Professione Veterinaria, Anno 2010, Nr 30

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la VETERINARIA

PROFESSIONE

A.N.M.V.I.

ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI

30 2010

SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

Anno 7 numero 30 dal 13 al 19 settembre 2010

Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano

Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. soc. cons. a R.L. - Cremona

REVISIONE DELLA SPERIMENTAZIONE ANIMALE

BUONE PRATICHE VETERINARIE ANCHE CON LA P.A.

ANESTESIA GASSOSA E SICUREZZA SUL LAVORO

POCA ATTENZIONE ALLA TUBERCOLOSI ZOONOSICA?

COMPENSAZIONE DELLE RITENUTE D’ACCONTO

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BREVI

ALFANO SI SINTONIZZI SU TELENUOVO

AOSTA Chiusa l'inchiesta sulle Fontine adulterate e sul contrabbando di seme bovino che lo scorso mese di novembre portò all'arresto di 13 persone. Si tratta in gran parte di allevatori e veterinari, ma anche della titolare di un laboratorio di analisi in cui, secondo le accuse, i risultati dei capi di bestiame positivi al test della tubercolosi bovina venivano manomessi affinché gli allevatori non perdessero i contributi regionali. Tra gli indagati ci sarebbero anche due consiglieri regionali.

IPPODROMI L’Unire ha affidato ad una società di ingegneria il compito di effettuare le verifiche tecniche presso gli ippodromi: oggetto di verifica, fra gli altri, i parametri igienici e di sicurezza degli impianti, il corretto dimensionamento degli impianti per le corse, l’allenamento e la scuderizzazione dei cavalli. Nella prima fase, durante il mese di agosto, è stato selezionato un campione di venti ippodromi.

ENPAV Il Ministero dell’Economia ha approvato la delibera del Cda dell’Enpav che nella seduta del 21 maggio 2010 ha aggiornato le tabelle dei coefficienti di rivalutazione dei redditi, per l'anno 2011, ex art. 47 del Regolamento di attuazione dello Statuto.

RABBIA La Commissione europea ha approvato il piano italiano di controllo della rabbia silvestre nel Nord est Italia per l'anno 2010. L'Europa finanzierà con 2.300.000 euro l'acquisto dei vaccini necessari alla immunizzazione delle volpi e i mezzi aerei per la distribuzione delle esche vaccinali.

MANGIMI In base al Regolamento (CE) 767/09, tutti gli Stati Membri sono tenuti ad attenersi al Catalogo delle materie prime per mangimi, nel quale figurano i principali procedimenti utilizzati nella preparazione delle materie prime. Dal 1 settembre, l'immissione sul mercato di una materia prima per mangimi che non è elencata nel Catalogo dovrà figurare su un apposito registro on line.

FEI Il Gruppo di Lavoro della FEI ha proposto un elenco di sostanze equine proibite per il 2011 che rispetti allo stesso tempo il benessere dei cavalli e garantisca un buon livello di agonismo. Il Gruppo ha operato una distinzione nell'uso di antinfiammatori non steroidei: non ammessi in concorso, ma post-gara. Insufficienti le garanzie di benessere animale per alzare i livelli consentiti.

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UNIVERSITÀ

Facoltà in fibrillazione: senza EAEVE si chiude Una svolta radicale nella programmazione dell’accesso costringe gli atenei a ripensare la didattica. Tempi stretti e pochi finanziamenti A PAGINA 3

REDDITO: CRESCONO COMMERCIALISTI E VETERINARI IL SOLE-24 ORE HA PUBBLICATO NEI GIORNI SCORSI UN’AMPIA INDAGINE DI CONFRONTO FRA I REDDITI delle diverse categorie professionali riferendosi ai dati delle dichiarazioni ai fini Irpef degli anni 2008 e 2009. Poche le categorie che possono vantare un dato positivo di crescita di reddito nei due anni considerati. Quella che evidenzia l’incremento maggiore, del 2%, è la categoria dei Commercialisti, seguita dai Ragionieri, 1,5%, e dai Medici Veterinari, 0,7%. L’incremento dei Veterinari è in verità ben poca cosa e se rapportato al dato inflazionistico, sia pure molto basso in questi anni di crisi economica, solo dello 0,8%, evidenzia in termini reali un calo di redditività. Potremmo quindi dire che i Veterinari, nonostante le difficoltà del momento, hanno mantenuto il loro livello di reddito anche se questo non deriva certamente da una crescita del settore ma da un semplice adeguamento ai parametri degli Studi di settore. In verità non c’è molto da stare allegri sia perché i dati di previsione del 2010 non sembrano certo essere positivi, sia perché il dato di redditività media non evidenzia le enormi differenze fra le strutture che stanno crescendo molto bene e con ottime prospettive, e le centinaia di ambulatori in forte e reale difficoltà. Su Vetjob sono sempre più numerose le offerte di cessione totale o parziale di attività veterinarie e sono molti i colleghi che incominciano a valutare la possibilità di cambiare lavoro o per lo meno di abbinare a quella veterinaria anche altre attività che permettano di arrivare ad un reddito per lo meno accettabile. Gli sforzi che sta esprimendo l’ANMVI, anche attraverso Confprofessioni, verso il mondo politico-istituzionale stanno portando a qualche intervento correttivo che però potrà dare risultati solo negli anni. Sono purtroppo i tempi del mondo pubblico ed istituzionale al quale ci dobbiamo riferire.

Dovrebbe vederla anche il Ministro Alfano l’inchiesta di Telenuovo sui costi delle prestazioni veterinarie private. “Fuffi quanto mi costi?” è un vero e proprio linciaggio dei liberi professionisti, per fare pubblicità gratuita alle strutture pubbliche delle Asl e convincere il pubblico che il SSN è più onesto e se non fa di più è solo perché in Italia c’è il “paradosso” che non è prevista la mutua degli animali domestici. Ce n’è ancora molta di strada da fare nel civilissimo Veneto per far capire che le prestazioni dei professionisti hanno un costo e vanno pagate. "Non possiamo più negare ai liberi professionisti - scrive Alfano - il diritto ad una esistenza libera e dignitosa che deriva da una retribuzione realmente proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto". Vallo a dire a Telenuovo! All’emittente veneta l’ANMVI ha scritto anche per confutare la tesi che il SSN sia gratuito e i medici del SSN dei volontari. Tutti sappiamo che il servizio sanitario nazionale dal punto di vista economico regge (si fa per dire) perché pagato da tutti i cittadini (per fare un esempio l’IRAP è la vecchia tassa della salute) che ne sono tutti beneficiari. Non è lo stesso per gli animali che sono posseduti da milioni di italiani ma non da tutti. Che ci sia una doman-

da di veterinaria sociale è vero e va data una risposta, cominciando col dire che non è il veterinario a costare ma la medicina veterinaria con la maiuscola (attrezzature, farmaci, presidi, dispositivi, competenza intellettuale). Se poi parliamo di qualità dobbiamo ammettere che ai telespettatori di Telenuovo si è fatto arrivare il messaggio opposto a quello che con grande fatica si sta cercando di affermare e che Alfano ha riassunto così: "La vera tutela dei consumatori non si realizza con la corsa al ribasso dei compensi professionali, ma garantendo con rigore la qualità del prodotto professionale. Riformare le professioni impone di trovare un giusto punto di equilibrio tra la tutela del consumatore cittadino, la tutela della dignità dei professionisti, la garanzia di un futuro dignitoso ai giovani meritevoli e il rispetto degli impegni comunitari". Stando a Telenuovo, il Veneto si attesta come la Regione più disattenta ai professionisti, al pil che producono, alle tasse che pagano, alla crisi che devono affrontare, alla disoccupazione post laurea, alla caduta dei redditi professionali. Il Veneto è in Europa e il vento della concorrenza dei professionisti dell’Est si sente già. Strano che proprio in Veneto non se ne ■ accorgano…

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Università Attualità

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EAEVE entro il 2013: la rivoluzione silenziosa del Ministro Gelmini Le Facoltà senza i requisiti didattici europei non potranno più immatricolare studenti si, si ritiene che l'approvazione, anche condizionata, non potrà essere differita oltre il 2013. La mancata richiesta - prosegue Tomasi - da parte di un ateneo della valutazione dell'organismo europeo comporterà dall'anno accademico 2013214 la impossibilità di immatricolare studenti pur assicurando agli iscritti la conclusione del percorso di studi ed il conseguimento del titolo». Non solo: dal ministero avvertono che non sarà consentita nemmeno, se gli ispettori europei daranno un giudizio negativo o di rinvio, una «sinergia organizzativa e operativa con facoltà di altri atenei per superare le lacune individuate».

SASSARI A RISCHIO

l Ministro Gelmini, oltre a far scendere a 1.006 il numero dei posti disponibili per l’anno accademico 20102011 ha approvato la proposta del gruppo tecnico istituito al Miur secondo la quale “l'assenza di requisiti essenziali, nonché la mancata richiesta, da parte di un Ateneo, della valutazione all'Organismo europeo sopra citato (l’EAEVE, ndr) comporta, sin dalla programmazione per l'anno accademico 2010-2011, la impossibilità di immatricolare studenti”. Gli effetti di questa decisione contenuta nel Decreto dell'8 Luglio scorso sono già evidenti all’Università di Catanzaro, dove è stato soppresso il primo anno del corso di laurea in medicina veterinaria. Durante l'estate, una lettera firmata da alcuni studenti ha parlato di "una brutta botta per la nostra città perché investe il settore universitario che costituisce la base essenziale per lo sviluppo e la crescita di ogni città e di ogni comunità". Gli studenti hanno chiesto al Rettore dell'Università di Catanzaro e al Sindaco Olivo di valutare anche il ricorso al TAR. L'appello degli studenti ha ricevuto la solidarietà del Movimento per le autonomie.

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ENTRO IL 2013 Ma il Ministero dell’Università non si è limitato al decreto di programmazione annuale. Il 2 luglio scorso, il direttore generale Tomasi ha inviato una lettera di «messa in mora» a tutti i rettori e ai presidi di Veterinaria in cui ribadisce come sia «imprescindibile» la valutazione dell'organismo europeo e avverte che «al fine di consentire all'ateneo di rispondere a tale esigenza o di adeguar-

Altre sedi universitarie sono entrate in fibrillazione, come la Facoltà di Veterinaria di Sassari. L'aver fatto scendere da 38 a 34 il numero di matricole che potranno essere ammesse al prossimo anno accademico è stato visto come un "segnale" sinistro per l'Ateneo, a rischio di chiusura se non riuscirà a compiere un salto di qualità entro il 2013. Quella sassarese risulta ancora non accreditata dall'European Association of Establishmentas of Veterinary Education (EAEVE). Il rischio che si corre è la chiusura della Facoltà. L'ultima visita della EAEVE alla facoltà sassarese fu nel 1998 e allora, riferisce La Nuova Sardegna, non superò la prova. Queste le parole preoccupate del rettore dell'Università di Sassari, Attilio Mastino:«L'Ateneo sta attivamente lavorando per arrivare alla costruzione dell'Ospedale Veterinario e per innalzare i parametri produttivi in vista della valutazione europea che si prevede fissata per il 2013». Il rettore Mastino afferma che sono stati fatti grandi passi sul fronte dell'ospedale veterinario. «Abbiamo il progetto, verrà realizzato dietro l'attuale facoltà di via Vienna: ci siamo accordati con il Comune e in cambio della licenza a costruire abbiamo ceduto una parte della nostra area per parcheggi. Per l'azienda zootecnica non si esclude la possibilità di realizzarla a Ottava, dove ne possediamo una situata su ottanta ettari». Il rettore quindi annuncia: «Spenderò tutte le mie forze per evitare la chiusura di una facoltà storica e unica in Sardegna che ha un valore importante in una realtà come la nostra: sarebbe una perdita per l'intera isola che dobbiamo scongiurare». Ma il problema è anche quello delle risorse. «Nello scorso maggio era stato fatto presente all'assessore regionale all'Agricoltura Andrea Prato che serviva-

no 50 milioni per mettere in regola la facoltà ed evitare la sua scomparsa dall'Accademia», afferma il preside di Veterinaria Salvatore Naitana. Però in tutti questi anni sembra piuttosto aver regnato l'immobilismo. Agli inizi del 2000 si era aperta la possibilità di realizzare l'azienda zootecnica nella piana di Chilivani, a costo zero per l'acquisizione dei terreni. Poi la giunta Soru propose Mamuntanas. In entrambi i casi tutto finì in una bolla di sapone.

INTERROGAZIONI PARLAMENTARI Il Magnifico rettore ha fatto presente la situazione critica di Veterinaria a tutti i parlamentari eletti in Sardegna ottenendo già la solidarietà del deputato del Pdl Bruno Murgia e della senatrice del gruppo misto Luciana Sbarbati. Entrambi hanno chiesto con interrogazioni al ministro Mariastella Gelmini un differimento della data del 2013 perché la facoltà possa adeguarsi ai ferrei standard di qualità richiesti dall'Unione europea ed ottenere così la certificazione Eaeve (European Association of Establishments of Veterinary Education) senza la quale non potrebbe più stare sul mercato. “Consentire agli Atenei che non abbiano conseguito la certificazione europea alla data del 2013, previa verifica da parte della Commissione ministeriale di esperti e per un periodo transitorio, di proseguire l'attività didattica attraverso l'integrazione o in sinergia organizzativa e operativa con altri Atenei idonei, al fine di superare le lacune strutturali o funzionali evidenziate nelle relazioni ispettive". È la richiesta della Senatrice Sbarbati al Ministero dell'Università, dopo la scadenza del 2013, fissata dal direttore generale dell'università Marco Tomasi. Più generale l’interessamento dell’On. Murgia, che chiede "se il Governo, al fine di consentire a tutti gli atenei che necessitano di potenziare l'organizzazione di facoltà con adeguate strutture scientifiche, didattiche e di ricovero affinché possano candidarsi alla valutazione del predetto organismo, non ritenga necessario assumere iniziative volte a far sì che l'approvazione - anche condizionata - possa essere differita oltre il 2013, per scongiurare una possibile chiusura delle facoltà di medicina veterinaria non accreditate, considerando soprattutto il valore che molte di loro rivestono per l'economia delle regioni di appartenenza".

