Professione Veterinaria, Anno 2007, Nr 42

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la VETERINARIA A.N.M.V.I.

L’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato il Rapporto “Terapie e attività assistite con gli animali: analisi della situazione italiana e proposta di linee guida”. Ricognizione ed esperienze sul campo: www.iss.it

AIE Ci sono elementi sufficienti per la reiterazione dell’Ordinanza 14 novembre 2006 “Disposizioni urgenti in materia di sorveglianza dell’anemia infettiva degli equidi”. La Direzione della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario ha invitato gli Assessorati regionali alla sanità, “a continuare lo svolgimento delle prove sierologiche in attesa del nuovo testo”, per “non creare una soluzione di continuo nell’applicazione delle misure stesse”.

FNOVI.IT Sono state pubblicate sul portale della FNOVI le relazioni del Consiglio Nazionale della Federazione tenutosi a Roma dall’8 all’11 novembre scorsi. Cinque le tavole rotonde su benessere animale, condizionalità, riforma delle professioni e su due proposte di accordo: un patto interno alla professione e un patto con l’Università.

IIZZSS Circa 70 lavoratori precari degli IIZZSS hanno manifestato il 13 novembre sotto il Ministero dell’Economia e delle Finanze per chiedere la firma del decreto salute-economia che darebbe il via alla stabilizzazione con l’erogazione dei fondi previsti dalla Finanziaria.

LADRO DI TEST Durante l'ultima Fieracavalli di Verona è stato tentato il furto dei prelievi effettuati ai cavalli che prendevano parte al Master Unire. Evento “di per sé gravissimo”, rende noto la FISE, ma fortunatamente le borse rubate dall’auto del coordinatore dell’antidoping a Verona, non contenevano i prelievi effettuati ai cavalli ma materiale d'avanzo.

MORBILLIVIRUS Per ora solo le stenelle del Santuario dei Cetacei sono colpite da un'epidemia di 'morbillivirus'. Lo ha accertato un pool, che da anni segue gli spiaggiamenti di cetacei in provincia di Imperia, formato dai veterinari dell'IZS di Piemonte, Liguria e Valle D'Aosta insieme alll'Università di Genova. Una recrudescenza dell'epidemia di morbillivirus aveva già provocato in tutto il Mediterraneo, tra il 1990 e il 1991, la morte di migliaia di cetacei.

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SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

Anno 4, numero 42 dal 26 novembre al 2 dicembre 2007 Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. srl - Cremona

VIII Congresso Nazionale ANMVI

Brevi PET THERAPY

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ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI

Pubblico e Privato alla svolta Il nuovo corso della Professione richiede che ognuno faccia bene la propria parte

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SEI ANNI, PUNTO E A CAPO

Aderisci alla Stagione della Prevenzione 2008 a Stagione della Prevenzione presenta ai medici veterinari l’edizione 2008 e li invita ad aderire entro il 31 gennaio. Per il terzo anno consecutivo, ANMVI e Hill’s Pet Nutrition uniranno il loro impegno nel realizzare una campagna nazionale di sensibilizzazione alle cure veterinarie. Lo scopo è ancora una volta quello di alimentare la cultura della prevenzione e della salute animale. L’edizione del 2008 manterrà tutti gli elementi che ne hanno decretato il successo negli anni scorsi, in particolare la visita gratuita. Nello stesso tempo ci saranno alcune novità espressamente pensate per fidelizzare un numero sempre maggiore di proprietari di cani e gatti. La Stagione della Prevenzione 2008, inoltre, sarà caratterizzata da un investimento promozionale imponente. Già la campagna del 2007 ha riscosso un grande successo di pubblico - grazie ad una importante pianificazione pubblicitaria su magazines, quotidiani nazionali, giornali locali e canali on line. Queste alcune delle cifre più significative della Stagione della Prevenzione-2007: 10.000 telefonate al numero verde messo a disposizione dei proprietari, il 75% dei veterinari aderenti ha effettuato almeno 1 visita grazie alla Stagione della Prevenzione, con punte anche di 30 visite in alcuni casi e una media di 4 visite per clinica. Questo immenso sforzo organizzativo - che non sarebbe possibile senza il supporto di Hill’s Pet Nutrition - sarà replicato e potenziato nel 2008, sempre con il patrocinio del Ministero della Salute e della FNOVI. I medici veterinari sono invitati ad aderire numerosi. www.anmvi.it

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L'ECM è come il Gioco dell'Oca. Si tirano i dadi e non si sa che numero potrà uscire, ogni mossa è casuale ed imprevedibile, a volte si va avanti, spesso si torna indietro, e quando si ha la sfortuna di andare sulla casella dell'Oca si torna al punto di partenza. In questi sei anni di "sperimentazione" abbiamo proprio avuto la sensazione di giocare in questo modo. Mai una volta che ci sia capitato di fare 12 con i dadi, sempre numeri bassi, caselle che spesso ci facevano arretrare ed ora, con l'ultima circolare pubblicata in questi giorni siamo tornati al punto di partenza. Punto e a capo. Potrebbe anche essere un gioco divertente se tutto questo non fosse costato a noi, e quindi alla categoria veterinaria, fra versamenti al ministero, programmi gestionali, stampati, fotocopie, gestione dell'archivio, personale, connessioni internet, ecc. 700/800 mila euro. E questo senza contare le centinaia di telefonate per spiegare agli iscritti i diversi problemi e disguidi, le email di veterinari imbufaliti, le fatiche, le incomprensioni, gli errori imprevedi-

bili, ecc. che ci sono costati riunioni e discussioni infinite, tensioni, incazzature e farmaci per la pressione. "Cosa sta facendo l'ANMVI per fermare questa assurdità?". Quante volte ci è stato chiesto al telefono, nei consigli delle Società, alle assemblee, ai congressi. Cosa potevamo fare di più di tutto quello che abbiamo fatto? Ci manca solo l'assalto agli uffici del Ministero e poi abbiamo veramente provato tutto. Purtroppo abbiamo di fronte un mondo istituzionale completamente sordo ed incapace di capire le nostre difficoltà ed esigenze o di cogliere le nostre proposte. L'accordo in Conferenza Stato Regioni del 1 agosto 2007 non era certo quello che speravamo ma almeno si parlava di FAD, di Provider accreditati con riconoscimento di autonomia operativa, di aggiornamento personale, eventi all'estero e soprattutto recupero fiscale dei costi sostenuti dagli operatori sanitari per adempiere all'obbligo ECM. L'ultima circolare dimentica tutto questo e ci riporta al gennaio del 2002. Non ci resta che piangere. ■

Verso la riforma della 281 a Commissione Affari Sociali ha iniziato l’esame della pdl per la modifica della Legge 281. Presentata a luglio dall’On. Iole Santelli, la proposta è stata firmata da 213 deputati. La relatrice, On. Fiorella Ceccacci Rubino (FI) ha spiegato che si rende necessaria, a 15 anni dalla sua emanazione, una revisione della legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo “ per meglio integrare quelle parti su cui sono state riscontrate le maggiori carenze interpretative ed applicative”. L'obbligo del rilascio di un documento d'identità del cane al proprietario rappresenta un aspetto innovativo “che favorirà i controlli, perché potrà essere richiesto di esibirlo; chi ne sarà momentaneamente sprovvisto dovrà recarsi in sede di comando dei vigili urbani. Rilevato poi che il problema dell'abbandono degli animali, è fortemente correlato a quello delle cucciolate indesiderate, la relatrice ha fatto presente che, “nonostante possa sembrare una prevaricazione sulla natura dell'animale, la sterilizzazione costituisce un fattore importantissimo per la prevenzione del randagismo. La lettera b) del comma 1 dell'articolo 1 dispone che: «il Ministro dell'economia e delle finanze, con proprio decreto, da emanare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, determina l'ammontare delle spese detraibili per le spese veterinarie, sostenute dai proprietari, ivi comprese quelle per la sterilizzazione chirurgica, per l'identificazione mediante microprocessore e per l'iscrizione all'anagrafe canina».

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VIII Congresso Nazionale ANMVI - 18 Novembre 2007

Libera professione: Pubblico e Privato a confronto Sul tavolo: veterinario aziendale, leavet, intramoenia e convenzionata

La parte nobile della veterinaria e riflessioni proposte alla platea dal Presidente Carlo Scotti hanno fatto perno sulla questione universitaria: “la professione è in crisi perché che non è in grado di assorbire nemmeno un veterinario in più, ma anche perché continua a competere al suo interno. Pur con un mercato ormai molto piccolo, ci permettiamo di perdere di vista che la professione sta perdendo titolarità nella sua parte più nobile: la sicurezza alimentare”. Nel 2020 il fabbisogno di veterinari sarà del 2% secondo stime Nomisma “e noi continuiamo ad occuparci di cani e gatti”. Bisogna trovare “un modus vivendi fra noi e fra noi e il mondo universitario”. “La sanità pubblica che vogliamo è quella nobile che si occupa di sicurezza alimentare ed è lì che deve cercare i suoi spazi. Poi ci sono i veterinari privati che devono fare uno salto di qualità, di preparazione e di maturità professionale”. E l’università? “C’è un Fondo di Finanziamento Ordinario che va indirizzato secondo criteri nuovi. Finché le facoltà saranno finanziate in base al numero di immatricolati non risolveremo il problema degli esuberi. Eppure, formare un medico veterinario costa molto più che formare un professionista a cui basta una buona biblioteca universitaria. E allora il FFO andrà quantificato in base alla didattica e non al numero di studenti, agendo sui meccanismi di finanziamento che alimentano gli esuberi”.

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uali sono gli spazi di competenza e di collaborazione fra veterinaria pubblica e veterinaria privata per garantire la sanità animale e la sicurezza alimentare? All’VIII Congresso Nazionale dell’ANMVI tutti gli attori della filiera veterinaria hanno portato il loro contributo ad una sala gremita di Colleghi. E sul tema c’è stato anche il contributo del Ministro della Salute Livia Turco che in un messaggio inviato al Presidente dell’ANMVI, Carlo Scotti, ha confermato “la necessità di istituire un sistema di reti di sorveglianza epidemiologica che abbia ricadute positive non solo sulla sanità animale, ma anche sulla sicurezza alimentare”. Si tratta di un sistema, scrive Livia Turco in una nota inviata alla platea, “cui va riconosciuto il ruolo di elemento generatore di un profondo rinnovamento della gestione della sanità animale e della salute pubblica”, che deve consentire di “raggiungere e mantenere lo status di territorio ufficialmente indenne e nello stesso tempo favorire lo sviluppo della capacità di interpretare le dinamiche evolutive delle malattie attraverso una maggiore reperibilità di informazioni di carattere epidemiologico”. “L’obiettivo da raggiungere - conclude il Ministro - è rappresentato dall’istituzione e dalla effettiva operatività di un sistema di reti di sorveglianza e la sempre maggiore attenzione da rivolgere nei confronti delle professionalità coinvolte, in primo luogo quella del veterinario.”

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Il veterinario aziendale L’attenzione corre subito al veterinario aziendale, quel “direttore sanitario” dell’allevamento, anello mancante della rete di sorveglianza, che di fatto non ha ancora una piena investitura giuridico-legale e non dispone di strumenti di raccordo formale con l’autorità di controllo ufficiale. Sopravvivono resistenze e diffidenze: al veterinario aziendale si chiede l’impegno ad una effettiva assunzione di responsabilità, al veterinario ufficiale di avvantaggiarsi del patri-

monio di conoscenza pratica del veterinario libero professionista. Perché le segnalazioni possano efficacemente giungere all’autorità di controllo è quindi necessario formalizzare il canale di trasmissione delle informazioni provenienti dal veterinario clinico, nel suo duplice ruolo di supporto al veterinario ufficiale e di consulente dell’allevatore attraverso l’attuazione delle Buone Pratiche di Allevamento.

