Professione Veterinaria, Anno 2009, Nr 19

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PROFESSIONE

la VETERINARIA A.N.M.V.I.

ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI

19 2009

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SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

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Anno 6, numero 19 dal 25 al 31 maggio 2009 Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. srl - Cremona

NUOVO ACCORDO PER LA VETERINARIA CONVENZIONATA

CAMPIONI GRATUITI DEI FARMACI

SANZIONI AD HOC SULLE RICETTE VETERINARIE

AGGRESSIVITÀ E AFFEZIONI ALGOGENE

IN CAMPANIA UN DDL SUL RANDAGISMO

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BREVI

INTRAMOENIA: LA SENTENZA DEL TAR

BORSE DI STUDIO La Sardegna ha approvato il finanziamento per il triennio 2009/2011 di 30 borse di studio per la frequenza delle Scuole di specializzazione della Facoltà di veterinaria di Sassari. Per il 2009, cinque saranno assegnate per la Scuola di specializzazione in sanità animale, allevamento e produzioni zootecniche e cinque per la Scuola in ispezioni degli alimenti. (www.regione.sardegna.it)

ENCI Il Tar del Lazio ha rigettato la richiesta di sospensiva dell’Enci. Il decreto del Mipaaf per la nomina di Marco Lusetti a commissario ad acta resta in vigore.

PIEMONTE Adriano Sarale è stato rieletto all’unanimità Presidente dell’Associazione degli Ordini piemontesi per il terzo mandato consecutivo. Vice Presidente confermato Cesare Pierbattisti, Segretario Gianni Re e Tesoriere Miriam Consoli. I consiglieri sono: Fulvio Brusa, Massimo Favilla e Massimo Minelli.

FISE La Federazione Italiana Sport Equestri ha lanciato una nuova newsletter, un servizio mensile per i tesserati e per gli appassionati di equitazione con informazioni e approfondimenti sulla Federazione. Chi vuole può mandare video e fotografie legate al mondo del cavallo a: ufficiostampa@fise.it

PEC Le istruzioni per l’attivazione e il rilascio della casella di posta elettronica certificata sono indicate dal Decreto approdato alla Gazzetta Ufficiale n.119, il 25 maggio 2009: Disposizioni in materia di rilascio e di uso della casella di posta elettronica certificata assegnata ai cittadini. I professionisti sono tenuti per legge a dotarsi di una casella pec.

FISCO I pagamenti di Unico che verranno effettuati entro la scadenza del 16 luglio non saranno "penalizzati" con la maggiorazione dello 0,40%. La cancellazione è legata al ritardo nel rilascio di Gerico 2009. Di solito, la maggiorazione viene prevista per chi sceglie di adempiere un mese dopo il primo termine, fissato al 16 giugno.

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ANMVI 1999

CANE DI RAZZA

Nuovo Disciplinare per la displasia La Fsa invita i veterinari referenti a seguire da subito le nuove norme A PAGINA 3

La delibera del 13 gennaio 2008 della Regione Lombardia "Linee di indirizzo in ordine all'esercizio della libera professione intramuraria da parte dei medici veterinari" era parsa subito inaccettabile all'ANMVI ed al mondo veterinario della Lombardia. La circolare che avrebbe dovuto regolamentare l'attività in intramoenia dei veterinari pubblici sembrava in realtà una semplice accettazione delle richieste di un sindacato dei dipendenti pubblici veterinari, del resto scritta da esponenti di questo sindacato, senza tenere minimamente in conto alcuni aspetti di logica della libera professione intramuraria fra cui, in particolare, quelli riferiti a garantire la mancanza di conflitti di interesse e la trasparenza della gestione economica. Per questo l'ANMVI ed alcuni veterinari liberi professionisti avevano deciso di impugnare la delibera chiedendo ai loro legali di presentare ricorso (28 ottobre 2008) al Tar della Lombardia. La maggior parte degli Ordini Provinciali della Lombardia aveva condiviso la posizione espressa dall'ANMVI. Con sentenza n. 3840/2009 il Tar

ha respinto il ricorso. "Questa sentenza - ha commentato Carlo Scotti - che avremo modo di valutare con i nostri legali considerando anche l'opportunità di un ulteriore ricorso al Consiglio di Stato, è una sentenza contro la stragrande maggioranza della veterinaria pubblica e privata che crede nella sua professione e la svolge con grande serietà ed impegno respingendo logiche puramente sindacali ed interessi conservatori che si oppongono ad un urgente e necessaria evoluzione del mondo veterinario anche, se non soprattutto, nel settore pubblico. Purtroppo nel nostro Paese il settore pubblico riesce ancora a farsi condizionare da ristretti interessi sindacali anche quando questi si scontrano con le esigenze della sanità pubblica e quelle di un'intera categoria professionale". La posizione dell'ANMVI non è contraria al diritto acquisito dei veterinari dipendenti a svolgere le attività professionali in regime di intramoenia, bensì a delibere attuative della Legge 120/2007 che non rispettando il dettato normativo stravolgono i principi e le finalità per le quali viene riconosciuta l'intramoenia veterinaria. ■

CANILI: IL FALLIMENTO DELLA PREVENZIONE I RECENTI FATTI DI MODICA, LE DENUNCE AI GESTORI DEL CANILE DI CREMONA E, PER ALTRI ASPETTI, LA REALTÀ SUL RANDAGISMO IN ABRUZZO, come è emersa dopo il terremoto, evidenziano come nonostante norme e finanziamenti continui a non esserci in Italia una seria politica per la gestione di questo fenomeno culturale e sociale. Se continuiamo a pensare che il tutto si possa affrontare solo costruendo nuovi canili, più belli o più grandi che siano, ma comunque sempre prigioni nelle quali raccogliere un numero sempre maggiore di animali che vi resteranno reclusi per anni, se non per tutta la vita, in condizioni non sempre rispettose del loro benessere, forse abbiamo sbagliato tutto. Se la soluzione del randagismo può essere solo la cattura e l'internamento di centinaia di migliaia di animali, con tutte le speculazioni economiche che ne derivano, ci dispiace, ma questo è il fallimento di ogni seria politica di prevenzione e gestione del problema. Gli interventi, a nostro avviso, devono essere a monte e non bastano certo le numerose campagne di sensibilizzazione a far cambiare un atteggiamento culturale da paese incivile estremamente diffuso nel nostro paese. Una politica di prevenzione passa attraverso una seria educazione dei proprietari, rendendoli responsabili della loro scelta di ospitare un animale, rigidi controlli sul mercato degli animali, spesso abusivo ed illegale, una precisa e completa anagrafe animale e conseguenti controlli, una sterilizzazione generale di tutti gli animali vaganti e quelli di proprietà lasciati liberi. Il giorno in cui riusciremo a chiudere l'ultimo canile avremo vinto questa battaglia.

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2009 ANMVI



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www.fondazionesaluteanimale.it Attualità

VETERINARIA 19 | 2009

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Nuovo Disciplinare per il controllo ufficiale della displasia dell’anca e del gomito Approvazione ministeriale delle modifiche suggerite dalla CTC del cane; f) dichiarazione da parte del proprietario di accettazione dell’informativa riportata ai sensi dell’art. 13 D.Lgs 30 giugno 2003, n 196 e concessione del consenso al trattamento dei dati personali nei limiti indicati dall’informativa stessa. (articolo 10)

APPELLO AL GIUDIZIO

on proprio Decreto n. 11048 il 7 Maggio scorso il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha approvato le modifiche al Disciplinare per il controllo ufficiale della displasia dell’anca e del gomito nel cane di razza apportate dalla Commissione Tecnica Centrale dell’ENCI. Il nuovo Disciplinare sostituisce il precedente n. 20668 del 12 Marzo 2002 ed è entrato in vigore dalla data di emissione. Nel darne comunicazione ai propri medici veterinari referenti, la Fondazione Salute Animale ha invitato al tempestivo adeguamento alle nuove norme e a prendere visione dell’intero documento. Il Dipartimento delle politiche di sviluppo economico e rurale del Mipaaf ha approvato il nuovo testo del Disciplinare, in conformità a quanto deliberato dalla Commissione Tecnica Centrale a novembre dello scorso anno e dal Consiglio Direttivo ENCI del 17 febbraio 2009. Si tratta di “alcune modifiche di natura formale, concordate con lo stesso ENCI, al fine di u-

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GLI ESAMI RADIOGRAFICI (ALLEGATO 2) e modifiche alle modalità di esecuzione degli esami radiografici per la displasia dell'anca e del gomito sono riportate nell’allegato: 2 ai punti 5 e 6. 5. Sulla radiografia deve comparire il numero di registrazione ROI o RSR, la data di esecuzione della radiografia, il nome del medico veterinario e/o della struttura veterinaria che ha eseguito la radiografia e le lettere D o S (R o L) ad indicare il lato destro o sinistro dell’anca od il gomito destro o sinistro; questi dati devono essere impressi sull’emulsione della pellicola al momento dello sviluppo, mediante un foto-timbro o mediante nastri o lettere radio-opachi applicati sulla cassetta radiografica prima dell’esposizione. 6. L’età minima per il controllo ufficiale della displasia dell’anca e della displasia del gomito varia da un anno ad un anno e mezzo in funzione della razza, come specificato nell'allegato 3. In caso di palese displasia dell’anca e/o del gomito riscontrata prima dell’età minima sopra indicata, il controllo ufficiale potrà essere anticipato.

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ETÀ MINIMA (ALLEGATO 3) ’Allegato 3 del Disciplinare riguarda l’ètà minima per l'esame radiografico ufficiale nelle varie razze. 1. L'età minima per l'esame radiografico per la displasia dell'anca è di 12 mesi per tutte le razze, con le eccezioni seguenti: a) 15 mesi per le razze Bovaro del Bernese, Grande Bovaro Svizzero, Briard e Rottweiler; b) 18 mesi per le razze Bullmastiff, Cane da montagna dei Pirenei, Cane di San Bernardo, Dogue de Bordeaux, Alano, Leonberger, Pastore Maremmano Abruzzese, Mastiff, Mastino Napoletano, Terranova, Landseer continentale, Riesenschnauzer, Irish Wolfhound, barbone Grande Mole, Barzoi, Cane da pastore del Caucaso, Cane da pastore di Ciarplanina, Slovensky Kuvac 2. L'età minima per l'esame radiografico per la displasia gomito è di 12 mesi per tutte le razze.

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na migliore comprensione”. Inoltre, “le nuove disposizioni, nel loro insieme, così come riformulate, risultano rispondenti alle finalità del libro genealogico del cane di razza”. Di seguito pubblichiamo il testo del nuovo Disciplinare, nelle parti modificate, evidenziate nel box (Novità in sintesi).

IL MODULO DI ACCOMPAGNAMENTO Sul modulo di accompagnamento dell’esame radiografico devono comparire anche le seguenti dichiarazioni: a) dichiarazione del proprietario del cane sottoposto all’esame radiografico che attesta l’autenticità della sua identità; b) dichiarazione del proprietario del cane che, per quanto di sua conoscenza, il cane non è stato sottoposto a trattamenti chirurgici finalizzati a migliorare la condizione articolare; c) dichiarazione del proprietario che autorizza la Centrale di lettura a trattenere il radiogramma/i; d) dichiarazione del medico veterinario che ha eseguito l’esame radiografico di aver verificato l’identità del cane; e) dichiarazione del medico veterinario di aver eseguito l’esame radiografico con un adeguato stato di rilassamento muscolare del cane indicando il/i farmaco/i utilizzato/i ed il dosaggio ed il peso

La procedura di appello al giudizio emesso da una delle Centrali di Lettura accreditate dall’ENCI prevede le seguenti possibilità: A - Istanza di Verifica: indirizzata dal proprietario del cane direttamente alla stessa Centrale di Lettura che ha emesso il giudizio, al fine di controllare eventuali errori formali e la ratifica o meno del giudizio emesso. Qualora la Centrale dovesse modificare il giudizio per aver riscontrato un errore, provvederà a informarne l’ENCI e a correggere il giudizio riportato sul certificato genealogico utilizzando apposito timbro predisposto dall’ENCI. B - Appello di 1° grado: il proprietario del cane inoltra all’ENCI domanda di appello per contestare il giudizio avuto, allegando una relazione di un medico veterinario che giustifichi l’appello ed eventualmente una nuova radiografia correttamente identificata ai sensi del punto 5 dell’allegato 2 del Disciplinare ENCI HD/ED ed eseguita non prima di sei mesi dalla data di esecuzione di quella già giudicata. La Commissione di Appello di 1° grado valuterà il ricorso su convocazione del Direttore entro 4 mesi dalla sua presentazione. La Commissione di Appello di 1° grado è composta da un lettore ufficiale indicato da ciascuna delle Centrali di Lettura riconosciute dall’ENCI e si riunisce in presenza del Direttore dell’UC; essa delibera sull’appello presentato o confermando il giudizio o modificandolo o richiedendo la ripetizione dell’esame radiografico entro 2 mesi presso un lettore ufficiale a scelta del richiedente; in quest’ultimo caso la nuova radiografia verrà valutata dalla Commissione entro 4 mesi dalla data di esecuzione. In caso di accoglimento dell’appello, il giudizio verrà modificato con le stesse modalità di cui al punto A e senza spese a carico del ricorrente. Nel caso invece in cui l’appello non venga accolto, il giudizio viene confermato ed il ricorrente è tenuto a pagare le spese stabilite dall’ENCI. C - Appello di 2° grado: in caso di rifiuto da parte del ricorrente del giudizio e-

LE NOVITÀ IN SINTESI • Art. 10, comma e: nella dichiarazione del veterinario che ha eseguito l’esame radiografico deve essere indicato anche il farmaco o i farmaci utilizzati per la sedazione, la dose somministrata ed il peso del cane; • Art. 10, comma f: dichiarazione del proprietario di accettazione dell’informativa riportata ai sensi del Lgs 30 Giugno 2003 n. 196; • Art. 14: nuovo sistema di ricorso in appello contro il giudizio espresso dalla Centrale di lettura che prevede tre gradi: a) istanza di verifica indirizzata alla Centrale di lettura, b) appello di 1° grado, c) appello di 2° grado; • Allegato 2, art. 5: nei dati impressi sull’emulsione del radiogramma deve figurare anche il nome del veterinario o della struttura veterinaria che ha eseguito l’esame radiografico, oltre alla data di esecuzione ed all’identificazione del cane esaminato; • Allegato 2, art. 6: in caso di palese displasia dell’anca e/o del gomito riscontrata prima dell’età minima richiesta per l’esame ufficiale, il controllo ufficiale potrà essere anticipato; • Allegato 3: completamento delle razze in cui è richiesta l’età minima di 18 mesi per il controllo ufficiale della displasia dell’anca (v. box); • Allegato 5: Diversa Classificazione dei gradi di Displasia del gomito con introduzione di un grado borderline (BL) tra il grado 0 ed il grado 1°, per la presenza di alterazioni articolari minime, e aggiornamento della definizione dei gradi 2° e 3° (v. box).

spresso dalla Commissione di 1° grado o qualora la Commissione di 1° grado non abbia raggiunto un giudizio condiviso, l’ENCI farà riferimento alle apposite Commissioni di esperti internazionali per la displasia dell’anca e per la displasia del gomito approvate dal Consiglio generale della FCI, secondo le modalità internazionali da esso stabilite. (articolo 14) ■

I GRADI DI DISPLASIA DEL GOMITO (ALLEGATO 5) L’allegato 5 del Disciplinare contiene la classificazione F.C.I. - IEWG della displasia del gomito. • Grado 0: non si riscontrano alterazioni • Grado BL (borderline, di transizione): alterazioni articolari minime • Grado 1: presenza di osteofiti di ampiezza < 2 mm, e/o di sclerosi subtrocleare dell’ulna e/o di incongruenza articolare < 2 mm • Grado 2: presenza di osteofiti di ampiezza da 2 a 5 mm e/o di grave sclerosi subtrocleare dell’ulna e/o di incongruenza articolare > 2 mm; alterazioni del profilo del processo coronoideo mediale senza evidenza di frammentazione od una fusione incompleta del processo anconeo ulnare comportano comunque il grado 2 • Grado 3: presenza di osteofiti di ampiezza > 5 mm; l’evidenza di un processo coronoideo mediale frammentato o di una lesione del profilo del condilo omerale mediale da osteocondrite dissecante (OCD) o da erosione (KL), o di una mancata unione del processo anconeo (UAP) comportano comunque il grado 3. Anche i cani sottoposti ad interventi chirurgici per displasia del gomito devono essere classificati come Grado 3 indipendentemente dal grado delle alterazioni articolari presenti, se l’intervento eseguito è dimostrabile radiograficamente.