NUOVI POLI DIDATTICI E intanto le Facoltà si dotano di Ospedali didat-

tici per adeguarsi ai requisiti della EAEVE. Una delibera approvata il 29 luglio scorso in consiglio di amministrazione dell'Università di Parma ha sbloccato i finanziamenti per la facoltà di Medicina Veterinaria che otterrà risorse per la costruzione di un nuovo polo didattico, composto da laboratori per gli studenti. Questo plesso permetterà alla Facoltà di fare un importante passo avanti verso la certificazione europea EAEVE, in quanto, come espresso dal Ministero, le Facoltà di Veterinaria che entro il 2013 non avranno ottenuto questo accreditamento, vedranno bloccate le nuove immatricolazione e saranno quindi obbligate a "chiudere". Lo stanziamento in questione, inizialmente annullato, è stato rettificato grazie alle preoccupazioni e alle richieste avanzate dai rappresentanti degli studenti, affermano le associazioni studentesche, prima in Consiglio Studenti, poi in Consiglio d'Amministrazione, legate al timore della possibile chiusura “di una facoltà tra le più prestigiose d'Italia a causa di una mancanza strutturale già evidenziata nel corso degli anni all'amministrazione e mai concretamente affrontata fino a oggi”. In difficoltà, invece, il Polo di Lodi: la Stu (società di trasformazione urbana) che avrebbe dovuto dare il via ai lavori, in 5 anni non è mai stata costituita; la progettazione è stata effettuata su un possibile sviluppo previsto 10 anni fa, quando la Facoltà era in espansione, mentre adesso, come tutte le università italiane, risente di tagli e riforme. “Sono preoccupato per il destino dell'Università a Lodi: di certo, non possiamo lasciare che passino altri 5 anni senza fare niente” ammette Luigi Bonizzi, dopo aver coordinato per 5 anni il trasferimento di Veterinaria da Milano a Lodi, ora direttore di Dipartimento all'Università degli Studi di Milano. «Nella sede universitaria di Lodi – ha dichiarato al Il Giorno- avrebbero già dovuto esserci le aule e i laboratori, gli uffici per il trasferimento di tutta la Facoltà - spiega - invece sono stati realizzati solo gli edifici relativi alla parte clinica e zootecnica. Non c'è possibilità di svolgere le materie propedeutiche, le biotecnologie, la ricerca”. Mauro Di Giancamillo, direttore sanitario che oggi sostituisce Bonizzi a Lodi, ammette che le aspettative sono state parzialmente deluse («sicuramente il progetto ha avuto rallentamenti, dovuti anche alla crisi economica ed andare avanti e indietro tra Milano e Lodi non è affatto agevole»). ■

“NON FACCIAMO CONCORRENZA”

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Grugliasco (Torino), il Pronto soccorso pubblico per cani e gatti, un servizio partito a fine agosto, e già - assicurano i veterinari addetti - non c'è notte nella quale non si lavori a pieno ritmo. "Già in precedenza trattavamo oltre quattromila casi all'anno nella clinica, ma ora abbiamo deciso di estendere il servizio 24 ore su 24, sette giorni alla settimana - spiega il preside di Veterinaria, Bartolomeo Biolatti - Lo scopo è quello di venire incontro alla richiesta non solo dei singoli cittadini che posseggono un animale domestico, ma anche dei veterinari privati, con i quali non siamo in competizione ma vogliamo continuare a collaborare: molti di loro non hanno, né potrebbero avere, tutte le attrezzature e le competenze specialistiche per far fronte ai casi difficili"."Qui arriva di tutto - racconta Antonio Borrelli, responsabile del nuovo servizio - Animali intossicati dal veleno ingerito per sbaglio o lasciato appositamente da malintenzionati, al-

tri cardiopatici, altri ancora che, proprio come accade agli esseri umani, hanno avuto nel cuore della notte una crisi convulsiva o vagale e rischiano la vita. Noi "rispondiamo" con due veterinari e quattro studenti sempre presenti, e altri specialisti reperibili per le emergenze ortopediche, cardiologiche, tossicologiche e così via. Abbiamo due postazioni e la possibilità di fare radiografie e ecografie, un defibrillatore ma anche un laboratorio per fare esami del sangue, in pochi minuti". Il servizio non è gratuito. "Purtroppo per gli animali non esiste nulla di paragonabile al servizio sanitario - spiega Biolatti - Ci sono state proposte di legge, il tema è sempre attuale, ma ci sono anche forti opposizioni e a noi non resta che far pagare ogni prestazione secondo un tariffario che non si discosta troppo dal mercato generale. Ciò che possiamo garantire è la libertà da qualunque fine speculativo, e l'eccellenza delle prestazioni. Del resto la clinica e il

Pronto Soccorso esistono, grazie anche al sostegno della Fondazione Crt, perché possono contare sulle parcelle, altrimenti dovremmo fermarci". Stessa dichiarazione di non belligeranza con la libera professione arriva dall’Ospedale veterinario di Padova, inaugurato il 19 maggio scorso. «Ci sono voluti dieci anni per completare l'opera - ha evidenziato il preside Massimo Castagnaro - ma ora questa struttura ci pone a tutti gli effetti ai primi posti d'Europa ». Secondo le stime iniziali l'ospedale potrebbe trattare oltre 3.500 casi all'anno: una cifra che tuttavia rischia di essere presto aggiornata per eccesso. Anche perché il nuovo «Ospedale veterinario», oltre agli ambulatori della sede centrale di Agripolis, potrà contare pure su tre unità didattiche mobili. Tre furgoncini attrezzati di tutto punto, che serviranno per effettuare operazioni in esterna. I prezzi praticati saranno più alti di quelli offerti dal mercato. Alcuni esempi:

Una visita ordinaria per piccoli animali costa 35 euro, mentre una degenza giornaliera per un cane di grossa taglia viene 50 euro. E le tariffe salgono ovviamente a seconda del tipo di intervento: una terapia intensiva per cani costa 120 euro al giorno; l'ecografia per un cavallo 165; un allineamento dei segmenti ossei addirittura 1.224 (come l'operazione di chirurgia spinale). La scelta di far pagare un po' di più le prestazioni dei docenti e degli studenti di Veterinaria è comunque studiata. «Non vogliamo entrare in concorrenza con gli altri veterinari - ha precisato il professor Maurizio Isola, Direttore della struttura. "Lo spirito - dichiara- è quello di collaborazione, perché la nostra dev'essere soprattutto un'esperienza di studio, di ricerca e di didattica. Questa iniziativa servirà proprio per migliorare la qualità didattica e le conoscenze dei nostri studenti, che avranno la possibilità di mettere subito le mani in pasta. Un'occasione che non è concessa a tutti».


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Sulla sperimentazione animale l’Europa passa la palla agli Stati Membri La revisione della Direttiva 86/609 rinvia alla legislazione nazionale per la gestione e il benessere animale e istituzioni europee hanno trovato un equilibrio di compromesso fra esigenze di ricerca scientifica e tutela animale. La Commissione per l'Agricoltura e lo Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo ha infatti approvato la nuova legislazione (revisione della Direttiva 86/609) sull'impiego di animali a scopi scientifici. La relatrice, Elisabeth Jeggle, ha aperto i lavori in Commissione dichiarando: "Se volete la protezione degli animali, sosteneteci". Il provvedimento è frutto di un accordo di mediazione tra le istituzioni comunitarie che impegna la Commissione Europea ad esaminare e rivedere il nuovo impianto normativo cinque anni dopo la sua entrata in vigore. Gli Stati membri hanno due anni di tempo per conformarsi alle nuove regole, che prevedono la progressiva riduzione del numero di animali utilizzati nella sperimentazione, atten-

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zione al benessere animale, la promozione di metodi alternativi, la riduzione delle sofferenze degli animali, maggiori restrizioni nell'uso di primati, una classificazione dei test sulla base del dolore e controlli costanti per assicurare il rispetto delle nuove regole. Tutti gli Stati Membri dovranno garantire che quando viene validato un test alternativo l'uso di ani-

mali venga dismesso, mentre l'autorizzazione alla sperimentazione dovrà essere accordata solo ad esperimenti che, a fronte di risultati scientificamente apprezzabili, causino la minima sofferenza possibile all'animale. L'uso di animali a scopo di ricerca scientifica è consentito per la ricerca di base e per la ricerca sulle malattie dell'uomo, degli animali e delle piante, per testare farmaci, per la conservazione delle specie, attività di formazione superiore e indagini legali. Clausole di salvaguardia consentono ai governi nazionali di derogare in parte alla legislazione comunitaria per fronteggiare situazioni di emergenza, ma solo per ragioni scientificamente giustificabili e dopo aver informato la Commissione. L'uso della clausola di salvaguardia sarà sempre soggetto all'approvazione di altri Stati Membri. Adesso dunque tocca all'Italia che dovrà recepire la nuova legislazione, avendo ampi spazi di manovra nel fissare le regole del be-

nessere animale e ridurre al massimo la sofferenza attraverso il ruolo del medico veterinario nei laboratori di ricerca. Va in questa direzione il disegno di legge depositato presso la Commissione Igiene e sanità del Senato, (S. 53 Disposizioni per la protezione degli animali utilizzati per fini scientifici o tecnologici- in corso di esame in commissione) che riprende le basi dei progetti di riforma su cui ha lavorato il legislatore nazionale negli ultimi anni per regolamentare l'utilizzo degli animali nella ricerca, con significativi contributi della medicina veterinaria. Fra i punti qualificanti del Ddl dal punto di vista della tutela animale, l'individuazione di competenze medico veterinarie per garantire il massimo livello di benessere animale, allo scopo di evitare danni, dolore, forte stress e sofferenze inutili e permettere la riabilitazione dell'animale postesperimento e il suo affidamento a strutture d'accoglienza. "Mi rendo conto che ha rappresentato un compromesso difficile" - è stato il commento del sottosegretario alla Salute Francesca Martini - "l'obiettivo da raggiungere è l'esclusione dell'utilizzo di animali per la sperimentazione nel caso questo comporti sofferenza per gli stessi. Mi è pertanto personalmente difficile commentare positivamente una normativa che considero ancora sostanzialmente poco incisiva in tal senso. L'Italia - ha concluso- si attesta nel panorama europeo per una forte attenzione al tema che, per quanto mi riguarda, può e deve essere solo intensificata". L'ANMVI ha invitato il Sottosegretario Francesca Martini a ripartire dalle proposte legislative elaborate con i medici veterinari della SIVAL (Società Italiana Veterinari per Animali da Laboratorio) che lavorano nella ricerca, per una riforma della legislazione nazionale risalente al Decreto Legislativo 116 datato 1992. ■

GLI ANIMALI RANDAGI NON SONO IDONEI

È

palese nel dettato europeo* l’affermazione del principio base del non utilizzo di animali domestici vaganti in quanto non idonei e pertanto se ne prevede una forte preclusione al loro impiego, subordinata al verificarsi occasionale ed eccezionale di particolari condizioni stabilite dall’Autorità competente. *Adopted text to revise Directive 86/609/EEC on the protection of animals used for scientific purposes, 8 September 2010 - Article 11 (Stray and feral animals of domestic species) 1. Stray and feral animals of domestic species shall not be used in procedures. 2. The competent authorities may only grant exemptions from paragraph 1 subject to the following conditions: (a) there is an essential need for studies concerning the health and welfare of the animals or serious threats to the environment or to human or animal health, and (b) there is scientific justification to the effect that the purpose of the procedure can be achieved only by the use of a stray or a feral animal. Il testo è consultabile al link: <http://ec.europa.eu/environment/chemicals/lab_animals/home_en.htm>


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Buone pratiche anche nel rapporto con le amministrazioni pubbliche I professionisti devono instaurare e mantenere buoni rapporti con le Autorità Competenti

È

questione di buona pratica anche il rapporto tra i medici veterinari e autorità competenti. I professionisti infatti devono instaurare e mantenere

buoni rapporti con le Autorità Competenti. A dirlo è il Codice di Buone Pratiche Veterinarie varato dalla UEVP/FVE e base di lavoro per il Manuale delle Buone Pratiche Veterinarie dell’ANMVI. La qualità del lavoro non si misura solo sulla base delle performance

A.N.M.V.I.

cliniche ma anche delle relazioni che la struttura intrattiene all’esterno con i soggetti privati (clienti, banche, fornitori, pubblico occasionale, ecc.) e con i soggetti pubblici (le amministrazioni dello Stato, delle Regioni, dei Comuni, ecc.). È buona prassi codifi-

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GIORNATA DI AVVIAMENTO ALLA CERTIFICAZIONE BPV Venerdì 8 Ottobre 2010

DOMANDA DI PARTECIPAZIONE DA INVIARE ENTRO IL 1/10/2010 al fax 0372/40.35.26 o in busta chiusa: ANMVI Via Trecchi 20 - 26100 Cremona o via posta elettronica all’email info@anmvi.it

IL SOTTOSCRITTO COGNOME ...................................................................................................... NOME ............................................................................................................ VIA ......................................................................................................................................................................................... CAP. ......................................... CITTÀ .................................................................................................................................................................................... PROVINCIA .............................. TEL. ............................................................... CELL. ............................................................... EMAIL ................................................................................... CODICE FISCALE ........................................................................................... ORDINE DEI VETERINARI DI ......................................................................... CHIEDE DI ISCRIVERSI ALLA ❑ GIORNATA DI AVVIAMENTO ALLA CERTIFICAZIONE BPV - venerdì 8 ottobre 2010 VERSANDO LA QUOTA DI 600,00 EURO + IVA (20%) (N.B. comprensiva di un anno di assistenza a distanza, del Manuale ANMVI per le BPV e del Sistema Documentale) E REGOLA LA QUOTA DI ISCRIZIONE TRAMITE: ❑ VAGLIA POSTALE intestato a EV Soc. Cons. a r.l. - Via Trecchi, 20 - 26100 Cremona. Causale del versamento: Avviamento alla certificazione. Si prega di allegare copia del versamento alla presente scheda di iscrizione ❑ CARTA DI CREDITO ❍ CARTA SI

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AVVERTENZA: I partecipanti possessori di CARTA DI CREDITO ANMVI-VISA possono richiedere la rateizzazione (finanziamento a tasso zero) del pagamento. ❑ PAGAMENTO RATEIZZATO TRAMITE CARTA DI CREDITO ANMVI-VISA (Finanziamento a TASSO ZERO) mediante: ❍ 6 rate mensili, senza interessi ❍ 12 rate mensili, senza interessi NUMERO DELLA CARTA DI CREDITO ANMVI-VISA

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ACCOGLIMENTO DELLE DOMANDE - La Segreteria dei corsi accoglierà le domande nell’ordine cronologico di ricezione e fino ad esaurimento dei posti disponibili, il numero dei quali è stabilito dalla Direzione dei corsi nel numero di 25, sulla base delle esigenze didattiche e dell’ ottimizzazione delle risorse logistiche. La Segreteria non considera vincolanti eventuali espressioni di interesse alla frequenza, scritte o verbali, ma considererà valide solo le domande di iscrizione regolarmente pervenute. RINUNCE ED ESUBERI - Le richieste di rinuncia verranno totalmente rimborsate solo se pervenute entro 5gg dalla data di attivazione del corso. Per le domande in esubero non si procederà all’addebito della carta di credito e all’iscrizione. CONFERMA - Agli iscritti ammessi alla frequenza della giornata di consulenza verrà inviata una comunicazione di conferma della partecipazione. PRIVACY - Ai sensi del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 (G.U. 29 luglio 2003, Serie generale n. 174, Supplemento ordinario n. 123/L), il sottoscritto consente al trattamento dei dati sopra indicati, consapevole che l’esecuzione dei servizi richiesti non può avere luogo senza le comunicazioni dei dati personali all’ANMVI e/o ai soggetti a cui la stessa deve rivolgersi. FIRMA ………………………………………………………………………………

