Mitologia astronomica e filologica Un viaggio all’interno dell’etimologia di pianeti e satelliti
A cura di: Fabio Tempo
Mitologia astronomica e filologica
Prefatio Stelle e pianeti vengono osservati sin dalla Preistoria. I nomi di tutti i corpi celesti sono stati mutuati dalle grandi popolazioni che li hanno osservati (Babilonesi e Egizi per primi, seguiti da Greci, Romani, Cinesi, Indiani…). Poiché essi credevano che gli dei vivessero “al di sopra” della Terra (in questo caso inteso come “nello spazio”) tutti i corpi celesti che vedevano vennero chiamati con i nomi degli dei che venivano adorati (un pianeta, ad esempio, poteva essere considerato la dimora di un dio oppure il pianeta poteva essere nominato col nome di un dio in suo onore) Il culto degli astri (astrolatria) è all’origine di tutti i nomi dei corpi celesti. Quest’opera ha l’obiettivo di spiegare perché tutti i principali corpi celesti si chiamano così, la loro storia, ecc.
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Mercurio
Distanza dal Sole: 43 milioni di km ca. Raggio equatoriale: 2440 km Massa: 3,3 x 1023 kg Satelliti: 0 - Udu Ad osservare per primi Mercurio, per quanto ne sappiamo, furono gli Assiri. Il primo riferimento a Mercurio viene fatto nel MUL.APIN (XIV sec. a.C), uno dei più importanti testi astronomici e astrologici assiri. Il nome sulle tavolette, scritto in cuneiforme, è stato traslitterato come Udu (o Idim o anche Ud) tradotto come il “pianeta saltellante” (derivato dal fatto che poiché la sua rivoluzione dura solo 88 giorni lo si può osservare solo per pochi giorni di seguito, dopodiché esso scompare dietro il disco solare per poi ritornare di colpo).
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- Nabu Nelle registrazioni babilonesi (I millennio a.C) Mercurio appare con il nome di Nabu o Nebo. Nabu era presso i Babilonesi il dio della scrittura, delle arti, della saggezza ed era il protettore dei sacerdoti. Il suo simbolo era il calamaio perchĂŠ aveva il compito di scrivere il destino di ciascun uomo alla nascita.
- Seth e Horus
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Mitologia astronomica e filologica Gli Egizi (come i Greci) avevano due nomi per Mercurio. Questo perché essendo molto vicino al sole esso esce dalla corona solare al massimo di 28° ed è perciò visibile solo all’alba e al tramonto. Seth era il nome dato a Mercurio quando veniva visto con la luce accecante dell’alba. Seth faceva parte dell’enneade eliopolitana. Era figlio di Geb (la Terra) e Nut (il Cielo) ed era il fratello di Osiride, di Iside e anche di Nefti, che però era anche sua moglie (frequenti infatti erano gli incesti nelle mitologie antiche). Chiamato anche Sutekh, Setesh o Set, è citato in numerosi miti egizi ma quello più famoso è quello che narra della sua congiura contro il fratello Osiride. Plutarco (che prende spunto dai Testi delle Piramidi) racconta che un giorno Osiride, ubriaco, ingravidò Nefti che era la sposa di Seth; questi, saputolo, decise di uccidere il fratello. Assieme ad alcuni complici costruì quindi un sarcofago riccamente decorato in oro, argento e lapislazzuli e, durante una festa, proclamò che l'avrebbe regalato a chiunque fosse riuscito ad entrarci perfettamente. Mentre Osiride, incoraggiato da Seth, tentava di entrarvi, il fratello lo chiuse dentro e gettò il sarcofago nel Nilo, uccidendo il malcapitato all'interno. Il sarcofago discese il fiume fino al mare per poi arenarsi a Biblo (oggi in Libano), dove un'acacia lo avvolse coi propri rami. In tempi successivi l'acacia venne tagliata e dal tronco si ricavò un pilastro per il palazzo del re di Biblo, Malcandro. Nella disperata ricerca dell'amato, Iside giunse a Biblo dove, sotto le sembianze da comune mortale, riuscì ad entrare a far parte della corte reale, a guadagnarsi la fiducia della regina Nemano ed a divenire nutrice del giovane principe della città. Uno giorno Nemano scoprì Iside mentre poneva il principe bambino sulle braci ardenti: non consapevole del fatto che si trattava di un rito atto a garantire l'immortalità al bambino, la regina si allarmò ed Iside fu costretta ad assumere le sue vere sembianze ed a svelare il vero motivo per cui si trovava nella città. Messa al corrente, Nemano consegnò il sarcofago, che ancora era contenuto nel pilastro d'acacia, alla dea. Iside tentò vanamente di resuscitare Osiride, ma ne rimase fecondata. Ne nascose quindi il corpo a Buto (oggi Tell El-Farain, in Egitto), mentre qualche tempo dopo partorì Horus e lo allevò in segreto nelle paludi del Delta. Un giorno Seth trovò il corpo di Osiride. Furibondo, lo smembrò e ne disperse i pezzi per l'Egitto, sicuro che Iside si sarebbe arresa ed infine, per maggior sicurezza, mise Iside e Nefti sotto chiave. Queste vennero liberate successivamente da Selket e altre sette dee, e si misero subito alla ricerca delle parti del corpo di Osiride. Dopo averlo ricomposto lo mummificarono, affinché il dio potesse rinascere nei campi Aaru, una sorta di paradiso egizio. Iside sarebbe poi andata, insieme ai cari di Osiride, nell'Oltretomba per vivere in eterno con Lui. Sarebbe spettato ad Horus, il figlio di Iside ed Osiride concepito a Biblo, sconfiggere lo zio Seth in una serie di battaglie e divenire faraone. Seth rappresentava quindi le forze del male, mentre Horus (o Heru o Horo) rappresentava le forze del bene. Seth rappresentava il Mercurio “dell’alba” perché egli veniva cacciato da Horus grazie alla luce accecante dell’alba,
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Mitologia astronomica e filologica mentre il Mercurio “del tramonto” prendeva il nome di Horus (nuovo faraone fino alla battaglia dell’alba successiva).
- Apollo e Hermes I primi nomi Greci attestati per Mercurio sono presenti in Esiodo (VIII-VII sec. a.C) e sono Stilbon (stella del mattino) e Hermaon (stella della sera). Successivamente i miti presero nuovamente il sopravvento e, prendendo spunto dagli Egizi, Seth divenne Apollo e Horus divenne Hermes. Apollo nacque da Zeus e Latona sull’isola di Delo (che etimologicamente significa “la brillante” esattamente lo stesso significato di Stilbon). Era dio della luce, della musica, di tutte le arti, della medicina e delle profezie (famosi furono infatti i suoi oracoli). Il dio greco Apollo venne preso a modello dai Romani, che non cambiarono nessuna delle sue caratteristiche, nemmeno il nome. Hermes (o Ermes o Ermete) era il famoso messaggero degli dei figlio (anche lui come molti altri) di Zeus. Era anche il protettore dei bari, dei ladri, degli atleti. In un famoso mito, tratto dagli inni omerici, racconta di come, ancora in fasce, rubò una delle mandrie che Admeto aveva affidato ad Apollo. Fece perdere le sue tracce mettendo gli zoccoli degli animali al contrario. Apollo chiese a Zeus un aiuto per recuperare la mandria. Zeus, pur sapendo della colpevolezza di Hermes, lo affiancò a Apollo per aiutarlo nella ricerca del colpevole. Dopo varie peripezie Apollo scoprì che era stato suo fratello Hermes a rubare la sua mandria e andò su tutte le furie. Inventando, però, la lira (usando un guscio di tartaruga) e suonandola, Hermes riuscì ad ammansire Apollo tanto che Apollo gli regalò il suo caduceo (bastone con due serpenti attorcigliati).
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I Romani lo chiamarono Mercurio (dio dei viaggi e del commercio e protettore dei commercianti), per i numerosi movimenti vorticosi che da sempre sembra descrivere nel cielo per il suo veloce moto di rivoluzione. Mercurio (o Mercurius) è il nome che usiamo ancora oggi per questo pianeta. Il simbolo del pianeta indica il caduceo di Mercurio. - Chen Xing È il nome dato a Mercurio dagli Antichi Cinesi ed etimologicamente significa “Stella delle Ore”. Era associato al Nord e all’Acqua (nei cinque elementi del Wu Xing).
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- Budha Nella mitologia indù, Budha (sanscrito: ) è il nome per il pianeta Mercurio, figlio di Chandra (la Luna) con Tara o Rohini. Egli è anche il dio delle merci e protettore dei commercianti. Egli è rappresentato come un essere lieve, eloquente, e con una carnagione verdastra. Egli è rappresentato nel tempio Ramghur (in India) con una scimitarra, una mazza e uno scudo, a cavallo di un leone alato. In altre illustrazioni, tiene uno scettro e un fiore di loto e cavalca un tappeto o un'aquila o guida un carro trainato da leoni. Secondo i Vaasara (“Giorni della settimana”) Budha presiede 'Budhavara' o Mercoledì. In hindi moderna, l'urdu, il telugu, bengali, marathi, kannada e gujarati, Mercoledì si dice ancora Budhavara. I Vaasara sono stati presi dai testi vedici e sono databili attorno al VII-V sec. a.C e avrebbero ispirato il nome del terzo giorno della settimana (che corrispondono ai nostri giorni partendo dal lunedì) poiché Mercurio, secondo alcuni studiosi, corrisponderebbe più a Budha che a Hermes (oppure potrebbe essere nato dalle mescolanze della cultura indoeuropea con quella greca in età ellenistica grazie ad Alessandro Magno) il nome Mercoledì deriverebbe così da “Mercurii Dies” (giorno di Mercurio) solo grazie all’influenza indù.
