Professione 40-2007
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PROFESSIONE
la VETERINARIA 402007
SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
A.N.M.V.I.
Brevi
ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI
Anno 4, numero 40 dal 12 al 17 novembre 2007 Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. srl - Cremona
Elaborati i dati dell'indagine ANMVI
QUALIFICHE Il Ministro Emma Bonino è soddisfatta del recepimento della Direttiva Europea sul riconoscimento delle qualifiche professionali: l’Italia “risulta, al momento, tra i soli tre Paesi UE che hanno portato a termine la trasposizione completa della direttiva”. Sul provvedimento la Bonino incontrerà l’ANMVI ai primi di dicembre.
BSE Nessuna “indennità-mucca pazza” per i dipendenti di Lungo Tevere Ripa. Il Ministero della Salute ha smentito il settimanale L’Espresso secondo il quale si spenderebbero 3 milioni di euro in indennità, bastanti a regolarizzare i precari. L’unica indennità accessoria per il personale ministeriale è stabilita dalla Legge n. 362/1999 e non è stata stabilita in relazione alla BSE, ma “per fini di doverosa perequazione salariale''.
RICERCA È on line, sul sito internet del ministero della Salute, il Bando per la Ricerca Finalizzata per l'anno 2007. L’intento è di promuovere gli obiettivi previsti nel Piano Sanitario Nazionale, individuati come fondamentali per il SSN. Per presentare la lettera d'intenti dei progetti strategici c’è tempo fino al 21 dicembre, mentre i progetti ordinari vanno presentati il 28 dicembre.
VARGAS L’on. Mancuso ha rivolto un’interrogazione parlamentare al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali affiinché non si consenta nel nostro Paese l’ingresso allo “pseudo artista” Guillermo Vargas. Le sue performance, presentate alla biennale centroamericana, consistono in un cane lasciato morire di fame e di sete, con una corda al collo ed una catena che lo tiene lontano da una scodella di cibo.
FRONTIERE Globalizzazione e salute richiedono di potenziare i controlli alle frontiere. Lo sostiene la senatrice Laura Bianconi, capogruppo di Forza Italia in Commissione Igiene e Sanità, che ha pubblicamente elogiato le barriere di controllo italiane: “sono di primissimo ordine - ha detto - ottimo il lavoro svolto dai veterinari”.
AVIARIA Un'eventuale pandemia di influenza aviaria costerebbe all’Italia come lo 0,6 del Pil, quasi l'intero bilancio annuale del Servizio sanitario nazionale. La stima è di Paolo Tedeschi della dell'università Bocconi.
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Pet corner: vorrei ma non posso... È una prestazione accessoria ancora poco diffusa, ma la maggioranza è A PAG. 3 favorevole e chiede nuove regole
Dobbiamo ancora difendere il nostro posto “Ci auguriamo che, per il bene del Paese, tre cardini della vita degli italiani come salute, lavoro e pensioni non vengano declassati dalle istituzioni alla stregua di funzioni da semplificare e da ridurre. Per la sanità veterinaria e per la sicurezza alimentare sarebbe un duro colpo: significherebbe cancellare gli sforzi fatti per dare alla salute animale e alla sicurezza delle produzioni alimentari di origine animale una collocazione istituzionale degna dell’importanza di queste politiche e delle professionalità di cui hanno bisogno”. La lettera inviata dal Presidente dell’ANMVI, Carlo Scotti, alle commissioni parlamentari impegnate nel varo della Finanziaria è un atto di accusa nei confronti di quanto si è verificato in Senato. Le norme “taglia ministri” sulla formazione e la composizione del Governo sono infatti state approvate dalla Commissione Bilancio di Palazzo Madama in sede d’esame della Finanziaria (e mentre andiamo in stampa anche dall’Aula). Queste norme prevedono che “a partire dal Governo successivo a quello in carica”, il numero dei Ministeri e il relativo riparto di competenze vengano rivisti in base alla Riforma Bassanini (decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300). Quella riforma aveva accorpato il Ministero della Salute ai Ministeri del Lavoro e delle Politiche Sociali, attribuendo a questo “ministero unico” le funzioni e i compiti spettanti allo stato in materia di sanità veterinaria, igiene e sicurezza degli alimenti, tutela della salute umana, coordinamento del sistema sanitario nazionale politiche sociali, tutela della salute nei luoghi di lavoro, politiche del lavoro e sviluppo dell’occupazione e adeguatezza del sistema previdenziale. L’emendamento approvato dalla commissione Bilancio di palazzo Madama limita a 12 ministri e 60 membri complessivi (tenendo conto dei viceministri e sottosegretari) la composizione del governo. “Crediamo - prosegue Scotti - che allo stato attuale non ci siano le condizioni perché il nostro Paese si presenti ai suoi cittadini e a quelli d’Europa senza un Ministero della Salute e senza dare centralità alle politiche di sicurezza sanitaria. In un’epoca nella quale le maggiori organizzazioni sanitarie mondiali invitano a ragionare in termini di prevenzione e non di emergenza, mescolare in un unico calderone salute, previdenza e lavoro rivela una insufficiente conoscenza di questi ambiti, una sottovalutazione dei problemi di ciascuno di essi e non è rispettoso né dei cittadini né delle professionalità che si adoperano in questi settori. La veterinaria, indignata, non può che dissentire profondamente dall’operato del Legislatore e si augura che, preferendo la politica alla demagogia, torni subito sui propri passi”.
BASTA CAMICE BIANCO Da Londra è partita una rivoluzione nell'abbigliamento dei medici, rivoluzione che presto arriverà anche in Italia e nel nostro settore. Il tutto deriva da un problema sempre più serio e difficile da affrontare: quello delle infenzioni nelle strutture ospedaliere. Il Ministro della Salute britannico, Alan Johnston, a conclusione di una approfondita indagine negli ospedali che vedono un continuo incremento del numero di pazienti che contraggono infezioni durante la loro permanenza nelle strutture sanitarie, ha deciso che era urgente intervenire ponendosi come obiettivo quello di sconfiggere i superbatteri responsabili della maggior parte di queste infezioni: il Mrsa, lo stafilococco aureo che resiste a tutti gli antibiotici, e il Clostridium difficile che attacca pericolosamente l'intestino. Visto che, secondo l'indagine, sembra che i batteri si trasmettano fra i pazienti attraverso i polsini dei camici dei medici, il Ministro ha deciso una rivoluzione nell'abbigliamento degli operatori sanitari. Nel libretto che sarà distribuito a tutti i medici sono indicate le nuove regole da rispettare dal 1° gennaio 2008 e numerosi consigli per poter migliorare le
condizioni igieniche e ridurre il rischio di infezioni. Tutti i medici dovranno avere le braccia scoperte e quindi camici a maniche corte o maniche arrotolate (nudi al di sotto del gomito). I camici saranno di plastica colorata usa e getta. I maschi non potranno portare la cravatta che è risultata un vero ricettacolo di microbi in quantO portata con regolarità quotidiana ma lavata raramente. Scarpe chiuse con suola di gomma. È vietato uscire dall'ospedale con l'uniforme e questo vale anche per le scarpe. Via gli orologi, i bracciali, e gli anelli tranne la fede nuziale, se molto semplice e sobria. Le donne dovranno tenere i capelli raccolti dietro la nuca ed evitare gli orecchini. I tatuaggi devono essere tenuti nascosti perché danno l'impressione di scarsa pulizia. Le unghie devono essere corte e curate, assolutamente vietate quelle finte. Tutti sono fermamente convinti che queste nuove regole daranno presto buoni risultati migliorando la situazione infettiva degli ospedali. Resta però il problema igienico: il 60% dei medici non si lava le mani dopo una visita e saranno quin■ di installati lavabi ovunque.
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Elaborati i questionari dell’indagine promossa dall’ANMVI
I veterinari chiedono meno vincoli per il Pet Corner di Antonio Manfredi
I più critici segnalano oggettive difficoltà gestionali e chiedono all’ANMVI di superarle ono 539 i veterinari che hanno risposto all’indagine conoscitiva sul Pet Corner proposta dall’ANMVI per capire quale fosse la posizione della categoria su questo possibile servizio da proporre ai clienti. L’intenzione dell’ANMVI, attraverso questa indagine, sviluppatasi anche per numerose sollecitazioni pervenute dai veterinari, è quella di arrivare ad individuare i punti critici del Pet Corner, oggi attivato da poche strutture, e che caratteristiche dovrebbe avere per poter essere maggiormente diffuso. Siamo infatti convinti che, nonostante la possibilità di aprire un Pet Corner all’interno delle strutture veterinarie possa essere una valida opportunità da noi voluta e sempre sostenuta, gli aspetti normativi e deontologici attuali siano talmente condizionanti da rendere scarsamente interessante l’avvio di questo progetto. È ovvio, almeno ci sembra, che se il Pet Corner non ha un significativo ritorno economico, ed è normalmente solo fonte di problemi gestionali e fiscali, conviene rinunciare a questo, sia pur valido ed importante, servizio al cliente. Incominciamo col dire che, se pensiamo che in Italia le strutture potenzialmente interessate al Pet Corner sono circa 6.600, 539 risposte non sono tantissime. Se poi consideriamo che quelle valide sono solo 512, perché ben 27 per vari motivi (illeggibili, incongruenti, compilate in modo sbagliato, ecc.) sono state scartate, siamo costretti a doverci accontentare di un campione del 7,8%. Percentuale più che buona da un punto di vista statistico ma comunque abbastanza deludente visto che il tema trattato interessa o può interessare tutti coloro che operano nel settore degli animali da compagnia. Dobbiamo anche aggiungere che
S
questo tipo di sondaggi aperto a tutti, senza un campione predefinito, e quindi lasciato al “buon cuore” dei riceventi, rischia di essere sempre maggiormente partecipato da chi si trova già su posizioni più definite, non “più estremiste” come vengono considerate nei sondaggi politici, escludendo spesso la “maggioranza silenziosa”, quelli che non hanno idee ancora particolarmente chiare o preferiscono stare alla finestra lasciando decidere agli altri. Quanto premesso nell’introduzione all’indagine, si evidenzia nelle risposte alla prima domanda e in particolare nell’alto numero di strutture che dichiarano di avere già avviato una attività di Pet Corner: 142 su 512, con una percentuale del 27,7%, abbastanza lontana da quella che altre indagini ANMVI, o anche effettuate da aziende mangimistiche, hanno determinato. L’indagine dell’ANMVI del 2005: “Strutture veterinarie private per animali da compagnia” indicava questa percentuale nel 10,9%.Tutte queste considerazioni, comunque, sia pure giuste e doverose, possono variare i valori emersi dall’indagine, ma entro limiti tali da non togliere assolutamente significato alle indicazioni espresse e valore di rappresentatività dell’intera categoria. Passando alla seconda domanda, la motivazione che ha principalmente spinto i 142 che dichiarano di avere attivato il Pet Corner, ad impegnarsi in questo senso, è stata quella di dare un Servizio al cliente. Il dato che risulta dall’indagine (148) è superiore allo stesso 142 in quanto alcuni che avevano dichiarato di averlo attivato “Sì, ma temporaneamente” hanno segnato questo punto anche se non previsto dalla loro particolare condizione. 92, il 64,8%, lo hanno fatto anche per un Ritorno economico, ma
1. Hai attivato presso la tua struttura il pet corner, come attualmente regolamentato? risposta
n. di risposte
percentuale
sì
142
27,7%
no
342
66,8%
28
5,5%
512
100%
sì, ma temporaneamente TOTALE
2. Se sì per quale motivo? risposta
n. di risposte
percentuale
servizio ai clienti
148
oltre 100%
ritorno economico
92
64,8%
ritorno favorevole di immagine professionale
46
32,4%
altro
“per completare eventuali terapie con prodotti dietetici, il veterinario, unica figura laureata, gestisca “in toto” tutto ciò che è attinente al benessere animale, al veterinario il “monopolio della gestione di tutti i prodotti per la salute ed il benessere dell’animale. diminuzione dello spreco di farmaci a favore del cliente e dell’ambiente”
non tutti sono pienamente soddisfatti da questo, e solo 28, il 5,5%, anche per un Ritorno favorevole di immagine professionale. Nel complesso, comunque, chi ha attivato il Pet Corner ritiene di aver fatto una scelta giusta anche solo limitatamente al “servizio al cliente”. La domanda 3 presenta un ventaglio abbastanza ampio di risposte e molti ne hanno segnata più di una. 114 evidenziano la mancata attivazione del Pet Corner per Mancanza di spazio. Un dato oggettivo ma determinante. 156 si sono scoraggiati di fronte ai vari Problemi gestionali e 104 sono preoccupati per i Problemi fiscali. Non vi è dubbio che questi due aspetti sono molto importanti: da un lato vi è scarsa chiarezza normativa sulla gestione del Pet Corner e dall’altra sono da considerare le implicazioni che la gestione di prodotti può avere nel sistema degli Studi di Settore, metodo induttivo per la determinazione del reddito che, nonostante le continue correzioni, continua ad essere incapace di riflettere la complessa realtà del settore veterinario. In 102 esprimono la loro attenzione sul rischio di un Ritorno sfavorevole di immagine professionale dovuto alla commistione fra ruolo sanitario e ruolo commerciale. Solo 80 segnalano invece lo Scarso ritorno economico che certamente è un dato da non sottovalutare ma dipendente non tanto dalle possibilità reali di reddito ma dalla impreparazione, se non incapacità, del veterinario a gestire questi aspetti economici della sua attività. Lo dimostra il fatto che quelli che hanno attivato il Pet Corner con un minimo di capacità “imprenditoriale” sono soddisfatti della loro scelta. Alla domanda numero 4, la stragrande maggioranza ha risposto di sì. 392, il 76,5% del campione (il 78% di chi ha risposto a questa domanda) ritiene giusto consentire al veterinario, in quanto operatore medico, di sviluppare un’attività di Pet Corner. Non ritiene quindi questa possibilità di servizio come conflittuale a quella della professione veterinaria ma, anzi, la ritiene complementare in un ruolo sanitario di riferimento professionale della salute e del benessere degli animali. Quelli che si sono espressi in modo contrario sono comunque 110, il 21,5%, poco meno di uno su quattro. La maggior parte di questi non ha però espresso una posizione negativa assoluta ma ritiene doveroso segnalare alcune perplessità che potrebbero essere superate da cambiamenti normativi o modifiche gestionali. Quelli che sono proprio contrari per principio e che si riferiscono al Pet Corner con commenti tipo: amorale, abolirlo, scellerato, ecc., sono meno di dieci ma evidenziano all’interno della categoria una componente,
Le vostre proposte di modifica Ecco alcuni suggerimenti/osservazioni in merito a modifiche all’attuale regolamentazione (cfr domanda n. 9): “sganciare la cessione dalla prestazione professionale, vietare la vendita di prodotti da parte dei veterinari, se se ne occupa personale non veterinario o strutture vicine ma non coesistenti, esclusiva vendita del farmaco veterinario ai veterinari, più chiarezza sulle regole, stessa legislazione dei farmaci, è necessario avere regole certe per non restare alla mercè delle strategie aziendali, i prodotti devono essere esposti, se non li vediamo ci dimentichiamo anche noi di averli, problemi legati alla scadenza dei prodotti, è utile poter esporre i prodotti che noi riteniamo validi, agevolazioni fiscali, servono prodotti “solo” per Pet Corner veterinari, non possiamo competere con i negozi specializzati, separando in modo netto le due strutture, troppo alto il costo del lavoro degli addetti alla vendita, vietarla!, non trasformiamo la struttura veterinaria in un supermercato, maggiore chiarezza sulle norme ed uguali in tutte le regioni e comuni, abolita!, cibo dietetico esclusivo per i veterinari, differenziando l’attività clinica da quella commerciale, mi sembra che la soluzione adottata dal comune di Bologna possa essere estesa al resto d’Italia, regolata a livello nazionale e non comunale, adeguamento IVA = per prestazioni professionali, farmaci, petfood sempre al 10%, esclusiva diete e farmaci ai veterinari, si devono esporre i prodotti, unica ricetta fiscale per la prestazione e per i prodotti, devono esistere limiti altrimenti siamo “venditori”, renderlo parte integrante dell’attività e non attività accessoria con tutti i relativi problemi fiscali, ecc., il veterinario diventerebbe imprenditore. Possibilità da non buttare, gli ambulatori non devono diventare pet shop soggetti alle leggi commerciali, la vendita dei prodotti (farmaci, parafarmaci, antiparassitari, ecc.) non deve essere vincolata alla visita, trattandosi comunque di prevenzione o profilassi per la salute ed il benessere dell’animale”. sia pure nettamente minoritaria, ferma su posizioni conservatrici e legata ad una figura di veterinario senza alcuna implicazione economica. Non dimentichiamo che alcuni si erano espressi anche con-
tro la possibilità di gestione del farmaco da parte del veterinario. Non vorrei che questo mio commento possa risultare come un giudizio negativo di chi esprime questa posizione che, pur non
3. Se no, o solo temporaneamente, per quale motivo? n. di risposte
percentuale
mancanza di spazio
risposta
114
33,3%
problemi gestionali/contabili
156
45,6%
problemi fiscali
104
30,4%
ritorno sfavorevole di immagine professionale
102
29,8%
scarso ritorno economico
80
23,4%
altro
“perché non permesso dalla regione Umbria: delibera del 29/132/04 n. 2147; non siamo commercianti!sono direttore dei servizi sanitari ASL, sarebbe meglio per la nostra immagine procurare i prodotti solo su richiesta del cliente, è sufficiente la prescrizione, poi c’è la farmacia ed i negozi di animali, a fianco dell’ambulatorio è presente un negozio per animali molto fornito, amorale, cointeressenza nonostante art. 12 DPR 633/72, scellerato divenire medico bottegaio, dispersivo e vincolante nelle scelte dietetiche, non sono riuscita ad avere informazioni precise sulla gestione del Pet Corner, mancanza o carenza della formazione per la gestione, presenza di molti negozi per animali nelle vicinanze, abbiamo iscrizione alla CCIAA con licenza di negozio, sono già molte le incombenze quotidiane”
4. Ritieni che sia giusto consentire al Veterinario in quanto operatore medico di sviluppare un‘attività come il pet corner? risposta
n. di risposte
percentuale
sì
392
76,5% (78% sulle risposte)
no
110
21,5%
senza risposta
10
2,0%
TOTALE
512
100%
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5. Se hai risposto sì, perché? risposta
n. di risposte
percentuale
per sviluppare potenzialità economico-professionali
214
54,6%
per migliorare il servizio alla clientela e al paziente
296
75,5%
per liberalizzare il settore
30
7,7
altro