Centro Studi Veterinari E.V. Soc. Cons. a r.l. - Via Trecchi, 20 - 26100 Cremona - Tel. 0372/40.35.37- anmviservizibpv@anmvi.it

cata dalla veterinaria europea che i medici veterinari, quando richiesti, “assolvano prontamente ed in conformità alle disposizioni ricevute gli obblighi di servizio pubblico che hanno assunto per conto delle Autorità Competenti”. Nel corso dell’attività libero professionale possono esserci numerose occasioni per mettere in pratica questo dettato di buona pratica. I medici veterinari, inoltre, quando eseguono prestazioni su richiesta delle Autorità Competenti, devono garantire “che non ci siano conflitti di interesse e non devono servirsi della loro posizione per cercare di ampliare la loro clientela o acquisire un vantaggio personale”. Le buone pratiche europee specificano anche che nel caso in cui l’Autorità Competente chieda a un medico veterinario di svolgere prestazioni per il cliente di un altro medico veterinario, se il cliente richiedesse una qualsiasi altra prestazione diversa da quella dell’incarico, “il medico veterinario non deve accettare senza il preventivo consenso da parte del medico veterinario curante”. Per Autorità Competente si intende l’autorità di uno Stato che ha il compito di svolgere i controlli o qualsiasi autorità alla quale sia stata delegata una simile competenza. Il rapporto con le amministrazioni pubbliche, con i controllori, si deve instaurare su criteri di buona pratica non solo a livello di vertice. La direzione di una struttura deve infatti comunicare all’interno la politica di qualità che ha inteso adottare. La direzione insomma “deve essere d’esempio”. L’organizzazione di una struttura veterinaria all’insegna delle procedure di qualità (registrare e documentare) può essere di grande aiuto anche nella gestione dei controlli e nell’interlocuzione con le amministrazioni pubbliche che a vario titolo hanno motivo di relazionarsi con una struttura veterinaria. L’avere una pronta documentazione, esigibile in qualunque momento - ad esempio per quanto attiene la prevenzione e la sicurezza sul posto di lavoro - offre maggiori garanzie di avviare serenamente un atto ispettivo e di concluderlo più rapidamente. Poter dimostrare di avere una solida organizzazione del lavoro, di averne standardizzato le procedure senza improvvisazioni permette di non essere presi in contropiede e di iniziare un confronto ispettivo avendo anche facilitato il compito del controllore. Quindi di essere a metà dell’opera. Una struttura che invece non è in grado di documentare quel che fa e come lo fa parte con il piede sbagliato. ■


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8 Anmvi Servizi Sicurezza sul lavoro

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L'anestesia gassosa necessita di un impianto di estrazione o basta un ricambio d'aria? A cura di GIORGIO NERI E CARLO PIZZIRANI

ra le recenti consulenze svolte da ANMVI Servizi, nell’ambito del progetto L’ambulatorio Chiavi in mano, un Collega ha chiesto informazioni sulla necessità di dotare l’ambulatorio di un impianto di evacuazione per i gas anestetici. La ASL sostiene che sia necessario senza specificare il ti-

F

po di impianto, mentre l’ingegnere coinvolto allo scopo rinvia genericamente alle norme sulla sicurezza del lavoro. Cosa fare? Per "impianto di distribuzione e utilizzazione di gas" si intende l'insieme delle tubazioni, dei serbatoi e loro accessori, i collegamenti tra i serbatoi e gli apparecchi utilizzatori, la predisposizione edile e meccanica per l'aerazione e la ventilazione dei locali in cui viene installato l'impianto, la predisposizione edile e meccanica per lo scarico all'esterno

dei prodotti. Gli impianti per la distribuzione e l'utilizzazione dei gas di qualsiasi tipo, comprese le opere di evacuazione dei prodotti della combustione e ventilazione e aerazione dei locali, compresi gli impianti relativi a gas medicali per uso ospedaliero e simili, compreso lo stoccaggio, sono assoggettati al DM n. 37 del 22 gennaio 2008. Questi impianti devono essere prima progettati da parte di un professionista iscritto all'albo professionale, poi realizzati da una impresa installatrice secondo la regola dell'arte, in conformità alla normativa vigente e in conformità alle norme dell'UNI, del CEI o di altri ENTI di normalizzazione appartenenti agli stati membri dell'unione europea. L'impresa installatrice, al termine dei lavori, dovrà rilasciare al committente la DICO (dichiarazione di conformità). L'impianto di evacuazione dei gas anestetici, per il disposto del DM 37/2008 (Disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici) dovrà essere progettato da un laureato abilitato e dovrà essere installato a regola d'arte, ovvero secondo la Norma UNI EN ISO o norma equivalente. Ci si deve attenere al Decreto Legislativo 81/2008 e quindi bisogna applicare la normativa della sicurezza del lavoro solo se siamo in presenza di figure tipo "lavoratori". Per questo valgono le definizioni del Decreto Legislativo 81/2008 che definisce “lavoratore” la persona “che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un'attività lavorativa nell'ambito dell'organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un'arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari”. Per quanto riguarda gli impianti di distribuzione dei gas medicali le norme di riferimento sono state prima le NORME UNI EN 737-3 poi sostituite, molto di recente (11 marzo 2010) dalle NORME UNI EN ISO 73961:2010 e 7396-2; nello specifico le norme che regolamentano gli impianti di evacuazione dei gas esausti sono le seconde. Quello che lascia perplessi è che lo scopo che le norme si prefiggono è la sicurezza del paziente "uomo" mentre mancano completamente riferimenti al settore della medicina veterinaria. Nel nostro settore dunque un impianto fatto secondo la regola dell'arte che preveda anche una via di evacuazione dei gas esausti verso l'esterno a semplice caduta o con sistema di aspirazione nel caso che vada verso l'alto ci sembra sia più che sufficiente. (Sull’argomento si veda anche Professione Veterinaria, n. 42/2009) ■

TRE CORSI DAL 4 AL 7 NOVEMBRE

L

a XXI edizione dei Corsi per la salute e la sicurezza sul lavoro si terrà a novembre presso la sede ANMVI di Cremona. I programmi e le schede di adesione sono già disponibili per le iscrizioni che, come sempre, non potranno superare la quota di 50 partecipanti. www.anmvi.it


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10 Eventi Veterinari

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SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA REDDITO SOCIETÀ FEDERATA ANMVI

SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI ESOTICI

CONVEGNO NAZIONALE SIVAR CremonaFiere, 29 Ottobre 2010 LA CASTRAZIONE INCRUENTA DEL SUINO: METODI E PROSPETTIVE In collaborazione con AZIENDA SANITARIA LOCALE DELLA PROVINCIA DI CREMONA ORDINE DEI MEDICI VETERINARI DELLA PROVINCIA DI CREMONA OBIETTIVI EVENTO FORMATIVO L’evento si pone l’obiettivo di fornire al medico veterinario suiatra tutte le informazioni e gli aggiornamenti in merito ai possibili metodi di castrazione del suino, alternativi a quello chirurgico oggi diffuso. Le possibilità offerte da recenti ritrovati farmaceutici aprono nuove e diverse prospettive sulla possibilità di ridurre le patologie infettive, di migliorare il benessere animale e di mettere in atto strategie alimentari maggiormente profittevoli, nel rispetto dell’animale allevato. L’impiego di una particolare siringa di sicurezza sarà inoltre ampiamente illustrato ai medici veterinari allo scopo di assolvere agli obblighi di formazione richiesti dal Ministero della Salute in relazione ad un particolare metodo di castrazione tramite somministrazione di vaccino. RELATORI Iller Campani - Martini SPA (Budrio di Longiano, FC) Paolo Candotti - IZSLER Sezione di Brescia Moritz Pignatti - Italcarni (Migliarina di Carpi, Modena) CHAIRMAN Paolo Martelli - Facoltà di Medicina Veterinaria di Parma

I PICCOLI MAMMIFERI: MAI PIÙ PAZIENTI DI “SERIE B” 17 Ottobre 2010 - Pescara IN COLLABORAZIONE CON GLI ORDINI DELLA REGIONE ABRUZZO

16.15 Pausa caffè 16.45 Il suino intermedio: quali prospettive e perché Moritz Pignatti 17.15 Discussione 17.30 La castrazione immunologica: come vaccinare i suini utilizzando un iniettore con elevate caratteristiche di sicurezza - Programma di addestramento per il Medico Veterinario Sandra Meloni, Area Veterinary Manager Pfizer Animal Health 18.00 Questionario ECM, consegna attestati e termine della giornata SEGRETERIA SCIENTIFICA ED ORGANIZZATIVA SIVAR - Paola Orioli Tel. 0372-40.35.39, Fax 0372-40.35.54 info@sivarnet.it, www.sivarnet.it PARTECIPAZIONE Iniziativa gratuita riservata ai laureati e studenti in Medicina Veterinaria. L’iscrizione al convegno dà diritto a: • Attestato di frequenza • Attestato crediti formativi ECM • Attestato idoneità inoculazione vaccino L’attestato di idoneità alla somministrazione del vaccino sarà rilasciato esclusivamente ai laureati in Medicina Veterinaria previa frequenza dell’intera durata del convegno.

DELEGATO REGIONALE Dr. Maurizio Manera OBIETTIVI Molti proprietari di piccoli Mammiferi ormai richiedono un approccio competente e professionale alle malattie dei loro beniamini, aprendo al libero professionista un campo d’azione nuovo, interessante e remunerativo: scopo di questa giornata sarà comunicare le nozioni di base per un corretto approccio clinico alle specie più diffuse come animali da compagnia: il Coniglio, il Furetto ed i piccoli Roditori, in modo da consentire ai colleghi di affrontare questi pazienti spesso sottovalutati in maniera soddisfacente per paziente, proprietario e veterinario stesso. PROGRAMMA SCIENTIFICO 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.25 Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione del relatore ed inizio dei lavori 9.30 Il Coniglio animale da casa: gestione, alimentazione, comportamento, esame clinico e principali patologie 11.00 Pausa 11.30 Il Coniglio paziente chirurgico: nozioni base di anestesia, chirurgia e ospedalizzazione 13.00 Spazio per eventuale relazione

SEDE CremonaFiere - P.zza Zelioli Lanzini, 1 Cremona

PROGRAMMA SCIENTIFICO 14.15 Registrazione dei partecipanti, saluto del Moderatore e inizio lavori 14.30 La normativa sulla protezione del suino tra realtà e rumours Paolo Candotti 15.30 Strategie alimentari e curve di accrescimento differenziati per femmine e maschi castrati Iller Campani

Richiesto accreditamento

SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA SOCIETÀ FEDERATA ANMVI

In collaborazione con

Stefano Bo, Med Vet Torino Xavier Roura, Med Vet, Dipl ECVIM, Barcellona, Spagna

PROGRAMMA SCIENTIFICO GPM

Incontro Gruppo di Studio di Practice Management "LE NUOVE STRATEGIE DI COMUNICAZIONE: PUBBLICITÀ E WEB, COSA DOBBIAMO SAPERE E COSA C'È DA FARE” Cremona, Palazzo Trecchi, 24 Ottobre 2010 ISCRIZIONI Le iscrizioni 2010 sono gratuite ed aperte a tutti i medici veterinari. Per motivi organizzativi, i veterinari che intendono presenziare all’incontro, devono compilare ed inviare l'iscrizione on-line collegandosi al sito http://www.anmvi.it/195/domanda-diadesione-incontro-24-ottobre-2010 o scaricare ed inviare la scheda tramite fax allo 0372/457091 o per e-mail a: management@anmvi.it. Tale comunicazione, viene intesa come effettiva dichiarazione di partecipazione. PER INFORMAZIONI Segreteria ANMVI - Milena Migliavacca Tel. 0372/403536 - Fax 0372/457091 Email: management@anmvi.it

Richiesto accreditamento

13.30 14.30 15.30 16.00 17.00 17.30

commerciale (nel caso non si svolga la relazione, il programma nel pomeriggio sarà anticipato di mezz’ora) Pausa I Roditori, pet “emergenti”: approccio alla Cavia, al Cincillà e ai piccoli Roditori in ambulatorio Pausa Il Furetto non è un gattino allungato: guida ad un corretto approccio clinico a questa specie Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale Consegna degli attestati di partecipazione e termine della giornata

SEDE Serena Majestic - Montesilvano, a 5 km da Pescara, in Abruzzo. Situato in pieno centro Italia, è facilmente raggiungibile grazie a una rete di collegamenti completa ed efficiente. ISCRIZIONE L’incontro è gratuito per tutti i soci SIVAE e SCIVAC in regola con l’iscrizione 2010. Non è richiesta la preiscrizione. Gli interessati devono registrarsi direttamente in sede d’incontro presentandosi alle ore 08.30 presso la segreteria. SEGRETERIA SIVAE Elisa Tel: 0372/40.35.00 E-mail: info@sivae.it

Seminario SOVEP - SCIVAC LA MEDICINA INTERNA BASATA SULL'EVIDENZA: DALLE PATOLOGIE AI CASI CLINICI Rivoli (TO), 23-24 Ottobre 2010

RELATORI

IN COLLABORAZIONE CON

PROGRAMMA 9.00 Registrazione partecipanti 9.30 Inquadramento normativo: le norme che disciplinano la pubblicità sanitaria G. Neri 10.30 Pausa 11.00 Cosa è permesso, cosa è vietato, cosa è obbligatorio G. Neri 12.00 Il web 2.0 B. Borgarello 12.40 Pausa Pranzo 14.00 Creare un sito B. Borgarello 15.00 L'uso dei social network B. Borgarello 15.40 Pausa 16.00 Web reputation B. Borgarello 16.30 Discussione dei temi trattati nella giornata 16.45 Valutazione dell’apprendimento e chiusura dei lavori

RELATORE Dr. Alessandro Melillo

SABATO 23 OTTOBRE 2010 9.15 Registrazione dei partecipanti Presentazione dei relatori e saluto del presidente SOVEP 9.30 Il processo della medicina basata sull’evidenza: approccio generale all’EBM; approccio utilizzando Pub Med (uso della letteratura in ambito clinico pratico) Classifica della qualità dei reports sulla base degli EBM: serie di casi, la miglior evidenza, pubblicazioni retrospettive, resoconti dei singoli casi clinici, articoli su riviste con index - Xavier Roura 10.50 Pausa 11.20 Tiroide vs Cusching- quale test fare per primo? Diagnosi differenziali ed utilità dei test - Xavier Roura 12.15 Cosa posso diagnosticare in un animale in terapia con glucocorticoidi? Stefano Bo 13.00 Pausa Pranzo 14.00 Associazione tra malattie renali e non renali e proteinuria nel cane Xavier Roura 15.15 Errori diagnostici con l'utilizzo della Pcr nel cane - Xavier Roura 16.00 Pausa 16.30 Proteinuria e malattie infettive nel gatto - Stefano Bo