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Venere
Distanza dal Sole: 108 milioni di km ca. Raggio equatoriale: 6.052 km Massa: 4,90 x 1024 kg Satelliti: 0
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-Ishtar Il nome di Venere come Ishtar appare per la prima volta in numerose tavolette babilonesi ma sono gli Assiri (che presero “a tavolino” la mitologia babilonese e la trasformarono nella loro un po’ come fecero i Romani con quella greca) a tramandarci più e più volte il nome di Ishtar per Venere. Ad esempio nella cosiddetta “Tavoletta di Venere di Ammi-Saduqa” (dal re assiro che governava nel periodo in cui fu redatta). Riporta per la prima volta le sue fasi (essendo più vicina al Sole, come Mercurio e la Luna, è illuminata da esso in modo diverso e così dalla Terra il pianeta viene visto sotto forma di fasi). E viene anche per la prima volta notato che quando il pianeta appare nella sua fase “piena” il suo diametro apparente sembra quasi raddoppiato, mentre quando appare nella sua fase “a falce” il suo diametro apparente appare dimezzato rispetto alla fase “di mezzo” (questo per la vicinanza o l’allontanamento di Venere dal Sole). Sono descritte tutte le fasi in un arco di 21 anni per osservazioni che però iniziarono attorno al 1702 a.C fino al 1550 a.C ca. (poiché i testi originali non ci sono pervenuti ma solo copie tardive, si presume che ci possano essere stati errori di trascrizione che sposterebbero le date delle registrazioni). Ishtar (o Ištar) era contemporaneamente dea della guerra e dea dell’amore (dea benefica o demone terrificante a seconda delle occasioni) e a lei era dedicata una delle otto porte di Babilonia (la porta di Ishtar). -Tioumoutiri e Ouaiti Gli Egizi avevano due nomi per questo pianeta (così come per Mercurio, sempre per via che poteva essere visto sia all’alba sia al tramonto ed era inteso come due pianeti distinti). Tioumoutiri era la “Stella del Mattino” e Ouaiti era la “Stella della Sera”. -Phosphoros e Hesperos Anche i Greci avevano due nomi per Venere: “Phosphoros” (Stella del Mattino) e Hesperos (Stella della Sera). -Afrodite
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Mitologia astronomica e filologica In epoca ellenistica però si arrivò a capire che quelli che si pensava essere due corpi distinti in realtà erano lo stesso pianeta, che venne identificato con Afrodite. Afrodite (o Aphrodite) era la dea greca dell’amore, della bellezza, della sensualità e della lussuria. Viene identificata con l’Inanna sumera e l’Ishtar caldeo-babilonese. -Vespero e Lucifero All’inizio vennero semplicemente tradotti in latino i due termini greci che divennero così: Vespero (Hesperos) e Lucifero (Phosphoros). Per un’errata traduzione della Bibbia in Isaia (14,12) il termine “figlio dell’aurora” venne tradotto con “Lucifero” (“portatore di luce”). Quel passo infatti intendeva narrare la caduta del Re di Babilonia e non la caduta di Lucifero dal Paradiso, perciò nacque da un errore la denominazione cristiana di Lucifero inteso come il pianeta Venere. Questo errore riuscì a protrarsi ancora per molti secoli nel Medioevo ed è ancora fortemente radicato in alcune regioni del Sud Italia.
-Venere Successivamente nella cultura romana Afrodite divenne Venere (o Venus) e dal suo nome, il pianeta viene ancor oggi chiamato così. Il simbolo del pianeta ( ) indica lo specchietto di Venere e ancora oggi indica il sesso femminile. -4 nomi per Venere Gli Ebrei chiamavano Venere Noga ("luminoso"), Helel ("chiaro"), Ayeleth-haShakhar ("cervo del mattino") e Kochav-ha-'Erev ("stella della sera"). -Altri nomi per Venere:
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Mitologia astronomica e filologica In India Venere veniva chiamata Sukra (o anche Shukra). Sukra era il nome del dio che presiedeva Shukavara (Venerdì). Era famoso per essere uno dei pochi dei ad avere la carnagione chiara ed era chiamato “lo Splendente” o “il Chiaro”. In Cina invece Venere veniva chiamata T’ai-Pe (“il Bel Bianco”). Questo nome appare per la prima volta attorno all’VIII sec. a.C., nei cosiddetti “KieuChi-Li” scritti da Gaudamsiddha traducendo alcuni testi vedici indiani molto più antichi. In Gabon, al pianeta venivano dati due nomi (così come in Egitto e in Grecia) ed erano: Chekechani (“Sposa mattutina della Luna”) e Puikani (“Sposa serale della Luna”). Stesso nome duplice anche nella cultura azteca con Quetzalcoatl (“Il Serpente piumato”) e Xolotl (il fratello gemello di Quetzalcoatl). A questo proposito c’è appunto da chiarire che, secondo recenti studi, gli Aztechi sapessero che Quetzalcoatl e Xolotl fossero in realtà lo stesso pianeta o che Xolotl fosse un satellite di Quetzalcoatl. La cultura Maya (di qualche secolo precedente a quella azteca) chiamava Venere come Kukulkan (che nella mitologia azteca divenne successivamente Quetzalcoatl).
Terra
Distanza dal Sole: 149 milioni di km ca. Raggio equatoriale: 6367 km Massa: 5,97 x 1020 kg
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Mitologia astronomica e filologica Satelliti: 1 (Luna)
-Gea Nella mitologia greca è la dea primordiale che rappresenta la potenza divina della Terra. È chiamata anche Gaia. La “Teogonia” di Esiodo racconta che dopo il Caos nacque Gea che diede successivamente alla luce i titani (i cosiddetti “Padri degli dei”). Insomma, secondo la mitologia greca, Gea era la progenitrice di tutti gli dei dell’Olimpo e perciò venne chiamata Madre Terra. -Jörð Nella mitologia norrena (cioè quella scandinava) rappresentava la Terra non civilizzata. Famosa per essere la madre di Thor. Era figlia di Nòtt (“La Notte”) e Annar (“Il Secondo”). -Tellus Era la dea romana della Terra. Protettrice della fecondità, dei morti e contro i terremoti. Citata molto spesso da Ovidio come “Madre delle messi” insieme a Cerere. -Pachamama Tra gli inca, gli Aymarà e i Quechua era la Madre Terra. Era dea della terra, dell’agricoltura e della fertilità. Satelliti:
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Luna
Raggio equatoriale: 1738 km Massa: 0,74 x 1024 kg Distanza media dalla Terra: 384400 km
- Selene
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Mitologia astronomica e filologica Nell’antica Grecia era la dea della Luna piena e significa “la risplendente”. Era sorella di Elio (il Sole) e Eos (l’Aurora). È descritta come una dea dal viso pallido sempre con vesti bianche e argentate. In tutte le sue raffigurazioni ha sul capo un diadema a forma di mezza luna e in mano ha una torcia. -Artemide Nell’antica Grecia rappresentava la Luna crescente. Col passare del tempo Selene divenne la dea, univocamente riconosciuta, della Luna, mentre Artemide divenne semplicemente la dea della caccia. -Ecate Nell’Antica Grecia rappresentava la Luna calante. Essa infatti era una dea psicopompa (cioè, accompagnava le anime nell’oltretomba). Il suo culto nasce in Anatolia attorno al VIII sec. a.C e poi successivamente il suo culto viene trasferito in Grecia. Dopo la morte di Alessandro Magno (323 a.C), piano piano, Ecate divenne la dea della stregoneria, lasciando il posto a Selene. -Luna Nella cultura romana la dea Selene prese il nome di Luna (deriva dalla radice indoeuropea “leuk-“, che etimologicamente significa “luce riflessa”). Il suo culto si sviluppò molto nella Roma imperiale tanto da dedicarle un noto tempio sul Palatino illuminato tutte le notti (anche se in quel periodo era chiamata Noctiluca) -Diana Nel periodo monarchico a Roma venne trasferito il culto di Artemide che divenne Diana. Questa dea aveva le stesse identiche caratteristiche di Artemide e, infatti, esattamente come lei, in seguito divenne dea della caccia. -Dundra Divinità lunare venerata dagli zingari norvegesi sin da quando vivevano ancora in India (e venerata anche dagli induisti). Secondo la leggenda Dundra (letteralmente “Luna nuova”), figlio di Dio, venne mandato da Dio sulla Terra in forma umana per insegnare le leggi agli uomini e stabilire l’ordine. Fatto ciò, egli salì al cielo e giunse fin sulla Luna, dove si stabilì cambiando nome in Alako (dal finnico “Luna calante”). Secondo gli zingari quando un uomo muore, la sua anima viene trasportata da Alako sulla Luna e si dice che egli tornerà sulla Terra per giudicare tutti gli uomini e che riporterà gli zingari nella loro patria di origine in India.
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-Tecciztecatl Secondo una leggenda azteca per diventare il Sole un dio doveva sacrificarsi saltando nel fuoco. Tecciztecatl all’ultimo minuto non se la sentì e al suo posto saltò Nanauatzin, che divenne il Sole. Per la sua codardia Tecciztecatl venne trasformato in coniglio e lanciato nello spazio diventando così la Luna.
