VICINI DI CASA da vent'anni

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da vent’anni da vent’anni 2014




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A coloro che in questi vent’anni ci hanno aiutati a diventare Vicini di Casa: gli ospiti delle nostre case gli operatori i volontari quanti ci hanno affidato le proprie case quanti hanno creduto in noi investendo il proprio denaro coloro che con mani sapienti hanno aggiustato, ricostruito, ristrutturato riportando le case a nuova vita quanti ci hanno accompagnato in modi diversi e in tanti momenti con la riflessione, la vicinanza, la competenza, la condivisione.


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da vent’anni


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VICINI DI CASA vive. Qui

via Torino 77, Udine telefono 0432.478652 fax 0432.425469 e-mail: info@vicinidicasa.fvg.it www.vicinidicasa.org

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in Friuli, da vent’anni. Molti immigrati che sognano, oltre al lavoro, una casa l’hanno trovata grazie a quanti hanno pensato e costruito le sue fondazioni e architetture. Siamo debitori a molti volti: amici, collaboratori, volontari, proprietari, inquilini. Gli operatori di Vicini di casa sono stati in questi anni la nostra struttura portante. Hanno saputo leggere i tempi con le sue mutazioni, i luoghi e le comunità che insistono nell’inesausta accoglienza, ma anche le resistenze che si sono date convegno nell’allontanare l’esperienza dell’essere stranieri, che in altri tempi abbiamo vissuto pure noi friulani. Accoglienze e rifiuti che non sono stati lasciati a loro stessi, ma che si sono trasformati le prime in progetti, i secondi in occasioni di incontri e nell’arte di mettere di fronte gli opposti e farli parlare per soluzioni inedite. La casa è una necessità, è un diritto, è un’emergenza. Lo sarà sempre. È difficile leggere ciò che sta avvenendo. Vorremmo continuare a essere una casa per quanti vengono dalla periferia del mondo, per coloro che l’hanno perduta, per quanti la cercano senza averla ancora trovata. Il compito è impari. Ha bisogno di una progettualità che si rinnova e di un impegno che resta ancorato a una fiducia tenace.


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Nasce nel 1993, diventa ONLUS nel 1998

“Un milione per un tetto”

La storia di Vicini di casa, come spesso accade, ha un’origine con forti tratti di casualità. Nel 1989 muore una piccola, grande e forte donna, Leonilde Antenna, che, dopo una vita spesa in vari orfanatrofi e istituiti del Veneto, aveva vissuto per oltre dieci anni l’esperienza della Comunità Piergiorgio nel quartiere di San Domenico. Un gruppo di amici si ritrova a dover decidere come meglio impiegare il gruzzolo da lei faticosamente raggranellato in tredici anni di lavoro nella cooperativa della Comunità, individuando una finalità sociale in sintonia con il suo stile di vita e la sua visione del mondo. Da qui nasce l’idea dei Vicini di casa, ispirata a un’iniziativa sorta a Verona, nel mondo delle MAG, antesignane dell’attuale Banca Etica, intitolata “Un milione per un tetto”. Si trattava di raccogliere prestiti di un milione di lire da impiegare per l’acquisto di alloggi da destinare a immigrati stranieri. Il gruppo di amici di Leonilde, della Comunità di San Domenico, insieme al gruppo giovanile di Goricizza, al CIC di Codroipo, alle ACLI di Udine, al Centro Balducci e ad alcune altre persone il 14 ottobre 1993 decidono di fondare l’Associazione Vicini di casa Onlus con un primo fondo di dotazione costituito proprio dal lascito di Leonilde, 27 milioni delle vecchie lire (13.500 euro).

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Ha cosi inizio una storia la cui evoluzione nessuno di noi fondatori mai avrebbe potuto prevedere. Dopo aver esaminato l’esperienza di Verona e un’analoga iniziativa a Castelfranco Veneto, insieme ad alcuni legali e commercialisti che vengono coinvolti nell’avventura, decidiamo che sarebbe stato opportuno costruire una struttura che prevedesse accanto all’Associazione anche una Società Cooperativa, i cui soci fossero gli stessi soci fondatori dell’Associazione. La Cooperativa sarebbe stata destinata a possedere tutti gli immobili eventualmente acquisiti nel tempo: il 1 dicembre 1994 viene così fondata la Cooperativa Vicini di casa Onlus, il cui statuto prevedeva l’attività di acquisto, locazione e gestione di immobili destinati in via esclusiva a persone immigrate. Una volta costituiti i contenitori giuridici, abbiamo iniziato l’attività di raccolta dei prestiti da 1 milione di lire cadauno necessari per far decollare l’iniziativa. Il meccanismo era il seguente: gli aderenti sottoscrivevano un libretto al portatore del valore di 1 milione di lire o multipli, diventando automaticamente soci dell’Associazione; i sottoscrittori si impegnavano altresì a lasciare all’Associazione per 5 anni la cifra prestata senza alcun interesse. Con i prestiti così raccolti sarebbe stato possibile acquistare immobili e con i proventi degli affitti, dopo un certo numero di anni, l’associazione sarebbe stata in grado di restituire le somme ricevute in prestito dai soci. Va ricordato che all’epoca i tassi di interesse bancari erano molto elevati, oltre il 15%, e quindi la rinuncia all’interesse sul prestito era in grado di garantire l’equilibrio economico dell’iniziativa.