“molte volte i negozianti ed i farmacisti cambiano le ricette, assicura che al proprietario venga consegnato il prodotto più idoneo, per essere punti di riferimento per ciò che riguarda salute e benessere dell’animale”
condividendo, rispetto in pieno. Con la domanda n. 5, quanti avevano risposto “sì” alla domanda n. 4 dovevano motivare la loro scelta. Tre le possibilità di risposta ma molti ne hanno espressa più di una. Quella che ha avuto maggiore attenzione è stata: Per migliorare il servizio alla clientela ed al paziente. 296, il 75,5%, hanno ritenuto che questa fosse o dovesse essere la motivazione principale per la scelta di avviare una attività di Pet Corner. Il 54,6%, 214 veterinari, ha indicato come importante per sostenere la scelta del Pet Corner la risposta: Per sviluppare potenzialità economico-professionali. Solo trenta, il 7,7%, ha indicato anche, e dico anche perché questa risposta non è mai stata considerata da sola ma sempre abbinata ad un’altra, Per liberalizzare il settore. Nel complesso ci sembra che i veterinari che ritengono giusta la possibilità per il veterinario di attivare il Pet Corner abbiano le idee abbastanza chiare sul perché deve essere prevista questa opportunità: un miglior servizio al paziente nell’ambito di uno sviluppo economico-professionale della struttura. Vediamo invece alla domanda 6 le motivazioni che hanno spinto quasi un quarto dei veterinari che hanno risposto al questionario ad esprimere la loro contrarietà alla possibilità di attivare nelle strutture iniziative con caratteristiche commerciali o di semplice vendita. Il 41,8% (46 veterinari) ritiene che il Pet Corner: È incompatibile con l’etica professionale, il 52,7% (58) lo vede come una possibilità che: Può dar adito a cointeressenza, ed
il 78,2% (86) come un’attività che: Svilisce l’immagine del professionista verso il pubblico. Quelli che hanno sottoscritto l’incompatibilità sono quelli che si sono dimostrati, anche nelle successive risposte, i più fermamente contrari ad ogni forma di cessione di prodotti senza grandi possibilità di mediazione o compromesso. La domanda 7 riportava il tema del questionario su un aspetto più generale, ma su questo punto la categoria veterinaria, il numero dei questionari tornati è rappresentativo di tutta la veterinaria, si è sostanzialmente spaccata a metà fra coloro che non ritengono che una attività di vendita di prodotti possa essere una soluzione alle difficoltà economiche che stanno vivendo molte strutture (198, 41,6%) e coloro che invece pensano che “in parte” possa esserlo (216, 45,3%). Quelli convinti che iniziative tipo Pet Corner possano essere determinanti per riequilibrare la redditività di una struttura veterinaria sono solo 62, il 13,1%. Queste riposte meritano alcune considerazioni che riporterò nelle conclusioni finali per non frammentare troppo il ragionamento complessivo. Le risposte alla domanda 8 rispecchiano le percentuali già evidenziatesi alla domanda 4. È evidente che chi è favorevole alla domanda 4 lo è più o meno anche al punto 8. Alla 4 i sì sono risultati essere il 78% e per la domanda 8 i favorevoli sono il 71%; i no alla precedente domanda sono il 22% e per questa il 29%. La differenza fra i valori delle due domande è scarsamente significativa ed evidenzia soltanto come alcuni
6. Se hai risposto no, perché? risposta
n. di risposte
percentuale
è incompatibile con l’etica professionale
46
41,8%
può dar adito a cointeressenza
58
52,7%
svilisce l’immagine del professionista verso il pubblico
86
78,2%
altro
“meglio cercare di far crescere la professione negli aspetti di professione sanitaria mancanza di cultura per gestire attività di Pet Corner, per non togliere lavoro ai negozi già scarsi di questa zona, ottimi rapporti con farmacie e negozi del settore”
7. Pensi che lo sviluppo di un’attività di tipo commerciale affiancata a quella professionale possa essere la soluzione per le difficoltà economiche di molte strutture veterinarie? risposta
n. di risposte
percentuale
si
62
13,1%
no
198
41,6%
in parte
216
45,3%
TOTALE
476
100%
8. In molti paesi europei le strutture veterinarie vendono prodotti senza limitazioni gestionali (es. con possibilità di esporre i prodotti, con personale addetto, come prestazione a sé e non accessoria, ecc.). Pensi che dovrebbe essere così anche in Italia? risposta
n. di risposte
percentuale
si
328
71%
no
134
29%
TOTALE
462
100%
che sono favorevoli al principio di permettere attività di vendita nelle strutture veterinarie ritengono però che questo possa avvenire solo con limiti precisi e non con la stessa liberalizzazione di molti paesi europei. I 328 che hanno risposto sì a questa domanda evidenziano comunque come la stragrande maggioranza dei veterinari sia favorevole ad un’ampia liberalizzazione degli aspetti commerciali come da tempo si è sviluppata in Europa. Anche la domanda 9 riflette nelle risposte le percentuali emerse nella 4 e 8. Evidentemente chi è favorevole alla vendita dei prodotti nelle strutture veterinarie e ritiene il sistema diffuso in Europa quello da portare anche in Italia, considera anche che l’attuale normativa del Pet Corner, estremamente rigida e spesso incomprensibile, debba essere superata (318, 74,6%). Al contrario chi si era espresso con un no alle precedenti domande si mantiene coerente con un no anche in questo caso o evita la risposta (108, 25,4%). È giusto però anche sottolineare che alcuni favorevoli al Pet Corner ritengono comunque corretta l’attuale normativa; sono pochissimi e sono quasi tutti veterinari che non avendo ancora provato ad avviare questa attività non si sono ancora scontrati con una normativa che risulta il più delle volte veramente scoraggiante se non del tutto inapplicabile. Alla domanda numero 10, ovviamente, dovevano rispondere quelli che avevano precedentemente risposto positivamente ad una modifica dell’attuale normativa: 318. Le risposte sono state 324, qualcuno non ha letto bene la domanda ma la differenza non ha alcun peso sul valore del dato. Il 95,7% (310) chiede all’ANMVI di interve-
nire e spesso lo fa con commenti che riconoscono all’Associazione non solo la sua rappresentatività ed il suo ruolo ma anche l’impegno svolto in questi anni nell’interesse della categoria e gli importanti risultati ottenuti. Solo 14 rispondono di no, ma non come gesto di sfiducia verso l’ANMVI ma soltanto perché ritengono che la situazione attuale non debba essere modificata. L’ANMVI quindi dovrà farsi carico di confrontarsi con la FNOVI per valutare insieme iniziative condivise per sostenere le richieste della stragrande maggioranza dei veterinari che operano nel settore degli animali da compagnia. In realtà anche quella decina di veterinari che si sono espressi contro ogni forma di cessione di prodotti si sono in parte rivolti all’ANMVI per modificare in senso fortemente restrittivo l’attuale normativa, ma sono talmente pochi, forse 4 o 5, da non poter essere paragonati ai più di 300 che chiedono interventi in
senso contrario mirando all’esempio di molti paesi europei. Alcune considerazioni finali Nella maggior parte dei paesi europei ed in tutti quelli più importanti (Gran Bretagna, Francia, Spagna, Germania, ecc.) i veterinari gestiscono ampiamente tutti i prodotti relativi alla salute ed al benessere degli animali (farmaci, parafarmaci, antiparassitari, diete, integratori, mangimi, ecc.) senza perdere di immagine o qualità professionale. Anzi, in questi paesi il veterinario ha un’immagine pubblica molto più elevata rispetto all’Italia. Inoltre il loro reddito è decisamente più alto, non solo perché il numero delle strutture è decisamente inferiore al nostro, con un numero di animali da compagnia più o meno uguale, ma anche perché il reddito che ottengono dalla gestione dei prodotti (in media il 50% del fatturato di una struttura) è una componente importante di quello globale. Questo permette ai veterinari stranieri investimenti professionali (attrezzature, impianti, collaborazioni, aggiornamento, ecc.) che molti italiani non si possono neppure sognare. Non credo che l’immagine del veterinario italiano possa quindi essere svilita dalla cessione di prodotti che il cliente pagherebbe comunque allo stesso prezzo in farmacia, in pet shop, ecc, con il vantaggio di non dover perdere tempo a cercarli e la possibilità di avere specifiche informazioni ed istruzioni sull’utilizzo da parte del professionista. Anzi, sono convinto che questa possibilità possa far crescere il livello qualitativo professionale, i servizi proposti e quindi una miglior immagine e considerazione del veterinario. Che senso ha che l’Italia resti fuori dall’evoluzione europea quando questa porta solo vantaggi ai clienti, ai pazienti ed ai veterinari? ■
9. Ritieni che l’attuale regolamentazione del Pet Corner debba essere modificata? risposta
n. di risposte
percentuale
si
318
74,6%
no
108
25,4%
TOTALE
426
100%
specificare come: (vedi box)
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10. Se hai risposto di sì alla domanda precedente, ritieni che l’ANMVI debba intraprendere iniziative di superamento o di modifica dell’attuale regolamentazione del Pet Corner? risposta
n. di risposte
percentuale
si
310
95,7%
no
14
4,3%
TOTALE
324
100%
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Tribunali di Milano e di Firenze
La Corte Costituzionale ha fatto venir meno la potestà impositiva dell’ONAOSI Ne consegue l’obbligo di restituire quanto percepito
rriva dal Tribunale di Milano la prima pronuncia sulle ricadute della sentenza della Corte Costituzionale sulle sorti dei contributi ONAOSI dichiarati incostituzionali (sentenza n. 190 del 5 giugno 2007 sulla illegittimità costituzionale dell’art. 2, lettera e) della legge 306 del 2001, come sostituito dall’articolo 52, comma 23 della Legge n. 289 nel 2002, nella parte in cui prevede che la misura del contributo obbligatorio è stabilita dal consiglio di amministrazione di ONAOSI). Secondo i giudici di Milano, la Consulta “nel caducare l’indicata norma, fa venir meno la potestà impositiva di ONAOSI e, comunque, determina il venir meno del titolo sul quale si fondano i crediti azionati con le cartelle di pagamento”. Le cartelle oggetto del ricorso sono state emesse dall’Esatri per il pagamento di somme dovute per debiti contributivi vanta-
A
ti da ONAOSI. I ricorrenti avevano promosso l’azione “avverso l’iscrizione a ruolo conseguente all’emissione delle predette cartelle, contestando la fondatezza della pretesa di ONAOSI sia sotto il profilo della sussistenza della potestà impositiva dell’Ente, sia sotto il profilo della legittimità dei criteri adottati nella determinazione della misura del contributo”. Conseguenze “Consegue a ciò - dice il Giudice milanese - la dichiarazione dell’inesistenza dei crediti stessi e l’annullamento delle cartelle impugnate, con il conseguente obbligo di ONAOSI di restituire quanto eventualmente percepito in base a tale titolo”. Il vuoto normativo non c’entra E inoltre, per il Tribunale di Milano non ha alcun valore il fatto che - come addotto dalla difesa della Fondazione “al fine di rego-
Reg. CE 1266/07: l’interpretazione italiana è quella giusta icenda chiarita con la Francia. La Commissione Europea ha confermato l’interpretazione del Ministero della Salute in merito alla protezione dagli attacchi degli insetti vettori: ricorrere a strutture ufficialmente riconosciute a prova di Culicoides. I bovini provenienti da zone a rischio della malattia blue tongue possono essere importati solo se provenienti da impianti a prova di insetto. Mentre le autorità francesi forniscono assicurazioni in merito alla sicurezza sanitaria degli animali spediti verso l’Italia, la Commissione Europea ha confermato, in data 6 novembre u.s. l’interpretazione italiana di quanto riportato all’Allegato II, punti 2, 3, 4 “Protezione dagli attacchi degli insetti vettori”, ovvero che è da intendersi solo ed esclusivamente mediante il ricorso a strutture ufficialmente riconosciute a prova di Culicoides. Il capo Dipartimento per la Sanità Pubblica Veterinaria, Romano Marabelli, ha quindi firmato una nota di aggiornamento agli Assessorati alla Sanità e all’Agricoltura precisando che “potranno essere accettati animali sensibili alla Blue Tongue se scortati dalla specifica attestazione sanitaria redatta in conformità con quanto previsto dal Reg. CE 1266/2007”. Il Ministero della Salute ha inoltre provveduto a richiedere agli altri Stati Membri gli elenchi delle strutture riconosciute a tal fine. Il parere europeo mette fine a un’incomprensione nata tra le autorità dei due paesi: secondo la Francia infatti per poter esportare bovini dalle zone a rischio (sulle zone non a rischio non ci sono restrizioni) era sufficiente che le stalle fossero trattate con insetticida. “La Commissione Europea - sostiene il Ministero - in data 6 novembre ha confermato che quella italiana è l’unica interpretazione da ritenersi valida’’.
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lare la situazione determinatasi dopo la pronuncia del Giudice delle Leggi, siano in preparazione appositi provvedimenti legislativi. Infatti, “detti provvedimenti semmai adottati: a) non potrebbero certo avere efficacia retroattiva; b) ove mai un’efficacia retroattiva fosse stabilita, essa non potrebbe comportare la riviviscenza della determinazione effettuata da ONAOSI perché, comunque, sarebbe richiesta una nuova determinazione; c) e se, per estrema ipotesi teorica, la nuova determinazione fosse di misura eguale alla precedente, sarebbe comunque necessaria l’emissione di una nuova cartella”. ■
Anche Firenze annulla le cartelle artelle annullate ed Ente condannato al pagamento delle spese processuali anche dal Tribunale di Firenze. Il Giudice del Lavoro del capoluogo toscano si è così espresso il 4 ottobre. I ricorrenti proponevano opposizione alle cartelle esattoriali loro notificate. Per il Giudice la sentenza della Corte Costituzionale 190/07 “fa venir meno in radice ogni legittimità della pretesa fatta valere dall’ONAOSI”. Inoltre, “è da ritenere inammissibile la domanda nuova avanzata in udienza dall’ONAOSI con la quale dopo la pronunzia della Corte ha chiesto che fosse il Giudice a determinare il dovuto (il che non sarebbe nemmeno possibile in difetto di ogni criterio di riferimento)”.
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laPROFESSIONE VETERINARIA 40/2007 L’INTERVISTA
Intervista al Preside della Facoltà di Milano
Tra Università e Professione ci vuole un confronto sereno e paritetico Il numero chiuso? si rischia l'accusa di corporativismo ma è essenziale alla buona didattica Lei è stato eletto a Preside della più numerosa Facoltà di Medicina Veterinaria italiana in un momento certamente non facile. Quali sono i suoi obiettivi prioritari? Effettivamente il momento non è facile. Il mio obiettivo prioritario è mettere mano alle problematiche più imminenti. La prima è relativa alla conduzione delle strutture del polo di Lodi già operanti (Ospedale Veterinario Grandi Animali) o che verranno inaugurate a breve (Centro Zootecnico Didattico Sperimentale). Il secondo problema che intendo affrontare è il complesso iter progettuale che riguarda le strutture scientifiche e didattiche che verranno costruite nei prossimi anni, per un completo trasferimento della Facoltà a Lodi. Un altro aspetto importante è la necessità di prepararsi al meglio per la valutazione dell’European Association of Establishments for Veterinary Education (Eaeve). Riforma del Corso di Laurea in Medicina Veterinaria. Concretamente come sarà il futuro Medico Veterinario? Non molto diverso da quello del passato. Il Medico Veterinario è una figura professionale forte e ben caratterizzata, difficilmente modificabile da un nuovo ordinamento del piano di studi. La riforma sarà comunque una buona occasione per rendere più professionale e più pratico il corso di studi. Milano è la Facoltà italiana che ha più iscritti. Come riuscite a garantire una didattica di qualità? Con un corpo docente all’altezza della situazione. Milano vanta 157 docenti impegnati in 6 differenti Corsi di Laurea; oltre al tradizionale Corso di laurea in Medicina Veterinaria sono attivi 3 corsi di laurea Triennali (Biotecnologie Veterinarie, Allevamento e Benessere Animale e Tecnologie delle Produzioni e Qualità dei Prodotti) e 2 corsi di Laurea Magistrali (Scienze Biotecnologiche Veterinarie e Scienze e Tecnologie Zootecniche e delle Produzioni Animali). Naturalmente i problemi ci sono, soprattutto legati all’attività pratica clinica, di laboratorio, e zootecnica, difficile da gestire con un numero così alto di studenti. Il polo di Lodi ci aiuterà ad aumentare l’attività pratica dei nostri laureandi. 14 Facoltà, 1460 nuovi iscritti, 1100 laureati. Non è venuto il momento di riflettere su questi numeri? In effetti questo è uno dei temi più dibattuti a livello di conferenza dei Presidi. È comunque ne-
cessario fare valutazioni più precise sui numeri e, soprattutto, di contestualizzare tali numeri nel medio e lungo periodo. Ad esempio la classe veterinaria soffre ancora del boom di laureati che si è verificato negli anni ‘80, laureati che cominceranno ad andare in pensione fra 10 anni. Bisogna anche considerare che ogni cambiamento del numero programmato dà un effetto dopo 10 anni e che tale effetto dura per 30 anni. Insomma, sono problemi non banali che, a mio avviso, vengono spesso affrontati con troppa superficialità. Il Ministro Mussi vorrebbe togliere il numero programmato per il Corso di Laurea in Medicina Veterinaria e ben 5 proposte di legge puntano a questo. Demagogia, populismo, interessi elettorali? Da cosa deriva secondo lei questa voglia di ritorno al passato? Attenzione con gli slogan. Qualcuno potrebbe anche dire che la voglia di un numero “molto chiuso” è semplicemente una spinta corporativa. In ogni caso credo che l’accesso programmato rappresenti un requisito essenziale del corso di Medicina Veterinaria per fare una buona didattica. Il 98,4% dei laureati, quasi tutti, passano subito l’esame di Stato che dovrebbe valutare le capacità di affrontare un’attività professionale. O l’esame è troppo facile o i laureati sono veramente molto preparati. Secondo lei? La commissione dell’esame di Stato è composta prevalentemente da docenti che si ritrovano ad interrogare un neolaureato promosso qualche mese prima agli esami del corso di studi. Cosa dovrebbero fare? L’esame di Stato dovrebbe essere fatto da una commissione veramente “di Stato”. Un laureato dopo poco tempo passa l’esame di Stato e può esercitare. Lei gli porterebbe i suoi animali da curare? Assolutamente si. Divido i veterinari in bravi, mediocri e scadenti e posso dire di aver conosciuto sia neolaureati bravi che veterinari esperti molto scadenti. Un bravo neolaureato è anche quello che di fronte ad un caso che non riesce a gestire si rivolge con umiltà e professionalità ad un Collega o ad un Centro più esperti. Uno dei problemi delle Facoltà è oggi quello finanziario. Quali progetti pensa si possano sviluppare per risolvere questo annoso problema? Si può pensare ad una suddivisione più corretta delle risorse.