SOCIETÀ VETERINARI PIEMONTESI ASSOCIAZIONE FEDERATA ANMVI

17.15 La medicina veterinaria basata sull’evidenza: dalla teoria all'applicazione pratica. Esempi di casi clinici discussi con l’aiuto dei partecipanti. (si prega chi volesse partecipare di portarsi un computer con connessione WiFi) Xavier Roura e Stefano Bo 18.00 Fine prima giornata DOMENICA 24 OTTOBRE 2010 9.15 Malattie sovradiagnosticate in medicina felina: micoplasmosi (m. hemofelis-felis-spp) e toxoplasmosi Stefano Bo 10.00 Diagnosi avanzate delle malattie infettive nel gatto (uso di PCR e altri metodi) - Stefano Bo 10.45 Pausa 11.30 Gastroprotettori e antiinfiammatori (AINES e Cortisone) Xavier Roura 13.00 Fine del seminario

SEDE Hotel Campanile Corso Allamanno 153 Rivoli (TO) Per ricevere la scheda d’iscrizione ed avere maggiori informazioni, Segreteria SCIVAC Monica Borghisani Tel. 0372/40.3506 email: delregionali@scivac.it

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Alimentazione Focus

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Lo zucchero nella dieta dei gatti - è dannoso? di TIM WATSON BVM&S, PhD, MRCVS Townhead of Aber, Gartocharn, Dunbartonshire, G83 8NQ

SINTESI

na critica mossa agli alimenti per gatti - in modo particolare al secco che presenta un elevato contenuto di carboidrati - è di favorire l’insorgere di obesità e diabete mellito. Quest’idea deriva, in parte, dal nesso che vi è, nell’uomo, tra queste malattie, la carie dentale e consumo di alimenti ricchi di zucchero (Palou et al, 2009). L’ipotesi che i gatti, carnivori obbligati evolutisi per consumare diete a base di carne, non siano in grado di digerire e metabolizzare i carboidrati, contribuisce ad avvalorare tale critica (Buffington, 2008). Ma quanto è giustificabile la preoccupazione per il contenuto di zucchero negli alimenti per gatti? E quanto è fondata l’idea che lo zucchero aggiunto a tali alimenti ne migliori l’appetibilità? Questi sono gli interrogativi presi in esame nel seguente articolo che si propone di analizzare il ruolo dello zucchero nelle diete feline, mettendolo in relazione con l’evoluzione del gatto dal punto di vista nutrizionale, con il suo metabolismo e le sue abitudini alimentari. Verranno anche riconsiderati i riscontri e i risultati sperimentali attinenti al contributo che lo zucchero presente nella dieta potrebbe avere sullo sviluppo di obesità, diabete mellito e malattie dentali.

U

TERMINOLOGIA L’uso dei termini “zucchero” e “zuccheri” può creare confusione, soprattutto quando sono usati come sinonimi di carboidrati alimentari. In realtà, in ambito alimentare e nelle tabelle nutrizionali riportate sulle confezioni dei prodotti alimentari, il termine zucchero è esclusivamente utilizzato per indicare il saccarosio: con tale accezione verrà usato anche in questo articolo. Il saccarosio è un disaccaride composto (formato da due molecole di monosaccaridi) derivante dalla combinazione di una molecola di glucosio con una di fruttosio. La sua forma più comune (granulata) è lo zucchero da tavola, estratto dalla barbabietola o dalla canna da zucchero. I monosaccaridi (come il glucosio e il fruttosio) e i disaccaridi (come il saccarosio e il lattosio) sono comunemente indicati come zuccheri o carboidrati semplici. I polisaccaridi (come l’amido che è formato da più molecole di glucosio) sono definiti carboidrati complessi. La cellulosa e altri carboidrati complessi (polisaccaridi privi di amido) sono detti fibre alimentari. Mentre i carboidrati semplici e complessi sono digeriti nell’intestino tenue (Figure 1 e 2), la fibra alimentare è gestita in

I gatti si sono evoluti come carnivori: si sono adattati a diete a base di carne, ricche di proteine, con un’equilibrata quantità di grassi e povere di carboidrati. La capacità dei gatti di digerire e metabolizzare zuccheri e carboidrati è limitata, se paragonata ad altre specie, ma è adeguata alle quantità comunemente presenti nel cibo per gatti. Lo zucchero contenuto negli alimenti per gatti è molto inferiore alla quantità limite di sicurezza identificata dagli esperti. Una delle conseguenze del retaggio car-

nivoro del gatto è la sua incapacità di distinguere il sapore dolce: ne consegue che l’aggiunta di zucchero negli alimenti non ha alcun effetto sulla loro appetibilità. Osservazioni e studi sperimentali mostrano che diete ricche di carboidrati non favoriscono l’insorgere di obesità o diabete mellito nei gatti. La carie dentale nei gatti è rara e non esistono prove di una relazione tra l’assunzione di zucchero e altre malattie.

modo diverso. Le fibre solubili sono digerite per fermentazione nell’intestino crasso, mentre le fibre insolubili vengono espulse sottoforma di massa fecale.

lattasi) rispetto ai cani e l’attività di questi enzimi non può essere potenziata aumentando la quantità di zuccheri o di amido nell’alimentazione per gatti (Consiglio Nazionale delle Ricerche (NRC), 2006). Eppure i gatti non sembrano avere problemi ad abituarsi a diete che prevedono diverse quantità e tipologie di carboidrati. La digeribi-

PERCHÉ I GATTI SONO CARNIVORI? I gatti sono rigorosamente carnivori e per loro natura si cibano di prede la cui carne è ricca di proteine, povera di grassi, zuccheri o carboidrati. Ne risulta che il loro fabbisogno di proteine e amminoacidi specifici, come la metionina e la cisteina, è sostanzialmente più elevato rispetto a quello di cani e di altre specie onnivore (Zoran, 2002). Inoltre, i gatti hanno assoluto bisogno delle vitamine A e D preformate, di acido arachidonico e degli amminoacidi taurina e arginina. Tale fabbisogno può essere soddisfatto soltanto grazie al consumo di carne. La fonte principale di cibo per i gatti selvatici, così come per i felini domestici che non smettono di cacciare, sono piccoli mammiferi: topi, arvicole e ratti ma anche conigli e uccelli. Il contenuto proteico delle loro carni è molto alto - dal 56% al 65% su base secca (DM) - e apporta generalmente oltre il 40% dell’energia metabolizzabile (ME) assunta (Tabella 1). Il loro contenuto di grassi apporta tra il 15% e il 33% di DM, mentre i carboidrati rappresentano tra lo 0% e il 12% e forniscono meno del 10% di ME.

lità evidente di glucosio, saccarosio e amidi vari presenti negli alimenti per gatti sembra essere tra 94% e il 100% (Morris et al, 1977; Kienzle, 1993a; Kienzle, 1993b; de-Oliveira et al, 2008). Elevate quantità di saccarosio - 36% per DM pari a circa 7 g/kg di peso corporeo possono, tuttavia, causare diarrea e la comparsa di glucosio e fruttosio nelle urine, elementi che indicano come i livelli di digeribilità e capacità metabolica del gatto siano stati superati e la dose assunta sia eccessiva (Kienzle, 1994). I gatti si sono evoluti come predatori solitari, diversamente dai lupi che cacciano in branco, e per questo, generalmente, la loro preda ha una massa corporea molto più piccola della loro. Ne consegue che il gatto ha necessità di cacciare più volte al giorno. Tale schema alimentare si riflette nell’esigenza che il gatto domestico ha di assumere piccoli pasti durante la giornata, anche quando è alimentato ad libitum. Questo comportamento alimentare di tipo “pascolare”, potrebbe spiegare perché, nonostante le loro scarse capacità digestive, i gatti siano in grado di tollerare diete con un elevato contenuto di carboidrati.

QUANTO ZUCCHERO E QUANTI CARBOIDRATI SONO PRESENTI NEGLI ALIMENTI PER GATTI? Il comune cibo umido per gatti contiene circa il 50% di proteine e il 25% di grassi per DM,

Fig. 1. Digestione e assorbimento di carboidrati semplici (saccarosio e lattosio)

I GATTI RIESCONO A DIGERIRE ZUCCHERI E CARBOIDRATI? Con l’evoluzione, i gatti si sono abituati a consumare proteine e grassi quali fonti di energia, a differenza dei cani e degli altri onnivori che utilizzano il glucosio derivato dai carboidrati come fonte energetica primaria. L’adattamento dei gatti a una dieta naturalmente a basso contenuto di carboidrati potrebbe spiegare perché mancano di amilasi salivare - l’enzima responsabile della digestione degli amidi. Inoltre, i gatti presentano un deficit di amilasi intestinale e pancreatica e disaccaridasi intestinali (come la saccarasi e la

Tabella 1 - Cibo secco e contenuto di macronutrienti delle specie comunemente cacciate dai gatti (Dierenfeld et al, 2002). Specie

Cibo secco

Proteine

(%)

g/100 g Cibo secco

Grasso

Carboidrati

Topo

32.7

55.8

23.6

8.8

Coniglio

28.1

63.5

15.3

11.8

Ratto

33.9

61.8

32.6

0

Avicola

32.0

62.5

15.5

8.5

Pulcino

25.6

64.9

22.4

6.3

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Fig 2. Digestione e assorbimento dell’amido

AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE A CURA DI MARS ITALIA IN COLLABORAZIONE CON WALTHAM®


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14 Focus Alimentazione

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Tabella 3. Contenuto di saccarosio, zuccheri (mono e disaccaridi) e amido nei comuni ingredienti del cibo secco e umido per gatti in g/100 g (dati forniti da Mars Petcare). Tipologia di prodotto Secco

Fig. 3. Contenuto abituale di macronutrienti nei pasti umidi e secchi del gatto in relazione a un regime alimentare basato sulla caccia (percentuale di secco).

mentre il cibo secco contiene il 35-45% di proteine e circa il 15% di grassi per DM. La differenza maggiore tra queste due tipologie di alimentazione, ma anche tra alimenti secchi e una dieta basata sulla sola caccia, è il contenuto di carboidrati che rappresenta meno del 2% di DM nell’umido e circa il 35-40% nel secco (Fig 3). La fonte principale di carboidrati negli alimenti per gatti sono i cereali, solitamente mais e frumento, e i loro derivati come la maizena e la farina. Tali sostanze sono costituite principalmente da amido e zuccheri (Tabella 2). Il contenuto totale di zucchero (considerando tutte le tipologie mono e disaccaridi) del pasto, sia esso umido o secco, è molto basso, inferiore all’1% (Tabella 3). Contrariamente a quanto generalmente si pensi, il saccarosio non viene aggiunto durante la produzione di alimenti né secchi né umidi. Il contenuto totale di zuccheri e amido presente nel cibo secco esprime la quantità di cereali e dei loro derivati presenti nelle ricette: non vi sono ulteriori aggiunte. Il cibo secco normalmente contiene tra il 20%-35% di amido. I principali ingredienti dei pasti umidi non contengono generalmente zuccheri e amido, seppur in alcuni casi, piccole quantità vengano aggiunte. Per esempio, il caramello viene utilizzato come colorante in alcuni prodotti per una quantità massima di 0.5 g/100 g (equivalente a una dose totale giornaliera di circa 1.5 g). I bocconcini in salsa possono contenere una piccola quantità di amido, come addensante, che non supera il 5%. Per alcuni zuccheri e carboidrati sono state comprovate e definite le quantità massime di sicurezza assimilabili da un gatto (NRC, 2006). Questi limiti equivalgono a 50-150 g/kg DM per glucosio e saccarosio e a 50 g/kg per il lattosio. Benché nelle linee guida del NRC 2006 (NRC, 2006) il limite di sicurezza per l’amido sia stato fissato a 240 g/kg, studi recenti hanno confermato che le diete che ne contengono circa 400 g/kg DM sono comunque sicure per un gatto (de-Oliviera et al, 2008).

I GATTI RIESCONO A PERCEPIRE IL SAPORE DELLO ZUCCHERO E QUESTO PUÒ INFLUENZARE LE PREFERENZE ALIMENTARI? Si pensa che il senso del gusto nei gatti sia simile a quello di altri mammiferi con l’unica importante eccezione che questi felini non riescono a percepire il sapore del dolce. Tale affermazione è avvalorata sia da un’evidenza comportamentale sia da studi molecolari sui recettori del gusto che confermano che i gatti non possono e non selezionano il cibo sulla base del contenuto di zucchero (Li et al, 2006). Gli studi sull’alimentazione dimostrano che i gatti non sono né attratti né evitano i carboidrati dolci e i sapori zuccherini molto intensi (Bartoshuk et al,1975). Dimostrano però una preferenza per determinati amminoacidi - caratteristica dei carnivori - ed evitano sapori amari o aspri (Beauchamp et al, 1977; Carpenter, 1956). Le loro papille gustative e le loro fibre nervose reagiscono ai sapori salati, amari e aspri, così come agli amminoacidi, mentre non mostrano alcuna reazione al saccarosio e ad altri zuccheri (Boudreau et al, 1971; Boudreau and Alev, 1973).

L’OBESITÀ NEI GATTI È LEGATA AGLI ZUCCHERI E AI CARBOIDRATI NELLA DIETA? Si stima che l’incidenza dell’obesità nei gatti vari dal 19% al 52% della popolazione (German and Martin, 2009). Nei gatti l‘obesità è da ascrivere a diversi aspetti della loro alimentazione che comprendono una spiccata appetibilità dei pasti, un alto contenuto di ingredienti energetici e di grassi e l’abitudine ad alimentarsi ad libitum (Diez e Nguyen, 2006). Il timore che l’assunzione di carboidrati possa essere uno dei fattori responsabili dello sviluppo di obesità nel gatto deriva in gran parte dalla constatazione che i gatti alimentati con cibo secco industriale, in particolare con prodotti di marca, sono maggiormente soggetti a sviluppare obesità (Scarlett et al, 1984; Lund et al, 2005). Questi risultati non hanno, tuttavia, trovato riscontro in altre indagini (Robertson,

Tabella 2. Contenuto di saccarosio, zuccheri (mono e disaccaridi) e amido nei comuni ingredienti del cibo secco per gatti, in g/kg di cibo secco (NRC, 2006). Ingredienti

Saccarosio

Zuccheri Totali

Amido

Maizena

13

20

690

Glutine di Maizena

25

41

282

Frumento

11

19

651

Farina di grano

8

17

820

Farina di semi di soia

70

137

27

Saccarosio

Zuccheri totali

Amido

<1

<1

20-35

Umido - paté, pane o gelatina

<0.5

<0.5

0

Umido - bocconcini in salsa, bocconcini con pane

<0.5

<0.5

0-5

1999) e non esiste attualmente alcuna prova epidemiologica che confermi come il nesso tra alimenti secchi e obesità sia da imputare al contenuto di carboidrati o zuccheri presenti in tali prodotti. Recentemente è stato dimostrato come la sostituzione di carboidrati a proteine nella dieta del gatto non abbia alcun effetto sull’aumento di peso (Vester et al, 2009). Due precedenti studi hanno dimostrato che l’aumento del peso è associabile al contenuto di grassi e non alla quantità o alla tipologia di carboidrati contenuta negli alimenti secchi (Nguyen et al, 2004; Backus et al, 2007). In altre parole, non ci sono evidenze sostenute da osservazioni o studi sperimentali che indichino che l’incidenza dell’obesità nei gatti sia legata al consumo di carboidrati.

