04 le varie scritture nella storia

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STORIA DELLA SCRITTURA 1° ANNO LEZIONE ONLINE n° 4 LE VARIE SCRITTURE NELLA STORIA

LA SCRITTURA CUNEIFORME Attorno al 3200 a.C. in Mesopotamia, vasta regione dell’Asia, compresa fra il Tigri e l’Eufrate e interessante la Turchia Asiatica, la Siria e l’Iraq, agli indigeni più evoluti si sovrappongono i Sumeri di stirpe mongola; nuove popolazione che costruiscono le loro città usando già il mattone crudo, il bitume ed il legno. Un millennio più tardi, verso il 2350, ai Sumeri si sovrappongono gli Accadi di stirpe semitica orientale. Le prime grafie di questa popolazione furono di tipo pittografico. Fino al 3200 nella

regione

coesistevano

due

scritture:

protoclamita, ambedue ideofisiografiche.

la

sumerica

antica

e

la


Dalla sumerica, per adattamento alla lingua accadica ne uscì, attorno al 2200, l’Accadica.

Questa nuova scrittura impose una tecnica completamente nuova, cioè modificò i grammi originali, in segni lineari più comodi da incidere, ormati da segmenti diretti, verticali, orizzontali e obliqui a forma di chiodi a cuneo (da cui il nome cuneiforme). La scrittura fu eseguita su tessere di argilla di forma quadrata o rettangolare che nei primi secoli avevano dimensioni alquanto ridotte (cm. 5 o 10 per lato) e successivamente si ingrandirono sino ai 20/30 cm per lato. La scrittura era incisa quando l’argilla era ancora molle, scrivendo da ambo le parti, poi le tavolette venivano fatte asciugare al sole o cotte in forno, mentre i documenti di particolare importanza venivano scritti su materiali più resistenti come lamine d’oro, bronzo, pietra ecc. Gli

Assiri

che

usavano

anche

loro

questo tipo di scrittura, con alcune varianti nella forma, scrissero anche su tavolette di avorio e cera. Con questo tipo

di

scrittura

ci

sono

migliaia

di

documenti

trattano

temi letterari,

pervenuti

storici

che

di storia e

scientifici. Gli Assiri semplificarono la scrittura accadica dandole un aspetto più quadrato.


Esempio di scrittura sumero-accadica La scrittura cuneiforme, oltre che dagli Accadi e dai Sumeri, fu usata dai Persiani, dagli Egizi, Ittiti ed altri. I primi saggi di studio della scrittura cuneiforme sono stati pubblicati nel 1658 da Pietro Della Valle, ma la sua decifrazione fu completata solo nel 1850. LA SCRITTURA DELLA CIVILTA’ EGIZIA In Egitto si ebbe la scrittura geroglifica con fasi ben precise. Essa fu creata all’inizio dell’antico Regno e in essa si nota fra alcuni grafemi una rassomiglianza con la scrittura sumerica: ciò lascia supporre che il concetto di scrivere sia stato importato in Egitto dalla Mesopotamia, ma la scrittura Egizia si è evoluta più rapidamente. Fino al 2800 a.C. la scrittura geroglifica era costituita da circa 300 segni che in seguito divennero 700. Le parole erano distinte, ma non spaziate e riproducevano in forma stereotipa completa o parziale: uomini, donne, divinità, animali, piante, oggetti ecc. La scrittura ieratica o libraria. Contemporaneamente alla scrittura geroglifica fu inventata quella ieratica o libraria con relativi materiali o strumenti scrittori: papiro, pennello, inchiostro (rosso o nero). All’inizio quasi identica alla geroglifica andò via via differenziandosi grazie al mezzo scrittorio usato. Ne fecero uso i sacerdoti per libri e protocolli. I più antichi papiri giunti a noi risalgono al 2450 a.C. La scrittura demotica. Iniziò la sua comparsa attorno al 650 a.C. e si può considerare una notevole

evoluzione

della

ieratica.

