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Corso online: Il linguaggio segreto della seduzione. Per lei e per lui GESTI, MOVIMENTI, SGUARDI… SCOPRI I MODI CON CUI DONNE E UOMINI SI COMUNICANO INTERESSE. Esiste un “dizionario non verbale” fatto di spunti tutti da comprendere per capire se la persona di fronte è un aspirante partner
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LUI
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LA POSIZIONE DA SEDUTI Quando il maschio si trova seduto su una sedia o su un divano adotta gestualitĂ assai diverse da quelle utilizzate dalla donna. Ad esempio le gambe femminili
tendono
ad accavallarsi in
modalitĂ
diversificate,
ciascuna con un significato ben preciso, mentre nell’uomo le gambe hanno minor significato in senso seduttivo, mentre possono segnalare il desiderio o il rifiuto.
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GAMBE INCROCIATE “A QUATTRO” CAVIGLIA SUL GINOCCHIO
E’ un tipico gesto aggressivo che serve per dimostrare la propria forza e la voglia di dominare la situazione, magari respingendo eventuali attacchi da parte di altri contendenti maschi che sfida senza timore. E’ la sfida che da sempre è presente nel mondo animale e che vuole che vinca il maschio che meglio avrà convinto la femmina delle sue capacità amatorie.
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POLLICI INFILATI NELLA CINTURA
Se mostrando in modo evidente i pollici delle mani significa richiamare l’attenzione su di sé, nasconderli nella cintura dei pantaloni o nelle tasche, mentre le altre dita sono rivolte verso il basso, vuol dire che il soggetto sta
richiamando
mascolinità.
l’attenzione
sui
suoi
genitali
e
quindi
sulla
sua
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SEDUTI SUL BORDO DELLA SEDIA CON UN PIEDE IN AVANTI E UNO INDIETRO
E’ un segnale di come il soggetto stia vivendo uno stato di disagio, magari creato da una donna presente, per cui è in posizione di fuga. Il piede in avanti avvertono sullo scatto che presto farà e le mani appoggiate sul bordo della sedia sottolineano l’ansia che sta vivendo, per il disagio che una potenziale seduttrice sta compiendo nei suoi confronti. E’ evidente che la fuga presuma la speranza di un inseguimento da parte della donna.
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LA CAMMINATA La camminata è un aspetto molto importante del linguaggio del corpo, molto utile per capire il carattere di una persona, soprattutto in ambienti dove molti occhi ci scrutano. Dal modo di camminare di una persona si può, ad esempio, capire subito se si tratta di un vincente o di un perdente. Un modo ideale di muoversi e camminare non esiste poiché esso dipende da tanti fattori, sia ereditati dai genitori sia modificati dall’educazione subita durante l’età evolutiva. L’ideale sarebbe stare leggermente inclinati in avanti slanciando le gambe e lasciando il peso del corpo sulla gamba che resta indietro. Inoltre è importante non sobbalzare né tanto meno saltellare sulle punte dei piedi. Le spalle vanno tenute ferme e la testa dritta in avanti. Solo così la nostra camminata non tradirà i nostri difetti.
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CAMMINATA MANTENENDO ERETTO IL BUSTO
Persone molte sicure di sé hanno una camminata che si distingue per l’armonia che da essa emana. I piedi sono lanciati in avanti con vigore, poggiano dapprima il tallone poi le punte. Il significato è appunto quello di sicurezza e di consapevolezza del proprio valore per cui approcciano con disinvoltura la donna che da lui si sentirà protetta e che quindi è propensa a farsi sedurre.
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CAMMINATA CON SCHIENA RICURVA E SPALLE PIEGATE
Appartiene all’eterno sconfitto che strascica i piedi a fatica in piccoli passi. E’ un gesto che denuncia la sensazione di fallimento nelle cose che il soggetto andrà a intraprendere. Nella seduzione tradisce insicurezza e poca fantasia. Cercate pertanto, almeno se volete avere successo con le donne, di evitarlo nella maniera più assoluta.
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CAMMINATA CON PIEDI IN AVANTI E TESTA INDIETRO
Denuncia la voglia di arrivare il più tardi possibile ad un appuntamento, consapevole che l’arte del sedurre non è proprio il suo forte. La scarsa velocità comunica insicurezza, stanchezza o voglia di relax e di non avere troppe tensioni o preoccupazioni. E’ pertanto una camminata che andrebbe assolutamente evitata di fronte a una donna che si vuol sedurre.
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CAMMINATA CON TESTA IN AVANTI E PIEDI INDIETRO
Segnala curiosità e voglia di arrivare al più presto possibile per ottenere ciò che si vuole; nel campo della seduzione segnala impazienza , attività, intraprendenza e persino impulsività. Appartiene pertanto a un seduttore che non vuol perdere tempo per giungere al sodo!
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LA POSIZIONE DELLE GAMBE Gli
arti
inferiori
femminili
sono
lo
strumento
ideale
per
sedurre
sessualmente l’altro. Abbiamo visto che nella donna esse rappresentano addirittura un segnale prioritario spesso usato per conquistare l’uomo. E nel maschio? Ebbene esse mantengono una componente di seduzione ma, forse perchÊ quasi sempre coperte dai pantaloni, esse non hanno lo stesso valore e la stessa importanza di quelle femminili.
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GAMBE ACCAVALLATE VERSO LA DONNA DA SEDURRE
Quando si accavallano le gambe è sempre bene stare attenti a creare un atteggiamento di accoglienza e mai di rifiuto verso la donna che si vuole conquistare: se la donna sta alla mia destra allora accavallerò la sinistra sulla destra senza però gettare il mio piede verso di lei. Se la donna sta a sinistra sarà la mia gamba destra ad andare sul ginocchio sinistro. L’importante è evitare che la suola della mia scarpa vada contro l’altra persona che in tal caso si sentirebbe inconsciamente rifiutata.
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GAMBE ACCAVALLATE CON PIEDE CHE BALLONZOLA RAPIDAMENTE
E’ un po’ come il tamburellare delle dita ed è un tipico gesto d’impazienza, ma il vero seduttore sa mantenere sempre la calma e si lascia andare a gesti sollecitanti per un nervosismo che non riesce a controllare. Come può una donna lasciarsi sedurre da chi non è neppure capace di mantenere la calma?
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GAMBE DIVARICATE CON GINOCCHIA APERTE
Inconsciamente si mettono in mostra i propri genitali e quindi la propria virilità. Di conseguenza è un gesto tipico di una seduzione particolare e piuttosto evidenziata con una postura che non è proprio elegante, anzi piuttosto volgare. Ma per queste persone quello che conta è “rimorchiare”.
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LA POSIZIONE DELLE BRACCIA Gli arti superiori, come abbiamo già visto, sono uno strumento di comunicazione e ci permettono di comprendere tante cose su come la persona che abbiamo di fronte vuole comunicare e soprattutto se è disponibile per un approccio affettivo e sessuale.
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BRACCIA ALLARGATE CON LE MANI APPOGGIATE SUI FIANCHI
E’ evidente l’aspetto esibizionistico che dovrebbe produrre un effetto accalappiante specie in chi è sensibile alla seduzione del maschio potente e virile. E’ un gesto che abbiamo inconsciamente tratto dagli animali: essi infatti, nelle fasi del corteggiamento, allargano il più possibile il loro corpo, magari con altri accessori (coda del pavone, cresta del gallo e così via), pur di apparire forte e prestante alla femmina da conquistare. E’ chiaro che si tratta di un gesto di potenza e non specificamente di seduzione, che però spesso ottiene successi insperati!
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BRACCIA INCROCIATE CON I POLLICI BEN EVIDENTI ED ERETTI
Si tratta di una simulazione inconscia di un’eccitazione (erezione) che vuole comunicare sia il desiderio sessuale sia la voglia d’incontro e di relazione. E’ però senza dubbio il primo il segnale più forte per cui questo gesto va messo tra i messaggi espliciti di eccitazione sessuale.
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BRACCIA CHE VANNO A GRATTARE ALTRE PARTI DEL CORPO
Il prurito ha in sé un significato ambivalente: da un lato è sollievo a un disagio o un fastidio, dall’altro è un correlato del desiderio sessuale. Se il conseguente grattarsi riguarda parti considerate erogene (retro dell’orecchio, labbra, ascelle, gambe o genitali) è evidente il messaggio di desiderio sessuale nei confronti della persona che ci sta di fronte.
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LE MANI Insieme alle braccia, anche le mani sono strumenti di comunicazione non verbale assai significativi che permettono di comprendere se la nostra interlocutrice sta tentando di sedurci o anche come possiamo fare per sedurla. Non a caso il termine “manipolazione” deriva proprio dalle nostre estremità superiori e indica la capacità di fare dell’altro ciò che noi desideriamo.
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MANO SINISTRA CHE TIENE IL POLSO DESTRO CON LA MANO A PUGNO
Indica che la persona non ha intenzione di avviare alcunché se non è certo di riuscire ad ottenere ciò che vuole. Il pugno destro rappresenta le regole e le norme sociali, e tenerlo fermo con l’altra mano è un po’ come disubbidire al super-Io lasciandosi andare alla trasgressione.
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MANO DESTRA CHE TIENE IL POLSO SINISTRO CON LA MANO A PUGNO
Il pugno della mano sinistra rappresenta simbolicamente i meccanismi di difesa che ognuno di noi pone in essere quando si sente in difficoltà . Se ad esempio prova dei sensi di colpa per ciò che sta facendo con questo gesto esprime il tentativo di scacciarli per sentirsi libero.
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MANI CHE TAMBURELLANO
E’ evidente che la persona è nervosa poiché, essendo un impaziente, non sopporta di dover aspettare per avere una risposta e per potersi lanciare in quell’avventura. Non serve chiedergli di stare calmo perché è proprio quello che non può fare; semmai assecondatelo nelle sue aspettative.
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MANI IN TASCA COI POLLICI IN FUORI
La presenza visiva dei pollici, magari estesi, rivela il desiderio di dominio sulla persona che sta di fronte ed esprime anche una grande fiducia nelle proprie capacitĂ di conquistatore.
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MANI AFFONDATE ENTRAMBE NELLE TASCHE
E’ un gesto di richiamo legato però a una forma di introversione e d’imbarazzo. La donna che può essere attratta da questo gesto avrà senz’altro una componente materna di protezione e cercherà di aiutare l’uomo a uscire dal tunnel della timidezza.
