruppo giovanile imolese, una seconda sensibile scossa nelle file socialiste romagnole. Assai sintomatico il fatto che il Circolo di Studi Sociali di Imola, nell’impossibilità di partecipare attivamente a quella riunione provinciale, abbia inviato a Russi un suo osservatore. Dopo il Congresso, inoltre, il Circolo stesso «emise voti perché anche nella provincia di Bologna fosse indetto un Congresso socialista con uguali intenti di quello di Russi». Possiamo da ciò desumere, non solo che nell’ambito cittadino i «giovani Turchi» continuavano la loro opera per un rinnovamento profondo del socialismo romagnolo, ma che in tutta la regione si risentiva ormai del potere d’attrazione esercitato dal nuovo partito; dappertutto vi erano forti gruppi favorevoli all’adesione e decisi a conseguirla prontamente anche contro la volontà dei vecchi dirigenti: e fra tali gruppi cominciavano a stabilirsi dei contatti intesi allo scopo comune.
La costituzione del Partito socialista italiano L. Cortesi, Milano, Edizione Avanti!, 1961, pp. 206-219.
Riportiamo la trascrizione del testo di due lettere e di una cartolina postale, scritte da Ilo Gherardini ad Andrea Costa nel 1893 e nel 1898, che ci rimandano l’eco del fermento e dell’attività politica del Circolo Socialista di Russi. Seguono le copie di alcune pagine delle lettere originali, sulle quali si possono osservare il timbro del Circolo Socialista di Russi e il timbro postale di Russi. Circolo Socialista Russi 15,9,93 Egregio compagno, I soci di questo circolo,riuniti in assemblea generale la sera del 13 corr, stabilirono di invitarvi a tenere qui una pubblica conferenza di propaganda nella mattina del 24 mese corr. Alla vostra conferenza assisteranno i nostri compagni più cari della Romagna. Assisterà pure il Malagodi. Noi siamo certi che in questo incontro dei vecchi commilitoni del grande recinto socialista con noi giovani, l’unione di tutte le forze socialiste rivoluzionarie romagnole diverrà un fatto compiuto. Il congresso di Reggio la cui eco entusiastica vibrante di fede non si spegnerà mai nei nostri cuori, ci impone di marciare ora e sempre uniti contro la borghesia sfruttatrice. Certi che accetterete il nostro invito vi salutiamo cordialmente. Per il Circolo Dr.Ilo Gherardini Russi, 20.11.93 Carissimo Andrea, Ora che sei uscito dalla lotta elettorale con l’onore del vittorioso con il plauso di tutti i socialisti d’Italia, i miei compagni ti pregano di dedicare la tua attività, la tua intelligenza alla riorganizzazione delle nostre forze romagnole . E’ necessario costituire al più presto la confederazione regionale, indire il congresso per eleggere il membro del Consiglio regionale. Il congresso credo sia utile tenerlo a Faenza o a Lugo. Tu poi dovresti eccitare i numerosi circoli socialisti della Prov. di Ravenna di aderire al Partito Soc. dei Lavoratori Italiani. Giacché fino ad ora nessuno di essi ha aderito. Ed è una vergogna. ... ... Se hai tempo disponibile desidererei rispondessi Addio carissimo Andrea ………. Ilo Gherardini
TAVOLA ROTONDA · n. 10 Supplemento a « Il Punto» n. 5 - Ottobre 1981
Socialisti nella storia di Russi Moriva sessant'anni fa PLINIO GHERARDINI (1871-1921), pioniere dell'idea socialista a Russi. Plinio Gherardini era nato a Ravenna da Stefano e da Maria Farini, nel 1871. Poco sappiamo del padre, se non che era di Castel S. Pietro, ed era morto prematuramente lasciando la vedova e due figli; la madre era nata a Russi nel 1830, ed apparteneva ad una famiglia, che era stata protagonista di tutte le lotte del Risorgimento nazionale e contava fra i suoi membri Domenico Antonio, assassinato a Russi dai sanfedisti nel 1834 e Luigi Carlo, che fu primo ministro del Regno d'Italia, nel 1863. Colla famiglia, nel 1894, Plinio si trasferiva a Russi, mentre era ancora studente in legge, dove insieme col fratello Ilo, era uno degli animatori del Partito Socialista. Il Partito, grazie a questi due giovani attivissimi, diventava, verso la fine del secolo scorso, specie nel capoluogo, protagonista di importanti lotte politiche e sociali. La Polizia teneva sempre d'occhio Plinio, per la sua intensa attività politica. Egli, infatti, già nel 1893, prima ancora di risiedervi, teneva a Russi conferenze nella sede della Società Operaia ed era subito ostacolato nella sua attività come un sovversivo. Con sentenza del 21 marzo 1895 del Pretore del 2° distretto di Ravenna fu condannato a un mese di confino, per avere contravvenuto alla legge n. 316 del 19 luglio 1894, avendo fatto parte del Circolo Socialista in Russi. La pena fu scontata a Ferrara, dal 1 al 31 agosto 1895.
In quella Città, insieme con altri socialisti, interveniva a una pubblica riunione indetta il 19 agosto, collo scopo di eleggere il comitato ferrarese per le feste che si dovevano celebrare in occasione del 25º anniversario del 20 settembre. Alzatosi in piedi Egli, per fare propaganda socialista, affermò che in alcun modo si doveva solennizzare tale ricorrenza, mentre centinaia di socialisti soffrivano in carcere od erano tenuti al domicilio coatto; intervenne un funzionario di P.S. che, prontamente, provvide a togliergli la parola, mentre Egli, rivolto ai presenti gridava «Viva i Martiri di Conselice». Chiamato in tribunale, coll'accusa di avere provocato incidenti, fu assolto per inesistenza di reato. Tornato a Russi, pochi giorni dopo, il 20 settembre dello stesso 1895, mentre in Piazza suonava la banda in occasione della celebrazione del 25º anniversario del 20 settembre, insieme con altri socialisti, tentò di dare vita a una manifestazione di propaganda socialista. Il Delegato di P.S., subito intervenuto, provvide all'immancabile denuncia. Con ordinanza dell'11 ottobre 1895 del Giudice Istruttore del Tribunale di Ravenna, fu dichiarato non luogo a procedere, per insufficienza di prove. Nel 1896 era oramai schedato come elemento politicamente pericoloso ed una sua conferenza era, nello stesso anno, vietata a Russi nel 1897 partecipò alla spedizione di Rimini di volontari per la Grecia che lottava contro i Turchi, per la propria libertà. É la prima volta, e non sarà l'ultima, che troviamo Plinio Gherardini, partecipare alla lotta dei popoli, per l'indipendenza dal giogo dell'oppressore. Nell'agosto del 1897 partecipava attivamente, col fratello Ilo, alla campagna per le elezioni amministrative di Russi, schierandosi, naturalmente contro i moderati. Nel 1898, Lo ritroviamo in Piemonte, dove si era recato per svolgere la sua attività professionale di avvocato e dove, sempre di più lottava per l'ideale socialista; teneva un comizio a Racconigi, l'11 aprile di quell'anno, senza dare il preavviso all'Autorità di P.S. Di nuovo la Pretura di Racconigi, con sentenza del 9 maggio 1898, lo condannava a 20 lire di ammenda. Nonostante le non perfette condizioni di salute, prendeva parte attiva alla vita del Partito e parlava ai Socialisti di tutta la Romagna, spesso interrotto dai Funzionari di P.S., come capitò sulla Piazza di Piangipane il 31 maggio del 1900.
Nelle elezioni politiche del giugno del 1900, in Ravenna faceva attiva propaganda in favore di Luigi De Andreis e di Enrico Ferri, candidati dei partiti popolari. Nei primi anni del '900, il suo prestigio e la sua attività erano oramai tali che il Ministero dell'Interno Lo considerava politicamente pericoloso e il suo nome veniva incluso nello schedario politico centrale; i Prefetti di Torino e di Ravenna provvedevano, regolarmente, ad inviare al Ministero documentazione relativa alla sua attività. Esiste infatti presso l'Archivio Centrale di Stato, in Roma, Sezione Ministero dell'Interno, Direzione Generale di Pubblica Sicurezza, Divisione Affari Generali Riservati, Casellario Politico Centrale, Busta 2353, una nutrita raccolta di fogli che riportano le notizie che venivano inviate dalle due Prefetture. Intanto la sua attività professionale si svolgeva soprattutto a Torino dove Egli risiedeva abitualmente, anche se conservava sino al 1910 la residenza a Russi, e dove svolgeva intensa attività politica. Nel 1902 vi era eletto consigliere comunale. Nel 1907 era nominato consigliere di amministrazione del giornale socialista «Il Grido del Popolo», poi era eletto membro effettivo dei probiviri della Cassa Mutua Cooperativa Pensioni di Torino. Nelle elezioni politiche del 7 marzo 1909 era candidato socialista del 1º collegio di Ravenna; rimasto in ballottaggio, secondo le norme del sistema elettorale del tempo, fu poi sconfitto. Sempre nel 1909, il 9 settembre, era nominato membro della Commissione Esecutiva della Sezione Torinese del Partito Socialista. Nel 19l4, la Questura di Torino, in risposta ad una nota della Prefettura di Ravenna che chiedeva notizie su Plinio Gherardini e proponeva di radiarLo dallo schedario politico dei sovversivi, rispondeva testualmente «Egli continua a professare idee sovversive ed è iscritto al partito socialista ufficiale, la cui tendenza è rivoluzionaria». Proprio nel 1914 era eletto consigliere provinciale a Torino, in rappresentanza della settima circoscrizione. Allo scoppio del conflitto mondiale 1915-1918, convinto che la libertà e l'indipendenza dei popopli fossero due condizioni strettamente connesse ed indispensabili per lo sviluppo civile del popolo, fu volontario di guerra, come già lo era stato nel 1897.