LO ZUCCHERO NELLA DIETA AUMENTA IL RISCHIO DI DIABETE MELLITO? Le stime dell’incidenza di diabete felino varia da 1 su 50 esemplari a 1 su 400, e gli esperti affermano che questa malattia oggi è sempre più spesso diagnosticata (Rand et al, 2004). Fattori che aumentano il rischio di malattia sono l’avanzare dell’età, l’obesità, il sesso (i soggetti maschi sono maggiormente predisposti), la sterilizzazione, il trattamento con corticosteroidi o progestinici, inattività fisica e sedentarietà tra le mura domestiche. Inoltre si pensa che il gatto birmano abbia una predisposizione genetica per lo sviluppo del diabete. La maggior parte dei gatti malati soffre di diabete mellito di tipo 2 o non insulino-dipendente, che è caratterizzato da una residua secrezione insulinica inadeguata al fabbisogno dell’organismo o da una resistenza dei tessuti corporei all’azione dell’insulina ancora prodotta dal pancreas e, alla fine, dalla distruzione delle cellule beta pancreatiche che producono insulina. Si è pensato che potesse dipendere dal contenuto di zuccheri e/o carboidrati negli alimenti per gatti. I gatti hanno una quantità molto ridotta di enzimi epatici responsabili della trasformazione del glucosio (della sua ossidazione) perché possa divenire fonte di energia o essere immagazzinato (Zoran, 2002). Si pensa che siano gli esigui livelli di questi enzimi, e della glucochinasi in particolare, la ragione per cui i gatti smaltiscano l’eccessiva quantità ematica da zucchero più lentamente di cani o topi. Sono gli effetti potenzialmente dannosi di una prolungata concentrazione di glucosio nel sangue dopo ogni pasto che inducono a riflettere sul fatto che diete ricche di zuccheri o carboidrati potrebbero giocare un ruolo importante nello sviluppo del diabete mellito felino (Rand et al, 2004). Tali preoccupazioni sono emerse a seguito di uno studio che ha dimostrato come gatti alimentati con una dieta ricca di carboidrati (46% di ME) sviluppino concentrazioni ematiche di glucosio più alte rispetto a quelle manifestate dagli stessi soggetti quando nutriti con una dieta ad alto contenuto di proteine o grassi (Farrow et al, 2002). Queste considerazioni sono aggravate dalla recente attestazione che, nei gatti, l’iperglicemia ha effetti negativi sulla funzione delle cellule pancreatiche (Zini

et al, 2009). Le concentrazioni ematiche di glucosio prese in considerazione in questo studio sono state, tuttavia, di 30 mmol / L, mentre generalmente il picco di glucosio nel gatto dopo un pasto secco è inferiore a 8 mmol / L (de-Oliveira et al, 2008). Inoltre, non vi sono prove che la somministrazione a lungo termine di cibi ad alto contenuto di carboidrati alteri la sensibilità insulinica, riduca la sua secrezione o sia causa del diabete mellito nei gatti (Slingerland et al, 2007; Backus et al, 2009). Oggi si concorda sul fatto che il potenziale influsso della dieta sull’insorgenza del diabete nei gatti sia da ricollegare all’obesità e non alle componenti nutrizionali della dieta stessa. Nutrire un gatto sano con cibi ricchi di carboidrati quindi non aumenterà il rischio di diabete. Ciò detto, è opportuno alimentare i gatti diabetici con un’alimentazione ricca di proteine e povera di carboidrati perché migliora il controllo glicemico, riduce il bisogno di insulina e aumenta le percentuali di guarigione (Frank et al, 2001).

LO ZUCCHERO CONTRIBUISCE ALLA CARIE DENTARIA NEI GATTI? Gli zuccheri giocano un ruolo chiave nell’eziologia della carie dentaria dell’uomo perché il saccarosio rappresenta la principale base di batteri che producono acido, che a sua volta attacca la superficie dei denti o lo smalto. La carie è, tuttavia, rara nei gatti e non esiste nessuna evidenza che esista una relazione con la tipologia di dieta seguita (Crossley, 1991; Niemiec, 2008). La rara incidenza di carie dentale nei gatti è probabilmente riconducibile a due fattori. In primo luogo il cavo orale dei gatti ha un pH relativamente alto che porta verosimilmente alla neutralizzazione degli acidi organici prodotti da batteri che, in presenza di un pH neutro, sarebbero cariogeni. In secondo luogo, studi microbiologici suggeriscono che la bocca dei gatti non viene colonizzata da organismi di mutanti, come lo Streptococco mutante, che sono i primi batteri responsabili della carie nell’uomo.

CONCLUSIONI Seppure i gatti si siano evoluti come carnivori, adottando una dieta a base di carne, sono tuttavia in grado di digerire e metabolizzare zuccheri e carboidrati nelle quantità che generalmente si trovano nel cibo secco e umido. Una delle conseguenze di questa evoluzione è l’incapacità di percepire i sapori dolci. Per questo gli zuccheri non ricoprono un ruolo decisivo nelle preferenze e nelle scelte alimentari dei gatti: la palabilità del loro cibo non può quindi essere potenziata tramite l’aggiunta di zucchero. Le preoccupazioni che una dieta ricca di carboidrati e zuccheri possa predisporre i gatti all’obesità e all’insorgenza di diabete mellito sono infondate. La carie dentale, che nell’uomo è da sempre collegata al consumo di zuccheri, è rara nei gatti e non è associabile al regime alimentare. ■ “Bibliografia degli autori su richiesta scrivendo a professioneveterinaria@anmvi.it”

AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE A CURA DI MARS ITALIA IN COLLABORAZIONE CON WALTHAM®


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Perché la tubercolosi zoonosica è oggetto di poca attenzione? La reale incidenza dell’infezione umana da M. bovis dovrebbe essere riconsiderata

di MARIA GRAZIA MONZEGLIO l numero di settembre dell’International Journal of Tuberculosis and Lung Disease dedica un editoriale e un articolo alla tubercolosi zoonosica, cioè alla tubercolosi umana causata da Mycobacterium bovis. La tubercolosi è una malattia importante sia per l’uomo sia gli animali. Nell’uomo è causata principalmente da Mycobacterium tuberculosis; la sensibilità a questo microrganismo è relativamente elevata nell’uomo, negli altri primati e nella cavia. Bovini, conigli e gatti sono invece sensibili a M. bovis e sono piuttosto resistenti a M. tuberculosis. Anche le specie selvatiche ungulate sono generalmente sensibili a M. bovis, mentre esistono poche segnalazioni dell’isolamento di M. tuberculosis in questi animali. I suini e i cani sono sensibili sia a M. bovis sia a M. tuberculosis. M. bovis è responsabile di una piccola percentuale di casi segnalati di tubercolosi nell’uomo, tuttavia è un patogeno di significati-

I

va importanza economica negli animali selvatici e domestici in tutto il mondo, soprattutto nei paesi in cui sono scarse le informazioni circa l’incidenza delle infezioni da M. bovis nell’uomo. A differenza della trasmissione di M. bovis dal bovino all’uomo, il ruolo della trasmissione aerea da uomo a uomo nella diffusione di M. bovis è in qualche modo controverso. È importante, secondo l’autore dell’articolo, che si chiarisca l’importanza relativa di M. bovis nella tubercolosi umana, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Gli sforzi dovrebbero concentrarsi soprattutto laddove è diffusa l’infezione umana da virus dell’immunodeficienza (HIV), poiché i soggetti HIV-infetti sono più sensibili alle malattie micobatteriche. L’eradicazione di M. bovis nei bovini e la pastorizzazione dei latticini sono i punti saldi della prevenzione dell’infezione nell’uomo, conclude l’articolo. L’editoriale della rivista si chiede perché la tubercolosi zoonosica abbia ricevuto così poca attenzione. Segnalazioni di tubercolosi causata da Mycobacterium bovis nell’uomo sono diffuse in varie parti del mondo ma, tranne alcune eccezioni, la letteratura indica che M. bovis è responsabile dell’1% o meno dei casi di tubercolosi umana. La trasmissione da uomo a uomo è rara ed è probabilmente responsabile di una percentuale molto piccola di questi casi. Il quadro globale della tubercolosi umana causata da M. bovis è ampiamente incompleto e le conclusioni tratte dalla letteratura umana possono essere fuorvianti perché basate principalmente sulla realtà dei paesi occidentali in cui la malattia è poco diffusa. Nei paesi poveri la tubercolosi bovina è più diffusa e possono essere presenti condizioni che facilitano la trasmissione del micobatterio dal bovino all’uomo. Anche nei paesi industrializzati, le tecniche di identificazione di routine spesso non consentono una differenziazione che vada oltre alla identificazione del com-

plesso M. tuberculosis. La maggior parte delle segnalazioni di infezione da M. bovis nell’uomo sono associate al consumo di latte non pasteurizzato o di latticini provenienti da quest’ultimo. *“Tuberculosis in humans and animals: an overview [Serialised article. Tuberculosis: a reemerging disease in animals and humans. Number 1 in the series] LoBue P, Enarson, D.A.; Thoen, C.O. The International Journal of Tuberculosis and Lung Disease, Volume 14, Number 9, September 2010 , pp. 10751078(4) *“Why has zoonotic tuberculosis not received much attention? [Editorial] Thoen, Charles O. LoBue, Philip A.; de Kantor, Isabel. The International Journal of Tuberculosis and Lung Disease, Volume 14, Number 9, September 2010 , pp. 1073-1074(2). ■

La displasia dell’anca nel cane è sottostimata? no studio che ha confrontato il metodo della Università della Pennsylvania per la valutazione della predisposizione del cane a sviluppare la displasia dell’anca con il metodo tradizionale americano, ha concluso che l’80% dei cani giudicati normali con il metodo tradizionale sono invece considerati a rischio di osteoartrite e displasia dell’anca secondo il metodo Penn. Secondo questi risultati, il tradizionale punteggio radiografico che certifica l’idoneità del cane alla riproduzione sottostima la predisposizione all’osteoartrite. Lo studio pubblicato su JAVMA, va notato, è stato condot-

U

51° corso di base di ecografia addominale ed ecocardiografia nel cane 8-9 Ottobre 2010 Facoltà di Medicina Veterinaria - Perugia Coordinatore scientifico del corso: Prof. Francesco Porciello Relatori: Prof. Francesco Porciello, Professore Ordinario Settore Vet08 Prof.ssa Angela Polisca, Professore Associato Settore Vet10 Dott. Francesco Birettoni, Ricercatore Universitario Settore Vet08

12.15 13.30 14.30

degli apparati valvolari sia in M-mode che in B-mode. Prof.ssa Angela Polisca Apparato genitale femminile Colazione di lavoro Divisione dei partecipanti in 4 gruppi (A, B,C e D) ed inizio esercitazioni pratiche. (Francesco Porciello, Francesco Birettoni, Domenico Caivano e Maria Elena Giorgi)

Istruttori: Angela Polisca, Francesco Porciello, Francesco Birettoni, Domenico Caivano, Maria Elena Giorgi, Riccardo Orlandi e Lorenzo Scotti. Dipartimento di Patologia Diagnostica e Clinica Veterinaria Università degli Studi di Perugia

Programma Venerdì 8 Ottobre 2010 08:30 08.45 09.00

09.30 09.45

10.15 10.30 10.45

11.30

Registrazione dei partecipanti Presentazione del corso da parte del Prof. Franco Moriconi, Preside della Facoltà di Medicina Veterinaria di Perugia. Dott. Francesco Birettoni: Concetti generali di ecografia Monodimensionale e Bidimensionale: - formazione delle immagini; - tipi di echi; - tipi di sonde; Dott. Francesco Birettoni: Artefatti acustici. Prof. Francesco Porciello: Utilizzo dell’apparecchiatura ecografica: - ottimizzazione dell’immagine; - rilevazioni e programmi di misura; - scelta ed utilizzo delle sonde. Dott. Francesco Birettoni Settaggio dell’apparecchio ecografico. Pausa caffé Dott. Francesco Birettoni: Preparazione del paziente e finestre acustiche Ecografia addominale: - fegato e vie biliari Prof. Francesco Porciello: Ecocardiografia: - finestre acustiche; - visualizzazione delle camere cardiache, delle strutture muscolari e

PORCIELLO CAIVANO Gruppi A e B Gruppi C e D

14.30 – 15.25 15.25 – 16.20 16.20 16.40

BIRETTONI GIORGI Gruppi C e D Gruppi A e B

BIRETTONI GIORGI Gruppi C e D Gruppi A e B

POLISCA SCOTTI Gruppi A e B Gruppi C e D

18.30

Termine lavori

08.30

Dott.Francesco Birettoni: Ecografia addominale: - milza; - reni e vescica; - altre strutture. Ecografia addominale: schema di esecuzione Pausa caffé Prof. Francesco Porciello: Ecocardiografia: - misurazione lineari e studio del movimento delle vaolvole in M-mode; - studio della funzionalità ventricolare sinistra; - uso combinato con l’elettrocardiogramma. Prof. Angela Polisca Apparato genitale maschile Questionario ECM

Sabato 9 Ottobre 2010

11.45 12.45

Colazione di lavoro Divisione dei partecipanti in 4 gruppi (A, B, C e D) ed inizio esercitazioni pratiche. (Francesco Porciello, Francesco Birettoni, Domenico Caivano e Maria Elena Giorgi) PORCIELLO CAIVANO Gruppi A e B Gruppi C e D

14.00 - 14.55 14.55 - 15.50

BIRETTONI GIORGI Gruppo C e D Gruppo A e B

15.50

Pausa caffé

16.10

Prosecuzione esercitazioni pratiche. (Angela Polisca, Lorenzo Scotti, Francesco Porciello, Domenico Caivano)