-Khonsu Khonsu era figlio di Amon e Mut (triade tebana), emetteva oracoli e accompagnava l’anima del defunto nella duat (aldilà). Portava un disco lunare sul capo sostenuto da due corna dorate o nere. Anche Iside durante il periodo pre-ellenistico venne identificata con la Luna per via della sua fertilità e si dice che lei aiutasse le donne a partorire durante i noviluni.
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Marte
Distanza media dal Sole: 228 x 106 km Raggio equatoriale: 3397 km Massa: 6,42 x 1023 km Satelliti: 2 -Nergal Divinità babilonese del fuoco, della distruzione e della guerra. Venne identificato col pianeta per via della sua famosa colorazione rossastra che ricordava anche il sangue. -Ares Dall’identificazione di Nergal con Ares nacque la denominazione greca di “Stella di Ares”. Viene citata anche da Aristotele che registrò che aveva visto la Luna spostarsi dietro Marte. Questo, a detta di Aristotele, era la prova della veridicità della teoria geocentrica (naturalmente ciò non era vero, dalla Terra sembrava che la Luna fosse dietro a Marte per la sua posizione apparente).
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-Marte Chiamato anche Mars, era il dio della guerra romano, corrispondeva ad Ares e ancora oggi è il nome del pianeta. Il simbolo di Marte è un cerchio con sopra una freccia simboleggianti lo scudo e la lancia di Marte (oggi questo simbolo identifica anche il sesso maschile per indicare la sua potenza e aggressività). -Angaraka Per gli induisti era il dio della guerra ed insegnava le arti occulte. Il suo giorno sacro era il terzo: da qui il nome del giorno della settimana Mercoledì. -Horus Figlio di Iside e Osiride (vedi la voce Seth e Horus in Mercurio). Per distinguerlo dall’Horus “Mercurio”, il pianeta veniva chiamato Horus “il Rosso”. -Ma’Adim Era il nome ebreo di Marte. Significa “colui che arrossisce”. È importante da ricordare perché ancora oggi un canyon di Marte si chiama Ma’Adim Vallis. -al-Mirrikh, Merih e Merikh Nomi dati a Marte rispettivamente dagli Arabi, dai Turchi e dai Persiani. Sono evidente le somiglianze della radice del termine, ma l’etimologia di essa è tutt’oggi sconosciuta. -“Stella infuocata” È il termine con cui tutti i popoli dell’Estremo Oriente si riferiscono a Marte. Tutto nasce dalla mitologia cinese del Ciclo dei Cinque Elementi, che accosta il pianeta al fuoco. Satelliti: Phobos e Deimos I due satelliti naturali di Marte vennero scoperti molto tardi a causa delle loro piccole dimensioni, ma già diversi secoli prima della loro scoperta, venne teorizzata la loro esistenza. Keplero fu il primo a ipotizzare l’esistenza dei due
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Mitologia astronomica e filologica satelliti notando le perturbazioni nel moto di rotazione di Marte. Successivamente anche nella letteratura questa teoria prese piede e sia Voltaire sia Swift ne parlano in alcune loro opere. -Fobos
Scoperta: 18 agosto 1877 (da Asaph Hall) Raggio medio: 11,1 km Distanza da Marte: 6000 km ca. Chiamato anche Phobos (deriva dal greco “paura”). Venne chiamato così su suggerimento Henry Matan (1838-1901), in onore al figlio di Marte citato nel XV libro dell’Iliade di Omero.
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Mitologia astronomica e filologica -Deimos
Scoperta: 12 agosto 1877 (da Asaph Hall) Raggio medio: 6,2 km Il suo nome significa “Terrore� e venne suggerito sempre da Matan. Nella mitologia era il fratello gemello di Phobos, entrambi erano figli di Marte e Venere (o Ares e Afrodite).
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Giove
Distanza media dal Sole: 778,4 x 106 km Raggio equatoriale: 71492 km Massa: 1,9 x 1027 kg Satelliti: 67 (solo 50 hanno per ora un nome)
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Mitologia astronomica e filologica -Zeus e Giove Nonostante nei testi babilonesi il pianeta Giove in molte tavolette sia identificato come Nibiru, numerosi studiosi oggi ritengono che Nibiru fosse un altro pianeta del sistema solare (taluni addirittura osano sostenere che Nibiru sia un pianeta non ancora scoperto e che si trova oltre Plutone), perciò i primi ad identificare il pianeta con un nome furono i Greci, che però ottennero le loro informazioni dai Babilonesi. Poiché esso era il pianeta più grande del sistema solare, allora scoperto (lo è tutt’oggi), venne identificato col Padre degli dei: Zeus. Inizialmente Zeus era il dio del Cielo, benevolo, successivamente divenne un dio spietato che lanciava anche fulmini. Oggi il simbolo di Giove è appunto la stilizzazione di un fulmine del dio. I Romani quando conquistarono la Grecia e si impossessarono letteralmente della sua immensa cultura, trasferirono anche i culti degli dei. Zeus divenne così Giove o Iuppiter, come ancora oggi viene chiamato il pianeta in numerose lingue straniere (ad esempio in inglese Jupiter). -“Stella del Legno” Per gli antichi cinesi Giove era molto importante ed era associato al legno (uno dei cinque elementi), alla crescita, alla buona sorte e alla prosperità. Era talmente importante che durante la dinastia Zhou venne chiamato “Il pianeta dell’Anno”. -Guru o Brhaspati Per gli Indiani era altrettanto importante ed era noto come Guru, cioè “Gran Maestro”. Brhaspati era un altro nome dato al pianeta. Il quarto giorno della settimana era sacro a Brhaspati, cioè a Giove. Da qui il nome del quarto giorno della settimana: Giovedì. -Satelliti: I satelliti naturali di Giove sono più di 60. I primi furono scoperti da Galileo Galilei nel 1610, ma i loro nomi derivano da Simon Marius (un contemporaneo di Galilleo che per molti studiosi scoprì in contemporanea i quattro satelliti principali di Giove). Fino alla metà del XX secolo, i nomi dei satelliti non erano accettati da tutti, nel 1975, l’Unione Astronomica Internazionale ha istituito una task force per dare i nomi definitivi ai satelliti. Fino al 2004 (cioè fino a Giove XXXIII) sono stati scelti i nomi prendendoli dalle amanti di Zeus, dopodiché si è iniziato a dare i nomi delle figlie di Zeus. I nomi dei satelliti vengono anche dati in base alla loro vicinanza a Giove (Giove I è il più vicino/interno a Giove). Satelliti medicei o galileiani: sono i 4 satelliti principali e più grandi (Ganimede è il satellite naturale più grande del Sistema Solare) di Giove. Io, Europa, Ganimede e Callisto vennero scoperti da Galileo Galilei il 7 gennaio 1610. Ma l’astronomo italiano non iniziò a osservarli attentamente che il 10 gennaio (Io, Europa e Ganimede) e l’11 notò una quarta stella (Callisto). Fece ben 65 osservazioni, dopodiché circa due mesi dopo pubblicò la scoperta dei satelliti nel suo celebre volume il “Sidereus Nuncius”, il “messaggero siderale” (chiamato così perché
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annunciava la scoperta sensazionale). Ma la grande scoperta non era la localizzazione dei quattro satelliti, ma la grande scoperta che tutti e quattro ruotavano attorno a Giove (questa era una prova a favore della teoria eliocentrica, infatti dimostrava che non tutti i corpi celesti ruotavano intorno alla Terra). Il “Sidereus Nuncius” venne dedicato a Cosimo I De’ Medici, così oggi questi quattro satelliti vengono detti sia “galileiani” che “medicei”. Gruppo di Amaltea: è l’insieme dei satelliti naturali che oggi sappiamo essere i più interni (cioè più vicini) a Giove. Comprende Amaltea, Metide, Adrastea e Tebe. Gruppo di Imalia: sono il gruppo più vicino a Giove dopo Amaltea e i medicei. Comprende Leda, Imalia, Lisitea, Elara, S/2000 J11. Gruppo di Pasifae: è il gruppo che si trova a metà tra le orbite di Giove e Saturno. Tutti i satelliti di questo gruppo hanno un moto retrogrado (la loro rotazione avviene, cioè, in senso orario, mentre il moto di Giove è diretto, cioè, antiorario). Di questo gruppo fanno parte: Euridome, S/2003 J23, Egemone, Pasifae, Sponde, Cilene, Megaclite, S/2003 J4, Calliroe, Sinope, Autonoe, Aede, Core, S/2010 J1, S/2011 J2. Gruppo di Carme: altro gruppo di satelliti retrogradi. Di questo gruppo fanno parte: Erse, S/2003 J10, Pasitea, Caldene, Arche, Isonoe, Erinome, Cale, Etna, Taigete, S/2003 J9, Carme, S/2003 J5, S/2003 J19, Calice, Eucelade, Callicore. Gruppo di Ananke: formato anch’egli da satelliti a moto retrogrado. Di questo gruppo fanno parte: S/2003 J16, Mneme, Euante, Arpalice, Prassidice, Tione, Ananke, Giocasta, Euporia, S/2003 J3, S/2003 J18, Ortosia, Telsinoe, Ermippe, Elice, S/2003 J15, S/2010 J2.