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IL VISO E LO SGUARDO Il volto del seduttore può anche non rispecchiare i canoni classici della bellezza, ma deve possedere una qualità: l’armonia. E’ infatti importante che nell’approccio, dove il viso ha una parte fondamentale, ispiri fiducia, tranquillità e un senso di benessere. Per fare ciò occorre che l’uomo si abitui ad usare al meglio gli occhi, che dovranno essere diretti e comunicativi, e la bocca, che sarà facilmente sorridente e da essa usciranno parole gentili dette con voce calma e suadente. Sembra difficile, ma se ci si abitua pian piano si ottengono risultati insperati.
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PARLARE GUARDANDO LA PERSONA NEGLI OCCHI
E’ un gesto che ci dice quanto la persona non abbia alcun timore nell’esprimere il proprio pensiero e nel proporre la propria persona anche sessualmente. E’ espressione quindi di sicurezza nei propri mezzi e soprattutto nelle proprie capacità di seduttore.
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GUARDARE DI TRAVERSO O CON LA CODA DELL’OCCHIO
E’ un gesto che sicuramente esprime interesse, ammirazione e desiderio, che però non possono ancora essere apertamente espressi poiché si teme il rifiuto. Se a questo gesto si aggiungono un viso sorridente e le sopracciglia distese allora diventa un vero segnale di seduzione.
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MORDICCHIARE L’ASTINA DEGLI OCCHIALI
E’
un
gesto
che
denota
insicurezza,
ma
anche
la
necessità
di
temporeggiare prima di rispondere o di avviare una qualsiasi attività. Si tratta quindi di un gesto che dovrebbe essere evitato se si vuole essere davvero dei seduttori.
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TOCCARSI RIPETUTAMENTE IL LOBO DELL’ORECCHIO CON POLLICE E INDICE
In questo gesto c’è una forte valenza sessuale. Esso sta a indicare all’altro una zona erogena per cui desidera avviare una relazione su base sessuale più che affettiva. A ciò si unisce anche un significato di cautela poiché esso significa anche poca fiducia in chi mi sta di fronte.
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LA STRETTA DI MANO Nell’uomo il significato della stretta di mano assume un’importanza notevole poiché gli permette di toccare per la prima volta una donna che con questo gesto gli darà importanti segnali circa la disponibilità o meno a un incontro o a una relazione. Non a caso è sempre stato in voga il “baciamano” che l’uomo seduttore adotta per scoprire sensazioni legate alla donna che ha di fronte: il calore della pelle, il suo profumo, la delicatezza della mano e così via. Tutti segnali che gli serviranno nel compito, spesso difficile, di conquistare e sedurre proprio quella donna e non altre.
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STRINGERE LA MANO DELL’ALTRO CON ENTRAMBE LE MANI
E’ un gesto che denota la voglia di sovrastare l’altro, quindi di una seduzione particolare, fatta d’imposizione e di possesso. Se poi il gesto è prolungato allora la donna in questione capisce che può già considerare vittima del seduttore; sempre che lei ci stia!
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LA STRETTA DEL VITTORIOSO
Chi pone la mano col palmo rivolto all’ingiù, impone all’altro di porla col palmo rivolto in alto in posizione di disponibilità e di sudditanza. E’ quindi un modo per imporre alla persona che sta di fronte il proprio dominio. Sedotta o no, la donna che accetta questa imposizione si pone come succube e sottomessa.
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LA STRETTA ALLA PARI
Tendere i palmi verticali è la premessa per un rapporto che tenga conto delle esigenze di entrambi. La seduzione, se deve avvenire, non giocherà su schemi e strategie di potere o di sudditanza, ma alla pari.
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LA STRETTA DEL SOTTOMESSO
Chi pone per primo la mano col palmo all’insù in posizione di recettività, di disponibilità e di obbedienza stabilisce già da solo le regole del gioco che saranno in mano a chi sta di fronte. E’ una sorta di sottomissione dichiarata e a volte la donna, forte e desiderosa di dominio o comunque di avere un uomo da dominare, accetta di buon grado questa predisposizione e, di conseguenza, anche la corte che questi le farà.
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APPROFONDIMENTO 1 – PER LUI – GIACOMO CASANOVA – SEDUTTORE O SEDOTTO?
www.evicrotti.com info@evicrotti.com Nasce il 2 aprile 1725 a Venezia in calle della Commedia. Il padre era Gaetano Casanova, un modesto attore, e la madre Zanetta Farusso in arte "La Buranella",
in
quanto
nativa
di
Burano.
In
quell'anno i genitori di Giacomo calcavano le scene del teatro di San Samuele a Venezia, teatro di proprietà della famiglia Grimani. La paternità, infatti, sembra essere, come per un altro grande della storia, Alessandro Manzoni, dubbia; dicono gli storici che egli fosse proprio figlio del patrizio Michele Grimani. Vera o no questa storia interferirà sulla sfera emotivo-affettiva, sul temperamento e sulla vita di relazione del Casanova. Sappiamo come la figura materna sia elemento fondamentale per la stabilità e per la crescita di ogni creatura. Tale rapporto non conosce cambiamenti culturali, non subisce mode ed è un patrimonio fondamentale per lo sviluppo armonico del bambino. E’ un legame e un vincolo che segue l’uomo per tutta l’esistenza. “Mamma” sembra anche essere una delle più frequenti parole che si pronunciano in fin di vita. Il fallimento dell’amore legato alla figura materna può portare a disagi nella successiva vita amorosa, fino, a volte, a far possedere l’oggetto d’amore più che ad amarlo. Ogni bimbo alla nascita ha la necessità di questa vicinanza, di questo rapporto esclusivo: è la prima comunicazione, il primo volto che s’impara ad amare a fior di pelle o la più importante mancanza o privazione che si subisce. Giacomo casanova è stato condizionato da questa mutilazione poiché essendo la madre un’attrice non ha avuto né tempo né voglia di accudire il piccolo che è stato affidato alle cure della nonna materna Marzia. Un figlio, ancora oggi, che venga allontanato precocemente dal seno materno e che non vive uno svezzamento graduale, che non sente l’odore della pelle di colei che lo ha portato per nove mesi nel ventre, è un bimbo destinato ad avere “buchi” affettivi che si ripercuoteranno poi su tutto il suo comportamento. Potremmo riportare come esempi il su citato
www.evicrotti.com info@evicrotti.com Manzoni, Einstein, Van Gogh ed altri che nella vita affettiva adulta non sono riusciti a trovare serenità, equilibrio e capacità di intimità. Scopriamo quindi che Giacomo Casanova, proprio per tale mancanza, ha avuto una vita contraddittoria. Egli è sempre andato alla ricerca di quel bene non avuto, una ricerca quasi spasmodica che lo condurrà a subire il fascino del femminile e a ricercare in essa saturazioni che non troverà mai. Se è vero che “madre terra” rappresenta simbolicamente le radici, il tronco dell’albero è il nostro Io e la chioma l’espansione del sé, a Casanova mancarono le radici che lo avrebbero potuto sostenere dandogli quella stabilità per gettarsi con maggiore padronanza nella vita degli affetti. Giacomo Casanova, nonostante le apparenze e la fama che lo ha seguito, è sempre stato soggetto al volere degli altri; lo dimostra il fatto che il suo tutore, l’abate Alvise, lo influenzò fino a indirizzarlo alla vita religiosa. Che egli abbracciò a 14 anni, ricevendo gli ordini come abatino. A 16 anni, come viene affermato nella sua autobiografia, presso l’Università di Padova egli prende il titolo di Dottore in Diritto civile e canonico, ma anche questa realtà durerà poco. Dalla Calabria a Roma egli sente il bisogno, come un bimbo sradicato, di tornare a Venezia, alla sua terra, alle sue radici. Anche la carriera religiosa, che potrebbe rappresentare psicologicamente una sorta di casa protettiva e sicura, un luogo di pace interiore, la sublimazione dei suoi conflitti, non viene sopportata per cui egli diventa insofferente alle regole. Il carattere eclettico, la sua natura assetata d’amore e la sua curiosità intellettiva lo spingevano verso interessi plurimi; potremmo dire che Giacomo casanova portava dentro di sé il “fuoco della libertà”, un fuoco che lo ha divorato e lo ha portato verso conquiste non sempre per lui positive. I continui cambiamenti, anche amorosi, sono espressione di una ricerca di qualcuno o qualcosa che potesse spegnere il senso della solitudine e riempire quei “buchi” che nessuno invece ha mai saputo colmare.
www.evicrotti.com info@evicrotti.com Egli è stato oggetto di invidie, ha subito troppe censure e forse anche tante condanne sono state emesse nei suoi confronti a causa di pregiudizi dell’epoca. Casanova viene ricordato dalla gente comune per le sue arti amatorie e le sue avventure. Ma non è così! La sua scrittura armoniosa, con quei legamenti originali, così minuta e nel contempo fluida, mette in luce un uomo dalla personalità ricca, dinamica e creativa, che sa fondere in sé ragione e sentimento. Il pensiero fertile gli permette di spaziare e di accostarsi a interessi plurimi. Lo scrivere salendo verso l’alto del foglio sta a significare che egli è cosciente dei suoi talenti e sa renderli produttivi, arricchendo il proprio bagaglio di esperienze per uscire dalla mediocrità, anche col pericolo di mettere a rischio la propria integrità morale. Il Casanova pecca di vanità intellettiva e fisica, vale a dire che è spinto ad assaporare tutte le bellezze e le gioie della vita. Più che essere mosso dall’istinto sessuale, egli ci appare come colui che ama in modo romantico. La sua scrittura lo fa collocare tra le persone dotate di ricchezza mentale e plasticità, tipiche di un pensiero originale; insomma un “fuori classe”!
Egli non va quindi ricordato tanto come amatore superficiale e salottiero, quanto come uomo di alto talento che, indotto dal bisogno di essere amato più che di amare, usa la seduzione per compensare il vuoto affettivo. Ma senza dubbio egli non arriva mai a svendere se stesso.