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4 Attualità Contratti e iniziative

VETERINARIA 19 | 2009

Un nuovo Accordo per la veterinaria convenzionata I INCONTRO A MILANO SULL’AUTHORITY

Sottoscritta in Sisac l'ipotesi di Accordo della Specialistica Ambulatoriale Veterinaria

ono state firmate il 27 maggio, in Sisac, le ipotesi di Accordi relativi ai tre settori della Medicina Generale, della Pediatria di Libera Scelta e della Specialistica Ambulatoriale, Veterinaria ed altre Professionalità (Psicologi, Chimici, Biologi). Gli accordi sono stati sottoscritti dai sindacati di comparto Sumai, Cisl medici e Federazione Medici UILFPL. Il testo include innovazioni rispetto al previgente Accordo del 23 marzo 2005 che interessano da vicino anche la medicina veterinaria convenzionata, a partire dalle tabelle sugli arretrati euro/ora (2006-2007) e gli incrementi euro/ora valevoli dal 1 gennaio 2008.

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PRECISATO IL RUOLO La veterinaria convenzionata con il SSN entra in maniera più consistente nell'Accordo e trova riferimenti più espliciti e precisi. Sono riscritti i doveri e i compiti del medico veterinario convenzionato che "concorre ad assicurare, nell'ambito delle attività distrettuali e territoriali dei Servizi del Dipartimento di Prevenzione Veterinario, come individuate dal Piano sanitario nazionale e dai piani sanitari regionali vigenti, le attività istituzionali unitamente agli altri operatori sanitari. Concorre all'espletamento delle funzioni e delle attività istituzionali secondo quanto previsto dalla normativa nazionale e comunitaria, in particolare dai Regolamenti Ce 852, 853, 854 e 882/04 e successive modificazioni ed integrazioni, in materia di ispezione degli alimenti di origine animale, sanità animale e igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche nei settori

degli animali produttori di alimenti e di affezione, selvatici, sinantropi e altre prestazioni professionali specialistiche richieste nell'ambito delle competenze delle Aziende ed Istituti del Ssr per cui opera". La definizione dei compiti inerenti lo svolgimento delle attività istituzionali nell'ambito del modello organizzativo definito dalla Regione, "è demandata alla contrattazione regionale, fermo restando il divieto per il medico veterinario di effettuare prestazioni che siano in contrasto con il Codice Deontologico e con la legislazione vigente". Il nuovo Accordo specifica, fra l'altro, i titoli e i criteri per la formazione delle graduatorie, i compensi per gli incarichi a tempo indeterminato (rideterminato dal 1 gennaio 2008 in 28,09 euro/ora e a tempo determinato (rideterminato dal 1 gennaio 2008 in 38,76 euro/ora), oltre ai compensi per l'indennità di rischio e l'indennità specifica di categoria. Il nuovo Allegato A-bis dettaglia le specializzazioni della medicina veterinaria.

l Movimento per l'Italia ha lanciato una petizione ai Presidenti di Camera e Senato per istituire una Authority per la difesa dei diritti degli animali ed il controllo del loro benessere. Invitata ad un confronto sull'iniziativa, l'Anmvi ha incontrato il 21 maggio a Milano Daniela Santanchè, leader del Movimento e fautrice della petizione. All'incontro con Daniela Santanchè hanno partecipato per l'Anmvi il Presidente Senior Carlo Scotti e il Direttore Antonio Manfredi. A seguito del lancio su scala nazionale dell'iniziativa, l'Anmvi, sollecitata ad aderire, aveva espresso perplessità e critiche sia riferite alla necessità stessa di istituire un'Authority sia per il ruolo non chiaramente e sufficientemente delineato che si attribuirebbe al medico veterinario. Nella petizione si chiede che questo organismo “si avvalga di un apposito istituto di vigilanza all’uopo costituito e composto da soggetti provenienti possibilmente sia dal comparto medico/veterinario, che da associazioni, enti e/o organizzazioni operanti sia a livello locale che nazionale a favore del mondo animale”. Il Movimento per l'Italia ha quindi chiesto di poter incontrare i responsabili dell'Associazione per approfondire il progetto. Carlo Scotti ha ribadito le perplessità dell'Anmvi, ricordando il numero degli attori che già si occupano di diritti e di benes-

ULTERIORE SOSTEGNO DALL’ENPAV AI COLLEGHI ABRUZZESI

STATO-REGIONI Armando Masucci, Segretario Nazionale della Federazione Medici UILFPL, commenta così la firma: "L'Accordo risponde brillantemente ad una vicenda che grazie alla Federazione Medici UILFPL, che per prima ha posto sul tavolo la delicata questione, ha visto coinvolti i medici veterinari ed in particolare i precari, a cui non erano riconosciuti i diritti del lavoro e che vedevano la propria dignità umana e professionale calpestata". L’Accordo sarà operativo all'atto dell'approvazione definitiva da parte della Conferenza per i Rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome. ■

sere animale, anche ai massimi livelli istituzionali, e dei soggetti preposti ai controlli. D'altra parte, ha ricordato il Presidente Senior dell'Anmvi, anche le norme non mancano, per quanto sempre bisognose di aggiornamento in considerazione dell'evoluzione del rapporto uomo-animale. Prioritario, è la tesi dell'Anmvi, sarebbe che tutti facessero la loro parte senza sovrapposizioni e interferenze. L'Associazione condivide l'assunto della petizione, che vi siano cioè carenze nell'applicazione delle leggi, come ampiamente dimostrato dalle cronache recenti sul randagismo. Un piano di intervento come quello prefigurato dal progetto Leavet ha trovato concorde Daniela Santanchè, stante che il fenomeno non è ancora stato affrontato con un'azione preventiva e di contrasto che faccia sistematicamente leva sulla risorsa rappresentata dalla veterinaria privata. La Santanchè, in risposta alle perplessità espresse dall'ANMVI, ha ribadito i punti di forza del suo progetto: in una situazione di emergenza non vi è altra possibilità che replicare l'esperienza delle Authority, che in altri settori hanno portato risultati. In questo progetto, ha dichiarato la leader del Movimento per l'Italia, i veterinari potranno avere un ruolo da protagonisti e in questo senso, il progetto dell'Authority potrebbe vedere rafforzato il contributo della veterinaria.

urante la riunione del Consiglio di Amministrazione, svoltasi il 16 maggio scorso nella città di Verona, sono state decise ulteriori misure di sostegno ai veterinari abruzzesi che, alla data dell'evento sismico, avevano la residenza o la sede operativa nei Comuni colpiti dal sisma come individuati dal Decreto Ministeriale del 16 aprile 2009. Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato, all'unanimità: • di sospendere i termini per gli adempimenti previdenziali obbligatori e per i versamenti contributivi relativi all'anno 2009, aventi scadenza successiva al 6 aprile 2009, fino al 30.11.2009 salvo successiva proroga; • di prevedere la sospensione dei termini per il pagamento di riscatti, ricongiunzioni, iscrizioni retroattive, fino al 30.11.2009, salvo successiva proroga. Per usufruire dei sopradescritti benefici, è essenziale la presentazione di apposita istanza, da presentarsi direttamente all'Ente • di non operare, relativamente ai residenti nella provincia dell'Aquila, le ritenute fiscali alla fonte sui trattamenti previdenziali, previa richiesta degli interessati, fino al 30.11.2009, salvo proroga. Si specifica che le ritenute previdenziali alla fonte sui trattamenti fiscali non verranno operate unicamente per i residenti nella sola Provincia dell'Aquila, come previsto dal DM del Ministero dell'Economia e delle Finanze del 9/4/2009. Il Consiglio ha inoltre deciso: • di sospendere le attività legate al recupero dei crediti contributivi sino al 31.12.2009, salvo proroga; di prevedere un primo contributo straordinario a favore dei soggetti sopra indicati di € 1.500,00, previa delibera del Comitato Esecutivo, da corrispondere a seguito di domanda fatta pervenire tramite il presidente dell'Ordine professionale di L'Aquila. I casi di particolare gravità saranno esaminati di volta in volta secondo le regole vigenti; di prevedere il versamento di una erogazione liberale pari ad € 10.000,00, sull'apposito conto corrente istituito dall'Ordine professionale dei veterinari di L'Aquila; per l'anno corrente di dare la precedenza, nella graduatoria per i prestiti agli iscritti, alle domande inviate dai professionisti colpiti dal sisma; di sospendere altresì la riscossione delle rate dei prestiti in corso fino al 31/12/2009.

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A.N.M.V.I. ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI

ASSALCO ed ANMVI: Un impegno comune a garanzia del Pet Food

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a sempre più stretta collaborazione tra ANMVI ed ASSALCO Associazione Nazionale tra le imprese per l’Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia ha portato alla formazione di un gruppo di lavoro misto, composto da tecnici delle industrie produttrici e medici veterinari, a garanzia della sicurezza del pet food. Negli ultimi anni, infatti, alcuni casi di contaminazione che hanno riguardato l’intera industria alimentare e mangimistica hanno fatto emergere la necessità di una sempre maggiore attenzione e capacità di riconoscere, individuare e reagire tempestivamente alle nuove problematiche che possono crearsi. A questo fine, si è dimostrata fondamentale la cooperazione tra i medici veterinari che si occupano della cura degli animali da compagnia ed i produttori di pet food, ossia tra chi quotidianamente osserva gli animali da compagnia, conosce le loro esigenze ed ascolta i loro proprietari, e chi produce gli alimenti di cui questi si nutrono. Partendo dall’esame dei manuali e delle linee guida a cui fanno riferimento le aziende ASSALCO, si è quindi dato vita ad una piattaforma che ha lo scopo di condividere e diffondere i principi su cui si basa la produzione e la commercializzazione del pet food.

Gli strumenti a garanzia del Pet Food

L’Industria del pet food ha sempre dimostrato una forte responsabilità nei confronti degli animali da compagnia e dei loro proprietari, come testimoniano i documenti che da anni sono un punto di riferimento fondamentale per le attività delle aziende produttrici. Già nel 2007 l’Industria europea del pet food, rappresentata dalla FEDIAF, ha dato prova della propria responsabilità attraverso la pubblicazione e l’implementazione del “Manuale di Buone Pratiche di Produzione di Pet Food Sicuro” (riconosciuto dalla Ce e dal Ministero della Salute), a cui si sono nel tempo aggiunti le “Linee Guida Nutrizionali per cani e gatti” e l’oramai imminente “Codice di Buone Pratiche per la Comunicazione sul Pet Food”, con cui verrà garantita, sia al veterinario che al consumatore, la possibilità di ottenere informazioni sempre più accurate sulla composizione degli alimenti per animali da compagnia. Le Linee Guida Nutrizionali sono utili ad ideare e formulare un prodotto di qualità che, grazie al Manuale di Buone Pratiche di Produzione, è conforme ai requisiti di sicurezza e di igiene, ed è infine immesso in

commercio con una comunicazione responsabile e veritiera grazie al Codice sulla Comunicazione. Tali strumenti sono «flessibili» per adattarsi alle diverse realtà produttive ed in continua evoluzione per soddisfare le disposizioni comunitarie ed avvalersi dei progressi tecnicoscientifici necessari a fronteggiare in tempo reale i problemi e le emergenze che possono sorgere. Dovendo aiutare a raggiungere e a garantire la qualità dei prodotti, questi Manuali di autoregolamentazione necessitano più che mai dell’approfondimento e della conoscenza da parte del mondo veterinario. È necessaria una costante e fattiva collaborazione per far sì che questi documenti siano un punto di riferimento per tutti gli operatori del settore degli animali da compagnia, facilitando così i compiti di tutte le parti coinvolte. La piattaforma comune creata dall’Associazione dei Medici Veterinari e dalle aziende associate ad ASSALCO, come anche sostenuto dalla Dott.ssa Gaetana Ferri, Direttore generale della sanità animale e del farmaco veterinario, è un importante strumento «per garantire la sicurezza dei prodotti per gli animali da compagnia e per far fronte nel miglior modo possibile a tutte le eventuali contingenze sanitarie» che possono intaccare la qualità del pet food e la fiducia del consumatore. E questo è possibile grazie ad ASSALCO ed ANMVI per l’importanza che entrambe le associazioni rivestono nei rispettivi ambiti di competenza.




8 Osservatorio farmaco Cura e allevamento

I “campioni gratuiti” dei medicinali veterinari di MIMMO FERULLI Dirigente Veterinario - Area “C” - ASL Bari GIORGIO NERI Libero professionista - Novara FILIPPO VERDE Dirigente Veterinario - Area “C” - ASL Matera utti i campioni gratuiti veterinari devono essere contrassegnati dalla seguente dicitura indelebile: “Campione gratuito - Vietata la vendita”. Il contenuto di ogni campione può essere inferiore, in numero di unità posologiche o in volume, a quello della confezione in commercio purché risulti terapeuticamente idoneo; unitamente al campione deve essere sempre consegnato il riassunto delle caratteristiche del prodotto, redatto secondo le linee guida vigenti adottate in sede Comunitaria. La presenza di campioni gratuiti presso un impianto di cura (ambulatori, case di cura, cliniche, ospedali) deve necessariamente essere conseguenza della consegna da parte del titolare dell’A.I.C. o suo avente causa, mentre il veterinario cederà i campioni ai propri clienti (privati o impianti di allevamento o custodia). La presenza di campioni gratuiti presso un impianto di allevamento e custodia di animali produttori e non di alimenti per l’uomo, non può che essere conseguente alla cessione diretta e gratuita da parte di un medico veterinario prescrittore nei modi e nei tempi che di seguito elenchiamo. La cessione di medicinali veterinari non la si deve confondere con la vendita, in quanto quest’ultima attività è giuridicamente vietata al medico veterinario. Naturalmente non accenniamo in questo articolo ai medicinali veterinari di cui al D.P.R. n. 309/90 e s.m.i. (Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura riabilitazione dei relativi stati tossicologici) che non possono essere forniti come campioni gratuiti in quanto vietato.