Una bozza di decreto istitutivo di questa figura è stata illustrata da Alberto Casartelli, Consigliere FNOVI. Dopo una lunga elaborazione, è stata presentata al Ministero della Salute fin dal giugno 2006. Sul documento c’è la convergenza delle diverse componenti del Comitato Centrale e quindi la FNOVI ribadisce che l’istituzione della figura del veterinario aziendale rappresenta un anello indispensabile per configurare al meglio il sistema italiano di epidemio-sorveglianza negli allevamenti zootecnici. Il Veterinario aziendale è il consulente sanitario dell’operatore del settore alimentare e assiste l’operatore nel mantenere le registrazioni obbligatorie e nei rapporti con il Servizio Veterinario Pubblico delle Aziende Unità Sanitarie Locali. “I rischi sono che altre figure si inseriscano in questo ambito”, ha detto Mino Tolasi - senza trascurare di citare le resistenze in ambito allevatoriale e l’impreparazione culturale e professionali di certa veterinaria privata refrattaria all’assunzione di responsabilità. (“Troppa carta o troppa superficialità? dirà Squintani poco do-

po). Un test di quello che può fare il veterinario aziendale è stato fatto dalla SIVAR attraverso un progetto di buone pratiche di allevamento sperimentale, attuato in 53 stalle di varie dimensioni. L’esperimento ha consentito di focalizzare i punti critici dell’allevamento (dalla corretta identificazione all’impiego del farmaco) e i risultati sono sfociati in un Manuale di BPA, pubblicato da SIVAR, basato sulla semplificazione e la standardizzazione delle pratiche più importanti e fondamentali nell’allevamento del bovino da latte.

Non vogliamo risposte a spot

Intanto, non mancano gli esempi regionali in grado di prefigurare il raccordo pubblico-privato, come quello illustrato da Gabriele Squintani, Responsabile dei Servizi Veterinari dell’Emilia Romagna (Regione “che ha affidato a un veterinario l’incarico di coordinare le competenze anche del SIAN”). “La sicurezza alimentare è la sanità animale “- ha esordito Squintani- non c’è da addizionare l’una all’altra perché coincidono e in questo nuovo sistema l’allevatore è una figura centrale. Più della dicotomia pubblico-privato, il nuovo sistema di sicurezza alimentare fa dell’allevatore “il punto focale della nostra discussione, perché è lui che dà l’incarico e l’investitura al veterinario aziendale”. Il livello di sinergia pubblicoprivato può dunque dipendere in larga misura dall’allevatore. Oggi la responsabilità del sistema non è più condivisa, ma è “a totale carico dell’allevatore, il quale difficilmente è pronto ad affrontarla”. Ecco allora che può basarsi sul consulente: è una scelta personale, a volte obbligata altre di opportunità economica. Ma occorrono contratti concreti: responsabilità, ruoli, doveri. Nel nuovo sistema di sicurezza il veterinario libero professionista è consulente, il veterinario pubblico è garante.

“Noi siamo stanchi e pretendiamo risposte”. In apertura dei lavori il Vice Presidente Giancarlo Belluzzi ha presentato il convegno come l’occasione per avere dalle istituzioni “una attenzione complessiva, non risposte a spot”, “abbiamo temi come i Leavet e il veterinario aziendale - ha detto che giacciono da tempo sul tavolo delle istituzioni e che faticano ad andare avanti, abbiamo temi nuovi come la condizionalità sui cui il veterinario deve rivendicare un ruolo e ci sono temi controversi come l’intramoenia. È opportuno che si dica una parola chiara. Vogliamo incidere sulla situazione, cerchiamo risposte e per questo abbiamo invitato le istituzioni”.

Il Codice nella Comunitaria “Questo dibattito dovrà proseguire in altre sedi”. Il portavoce del Sottosegretario alla Salute Patta, Ferdinando Sbizzera, ha sottolineato che i temi dibattuti nei convegni devono poi essere portati sui tavoli istituzionali. “Che ci sia l’attenzione del Ministero è dimostrato da una serie di interventi sulle emergenze in atto”. Il riferimento è alla lingua blu e ai recenti regolamenti comunitari che inseriscono la sanità animale in una filiera più ampia comprensiva dei risvolti economici. “In questi giorni - ha riferito Sbizzera - abbiamo interpellato l’ufficio legale del Ministero in relazione alle responsabilità dell’operatore finale, ricavando l’indicazione di una responsabilità che i regolamenti comunitari attribuiscono non solo a veterinari francesi, ma anche a quelli italiani”. Sbizzera ha anche annunciato che il Governo sta pensando di “inserire nella legge comunitaria la proposta di delega per il Codice” aggiungendo che si sta anche pensando ad un Codice per il Benessere Animale. Toccando il tema dell’esubero di veterinari, Sbizzera ha dichiarato che sarebbe opportuno “verificare ben prima del 2020 di quanti veterinari ha bisogno la società italiana”, per poi concludere con l’invito a considerare con attenzione una proposta di legge firmata da 213 parlamentari di tutti gli schieramenti che vuole riscrivere la 281.


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Pari dignità tra pubblico e privato he occorra “un coordinamento più ampio dentro la veterinaria” è stato sottolineato dallo stesso Sen. Antonio Tomassini che ha invitato la platea a “superare la dicotomia tra pubblico e privato”, contro il “rischio di uno scippo di un tesoro professionale inalienabile da custodire invece dentro la Sanità”. Servono “rapporti di pari dignità tra pubblico e privato” ha detto Tomassini, in veste di Presidente della Commissione d’inchiesta del SSN, che ha visto nel progetto Leavet, “la strada per far intervenire il privato nel sistema pubblico”, specie a fronte di una realtà normativa settorializzata e parcellizzata, come nel caso delle norme sul randagismo indicatrici di “una forte necessità di legislazione” in campo veterinario. C’è una forte esigenza di legislazione, ha detto, “c’è un sistema pubblico molto qualificato, ma anche molto arroccato e un sistema privato parcellizzato, non controllato che non riesce ad esprimere fino in fondo la propria professionalità”. Ma il Senatore ha anche aggiunto che “oggi la politica è molto debole e non è in grado di dare risposte complessive. Il precariato dei dirigenti è stato profondamente disatteso, permane un forte conflitto tra Ministero e Regioni e c’è la necessità di configurare l’Agenzia Alimentare. Contemporaneamente si manifestano le esigenze della professione. Al sistema pubblico si chiede una capillarità di controlli che richiede che si percorra una strada nuova “che può essere quella dei Leavet e che può essere quella del sistema convenzionale, cioè far intervenire il privato nel sistema pubblico”. Il Senatore Tomassini ha affrontato anche il tema dell’ecm, “un magma” che soffre dell’“assoluta arretratezza delle decisioni assunte dal Ministero” in cui prevalgono gli sponsor. “Non si può far prevalere il sistema arcaico della sola formazione universitaria, occorre valorizzare “l’importanza della formazione sul campo”. Le professioni “devono entrare fortemente nell’abilitazione”, per evitare che chi forma sia anche colui che abilita. Infine una proposta e un appello: “È ora di finirla in campo legislativo che la veterinaria sia figlia di un Dio minore. Reclami il diritto di avere delle Agenzie regionali con i tre pilastri: sanità pubblica, sicurezza alimentare e veterinaria capillare. Questa è la nostra proposta. Fate uno sforzo per unire meglio le sigle che vi rappresentano per avere più forza”.

Leavet

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Si ispira al progetto LEAVET dell’ANMVI la proposta di legge presentata a luglio alla Camera dall’On. Gianni Mancuso. Ne hanno parlato Laura Torriani, Segretario ANMVI e il Collega parlamentare. La pdl è intitolata “Disposizioni per l’erogazione di prestazioni di medicina veterinaria in regime di convenzione e agevolazioni tributarie in favore dei proprietari di animali d’affezione”. La finalità è duplice: 1. erogare prestazioni di medicina veterinaria di base ai cani e gatti senza proprietario per favorire una capillare pianificazione degli interventi previsti dalla Legge 281/91; 2. incentivare la detenzione legale e responsabile dei cani e gatti di proprietà promuovendo il rispetto degli obblighi di legge, quali l’identificazione dell’animale, ancora in larga parte disattesi, agevolando le fasce di proprietari economicamente più deboli e riconoscendo alcune prestazioni veterinarie in regime di convenzione.

Recuperare il ruolo nella società a Legislatore il Collega On. Rodolfo Viola ha parlato di un “accordo di sistema”. “Il patto va fatto dentro la veterinaria, per ricostruire il ruolo della veterinaria nella società”, e va fatto ad un tavolo organizzato presso il Ministero della Salute. L’invito è stato lanciato in diretta al rappresentante del Governo presente in sala, Ferdinando Sbizzera, portavoce del Sottosegretariato alla Veterinaria. “Non siamo più percepiti- ha detto Viola- invocando uno sforzo o di sburocraticizzazione del settore pubblico a favore di una valorizzazione dei talenti libero professionali “che hanno la percezione immediata del cliente”, senza dimenticare i meriti dei Servizi Veterinari italiani in uno scenario europeo che vede invece la persistenza di emergenze di sanità animale, “tanto che alcuni Colleghi europei si stanno chiedendo se non sia meglio passare alla sanità”. Ma nel pubblico “dobbiamo anche saper premiare e punire”. Viola ha anche svolto un passaggio sulla vicenda “disgraziata” dell’autocontrollo che poco dopo, in sala, è stata ripresa da Gonario Guaitini (“HACCP, grande occasione persa”). Un’altra assonanza fra i due colleghi si è sentita nell’invito a recuperare il modello originario del medico veterinario che aveva un ruolo ben identificato dalla società. Ma “non possiamo fare tutti il tacchino alla festa di Natale” ha detto Viola e quindi occorre un dialogo franco con l’Università”. Il parlamentare ha affrontato anche la questione dei precari del Ministero della Salute, annunciando la volontà del MInistero della Salute a risolverla. “Verificherò personalmente con il Sottosegretario Zucchelli. Il Ministero è d’accordo a sistemare i suoi dirigenti e le sue professionalità, ma ci sono difficoltà oggettive. Quindi occorre studiare qualcosa di specifico per il Ministero della Salute”.

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In entrambi i casi, la pdl Mancuso suggerisce il ricorso alle strutture veterinarie private realizzando una rete di strutture autorizzate in regola con i requisiti minimi strutturali - in moltissimi casi attrezzate per prestazioni di alta qualità - da organizzare secondo un piano dl coordinamento con le Autorità e i soggetti competenti. La proposta di legge rinvia a successivo decreto del Ministero della Salute per la definizione delle modalità attuative del regime di convenzione e alla creazione di un’apposita Commissione Nazionale. A sostegno della diffusione dei cani e dei gatti nelle famiglie italiane, si propongono anche detrazioni fiscali sull’acquisto di prodotti alimentari. Inoltre, per dare impulso all’istituzione dell’anagrafe felina, la proposta di legge contempla anche per il gatto l’identificazione con microchip. “L’anima-

le è oggetto di tutela giuridica - ha ricordato Mancuso - sia nel caso in cui sia randagio o vagante, sia nel caso in cui sia un animale «familiare», ovvero di proprietà. La giurisprudenza registra sempre più numerose sentenze di giudici di pace che riconoscono il danno esistenziale ai proprietari di cani per i disagi e le sofferenze patite in seguito alla perdita traumatica o al ferimento del loro animale, ciò vale a dire la peculiare rilevanza del rapporto uomo animale nella nostra società, in un contesto culturalmente predisposto all’innalzamento della considerazione dell’animale, riconosciuto dalla deontologia medico-veterinaria come «essere senziente» Nel nostro Paese - ha aggiunto - sono presenti circa 6.500 strutture sanitarie autorizzate, rispondenti ai requisiti minimi strutturali, tecnologici e organizzativi per l’erogazione delle prestazioni veterinarie. Occorre quindi consolidare la consapevolezza che le strutture veterinarie private operano anche per il soddisfacimento di obiettivi di sanità animale e di sanità pubblica. Tale coinvolgimento non si è ancora perfezionato”. Che nessuno occupi gli spazi degli altri “Credo che sia da accogliere l’invito dell’On Viola di mettersi attorno ad un tavolo, per una crescita complessiva del nostro sistema per un interesse più grande che è quello della salute pubblica”. Conclude così il suo intervento Giancarlo Battaglia, Direttore del Dipartimento di Prevenzione della ASL Vallecamonica Sebino - BS e segretario regionale Sivemp in Lombardia, che però aggiunge: “per mettersi attorno ad un tavolo occorre che nessuno voglia andare ad occupare spazi degli altri”. È critica la sua visione del veterinario aziendale se ne uscisse una “figura che occupasse degli spazi di sanità pubblica”. Se è invece una figura di supporto per l’allevatore “credo che sia una figura che fa crescere la categoria e può dare un servizio alla sanità pubblica”. Il problema è che “i liberi professionisti sul territorio non sono preparati da un punto di vista culturale”. Critica anche la posizione sul progetto Leavet, che “va ad affrontare dei problemi che per la realtà che conosco non ci sono”. Battaglia spiega che la Legge 281 non ha impedito ad un privato di andare liberamente in un ambulatorio veterinario e il Pubblico non si è arrogato il monopolio degli interventi previsti all’articolo 2 della 281”. Il settore quindi “è già regolamentato”. Perplessità inoltre sono state espresse sul fatto “che al Pubblico si voglia ritagliare un ruolo regolatore e non di e-

rogatore”. Il privato cittadino è interessato ad una situazione che gli consenta di rivolgersi sia al Pubblico che al Privato “e se non trova una risposta negli ambulatori privati il Pubblico deve dargli una risposta di cura dell’animale”. Non è possibile che il Pubblico smantelli le proprie strutture o che dica di no: “io, Pubblico, devo dotare la mia organizzazione altrimenti vengo meno ad un obbligo del SSN.”.