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VICINI DI CASA Onlus

Immobili di proprietĂ Banca Etica

immigrato

restituisce prestito dopo 5 anni

paga un canone equo

Cooperativa offre un canone equo restituisce finanziamento

soci sostenitori

Associazione

sottoscrivono cert. dep. vincolati 5 anni

finanzia

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Far circolare la solidarietà Gli affitti delle nostre case erano di valore leggermente inferiore a quello di mercato, essendo il nostro obiettivo primario quello di garantire agli stranieri immigrati le stesse condizioni di accesso al mercato degli affitti degli italiani. Fin da subito avevamo scelto di costruire un’iniziativa in grado di avere un equilibrio economico e finanziario, collocandoci nel campo della seconda accoglienza piuttosto che in quella della prima. Messi a punto i meccanismi tecnici del progetto e raccolti, con una adeguata campagna di sensibilizzazione presso le persone e i gruppi che avrebbero condiviso la nostra iniziativa, i primi 100 milioni di lire di prestiti, dovevamo identificare i possibili immobili da acquisire. La prima ipotesi era di acquistare una delle tante latterie che in quegli anni stavano vivendo un periodo di fortissima difficoltà e che molto spesso erano già chiuse o in via di chiusura. È cosi che, pieni di speranza, abbiamo organizzato una riunione con l’assemblea dei soci della latteria di Goricizza (Codroipo) dove il consiglio direttivo aveva condiviso da subito la nostra proposta; ci sembrava che il nostro progetto fosse un modo per rivitalizzare, attualizzandolo, lo spirito solidaristico che cento anni prima aveva portato tante comunità del Friuli a costituire le latterie e le cooperative dei paesi. Speranze andate subito deluse per la forte opposizione dell’assemblea dei soci, preoccupata che i nostri interventi fossero rivolti solo agli stranieri, e che escludessero, quindi, i compaesani. Analoghi insuccessi abbiamo raccolto con le latterie di Zompicchia e di Coseano.

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Forti di questa esperienza negativa abbiamo deciso che sarebbe stato più opportuno realizzare il nostro primo investimento nell’anonimato di una città come Udine. Ed è cosi che abbiamo comprato il primo appartamento, in via Planis, manifestandoci come associazione di volontariato rivolta agli immigrati soltanto al momento della firma del contratto davanti al notaio, per evitare ripensamenti da parte dei venditori! Subito dopo abbiamo comprato un secondo immobile a Vissandone e poi via via anche gli altri. L’esperienza dei primi anni di attività ci ha reso chiaro quanto ciò che stavamo facendo, forse importante dal punto di vista della sensibilizzazione ai temi dell’integrazione, fosse del tutto insufficiente per affrontare un problema che, in termini quantitativi, diventava sempre più rilevante. Un numero sempre maggiore di stranieri arrivava nella nostra provincia, fortemente attrattiva dal punto di vista del lavoro, e faceva molta difficoltà a trovare alloggio, non per mancanza di risorse economiche, ma per la grande diffidenza dei proprietari di casa nel dare in locazione gli alloggi a persone immigrate. Nasce cosi alla fine del 1996 il progetto del Fondo di rotazione e garanzia, proposto al Comune di Udine. Prevedeva la costituzione di un fondo, nella prima convenzione pari a 15 milioni di lire, gestito dall’associazione per l’erogazione di prestiti pari alla caparra, solitamente di tre mensilità di canone, da assegnare a lavoratori stranieri in regola con il permesso di sog-

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giorno e con regolare contratto di lavoro. Il prestito sarebbe stato poi restituito, senza interessi, in 15-18 mensilità, consentendo così la reintegrazione del fondo utilizzabile per ulteriori interventi. Il progetto prevedeva altre azioni, dalla presenza di un nostro volontario nella fase di stipula del contratto di affitto, all’attività di controllo sulla conduzione dell’alloggio da parte degli inquilini, alla attività di supporto nella ricerca di casa. Il progetto ha avuto subito un notevole successo e così è stato riproposto, prima alla Provincia e poi alla Regione, ciò che ha reso possibile un aumento rilevante del fondo in gestione fino agli oltre 450 000 euro attuali.

PreSTiTi da FONdO di rOTaziONe e garaNzia 1512 iNTerveNTi

dal 1996 al 1998 dal 1999 al 2001 dal 2002 al 2004 dal 2005 al 2007 dal 2008 al 2010 dal 2011 al 2013 PriOeziONe 2014

vaLOre mediO deL PreSTiTO €

N. iNTerveNTi 123 175 289 269 336 277 288

968 1.040 1.223 1.160 1.111 949 895

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TOTaLe PeriOdO 119.060 182.023 353.570 312.135 373.229 262.745 257.794


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Fondo di rotazione e garanzia VICINI DI CASA

agenzia

referenza inquilino referenze sull’inquilino - 1 dà assistenza - 2 per stipula del contratto controlla periodicamente - 3 gli appartamenti

1 - ricerca casa 2 - fornisce prestito non oneroso per cauzione 3 - dà assistenza per stipula del contratto

destinatario

proprietario

restituisce prestito 1 - paga cauzione 2 - canone di affitto

al 03/09/2014 imPOrTO TOTaLe erOgaTO imPOrTO TOTaLe reSTiTUiTO imPOrTO mediO deL PreSTiTO

FONdO geSTiTO

1.640.359,68 € 1.293.316,95 € 1.084,89 €

450.000,00 €

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Crescere facendo rete Il fondo di rotazione e garanzia segna l’inizio di una fase completamente nuova della nostra attività: un progetto come questo, per garantire la qualità necessaria, rende necessario avere dei collaboratori retribuiti e costringe ad abbandonare la natura esclusivamente di volontariato dell’associazione. Attraverso tale progettazione, inoltre, Vicini di casa è venuta in contatto con il mondo più ampio dell’immigrazione, costituito dai mediatori culturali e linguistici, dagli operatori dei centri di prima accoglienza, dalle agenzie immobiliari, dalle associazioni dei proprietari, in un intreccio di relazioni sempre più fitte, che ha contribuito in maniera significativa alla costruzione di una forte rete di associazioni, enti, operatori del campo dell’immigrazione. Sono gli anni in cui la Provincia di Udine lancia il progetto “Etnos e Demos”, che porta un contributo fondamentale per lo studio, l’analisi, la progettazione e la sperimentazione di modelli innovativi per la gestione del problema immigrazione, con il coinvolgimento di numerosi soggetti, mediatori linguistici, di comunità, operatori sanitari, centri di prima e seconda accoglienza. Nel 1999 abbiamo proposto alla Provincia il Fondo rotazione immobili inutilizzati: proprietari di case, privati imprese, parrocchie, comuni, in possesso di immobili non abitabili li possono dare in comodato alla cooperativa che provvede alla studio di fattibilità, progettazione e realizzazione dei lavori di ristrutturazione dell’immobile in oggetto.