Pausa caffé Prosecuzione esercitazioni pratiche. (Francesco Birettoni, Maria Elena Giorgi, Angela Polisca, Lorenzo Scotti)

16.40 - 17.35 17.35 - 18.30

10.00 10.15

13.00 14.00

PORCIELLO CAIVANO Gruppi C e D Gruppi A e B

16.10 - 17.05 17.05 - 18.00 18.00

POLISCA SCOTTI Gruppo A e B Gruppo C e D

Termine dei lavori

to dalla Università della Pennsylvania che detiene il brevetto del metodo Penn. I due metodi di valutazione dell’anca, cioè quello standard della Orthopedic Foundation for Animals (OFA model) e quello della Università della Pennsylvania (PennHIP model) sono stati applicati a un campione di 439 cani di età superiore ai due anni. Le quattro razze più rappresentate nello studio erano Pastore tedesco, Labrador, Golden retriever e Rottweiler, tutte razze comunemente sensibili alla displasia dell’anca. Secondo lo studio della Università della Pennsylvania, anche se gli allevatori utilizzano per la riproduzione soltanto i cani con anche giudicate “eccellenti” secondo l’OFA, il 52-100% della progenie, a seconda della razza, è sensibile allo sviluppo di displasia in base al metodo di valutazione Penn. Secondo gli autori, una minore capacità di identificazione della lassità articolare del metodo OFA può essere dovuta alla proiezione radiografica utilizzata (con le anche in estensione). Il metodo Penn si basa invece sull'indice di distrazione. Con il metodo tradizionale, sempre secondo gli autori della Pennsylvania, gli allevatori continuano a far accoppiare cani sensibili alla displasia dell’anca senza migliorare la qualità delle articolazioni nelle generazioni future. La displasia dell’anca continua ad avere una prevalenza elevata in tutto il mondo e non vi sono studi che mostrano una riduzione significativa nella frequenza della malattia. (M.G.M.) *"Evaluation of the relationship between Orthopedic Foundation for Animals' hip joint scores and PennHIP distraction index values in dogs" Michelle Y. Powers, Georga T. Karbe, Thomas P. Gregor, Pamela McKelvie, William T. N. Culp, Hilary H. Fordyce, Gail K. Smith. JAVMA (2010). 237:5, 532-541. Online publication date: 1-Sep-2010. ■

ECM in corso di accreditamento Il corso è riservato a 24 laureati in Medicina Veterinaria. Saranno ammessi a partecipare i primi 24 richiedenti che faranno domanda di iscrizione, esclusivamente per via telefonica - TEL 02 66112545 La quota di partecipazione è di 180 euro + IVA ed è comprensiva di: - partecipazione alle sessioni teoriche e pratiche che si articoleranno dalle 8,30 alle 18,00 dei giorni 8-9 Ottobre 2010 - materiale didattico - 4 pause caffè - 2 colazioni di lavoro Gli strumenti per l’attività pratico-applicativa sono messi a disposizione dalla ditta ESAOTE – divisione di Bio98 srl di Milano Sede del corso: Facoltà di Medicina Veterinaria, Via San Costanzo 4, Perugia

Le notizie di Vet Journal sono consultabili on line all'indirizzo

www.vetjournal.it/


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Contabilità e Sentenze Fisco

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Compensazione delle ritenute d’acconto dei soci o associati di GIOVANNI STASSI Dottore Commercialista, Torino

c) Scrittura privata non autenticata ma sottoposta a registrazione d) Scambio di corrispondenza con lettera raccomandata senza busta e) Scambio di corrispondenza tramite PEC (posta elettronica certificata). Sarà quindi possibile per i soci trasferire il proprio credito (al netto dell’IRPEF dovuta e di eventuali altri debiti per imposte e contributi) che emerge dalle ritenute loro attribuite dalla società/associazione, e relative all’anno 2009, e la società/associazione potrà utilizzarlo a partire da una data successiva a quella della manifestazione di assenso.

’articolo 22, comma 1, lett. c), del D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917 stabilisce che: “Le ritenute operate sui redditi delle società, associazioni e imprese indicate nell’art. 5 si scomputano, nella proporzione ivi stabilita, dalle imposte dovute dai singoli soci, associati o partecipanti“. La norma era sempre stata interpretata dalla prassi in modo strettamente letterale con la conseguenza che ai soci/associati venivano attribuite, in proporzione alla loro quota di partecipazione agli utili, le ritenute d’acconto subite dalla società/associazione. Ciò produceva, nella generalità dei casi, un costante credito dei soci verso l’Erario per IRPEF. La società d’altra parte era costretta a pagare i propri debiti per imposte non potendo utilizzare le ritenute subite.

L

LA CIRCOLARE 23 DICEMBRE 2009 N. 56/E Con la citata circolare l’Amministrazione finanziaria interpreta in maniera “evolutiva e sistematica” le disposizioni dell’articolo 22 D.P.R. 917/86 “alla luce della facoltà di compensazione introdotta dall’articolo 17 del d.lgs. n. 241 del 1997; detto articolo al comma 2 elenca i crediti ed i debiti che possono formare oggetto di compensazione, menzionando espressamente, al numero 1) quelli relativi alle imposte sui redditi”. La circolare prosegue affermando che: “….si esprime l’avviso che i soci o associati alle società ed associazioni di cui all’articolo 5 del T.U.I.R. [società di persone ed associazioni professionali] possano acconsentire in maniera espressa a che le ritenute che residuano, una volta operato lo scomputo dal loro debito IRPEF, siano utilizzate dalla società o associazione, sicché il credito ad esse relativo, inevitabilmente maturato dalla società o associazione per assenza di imposta a debito, possa essere dalle stesse utilizzato in compensazione per i pagamenti di altre imposte e contributi attraverso il modello F24”. La circolare pone le seguenti condizioni per il trasferimento delle ritenute dei soci alla società/associazione: 1. I soci possono trasferire le ritenute che residuano dopo avere accantonato un importo corrispondente al loro debito IRPEF. 2. Il trasferimento delle ritenute richiede il preventivo assenso da parte di tutti i soci/associati. 3. Tale assenso deve risultare da un atto avente data certa (o dallo stesso atto costitutivo della società/associazione). 4. L’assenso dei soci può riguardare il credito derivante dalle ritenute residue relative ad un singolo periodo d’imposta oppure quello derivante da tutte le ritenute residue senza limiti di tempo, fino a revoca espressa. 5. Dopo il trasferimento delle ritenute residue alla società/associazione l’eventuale credito che residuasse alla società/associazione dopo il pagamento di imposte, contributi, ecc., non potrà più essere ritrasferito ai soci. 6. Per l’utilizzo del credito trasferito dai soci

RECUPERO DEL CREDITO VANTATO DAI SOCI PER EFFETTO DEL TRASFERIMENTO IN CAPO ALLA SOCIETÀ

occorrerà utilizzare un apposito codice tributo.

CHIARIMENTI INTERVENUTI SUCCESSIVAMENTE ALLA CIRCOLARE 56/2009 L’Agenzia delle Entrate è intervenuta per fornire ulteriori chiarimenti all’utilizzo dei crediti dei soci trasferiti alla società/associazione. Altri chiarimenti sono stati forniti dall’Istituto di ricerca dei dottori commercialisti e degli esperti contabili con la circolare n. 18/IR del 12 maggio 2010.

RITENUTE RESIDUE AL NETTO DEI DEBITI IRPEF DEGLI ASSOCIATI Con la circolare n. 12/E del 12 marzo 2010 l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che: “…il socio - prima di ritrasferire le ritenute residue alla società - possa trattenerne un’ulteriore quota da utilizzare per il pagamento di altri debiti di imposta o contributivi”. In altre parole viene consentito al socio di trattenere per sé un importo di ritenute che gli permetta di compensare (nel modello F24) sia l’IRPEF dovuta a saldo per il periodo d’imposta, sia ulteriori imposte e contributi (Addizionali regionali e comunali, ICI, eventuali acconti IRPEF, ecc.). La circolare ribadisce comunque che dopo il trasferimento del residuo credito alla società/associazione non è consentito il ritrasferimento al socio di eventuali importi residui di credito.

ASSENSO PREVENTIVO DEI SOCI CON DATA CERTA È stato chiarito che la volontà del socio che intende trasferire il credito alla società/associazione può essere manifestato in diversi modi purché l’atto di manifestazione dell’assenso abbia data certa e sia antecedente alla data di compensazione da parte della società/associazione. Non è richiesta l’adesione totalitaria dei soci al trasferimento delle ritenute a favore della società/associazione; sarà sufficiente l’assenso dei soli soci/associati che intendono trasferire il proprio credito. Sarà quindi possibile manifestare l’assenso: a) Direttamente nell’atto costitutivo della società/associazione; b) Con scrittura privata autenticata

Ai fini tributari è irrilevante il modo con cui i soci/associati recupereranno il loro credito verso la società/associazione per effetto del trasferimento delle ritenute. Sarebbe comunque opportuno che l’atto di assenso da parte del socio precisi anche le modalità ed i tempi di restituzione delle somme attribuite alla società/associazione.

CODICE TRIBUTO DA UTILIZZARE La Risoluzione Agenzia Entrate numero 6/E dell’11 febbraio 2010 ha istituito il codice tributo che dovrà essere utilizzato dalla società/associazione nel modello F24. Il codice istituito porta il numero “6830” denominato “Credito IRPEF derivante dalle ritenute residue riattribuite dai soci ai soggetti di cui all’articolo 5 del TUIR”. Il suddetto codice sarà esposto nel modello F24 nella sezione “Erario” in corrispondenza delle somme indicate nella colonna “Importi

a credito compensati”, con l’indicazione quale “Anno di riferimento” dell’anno d’imposta nel quale le ritenute residue sono riattribuite ai soggetti di cui all’art. 5 del TUIR, nel formato “AAAA”. Quindi per le ritenute relative all’anno 2009 riattribuite alla società/associazione nel 2010 l’anno da indicare sarà il 2010.

OBBLIGHI DICHIARATIVI IN CAPO AL SOCIO ED ALLA SOCIETÀ La scelta compiuta dal socio/associato di trasferire il proprio credito (al netto dell’IRPEF dovuta e di eventuali altri debiti per imposte e contributi) dovrà trovare conferma nel proprio modello dichiarativo ed in quello della società/associazione. La procedura sarà la seguente: • Le ritenute devono innanzitutto essere indicate per intero nella dichiarazione dei redditi della società ed in quella del socio; • Il socio quindi indicherà la parte di ritenute da trasferire alla società/associazione; • La società/associazione indicherà le ritenute ricevute dai soci/associati Ma vediamo nel dettaglio cosa indicare. Modello UNICO PF del socio Quadro RH: nella Sezione I, colonna 9, andrà indicato l’intero importo delle ritenute Irpef attribuite dalla società/associazione in base alla quota di partecipazione agli utili del socio; Quadro RN: al rigo RN33, colonna 4, l’intero importo delle ritenute attribuite dalla società, già indicato nella colonna 9 del Quadro RH; Quadro RN: al rigo RN33, colonna 3, l’importo delle ritenute imputate dalla società/associazione e non utilizzate, le quali

TROPPE SPESE. NIENTE RIMBORSO IRAP

E

cco un’altra decisione che farà discutere e che alimenta le preoccupazioni dei piccoli professionisti: il fisco può negare al professionista il rimborso dell'Irap sulla base del fatto che ha esposto in dichiarazione spese elevate. A dirlo è la Cassazione (Ordinanza n. 18704 depositata il 13 agosto 2010) con poche e stringate e laconiche motivazioni che spiegano soltanto che le spese inserite nella dichiarazione dei redditi del contribuente possono essere un elemento significativo per il giudice che si accinge a decidere su un'istanza di rimborso negata. Il caso riguarda una contribuente che aveva esposto dei costi molto elevati nella dichiarazione dei redditi (in sentenza non è specificata l'entità). Il Palazzaccio muove una contestazione ben precisa: "la ricorrente censura

la sentenza impugnata - si legge nella relazione - per aver apoditticamente affermato l'inesistenza del requisito della autonoma organizzazione, senza dare conto della circostanza, evidenziata dall'ufficio delle entrate, che nelle dichiarazioni dei redditi della contribuente relative agli anni di imposta considerati, erano esposte spese di non esiguo ammontare". I costi elevati insomma gettano un fondato sospetto sulla non autonoma organizzazione. Come noto per non versare l’Irap o avere successo in una causa di rimborso occorre dimostrare che l’attività non è autonomamente organizzata, ovvero non vive di vita produttiva propria senza il professionista. Il requisito dell'autonoma organizzazione, il cui accertamento spetta al giudice di merito, ricorre quando il contribuente: a) sia, sotto qualsiasi forma, il responsabile dell'organizzazione, e non sia quindi inserito in strutture organizzative riferibili ad altrui responsabilità ed interesse; b) impieghi beni strumentali eccedenti il minimo indispensabile per l'esercizio dell'attività in assenza di organizzazione, oppure si avvalga in modo non occasionale di lavoro altrui. In conclusione non si può esonerare dall’Irap un contribuente con spese molto elevate. Sì, ma quanto elevate? La sentenza infatti non dice l’importo.


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18 Fisco Contabilità e Sentenze vengono restituite all’ente collettivo; detto importo è considerato corretto soltanto se il debito Irpef (rigo RN42) è pari a zero. Modello UNICO SP della società/associazione Quadro RN -Redditi della società o associazione da imputare ai soci o associati-: nella colonna 2 (ritenute d’acconto), l’intero importo delle ritenute subite, attribuite al socio in base alla quota di partecipazione agli utili; Quadro RK -Dati relativi ai singoli soci o associati e ritenute riattribuite: nella colonna 12 (ritenute riattribuite) l’importo delle ritenute trasferite dal socio; Quadro RX - Compensazioni-Rimborsi -

Sezione IV (Credito Irpef da ritenute subite) al rigo RX19, nella colonna 3, le ritenute complessivamente ricevute dai soci (già indicate nel Quadro RK colonna 12) e l’evidenza della scelta tra la richiesta di rimborso delle stesse (colonna 4) o la richiesta di utilizzo in compensazione (colonna 5).