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PROFILO DI GIACOMO CASANOVA Il movimento scrittorio di Giacomo Casanova scorre sul foglio con fluidità e con forme che passano da un gesto curvo ad un altro angoloso, simbolo di una natura dinamica ove s’intrecciano sentimenti di generosità alternati a cautela di fronte alla realtà ambientale. La natura innata del letterato si basa su doti non comuni, sia a livello intellettivo sia istintuale e affettivo. Egli, pur avendo sperimentato l’esproprio affettivo, corre verso la realtà esterna con bisogno di controllarla e di possederla (angolosità e legamenti originali), di farla sua affinché essa non possa avere più dominio su di lui (pressione forte e scosse del tratto). La sofferenza causata da un’infanzia priva di gratificazioni primarie (mancanza di un rapporto soddisfacente con la madre) 1 ha spinto il soggetto a diffidare degli affetti (poco spazio tra le lettere) e a viverli con superficialità o, quanto meno, a non lasciarsi coinvolgere fino in fondo. Se pensiamo al secolo in cui ha vissuto, la sua scrittura sembra sfuggire alle regole di stereotipia tipiche del momento storico scritturale; si vedono infatti forme grafiche originali, un certo ordine spaziale e un equilibrio tra allunghi superiori e inferiori nelle lettere. Ciò rivela come egli sappia muoversi in modo eclettico e col desiderio di assaporare tutto ciò che può coinvolgerlo. Casanova è una persona svincolata da ogni regola che possa trattenere o imprigionare l’Io e forse tutto ciò lo ha spinto a vivere la vita come avventura. Dalla scrittura tuttavia non emerge un carattere licenzioso, come ce lo propina la storia, ma un uomo che soffriva e mal sopportava ogni vincolo restrittivo poiché l’amore per lui aveva come primo scopo la salvaguardia di se stesso (angoli appuntiti negli occhielli, poco spazio tra lettere, scosse
1. Piero Chiara e Federico Roncoroni (a cura di) - Giacomo Casanova, Storia della mia vita, ed. Mondadori "I millenni" 1983. III voll. Ultima edizione Mondadori "I millenni" 2001.
www.evicrotti.com info@evicrotti.com nel tratto). La scarsa corresponsione che gli è stata offerta dalla vita lo ha reso forse un po’ egocentrico. Egli quindi non è l’uomo che viene rappresentato nelle commedie e che ha dato il suo nome ad ogni amatore di ogni tempo, bensì l’uomo dell’appartenenza alla vita. Pur nella sua conflittualità interiore, egli ha saputo tracciare un percorso vissuto con la pienezza del suo essere. Non ha mai abdicato o camuffato se stesso. Volontà, determinazione e orgoglio indicano in Casanova il bisogno di riscatto in ogni settore; ciò non vuol dire voler passare per colui che “divora le donne col suo fascino”, ma è forse una nota adolescenziale che lo portava a non vivere in modo paritetico i rapporti ma a considerarli come un banco di prova per misurare se stesso. Come un adolescente era per lui più importante piacere che essere amato. E’ forse per questa dinamica che gli è stato appioppato l’epiteto di “grande amatore”. Può essere comprensibile come, in un epoca moralista come quella nella quale è vissuto, un tipo come lui venisse tacciato di libertinaggio e di eccessi. Non essendo amante di regole schematiche o limitanti, egli dava libero sfogo alla sua natura fornita di una mente creativa. La scrittura dimostra che egli non era per nulla un trasgressivo, ma amava la vita al di sopra di ogni cosa.
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LA FIRMA DI GIACOMO CASANOVA
La firma esprime il casto cui si appartiene e nel passato era il solo nome ad essere apposto e solo in seguito ad esso venne aggiunto il cognome onde evitare confusioni tra individui; così Dante di Alighiero diventava Dante Alighieri. Il cognome indica l’identità sociale, il sigillo con cui confermiamo quanto sopra scritto. La sua importanza deriva da quanto è importante per il soggetto la paternità, tanto che chi appone il cognome davanti al nome esprime un forte senso di appartenenza a quel casato. Se invece tralasciamo addirittura il cognome per firmare col solo nome, come faceva van Gogh, allora vuol dire che la famiglia ha contato poco o, quanto meno, non ha dato garanzie sufficienti. Quando la firma è uguale al testo, come nel caso del Casanova, allora il significato è di integrazione tra sociale e personale. La firma semplice e uguale al testo appartiene a chi possiede stesse aspirazioni sia a livello interiore che esteriore. Casanova è pertanto ha una spiccata intuizione, un senso equo della realtà e non si sottovaluta. L'Io si muove con cautela, ma anche con padronanza nel sociale.
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APPROFONDIMENTO 2 – PER LUI – GABRIELE D’ANNUNZIO PROFILO E FIRMA Se
ci
fosse
ancora
una
volta
bisogno
di
dimostrare che la grafia è espressione dell’intera personalità di un individuo, ebbene nella scrittura di
Gabriele
d’Annunzio
vi
si
troverebbe
la
conferma. La grafia di Gabriele D’Annunzio, con le sue forme grandi ed eleganti, con gli angoli ben pronunciati, con una pressione assai forte, mette subito in risalto che siamo di fronte ad una personalità non comune sia per contraddizioni temperamentali sia per intelligenza. L’Io, evidentemente ipertrofico (grande dimensione delle lettere), lo ha portato a volere ad ogni costo entrare nel sociale con tutti i carismi utili ad iscrivere la propria vita nella storia con toni originali. E’ un atteggiamento tipico di chi usa intelligenza e fascino a servizio della propria affermazione, costi quel che costi. La notevole energia vitale, indicata da una pressione forte e ben distribuita
sul
foglio,
unitamente
al
gesto
angoloso
ed
elegante
rappresentano la base della sua personalità, che gli conferisce un eloquio forbito e un fascino particolare, che sfocia anche in comportamenti narcisistici. A ciò si aggiunge un compiacimento di sé che non si spegnerà mai e che se da un lato può averlo facilitato nelle conquiste, non solo del gentil sesso, dall’altro non lo lascerà mai pago costringendolo ad una continua ricerca di soddisfazioni. Una sete
www.evicrotti.com info@evicrotti.com insaziabile di scoprire sempre cose nuove, di conquistare vette sempre più alte e di non fermarsi mai di fronte agli ostacoli. Inoltre, la notevole forza psicofisica, gli conferisce volontà; una volontà di potenza, secondo lo psicanalista Alfred Adler, che egli sembra utilizzare in ogni settore. Il limite fisico è stato così trasformato in fascino ed egli è diventato non solo un seduttore del gentil sesso, ma anche un esteta
del pensiero e
della parola. Ecco che il limite diventa produttivo e si pone a servizio della personalità. Lo stimolo alla conquista fa da motore ad ogni pensiero e ad ogni azione, ed egli lo usa per non venir mai meno al suo credo,
per
allargare
e
vivere interessi plurimi. E’ un modo per sentirsi unico e
appagato,
soprattutto
per
ma poter
lenire una sensazione di profonda solitudine interiore che pochi hanno individuato nel vate. Nonostante gli atteggiamenti di ostentata sicurezza, egli poneva in essere alcune difese (vedi frequenti angolosità e legamenti originali) proprio per tenere alto l’immagine ideale di sé conquistata con tanta fatica. Bisognoso di riconoscimenti e piuttosto sensibile alle gratificazioni, bastava poco per fargli saltare la “mosca al naso” (vedi lettere minuscole spigolose). La grafomania del poeta, a tutti nota, altro non era che un modo per mettere sul foglio il suo bisogno di eternità, la sua mania di grandezza, ma anche la necessità di riempire un vuoto affettivo che lo ha sempre accompagnato. Non a caso egli cercava saturazioni affettive che avrebbero dovuto saturare questo vuoto e che invece lo lasciavano sempre più insoddisfatto ed “affamato”.
www.evicrotti.com info@evicrotti.com Dotato di notevole senso musicale (vedi ritmo grafico notevole), di una prorompente energia, di tenacia e volontà di potenza, egli è campione di spirito e d’iniziativa, tanto che non finisce mai di meravigliare per la capacità di rinnovamento personale e di fantasia promotrice di modernità. D’Annunzio sembra aver voluto rubare al tempo ore preziose chiedendo ad esso tutto il chiavistello per poter accedere alla fama sempiterna. Ardente e focoso in ogni cosa che si prestava a fare e a vivere, egli voleva in questo modo lasciare ai posteri un immagine idealizzata di sé per non essere mai dimenticato.
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LEI
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LA POSIZIONE DA SEDUTI Camminare è un’arte. Ce lo insegna Pippa Middleton, il lato “B” più famoso del mondo (inserire foto). Il bacino che ondeggia con un movimento sculettante e sinuoso, non deve essere né costretto né eccessivamente ampliato, per non cadere nella volgarità. Tutti sanno che, se effettuato con armonia, ha un effetto di sicura attrattiva. Sosteneva
Elizabeth Taylor nel suo libro Belle che: «Tenere la schiena
ricurva fa apparire anche una giovane donna stanca e sconfitta della vita. Anche se ha una bellissima figura, questa sarà nascosta dalla curva delle spalle e, se poi è in sovrappeso, un cattivo portamento la farà sembrare più grassa di almeno cinque chili». Tantissime donne, ancheggiano e muovendosi con grazia in modo femmineo, lanciano un chiaro messaggio di seduzione, poiché sono a caccia di un uomo da possedere.
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UNA GAMBA APPOGGIATA SUL BRACCIOLO DELLA SEDIA E L’ALTRO PIEDE PER TERRA
Gesto abbastanza raro, ma quando lo si incontra occorre sapere che più che un gesto di seduzione esso è un gesto di teatralità per apparire e per mettere in mostra la propria bellezza femminea, in modo più capriccioso e bizzarro che non seduttivo.
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SEDUTA CON LA MANO SINISTRA AFFOSSATA NELLA TASCA
La mano sinistra rappresenta simbolicamente la femminilità e il fatto di nasconderla nella tasca sta a significare che la persona non è poi così sicura delle proprie abilità di conquista. Occorrerà prima di tutto tranquillizzarla se vorremo poi conquistarla.
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SEDUTA CON ENTRAMBE LE MANI AFFOSSATE NELLE TASCHE
E’ un gesto che segnala quanto l’umore della persona sia triste proprio per la sensazione che ha di non riuscire a sedurre. Inoltre esso segnala anche un atteggiamento di forte difesa per cui non sarà per nulla facile convincerla a lasciarsi andare. L’instabilità e l’umore un po’ depresso la costringono a cercare consolazione nel fondo delle sue tasche!
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SEDUTA SU UNA SEDIA O SU UNA PANCHINA CON LE BRACCIA ALLARGATE A MO’ DI ALI, CON LE MANI LONTANE DAL CORPO
E’ un evidente segnale che informa gli altri del fatto che ella è libera e che può fare del suo tempo ciò che vuole: pertanto è una sorta d’invito a farsi avanti. Non è detto però che lei poi accetterà chiunque si presenti offrendole la propria “Corte”. Sarà sempre lei a decidere!