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Fondo rotazione immobili inutilizzati VICINI DI CASA Cooperativa affitta alloggio ristrutturati

Fondo di rotazione reintegra

finanzia

progettazione, redige il piano finanziario e ristruttura--

proprietario destinatario

(ente locale, privato) concede in comodato l’immobile

paga affitto equo

Questo, una volta ristrutturato, viene affittato a prezzo equo e con i proventi delle locazioni viene recuperato il costo dei lavori realizzati, secondo un piano economico finanziario preventivamente sottoscritto dalle parti. Per attivare il progetto la Provincia di Udine ha erogato una prima somma pari a 110 milioni di lire, per consentire la realizzazione dei lavori da parte della Cooperativa. Il primo progetto è stato realizzato a Stregna e, visto il favore incontrato, è stato poi riproposto dapprima ancora alla Provincia di Udine e poi alla Regione, rendendo così possibile la realizza21


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Agenzia sociale per l’abitare VICINI DI CASA Permesso di soggiorno Contratto di lavoro Reti sociali

ricerca casa dà assistenza/consulenza accompagnamento all’abitare

referenze sull’inquilino - 1 1 - prestito non oneroso per la cauzione controlla periodicamente - 2 2 - da assistenza per gli appartamenti la stipula del contratto

locatori

destinatario

(privato, e/o agenzie immobiliari) alloggi

restituzione prestito 1- cauzione 2 - canone di affitto

zione di una molteplicità di interventi. Un progetto analogo, destinato ad immobili di proprietà di imprese, è stato poi presentato, previa la sottoscrizione di protocolli di intesa con l’Associazione degli industriali, la Lega delle Cooperative e Confartigianato, al Ministero del Lavoro che lo ha finanziato. Il problema casa, con il trascorrere degli anni, è cambiato, cosi come la realtà delle persone immigrate e per la nostra Associazione è diventato indispensabile adeguarsi, allargando il campo di azione anche ai cittadini

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italiani; è cosi che nel 2005 cambiano in tal senso gli statuti dell’Associazione e Cooperativa. I vari progetti fino ad allora sperimentati vengono riassunti nelle attività della Agenzia sociale per l’abitare, accreditata presso un apposito elenco istituito dalla legge regionale 15/2001, successivamente abrogata, che opera nei vari ambiti socio assistenziali della nostra Regione. Nel 2011 Vicini di Casa ha proposto il progetto di Housing sociale in regione FVG secondo gli innovativi strumenti finanziari e normativi contenuti nel Piano Casa (legge 133/2008). Si tratta di uno strumento di “secondo welfare”, fra l’edilizia residenziale pubblica e l’edilizia sociale, finalizzato a dare concreta risposta alla tensione abitativa per la cosiddetta fascia grigia, dal reddito non troppo basso per accedere all’edilizia popolare ma non adeguato a trovare riscontro all’offerta del mercato. Gli interventi di housing sociale adottano nuovi modelli di finanziamento e gestione dei progetti, con una forte responsabilizzazione dei territori e il coinvolgimento del no profit e del settore privato. Elemento centrale di questa progettualità è il Fondo Investimenti per l’Abitare (FIA), istituito dalla Cassa Depositi Prestiti SGR nel 2009, nell’ambito delle politiche pubbliche volte a contrastare il disagio abitativo. Tale strumento, inquadrato in uno schema di partnership pubblico – privato – no profit, si basa sul principio di sostenibilità economico finanziaria delle progettualità che non utilizzano risorse a fondo perso, perseguendo nel business plan un rendimento parzialmente calmierato per taluni investitori istituzionali.

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Molte cose si potrebbero raccontare, aneddoti, imprevisti, successi insperati e insuccessi imprevisti; Vicini di casa, una piccola realtà associativa di volontariato, nata in maniera quasi casuale, negli anni si è trasformata in una realtà nella quale ci siamo sempre sforzati di fare convivere in maniera ricca e feconda anime diverse, quella dei volontari con quella dei professionisti che via via abbiamo coinvolto, quella dell’associazione di volontariato con quella dell’impresa in grado di fornire servizi di qualità in ambito sociale, in uno sforzo di sintesi non sempre facile ma sicuramente stimolante.

1 = 212 €

2 = 318 €

3 = 342 €

4 = 408 €

iNqUiLiNi

CaNONe meNSiLe iN FUNziONe deL NUCLeO FamiLiare

5 = 522 €

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aLLOggi meSSi a diSPOSiziONe da imPreSe NUmerO iNTerveNTi PerSONe COiNvOLTe PeriOdO mediO di PermaNeNza (meSi) CaNONe mediO PrO CaPiTe NUm NaziONaLiTà

72 82 51 165 € 11

aLbergaggi NUmerO iNTerveNTi PerSONe COiNvOLTe PeriOdO mediO di PermaNeNza (meSi) CaNONe mediO NUm NaziONaLiTà

430 564 11 162 € 49

aLLOggi iN LOCaziONe NUmerO iNTerveNTi NUmerO PerSONe aLLOggiaTe di CUi SiNgOLi PeriOdO mediO di PermaNeNza (meSi) CaNONe mediO NUm NaziONaLiTà