Negli Atenei molte risorse vengono suddivise tra le varie Facoltà sulla base di parametrature standard quali ad es. il numero dei docenti e il numero degli studenti. In realtà una Facoltà di Veterinaria costa molto di più di altre, dovendo gestire direttamente tutta l’attività pratica senza avere la fortuna delle Facoltà di Medicina che possono avvalersi delle strutture ospedaliere già presenti e finanziate dal Sistema Sanitario Nazionale. Molte facoltà ospitano, quasi sempre gratuitamente, iniziative formative (seminari o corsi di perfezionamento) a pagamento organizzate da soggetti privati. Non sarebbe più logico che fosse la stessa Facoltà ad organizzarli direttamente? Credo nella possibilità di una sinergia tra enti privati e Facoltà nell’organizzare eventi formativi in Facoltà. La Facoltà, che può offrire eccellenti strutture e competenze didattiche, potrebbe essere liberata dagli aspetti organizzativi e gestionali e concentrarsi sugli aspetti didattici e scientifici, ricavandone naturalmente un utile. Valore legale della Laurea: sarebbe il caso di toglierlo per spingere tutte le Facoltà a migliorare la loro offerta formativa? No. Non deve essere dimenticato che il valore “reale” della laurea emerge nei concorsi e nella vita professionale. Ad esempio, nei colloqui di lavoro conta ancora il dove ci si è laureati, con che voto, con quale tesi e con quale relatore. Mondo universitario e mondo professionale. Dovrebbe esserci un’importante e significativa collaborazione. In Italia, al contrario, è sempre stato un confronto piuttosto difficile. Perché secondo lei? Semplicemente per mancanza di buona volontà ed incapacità ad un sereno e paritetico confronto professionale, da entrambe le parti. Quando avverrà il definitivo trasloco a Lodi? Il trasferimento della Facoltà avverrà, inevitabilmente, per gradi. Nel febbraio 2005 è già stato aperto l’Ospedale Veterinario Grandi Animali di Lodi nel quale, attualmente, sono attivi numerosi reparti (Anatomia Patologica, Chirurgia dei Grandi Animali, Clinica Medica dei Ruminanti e del Suino, Clinica Medica del Cavallo, Laboratorio Centralizzato, Radiologia e Riproduzione dei Grandi Animali) e dove si svolge una parte importante dell’attività didattica del IV e V anno del cor-
l Prof. Eugenio Scanziani si laurea con lode nel 1979 in Medicina Veterinaria sotto la guida del Prof. G. Mandelli presso l’Università degli Studi di Milano. Dal 1979 al 1981 è borsista per il “Corso annuale in Zooprofilassi” presso la Scuola per la Ricerca Scientifica di Brescia e presso i laboratori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Brescia. Dal 1981 al 1984 è Veterinario Ispettore presso il Pubblico Macello di Milano. Dal 1984 al 1991 è Ricercatore presso l’Istituto di Anatomia Patologica Veterinaria e Patologia Aviare dell’Università degli Studi di Milano e dal 1991 al 2000 è Professore Associato in Anatomia Patologica Veterinaria, presso lo stesso Istituto. Dal 2000 è Professore Ordinario. Attualmente egli tiene gli insegnamenti di “Anatomia Patologica Veterinaria I” e “Ispezione e Controllo degli Alimenti di Origine Animale” per gli studenti in Medicina Veterinaria. Nel 1983 si specializza in “Tecnologia e Igiene delle Carni”. Viene designato, nel 1995, membro fondatore dell’European College of Veterinary Pathologists (ECVP). Nel 1997-2002 è membro dell’Examination Board dell’ECVP e dal 1999 al 2002 è membro del Consiglio dello stesso College. Dal 2004 al 2005 è presidente dell’Associazione Italiana di Patologia Veterinaria (AIPVet). Dal 2006 è coordinatore della Sezione di Anatomia Patologica Veterinaria e Patologia Aviare della Facoltà di Medicina Veterinaria di Milano. Nel giugno del 2007 viene eletto Preside della Facoltà di Medicina Veterinaria di Milano. I suoi principali temi di ricerca riguardano la patologia di alcune malattie batteriche degli animali (leptospirosi, micoplasmosi, elicobatteriosi). Negli ultimi anni i suoi interessi di ricerca si concentrano sui modelli di patologia sperimentale in animali di laboratorio collaborando in tal senso con vari Enti ed Istituti di ricerca biomedica. Ha pubblicato, su riviste internazionali, 97 lavori indicizzati su PubMed.
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so di Laurea in Medicina Veterinaria. Il Centro Zootecnico Sperimentale è stato ultimato e verrà inaugurato entro poche settimane. Sono in fase avanzata di progettazione l’ospedale dei piccoli animali e gli edifici scientifici e didattici di tutta la Facoltà; la realizzazione di queste strutture avverrà nell’arco di alcuni anni. La direttiva Zappalà è un’occasione per i veterinari italiani di andare all’estero oppure rischiamo di essere esposti in Italia alla concorrenza di colleghi stranieri? Difficile fare una previsione. Voglio comunque ricordare che, nonostante si parli talvolta in ter-
mini poco lusinghieri della nostra istruzione universitaria, tutti i neolaureati di Milano che conosco e che sono andati all’estero per lavorare (in USA, Regno Unito, Francia, Svizzera, Svezia, Spagna) hanno fatto una bella figura. Il settore pubblico non assume più Medici Veterinari ed i privati non vanno in pensione. Cosa consiglierebbe ad un giovane che vuole iscriversi al Corso di Laurea in Medicina Veterinaria? Quello che ho detto ai miei due figli (che, per inciso, non studiano a Veterinaria): fai quello che ti piace, per cui ti senti portato e hai le capacità. ■
Altri 80 milioni a Lodi “Per noi Lodi resta un punto di riferimento importante ha dichiarato in questi giorni il prorettore della Statale di Milano, Dario Casatitanto che sul corso di veterinaria avviato dal Polo universitario abbiamo deciso di investire altri 80 milioni di euro ed esiste il progetto di spostare in quella sede anche la laurea di Agraria e il settore delle biotecnologie”. Nella foto l’Ospedale veterinario della Facoltà (Polo di Lodi, via dell'Università 6) http://www.veterinaria.unimi.it
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Prion 2007
Da Edimburgo le ultime novità della ricerca sui prioni
a splendida cornice autunnale della nordica Edimburgo è stata quest’anno scenario del quarto Congresso Internazionale Prion 2007, la più importante occasione annuale di riunione e confronto a livello mondiale per tutti gli studiosi delle malattie da prioni, umane ed animali. L’Edinburgh International Conference Center (EICC) ha avuto l’onore di ospitare quasi mille scienziati che dal 25 al 28 settembre, nell’arco di quattro intense giornate, si sono incontrati per presentare e discutere le novità in merito alle ultime conoscenze acquisite nel campo della ricerca sui prioni. L’incontro ha consentito di delineare nuovi auspicabili obiettivi per diagnosi, controllo e prevenzione delle malattie prioniche, a tutt’oggi biologicamente ancor poco conosciute. Il ruolo principale nell’organizzazione dell’evento è spettato al NeuroPrion, Network di eccellenza finanziato dall’Unione Europea con il 6° Programma Quadro, che promuove le attività dei laboratori europei impegnati sul fronte della ricerca sui prioni. La maggior parte dello spazio congressuale è stata quest’anno de-
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dicata al “Protein misfolding”, ovvero a quel ramo della scienza indirizzato a studiare la conversione di proteine, fisiologicamente presenti nell’organismo, fra cui anche la proteina prionica, nelle rispettive forme patologiche. Rispetto aI precedente appuntamento dell’anno scorso il Comitato Scientifico preposto all’organizzazione dell’evento ha ridotto il numero degli oratori invitati, aumentando invece quello delle presentazioni orali, arrivando a proporre circa 50 relazioni e più di 400 poster. Ad anticipare l’apertura dei lavori del Congresso, il 25 settembre, si sono parallelamente riuniti da un lato il gruppo di lavoro guidato da Michael Stack (VLA, UK), focalizzato sullo studio della Chronic Wasting Disease (CWD), malattia da prioni dei cervidi selvatici, in progressiva diffusione in Nord America, non ancora riscontrata in Europa; dall’altro, il gruppo Risk & Control, costituito da epidemiologi e risk assessor. I risultati di recenti studi di trasmissione sperimentale, presentati nel corso del workshop sulla CWD, hanno svelato in animali affetti dalla malattia, anche in u-
no stadio pre-sintomatico, la presenza di infettività a bassi livelli in saliva e sangue, e l’assenza invece in urina e feci. Altre ricerche hanno poi dimostrato l’applicabilità della nuova tecnica del PMCA, in grado di svelare la presenza di proteina prionica anche ai minimi livelli, nel riscontrare l’infezione a carico del tessuto cerebrale dei cervidi colpiti da CWD. Anche su alcuni fluidi biologici di questi animali, quali sangue, urina e saliva, con elevata probabilità coinvolti nella trasmissione orizzontale della malattia, è stato ipotizzato un auspicabile utilizzo del PMCA per svelare l’eventuale presenza di infezione in animali ancora in vita. Sulla base dei risultati dei proficiency test effettuati in Europa dai vari Centri di Referenza preposti alla sorveglianza della CWD, le metodiche correntemente impiegate per la diagnosi di Encefalopatia Spongiforme Trasmissibile (EST) in bovini e piccoli ruminanti si sono dimostrate valide anche per la diagnosi di questa malattia. Dalle relazioni presentate è emerso inoltre il dato che nell’ambito dei piani di sorveglianza per la CWD predisposti in Europa nessun caso di positività è stato fino ad oggi riscontrato. Il secondo workshop, incentrato sull’epidemiologia e l’analisi del rischio, ha esposto lo stato dell’arte di un lavoro, già in atto da un paio di anni, che prevede di impiegare diversi strumenti epidemiologici per modellare il trend temporale della BSE nei singoli Paesi Europei e nell’intera Europa. Tre sono gli approcci che in merito si stanno delineando, e che tutti i rappresentanti europei hanno condiviso per rendere omogenei i loro dati, elaborarli e poterne confrontare i risultati. Durante la seconda parte del workshop “Risk & Control” si è discusso di un imponente lavoro scientifico di prossima pubblicazione che, a partire dai dati messi a disposizione da ben venti degli Stati Membri, effettua un’analisi descrittiva, in precedenza mai attuata, dei focolai europei di scrapie classica ed atipica, confrontandoli ed evidenziando importanti analogie e differenze delle due forme della encefalopatia ovi-caprina. Il Congresso Prion vero e proprio si è aperto invece il giorno successivo, 26 settembre, con una prima sessione plenaria dedicata al “protein misfolding” e la successiva dedicata alle prove di trasmissibilità. In quest’ambito ampio spazio è stato riservato alle nuove applicazioni del PMCA, che hanno mostrato come, a seguito dell’amplificazione in vitro, l’infettività e le caratteristiche proprie di alcuni ceppi di prione vengano comunque mantenute.
L’utilizzo del PMCA è stato poi proposto per simulare studi di trasmissione sperimentale in vitro dei ceppi, con il vantaggio di accelerare il fenomeno di conversione della proteina cellulare in patologica. Le comunicazioni orali hanno visto anche l’intervento del Premio Nobel Stanley Prusiner, che ha presentato una nuova tecnica da poco messa a punto dal suo gruppo di ricerca, denominata ASA (Amyloid Seeding Assay). Tale metodica, che si basa sul principio di rendere riscontrabile la proteina prionica dopo averne indotto la polimerizzazione in fibrille di amiloide, impiegando come substrato per la reazione prioni parzialmente purificati, sembrerebbe proporsi, al pari del PMCA, come un valido strumento per rilevare quantità anche minime di infettività. In merito agli studi più originali di trasmissione dei ceppi, presentati nel corso della seconda sessione, si segnalano i risultati esposti da Gianluigi Zanusso dell’Università di Verona riguardanti la trasmissione al bovino di una variante atipica di BSE (Bovine Spongiform Encephalopathy), la BASE (Bovine Amyloidotic Spongiform Encephalopathy), scoperta per la prima volta in Italia nel 2003 presso il CEA dell’Istituto Zooprofilattico di Torino. La BASE è risultata essere trasmissibile al bovino in tempi e modi più rapidi della BSE, presentandosi inoltre con una sintomatologia nettamente diversa, caratterizzata da un progressivo dimagramento e diffusa amiotrofia. Ciò suggerisce ai patologi la diversità del ceppo prionico che causa la BSE da quello responsabile della BASE. Inoltre la somiglianza a livello molecolare tra la BASE e la CJD sporadica sottotipo MV2 lascerebbe ipotizzare un legame tra le due malattie. In riferimento alla CWD un interessante lavoro esposto da Quizhong Kong della Case Western Reserve University (OH, USA) ha evidenziato la non trasmissibilità di questa malattia ai topi transgenici umanizzati, ridimensionando di molto il potenziale zoonosico della stessa in caso di trasmissione diretta dai cervidi all’uomo. Sul fronte della variante della malattia di Creutzfeld-Jacob (vCJD), provocata dal passaggio della BSE all’uomo, Robert Will dell’Unità Nazionale di Sorveglianza per la CJD (UK) ha fornito un aggiornamento epidemiologico della malattia. Nonostante l’epidemia di vCJD presenti per tutti i paesi colpiti un trend decrescente, molti aspetti di questa malattia restano ancora nebulosi. In primo luogo rimane ancora da chiarire una relazione tra dose infettante ed effetto. Le coorti di nascita più colpi-
di Chiara Porcario e Cristiana Maurella
te risultano essere quelle nate dopo il 1970, la mediana di incubazione pare ruotare intorno ai 7-8 anni, tuttavia sembra essere maggiore per i pazienti non residenti nel Regno Unito. La trasmissione secondaria della malattia è ritenuta probabile, e ad oggi è già stata accertata in particolare tramite trasfusioni di sangue infetto. Riguardo alle malattie da prioni di interesse veterinario altri originali interventi hanno descritto le nuove acquisizioni in merito alla distribuzione dell’infettività in corso di scrapie. Olivier Andreoletti (INRA, Francia) ha dimostrato come la trasfusione di sangue da pecore affette da scrapie sia un efficiente mezzo di trasmissione della malattia, e che l’infettività in questa matrice è principalmente legata ai monociti. Ulteriori ricerche condotte invece da Silvia Sisó (VLA, UK), hanno per prime svelato la presenza della proteina prionica nei reni di pecore affette da scrapie. Recenti esperimenti intrapresi poi sul sistema olfattivo hanno dimostrato un suo ruolo molto efficiente nel trasporto dei prioni dalla mucosa nasale verso il cervello; inoltre un’altra ricerca condotta presso i laboratori del CEA di Torino ha evidenziato la deposizione di proteina prionica anche nel sistema olfattivo di pecore in corso di infezione naturale da scrapie. Sempre negli ovini affetti da questa malattia studi eseguiti in collaborazione fra l’Istituto Superiore di Sanità di Roma e gli Istituti Zooprofilattici delle Venezie e di Lazio e Toscana hanno svelato la presenza di infezione anche nelle ghiandole salivari. Questi riscontri lascerebbero ipotizzare un intrigante coinvolgimento sia delle secrezioni nasali che della saliva nella diffusione orizzontale della malattia. Nel complesso il Congresso ha voluto privilegiare gli aspetti biologici, patogenetici e diagnostici delle malattie da prioni, riservando ad essi numerosi e approfonditi interventi, a scapito invece degli argomenti di epidemiologia e valutazione del rischio, che, benché oggetto di una della sessioni, non hanno ricevuto una trattazione altrettanto esaustiva. Nonostante la disparità nell’entità degli argomenti trattati, il confronto fra i numerosi gruppi di ricerca partecipanti all’evento ha messo in evidenza che il mondo dei prioni ancora presenta molti lati oscuri da indagare. Questo aspetto, oltre ad essere un intrigante stimolo per gli scienziati ad intraprendere nuove ulteriori ricerche, ribadisce che le malattie da prioni devono considerarsi un problema di sanità pubblica quanto mai attuale, verso cui ancora non è possibile abbassare la guardia. ■
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Interventi ANMVI al Consiglio Nazionale FNOVI
Un patto per questa veterinaria Le soluzioni ai problemi esistono e la Categoria le ha individuate. A cominciare dalla qualità l ruolo della veterinaria dovrà sempre più caratterizzarsi come quello di una professione al servizio della salute dell’uomo. Rimarcare gli aspetti di prevenzione e di controllo della sanità animale in funzione della salute dell’uomo è tanto più importante quanto più la professione subisce gli attacchi e la concorrenza di altri profili professionali. Pensando alla sicurezza alimentare, questa preoccupazione trova il suo principale fondamento. Per questo la professione deve saper trovare sinergie nuove tra pubblico e privato.