RESPONSABILITÀ IN CASO DI ATTRIBUZIONE DI IMPORTO ERRONEO Nella circolare 12/E del 12 marzo 2010 l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che: “Per quanto concerne l’ipotesi in cui il socio abbia utilizzato erroneamente le ritenute, senza scomputare totalmente il proprio debito IRPEF, ed abbia, quindi, ritrasferito all’associa-

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zione un ammontare di ritenute residue superiore rispetto a quelle spettanti, si è dell’avviso che non possa configurarsi una responsabilità solidale della società per l’errore compiuto. Resta inteso, naturalmente, che il socio dovrà assolvere mediante il pagamento diretto il debito residuo IRPEF non scomputato dall’ammontare delle ritenute oramai ritrasferite alla società”. Allo stato di fatto questa situazione non può verificarsi dal momento che nel caso in cui al Rigo RN42 del modello UNICO PF del socio emerga un debito d’imposta, il controllo del file telematico da trasmettere all’Agenzia delle Entrate evidenzierà un errore bloccante che impedirà la trasmissione della dichiarazione. ■

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Per informazioni: Segreteria SCIVAC - Via Trecchi, 20 - 26100 Cremona Tel. 0372 403508 - Fax 0372 403512 - info@scivac.it - www.scivac.it

SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA SOCIETÀ FEDERATA ANMVI

n medico veterinario è stato denunciato dai militari della Guardia di finanza perché tra il 2009 ed il 2010 ha omesso di comunicare alla Asl di Lecce l'avvenuta somministrazione di 120 vaccini ad animali domestici, omettendo quindi di rilasciare la prescritta fattura riportante l'intestazione della Asl competente. L'obbligo della comunicazione alla Asl nasce dal fatto che il professionista, oltre ad essere dipendente della Asl di Lecce, esercita per opzione l'attività libero professionale intra-moenia allargata sempre nella sua qualità di veterinario, presso uno studio allestito e gestito a sue spese. Infatti il contratto tra la Asl ed i professionisti che esercitano l'attività di intramoenia allargata prevede che al medico spetti una percentuale intorno al 70% delle somme incassate, mentre la restante parte è di spettanza dell'Azienda Sanitaria. Il veterinario, omettendo di comunicare all'Asl gli incassi delle prestazioni rese nell'esercizio delle sue funzioni, si è appropriato indebitamente - secondo gli investigatori - di un ammontare complessivo di euro 1.441,00, provocando, in tal modo, da un lato il mancato versamento dell'I.v.a (pari ad euro 620,00) nelle casse dello Stato e dall'altro il mancato introito per euro 821,00 nelle casse dell'Asl. (fonte: quotidianodipuglia.it)

LA MEDIA DI SETTORE NON BASTA

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Cassazione ancora una volta sta dalla parte del contribuente soggetto allo studio di settore e afferma (sentenza n. 19136 del 7 settembre 2010) che è nullo l'accertamento induttivo dei redditi di una attività in crisi ma con contabilità regolare fondato sullo scostamento, anche se rilevante, fra la percentuale di ricarico applicata e quella mediamente riscontrata nel settore di appartenenza. La Suprema Corte ha applicato il principio secondo cui in presenza di scritture contabili formalmente corrette, non è sufficiente, ai fini dell'accertamento di un maggior reddito, lo scostamento dalle medie del settore in quanto esse “non costituiscono un fatto noto, storicamente provato”, ma soltanto “il risultato di una estrapolazione statistica di una pluralità di dati disomogenei”. Insomma le medie del settore sono “inidonee, di per se stesse, ad integrare gli estremi di una prova per presunzioni, ma occorre, invece, che risulti qualche elemento ulteriore, tra cui anche l'abnormità e l'irragionevolezza della difformità” come ad esempio “la concreta ricorrenza di circostanze gravi, precise e concordanti”.


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Condominio e Codice Penale Legale

La regola di condominio può configurare il reato di maltrattamento? Labrador malato non può usare ascensore. La proprietaria ha fatto ricorso al giudice di pace

un cane adottato al canile, malato e non può né salire, né scendere le scale. I condomini del palazzo in cui vive la proprietaria, dopo essersi riuniti in assemblea, hanno posto il veto sull’ascensore nonostante la proprietaria del cane abbia assicurato di essersi sempre "impegnata a rispettare le norme igieniche". Così Rambo, il labrador che vive al quarto piano, non può più prendere l'ascensore da luglio. La sua padrona, non si è potuta opporre perché affittuaria e non proprietaria della casa. "Una cattiveria e basta", secondo il medico veterinario curante, che difende l’animale e dice che è “assolutamente necessario l'utilizzo dell'ascensore per evitare che il peso consistente dell'animale insista sulle articolazioni in maniera eccessiva. È un animale tenuto benissimo - ha aggiunto - pulito e curato e che entrando in ascensore non lo contagerebbe certo con la sua patologia dal punto di vista igienico e sanitario può frequentare qualunque luogo pubblico. Trovo il comportamento di quelle persone assurdo". La proprietaria ha fatto ricorso al giudice di pace ed è in attesa della data dell'udienza. Sulla vicenda è intervenuta l’associazione Codici Ambiente: "Noi vogliamo che i diritti di Rambo siano rispettati - spiega la presidente e lavoreremo perché l'animale vinca la sua battaglia e abbia una vita, se non lunga, almeno serena e dignitosa". La famiglia di Rambo possiede anche un altro cane, di taglia piccola, anche lui vittima della delibera condominiale, e per andare in strada a passeggiare, da luglio deve essere portato in braccio. Ma con Rambo non si può: impossibile portarlo in braccio per quattro piani di scale, è troppo pesante. I condomini hanno vietato all'unanimità, dopo essersi riuniti in un'assemblea, l'utilizzo dell'ascensore al cane, nonostante la signora abbia assicurato di essersi sempre "impegnata a rispettare le norme igieniche e di buon vicinato, proprio per evitare disagi ai vicini di casa". Nel condominio non ci sono altre famiglie con ani-

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mali. La questione ha buone probabilità di rappresentare un precedente per la giurisprudenza essendo evidente l’inadeguatezza del diritto condominiale alle vigenti norme di tutela animale. Inoltre, il Codice Civile disciplina l’uso delle parti condominiali comuni, come appunto l’ascensore, e considera illegittima la limitazione delle parti comuni in quanto lesiva di diritti soggettivi. L’assemblea condominiale però può introdurre delle limitazioni a carico dei detentori di animali, con il quorum previsto dall’articolo 1136 del Codice Civile, e anche l’amministratore può prevederle d’imperio ma solo nei casi in cui l’impianto sia oggettivamente a rischio di danno o risulti ostacolata la fruizione da parte di altri condomini. In rari casi la Cassazione ha ritenuto legittime le limitazioni imposte dall’assemblea condominiale, essendo alquanto arduo provare che l’uso di un ascensore da parte di un animale, regolarmente custodito e curato, danneggi l’impianto, comprometta l’incolumità pubblica o impedisca agli altri condomini di fare uso. ■

GLI UTENTI DEL SSN NON SONO CONSUMATORI

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a Cassazione Civile (Sez. III, n. 8093/09) ha analizzato il rapporto tra SSN (struttura ospedaliera) e il paziente in relazione alla applicabilità del codice dei consumatori. Con questa sentenza, la Corte afferma la non applicabilità del codice del consumo ai rapporti tra cittadini e servizio sanitario nazionale. Il rapporto tra cittadino utente e struttura sanitaria pubblica, o convenzionata, non è qualificabile come un contratto in senso stretto, trattandosi dell’adempimento di un dovere di prestazione discendente dalle leggi. Mancando, conseguentemente, il contratto, non è possibile applicare il foro del consumatore che ha appunto come presupposto la conclusione di un contratto in senso stretto. Inoltre, la Corte specifica che, pur essendo in presenza di attività professionali, le stesse attività non sono quelle a cui fa riferimento il Codice del consumo, che rinvia al carattere professionale dell’attività in riferimento al contratto stipulato con il consumatore. Tale ragionamento vale anche per le strutture convenzionate. Quindi, al quesito posto se all’utente della prestazione sanitaria, resa da un’azienda ospedaliera pubblica con oneri a carico del servizio sanitario nazionale, è applicabile la disciplina legislativa del consumatore e quindi, di riflesso il principio generale della residenza o del domicilio del consumatore, ovverosia della competenza territoriale del Giudice del luogo in cui l’utente consumatore ha la propria residenza o domicilio, deve darsi risposta negativa.

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Considerazioni dopo la revisione della legislazione europea sulla sperimentazione animale orrei fare alcune considerazioni in seguito alla approvazione della direttiva europea sull’utilizzo degli animali a fini sperimentali, di revisione della precedente normativa europea 86/609/CE recepita in Italia soltanto nel 1992 con il Decreto Legislativo n.116/92. Le mie considerazioni non entrano nel merito dell’eticità dell’utilizzo degli animali a fini sperimentali né della valutazione della valenza scientifica di tale pratica perché i campi della ricerca scientifica in cui essa viene utilizzata sono talmente tanti ed in alcuni casi talmente specifici, settoriali e di altissima specializzazione che difficilmente si può a priori con una decisione generale e assolutistica stabilire se l’utilizzo degli animali serve o non serve. Le mie considerazioni sono di tipo esclusivamente tecnico in quanto con i miei venti anni di servizio nella pubblica amministrazione proprio come dirigente veterinario assunto ai

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sensi del D.L.vo 116/92 posso affermare di avere visto nascere l’applicazione della normativa italiana.Il tanto denigrato D.L.vo 116/92, non è affatto una norma fatta male, tanto che in ampissime parti è stata ripresa tal quale dalla nuova direttiva europea. Indubbiamente, l’adeguamento alle Raccomandazioni Europee del 17 giugno 2007 renderà “migliori” le condizioni di vita degli animali all’interno degli stabulari, ma quanto ci metterà l’Italia a recepire questa nuova normativa che comporterebbe la chiusura di parecchi stabulari e la dismissione di una quantità di strutture e facilities ormai obsolete perché rispondenti alle vecchie normative? Speriamo che al momento del recepimento con un decreto italiano sia possibile superare i limiti che erano insiti nel Decreto Legislativo 116/92 che, a mio avviso, sono gli stessi che avevo descritto ormai 9 anni fa in un articolo uscito su Il Progresso Veterinario (anno LVI, n. 5, ndr) e che secondo me vanno tenuti in seria considerazione nel momento in cui si pro-

cederà al recepimento della nuova direttiva europea e che, nel dettaglio, sono legati al regime di autocontrollo per la motivazione della scelta di un animale, per la dichiarazione della preparazione del responsabile del protocollo di ricerca, per la dichiarazione delle finalità dell’esperimento che con l’istituto del regime di comunicazione in silenzio assenso ai sensi dell’art.8 del D.L.vo116/92 “abilita il ricercatore ad esercitare l’attività di ricerca senza alcun atto da parte del Ministero che può richiedere dove ne ravvisi l’opportunità ulteriori chiarimenti o impartire specifici indirizzi e prescrizioni“ (D.L.vo 116/92 e Circolare Ministero della Sanità n.8 del 1994). Da una prima lettura dell’atto approvato dal Parlamento Europeo si evince che non si parla quasi mai di un medico veterinario, ma si parla troppo spesso di “persona competente“. Credo che nel recepimento sarà il caso che la figura competente che stabilisce il grado di sofferenza, che sottopone ad anestesia gli animali, che provvede alla soppres-

sione degli stessi, sia un medico veterinario, perché a mio avviso solo e soltanto un medico veterinario deve sottoporre ad anestesia animali, indipendentemente che si tratti di condurre una TIVA, una neuroleptoanalgesia o una complicatissima anestesia gassosa con CVC, pompe e quant’altro. Solo un medico veterinario deve procedere alla eutanasia di un animale indipendentemente dal metodo utilizzato; solo un medico veterinario può condurre un esame clinico mediante EOG e EOP e stabilire le condizioni cliniche di un animale e l’eventuale gravità delle lesioni o dei sintomi riferibili ad uno stato di sofferenza di qualsiasi

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PROSSIMI AGGIORNAMENTI SCIENTIFICI SCIVAC Per informazioni: Segreteria SCIVAC - Paola Gambarotti - Tel. 0372/403508 - Fax 0372/403512 - E-mail: info@scivac.it - www.scivac.it

CORSO INTRODUTTIVO

CORSI PRATICI

CORSO INTRODUTTIVO ALLA MEDICINA D’URGENZA

CORSO PRATICO INTENSIVO

11° CORSO VETERINARIO ASAMI. TEORICO E PRATICO SULLE METODICHE DI ILIZAROV

Napoli, 6/7 Novembre 2010 Grand Hotel Oriente Via A. Diaz, 44 - 80134 Napoli

Cremona, 10/12 Novembre 2010 Centro Studi SCIVAC ECM: In fase di accreditamento

ECM: 9 Crediti

DIRETTORE Antonio Ferretti, Med Vet, Dipl ECVS, Legnano (MI)

RELATORI Paolo Gaglio, Med Vet, Roma Fabio Viganò, Med Vet, SCMPA, Milano

DIRETTORE DELLE ESERCITAZIONI Denis Marcellin-Little, DVM, Dipl ACVS, Dipl ECVS, North Caroline State University (USA)

PARTECIPAZIONE A NUMERO CHIUSO: 100 QUOTE Soci SCIVAC, Studenti e Neolaureati (2009/2010): € 144,00 (IVA inclusa) Veterinari non soci: € 180,00 (IVA inclusa)

CITOLOGIA 2 Cremona, 3/5 Novembre 2010 Centro Studi SCIVAC ECM: In fase di accreditamento DIRETTORE Mario Caniatti, Med Vet, Dipl ECVCP, Milano RELATORI Ugo Bonfanti, Med Vet, Dipl ECVCP, Milano Mario Caniatti, Med Vet, Dipl ECVCP, Milano Carlo Masserdotti, Med Vet, Dipl ECVCP, Brescia ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (36) QUOTE Soci SCIVAC: € 480,00 + IVA 20% Non soci: € 680,00 + IVA 20%

RELATORI ED ISTRUTTORI Consuelo Faranda, Med Vet, Milano Antonio Ferretti, Med Vet, Dipl ECVS, Legnano (MI) Denis Marcellin-Little, DVM, Dipl ACVS, Dipl ECVS, North Caroline State University (USA) Enrico Panichi, Med Vet, Dot Ric, Torino Bruno Peirone, Med Vet, Dot Ric, Torino Matteo Tommasini Degna, Med Vet, Dipl ECVS, Roma ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (32) QUOTE Soci SCIVAC: € 800,00 + IVA 20% Non soci: € 1.000,00 + IVA 20%

HEAD AND NECK CYTOLOGY Cremona, 15/16 Novembre 2010 Centro Studi SCIVAC

ECM: In fase di accreditamento

DIRETTORI E RELATORI Ugo Bonfanti, Med Vet, Dipl ECVCP, Milano Walter Bertazzolo, Med Vet, Dipl ECVCP, Pavia

ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (30)