“Una intramuraria dedicata”

uesto provvedimento è incentrato prevalentemente sugli aspetti medici , ha esordito il sen. Paolo Bodini, “ma con punti di contatto possibili con la veterinaria anche se, nei contratti e nelle normative, medicina e veterinaria andrebbero differenziate”. Il relatore della Legge 120/2007 sulla libera professione intramuraria ha spiegato che i punti di similitudine fra medici e veterinari sono proprio l’esclusività e il conflitto di intereressi. La reintroduzione dell’esclusività per l’accesso ai ruoli dirigenziali (secondi livelli) è stata rinviata al provvedimento sull’ammodernamento del SSN. Quanto al conflitto di interessi, è proprio per scongiurarlo che “chi ha ruoli dirigenziali deve lavorare in esclusiva”. Inoltre, “se il veterinario pubblico ha un ruolo di controllo del distretto in cui lavora difficilmente potrà operare direttamente sull’animale perché si troverebbe nella posizione di controllore-controllato e sconfinerebbe rispetto alla sua missione istituzionale”. La libera professione, in conclusione, deve essere “una intramuraria dedicata”. Dove il sistema funziona “la libera professione intramuraria non entra in competizione con il Pubblico”. La legge cita il veterinario solo una volta e demanda alle Regioni a fare l’apposito regolamento. Il rischio può essere un’applicazione difforme tra le varie regioni dell’intramuraria veterinaria e questa è una carenza di questa normativa, collegata al Titolo V della Costituzione e agli equilibri di competenza fra Stato e Regioni.

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Imparzialità e qualità La necessità di dare all’intramuraria veterinaria una applicazione omogena sul territorio nazionale è stata ribadita da Gonario Guaitini (Responsabile Servizio IV - Programmazione e gestione degli interventi di emergenza sanitaria, sanità veterinaria e sicurezza alimentare della Regione Umbria). “Libera professione sì, ma là dove è possibile e non confligge” ha detto, spiegando come sia il contesto sociale e normativo dei nostri giorni a richiedere che la sanità pubblica trovi nell’inattaccabilità la sua forza per difendersi dall’erosione delle competenze, dall’invecchiamento e dalla mancanza di turn over. “Noi oggi non

siamo più nella contrapposizione pubblico-privato, noi oggi abbiamo il pacchetto igiene e i regolamenti comunitari sulla sicurezza alimentare che chiedono l’indipendenza del personale che effettua i controlli ufficiali che deve essere libero da qualunque conflitto di interessi”. Le parole d’ordine dei controlli ufficiali sono imparzialità, qualità e coerenza. “Dobbiamo essere imparziali e non tacciati di possibile conflitto di interesse”. Bisogna trovare la strada e bisogna trovarla presto, prima che la filiera possa pensare di fare a meno della veterinaria, prima che casi di incompatibilità compromettano tutto il sistema della veterinaria. Siamo tutti sulla stessa barca e con “incidenti non giustificabili corriamo il rischio di affondare”. Citando i suoi maestri, Guaitini ha detto che “la professione veterinaria sposa la sanità con l’economia, ma questo non ci viene sempre riconosciuto se non nei momenti di emergenza quando diventano evidenti le implicazioni economiche della sanità pubblica”. Occorre trovare il modo di garantire l’imparzialità, “ma non facciamo battaglie di retroguardia”. “C’è trippa per tutti” a patto che la veterinaria riconquisti

rispetto e autorevolezza. Poi, ha concluso, “facciamoci pagare bene l’esclusiva”. La sanità ci ha già imposto dei limiti Nel momento in cui i veterinari hanno scelto di stare nella sanità, hanno scelto un discorso di trasparenza e di incompatibilità. L’ha chiarito bene Bartolomeo Griglio, Presidente AIVEMP e Consigliere ANMVI, sottolineando che l’incompatibilità controllore-controllato è già stata sancita. Si tratta di disposizioni “che discendono dal buon senso” e che ci arrivano dal Codice Civile e dal Codice Penale. Ad esempio è già sancito che “il personale medico e

veterinario che svolge attività di igiene e sanità pubblica o di vigilanza o controllo e quello che comunque assume, in relazione alle funzioni ispettive e di controllo esercitate, la qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria, non può svolgere attività libero professionale in favore di soggetti privati, nell’ambito del territorio che ricade sotto la competenza dell’ufficio cui è addetto. Lo stesso divieto si applica al personale degli istituti zooprofilattici sperimentali”. Le incompatibilità scaturiscono in particolare dagli articoli 2104 e 2105 del Codice Civile (con i quali viene preclusa al prestatore di lavoro qualsiasi attività che possa configurarsi in concorrenza con il datore di lavoro e che comunque possa in qualche modo compromettere la prestazione del lavoratore) e dall’articolo 324 del Codice Penale (il cumulo nella stessa persona della funzione di controllare e di controllato può delineare la fattispecie dell’interesse privato in atti d’ufficio, penalmente perseguibile). Ma anche dalle norme europee, le stesse a cui si è richiamato Gonario Guaitini: il Regolamento CE 882/2004, in vigore dal 2006. Questo provvedimento europeo vuole che il personale che effettua i controlli ufficiali sia “libero da qualsiasi conflitto di interesse”. La norma di riferimento per chiarire cosa siano i concetti di “indipendenza, imparzialità, integrità” è la Norma 17020 (ex 45004) per enti di ispezione: “il personale dell’organismo di ispezione deve essere libero da pressioni commerciali, finanziarie o di altro genere che possano influenzare il suo giudizio. Pertanto devono essere messe in atto procedure per assicurare che persone od organizzazioni esterne all’organismo di ispezione non possano influenzare i risultati delle ispezioni effettuate”. Allora cosa possiamo fare noi veterinari di sanità pubblica? ha rilanciato Griglio. La risposta sta nel fondo di perequazione e nelle attività aggiuntive. Il primo può essere una forma di integrazione di reddito per coloro che non possono esercitare la libera professione. Per il personale dirigente medico/veterinario che non svolge attività libero professionale è infatti prevista l’istituzione e la distribuzione di un fondo nel quale confluiscono in genere il 10% degli incassi provenienti dalle attività di intramoenia dell’intera ASL. Poi si tratta di individuare le attività aggiuntive finalizzate ai compiti istituzionali per i quali è previsto il pagamento di un corrispettivo da parte del privato. Alcuni esempi citati da Griglio sono: svolgimento di attività di istituto al di fuori del normale orario di servizio (es. macelli) -Rilascio di pareri preventivi su richiesta del privato, collaborazione con associazioni di categoria per la realizzazione di manuali di buone prassi igieniche o generici, realizzazione di iniziative di formazione per il personale delle micro e piccole imprese.

Luci e ombre della convenzionata

I veterinari convenzionati sono entrati a tutti gli effetti della convenzionata sanitaria. Le Regioni ne hanno bisogno “quando nell’ambito delle proprie risorse interne non riescono ad offrire tutte le prestazioni che i LEA richiedono”. Nella Regione Lazio, Ugo Della Marta, responsabile dei servizi veterinari, ha spiegato che questa figura è rappresentata in maniera rilevante: “in Lazio abbiamo almeno più di 100 vet a convenzione contro 300 dipendenti, con un rapporto di 1 a 3”. Resta ancora molto da fare ha detto Della Marta perché va perfezionata la contrattazione regionale. “La situazione è fatta di luci e ombre”: le luci sono date dal fatto di aver dato dei parametri omogenei ai trattamenti e di aver dato trasparenza alle modalità di accesso, le ombre stanno nelle risorse finanziarie ma anche nella contrattazione regionale che va perfezionata per scongiurare il rischio di un ritorno al passato. La convenzionata era già prevista negli anni ‘60, ma nel tempo specie con l’aziendalizzazione delle ASL i veterinari a convenzione sono stati reclutati nelle maniere più disparate. La responsabilità viene dall’incarico

“Dobbiamo creare le condizioni per parlare di veterinari del sistema”. Luigi Covolo, Componente del Coordinamento SISAC, ha sottolineato che, indipendentemente dall’inquadramento contrattuale, non ci sono differenze fra il convenzionato e il dipendente sul piano della responsabilità: “la responsabilità viene dall’incarico affidato per rispondere ad una domanda di salute pubblica”. Covolo ha ricordato gli incontri con ANMVI nell’affrontare la convenzionata per i veterinari: “sono convinto che l’ANMVI in quanto associazione che prescinde da un interesse contrattuale immediato può trovare un senso più ampio e compiuto, un’associazione come questa ha una possibilità


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laPROFESSIONE VETERINARIA 42/2007 ANMVI INFORMA in più non essendo tirata per la giacca ma potendo guardare oltre e soprattutto verso la Categoria”. SISAC ha avuto mandato dal comitato di settore delle regioni di dare una norma a questo settore che si basava su ingaggi anche non rispettosi (fatti di “pacche sulle spalle” dirà poco dopo Claudio Fantini, Segretario Nazionale UILFPL). I Lea, ha ricordato, hanno introdotto l’appropriatezza delle cure, “adesso dobbiamo arrivare all’appropriatezza delle strutture perché è lì che ci sono gli sprechi”: le risorse in sanità non sono poche, ma la redditività non è corrisposta. Credo - ha aggiunto che sia più produttivo per il SSN riconoscere l’esclusività che continuare in questo equivoco devastante se il cittadino trovandosi a prenotare la sua prestazione si vede prospettare mesi di attesa e nello stesso giorno gli viene offerta, a pagamento, nella stessa struttura pubblica. Ci deve essere chiarezza sulla libera professione e sulle prestazioni del SSN.

“Se insisti e persisti alla fine conquisti” ha detto il Segretario Nazionale UIL-FPL, Claudio Fantini, ripercorrendo le tappe delle trattative in SISAC. La veterinaria convenzionata è una nuova forma di lavoro “che vede nella figura del dirigente colui che interpreta il dato e organizza e nel convenzionato colui che opera sulla base dell’analisi del dato stesso”. Occorre “fare di questa figura la nostra punta di lancia”, agendo sul fatto che “la convenzionata offre la possibilità di lavorare per obiettivi”. E “basta coi cahiers de doléances».