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MODALITÀ DI REGISTRAZIONE Per l’impiego dei medicinali veterinari costituenti “campioni gratuiti” ricevuti nel pieno rispetto delle norme sull’informazione scientifica, fermo restando il divieto di commercio, si applicano le norme di registrazione di cui al Dlvo n. 193/2006 e s.m.i. ed al Dlvo n. 158/2006 e s.m.i. Impianto di cura veterinaria ed attività zooiatrica: a) se il campione gratuito riguarda un farma-

co prescrivibile senza ricetta o con ricetta ripetibile o non ripetibile di cui all’art. 167 T.U.LL.SS, la legge non prevede alcuna registrazione per l’impiego, né alcuna documentazione per la detenzione, in quanto la registrazione viene assolta dalla conservazione della documentazione rilasciata dall’Informatore Medico Scientifico. b) Nel caso in cui il “campione gratuito”, concerne un medicinale veterinario prescrivibile con ricetta codificata in triplice copia non ripetibile di cui all’allegato III del Dlvo n. 143/2007 di modifica al Dlvo n. 193/2006, è prevista come documentazione di carico la detenzione della copia del formulario rilasciata dall’Informatore Medico Scientifico. Per quanto riguarda l’annotazione dei trattamenti eseguiti in presenza di scorte di medicinali e quindi nella sussistenza dell’obbligo di detenzione del registro di carico e scarico, il medico veterinario, per l’impiego, la registrazione e la detenzione deve attenersi a quanto dettato dall’art. 84, comma 4 del Dlvo n. 193/2006. Inoltre, in caso di utilizzo del campione su un animale produttore di alimenti per l’uomo per uso in deroga, il veterinario dovrà annotare il trattamento anche sul relativo registro di cui all’art. 11, comma 4. Impianto di allevamento o di custodia di animali produttori di alimenti per l’uomo

È doveroso fare delle precisazioni. Il Dlvo n. 158/2006, al fine di promuovere il corretto impiego di medicinali veterinari presso gli impianti di allevamenti DPA, prevede la registrazione in due appositi registri: 1) il primo (art. 4, comma 3), riguarda la registrazione dei trattamenti a scopo terapeutico e zootecnico di medicinali veterinari in deroga ai divieti di cui all’art. 3 del Dlvo n. 158/2006; 2) il secondo (art. 15, comma 1), riguarda la registrazione di trattamenti farmacologici con sostanze diverse da quelle utilizzate al punto 1). Quest’ultimo registro, secondo quanto previsto dal comma 3 dell’art. 15, del Dlvo n. 158/2006, può essere quello previsto dall’art. 79 del Dlvo n. 193/2006. La registrazione di “campioni gratuiti”, in ossequio a quanto disposto dalla Circolare Ministeriale n. 14/2000, “Linee guida applicative del Dlvo n. 336/1999”, che ad oggi, per quanto compatibile, mantiene piena validità anche nei confronti del Dlvo n. 158/2006 che abroga e sostituisce il Dlvo n. 336/1999, riguarda i medicinali veterinari per i quali è richiesta prescrizione medica veterinaria in triplice copia non ripetibile di cui all’allegato III del Dlvo n. 143/2007. Pertanto, devono essere esclusi dalla registrazione su entrambi i registri la somministrazione, per esempio, di prostaglandine, gonadotropine e fattori di rilascio di gonadotropine in quanto non prescrivibile con ricetta in triplice copia non ripetibile e tutti i principi attivi inclusi nell’Allegato II del Regolamento Comunitario n. 2377/1990 che comprende l’elenco delle sostanze non soggette a LMR ai fini della tutela della Salute Pubblica. In attesa di ulteriori chiarimenti da parte del Ministero della Salute ed alla luce di quanto sopra, per i suddetti impianti, diciamo che: a) per i farmaci senza obbligo di prescrizione veterinaria e per quelli che richiedono la ricetta ripetibile o non di cui all’art. 167 T.U.LL.SS., secondo la suddetta Circolare Ministeriale, non è prevista alcuna registrazione per l’impiego. La documentazione alla detenzione del farmaco è giu-

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stificata dalla ricetta del medico veterinario che ha ceduto il “campione gratuito” e che ne specifica la destinazione ad un animale ben individuato (matricola, microchip, tatuaggio, box, gabbie o altro idoneo sistema) per il quale ha prescritto quel determinato farmaco, con quelle dosi e durata d’impiego, via di somministrazione e sulla quale è stato indicato il nome del detentore ai fini di ogni attività di controllo. Il “campione gratuito” rimasto inutilizzato può essere ritirato dal medico veterinario oppure lo stesso veterinario può autorizzare tale detenzione annotando sulla ricetta non ripetibile, la quantità rimasta inutilizzata, mentre l’ulteriore utilizzo deve essere preceduto da una nuova prescrizione intesa come annotazione sulla stessa ricetta non ripetibile. b) L’impiego di medicinali veterinari “campioni gratuiti”, di cui all’art. 76 comma 3 del Dlvo n. 193/2006, deve essere prescritto su una ricetta non necessariamente in triplice copia di cui all’allegato III del Dlvo n. 143/2007, ma è sufficiente l’utilizzo di una normale ricetta non ripetibile, rispettando necessariamente quanto dettato dall’A.I.C., riguardo alla specie animale di destinazione, categoria di produzione, patologia, dosi di impiego, durata di impiego, via di somministrazione e i tempi di attesa. L’impiego di detti farmaci in animali DPA richiede la registrazione sia da parte del veterinario prescrittore o che cura gli animali che da parte dell’allevatore, su appositi registri dei trattamenti terapeutici, in conformità di quanto richiesto dall’art. 79 del Dlvo n. 193/2006 nonché dall’art. 15 del Dlvo n. 158/2006 con la raccolta sistematica delle ricette da conservare per 5 anni. Impianti di allevamenti di animali non produttori di alimenti per l’uomo Nessun obbligo di tenuta dei registri e registrazioni dei trattamenti vige per detti animali, ad eccezione della conservazione di copia delle ricette, adeguatamente compilate dal medico veterinario che, cede il medicinale “campione gratuito” sino all’esaurimento del medicinale presente o smaltimento delle rimanenze, sia che si tratti di farmaci prescrivibili con ricetta ripetibile, non ripetibile o non ripetibile in triplice copia su modulo codificato di cui all’allegato III del Dlvo n. 143/2007.

LE RIMANENZE Ai sensi dell’art. 86 del Dlvo n. 193/2006, contrariamente a quanto dettato dalla Circolare Ministeriale N° 14/2000, non costituiscono scorte ai sensi dell’art. 81, comma 1, le rimanenze dei medicinali veterinari che al termine delle prescritte terapie effettuate mediante flaconi multidosi o confezioni multiple, o medicinali che possono rimanere interamente o parzialmente inutilizzati a seconda delle varie circostanze che si possono verificare successivamente alla prescrizione o acquisto. Tali rimanenze, secondo l’art. 86, devono essere conservate conformemente alle modalità indicate nell’etichettatura del medicinale veterinario e cioè in locali idonei ed essere regolarmente oggetto di prescrizione da parte del medico veterinario che, verifica la necessità terapeutica in determinati soggetti con ricorso allo stesso medicinale rimasto inutilizzato. La documentazione per la detenzione è costituita dall’annotazione sull’apposito registro dei trattamenti, mentre l’ulteriore utilizzo deve essere preceduto da una nuova prescrizione intesa come annotazione sul registro dei trattamenti terapeutici sia da parte del veterinario curante che dell’allevatore. ■


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Sanzioni Osservatorio farmaco

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Troppo elevate le multe sulle ricette veterinarie irregolari La Direzione Generale del Farmaco Veterinario annuncia modifiche a compilazione irregolare di ricetta veterinaria non ripetibile può comportare sanzioni salatissime per il medico veterinario (e per il farmacista). L'elevato importo della multa (3.103,60 euro, ma il massimo può arrivare a 9.296 euro) non si giustifica al-

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MODIFICA DEGLI STAMPATI on un comunicato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Ministero della Salute ha informato sulle Modificazioni del regime di dispensazione di alcuni medicinali veterinari introdotte dal decreto n. 53 del 29 aprile 2009: i medicinali veterinari già autorizzati, elencati nella tabella allegata al comunicato, destinati ad animali da produzione alimentare dispensati senza obbligo di prescrizione veterinaria dall'entrata in vigore del decreto, vengono dispensati con prescrizione veterinaria in copia unica non ripetibile. Il Ministero comunica alle aziende titolari delle autorizzazioni all'immissione in commercio dei medicinali in questione che “devono apportare agli stampati autorizzati la modifica del cambio di regime di dispensazione. I lotti dei medicinali già presenti nel circuito distributivo possono essere commercializzati fino a data di scadenza posta sulla confezione”.

C

LA FOFI RISPONDE l presidente della FOFI - Federazione Ordini Farmacisti Italiani - "ha già fatto richiesta alla redazione di acquisire il filmato in modo da individuare con certezza il responsabile e procedere per quanto di competenza". In seguito al servizio trasmesso da "Striscia la Notizia" sulla vendita di un vaccino e di un antibiotico per uso veterinario senza ricetta e senza scontrino, Andrea Mandelli ha informato la Fnovi dell'iniziativa e invitato il presidente Gaetano Penocchio a segnalare "tempestivamente, in modo da poter adottare tutte le misure necessarie alla loro repressione" tutte le situazioni di vendita non corretta. Mandelli aggiunge di aver "sempre richiamato l'attenzione dei farmacisti sull'obbligo, sancito dalla legge, di dispensare i farmaci soggetti a prescrizione medica solo dietro la presentazione della necessaria ricetta" sollecitando gli Ordini provinciali a vigilare per evidenziare e quindi segnalare alle autorità preposte eventuali illeciti. Sollecitata dalla Fnovi ad intervenire, anche in conseguenza della frequenza di questi illeciti, la Fofi si è impegnata alla collaborazione con l'Ordine dei veterinari.

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la luce della natura puramente formale dell'errore di compilazione e del fatto che l'autorità competente si avvale di un regime sanzionatorio che, in assenza di uno specifico, non risulta coerente con la legislazione sul farmaco veterinario. La Direzione Generale della sanità animale e del Farmaco veterinario ha dato riscontro ad una segnalazione dell'Anmvi che in proposito chiedeva "più adeguate proporzioni amministrative tra irregolarità e sanzione". La Direzione "nel prendere atto dell'onerosità della sanzione comminata, seppure applicata correttamente", ha comunicato che "la previsione di una specifica fattispecie sanzionatoria per l'illecito amministrativo di cui trattasi sarà proposta in una prossima revisione del Decreto legislativo n. 193/2006, pur precisando che la determinazione della somma prevista

avviene in concertazione con il Ministero della Giustizia". In data 3 marzo 2009 il Servizio di Assistenza Farmaceutica della Asl di Bergamo inviava quattro verbali di contestazioni per "illecito amministrativo" ad altrettanti medici veterinari. I medici veterinari del caso si sono rivolti all'Anmvi per segnalare l'elevata entità della sanzione comminata a ciascuno: 3.103,60 euro complessivi da versare entro 60 gg. La sanzione veniva comminata a seguito di una visita ispettiva in una farmacia per "compilazione irregolare (mancante di nome, cognome e domicilio del proprietario dell'ani-

male e della specie dell'animale a cui è destinato il medicinale prescritto) di 1 ricetta veterinaria non ripetibile contenente la prescrizione di medicinale in violazione dell'articolo 167 del TULLS e dell'allegato III, paragrafo 5 del D.lgs n. 193/2006 così come modificato dal D.lgs n. 143/2007" . Osservava l'Anmvi nella nota trasmessa alla DGSAFV: non si vuole qui entrare nel merito dell'illecito amministrativo - pur ravvisando nella norma di legge una ratio improntata al massimo grado di cautela - ma far notare che la sanzione applicata risulta eccessiva e del tutto sproporzionata rispetto alla portata dell'irregolarità riscontrata. ■


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10 Attualità Anmvi International

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Nuovo successo, tanti traguardi e tanti obiettivi Anche per il 2009 la settimana internazionale ha registrato un ottimo risultato e grande soddisfazione tra i colleghi italiani e stranieri i riconferma vincente il binomio Anmvi e regione Lombardia sempre più forte nel muoversi verso traguardi ambiziosi. Il progetto internazionale di Anmvi International coronato con la settimana europea tenuta a Cremona dal 4 al 9 maggio ha dato l’opportunità a colleghi provenienti da Polonia, Russia, Bielorussia, Ungheria, Repubblica Slovacca ed Estonia di confrontarsi e dibattere su problematiche economiche, zootecniche ed epidemiologiche dei diversi paesi e di avere una visione dello scenario produttivo delle eccellenze Lombarde. I medici veterinari laureati da due-tre anni, selezionati ed accompagnati da un loro docente universitario sono stati ospiti al Trecchi dove hanno conosciuto la nostra associazione e hanno avuto modo di confrontarsi con i colleghi coetanei italiani in diversi momenti tra cui la cena di benvenuto con l’ordine di Cremona che ha accolto l’iniziativa come un prezioso momento di approfondimento delle diverse realtà lavorative ma anche come opportunità di contatti e conoscenze. La settimana europea si è sviluppata attorno alle principali aree produttivo-economiche riguardanti gli animali da reddito e la filiera agroalimentare. Il programma infatti, ha previsto visite tra le migliori realtà lombarde sen-

S

za trascurare un tour nella città di Cremona e Milano.

GLI OSPITI 2009 Bielorussia: Viarbitski Anatoli, Korachkin Rudolf, Hvozdzeu Siarhei Estonia: Kalle Kask, Kerli Raaperi, Alar Onoper Polonia: Emilian Kudyba, Prof. Zdzislaw Gajewski, Marta Tyborowska, Patrycja Brulinska, Mateusz Waszkiewicz, Anna Stypükowska Repubblica Slovacca: Zita Faixova, Martin levkut, Boris Vojtek Russia: Elena Boldyreva, Kurilkin Vasily, Byakhova Varvara Ungheria: Orsoloya, Éva Patrícia Farkas, Donka Melinda Lilian

LA SETTIMANA EUROPEA Il Dr. Antonio Manfredi direttore Anmvi, il Dr. Giancarlo Belluzzi vice presidente senior di Anmvi e la Dr.ssa Paola Gherardi tutor del progetto hanno accolto al Trecchi, in sede ANMVI, i 21 ospiti stranieri illustrando le peculiarità della nostra associazione, l’utilità di creare reti di comunicazione tra colleghi in Italia e all’estero e l’importanza vitale che riveste l’essere professionista in un contesto interattivo e aperto su diversi orizzonti. Per questo motivo la cena ed il momento convi-

viale con i colleghi dell’ordine di Cremona che hanno chiuso la prima giornata di permanenza nella città è stata accolta come preziosa opportunità dal Dr. Emilio Olzi, presidente dell’ordine dei medici veterinari di Cremona, che si è dimostrato entusiasta del progetto e ha inoltrato l’invito ai giovani iscritti. La prima tappa della settimana è stata presso il centro d’essiccazione Cà d’Andrea dove grazie alla disponibilità del Dr. Galli presidente del Consorzio Agrario di Cremona che ha concesso l’ingresso nello stabilimento e del Dr. Berti che ha condotto la visita, è stato possibile vedere e apprendere le possibili strategie di stoccaggio degli alimenti per animali da reddito differenziandole in base alle produzioni e l’essiccazione del foraggio per l’ottenimento di fieni di ottima qualità anche in situazioni metereologiche avverse. Seconda giornata all’insegna dei prodotti tipici con la visita al caseificio Ca dè Stefani dove Provolone e Grana Padano hanno affascinato con la loro tecnologia di produzione, ma soprattutto con il loro sapore gli ospiti stranieri. Il legame col territorio, la passione e l’amore per le tradizioni sono da sempre la caratteristica vincente dei nostri prodotti che hanno dimostrato nuovamente di essere degni di fama internazionale. Nel pomeriggio, lo sguardo si è spostato su una realtà esemplare di allevamento suino. Il Dr. Stefano Fioni, medico veterinario suiatra, ha accompagnato la visita presso l’azienda agricola di Avanzini Giovanni e Paolo di Pessina Cremonese caratterizzata dall’essere un allevamento a ciclo chiuso per la produzione del Gran Suino Padano e per la selezione di scrofe per il miglioramento genetico. L’allevamento sarà entro breve anche una scuola di specializzazione per allevatori, offrendo la possibilità di formare figure altamente professionali nel settore suino. La visita all’Istituto zooprofilattico “Ubertini” di Brescia, nella terza giornata, è stata particolarmente interessante poiché ha fornito uno spaccato teorico-pratico sulle metodiche diagnostiche, sui diversi problemi epidemiologici e sull’organizzazione dei vari settori seguiti dalle visite nei rispettivi laboratori. Il Dr. Varisco, direttore sanitario, ha accolto e condotto la visita unitamente alla collaborazione dei colleghi dei diversi dipartimenti. Nel pomeriggio, ha seguito la visita all’azienda Agricola Malvasia e al rispettivo allevamento bovino per la produzione di latte. La dimensione, l’organizzazione, la struttura e la gestione dell’allevamento sono stati i punti che hanno particolarmente attratto gli ospiti stranieri affascinati da una realtà così produt-

tiva e qualificata. L’ultima tappa del tour tra le eccellenze lombarde ha previsto una mattinata presso il polo didattico della facoltà di medicina veterinaria di Milano (Lodi) con la partecipazione di alcuni docenti, tra i quali il prof. Bonizzi, è stato possibile un momento di confronto accademico, di scambio e di incontro tra le varie università unitamente alla visita presso le diverse nuove strutture dell’ospedale veterinario. La settimana Internazionale si è conclusa in concomitanza al congresso internazionale Sivar, importante momento per tutti i medici veterinari di animali da reddito e ultimo appuntamento che ha permesso di incontrare e approfondire argomenti di attenzione europea con relatori di noto rilievo. Nelle giornate di venerdì e sabato, infatti, i colleghi stranieri hanno avuto modo di seguire le relazioni di maggior interesse per la loro professione, di conoscere colleghi e intraprendere nuovi contatti. Il presidente Sivar, Dr. Medardo Cammi, ha inoltre invitato e salutato gli ospiti stranieri alla cena di Gala di palazzo Trecchi. Durante il congresso i giovani medici veterinari stranieri hanno incontrato il Dr. Romano Marabelli, capo dipartimento dei servizi veterinari; l’incontro ha permesso ai Colleghi stranieri di conoscere e dialogare con il Capo Veterinario del nostro Paese, dando più sottolineatura all’importanza di momenti internazionali e di comunicazioni tra i diversi Stati di un’Europa che sta via via sempre più aumentando di dimensioni e di importanza mondiale.

