Corso online: grafologia - Il significato della firma.Emozioni e firma.

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Corso online: “grafologia – il significato della firma” “LA MIA FIRMA SONO IO” LA FIRMA RIVELA… Tenuto dalla Dott.ssa Evi Crotti, fondatrice nel 1975 della Scuola di Grafologia Crotti


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EMOZIONI E FIRMA Situazioni emotive rilevate dalla firma Le principali emozioni che possono essere colte nella firma riguardano il vissuto viscerale della persona, le esperienze che hanno segnato la sua infanzia o la giovinezza, il retaggio che tali situazioni hanno lasciato nella costruzione del valore dell’Io individuale che sta alla base dell’autoaffermazione e dell’autonomia. Le principali situazioni emotive che possono essere colte attraverso l’analisi della firma sono: •

La mancanza padre

Una fase della vita caratterizzata da enfasi e senso della vittoria

Sentimenti di sconfitta

Fasi d’instabilità emotiva

Momenti di demotivazione e di scoramento.

Le emozioni evidenziate dalla firma sono direttamente collegate alle spinte sociali più o meno realizzate. Vedremo nelle esemplificazioni come il successo porti tendenzialmente a “gonfiare” la firma ingrandendola o ingigantendola a dismisura e facendola diventare espressione d’onnipotenza, di dominio sulle cose e sulle persone. Come pure il suo contrario: tanti uomini di potere nella sconfitta tendono a ridurre lo spazio della firma o a caricarla di un’emotività così forte da rendere tremolante il gesto. Lo vedremo, ad esempio, nelle firme di Napoleone, di Hitler, di Mussolini e di altri personaggi famosi.

Dalle stelle alle stalle: evoluzione della firma nella sconfitta Napoleone I Bonaparte Esiste un’enorme differenza di gesto e di tratto tra le firme chiare, nette e sicure apposte dopo le numerose vittorie e le altre, deboli, incerte e quasi tremolanti, apposte dopo le sconfitte; in particolare dopo la disfatta di Waterloo,


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… durante la campagna di Russia

… e, soprattutto, nell’esilio finale a S. Elena.

E’ evidente il riflesso dei suoi stati d’animo, dapprima sereni ed euforici, poi avviliti e depressi.


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Hitler Nello studio della folgorante e distruttiva carriera del dittatore tedesco si può notare come la sua firma presenta sempre alcune peculiarità che si ripetono costantemente e altre che si modificano in relazione anche con gli eventi della sua vita.

All’età di 29 anni, quando ancora non deteneva il potere, la sua sottoscrizione appare già incerta tremolante e discendente nella parte finale.

Il nome è vergato per esteso, staccato dal cognome. Le iniziali sono abbastanza contenute.

All’età di 30 anni, quando ormai è salito al potere, la firma si gonfia, il nome, espressione dell’identità dell’Io sociale, si contrae, assumendo una conformazione quasi “a svastica” e l’iniziale del cognome tende ad aumentare.


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Nel 1942, quando forse nel suo intimo aveva già capito come sarebbe andata a finire la guerra, la firma s’irrigidisce, si fa tremolante e l’iniziale del cognome si riduce.

Nell’ultimo documento in nostro possesso, il certificato di matrimonio con Eva Braun avvenuto nel bunker di Berlino il 24 aprile 1945 poco prima del suicidio, la firma diventa uno sgorbio informe.


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Mussolini Anche nel duce italiano si assiste a un’evoluzione della firma sulla base degli eventi che ne caratterizzano l’evoluzione. S’inizia con la firma giovanile del XXXX.


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Durante il periodo di maggiore splendore politico e di voglia di conquista la firma si gonfia specie nell’iniziale del cognome che è spesso apposto da solo a esprimere il potere concentrato in se stesso.


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Infine vediamo come nelle ultime firme, in particolare in quella apposta in calce alla lettera scritta a Milano presso l’arcivescovado in presenza del cardinal Schuster e indirizzata a Cheurcill affinchÊ lo sostenesse nella fuga verso la Svizzera, la dimensione dell’iniziale del cognome sia piuttosto ridotta, sia totalmente leggibile (onde evitare incomprensioni dello scrivente) e occupi uno spazio grafico rimpicciolito.


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Richard Nixon La firma di Richard Nixon, secondo un’analisi eseguita dal noto grafologo Felix Lehmann, nel 1969, poco dopo l’assunzione della carica presidenziale, presenta enormi maiuscole, un lungo svolazzo finale e altri tratti indicanti orgoglio, ambizione e intraprendenza.

Nel 1974, invece, dopo lo scandalo Watergate, diventata informe e oscura, rivelava la disintegrazione della sua personalitĂ .


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Aldo moro Dopo il ritrovamento delle quattrocento lettere di Aldo Moro, dietro un pannello da riscaldamento, in un appartamento di via Monte Nevoso a Milano, mi fu commissionata un’analisi dettagliate di tutte le lettere per capire l’evolvere della personalità dello statista democristiano durante il sequestro. In questa sede mi limiterò a mostrare le firme apposte in calce ai suoi numerosi scritti dalla prigionia, iniziando naturalmente da quella precedente l’evento delinquenziale.

Come si può notare il gesto è particolarmente fluido e scorrevole, il tratto un po’ congestionato, segnale di emotività, ma comunque veloce e sciolto. Ebbene già nella prima lettera firmata dalla segregazione, si può notare un cambiamento evidente nella disinvoltura del gesto grafico (dopo XX giorni dal sequestro).

Dopo XX giorni assistiamo ad un’involuzione drammatica della siglatura che sembra tornare a un grafismo giovanile quasi adolescenziale. Essa corrisponde al momento nel quale ad Aldo Moro viene comunicata la condanna a morte.


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Se osserviamo questa firma e la confrontiamo con le altre non può sfuggire l’evidente involuzione della stessa, espressione della messa in atto del meccanismo della regressione quale unica “valvola” per non impazzire.

Infine l’ultima firma apposta rapidamente sul foglietto contenente l’estremo saluto ai suoi cari: come si nota egli abbandona ogni meccanismo di controllo per lasciarsi andare e produrre un gesto grafico che ricorda, ancorché più destrutturato e disordinato, quello antecedente il sequestro, segno della consapevolezza della fina.


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CONTATTI SCUOLA CROTTI Viale Marche, 35 - 20125 Milano Tel. 02-45.48.00.47 - Fax. 02-45.48.01.27 info@evicrotti.com - www.evicrotti.com

Scuola di formazione psicologica e grafologica di Evi Crotti. Nasce nel novembre del 1983 inglobando le attivitĂ didattiche della scuola di grafologia CROTTI fondata nel 1975 e le attivitĂ di consulenza della fondatrice Edvige Crotti e di Alberto Magni.

DOCENTI Evi Crotti esperta di comunicazione, giornalista, scrittrice e psico- pedagogista, fondatrice nel 1975 della "Scuola Crotti".

Alberto Magni medico, psicoterapeuta, scrittore, perito grafo-tecnico e titolare insieme a Evi Crotti del "Centro di Studi e Ricerche di Crotti e Magni".


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