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221 525 76 33 301 € 36


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Costruire đ&#x;ŽşâŒšď¸? l’accoglienza

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% MESI 11,3 aLbergaggiO

51,4 aLLOggi meSSi a diSPOSiziONe da imPreSe

32,7 aLLOggi iN LOCaziONe

24,0 media geNeraLe

PermaNeNza media iN FUNziONe deL TiPO di aLLOggiO

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Vicini di casa prende origine dall’impatto con il dramma dei profughi della vicina ex Iugoslavia in fuga dai conflitti e dalla miseria di quei luoghi. Altri conflitti poi in altre parti del mondo hanno alimentato in modo tumultuoso il fenomeno migratorio portando nel nostro paese persone e famiglie alla ricerca di condizioni e prospettive di vita più sicure e dignitose. Il loro arrivo e la loro presenza si sono da subito intrecciati con le tematiche del welfare e dei servizi alla persona, che affrontano il problema dell’accoglienza e gli interventi a favore degli stranieri. Chi è privo di una comunità di riferimento e reti di appoggio presenta inevitabilmente un grado elevato di fragilità e di vulnerabilità, per cui diventa fondamentale un servizio di supporto, orientamento, presa in carico. In questo quadro, di urgenze da un lato e di politiche istituzionali per l’accoglienza dall’altro, si inserisce l’impegno e il lavoro dell’Associazione. Il problema dell’alloggio è apparso allora fin da subito drammatico e urgente e continua a esserlo ancora oggi. Un numero crescente di persone e famiglie, straniere e italiane, è, infatti, direttamente toccato dal problema casa che per tanti assume ormai i contorni di una vera e propria emergenza. La fase recessiva di questi ultimi anni ha ulteriormente acuito la questione abitativa, rendendo più urgente la necessità di un intervento congiunto di tutte le istituzioni, pubbliche, private e del non profit. L’offerta e la sistemazione abitativa è uno degli elementi cardine di un sistema di accoglienza e di welfare di un paese.

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La casa è il primo e fondamentale tassello del processo migratorio, in grado di restituire serenità e fiducia. Diventa poi lo strumento per “l’agibilità sociale” nel contesto di riferimento, il luogo dove inizia e prende corpo il nuovo percorso di integrazione sociale. L’alloggio assume la funzione di spazio dove costruire relazioni, valorizzare radici e far nascere nuove appartenenze. Vicini di casa contribuisce al processo di integrazione degli immigrati a partire dall’alloggio, dando in questo modo stabilità alla loro presenza nel territorio e ancorandola alla vita della comunità locale. L’associazione mette a disposizione delle amministrazioni locali un insieme strutturato di servizi per l’abitare, legati da una coerenza di processo che ha come esito finale la piena integrazione della persona/famiglia nel contesto vissuto. Opera attraverso propri “sportelli”, incardinati nelle strutture territoriali degli Ambiti socio-assistenziali. Questi forniscono: informazione, orientamento, assistenza, consulenza e supporto tecnico-legale, accompagnamento, accompagnamento all’abitare (conoscenza dei diritti/doveri dell’inquilino, tenuta e cura dell’alloggio, assunzione di comportamenti corretti ,...). A questi servizi di base si aggiungono poi, qualora richiesti, anche servizi di mediazione condominiale, servizi di portierato sociale, servizi di manutenzione dell’alloggio. Le attività nei diversi territori sono integrate con l’offerta diretta di alloggi o posti letto. Nella forma dell’albergaggio (soluzione temporanea per chi è del tutto privo di risorse proprie), o mettendo a disposizione alloggi di proprietà o gestiti a costo contenuto.

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Un’offerta, dunque, differenziata e personalizzata di soluzioni che dà progressione alla stabilizzazione abitativa del soggetto, incentivandone contestualmente la graduale capacità di autonomia. Una sorta di “filiera alloggiativa”, funzionale, da un lato, ai bisogni delle persone/famiglie, e, dall’altro, alla progressiva capacità di muoversi autonomamente sul libero mercato delle locazioni. Vicini di casa, in altri termini, innesta i propri servizi nella progettualità individuale delle persone, valorizzando le loro risorse e favorendo l’assunzione di responsabilità e un forte impegno personale nella costruzione del proprio percorso di cittadinanza. Particolare attenzione viene posta alla cura della relazione con il soggetto richiedente. L’approccio è quello dell’ascolto, dell’attenzione ai bisogni, di comprensione delle esigenze; successivamente, di ricerca e individuazione della soluzione più appropriata; e, infine, di accompagnamento pedagogico a un abitare consapevole dei diritti/doveri e ispirato a comportamenti corretti e responsabili. Ognuna di queste attività richiede tempo, attenta valutazione delle condizioni del richiedente, analisi delle sue risorse e potenzialità; interpretarne i desideri, le paure, le speranze; collocare il tutto in una prospettiva di progettualità. Il versante “offerta”, a sua volta, richiede altre azioni: analisi del mercato immobiliare, sollecitazione e attivazione delle disponibilità, ricerca delle condizioni logistiche e abitative adeguate alle esigenze, valutazione del contesto abitativo di inserimento.

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Punto di forza dell’azione fino a oggi portata avanti da Vicini di casa è costituito dal patrimonio di sensibilità e di competenze degli operatori di contatto. Consapevole che la qualità del servizio passa necessariamente attraverso la qualità umana e professionale di chi lo fornisce, l’Associazione investe molto sulla selezione, formazione e preparazione delle proprie risorse umane. Il progressivo consolidamento delle attività in questi vent’anni e il conseguente riconoscimento istituzionale della loro utilità ed efficacia le hanno rese delle “buone pratiche”, che si ritiene possano essere utilmente messe a sistema nella pianificazione regionale delle politiche abitative a favore degli immigrati e di quanti vivono situazioni di emergenza o di disagio abitativo.