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La qualità L’ANMVI ha attivato da circa un anno una Commissione per la Qualità che partendo dalle Buone Pratiche Veterinarie e dall’attuale dettato deontologico, ha ultimato la stesura di una prima bozza di manuale per l’innalzamento della qualità delle prestazioni professionali nelle strutture per animali da compagnia. È il primo passo per un percorso di qualificazione di tutti i settori professionali, a cui farà seguito uno studio ad hoc per il settore dei cavalli e degli animali da reddito. La domanda di qualità proviene dalle istituzioni, dai nostri clienti, ma è fortemente avanzata anche dagli stessi Colleghi che avvertono la necessità di dare riconoscimento e visibilità alla qualità professionale. Inoltre, è solo sul piano della qualità che si potrà iniziare a dare una risposta alla crisi del mercato. In futuro, le buone pratiche potranno anche tradursi in certificazioni di qualità per le strutture che vorranno misurarsi con degli standard ISO. Investimenti economici Si tratta di una evoluzione culturale che richiede certamente investimenti anche economici. Non siamo imprese e non possiamo accettare i contraccolpi delle cosiddette liberalizzazioni come se fossimo degli imprenditori anziché dei medici. Tuttavia, gestiamo una professione, investiamo in strutture, tecnologie e aggiornamento e questo ha un prezzo. Dobbiamo saper dare alla qualità della prestazione professionale una valutazione manageriale che, senza snaturare il nostro profilo sanitario, sappia tutelarci dal punto di vista della sostenibilità economica della nostra stessa attività. Nel frattempo, abbiamo ripreso la battaglia per la riduzione dell’IVA sulle nostre prestazioni. Stavolta ci viene in aiuto la Corte di Giustizia Europea che milita per una armonizzazione delle aliquote in Europa. Sappiamo tutti che l’Italia ci considera un bene di lusso, per questo le cure al paziente animale sono gravate di imposta sul valore aggiunto al 20%... Il Ministro Emma Bonino ci ha già da-
to la sua disponibilità all’ascolto. Una grande opportunità Il progetto dell’ANMVI denominato “LeaVet” è una grande opportunità per la professione veterinaria, una soluzione per la sanità animale e per il benessere dei nostri pazienti. Si basa sul ricorso alle strutture veterinarie private per l’erogazione di prestazioni di medicina di base agli animali senza proprietario e ai cani e gatti dei cittadini meno abbienti. Un anno fa, il progetto veniva presentato al Ministero della Salute, alle organizzazioni di categoria e agli animalisti. Oggi è agli atti della Camera sotto forma di proposta di legge “ Disposizioni per l’erogazione di prestazioni di medicina veterinaria in regime di convenzione e agevolazioni tributarie in favore dei proprietari di animali d’affezione”, firmata dall’On Gianni Mancuso. Alcune Amministrazioni locali l’hanno già preso in considerazione. La finalità è duplice: 1. erogare prestazioni di medicina veterinaria di base ai cani e gatti senza proprietario per favorire una capillare pianificazione degli interventi previsti dalla Legge 281/91; 2. incentivare la detenzione legale e responsabile dei cani e gatti di proprietà promuovendo il rispetto degli obblighi di legge, quali l’identificazione dell’animale, ancora in larga parte disattesi, agevolando le fasce di proprietari economicamente più deboli e riconoscendo alcune prestazioni veterinarie in regime di convenzione. In entrambi i casi, la proposta suggerisce il ricorso alle strutture veterinarie private realizzando una rete di strutture autorizzate in regola con i requisiti minimi strutturali - in moltissimi casi attrezzate per prestazioni di alta qualità - da organizzare secondo un piano dl coordinamento con le Autorità e i soggetti competenti. Il randagismo è già finanziato, si tratta di destinare effettivamente le risorse a disposizione di Regioni e Comuni e di razionalizzarne la spesa. I livelli di base per gli animali di proprietà pongono un problema di risorse, ma le soluzioni possono esserci se c’è la convinzione a tutti i livelli - Stato, Regioni, Amministrazioni locali - che la salute e il benessere degli animali non sono solo demagogia. La proposta di legge suggerisce il ricorso a forme di finanziamento collettivo tramite la realizzazione di un Fondo di Solidarietà o Ticket. Niente a che vedere, in ogni caso, con la “mutua” degli animali. ■ (*) Sintesi delle relazioni per il Consiglio Nazionale FNOVI - sessione “Benessere animale e randagismo: un approccio professionale e un approccio etico” e sessione “Un Patto fra la Nostra Professione : quale veterinaria?”- 8/9/ nov. 2007)
Laurea ed Occupazione: l’indicatore “Vet-Job” di Sandro Barbacini, Consigliere ANMVI ualche numero solo per ricordare la situazione italiana: 26.000 iscritti agli Ordini, 14 facoltà e 14 corsi di laurea, 1100 nuovi laureati ogni anno. Sono dati enormi se rapportati ad altri paesi europei che hanno un numero di animali da reddito e da compagnia simile al nostro. Possiamo anche ricordare che sono più di 8000 gli studenti in Medicina Veterinaria, 6500 gli ambulatori per animali da compagnia. Sono numeri che il nostro settore non è in grado di sostenere. Se pensiamo poi che l’esame di stato è sostanzialmente un proforma ed è superato dopo pochi mesi dalla laurea dal 98,4% dei laureati, sostanzialmente tutti, possiamo renderci conto della situazione di estrema gravità che stiamo vivendo. Ogni anno 100 giovani veterinari si cancellano dall’albo, circa il 10% dei nuovi iscritti, dobbiamo seriamente preoccuparci. L’ANMVI ha avviato attraverso il suo Centro Studi un’indagine approfondita sulle condizioni occupazionali nel nostro settore. I dati saranno disponibili all’inizio del 2008 e saranno molto utili per un ragionamento approfondito, ma basta seguire Vetj-ob, il servizio telematico offerto dall’ANMVI per la ricerca e l’offerta del lavoro, per rendersi conto del forte squilibrio che abbiamo fra una e l’altra. Dal 1 gennaio 2006 ad oggi sono circa 2400 gli annunci inseriti. Non sono pochi per il mondo veterinario. Sarà anche vero come sostenuto da alcuni che molti giovani non hanno voglia di sacrificarsi o impegnarsi ma non vi è dubbio che gli sbocchi di lavoro sono sempre meno. Il settore pubblico non assume, il settore zootecnico è in crisi, quello dei cavalli è fermo da anni e quello degli animali da compagnia è ormai oltre ogni limite. Potrebbero restare degli spazi nel settore della sicurezza alimentare ma la concorrenza di altre professioni in questo ambito è sempre più forte. Per affrontare questa situazione non vi è altra alternativa che ridurre il numero degli iscritti e riqualificare le nostre facoltà. Sul numero qualche cosa si è iniziato a fare ma è decisamente troppo poco. L’indagine commissionata dall’ANMVI alla Nomisma (2003) prevedeva in modo chiaro per il 2020 il quasi raddoppio degli iscritti agli ordini contro una crescita di fabbisogno di veterinari del 2/3%. Questo significa migliaia di giovani senza occupazione o fortemente sottoccupati. Del resto i veterinari pubblici che vanno in pensione non vengono sostituiti ed i privati in pensione non ci vanno. Per quanto riguarda il livello qualitativo delle nostre facoltà non dimentichiamo che solo tre sono riconosciute a livello europeo. Il corso di laurea di Catanzaro continua a resistere nonostante una sentenza del Tar del Lazio e si ricomincia a parlare di Udine. Noi crediamo che sarebbe molto meglio ridurre il numero dei corsi di laurea contenendo di conseguenza quello degli iscritti. Poche facoltà con adeguati finanziamenti, magari differenziate con diversi indirizzi o specializzazioni, potranno preparare nel modo migliore i professionisti veterinari di cui il nostro settore, pubblico o privato, avrà bisogno nei prossimi anni. Troviamo al contrario molto negativo e pericoloso che per sopravvivere economicamente molte facoltà siano costrette ad inventarsi corsi di laurea brevi che immettono sul mercato nuove figure professionali del tutto inutili e spesso impreparate ma che comunque si propongono in concorrenza ai veterinari (a tariffe stracciate ed in condizioni di abuso di professione) creando ulteriore tensione occupazionale. L’ANMVI, quindi, oltre a respingere ogni considerazione espressa dal Ministro Mussi che vorrebbe abolire il numero chiuso per tutti i corsi di laurea, sollecita il mondo universitario ad un confronto aperto e disponibile con la professione per trovare soluzioni che riteniamo possano essere nell’interesse di tutti. (Sintesi della relazione per il Consiglio Nazionale FNOVI - sessione “Un Patto fra la Nostra Professione e l’Università” 9/11/2007)
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Pubblicità sanitaria
L’autorizzazione del Sindaco e il nulla osta dell’Ordine non servono più ileva la FNOVI che “la periferia non ha recepito le indicazioni fornite dagli uffici centrali, molte amministrazioni e qualche comando del NAS ancor oggi elevano sanzioni ove sia accertata l’indisponibilità dell’autorizzazione ad effettuare la pubblicità sanitaria”. Sarà quindi tempestivamente trasmesso agli Ordini provinciali e a tutti gli assessorati alla salute il chiarimento fornito dal Ministero della Salute sulle conseguenze delle liberalizzazioni del Ministro Bersani in materia di pubblicità sanitaria. Il 22 ottobre scorso, la Direzione generale delle risorse umane e professioni sanitarie ha infatti chiarito che l’intera materia della pubblicità sanitaria è assoggettata alle nuove disposizioni introdotte con il decreto Bersani con la “conseguente imprescindibile abrogazione sia del preventivo nulla osta dell’Ordine sia della succes-
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siva autorizzazione del Sindaco”. La precisazione, trasmessa alla FNOVI a firma del Direttore Giovanni Leonardi, conferma la correttezza degli orientamenti interpretativi assunti dalla Federazione e l’erroneo comportamento delle autorità che continuano a richiedere l’assolvimento delle procedure di autorizzazione, “procurando così - scrive la FNOVI - gravi incertezze agli enti, agli ordini provinciali e ai professionisti coinvolti”. La nota ministeriale non trascura tuttavia di ricordare che “la nuova disciplina sulla pubblicità, ai sensi della normativa richiamata è demandata agli Ordini e Collegi professionali cui compete, previo adeguamento delle norme deontologiche e dei codici di autodisciplina, vigilare sul rispetto delle regole di correttezza professionale, affinché la pubblicità avvenga secondo criteri di
trasparenza e veridicità delle qualifiche professionali e di non equivocità, a tutela dei rischi derivanti da forme di pubblicità ingannevole e nell’interesse dell’utenza”. ■
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Si chiarisca se l’ECM è obbligatorio per i dipendenti del Minsal medici veterinari del Ministero della salute sollecitano al Ministro Livia Turco, al Dipartimento di Sanità Veterinaria ed alle Direzioni del Personale e delle Professionalità sanitarie, una risposta univoca sull’obbligo ECM. I sanitari del Ministero chiedono, infatti, che sia fatta finalmente chiarezza sull’obbligo per gli operatori sanitari operanti all’interno del Ministero, sia in sede centrale che negli uffici periferici (UVAC-PIF), riguardo alla normativa sull’aggiornamento continuo in medicina. I sanitari del Ministero in questi anni, sia come dipendenti che come atipici, ricordano di aver assolto a proprie spese al dovere di aggiornamento continuo, usufruendo dei giorni stabiliti dai rispettivi contratti. Ora, in base ad una nota ministeriale di aprile 2007, si trovano costantemente negato il diritto-dovere all’aggiornamento, se non come forma facoltativa a totale discrezione dell’interessato, in quanto sembrerebbero totalmente esonerati da tale obbligo. A fronte di tutto questo i colleghi si trovano richiamati al dovere di aggiornamento continuo, non solo dalla normativa nazionale sull’ECM, ma da ben precise norme europee di salute e tutela dei consumatori e di sanità animale. La normativa europea prevede oltretutto, che sia la stessa Autorità centrale a disporre piani per l’aggiornamento continuo di tutto il personale preposto ai controlli ufficiali. A complicare ulteriormente il quadro, in alcune Regioni, i dipendenti del Ministero non hanno accesso al piano di formazione regionale in quanto non facenti parte del SSN locale.
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Una guida per i proprietari in città “Pets & the city, la città dalla parte degli animali” è la guida cittadina che fino a febbraio 2008 informerà i proprietari di cani e gatti su salute, diritti, doveri e servizi. Realizzata in collaborazione con ANMVI, è una guida pensata per chi possiede animali in città. Con 469.000 copie gratuite, l’editore AG Guide pubblica tutte le risposte alle domande più frequenti su norme e leggi, diritti, salute, prevenzione e viaggi. La distribuzione è iniziata a fine ottobre nel capoluogo lombardo, in collaborazione con l’Ordine dei Veterinari di Milano. Annunciata dalle pagine del Corriere della Sera (edizione Milano) e dal TG5, la guida potrà essere ritirata in omaggio presso il proprio medico veterinario di fiducia. Sottolineando l’importanza del medico veterinario, la pubblicazione avvisa che “il diritto alla salute è un diritto acquisito dai nostri pets. Il medico degli animali è colui che lo garantisce”. “Una delle prime cose da fare, per chi ha a cuore la salute del proprio animale è di individuare un veterinario che sappia essere non solo un buon dottore, ma anche un affidabile consulente da interpellare sia per aspetti sanitari sia per consigli relativi all’educazione”, senza sottovalutare l’importanza della prevenzione. Un elenco di tutti gli ambulatori, studi, cliniche e pronto soccorso cittadini fornisce gli indirizzi, i recapiti e gli orari di apertura. Nel 2008 sarà disponibile anche a Torino, Genova, e Firenze.
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laPROFESSIONE VETERINARIA 40/2007 RIFLESSIONI
Riflettere sullo statuto professionale del medico veterinario
empre più spesso si sente il bisogno da una parte di ribadire l’importanza del medico veterinario nelle scelte complessive che investono il rapporto uomo-animale dall’altra di rilanciare la categoria, nei suoi diversi ambiti di rilevanza sociale, non ultima quella meramente occupazionale. Le risposte che dai seminari e dai convegni ad hoc emergono, sovente più come espressioni di propositi che come coordinate programmatiche, non sembrano toccare il fulcro del problema o, per lo meno, questa è la mia impressione. Senza voler cadere nella polemica, ma nella mia esperienza di docente ai diversi corsi postuniversitari che in questi ultimi quindici anni sono spuntati come funghi, ho potuto rilevare in molti colleghi un notevole sconcerto, smarrimento e spesso persino amarezza rispetto non solo al ritorno economico del proprio lavoro ma anche e soprattutto all’accreditamento del proprio ruolo. A mio avviso non è possibile affrontare la discussione sul futuro della veterinaria senza prima aver chiarito lo statuto professionale, un tema che difficilmente viene dibattuto a partire dalle aule universitarie, tristemente sorde a questi argomenti, per arrivare alle sedi dove si dovrebbe fare cultura veterinaria. Il medico veterinario non è un tecnico del rapporto uomo-animale, non è cioè un allevatore, un addestratore, un maniscalco, con tutto il rispetto per queste attività lavorative che tuttavia non richiedono un iter accademico di formazione. La professione del medico veterinario è a tutti gli effetti un’attività intellettuale e il veterinario, che lo voglia o meno, ha una responsabilità intellettuale di fronte alla società rispetto al suo compito di statuto. Da questa ne consegue il ruolo e la titolarità prescrittiva, ma altresì un ruolo propositivo che purtroppo difficilmente viene riconosciuto al medico veterinario proprio perché per primo il veterinario non ne è latore di fronte alla società civile. Non vi è ombra di dubbio che la titolarità riguardi l’interfaccia tra l’uomo e l’animale domestico, ma sarebbe semplicistico chiudere in tal senso la nostra riflessione. Sull’importanza di una proposizione non banale né banalizzante del rapporto uomoanimale c’è un gran bisogno: pen-
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so 1) all’incapacità di riconoscere nell’animale il carattere di soggettività, contro le facili derive reificatorie, e quello di diversità, contro le tendenze antropomorfiche, 2) all’incapacità di accreditare l’animale di un suo ruolo sociale, evitando le tendenze pietistiche o di zoointolleranza. Essere propositivi significa anticipare le criticità impostando delle proposte, nel segno della valorizzazione della presenza animale nell’ecumene, e individuando delle opportunità. Non è ammissibile che il medico veterinario si trovi in un diuturno lavoro di emendamento rispetto a impostazioni mediatiche e normative deformanti l’autenticità e l’importanza di questa relazione. Occorre rilanciare l’opera intellettuale del veterinario sui prospetti di integrazione dell’animale domestico nell’ecumene e non si tratta affatto di pura teoria perché è nella concretezza delle scelte di tutti giorni che si vengono a creare i presupposti di quella sofferenza professionale di cui tutti, volenti o nolenti, siamo ammorbati. Negletti nel ruolo propositivo e sostituiti da chiunque un giorno s’inventi una fantomatica competenza, ci si trova a subire le scelte altrui e non di rado si diventa capri espiatori delle criticità create dall’incompetenza dilagante. Ecco allora che anche l’ambito prescrittivo inizia a vacillare, giacché si può impostare una prescrizione solo se vige un accreditamento propositivo. Orbene parlo di prescrizione e non di semplice applicazione di un programma o di una prassi, vale a dire di un posizionamento a tal punto sedimentato nelle strutture sociali da essere assunto di per sé e non continuamente negoziabile. Senza una discussione sullo statuto si rischia infatti di trasformare la veterinaria in una coperta che viene tirata ora da una parte ora dall’altra, con il rischio di fare la parte del galletto banderuola che non è in grado di interpretare da protagonista la temperie socioculturale ma semplicemente è costretto a virare là dove il vento conduce. Si dice che la veterinaria deve aprirsi a nuove esperienze professionali, deve trovare nuove dimensioni operative, deve occupare gli spazi che via via si rendono disponibili nelle dinamiche della normale evoluzione delle società. Ma tutto questo in concreto come dovrebbe tradursi? Le risposte sono fumose, con il risultato che gli spazi vengono occupati da altre figure, la percezione del significato professionale va scemando all’interno della società e il giovane veterinario si trova spinto in una deriva sottoccupazionale. Lo voglio ribadire, sono scandalizzato da tutto questo e a farmi più rabbia sono coloro che dovrebbero fare cultura veterina-
ria ma in realtà pensano solo a preservare le loro logiche di basso profilo o perché sono totalmente inetti e impreparati rispetto al lavoro intellettuale, quantunque ricoprano incarichi di prestigio, o perché non gliene può importare di meno della professione. Quando parlo di statuto intendo sottolineare quel profilo di riconoscibilità che fa emergere il veterinario al di là del ruolo specifico che questa o quella società gli richiede, in breve il tratto sociologico della professione. Non vi è dubbio infatti che il veterinario di inizio Novecento si doveva confrontare con compiti e obiettivi di referenza sociale diversi rispetto a quanto richiesto al veterinario degli anni Quaranta, degli anni Settanta o di oggi. Ma se il ruolo cambia perché ogni società ha esigenze differenti, lo statuto no giacché quest’ultimo individua il nucleo stesso del significato professionale. Lo statuto sta alla professione come l’epistemologia sta alla disciplina: il ruolo muta perché ogni società declina lo statuto a seconda delle coordinate culturali e dei bisogni vigenti nella situazione specifica, così come una disciplina può declinare la sua struttura epistemica in diverse scuole di interpretazione. Discorsi astrusi, filosofici, troppo teorici per il medico veterinario? No, indispensabili se si vuole tenere in mano i fili del proprio destino professionale e non affidarli a qualcun altro. La chiarezza sullo statuto professionale è la prima cosa che dovrebbe essere insegnata nelle aule universitarie, ancor prima della descrizione deontologica. Purtroppo i primi a non credere fino in fondo al ruolo intellettuale del veterinario sono proprio coloro che dovrebbero infondere questa percezione professionale. Mi sono chiesto se veramente ci fosse un deficit nella percezione statutaria all’interno della categoria perché troppo spesso ho avvertito una sorta di schizofrenia nella valutazione della semantica stessa dell’impegno professionale: si pensi alla tendenza ad assecondare un quadro reificatorio nei cosiddetti animali da utilità e uno antropomorfico negli animali da compagnia. Anche l’atteggiamento nei confronti dell’animalismo dimostra una scarsa consapevolezza di statuto: si va infatti dalla totale opposizione, come se gli animalisti fossero i nemici dei veterinari, a un’accettazione acritica, incapace di proporre un interesse animale fondato sulle peculiarità specie-specifiche e non su un antropocentrico orizzonte emancipativo. Ma qual è questo nucleo statutario che accomuna il veterinario del XIX secolo a quello del XXI secolo, dove si posiziona storicamente il veterinario all’interno delle scansioni sociologiche che
organizzano i quadri professionali? Se andiamo a valutare lo statuto professionale del medico veterinario - in zootecnia come in epidemiologia, in zooiatria come nell’igiene urbana - non possiamo non riconoscere che questo ruota intorno alle coordinate di integrazione dell’animale domestico nell’ecumene. La società ha bisogno della presenza degli animali, questa presenza inevitabilmente è foriera di rischi e di opportunità, al veterinario storicamente è spettato il compito di mitigare i rischi e incrementare le opportunità facendo emergere le doti specifiche dell’animale e costruendo un tessuto negoziale tra interessi che non sempre sono convergenti. In una parola il veterinario è un facilitatore del rapporto uomo-animale capace da una parte di intervenire in anticipo sui problemi, dall’altra di allargare il paniere delle occasioni agendo nel rispetto dell’autenticità della presenza-intersezione dell’animale nell’antroposfera. Con l’animale domestico non c’è una semplice convivenza, come nella sinantropia, ma una vera e propria partnership con espressioni di contributi performativi (zootecnia) e/o referenziali (zooantropologia). L’organizzazione della partnership richiede non solo un lavoro accurato per affrontare i problemi vigenti ma necessita di un’opera intellettuale per definire delle coordinate propositive e prescrittive rispetto alle dinamiche sociali in fieri. Solo in questo senso è possibile parlare di un futuro per la veterinaria, altrimenti è fiato sprecato, ossia è dar voce e proscenio ai soliti quattro “tromboni” che quasi sempre non si sono mai realmente confrontati con il mercato del lavoro. Gli attacchi alla partnership con l’animale domestico minano il posizionamento sociale del veterinario, ovvero restringono il suo