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LA CAMMINATA Camminare è un’arte. Ce lo insegna Pippa Middleton, il lato “B” più famoso del mondo (inserire foto). Il bacino che ondeggia con un movimento sculettante e sinuoso, non deve essere né costretto né eccessivamente ampliato, per non cadere nella volgarità. Tutti sanno che, se effettuato con armonia, ha un effetto di sicura attrattiva. Sosteneva
Elizabeth Taylor nel suo libro Belle che: «Tenere la schiena
ricurva fa apparire anche una giovane donna stanca e sconfitta della vita. Anche se ha una bellissima figura, questa sarà nascosta dalla curva delle spalle e, se poi è in sovrappeso, un cattivo portamento la farà sembrare più grassa di almeno cinque chili». Tantissime donne, ancheggiano e muovendosi con grazia in modo femmineo, lanciano un chiaro messaggio di seduzione, poiché sono a caccia di un uomo da possedere.
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LA CAMMINATA COL TACCO CHE SEDUCE
Le scarpe con i tacchi a spillo sono un simbolo evidente di femminilitĂ e di potere
della
donna
che
vuole
dimostrarsi
indipendente,
libera
e
soprattutto seduttiva. L’andatura viene spesso assai condizionata dalla presenza del tacco che quindi modifica il portamento da donna elegante a donna ammaliatrice.
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CAMMINARE ABBASSANDO GLI OCCHI CHE GUARDANO LE PROPRIE SCARPE
L’umore è spesso instabile a causa della tendenza al sogno ad occhi aperti che non permette di guardare in faccia alla realtà. Di solito sono persone svagate con il rammarico di non avere successo nella conquista del maschio.
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CAMMINARE GETTANDO LO SGUARDO ATTORNO A SE’ A DESTRA E A SINISTRA
E’ un modo per contabilizzare quanti uomini si accorgono della sua presenza di seduttrice. E’ un residuato dell’atteggiamento adolescenziale della ragazzina che, insicura del proprio fascino, deve verificare quanto piace al maschio e quanto sarà in grado di avere successo.
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CAMMINARE FACENDO ANDARE AVANTI E INDIETRO LE BRACCIA IN MODO ESAGERATO
La mancanza di fiducia nelle proprie abilità seduttive porta questi soggetti a muoversi rapidamente quasi avessero il timore di perdere le occasioni di seduzione. L’eccessivo dinamismo potrebbe invece scoraggiare l’uomo specie se è alla ricerca di una compagna di vita.
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CAMMINARE METTENDO UN PIEDE DAVANTI ALL’ALTRO COME SE CAMMINASSE SU UN FILO
E’ la camminata tipica delle indossatrici e delle modelle che vogliono sedurre il pubblico con l’abito che espongono. Camminare in questo modo vuol dire cercare di catturare l’uomo con grazia e femminilità, senza mai cadere nel volgare.
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LA POSIZIONE DELLE GAMBE Gli arti inferiori sono lo strumento di una tipica seduzione sessuale. In base al modo di mettere le gambe si può capire il tipo di atteggiamento più o meno seduttivo della persona. La donna non parla solo con la bocca; lingua e labbra non costituiscono l’unico strumento di comunicazione e seduzione. La donna, assai più dell’uomo, parla anche con le gambe. Il modo di accavallarle e di tenerle quando si sta seduti invia di per sé messaggi assai carichi di significato.
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LE GAMBE ACCAVALLATE SUL GINOCCHIO
Rivelano che la donna è a suo agio, sa essere disinvolta ed elegante. E’ abitualmente tranquilla anche perché non soffre d’invidia e il suo rapporto con gli altri è sempre diretto.
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LE GAMBE ACCAVALLATE CON MANO CHE AFFERRA LA CAVIGLIA
Questo gesto è indice di un certo timore nell’affrontare le cose di ogni giorno, poiché la persona ha la tendenza a chiudersi in se stessa, essendo introversa e selettiva. E’ abitualmente un gesto di copertura e di autodifesa.
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LE GAMBE ACCAVALLATE CAVIGLIA DX SUL GINOCCHIO SINISTRO
Postura mascolina che lascia trasparire una natura imprenditoriale, efficiente e attiva. E’ abitualmente accompagnata da un abbigliamento sobrio e sportivo, essenziale e comodo.
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GAMBE AVVILUPPATE TRA LORO
E’ un segnale di timidezza e imbarazzo. In genere appartiene a persone con sensi d’inferiorità che facilmente arrossiscono soprattutto in ambienti sconosciuti.
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GAMBE INCROCIATE ALL’ALTEZZA DELLE CAVIGLIE
Questo gesto è indicativo di scarsa eleganza e maschera un certo egocentrismo e indifferenza. Non è persona con la quale sia facile entrare in comunicazione.
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GAMBE CON LE GINOCCHIA APERTE
La persona non si pone problemi di estetica o di grazia femminile. La sensibilità è scarsa e i sentimenti non sono vissuti con adeguato senso di compartecipazione.
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GAMBE PARALLELE E STRETTE
Contegno, controllo e misura sono parole d’ordine per chi tiene le gambe parallele tra loro, esprimendo un narcisismo esagerato e l’esigenza di avere sempre una posizione corretta e inattaccabile.
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LA POSIZIONE DELLE BRACCIA Gli arti superiori sono lo strumento tipico della comunicazione e possono permettere di comprendere se una persona sa e vuole comunicare. Nel caso presente però a noi interessa come la persona utilizza le proprie braccia per affascinare, incantare e quindi sedurre l’altro. Non c’è giudizio in ciò, bensì la necessità di comprendere fino in fondo quanto un segnale possa essere espressione di spontaneità e di libertà e quanto invece esso è costruito per accalappiare l’altro. Starà poi a lui lasciarsi o meno sedurre.
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GOMITI SU UN TAVOLO E LA MANO SINISTRA CHE ABBRACCIA IL PUGNO DESTRO
Si tratta di una sorta di dichiarazione d’amicizia, con una velata impronta amorevole di protezione e insieme di voglia di possedere l’altro. E’ come se chiedesse all’altro una partecipazione passiva, poiché lo scettro del comando vuole averlo in mano lei.
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GOMITI SUL TAVOLO E MANI ALLUNGATE AL DI SOTTO DEL MENTO
La seduzione assume in questo caso un che di narcisistico e di esibizionistico
che
tradiscono
però
un
sottofondo
di
noia
e
di
demotivazione. Sembra quasi che alla persona non interessi l’altro se non per gratificare il proprio bisogno di egocentrismo.
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GOMITO POGGIATO SUL GINOCCHIO CON MANO CHE SOSTIENE IL MENTO
E’
un
gesto
legato
al
potere
seduttivo,
per
cui
chi
lo
adotta
frequentemente denuncia la sua tendenza ad essere istintiva piuttosto che razionale. C’è da attendersi di tutto poiché agisce ancora prima di pensare e le sue azioni possono risultare inaspettate e imprevedibili.
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BRACCIA INCROCIATE CON LE PALME DELLE MANI CHE SORREGGONO I SENI
E’ evidente l’aspetto esibizionistico che dovrebbe produrre un effetto accalappiante specie in chi è sensibile alla seduzione delle mammelle, vale a dire a chi, non avendo del tutto risolto la fase orale nell’infanzia, ha ancora bisogno di essere accudito in modo materno.
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LE MANI Permettono gli “autocontatti�, che sono come dei suggerimenti al potenziale partner, gli fanno desiderare di essere lui ad accarezzare. Le dita sfiorano dolcemente il viso, si posano sulle labbra, o nella zona vicino agli occhi, o salgono a ravviare i capelli, a scostare una ciocca. Oppure accarezzano il corpo, lo lisciano. Gesticolano con eleganza e pathos, ma sempre morbidamente, senza scatti. Spesso accarezzano un oggetto: magari le dita seguono delicatamente i contorni della bottiglia o del bicchiere appoggiati sul tavolo. Oppure osano sfiorare lui, quasi per caso (magari allungando una mano nello stesso momento per prendere un bicchiere), o con un gesto di cura (come togliergli un bruscolino invisibile dalla giacca).
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UNA DELLE MANI ENTRA IN MODO FURTIVO NELLA CAMICETTA
Questo tipo di gesto appartiene a donne che presentano come reali i frutti della loro immaginazione erotica. E’ una sorta d’invito alla mano del sedotto, di entrare ad esplorare quel mondo nascosto. E’ un gesto tipico di persone d’umore instabile.
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UNA MANO ACCAREZZA IL DORSO DELL’ALTRA
Chi fa spesso questo gesto denota un desiderio di conquista anche laddove sembrerebbe non avere molte chance. E’ un modo un po’ subdolo di accalappiare l’altro.
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UNA MANO ACCAREZZA IL COLLO
Il gesto segnala un sottofondo di tensione. Occorre però distinguere se è la mano destra o la sinistra ad accarezzare il collo. Nel primo caso il timore non scoraggerà la seduttrice, nel secondo c’è la possibilità di fuga dopo la conquista.
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MANO CHIUSA A PUGNO SULLA GUANCIA CON LA TESTA INCLINATA
E’ un segnale di attesa nei confronti di un possibile corteggiatore che non si decide a farsi avanti. Sarebbe un po’ come dire: “Allora ti decidi o no?”. Il soggetto sembra sicuro dei propri mezzi per cui non avrà difficoltà, una volta superato il primo impatto, ad ottenere ciò che vuole.
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IL VISO E LO SGUARDO E’ rilassato e vivace insieme. Può comunicare interesse oppure, per strategia,
una
distrazione
svagata.
Niente
espressioni
crucciate
o
annoiate. Spesso la testa è inclinata da un lato: lo sguardo risulta più seduttivo. Il sorriso può essere appena accennato e misterioso, oppure timido, o ancora aperto e gioioso. Alcune donne fanno balenare tra i denti la punta della lingua (ma è un’arte, meglio provare davanti allo specchio se non si è esperte, per evitare gli eccessi). Altre passano la lingua sulle labbra, o le mordono
appena
(con
un
movimento
sensuale,
ben
diverso
dal
mordicchiamento dovuto al nervosismo). Altre volte, invece di sorridere, le labbra si sporgono in avanti, come se volessero baciare.
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LISCIARSI IL VOLTO CON LE DUE MANI DALL’AVANTI ALL’INDIETRO
E’ un gesto un po’ ambiguo che da un lato significa “ti voglio conquistare”, ma dall’altro che lo si vuole “mettere in ginocchio” come preda ambita di una conquista difficile.