-Io (Giove I) Scoperta: 7 gennaio 1610 (Galileo Galilei ne parla nel “Sidereus Nuncius”) Il nome venne suggerito da Simon Marius nel 1614 nel suo trattato di astronomia “Mundus Iovialis anno MDCIX Detectus Ope Perspicilli Belgici”, ma cadde in disuso. Venne riscoperto nel XIX secolo ed usato per molti libri
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Mitologia astronomica e filologica di fantascienza. Ritornò in uso nella comunità scientifica dopo il 1975. Io era una sacerdotessa di Era (lo racconta Ovidio nelle “Metamorfosi”). Per un incantesimo Zeus si innamorò di lei, per non farla scoprire a sua moglie Era, egli trasformò la ragazza in giovenca, ma Era la prese in custodia e la affidò ad Argo. Zeus mandò Ermes a prendere la giovenca e per farlo il messaggero degli dei dovette prima uccidere Argo. Era scoprì l’imbroglio e mandò un tafano per pungere Io. La ragazza-giovenca fu costretta a correre per tutto il mondo conosciuto per sfuggirgli. Arrivata in prossimità del braccio di mare che divide l’Asia dall’Europa dovette attraversarlo a nuoto, da allora quel braccio si chiama Bosforo (“passaggio della giovenca”). Arrivò in Egitto e partorì Epafo, riacquistando le fattezze umane.
-Europa (Giove II) Scoperta: 7 gennaio 1610 (Galileo Galilei) Anche questo nome venne dato da Simon Marius. Europa era una principessa figlia di Agenore, re di Tiro. Per riuscire a parlare con lei si trasformò in un toro bianco. Lei ci salì sopra e lui la portò sull’Isola di Creta. Da Zeus ebbe tre figli: Minosse, Radamanto e Serpedonte. Europa divenne la prima regina di Creta sposando il re dell’isola Asterione. Nel frattempo Agenore mandò i fratelli di Europa in giro per il Mediterraneo a cercarla. Fenice dopo un lungo viaggio si fermò sulle odierne coste dell’Africa nordoccidentale, diventando il capostipite dei Fenici; Cilice si fermò sulle coste sudorientali della Turchia, diventando il capostipite dei Cilici; Cadmo arrivò fino in Grecia, dove fondò la città di Tebe. Tutti i fratelli girarono in lungo e in largo tutto il continente ma senza trovare la fanciulla, il continente in suo onore venne perciò chiamato Europa.
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-Ganimede (Giove III) Scoperta: 7 gennaio 1610 (Galileo Galilei) Anche questo nome venne attribuito al satellite da Simon Marius. Ganimede era figlio di Troo (mitico re che aveva dato il nome alla città di Troia), e si diceva che fosse il più bello del mondo. Venne rapito da Zeus per fare il coppiere sull’Olimpo. Per molti si tratta del primo vero mito che parla di omosessualità. Il suo mito come amante e coppiere di Zeus divenne nell’antichità molto famoso ed è perciò raccontato da diversi autori classici tra cui: Teognide, Ovidio e Virgilio.
-Callisto (Giove IV) Scoperta: 7 gennaio 1610 (Galileo Galilei) Il nome venne attribuito da Simon Marius. Callisto era una ninfa di Artemide. Zeus si innamorò di lei e per conquistarla si trasformò in Artemide stessa (è l’unico mito lesbico di tutta la mitologia greca). Conquistatala ebbe da lei un figlio, Arcade. Per far sfuggire i due alla vendetta, sia di Artemide sia della moglie Era, Zeus trasformò la ragazza nella costellazione dell’Orsa Maggiore, e suo figlio in quella dell’Orsa Minore.
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-Amaltea (Giove V) Scoperta: 9 settembre 1892 (Edward Emerson Barnard) Il nome venne suggerito da Camille Flammarion nel 1887, anche se venne ufficialmente preso in considerazione solo nel 1975. Amaltea o Amalthea (etimologicamente “tenero, molle”), era la capra che allattò il piccolo Zeus. Diodoro Siculo racconta che da adulto Zeus rese le corna di Amaltea magiche: qualunque desiderio veniva esaudito. Solo un corno si conservò e venne chiamato “cornucopia” (corno dell’abbondanza). Nella guerra contro i titani, Zeus prese la sua pelle e la usò come corazza (che prese il nome di egida).
-Imalia o Himalia (Giove VI) Scoperta: 3 dicembre 1904 (Charles Dillon Perrine) Prima del 1975 veniva indicata col nome di Giove VI o Estia (divinità minore romana, chiamata anche Vesta), solo nel 1975 le venne dato il nome odierno da parte dell’Unione Astronomica Internazionale. Secondo Diodoro Siculo, Imalia (“la mugnaia”) era una ninfa di Rodi a cui Zeus si unì sotto forma di pioggia e che diede alla luce tre suoi figli: Sparteo (“il seminatore di grano”), Cronio (“il maturatore”) e Cito (“il cavo”).
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Mitologia astronomica e filologica
-Elara (Giove VII) Scoperta: 2 gennaio 1905 (Charles Dillon Perrine) Ha ricevuto il suo nome odierno solo nel 1975, prima veniva chiamato Era (moglie e sorella di Zeus) o Giove VII. Di Elara parlano due autori molti importanti: Omero (nell’Odissea) e Pindaro. Zeus si innamorò di questa fanciulla e, dopo averla messa incinta, chiese a sua nonna Gea, la Terra, di accoglierla nelle sua profondità per farla sfuggire alla collera di Era. Elara diede alla luce il gigante Tizio che però venne considerato figlio di Gea in quanto visse a lungo dentro di lei. -Pasifae (Giove VIII) Scoperta: 27 gennaio 1908 (Philibert Jacques Melotte) Inizialmente chiamato 1908 CJ perché scambiato per un asteroide, dagli anni ’50 venne chiamato Poseidone (fratello di Zeus, dio del mare). Il nome ufficiale venne dato il 7 ottobre 1975. Era la moglie di Minosse, re di Creta. Poseidone mandò un toro bianco a Minosse per sacrificarlo in suo onore, Minosse non gli obbedì e ne sacrificò un altro. Poseidone, per vendetta, fece innamorare Pasifae del toro. Dalla loro unione nacque il mostruoso Minotauro. -Sinope (Giove IX) Scoperta: 21 luglio 1914 (Seth Barnes Nicholson) Prima del 1975, quando gli venne dato il nome odierno, veniva chiamato o solo Giove IX oppure Ade (fratello di Zeus, dio degli inferi). Nel mito Sinope è una fanciulla molto bella, Zeus si innamora di lei e lui gli permette di esaudire un suo desiderio, qualunque cosa sia. Lei chiede di rimanere vergine per sempre.
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Mitologia astronomica e filologica
-Lisitea o Lysithea (Giove X) Scoperta: 6 luglio 1938 (Seth Barnes Nicholson) Prima veniva chiamato o Giove X oppure Demetra (sorella di Zeus, dea del grano). Lisitea era una delle figlie di Oceano e una delle amanti di Zeus. Venivano chiamate “oceanine” ed erano le personificazione di ruscelli e sorgenti. -Carme (Giove XI) Scoperta: 30 luglio 1938 (Seth Barnes Nicholson) Prima veniva chiamato o Giove XI o Pan (dio dei boschi). Secondo Diodoro Siculo e Pausania, Carme era una ninfa che si concesse a Zeus e da lui ebbe una figlia: Britomarti. -Ananke (Giove XII) Scoperta: 28 settembre 1951 (Seth Barnes Nicholson) Prima era conosciuto come Giove XII o Adrastea (oggi Adrastea è il nome di un altro satellite gioviano). Ne parla Platone, Omero ed Esiodo: era la madre di Adrastea e delle Moire. Era la personificazione del destino e del fato, era la causa di tutte le cose. I Romani la chiamarono Necessitas (“inevitabilità”).
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Mitologia astronomica e filologica
-Leda (Giove XIII) Scoperta: 11 settembre 1974 (Charles Thomas Kowal) Il nome fu proposto da Kowal in persona e approvato dall’Unione Astronomica Internazionale nel 1975, tuttavia il nome Giove XIII viene usato ancora oggi. Il mito di Leda viene raccontato dallo Pseudo-Apollodoro e da Pindaro. Secondo questo mito Zeus si innamorò di lei, si trasformò in cigno e si accoppiò con lei. Nacquero due uova: da uno nacquero Castore e Polluce (i Dioscuri) e dall’altro nacquero Elena e Clitemnestra.
-Tebe o Thebe (Giove XIV) Scoperta: 5 marzo 1979 (Stephen Synnott) La scoperta venne fatta grazie alle lastre fotografiche catturate da Voyager 1 (febbraio 1979). Immagini più ravvicinate vennero fatte da Voyager 2 (1980). Inizialmente venne chiamata S/1979 J2, ricevette il nome odierno dall’Unione Astronomica Internazionale nel 1983. Secondo Pausania, Tebe era la figlia di Asopo, una divinità fluviale. Fondò la città che da allora in poi diventerà la più importante della Beozia ed una delle più importanti della Grecia: la città di Tebe. -Adrastea o Adrasteia (Giove XV) Scoperta: 8 luglio 1979 (David Jewitt e Edward Danielson)
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Mitologia astronomica e filologica Venne scoperta grazie alle immagini fornite da Voyager 2. Inizialmente venne chiamata S/1979 J1, ricevette il nome odierno dall’UAI nel 1983. Secondo Callimaco e Pausania, Adrastea (“colei che non si può evitare”) era figlia di Melisseo e Ananke e sorella di Ida e Amaltea. Rea le affidò il neonato Zeus.