di Roberto Marchesini
campo occupazionale e intaccano il suo accreditamento nelle dinamiche sociologiche. Al contrario, tutto ciò che amplifica tale partnership lo accresce. Ma come s’intacca tale partnership o come si ostacola il processo di amplificazione? Voglio dare qualche esempio: 1) appoggiando il pietismo sul significato dell’animale nell’ecumene (gli animali hanno bisogno di noi, mentre l’uomo è autosufficiente) o dandone un mero valore sostitutivo, dove cioè l’animale non vale per le sue caratteristiche ma in quanto surrogato dell’uomo; 2) assecondando le logiche di zoointolleranza e di zoofobia e di fatto incrementando il processo di emarginazione dell’animale dalla vita dell’uomo, invece di far emergere l’importanza storica della presenza animale; 3) enfatizzando in modo generalista i rischi-fastidi apportati dalla presenza animale senza, al contrario, battersi per diminuirne l’entità e lavorare per azzerare le barriere zooantropologiche; 4) dando supporto alle logiche reificatorie e antropomorfiche senza porre vincoli e orientamenti, evitandosi quel compito essenziale di farsi avvocato degli interessi specie-specifici integrandoli con le logiche dell’ecumene. Il veterinario deve valorizzare la partnership con l’animale prodigandosi per favorire i processi di integrazione e dando la propria consulenza intellettuale per far capire alla società come la storia dell’umanità abbia avuto il contributo prezioso di questa presenza. Quando sento un veterinario che parla del cane o del gatto come mero sostituto affettivo oppure prende posizione per limitare la presenza degli animali negli spazi pubblici... beh, francamente mi cadono le braccia! Significa non aver capito nulla prima di tutto del proprio lavoro. ■
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Proposta Mantini-Chicchi
Autoriforma degli Ordini, dal Legislatore solo i principi-guida Chicchi: una grande opportunità per gli Ordini e per le Casse l nuovo testo della riforma delle professioni, firmato Mantini-Chicchi “si basa sull’autoriforma e sulla fiducia in Ordini professionali moderni”. Lo dichiara lo stesso On. Pierluigi Mantini fiducioso che la nuova proposta andrà in porto. Una volta in vigore, la riforma Mantini-Chicchi darà dodici mesi di tempo agli ordini per riscrivere l’ordinamento di Categoria, che verrà poi recepito con decreto ministeriale. Il nuovo testo è stato elaborato dal Comitato ristretto, tenuto conto delle indicazioni delle proposte di legge attualmente all’esame del Parlamento, del disegno del Governo, e dei contributi emersi nel corso delle audizioni. Per Giuseppe Chicchi (Attività produttive) “l’approccio di autoriforma guidata rappresenta una grande opportunità per gli Ordini e per le Casse, che potrebbero trarre prospettive di crescita importanti offrendo un’alternativa pensionisti-
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ca alle categorie affini, rispetto alla gestione separata Inps”. Il testo prevede infatti l’individuazione di professioni affini per accorpamenti. C’è una preoccupazione manifestata dalle Casse previdenziali degli Ordini sulla possibile “fuga” di contribuzioni a favore delle associazioni- dicono i deputati proponenti - la preoccupazione può apparire eccessiva- aggiungono - tuttavia si potrebbe vincolare il riconoscimento delle Associazioni all’adesione ad una delle Casse Previdenziali private della corrispondente area professionale. Si eviterebbero così due rischi: a) di creare un rischio di fuga contributiva; b) di costituire nuove casse previdenziali dall’incerto futuro. Ovviamente l’ampliamento della platea contributiva delle Casse di Previdenza, cui si conferma l’autonomia privata, va sostenuto da coerenti previsioni attuariali. Mantini dichiara che la proposta “sta raccogliendo consensi fra gli
Ordini”. La riforma è raccomandata dalla UE per garantire la libera concorrenza e circolazione dei professionisti e dall’Autorità per la concorrenza che segnala i vincoli all’accesso. Di seguito una sintesi del testo base, agli atti della Camera. Sintesi dei principi del testobase Lo strumento. L’eccessiva ampiezza della delega al Governo, oggetto di numerosi rilievi pone due problemi: a) crea un atteggiamento di incertezza e di preoccupazione nei professionisti; b) rinvia la concreta attuazione della riforma ai decreti che possono tardare anche anni. Si propone perciò di lavorare sul disegno di legge portandolo con azioni emendative a ridurre significativamente il sistema delle deleghe e a configurarlo come legge quadro di principi validi per tutte le professioni. Saranno poi atti successivi (regolamenti o, in qual-
che caso, anche leggi) a definire le specificità di ciascuna professione. Un ordine professionale solo in presenza di diritti costituzionali e di attività riservate. Ciò però contrasta con lo stato di fatto. Per il futuro, anche nell’ottica di sostenere l’indirizzo di riduzione del numero degli Ordini, si propone di inserire in legge un principio semplice: “non si creano nuovi Ordini se non in presenza di diritti costituzionali o riserve”. Per il presente va affermato con nettezza il principio di unificazione in un solo ordine delle figure professionali simili. Riduzione delle attività riservate. Le riserve sono già poche ma per rendere più flessibile la gestione delle riserve si può introdurre in legge una norma positiva che definisca il concetto di riserva, ponendo così le premesse per una azione successiva di ridefinizione del campo delle attività riservate. Anziché ridurre ulteriormente le riserve, si potrebbero ampliare i soggetti ammessi ad attività riservate in presenza di determinati e specifici requisiti. Rapporto con le Regioni. Impedire una “regionalizzazione” dei profili professionali, come più volte affermato dalla giurisprudenza della Corte Costituzionale. Formazione. La formazione e l’aggiornamento sono attività proprie degli Ordini che naturalmente non devono essere esercitate in regime di monopolio. Vengono esercitate attraverso convenzioni con università o enti accreditati. Allo scopo di garantire l’utente sul livello di formazione permanente garantito dal professionista, si propone di introdurre un meccanismo di “crediti formativi” finalizzato sia all’aggiornamento specialistico su singoli temi che all’aggiornamento della formazione di base (già previsto da alcuni ordini). Esame di Stato. Resta l’esame di stato per l’accesso alle professioni ordinistiche. Si propone di specificarne meglio i contenuti e gli obiettivi per modificarne l’impianto puramente cognitivo e orientarlo alla verifica della efficacia del tirocinio svolto (rapporto teoria/pratica). Va specificata la questione dell’equo compenso e la tutela della maternità per le non iscritte alle casse. Giovani. Facilitare l’accesso dei giovani alle professioni intellettuali. Il limite di un anno per il tirocinio deve essere reso più flessibile in particolare per alcune professioni dell’area sanitaria. Molto importante è il riconoscimento del diritto all’equo compenso per i praticanti. Questione “tariffe”. Nel rispetto delle norme vigenti, ci sono due questioni aperte: a) il “patto di quota lite” che riguarda l’avvocatura. Parte rilevante dell’avvocatura è contraria perché teme attività solo strumentali o collusive, parte è favorevole perché vede in ciò l’ampliamento delle possibilità per i non
abbienti di ricorrere alle sedi giudiziarie. Si propone di inserire in legge un tetto, una percentuale massima (dal 10 al 20 %) sul valore della causa; b) si può riconoscere l’esistenza e il rispetto di minimi tariffari per le attività di progettazione di OOPP perché in questi casi è decisiva la qualità (come in Francia). Pubblicità. Prevedere da parte degli ordini l’emanazione di specifiche norme da inserire nel codice etico per evitare la pubblicità ingannevole o comunque scorretta. Molti ordini chiedono di esprimere un parere preventivo. In ogni caso va precisata l’esclusione della pubblicità negativa. Società fra professionisti Sulle società fra professionisti il disegno del governo mostra una sua coerenza. C’è da chiarire meglio la questione del socio di puro capitale. La legge potrebbe definire una percentuale massima di partecipazione del socio non professionista per garantirne la limitata influenza sulle società (in Francia è il 20%). In alternativa si potrebbe rinviare a regolamenti successivi la definizione della quota di capitale d’investimento. Bisogna verificare anche la questione della fiscalità per le società fra professionisti perché appare svantaggiosa rispetto a quella del professionista singolo. Va ammesso, nel rispetto dei principi tipici, il modello delle cooperative srl fra professionisti. Il modello societario si potrebbe rinviare a una delega o ad atti regolamentari, trattandosi di materia ampiamente delegificata. Cariche direttive degli Ordini. Si pongono limiti di mandato ma si propone di eliminare la “norma capestro” alla lettera e) dell’art. 4, consentendo che gli organi attuali restino in carica fino al termine del mandato, per essere poi rinnovati con le nuove regole. La questione delle Associazioni L’impianto “duale” costituisce una delle principali novità della riforma anche se occorre “sorvegliare il confine” fra ordini e associazioni. Le associazioni delle professioni non riconosciute entrano in un regime regolamentato che ha come principale obiettivo di tutelare l’utente. Per evitare che possano proporsi “associazioni di nani e ballerine”, si propone di alzare la soglia ammettendo al riconoscimento quelle professioni che implichino per i soci un titolo di studio equivalente almeno al primo livello universitario e secondaria superiore, come già previsto dal Mastella. Questa soglia ovviamente comporta che si individui un regime transitorio per riconoscere professioni già consolidate. Ad es.: gli informatici. È necessario precisare che è vietata una denominazione professionale ingannevole circa i requisiti professionali posseduti. ■
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laPROFESSIONE VETERINARIA 40/2007 RUBRICA FISCALE
Investire nella ricerca in sanità pubblica veterinaria
Il 5 per mille agli Istituti Zooprofilattici Sperimentali ’Agenzia delle Entrate ha pubblicato gli elenchi aggiornati dei soggetti ammessi alla destinazione del cinque per mille 2007. In base alla legge 27 dicembre 2006, n. 296 i contribuenti hanno potuto scegliere di destinare una quota pari al 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche a finalità di interesse sociale. In particolare, per l’anno finanziario 2007 sono state previste le seguenti possibilità di destinazione: sostegno delle ONLUS (Organizzazioni non lucrative di utilità sociale), finanziamento agli enti della ricerca scientifica e dell’università e finanziamento agli enti della ricerca sanitaria. L’elenco delle ONLUS è stato curato dall’Agenzia delle Entrate, mentre gli altri due elenchi sono stati rispettivamente predisposti dal Ministero dell’università e della ricerca e il Ministero della salute.
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Enti della ricerca sanitaria Sono risultati fra i destinati del cinque per mille, indicati fra gli Enti della Ricerca Sanitari i dieci Istituti Zooprofilattici Sperimentali (II.ZZ.SS.) presenti nel nostro Paese con le loro 10 sedi centrali e le 90 sezioni diagnostiche periferiche. Essi rappresentano uno strumento operativo di cui dispone il Servizio Sanitario Nazionale per assicurare la sorveglianza epidemiologica, la ricerca sperimentale, la formazione del personale, il supporto di laboratorio e la diagnostica nell’ambito del controllo ufficiale degli alimenti. La ricerca (finalizzata e corrente) sviluppata dagli Istituti Zooprofilattici Sperimentali (II.ZZ.SS.) vede coinvolti diversi attori del panorama sanitario che, mediante forme d’intervento e sperimentazione, collaborano con gli istituti medesimi al fine di raggiungere l’obiettivo comune di una migliore sanità e un più soddisfacente servizio ai cittadini. Nello stesso elenco, figura anche l’Istituto Superiore di Sanità. Investire in Veterinaria E proprio dell’importanza della ricerca e degli investimenti in sa-
nità pubblica veterinaria si è parlato quest’autunno all’Istituto Superiore di Sanità al convegno Sanità Pubblica veterinaria: investire in ricerca oggi per garantire la sicurezza di tutti domani”. L’appuntamento, una sorta di stati generali della ricerca nel nostro settore, è stato organizzato dall’Ufficio II del Ministero della Salute, dall’ISS e dagli IZS è stata una occasione di incontro sulla ricerca del settore. Lo scopo era di rendere visibili e partecipate le attività svolte dai differenti enti coinvolti nel processo di progettazione, valutazione, finanziamento e realizzazione dei progetti di ricerca. Non vi hanno preso parte solo veterinari, ma anche biologi, chimici, tecnici di laboratorio e della prevenzione operanti in diversi enti (IIZZSS, Istituto Superiore di Sanità, Ministero della Salute, Regioni, ASL ed altre Istituzioni). La giornata ha posto in risalto la necessità di integrare la ricerca sanitaria veterinaria con quella umana e con le attività svolte sul territorio dalle ASL. Infatti, le collaborazioni, la messa in comune di iniziative ed esperienze ed il trasferimento dei risultati possono fornire maggiore efficacia rispetto agli investimenti effettuati allo scopo di tutelare la salute degli animali e dell’uomo, la sicurezza dei prodotti alimentari e rispondere alle problematiche sanitarie legate ai cambiamenti dell’ambiente in cui viviamo. Sono stati presentati i risultati delle ricerche scientifiche realizzate e alcuni nuovi progetti di ricerca ed è stata sottolineata l’opportunità di unire gli sforzi delle diverse istituzioni per un miglior utilizzo delle risorse ed, in particolare, l’utilità delle collaborazioni con i Servizi delle ASL per connettere efficacemente la ricerca con le esigenze e le problematiche del territorio. Marco Ianniello, responsabile dell’Ufficio II del DSPVNSA, esprimendo la propria soddisfazione per la riuscita dell’evento, ha proposto di renderlo un appuntamento annuale. Gli atti sono stati pubblicati sul n. 2 /2007 del periodico Il Chirone www.ilchirone.it ■
Petizione per la stabilità cittadini sono più sensibili delle istituzioni all’urgenza di fare della Ricerca una priorità nazionale. “Un cinque per mille stabile e senza limiti” è dunque il titolo dalla petizione lanciata da Umberto Veronesi, Renato Dulbecco, Carlo Rubbia e altri nomi importanti della Ricerca in Italia perché il cinque per mille sia svincolato dalla Legge Finanziaria ed entri a titolo permanente nella legge italiana. Il cinque per mille è piaciuto a 15,8 milioni di contribuenti, quasi due terzi del totale, portando risorse per 329 milioni. La petizione, sostenuta dal Sole 24 Ore e rivolta al presidente del Consiglio chiede anche di abolire il tetto massimo di utilizzo delle somme (oggi di 400 milioni). I più illustri ricercatori del nostro Paese sperano nella Finanziaria 2008.
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Una proroga d’eccezione on verranno sanzionati i Modelli inviati entro il 30 novembre 2007. La scadenza per il Modello 1 (dichiarazione dei redditi prodotti nell’anno 2006) e il Modello 2 (modello facoltativo per l’adesione alla pensione modulare) è stata infatti prorogata sul termine del 31 ottobre. La comunicazione del rinvio è dell’Ente di Previdenza dei Veterinari - che però evidenzia: la proroga riguarda il solo invio dei Modelli. Il versamento della seconda rata di contributi minimi 2007 è infatti scaduto il 31 ottobre. La proroga sull’invio dei Modelli è eccezionalmente accordata solo per l’anno in corso, in relazione ai termini di adesione alla pensione modulare che dovrà appunto avvenire entro il 30 novembre di quest’anno. La prossima scadenza previdenziale da annotare è quella del 28 febbraio 2008 per il pagamento contributi eccedenti.
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Quanto contano le circolari dell’Agenzia delle Entrate? a sentenza 23031 delle sezioni Unite della Cassazione non usa mezzi termini e spiega che agli atti interni del Fisco bisogna attribuire un peso relativo, talmente relativo che non è possibile nemmeno impugnarli davanti al Tar o a un magistrato ordinario. È il contribuente che dichiara, si autotassa e interpreta le norme; l'amministrazione è un interlocutore “di parte”, forte sì, ma poco incisivo. Perciò, circolari e risoluzioni delle Entrate sono pura “dottrina”, incapaci di vincolare i cittadini, i giudici tributari e persino gli uffici. La Corte si spinge ad affermare la relatività delle circolari non solo verso il contribuente, ma anche nei confronti degli «uffici gerarchicamente subordinati ai quali non è vietato disattenderle». Insomma, sono solo «l'opinione di una parte del rapporto tributario, che può essere discussa e disattesa dal giudice». L'implicita conferma della “inefficacia” delle interpretazioni ministeriali, a detta dalla Corte, arriverebbe addirittura dalla Consulta. Neanche due mesi fa, infatti, il giudice delle leggi ha precisato che «la risposta all'interpello, resa dall'amministrazione ai sensi dell'articolo 11 della legge 212 del 2000, deve considerarsi un mero parere, che non integra alcun esercizio di potestà impositiva nei confronti del richiedente», il quale resta libero di disattenderlo. Proprio come accade per le circolari. (Il sole24ore.com) ■
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Distocia: una vera emergenza in medicina equina
di Maria Grazia Monzeglio
www.vetjournal.it
L’importanza della precocità d’intervento al prossimo Congresso SIVE (Venezia, 25-27 gennaio 2008)
on è l’unico ma è di sicuro uno dei fattori chiave per la risoluzione positiva della distocia equina: il tempo. La distocia è una vera emergenza in medicina equina e in quanto tale deve essere affrontata precocemente. Pamela Wilkins (Università della Pennsyl-
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vania, Philadelphia, USA) anticipa i nuovi protocolli per migliorare l’approccio alla distocia in funzione del tempo che presenterà al 14° Congresso SIVE (Società italiana veterinari per equini), in programma a Venezia il 25-27 gennaio 2008. vet.journal: Dottoresa Wilkins, a Venezia spiegherà come la distocia equina sia appannaggio della medicina d’urgenza, disciplina di cui lei ha riconosciuta esperienza. Pamela Wilkins: Sì, infatti mi interesso soprattutto di medicina d’urgenza e cura intensiva del cavallo adulto e del puledro. Mi occupo però anche di fisiologia cardiovascolare e respiratoria e di malattie infettive equine, soprattutto l’Herpesvirus. VJ: A quali colleghi si rivolge la
Patogenesi dell’osteocondrosi articolare nel cavallo
sua relazione intitolata ”Distocia: una reale emergenza nella cavalla” prevista al 14° Congresso SIVE? PW: La mia relazione può interessare tutti i medici veterinari che, nella pratica quotidiana, possono trovarsi di fronte alla gestione di una fattrice. VJ: Su quale aspetto della distocia equina è incentrata la sua relazione? PW: Voglio dimostrare chiaramente quanto dipendente dal tempo sia l’esito dei casi di distocia nella cavalla. Intendo presentare ai partecipanti alcuni protocolli che possono migliorare le aspettative per il puledro nato da
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dei condrociti associate a necrosi del canale cartilagineo. Cinque puledri presentavano inoltre un sovvertimento focale dell’ossificazione encondrale della giunzione osteo-condrale nella stessa sede. Le lesioni precoci, che si suppone abbiano un ruolo nelle fasi iniziali di OC articolare nella tibia distale del cavallo, erano caratterizzate da necrosi dei condrociti e si sviluppavano verosimilmente in conseguenza di un’insufficienza della vascolarizzazione del canale cartilagineo per la cartilagine di accrescimento epifisaria. Le similitudini tra le lesioni precoci osservate nei suinetti e nei puledri suggeriscono che le informazioni ottenute in una specie possano essere trasferibili a un’altra, incluso l’uomo. Gli studi comparati delle lesioni precoci nell’animale giovane sono importanti anche per chiarire la patogenesi dell’osteocondrosi umana, per la quale il materiale di ricerca disponibile è tendenzialmente proveniente da lesioni croniche. ■
nale del parto durante la risoluzione della distocia. VJ: Volendo riassumere il messaggio chiave che intende trasmettere ai colleghi che ascolteranno la sua relazione? PW: Il messaggio chiave è che la risoluzione più precoce della distocia, che può richiedere l’invio della paziente a una struttura attrezzata per la chirurgia, è quella che consente i risultati migliori. I proprietari di fattrici e i veterinari dovrebbe quindi essere preparati ad affrontare un’inevitabile distocia avendo in mente in anticipo un protocollo ben definito, se il loro obiettivo finale è la sopravvivenza del puledro. ■
Piometra: l’immunostimolazione è necessaria? Valori ematologici e immunologici nella norma dopo isterectomia e terapia antibiotica
Necrosi dei condrociti e insufficienza vascolare le principali lesioni precoci ecenti studi nel suino hanno fornito forti evidenze del fatto che le lesioni dell’osteocondrosi articolare (OC) sono associate a un’insufficienza focale della vascolarizzazione del canale cartilagineo che irrora la cartilagine di accrescimento epifisaria (complesso della cartilagine articolare-epifisaria, esclusa la cartilagine articolare). Uno studio ha esaminato le sezioni istologiche di una sede specifica di predilezione di OC articolare della tibia distale del puledro per determinare se la stessa situazione fosse presente anche nel cavallo. Sono stati esaminati campioni di tibia distale di puledri di età compresa tra 191 giorni di gestazione e 153 giorni di età, prelevati da feti e puledri normalmente inviati per la necroscopia. In 9 dei 100 puledri di età compresa tra 12 e 122 giorni erano presenti stadi evolutivi subclinici precoci di osteocondrosi, localizzati nella sede più comune di OC clinica del cavallo. In 5 puledri su 9, le lesioni contenevano aree di necrosi
un parto distocico. VJ: In riproduzione equina la distocia è un problema serio la cui gestione è ancora migliorabile. Vi sono aspetti innovativi che intende presentare, rispetto alle conoscenze tradizionali? PW: Abbiamo dimostrato piuttosto chiaramente che, quando la distocia è presente da più di 100 minuti, le probabilità che nasca un puledro vivo sono piuttosto basse e le probabilità che un puledro nato vivo sopravviva a lungo termine ancora minori. Abbiamo sviluppato un protocollo che consente di monitorare il tempo e un altro protocollo per permettere al puledro di respirare nel ca-
a terapia immunostimolante non è necessaria per migliorare i parametri ematologici e immunologici della cagna affetta da piometra, mentre è sufficiente l’isterectomia associata al trattamento antibiotico.