Nel 1915 difese i socialisti torinesi, che erano stati incarcerati, quando la Camera del Lavoro di Torino era stata invasa e devastata dai nazionalisti interventisti. In dissenso colla linea ufficiale del Partito per il suo interventismo, pur non schierandosi mai con i suoi avversari diede le dimissioni dal Partito e quale consigliere provinciale; il Consiglio rifiutò le dimissioni, ma Egli le mantenne per rispetto al Partito nel quale aveva creduto e credeva. Le condizioni fisiche e di salute Gli impedivano di essere inviato al fronte, ed Egli fu nominato ufficiale della milizia territoriale. Finita la guerra, le condizioni della sua salute, sempre malferma, si erano aggravate ed Egli moriva il 12 gennaio 1921. Nel gennaio dello stesso anno fu commemorato nel Consiglio Provinciale di Torino, allora presieduto dall'onorevole Paolo Boselli; rileggendo gli atti della seduta si nota da parte dei rappresentanti di tutti i partiti profondo rispetto per l'uomo, sempre coerente colle sue idee e spiccano soprattutto le parole del rappresentante socialista, Benso, che chiuse il suo intervento con queste parole: «Finita la guerra, rimpianse di non essere più con noi, di cui auspicava il trionfo; e sono certo che tale rimpianto lo seguì negli ultimi istanti della sua vita». Con un laconico comunicato, la Prefettura di Torino, il 18 gennaio 1921, informava la Direzione Generale di Pubblica Sicurezza al Ministero dell'Interno, in Roma, che era morto nella sua abitazione, per malattia, «Plinio Gherardini fu Stefano nato a Ravenna. Socialista». Aperto il testamento, il 15 gennaio 1921, si constatò che Plinio Gherardini aveva lasciato tutti i suoi beni consistenti in un modesto appartamento a Torino, una villetta nella frazione S. Anna del Comune di S. Mauro nei pressi di Torino e in 10.000 lire depositate presso l'Istituto Bancario S. Paolo all'Asilo infantile L.C. Farini di Russi, che Egli considerava, per la militanza politica, per i legami affettivi, come vera terra natale. Crediamo, a questo punto, che sia facile dare un giudizio su quest'uomo, che fu un politico integerrimo, colto, sempre coerente nelle idee nelle quali credeva; Egli, nutrito di cultura positivista, combattè per tutta la vita, impegnato in difesa degli interessi della classe lavoratrice, credente più che nei dogmi nella necessità di cogliere i continui mutamenti che intervengono nella società civile, fiducioso che l'idea della libertà è il fondamento di ogni progresso del popolo.
TAVOLA ROTONDA · n. 11 Supplemento a « Il Punto » n. 2 - Ottobre 1982
Socialisti nella storia di Russi Ilo Gherardini e la fondazione del Circolo Socialista di Russi (1891). Ilo Gherardini era nato a Castel S. Pietro da Stefano e da Maria Farini il 3 ottobre 1865 ed era fratello di Plinio, del quale abbiamo già parlato su questo giornale. Aveva seguito gli studi medici a Bologna, laureandosi in medicina e chirurgia; trasferitosi a Russi nel 1889 fu subito uno degli animatori del movimento socialista e contribuì alla fondazione del Circolo socialista di Russi, avvenuta nel 1891. Amico personale di Filippo Turati, ne condivideva le idee e la politica e, per questo, il Circolo di Russi fu rappresentato al congresso socialista di Genova, del 14-15 agosto 1892, che viene considerato il congresso della fondazione del Partito Socialista Italiano, da Turati. La posizione del Circolo di Russi, nel panorama del socialismo romagnolo, era una posizione assolutamente minoritaria, in quanto quasi tutti i circoli si riconoscevano, Andrea Costa compreso, nelle posizioni del Partito Socialista Rivoluzionario. Fu così presa dal Circolo di Russi e da Ilo Gherardini l'iniziativa di indire un congresso per esaminare la nuova situazione che nasceva dalla fondazione del Partito dei Lavoratori; il congresso si tenne a Ravenna il 9 ottobre 1892 e l'ordine del giorno di Umberto Brunelli, nel quale si riconosceva Ilo Gherardini, prevalse su quello di Gaetano Zirardini, vicino invece alle posizioni del socialismo rivoluzionario. I socialisti di Ravenna si costituivano in partito sulla base del programma del Partito dei Lavoratori Italiani; possiamo quindi comprendere l'importanza di Ilo Gherardini e del Circolo di Russi, nella dialettica e nella storia del socialismo ravennate e romagnolo, e nello sviluppo successivo del movimento. Non minore fu l'importanza di Ilo Gherardini a Russi, perché proprio nel suo nome, e in sua difesa, socialisti, repubblicani e progressisti combatterono una battaglia unitaria, che dimostrava l'importanza e il peso dei partiti popolari di sinistra nella società russiana della fine del secolo scorso. Fu indubbiamente Ilo Gherardini a dare uno
scossone in Romagna al mito del socialismo rivoluzionario. Il movimento socialista si rinnovò profondamente, liberandosi, in gran parte, da vecchi massimalismi. Quella che segue non è una storia completa degli anni che vanno dal 1890 alla fine del 1800 e che vedono la nascita dei partiti socialista e repubblicano e un vigoroso risveglio dei cattolici, ma è il tentativo di ricordare un insieme di fatti, che comunque non si può dimenticare nel ricostruire la storia. Il 6 novembre 1892 si erano svolte le elezioni politiche generali. A Russi, gli elettori, che avevano votato nelle due sezioni indicate come prima e seconda, avevano dato il loro voto, quasi plebiscitariamente a Luigi Rava, uomo politico liberale, genero di Alfredo Baccarini, assai noto a Russi e già stimato ministro dei Lavori Pubblici, in successrvi ministeri. L'analisi del voto dimostrava, comunque, che si era trattato di una falsa unanimità, in quanto su 750 cittadini aventi diritto al voto, gli elettori erano stati, a malapena, 351, cioè una percentuale nettamente inferiore al 50%; era facile intuire che repubblicani e cattolici si erano astenuti. La Giunta Comunale, alla fine del 1892, era composta dal Sindaco, Luigi Fabbri, e dagli assessori Paolo Pezzi, Virginio Errani, eletto nelle elezioni del 27 ottobre 1889, con 309 voti su 352 votanti, da Domenico Zanzi, dal notaio Giuseppe Calderoni, eletto nelle elezioni del 26 luglio 1891 con 191 voti su 213 votanti, e dagli assessori supplenti Leonardo Zama e Antonio Modenesi; fra i consiglieri comunali in carica notiamo alcuni uomini assai noti in tutta la Romagna, e oltre, per la loro attività politica o per le loro benemerenze in campo culturale come Giovanni GucciBoschi. La Giunta Comunale si riuniva, al completo, il 15 dicembre 1892, per decidere la nomina del nuovo medico interino, ossia del nuovo medico condotto sostituto, dopo la morte del Dott. Benedetto Babini, condotto con incarico di chirurgo presso l'Ospedale Maccabelli. Aperta la seduta Paolo Pezzi, proponeva la nomina del Dott. Ilo Gherardini; allora assistente presso l'Ospedale di Faenza, il quale aveva dichiarato la sua disponibilità per accettare l'incarico. Intervenivano gli assessori di parte moderata,
Domenico Zanzi e Antonio Modenesi, che con diverse motivazioni, prive di ogni seria consistenza, per non dire ridicole, si opponevano alla, nomina. Per esempio, secondo l'assessore Zanzi, il Gherardini, medico capace e intelligente, per la sua costituzione fisica, non poteva essere certamente in grado di sopportare gli strapazzi derivanti dalla professione di medico-condotto e di chirurgo del nostro ospedale. La Giunta non trovava l'accordo e incaricava gli assessori Pezzi e Zama di recarsi, nella stessa giornata, a Faenza per ragguagliarsi direttamente presso i Primari dell'Ospedale di Faenza, Professori Testi e Sarti, intorno alle capacità del. Dott. Gherardini. La nomina del medico interino veniva rinviata di pochi giorni, al 18 dicembre 1892, quando la Giunta si riuniva, di nuovo al completo, per prendere una decisione, non più procrastinabile. I consiglieri Paolo Pezzi e Leonardo Zama riferivano che si erano recati a Faenza dove: avevano avuto dal Prof. Sarti le più lusinghiere informazioni sulla capacità e sull'attività del Dott. Gherardini. Ci voleva ben altro per convincere gli assessori più moderati! Ed ecco Domenico Zanzi riconfermare e ribadire le obiezioni già fatte, pochi giorni prima; Giuseppe Calderoni era d'accordo sulla nomina purchè di breve durata e comunque non superiore a tre mesi, per non vincolare la libertà d'azione del Consiglio Comunale, quando si sarebbe poi trattato di nominare il medico condotto titolare, e proponeva di discutere il 20 dicembre cioè due giorni dopo, il testo del bando di concorso per nomina del medico titolare. Essendo necessario procedere ad una nuova ripartizione del territorio comunale e dei nuovi relativi compiti da affidare ai medici condotti, egli riteneva urgente discutere l'oggetto in una seduta da tenersi il giorno seguente. La discussione continuava e, alla fine, con tre voti favorevoli, uno contrario, due astenuti (gli assessori supplenti), si affidava l'incarico di medico interino, in attesa di concorso, al Dott. Ilo Gherardini, con uno stipendio di 200 lire mensili. Il 20 dicembre 1892, martedì, si riuniva il Consiglio Comunale di Russi, all'una e mezza pomeridiana, presenti 14 consiglieri su 20 (fra gli assenti ricorderemo il conte Giovanni Gucci-Boschi, cattolico moderato eletto nelle elezioni del 27 ottobre 1889 con 179 voti su 352 votanti). All'ordine del giorno, figurava un