-Metis (Giove XVI) Scoperta: 4 marzo 1979 (Stephen Synnott) Anch’essa scoperta grazie alle foto inviate da Voyager 1, gli venne inizialmente dato il nome di S/1979 J3, e nel 1983 il suo nome odierno. Metis o Metide o Meti (“prudenza”), era una delle figlie di Oceano (“oceanine”), salvò Zeus facendo vomitare suo padre Crono che stava divorando lui e i suoi fratelli. Secondo Esiodo è stata la prima moglie di Zeus. Per non essere divorato da uno dei suoi figli, come aveva previsto l’oracolo, Zeus decise di non far nascere il figlio che avrebbe avuto da Metis. Quindi la fece trasformare in cicala e la divorò. Subito dopo sentì, però, un ronzio nella testa e gli venne un gran mal di testa. Efesto gli ruppe una mazza sul cranio e dalla ferita uscì Atena, dea della sapienza. -Calliroe o Callirrhoe (Giove XVII) Scoperta: 6 ottobre 1999 (Progetto Spacewatch) Inizialmente ritenuto un asteroide, nel 2000 si scoprì che orbitava attorno a Giove e gli venne attribuito il nome S/1999 J1. Nel 2002 gli venne assegnato il nome di Calliroe. Figlia del dio fluviale Acheloo, sposò Alcmeone, da cui ebbe due figli: Acarnano e Anfotero. Lei scoprì che Alcmeone aveva regalato una collana speciale (chiamata Armonia) alla prima moglie, e la volle per sé. Costrinse il marito ad andare dal re Tegeo (il nuovo marito) a Psoli, dove però venne ucciso. Per vendicarlo Calliroe chiese a Zeus di trasformare i figli in adulti per vendicare il loro padre.
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Mitologia astronomica e filologica
-Temisto o Themisto (Giove XVIII) Scoperta: 30 settembre 1975 (Charles Kowal e Elizabeth Roemer) Inizialmente scoperto nel 1975 e denominato S/1975 J1, successivamente se ne persero le tracce e non se ne sentì più parlare fino al 2000, quando venne ritrovato e si riuscì a stabilire la sua orbita. Nel 2002 ricevette il nome di Temisto. Figlia di Peneo e di Creusa, è una delle tante amanti di Zeus, da cui ebbe Arcade. -Megaclite (Giove XIX) Scoperta: 25 novembre 2000 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2000 J8, nell’Ottobre 2002 venne chiamato Megaclite, che era una delle amanti di Zeus. Da Zeus ebbe due figli: Tebe e Locro. -Taigete o Taygete (Giove XX) Scoperta: 25 novembre 2000 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2000 J9, nel 2002 venne chiamato Taigete. Taigete era una delle Pleiadi, per sfuggire a Zeus chiese ad Artemide di trasformarla in cerbiatta. Così sacrificò per lei la Cerva di Cerinea. -Caldene (Giove XXI) Scoperta: 26 novembre 2000 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2000 J10, nel 2002 venne chiamato Caldene. Caldene, secondo Virgilio, era un’altra delle amanti di Zeus da cui ebbe Solime, uno dei compagni di Enea a Troia.
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Mitologia astronomica e filologica
-Arpalice o Harpalyke (Giove XXII) Scoperta: 23 novembre 2000 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2000 J5, nel 2002 prese il nome di Arpalice. Secondo alcune fonti fu amante di Zeus, ma secondo la tradizione più famosa del suo mito (Igino e Pausania), venne violentata dal padre Climeno da cui ebbe un figlio. Per vendetta uccise suo figlio, che era anche suo fratello, e lo diede in pasto a Climeno. Appena se ne accorse lui si impiccò e lei se ne andò via trasformandosi in uccello. -Calice o Kalyke (Giove XXIII) Scoperta: 23 novembre 2000 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2000 J2, nel 2002 prese il nome di Calice. Calice, figlia di Eolo, ebbe da Zeus Endimione. Divenne successivamente anche una delle Nisiadi, nutrici di Dioniso. -Giocasta o Iocaste (Giove XXIV) Scoperta: 23 novembre 2000 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2000 J3, nel 2002 prese il nome di Giocasta. Giocasta, moglie di Laio, re di Tebe, ebbe da lui Edipo. Scoperto dall’oracolo di Delfi che avrebbe ucciso il padre e si sarebbe congiunto con la madre, Laio decise di allontanarlo da Tebe, venne però cresciuto dal re di Corinto e quando scoppiò la guerra tra Tebe e Corinto venne mandato a combattere dal patrigno. In battaglia uccise suo padre e sconfisse la Sfinge. Per sdebitarsi, senza sapere che fosse lui, Giocasta lo sposò ed ebbe da lui quattro figli. Quando scoprì tutta la storia per la vergogna Giocasta si impiccò (Sofocle, Edipo re). -Erinome (Giove XXV) Scoperta: 23 novembre 2000 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2000 J4, nel 2002 prese il nome di Erinome. Secondo Ovidio e la mitologia romana, fu una delle amanti di Giove (lo Zeus greco).
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Mitologia astronomica e filologica -Isonoe (Giove XXVI) Scoperta: 23 novembre 2000 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2000 J6, nel 2002 prese il nome di Isonoe. Fu una delle Danaidi (una delle 50 figlie di Danao, fondatore di Argo) ed amante di Zeus. Da lui ebbe Orcomeno. -Prassidice o Praxidike (Giove XXVII) Scoperta: 23 novembre 2000 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2000 J7, nel 2002 prese il nome di Prassidice. Indica le Prassidiche, figlie di Ogigo, re di Tebe. Furono le nutrici di Atena ed erano le dispensatrice della “giusta punizione”. Erano: Alalcomenea, Telsinia e Aulide. -Autonoe (Giove XXVIII) Scoperta: 10 dicembre 2001 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2001 J1, nel 2002 prese il nome di Autonoe. Secondo la mitologia era figlia di Cadmo e Armonia. Divenne la moglie di Aristeo, da cui ebbe Atteone. -Tione o Thyone (Giove XXIX) Scoperta: 11 dicembre 2001 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2001 J2, nel 2002 prese il nome di Tione. Chiamata anche Semele, era sorella di Autonoe. Divenne amante di Zeus, da cui ebbe il famoso Dioniso. -Ermippe o Hermippe (Giove XXX) Scoperta: 9 dicembre 2001 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2001 J3, nel 2002 prese il nome di Ermippe. Era figlia di Beoto. Si sposò con Orcomeno, figlio di Isonoe. Ebbe Minia dopo una notte con Poseidone; nonostante ciò Orcomeno divenne il padre legale di Minia. -Etna o Aitne (Giove XXXI) Scoperta: 9 dicembre 2001 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2001 J11, nel 2002 prese il nome di Etna. Etna, ninfa figlia di Urano e Gea, fece da arbitro alla disputa tra Demetra ed Efesto di chi dovesse avere la Sicilia. Etna diede ragione ad Efesto, che per premiarla diede al vulcano che usava come fucina, il suo nome: monte Etna. -Euridome o Eurydome (Giove XXXII) Scoperta: 9 dicembre 2001 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2001 J4, nel 2002 prese il nome di Euridome. Secondo Lucio Anneo Cornuto, Euridome (lett. “struttura fuori dal mondo”) era la madre delle tre Grazie, avute da Zeus, di cui fu una delle tante amanti.
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Mitologia astronomica e filologica -Euante o Euanthe (Giove XXXIII) Scoperta: 11 dicembre 2001 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2001 J7, nell’agosto 2003 prese il nome di Euante. Secondo Esiodo e Omero, la madre delle tre Grazie fu Euante e non Euridome. -Euporia o Euporie (Giove XXXIV) Scoperta: 11 dicembre 2001 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2001 J10, nel 2003 prese il nome di Euporia. Figlia di Temi e Zeus, Euporia era una delle tre Ore. Eunomia rappresentava la legalità o l’abbondanza. -Ortosia o Orthosie (Giove XXXV) Scoperta: 11 dicembre 2001 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2001 J9, nel 2003 prese il nome di Ortosia. Secondo Igino, Ortosia era una delle Ore insieme a Euporia. Reppresentava la prosperità. -Sponde (Giove XXXVI) Scoperta: 9 dicembre 2001 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2001 J5, nel 2002 prese il nome di Sponde. Secondo la mitologia romana tarda Sponde era una delle 12 Ore (inizialmente erano 3) e rappresentava le due ore subito successive al pranzo. -Cale o Kale (Giove XXXVII) Scoperta: 9 dicembre 2001 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2001 J8, nel 2003 prese il nome di Cale. Secondo la mitologia greca faceva parte delle Cariti (in quella romana chiamate Grazie), figlie di Zeus. Cale era la sposa di Efesto.