Aveva

segni minuti e tondeggianti che furono ridotti ulteriormente

facendo

comparire

più

legature. Questi tre tipi di scrittura geroglifica, ieratica e

demotica

avevano

24

segni

principali

(alfabeto) che coprivano tutta la forma dei suoni, ma non si sa se avessero un ordine sistematico.


Esempio di scrittura egizia Nel 1799, durante la campagna napoleonica, venne ritrovata la famosa tavola di Rosetta, fondamentale per la decifrazione poiché conteneva un decreto sacerdotale del 196 a.C.

riportato nelle tre scritture: geroglifica,

demotica e greca. Partendo dalla greca, l’inglese Thomas Young, decifrò la scrittura demotica, seguito dal francese Jean Francois Champollion che decifrò i geroglifici nel 1822. BREVE ESCURSIONE TRA LE SCRITTURE Le scritture alfabetiche sono quelle con un numero limitato di simboli che si traducono in suoni. Quindi, i segni non corrispondono più all’immagine degli oggetti, ma ai suoni. L’alfabeto come lo intendiamo noi sembra sia stato inventato dai Fenici e dagli abitanti della città di Ugarit (di fronte all’Isola di Cipro) ed in seguito utilizzato da tutti i popoli del Medio Oriente (ebrei, filistei, arabi, ecc.) Questo primo alfabeto era senza vocali, le parole erano costruite con le sole consonanti, generalmente tre. Le prime lettere dell’alfabeto semitico sono “ALF” che voleva dire “bue” e “BET” “casa”, “GAMI” =“cammello” “DELT”=“battente di porta”. Le più antiche iscrizioni alfabetiche sono state trovate nella città fenicia di Gube (chiamata dai greci Biblos). Le lettere che costituiscono questo alfabeto, chiamato nord-semitico, sono chiare, evolute, precise e sono molto vicine alle più antiche iscrizioni fenicie, ebraiche e greche. LA SCRITTURA GRECA La nascita dell’alfabeto è collocata nella prima metà del 1500 a.C. e la favorevole posizione geografica della costa meridionale del Mediterraneo e l’intensità di traffici commerciali, ne facilitano la sua diffusione tra il 1200 e il 1000 a.C. Nel 900 a.C. l’alfabeto era usato tra i popoli semiti (arabi). Per facilitarne l’uso anche tra i popoli non semiti, fu necessaria una ulteriore evoluzione,


cioè l’aggiunta delle vocali (come già detto i popoli semiti non le utilizzavano). Ebbene verso il 1000 a.C. i Greci compivano il mosaico dell’alfabeto individuale, il sistema vocalico. Le due fasi principali dell’affermazione della scrittura greca possono essere così suddivise: 

La prima fase chiamata ARCAICA: durante l’ottavo secolo diverse regioni della Grecia hanno il loro alfabeto, fissato in 24 segni e trasformato da quello semitico in consonantico e vocalico.

La seconda fase detta CLASSICA: inizia nel V secolo a.C. quando prende il sopravvento la parlata di Atena con le opere dei tragici e di Platone, sostituendosi ai dialetti.

In base allo stile si distinguono una scrittura greca detta lapidaria e una detta manoscritto. Di queste ci soffermiamo su quella manuale trovata nei papiri in Egitto e a Ecolano. In essa si notano diversi modi di scrittura che per comodità descriviamo come: 

Scrittura capitale che nella struttura rimane identica alla lapidaria;

Scrittura onciale che deriva dalla precedente anche se si presenta meno angolosa;

La corsiva che varia a seconda dei tipi di testo e delle epoche: talora bella a vedersi, talaltra simile a scarabocchi.


Esempi di alfabeti antichi Nel primo secolo d.C. s’iniziò un tipo di stenografia manoscritta e le abbreviazione, ben presto fissate in sistema, furono usate tanto nell’epigrafia quanto nei manoscritti. DIFFUSIONE DELLA SCRITTURA GRECA Dalla scrittura greca usciranno parecchie grafie, talune quasi identiche ad essa, altre alquanto diverse. Le prime hanno patria nelle penisole adiacenti all’Anatolia (Asia Minore) come Fregi, Panfili, Carii, Lici e Lidi. Nella lingua dell’antica Lidia c’è la tanto discussa affermazione di Erodoto circa la provenienza lidia degli etruschi. Le scritture derivate dalla greca, ma diverse da essa, sono la copta, la nubiana, l’armena, la georgiana, le albanesi, le slave

e

la

cirillica.