argomento che sembrava arido e squisitamente tecnico, tale da destare l'interesse dei pochi addetti ai lavori «Provvedimenti in ordine alla nomina del Chirurgo primario e medico-chirurgo di un reparto del forese»; l'interesse, però, che destava la possibile nomina del giovane medico socialista a titolare del posto, trasformava la proposta in un dibattito politico di vaste dimensioni, coll'impegno diretto ed appassionato di un numero di cittadini, che potremmo definire per gli anni veramente eccezionale. Infatti, all'inizio della seduta, il Sindaco comunicava che, pochi minuti prima, era stato presentato in Municipio un sollecito, firmato da un migliaio di cittadini, che chiedeva al Consiglio Comunale di Russi che «la nomina stabile a medico chirurgo del Dott. Ilo Gherardini venga fatta per chiamata»; secondo questi cittadini Egli «alla svegliatezza dell'ingegno ed alla valentia dell'arte accoppia una volontà ferrea ed un anelante cuore». Iniziatasi la discussione, se il titolare della condotta dovesse essere nominato per concorso o per chiamata, prendeva subito la parola Virginio Pezzi, repubblicano, per dire che, davanti ad una volontà popolare, così manifesta, la scelta, che il Consiglio Comunale doveva fare, era già delineata. Per la prima volta, nella storia del nostro Comune, i partiti popolari della sinistra, socialista e repubblicana, si trovavano uniti, nel nome di Ilo Gherardini. Parlavano contro la proposta del consigliere repubblicano, e non era la prima volta né sarebbe stata l'ultima, i consiglieri Zanzi, Calderoni e Modenesi. Chiudeva la discussione Virginio Errani, dichiarando che era d'avviso che la procedura nella nomina fosse quella del pubblico concorso ma la volontà popolare, dimostrata dalle firme di moltissimi capo-famiglia, non lasciava dubbi sulla reale volontà dei cittadini. La proposta veniva quindi messa ai voti ed approvata con otto voti favorevoli contro cinque contrari. Il pubblico presente accoglieva con un lungo applauso l'esito della votazione e veniva invitato ad allontanarsi perché il Consiglio potesse deliberare, in seduta segreta, sulla nomina del medico condotto; i cittadini presenti si allontanarono gridando, rivolti verso i consiglieri «Abbasso i cafoni» e subito 5 consiglieri, Zanzi, Calderoni, Modenesi, Sintoni, Borghesi lasciavano l'aula,
dichiarando di non volere prendere parte alla votazione per la nomina del medico condotto, tenuto conto della situazione che si era venuta creando. Venuto così a mancare il numero legale, l'adunanza consiliare era sciolta. Il 22 gennaio 1893, domenica alle 9.30, alla presenza di 12 consiglieri su 20, si riuniva il Consiglio Comunale per decidere su questo ordine del giorno che ricaviamo dai verbali stessi di quella seduta: «Nomina per chiamata del chirurgo primario e medico-chirurgo del primo reparto del forese, previa approvazione del relativo capitolato». L'approvazione dei 28 articoli del lungo ed elaborato capitolato non dava luogo a particolari discussioni e veniva approvato all'unanimità. Quindi a porte chiuse, proseguì la discussione sulla nomina del medico condotto, che fu lunga ed appassionata, e che continuerà per non annoiare il paziente lettore, sul prossimo numero di questo giornale. Girolamo Fabbri
TAVOLA ROTONDA - n. 12 Supplemento a « Il Punto» n. 4 - Maggio 1983
Socialisti nella storia di Russi ILO GHERARDINI E LA VITA POLITICA A RUSSI DAL 1893 AL 1894
Nel numero precedente di questo giornale abbiamo parlato di Ilo Gherardini, del suo impegno politico di Socialista, e dell'ostilità degli ambienti moderati contro la sua nomina a medico condotto di Russi. La nostra cronaca era arrivata al 22 gennaio 1893, quando il Consiglio Comunale di Russi era riunito per la nomina, per chiamata, del sanitario condotto e responsabile del servizio di Chirurgia presso l'Ospedale Maccabelli. Iniziava la discussione quella sera, o per meglio dire, apriva le ostilità, il Consigliere Repubblicano Virginio Pezzi, il quale ricordava che nella seduta del 20 Dicembre 1892 il Consiglio aveva stabilito di nominare il titolare del posto, non in seguito a pubblico concorso, ma per chiamata, e non si era poi potuto procedere alla nomina, perché era venuto a mancare il numero legale. Entrando nel vivo dell'argomento, proponeva di nominare chirurgo condotto, titolare della prima condotta del forese e del servizio di chirurgia in città, cioè chirurgo dell'Ospedale Maccabelli, Ilo Gherardini. Dava quindi comunicazione di tre attestati di illustri docenti dell'Università di Bologna: Albertoni - Novaro ed il celeberrimo Augusto Murri, che raccomandavano al Consiglio la nomina del dott. Gherardini, ricordandone i meriti di giovane studioso. Si allontanava spontaneamente dalla seduta, per ragioni di parentela, anche se lontana, con il medico proposto e la presidenza dell'assemblea consiliare veniva assunta da Paolo Pezzi, mentre Ludovico Giardini fungeva da segretario. Domenico Zanzi, con un lungo intervento, parlava contro la nomina di questo giovane a titolare dell'incarico medico più prestigioso della città, e dichiarava di non approvare la nomina; terminasse il dott. Gherardini il suo interinato di due mesi e poi il Consiglio Comunale avrebbe deciso, con miglior cognizione di causa, ed in senso contrario, aggiungiamo noi! La discussione proseguiva animata, con altri interventi, favorevoli alla nomina, dei consiglieri Virginio Pezzi e Ludovico
Giardini e contrari, di Giuseppe Calderoni, Sante Sintoni e di nuovo, di Domenico Zanzi. Alla fine la proposta fu così formulata: «Il sig. dott. Ilo Gherardini, del fu dott. Stefano, è nominato per chiamata chirurgo condotto primario di questo Comune, per la città e sobborghi, e medico chirurgo del primo reparto del forese, per tre anni e con lo stipendio annuo di L. 2.000 (duemila)» e venne approvata con nove voti favorevoli e tre astensioni, dei tre già ricordati consiglieri Calderoni, Zanzi e Sintoni, i quali erano intenzionati a lasciare l'aula durante la seduta, ma per le proteste della maggioranza erano rimasti, per non far mancare il numero legale. La nomina da parte del consiglio comunale era ormai avvenuta ed il socialista Ilo Gherardini diventava medico condotto titolare di Russi. Il 29 gennaio 1893 il nuovo condotto chiedeva il permesso di un mese, per poter recarsi a Torino, a perfezionarsi in clinica oculistica ed indicava quale sostituto il dott. Francesco Babani, della sez. chirurgica dell'Ospedale di Faenza; la Giunta, il 6 febbraio dello stesso anno approvava, dopo animato dibattito, la richiesta. Il 9 marzo la Giunta, essendo ormai trascorsi i due mesi fissati per l'interinato, mentre non era stata ancora convalidata dalla Prefettura la nomina di Ilo Gherardini a titolare del posto, stabiliva di prorogargli l'incarico di sostituto fino a quando non fosse divenuta esecutiva la deliberazione consigliare. Ilo Gherardini, da Torino dove risiedeva in V. Arsenale, 38, chiedeva il 15 Marzo, un ulteriore proroga del congedo sino al 1º Maggio, per continuare gli studi di oculistica. Il permesso era accordato il 30 marzo 1893, con atto firmato da Virginio Errani. Nel frattempo i Socialisti svolgevano a Russi un'intensa attività politica ed un'assidua opera di propaganda. Lo dimostrano le ripetute richieste fatte alla Giunta, perché fosse loro concesso per le manifestazioni, il vecchio locale della Cooperativa Braccianti, fondata nel 1890, rappresentato da una Sala a destra del pianterreno dei locali della Scuola Tecnica, situata dove si trova l'attuale sede Comunale. Possiamo così ricordare che in quella Sala, il 19 Marzo 1893 il dott. Umberto Brunelli parlò sul tema «La Comune di Parigi», il 2 Aprile il dott. Angelo Roli parlò su La Pasqua dei Lavoratori». Risale al 1893 la prima celebrazione del 1º Maggio di cui abbiamo documentazione. In quell'anno Guglielmo Ferrero, allora assai giovane, essendo nato nel 1871, divenuto poi celebre studioso di
sociologia e criminologia ed in seguito perseguitato dal regime fascista, parlò ai Socialisti di Russi sul significato del 1º Maggio. Nel Teatro Comunale, il 16 Aprile aveva parlato l'Onorevole Gregorio Auini sul tema «Cooperativa e Socialismo». Sottolineiamo questa data, in quanto il Teatro Comunale veniva concesso per la prima volta ai Socialisti per una manifestazione politica: evidentemente la forza numerica dei simpatizzanti e degli iscritti al partito era ormai tale da autorizzare i dirigenti Pietro Gherardini, Aristide Melandri e Romeo Zannoni, a chiedere ed ottenere il Teatro per una pubblica conferenza socialista. Intanto Ilo Gherardini era rientrato a Russi da Torino; troviamo scritta di suo pugno, ma firmata da altri compagni, la richiesta, datata 20 settembre 1893, perché fosse concesso ai socialisti l'uso del Teatro per una pubblica conferenza di propaganda. Il 30 luglio 1893 si era votato per il rinnovo parziale del Consiglio Comunale; gli elettori erano stati 501 mentre i Consiglieri eletti furono l'avv. Plinio Farini con 259 voti, Alessandro Testi Rasponi, studente con 256, Paolo Pezzi con 258 e l'avv. Luigi Rava, genero di Alfredo Baccarini, con 248 voti. Intanto Ilo Gherardini svolgeva nella ns. città la sua attività di medico. Quali erano le tariffe dei sanitari a quel tempo? Lo ricaviamo da una nota manoscritta allegata ad una nota della Prefettura del 10 Novembre 1893, che chiedeva dettagliate informazioni sull'attività medica di tutti i sanitari della Provincia. Per una visita diurna la tariffa di Ilo Gherardini era di L. 0,50, salario compreso, per una visita urgente notturna L. 1, per un intervento chirurgico la spesa variava a seconda della sua importanza, da 5 a 20 lire. L'attività del nostro procedeva senza scosse nel 1894, né il Consiglio Comunale si occupava di lui, almeno direttamente. Infatti il 30 marzo di quell'anno era stato approvato dal Consiglio Comunale il «Coordinamento dei capitolati del medico primario e del medico chirurgo del secondo reparto forese con quello ultimamente approvato per il chirurgo primario». Si trattava di un insieme di norme atte ad assicurare un servizio sanitario continuativo alla popolazione. I pesi che ne derivavano al chirurgo primario non erano indifferenti se è vero che egli non poteva allontanarsi dal Comune neppure per un solo giorno senza il preventivo permesso che veniva rilasciato dal Sindaco, se si trattava di un solo giorno, e negli altri casi dalla Giunta.