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PASSARSI LA LINGUA SULLE LABBRA
E’ un gesto che da alcuni è considerato una variabile del “gesto del serpente”, quando si tira fuori furtivamente la lingua per poi ritrarla. In genere segnala l’impazienza che la seduttrice ha di concludere quella conquista e sollecita così chi le sta di fronte a sbrigarsi e a non perdere ulteriore tempo.
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FISSARE L’INTERLOCUTORE CON UNO SGUARDO OBLIQUO E LA TESTA LEGGERMENTE VOLTATA A DESTRA O SINISTRA
Segala l’impressione che il soggetto ha che il suo interlocutore la stia seducendo ma nel contempo non ne è sicura e con questo gesto richiede conferme da parte sua.
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DISTOGLIERE LO SGUARDO DAL VOLTO DELL’INTERLOCUTORE APPENA S’INIZIA A PARLARE CON LUI
E’ un atteggiamento gestuale di difesa esasperata del proprio territorio a causa di una timidezza che la condiziona e che non le permette di essere libera e sicura di voler conquistare l’uomo che ha di fronte.
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FISSARE NEGLI OCCHI L’INTERLOCUTORE MENTRE GLI SI PARLA
Gesto che denota libertà di spirito e di cuore, ma anche sicurezza nei propri mezzi e soprattutto nelle proprie capacità di seduttrice, per cui cerca quasi d’imporre il proprio atteggiamento seduttorio.
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LA STRETTA DI MANO La stretta di mano è in genere il primo contatto fisico che si ha con una persona per cui da come essa avviene si possono trarre interpretazioni sul modo di essere di chi ci sta di fronte. E’ proprio la mano l’organo per eccellenza della comunicazione e il tipo di approccio ci farà capire se c’è disponibilità all’incontro e al dialogo o viceversa rifiuto e chiusura.
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STRINGERE LA MANO CON MOLLEZZA E AFFETTAZIONE
E’ espressione di carattere carattere debole e poco propenso alla lotta per la conquista. “Chi non mi vuole non mi merita” sembra dire che stringe la mano in modo molle e per lei nulla potrà scalfire la sua ostentata sicurezza che, guarda caso, nasconde timori e perplessità. La seduzione, se possibile, avviene in modo idealizzato e sognatore, rivolta quindi a un potenziale “principe azzurro”.
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STRINGERE LA MANO IN MANIERA FURTIVA E SFUGGENTE
Gesto di timore e di paura, che appartiene a persone poco critiche e poco propense a mettersi in n gioco. Vogliono solo che sia l’altro a fare il primo passo, per poi decidere di conseguenza, in una sorta di seduzione passiva.
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STRINGERE FORTEMENTE LA MANO IN MODO QUASI VIRILE
Denota un atteggiamento un po’ femminista per cui la seduzione avviene “alla pari” e il maschio deve adeguarsi a questa legge che non dà adito ad alcun cambiamento nelle regole del gioco, a meno che non sia lei a stabilirle autonomamente.
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STRINGERE LA MANO CHIUDENDO LE DITA A PUGNO QUANDO SI E’ A CONTATTO CON LA MANO DELL’ALTRO
Il pugno è sempre indice di forza e di desiderio d’invadere lo spazio altrui con vigore e determinazione. E’ una sfida aperta ad ogni risultato, ma certamente “nelle mani della donna”.
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APPROFONDIMENTO 1 – PER LEI – LA GRANDE SEDUTTRICE Vorresti essere una grande seduttrice, una di quelle donne che sprigionano fascino a ogni passo, e che fanno strage di cuori a ogni festa cui partecipano?
Migliorare le tue chances in questo senso non è difficile. Basta un po’ d’attenzione al corpo, al portamento, agli abiti, qualche piccolissima strategia e soprattutto tanta voglia di piacere!
SII TE STESSA Il primo consiglio, e il più importante: sii te stessa. Non copiare spudoratamente i modi di una data attrice, non imitare il look dell’amica che ha successo, non cercare di assomigliare a quella presentatrice TV… Anche se ci riuscissi perfettamente, ci sarebbe comunque in te qualcosa di artefatto e di falso. Tutti gli psicologi concordano: le persone sono tanto più seducenti quanto più riescono a esprimere se stesse, in modo diretto, spensierato, persino un po’ infantile. Ma allora non puoi proprio imparare niente da altri modelli, o cercare di migliorare? Certo che puoi. L’importante è che i suggerimenti che ti vengono dall’esterno (compresi quelli di questo articolo) siano come dei piccoli semi, che però mettono radici nella tua personalità e danno dei frutti che, a quel punto, sono solo tuoi. Esprimere te stessa significa anche lavorare per superare i blocchi che impediscono il naturale fluire della tua energia. Per questo motivo bisogna considerare anche il corpo, e come si muove nello spazio. Spesso, le donne tendono a pensare a se stesse in modo statico: si controllano allo specchio, e la loro idea di estetica finisce lì. Ma la vita è energia e movimento: il tuo modo di camminare, parlare, gesticolare,
www.evicrotti.com info@evicrotti.com ballare, giocare, fa parte a pieno titolo della tua capacità seduttiva. Un movimento che rivela spontaneità, fascino, calore interiore, libertà da blocchi psicologici (che sì, si rivelano nel corpo, sotto forma di tensioni, contratture, posture innaturali) può colpire il cuore di un uomo tanto quanto un paio di occhi magnetici!
I GESTI DELLA SEDUZIONE Osserva una brava seduttrice all’opera. Vedrai che compie tutta una serie di piccoli gesti che segnalano interesse per l’interlocutore. Spesso questi atteggiamenti sono inconsapevoli, però è possibile studiarli e metterne in atto qualcuno a bella posta. Una forzatura? Non è detto: sono gesti universali, e dunque dovrebbero venirti naturali. Se non succede,
è
solo
perché
sei
paralizzata
dalla
timidezza!
Quindi studiali non tanto per copiarli con freddezza, quanto per lasciarli emergere con naturalezza dal profondo di te stessa, quando sei rilassata e in compagnia di un uomo che ti piace.
- La mimica del volto è importante: sorridi, innanzitutto. Si stima che esistano diciotto tipi diversi di sorriso, ma nel flirt ne vengono usati di preferenza due. C’è il “sorriso superiore”, che lascia aprire le labbra quel tanto da mettere in mostra la fila dei denti di sopra, e che comunica un immediato interesse. Ma le conquiste migliori gli esseri umani le fanno con il “sorriso aperto”, che lascia intravedere entrambe le arcate dei denti: è un sorriso di grande disponibilità e fascino.
- Ma il sorriso non è tutto. Puoi guardare il tuo interlocutore diritto negli occhi, per un po’. Cerca di non avere uno sguardo troppo penetrante e indagatore, piuttosto regalagli occhiate morbide, dolci, che segnalino disponibilità. Quando lui parla, puoi leggermente spalancare gli occhi (attenta a non esagerare): è un segnale di interesse che inorgoglisce molto gli uomini. Anche sollevare appena le sopracciglia per una frazione di secondo ha lo stesso effetto.
www.evicrotti.com info@evicrotti.com - Ai segnali di interesse, vedrai che ti verrà naturale alternare quelli di ritrosia. Se ti trovi ad abbassare le palpebre, a girare il capo di lato, a distogliere lo sguardo, va benissimo: lo stai incitando ad assumere il ruolo di “cacciatore”.
- Ti ritrovi a giocare con i capelli? Non innervosirti, pensando che sia un segnale di timidezza: si tratta invece, anche qui, di un preciso richiamo. Dunque, puoi tranquillamente toccarli, lisciarli, attorcigliare una ciocca attorno a un dito…. Qualcuna scrolla la chioma con energia, lasciando che le si apra sulle spalle: scuotere la testa è un gesto che in molte specie animali serve ad attirare l’attenzione.
- Le mani? Accarezzano il tuo corpo, in un autocontatto che ti rassicura, ma che significa anche “vorrei essere accarezzata così da te”. Qualche volta potrai portare una mano sulla spalla opposta, come se ti abbracciassi: è sempre un suggerimento a lui…
- Se il tuo interlocutore si avvicina e ti parla, puoi ascoltarlo con un’aria ammirata e un po’ ingenua. Se per esempio siete a tavola o al bancone di un bar, appoggerai i gomiti, incornicerai il viso tra le palme delle mani, magari avvicinando il mignolo alla bocca per metterla in evidenza. Il messaggio è lanciato, starà al tuo corteggiatore raccoglierlo…
- Sei seduta di fronte a lui? Allora probabilmente ti troverai a inarcare la schiena, o a protendere il busto in avanti. Oppure spingerai le gambe in primo piano, con la schiena rilassata indietro e un braccio morbidamente
appoggiato
sullo
schienale
del
divano… Probabilmente avrai le gambe accavallate, ma se la tua “energia seduttiva” è libera non saranno immobili: cambierai lato, accavallando la destra sulla sinistra e viceversa, magari accarezzandoti un po’, lisciando e sistemando il vestito. Sei seduta su una sedia più alta e hai tacchi sottili? Quasi irresistibile l’impulso a puntarne uno per terra, alzando la punta del piede e facendo dondolare ritmicamente il piede. Se la situazione è così
www.evicrotti.com info@evicrotti.com informale da permetterlo, potrai persino stare seduta con una gamba piegata sotto di te, per dare un’impressione di intimità e invito al relax.
- Ancora un’ultima fase: il toccarsi. Le più disinvolte fanno in modo di sfiorare l’interlocutore, quasi casualmente. E’ un gesto che può sembrare insignificante e che invece ha la massima importanza. Il tatto è spesso definito “la madre dei sensi”: l’epidermide umana è come un prato d’erba, in cui ogni filo è una terminazione nervosa. Ecco che con un semplice
sfioramento
ci
arriva
un’impressione
molto
netta
dell’altra persona. Se lui si ritrae, anche solo di un millimetro, probabilmente non ci sarà alcun seguito. Ma se sorride, si rilassa, magari ricambia lo stesso fuggevole tocco, la storia d’amore può incominciare.
LA CAMMINATA
La camminata di una donna è molto importante, e colpisce profondamente la fantasia maschile.
- L’incedere
più
seduttivo
è
quello
in
cui
c’è
un
lieve
ancheggiare. In qualcuna c’è un effetto quasi di “scondinzolo”, anche perché il bacino è un po’ ruotato all’indietro, in modo da tirare fuori il sedere e imprimere alla schiena una curva di lordosi.
- Grazie a questa curva della schiena, il petto è proiettato leggermente in avanti. Può essere attraente ma attenzione: a patto che non sia una postura rigida! Il respiro non deve restare bloccato nella parte alta del corpo, ma deve poter scendere sino al bacino.