Quest’ultima

conta

quarantatré

segni

dei

quali

ventiquattro tolti dall’alfabeto greco. ITALIA: SCRITTURA ETRUSCA Gli studiosi sono concordi nel dire che l’alfabeto etrusco abbia fatto da anello di congiunzione tra quello greco e gli italici, il latino e il runico dei popoli tedeschi, formatisi nei primi secoli dell’era cristiana. Si ritiene dato certo che la scrittura etrusca si evolvette in tre fasi relative soprattutto alla forma più che al significato. Si tratta di un alfabeto di origine greca occidentale non bene identificato, ma certamente molto antico perché in esso si notano ancora molti segni fenici. In questa epoca (VII secolo circa) si costituisce un alfabeto arcaico di 26 segni. Intorno al 650 a.C. l’alfabeto subisce una lieve evoluzione: nasce l’etrusco classico formato da ventitré segni. Esso è anche detto comune perché adoperato in tutta l’area

culturale

etrusca.

In

esso

scompaiono alcune lettere perché ritenute


inutili e ne compare una nuova la lettera “F”. Attorno al 100 a.C. gli etruschi preferiscono scrivere utilizzando l’alfabeto latino e intorno al 10 d.C. negli anni di Augusto, rinunciano completamente alla loro lingua che cade nell’oblio. SCRITTURA ITALICA La scrittura italica compare tra il VI ed il V secolo a.C. e possiamo classificarla in tre gruppi: 1. Alfabeto MESSAPICO, usato in Puglia e Sicilia di derivazione dal greco occidentale. 2. Alfabeto PICENO usato tra Rimini e la zona del Gargano, anch’esso di derivazione greco occidentale ed in parte anche dall’etrusco. 3. Alfabeto OSCO (popolo della Campania) UMBRO, FALISCO (Toscana) e LATINO derivati dall’etrusco.

Esempi di scrittura italica


SCRITTURA LATINA La scrittura latina si può suddividere in due fasi: 

Prima fase LATINO ARCAICO che deriva dal greco occidentale arcaico. Il più antico documento a noi pervenuto risale al VII secolo a.C. ed è la così detta “Pietra Nera” del foro romano.

La Pietra nera con la sua trascrizione 

Seconda fase LATINO CLASSICO; la scrittura classica si ritiene nata nel III / II a.C. e s’ispira ai modelli greci. La scrittura latina era regolare, proporzionata ed elegante nello stile lapidario, usato non solo in documenti a carattere monumentale, ma anche letterario. Si presume che sin dal I secolo a.C. esistevano lavori calligrafici di opere letterarie in stile lapidario e delle capitali quadrate. (Capitale da Capita=Capitoli).


Esempio di Capitale quadrata Quasi tutti i manoscritti latini giunti a noi sono in Capitale Rustica o Libraria,

derivata

dalla

Capitale

Quadrata, ma con tratti più sottili traversali più brevi e obliqui.

Esempio di Libraria Alla fine del V secolo la capitale, sia quadrata che rustica, non viene più usata per la compilazione di opere complete, ma ricomparirà durante il Medio Evo nei titoli e nelle iniziali, raramente in pagine intere. Dal V al X secolo, l’ONCIALE LATINA fu la principale scrittura letteraria, usata soprattutto nei codici di lusso.

Esempio di Onciale


L’Onciale è essenzialmente una scrittura tondeggiante poiché l’uso del calamo su un piano morbido, specialmente le pergamene, favorisce lo smussamento degli angoli derivanti dalla maggiore velocità del gesto. Di questa scrittura abbiamo numerosi codici latini che ci confermano l’alto livello di sicurezza grafica raggiunto. Dal VII secolo tale tipo di scrittura modifica il suo gesto avviandosi verso uno stile semionciale meno naturale e più forzato.


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