-Pasitea o Pasithee (Giove XXXVIII)
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Mitologia astronomica e filologica Scoperta: 11 dicembre 2001 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2001 J6, nel 2003 prese il nome di Pasitea. Secondo la mitologia greca faceva parte delle Cariti (in quella romana chiamate Grazie), figlie di Zeus. Pasitea era la sposa di Ipno. -Egemone o Hegemone (Giove XXXIX) Scoperta: 8 febbraio 2003 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2003 J8, nel marzo 2005 prese il nome di Egemone. Secondo Pausania, Egemone era una delle Cariti. -Mneme (Giove XL) Scoperta: 6 febbraio 2003 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2003 J21, nel 2005 prese il nome di Mneme. Secondo Pausania, Mnemosine ebbe da Zeus tre figlie (le Muse): Melete, Mneme e Aede. Mneme rappresentava “il ricordoâ€?. -Aede o Aoede (Giove XLI) Scoperta: 8 febbraio 2003 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2003 J7, nel 2005 prese il nome di Aede. Secondo Pausania, Aede era la musa del canto. -Telsinoe o Thelxinoe (Giove XLII) Scoperta: 9 febbraio 2003 (Scott Sheppard) Venne scoperta solamente nel 2004 perchĂŠ nelle foto del 2003 appariva come un puntino minuscolo. Venne inizialmente designato come S/2003 J22, nel 2005 prese il nome di Telsinoe. Secondo Cicerone, Telsinoe era una delle 4 muse (con Melete, Aede e Arche). -Arche (Giove XLIII) Scoperta: 31 ottobre 2002 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2002 J1, nel 2005 prese il nome di Arche. Secondo Cicerone, Arche era una delle 4 muse. -Callicore o Kallichore (Giove XLIV) Scoperta: 6 febbraio 2003 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2003 J11, nel 2005 prese il nome di Callicore. Callicore era una delle Nisiadi, nutrici di Dioniso. -Elice o Helike (Giove XLV) Scoperta: 6 febbraio 2003 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2003 J6, nel 2005 prese il nome di Elice. Elice era una delle nutrici di Zeus neonato a Creta.
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Mitologia astronomica e filologica
-Carpo (Giove XLVI) Scoperta: 9 febbraio 2003 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2003 J20, nel 2005 prese il nome di Carpo. Carpo era una delle Ore, figlie di Zeus e Temi. Carpo rappresentava la fruttficazione autunnale e, più in generale, l’Autunno. -Eucelade o Eukelade (Giove XLVII) Scoperta: 5 febbraio 2003 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2003 J1, nel 2005 prese il nome di Eucelade. Eucelade era una della Muse. -Cillene o Cyllene (Giove XLVIII) Scoperta: 9 febbraio 2003 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2003 J13, nel 2005 prese il nome di Cillene. Secondo lo Pseudo-Apollodoro, Cillene era una naiade (ninfa delle sorgenti), moglie e madre di Licaone, re dell’Arcadia. Diede il suo nome al Monte Cillene, il più alto dell’Arcadia. -Core o Kore (Giove XLIX) Scoperta: 8 febbraio 2003 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2003 J14, nel 2007 prese il nome di Core. Core era uno degli epiteti usati per Persefone (col significato di “giovinetta”). Era la sposa di Ade e regina degli Inferi. -Erse o Herse (Giove L) Scoperta: 8 febbraio 2003 (Scott Sheppard) Inizialmente designato come S/2003 J17, nel 2007 prese il nome di Erse. Chiamata anche Ersa, era la dea della rugiada figlia di Selene e Zeus.
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Mitologia astronomica e filologica
Saturno
Distanza: 1.429 x 106 km Raggio equatoriale: 60.268 km Massa: 5,7 x 1026 kg Satelliti: 63 (di cui 53 con un nome)
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Mitologia astronomica e filologica
-Crono Chiamato anche Kronos, secondo la mitologia greca ed Esiodo, era fratello dei titani e figlio di Urano (“il Cielo”) e Gaia o Gea (“la Terra”). Secondo Urano tutti i figli che aveva generato erano mostruosi. Decise, perciò, di mangiarli. Ma, su appello della madre, riuscirono a sostare nella pancia del padre e a non essere digeriti. Mentre il padre dormiva tutti i titani uscirono dal naso di Urano e si nascosero. Appena Urano volle di nuovo accoppiarsi con Gea, Crono uscì dal nascondiglio e, usando una falce che gli aveva dato la madre, evirò Urano. Sposa poi sua sorella Gea e prende il potere su tutti. Da Gea ebbe 6 figli: Estia, Demetra, Era, Ade, Poseidone e Zeus. Avvertito dai genitori che uno dei suoi figli gli avrebbe tolto il potere regale, Crono mangia tutti i suoi figli. Rea riesce all’ultimo a partorire il suo ultimo figlio, Zeus, di nascosto a Creta, e lo sostituisce con una pietra. Crono, senza accorgersene, la inghiotte credendo che sia suo figlio. Zeus riesce a far vomitare i suoi fratelli a Crono. Zeus scioglie i ciclopi (fratelli di Crono), che il padre aveva intrappolato per avere il potere assoluto, e in cambio loro gli regalano il tuono, il fulmine e il lampo. Questo per Crono significa guerra. Si allea con i suoi fratelli titani e inizia una lunga guerra contro gli dei dell’Olimpo, suoi figli. La guerra dura molto, e dopo 10 anni sembra che le due compagini si eguaglino ancora, ma poi Zeus libera i centimani (fratelli dei titani, più potenti di loro e quindi resi prigionieri) e grazie al loro aiuto e a quello dei ciclopi gli dei hanno la meglio. Tutti i titani, compresi Urano e Gea, vengono segregati nel Tartaro, in una prigione costruita da Poseidone e sorvegliata d’ora in poi, dai tre centimani. Kronos viene poi liberato da Zeus e diventa Re dell’Isola dei Beati, dove vengono condotti tutti gli eroi dopo le loro fatiche. Lì il tempo non scorre e così Kronos diventa il dio del Tempo. Il simbolo astrologico di Saturno rappresenta la falce usata da Crono per evirare il padre. -Saturno È il corrispondente romano di Crono. Originariamente era una divinità agricola che identificava l’abbondanza e i cicli della natura (etimologicamente
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Mitologia astronomica e filologica significa “abbondanza, ricchezza”). Secondo Ovidio Saturno divenne il padre di Cerere, Giove, Nettuno e Plutone (avute da Opi/Rea). Si dice che generò anche Pico, primo re del Lazio. Satelliti: I 4 satelliti più grandi vennero scoperti nel 1684 da Giovanni Cassini che li chiamò Sidera Lodoicea (stelle di Luigi) o Satelliti Iodicei, in onore di Luigi XIV, oggi vengono chiamati Teti, Dione, Rea e Giapeto.
-Mimas (Saturno I) Scoperta: 17 settembre 1789 (William Herschel) Chiamato anche Mimante, il nome venne suggerito da John Herschel (figlio di William), nel 1847 in “Results of astronomical observations made at the Cape of Good Hope” (fino a quell’anno veniva chiamato Saturno I, ed è così anche per gli altri satelliti allora conosciuti: Saturno II, III, IV, V, VI e VII). Oltre alla divinità, voleva riferirsi al monte omonimo dove Anassagora saliva tutti i giorni per ammirare le stelle. Mimas era un gigante, figlio di Urano e Gea. Nacque già armato e combatté nella battaglia tra Giganti e dei dell’Olimpo (gigantomachia). Venne ucciso da Efesto che gli scagliò in faccia del ferro fuso, il gigante cadde all’indietro battendo la testa e morì. Secondo Apollodoro di Atene successivamente sul suo corpo crebbero numerose piante, finché il suo corpo non divenne l’isola di Procida.
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Mitologia astronomica e filologica
-Encelado o Enceladus (Saturno II) Scoperta: 28 agosto 1789 (William Herschel) Il nome venne suggerito dal figlio John nel 1847. Encelado era un altro dei giganti figli di Urano e Gea. Partecipò alla Gigantomachia e venne ucciso da Atena che gli gettò in testa la Sicilia intera. Lui rimase bloccato e i fumi che escono dall’Etna sono il suo respiro, i terremoti in Sicilia sono gli spostamenti che Encelado tenta di fare per liberarsi.
-Teti o Thetys (Saturno III) Scoperta: 21 marzo 1684 (Giovanni Cassini) Il nome ufficiale venne suggerito da John Herschel nel 1847. Il nome deriva da quello della nereide Teti. Una profezia rivelò che chiunque avrebbe fatto un figlio con lei, il figlio sarebbe stato più potente del padre. Poseidone e Zeus, innamorati di lei, perciò, vi rinunciarono. Peleo, re di Ftia, riuscì ad averla e la sposò dando un grande ricevimento sull’Olimpo. L’unica non invitata fu la dea Discordia, che gettò il suo pomo d’oro in mezzo agli invitati dicendo di decidere chi era la più bella. Questo generò poi la scelta di Paride che fu la principale causa dell’inizio della guerra di Troia. Da Peleo nacque
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Mitologia astronomica e filologica Achille. La madre, quando era ancora neonato riuscĂŹ a renderlo invulnerabile, tranne il tallone sinistro. Infine Teti vinse una gara di bellezza contro Medea.
-Dione (Saturno IV) Scoperta: 21 marzo 1684 (Giovanni Cassini) Anche questo nome venne suggerito da John Herschel nel 1847. Secondo Apollodoro, Dione era una titanide, figlia di Urano e Gea. Secondo Omero, la titanide ebbe Afrodite da Zeus.
-Rea o Rhea (Saturno V) Scoperta: 23 dicembre 1672 (Giovanni Cassini) Anche questo nome venne suggerito da John Herschel nel 1847. Rea era una dei titanidi (figli di Urano e Gea) e moglie di Crono (per la mitologia su Rea vedi Crono). Nella mitologia romana prende il nome di Opi.
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Mitologia astronomica e filologica
-Titano o Titan (Saturno VI) Scoperta: 25 marzo 1655 (Christiaan Huygens) Anche questo nome venne suggerito da John Herschel nel 1847 (prima di questa data veniva chiamato Saturno VI o Luna Saturni). Fu il primo (poiché ad oggi è considerato il più grande) satellite di Saturno ad essere scoperto. John Herschel lo prese a modello per tutti gli altri nomi dei satelliti saturniani, per cui lo chiamò in modo generico Titano per riferirsi a tutti i figli di Urano e Gea (in tutto dodici), chiamati appunto Titani o Titanidi.