Ognuno faccia il suo mestiere e conclusioni sono state affidate al Presidente della FNOVI, Gaetano Penocchio, che per ognuno dei temi trattati ha portato le linee di indirizzo della Federazione. Penocchio ha riferito in merito alle attuali difficoltà di dialogo con l’università, con parole chiare e dirette (“perché se mi si vuole sentire parlare chiaramente mi si invita altrimenti sto a casa”). “In FNOVI abbiamo fatto il test di accesso, anche gli universitari ci hanno provato ed è stato un disastro” - ha detto - e intanto, le facoltà formano “profili femminili che di sicuro conoscono la bandiera della Bolivia ma non andranno negli allevamenti dei suini e non sanno cos’è l’autocontrollo”. Una proposta per mettere un filtro all’accesso, di provenienza accademica e ricordata dal Presidente della FNOVI, potrebbe essere quella di liberalizzare l’ingresso al primo anno e di consentire il passaggio al secondo anno solo agli studenti più meritevoli e motivati, dopo aver fatto conoscere loro la vera professione veterinaria. Bene anche agire sul FFO e no agli ospedali universitari che anziché essere didattici o fare clinica riferita si mettono sul mercato delle prestazioni “e fanno vaccinazioni”. Quanto al veterinario aziendale, “è tutto contenuto e quel che manca è la scatola”: manca la contrattualizzazione e manca la strutturazione dei flussi informativi verso l’autorità pubblica. Un veterinario aziendale adeguatamente formato “è un presidio sanitario con notizie importantissime per il veterinario pubblico”. I Leavet sono una risposta a bisogni di sanità e della società che hanno l’assenso di tutti e sono una risposta anche a tante “mutue speculative”. Non sono una invasione di campo semmai: “prima di pensare a sterilizzare il primo cane di proprietà dobbiamo aver sterilizzato l’ultimo cane non di proprietà”. Ci sono i compiti di sanità pubblica a dettare le priorità: “con la vescicolare 41000 suini saranno soppressi e altri 50.000 lo sono già stati, concentriamoci su questo e ognuno faccia il suo mestiere”. La libera professione intramuraria impone di rispettare i limiti del non contrasto. Quando è intramuraria “aumenta la quantità o la qualità delle azioni di sanità pubblica”. La convenzionata, infine, è una situazione finalmente normalizzata: “c’è un accordo collettivo nazionale, applichiamolo”. La condizione occupazionale del veterinario è tuttavia ancora molto critica in Regioni dove sono le associazioni allevatoriali a gestire, e per giunta con fondi pubblici, il mercato del lavoro veterinario.

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Ringraziamenti L’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani ringrazia i relatori e tutti i Colleghi che hanno partecipato al Congresso e contribuito al dibattito. L’auspicio è quello formulato dal Consigliere ANMVI, Sandro Barbacini, che nel congedare la platea ha invitato tutte le parti in causa a passare dalle parole ai fatti “per non ritrovarci il prossimo anno a ridire le stesse cose”. Professione Veterinaria ha scelto di riportare i passaggi più significativi delle argomentazioni congressuali e si scusa di non poter

riprodurre, per esigenze di sintesi, i tanti interventi dalla platea. Sulla questione universitaria, inevitabilmente emersa anche in questa sede, Professione Veterinaria tornerà nei prossimi numeri, ripartendo dall’intervento del Presidente SISVET, Prof. Antonio Pugliese che proprio al Congresso dell’ANMVI ha annunciato un incontro plenario su formazione e professione: il 6 dicembre tutti gli attori della veterinaria potranno confrontarsi su questo tema all’Auditorium del Ministero della Salute. ■

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laPROFESSIONE VETERINARIA 42/2007 FOCUS

Sincronizzazione estrale delle scrofette

di Paola Gherardi

Serata d’informazione tecnico-scientifica per medici veterinari suiatri mirata a far luce sui vantaggi della sincronizzazione nelle scrofe

Principali funzioni del progesterone Ormone garante del mantenimento della gestazione • feed back negativo all’ipotalamo (GnRH release), impedisce la ripresa della fase estrogenica del ciclo • influenza lo sviluppo di ovidutti e del tessuto endometriale • responsabile della produzione embrionale di estradiolo (Geisert et al., 1982). • estradiolo inverte il rilascio di PGF2· da esocrino ad endocrino prevenendo la luteolisi (Ziecek,2002) • LH regola la produzione di progesterone nel Corpo luteo dopo 12° giorno (Anderson et al. 1967). • stimola la produzione embrionale di estradiolo per mantenere la gravidanza (Second signal, Pusateri et al. 1996)

na serata per affrontare un tema importante sia dal punto di vista della salute dell’allevamento che da quello economico offerta da Janssen Animal Health azienda che affianca i professionisti con aggiornamenti e informazione per una crescita continua e una sempre più completa preparazione. Motivi, metodi e vantaggi della sincronizzazione secondo il Dr. Jan Jourquin (International Technical Service Manager) sono riscontrabili nella quotidianità e nell’economicità dell’azienda che può trarne beneficio in svariati aspetti. Il Dr. Angelo Montagner (Marketing Manager Jassen Animal Health Italia) ha completato con gli aspetti legislativi e le modalità di impiego del principio attivo.

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Ogni azienda racchiude una realtà a se stante, con problemi e meccanismi organizzativi diversi, ma tutti gli allevamenti sono accomunati dall’esigenza di abbattere i costi garantendo salute agli animali e produttività. Per questo, il Dr. Jan Jourquin ha focalizzato l’attenzione sugli obiettivi della sincronizzazione delle scrofette e sull’importanza di un miglior sistema di lavoro in grado di suddividere e gestire la routine aziendale. Con una gestione a bande, infatti, si possono organizzare gli interventi raggruppando gli animali e distribuendo il lavoro in settimane prevedendo così i parti, le fecondazioni, il periodo di tutto pieno tutto vuoto ecc. migliorando, inoltre, la qualità di vita dei tecnici di stalla.

Grazie all’impiego di Altrenogest si possono ottenere suini omogenei, creare gruppi ottimali per le fecondazioni, ridurre i locali per i parti e trarre benefici sia tecnici che finanziari con una significativa riduzione del tempo delle attività aziendali. Per il passaggio di gestione e per organizzare lo schema di lavoro a bande sarà indispensabile definire il programma riproduttivo e decidere il giorno in cui fecondare poiché quest’ultimo determina lo schema di lavoro, inoltre, sarà opportuno pianificare l’introduzione delle scrofette. Altrenogest, progestinico di sintesi, è un principio attivo ad azione gestogena che esplica la sua attività bloccando la crescita follicolare alla fine della fase luteale, in questo modo, l’animale non viene in estro e ne viene prolungato il ciclo estrale. La molecola è idrofobica e apolare, l’assorbimento è rapido, dopo la somministrazione per os penetra nella cellula attraverso i lipidi di membrana ed agisce grazie al legame coi recettori specifici, viene metabolizzato principalmente a livello epatico ed i metaboliti sono inattivi ed eliminati tramite bile, feci ed urine. Le conseguenze della somministrazione di Altrenogest sono riscontrabili a livello ovarico con follicoli di maggiori dimensioni alla fine della fase luteale e con un diretto tasso di ovulazione più alto e una maggior percentuale di sopravvivenza embrionale. È necessario che l’animale a cui si vuole somministrare Altrenogest sia ciclico, di età superiore ai 240 giorni con un peso non infe-

riore ai 140 kg, sverminato, vaccinato e non sottoposto a stress ambientali né di altra natura. Inoltre, le condizioni dell’allevamento dovranno essere tali da consentire una somministrazione individuale e quotidiana per 18 giorni ad ogni animale trattato così come si dovranno evitare nuovi rag-

gruppamenti, interventi sanitari quali vaccinazioni sui soggetti in trattamento e contatti con il verro. Per quanto riguarda gli aspetti legislativi l’uso del progestinico di sintesi è regolamentato dal decreto legislativo 158/2006 (Gazzetta Ufficiale N. 98 del 28 Aprile 2006) di cui l’articolo 5 riferisce il divieto

di impiego di sostanze ad azione ormonica, tireostatica e delle sostanze beta-agoniste nelle produzioni animali, in deroga al divieto viene consentita la somministrazione per fini di trattamento zootecnico di medicinali veterinari che contengono sostanze ad azione gestagena. La somministrazione deve essere a cura del medico veteinario e vietata ad animali da produzione nonché da riproduzione a fina carriera durante l’ingrasso e ne resta vietata la scorta. La sincronizzazione estrale delle scofette risulta, quindi essere, il frutto di un lavoro di organizzazione e gestione dell’allevamento cha nasce dalle considerazioni e dalla cooperazione dell’allevatore e del veterinario per gestire al meglio tempi e spazi dell’azienda e per garantire reddito e salute degli animali. ■


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Tumori mammari: similitudini tra cagna e donna

di Maria Grazia Monzeglio

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Lesioni pre-neoplastiche sono virtualmente identiche. La scoperta beneficerà entrambe le specie gna venivano confrontate con le biopsie umane. Il focus dello studio non era il tumore bensì le lesioni pre-cancerose nel tessuto circostante il tumore. Nei campioni di 60 cani si riconoscevano lesioni intraepiteliali caratterizzate come: adenosi, adenosi sclerosante, papilloma intraduttale, papilloma e lesioni pre-maligne dei tumori mammari della cagna e della donna mostrano numerose similitudini. La scoperta può portare a una migliore comprensione della progressione e della terapia dei tumori mammari umani e canini. Uno studio italo-americano condotto in collaborazione tra ricercatori umani e veterinari e pubblicato su Journal of Cancer Epidemiology, Biomarkers, and Prevention, ha identificato similitudini nelle lesioni benigne umane e canine considerate a rischio per lo sviluppo dei tumori mammari maligni. Il cane sviluppa spontaneamente i tumori mammari ed è esposto agli stessi fattori di rischio ambientali dell’uomo; per questo rappresenta un modello ideale per confrontare le lesioni mammarie che evolvono in tumore e quelle che invece regrediscono. Nella donna, le lesioni intraepiteliali benigne sono riconosciute fattori di rischio di cancro invasivo e la loro presenza influenza l’approccio terapeutico. Lo studio ha analizzato 212 biopsie tissutali provenienti da 200 cagne con tumori mammari provenienti dall’archivio dell’Animal Disease Diagnostic Laboratory e del Veterinary Teaching Hospital della Purdue University e dall’Istituto di Patologia Generale e Anatomia Patologica della Facoltà di Medicina Veterinaria di Sassari (Sardegna). Le biopsie della ca-

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Esportazione di embrioni bufalini fertilizzati in vitro n’esperienza positiva di esportazione di embrioni di bufalo fertilizzati in vitro dall’Italia agli Stati Uniti viene descritta in un articolo pubblicato su Theriogenology. Nel 2005, embrioni di Bubalus bubalis fertilizzati in vitro che erano stati criopreservati mediante vitrificazione venivano scongelati negli Stati Uniti (California) e trasferiti in femmine riceventi di B. bubalis. Gli embrioni provenivano dall’Italia, dove erano stati prodotti mediante TVOPU (transvaginal oocyte pickup) e successiva maturazione, inseminazione e coltura in vitro. L’articolo descrive l’esperienza positiva di esportazione degli embrioni dall’Italia agli USA nel rispetto dei regolamenti dell’Animal Import/Export Office dell’USDA-APHIS (Animal and Plant Health Inspection Service) americano.