Alla stesura di questo art., per la precisione il n. 8, aveva contribuito Plinio Farini, che aveva apportato sostanziali modifiche alle proposte della Giunta. Secondo la proposta di P. Farini, approvata dal Consiglio, veniva affidata alla Giunta, e non al Sindaco, la concessione del permesso di lasciare la condotta per periodi superiori ad un giorno, riducendosi in tal modo il potere discrezionale del Sindaco. Arriviamo cosĂŹ al 1895, anno denso di avvenimenti politici nazionali e locali molto importanti ma che tratteremo nel prossimo numero di questo giornale. Girolamo Fabbri
TAVOLA ROTONDA - n. 13 Supplemento a « Il Punto» n. 6 - Luglio 1983
Socialisti nella storia di Russi FATTI DI STORIA RUSSIANA DEL 1895 Alla fine di maggio del 1895 si tenevano le elezioni politiche generali, che assicuravano a Crispi la maggioranza parlamentare, ma l’opposizione si era nettamente rafforzata, ed i socialisti eletti risultavano 12 - e tra questi Andrea Costa rispetto ai 5 rappresentanti nella Camera precedente. Anche a Russi c’erano state delle novità politiche significative, anche se non sostanziali. E’ vero che la sera del 19 Maggio era stato offerto un banchetto da Domenico Cicognani, da Giuseppe Ragazzini e da altri elettori di parte moderata che appoggiavano il prof. Luigi Rava, candidato moderato, ma questi metodi clientelari non erano più sufficienti per soffocare la presenza di una vigorosa opposizione radicale e repubblicana. Ricorderemo per inciso che, per favorire il banchetto degli amici dell’onorevole Rava era stato spostato dalla pubblica autorità il Comizio dell’Avv. Antonio Fratti, repubblicano candidato radicale. Il 26 Maggio 1985 si votò. Gli elettori del ns. Comune erano allora divisi in due sezioni. Dall’A alla G inclusa, votavano presso la residenza Municipale - dalla L alla Z, presso le Scuole tecniche, in Piazza Farini. Erano iscritti nella 1.a sezione e 273 nella seconda. Il prof. Luigi Rava ottenne, complessivamente 333 voti, contro i 230 dell’avv. Fratti. Ciò significava che l’opposizione aveva ormai raggiunto il 40% dei voti. Non aveva però potuto votare Ilo Gherardini, ilquale era stato condannato, per ragioni politiche, dal Pretore di Ravenna, ad un mese di confino, che stava scontando a Torino. Il 21 Maggio 1895, la Giunta aveva concesso al nostro condotto il permesso di allontanarsi, con decorrenza 22 Maggio. D’altra parte egli stesso aveva espresso, nella richiesta di permesso, il desiderio di poter
partire per il confino il più presto possibile, per poter essere di ritorno, secondo le sue parole «qualche giorno prima dell’epoca della mietitura, durante la quale sogliono appunto verificarsi più frequentemente casi urgenti di malattie e disgrazie» e per poter più attivamente partecipare alle elezioni del 16 giugno, aggiungiamo noi. In quella data si svolsero le elezioni amministrative - vinte dai moderati con il contributo dei cattolici, quale il conte GucciBoschi. I votanti erano stati 499. Il maggior numero di voti - 310 - era stato ottenuto da Antonio Modonesi, seguito dal notaio Giuseppe Calderoni, con 308, e dal conte Gucci Boschi, con 306. Non figuravano eletti il repubblicano Virginio Pezzi, né l’avvocato Plinio Farini. La Giuria, nominata nella riunione del Consiglio del 25 giugno 1895, era composta dal Sindaco Giovanni Gucci Boschi, da Antonio Modonesi - Domenico Zanzi - Giuseppe Calderoni assessori effettivi - e da Sante Sintoni e Giuseppe Marabini assessori supplenti. Essendosi poi dimesso Antonio Modonesi, veniva eletto assessore effettivo Sante Sintoni. 1895: UN ANNO DIFFICILE I circoli democratici di Russi erano ormai numerosi e fiorenti e non potevano subire il peso e la violenza reazionaria, che non riusciva comunque a domare, né a soffocare la voce della protesta popolare. Esaminiamo i documenti conservati nell’Archivio Storico del Comune di Russi: busta numero 461 del 1895, fasc. 7 tit. XV «Polizia Amministrativa» che porta la significativa didascalia «Iscrizioni sovversive nei muri esterni delle case», ed il fascicolo n. 9, stesso titolo «Scioglimento dei circoli e cameracce per disposizione dell’Autorità Giudiziaria». Scriveva infatti al Sindaco il 27 giugno 1895, il Delegato di Pubblica Sicurezza di Russi, una lettera del seguente tenore: «Sonvi a metà del sottoportico ov’è sito l’Ufficio Postale, al muro delle scritte di «Viva il Socialismo», fatte a stampiglio, che non possono né debbono rimanere più a lungo esposte al pubblico», ed era
quindi necessario che «al più presto, ed in ora di notte, tali iscrizioni siano cancellate da un agente municipale, come fu sempre in passato praticato». Ma il Sindaco - conte Gucci-Boschi , il quale aveva certamente capito che non era opportuno, o quanto meno era imprudente, soffiare sul fuoco della collera popolare rispondeva con nota del 6 luglio: Non parmi che il cancellamento delle iscrizioni sovversive nei muri delle case spetti all’Autorità Municipale, bensì a quella di P.S., siccome provvedimento che rientra nelle sue attribuzioni! e proseguiva: « Se in addietro il Municipio provvide qualche volta a far ripulire i muri delle case, cancellando segni di iscrizioni che le deturpavano, fu unicamente per ragioni di decenza e di nettezza pubblica. Tale fatto non costituisce quindi, a mio avviso, un precedente che possa invocarsi nel caso attuale». I sovversivi però non disarmavano nell’adoperare, nottetempo, il pennello. Ed ecco una nuova nota - riservata, urgente - del 16 agosto 1895, indirizzata al Sindaco, dal Delegato di Pubblica Sicurezza: «Nella decorsa notte, qualche bello spirito si è compiaciuto, in molti punti di questa città, - C.so Farini - V. Faentina - V. Stretta ed altre, di imbrattare i muri con iscrizioni sovversive ed ingiuriose, all’indirizzo di S.E. Crispi, Presidente del Consiglio, con pittura rossa». Il ns. Delegato di P.S. aggiungeva poi: «Non facendo poi troppa figura le medesime in un paese colto e civile qual’è Russi, parci tenuto alla S.V. Ill.ma cortesemente, di volere disporre che entro oggi i proprietari delle case i cui muri sono sporcati, debbano cancellare senza indugi simili iscrizioni, sotto minaccia di essere denunciati a norma dell’art. 434 C.P.» - Rispondeva questa volta con rapidità - il giorno dopo - 17 agosto 1895, il Sindaco GucciBoschi, con un a lettera piena di sottile ironia, nella quale si sosteneva che spettava all’Autorità di Polizia vigilare perché non venissero fatte delle iscrizioni sovversive sui muri, e ad essi spettava poi di farle eventualmente, cancellare. Il giudizio poi sulla nettezza urbana e sulla decenza pubblica, spettava unicamente all’Amministrazione Comunale, che poteva di conseguenza disporre o meno, di imporre ai proprietari di ripulire i muri, ma «nel caso presente, - concludeva - io non trovo ragione, per ora almeno, di dare disposizioni al riguardo».