-Iperione o Hyperion (Saturno VII) Scoperta: 16 settembre 1848 (William Cranch e George Phillips Bond) Nonostante i due astronomi americani scoprirono il satellite prima, fu William Lassell (che scoprì Iperione due giorni dopo di loro), a pubblicare la scoperta prima dei fratelli e, sempre Lassell, fu il primo, seguendo la scia di J. Herschel, a dare un nome al satellite. Iperione era un titano, figlio di Urano e Gea. Insieme a sua sorella e moglie Teia ebbe tre figli: Elio (il Sole), Selene (la Luna) e Eos (L’aurora). Significa “Colui che precede il Sole”.
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Mitologia astronomica e filologica
-Giapeto o Iapetus (Saturno VIII) Scoperta: 25 ottobre 1671 (Giovanni Cassini) Anche questo nome venne suggerito da John Herschel nel 1847. Uno dei titani, figli di Urano e Gea, è ritenuto il progenitore della specie umana. Tra i suoi figli: Atlante, Epimeteo, Prometeo e Menezio.
-Febe o Phoebe (Saturno IX) Scoperta: 17 marzo 1899 (W.H Pickering) Prende il nome da una titanide. Sposò suo fratello Ceo da cui ebbe Latona (madre di Apollo e Artemide). Le si attribuisce la fondazione dell’Oracolo di Delfi.
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Mitologia astronomica e filologica
-Giano o Janus (Saturno X) Scoperta: 15 dicembre 1966 (Audouin Dollfus) La scoperta viene attribuita a Dollfus, ma, poiché Giano occupa la stessa orbita di Epimeteo, è molto difficile stabilire se Dollfus abbia scoperto per primo Giano o Epimeteo, poiché spesso venivano confusi e per molto tempo si pensò che fossero un unico satellite. Solo dopo le foto di Voyager 1 (1980), si poté capire che i satelliti erano due e si poté attribuire, ai due satelliti, un nome (1983). Era un dio con due facce (bifronte), poiché poteva vedere il passato e il futuro. Fu il primo re del Latium, fondò una città sul monte Gianicolo. Tra i suoi figli bisogna ricordare Tiberino (signore del Tevere). Ospitò Saturno dopo che venne cacciato da suo figlio Giove, e in cambio Saturno gli donò la possibilità di vedere il passato e il futuro.
-Epimeteo o Ephimeteus (Saturno XI) Scoperta: 18 dicembre 1966 (Richard Walker) Poiché le orbite di Giano e di Epimeteo giacciono sullo stesso piano, per molto tempo è stato impossibile stabilire che su quel piano orbitavano due satelliti. Fortunatamente, con le immagini inviate nel 1980 da Voyager 1, si capì che i corpi orbitanti erano due e non uno solo. Dollfus propose per primo
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Mitologia astronomica e filologica sia il nome di Giano sia quello di Epimeteo, ma la scoperta di Epimeteo viene attribuita a Walker, un astronomo americano. Epimeteo (“Colui che riflette in ritardo”) è una figura mitologica. Figlio di Giapeto e Climene e fratello di Prometeo, Atlante e Menezio. Per la sua storia vedi Prometeo.
-Elena o Helene (Saturno XII) Scoperta: 1° marzo 1980 (Pierre Lacques, Jean Lecacheux) Figlia di Leda e Zeus, sorella di Polluce (da parte di Zeus) e di Castore, Clitennestra e Filonoe (da parte del marito di lei, Tindaro). Elena era considerata la più bella del mondo e il suo patrigno Tindaro volle che tutti i pretendenti giurassero che avrebbero aiutato chiunque lei avesse scelto, nel caso in cui lei fosse stata rapita. Quando il principe troiano Paride rapì Elena, il pretendente scelto e neo-marito Menelao, chiese aiuto agli ex pretendenti. Seguendo il giuramento che avevano fatto dichiararono guerra a Troia e incominciarono ad avanzare verso la città con a capo Agamennone.
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Mitologia astronomica e filologica -Telesto (Saturno XIII) Scoperta: 8 aprile 1980 (Smith) Telesto (“Successo”), era una delle Oceanine (figlie di Oceano e Teti). Secondo Esiodo si distingueva dalle altre Oceanine perché vestiva un peplo giallo ed era la personificazione del successo e della benedizione.
-Calipso o Calypso (Saturno XIV) Scoperta: 13 marzo 1980 (Pascu, Seidelmann) Figlia di Oceano e Teti (era un’Oceanina), secondo l’Odissea viveva sull’isola di Ogigia, Quando Ulisse approda sull’isola lei se ne innamora e invano gli offre l’immortalità. Riesce a trattenerlo per sette anni, ma la nostalgia per Itaca, sua patria, si fa troppo forte. Atena allora accoglie la sua richiesta di tornare a casa, Zeus manda Ermes a parlare con Calipso, che alla fine si arrende e acconsente che Ulisse lasci l’isola.
-Atlante o Atlas (Saturno XV) Scoperta: ottobre 1980 (Richard Terrile) Venne chiamato così perché “regge l’anello A come Atlante regge il mondo”. Era un titano figlio di Giapeto e Climene. Poiché nella guerra contro i titani si schierò con Crono, Zeus lo punì facendogli reggere sulle spalle la volta
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Mitologia astronomica e filologica celeste. Raccolse i pomi d’oro delle Esperidi per conto di Ercole e venne pietrificato da Perseo che usò la testa di Medusa, si trasformò così nella catena montuosa tra Marocco e Algeria che ancora oggi si chiama Atlante.
-Prometeo o Prometheus (Saturno XVI) Scoperta: ottobre 1980 (Stewart Collins) Prometeo (“Colui che riflette in anticipo”) era un titano (figlio di Giapeto e Climene). Nella guerra tra titani e dei si schierò con Zeus e convinse anche suo fratello Epimeteo a farlo. Dopo la vittoria Zeus gli permise di frequentare l’Olimpo. All’inizio gli umani potevano vivere con gli dei, ma secondo Prometeo, Zeus e gli dei si comportavano con superiorità e ad un banchetto pubblico sostituì il cibo di Zeus con carne umana per far ribellare gli umani. Zeus se ne accorse e trasformò lui e tutti i suoi figli in lupi e spedendo tutto il genere umano sulla Terra. Prometeo andò allora dai druidi che gli insegnarono a cambiare forma e a riuscire a trasformarsi da lupo in umano e viceversa (secondo il mito è da qui che nasce la leggenda del licantropo). Una notte Prometeo riuscì a rubare il fuoco accendendo una torcia dal carro di Elio e donò il fuoco agli umani. Zeus, venutolo a sapere, creò Pandora grazie all’aiuto di Efesto e la mandò dal fratello Epimeteo in regalo. Fortunatamente Prometeo aveva detto a Epimeteo di non accettare regali e Epimeteo la rifiutò. Indignato Zeus prese Prometeo lo legò a un palo su una montagna e chiamò un’aquila per dilaniargli il fegato che prontamente ogni notte ricresceva richiamando l’aquila. Ercole, che passava per caso di lì, trafisse con una lancia l’aquila e liberò Prometeo. Subito dopo venne attaccato da alcuni centauri con il loro capo Chirone. Prometeo scagliò allora delle frecce che gli aveva donato Ercole, prese dall’Idra di Lerna, che potevano uccidere sul colpo. Chirone venne preso da una freccia ma non morì perché era immortale. Avrebbe però dovuto continuare a vivere tra atroci dolori provocati dal veleno della freccia, perciò chiese a Zeus di donare la sua immortalità a Prometeo e così poté morire in pace.