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scelorosante, iperplasia duttale, iperplasia duttale atipica e carcinoma in situ duttale. Si è riscontrato che l’aspetto microscopico delle lesioni preneoplastiche era virtualmente identico nella donna e nella cagna, al punto da rendere difficile capire se il campione appartenesse all’una o all’altra specie. Gli

autori commentano che, a causa della frequenza delle lesioni, della loro associazione con il tumore mammario spontaneo e della somiglianza con le lesioni umane, le lesioni della cagna costituiscono il modello ideale per lo studio del tumore mammario umano, ma la ricerca avrà benefici anche per la

gestione delle neoplasie mammarie canine. Con migliori strumenti diagnostici e la diagnosi precoce, la cagna potrà disporre degli stessi trattamenti riservati alla donna. Lo studio si rivolgerà in futuro anche al gatto, in cui le neoplasie mammarie hanno un tasso di malignità pari al 90%. ■


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Reazioni vaccinali avverse nel gatto

di Maria Grazia Monzeglio

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Più comuni dopo immunizzazioni multiple concomitanti ual è l’incidenza delle reazioni avverse che si verificano nei primi 30 giorni dopo la vaccinazione nel gatto, e quali sono i fattori di rischio? Uno studio ha analizzato retrospettivamente le cartelle cliniche di 496.189 gatti vaccinati in 329 ospedali veterinari, ricercan-

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do la segnalazione di reazioni vaccinali avverse, classificate dal veterinario come reazione vaccinale non specifica, reazione allergica, orticaria, shock o anafilassi. Si individuavano 2.560 reazioni avverse a fronte della somministrazione di 1.258.712 dosi di vaccino a 496.189 gatti (51,6 rea-

zioni avverse/10.000 gatti vaccinati). Il numero di reazioni aumentava significativamente al crescere del numero di vaccini somministrati per seduta. Il rischio era maggiore per i gatti attorno a un anno di età. Il rischio complessivo era maggiore per i gatti sterilizzati rispetto a quelli interi. La reazione

più comune era la letargia associata o meno a febbre. Nessuna delle reazioni localizzate registrate nel periodo di 30 giorni era in seguito diagnosticata come neoplasia durante un follow-up di 1-2 anni. Benché il tasso complessivo di reazioni vaccinali avverse fosse basso, i gatti giovani adulti sterilizzati che ricevevano vaccinazioni multiple per seduta presentavano il maggior rischio di una reazione avversa entro 30 giorni dalla vaccinazione. I medici veterinari, concludono gli autori, dovrebbero includere questi risultati nelle loro comunicazioni di rischio e limitare il numero di vaccinazioni somministrate contemporaneamente ai gatti. ■

Diabete mellito nel gatto: è colpa del cibo secco? Sono il confinamento in casa e l’inattività i veri responsabili dell’endocrinopatia, secondo uno studio on l’addomesticamento e l’urbanizzazione, da attivo cacciatore con un’alimentazione ricca di proteine il gatto è divenuto un animale più sedentario con una dieta ricca di carboidrati. È stato ipotizzato che un’elevata assunzione di cibo secco e la mancanza di attività fisica possano giocare un ruolo nello sviluppo del diabete mellito di tipo 2 nel gatto. Uno studio ha raccolto retrospettivamente le informazioni sull’anamnesi dietetica e l’attività fisica di 96 gatti con diabete mellito e 192 controlli. L’associazione tra le variabili derivate dal questionario e lo sviluppo di diabete mellito è stata indagata mediante analisi della regressione logistica condizionata. La percentuale energetica fornita dal cibo secco nella dieta non era significativamente correlata allo sviluppo di diabete mellito, mentre lo erano sia il confinamento in casa sia la scarsa attività fisica. I risultati indicano che la proporzione di cibo secco nella dieta del gatto può non costituire un fattore di rischio indipendente per lo sviluppo di diabete mellito felino di tipo 2, al contrario dell’attività fisica e del confinamento in casa.

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Le notizie di Vet Journal sono consultabili on line all'indirizzo http://www.evsrl.it/vet.journal/ • Notizie scientifiche • Archivio bibliografico • Servizio Cytovet


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Dalla L.R. n. 60 del 1993 alla proposta Leavet

In Veneto si studia l’assistenza veterinaria garantita

l 17 novembre si è svolto ad Arzignano (VI) presso la sede di Villa Brusarosco un convegno organizzato dal Coordinamento Regionale dell’ENPA: Abbandono e Randagismo: illegalità tollerate? Il punto di partenza è stata la Legge Regionale del Veneto n. 60 del 1993, (*) che ha recepito la Legge quadro 281 del 1991 in materia di animali d’affezione e prevenzione del randagismo. “Lavorare congiuntamente per la salute dei cittadini e per il benessere degli animali è una scelta di civilta’’ - ha affermato l’assessore alle Politiche sanitarie, Francesca Martini (foto) a margine del convegno. “Oltre ai fondi per le strutture di ricovero di cani randagi - ha aggiunto - mi impegno oggi a finanziare congiuntamente anche la prosecuzione del programma di sterilizzazione tanto auspicato dalle associazioni. Adesso sarà fondamentale operare per lo sviluppo di un pacchetto di cure veterinarie a carico del Servizio sanitario regionale e da garantire alle persone anziane a basso reddito e ai disabili che hanno adottato un cane o desiderano farlo”. I veterinari Veneti erano presenti al convegno nelle loro diverse vesti istituzionali: il Dr. Giovanni Vincenzi, responsabile dell’Unità di Progetto Sanità Animale e Igiene Alimentare della Regione Veneto, il Dr. Giulio Cristiani, Coordinatore dei Servizi Veterinari dell’ULSS 5 e il Dr. Nicola Gasparinetti, Presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari di Vicenza, hanno svolto parte delle relazioni in programma. Fra gli ospiti, il Dr. Alberto Petrocelli, Presidente della Federazione Regionale degli Ordini dei Medici Veterinari del Veneto ed il Dr. Lamberto Barzon, Responsabile della Commissione Animali da Affezione della Federazione Regionale. I rappresentanti veterinari delle ASL e della Regione hanno presentato relazioni in linea con i loro ruoli istituzionali. Il collega Nicola Gasparinetti, Presidente dell’Ordine di Vicenza ha presentato la relazione: “Educazione e prevenzione: ruolo dei veterinari privati”. Un intervento fuori programma del Dr. Alberto Petrocelli ha consentito di portare a conoscenza del pubblico e delle autorità regionali dell’esistenza del progetto Leavet e della presentazione del PDL dell’onorevole Mancuso volendo dimostrare che esi-

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(*) http://www.consiglioveneto.it/crvportal/leggi/ 1993/93lr0060_ToC.html

ste da parte della classe veterinaria la volontà di venire incontro alle esigenze dei cittadini svantaggiati economicamente agevolando l’erogazione di prestazioni veterinarie presso gli ambulatori privati in regime di convenzione con il SSN. Il Collega Barzon, intervenendo come Presidente dell’Ordine di Padova, ha potuto riferire ai presenti l’esperienza dei veterinari privati (L.P.) padovani operanti nel territori dell’ASL 15 - Cittadella - Camposampiero (15 strutture vet. circa) dove è in essere, da svariati anni, una convenzione con l’ASL per il tramite della “lega difesa del cane”, per la sterilizzazione delle gatte randagie (704 gatte sterilizzate nel 2007). Barzon ha inoltre dato la disponibilità dei Veterinari privati veneti ad operare in regime di convenzione con il Sistema Sanitario Regionale e con i Comuni per la sterilizzazione e la medicina di base sui randagi e sugli animali di proprietari poco abbienti secondo quanto previsto dall’attuale Legge Regionale 28-12-93 n° 60 “Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo”. Inoltre, avendo il Dr. Vincenzi precisato nella sua relazione che “il 71% dei cani iscritti all’anagrafe canina nella nostra regione sono stati microcippati dai veterinari privati” si è dedotta l’importanza della collaborazione con i veterinari LLPP, sia per la presenza capillare sul territorio sia per l’organizzazione e l’adeguatezza delle strutture. Le associazioni presenti hanno mostrato vivo interesse per le varie proposte e hanno favorevolmente visto il coinvolgimento delle strutture dei veterinari LLPP. Alcuni dirigenti veterinari pubblici presenti (Az-USSL n.5; Az-USSL n.6), hanno convenuto sull’opportunità che tali convenzioni debbano essere avviate, anche per l’impossibilità di molte strutture pubbliche a prestare i servizi richiesti e imposti dalle leggi vigenti. Al termine delle presentazioni i veterinari del Veneto hanno rinnovato alle Autorità Regionali la disponibilità a fornire tutto il supporto tecnico e professionale necessario per la revisione della normativa. La scelta vincente “Domenica 18 novembre - commenta il Presidente Lamberto Barzon - in occasione del Congresso nazionale ANMVI, ho relazionato sugli avvenimenti qui sopra riportati e ho raccomandato ai colleghi presenti di attivarsi per ripetere tali esperienze. Giro a voi tale invito, diamoci da fare per diventare protagonisti di ciò che riguarda e interessa gli animali, solo così riusciremo a riappropriarci della nostra professione. Non voglio proprio credere che l’Assessore Martini, presente al convegno ENPA solo nella fase iniziale dei lavori, pensasse alle strutture pubbliche per lo svolgimento dei compiti ipotizzati, se così fosse dovremo far valere

quel 71% di microchip e la “tariffa politica” imposta dalla Regione Veneto e da noi accettata per il loro inserimento. Sapremo comunque farci valere in forza delle ragioni economiche che vedono nella veterinaria privata e nelle convenzioni la scelta vincente”. Gli fa eco il Collega Alberto Petrocelli: “il mio breve intervento al convegno ha consentito di portare a conoscenza del pubblico e delle autorità regionali dell’esistenza del progetto Leavet e del fatto che esiste da parte della classe veterinaria la volontà di venire incontro alle esigenze dei cittadini svantaggiati economicamente consentendo di effettuare prestazioni veterinarie presso gli ambulatori privati in regime di convenzione con il SSN. Visto l’interesse da parte dei partecipanti, ho avuto modo di prendere contatti con un responsabile della Direzione per l’assistenza legislativa della Regione Veneto a cui ho consegnato il PDL Mancuso e a cui ho dato la disponibilità della nostra Federazione ad intervenire nella stesura della nuova legge regionale sul randagismo in collaborazione con le autorità competenti regionali. Credo ci siano comunque le basi per poter intervenire sia come Federazione Regionale ai tavoli istituzionali, rivendicando la presenza visto il ruolo cardine che riteniamo di avere, sia come ANMVI sul territorio per divulgare capillarmente e far comprendere i vantaggi del progetto Leavet ai colleghi e ai potenziali beneficiari del progetto”. ■

Un commissario straordinario per l’emergenza brucellosi in fase di definizione un’ordinanza di protezione civile per la nomina del commissario straordinario “preposto all’adozione di tutte le necessarie e urgenti iniziative idonee a rimuovere le situazioni di emergenza sanitaria ed economica e assicurare l’indispensabile sostegno alle aziende zootecniche bufaline nell’area territoriale del Caserta’’. Lo ha annunciato il ministro della salute Livia Turco durante il question time alla Camera del 21 novembre, riferendosi alle misure adottate contro la brucellosi bufalina in Campania. Il Ministro ha risposto ad una interrogazione parlamentare presentata dall’On. Marco Lion (Verdi), Presidente della Commissione Agricoltura della Camera. “Il mancato abbattimento dei capi infetti - ha detto Livia Turco - conseguente alle pronunce del TAR Campania, ha paralizzato le misure straordinarie adottate con l’ordinanza e con il piano straordinario contro la brucellosi bufalina nella provincia di Caserta. Pertanto, nella necessità di porre in atto interventi urgenti finalizzati a superare la fase dell’emergenza, anche in considerazione delle implicazioni socioeconomiche sull’intera filiera bufalina, il Presidente del Consiglio dei ministri, con decreto del 3 agosto 2007, ha dichiarato lo stato di emergenza socioeconomica nel territorio della provincia di Caserta e zone limitrofe fino al 30 giugno 2008”. Inoltre, “allo scopo di dissipare i timori in merito a una presunta estinzione del patrimonio bufalino a seguito dell’abbattimento di tutti i capi positivi alla brucellosi, secondo quanto previsto dall’ordinanza ministeriale del 2006, nel 2007 - ha detto il Ministro - è stato effettuato un monitoraggio straordinario della brucellosi bufalina in provincia di Caserta e i controlli hanno consentito di stabilire come possibile un tetto massimo di 30.000 capi positivi da abbattere in tutta la provincia di Caserta in tre anni, a fronte di un patrimonio totale di 180.000 capi’’. Nella sua interrogazione parlamentare l’On. Lion ha osservato che “la problematica della brucellosi bufalina in Campania è forse l’elemento di crisi in materia sanitaria zootecnica più antico e controverso, che a vari livelli, comunitario, nazionale e regionale, a cadenze temporali ricorrenti si è costretti ad affrontare; questa grave problematica sanitaria, colpisce un numero molto consistente di aziende e di capi: già in sede di applicazione della citata ordinanza sono scaturiti dati e stime sui capi positivi da abbattere assai preoccupanti, avendo dovuto constatare che se si fossero adottate le misure di abbattimento immediato dei capi infetti, come previsto dalla disposizione ministeriale, nel territorio di Caserta si sarebbe corso il rischio di decimare, senza possibilità di sostituzione e di alternative, l’intero settore zootecnico di questa provincia, che, va ricordato, rappresenta in questo territorio più del 60 per cento della consistenza bufalina totale”.