Verso la fine di quell’anno i provvedimenti antidemocratici ed antiliberali del Governo, crescevano d’intensità. Ne facevano le spese, al solito, associazioni e partiti operai e popolari di sinistra, o anche solo sospettati di essere tali. Forse nascevano allora, nei circoli operai, questi «versi» cantati da «sovversivi» ed improntati al tipico anticlericalismo della fine del secolo scorso. Questi stornelli, raccolti nella zona di S. Pancrazio, e trascritti dal M^ Libero Ercolani, si cantano con la comune aria dei ns. stornelli, ripetendo sempre il secondo verso. Ho dato ai versi un titolo, conforme al loro contenuto, ma non ho loro potuto attribuire l’autore, come d’altra parte si verifica per tutti i ns. canti veramente popolari.
Testamento dell’Anarchico Quando sono morto me, non voglio preti, non voglio preti con la tonga nera, non voglio preti con la tonga nera: a voj i mi cumpegn cun la bangera. A j piò chêra che mi megna u cani che n’è ch’i chenta siora e’ miserere, che n’è ch’ì chenta siora e’ miserere, ch’ì dega: botl a la’ int al set misere. Sora la cassa mi’ mitete un fiore, un bel garòfan ross e spampanê, un bel garofani ross e spampanê, che’ grida a tot: viva la libertê.
Girolamo Fabbri
TAVOLA ROTONDA - n. 14 Supplemento a « Il punto» n. 4 - Aprile 1984
Socialisti nella storia di Russi Fatti di storia Russiana del 1895- 96 Unitaria protesta popolare contro una Delibera Consiliare Abbiamo lasciato il Dr. Ilo Gherardini, mentre si accingeva a partire per il confino, alla fine del mese di maggio del 1895; gli atti dell'archivio comunale di Russi non lo ricordano più sino alla fine di quel mese quando la reazione crispina, di cui abbiamo già parlato, si abbatteva violenta contro il medico socialista. D'altra parte, si poteva disporre la chiusura di «cameracce» e circoli popolari e lasciare al suo posto un medico chiaramente «sovversivo» ed ostinatamente socialista? La risposta non poteva lasciare dubbi. Il 25 ottobre 1895, il Consiglio Comunale di Russi alle 13,30, si riuniva per discutere il seguente ordine del giorno: «Scadenze della capitolazione triennale del Dott. Ilo Gherardini, chirurgo-primario e medico-chirurgo del primo riparto e provvedimenti relativi». Il consiglio comunale, con undici voti favorevoli, uno contrario e un astenuto, l'avv. Luigi Fabbri di parte repubblicana, deliberava di «indire alla scadenza della capitolazione un pubblico concorso; di dare fin da ora regolare disdetta al titolare Dott. Ilo Gherardini, che trascorso il termine di prova si ritenga esonerato da ogni ulteriore servizio». Interveniva, fra i primi, in suo favore, l'associazione fra i Sanitari delle Romagne, che dedicava al caso un numero quasi intero del proprio bollettino (v. «Bollettino dell'associazione fra i Sanitari delle Romagne», n. 4, anno III Faenza, novembre 1895, conservato, in diverse copie presso l'archivio comunale di Russi, busta 465 del 1896, come sono conservate nella stessa busta tutti i documenti relativi al licenziamento del Dott. Ilo Gherardini, che saranno successivamente citati). Veniva, nel citato bollettino, confermata la stima piena e la fiducia totale dei colleghi delle Romagne e di maestri della medicina, di indiscussa autorità, dell'ateneo bolognese e torinese. Erano riportati, per intero, attestati, pieni di lodi, del Prof. Novaro dell'Università di Bologna, del Prof. Albertoni della stessa Università, del Dott. G. B. Sarti,
primario chirurgo dell'Ospedale di Faenza, del Prof. Testi, medico primario dell'Ospedale di Faenza, del Prof. Cantalamessa, dell'Università di Bologna, del Dott. Chiusoli, primario medico di Ravenna, del Prof. Raymond e del Prof. Carle della Università di Torino, del Don. Bartolo Nigrisoli, primario chirurgo dell'Ospedale di Ravenna, e del Prof. augusto Murri, dell'Università di Bologna, nome di immenso prestigio e di indiscussa autorità. Ci piace, a questo punto riportare, dalla lettera del Prof. Murri indirizzata al direttore del citato bollettino, Antonio Dal Prato, una breve ma significativa frase: «Certo nessuno può negare, neppure a Russi, che il Gherardini non sia un'anima peregrinamente alta e una colta intelligenza se a Russi non vogliono più lui ( dato che il Municipio esprime il sentimento cittadino-desiderato teorico, che nella patria italiana non si consegue quasi mai) vuol dire, che non vogliono il socialista, poiché sarebbe da cretini il supporre che a Russi non siano giunti a capire che · un uomo, che ha intelletto e cuore, come il Gherardini, è un medico eccellente». I sospetti di una decisione iniqua del consiglio comunale erano avvalorati dalla lettura dei verbali della seduta, dove si accennava, con discrezione, a pressioni della Prefettura di Ravenna, che suggeriva all'Amministrazione Comunale di Russi di dare regolare disdetta, in una parola di licenziare Ilo Gherardini. Il 24 novembre 1895, l'assemblea generale dell'Associazione fra i Sanitari delle Romagne deliberava di intervenire perché fosse revocata la delibera del licenziamento del Dott. Ilo Gherardini. Si provvedeva inoltre a spedire a tutti i consiglieri comunali di Russi due copie del ricordato bollettino perché fosse riesaminata tutta la questione e ci si ravvedesse dell'errore compiuto. Nel frattempo il nostro Condotto aveva richiesto al Sindaco un certificato del proprio stato di servizio, che gli era stato rilasciato il 12 novembre 1895, comunque in maniera dubbia e con lampanti inesattezze: «Il Dott. Ilo Gherardini è chirurgo primario per la città e sobborghi, e medico chirurgo del I riparto forese; in quest'ultima qualità, e per quanto riguarda la parte medica, ha prestato lodevole servizio». Non si ricordava invece la sua attività di chirurgo ospedaliero. Egli ricorreva contro il certificato rilasciato e la Giunta, il 26 novembre 1895, discuteva il ricorso. Il Sindaco, sentita la Giunta, concludeva che il Gherardini «nella sua qualità di chirurgo primario non è stato all'altezza della sua missione, del che fa fede
il fatto che la massima parte delle operazioni chirurgiche, e le più importanti fra esse, furono fatte per gli abitanti di Russi e dintorni da chirurghi di Lugo, Faenza, Ravenna». Abbiamo parlato della reazione della classe medica alla notizia del licenziamento del Gherardini, e vediamo adesso il giudizio della minoranza consiliare repubblicana e radicale, e lo stato d'animo della popolazione che, in ultima analisi, rappresentava pur sempre il giudice migliore dei servizi erogati presso l'ospedale. La risposta della cittadinanza, contro il provvedimento del licenziamento, era stata plebiscitaria. Era stata indirizzata al Consiglio Comunale di Russi un'istanza di revoca della deliberazione presa; la richiesta, che si apriva colle firme di Valeriano Gallina, Gaetano Zama, Virginio Errani, Leonardo Zama, Virginio Pezzi, era seguita da una vera valanga di nomi, ben 2468 in totale, cifra veramente imponente per la Russi dell'epoca; ricorderemo, fra l'altro, che nell'elenco dei firmatari, figuravano parecchie croci di cittadini «illetterati», come stava scritto accanto alla croce, ovviamente braccianti e coloni. Mai, ripetiamo, mai nella storia della nostra comunità si era potuto registrare un consenso di queste dimensioni in favore di un cittadino. Analizzando poi la delibera del licenziamento, quali prove erano state addottate per giustificare l'incapacità professionale del nostro Condotto? Nessuna, ma il Sindaco, presentando ai Consiglieri Comunali la delibera di licenziamento, aveva adombrato un'interferenza, estranea al Consiglio stesso da parte della Prefettura, la quale aveva richiamato l'attenzione del Comune, sulla impossibilità di potere licenziare il Dott. Gherardini, dopo il 22 gennaio 1896, essendo Egli entrato in servizio il 22 gennaio 1893. Ecco le ragioni vere, che avevano condotto al licenziamento: il mancato gradimento del Prefetto di Ravenna, ligio ovviamente al potere centrale reazionario del Presidente Crispi. Di fronte alla reazione del mondo medico e di tutta la popolazione di Russi, la minoranza repubblicana voleva perciò vederci chiaro e verificare eventuali, illecite, interferenze della Prefettura. Il 5 dicembre 1895, il Consiglio Comunale di Russi si riuniva, in seduta segreta, per discutere una richiesta del consigliere Luigi Fabbri, avvocato «perché sia comunicato al Consiglio la pratica corsa col Sig. Prefetto della Provincia relativa alle sollecitazioni fatte dal medesimo Sig. Prefetto per il licenziamento del Dott. Ilo Gherardini». Girolamo Fabbri
TAVOLA ROTONDA - n. 15 Dicembre 1984 Supplemento a « Il punto» n. 7-8