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iNCONTri FaCCia a FaCCia: gLi SPOrTeLLi e i Servizi

L’accompagnamento, il sostegno e il supporto nella ricerca di una so-

luzione abitativa adeguata per i cittadini italiani e stranieri che si rivolgono ai nostri sportelli e uffici rende necessaria, anzi indispensabile, la collaborazione, il lavoro in rete con una molteplicità di soggetti.

L’Agenzia Sociale per l’Abitare è presente nei 9 Ambiti Socio Assi-

stenziali della Provincia di Udine e i gli sportelli hanno sede presso il Comune capofila – Ente gestore dei servizi – e talvolta anche presso altri comuni del territorio con sportelli decentrati.

La presenza nei contesti dove nascono i percorsi dei piani di zona,

dove vengono affrontate le problematiche della collettività attraverso le progettualità sulle singole persone, permette agli operatori dell’As-

sociazione di inserire i servizi, le attività e gli strumenti di Vicini di casa nei vari contesti e di adattarli alle varie esigenze locali.

Accanto ai servizi di ricerca casa e orientamento sul libero mercato,

di mediazione sociale e accompagnamento all’abitare si sono sviluppate, congiuntamente con i servizi sociali e territoriali diverse azioni:

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Mediazione abitativa di condominio e di quartiere. Inserimento abitativo “assistito” attraverso la presenza nel vincolo contrattuale di Vicini di casa. Affiancamento ai servizi pubblici nello svolgimento di attività amministrative di supporto all’abitare sociale (ad esempio, i vari bandi). Attivazione di protocolli con UPPI (Unioni Piccoli proprietari immobiliari, per una migliore informazioni dei diritti e doveri dei locatori e degli inquilini in un’ottica di costruzione di relazioni positive in tutti i contesti abitativi. Formazione e attivazione di portierati sociali in contesti pubblici e privati. Negli ultimi anni si è sviluppata un’efficace collaborazione con i servizi territoriali, in particolar modo il Dipartimento di Salute Mentale e l’UEPE

(Ufficio per l’Esecuzione Penale Esterna), al fine di costruire soluzioni

abitative per cittadini inseriti in percorsi di autonomia socio-sanitaria e

abitativa. La rete a cui Vicini di casa fa riferimento coinvolge anche il

privato sociale che con le diverse sensibilità e attenzioni mette in atto

percorsi di inclusione sociale sul territorio; sono stati attivati spazi di

collaborazione che mettono al centro dei vari progetti e attività la persona con i suoi problemi, i suoi bisogni e le sue risorse e potenzialità.

Vicini di casa ha valorizzato anche la rete regionale delle Agenzie So-

ciali per l’Abitare costruendo con le cooperative Abitamondo e Lybra

e con l’Associazione Betlem, un coordinamento che permette da un

lato la presenza capillare nelle quattro province, dall’altro un confronto costante con soggetti vicini per finalità, valori ispiratori e modalità di lavoro.

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Storia di molte case, Vicini di casa, agenzia sociale per l’abitare, con i suoi progetti ha sostenuto l’inserimento abitativo di singoli e nuclei familiari socialmente ed economicamente vulnerabili. Alcuni numeri in vent’anni:

128 aLLOggi 479 POSTi LeTTO

storia di molte genti


118+118x mappa ok.qxp 16/09/14 12:50 Pagina 2

VICINI DI CASA totale POSTI LETTO

Patrimonio abitativo della Cooperativa (situazione attuale) appartamenti 27 43 31 14

DI PROPRIETÀ IN COMODATO D’USO IN AFFITTO IN GESTIONE

posti letto 84 147 142 54

totale ALLOGGO GESTITI

427

115

AMBITI SOCIO-ASSISTENZIALI: ALTO FRIULI | TOLMEZZINO | TARCENTINO | SANDANIELESE | UDINESE | CODROIPESE | CIVIDALESE | CERVIGNANESE | LATISANESE |

TOLMEZZO Enemonzo Villa Santina

TARCENTO Travesio

Villanova

Majano

di San Daniele

Stregna Faedis

SAN DANIELE San Leonardo Remanzacco Lestizza

CIVIDALE del Friuli

Ciconicco Martignacco di Fagagna

Premariacco Alnicco

UDINE

Blessano di Basiliano

San Lorenzo di Sedegliano

Vissandone di Basiliano

Orgnano

PN

Buttrio

Variano di Basiliano

Pozzuolo Carpeneto di Pozzuolo

di Basiliano

CODROIPO Santa Maria La Longa Palmanova

San Giorgio di Nogaro

Ruda

CERVIGNANO del Friuli

Monfalcone

LATISANA

TR n° titi res

ro p

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ipu

2865 3170 2622

i st

qui

65 83 67

ratt

rio

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318 282 314

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168 164 174

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266 244 255

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invi iglie

126 118 126

fam

241 234 225

i gol

38

151 128 156

sin

totale

ri

2011 2012 2013

nie

AMBITI SOCIO-ASSISTENZIALI SPORTELLI OPERATRICI/OPERATORI COMPLESSIVE ORE SETTIMANALI

i

ian

9 14 10 150

stra

anno

ital

Gli sportelli dell’Agenzia sociale per l’abitare operano in tramite con per

za sen

con

VICINI DI CASA

128 44 104

76 98 76

435 700 370 765 506 914 215 8657 376 250 39


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128 aLLOggi

1160 PerSONe iNSeriTe

collocati nei comuni di

provenienti da 55 nazioni

alnicco (moruzzo) buttrio Camino al Tagliamento Campoformido Castions di Strada Cervignano del Friuli Cividale del Friuli Codroipo enemonzo Faedis Fagagna Latisana Lestizza majano manzano martignacco monfalcone Orgnano (basiliano) Palamanova Pozzuolo del Friuli Premariacco remanzacco ruda San daniele del Friuli San giorgio di Nogaro San Leonardo San Lorenzo di Sedegliano Santa maria la Longa Stregna Tolmezzo Travesio Udine variano (basiliano) villa Santina vissandone (basiliano)

israele Ungheria Togo belgio Somalia Libano ecuador madagascar Cuba Portogallo gambia russia azerbaijan brasile germania Per첫 Congo bulgaria Slovacchia Serbia Uruguay Kenya Liberia Cina afghanistan Polonia benin mali angola 42