NUOVI OBIETTIVI Per ANMVI International le parole chiave sono opportunità e responsabilità poiché promuovere progetti internazionali significa sentire vivo il dovere di formare e sostenere il progresso e la comunicazione. Anmvi e Regione Lombardia sono unite dalle peculiarità delle filiere produttive lombarde che fungono da prezioso tramite capace di fornire strumenti di confronto e di lavoro completi e applicabili. Anmvi International, infine, sente sempre più la responsabilità di essere concretamente una associazione di medici veterinari interessati alla formazione internazionale e ad una continua crescita di ampio respiro attenta e attratta dalle diverse realtà. Il progetto internazionale prosegue ampliando gli orizzonti e rivolgendosi ad altri nuovi paesi con l’impegno e la missione di favorire il diretto contatto con altre realtà dell’UE e non solo, dopo la Russia e gli altri paesi dell’Est ora si pensa di aprire la collaborazione ai paesi del Nord Africa. ■



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12 Attualità Indagini e ricerche

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Dinamiche di popolazione di cani in ambiente urbano. Uno studio conoscitivo a Trento Il punto della situazione presente al Mondi Animali Festival di G. PALLANTE Centro Studi Interdisciplinari di Zooantropologia, Trento T. FRITZ Ufficio ambiente ed ecologia urbana, Comune di Trento

PREMESSA La necessità di effettuare un monitoraggio sulle consuetudini igieniche e alimentari e l’apprendimento delle direttive provinciali e comunali in materia di corretta gestione sanitaria e di controllo della popolazione canina in ambiente urbano rappresentano per i funzionari dei Servizi Pubblici un cardine su cui potere nel tempo agire in modo sempre più mirato fornendo un contributo all’altezza del sentire sociale dei propri residenti. Comprendere in particolare quanto degli aspetti normativi sono stati acquisiti dalla popolazione è necessario per adottare successivamente politiche della gestione del territorio in sintonia con il grado di accoglienza delle stesse da parte dei cittadini residenti, evitando forzature o strappi in avanti che mal si concilierebbero con il sentire della collettività. Un osservatorio sullo stato di salute, il rispetto delle norme igieniche e di controllo della popolazione, e le abitudini alimentari possono essere quindi uno strumento necessario per favorire quelle risposte pubbliche, nel modo più mirato, in un contesto dove la presenza di zoofili e zoo-intolleranti rappresenta un grosso nodo nella civile convivenza urbana. Gli standard acquisiti, inoltre, possono rappresentare la piattaforma su cui agire per favorire ulteriormente le proposte di regole e di interventi che pianifichino nel tempo gli spazi urbani (aree ammesse al transito della coppia uomo animale) e definiscano criteri igienici e controlli sanitari (epidemiologici e zoonosici) conciliabili con la presenza dell’animale in città.

Il presente lavoro, ed in particolare i dati in esso raccolti che mettiamo a disposizione, vogliono essere nient’altro che una base di verifica personale e di analisi tra le tante esperienze presenti sul territorio nazionale e come tale suscettibili di modifiche e di ulteriori interpretazioni. L’indagine di ricerca presenta due macro aree: una più di interesse pubblico (composizione della popolazione canina, educazione, prevenzione, modi e stili di vita dei proprietari dei cani), l’altra di interesse professionale medico veterinaria (igiene e salute, aspetti economici e fidelizzazione dei nostri pazienti/ clienti). Nell’insieme un lavoro complesso e articolato confrontabile e se del caso confutabile, del nostro quotidiano lavorare: uno spaccato di una piccola provincia ma che può servire a tutti nel processo individuale di giudizio. In particolare credo siano interessanti per noi professionisti i dati raccolti nell’area sanitaria dei nostri clienti/pazienti anche al fine di meglio posizionare le nostre offerte di collaborazione. In questo lavoro ci si limiterà a fornire i dati lasciando poco spazio alle riflessioni proprio per favorire l’interpretazione ed un confronto di esperienza con i colleghi senza ulteriori aggiunte se non una brevissima considerazione finale (conclusioni).

Grafico 1

Grafico 2

AREA EDUCATIVA E LEGISLATIVA

AREA EDUCATIVA E LEGISLATIVA Pratiche quotidiane

Si ritiene soddisfatto del suo cane 12%

100 30%

90 80 70 60 50 40 30 20

58% 10 0 1

poco abbastanza molto

2

3

4

3

4

colonna 1 paletta colonna 2 area verde colonna 3 guinzaglio colonna 4 museruola

Sporca in casa o dove non dovrebbe 4% 16%

90 80 70

LE AREE DI STUDIO L’analisi dello studio di popolazione canina sul territorio urbano del comune di Trento parte originariamente da una duplice riflessione: a) quanto della normativa presente è stata recepita dalla popolazione di proprietari di cani, ovvero che non vi fossero strappi, o fughe in avanti, da parte degli Enti Pubblici preposti al governo della città rispetto a parte della popolazione residente; b) se nel tempo si fossero andati a modificare alcuni atteggiamenti (usi alimentari, cure igieniche, aspetti sanitari) da parte dei

60 50 40 30 20

80%

10 0 mai occasionalmente frequentemente

1

2

colonna 1 richiamo colonna 2 comandi base colonna 3 fa quel che vuole colonna 4 tira al guinzaglio

proprietari nel rapporto con il loro partner a quattro zampe. Alcune sollecitazioni erano quindi di ordine prettamente normativo: rispetto dell’Anagrafe Provinciale Canina, uso degli spazi verdi destinati ai cani, controllo igienico delle strade ed uso quotidiano del raccoglitore per le feci; altre sollecitazioni invece venivano fornite dai colloqui effettuati con medici veterinari operanti sul territorio e con gli operatori cinofili (aspetti sanitari ed educativi). Successivamente si è cercato di completare il quadro con alcune indicazioni sugli aspetti alimentari e l’incidenza economica che la presenza di un cane rappresenta sulla pianificazione del budget familiare. In termini applicativi si è realizzato il tutto in forma di questionario, anonimo, libero, in antisala di alcuni ambulatori veterinari e nei centri di educazione cinofila invitando i presenti a collaborare. È evidente che il target di popolazione individuato si presume già fortemente sensibilizzato in quanto presente presso strutture di confort o sanitarie per animali, ma si resta dell’idea che la significatività del campione rappresenta un trend di base di sicuro riferimento per l’adozione futura di politiche mirate, pur prendendo atto che singoli casi non in sintonia rappresentano una realtà che spesso può inficiare le credenziali del cam-

pione in esame. È credibile infatti che a fianco di una popolazione di proprietari sempre più attenta e sensibile alla propria relazione con il cane, e alla corretta educazione cinofila che essa comporta, restino focolai di vecchi modelli di proprietario duri a morire e che inevitabilmente salgono al “dis-onore” delle cronache spesso inficiando quanto di buono è presente e già acquisito dai tanti proprietari. In altre parole se non è credibile, nel breve, pensare alla scomparsa di cani legati perennemente a catena o in recinti angusti, o -in ossequio ai luoghi comuni- tenuti prevalentemente fuori casa convinti che vivere “libero in giardino è meglio” dall’altra parte, va considerata comunque, a loro giustificazione, che sono gli studi degli ultimi anni a favorire riletture anche nel nostro campo professionale, e che ancora non trovano la vasta eco di cui si avrebbe necessariamente bisogno. Da ultimo, per alcuni settori presi in esame, quali quello alimentare e dell’igiene, si è cercato di confrontare le risposte fornite e raccolte in scheda con l’andamento del mercato reale, attraverso un confronto incrociato tra dati raccolti e trend industriale fornito dalla principale catena di supermercati presente in provincia di Trento.


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Indagini e ricerche Attualità

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AREA EDUCATIVA E LEGISLATIVA Si è cercato di avere un quadro della tenuta della relazione attraverso il livello di gradimento ovvero di soddisfazione del proprio partner (graf. 1) e delle capacità di risposta ai livelli base di educazione (graf. 2): richiamo, comando di resta-seduto, se tira al guinzaglio e se sporca in casa o comunque dove non dovrebbe. Dal grafico 1 si evince che solo il 12% non si ritiene soddisfatto del comportamento educativo del proprio cane, mentre la stragrande maggioranza si ritiene abbastanza soddisfatto (58%) o soddisfatto (30%). Lavorare per ridurre il gap degli insoddisfatti attraverso corsi di recupero educativi potrebbe essere un’ipotesi per ridurre probabili future cessioni in canile o peggio ancora abbandoni o eutanasia impropria. Il dato di non soddisfazione si pone a metà all’incirca tra il dato del sporca in casa abitualmente composto da un 4%, e un 16% che risponde occasionalmente, valore presumibilmente significativo nel correlare con l’insoddisfazione nella gestione del partner cane. Paletta per la raccolta delle feci in strada e guinzaglio sono saldamente garantiti con valori oltre il 90% (il 4% che non fa uso della paletta è confermato da identico valore in un controllo incrociato tra i proprietari che posseggono il cane esclusivamente in giardino). Dato importante che conferma 1) la riduzione di strade sporche imputabili ad escrementi di cane 2) riduzione dei pericoli annessi a cani girovaghi 3) pericolo di perdere il proprio cane. Le risposte ai comandi di base garantiscono anche per una certa sicurezza a passeggio (risponde al richiamo) ma resta signifi-

Grafico 3

AREA SANITARIA 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 1

2

colonna 1 vet. di fiducia colonna 2 contatti telefonici

La parcella sanitaria è

29%

2%

69%

In linea con il costo della vita Inferiore al costo della vita Superiore al costo della vita

cativo il dato alla risposta tira al guinzaglio e fa quel che vuole (in entrambi i casi quasi il 40%). Valori che dal proprietario sono riconosciuti sì un problema, ma non inficiano la tenuta della coppia su valutazioni generali (vedi: le % espresse nel grafico grado di soddisfazione). In un certo senso alcuni si compiacciono quasi che il proprio cane faccia quel che vuole (viene tollerato se non addirittura apprezzato un certo grado di autonomia) e spesso si confondono problemi educativi non risolti con comportamenti individuali accettati (è fatto così…). Si è chiesto infine se la campagna educativa per il Cane Bravo Cittadino avesse raggiunto il pubblico dei proprietari. Il 75% ha risposto di esserne a conoscenza, ma il canale informativo resta il passa parola denotando una lacuna da parte del servizio pubblico nel non avere supportato in modo adeguato la campagna di sensibilizzazione. Il canale di informazione per eccellenza per venirne a conoscenza infatti è la comunicazione nata dall’incontro occasionale tra proprietari, con il trasferimento non solo quindi dell’informazione ottenuta, ma probabilmente anche dal generico giudizio di valutazione dell’offerta.

AREA SANITARIA Del grafico 3 colpisce subito il forte legame dei proprietari verso il referente sanitario, un processo di fidelizzazione estremamente elevato, forse condizionato dal luogo dove è stata effettuata parte della rilevazione del cam-

pione, ma che comunque non lascia margini eccessivi di correzione: oltre il 90% dice di possedere un proprio veterinario di cui si fida e che soddisfa le proprie aspettative. In tal senso ospedali con servizi specialistici e interventi di alta professionalità dimostrano di poter convivere al momento sullo stesso territorio con i piccoli ambulatori di clinica e chirurgia di base, garantendo nella loro diversificazione un servizio accessibile a tutte le tasche. Un dato significativo nel suo complesso proprio perché lascia opportunità e indirizzi professionali diversificati e non conflittuali tra i medici veterinari in quanto rivolti a settori di proprietari con aspettative, disponibilità e quindi esigenze diverse. La conferma di questa chiave di lettura si ottiene alla risposta successiva offerta dai proprietari: alla richiesta infatti di come ritenesse il costo della parcella sanitaria da parte del proprio veterinario per il 69% hanno risposto in linea con il costo della vita. Ora, considerando che le interviste sono state effettuate presso strutture diversificate sia per servizi che sulle parcelle, si deve concludere che comunque i clienti avevano una percezione identica (in linea con il costo della vita, e delle proprie tasche) pur nella forbice del prezzo praticato e così proposto alla clientela. Significativo resta comunque il campione di intervistati che intende il servizio veterinario più alto del costo della vita (29%), mentre non significativa risulta la rilevazione di inferiore al costo della vita (2%). Pur non rilevato in termini statistici nel dia-

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gramma di elaborazione dei dati, preme evidenziare che, le volte che si è cercato attraverso il dialogo successivo alle risposte del campionamento di far riflettere i proprietari sulla risposta fornita “in linea con il costo”, tutti sono giunti alla conclusione di un costo effettivo della prestazione sanitaria inferiore a quello della vita. Non si è comunque voluto modificare la prima risposta (dato accertato e non corretto) in quanto rappresenta effettivamente il valore percepito dall’intervistato a prescindere da eventuali riflessioni pilotate successive. Dal grafico 4 si rileva inoltre come dal veterinario si ricorre per problemi sanitari, ma anche per consulenze: queste ultime essenzialmente riguardano consigli sulla gestione dell’alimentazione ma in % meno significative troviamo anche domande sullo svezzamento e l’educazione dei cuccioli, sulla fertilità e questioni sanitarie in genere. L’intervistato non sembra invece associare alla voce consulenza le specifiche problematiche di natura comportamentale (valore in % 0) con la triplice ipotesi 1) ricadono di pertinenza delle strutture cinofile; 2) si tende a sottovalutare i problemi di comportamento; 3) si fanno ricadere nello specifico delle competenze sanitarie, e pertanto non sono più considerate un servizio di consulenza ma di clinica medica. In linee generali c’è da presumere che per i proprietari la voce consulenza venga intesa esclusivamente come voce non soggetta al pagamento della parcella, mentre se viene fatturata (pagata) rientra nella voce visita clinica a prescindere dalla sua natura.


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14 Attualità Indagini e ricerche Significative infine le % di coloro che vanno solo per le vaccinazioni (18%) e quanti si rivolgono solo in caso di malattia (21%) un complessivo quasi del 40% che lascia ancora ampi margini al momento all’attività di piccoli studi e ambulatori cui non altro chiedere che i servizi di base.

AREA DELL’ALIMENTAZIONE La sensazione generale è di scarsa attenzione all’indice dl costo degli alimenti per cane nel suo insieme sul bilancio familiare. Di fatto le spese cui va incontro un proprietario sono largamente superiori a quanto indicato, ma spesso non sono considerate perché il loro costo è comunque gestibile - a differenza di altri generi di consumo - e come tale poco incisivo nel paniere familiare. Quotidianamente da padrone la fa il cibo preconfezionato per l’82%, lasciando al restante 18% un preparato familiare suddiviso tra appositamente confezionato e cucinato oltre il 70%, mentre la % rimanente considera essenziale anche il recupero di avanzi familiari. Il rapporto secco umido nella scelta del preconfezionato va decisamente a favore del secco, con una prevalenza di oltre 80%, mentre una parte tende a diversificare alternando o utilizzando entrambi i prodotti. L’incidenza del costo è concentrata essenzialmente tra i 350 ei 700 euro annuali per il 52% degli intervistati con una significativa voce (32%) che segnala comunque un costo inferiore ai 350 euro. Le altre voci prevedono costi fino o oltre i 1000 euro.

Considerando la diversificazione delle taglie dei cani grosso modo i valori medi risultano attendibili, In particolare il 32% che dice di spendere meno di 350 euro tiene conto della percentuale rilevata che usa il preconfezionato come integrazione al pasto familiare tradizionale (avanzi e sottoprodotti del pasto familiare), e che non viene considerato di norma dal proprietario come un costo. Una grande fetta (91%) predilige l’acquisto del prodotto presso negozi specializzati e marchi definiti; in parte questo conferma un settore potenzialmente sfruttabile anche dal professionista se correttamente gestito attraverso l’apertura di pet corner. Ma forse la selezione del campione effettuata presso strutture veterinarie e centri di educazione può avere condizionato la risposta più che per altre voci, determinando risposte e scelte non sempre in sintonia con il reale mercato del consumo di generi alimentari. Proprio a seguito di questo limite del campione ci si è rivolti per un confronto alla principale catena di distribuzione alimentare presente sul territorio trentino per fare una verifica dei dati rilevati ed il trend di mercato per i prossimi sei mesi così come previsti dall’azienda alimentare. In questo ultimo caso preso in esame il rapporto secco/umido nel consumo del preconfezionato risulta più o meno uguale, ma se si considera che in termini reali (il consumo effettivo è determinato dal peso ovvero circa di 1 a tre e a volte di 1 a quattro per la porzione di secco rispetto all’umido) si deve concludere che in termini di valore complessivo le percentuali di consumatori che prediligono il

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secco risultano all’incirca simili ai dati rilevati dall’indagine. Significativo infine il costo del prodotto che a fronte di una distribuzione mediamente equa tra prodotti di fascia dalla più bassa a quella più alta in prospettiva futura prevede un consistente aumento nei consumi a vantaggio dei prodotti a prezzo più alto. Un dato quest’ultimo che porterebbe a concludere come si vada a delineare per il prossimo futuro un proprietario molto sensibile e propenso alla spesa se questa risulta supportata da processi marketing e consulenza di base.