Socialisti nella storia di Russi Fatti di storia Russiana del 1896 Il Sindaco, conte Gucci-Boschi, in maniera poco convincente e persuasiva, affermava che la delibera era stata presa per espressa volontà e esclusiva iniziativa della Giunta; ricordava, però, che il Prefetto, in occasione della sua visita a Russi, avvenuta poco tempo prima, conservando col Sindaco e gli assessori, aveva domandato quali erano le loro intenzioni in merito alla posizione del Dott. Ilo Gherardini; il Sindaco, che non ignorava l’intendimento del Prefetto, aveva risposto che non intendeva riconfermarlo condotto; il Prefetto aveva ricordato i termini necessari perché la delibera fosse stata valida. Il consigliere Fabbri, a questo punto, ribadiva, alla luce di quanto esposto, che l’amministrazione aveva subìto, in un atto di natura amministrativa, l’influenza della superiore autorità. La discussione, più che mai animata, era proseguita, e sempre a porte chiuse, a lungo, ma la difesa della Giunta, di fronte all’incalzare della interpellanza, appariva, ed effettivamente lo era, assai poco convincente; la Giunta moderata e la maggioranza consiliare, tuttavia, erano decise a non cedere, e l’interpellanza fu respinta. Nei mesi successivi, gruppi di cittadini avevano richiesto di essere ricevuti dal Sindaco, onde sollecitarlo a revocare il provvedimento preso; ricordiamo una commissione di operai e braccianti, rappresentati da Giovanni Benedetti e Raffaele Minghetti, ricevuti il 17 maggio 1896, un’altra di contadini, proprietari, affittavoli, era stata ricevuta sempre nello stesso giorno, mentre un gruppo di donne, non meglio definito, aveva avanzato analoga richiesta il 13 maggio. La Giunta, nonostante il moltiplicarsi delle proteste e delle richieste, non voleva transigere, o per meglio dire, cedere. Il 7 giugno 1896 la Giunta riceveva un’ennesima delegazione composta da Domenico Pezzi, barbiere, Virginio Pezzi, cartolaio,
Pietro Farini, farmacista, Arrigo Baldi, macellaio, Arturo Babini, studente, Maria Brunetti, casalinga, Pasquale Bosi, sarto, Livio Zagnoli, sensale, Domenico Parra, studente, Giulia Graziani, casalinga, Pia Babini, bracciante. Questa delegazione, composta da repubblicani, socialisti e con una significativa presenza femminile, e il fatto era nuovo per la nostra Città, era di per sé piuttosto numerosa, ed era seguita da un folto gruppo di oltre centocinquanta cittadini. Il sindaco, conte Gucci-Boschi, aveva proposto, per pacificare gli animi, di lasciare il Dott. Gherardini, titolare della condotta medica del forese, ma di non affidargli più la responsabilità del servizio di chirurgia dell’ospedale di Russi. La proposta del Sindaco non era piaciuta alla delegazione, e, dopo lunga ed accesa discussione, Pietro Farini aveva addirittura proposto un ordine del giorno, col quale dichiarava, in nome del popolo, sciolti Giunta e Consiglio Comunale. L’eccitazione era salita di tono, e la folla che si era raccolta nella sala consiliare aveva iniziato a urlare ed a insultare gli amministratori comunali. Il delegato di Pubblica Sicurezza, a quel punto, aveva ordinato lo sgombero ed aveva accompagnato fuori dal Palazzo comunale, fra urla e fischi, ingiurie e parolacce il Sindaco e gli Assessori. Girolamo Fabbri
PARTITI E ORGANIZZAZIONI A RUSSI E A PEZZOLO Con la presa di Roma nel 1870, il secolare potere del Papa era terminato. Ingabbiati dalla rivoluzione, i cattolici si trovarono fra popolo e governo italiano, fra sinistra e destra parlamentare. L'azione massonica e anticlericale nei ceti medi diventava sempre più consistente, le forze locali di aggregazione sempre più agguerrite, mentre quelle di difesa illanguidivano. In simili circostanze si sentì il bisogno di organizzare di nuovo le fila cristiane per un movimento unitario nazionale. Cominciarono a costituirsi i primi « Comitati Cattolici Nazionali », che tennero il primo congresso nazionale il 13 giugno 1874 a Venezia. Nonostante i gravi problemi e le difficoltà, nel 1875 a settembre si ebbe il secondo congresso a Firenze. Sottoscritto in novembre dava direttive per il programma di Azione dei 4 Cattolici Italiani. Nascevano così i primi comitati nazionali di azione cattolica. Passavano gli anni. Intorno al 1880-1890 in Romagna si organizzarono forti masse popolari e partiti politici con manifestazioni e scioperi contro la borghesia e il governo. Nel 1884 a Russi si formava nuovamente la sezione del partito repubblicano.5 Fondatori furono i fratelli Babini. Nel 1888 ebbe avvio a Ravenna il movimento repubblicano collettivista, ma rendeva la vita difficile al partito una corrente di. dissidenti che in varie occasioni si accostavano ai socialisti, e di preferenza agli anarchici, Al. c:cmgresso di Rimini del 18 91 diretto da Giuseppe Gaudenzi, si auspicava la costituzione di un grande partito, che invece non si realizzò. · In campo socialista da vari anni si tentava di organizzare le classi operaie in partito. Il 19 ottobre 1890, a Ravenna si tenne un congresso socialista, che coniò il nome di «Partito Socialista Rivoluzionario Italiano». Germano Piselli e i compagni si definirono non anarchici intransigenti, non legalitari, ma socialisti rivoluzionari che accettano il collettivismo sindacalizzato. Questi i principi della rivoluzione: uguaglianza giuridica, lotte 6 di tutti contro-tutti, diritto del più forte
4 Domenico Sgubbi, Cattolici in azione in terra di Romagna (1890-1904), pp. 310, an. 1973, Tip. Galeati, Imola, a pag. 16-17-122. N.B.: per avere uno studio sui cattolici Romagnoli si consulti quest'opera. 5 La fondazione si presume anteriore a questa data, avendo il Partito Repubblicano radici antiche in Russi. 6 Gastone Manacorda, Il Movimento operaio Socialista attraverso i suoi congressi, (1853-1892),. pp. 403, an. 1953, ed. Rinascita, Roma, a pag. 269-272 .
Intanto a Russi intorno agli anni 1890, i socialisti russiani fondavano il partito. Ne furono promotori un gruppo di giovani studenti, i fratelli Plinio e Ilo Ghirardini, Plinio candidato per Ravenna, Plinio Farini e Giovanni Benedetti furono delegati al Congresso di Genova del 1891. A Russi il 9 di ottobre del 1892 si svolse il congresso del partito, dopo una relazione di Umberto Brunelli, in contrasto con Zirardini di Ravenna, sostenitore di Andrea Costa: così il circolo di Russi aderiva al circolo 7 nazionale di Turati. Fu certamente in quegli anni che a Pezzolo si costituì la società operaia, composta da socialisti e repubblicani, con sede in una camera presa in affitto nella villa Cannatieri, denominatosi 8 anche di Mutuo Soccorso come le altre società. Nel 1910 diventando più numerosa cambiò sede prendendo il terreno nel centro di Pezzolo, edificandovi il nuovo circolo. In campo liberale filomonarchico in Romagna si delineava un partito quanto mai eterogeneo. Andava dal moderatismo conservatore al quasi anarchismo. Fondatori in Italia furono russiani come Luigi Carlo Parini prima, e Alfredo Baccarini 9 dopo. I cattolici si trovarono a dover combattere su tutti i fronti. A Pezzolo, la fondazione dell'organizzazione cattolica avvenne il 12 maggio 1889. In quegli anni Papa Leone XIII diramava tre documenti importantissimi per la vita religiosa dei cattolici. La prima enciclica del 10 giugno 1890 « Sapientiae Cristianae », la «Rerum Novarum », l'anno dopo: «la Inimica vis», dell'otto dicembre 1892 sulla massoneria. Con queste ai cattolici era assegnato un compito preciso e indicata una strada. Infatti, i pezzolesi nel 1892 si staccavano dalla Confraternita religiosa formando un organismo a parte assieme alla Società di Mutuo Soccorso, denominatosi: «Associazione Cattolica Operaia di carità reciproca di Pezzolo », con lo scopo di difendere la chiesa
da qualsiasi controversia politica fra i partiti e società. Le prime notizie raccolte provengono da un opuscolo trovato occasionalmente in una casa di campagna, con i regolamenti indicati 7 Alfredo Berdondini, La vita politica e socia!; a Ravenna, dal libro Nullo Baldini nella storia della cooperazione, pp. 767, an. 1966, ed. Aldo Giuffrè, Milano, a pag. 349. 8 Dette società, avevano Io scopo di aiutare i soci e i poveri della parrocchia, per malattia o infortunio sul lavoro, autofinanziandosi da sole attraverso gli stessi aderenti. 9 Luigi Lotti, I Repubblicani in Romagna, dal 1894 al 1915, pp. 510, an. 1957, ed. F.lli Lega, Faenza, a pag. 50-51.
VILLA «LA LONTANUCCIA»
... Partendo da Russi per la via Chiesuola, arrivati al centro di Pezzolo frontalmente al bivio scorgiamo, su un piccolo dosso, una bellissima villa in stile veneziano classico: La Lontanuccia. Più che villa possiamo definirla palazzo, perché si tratta di un edificio a due piani, con un grande scantinato ... ... La costruzione dell'edificio risale all'inizio del secolo,18 sorse sulle rovine di una vecchia casa. Venne fatta costruire dal dott. Ilo Ghirardini di Russi, come residenza e ambulatorio per i malati. Oppure come casa di salute: (ci riserviamo questa 19 ipotesi). Quel valentissimo medico, ateo anarchico , fu anche un eminente uomo politico in campo socialista per il collegio di 20 Russi negli anni 1889- 1895 . Amante della campagna lasciava la città per venire ad abitare nella villa di Pezzolo. 18 Giovanni Emiliani di Russi, ultraottantenne, ci racconta che da ragazzetto - apprendista - fecero le porte e finestre alla nuova villa. Nel portone d'ingresso principale troviamo le sue iniziali incise nel legno, con data 1901. 19 Le ceneri dei fratelli Ilo e Plinio Ghirardini, sono raccolte in due urne poste nella Cappella del Cimitero di Russi. 20 Raccolta di Tino Babini di Russi, vedi Gastone Manacorda, op. cit.