QUOTE Soci SCIVAC: € 280,00 + IVA 20% Non soci: € 480,00 + IVA 20%


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tipo. Non credo di affermare nulla di scandaloso nel sostenere che tutto ciò che concerne lo stato di salute fisica e/o mentale o psicologica di un animale è pertinenza esclusiva di un medico veterinario e dopo 20 anni di commistioni di figure professionali che a vario titolo si occupavano di questi compiti credo sia giunto il momento di recepire questo sacrosanto diritto di tutti gli animali utilizzati a fini sperimentali. Spero altresì che alcuni aspetti che sono davvero innovativi in questo nuovo disegno di legge siano degnamente recepiti dalla legislazione nazionale: la condivisione di organi e tessuti che davvero porterebbe ad una drastica riduzione del numero di animali utilizzati, pensiamo solo ad esempio a quante cavie vengono utilizzate per i test di sensibilizzazione cutanea a norma ISO 10993, di materiali e sostanze che sono già stati testati in vitro e che sono assolutamente innocui e/o biocompatibili, ma proprio per la stessa norma ISO che prevede l’esecuzione della sensibilizzazione cutanea che non provoca alcun dolore né lesione negli animali, ma che alla fine si trasforma in una carneficina di animali che vengono poi distrutti ed invece almeno potrebbero fornire organi e tessuti per evitare che altri gruppi di ricerca debbano sopprimere animali per tali prelievi. Ovviamente questo aspetto comporterebbe una creazione in tempi rapidi di una rete nazionale che riporti in qualsiasi momento eventuali disponibilità di organi e tessuti realizzabile solo con la messa in rete di tutti gli stabilimenti utilizzatori. Un altro aspetto davvero innovativo, che comunque era già previsto anche nel 116/92, era la reimmissione in natura degli animali utilizzati o l’eventuale affidamento, ovviamente questo aspetto credo ricadrà purtroppo solo nel caso di qualche cane o qualche gatto, anche se devo dire che nel corso di 20 anni diverse pecore utilizzate a fini sperimentali hanno potuto usufruire di questa grande opportunità che vedo, ripeto purtroppo, difficilmente realizzabile per topi e ratti. Un aspetto che a mio avviso resterà sempre uno scoglio è il concetto “dell’utilizzo dell’animale con più bassa sensibilità neurologica“, definizione che va a sostituire quella “dell’utilizzo dell’animale con il più basso sviluppo neurologico” dell’art.4 punto 2.2) del D.L.vo 116/92, perché, in effetti, sostenere che viene utilizzato un ratto invece di un topo o di un coniglio perché hanno una minore sensibilità neurologica di un cane o di un gatto, o al contrario che viene utilizzato lo zebra fish perché APVAC - Associazione Parmense Veterinari Animali da Compagnia Federata ANMVI

“GESTIONE DELLE PIÙ COMUNI EMERGENZE DEL CANE E DEL GATTO” Parma, 17 ottobre 2010 l'Hotel de la Ville 9.00 Registrazione dei partecipanti 9.30 Approccio e stabilizzazione del paziente critico Paolo Gaglio 11.00 Pausa caffè 11.30 Riconoscimento delle aritmie pericolose per la vita Marco Bertoli 13.00 Pausa pranzo 14.00 Paziente Dispnoico come localizzare velocemente il problema - Paolo Gaglio 15.00 Paziente Dispnoico - Casi clinici con esempi di stabilizzazione - Paolo Gaglio 16.00 Pausa caffè 16.30 Emergenze dell’apparato genito urinario 17.30 Emergenze tossicologiche 18.30 - Fine giornata Informazioni: febra@teletu.it - Tel. 0521.964795

ha una sensibilità neurologica inferiore ad criceto o ad una rana - può trovare qualche difficoltà nel momento ciò dovesse essere dimostrato scientificamente. Infine un aspetto che a mio avviso deve trovare ampio dibattito e una stretta codificazione nel momento che verrà emanato il recepimento nazionale della normativa europea dovrà essere la codificazione e la valutazione del dolore e del grado di sofferenza in un animale da laboratorio. Con la mia piccola esperienza pratica anni fa insieme ad altri colleghi avevamo provato a proporre una valutazione del dolore e del livello di stress negli animali utilizzati a fini sperimentali pubblicando sul J.S.R. 88, 114-119 (2000) quanto da noi ipotizzato. So che esistono gruppi di lavoro che da anni

si occupano di questo aspetto e probabilmente tutto quanto da me sopra esposto è già stato ampliamente considerato e valutato, ma con questa mia nota vorrei solo esporre gli aspetti a mio avviso più problematici nell’emanare una norma che come fine ultimo deve avere per l’animale utilizzato a fini sperimentali la sua tutela, il suo rispetto fino al giorno in cui nessun animale dovrà essere più utilizzato a fini sperimentali; come considerazione finale porrei l’attenzione che parlare di “benessere” di un animale nel caso di qualsiasi attività sperimentale è un concetto fondamentalmente errato perché nessuna attività sperimentale potrà mai accompagnarsi ad uno stato di benessere di alcun animale. Ringraziando per la gentile attenzione Lucia Martini

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“Auspico che le Regioni attraverso le Asl rafforzino i necessari controlli per rendere più sicuro il cibo”. Ferruccio Fazio, Ministro della Salute


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22 Calendario attività Dal 19 settembre al 22 ottobre Per visualizzare i programmi degli eventi di tutte le società clicca su www.evsrl.it/eventi

19 SET 21 - 24 SET 24 - 26 SET 25 SET 25 SET 26 SET 26 - 27 SET 26 SET 26 SET 26 SET

INCONTRO REGIONALE SCIVAC TOSCANA ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC Ultimi posti disponibili CORSO SCIVAC INCONTRO SICARV

CITOLOGIA PER NON CITOLOGI COME PRATICARE IL GIOCO DELL’ESAME CITOLOGICO CON SODDISFAZIONE... E SENZA SBAGLIARE TROPPO - Centro Congressi Grand Hotel Vittoria, Montecatini Terme (PT) - Via Baccelli, 2 - ECM: Rich. Accr. - Per info: Monica Borghisani - Segr. Del. Reg. SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it 2° IT. CARDIOLOGIA: IV PARTE - DIAGNOSI E TERAPIA DELLE CARDIOPATIE CONGENITE ED ACQUISITE NEL CANE E NEL GATTO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it CORSO REGIONALE DI OFTALMOLOGIA - Ragusa - Villa di Pasquale e IZS - ECM: Richiesto Accreditamento Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it PATOLOGIA MITRALICA: RECENTI ACQUISIZIONI. ANATOMIA, FISIOPATOLOGIA E APPROCCIO CLINICO CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA TOSSE - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Rich. Accr. - Per info: Erika Taravella - Segr. Soc. Spec. SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it

INVASIVA - TAVOLA ROTONDA INTERATTIVA SULLA CHIRURGIA MINI-INVASIVA - Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it INCONTRO SCVI RACCOLTE ANOMALE IN CAVITÀ ADDOMINALE - Centro Studi EV - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it CORSO SCIVAC CORSO AVANZATO INTENSIVO - ANESTESIA LOCOREGIONALE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via TrecAttenzione: Iscrizioni chiuse per esaurimento posti. chi, 20 - ECM: 10 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it INCONTRO REGIONALE SCIVAC BASILICATA FACILE COME RESPIRARE? UN VIAGGIO FRA I FATTI E MISFATTI DELL’APPARATO RESPIRATORIO - Matera- Hilton Garden Inn - Via Germania - Borgo Venusio - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it INCONTRO REGIONALE SCIVAC TRENTINO ALTO ADIGE QUANDO LA CHIRURGIA DIVENTA INTRIGANTE - Ordine dei Medici Veterinari di Trento - Via V. Zambra, 36 ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it INCONTRO REGIONALE SCIVAC CAMPANIA LA RADIOLOGIA DALLA A ALLA ........D (DIAGNOSI) - Pozzuoli (NA) Centro turistico Averno - Via Monte Nuovo Licola Patria, 85 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it INCONTRO SCVI

28 SET - 1 OTT

CORSO SCIVAC Attenzione: Iscrizioni chiuse per esaurimento posti.

FISIOTERAPIA RIABILITATIVA NEL CANE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 22 Crediti Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it

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ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC Attenzione: Iscrizioni chiuse per esaurimento posti.

1° IT. GASTROENTEROLOGIA: I PARTE - GASTROENTEROLOGIA 1 - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it

30 SET - 2 OTT

ITINERARIO DIDATTICO SIVE Attenzione: Evento annullato.

CORSO “MANAGEMENT DELLA FATTRICE” - La Calandrina -SUTRI (VT) - Per informazioni: Segreteria SIVE Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it

30 SET

SEMINARIO NAZIONALE SIVAR IN COLLABORAZIONE CON REGIONE LOMBARDIA

2 - 3 OTT

CORSO ANMVI IN COLLABORAZIONE CON ORDINE DEI MEDICI VETERINARI DELLA PROVINCIA DI LECCE

ORIGINE UTERINA DELL’INFERTILITÀ BOVINA: IL PROGETTO UTEROFERT - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 2 Crediti - Per informazioni: Paola Orioli - Segreteria e Commissione Scientifica SIVAR - Tel. +39 0372 403539 - E-mail: info@sivarnet.it CORSO PER DATORI DI LAVORO IN STRUTTURA VETERINARIA. LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO - Grand Hotel Tiziano e dei Congressi - Lecce - ECM: 12 Crediti – Per informazioni: segreteria dell’ Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Lecce: tel/fax:0832/346996 COME GESTIRE L’ADDOME ACUTO IN PRONTO SOCCORSO - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it IL RUOLO DELL’ALIMENTAZIONE NEL CONCETTO DI CURA: OLTRE I FABBISOGNI - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it CHIUSURA DELL’ACCESSO - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - Email: socspec@scivac.it

INCONTRO SIMUTIV

3 OTT

INCONTRO SIMVENCO

3 OTT

INCONTRO SIODOV

3 OTT 3 OTT 8 OTT 9 - 10 OTT 10 OTT 10 OTT 10 OTT 11 - 13 OTT 15 - 17 OTT 17 OTT 21 - 22 OTT

INCONTRO REGIONALE SCIVAC MARCHE

CHRONIC KIDNEY DISEASE E STADIAZIONE IRIS: NEFROPATIA CRONICA NEL CANE E NEL GATTO - Ancona - Hotel Sporting - VIA FLAMINIA 220 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

CORSO ANMVI

GIORNATA DI AVVIAMENTO ALLA CERTIFICAZIONE BPV - Centro Studi EV - Palazzo Trecchi, Cremona - ECM: No ECM -Per informazioni: Segreteria ANMVI –Tel. 0372/403537 - Fax: 0372/403526 - E-mail: info@anmvi.it

INCONTRO SIVAE

“AGGIORNAMENTI DI MEDICINA DEGLI ANIMALI ESOTICI II” - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it L’ESAME CITOLOGICO QUANDO MENO TE LO ASPETTI: OVVERO QUANDO LA DIAGNOSI È LETTERALMENTE SOTTO I TUOI OCCHI - Palagarden, Roges di Rende (CS) - VIA Tevere, c/o Parco Robinson - ECM: Rich. Accr. - Per info: Monica Borghisani - Segr. Del. Reg. SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it MYTHS AND MISCONCEPTIONS, OVVERO LEGGENDE E FALSE CONVINZIONI IN ODONTOSTOMATOLOGIA E CHIRURGIA ORALE VETERINARIA - Facoltà di Medicina Veterinaria di Perugia - Via San Costanzo 4 - ECM: Rich. Accr. - Per info: Monica Borghisani - Segr. Del. Reg. SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it PATOLOGIE TRAUMATICHE DELLO SCHELETRO APPENDICOLARE - Cagliari - Ordine dei Medici Veterinari Via Carroz,14 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

INCONTRO REGIONALE SCIVAC CALABRIA

INCONTRO REGIONALE SCIVAC UMBRIA

INCONTRO REGIONALE SCIVAC SARDEGNA IN COLLABORAZIONE CON ASVAC ITINERARIO DIDATTICO SIVAE CONGRESSO NAZIONALE SCIVAC

INCONTRO REGIONALE SIVAE / SCIVAC ABRUZZO CORSO AIVEMP IN COLLABORAZIONE CON REGIONE LOMBARDIA

“CORSO DI CHIRURGIA DEGLI ANIMALI ESOTICI” - Centro Studi EV - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - Email: info@sivae.it 67° CONGRESSO NAZIONALE SCIVAC - EPATOLOGIA MEDICA E CHIRURGICA - Centro Affari e Convegni, Arezzo - Via Lazzaro Spallanzani 23 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it I PICCOLI MAMMIFERI: MAI PIÙ PAZIENTI DI “SERIE B” - Montesilvano (PE) - Viale Carlo Maresca, 12 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it AMBIENTE, ALIMENTAZIONE, SALUTE: COME SVILUPPARE UNA COMUNICAZIONE TRANSNAZIONALE Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Lara Zava - Segreteria AIVEMP - Tel. +39 0372 403541 - E-mail: segreteria@aivemp.it

laPROFESSIONE

VETERINARIA 30 | 2010

la VETERINARIA

PROFESSIONE

La rivista è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore Direttore Carlo Scotti Direttore Responsabile Antonio Manfredi Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it Comitato di Redazione Pierpaolo Bertaglia, Paolo Bossi, Marco Eleuteri, Giuliano Lazzarini, Pier Mario Piga, Sabina Pizzamiglio, Aldo Vezzoni Rubriche Fabrizio Pancini, Oscar Grazioli, Maria Teresa Semeraro, Giovanni Stassi Segreteria di Redazione Lara Zava professioneveterinaria@anmvi.it Grafica Francesca Manfredi grafica@evsrl.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV Soc. Cons. a r.l., Cremona marketing@evsrl.it Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Stampa Press Point, Abbiategrasso - MI fulvio@presspoint2000.it

Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 N. 46) art. 1, comma 1 Filiale di Milano a cura di Centro Produzione Mailings Scarl - Cusago (MI) Professione Veterinaria pubblica notizie d'attualità e di rassegna i cui contenuti non rispecchiano necessariamente il pensiero della Testata. Interventi e opinioni attribuibili a Professione Veterinaria e/o all'ANMVI vengono esplicitamente indicate come tali. Cambio di indirizzo: Le modifiche per il recapito postale vanno indirizzate a: info@evsrl.it Chiuso in stampa il 13 settembre 2010

SOLUZIONI

a a

Immissione di primipare nella mandria in lattazione. Passaggio da un’asciutta su lettiera permanente ad una lattazione su cuccette.

Diatermia, massaggio ed esercizi attivi Laserterapia Massaggio e nuoto Elettrostimolazione e crioterapia

QUIZ 1

a b c d

Stazionamento giornaliero nelle sale d’attesa/ mungitura superiore alle 3 ore.

Risposta corretta: a) Incontro SIVAR - Fiera bovino latte “Aggiornamenti in buiatria” - Cremona, OTTOBRE 2008

a

QUIZ 2

2) In caso di contrattura muscolare una buona opzione terapeutica è:

Risposta corretta: c) Incontro SIODOV “Oncologia del cavo orale: terapie chirurgiche e trattamenti alternativi” - Cremona, Ottobre 2008

1) Quale delle situazioni specificate determina i maggiori problemi sanitari, con aumento delle zoppie, a livello di mandria?


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