- L’effetto generale è una postura ben eretta e nello stesso tempo pulsante di vita e movimento. Anche la testa non è rigida: infatti lo sguardo deve poter essere mobile, birichino, guardarsi intorno con curiosità.
www.evicrotti.com info@evicrotti.com - I tacchi mettono in mostra, in modo seducente, la sinuosità del collo del piede, ma sbilanciano la gamba. Danno un incedere un po’ incerto: se si traballa troppo si è solo ridicole, se invece l’insicurezza del passo è solo accennata può avere un effetto seduttivo, perché dà un’idea di fragilità.
- La camminata con i tacchi, in realtà, è scorretta (tutto il corpo è sbilanciato); però il peso sull’avampiede porta a piegare le ginocchia, e quindi il bacino si muove anche di più… Per un sera, si può fare!
ABITI, SCOLLATURA, BIANCHERIA
- L’abito non è tutto, per una seduttrice… Ma vuol dire comunque molto. Insomma, non pretendere di fare conquiste se vai in giro vestita in modo informe e sgradevole, magari con la scusa che “ciò che conta è come sei dentro”. Ma se davvero dentro sei piena d’amore, perché mai non dovresti
essere
attraente
e
piacevole
da
guardare
anche
fuori? Spesso gli psicoterapeuti raccontano che, mano a mano che le persone
risolvono
i
propri
problemi
e
sciolgono
i
vecchi
blocchi,
abbandonano anche i vestiti più cupi e penalizzanti, e provano qualcosa di maggiormente allegro, giocoso, malizioso.
- Scegli vestiti piacevoli, sexy, di colori intriganti, sensuali, vivaci. Non è necessario arrivare all’esibizionismo con scolli o spacchi esagerati: meglio qualcosa di molto femminile, che faccia risaltare il tuo corpo senza però farti sentire a disagio. Lascia perdere la moda, quando non ti sta bene: la maggior parte degli uomini, tanto, non sa distinguere un capo firmato da uno carino ma non griffato, e non capirebbe le tue “citazioni” di stile.
- Devi sentirti a tuo agio negli abiti. Altrimenti non riuscirai mai a essere sciolta, naturale, spontanea. Un esempio? I tacchi alti sono un “classico” della seduzione. Ma se proprio non riesci ad abituartici
www.evicrotti.com info@evicrotti.com (nonostante gli esercizi a casa), sceglili un po’ più bassi: è meglio muoversi
con
sicura
eleganza
che
traballare
su
scarpe
da
star.
- E per la biancheria? Via libera alla tua fantasia. Indossa capi graziosi anche se sei ben sicura che non finirai la serata con un uomo: il fatto di saperti carina e a posto anche “sotto” ti darà una grande sicurezza.
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APPROFONDIMENTO 2 – PER LEI – MARILYN MONROE «Non era una solitaria; era sola, semplicemente» Joe Mankiewicz, regista Trattandosi proposto,
di un che
è
“mito” mediaticamente diventato
emblema
di
un’epoca e simbolo per alcune generazioni, occorre separare molto bene l’aspetto messo in evidenza dal mondo dello spettacolo dalla sua
natura
più
intima
e
personale.
E’
evidente, infatti, che le due facce differiscono a volte in maniera eclatante.
Marilyn
possiede
una natura sensibile e
ricettiva, alla ricerca spasmodica di una saturazione affettiva che non arriverà mai. Non è la sessualità a spingerla, com’è sempre stato detto, ma piuttosto una sensualità dovuta anche alle forme perfette del suo corpo, che si trovano tra l’altro anche nella scrittura: lettere originali e ricercate, soprattutto quelle iniziali, il cui significato di ricercatezza del bello ha influito sia sulla vita affettiva sia sulla carriera.
Il carattere di Marilyn è difficile da inquadrare: sensibile e nel contempo volitivo, amante della propria immagine sociale e insieme chiusa in se stessa (vedi lettere “M” a mo’ di arco), timida, ma con una volontà sfidante che però non sempre la sostiene.
Il rimedio migliore è per lei l'amore. Nell’altra persona vuole trovare sicurezza e appoggio, ma soprattutto quella tenerezza quasi infantile che le è mancata da piccina e che sola potrebbe sedare e saturare la sete d'affetto che la divora.
www.evicrotti.com info@evicrotti.com Un riscatto viene dalla vita sociale e dal successo; ma ciò non basta per mitigare le perdite subite nella giovane età. Ecco che la scrittura ci aiuta a decifrare il conflitto che per tutta la vita l’accompagna. Un conflitto che nessuno è riuscito a risolvere anche per la struttura temperamentale con una bassa soglia di tolleranza alla frustrazione per cui basta poco per creare in lei ansia e cali dell’umore.
Lo scorrere delle lettere sul foglio segnala
una
esuberante
e
personalità dinamica.
vivace, La
forte
volontà la porta a non fermarsi mai e a lottare per stare sempre all'apice del
successo.
fragile
e
nel
E’
pertanto
contempo
donna forte
e
ambiziosa: lo rivelano i segni di una grafia mossa, ben marcata, un po’ angolosa, elegante e movimentata, ma
anche
confusione
con (le
alcuni
indici
lettere
di si
sovrappongono tra le righe), segnale di ansietà e di incertezza nelle scelte di vita.
Ella però è anche alla ricerca continua di un partner che la ami e che possa colmare quel vuoto dato dall’assenza del padre che è quindi stato idealizzato in quanto mai conosciuto.
Le capacità relazionali sono basate sul bisogno di essere corrisposta in modo totale, sembra che ella cerchi nella relazione una compensazione di ciò che non ha potuto nella sua infanzia saturare, sia a livello egocentrico che narcisistico. Il rapporto con l'altro non è vissuto in modo paritetico, ma sempre in modo possessivo ed egocentrico e come il bambino ella cerca nell'altro la totale dedizione, e attenzione. Un rapporto simile è fonte
www.evicrotti.com info@evicrotti.com di delusione e di amarezza, poiché la dipendenza può allontanare l'altro e metterlo in fuga. L'io suscettibile di Marilyn mal sopporta le frustrazioni e avendo una bassa soglia di tolleranza può affidarsi a vari surrogati che allentino l'ansia e l'emotività. Marilyn Monroe possiede un ricco bagaglio intellettivo fatto di originalità, di concretezza, di capacità mnemoniche che le ha permesso un facile apprendimento nei confronti delle esperienze della vita.
L’intuito ha poi permesso di cogliere anche aspetti non proprio evidenti, aiutandola nelle scelte più difficili. Cosciente dei propri talenti intellettivi, ella ha saputo porli a servizio della propria crescita ottimizzando il proprio potenziale.
La principale interferenza emotiva è dovuta alla ricerca della paternità che ha lasciato in lei, fin da bambina, una forte nostalgia. Infatti, sia nella firma che nel testo le lettere iniziale sono esageratamente grandi. Se l'assenza della figura maschile significativa ha da un lato favorito la scalata sociale dall’altro ha lasciato in lei un profondo vuoto, generando insicurezza e ansia esistenziale. A Marilyn è, infatti, mancata quella “mano forte” che è garanzia di sicurezza, di autonomia e di stabilità emotivoaffettiva. A causa di quella carenza ella ha messo in gioco tutta se stessa, compreso il talento artistico, e forse la sua morte, ancora avvolta nel mistero, potrebbe trovare una risposta in un amore non corrisposto che ha favorito il cadere nella depressione. L'assunzione di surrogati, già presenti nella vita della grande attrice, è stato solamente il coronamento di uno stato di disagio già molto presente ed assume le tonalità di un “grido di aiuto” rivolto al mondo e per nulla ascoltato. Ancora una volta ella denuncia come le carenze affettive e certi abusi sessuali avvenuti in tenera età rischiano di diventare cicatrici difficili da dimenticare. Il ripetersi di tentativi di suicidio, unitamente all’abuso di sostanze e in modo particolare di alcool, fa pensare ad un disordine di personalità legato ad un’infanzia poco felice e per nulla costruttiva. Più che di vera e propria
www.evicrotti.com info@evicrotti.com depressione siamo di fronte ad una nevrosi d’ansia in una personalità che si potrebbe definire borderline, caratterizzata da relazioni interpersonali instabili e intense, alterazione dell’identità di sé, impulsività nell’abuso di sostanze e atteggiamenti suicidari.
RIEPILOGO Il conflitto di Marilyn Monroe consiste nella necessità di conquistare il mondo con il suo sex-appeal e con la
voglia d’intimità, dove domina il
desiderio di trovare nei suoi compagni sicurezza, fiducia e appoggio. Le forme angolose rivelano, infatti, la lotta che ella sapeva sostenere per ottenere il meglio
dalla sua professione che però doveva essere
“innaffiata” da amicizia e amore.
La firma sottolineata, la “M” con gli allunghi così pronunciati e le lettere iniziali più grandi del testo ci portano ad affermare che Marilyn non è una donna comune e nella vita sociale ha voluto lasciare un'impronta inconfondibile e un forte ricordo di sé, mettendo persino in conflitto la propria identità.
La fragilità ha vinto in lei poiché il suo Io egocentrico e narcisista, non saturato da un adeguato amore genitoriali, ha prevalso. Possiamo pertanto affermare che ella si è lasciata morire, poiché la delusione affettiva ha infranto la stabilità dell'IO, non permettendo la costruzione di una armonia sostenuta dalla ricerca di amore che non ha mai assaporato definitivamente e che l'ha portata a trasferire nel sogno della seduzione.
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GLOSSARIO ACCOLIENZA Atteggiamento di disponibilità all’incontro con l’altro.
ADULAZIONE Ricerca
di
conquista
dell’altro
attraverso
l’uso
di
atteggiamenti
e
linguaggio basati sulla seduzione.
AFFETTIVITÀ Chiamiamo affettività l’insieme delle emozioni positive e negative, di piacere e di dolore che sono la base delle nostre reazioni psicologiche nei confronti della vita, verso persone e situazioni. L’affettività è il modo di reagire indipendente dalla volontà e dalla ragione e condiziona il nostro equilibrio interiore. Infatti, avvenimenti improvvisi o eccezionali possono causare choc, disturbi del sistema nervoso o psicosi. Un comportamento è chiamato affettivo quando è sollecitato da intense emozioni.