... Purtroppo la sfortuna lo perseguitò… Doveva sposarsi: tutto era pronto per ricevere i futuri sposi, ma la sposa si ammalò gravemente e morì. Egli, dopo simile sventura; causa anche il costo troppo elevato della villa, mentre il mestiere di medico a quei tempi rendeva poco, si aggravò talmente da finire in una casa di cura a Torino, morendo egli pure pochi anni dopo - nel 21 1904 - . Lasciava la villa al fratello avvocato Plinio questi in seguito la vendette all'ospedale civile di Russi, che prima della seconda guerra mondiale la vendette, a sua volta, al notaio Rivalta di Ravenna ... 21 Municipio di Russi, Ufficio Anagrafe. Il Ghirardini era nato a Castel San Pietro Terme nel 1865. Si trasferì a Russi negli anni 1885-1890.
Di Gino d’Loca, della bottega dei sogni e d’altro ancora
... Uno dei primi provvedimenti deliberati dalla nuova Giunta uscita dalle elezioni del luglio 1895 era stato il licenziamento del dott. Ilo Gherardini, socialista, medico primario del centro urbano e medicochirurgo del forese, assai ben voluto dalla popolazione. Veniva accusato di approfittare della sua professione per fare propaganda politica. I partiti popolari raccolsero 250 firme «tutte di maggiorenni», chiedendo la revoca del provvedimento; quindi, molte centinaia di cittadini, repubblicani, socialisti ed altri si radunarono di fronte al Municipio, manifestando contro la Giunta del conte Gùcci, la quale sil rifiutò di ritirare l'arbitrario licenziamento. Ne conseguì un clamoroso coro di proteste e grida, fischi, insulti, minacce: «l'indiavolato tumulto della folla briaca» recita abbastanza comicamente la sentenza della Corte d'Appello. Non ci furono violenze materiali; nondimeno, qualche giorno dopo l'accaduto, arrivarono da Ravenna reparti di polizia e carabinieri, i quali arrestarono 12 persone tra cui tre donne, suscitando l'indignazione della cittadinanza. Il 1° luglio 1896 il Tribunale di Ravenna condannò gli uomini a 50 giorni di carcere (regolarmente scontati) e le tre donne a rilevanti multe in denaro. Peraltro, in sede di Corte d'Appello in Bologna, il 18 agosto 1896, fu dichiarato «non essere luogo a procedimento al confronto di tutti gli appellanti». I più anziani fra i dodici processati erano Virginio Pezzi di anni 37, cartolaio, repubblicano, e Pietro Farini di anni 34, farmacista, socialista. Non v'è dubbio che per l'ascendente di cui godevano in paese erano stati alla testta della contestazione popolare, uniti nella diversità – si direbbe oggi - a dimostrazione di un legame profondo, sotterraneo quanto si vuole, ma effettivo fra repubblicani (radicali mazziniani) e socialisti (internazionalisti), che, superando aspri, anche cruenti, contrasti di anni precedenti, nell'ultimo decennio del secolo si tradusse in unità d'azione nella lotta contro governi autoritari e repressivi, in corrispondenza con una grave crisi economica. Sia pure indirettamente, l'episodio
locale, che, forse per la prima volta nella storia di Russi, vedeva la partecipazione attiva delle donne ad una protesta popolare, si inquadra nel clima dell'epoca. Delle tre donne arrestate, due, rispettivamente di anni 24 e 21, erano casalinghe; l'altra era una ragazza di soli 17 anni, bracciante. Dei nove uomini, due erano studenti, rispettivamente in età di 22 e 24 anni. Uno di essi, Arturo Babini, repubblicano, fu sindaco di Russi dal 1920 al 1922, cioè fino a quando l'amministrazione democraticamente eletta venne cacciata dalla violenza fascista...
Dal 1867 al 1900 Il 9 aprile 1892 veniva soppressa la Pretura e il comune di Russi veniva aggregato al II mandamento di Ravenna. La Pretura ebbe sede in Corso L.C. Farini nello stabile che ora ha il civico numero 69 e le carceri furono in via Cavour nella casa ora n. 40. Frattanto erano comparsi nella scena politica anche i socialisti. I cattolici, per difendersi dall'anticlericalismo repubblicano, decisero di intervenire nella lotta per l'amministrazione locale, e, senza patti scritti ma per accordi personali fra esponenti della parte cattolica e dei liberali moderati, si addivenne alla presentazione di una lista cosiddetta clerico-moderata. Ne fu capo morale il conte Giovanni Gucci Boschi, patrizio faentino, che passava molta parte dell'anno nella sua villa alle porte di Russi. Egli discendeva da una famiglia di tradizioni cattoliche e liberali per cui godeva della stima e della fiducia di ambedue le parti ... ... Giovanni Gucci Boschi, con un Consiglio composto prevalentemente di clerico-moderati, divenne sindaco di Russi nel 1896 ... ... Nel 1896 avvennero disordini che sfociarono nell'invasione del palazzo comunale e nella dichiarazione di decadenza della Giunta ad opera di alcuni russiani. Il fatto giunse in Parlamento ove, alla Camera dei Deputati, si ebbero interrogazioni in proposito. Domenico Farini che rappresentò per cinque legislature Russi alla Camera quale deputato di un collegio di Ravenna nel quale era compreso il nostro Comune, parla di 3 quell'avvenimento così : «Parlo con Rudinì dei disordini di Russi promossi da radicali e socialisti. "Non sacrifichi, dico, né la Giunta, né il Prefetto Serrao [prefetto di Ravenna]. I socialisti, per ragione di un medico loro capo, Ilo Gherardini, licenziato dal Comune, guidati da un V. Pezzi e da P. Farini, invasero il Palazzo Comunale dichiarando la Giunta decaduta di fatto e di diritto indi interrogazioni alla Camera" ». Il Rudinì mi dice che non rimuoverà punto il Serrao, che conosce.
Io:"che fece benone a Ferrara e fa bene a Ravenna. Scusate, credevo anzi che lo avreste nominato Direttore Generale" ». Farini era allora presidente del Senato ed era legato da vincoli di parentela sia con Ilo Gherardini medico per lungo tempo in Russi e sia con Pietro Farini che è quello stesso morto esule in Russia 4 nel 1940 . Virginio Pezzi invece era il popolare cartolaio-libraio di Russi detto Gino d'Loca, repubblicano. ... 3 4
D. FARINI, Diario di fine secolo, a cura di E. Morelli e sotto gli auspici del Senato della Repubblica, pag. 974, Roma 1962. PIETRO FARINI, già deputato al Parlamento per Terni, nacque a Russi e morì a Mosca nella casa dei veterani della rivoluzione.
Dal 1901 al 1923 ... Nel 1909 il concittadino avv. Plinio Gherardini, socialista, raccolse nelle elezioni politiche 1305 voti entrando in ballottaggio col Prof. Mirabelli, repubblicano, che riuscì vittorioso. ...
Dalla lettura del dattiloscritto dal Titolo In marcia con i Lavoratori di Pietro Farini, cugino di Ilo e Plinio Gherardini, riportiamo alcuni brani che si riferiscono alle conseguenze del licenziamento di Ilo, medico condotto di Russi, avvenuto nel 1895. ..... Qualche ora dopo rientravo nel paese nativo. Così l'indomani mattina avrei preso posto nella farmacia, nella quale mio padre aveva vissuto tutta la vita dietro al banco,che avrebbe incatenato anche me. Mentre i parenti e gli amici si affollavano intorno a mia moglie e ai bambini seppi che il municipio composto di clerico-moderati aveva licenziato mio cugino, dott. Ilo Gherardini medico condotto del paese. Il provvedimento era stato preso non per incapacità professionale o per demeriti personali, ma perché egli era un socialista ..... ..... Ma fortunatamente la popolazione tutta del mio paese, operai e non operai, cattolici, repubblicani e socialisti unanimemente furono intorno a lui per difenderlo e per imporre al municipio il ritiro dell'ingiustificato provvedimento preso contro di lui. Giacché egli, oltre essere un medico e un oculista valente, aveva saputo compiere sempre il suo dovere con mai smentita solerzia e con l'affabilità dei modi che gli avevano accattivato l'anima di tutti, per cui egli era popolarissimo come in generale erano i giovani medici condotti, usciti in quei tempi dalla scuola di Augusto Murri ..... ….. per i clerico-moderati sedenti in comune liberarsi del Gherardini voleva dire sradicare la malerba. Perché il Gherardini era stato il fondatore della sezione socialista locale e tra il 93 e il 94 era riuscito a fare un congressino di partito a Russi con l'intervento di Turati e di molte altre personalità più in vista. ..... ..... Credevano quei signori del municipio che allontanato il medico socialista, la sezione composta per la maggior parte di operai si sarebbe ben presto sciolta. ..... ..... Giunsi dunque in tempo per partecipare alla lotta in favore della giustizia e del compagno di partito che mi era carissimo. .....
