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Lo spazio tra cultura contemporanea e città
spazio /CULTURA
LO SPAZIO TRA CULTURA CONTEMPORANEA E CITTÀ
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L’INVESTIMENTO CULTURALE
Diego Farina e Sergio Fortini
Ogni spazio è uno spazio politico. Le nostre città, sono il risultato in divenire dell’influenza di diverse culture: siamo stati invasi, abbiamo ospitato, siamo stati sottomessi, abbiamo inventato, abbiamo costruito. E continuiamo, lentamente, in modo talvolta conflittuale ma ineluttabile, a costruire cultura anche in un periodo storico fortemente segnato dall’influsso dell’economia, regolatrice di limiti e opportunità in ogni società. Spesso non ce ne accorgiamo. Anzi, accade con frequenza che gli impulsi di cultura contemporanea vengano individuati come forme di arte privilegiate e incomprensibili ai più, senza nessuna possibilità di lettura da parte della collettività. Siamo (quasi) tutti ignoranti? Possibile, ma non del tutto verosimile.
Il punto è un altro: buona parte della produzione di cultura contemporanea si manifesta attraverso “eventi” completamente decontestualizzati rispetto al tessuto sociale che li ospita. Chi organizza solitamente punta su questo o quell’artista, non sulla ricaduta – economica e sociale - che può avere nei confronti del territorio. Concetti come “investimento” e “produttività” non sono ad esclusivo appannaggio delle scienze economiche: i processi culturali sono, per propria natura, un investimento nei confronti della collettività; renderli produttivi diventa una scelta strategica. Come fare? Partendo dal basso. Gli spazi della città sono le sedi naturali di tali processi. Essi partono dalla convergenza tra un’esigenza sentita e un’opportunità anche solo sognata dai cittadini. Gli esempi ci sono, soprattutto fuori dal nostro Paese, aree incolte e dismesse che, con la partecipazione degli abitanti, vengono trasformate in orti urbani e contribuiscono a un’economia di microscala (i prodotti della terra venduti agli asili e alle scuole vicine), spazi inutilizzati e fatiscenti che diventano piccoli parchi gioco e ritrovi di quartiere, ex fabbriche trasformate in laboratori artigianali, caffè e luoghi di socialità.
La stretta, ineludibile connessione tra urbano e sociale è il fondamento di una cultura (e di un’arte) che si può chiamare contemporanea. Conoscere e governare strategicamente queste connessioni significa capire quali sono le necessità e le attitudini di un territorio a costruire con le idee i presupposti per produrre cultura. In questo modo la cultura diventa inclusiva, si pronuncia al plurale -culture- e trasforma i bisogni diffusi in possibilità, un investimento propulsivo atto a produrre altra economia e altri progetti, con ricadute tangibili sugli stessi territori e sui suoi attori sociali. Lo sviluppo sostanziale e sostenibile di un territorio, non può più prescindere da una politica contemporanea di cultura urbana.
Investire in cultura non ha sicuramente un riflesso immediato nella corsa al consenso politico, ma è una delle più audaci speranze per il nostro futuro.
FARINA Diego e FORTINI Sergio, “Gli ‘spazi’ degli architetti”, Il Resto del Carlino Ferrara, 27 Febbraio 2012
Diego Farina classe 1972. Laurea magistrale in Architettura e Master in Economia e Management dei Musei e dei servizi culturali. Socio fondatore nel 2008 e primo presidente del Centro Studi Dante Bighi, attualmente è Presidente della Fondazione degli Architetti di Ferrara e svolge la libera professione con lo studio associato UXA - Ufficio X l’Architettura, di cui è stato co-fondatore nel 2007. Si occupa di management del progetto architettonico e sviluppo di produzioni culturali... atipiche.
Sergio Fortini (Ferrara, 1970). Laureato in Architettura presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (I.U.A.V) nel 1999. Co-fondatore e progettista dello studio anguillAMetrica (2000-2005); fondatore dello studio Canapè cantieri aperti, in cui opera attualmente come libero professionista, occupandosi di lavori pubblici e privati in campo architettonico e urbanistico; premiato in diversi concorsi nazionali e internazionali. Docente a contratto del corso di Storia dell’Urbanistica presso la Facoltà di Architettura di Ferrara e consigliere/segretario dell’Ordine Architetti della Provincia di Ferrara.