AGGRESSIVITÀ E’ un istinto considerato “normale” quando viene usato per far fronte alle necessità naturali; per questo è sinonimo di attività, iniziativa, ardore, combattimento, amore per la vita. E’ ritenuto “anormale” quando è tendenza
ad
attaccare
l’interlocutore
senza
motivo
e
con
un
atteggiamento ostile, quando si cerca di avere la meglio con prepotenza sugli altri e a tenerli a distanza. L’impulso aggressivo, ben canalizzato da cultura ed educazione, si manifesta in spirito ironico e sagace e in pensiero acuto e penetrante. Se coartato o mal finalizzato è motivo di sentimenti di impotenza e frustrazione e produce malizia, irritabilità e tendenza al pettegolezzo e alla critica esasperata. Per Feud designa un comportamento avverso nei confronti dell’ambiente in generale e lo associa all’istinto di morte.
www.evicrotti.com info@evicrotti.com Per Jung, l’aggressività nasce come sentimento di compensazione ad un proprio senso di inferiorità e sorge nell’infanzia quando da piccoli ci si deve misurare con il “diverso”. Per Fromm è, invece, una pulsione che può avere due percorsi differenti nella vita di ciascuno, uno costruttivo e l’altro distruttivo. La pulsione distruttiva, a sua volta, si dirige in due sensi, verso se stessi o verso l’ambiente e ciò dipende da come la si sa gestire, se cioè si è capaci di orientarla all’eros, ovvero alla vita, oppure al thanatos, ossia alla morte.
AMBIZIONE Voglia
di
ottenere
il
massimo
dalle
proprie
capacità,
puntando
all’eccellenza o, quanto meno, alla migliore collocazione sociale possibile. In eccesso comporta la sopravvalutazione di sé e la diminuzione dell’altro che viene quindi “schiacciato”.
ANSIA Anticipazione apprensiva di un pericolo o di un evento negativo futuri, accompagnata da sentimenti di tensione. Analogamente, essa è uno stato emotivo a contenuto spiacevole, associato ad una condizione di allarme e di paura che insorge in assenza di un pericolo reale e che, comunque, è sproporzionata rispetto ad eventuali stimoli scatenanti. L'ansia viene distinta dalla paura proprio per la mancanza di uno stimolo specifico e riconoscibile.
AUTOCONTROLLO Capacità di gestione degli stimoli esterni e interni alla persona con conseguente condotta coerente e logica. L’eccesso di controllo porta all’irrigidimento comportamentale e mentale.
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AUTOSTIMA Misura la fiducia che il soggetto ha nelle proprie capacità.
BUGIA Alterazione della realtà che viene così interpretata o espressa secondo regole soggettive e modificanti l’oggettività della situazione.
CARATTERE Con questo termine si intende l’insieme del bagaglio genetico, ereditato dai genitori, associato all’influenza subita dall’ambiente e dall’educazione ricevuta. Ovvero, il carattere è la fusione dell’innato con l’acquisito.
CENSURA Effetto di processi educativi basati sulla rigidità e anche sul pregiudizio, che portano a limitare la visione corretta della realtà.
COMPENSAZIONE Comportamento inconscio con cui la persona si propone di bilanciare una mancanza o un complesso d’inferiorità psicofisico. Sono “positive” le compensazioni che pongono un reale rimedio senza compromettere la compartecipazione emotiva della persona. Sono, invece, da considerare “negative” le compensazioni che non raggiungono il loro scopo o che, se lo fanno, emarginano la persona in una condizione asociale.
COMPETIZIONE Atteggiamento che porta alla lotta per dimostrare la propria superiorità.
COMPLESSO Serie di sentimenti di tipo cosciente, sgraditi, inevitabili, arrecanti incertezze e ansie non alterabili con il ragionamento. Il complesso è un
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COMUNICAZIONE NON VERBALE Tipo di comunicazione che non si serve della parola, bensì dei gesti. Pare che essa abbia un’importanza fortemente più elevata di quella verbale.
CONFLITTO INTERIORE Lotta profonda fra contrapposte emozioni, idee, desideri. I conflitti sono indici
di
insicurezza
e
provocano
disagi
psicologici,
psicosomatici,
alterazioni del comportamento, paure e sensi di colpa.
CONTRADDIZIONE (SPIRITO DI) Comportamento che consiste nel sostenere il contrario di un’affermazione o nell’agire in modo opposto alle richieste di una persona. E’ un meccanismo di difesa che nasce da insicurezze, sensi di inferiorità, disadattamento ed è tipico degli anni dell’adolescenza.
COPERTURA Atteggiamento teso a mascherare la realtà in funzione di un vantaggio personale.
DEPRESSIONE E’ un disturbo molto serio che intacca l’emotività di una persona, alterandone l’umore. Sul piano psichico provoca vari sintomi, tra cui: perdita della stima di sé, mancanza di volontà, ansia, avvilimento e senso di inadeguatezza. Sul piano somatico, invece, determina affaticabilità, cefalee, dimagrimento. La depressione è uno stato d’animo continuo e privo di motivo apparente, da non confondere quindi con la tristezza o la malinconia che sono stati d’animo passeggeri e causati da ragioni concrete (licenziamento, problemi economici o sentimentali, ecc.).
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DIFFIDENZA Atteggiamento ambiguo e pregiudiziale verso il prossimo quando esso non risponde pienamente alle nostre aspettative.
DIPENDENZA AFFETTIVA E’ l’incapacità di una persona di vivere autonomamente e quindi di staccarsi da qualcun altro ritenuto così importante da accettarne, in modo incondizionato, il comportamento e le decisioni.
DISAGIO E’ lo stato di chi avverte difficoltà o imbarazzo in presenza di qualcuno, oppure in situazioni o luoghi che non corrispondono alle sue aspettative o alla sua personalità.
DISSIMULAZIONE Mascheramento di un sentimento o di una convinzione espressa in modo differente o addirittura contrario al proprio modo di pensare. Spesso è volontariamente utilizzata a proprio vantaggio.
EGOCENTRICO E’ colui che si sente al centro del mondo, che agisce unicamente in funzione di sé e che quando si interessa ad altri lo fa in modo da posporre le loro necessità ai propri interessi, al proprio modo di essere e di pensare.
EMOTIVITÀ Capacità di provare, in maniera più o meno intensa, delle emozioni quali la gioia, l’entusiasmo, la paura, la rabbia, quando ci si trovi a vivere delle situazioni piacevoli o sgradevoli. La difficoltà nel controllare le proprie reazioni emotive, o la facilità con cui ci si lascia sopraffare da esse, possono essere la causa di malattie psicosomatiche o di nevrosi.
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EMPATIA Abilità a immedesimarsi in un’altra persona, di “mettersi nei suoi panni”, fino a coglierne i pensieri e gli stati d’animo. E’ una delle doti richieste allo psicologo che può aiutare i suoi pazienti solo se riesce a capire a fondo i loro problemi.
ES (INCONSCIO) E’ una parte della “trilogia freudiana” dell’apparato psichico (Es, Io, Super Io). Il suo contenuto è formato dagli istinti, dalle pulsioni, da ciò che è ereditario. Questo mondo interiore, forza primaria e serbatoio potenziale di cui dispone ciascun individuo, è un’energia da indirizzare e finalizzare.
ESTROVERSO Chi tende a orientarsi e a guidare i propri interessi verso il mondo esterno e le persone con cui viene in contatto, più che verso il proprio mondo interiore. Nel linguaggio corrente, estroverso è colui che è aperto, espansivo, comunicativo.
FISSAZIONE Attaccamento esasperato che si prova per una persona o per un oggetto che ha legami con stadi precedenti dell’evoluzione psichica.
FOBIA E’ una paura ingiustificata, irresistibile ed eccessiva per un oggetto, un animale, una situazione che provoca un senso d’angoscia impossibile da superare.
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FORMAZIONE REATTIVA E’ un meccanismo di difesa dell’Io con cui viene esibita un’esagerata tendenza opposta alla pulsione considerata inaccettabile dal Super Io. Per esempio, un’eccessiva mitezza può nascondere un’aggressività rinnegata.
FRUSTRAZIONE Situazione nella quale il soggetto si trova privo di una soddisfazione, essenziale al benessere psicologico, per non essere stato in grado di raggiungere un fine prestabilito. Le frustrazioni più comuni sono legate ai sentimenti e provocano complessi, ostilità, collera, sensi di inferiorità, disturbi del sistema nervoso.
GELOSIA Atteggiamento di rivalsa, di possesso e di rivalità nei confronti di chi si ritiene essere causa di un esproprio nei nostri confronti. Tipica è la gelosia tra fratelli.
GESTO BARRIERA E’
quel
gesto
che
segnala
una
difesa
preventiva
nei
confronti
dell’interlocutore alla cui base sta una mentalità ristretta. Esso è costituito di solito da incroci delle dita, delle braccia o delle gambe.
IDENTIFICAZIONE Meccanismo inconsapevole per il quale una persona cerca di assomigliare al massimo a un’altra, assumendone tutte le caratteristiche sia in senso fisico che comportamentale.
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IMITAZIONE E’ il copiare alcuni atteggiamenti di una persona che si ammira in modo particolare.
Necessità
che
nasce
da
una
profonda
insicurezza
e
insufficiente fiducia nelle proprie capacità.
IMPULSIVITÀ Spinta irrefrenabile a compiere una determinata azione senza riflettere sulle conseguenze che, a volte, potrebbero risultare molto serie.
IMPULSO Stimolo immediato e spontaneo che porta l’individuo all’azione.
INCONSCIO E’ l’insieme dei processi psichici che influiscono sul comportamento, ma che sfuggono alla coscienza.
INIBIZIONE Proibizione inconscia che rallenta o arresta un’azione o lo sviluppo di un sentimento. E’ l’incapacità involontaria di andare oltre un certo limite.
INTELLIGENZA Procedimento che la mente mette in atto quando, sollecitata da uno stimolo o da un desiderio di apprendere, diviene cosciente del mondo circostante. Può essere disturbato o inibito da disagi emotivi. Le più comuni capacità prodotte da questo processo sono quelle relative alla percezione, all’assimilazione, all’immaginazione e alla memoria.
INTROIEZIONE Meccanismo di difesa con il quale l’individuo assimila nel proprio Io il mondo oggettuale per sconfiggere situazioni angoscianti (si contrappone a
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INTROVERSIONE E’ la tendenza a ritirarsi in sé e a convogliare interessi ed energie verso il proprio mondo interiore invece che riversarli all’esterno. Quando è eccessiva pregiudica i rapporti sociali.
INTUIZIONE Capacità di conoscere e comprendere in base alle sensazioni il valore delle cose, o delle idee, e delle relazioni esistenti tra loro, senza la mediazione di nessun ragionamento.