..... avendo il sindaco convocato il consiglio comunale in seduta straordinaria per il 2 giugno [1896], noi invitammo per quel giorno e nell'ora nella quale il consiglio era convocato, la popolazione in piazza. Si può affermare che tutto il paese era presente. Vi erano anche molte donne. Verso il mezzodì la folla raggiunse il palazzo comunale e invase l'atrio,la scala e la sala dove era radunato il consiglio. Quella parte della popolazione che era rimasta nella via rumoreggiava e fischiava. Salito sopra una sedia,io allora chiesi al sindaco se era posta in discussione l'istanza presentata dai cittadini che volevano il ritiro della deliberazione votata dal consiglio contro il dottor Gherardini. Il sindaco rispose negativamente. Insistei perché fosse discussa ugualmente, seduta stante. Il sindaco si rifiutò. Per questo, dopo alcune parole di acerba rampogna conclusi:-A nome del popolo vi dichiaro decaduti-. I cittadini presenti nella sala senz'altro passarono dalla parte dove erano seduti il sindaco e i consiglieri, li cacciarono dall'aula,dal palazzo comunale seguendoli fino alle loro case fischiando. Prima dell'alba del giorno seguente,una squadra di carabinieri venuta da Ravenna arrestarono me con altri nove cittadini e tre donne. L'arresto di queste non fu mantenuto. .....
Pietro Farini In marcia con i Lavoratori Dattiloscritto conservato presso l’Archivio del Partito Comunista dell’ISTITUTO GRAMSCI di Roma, Fasc. 1537 da Ricerche di Fabio Pasi
Il documento che segue riporta la conferma della sentenza della Corte dâ&#x20AC;&#x2122;Appello di Bologna del 18 agosto 1896, nei confronti dei cittadini russiani che erano stati condannati ad un periodo di reclusione, in seguito alle proteste manifestate contro il licenziamento del Dott. Ilo Gherardini, effettuato da parte della Giunta Comunale di Russi, il 25 ottobre 1895.
Archivio storico - Comune di Russi Anno 1896 Fascicolo 24 - SanitĂ
Da Società, politica, amministrazione dall’Unità al Novecento di Luciano Casali, riportiamo l’elenco dei russiani che vennero schedati come sovversivi tra l’ultimo decennio del 1800 e i primi decenni del 1900. Nell’elenco è compreso quello di Plinio Gherardini insieme ad altri nomi noti e meno noti di cittadini russiani. Iscritto Nome e Cognome
1892 1894 1895 1896 1896 1896 1897 1897 1897 1897 1897 1897 1897 1898 1898 1898 1898 1898 1898 1898 1898 1898 1898 1898 1898 1898 1898 1898 1899 1899 1899 1899 1899
Nato
Emidio Recchioni* 1864 1868 Vitaliano Ortali* Antonio Gallamini 1856 Lorenzo Calderoni 1851 1879 Giuseppe Giorgi 1846 Enrico Guberti 1857 Alberto Babini* Luigi Babini Paolo Arturo Babini 1874 Vincenzo Baroncelli 1849 Michele Caldoni* 1876 1836 Pasquale Cesari Alberto Cicognani 1877 1873 Pietro Albertini* 1870 Giuseppe Babini 1879 Alberto Baldini Domenico Benedetti* 1868 Oreste Betti Antonio Bolognesi* 1867 1861 Ernesto Casadio 1860 Giuseppe Donati 1878 Antonio Fantini Giuseppe Melandri 1879 1868 Domenico Pezzi 1859 Virginio Pezzi 1863 Emilio Plazzi 1846 Eugenio Raggi 1860 Filippo Turtura 1871 Angelo Baldi Giacomo Benedetti 1865 Giovanni Benedetti 1859 1868 Sante Bentini 1866 Pasquale Bosi
Partito
Mestiere
Radiato
Anarchico Anarchico Socialista Repubblicano Socialista Repubblicano Repubblicano Socialista Repubblicano Repubblicano Repubblicano Socialista Repubblicano Repubblicano Socialista Repubblicano Comunista Comunista Repubblicano Repubblicano Repubblicano Repubblicano Anarchico Socialista Repubblicano Repubblicano Repubblicano Repubblicano Socialista Socialista Socialista Socialista Socialista
Commerciante Negoziante Negoziante Impiegato Calzolaio Macellaio Segretario com. Bracciante Commerciante Bracciante Autista Inserviente Operaio Fornaciaio Calzolaio Tornitore Operaio Macellaio Sarto Calzolaio Calzolaio Sarto Sarto Operaio Calzolaio Sensale
1936 1939 1942 1927 1934 1929
1931 1927 1942 1933 1942
1942 1934 1942 1934 1942 1924 1934 1928 1943 1942 1929 Suonatore amb. 1942 1943 Calzolaio Bracciante 1943 Bracciante 1942 Calzolaio 1931 Sarto
1899 1899 1899 1900 1900 1901 1902 1902 1903 1907 1911 1911 1912 1912 1914 1914 1915 1915 1915 1916 1918 1920 1920
Giovanni Cicognani Plinio Farini Guglielmo Strocchi* Carlo Cantimori Plinio Gherardini Giovanni Antonio Garoni Ercole Casadio* Pietro Farini* Giovanni Tazzari* Luigi Melandri Marco Babini Luigi Foschini* Domenico Pasi Antonio Turtura* Cesare Battistini Egidio Liverani* Romeo Benini Emilio Foschini Giuseppe Gallamini Marino Buschini* Ferruccio Farini* Aristide Lombardi Riccardo Melandri*
1874 Repubblicano 1886 Anarchico 1859 Socialista 1878 Repubblicano 1871 Socialista 1878 Repubblicano 1870 Anarchico 1862 Socialista 1875 Repubblicano 1887 Anarchico 1873 Socialista 1867 Repubblicano 1884 1867 Socialista 1877 Socialista 1860 Repubblicano 1892 1884 Repubblicano 1879 Repubblicano 1873 Repubblicano 1892 Socialista 1853 Repubblicano 1879 Anarchico
1929 1929 1942 1926 1921 1933 Bracciante 1929 Vinaio 1943 Farmacista Viaggiatore 1943 1928 Muratore 1935 Bracciante 1941 1939 Contadino 1943 Cameriere 1931 Bracciante 1943 Pensionato 1932 Calzolaio 1931 Contadino Commerciante 1933 1930 Minatore 1942 Industriale 1927 1941 Fattorino Sensale Professore Calzolaio Studente
Abbiamo contrassegnato con un asterisco (*) coloro che, probabilmente a seguito della registrazione poliziesca, trasferirono la propria residenza in un altro comune o, in alcuni casi allâ&#x20AC;&#x2122;estero. I dati sono desunti dal casellario politico centrale, conservato presso lâ&#x20AC;&#x2122;archivio centrale dello Stato, Roma, e consultabile, nei suoi dati essenziali, anche in internet.
Ringraziamo vivamente quanti hanno contribuito con scritti, documenti e suggerimenti, alla realizzazione di questa raccolta di pagine di storia russiana Girolamo Fabbri Giovanni Gavelli Luciano Casali Teresitta Pezzi Fabio Pasi Morena Ballanti Coordinatrice dellâ&#x20AC;&#x2122;Asilo Giardino L.C. Farini di Russi Il personale della Biblioteca Comunale di Russi Un pensiero e un ringraziamento alla memoria di: Danilo Ferretti Luigi Montanari Tino Babini Roberto Gordini per la sensibilitĂ e la dedizione nella realizzazione e collocazione della lapide
INDICE
! Saluto del Sindaco
I
! Presentazione
II-III
! Lapide posta nel Pantheon di Russi
1
! Bandiera PSI - Archivio PSI
2
! Ottant’anni ma non li dimostra - Tino Babini
3
! La Festa del 1° Maggio si celebra a Russi dal 1893
4
! Albero Genealogico dei Farini di Russi
5-6
! In mancanza di una fotografia di Ilo Gherardini
7
! Gherardini Ilo - notizie biografiche
8
! Manifesto della sezione Socialista di Russi per la morte
del dottor Ilo Gherardini
9
! Fotografia Avv. Plinio Gherardini
10
! Plinio Gherardini - notizie biografiche
11
! Lapide presso l’Asilo Luigi Carlo Farini di Russi
12
! Gli eclettici a Russi - L. Cortesi
13-15
! Lettere di Ilo Gherardini ad Andrea Costa
16-17
! Tavola Rotonda - Socialisti nella storia di Russi
di Girolamo Fabbri (1981 - 1984) - Plinio Gherardini - Ilo Gherardini e la fondazione del circolo socialista di Russi - Ilo Gherardini e la vita politica a Russi dal 1893 al 1894 - Fatti di storia russiana del 1895 - Fatti di storia russiana del 1895-96 - Fatti di storia russiana del 1896
18-21 22-26 27-30 31-34 35-37 38-39
! Pezzolo di Russi - Giovanni Gavelli - ed. 1977
- Partiti e organizzazioni a Russi e a Pezzolo
40-44
! Immagini del Paese Perduto - Danilo Ferretti - ed. 1988
- Di Gino d’Lôca, della bottega dei sogni e d’altro ancora
45-47
! Russi vicende storiche - parte terza - Luigi Montanari
- dal 1867 al 1900 - dal 1901 al 1903 ! Brani da «In marcia con i lavoratori» - Pietro Farini
48-50 51-52
! Udienza della Corte d’Appello di Bologna del
18 agosto 1896 - Archivio storico Comune di Russi
53-63
! Storia di Russi - Dalla Villa alla città - ed. 2014
- Elenco dei russiani schedati come sovversivi tra l’ultimo decennio del 1800 e i primi decenni del 1900 da «Società, politica, amministrazione dall’Unità al Novecento» di Luciano Casali 64-66 ! Ringraziamenti
69
I째 Edizione - 1째 Maggio 2016 Grafica e Impaginazione RIMA - Stampa: Tipolitografia Commerciale Russi
7373
Saluto al ÂŤsecol novoÂť dettato da Andrea Costa. Marmo murato nel Palazzo Comunale di Imola.