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Lo sostiene uno studio pubblicato sul Journal of Small Animal Practice . In 13 cagne affette da piometra si effettuava un prelievo ematico prima dell’isterectomia e sette giorni dopo, per valutare la conta leucocitaria totale e differenziale, l’attività neutrofilica e linfocitaria e quantificare le immunoglobuline sieriche totali, il lisozima e i complessi immuni circolanti. I parametri che mostravano maggiori alterazioni erano il profilo ematologico (leucocitosi dovuta a neutrofilia o leucopenia) e
l’inibizione dell’attività linfocitaria. Sette giorni dopo l’isterectomia, tutti i parametri alterati tornavano ai valori normali, confrontabili con quelli del cane sano. Gli autori concludono che l’applicazione della terapia immunostimolante non è necessaria per risolvere la alterazioni del numero delle cellule ematiche e la soppressione dell’attività linfocitaria nella cagna affetta da piometra. La rimozione dell’utero infetto, ovvero della fonte di infezione, induce di per se stessa il miglioramento. ■
Una nuova malattia degli allevatori di pecore La dermatite vescicolosa dei padiglioni auricolari compare nella stagione di nascita degli agnelli na malattia cutanea sconosciuta colpisce gli allevatori di ovini in Gran Bretagna. La patologia interessa soprattutto i padiglioni auricolari che manifestano aumento della temperatura, prurito e formazione di piaghe, vesciche e in seguito croste. Sono circa 70 i casi documentati finora. Cinque casi sono descritti in uno studio che sarà pubblicato sul British Journal of Dermatology di gennaio 2008. La malattia si manifesta solo durante la stagione di nascita degli agnelli, che dura tre mesi. È stata definita “lambing ears” e colpisce entrambi i padiglioni auricolari. Gli allevatori di pecore affetti manifestano i sintomi solo durante la stagione delle nascite, terminata la quale la malat-
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tia scompare. In alcuni soggetti la patologia si manifesta a ogni stagione di parto delle pecore (raramente delle vacche). La causa della malattia non è stata ancora definita ma sono state avanzate alcune ipotesi. Poiché le biopsie hanno rivelato quadri simili alla fotodermatite polimorfa solare (PLE), che si verifica dopo
esposizione alla luce solare, è stata chiamata in causa la luce solare o artificiale come parte del problema. Un’ipotesi più fondata individua nei fluidi corporei delle pecore al momento del parto, nel sacco e nel liquido amniotico, nella placenta e nei prodotti chimici utilizzati al parto i possibili responsabili dell’insorgenza della malattia nell’uomo. Non si spiega tuttavia perché non vengano colpite le mani, la parte del corpo più a contatto con l’animale durante il parto. Nuovi studi e la condivisione di informazioni sono necessari per chiarire l’eziologia di questa forma, oltre a un’indagine epidemiologica per valutare la diffusione della condizione, concludono gli autori. ■
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Sovracrescita di Malassezia nei gatti allergici
di Maria Grazia Monzeglio
www.vetjournal.it
Il fungo contribuisce alla sintomatologia
el gatto, Malassezia spp. può essere parzialmente responsabile della sintomatologia dei soggetti allergici. Lo indica uno studio che ha descritto 18 gatti con sovracrescita multifocale di Malassezia spp., nei quali si diagnosticavano dermatite atopica (16 soggetti) e reazione avversa al cibo (un soggetto); un gatto veniva soppresso 2 mesi dopo la diagnosi di sovracrescita di Malassezia. Tutti i gatti erano altrimenti sani e negativi (16 analizzati su 18) per FIV e FeLV. In tutti i soggetti erano presenti le-
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Antibiotico-resistenza nell’uomo: è colpa dei trattamenti negli animali? n Europa si utilizzano molti più antibiotici per gli animali che per l’uomo. In alcuni paesi, il numero di antibiotici usati negli animali è 10 volte superiore a quello utilizzato per agli uomini e nella maggior parte dei casi gli antimicrobici non sono somministrati a fini terapeutici bensì come additivi alimentari. Lo ha affermato Tassios Panayotis (Assistant Professor of Molecular Biology, University of Athens) a una conferenza stampa dal titolo “Disease Control in Europe – What’s New?”, tenutasi nell’ambito della European Scientific Conference on Applied Infectious Disease Epidemiology (ESCAIDE) (Stoccolma, 18-20 Ottobre). Organizzata dall’ECDC (European Centre for Disease Control and Prevention), la conferenza ha riunito epidemiologi, microbiologi, clinici, sanitari pubblici, esperti di ambiente e medici veterinari di 40 paesi diversi per fare il punto sul controllo delle malattie infettive in Europa. Si è parlato in particolare di infezioni alimentari, influenza, AIDS, tubercolosi e malattie emergenti, come la chikungunya. In tema di antibiotico-resistenza, ha proseguito Panayotis, dobbiamo accettare che vi saranno sempre solo bad news, perché i batteri, così come i geni della resistenza, si diffondono ed evolvono continuamente. Il problema del sovra-utilizzo degli antibiotici negli animali è enorme e la situazione "è scandalosa", tuttavia resta da chiarire se la resistenza che compare nei microrganismi umani è sempre correlata a quella che si osserva nei microrganismi animali, ha concluso il relatore.
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sioni variamente distribuite quali alopecia multifocale, eritema, presenza di croste e scaglie adese untuose marroni. L’esame citologico rivelava la sovracrescita di Malassezia spp. associata o meno a infezione batterica della cute di faccia (n = 11), collo ventrale (n = 6), addome (n = 6), canale auricolare (n = 4), mento (n = 2), pa-
diglione auricolare (n = 2), spazi interdigitali (n = 1) e pliche cutanee ungueali (n = 1). Inoltre, dalla coltura fungina delle lesioni cutanee di due gatti si isolava Malassezia pachydermatis. Si prescriveva la sola terapia con azolici in 7 gatti, azolici associati a terapia antibatterica in 8 soggetti e azolici associati ad antibatterici e an-
tinfiammatori in 3 gatti. Dopo 3-4 settimane di trattamento, si osservava una sostanziale diminuzione del prurito e delle lesioni cutanee in tutti gli 11 gatti trattati con terapia combinata e in 5 dei 7 gatti trattati soltanto con azolici. La sovracrescita di Malassezia spp. può costituire un problema dermatologico secondario nei gatti
allergici, soprattutto in quelli che presentano formazione di scaglie adese untuose di colore marrone. La risposta favorevole al trattamento con i soli farmaci antifungini, concludono gli autori, suggerisce che, come nel cane, Malassezia spp. può essere in parte responsabile del prurito e delle lesioni cutanee nei gatti allergici. ■
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Teramo smentisce un quotidiano britannico
L’Italia non è infettata dal virus Bluetongue sierotipo 8 incenzo Caporale, il Direttore dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale”, Centro di referenza nazionale e dell’Oie per la Bluetongue, ha smentito l’esistenza di circolazione del virus della Bluetongue sierotipo 8 nel Nord dell’Italia. La notizia era stata riportata da un
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quotidiano di Norfolk (Gran Bretagna). Un considerevole numero di bovini importati in Italia dalla Francia, nell’Agosto 2007, in Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna, è stato trovato in seguito positivo alla Bluetongue (attraverso le prove sierologiche e la PCR ma non con l’isolamento virale). Di conse-
guenza, sono stati prelevati campioni dagli animali sensibili in loco, includendo tutti quelli delle aziende che hanno ricevuto anche animali dalla Francia e quelli nelle loro vicinanze. Tutti i campioni sono risultati finora negativi. Il sistema sentinella è stato intensificato per numero e frequenza; riteniamo, dunque, che fino a quando
non troviamo casi positivi e/o casi entro un raggio di 3 chilometri e/o sentinelle, il virus non circoli e l’Italia non sia infettata dal virus bluetongue sierotipo 8. Ad ogni modo, consideriamo, prosegue il comunicato dell’Istituto, che sono stati importati animali con anticorpi/antigeni positivi. Gli animali erano stati introdotti
dai distretti francesi che, nell’Agosto 2007, erano considerati non infetti. È possibile supporre che l’infezione lì ci fosse ma che non sia stata rilevata dal sistema di sorveglianza. Un’altra ipotesi è che gli animali siano stati spostati prima dalle regioni infettate. In ogni caso, sembra sia stata dimostrata la difficoltà che il virus si possa diffondere nella Padania (Nord Italia). Intanto, anche la Danimarca è alle prese con l’infezione di Bluetongue: ne ha dato notizia il Responsabile dei Servizi Veterinari del Ministero dell’Agricoltura danese e il risultato dei test di laboratorio è stato confermato dalla Commissione Europea. Il focolaio è stato individuato vicino Sakskbing, nell’isola di Lolland. Si tratta di una pecora che è morta. Le autorità sanitarie danesi hanno adottato le necessarie misure. Il virus si è finora diffuso velocemente attraverso il Belgio, la Germania, il Lussemburgo, i Paesi Bassi, la Francia e l’Inghilterra. Secondo una stima di fonte: ProMED-mail, aggiornata allo scorso 12 ottobre, nel Nord-Europa i focolai registrati sono i seguenti: Belgio 4.293, Germania 1.167, Francia 1.993, Lussemburgo 1.023, Paesi Bassi 1.434. (fonte: izs.it) ■
L’Emilia Romagna si è liberata del virus Chikungunya l capo dipartimento Malattie Infettive dell'Istituto Superiore di Sanità, Antonio Cassone, ha dichiarato che il virus Chikungunya è stato sconfitto e l’epidemia è ufficialmente chiusa. Ma invita a tenere alta la guardia. Il virus Chikungunya, che ha scatenato la prima epidemia tropicale in Italia veicolata da un vettore nostrano (la zanzara tigre) è stato debellato e da tre settimane l'Iss non riceve più campioni positivi al virus. Ma non si può cantare vittoria: "Nella zanzara tigre il virus tropicale si è trovato benissimo, e le zanzare stanno bene. Le madri lo hanno trasferito alle uova, che ora sono ferme per l'inverno sotto una foglia o sotto un vaso, ma a primavera dobbiamo prepararci all'eventualità che nella schiusa alcune delle nuove zanzare siano infette, abbiamo preparato piani per una disinfestazione aggressiva su insetti adulti e larve". Resta poi il problema più generale, e cioè, spiega Cassone, che entri in Italia un altro portatore del Chikungunya, come l'indiano che seminò il virus in Emilia l'estate scorsa.
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Settembre 2007- agosto 2008
Valle d’Aosta, piano di controllo della rinotracheite infettiva bovina PIEMONTE
Randagismo, programmi di educazione sanitaria nel 2008 ei comuni di Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Torino, Verbania, Vercelli, prenderanno il via nei primi mesi del 2008, programmi di educazione sanitaria destinati alla prevenzione del randagismo e rivolti a tutta la popolazione, in particolare a quella scolastica. “È compito della Regione - dichiara l’assessore alla tutela della salute e sanità, Eleonora Artesio - promuovere iniziative volte a garantire forme di convivenza rispettose delle esigenze sanitarie, ambientali e del benessere degli animali da affezione. Da qui l’esigenza di avviare programmi specifici attinenti le responsabilità e i doveri che ogni detentore di animali da compagnia deve conoscere ed osservare”. Le campagne informative saranno condotte dai Comuni coinvolti nel progetto, in accordo con il servizio veterinario di sanità animale dell’Asl competente, con i mezzi e le modalità ritenuti più idonei a raggiungere la popolazione di riferimento anche in ambito scolastico, ponendo particolare attenzione al fenomeno delle morsicature, talvolta correlato al problema del randagismo. “In un contesto educativo -conclude Artesioassume grande rilievo l’azione di sensibilizzazione al potenziale pericolo che scaturisce da uno scorretto approccio nei confronti dell’animale e della sua conduzione”.
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ell’ambito del piano di controllo e della protezione della rinotracheite infettiva bovina, la giunta regionale della Valle d’Aosta ha approvato ai sensi della legge regionale n. 3 del 22 aprile 2002, per il periodo settembre 2007-agosto 2008 le seguenti azioni da attuare: • il controllo sierologico di tutti i capi bovini di età superiore ai 12 mesi nel periodo ottobre 2007febbraio 2008; • la vaccinazione di tutti i capi presenti negli allevamenti con capi IBR positivi con l’incarico a n. 6 veterinari libero/professionisti; • la concessione di incentivi agli allevatori per un importo di € 50,00 per ogni capo risultato negativo al monitoraggio 2006/2007 e di euro 160,00 per ogni allevamento con tutti i capi IBR negativi; • la concessione di incentivi per la sostituzione dei capi IBR positivi limitatamente al 25% dei capi IBR positivi, nella misura massima del 70% del valore di mercato individuato con deliberazione della Giunta regionale per le varie categorie di animali delle razze autoctone iscritte ai rispettivi libri genealogici o registri anagrafici. Sarà compito dell’IZS di Aosta eseguire le analisi sierologiche dei campioni prelevati su tutti i capi di età superiore ai 12 mesi nel periodo ottobre 2007-febbraio 2008. La delibera è pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione del 30 ottobre 2007. ■
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Torino, nessun rischio di aviaria assicurazioni arrivano dal responsabile del settore Sanità animale e igiene degli allevamenti dell’assessorato alla
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tutela della salute e sanità della Regione Piemonte, Giuliana Moda in seguito alle notizie apparse nelle scorse settimane su alcuni organi di stampa in merito ad una presunta epidemia di influenza aviaria in alcuni allevamenti piemontesi. “Le analisi di laboratorio condotte dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Torino, confermate dal Centro di referenza per l’influenza aviaria di Padova - ha precisato Giuliana Moda - hanno accertato, in due piccoli allevamenti di commercio del pollame da cortile, entrambi in provincia di Torino, la presenza di un virus H7N3, a bassa patogenicità, non trasmissibile all’uomo. Il virus individuato non ha alcuna relazione con le epidemie che si sono susseguite nei paesi asiatici e non vi è quindi alcun rischio per la salute umana. Misure di sanità animale e profilassi veterinaria sono state efficacemente adottate dai servizi veterinari delle ASL interessate, su provvedimento regionale, ed hanno già consentito la chiusura del primo episodio”.
LOMBARDIA
Sistema di allerta per alimenti e mangimi l Direttore Generale della Sanità della Regione Lombardia, Carlo Lucchina ha approvato con decreto n. 13018 del 5 novembre 2007, le linee guida per la gestione del sistema di allerta per alimenti e mangimi. L’articolazione organizzativa per l’attuazione degli adempimenti connessi all’attivazione e gestione del sistema di allerta per alimenti e mangimi, prevede che vengano individuati il punto di contatto regionale e il punto di contatto territoriale. In proposito, la Direzione Generale Sanità ha disposto la produzione dell’applicativo “Sistema informativo allerta alimenti” che consente, utilizzando procedure uniformi
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in tutte le ASL, uno scambio di informazioni veloce e in tempo reale: tale sistema è attualmente in fase di sperimentazione, al termine della quale diventerà operativo.