IO E’ uno dei termini della “trilologia psichica” freudiana. E’ la parte razionale della personalità che dovrebbe assicurare e mantenere il giusto equilibrio tra le richieste dell’istinto (Es) e i condizionamenti religiosi e sociali (Super Io).
ISOLAMENTO Meccanismo di difesa per cui l’individuo si chiude totalmente in se stesso. E’ tipico delle nevrosi ossessive.
ISTINTO E’ quel comportamento ereditario che non viene appreso, ma nasce con ogni individuo, il cui fine è quello di farlo sopravvivere. I due istinti che vanno soddisfatti, pena la morte, sono quelli della fame e della sete.
MANIA Forma di disturbo psichico abbastanza grave che dà origine a un senso di benessere che si manifesta con vivacità, euforia, cordialità e loquacità esagerate e delirio di persecuzione o profetico.
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MANIACALE Tipo di comportamento determinato da una mania. Di solito si alterna a uno stato depressivo.
MECCANISMO DI DIFESA Procedimento inconscio originato e utilizzato dall’Io sia per superare una difficoltà, un conflitto interiore, sia per combattere le pulsioni dell’Es che risultano angoscianti o inaccettabili alla coscienza. Esistono numerosi meccanismi di difesa e quelli più facilmente individuabili attraverso lo studio della scrittura sono: la rimozione, la conversione e lo spostamento, la formazione reattiva, la proiezione, la razionalizzazione, la regressione, il rivolgimento contro il sé e la sublimazione.
MOTIVAZIONE L’insieme degli stimoli che provengono dalla psiche dell’individuo e che lo spingono a compiere una determinata azione per conseguire un obiettivo. La motivazione, che determina e spiega un comportamento, può essere cosciente o inconscia, transitoria o abituale, semplice o complessa, primaria (per es.: mangiare, bere, dormire) o secondaria (per es.: autorealizzazione nel sociale).
NARCISISMO E’ di chi stima le proprie azioni e ama la sua immagine fisica in modo esagerato. Tuttavia, oggi molti neo-psicoanalisti considerano il narcisismo in modo più ampio. Il narcisismo è primario, cioè molto pronunciato, quando rende l’individuo incapace di voler bene agli altri, mentre è secondario quando potrebbe essere paragonato all’ amor proprio.
OSSESSIONE Pensiero che sovrasta tutti gli altri, presente nella mente in modo continuativo e ripetitivo
al punto che la persona, nonostante cerchi di
allontanarlo, non riesce a fare nulla se non ciò che riguarda questa
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Comunque,
si
manifesta
anche
quando
il
soggetto
è
eccessivamente stressato o preoccupato per qualcosa in particolare.
PANICO E’ la degenerazione della paura che si scatena improvvisamente e può durare pochi minuti come delle ore. Il panico provoca reazioni fisiche, come sudorazione, batticuore, difficoltà nella respirazione e sintomi di soffocamento.
PASSIVITÀ E’ un modo di vivere la vita senza energia, senza iniziativa, da spettatori più che da attori, accettando la volontà degli altri o subendo gli eventi senza reagire, finendo per essere facilmente suggestionabili. E’ un sintomo della malinconia e della depressione.
PAURA Emozione fisiologica che serve la sopravvivenza ed è suscitata da una cosa, un animale, una persona che l’individuo ritiene pericolosi o capaci di danno. Quando la paura è immaginaria prende il nome di fobia.
PERFEZIONISMO E’ la voglia di raggiungere il massimo risultato nelle cose che si fanno. E’ una reazione a un complesso di inferiorità che non trova limite di compensazione.
PERSONALITÀ E’ l’insieme dei comportamenti e degli atteggiamenti che ogni individuo mette in atto, così da percepire se stesso come individuo diverso dagli altri. E’ il
risultato di un’interazione dinamica fra temperamento,
intelligenza e affettività.
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PROIEZIONE Meccanismo di difesa complesso con cui l’individuo cerca di trasferire su un’altra persona o su un oggetto qualità, desideri, sentimenti che censura in se stesso.
PSICOFISICO Inerente sia al corpo che alla mente.
PSICOLOGIA La scienza che studia il comportamento dell’uomo e le sue manifestazioni.
PSICOSOMATICA (MALATTIA) Si
definisce
così
ogni
malattia
fisica
che
abbia
alla
sua
origine
un’importante causa psicologica, guarendo la quale si porta a scomparire il disturbo.
Ciò
che
differenzia
i
disturbi
psicofisiologici
da
quelli
psicosomatici è che i primi non vanno a toccare l’integrità né funzionale né organica del fisico, al contrario dei secondi.
PULSIONE E’ la forza interna incontrollabile che spinge all’azione.
RAZIONALIZZAZIONE Meccanismo di difesa a cui un individuo ricorre per dare una spiegazione coerente e accettabile a un suo atteggiamento che è effetto di desideri inaccettabili e inconsci.
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REGRESSIONE Implica il ritorno a un precedente e già superato processo psichico. E’ uno dei tanti meccanismi di difesa originato per superare avvenimenti traumatici o conflitti interiori; l’individuo evita l’angoscia rifugiandosi in uno stadio in cui era assente la sofferenza.
RELAZIONE SOCIALE Rapporto che intercorre tra una persona e l’altra dove sentimenti, stati d’animo, legami e atteggiamenti vengono messi in gioco. Le relazioni possono essere di avvicinamento o di distanziamento e si avvicendano continuamente tra loro.
RESISTENZA Atteggiamento che porta il soggetto a rifiutare ogni forma di suggerimento o di consiglio da parte dell’altro. E’ una sorta di sordità psicologica che non permette al soggetto di crescere.
RICETTIVO Capacità di un individuo di ricevere impressioni e suggestioni tramite i sensi.
RIMOZIONE Meccanismo di difesa per eccellenza, e il più frequente, attraverso il quale l’individuo non consente a pensieri, immagini, ricordi, legati a una pulsione, di affiorare alla coscienza.
SADISMO Il provare piacere nell’infliggere sofferenza agli altri.
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SÉ Termine che sottolinea l’identità psichica individuale, differenziandola dall’”altro” o “non-sé”. Ogni individuo trae l’immagine del proprio Sé sia dall’introspezione, ovvero dal riconoscersi nelle doti e tendenze che gli appartengono, sia dai messaggi sulla sua persona ricevuti dall’ambiente familiare e sociale.
SEDUZIONE Atteggiamento che porta la persona seduttiva a usare ogni mezzo pur di conquistare e accaparrare l’altro. Si tratta, in fondo, di servilismo e di sudditanza per un proprio tornaconto che riguarda soprattutto l’immagine di sé.
SENSIBILITÀ Attitudine a percepire emozioni, sentimenti, affetti e a reagire di conseguenza. I soggetti più sensibili sono anche quelli che hanno una resistenza psichica discontinua e fluttuante.
SENTIMENTO Moto soggettivo dell’animo che può esprimere amore, gioia, pietà, amicizia, desiderio, ecc… E’ l’affettività contrapposta alla razionalità.
SOMATIZZARE Significa trasferire una sofferenza psichica sul corpo, ovvero è il trasformare un disturbo mentale in organico.
SPONTANEITÀ E’ il dire e il fare in maniera naturale e istintiva, rivelando apertamente il proprio modo di essere, sentire e pensare. Nei bambini è una qualità fondamentale, mentre nell’adulto può rivelare una sorta di infantilismo e ingenuità.
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SPOSTAMENTO Meccanismo di difesa per cui un sentimento, un’emozione o un impulso potenzialmente angosciosi vengono spostati da un oggetto inconscio interno a un altro conscio esterno, simbolicamente legati per associazione.
STEREOTIPO Modello di comportamento, di discorso, di azione che viene accettato senza operare una critica e che non è suscettibile di modifica col passare del tempo.
STRESS Eccesso di stanchezza fisica o mentale causato da un ritmo di vita intenso o da una serie continua di eventi negativi.
SUBLIMAZIONE Secondo Freud la sublimazione è quel meccanismo che devia una pulsione censurata verso uno scopo non sessuale, ovvero verso attività utili alla società. Per esempio, una persona predisposta alla “crudeltà” può sublimare questo istinto facendo il macellaio o il chirurgo; un’altra, affetta da “mitomania”, può scrivere favole e racconti.
SUPER IO E’ uno dei tre elementi della “trilologia psichica” di Freud. Il Super Io è costituito dalle norme, dai principi, dai divieti di ordine morale, sociale, civile e religioso che tutti gli essere umani sono tenuti a rispettare. Si forma nel periodo dell’infanzia.
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TEMPERAMENTO E’ la base innata, genetica, con qualità intellettive e tendenze emotivoaffettive su cui si costruisce il carattere in base all’esperienza.
TIC Comportamento ripetitivo di origine nervosa o psicologica. Non può essere contenuto coscientemente. Se corretto subito ci sono buone possibilità che si risolva, diversamente è impossibile eliminarlo e si fissa anche se la situazione che l’ha determinato è cessata. I tic producono una specie di fenomeno imitativo, così chi balbetta induce anche l’interlocutore a balbettare.
TIMIDEZZA Carattere di chi è inibito, riservato, timoroso del giudizio altrui e che ha sempre
paura
di
sbagliare,
per
cui
diventa
perfezionista.
Il
comportamento è spesso impacciato e schivo.
TRAUMA Lesione
fisica
causata
in
modo
violento
e
improvviso
che
incide
profondamente sulla psiche del soggetto anche a distanza di tempo.
UMORE Disposizione d’animo che accompagna ogni essere umano. Ci sono persone che hanno un umore stabile, altre uno variabile. L’umore dipende da molte circostanze che vanno dallo stato di salute, da un avvenimento inaspettato sino addirittura a un pasto pesante da digerire.
VOLONTÀ E’ la facoltà di decidere liberamente un’azione o un comportamento.
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Scuola di formazione psicologica e grafologica di Evi Crotti. Nasce nel novembre del 1983 inglobando le attivitĂ didattiche della scuola di grafologia CROTTI fondata nel 1975 e le attivitĂ di consulenza della fondatrice Edvige Crotti e di Alberto Magni.
DOCENTI Evi Crotti esperta di comunicazione, giornalista, scrittrice e psicopedagogista, fondatrice nel 1975 della "Scuola Crotti".
Alberto Magni medico, psicoterapeuta, scrittore, perito grafo-tecnico e titolare insieme a Evi Crotti del "Centro di Studi e Ricerche di Crotti e Magni".