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Aviaria, piano di vaccinazione di emergenza in Lombardia essere valutate e autorizzate dalla ASL competente. Qualsiasi variazione deve essere comunicata alla autorità regionale.

on decreto n. 13540 della Direzione Generale della Sanità del 13 novembre, la Regione Lombardia ha modificato il D.D.S. n. 1491 del 19 febbraio 2007 “Linee guida per la prevenzione e il controllo dell’influenza aviaria in Lombardia - Revoca del d.d.s. 2565/06 e del D.D.S. 5646/06”, integrandolo con la sezione H, che ne costituisce parte integrante. Con il presente decreto sono rese obbligatorie in tutta la regione Lombardia le modalità di applicazione del Piano di Vaccinazione di Emergenza indicate nella sezione H. Il piano di vaccinazione di emergenza, iniziato nel mese di ottobre 2007, avrà la durata di almeno 6 mesi. In base all’evolversi della situazione epidemiologica e alla disponibilità di nuovi vaccini, il Piano di vaccinazione potrà subire modifiche in corso di attuazione.

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Vaccini Attualmente sono utilizzabili 2 tipi di vaccini: un vaccino bivalente eterologo (H7N4 e H5N9) di cui sono disponibili circa due milioni di dosi e un vaccino monovalente e-

terologo (H7N1) di cui sono disponibli circa 15 milioni di dosi. La scelta del vaccino è in funzione della specie avicola da sottoporre a profilassi immunizzante. Specie avicole sottoposte a vaccinazione La profilassi immunizzante obbligatoria dovrà essere effettuata in tutti gli allevamenti di tacchini da carne e negli allevamenti di ovaiole per la produzione di uova da consumo, che applicano il tutto pieno-tutto vuoto almeno a livello di singola unità produttiva, nonché negli allevamenti di capponi. Il Servizio Veterinario Regionale competente per territorio, sentito il parere del Centro di Referenza Nazionale per l’influenza aviaria, in base alla situazione epidemiologica e al rischio di diffusione della malattia, può autorizzare la vaccinazione degli allevamenti di riproduttori. Veterinari incaricati al ritiro e somministrazione del vaccino Sono autorizzati al ritiro e somministrazione del vaccino i medici veterinari già autorizzati nelle precedenti campagne di vaccinazione. Eventuali nuove richieste devono

Schemi vaccinali I veterinari devono richiedere al CREV l’autorizzazione al ritiro e somministrazione del vaccino tramite il Mod. B del presente decreto. La vaccinazione deve essere obbligatoriamente attuata secondo lo schema riportato nell’allegato VI (schemi vaccinali) e applicando le linee guida dell’allegato VII (vedi box). A seguito dell’evoluzione sfavorevole della situazione epidemiologica il Ministero della Salute, sentito il Centro Nazionale di Referenza, può modificare gli schemi vaccinali previsti. Per tutte le specie e le tipologie produttive del piano di vaccinazione è necessario che venga rispettato un intervallo minimo di tre settimane tra gli interventi vaccinali. La somministrazione del vaccino anti-influenzale deve essere effettuata evitando di miscelare lo stesso ad altri presidi immunizzanti. All’inizio della campagna di vaccinazione, l’esecuzione delle operazioni di vaccinazione verranno attuate in accordo con le seguenti indicazioni: • Verranno vaccinate almeno una volta le galline ovaiole in deposizione accasate in allevamenti che attuano il tutto pieno/tutto vuoto almeno di capannone e che non sono vicine alla fine del periodo produttivo (macellazione entro il 31/01/08). • I tacchini da carne femmina di 50-60 giorni di età e i tacchini maschi di 70-80 giorni di età dovranno essere vaccinati almeno una volta. Tacchini di età superiore non verranno vaccinati. • I capponi accasati da non oltre 60 gg. I capponi di età superiore non verranno vaccinati. Successivamente devono essere rispettati i seguenti schemi: Tacchini da carne 1° intervento: 30 - 45 giorni 2° intervento: 60 - 80 giorni Capponi una sola vaccinazione: 60 - 80 giorni. Ovaiole per la produzione di uova da consumo - Pollaio di svezzamento all’interno dell’area di vaccinazione: 1° intervento 30 - 45 giorni 2° intervento 105 -120 giorni - Pollaio di svezzamento all’esterno dell’area di vaccinazione: 1° intervento 16 settimane (all’accasamento) 2° intervento 22 settimane A seconda dell’andamento dei titoli sierologici è possibile prevedere una rivaccinazione delle ovaiole per la produzione di uova da consumo in deposizione. Sanzioni Il mancato rispetto delle disposizioni previste per la movimentazione di volatili da e verso le aree sottoposte al programma di vaccina-

Linee guida per l’esecuzione della campagna di vaccinazione - Allegato VII L’autorità competente organizza e coordina la campagna di vaccinazione provvedendo a: a) stilare ed aggiornare la lista di: • allevamenti da sottoporre a vaccinazione, • degli allevamenti vaccinati, • degli allevamenti che non devono essere vaccinati, • delle dosi di vaccino acquisite, • delle dosi vaccinali e del materiale distribuito, b) compilare ed aggiornare un registro degli allevamenti da ispezionare e testare (sia vaccinati, sia non vaccinati), in cui devono essere riportati i risultati degli esami diagnostici; c) distribuire il vaccino - Il vaccino deve essere distribuito da un centro di distribuzione appositamente istituito. I Servizi veterinari dell’AzULSS competenti per territorio provvedono, se necessario, alla fornitura e distribuzione di siringhe, aghi, disinfettanti, camici e stivali a perdere; d) individuare ed istruire i vaccinatori - La vaccinazione può essere eseguita dai detentori dei volatili o da squadre di vaccinatori che devono essere accuratamente istruiti ed operare sotto la responsabilità del veterinario ufficiale o di un veterinario autorizzato. Ogni singolo allevamento deve essere dotato di strumentazione dedicata. Particolare attenzione va posta all’adozione di rigorose norme igieniche in entrata ed uscita dagli allevamenti, al fine di evitare la diffusione del virus da parte dei vaccinatori.

zione comporta, oltre che l’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria, anche: • il sequestro dell’allevamento; • l’applicazione delle sanzioni amministrative di cui all’art. 16 del D.L. 9 luglio 2003, n° 225; • l’obbligo dell’effettuazione, con spese a carico dell’allevatore, di controlli virologici e sierologici

per l’influenza aviaria a cadenza quindicinale per 3 volte consecutive. Se in tale periodo gli animali dovessero infettarsi, il servizio Veterinario competente per territorio non procederà al pagamento degli indennizzi previsti dalla L. 218/88. Il decreto è disponibile all’indirizzo www.sanita.regione.lombardia.it ■

ASL di Cremona, tre veterinari sospesi per incompatibilità? iferisce il quotidiano cremonese “La Provincia” che tre funzionari della ASL, tutti appartenenti al Settore Attività Prevenzione Veterinaria sarebbero stati sospesi in via cautelare dal lavoro e dallo stipendio. Due di loro per due mesi, il terzo per un mese. E’ mistero sul provvedimento che risalirebbe a qualche giorno fa e che sarebbe stato preso nell’ambito di una serie di controlli partiti a livello nazionale nel mondo della sanità ed estesi alle attività delle ASL. Verifiche a tappeto disposte, a quanto pare, dalla Corte dei Conti ed eseguite anche dalla Guardia di Finanza. A uno dei medici veterinari sospesi verrebbe contestata una sorta di incompatibilità, il fatto di essere nello stesso tempo controllore e controllato, dirigente e responsabile di un’associazione del settore. Al comando della Guardia di Finanza di Cremona bocche cucite sui particolari della vicenda ma anche la conferma che i controlli ci sono stati e continueranno. No comment anche dai vertici della ASL, al cui interno si insiste sulla necessità di “contestualizzare” la questione sottolineando che non esiste un caso Cremona e si osserva di non poter venir meno alle esigenze di riservatezza perchè “gli approfondimenti potrebbero avere rilevanza penale”. Uno dei veterinari sospesi, pur non nascondendo la sua sorpresa, conferma: “Sì in questo momento sono a casa, ma in questo momento non posso dire di più”. Gli sviluppi della vicenda vengono seguiti da vicino dai responsabili dell’Azienda. Il quadro complessivo e soprattutto i motivi della sospensione dei tre veterinari potrebbero essere più chiari nel giro di alcuni giorni. (La Provincia, 21 novembre 2007)

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Decreto in vigore dal 23 novembre

a cura di Aldo Vezzoni

Stabiliti i criteri di esenzione dall’obbligo di prescrizione veterinaria Il provvedimento riguarda alcuni medicinali veterinari destinati ad animali da produzione alimentare l Ministero Della Salute ha recepito con proprio decreto la Direttiva 2006/130/CE (Direttiva 2006/130/CE della Commissione dell’11 dicembre 2006, che attua la direttiva 2001/82/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, concernente la fissazione dei criteri per l’esenzione dall’obbligo della prescrizione veterinaria vigente per taluni medicinali destinati ad animali da produzione alimentare). Dal 23 novembre i medicinali veterinari destinati ad animali da produzione alimentare possono essere esentati dall’obbligo di vendita con prescrizione medicoveterinaria. L’esenzione è possibile solo per i medicinali che soddisfano tutti i criteri indicati nell’allegato del provvedimento ministeriale (Decreto 31 Ottobre 2007 - Gazzetta Ufficiale n.272 Del 22 Novembre 2007), ovvero: 1. che non richiedano alcuna conoscenza o competenza particolare per l’utilizzazione; 2. anche se non somministrati correttamente, rispetto a quanto stabilito nell’autorizzazione all’immissione in commercio, non presentino alcun rischio diretto o indiretto per l’animale o per gli animali trattati, la persona che li somministra o l’ambiente; 3. presentino un riassunto delle caratteristiche del medicinale veterinario che non contenga alcuna avvertenza riguardo a possibili gravi effetti collaterali negativi derivanti dell’utilizzo corretto; 4. contengano sostanze attive che in precedenza non sono state oggetto di frequenti segnalazioni di gravi effetti collaterali negativi, sia per quanto riguarda i medicinali veterinari che per qualsiasi altro medicinale; 5. presentino un riassunto delle caratteristiche del medicinale che non contenga controindicazioni connesse al contemporaneo utilizzo con altri medicinali veterinari utilizzati comunemente senza prescrizione; 6. non richiedano condizioni di conservazione particolari; 7. non comportino alcun rischio per la sicurezza dei consumatori in riferimento ai residui nei prodotti alimentari ottenuti da animali trattati; nemmeno in caso di utilizzo scorretto; 8. non comportino alcun rischio per la salute umana o animale in riferimento allo sviluppo di resistenze a sostanze antimicrobiche o antielmintiche, nemmeno in caso di utilizzo scorretto. D’ora in poi, ai fini dell’esenzione, la richiesta di autorizzazione all’immissione in commercio (AIC) dovrà essere accompagnata dall’attestazione del rispetto dei criteri d’esonero. Per i farmaci che sono invece già

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presenti sul mercato con un regime di dispensazione senza obbligo di prescrizione veterinaria, il titolare dell’AIC che voglia man-

tenere tale regime dovrà farne specifica richiesta inviando la documentazione comprovante il rispetto di tutti gli otto criteri d’e-

senzione. Sul provvedimento è stato acquisito il parere della Commissione consultiva del farmaco veterinario e il parere fa-

vorevole della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano. ■


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LETTERE AL DIRETTORE

Liberiamoci dalle catene Caro Direttore vorrei rispondere alla lettera del collega Maurizio Vedani di Varese in relazione al “pet corner” facendo una considerazione spero breve quanto la sua. Nel terzo millennio dove il cambiamento delle abitudini della popolazione ed il modo di vivere viaggia ad una velocità impensa-

bile sino a qualche anno fa, credo che anche le nostre capacità di adattamento devono essere veloci ed improntate alla completa soddisfazione del cliente. Credo che dobbiamo essere primi noi ad immaginarci ed eventualmente a trasformarci in veri imprenditori liberandoci dalle catene che ci vedono sempre come animalisti puri disposti ad anteporre sempre al proprio guadagno la cura dei migliori amici dei nostri clienti. Vendere prodotti fi-

nalizzati alla guarigione delle malattie per cui gli animali ci vengono portati in visita credo che faccia parte della concorrenza leale verso farmacie e colleghi che non vogliono o possono farlo, che deve essere sempre accompagnato e viaggiare sullo stesso livello ad un guadagno adeguato. Credo che sia più giusto che i veterinari vendano farmaci e mangimi medicali piuttosto che per una farmacia vendere giocattoli o profumi.