VENETO
Le stabilizzazioni rispettano il bilancio a stabilizzazione dei dirigenti medici e veterinari precari dovrà essere compatibile con i vincoli di bilancio. Lo assicura l'assessore alle Politiche sanitarie, del Veneto, Francesca Martini, rispondendo alle dichiarazioni di alcuni consiglieri di maggioranza e di minoranza che accusano la Giunta di avere disatteso l'articolo 2 della Legge 22 del 16 agosto 2007 che prevedeva la stabilizzazione graduale del personale precario del Servizio sanitario regionale. La stabilizzazione dei dirigenti medici e veterinari precari dovrà essere compatibile con i vincoli di bilancio. Lo assicura l'assessore alle Politiche sanitarie, del Veneto, Francesca Martini, rispondendo alle dichiarazioni di alcuni consiglieri di maggioranza e di minoranza che accusano la Giunta di avere disatteso l'articolo 2 della Legge 22 del 16 agosto 2007 che prevedeva la stabilizzazione graduale del personale precario del Servizio sanitario regionale. "Lo ribadisco ancora una volta. L'ho detto - ha spiegato Martini anche in ambito di concertazione per la regolarizzazione dei precari del comparto e della dirigenza medica e veterinaria. La valutazione per stabilizzare interamente il personale del Servizio sanitario regionale è strettamente legata ai vincoli di bilancio e ai trasferimenti statali". I consiglieri, "hanno fatto - ha aggiunto - dichiarazioni di principio che capisco e che condivido in senso generale, ma che giudico inconsistenti perché non tengono in nes-
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suna considerazione gli obblighi di equilibrio di bilancio a cui non possiamo per nessun motivo sottrarci. Rimango nuovamente disponibile a prendere in esame in tempi rapidi l'eventualità di stabilizzare i dirigenti non medici precari purché si trovino soluzioni - ha concluso - che ci permettano di non 'sforare' il bilancio regionale". (Adnk/Adnkronos Salute)
EMILIA ROMAGNA
Bologna, un ODG sull’omissione di soccorso per gli animali erseguire l’omissione di soccorso anche per cani, gatti e altri animali. Lo vorrebbe Aldo Zechini D’Aulerio, esponente di Forza Italia nel consiglio comunale di Bologna, che al proposito presenterà uno specifico ordine del giorno. Il consigliere azzurro lo ha definito «un problema etico»: molti animali investiti dai veicoli vengono lasciati sulla strada, «per cui muoiono tra gravi sofferenze o vengono curati tardivamente». NUOVE REGOLE - Zechini D’Aulerio propone quindi l’inserimento di un articolo, nel regolamento di Polizia urbana del Comune di Bologna, che preveda sanzioni per «chi investe animali domestici e selvatici e non presta loro soccorso, pur potendolo fare». Il consigliere chiede anche, con un’interrogazione, la creazione di «un numero telefonico specifico» da chiamare in caso di ritrovamento di animali feriti, «anche nelle ore serali e nei giorni festivi». A Bologna «da sempre c’è una tradizione di accoglienza e umanità - sottolinea Zechini - che bisognerebbe estendere anche agli animali, i nostri fratelli minori che abitano con noi il pianeta» (corriere.it). ■
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Indicazioni dall’UCS del Ministero
di Giorgio Neri
Il proprietario non getti nel cassonetto gli stupefacenti ual è la corretta procedura di smaltimento dei farmaci stupefacenti e degli analgesici oppiacei, dopo che il proprietario ne è stato occasionale detentore e la terapia è cessata? Una nota dell’Ufficio Centrale degli Stupefacenti del Ministero della Salute, divulgata dalla FNOVI nei gior-
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ni scorsi, ritiene che sia “opportuno invitare i cittadini ad un corretto smaltimento, ricorrendo all’”eventuale aiuto dei medici prescrittori e dei farmacisti dispensatori”. Di certo non si devono buttare nel cassonetto tra i rifiuti urbani. L’Ufficio spiega che “i cittadini possono conferire i residui di farmaci stupefacenti a seguito di interruzio-
ne di terapia negli appositi contenitori presenti nelle farmacie senza obblighi di presa in carico da parte del farmacista”. Ai proprietari non viene quindi richiesta l’osservanza di complesse normative, anche in ragione della ridotta quantità di medicinale che solitamente rimane nella casa del paziente animale; scrive infatti la nota: “la normativa
vigente (artt. 23, 24 e 25 del D.P.R. n. 309/1990) prevede modalità complesse di smaltimento o cessione solo per le giacenze di stupefacenti scaduti o inutilizzabili in possesso di soggetti autorizzati alla produzione, alla sperimentazione e al commercio e di farmacie o per la distruzione di sostanze confiscate nell’azione di contrasto al
traffico illecito (art. 87 del D.P.R. 309/90)” . Cessione o distruzione Il DPR 309/1990, che non trova applicazione nel caso dei farmaci residuati a casa dei proprietari, dispone rigorose misure di cessione o distruzione dei medicinali stupefacenti. Il Ministro della salute può consentire, su richiesta dell’interessato, la cessione delle giacenze di sostanze stupefacenti o psicotrope ai relativi fornitori ovvero ad altri enti o imprese autorizzati o a farmacie, nominativamente indicati. Qualora nel termine di un anno non sia stato possibile realizzare alcuna destinazione delle sostanze stupefacenti o psicotrope, queste vengono acquisite dallo Stato e sono poste a disposizione del Ministero della sanità che - effettuate, se necessario, le analisi - provvede alla loro utilizzazione o distruzione. Le sostanze deteriorate non utilizzabili farmacologicamente devono invece essere distrutte. La distruzione delle sostanze stupefacenti e psicotrope è disposta con decreto del Ministro della sanità che ne stabilisce le modalità di attuazione e si avvale di idonee strutture pubbliche locali, ove esistenti, o nazionali. il Ministro della salute può, anche, richiedere ai prefetti delle province interessate che venga assicurata adeguata assistenza da parte delle forze di polizia alle operazioni di distruzione. Ulteriori precisazioni La comunicazione dell’UCS sui comportamenti che i proprietari devono assumere risale al 21 febbraio 2006 ed era stata, in realtà, emanata in seguito ad un’interpellanza dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Sassari. La nota originale conteneva altri punti degni di interesse: prima di conferire i farmaci scaduti negli appositi contenitori presenti nelle farmacie, si ricorda che “eventualmente potrebbe essere utile a prevenire abusi rendere tali farmaci inutilizzabili o almeno irriconoscibili rimuovendo etichettature e fogli illustrativi”. Il comunicato infine conclude assicurando che “questa Direzione Generale, comunque, si sta impegnando per introdurre una disposizione legislativa che consenta di disciplinare in modo compiuto questa materia. Ma per i medici veterinari non vale Le modalità di smaltimento qui sopra riportate non si applicano naturalmente nel caso di medicinali detenuti dai medici veterinari, che dovranno dunque continuare ad avvalersi obbligatoriamente dell’intermediazione del Servizio farmaceutico dell’Asl. ■
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Bloccate le esportazioni - Riesame delle misure a dicembre
Afta epizootica a Cipro, UE: rischi per gli allevamenti europei a situazione dell’afta epizootica a Cipro rischia di mettere in pericolo gli allevamenti di altri Stati membri in seguito agli scambi di animali artiodattili vivi e all’immissione sul mercato di alcuni loro prodotti derivati. Lo dice la Commissione Europea che ha bloccato l’esportazione dall’isola di prodotti animali e derivati a causa dell’emergenza di afta epizootica che ha colpito alcune pecore a Dromolaxia. La Decisione è del 6 novembre (2007/718/CE) e arriva dopo che il laboratorio britannico a cui la Commissione Ue ha affidato le analisi ha confermato la presenza del virus. Nei giorni scorsi le autorità sanitarie dell’isola avevano deciso di eliminare circa 300 animali tra mucche, capre e pecore. Il ministro dell’agricoltura e dell’ambiente Fotis Fotiou ha esortato gli allevatori a mantenere la calma ed ha detto che l’iniziale “zona di sorveglianza’’ di tre km intorno alle fattorie dove gli animali hanno mostrato i sintomi della malattia sarà portata a scopo precauzionale a 10 km. Due esperti sanitari dell’Ue sono arrivati a Cipro per collaborare con le autorità locali nella gestione della situazione che appare alquanto grave in quanto si ritiene che un’epidemia di afta sull’isola potrebbe coinvolgere tra i 50 mila e 100 mila capi di bestiame. Cipro, dichiarata dalla Ue “zona ad alto rischio”, ha già messo in atto alcune delle misure previste dalla Ue per prevenire l’epidemia. Le autorità cipriote hanno isolato gli animali ammalati e hanno stabilito una zona di protezione di tre chilometri e una di sorveglianza di 10 km. Alcuni prodotti potranno continuare ad uscire dal paese (come il formaggio halloumi) ma resta stretto il divieto di spostare bestiame che può muoversi solo verso il macello e soltanto se supera i controlli sanitari. Anche gli import di animali dagli altri stati membri sono stati bloccati. È opportuno definire come misura
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Accordo per ispezioni su carni polacche osca e Varsavia hanno raggiunto un accordo preliminare di massima sull'inizio delle ispezioni russe nelle imprese polacche operanti nel settore della produzione e della lavorazione della carne. Lo riferisce l'agenzia Interfax, citando l'ente russo proposto al controllo della qualità dei prodotti agricoli. Le ispezioni potrebbero cominciare già il 13 novembre. Finora l'embargo russo sulle carni polacce aveva impedito, a causa del veto di Varsavia, l'avvio di negoziati tra Mosca e Bruxelles per il rinnovo dell'accordo di partnership.
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permanente le aree ad alto e basso rischio nello Stato membro colpito e stabilire il divieto di spedire gli animali sensibili dalle aree ad alto e basso rischio come pure il divieto di spedire i prodotti derivati da animali sensibili dalle aree ad alto rischio La decisione stabilisce anche le norme applicabili alla spedizione da tali aree di pro-
dotti sicuri che sono stati fabbricati prima delle restrizioni da materie prime ottenute al di fuori delle aree soggette a restrizioni, oppure che sono stati sottoposti a un trattamento di dimostrata efficacia per quanto riguarda l'inattivazione dell'eventuale virus dell'afta epizootica. La situazione sarà riesaminata nel-
la riunione del comitato permanente per la catena alimentare e la salute degli animali prevista per il 3 dicembre 2007 e le misure prese saranno, se necessario, adattate. I veterinari europei hanno invece deciso di modificare le restrizioni imposte all’export della Gran Bretagna dopo aver scoperto alcuni casi di afta epizootica. Il Paese
sarà diviso in tre zone: quella del sud-est continuerà ad essere considerata ad “alto rischio” e le esportazioni saranno ancora vietate; una tampone vicino alla prima, considerata a “rischio moderato”, dove l’export sarà autorizzato ma sotto stretta sorveglianza; nel resto del paese si potrà invece esportare liberamente. ■
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laPROFESSIONE VETERINARIA 40/2007 RECENSIONI
Quarto libro del Prof. Sergio Papalia
Protezione degli Animali ol suo quarto libro PROTEZIONE DEGLI ANIMALI, Sergio Papalia aggiorna le disposizioni in vigore sino al 30 settembre 2007, operazione necessaria per divulgare la copiosa materia relativa a Convenzioni, Direttive comunitarie, Leggi e Decreti nazionali attinenti la protezione degli animali
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in qualunque forma siano utilizzati dall’uomo: per compagnia; nella sperimentazione; nell’allevamento, trasporto e macellazione; la fauna selvatica e in via di estinzione, le specie cacciabili e quelle in cattività. L’autore, in questo libro, ripropone con attenta documentazione, la parte storica - EVOLUZIONE DELLA LEG-
GE, e la parte attuale - LEGGE IN VIGORE, attribuendosi il compito di offrire al lettore un’esatta cognizione di tutte le leggi nazionali e comunitarie sul benessere animale, comprese le convezioni del Consiglio d’Europa di Strasburgo e la Convenzione di Washington per la tutela degli Specimen in via di estinzione, della
flora e della fauna europea. “Il benessere degli animali è un tema attuale e complesso che coinvolge tante professionalità e tantissime situazioni” - scrive Gaetano Penocchio, nella sua presentazione del volume. “L’amico Sergio Papalia - continua il Presidente della FNOVI - ha raccolto la normativa che regola-
menta questa difficile materia con la lucidità e la competenza che gli derivano dall’esperienza e dalla sua sensibilità. Il medico veterinario è il primo responsabile del benessere degli animali: un ruolo che lo obbliga all’aggiornamento e alla puntuale applicazione delle leggi internazioni, nazionali e regionali, anche alla luce del nuovo codice deontoligco. Non a caso è proprio un Collega che mette l’esperienza che gli deriva da tutti gli ambiti della professione come medico veterinario, come docente universitario, come ricercatore e dirigente del Ministero della Salute, a disposizione di tutti coloro che con gli animali lavorano. Questo libro, copre tutti gli aspetti normativi che riguardano le diverse manifestazioni del rapporto uomo-animale”. “Il prof. Sergio Papalia conclude Penocchio - ha svolto un impeccabile lavoro che non si limita alla raccolta delle leggi: ha anche dedicato una sezione del suo libro alla storia della formazione ed alla professione dei medici veterinari, offrendo una vasta panoramica di tutti gli ambiti delle molteplici attività che vedono coinvolti i medici veterinari”. Nel suo libro, che il Capo Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria del Ministero della Salute, Romano Marabelli, “raccomanda all’attenzione di coloro che hanno responsabilità tecnico-sanitarie, sociali o politiche, l’autore richiama le succitate tra fasi evolutive dell’attenzione alla condizione degli animali e si sofferma, sul risultato sostanziale di una nuova filosofia della vita: il benessere degli animali”. ■
ANNUNCI Gli annunci si possono ricercare e pubblicare anche on line
www.anmvi.it/servizi/vetexchange www.anmvi.it/servizi/vetjob Vendesi sonda ecografica 7.510 MHz ESAOTE come nuova causa inutilizzo. 1500 euro IVA esclusa (valore 3500 euro + IVA). Per contatti: triovet@libero.it
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SCIVAC, in arrivo il libretto 2008 programmi di tutte le iniziative previste l’anno prossimo saranno pubblicati anche on line sul sito della società. Nel libretto è riportato il calendario completo di tutte le iniziative in particolare: le date e gli argomenti dei seminari 2008, dei corsi introduttivi, dei corsi regionali e delle delegazioni regionali. Il libretto contiene inoltre la presentazione degli itinerari didattici della “Il progetto culturale SCIVAC è la strada più sicura per preparare il tuo futuro. È organizzato nei dettagli, con la massima attenzione alla qualità e all’efficacia. Non manca niente, anzi ha qualcosa in più”. È con queste parole che il Presidente della SCIVAC, Dea Bonello ha presentato il libretto delle novità e degli appuntamenti scientifici del 2008. Il libretto è in spedizione in questi giorni a tutti i soci SCIVAC. I
L’esame radiologico, seminario SIVAE il 16 dicembre i terrà il 16 dicembre presso il Centro Studi Palazzo Trecchi a Cremona, il Seminario organizzato dalla SIVAE dal titolo “Diagnostica per immagini negli animali esotici: l’esame radiologico”. La radiologia è uno strumento essenziale nella pratica diagnostica quotidiana. Quasi tutti i veterinari per piccoli animali possiedono un apparecchio radiologico e molti visitano una percentuale più o meno rilevante di animali c.d. esotici. Il seminario si propone di mettere in grado i partecipanti di utilizzare gli strumenti che possiedono al fine di effettuare delle diagnosi radiologiche nelle specie non convenzionali. Programma della giornata al sito: www.sivae.it. Per informazioni: 0372/40.35.00.
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Ortopedia, incontro CVB abato 8 dicembre, il Circolo Veterinario Bolognese organizza presso il Novotel di Villanova di Castenaso (BO) un incontro sugli aggiornamenti in ortopedia. Aldo Vezzoni, relatore della giornata oltre a fare il punto sui nuovi orientamenti nella chirurgia delle lesioni del ginocchio tratterà la diagnosi e il trattamento precoce della displasia dell’anca e le zoppie dell’arto anteriore nel cane in accrescimento e adulto. Per l’evento è stato richiesto l’accreditamento ECM. Per ulteriori informazioni rivolgersi alla segreteria CVB tel. 0516313158/3405186635, email cvbologna@libero.it, oppure consultare il sito www.cvbolognese.it.
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scuola di formazione veterinaria post-universitaria in anestesia, dermatologia, medicina comportamentale, neurologia, odontostomatologia, oftalmologia e ortopedia. In linea di massima, sono previsti da un minimo di 4 ad un massimo di 6 corsi per ciascun itinerario, da svolgersi in due anni. L’itinerario didattico dovrebbe essere completato per intero dall’inizio alla fine senza
interruzione per garantire la continuità didattica. Tuttavia è ancora mantenuta la possibilità, per chi fosse interessato, di partecipare ai singoli corsi del percorso, senza rispettare la successione logistica prevista. All’interno del libretto sono pubblicati i programmi dettagliati di ciascun corso e le condizioni generali per partecipare. Un’apposita sezione è dedicata in-
fine ai servizi in rete di cui possono usufruire gli iscritti tra cui EGO, il portale multifunzionale di Ev srl attraverso il quale è possibile partecipare a progetti di formazione a distanza. Da questa pagina (ego.evsrl.it) è inoltre possibile accedere al servizio Cab Abstracts - Vet Med Resource, il database bibliografico più grande al mondo nel settore della medicina veterinaria. ■
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LETTERE AL DIRETTORE
Mentre era in corso l’indagine conoscitiva sul pet corner abbiamo ricevuto varie lettere ed e-mail sulle prestazioni veterinarie accessorie. Iniziamo da questo numero la loro pubblicazione, avendo preferito attendere i risultati dell’indagine prima di proporre ai Colleghi qualsivoglia parere. Diamo ora inizio alla discussione. Ogni contributo è benvenuto. Carlo Scotti
Osservazioni sul pet corner Siamo onesti! Non è un servizio accessorio per il bene del paziente, ma eventualmente solo un discorso economico. Sono dell’avviso che ognuno debba fare il proprio lavoro! Non lamentiamoci allora se i negozi per animali attuano le sverminazioni (ed altro!) o se in farma-
cia trovi gli zoccoli e altri prodotti da supermercato. Le difficoltà economiche (e anch’io ne ho tante!!) si superano in altro modo: riduzione IVA, tasse, concorrenza sì, ma leale, compensi dignitosi, obbligo di una certa distanza tra ambulatori, ecc. ecc. Facciamo i medici, ma non i venditori! Scusate lo sfogo. Cordiali saluti. Vedani Maurizio, Varese
Ogni prestazione ha la sua aliquota Torno su di un argomento molto discusso su tutte le riviste del settore, che è quello della dispensazione del farmaco. In base alle normative vigenti il veterinario può “cedere” il farmaco ad un cliente per completare la cura a casa dopo averlo aperto ed in parte somministrato al paziente: notevoli so-
“Ora che il centrosinistra ha rivalutato i temi della sicurezza è bene fare altrettanto con le professioni che sono il settore più vitale e in espansione dell’economia della conoscenza’’. On. Pierluigi Mantini
no i vantaggi per il proprietario e per il soggetto da trattare ma il veterinario sarebbe tenuto, secondo me erroneamente, a mettere in fattura con la voce “terapia” il prezzo di fustella del medicinale decurtato del 20% di Iva e del 2% di contributo Enpav, riducendo così arbitrariamente l’importo dell’“imponibile”. In ultima analisi se noi ci rifornissimo di farmaci in farmacia senza alcuno sconto, ci rimetteremmo ogni volta che ci comportiamo così; inoltre qualora il nostro cliente potesse scaricare la fattura, ci troveremmo in uno stato di concorrenza con la farmacia vendendo un prodotto ad un prezzo netto più basso rispetto a quello che sarebbe stato fatturato in farmacia. Del resto quando noi cediamo un bene (ad es. un elettromedicale) o quando facciamo una consulenza per un editore ad esempio, nel primo caso applichiamo un’Iva dell’aliquota corrispondente e cioè del 20% mentre nel secondo addirittura se la prestazione è occasionale, non applichiamo neanche l’Iva: questo per dire che ogni bene o prestazione ha la sua aliquota che noi applichiamo a seconda del caso. Per concludere queste mie osservazioni, il mio suggerimento è che noi stessi attraverso le nostre associazioni dovremmo cercare di trovare la possibilità di poter applicare al farmaco l’Iva del 10% come in farmacia; in questo modo potendo fatturare la dispensazione del farmaco con una voce a parte (con aliquota 10 e senza contributo Enpav) riusciremmo a non alterare i nostri bilanci rendendoli congrui agli studi di settore (garantendoci al tempo stesso il relativo guadagno); infatti il ricarico sul farmaco niente ha a che vedere con il ricarico che noi abbiamo sulla somministrazione di un medicinale, dove di solito il costo del farmaco è minimo rispetto alla prestazione veterinaria che essendo essa un atto medico è soggetta a Iva del 20%, (infatti fatturiamo con la voce terapia e non medicinale). Purtroppo non ho niente di scritto ma anni or sono quando ero Presidente dell’Ordine di Firenze e Prato, il nostro commercialista ebbe conferma di quanto sopra da me esposto da referenti dell’Ufficio Iva di Firenze, ma ahimè niente di scritto è rimasto. Maurizio Spremolla
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DALLE AZIENDE
MERIAL: 10 anni di leadership nella salute animale ERIAL® ha festeggiato, il 1 agosto 2007, il 10° anniversario della sua costituzione.
