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Lo spazio tra cultura contemporanea e città

spazio /CULTURA

LO SPAZIO TRA CULTURA CONTEMPORANEA E CITTÀ

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L’INVESTIMENTO CULTURALE

Diego Farina e Sergio Fortini

Il Listone di Ferrara

Giacomo Nanni

Ogni spazio è uno spazio politico. Le nostre città, sono il risultato in divenire dell’influenza di diverse culture: siamo stati invasi, abbiamo ospitato, siamo stati sottomessi, abbiamo inventato, abbiamo costruito. E continuiamo, lentamente, in modo talvolta conflittuale ma ineluttabile, a costruire cultura anche in un periodo storico fortemente segnato dall’influsso dell’economia, regolatrice di limiti e opportunità in ogni società. Spesso non ce ne accorgiamo. Anzi, accade con frequenza che gli impulsi di cultura contemporanea vengano individuati come forme di arte privilegiate e incomprensibili ai più, senza nessuna possibilità di lettura da parte della collettività. Siamo (quasi) tutti ignoranti? Possibile, ma non del tutto verosimile.

Il punto è un altro: buona parte della produzione di cultura contemporanea si manifesta attraverso “eventi” completamente decontestualizzati rispetto al tessuto sociale che li ospita. Chi organizza solitamente punta su questo o quell’artista, non sulla ricaduta – economica e sociale - che può avere nei confronti del territorio. Concetti come “investimento” e “produttività” non sono ad esclusivo appannaggio delle scienze economiche: i processi culturali sono, per propria natura, un investimento nei confronti della collettività; renderli produttivi diventa una scelta strategica. Come fare? Partendo dal basso. Gli spazi della città sono le sedi naturali di tali processi. Essi partono dalla convergenza tra un’esigenza sentita e un’opportunità anche solo sognata dai cittadini. Gli esempi ci sono, soprattutto fuori dal nostro Paese, aree incolte e dismesse che, con la partecipazione degli abitanti, vengono trasformate in orti urbani e contribuiscono a un’economia di microscala (i prodotti della terra venduti agli asili e alle scuole vicine), spazi inutilizzati e fatiscenti che diventano piccoli parchi gioco e ritrovi di quartiere, ex fabbriche trasformate in laboratori artigianali, caffè e luoghi di socialità.

La stretta, ineludibile connessione tra urbano e sociale è il fondamento di una cultura (e di un’arte) che si può chiamare contemporanea. Conoscere e governare strategicamente queste connessioni significa capire quali sono le necessità e le attitudini di un territorio a costruire con le idee i presupposti per produrre cultura. In questo modo la cultura diventa inclusiva, si pronuncia al plurale -culture- e trasforma i bisogni diffusi in possibilità, un investimento propulsivo atto a produrre altra economia e altri progetti, con ricadute tangibili sugli stessi territori e sui suoi attori sociali. Lo sviluppo sostanziale e sostenibile di un territorio, non può più prescindere da una politica contemporanea di cultura urbana.

“i processi culturali sono un investimento nei confronti della collettività”

Investire in cultura non ha sicuramente un riflesso immediato nella corsa al consenso politico, ma è una delle più audaci speranze per il nostro futuro.

FARINA Diego e FORTINI Sergio, “Gli ‘spazi’ degli architetti”, Il Resto del Carlino Ferrara, 27 Febbraio 2012

Diego Farina classe 1972. Laurea magistrale in Architettura e Master in Economia e Management dei Musei e dei servizi culturali. Socio fondatore nel 2008 e primo presidente del Centro Studi Dante Bighi, attualmente è Presidente della Fondazione degli Architetti di Ferrara e svolge la libera professione con lo studio associato UXA - Ufficio X l’Architettura, di cui è stato co-fondatore nel 2007. Si occupa di management del progetto architettonico e sviluppo di produzioni culturali... atipiche.

Sergio Fortini (Ferrara, 1970). Laureato in Architettura presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (I.U.A.V) nel 1999. Co-fondatore e progettista dello studio anguillAMetrica (2000-2005); fondatore dello studio Canapè cantieri aperti, in cui opera attualmente come libero professionista, occupandosi di lavori pubblici e privati in campo architettonico e urbanistico; premiato in diversi concorsi nazionali e internazionali. Docente a contratto del corso di Storia dell’Urbanistica presso la Facoltà di Architettura di Ferrara e consigliere/segretario dell’Ordine Architetti della Provincia di Ferrara.

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