Grafico 4

AREA SANITARIA Quante volte in un anno 18%

CONCLUSIONI La panoramica effettuata rappresenta uno studio articolato per settori e gli argomenti trattati rappresentano per la maggior parte le esigenze del proprietario ed i moduli comportamentali della relazione umana con il partner animale. La costante crescita della cura e di attenzioni riservate al proprio cane lasciano sperare comunque in un mercato in crescita, nonostante i riflessi della crisi attuale, che pur nella forbice ampia di valori e disponibilità di spesa lascia intravedere comunque una particolare cura e attenzione al proprio pet. Ancora difficile da introdurre su larga scala il concetto di un centro di servizi polifunzionali - consulenza, educazione, prevenzione, alimentazione - e di specificità professionale (es. chirurgia degli arti, chirurgia interna, oculistica, comportamentalista, ecc…) in linea con le società specialistiche che da tempo si vanno formando nel settore professionale della veterinaria.

21% 61%

più volte indipendentemente dalle vaccinazioni solo per stato di malattia una volta in occasione delle vaccinazioni

Cause 19%

11%

70%

consulenza clinica entrambe

Consulenza

20 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 alimentazione altro comportamento Colonna B

Probabilmente queste ultime pagano lo scotto di un non riconoscimento pubblico (specializzazione) da esibire in modo chiaro sia sul timbro che nelle forme ammesse di pubblicità, così da informare la clientela su ruoli e competenze del professionista a cui ci si rivolge. Infatti le poche specializzazioni offerte dalle università veterinarie, a fronte della ricchezza del settore in medicina umana, relegano l’immagine ed il conseguente ruolo veterinario quale figura di medicina poco specializzata e quindi generica. Un danno ampio in termini economici e ancor più in termini di valorizzazione della professione del medico veterinario a cui si sopperisce attualmente solo con la fiducia e la stima guadagnata sul campo oltre all’ancora oscuro aggiornamento professionale individuale. ■



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Il comportamento di aggressione e le affezioni algogene Nel cane, un sintomo non patognomonico di un’affezione dermatologica di SABRINA GIUSSANI Consigliere Sisca

iprendiamo la pubblicazione di una serie di trattazioni sul comportamento di aggressione e le patologie organiche nel cane iniziata sul numero 17/2009. Gli articoli sono tratti dalle relazioni di Sabrina Giussani al percorso formativo “Cani pericolosi: problematiche di sanità animale e pubblica. Aspetti legislativi, epidemiologici e clinici” (Cremona, 11-13 febbraio 2009, direzione scientifica: Aivemp-Sisca, in collaborazione con la Regione Lombardia). Si ringrazia la dottoressa Sabrina Giussani, Consigliere SISCA, Medico Veterinario Comportamentalista, Diplomato Medico Veterinario Comportamentalista ENVF, Master in Etologia applicata e Benessere animale.

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Nella pratica clinica il comportamento di aggressione rappresenta nel cane un sintomo non patognomonico di un’affezione dermatologica.

DOLORE FISICO E PSICHICO L’international Association For the Study Of Pain (IASP) definisce il dolore come “un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole, associata ad un attuale o potenziale danno tissutale, o descritta in termini di tale danno; l’incapacità di esprimere tale stato da parte di un paziente non nega l’esistenza dello stato stesso, ne deve precludere la possibilità di un adeguato intervento analgesico”. È possibile riconoscere un dolore fisiologico ed un dolore patologico. Il dolore fisiologico è indotto da stimoli di elevata intensità potenzialmente in grado di evocare danni tissutali. Mediante l’attivazione di meccanismi di protezione (es. riflesso

spinale) protegge i tessuti dall’eventuale danno. L’intensità dello stimolo apportato e la risposta evocata mantengono una relazione diretta più o meno proporzionale. Una lesione che interessi un tessuto innervato è in grado di indurre una ipersensibilità agli stimoli, trasformando il dolore da fisiologico a patologico. In seguito alla lesione, si instaura una risposta infiammatoria mediata da numerose sostanze (prostaglandine, serotonina, bradichinina, epinefrina, adenosina, protoni, NGF) che sono direttamente coinvolte nel fenomeno dell’ipersensibilità. Il Dizionario di Psicologia definisce sia il dolore fisico che il dolore psichico. Dal punto

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di vista fisiologico il dolore origina dall’eccessiva stimolazione dei diversi recettori situati sia sulla superficie esterna sia a livello dei tessuti interni dell’organismo e da qui trasmessa per via nervosa ai centri superiori della corteccia cerebrale. Analogamente al dolore fisico, il dolore psichico provoca un restringimento del campo di coscienza su temi penosi e depressivi. Per Freud il dolore psichico, in termini di vissuto soggettivo, è del tutto paragonabile al dolore corporeo. Il modo in cui l’esperienza dolorosa viene vissuta risulta differente in ogni persona perché è strettamente dipendente dalle precedenti esperienze dolorose attraverso le quali l’individuo si è creato una rappresentazione mentale e un vissuto emotivo del dolore. Nella riflessione sul dolore di Wittgenstein (1967) sostiene che l’uomo contiene e confina il dolore attraverso il linguaggio. Esprimendolo collochiamo l’evento doloroso in un luogo e gli assegniamo un significato. Le emozioni, come indicatori dello stato interno dell’animale e della dimensione favorevole o sfavorevole di una situazione, fanno parte integrante del cognitivo. È sufficiente per persuadersene ricordare come le affezioni frontali della corteccia perturbano l’organizzazione prospettica dei comportamenti e, inversamente, come le patologie emozionali sono suscettibili di rimettere in causa le nostre rappresentazioni del mondo. Ogni esperienza vissuta dal cane è marcata da una emozione che mette il corpo nelle migliori condizioni per affrontarla. Esiste un legame tra rappresentazione ed emozione: l’una può evocare l’altra e viceversa. Inoltre, esiste un ricordo della paura: l’incancellabilità della paura appresa è un’arma a doppio taglio. È utile che il nostro cervello conservi le registrazioni degli stimoli e delle situazioni associate in passato con un pericolo. Ma, questi potenti ricordi formatisi in circostanze tipicamente traumatiche possono farsi strada nella vita quotidiana ed interferire con situazioni che possono travolgere le normali funzioni mentali. Si mette in atto un apprendimento S - S, meccanismo di bio feed back negativo.

AGGRESSIONE E DOLORE Secondo K. Overall, l’aggressività può essere una risposta al dolore appropriata o inappropriata. Nel caso in cui fossero presenti condizioni estreme, mordere può essere l’unica risorsa ed in questa situazione la fase di minaccia è assente. Un cane ferito può ringhiare, tentare di mordere (pizzicata) o mordere quando spostato poiché sofferente. Anche i processi algogeni secondari ad artriti possono stimolare aggressività da dolore: spesso sono coinvolti i bambini tra i 18 ed i 36 mesi poiché giocano pesantemente in assenza di coordinazione motoria. Le zuffe tra cani possono, quando provocano ferite dolorose, insegnare a chi le riceve ad essere pauroso o manifestare aggressività da paura verso l’aggressore. Quando l’aggressività da dolore viene evocata anche dal tocco più lieve, è considerata inappropriata. Infatti, mordere dovrebbe essere l’ultima risorsa nella comunicazione tra cani, non la prima. K. A. Houpt è dello stesso parere di K. O-

verall a proposito dell’aggressività indotta da dolore. Inoltre, siccome il dolore può indurre un comportamento di aggressione, è facile comprendere che le punizioni fisiche somministrate ad un cane poiché aggressivo possono esacerbare piuttosto che attenuare il comportamento indesiderabile dell’animale.

PATOLOGIE Secondo C. Mège, E. Beaumont - Graff, C. Béata, C. Diaz, T. Habran, N. Marlois, G. Muller il dolore, siccome provoca cambiamenti ambientali e delle relazioni sociali, può indurre o far emergere patologie del comportamento: • Fobie: del Medico Veterinario e dello staff, degli altri cani. Il dolore quando legato ad un morso, induce la nascita di timore o aggressività in occasione dei nuovi contatti. I proprietari giocano un ruolo determinante nell’installazione del processo, evitando ogni contatto con i conspecifici per paura di un nuovo morso; • Stato ansioso: si tratta in genere di ansia intermittente con aggressioni per irritazione scatenate dal contatto con la zona dolente. Le aggressioni si strumentalizzano molto rapidamente poiché la fase appetitiva scompare. Le aggressioni possono persistere anche dopo la scomparsa del dolore; • Stato depressivo: il dolore può indurre una depressione cronica che non sarà reversibile solo con il trattamento antalgico, per esempio nel cane anziano; • Squilibrio sociale: la situazione sociale si modifica poiché il cane diventa l’oggetto dell’attenzione del proprietario e gli sono accordate numerose prerogative. Anche l’organizzazione sociale intraspecifica può essere perturbata; • Rituali: l’attenzione concentrata su di una piaga, ad una zona dolorosa può scatenare la nascita di rituale di domanda di attenzione una volta che il dolore è passato (leccamento della zampa, pianti). P. Pageat sostiene che l’apparizione improvvisa di un comportamento d’aggressione per irritazione in un cane che non ha mai mostrato problemi relazionali con il suo entourage con una sequenza tipo cane dominato (la fase d’intimidazione è caratterizzata da una posizione bassa, arti ripiegati, corpo leggermente inclinato sul lato, collo e testa diretti verso la parte posteriore del corpo - cane ipocrita che morde senza osare guardarli - orecchie all’indietro, midriasi, ringhio sordo e poco udibile, morso multiplo inflitto proiettando la testa in avanti più volte - morso con gli incisivi, poco vulnerante -, fuga correndo via assumendo postura bassa, arti flessi, coda tra le gambe e continua a ringhiare, si dirige verso un luogo di riposo o un nascondiglio) deve far pensare ad un comportamento di aggressione scatenato da un dolore (acuto o cronico).

LA SINDROME La percezione del dolore è in grado di modificare lo stato reazionale dell’animale e può portare alla nascita di una malattia del comportamento, la Sindrome “aggressività reattiva” degli stati algogeni. • Iperestesia: diminuzione della soglia di percezione del dolore, manifestazioni orga-


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niche indirette (tachicardia, tachipnea, ansimare). Il sistema Noradrenergico è coinvolto; • Evitamento: l’animale evita i conspecifici e i componenti della famiglia. Dapprima questo comportamento coinvolge gli individui “più agitati”, quelli che lo coccolano molto o che lo toelettano. È presente un comportamento di aggressione (solo fase di minaccia) quando l’animale viene avvicinato; • Attivazione del leccamento: gate control (competizione tra messaggio doloroso e messaggio tattile) o attivazione delle fibre nocicettive che controllano la risposta algica con partecipazione delle Beta endorfine; • Ipervigilanza: l’animale è sempre in allerta, riduzione del sonno; • Memorizzazione degli avvenimenti che precedono la situazione dolorosa (ad esempio avvicinare la mano, guardare una parte del corpo dell’animale); • Anticipazione emozionale; • Sparizione delle attività che comportano un rinforzo postivo come ad esempio il gioco. Qualsiasi irritazione o dolore è in grado di scatenare sequenze di aggressione per irritazione. Alcuni individui sviluppano progressivamente risposte aggressive con frequenza crescente il cui legame con la situazione nocicettiva è sempre più tenue. Questi cani non hanno mai manifestato in passato alcun comportamento aggressivo e sono ben inseriti nella vita famigliare. Le prime aggressioni avvengono all’improvviso e sorprendono l’entourage. La persona più frequentemente morsa è quella che ha sempre avuto la migliore relazione con il cane e che se ne prendeva cura (spazzolatura, lavaggio). All’inizio appaiono ringhi in occasione dell’avvicinarsi di alcune persone soprattutto quelle che gesticolano e si muovono in modo brusco o poco coordinato (bambini, andicappati, anziani, persone molto dinamiche). I proprietari dicono che il cane minaccia ma non sa bene che cosa sta facendo: si riconosce una fase di intimidazione di aggressione per irritazione eseguita da un cane che si percepisce come dominato. Dopo numerosi episodi di questo tipo inizialmente scatenati da avvicinamenti bruschi o manipolazioni dolorose, si osserva un aumento di frequenza e soprattutto uno scatenarsi sempre più rapido delle aggressioni Il successo del comportamento di aggressione per irritazione rinforza la risposta comportamentale aumentando la probabilità di comparsa di un comportamento di aggressione per irritazione. A questo stadio il semplice fatto di posizionarsi su di una traiettoria vagamente orientata nella direzione del cane è sufficiente. A volte basta parlargli o guardarlo per provocare il ringhio (fase di anticipazione). L’evoluzione di questa affezione si accompagna allo sviluppo di una fobia (nei confronti di una specifica persona o di una categoria di persone) che, una volta installata, sarà stabile a causa della strumentalizzazione dell’aggressione. La scomparsa dell’affezione algogena non permette di risolvere il problema e ciò può trarre in inganno il clinico che pensa che l’aggressione per irritazione sia un segno della persistenza di patologie organiche. Ad ogni stadio evolutivo i proprietari segnalano che le crisi aggressive sono precedute da un cambiamento nello sguardo: sguardo verde, da folle. È la midriasi. Si assiste ad un arricchimento del quadro clinico che termina in una distimia bipolare. Per questo l’affezione viene suddivisa in uno stadio reattivo, di iperaggressività secondaria e distimico. ■

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Le affezioni dermatologiche E le infezioni delle strutture ghiandolari produttrici di feromoni ella pratica clinica il comportamento di aggressione rappresenta nel cane un sintomo non patognomonico di un’affezione dermatologica. Il prurito e/o lo stato algogeno secondario ad una patologia dermatologica possono, aumentando l’irritabilità del soggetto, favorire l’apparizione di un comportamento di aggressione per irritazione e/o gerarchica. L’animale tende ad isolarsi e ad anticipare il contatto fisico. La sintomatologia può evolvere verso l’iperaggressività secondaria (la sequenza del comportamento di aggressione si modifica - la fase di minaccia scompare lasciando spazio alla sola fase consumatoria -) o lo stato depressivo cronico. Le infezioni delle strutture ghiandolari produttrici di feromoni possono provocare la comparsa di un comportamento di aggressione tra cospecifici. Sono interessate le ghiandole anali (nel cane i sacchi anali contengono ghiandole sebacee e ceruminose), paranali e nella femmina le strutture poste intorno alla vulva. Le ghiandole che secernono feromoni svolgono un importante ruolo nelle interazioni sociali, sessuali e nelle situazioni di stress (sono presenti feromoni di allarme). Funghi e batteri presenti nor-

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malmente sulla cute modificano il proferomone (precursore del feromone) in una sostanza biologicamente attiva grazie a processi di estrificazione e di idrolisi. In seguito ad un processo infiammatorio, una endocrinopatia o la somministrazione di alcuni farmaci (cortisonici, progestinici) il feromone può “modificarsi” a causa della alterazione della microflora locale. I cospecifici, dopo aver esplorato le zone deputate alla secrezione, possono mettere in atto un comportamento di aggressione per irritazione legato alla presenza di un

messaggio anomalo. Nel caso di un processo infiammatorio a carico dei sacchi anali di un individuo, i cani conviventi possono cavalcarlo (stato di obnubilazione sessuale: il comportamento di cavalcamento diventa estremamente frequente) e aggredirlo dopo aver annusato le zone in cui era accucciato. Numerosi studi sono in corso per evidenziare la relazione tra castrazione e modificazione della secrezione feromonale poiché la prolattina e il testosterone controllano la secrezione delle ghiandole sebacee. (S.G.) ■


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Mastite bovina: nuovi approcci terapeutici Le novità in tema di patogeni e terapia all’11° congresso nazionale SIVAR di MARIA GRAZIA MONZEGLIO osa sta cambiando nel panorama dei patogeni causa di mastite e nuovo approccio terapeutico è stato il titolo della relazione di Ruth N. Zadoks (University of Edinburgh; Moredun Research Institute - UK) sulle mastiti tenuta all’11° Congresso Nazionale Multisala SIVAR (Cremona, 8-9 maggio 2009).