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PADOVA 26-27 GENNAIO 2008
ALLA PRATICA ANESTESIOLOGICA
CORSO INTRODUTTIVO
Una joint venture coronata da successo e costruita su una solida eredità Dalla sua creazione, nel corso di 10 anni, MERIAL ha registrato un incremento delle vendite dei suoi prodotti veterinari superiore al 60% - molto al di là della crescita media del settore. Nello stesso periodo MERIAL ha creato circa 1300 nuovi posti di lavoro nell’ambito della ricerca, dello sviluppo, della produzione e commercializzazione dei farmaci e dei vaccini da essa prodotti. Sin dalla sua costituzione, MERIAL ha sempre detenuto una posizione di leadership nel settore della salute animale. Le due case madri le hanno tramandato due gioielli della salute veterinaria - fipronil e ivermectina. Fipronil, commercializzato con il marchio FRONTLINE®, è noto ai proprietari
di cani e di gatti in tutto il mondo per il controllo esercitato su pulci e zecche. L’ivermectina è stata invece la prima molecola utilizzata per il controllo dei parassiti interni ed esterni dei bovini. Oggi è disponibile non solo nei diversi marchi IVOMEC® per il trattamento di bovini, ovini e suini, ma anche in Cardotek® per il trattamento della filariosi dei cani e dei gatti ed in EQVALAN® per il trattamento antielmintico dei cavalli. Un decennio di cambiamenti Nell’ambiente domestico Negli ultimi 10 anni - come possono confermare i Medici Veterinari - gli animali da compagnia sono stati via, via sempre più considerati come membri della famiglia a tutti gli effetti. Sono cani, gatti ed in molti casi cavalli. I proprietari di questi animali desiderano che i loro “amici” godano di una lunga vita e siano in buone condizioni di salute. MERIAL ha svolto un ruolo fondamentale nel rispondere alle loro esigenze. A FRONTLINE sono andati ad aggiungersi altri farmaci innovativi, quali PREVICOX® (firocoxib), concepito per combattere l’osteoartrite dei cani, che a-
vendo ora la possibilità di vivere più a lungo, risultano maggiormente colpiti da tale patologia, o vaccini come la linea PUREVAX® specificamente sviluppata per i gatti. In allevamento Oggigiorno gli allevatori sono sempre più orientati ad operare in collaborazione con i Medici Veterinari e a concepire insieme programmi per la prevenzione delle patologie, al fine di migliorare l’efficienza economica dell’allevamento e nel contempo rispondere alle crescenti esigenze della clientela verso prodotti di migliore qualità. Una gamma sempre più estesa di farmaci e vaccini è la risposta che viene data a sostegno di tale sforzo. Oltre ai prodotti commercializzati con il marchio IVOMEC, MERIAL ha lanciato EPRINEX® (eprinomectina) l’unico parassiticida che non richiede un periodo di sospensione per il latte. Merial produce inoltre una vasta gamma di vaccini per diversi animali da reddito quali bovini, ovini, suini e volatili. Proprio recentemente, ME-
SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
OBIETTIVI L’obiettivo del corso è introdurre in modo pratico i concetti essenziali per effettuare anestesie sicure nel cane e nel gatto. La trattazione degli argomenti mira a sviluppare un approccio critico che consenta di ottimizzare non solo la scelta del protocollo anestesiologico, ma anche la pianificazione dell’acquisto di apparecchiature quali sistemi respiratori e monitoraggi. La conoscenza dei fondamenti dell’anestesia è un elemento essenziale per rendere più efficiente la routine chirurgica. RELATORI Federico Corletto, DVM, CertVA, Dipl ECVA, MRCVS, Cambridge (UK) Laureato con lode in medicina Veterinaria presso la Facoltà di Padova nel 1997. Ha compiuto un residency in Anestesia Veterinaria presso l’Animal Health Trust (Newmarket, UK). Nel 2002 ha conseguito il Certificate in Anestesia veterinaria, rilasciato dal Royal College of Veterinary Surgeons e nel 2003 il Diploma di specializzazione rilasciato dal College Europeo di Anestesia Veterinaria (Dipl. ECVA). È stato ricercatore presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Padova, Clinical Anaesthetist presso l’Animal Health Trust e, attualmente, è Research Fellow presso la divisione di anestesia dell’ospedale di Addenbrooke’s, finanziato dal Wellcome Trust. Autore di pubblicazioni su riviste nazionali ed internazionali, ha partecipato a congressi e corsi in qualità di relatore ed è autore del “Manuale di anestesia del cane e del gatto”, pubblicato da Poletto Editore. Luca Zilberstein, Med Vet, PhD, Maisons-Alfort, Francia Laureato a Napoli con lode nel 1998. Ha conseguito il PhD in Anestesia dei piccoli animali all’Università di Napoli (2001) e Maisons-Alfort (2002 Francia). Dal 2002 è assistent professor all’Università di Maisons-Alfort e sta terminando il residency in Anestesiologia per il college europeo ECVA. È stato relatore a numerosi congressi ed è autore di numerose pubblicazioni. Il suo campo di ricerca è l’anestesia intravenosa nei piccoli animali. Coordinatore Fulvio Stanga, Med Vet, SCIVAC, Cremona
RIAL ha lanciato una gamma di prodotti rivoluzionari quali il CIRCOVAC® che agisce contro l’infezione da circovirus (wasting disease) nei suini ed l VAXXITEK® HVT + IBD, efficace contro le più comuni patologie aviari presenti negli allevamenti avicoli a tutte le latitudini. MERIAL svolge un ruolo altrettanto importante nella lotta contro le epizoozie - patologie animali che hanno la potenzialità di diffondersi in proporzioni epidemiche. MERIAL, leader mondiale nella produzione di vaccini contro l’afta epizootica, è nota per la rapidità con la quale è in grado di fornire i vaccini provenienti da banche antigeniche dedicate, ed aiutare così le autorità nel controllo di focolai epidemici sin dalla loro insorgenza. Merial produce, inoltre, diversi vaccini contro l’influenza aviare, ivi compresi i ceppi più altamente patogeni, e ha sviluppato negli ultimi anni anche vaccini atti a combattere diversi ceppi di “blue tongue” (febbre catarrale ovina), una patologia emergente in Europa che sta destando una significativa preoccupazione negli addetti del settore.
In natura I prodotti della MERIAL vengono anche usati dai Medici Veterinari per aiutare le specie più esotiche, alcune delle quali specie protette. Fra queste si possono menzionare i panda giganti, volpi, furetti, procioni e leopardi. Verso i prossimi 10 anni Vogliamo continuare ad operare insieme per la salute animale. Grazie ad una collaborazione tra il mondo accademico e quello tecnologico aziendale, all’inizio di quest’anno MERIAL ha conseguito l’autorizzazione per il primo vaccino terapeutico, umano o animale, contro il cancro. Il vaccino per il melanoma canino è ora già disponibile negli Stati Uniti. Nel corso del 2006 MERIAL ha effettuato notevoli investimenti volti ad aumentare la propria capacità produttiva e a modernizzare i propri impianti. I lavori proseguono alacremente nella maggior parte dei suoi siti produttivi. MERIAL potrà così continuare a rispondere alle rinnovate e crescenti esigenze nell’ambito della salute animale a livello mondiale. ■
Richiesto accreditamento
www.foschivet.it
PROGRAMMA SCIENTIFICO SABATO, 26 GENNAIO 2008 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.20 Saluto ai partecipanti, presentazione dei relatori ed inizio dei lavori
16.00 Pausa caffè 16.30 Strategie e pianificazione dell’anestesia: la quadratura del cerchio Federico Corletto (UK) 17.30 Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale 18.00 Consegna degli attestati di partecipazione e termine della giornata
9.30 La valutazione del paziente e la premedicazione Federico Corletto (UK) 11.00 Pausa caffè 11.30 L’induzione dell’anestesia: possibilità e problemi Luca Zilberstein (F) 13.00 Pausa pranzo 14.30 Il mantenimento dell’anestesia: possibilità e problemi Luca Zilberstein (F) 16.00 Pausa caffè 16.30 Principi di valutazione e trattamento del dolore Luca Zilberstein (F) 18.00 Discussione e termine della giornata DOMENICA 27 GENNAIO 2008 9.00 Il carrello dell’anestesia ed i sistemi respiratori: conoscerli per ottimizzare i costi Federico Corletto (UK) 11.00 Pausa caffè 11.30 Monitoraggio clinico e strumentale: essenziale, ma sfruttato nel modo migliore Federico Corletto (UK) 13.00 Pausa pranzo 14.30 Discussione di casi clinici Luca Zilberstein (F)
ISCRIZIONE Verranno accettate le prime 100 iscrizioni. Nella selezione delle domande si terrà conto della data di spedizione, come riportato sulla lettera. Le domande di iscrizione spedite dopo il 9 gennaio 2008, come da data riportata sulla lettera, non saranno prese in considerazione. Il Corso verrà effettuato solo al raggiungimento di un minimo di 60 partecipanti LA QUOTA COMPRENDE • partecipazione alle lezioni • brevi estratti delle relazioni • due light lunch e quattro coffee break • parcheggio • attestato di frequenza alla giornata • attestato ECM SEDE DEL CORSO Sheraton Padova Hotel & Conference Center Corso Argentina 5 - Padova PER INFORMAZIONI E PER RICEVERE LA SCHEDA DI ISCRIZIONE Paola Gambarotti, Scivac, Cremona Tel. 0372 / 403508 Email: info@scivac.it
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Edizioni Veterinarie E.V. srl
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CALENDARIO ATTIVITÀ Per visualizzare i programmi degli eventi di tutte le società clicca su www.evsrl.it/eventi Edizioni Veterinarie E.V. srl
INCONTRO SIARMUV
18 nov.
INCONTRO SIODOV
18 nov.
INCONTRO REGIONALE SCIVAC MARCHE
18 nov.
INCONTRO REGIONALE SCIVAC TRENTINO ALTO ADIGE
18 nov.
INCONTRO REGIONALE SCIVAC SICILIA
18 nov.
INCONTRO REGIONALE SCIVAC PIEMONTE IN COLLABORAZIONE CON SOVEP
nov.
INCONTRO
18
18
nov.
CORSO SCIVAC Attenzione: Date evento modificate. INCONTRO REGIONALE SIVAR LAZIO
19-21 nov.
19 nov.
ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC
21-23 nov.
CORSO SCIVAC
24 nov.
INCONTRO SIRE
24 nov.
INCONTRO SIOCE
24 nov.
INCONTRO SOVI
24-25 nov.
SEMINARIO SCIVAC IN COLLABORAZIONE CON ALIVELP - SOVEP - ORDINE DEI MEDICI VETERINARI DI GENOVA INCONTRO SINVET
24-25 nov.
24-25 nov.
INCONTRO REGIONALE SCIVAC ABRUZZO
25 nov.
INCONTRO REGIONALE SCIVAC LAZIO
25 nov.
INCONTRO REGIONALE SCIVAC LOMBARDIA
CORSO SCIVAC IN COLLABORAZIONE CON ASVAC
CORSO SCIVAC Attenzione: Evento posticipato in data da definirsi. SEMINARIO SCIVAC
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CORSO INTRODUTTIVO ALLA PRATICA DERMATOLOGICA - Puglia - ECM: Richiesto Accreditamento Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it
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INCONTRO SIGEDV
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INCONTRO REGIONALE SCIVAC LOMBARDIA
GESTIONE DELLA FERTILITÀ: ATTUALI APPLICAZIONI - Izs Lazio e Toscana, Roma Capannelle - Via Appia Nuova, 1411 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Orioli - Segreteria e Commissione Scientifica SIVAR - Tel. +39 0372 403539 - E-mail: info@sivarnet.it OFTALMOLOGIA: III PARTE - VITREO, RETINA, NEUROFTALMOLOGIA, MALATTIE EREDITARIE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 15 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it GIORNATA DI APPROFONDIMENTO: DIAGNOSI E TERAPIA DELLE TACHIARITMIE SOPRAVENTICOLARI E DELLE BRADIARITMIE NEL CANE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accr. - Per info: Paola Gambarotti - Segr. SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it SOCIETÀ ITALIANA DI RIPRODUZIONE EUQINA - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it SOCIETÀ ITALIANA DI ORTOPEDIA E CHIRURGIA EQUINA - Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 E-mail: info@sive.it PERCORSI DIAGNOSTICI. COMPETENZE A CONFRONTO IN OCULISTICA VETERINARIA “ONCOLOGIA” - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it APPROCCIO PRATICO ALLA TERAPIA DEL DOLORE - Sheraton Genova Hotel Conference Center, Genova - Via Pionieri e Aviatori d’Italia, 44 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it LO STATO DELL’ARTE NELLA NEUROCHIRURGIA DEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it LE PATOLOGIE CHIRURGICHE DELLE GHIANDOLE SALIVARI: DALLA VISITA ALLA TERAPIA - Hotel Miramare, Città Sant’Angelo (PE) - Via Tito De Caesars, 8 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per info: Monica Borghisani - Segr. Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it LE LUSSAZIONI ARTICOLARI TRAUMATICHE NEL CANE E NEL GATTO - Roma- Crowne Plaza ST. Peter’s - Via Aurelia Antica 415 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
CORSO REGIONALE DI ANESTESIOLOGIA: DALLA TEORIA ALLA PRATICA - Hotel Marini 2 - Sassari Via Nenni 2 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
dic.
INCONTRO REGIONALE SCIVAC PUGLIA
FISIOTERAPIA AVANZATO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 16 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it
30 nov. 2 dic.
dic.
INCONTRO REGIONALE SCIVAC CAMPANIA
FISIOTERAPIA - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it
28nov. 1dic.
dic.
INCONTRO SIMVENCO / SIRVAC
MEDICINA FELINA - Torino - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
L’INSUFFICIENZA RENALE CRONICA (IRC) NELLA PRATICA CLINICA - Milano, Hotel Leonardo da Vinci - Via Senigallia, 6 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it ANIMALI ESOTICI: IV PARTE - MEDICINA E CHIRURGIA DEL CONIGLIO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it
25 nov.
ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC / SIVAE
NUTRIZIONE ENTERALE E PARENTERALE, COME, QUANDO E PERCHÉ - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it PRACTICE MANAGEMENT IN ODONTOIATRIA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it EMATOLOGIA UN GIOCO DI LUCI E COLORI - Ancona - Hotel Sporting - VIA FLAMINIA 220 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it LA GESTIONE DELLE PIÙ COMUNI CARDIOPATIE DI RISCONTRO AMBULATORIALE - Trento, Ordine dei Medici Veterinari - Via V. Zambra, 36 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it LE LUSSAZIONI ARTICOLARI TRAUMATICHE NEL CANE E NEL GATTO - Catania, Museo Diocesano Via etnea, 8 - P.zza Duomo - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
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AGGIORNAMENTI CLINICI E TERAPEUTICI SULLE PATOLOGIE GASTROENTERICHE E DERMATOLOGICHE DEL CANE NEI PRIMI MESI DI VITA - Palazzo delle Esposizioni, Pavia - ECM: Richiesto Accreditamento - Per info: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it LA CHIRURGIA D’URGENZA IN CAMPO RIPRODUTTIVO NEL CANE E NEL GATTO. APPROCCIO NON CONVENZIONALE E CONVENZIONALE ALL’ASPETTO CLINICO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accr. - Per info: Elena Piccioni - Segr. Soc. Spec. SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it L’INSUFFICIENZA RENALE CRONICA (IRC) NELLA PRATICA CLINICA - Novotel Caserta Sud, Capodrise (CE) - Strada Statale, 87 Sannitica - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it LE ERNIE IN CHIRURGIA GENERALE: VIAGGIO ANATOMICO, CLINICO E TERAPEUTICO CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL’ERNIA DIAFRAMMATICA PERINEALE - Palace Hotel Bari - Via Lombardi,13 - ECM: Richiesto Accr. - Per info: Monica Borghisani - Segr. Del. Reg. SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it LE COLOPATIE DEL CANE E DEL GATTO - Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it SERATA: PROBLEMI DIAGNOSTICI E TERAPEUTICI IN DERMATOLOGIA: QUALI MEZZI ABBIAMO PER PRENDERE DECISIONI CORRETTE? - Atahotel Quark, Milano - Via Lampedusa, 11/A - Per info: Monica Borghisani - Segr. Del. Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
PROFESSIONE la VETERINARIA La rivista è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore Direttore Carlo Scotti Direttore Responsabile Antonio Manfredi Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it Comitato di Redazione Pierpaolo Bertaglia, Paolo Bossi, Marco Eleuteri, Giuliano Lazzarini, Pier Mario Piga, Sabina Pizzamiglio, Aldo Vezzoni Rubriche Fabrizio Pancini, Oscar Grazioli, Maria Teresa Semeraro, Giovanni Stassi Segreteria di Redazione Lara Zava professioneveterinaria@anmvi.it Grafica Francesca Manfredi grafica@evsrl.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV srl, Cremona marketing@evsrl.it Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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SOLUZIONI
Controllo numerico delle attività svolte nel periodo di riferimento Valutazione dei programmi proposti Verifica dei programmi approvati nel budget annuale Valutazione complessiva dei dati, delle informazioni sanitarie e gestionali, e degli obiettivi assegnati, nel periodo di riferimento prestabilito
Inquinamento ambientale, raggiungimento del termine del periodo di conservazione commerciale Inquinamento del latte, inquinamento in lavorazione, presenza di antibiotici, presenza di fagi Difetto di salatura
QUIZ 1 Risposta corretta: d) Seminario AIVEMP, Lipari 2004
La comparsa di gonfiore nei formaggi può essere dovuta a
QUIZ 2 Risposta corretta: b) Seminario AIVEMP, Perugia 2004
Il controllo di gestione delle attività dei Servizi di Sanità Pubblica Veterinaria avviene tramite
Professione 40-2007
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