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 3 4 4 4 4 5 5 5 5 5

etiopia 6 bangladesh 6 Camerun 8 rep. dominicana 10 moldavia 10 Turchia 10 Ucraina 10 Senegal 13 Costa d'avorio 14 macedonia 15 Sudan 17 Colombia 18 Pakistan 19 algeria 23 argentina 24 Jugoslavia 28 Tunisia 28 ghana 31 bosnia-erzegovina 42 Nigeria 47 Croazia 57 albania 60 marocco 71 romania 115 italia provenienza non definita

317

91


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556

persone inserite 82

522

aLbergaggiO

aLLOggi meSSi a diSPOSiziONe da imPreSe

aLLOggi iN LOCaziONe

Centro america 1,2% asia 3,3% europa 27,0% america del Sud 4,2% africa 23,1%

asia 1,3% africa 5,2% america del Sud 5,2% europa 68,8%

Centro america 1,2% america del sud 5,1% asia 6,1% europa 33,7% africa 33,7%

italia 19,5%

italia 41,2%

italia 20,4%

L’analisi delle provenienze L’analisi degli ospiti negli albergaggi delle provenienze evidenzia la netta prevalenza degli ospiti negli alloggi delle persone provenienti messi a disposizione dall’Italia (41,2%). Tra le da imprese evidenzia provenienze di area Europea, la netta prevalenza mentre un modesto 0,6% delle persone è relativo ai paesi dell’area provenienti dall’area euro, il 9,8% degli ospiti dell’ex-Jugoslavia proviene dalla Romania, (59,7%). Segue l’Italia il 4% dall’Albania e il 9,8% con il 19,5% degli dai paesi dell’ex-Jugoslavia. ospiti, l’Albania con il Il 16,4% delle provenienze 6,5%, l’America del Sud è relativo a paesi dell’Africa e l’Africa con il 5,2%. tra cui si distingue il Marocco con 6,7% degli ospiti 43

Tra le provenienze negli alloggi in locazione la percentuale più elevata di ospiti è di nazionalità italiana (20,4%). Segue la Romania con il 13,1% delle presenze, i paesi dell’Africa con l’11,5% tra cui spiccano il Marocco con il 6,8% e la Nigeria con il 7,6%. In area europea al primo posto troviamo l’Albania con il 7% e i paesi dell’ex-Jugoslavia con il 6,3%.


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RONCHIS DI FAEDIS

Una casa con molte storie

“abitare significa lasciar tracce” (W. Benjamin)

La casa di Ronchis di Faedis viene costruita inizialmente dal Comune di Faedis per essere la canonica del paese e come tale viene consegnata alla Curia. Concluso l’uso per il quale era stata pensata, il Comune la recupera per essere parte integrante e risorsa preziosa per le politiche sociali del territorio. L’accordo di comodato e di gestione sottoscritto tra Comune di Faedis e Vicini

di casa permette il recupero e la ristrutturazione della ex-canonica; i quattro alloggi che sono stati ricavati sono ora una concreta possibilità di intervento e un contributo di politica sociale e culturale, nel segno della solidarietà. Anche in quest’area del Friuli, infatti, sono evidenti, nell’ultimo periodo, i riflessi di un crisi trasformatasi anche in emergenza abitativa. Diverse famiglie vedono allontanarsi la prospettiva di assegnazione di una casa popolare e numerose persone trovano difficilmente casa in affitto a canone sostenibile. Dal 2011 la storia della casa di Ronchis ha accolto e incrociato le storie di quarantadue persone provenienti da Ghana, Afghanistan, Italia, Macedonia, Romania, Albania, Marocco, Bosnia.

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Ronchis di Faedis

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Prima e dOPO

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BUTTRIO

Diventare vicini di casa “L’accoglienza. Io penso che siano di più gli aspetti positivi. Innanzitutto è stato recuperato un vecchio rudere grazie alla realizzazione degli alloggi. Poi nelle iniziative di borgo si cerca di integrare tutti. Per concludere, vorrei segnalare come concreto segno di integrazione il fatto che nelle recenti elezioni una cittadina rumena è entrata nel consiglio comunale. Un importante segno di volontà di collaborazione tra le varie realtà del paese”. (Emilo Bardus)

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Nel 1998 il comune di Buttrio realizza un appartamento di prima accoglienza grazie a finanziamenti regionali; il gruppo Caritas parrocchiale, che aveva spinto in tale direzione, si dichiara disponibile a cercare una sistemazione sul territorio comunale per coloro che, trascorsi i primi sei mesi di permanenza, sarebbero dovuti uscire dall’alloggio temporaneo. Viste le difficoltà a trovare una sistemazione in affitto per una famiglia bosniaca anche dopo mesi di ricerche, a causa delle forti diffidenze riscontrate nei potenziali affittuari, si comincia a considerare la possibilità di acquistare qualche vecchia struttura sul territorio. Ma ciò è fattibile? E soprattutto, con quali disponibilità economiche? Per cercare una risposta a queste domande il gruppo Caritas di Buttrio incontra