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INTRODUZIONE L’aspetto più importante del controllo della mastite è la prevenzione delle nuove infezioni. A ciò contribuiscono la tecnica di mungitura, l’igiene ambientale, la nutrizione, la vaccinazione, la segregazione delle bovine infette e le misure di biosicurezza. Il passo successivo è limitare la durata delle infezioni. Il riscontro precoce, ad es. attraverso il monitoraggio del SCC (conteggio delle cellule somatiche, somatic cell count) a livello di singola bovina e la coltura dei campioni di latte permettono di effettuare un intervento precoce. I provvedimenti adottati possono essere la segregazione, l’eliminazione o il trattamento delle bovine infette.

Nell’ambito di un programma di controllo della mastite, il trattamento rappresenta la scelta estrema.

RAGIONI PER IL TRATTAMENTO Il trattamento della mastite può essere messo in atto nel periodo di asciutta o in quello della lattazione. Un maggior impiego di prodotti antimicrobici nel periodo di asciutta è mirato alla prevenzione più che al trattamento della mastite. Per la prevenzione, si possono utilizzare altri prodotti, ad es., i sigillanti interni del capezzolo. Questa presentazione si focalizza sul trattamento della mastite (sub)clinica nella lattazione. Il trattamento può avere molti obiettivi. Le bovine malate devono essere trattate per riportarle in salute e per ragioni di benessere animale. Secondo le normative della UE, non è consentito commercializzare latte proveniente da bovine affette da una “infiammazione riconoscibile della mammella”, cioè una mastite clinica (CM). L’impiego degli antimicrobici può contribuire a curare la CM ed accelerare il ritorno ad una lattazione normale. D’altra parte, il residuo di antimicrobico nel latte ritarda il tempo necessario perché questo possa tornare sul mercato. L’assenza di segni clinici di mastite non esclude che una bovina possa ancora

avere dei batteri nella mammella. Questa condizione si definisce mastite subclinica. Molte infezioni da Strep. agalactiae, Strep. dysgalactiae, Strep. uberis o Staph. aureus non causano mai segni clinici (anomalie visibili del latte, della mammella o delle condizioni generali di salute). La mastite subclinica può essere trattata per prevenire lo sviluppo di quella clinica, per abbassare il conteggio delle cellule somatiche della bovina o dell’allevamento e per prevenire la trasmissione di batteri ad altre bovine nella mandria.

TIPO DI TRATTAMENTO È importante distinguere tra infezione ed infiammazione. L’infezione è la presenza di microrganismi, prevalentemente batteri. L’infiammazione è la risposta dell’ospite al danno, ad es. la reazione alla presenza di batteri. I segni clinici dell’infiammazione sono arrossamento, tumefazione, calore, dolore e diminuita funzionalità. Questi segni possono essere rilevati mediante ispezione e palpazione tanto in una distorsione di una caviglia quanto in una CM di una bovina. Gli antibiotici sono mirati a colpire i batteri. Ne rallentano la crescita o li uccidono. La terapia antinfiammatoria agisce sulla risposta dell’ospite, in modo che la reazione della

bovina ai batteri non vada fuori controllo. La terapia di supporto (fluidi, glucosio, elettroliti) aiuta una bovina a sopravvivere quando è troppo malata per mangiare e bere. Negli animali con mastite acuta grave da sospetta infezione da E. coli, la terapia antinfiammatoria è tanto importante quanto quella antimicrobica. Le bovine con una mastite molto grave possono sviluppare setticemia a causa della rottura dell’integrità dei vasi sanguigni, permettendo ai batteri provenienti da mammella, polmone o intestino di entrare nel flusso sanguigno. Può risultare necessario un trattamento antimicrobico sistemico della sepsi.

TRATTAMENTO MIRATO In alcuni grandi allevamenti di bovine da latte del Nord America, le decisioni relative al trattamento sono basate sull’identificazione dei batteri nei campioni di latte. Le bovine con mastite grave vengono trattate non appena viene individuata la mastite. Per i capi con una mastite lieve (è colpito il latte) o moderata (sono interessati latte e mammella, ma l’appetito ed il comportamento dell’animale sono normali) viene raccolto e posto in coltura, in azienda o nel laboratorio più vicino, un campione di latte. Entro 24 ore, i risultati della coltura sono noti. Se il campione di latte è coltura-negativo o E. colipositivo, non viene effettuato alcun trattamento antimicrobico intramammario. Se invece è positivo per Staphylococcus o Streptococcus, viene avviata una terapia antimicrobica intramammaria. Nella maggior parte delle aziende non sono disponibili degli strumenti diagnostici rapidi e le decisioni relative al trattamento si basano sui segni clinici o i dati del SCC. Un caso di CM può essere dovuto ad una nuova infezione (nessun episodio precedente di CM, SCC basso prima della CM) o può essere un episodio clinico in un’infezione preesistente o cronica (episodi precedenti di CM nello stesso quarto e/o un elevato SCC prima di una CM). Per nuove infezioni, può essere sufficiente una terapia antimicrobica di breve durata (2-3 giorni). Per un’infezione cronica o ricorrente di CM, una terapia antimicrobica di lunga durata (5-8 giorni) offre migliori probabilità di guarigione. Infezioni altamente croniche (alterazioni palpabili nella mammella, casi di CM che si ripetono per la terza volta, mancata guarigione malgrado il trattamento) hanno scarse probabilità di rispondere al trattamento, che va preferibilmente sostituito dal ricorso alla segregazione o all’eliminazione della bovina o alla messa in asciutta del quarto colpito. La resistenza agli antimicrobici da parte dei batteri influisce sulle probabilità di guarigione. La resistenza ai lincosamidi in Strep. uberis è specificamente associata ad una scarsa risposta al trattamento con questi farmaci. La resistenza alla penicillina in Staph. aureus è associata ad una prognosi sfavorevole, anche se vengono utilizzati altri agenti antimicrobici. Come guida per le scelte terapeutiche, si possono utilizzare i dati conosciuti sui profili di resistenza agli antibiotici per gli allevamenti o i singoli animali. *Atti 11° Congresso nazionale SIVAR - “Cosa sta cambiando nel panorama dei patogeni causa di mastite e nuovo approccio terapeutico” Ruth N. Zadoks ■


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I cambiamenti climatici influenzano le malattie animali Almeno una malattia emersa o riemersa a causa del clima nella metà dei paesi OIE e modificazioni climatiche influenzano la comparsa di malattie animali emergenti e riemergenti. È il parere, nonché il monito per la comunità internazionale, della maggioranza dei paesi e territori membri dell'Organizzazione mondiale della sanità animale (OIE) emerso da uno studio internazionale condotto tra i paesi delegati OIE. “Sempre più paesi indicano che le modificazioni climatiche sono state responsabili di almeno una malattia emergente o riemergente comparsa nel loro territorio. Una realtà che non possiamo ignorare, e dobbiamo quindi aiutare i servizi veterinari ad equipaggiarsi con sistemi conformi agli standard internazionali per una buona gestione di questo problema”, ha detto Bernard Vallat, Direttore Generale dell’OIE durante la 77a Sessione Generale. Ma le conclusioni dello studio intitolato “Impact of climate change and environmental changes on emerging and re-emerging animal disease and animal production”, presentato da Peter Black, invitano a un nuovo approccio alla prevenzione di questi nuovi pericoli. I membri OIE hanno ricevuto il mandato di affrontare questo

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RIFIUTI E TUMORI elle persone residenti nelle zone attorno a Napoli caratterizzate da discariche abusive e incenerimento illegale dei rifiuti, è stata documentata una maggiore prevalenza dei tumori. Uno studio ha ipotizzato che anche il rischio di tumore nel cane e nel gatto possa essere associato alla gestione dei rifiuti. Lo studio caso-controllo incentrato sulla popolazione clinica di Napoli (rischio basso) e delle città confinanti con discariche abusive (rischio elevato) ha analizzato 453 cani e gatti affetti da tumori e 1554 animali esenti da neoplasie. È stata calcolata la odds ratio (OR) tra aree a basso e alto rischio per tutti i tipi di tumori. È stato individuato un rischio neoplastico maggiore nei cani, ma non nei gatti, residenti nelle aree a rischio elevato (OR: 1,55; intervallo di confidenza 95%: 1,18-2,03; Po.01). Nei cani di queste zone, il tumore più frequente era il linfoma, con un rischio di 2,39 volte superiore. Il rischio di mastocitoma e tumori mammari non differiva tra cani residenti in aree ad alto o basso rischio. Le emissioni prodotte dalle discariche abusive di rifiuti, concludono gli autori, aumentano il rischio di tumore nei cani residenti nelle zone ad alto rischio. Un'aumentata prevalenza di linfoma è stata in precedenza riconosciuta nelle persone che vivono in vicinanza delle discariche abusive. Gli studi epidemiologici dei tumori spontanei del cane potrebbero dunque suggerire un ruolo dei fattori ambientali nella carcinogenesi canina e umana e predire i rischi sanitari per l'uomo. (M.G.M) *“Association between Waste Management and Cancer in Companion Animals” L. Marconato, C. Leo, R. Girelli, S. Salvi, F. Abramo, G. Bettini, S. Comazzi, P. Nardi, F. Albanese, and E. Zini. J Vet Intern Med. 2009 Mar 6. [Epub ahead of print].

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tema utilizzando le proprie capacità e reti scientifiche, soprattutto a livello globale, regionale e subregionale. In particolare, invocano nuove azioni sul fronte della ricerca, dell’implementazione delle capacità nazionali dei sistemi di sanità animale pubblico e privato e della comunicazione, al fine di prevenire e ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici sulle produzioni

e sulle malattie animali, incluse quelle trasmissibili all'uomo. Allo studio hanno preso parte 126 paesi membri dell’OIE. Di questi, il 71% ha dichiarato di essere estremamente preoccupato per l'impatto atteso delle modificazioni climatiche sulle malattie emergenti e riemergenti. Il 58% ha identificato sul proprio territorio almeno una

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malattia emergente o riemergente ritenuta associata ai cambiamenti climatici. Le malattie animali più frequentemente citate dai membri OIE erano Bluetongue, Rift Valley e West Nile. La maggior parte dei paesi ritiene inoltre che l'influenza dell'uomo sull'ambiente abbia un impatto sui cambiamenti climatici e quindi sulle malattie animali emergenti o riemergenti. (M.G.M) ■


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Acido sialico totale: un ruolo nella FIP? La proteina di fase acuta può contribuire alla riduzione della carica virale no studio ha inteso validare un metodo colorimetrico per la misurazione dell'acido sialico totale (TSA) nel siero felino e valutare la concentrazione sierica di TSA nei gatti clinicamente sani sieronegativi (n = 9) e sieropositivi (n = 48) per il Co-

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ronavirus felino (FCoV) e nei gatti affetti da peritonite infettiva felina (FIP, n = 28), neoplasie (n = 20) o processi infiammatori (n = 16). Si indagava inoltre la correlazione tra TSA e alfa(1) glicoproteina acida (AGP). La metodica utilizzata nello studio è precisa e accurata a valori di TSA (in mg/l) comuni nel siero felino. Non erano rilevabili differenze

significative tra gatti sieropositivi (385,6 ± 192,2 mg/l) e sieronegativi (433, ± 179,0 mg/L), suggerendo che la semplice infezione sostenuta da FCoV non influenza i valori di TSA. Rispetto ai controlli sieropositivi, la concentrazione di TSA era superiore nei gatti affetti da FIP (556,7 ± 268,3 mg/l, P = 0,003), tumori

(522,5 ± 294,4 mg/l, P = 0,028) e condizioni infiammatorie (546,8 ± 208,3 mg/l, P = 0,018). Il potere discriminante del TSA per la FIP era moderato (area sotto la curva ROC = 0,65) e la likelihood ratio era superiore a 3,0 solo a valori elevati di TSA. Di conseguenza, il TSA può supportare la diagnosi di FIP solo a concentrazioni sieriche estremamente elevate (maggiori di 800 mg/l) oppure quando la probabilità pre-test di FIP è alta. Non sono state trovate correlazioni tra i valori TSA e AGP nei gatti affetti da FIP, suggerendo la presenza di proteine sialilate diverse da AGP. Sia il titolo anticorpale sia il grado di sialilazione di AGP erano negativamente correlati ai valori di TSA, suggerendo che l'aumento di TSA può contribuire a ridurre la carica virale FCoV. (M.G.M.) *“Total sialic acid: an acute phase reactant in cats with a possible role in feline coronavirus infection” Rossi G, Paltrinieri S. Can J Vet Res. 2009 Apr; 73(2): 144-50. ■

TUMORI DELLE PALPEBRE NEL GATTO arcinomi squamosi e mastocitomi i più frequentemente osservati in un periodo di dieci anni. Uno studio ha rivisto i casi di tumori delle palpebre o della nittitante osservati nel gatto in un periodo di dieci anni. Si identificavano 43 tumori. L’età media alla diagnosi era di 10,4 anni. I maschi erano colpiti in maniera significativamente maggiore. Si osservavano 12 carcinomi squamosi (SCC), 11 mastocitomi (MCT), 6 emangiosarcomi (HSA), 4 adenocarcinomi (ACA), 3 tumori della guaina periferica del nervo (PNST), 3 linfomi, 3 idrocistomi apocrini e un emangioma. I gatti affetti da MCT erano significativamente più giovani dei gatti affetti da tutti gli altri tipi di tumori combinati. In contrasto, i gatti affetti da SCC erano significativamente più anziani rispetto ai gatti con gli altri tipi di tumori. HSA e SCC avevano una probabilità significativamente maggiore rispetto agli altri tumori di verificarsi in aree non pigmentate. I MCT, HSA, idrocistomi apocrini e l’emangioma non recidivavano dopo l'asportazione chirurgica. In contrasto, i linfomi, ACA, SCC e PNST frequentemente recidivavano e/o determinavano la morte o l'eutanasia del soggetto. I SCC avevano probabilità significativamente maggiore dei MCT di recidivare. Il tempo di sopravvivenza medio dei gatti affetti da SCC era di 7,4 mesi. Benché il MCT delle palpebre del gatto sia stato descritto, la prevalenza osservata nel presente studio è notevolmente superiore a quella precedentemente segnalata. (M.G.M.) *“A Retrospective Study of Feline Eyelid Tumors” Newkirk K, Rohrbach B. Vet Pathol. 2009 May 9. [Epub ahead of print]

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Tutela animale Info Regioni

VETERINARIA 19 | 2009

Ancora maltrattamenti nei canili Sequestrato un canile in provincia di Matera. Processo a Colle Arpea (RT)

ino a qualche mese fa nel canile di Bernalda (Matera) vivevano 220 cani, alla data del sequestro ne risultavano soltanto 134 (gravemente malati e denutriti). Gli altri sono morti a causa degli spazi angusti, la malnutrizione e le pessime condizioni igienico-sanitarie. Su disposizione del Sostituto Procuratore di Matera, a fine maggio il Nirda (Nucleo Investigativo per i Reati in Danno agli Animali) del Corpo forestale ha sequestrato la struttura. Adesso il veterinario che gestiva il canile ed altri quattro indagati dovranno rispondere dei reati di maltrattamento di ani-

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mali, detenzione incompatibile con la loro natura, omissione di atti d’ufficio e peculato. Intanto l’Autorità Giudiziaria sta ancora verificando responsabilità omissive o dirette fra i vertici dell’amministrazione comunale e dell’Azienda USL. Negli stessi giorni in cui il canile di Bernalda è stato sequestrato, si è aperto il processo su quello di Colle Arpea (Rieti). Il gestore della struttura, un suo ex collaboratore ed uno dei veterinari sono accusati di maltrattamento ed uccisione di animali. Nel 2005, anno a cui si riferiscono gli episodi, il Corpo Forestale ha infatti trovato sepolti all’interno dell’area del canile decine di cani. Sulla base delle sovvenzioni pubbliche per il mantenimento dei cani in canili e rifugi, la LAV ha stimato che intorno a queste strutture si è sviluppato un giro d’affari di due milioni di euro all’anno ogni 1000 cani accalappiati. Questo denaro, tuttavia, non viene sempre investito in adeguate cure per gli animali: lo testimonia il fatto che nel 2007 i controlli operati dai Carabinieri del Nucleo Tutela Ambiente su 283 canili nazionali hanno rivelato una percentuale di illegalità del 13%. ■