Per quanto riguarda l’Iva è assolutamente un discorso politico e i nostri rappresentanti stanno lavorando in quella direzione, le tasse sono un obbligo pagarle e poi è bellissimo farlo, per la distanza fra ambulatori, beh l’ultima finanziaria va proprio nel senso contrario... nel frattempo noi? Non è l’azienda grande che mangia la piccola, ma quella veloce che mangia la lenta. Dr Luca Taddei Castelfiorentino (FI)

“Se fossimo meno precari potremmo occuparci di più dei precari” Tommaso Padoa Schioppa, Ministro dell’Economia e delle Finanze

Comportamentalista di nome o solo di fatto? Egregio direttore, le scrivo per esprimere il disagio in cui mi trovo, e con me molti altri colleghi nella mia stessa situazione, nel tentativo di vedere riconosciuti gli studi da me sostenuti con passione, ma anche con fatica e sacrifici economici. Subito dopo la laurea decisi di partecipare al Master universitario di II livello in medicina comportamentale degli animali di affezione presso la facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Pisa conseguendo il diploma nell’ottobre 2006. Da allora svolgo la professione di medico “veterinario comportamentalista” (non saprei come altro definirmi!!). Nel maggio 2007 fui ufficialmente richiamato dal mio ordine perché avevo utilizzato indebitamente il titolo di Medico Veterinario Comportamentalista. Dopo aver chiesto spiegazioni mi fu risposto che secondo le norme del codice deontologico potevo utilizzare solamente la seguente dizione: Medico Veterinario diplomato con master universitario di II livello in medicina comportamentale degli animali d’affezione. Decisamente una dizione poco efficace dal punto di vista pubblicitario e poco comprensibile dalla maggior parte della clientela; peraltro ancora più incomprensibile se pensiamo che potrebbe essere tranquillamente riassunta con quella di Medico Veterinario Comportamentalista senza correre nessun rischio di fornire informazioni false, o peggio, fraudolente dati gli studi fatti, la formazione ricevuta e soprattutto il tipo di prestazioni che fornisco ai miei clienti e proprio per ricevere le quali questi ultimi mi contattano. Nel luglio scorso ho letto con piacere che erano state pubblicate dalla FNOVI delle linee guida per regolamentare i messaggi pubblicitari relativi all’esercizio della Medicina Comportamentale. Temo però che questo chiarimento non sia stato sufficiente a fugare i miei dubbi e soprattutto quelli del mio ordine. Non riesco a capire se la mia condizione, comune a tanti colleghi, rientri nei requisiti elencati nel documento e soprattutto se questa eventuale corrispondenza mi permetterebbe di


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laPROFESSIONE VETERINARIA 42/2007 RECENSIONI poter utilizzare il titolo di Veterinario Comportamentalista. Devo dirle tra l’altro che tale dubbio va ben oltre gli aspetti meramente pubblicitari. A mio avviso, i criteri per il riconoscimento o meno del titolo di Veterinario Comportamentalista sono inevitabilmente legati al riconoscimento ufficiale di questa figura specialistica veterinaria alla quale in futuro (speriamo non troppo lontano) potrebbero essere attribuiti compiti ed incarichi professionali ben definiti e legalmente riconosciuti. Va da sé, quindi, che potersi fregiare di questo titolo implica anche la possibilità di poter accedere a nuove opportunità professionali, le quali sappiamo tutti quanto siano importanti per noi veterinari di oggi. Con grande piacere leggo frequentemente nella vostra rivista (ad esempio nell’ultimo numero l’articolo del mio ex docente Roberto Marchesini) articoli che pongono l’attenzione sull’importanza della valorizzazione nella nostra società della figura del medico veterinario ed in particolare “nelle scelte complessive che investono il rapporto uomo-animale” (citando proprio l’articolo di Marchesini). Bene mi auguro che non siano proprio gli organi che ci devono rappresentare e le norme, che in teoria ci dovrebbero tutelare, ad ostacolare questo processo importantissimo e l’inserimento di noi giovani veterinari in un mercato sempre più spietato. Le assicuro che di tutto questo non ne abbiamo proprio bisogno. Dr. Maurizio Martini

Recupera i tuoi crediti Il mancato pagamento della parcella da parte del cliente costituisce un problema ricorrente nella prassi professionale. Il recupero del credito è uno dei nuovi servizi che l’ANMVI rivolge ai Colleghi. Il medico veterinario può infatti trovarsi nella legittima condizione di esigere il proprio onorario e di voler ricorrere ad operatori specializzati. Per questo, è stata sottoscritta una convenzione con Advancing Trade spa per la gestione proattiva del credito. La gestione efficiente ed efficace del ciclo di credito è oggi una delle sfide più importanti per ogni professionista che voglia far leva sulle proprie risorse manageriali. Infatti, come osserva Advancing Trade, “dal corretto governo del ciclo del credito dipen de in larga misura l’equilibrio del flusso di cassa della gestione corren te e delle sue componenti. Monitorare costantemente ogni singolo credito, dalla sua nascita al momento in cui si trasforma in risorsa finanziaria positiva, è fondamentale ai fini di una gestione efficiente del ciclo attivo aziendale”. Per Informazioni: Contatti Segreteria ANMVI: Tel. +39/0372/403536-37 Contatto Advancing Trade: Adriano Pedrazzo: cell.348/7013161 – Email:japedrazzo@tzm.it www.advtrade.com www.anmvi.it

La penna oltre il camice

di Oscar Grazioli

entisei racconti, senza limiti per quanto riguarda l’argomento, ma con un unico denominatore. Tutti scritti da veterinari. Ne è uscita una raccolta variegata che, contrariamente alle aspettative, non si riferisce unicamente a fatti vissuti durante la propria vita professionale, anzi, la maggior parte riguarda argomenti di pura fantasia (Cinque minuti di notte, Prigionieri di un sogno, La Caserma, La stella marina), di attualità (La strada, Diario d’oltremare, Un funerale emiliano), sogni o drammi veri di vita vissuta (La volpe, Giamaica), ricordi di persone ormai perse nel tempo (L’anziano), o spunti di divertissement (Sottilmente) e d’ironia (Si vabbè, però è diverso, il Criceto, A come Amore B come Bacio), per citarne solo alcuni. Quello che ha fatto immenso piacere all’editore è stato il fatto di vedere partecipare, a questo primo concorso letterario per veterinari, l’autorevole professore universitario accanto al giovane neolaureato, il “nome” di un certo peso vicino a quello che è ancora ignoto ai più, accettando tutti la regola che non esiste un vincitore, perché non vi è nulla da vincere, se non l’entusiasmo e la soddisfazione di avere partecipato a un gioco. Per la verità, come scrive un collega nel suo racconto, già partecipare a una selezione ed essere scelti è, in qualche modo, vincere qualcosa e questo può valere la fatica di essersi messi in gioco che denota un buon senso di autoironia. Questo è un libro scritto da veterinari, curato ed edito da un veterinario e indirizzato soprattutto a veterinari che mostrino interesse per la lettura e la necessaria sensibilità per entrare fra le righe del racconto e scoprire come è fatta l’“anima” di chi l’ha scritto. Per questo non sarà nelle librerie tradizionali, dove peraltro si confonderebbe di certo nell’oceano delle uscite e delle offerte natalizie e deluderebbe i già pochi lettori di racconti che si aspettano, dal veterinario scrittore, il raccontino strappalacrime su Fufi e Mimì, strappati alla morte. Non ci sono Herriot in erba in questi racconti e non ci sono le colline dello Yorkshire. Più facilmente troverete una giornata afosa, con nugoli di zanzare in un paese della pianura padana o una discesa nei tunnel sotteranei, dove Bavari e Pinne di squalo vi attendono per un trattamento speciale. Tutto ciò non vuol dire che chi veterinario non è, non sia in grado di apprezzare questa antologia, anzi la casa editrice si impegna a farle varcare i confini dello stretto ambito veterinario, con qualche recensione mirata sugli organi di stampa che nulla hanno a che fare con la categoria. Dio solo sa se la classe veterinaria ha bisogno di fare qualche passo avanti, culturalmente parlando, nell’apprezzamento del pubblico e dell’immaginario collettivo. Ci sarà un secondo concorso letterario? Speriamo di sì, perché vorrà dire che i veterinari hanno ritenuto di riservare un posto, nelle loro librerie, a questi racconti. Altrimenti sarà comunque stata una bell’avventura, per gli autori e per l’editore che ringrazia la Hill’s per l’aiuto offerto nel portare a termine l’iniziativa. Il libro sarà distribuito principalmente da E.V. e dalla stessa casa editrice on line (www.belvedereditore.it). Oscar Grazioli - BelVedere Editore

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dio le prefazioni lunghe. Sono un ottimo motivo per lasciare un libro sullo scaffale dove è esposto. Quindi, sarò breve. Quando ho deciso di avere una mia casa editrice, piccola e fragile ma pur sempre mia, ho coronato il sogno di affrancarmi dalla masochistica pratica di inviare scritti e idee ai vari editor, per entrare, in prima persona, nel sadico gioco di chi boccia o promuove il travagliato parto di nuovi aspiranti scrittori. In poco tempo mi sono accorto che è bastato il passaparola, qualche comunicazione scritta e verbale per far sì che colleghi veterinari mi inviassero tramite posta, fax, mail e anche qualche vecchia e amata lettera “normale”, scritti con richiesta di valutazione ed eventuale pubblicazione. Ciò che mi ha solo parzialmente sorpreso è stata la qualità degli elaborati che mi inviavano i veterinari. Decisamente elevata. Senza volere ricadere nell’agiografia del veterinario che vuole tanto bene agli animaletti da curarli gratis et amore dei, effettivamente un notevole numero di colleghi che, fin da piccoli, hanno come me “trafficato” con merli, rondoni e, mici in difficoltà, mostra una sensibilità che vibra con un’estensione di varie ottave. Se un ragazzino/a passa le giornate a imbeccare un merlotto affamato, anziché giocare a mosca cieca (un tempo) o con la playstation

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(oggi), qualcosa di “profondo” deve pur avere, là dentro. Forse è anche un po’ taciturno e non racconta volentieri ai genitori quello che gli passa per la testa. Forse tende alla melanconia e quando esce con i compagni di gioco la cela dietro mille maschere che si è abilmente costruito negli anni. Però quel “qualcosa” vuole prepotentemente uscire, non ce la fa proprio a stare ingabbiato per anni e, alla fine, trova la sua valvola di sfogo nei quaderni a righe, un tempo, o nel foglio di Word, oggi. L’idea di lanciare questa sorta di concorso letterario per veterinari aspiranti scrittori, nasce da una scommessa fatta con un collega amante, come me della lettura. Lui era scettico: “Non ti manderanno neanche il numero di racconti utile a realizzare un libro bonsai”. Ne sono arrivati quasi cinquanta e ho dovuto, a malincuore, lasciarne

fuori oltre la metà i cui autori ringrazio di cuore e sollecito a riproporsi il prossimo anno. Adesso devo vincere la scommessa più importante: quella di vendere questo libro. Vi state chiedendo se per guadagno o per soddisfazione? Le due cose assieme, in un giusto mix. Vincere mi è sempre piaciuto molto e la pecunia non ha poi un cattivo odore. Se poi riuscirò a convincere il lettore cha, tra i veterinari, ci sono persone dotate di vasta cultura, delicata ironia e facilità di penna (oltre che di bisturi), avrò stravinto. Invito infine i colleghi a partecipare al prossimo concorso. Potrebbe esservi utile a capire, se non altro, come mai il collega di fianco vi frega regolarmente i clienti. Magari gli regala un suo scritto. Pensate quando si metterà a regalare copie di questo libro, in cui figura come autore. Meglio vi mettiate a

scrivere anche voi e, il prossimo anno, provate a salire sulla giostra. Il giro è gratis. Offro io.

