Contact(less) 2019-2021
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Chi siamo "F11 Collective" è un gruppo che accoglie fotografi con il proposito di favorire iniziative e uno scambio continuo di esperienze. Dal gruppo, su proposta dell'organizzatore Emanuele Andreozzi, è nato questo progetto con il quale alcuni dei partecipanti si sono proposti di raccontare la pandemia per come l'hanno vissuta. Segui il gruppo su Instagram: @f11collective o email: f11collettivo@gmail.com Nasce così questo magazine in cui troverete le foto di: . Luigi Di Gioia @l__di__gi__street . Emanuele Andreozzi @emanuele_andreozzi_photo . Catia Montagna @catia3690 . Greg Taig @gregtaig . Noemi Passarelli @noemipassarellifotografia . Miranda Wyszomirski @miranda_100x100 2
“Andrà tutto bene” Questo è stato lo slogan che ci ha accompagnati all’inizio della più grande tragedia che l’occidente ha conosciuto dalla seconda guerra mondiale a oggi. Oltre due anni dopo l’inizio della pandemia da COVID-19 le foto che state per vedere raccontano una storia molto diversa. Il coronavirus SARS-CoV-2 non ci ha solo privati di alcuni aspetti fondamentali della nostra vita, bensì ha modificato drammaticamente la nostra concezione stessa di ambiti come la socialità e il lavoro. Il cervello umano, con le sue estreme plasticità e capacità di apprendimento, si abitua a tutto; sostituisce in breve tempo il vecchio con il nuovo per adattarsi a un ambiente in costante evoluzione e permetterci di sopravvivere. Il passato diventa così dapprima sfocato e nebuloso, poi inaccessibile e ci lascia a fare i conti esclusivamente con la realtà soggettiva del presente e con le ansie e le aspettative del futuro. È proprio qui che ci viene in soccorso la fotografia. La capacità di una foto di immortalare il momento che altrimenti andrebbe perduto nell’oblio e le emozioni e sensazioni a esso collegate ha un valore inestimabile, ancor di più in un mondo che evolve alla velocità della luce come quello in cui viviamo. Le fotografie che troverete in questa raccolta testimoniano lo stato di disorientato sconcerto che le autrici e gli autori hanno vissuto durante i primi mesi dell’emergenza sanitaria, in Italia e all’estero. Vale la pena ricordare quei momenti dolorosi per poter ricostruire al più presto una quotidianità fedele a quella che ha preceduto l’emergenza. Non allo scopo di rimanere ancorati a un passato che non esiste più, sia chiaro, ma solo per ricordare che quella che stiamo ancora vivendo è una sospensione della normalità che a un certo punto va necessariamente dismessa.
Dott.ssa Roberta Abd El Gawad
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Luigi Di Gioia @l__di__gi__street
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Emanuele Andreozzi @emanuele_andreozzi_photo
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Catia Montagna @catia3690
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“Nelle fotografie del lockdown, l’istinto e’ stato di non includere la persona, se non in modo ‘obliquo’ – ci siamo negli oggetti simbolo di nuove azioni, negli scorci soliti ma riscoperti durante ore passate a leggere o a lavorare dal salotto, nella socialita’ mediata da tablets e smartphones. Se l’uscire e’ anche ricerca di normalita’, i nostri rapporti con l’esterno sono ridefiniti dalla mascherina, il nuovo filtro tra noi e il mondo.”
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Greg Taig @gregtaig
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Noemi Passarelli @noemipassarellifotografia
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La ragazza vestita di bianco rappresenta il passaggio a una nuova realtà, quella in cui il Covid ci ha scaraventato, modificando il nostro stile di vita. I dispositivi che ci proteggono sono gli stessi che ci separano. Termometri come pistole. La pettorina con la scritta "sei troppo vicino" ci ricorda che per stare al sicuro bisogna allontanarsi ed evitare il contatto. Proviamo quindi, insieme ma lontani, a superare questa nuova condizione in cui per "ricominciare a vivere" tutto ciò che ci allontana ci protegge.
Miranda Wyszomirski @miranda_100x100 29
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Grazie a "F11 Collective" 32
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