Igor, cane aggressivo da sopprimere anti, troppi vincoli imprigionano ancora Igor, il cane rinchiuso nel canile sanitario dell'Usl 9 dopo aver azzannato 6 persone. La sua sorte è ancora incerta: forse rimarrà ricoverato a vita o potrebbe essere soppresso, anche se la proprietaria del cane non ne ha mai autorizzato la soppressione contando sull’autorizzazione all’affidamento del cane all’etologo Claudio Mangini. Igor, cane meticcio, circa un mese fa aveva aggredito sei persone, fuggendo dal giardino dove viveva a Treviso. Secondo le parole dei medici che hanno avuto in cura Igor in questo periodo, compresi i veterinari comportamentisti chiamati dall'Università di Padova, il recupero sarebbe stato quasi impossibile. Diversa l'opinione di Claudio Mangini, che ha fatto richiesta ufficiale di adozione alla Asl. Ma i veterinari dell'Azienda USL 9 di Treviso hanno dichiarato di non lasciare niente di intentato e non autorizzano. Le norme di riferimento sono il regolamento di polizia veterinaria n. 320 del 1954 e la recente ordinanza del sottosegretario Martini del 3 marzo 2009. Mangini insiste e chiede di “superare l'ultimo scoglio, quello della burocrazia e della rigida applicazione delle normative”. “Mi rendo conto - dice - che i veterinari delle Asl sono strettamente legati ai protocolli imposti da norme specifiche e rispetto seriamente il loro lavoro che, probabilmente, non offre spazi interpretativi delle stesse. Il mio auspicio è che Igor, caso emblematico, possa far riflettere anche il sottosegretario Martini sull'opportunità di sviluppare piani e programmi di recupero e riabilitazione caratteriale del "cane difficile", superando gli attuali rigidi schemi e le farraginose burocrazie”. O-

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spitato al canile sanitario di Ponzano, a spese della proprietaria, Igor è stato sottoposto ai test, con l'ausilio di veterinari comportamentisti chiamati dall'Università di Padova. «Purtroppo sono stati confermati i primi sospetti: l'animale mantiene la forte dominanza e un grado di pericolosità elevato» spiega il dottor Paolo Camerotto, del servizio veterinario dell'Usl 9. In pratica Igor, nonostante i tentativi di rieducazione, non modifica il proprio comportamento aggressivo, che potrebbe causare guai anche in futuro. Reagisce ringhiando e attaccando le sagome ma anche le persone, manifestando quello che viene descritto come istinto di "dominanza". Non riconosce cioè nessuna autorità superiore. Che fare dunque? La legge in questi casi rende possibile la via della soppressione. Una scelta difficile, che i veterinari dell'Usl 9 adotteranno quale ultima strada. Hanno infatti concesso una ulteriore "finestra" di tempo prima di assumere decisioni definitive. «Rispondiamo così all'appello che è stato fatto dalle associazioni animaliste» aggiunge il dottor Camerotto che precisa come le proposte debbano essere serie e praticabili. Una futura rieducazione con affidamento esterno non sembra facile, vista la pericolosità dell'animale. ■

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22 Info Regioni Campania

VETERINARIA 19 | 2009

Un ddl di Giunta per modificare la legge regionale sul randagismo l provvedimento elaborato dal Settore Veterinario sulla tutela degli animali d'affezione e la prevenzione del randagismo in Campania è stato adottato dalla Giunta regionale che lo proporrà al Consiglio come proposta di legge. La deliberazione e il testo della proposta sono stati pubblicati sul Bollettino regionale n. 31 del 25 maggio. Nella relazione di accompagnamento al Ddl (“Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del

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randagismo”) si elencano le principali modifiche alla L. R. 16 del 24 novembre 2001. L’art. 4, che prevede e regolamenta l’anagrafe canina, è stato aggiornato. L’obbligo dell’iscrizione in anagrafe del cane, da parte del proprietario, è stato ridotto a 30 giorni dalla nascita o dal possesso del cane. L’applicazione del microchip, obbligatoria per il proprietario del cane, diventa prestazione a pagamento anche presso le strutture pubbliche delle AASSLL prevedendo il costo stabilito

dalla voce specifica del “Tariffario regionale per le Prestazioni Veterinarie” in uso a cui si aggiunge il costo reale del trasponder. Di nuova introduzione è la possibilità di poter implementare la Banca Dati Regionale dell’Anagrafe Canina anche da parte dei Veterinari Liberi Professionisti, accreditati presso Servizi Veterinari delle AASSLL. L’art. 5, che disciplina i compiti dei Servizi Veterinari delle Aziende Sanitarie Locali, è stato aggiornato introducendo la possibilità, in linea con la normativa nazionale, di costituzione di strutture pubbliche AA.SS.LL. specificamente dedicate alle attività di prevenzione del randagismo canino e felino che possono avere valenza interaziendale e/o regionale al fine di poter rendere prestazioni di alta specialità clinica e chirurgica a minor costo. La delega per l’esecuzione dei piani di sterilizzazione rientra nei compiti d’istituto dei Servizi Veterinari. Nell’art. 6, che disciplina le competenze dei Comuni e delle Comunità Montane, è stata esplicitata la possibilità per i Comuni di convenzionarsi con canili privati; tali strutture devono possedere tutte le caratteristiche tecnico strutturali previste per i rifugi pubblici. Per quanto attiene ai rifugi di nuova costruzione, è stato eliminato l’obbligo per tali strutture di assolvere alla duplice funzione di assistenza sanitaria e di ricovero, potendo il canile sanitario essere una struttura di competenza delle AASSLL. Infatti ruolo dei Servizi Veterinari delle AA.SS.LL. è quello di assicurare la sterilizzazione e la degenza postoperatoria dei cani randagi, prima dell’inoltro ai rifugi municipali, e dei gatti liberi delle colonie prima della reimmissione nelle stesse. L’art. 7, che disciplina i requisiti dei rifugi, contiene i requisiti che devono rispettare sia i canili pubblici che i privati. Per i rifugi una variazione attiene le modalità di calcolo dell’ampiezza del “reparto contumaciale” rapportata alla capienza massima di cani per cui la struttura è autorizzata e non più, quindi, alla quadratura totale dell’area edificata del canile. Nei rifugi, pubblici o privati, è stato previsto l’obbligo di un ambulatorio veterinario autorizzato a norma di legge superando, il concetto di medicheria indicata nel vecchio testo. Tutte le strutture private devono avere una direzione sanitaria affidata ad un Veterinario libero professionista e devono farsi carico della gestione sanitaria dello stesso. Con l’art 8 è stato anche puntualizzato che l’obbligo della sterilizzazione, prima della cessione, riguarda tutti i cani ceduti. L’art. 10, ha inserito l’obbligo del censimento e del monitoraggio, a cura dei Servizi Veterinari delle AASSLL, delle colonie feline al fine di poter attuare eventuali piani di contenimento delle nascite a mezzo di sterilizzazioni. All’art. 11, che tratta di trasporto e vendita di animali d’affezione, è stato esplicitato che gli obblighi da rispettare per chi possiede cani a scopo di commercio siano estesi anche alla vendita all’ingrosso; inoltre è stato previsto che gli allevatori ed i possessori di cani a scopo commerciale debbano essere forniti di idoneo sistema per la lettura dei microchips al fine di non incorrere in errori all’atto della vendita. Gli animali in commercio devono essere venduti previo rilascio di certificazione veterinaria di buona salute avente validità cinque giorni. Infine è stato introdotto il divieto del commercio ambulante degli animali d’affezione. Con l’art.16 sono state aggiornate le sanzioni ed è stato definito che i relativi importi sono riscossi dalle AA.SS.LL. ■


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Ssn Riflessioni

VETERINARIA 19 | 2009

La politica fa male alla salute La crisi della nostra sanità pubblica deriva anche dalle forti ingerenze della politica e dei sindacati

di ANTONIO MANFREDI e in alcune Regioni italiane il deficit della Sanità pubblica è arrivato a livelli tali da richiedere, probabilmente, un commissariamento della regione, di chi è la colpa? Dei cittadini che aspettano mesi per poter avere una prestazione o di quelli che non hanno fatto in tempo ad arrivare al pronto soccorso perché l'autoambulanza è arrivata con molto ritardo? La decisione del Governo di ricostituire il Ministero della Salute, decisione dall'ANMVI sempre sollecitata (sarà Ministro Ferruccio Fazio che sembra non amare molto i Medici Veterinari), ci sembra logica, visto che gli investimenti ed i costi sostenuti per il Servizio Sanitario Nazionale sono la fetta maggiore del bilancio statale. Potremmo dire che la sanità pubblica è il buco nero del bilancio statale perché nonostante le continue inchieste e le somme sempre maggiori che il Governo è costretto a stanziare, i servizi continuano a restare insoddisfacenti. Qualche tempo fa un'inchiesta giornalistica aveva evidenziato come le maggiori strutture ospedaliere italiane risalgano ancora alla fine dell'ottocento o all'inizio del novecento, e se hanno resistito sino ad oggi, anche se ormai decisamente obsolete, è perché erano realizzate molto meglio di quelle costruite nel dopoguerra che si disfano al primo terremoto o sono già da rifare dopo pochi anni. Un'altra considerazione che è doveroso fare è che normalmente la maggior spesa, o meglio il maggior deficit, non corrisponde assolutamente alla qualità del servizio offerto, anzi, spesso è vero proprio il contrario e la maggior spesa deriva solo da incapacità gestionale o sprechi dovuti ad interessi diversi dalle finalità del SSN. Le numerose inchieste, anche parlamentari, che regolarmente vengono svolte sul nostro sistema sanitario, senza mai portare ad alcuna soluzione del problema, evidenziano sempre come le forti ingerenze politiche (partitiche se preferite), le sollecitazioni e richieste sindacali, spesso anche queste con forti derivazioni politiche, e, per alcune regioni, le infiltrazioni mafiose, portino con grande facilità ad enormi aumenti dei costi, sia per gli investimenti sia per la gestione, senza alcun miglioramento dei servizi offerti. Di esempi potremmo portarne molti, ma crediamo che sia inutile visto che tutti noi saremmo in grado di elencarne vari. Uno dei punti che sono stati segnalati come cause del disastro del nostro SSN è l'ingerenza della politica, visto che un'indagi-

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ne del Censis è stata dedicata proprio a questo aspetto, indagine ampiamente ripresa da ItaliaOggi a cui facciamo riferimento. Nel Mezzogiorno la sanità al 100% è in mano alla politica. È quanto emerge dall'indagine del Censis su un panel di 51 direttori generali di Asl ed aziende ospedaliere. Secondo il 63% dei dg. intervistati, i rapporti con i loro referenti politici sono molto o abbastanza intensi. È in particolare nelle regioni del Sud che il rapporto con la politica è totalizzante, tanto che tutti gli intervistati definiscono i rapporti molto o abbastanza intensi. Al Nord è, invece, il 51,5% a definirli così, mentre al centro è meno del 44%. È interessante vedere la provenienza e l'esperienza dei direttori generali. Il 38,5% dei direttori generali di Asl ha una laurea in ambito medico, circa un quarto in giurisprudenza, quota che sale al 40% nel Sud e nelle isole. Per quanto riguarda le esperienze professionali pregresse, quasi il 61% ha operato in ambito medico-sanitario, il 23,5% ha avuto esperienze professionali in ambito economico e poco meno del 16% in ambito politico; al sud però è oltre il 44% ad avere lavorato in ambito politico e una quota analoga in ambito economico. Per quanto riguarda il condizionamento della politica, oltre un quarto degli intervistati sottolinea di avere un potere decisionale a sovranità limitata, di operare in un processo decisionale eterodiretto da vincoli normativi e finanziari troppo stringenti; in particolare è il 55,6% al Sud ed Isole a parlare di eccessivi vincoli esterni di natura politica ed il 44% di vincoli normativi troppo stringenti. È evidente da questi dati come l'influenza dei partiti nella gestione della Sanità pubblica sia molto forte e ne condizioni in modo reale la gestione a tutti i livelli in quanto dal direttore generale va poi a ricaduta in tutte le scelte operative, gestionali e di assunzione del personale. Questo significa anche che ci può essere una ricaduta ed interferenza politica anche nel settore veterinario pubblico. Ci sembra piuttosto logico e purtroppo a volte evidente. Del resto, basta vedere come le Regioni recepiscono o applicano in modo diverso le normative nazionali e come queste si differenzino poi a livello Asl, per rendersi conto delle diverse logiche politiche che indirizzano le differenti interpretazioni ed indicazioni dei servizi veterinari pubblici. Un dato interessante che emerge dall'indagine è che quasi l'81% dei direttori generali intervistati è favorevole a valorizzare il privato, sottoponendolo però a controlli più rigorosi, mentre meno del 20% vuole un'offerta tutta pubblica. Questo dato dimostra come chi ha esperienza reale nel settore sanitario si renda conto dell’insostituibile contributo che il mondo sanitario privato può apportare al SSN in corretti e definiti rapporti di convenzione. Discorso che vale ovviamente anche per la veterinaria e che l'ANMVI sostiene da anni con proposte precise che permetterebbero al settore pubblico di svolgere le sue funzioni al meglio coinvolgendo ed utilizzando l'esperienza e la professionalità di tanti veterinari privati presenti su tutto il territorio nazionale. ■

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24 Lettere al Direttore Pensione di invalidità senza contributi minimi remesso che -percepire la pensione di vecchiaia è un diritto; percepire la pensione di anzianità è un privilegio; percepire la pensione di invalidità è un accidente sul percorso di vita - per un libero professionista, l’Enpav è l’unico ente di assistenza ed è opportuno che, nella gestione, il principio della solidarietà sia un cardine importante. Per il veterinario dipendente la pensione Enpav è una aggiunta, mentre, per il libero professionista è l’unica fonte di sostentamento per se e per la sua famiglia; sé la pensione è quella di invalidità, la fonte è veramente misera pertanto oltre all’“accidente” vi è la beffa, perché malgrado la invalidità, il libero professionista ha la necessità di lavorare per sé, per la propria famiglia e per pagare i contributi minimi. Dov’è la certezza che un invalido, pur pagando oggi i contributi per la rivalutazione della futura pensione di vecchiaia, la percepirà?! Doveroso è salvaguardare l’interesse dell’Enpav e altrettanto opportuno migliorare la solidarietà. Tenendo conto della statistica penso che si possano esonerare anche le pensioni di invalidità dal pagamento dei contributi minimi, mantenendo comunque l’onere del pagamento dei contributi integrativi superata la fascia di reddito pensionistico. Su questo faccio appello agli organi decisionali di rivedere gli obblighi del pagamento dei contributi minimi dei pensionati di invalidità rispetto alla propria fascia di appartenenza. La

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mia teoria si basa: sulle aspettative di vita degli invalidi, sulla percentuale delle pensioni di invalidità e sulla percentuale di mancato incasso dei contributi minimi dei pensionati di invalidità da parte dell’Enpav. Lettera firmata

Abbiamo ricevuto questa lettera e la pubblichiamo, autorizzati dall’autore, anche se riteniamo doveroso togliere ogni riferimento diretto. Sinceramente è una lettera che non avremmo mai voluto ricevere perché esprime una condizione di grande difficoltà e preoccupazione per il proprio futuro e quello della famiglia, fra l’altro piuttosto numerosa. Sono situazioni che spesso sfuggono o vengono trascurate mentre purtroppo nella nostra categoria sono più frequenti di quanto si possa immaginare. Il collega quindi ha da parte nostra grande solidarietà ed ampia disponibilità a sostenere presso l’Enpav le sue motivate richieste. Abbiamo ritenuto giusto che l’Enpav rivedesse gli obblighi dei giovani professionisti, spesso per anni senza un lavoro effettivamente retribuito, riteniamo corretto che il nostro Ente previdenziale valuti le possibilità di considerare alcune attività professionali come realmente “usuranti” riconoscendo particolari vantaggi ai colleghi che le svolgono, e quindi, più che mai, non possiamo che sostenere le richieste corrette e doverose di un collega che vive in una condizione di invalidità fisica e con grosse difficoltà nello svolgere la sua professione. Ci faremo quindi portavoce presso l’Enpav delle sue richieste e di quelle di altri colleghi che vivono la sua stessa situazione. Carlo Scotti