Devo un particolare ringraziamento al collega Vincenzo Cortese che si è offerto di illustrarmi alcuni racconti con la sua splendida mano. Sua è anche la quarta di copertina. Un ringraziamento al carissimo amico Pierpy (Pierpaolo Brunoldi) per l’aiuto a trovare un titolo. La penna oltre il camice (disponibile da metà dicembre) Listino: 16 euro Scontato soci: 14 euro Per ordini e informazioni: Edizioni Veterinarie EV srl Tel. 0372/403507 Fax 0372/457091 E-mail editoria@evsrl.it www.evsrl.it

R. MARCHESINI

Il canile come presidio zooantropologico - Da struttura problema a centro di valorizzazione del rapporto con il cane 1/ed. 2007 - C.G. Edizioni Medico Scientifiche listino € 42,00 scontato € 36,00 Dalla Presentazione di R. Marchesini “Il canile rappresenta oggi uno dei nodi cruciali del rapporto uomo-animale, capace a un tempo di svelare le criticità della pet-ownership e dell'integrazione sociale del cane e di testimoniare il posizionamento della cultura nella capacità di offrire soluzioni adeguate alla natura del problema. Fino ad oggi il canile è stato affrontato essenzialmente con un approccio sanitario e/o protezionista, talvolta con difficili tentativi di complementazione altre volte con aperti contrasti tra le due impostazioni. Non vi è dubbio che oggi sia necessario superare entrambe queste filosofie non tanto per rinnegarle quanto piuttosto per trovar loro una nuova integrazione all'interno di un paradigma più complesso che sappia valorizzarne i punti di forza ma al tempo stesso evitare gli eccessi e le aberrazioni. Per far questo è necessario da una parte superare la concezione di canile discarica dall'altra riformulare sotto il profilo strutturale e gestionale il canile passando da un'idea di mantenimento dei cani a una di formazione dei cani. Il canile che qui viene presentato ha poco da condividere con la visione tradizionale o stabulativa dove ci si riferisce al cane come entità da ospitare e all'adozione in modo generalista. Pensiamo peraltro che per andare in questa direzione sia necessario il coinvogimento di professionisti specifici quali veterinari comportamentalisti ed educatori cinofili e parimenti si renda indispensabile una formazione specifica dei volontari.”


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Edizioni Veterinarie E.V. srl

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CALENDARIO ATTIVITÀ Per visualizzare i programmi degli eventi di tutte le società clicca su www.evsrl.it/eventi Edizioni Veterinarie E.V. srl

INCONTRO SIMVENCO / SIRVAC

2 dic.

INCONTRO REGIONALE SCIVAC CAMPANIA

2 dic.

INCONTRO REGIONALE SCIVAC PUGLIA

2 dic.

INCONTRO SIGEDV

2 dic.

INCONTRO REGIONALE SCIVAC LOMBARDIA

3 dic.

ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC

4-7 dic.

INCONTRO REGIONALE SIVAR PIEMONTE

4 dic.

INCONTRO REGIONALE SCIVAC TOSCANA

9 dic.

CORSO SCIVAC

10-14 dic.

SEMINARIO SIVE

13-16 dic.

INCONTRO SISCA

15 dic.

SEMINARIO SIVAE

16 dic.

INCONTRO SCVI

19-20 gen.

INCONTRO SINUV

19 gen.

INCONTRO SIANA

20 gen.

INCONTRO SIMIV

20 gen.

ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC

23-26 gen.

CONGRESSO SIVE IN COLLABORAZIONE CON FEEVA

25-27 gen.

INCONTRO SIDEV

26-27 gen.

SEMINARIO SCIVAC

26-27 gen.

CORSO SCIVAC

26-27 gen.

INCONTRO SICARV

27 gen.

INCONTRO SIRVAC

27 gen.

INCONTRO REGIONALE SCIVAC LOMBARDIA

27 gen.

INCONTRO REGIONALE SCIVAC CAMPANIA

3 feb.

CONGRESSO SIVAR IN COLLABORAZIONE CON 108A FIERAGRICOLA (VERONAFIERE, 7-10 FEBBRAIO 2008) INCONTRO REGIONALE SCIVAC TRENTINO ALTO ADIGE

8-9 feb.

10 feb.

INCONTRO SIMVENCO

16-17 feb.

LA CHIRURGIA D’URGENZA IN CAMPO RIPRODUTTIVO NEL CANE E NEL GATTO. APPROCCIO NON CONVENZIONALE E CONVENZIONALE ALL’ASPETTO CLINICO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Rich. Accr. - Per info: Elena Piccioni - Segr. Soc. Spec. SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it L’INSUFFICIENZA RENALE CRONICA (IRC) NELLA PRATICA CLINICA - Novotel Caserta Sud, Capodrise (CE) - Strada Statale, 87 Sannitica - ECM: 3 Crediti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it LE ERNIE IN CHIRURGIA GENERALE: VIAGGIO ANATOMICO,CLINICO E TERAPEUTICO CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL’ERNIA DIAFRAMMATICA PERINEALE - Palace Hotel Bari - Via Lombardi,13 - ECM: 3 Crediti Per info: Monica Borghisani - Segr. Del. Reg. SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it LE COLOPATIE DEL CANE E DEL GATTO - Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it SERATA: PROBLEMI DIAGNOSTICI E TERAPEUTICI IN DERMATOLOGIA: QUALI MEZZI ABBIAMO PER PRENDERE DECISIONI CORRETTE? - Atahotel Quark, Milano - Via Lampedusa, 11/A - ECM: Richiesto Accreditamento Per info: Monica Borghisani - Segr. Del. Reg. SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it MEDICINA INTERNA: VI PARTE - BIOCHIMICA E MALATTIE INFETTIVE - Centro Studi SCIVAC, Cremona Via Trecchi, 20 - ECM: 28 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it MASTITI BOVINE: PATOGENI EMERGENTI, EPIDEMIOLOGIA ED APPROCCI TERAPEUTICI - Apa Cuneo Via Torre Roa 13 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Orioli - Segreteria e Commissione Scientifica SIVAR - Tel. +39 0372 403539 - E-mail: info@sivarnet.it APPROCCIO ALLE PIÙ COMUNI EMERGENZE VETERINARIE: COME SCEGLIERE TRA LE POSSIBILI ALTERNATIVE TERAPEUTICHE - Forte dei Marmi - Versilia Holiday - Via G.B. Vico 142 - ECM: 4 Crediti - Per info: Monica Borghisani - Segr. Del. Reg. SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it MEDICINA D’URGENZA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it 2ND SKIVE RESORT MEETING - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it IL CANILE COME PRESIDIO ZOOANTROPOLOGICO: DA STRUTTURA PROBLEMA A OPPORTUNITÀ Centro Studi Palazzo Trecchi, Cremona DIAGNOSTICA PER IMMAGINI NEGLI ANIMALI ESOTICI: L’ESAME RADIOLOGICO - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it INCONTRO SCVI - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it INCONTRO SINUV - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it INCONTRO SIANA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it INCONTRO SIMIV - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it 3° IT. NEUROLOGIA VETERINARIA: I PARTE - ESAME NEUROLOGICO E LOCALIZZAZIONE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it XIV SIVE CONGRESS - VETERINARY EUROPEAN EQUINE MEETING OF THE YEAR 2008 - Palazzo del Casinò, Lido di Venezia - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it CORSO AVANZATO SIDEV/SIVAE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 E-mail: socspec@scivac.it QUANDO IL DOLORE È UN PROBLEMA DIAGNOSTICO: IL PUNTO DI VISTA DEL NEUROLOGO, DELL’INTERNISTA E DELL’ORTOPEDICO - Torre Rossa Park Hotel, Roma - Via di Torre Rossa, 94 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per info: Paola Gambarotti - Segr. SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it CORSO INTRODUTTIVO ALLA PRATICA ANESTESIOLOGICA - Sheraton Padova Hotel Conference Center, Padova - Corso Argentina, 5 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it INCONTRO SICARV - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it INCONTRO SIRVAC - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it DIAGNOSI E PREVENZIONE DELLA FIP - Milano - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it LA VISITA CLINICA E LA MEDICINA COMPORTAMENTALE: CONSIGLI PRATICI PER MIGLIORARE L’APPROCCIO CLINICO NEL CANE E NEL GATTO - Caserta - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segr. Del. Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it NUOVI ORIZZONTI PER LA VETERINARIA EUROPEA: SALUTE, BENESSERE ANIMALE E PRODUZIONI DI QUALITÀ - VeronaFiere, Verona - Viale del Lavoro, 8 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Orioli - Segreteria e Commissione Scientifica SIVAR - Tel. +39 0372 403539 - E-mail: info@sivarnet.it EPILESSIA E CONVULSIONI: APPROCCIO CLINICO, DIAGNOSTICO E TERAPEUTICO - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it INCONTRO SIMVENCO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it

PROFESSIONE la VETERINARIA La rivista è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore Direttore Carlo Scotti Direttore Responsabile Antonio Manfredi Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it Comitato di Redazione Pierpaolo Bertaglia, Paolo Bossi, Marco Eleuteri, Giuliano Lazzarini, Pier Mario Piga, Sabina Pizzamiglio, Aldo Vezzoni Rubriche Fabrizio Pancini, Oscar Grazioli, Maria Teresa Semeraro, Giovanni Stassi Segreteria di Redazione Lara Zava professioneveterinaria@anmvi.it Grafica Francesca Manfredi grafica@evsrl.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV srl, Cremona marketing@evsrl.it Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Stampa Press Point, Abbiategrasso - MI fulvio@presspoint2000.it

Spedizione in abbonamento postale 45%, art. 2 comma 20/B legge 662/96 Filiale di Milano a cura di Centro Produzione Mailings Scarl - Cusago (MI) Professione Veterinaria pubblica notizie d'attualità e di rassegna i cui contenuti non rispecchiano necessariamente il pensiero della Testata. Interventi e opinioni attribuibili a Professione Veterinaria e/o all'ANMVI vengono esplicitamente indicate come tali. Chiuso in stampa il 26 novembre 2007

SOLUZIONI

Nel sacco nero Nel sacco (flessibile) giallo

Le radici non sono particolarmente divergenti e quindi le due radici mesiali possono essere estratte senza sezionamento La radice mesiopalatale è separata da un sottile strato osseo dalla cavità nasale omolaterale ed è quindi facile causare una fistola oronasale durante le manualità estrattive Le radici sono in posizione sottorbitale, ed è quindi possibile perforare il globo oculare se si utilizzano manualità estrattive non corrette

QUIZ 1 Risposta corretta: a) La gestione dei rifiuti sanitari, Seminario ANMVI 2004

In un imballaggio rigido a perdere recante la scritta " Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo taglienti e pungenti" e poi nel secondo imballaggio rigido esterno

Nei cani brachicefalici quali considerazioni vanno prese nell'estrazione del quarto premolare mascellare?

QUIZ 2 Risposta corretta: c) Giornata di approfondimento Chirurgia orale nel cane e nel gatto, SCIVAC 2004

Siringhe ed aghi usati: dove vanno smaltiti?


Professione 42-2007

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