Vicini di casa e la storia degli alloggi a Buttrio incontra la storia di Vicini di casa. Gruppo Caritas e associazione decidono insieme di acquistare e ristrutturare una piccola parte di uno stabile di via Pavia che nel frattempo è stato individuato. Nello stesso anno, il 2000, visto che nella porzione rimanente dello stabile c’è un appartamento che può ospitare fin da subito la famiglia bosniaca, si procede all’acquisto in toto dello stabile. L’operazione è possibile grazie al consistente prestito quinquennale senza interessi accordato all’Associazione da una quarantina di buttriesi che così hanno finanziato, attraverso la Banca Etica, il “Progetto Casa” di via Pavia che oggi conta sei alloggi e venti posti letto. La ristrutturazione complessiva dell’intero stabile, a cura di Vicini di casa, termina nel 2007, grazie al contributo di generose donazioni, ad altri finanziamenti, ad esempio le “Pesche in dignità” organizzate dalla Caritas parrocchiale, e ad una accorta gestione dei costi. Dal 1998, quindi, i buttriesi, attraverso l’impegno fattivo e concreto di numerosi cittadini si sono fatti Vicini di

casa di quarantadue persone provenienti da Ghana, Afghanistan, Italia, Macedonia, Romania, Albania, Marocco, Bosnia. 49


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4

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6 9 8

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CASE DI PROPRIETĂ€ 1 Udine, via Torino 2 Buttrio 3 Villanova di San Daniele 4 Pozzuolo del Friuli 5 Vissandone di Basiliano 6 Travesio 7 Orgnano 8 Codroipo 9 Santa Maria la Longa 10 Ciconicco

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MONFALCONE

Casa e lavoro “La cultura dell’accoglienza si fa facendo accoglienza. Rinnovare i luoghi ha un valore simbolico. Ripensare luoghi che in altri tempi avevano accolto lavoratori, come nel caso del passato della struttura di Monfalcone per gli operai dei canteri Cosulich, ha un valore culturale oltre che sociale per il territorio e contribuisce a tenere vivi i segni e i luoghi delle comunità”. (Piero Petrucco)

Negli anni Duemila, attraverso un bando del Ministero del Welfare per progettualità sperimentali in materia di immigrazione, si avvia il progetto F.R.I.G.I.A. (Fondo Regionale Integrato Garanzia Imprenditori e Associazioni). Il punto di avvio del progetto è la casa come diritto strettamente connesso all’integrazione lavorativa. Il progetto è fondato su protocolli di collaborazione con tutti gli interlocutori del mondo del lavoro (imprenditori, sindacati, associazioni di categoria, …) per garantire, attraverso il recupero di immobili di proprietà aziendale, una casa ai lavoratori immigrati e un accompagnamento all’abitare.

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Il progetto F.R.I.G.I.A. prevede la costituzione di un fondo di rotazione per la ristrutturazione di immobili. Le entrate assicurate dagli affitti degli alloggi ristrutturati garantiscono la rigenerazione del fondo e costituiscono un volano di risorse da investire in altri progetti. Il complesso di immobili individuato a Monfalcone (il “villaggio operaio” già dei cantieri Cosulich) appartiene alla SBE (Società bulloneria Europea) dell’imprenditore Vescovini, che impiega prevalentemente lavoratori immigrati e ha l’esigenza di dare una risposta abitativa e di integrazione sociale ai propri operai. La SBE, attraverso il progetto, non investe solo nel lavoro, ma sulle persone, sulle relazioni e sulla creazione di valore sociale attraverso l’attività imprenditoriale. Il progetto parte con 300.000 euro di finanziamento ministeriale e 400.000 euro di finanziamento bancario assicurati da Vicini di casa che garantiscono la ristrutturazione dei diciannove appartamenti. Attraverso un contratto di comodato di dodici anni Vicini di casa gestisce la struttura e l’accompagnamento sociale all’abitare, affidando a un immigrato ospitato precedentemente come richiedente asilo negli alloggi di S. Domenico l’attività di portierato sociale. La gestione sociale dell’immobile garantisce sia il mantenimento della struttura sia le relazioni con la SBE per gli aspetti relativi all’integrazione abitativa degli operai. Per la SBE lo scopo principale del progetto è far sentire a casa, far sentire in famiglia gli operai che lavorano in azienda. Dal 2003 ad oggi gli alloggi di Via dell’Agraria a Monfalcone hanno ospitato sessantacinque persone provenienti da Croazia, Italia, Libano.

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Albergaggi

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Gli albergaggi nascono, in convenzione con gli ambiti, con l’intento di dare una possibilità abitativa a chi non ha le capacità, sia economiche

che socio abitative, per gestire un appartamento vero e proprio. L’ospi-

talità negli albergaggi dura un periodo di tempo limitato e costituisce un passaggio legato a una progettualità di integrazione sociale, economica e abitativa più ampia.

Nella filiera dei percorsi abitativi l’albergaggio è una modalità che risulta appropriata per immigrati in uscita dai Centri di prima accoglienza, in mobilità territoriale per lavoro oppure che non hanno ancora

definito il proprio progetto di vita. Sono generalmente persone singole, senza famiglia al seguito, per le quali, nel primo periodo, è conveniente e sufficiente avere un posto letto piuttosto che un appartamento.

Negli ultimi anni il profilo degli ospiti degli albergaggi è soprattutto

quello di persone, sia italiane che straniere, che si trovano in difficoltà economica e lavorativa e non hanno risorse sufficienti a farsi carico

delle spese per un’abitazione propria. Gli albergaggi a Udine si trovano in Viale Europa Unita, Via della Faula, Via Valussi, Via Milazzo,

Via Montegrappa, Via Adriatica, Via Brenari. La media di permanenza negli albergaggi è di 11 mesi. Nelle case convivono persone prove-

nienti da diversi contesti. Le caratteristiche di temporaneità dell’alloggio, la convivenza non per scelta, le modalità di inserimento, rendono

l’albergaggio una situazione che richiede agli operatori di Vicini di casa un intenso lavoro di accompagnamento personalizzato degli ospiti e di collaborazione con i Servizi.