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VETERINARIA 19 | 2009

L’Authority non è una cattiva idea orrei esporvi, col vostro permesso, il mio pensiero in merito alla proposta di costituire un’authority dei diritti degli animali. Condivido la necessità di dare piena attuazione alle norme vigenti, anche sul piano dei controlli e su quello sanzionatorio, tuttavia un’authority che dia piena visibilità al ruolo del medico veterinario con competenze specifiche maturate nell’ambito zooantropologico e della medicina comportamentale, può fare solo il bene della categoria e del benessere animale in una prospettiva del riconoscimento dello statuto e del ruolo dell’animale nella società moderna e di quello del medico veterinario. Il riconoscimento di un alto ruolo della presenza dell’animale nella società, si traduce automaticamente nel riconoscimento di un alto ruolo del medico veterinario nella società. Questo vuol dire che il medico veterinario deve imparare a dialogare, non solo con le figure istituzionali, ma anche e specialmente con le rappresentanze delle associazioni animaliste, cui tuttavia non può essere delegata in toto la gestione del rapporto uomo-animale, com’è avvenuto finora grazie al loro maggiore peso politico ed alla loro maggiore visibilità sociale. L’approccio al rapporto uomo animale non può essere più di tipo sentimentalista, bensì deve essere centrato sulle REALI competenze professionali e non può più passare il messaggio che la medicina comportamentale sia un corrollario delle attività animaliste. Essa rappresenta la competenza essenziale per affrontare seriamente le gravissime questioni sul randagi-

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“Bisogna inserire l’umanizzazione nell’Ecm” Ferruccio Fazio, Vice Ministro alla Salute smo, sulla prevenzione delle morsicature, sulla prevenzione e terapia dei problemi comportamentali dei cani tenuti nei canili e via dicendo. Confido pertanto che l’ANMVI sappia portare a livello istituzionale le istanze a difesa della dignità e della professionalità del medico veterinario, ritengo anche che sia un dovere morale quello di assumersi la piena reponsabilità di una competenza professionale che ha un forte impatto sociale e che può dare un contributo insostituibile nelle proposte di un corretto approccio alle varie questioni inerenti il rapporto uomo-animale. Dott. Gaspare Petrantoni Med vet comportamentalista Dipl. Bioetica ITST membro Gruppo SISCA Sicilia e Calabria

Attenti ai venditori di software ualche giorno fa si è presentata in ambulatorio un’informatrice di una azienda che si occupa di vendere software per la gestione di ambulatori veterinari (contabilità, gestione delle schede cliniche), oltre che per negozi per animali e tabaccherie. Premettendo che sono una “credulona”, l’informatrice mi ha presentato questo programma su dépliant assicurandomi che in seguito sarebbe venuto un tecnico a mostrarmi il software e se mi interessava avrei pagato 145,00 € per l’assistenza tecnica e poi 3170,00 IVA esclusa in dieci anni per il noleggio del programma, altrimenti tutto sarebbe decaduto. Mi fa firmare e timbrare alcune carte, e io che mi fido troppo non ho letto cosa stavo siglando, mi saluta promettendomi che in breve tempo mi avrebbe fatto contattare da un tecnico. In realtà ho firmato un contratto in cui non esiste, essendo persona giuridica, il diritto di recesso, e dovrò pagare una penale. Lo so che la maggior parte dei miei colleghi non sono così facilmente raggirabili, ma volevo se era possibile avvertirli della poca professionalità della ditta che comunque fa acquistare un prodotto a scatola chiusa. Mi piacerebbe che pubblicaste questo episodio sia per avvertire i miei colleghi, sia per segnalare che c’è chi, creduloni a parte, fa acquistare un prodotto senza nemmeno la possibilità di vederlo. Elsa Giovanna Riva, Torino

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Pubblichiamo, ma siamo costretti ad omettere il nome dell’azienda in questione perché non conosciamo abbastanza i termini di questa proposta commerciale. Tuttavia, l’occasione di questa lettera è importante per avvisare i colleghi a fare sempre molta attenzione. Spesso chi vende, vanta o “millanta” una convenzione (o un patrocinio) con Anmvi o altre sigle veterinarie. Verificate sempre con Anmvi che sia veramente in atto un accordo. Non è quasi mai così, anche perché Anmvi non stringe mai accordi commerciali finalizzati a promuovere la vendita. Le convenzioni che Anmvi propone ai veterinari vanno intese come servizi e, quando possibile, come segnalazioni di convenienza sul mercato.


Dalle Aziende

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L’EMEA approva la nuova indicazione di ProMeris Duo per cani La nuova indicazione in etichetta va ad ampliare lo spettro di protezione della Demodicosi è stata valutata su cani naturalmente contagiati. I risultati dello studio hanno accertato che i cani trattati mensilmente con ProMeris Duo mostravano un’evidente diminuzione del numero di acari e il miglioramento dei sintomi dopo solo tre mesi. ProMeris Duo è autorizzato per le seguenti indicazioni: trattamento e prevenzione di infestazioni da pulci (Ctenocephalides canis and

ort Dodge Animal Health, divisione veterinaria di Wyeth (NYSE: -WYE), ha recentemente annunciato che la European Medicines Agency (EMEA) ha approvato la nuova indicazione in etichetta di ProMeris Duo per cani. La nuova indicazione va ad ampliare lo spettro di protezione offerto da ProMeris Duo includendo il “trattamento della Rogna Demodettica (Demodicosi, causata da Demodex spp.) e dei pidocchi (Trichodectes canis) nei cani”. Le due nuove indicazioni vanno ad aggiungersi a quelle già esistenti contro pulci e zecche. La Demodicosi è una malattia della cute causata dall’acaro Demodex spp. Gli acari infestano la cute del cane e vengono trasmessi dalla madre ai cuccioli nei loro primi giorni di vita. La Demodicosi si trova generalmente in quei cani che presentano un sistema immunitario inadeguato o poco sviluppato o in cani adulti immunodepressi. La malattia provoca lesioni cutanee e solitamente comporta caduta del pelo, irritazione con comparsa di croste e il manto assume un aspetto oleoso. Alcuni cani sviluppano infezioni secondarie che possono causare febbre, perdita di appetito e letargia. La Demodicosi nei cani può diventare una malattia cronica e debilitante, la cui cura si rivela estremamente difficile. In passato, il trattamento di questa malattia richiedeva molto tempo e talvolta anche l’uso di prodotti medicinali off-label. Alcuni casi peraltro non rispondevano ai trattamenti effettuati e talvolta, data la gravità della condizione, si era costretti a ricorrere alla soppressione del cane. “Con la nuova indicazione di ProMeris Duo per il trattamento della Demodicosi, i veterinari avranno la possibilità di usare la riconosciuta efficacia di amitraz, per la terapia e il controllo di questa malattia con il vantaggio della formulazione spot-on che facilita l’ applicazione del prodotto” ha dichiarato Rami Cobb, BVSc (Hons), MACVSc, Vice Presidente Senior del dipartimento di Pharmaceutical Research and Development, Fort Dodge Animal Health. “Nel corso delle nostre ricerche per la registrazione del farmaco, i risultati pre e post trattamento con ProMeris Duo mostravano una differenza evidente. Dopo il primo trattamento già si riscontravano miglioramenti visibili e nella maggior parte dei casi, gli acari di Demodex scomparivano dopo pochi mesi”. L’efficacia di ProMeris Duo contro gli acari

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C. felis), zecche (Ixodes ricinus, Ixodes hexagonus, Rhipicephalus sanguineus, Dermacentor reticulatus and Dermacentor variabilis), trattamento di Demodicosi (causata da Demodex spp.) e pidocchi (Trichodectes canis) nei cani. Il prodotto medicinale veterinario può integrare il trattamento di dermatite allergica da pulci (DAP).

Fort Dodge Animal Health è un’azienda leader nella produzione e commercio di prodotti per la salute degli animali da compagnia, equini, animali da reddito, suini e polli in Nord America e nei mercati internazionali. Prodotti chiave includono ProMeris®, ProMeris Duo®, Duramune®, Fevaxyn®, Guardian®, Duvaxyn®, Suvaxyn®, Poulvac®, Cydectin®, Equest® and Equest Pramox®. ■


26 Calendario attività Dal 9 giugno al 30 settembre Per visualizzare i programmi degli eventi di tutte le società clicca su www.evsrl.it/eventi Edizioni Veterinarie E.V. srl

9 - 10 GIU

CORSO SCIVAC Attenzione: Iscrizioni chiuse per esaurimento posti.

11 - 12 GIU

CORSO SCIVAC Attenzione: Iscrizioni chiuse per esaurimento posti.

ENDOSCOPIA DELL’APPARATO GASTROENTERICO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 E-mail: info@scivac.it ENDOSCOPIA APPLICATA ALLE MALATTIE RESPIRATORIE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 ECM: 13 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it

CORSO SCIVAC IN COLLABORAZIONE CON ASVAC

CORSO REGIONALE DI ECOGRAFIA - Sassari - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

CORSO FSA IN COLLABORAZIONE CON SCIVAC

FSA - CORSO DI PREPARAZIONE AL CONTROLLO DELLA DISPLASIA DELL’ANCA E DEL GOMITO E DI ALTRE PATOLOGIE SCHELETRICHE EREDITARIE DEL CANE - Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

13 - 14 GIU

CORSO ANMVI IN COLLABORAZIONE CON ORDINE MED. VET. BOLOGNA

14 GIU

SEMINARIO SCIVAC IN COLLABORAZIONE CON BOEHRINGER INGELHEIM

CORSO PER DATORI DI LAVORO IN STRUTTURA VETERINARIA. LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO Novotel Bologna San Lazzaro - Via Villanova, 31 - Villanova di Castenaso (BO) - ECM: 9 Crediti - Per informazioni: Segreteria ANMVI - Tel. +39 0372 403536 - E-mail: relazioniesterne@anmvi.it IL GATTO UN PAZIENTE CHE SI NASCONDE, ASPETTI CLINICI E NUOVE OPPORTUNITÀ - Hotel Melià, Milano - Via Masaccio, 19 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it

18 - 20 GIU

CORSO SCIVAC Ultimi posti disponibili

CORSO DI CITOLOGIA 1 - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it

INCONTRO REGIONALE SCIVAC LAZIO

ELEMENTI PER UN CORRETTO APPROCCIO CLINICO E TERAPEUTICO DELLA MALATTIA CARDIOVASCOLARE - Sala Congressi c/o ENPAV: Via Castelfidardo, 41 - 00185 Roma - ECM: 4 Crediti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it 2° IT. DIAGNOSTICA PER IMMAGINI: II PARTE - ECOGRAFIA CLINICA - Centro Studi SCIVAC, Cremona Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it CORSO AVANZATO INTENSIVO - TECNICHE DI ANESTESIA TOTALMENTE INTRAVENOSA (TIVA) - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it 3° IT. NEUROLOGIA VETERINARIA: IV PARTE - PRINCIPI DI NEUROTERAPIA MEDICA E CHIRURGICA Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it GASTROENTEROLOGIA DEL CANE E DEL GATTO: AGGIORNAMENTO CLINICO - BolognaFiere - PALAGREEN - Ingresso Aldo Moro Pad. 35 - Bologna - Piazza della Costituzione - ECM: Richiesto Accreditamento Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it

12 - 14 GIU 12 - 14 GIU

21 GIU 24 - 27 GIU

ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC Attenzione: Iscrizioni chiuse per esaurimento posti.

29 - 30 GIU

CORSO SCIVAC Ultimi posti disponibili

8 - 11 LUG

ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC Ultimi posti disponibili

12 SET

SEMINARIO SCIVAC IN COLLABORAZIONE CON PROPLAN CUP NESTLÈ PURINA 2009

13 SET

INCONTRO REGIONALE SCIVAC EMILIA ROMAGNA

LA VISITA CLINICA E LA MEDICINA COMPORTAMENTALE - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

INCONTRO REGIONALE SCIVAC TOSCANA

L’ESAME ENDOSCOPICO IN GASTROENTEROLOGIA E PNEUMOLOGIA - ECM: Richiesto Accreditamento Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

INCONTRO REGIONALE SCIVAC BASILICATA

LA RADIOLOGIA DALLA A ALLA D (DIAGNOSI) - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC

2° IT. ANESTESIA: III PARTE - ANESTESIA NELLE SPECIALITÀ - Centro Studi SCIVAC, Cremona Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it LE PATOLOGIE DELLA REGIONE METACARPALE PROSSIMALE NEL CAVALLO DA ENDURANCE - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it

20 SET 20 SET 22 - 25 SET 24 SET 25 - 27 SET

SEMINARIO SIVE IN COLLABORAZIONE CON SISTEMA EVENTI CORSO SCIVAC

SICILIA - CORSO REGIONALE DI DERMATOLOGIA - Ragusa - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

INCONTRO SIONCOV

CHEMIOTERAPIA - Centro Studi SCIVAC - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it QUALI LIMITI PER L’ANESTESIA DI UN PAZIENTE CARDIOPATICO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it CORSO INTRODUTTIVO ALLA PRATICA RADIOLOGICA - Atahotel Quark - Via Lampedusa 11/A Milano ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 E-mail: info@scivac.it

26 - 27 SET INCONTRO SICARV / SIARMUV

26 - 27 SET CORSO SCIVAC

26 - 27 SET SEMINARIO SIVE

NEUROLOGIA - Ozzano Emilia (BO) - Facoltà di Medicina Veterinaria - ECM: Richiesto Accreditamento Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it

INCONTRO SINUV

INCONTRO SINUV - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it

INCONTRO REGIONALE SCIVAC TRENTINO ALTO ADIGE

DIAGNOSI E PREVENZIONE DELLA FIP - ECM: Richiesto Accreditamento- Per informazioni: Monica Borghisani Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

INCONTRO REGIONALE SCIVAC UMBRIA

CRONIC KIDNEY DISEASE E STADIAZIONE IRIS: NEFROPATIA CRONICA NEL CANE E NEL GATTO ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

28 - 26 SET

CORSO SIVE

NEUROLOGIA - Ozzano Emilia (BO) - Facoltà di Medicina Veterinaria - ECM: Richiesto Accreditamento Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it

30 SET 2 OTT

ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC

2° IT. CARDIOLOGIA: I PARTE - FISIOPATOLOGIA CARDIOVASCOLARE E APPROCCIO CLINICO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it

30 SET 2 OTT

CORSO AIVEMP IN COLLABORAZIONE CON REGIONE LOMBARDIA

FOOD SAFETY: ANIMAL FEED IMPACT ON HUMAN HEALTH. RIFLESSI DELL’ALIMENTAZIONE ANIMALE SULLA SALUTE UMANA. - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento Per informazioni: Lara Zava - Segreteria AIVEMP - Tel. +39 0372 403541 - E-mail: segreteria@aivemp.it

27 - 25 SET 27 SET 27 SET 27 SET

laPROFESSIONE

VETERINARIA 19 | 2009

PROFESSIONE la VETERINARIA La rivista è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore Direttore Carlo Scotti Direttore Responsabile Antonio Manfredi Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it Comitato di Redazione Pierpaolo Bertaglia, Paolo Bossi, Marco Eleuteri, Giuliano Lazzarini, Pier Mario Piga, Sabina Pizzamiglio, Aldo Vezzoni Rubriche Fabrizio Pancini, Oscar Grazioli, Maria Teresa Semeraro, Giovanni Stassi Segreteria di Redazione Lara Zava professioneveterinaria@anmvi.it Grafica Francesca Manfredi grafica@evsrl.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV srl, Cremona marketing@evsrl.it Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Stampa Press Point, Abbiategrasso - MI fulvio@presspoint2000.it

Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 N. 46) art. 1, comma 1 Filiale di Milano a cura di Centro Produzione Mailings Scarl Cusago (MI) Professione Veterinaria pubblica notizie d'attualità e di rassegna i cui contenuti non rispecchiano necessariamente il pensiero della Testata. Interventi e opinioni attribuibili a Professione Veterinaria e/o all'ANMVI vengono esplicitamente indicate come tali. Chiuso in stampa il 25 maggio 2009

SOLUZIONI

Risposta corretta: C) Medicina e chirurgia del furetto Seminario Nazionale SIVAE Cremona - Maggio 2004

QUIZ 1

sviluppate

a Enucleazione b Steroidi topici c Antibiotici sistemici d Innesto congiuntivale

QUIZ 2

a Non possiedono la valvola ileo-colica b Non possiedono il cieco c Non possiedono la prostata d I furetti hanno ghiandole sudoripare poco

2) L’ascesso dello stroma della cornea del cavallo che risulta completamente vascolarizzato va trattato mediante:

Risposta corretta: c) 10° Congresso Nazionale SIVE, Perugia 31 Gennaio - 1 Febbraio 2004

1) Quale di queste affermazioni non è vera riguardo all’anatomia dei furetti?




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