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Far sentire a casa gli ospiti in un al-

bergaggio non è facile. La maniera

in cui proiettiamo noi stessi e prima ancora la nostra immagine nello

spazio conferendogli un ordine e

un senso è in larga parte inconsapevole. Più che una scelta guidata dalla ragione o dalla coscienza

essa assume la forma di una colonizzazione silenziosa compiuta da gesti minimali, come spostare un

libro, chiudere un cassetto, riordinare le matite sulla scrivania o i cuscini sul divano. Gesti casuali,

svagati, spesso automatici, che hanno a che fare con il mondo ovattato

dell’abitudine e della ripe-

tizione. Proprio attraverso questi gesti casuali, pulire,

riordinare, preparare il cibo, lo spa-

zio anonimo degli albergaggi si tra-

sforma in uno spazio vissuto intensamente ed emotivamente. Questo spazio, trasfigurato dagli

stati d’animo, è la sintesi del senso di casa. 66


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In un Friuli cambiato? Abbiamo scelto di farci vicini di casa a quanti di casa avevano bisogno assillante, agli inizi degli anni Novanta. Che Friuli era? Superato lo shock del terremoto e sulla spinta della ricostruzione, anche il Friuli viveva l’esperienza di «regione colpita da improvviso benessere». Vantaggi e rischi. Mentre diventava area d’attrazione per gente in fuga e in ricerca, viveva anche il rischio della smemoratezza nei riguardi di ciò che era stata – regione di confini, terra di emigranti – e di quanto l’aveva modellata nel profondo. Viveva il rischio della chiusura egoistica nei confronti dei dramma e della miseria altrui: «Che provino loro, adesso!». Mentre si collocava ai vertici della classifica mondiale per tassi di esportazione del prodotto interno e per denatalità, con un’identità messa ben più radicalmente in crisi dalle proiezioni demografiche che dall’abbandono di tradizioni e lingua friulana, ecco l’atteggiamento di autodifesa che accompagnava il processo d’invecchiamento: fare della conservazione e difesa del benessere conquistato la preoccupazione dominante; lasciar crescere dentro di sé la diffidenza per gli estranei di cui pure si aveva bisogno, insieme con la sindrome dell’invasione e dell’assedio; innaffiare con cura pregiudizi e stereotipi antichi. Come pensare di affittare la propria casa a uno slavo o a un africano? «Che stiano a casa loro!». Viva la differenza, ma ognuno a casa propria! Abbiamo scelto di coltivare un altro antico e profondo filo di memoria comunitaria, fondato sulla solidarietà, sull’empatia, sulla reciprocità. Sulla casa non come valore in sé, ma come presupposto dei valori, come fondamento e garanzia per il radicamento e per la costruzione di una società più giusta, fondata su una vicinanza solidale. 70


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Le ricordate le caserme friulane in cui venivano ammassati i primi profughi della ex-Jugoslavia? Eravamo partiti a fianco di quell’esperienza, per contrastarla nella sua disumanità e nella sua stupidità. Sentivamo quelle famiglie che scappavano dalla guerra come un’occasione di crescita che il Friuli stava sprecando. Andava inventato un altro modello di accoglienza. Con Vicini di casa ci abbiamo provato. Nel corso di questi vent’anni: una dopo l’altra, 128 abitazioni per 479 persone che le possono abitare. In Friuli sono le cifre di un piccolo paese; ma quello di Vicini di casa è un paese sparpagliato, contro l’idea dei ghetti e della ghettizzazione. È un paese che insegue l’integrazione di piccola scala, nel quotidiano, contro l’esperienza storica dei paesi che si trasformano in nidi di vipere perché incapaci di aprire le finestre e rinnovare l’aria. Lungo i vent’anni ci siamo trovati compagni di strada di tante persone, associazioni, gruppi, parrocchie che condividevano i nostri riferimenti e sperimentavano come noi un analogo artigianato delle buone pratiche. È stata una consolazione. Era il Friuli nuovo che si consolidava e si arricchiva, coniugato al plurale: molte lingue, molte culture, più religioni; cantieri, aule, condomini e strade di un altro Friuli. E il Friuli d’oggi? Un Friuli impoverito che arranca; una regione che vede un fiume ancora più grosso di vent’anni fa di gente in fuga alla ricerca di vita nuova; un Friuli dove il problema della casa è tornato a essere assillante non solo per le famiglie degli stranieri, ma anche per tanti friulani. Vicini di casa si ritrova all’inizio, chiamato a ricominciare da capo.

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Introduzione Franco Saccavini

La storia di Vicini di casa Piero Petrucco

Costruire l’accoglienza Maurizio Ingegneri

Incontri faccia a faccia: gli sportelli e i servizi Anna Fasano

Storia di molte case, storia di molta gente Flavia Virgilio

In un Friuli cambiato? Gian Paolo Gri

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da un’idea di Ferruccio Montanari grafica e impaginazione: Jessica Etro

anteporta René Magritte: “The Dominion of Light”, 1954. Brussels, Royal Museums of Fine Arts of Belgium. © Charly Herscovici, with his kind authorization c/o SABAM, Belgium. RMFAB, photo: J. Geleyns / Ro scan pagina 47 Andrea Bernardis: fotografie di molta gente fotografie sguardie di copertina NASA: “Night Lights” - Flat map con il sostegno di

stampato da Andrea Moro, Tolmezzo settembre 2014





copertina cartonata.qxp_copertina ok.qxp 16/09/14 13:40 Pagina 1

da vent’anni da vent’anni 2014


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