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Mitologia astronomica e filologica
-Pandora (Saturno XVII) Scoperta: ottobre 1980 (Stewart Collins) Per l’inizio vedi Prometeo. Quando Prometeo venne incatenato da Zeus a un palo, Epimeteo venne lasciato solo. Zeus allora inviò nuovamente Pandora e, poiché Epimeteo non si ricordò di lei, la fece entrare e dopo un po’ la sposò. Da lei ebbe Pirra. Portava in dono un vaso, donatole da Zeus con l’ammonizione di non aprirlo mai. Spinta dalla curiosità (tipica umana) Pandora aprì il vaso, da cui uscirono tutti i mali del mondo (la vecchiaia, la gelosia, la malattia, la pazzia e il vizio) senza che Pandora facesse in tempo a richiudere il vaso. Il mondo diventò invivibile, l’umanità divenne mortale, si diffusero le malattie. Pandora allora riaprì il vaso, dove sul fondo era rimasta la speranza e, uscita per ultima questa (l’ultima a morire), il mondo poté tornare a vivere. -Pan (Saturno XVIII) Scoperta: 16 luglio 1990 (Mark Showalter) Mezzo uomo e mezzo caprone, il suo nome significa “pascolare”. Egli è infatti il dio pastore, dio delle selve. Si innamorò della ninfa Eco da cui ebbe Iambe e Iunce. Amava vivere nei pascoli e nelle selve dell’Arcadia dove si abbandonava anche ai piaceri dell’amore. Rappresenta l’unico esempio di dio morto. Altri satellti: Nome (numero) Scoperta Mito Ymir (Saturno XIX) 7/8/2000 primo gigante di ghiaccio, presente prima della creazione della Terra (mitologia norrena) Paaliaq (Saturno XX) 7/8/2000 gigante (mitologia Inuit) Tarvos (Saturno XXI) 23/9/2000 gigante (mitologia celtica) Ijiraq (Saturno XXII) 23/9/2000 gigante (mitologia Inuit) Suttungr (Saturno 23/9/2000 gigante (mitologia norrena). La “r” XXIII) finale è stata aggiunta dall’UAI
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Mitologia astronomica e filologica
Erriapo (Saturno XXVIII) Siarnaq (Saturno XXIX) Thrymr (Saturno XXX)
23/9/2000
(nominativo) gigante errante che possedeva molte vite (mitologia Inuit) gigante, padre di Sol e di Mani (mitologia norrena) pseudonimo di Toutatis (mitologia celtica) gigantessa-dea, moglie di Njordr (mitologia norrena) gigante (mitologia celtica)
23/9/2000
gigante (mitologia Inuit)
23/9/2000
Narvi (Saturno XXXI)
5/2/2003
Metone (Saturno XXXII)
1°/6/2004
Pallene (Saturno XXXIII) Polluce (Saturno XXIV) Dafni (Saturno XXXV) Aegir (Saturno XXXVI)
1°/6/2004
Bebhionn (Saturno XXXVII) Bergelmir (Saturno XXXVIII) Bestla (Saturno XXXIX) Farbauti (Saturno XL)
4/5/2005
gigante (mitologia norrena). La “r” finale è stata aggiunta dall’UAI (nominativo) personaggio, figlio di Loki, della mitologia norrena ninfa figlia del gigante Alcioneo (alcionide) (sancisce il ritorno alla mitologia greca) ninfa figlia del gigante Alcioneo (alcionide) fratello gemello di Castore, figlio di Zeus e Leda pastore, fratello di Pan gigante fratello di Logi e Kari e figlio di Fornjot (sancisce il ritorno alla mitologia norrena) gigantessa (sancisce il ritorno anche alla mitologia celtica) gigante di brina (mitologia norrena)
Kiviuq (Saturno XXIV)
7/8/2000
Mundilfari (Saturno 23/9/2000 XXV) Albiorix (Saturno 9/11/2000 XXVI) Skathi (Saturno XXVII) 23/9/2000
Fenrir (Saturno XLI) Fornjot (Saturno XLII) Hati (Saturno XLIII)
24/10/ 2004 6/5/2005 12/12/ 2004
12/12/ 2004 13/12/ 2004 12/12 2004 13/12/ 2004 4/5/2005 12/12/ 2004
sposa di Borr e madre di Odino (mitologia norrena) gigante, padre di Loki (mitologia norrena) gigantesco lupo (mitologia norrena) gigante, padre di Aegir, Kari e Logi (mitologia norrena) gigantesco lupo, figlio di Fenrisulfr e gemello di Skoll (mitologia norrena)
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Mitologia astronomica e filologica Hyrrokkin (Saturno XLIV) Kari (Saturno XLV)
26/6/2006
gigantessa (mitologia norrena)
26/6/2006
Loge (Saturno XLVI)
26/6/2006
Skoll (Saturno XLVII)
26/6/2006
Surtur (Saturno XLVIII) Antea o Anthea (Saturno XLIX) Jarnsaxa (Saturno L)
26/6/2006
personificazione del vento, figlio di Fornjot (mitologia norrena) gigante del fuoco, figlio di Fornjot (mitologia norrena) gigantesco lupo, gemello di Hati (mitologia norrena) gigante del fuoco (mitologia norrena)
Greip (Saturno LI) Tarqeq (Saturno LII) Egeone (Saturno LIII)
26/6/2006 13/4/2007 15/8/2008
30/5/2007 26/6/2006
figlia del gigante Alcione (ritorno alla mitologia greca) gigantessa, amante di Thor (ripresa della mitologia norrena) gigantessa (mitologia norrena) divinitĂ lunare (mitologia Inuit) chiamato anche Briareo, era un mostro con 50 teste e 100 braccia (centimani) (mitologia greca)
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Mitologia astronomica e filologica
Urano
Scoperta: 13 marzo 1781 (William Herschel) Distanza dal Sole: 2.871 x 106 km Raggio equatoriale: 25.560 km Massa: 8,69 x 1025 kg Satelliti: 27 (tutti aventi un nome) Il pianeta venne già osservato in passato, ma veniva sempre classificato come stella (persino Herschel nel 1781 registrò la scoperta come “cometa”), semplicemente per il fatto che non si ipotizzava l’esistenza di altri pianeti oltre Saturno. Herschel inizialmente chiamò la “cometa” Georgium Sidus (stella di Giorgio, in onore di re Giorgio III d’Inghilterra). Quando fu dimostrato che era un pianeta Herschel lo chiamò Georgian Planet (pianeta di Giorgio). Vennero proposte decine di nomi per il nuovo pianeta e alla fine fu Johann Elert Bode come editore del “Berliner Astronomisches Jahrbuch” (1801), a usare per primo il nome di Urano. Il nome dei primi satelliti scoperti vennero suggeriti da John Herschel nel 1852.
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Mitologia astronomica e filologica -Urano Personificazione del “Cielo”, figlio di Gea, fu il primo re dell’Universo. Sotto forma di pioggia, fecondava Gea (la Terra). Ebbe così i Ciclopi (Arge, Sterope e Bronte) e i Centimani (Briareo, Gie e Cotto). Ogni figlio veniva gettato dal padre nel Tartaro, con la paura che uno di loro potesse spodestare Urano. La paura aumentò ancora di più quando nacquero i Titani. Decise così di mangiarli. Per i miti su Urano vedi “Saturno”. I simboli usati per Urano sono due: (unione dei simboli del Sole e di Marte) e (stilizzazione della lettera H, iniziale di William Herschel). Satelliti:
-Ariel (Urano I) Scoperta: 24 ottobre 1851 (William Lassell) Il suo nome deriva da quello di due personaggi distinti, che però avevano il medesimo nome: uno de “Il ricciolo rapito” di Alexander Pope e l’altro de “La tempesta” di William Shakespeare.
-Umbriel (Urano II) Scoperta: 24 ottobre 1851 (William Lassell)
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Mitologia astronomica e filologica Il nome deriva da quello dell’oscuro folletto della malinconia de “Il ricciolo rapito” di Alexander Pope.
-Titania (Urano III) Scoperta: 11 gennaio 1787 (William Herschel) Il nome Titania (“figlia dei Titani”), indica la Regina delle Fate nel “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare.
-Oberon (Urano IV) Scoperta: 11 gennaio 1787 (William Herschel) Il nome Oberon deriva da quello del Re delle Fate nel “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare.
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Mitologia astronomica e filologica
-Miranda (Urano V) Scoperta: 16 febbraio 1948 (Gerard Peter Kuiper) Kuiper ne suggerì il nome. Il nome deriva da quello di un personaggio de “La tempesta” di William Shakespeare. -Cordelia (Urano VI) Scoperta: 20 gennaio 1986 (Richard Terrile) Il suo nome deriva da quello della più giovane figlia di Re Lear nell’opera omonima di William Shakespeare. -Ofelia (Urano VII) Scoperta: 20 gennaio 1986 (Richard Terrile) Prende il suo nome dalla figlia di Polonio nell’Amleto di W. Shakespeare. -Bianca (Urano VIII) Scoperta: 23 gennaio 1986 (Bradford Smith) Prende il suo nome dalla sorella di Caterina, personaggi de “La bisbetica domata” di W. Shakespeare. -Cressida (Urano IX) Scoperta: 9 gennaio 1986 (Stephen Synnott) Prende il nome dalla figlia troiana di Calchas dalla tragedia “Troilo e Cressida” di W. Shakespeare. -Desdemona (Urano X) Scoperta: 13 gennaio 1986 (Stephen Synnott) Prende il nome dalla moglie di Otello nell’opera omonima di W. Shakespeare. -Giulietta o Juliet (Urano XI) Scoperta: 3 gennaio 1986 (Stephen Synnott) Prende il nome dalla protagonista della tragedia “Romeo e Giulietta” di W. Shakespeare.
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Mitologia astronomica e filologica -Porzia o Portia (Urano XII) Scoperta: 3 gennaio 1986 (Stephen Synnott) Prende il nome dalla protagonista de “Il mercante di Venezia” di W. Shakespeare. -Rosalinda o Rosalind (Urano XIII) Scoperta: 13 gennaio 1986 (Stephen Synnott) Prende il nome dalla figlia del duca nella commedia “Come vi piace” di W. Shakespeare. -Belinda (Urano XIV) Scoperta: 13 gennaio 1986 (Stephen Synnott) Prende il nome dall’omonimo personaggio della commedia “Il rapimento del ricciolo” di Alexander Pope. -Puck (Urano XV) Scoperta: 30 dicembre 1985 (Stephen Synnott) Rappresenta uno spirito maligno, un demone presente in “Sogno di una notte di mezza estate” di W. Shakespeare. -Calibano o Caliban (Urano XVI) Scoperta: 6 settembre 1997 (Brett Gladman) Prende il nome da un personaggio de “La tempesta” di W. Shakespeare. -Sicorace o Sycorax (Urano XVII) Scoperta: 6 settembre 1997 (Philip Nicholson) Prende il nome dalla madre di Calibano in “La tempesta” di W. Shakespeare. -Prospero (Urano XVIII) Scoperta: 18 luglio 1999 (Matthew Holman) Prende il nome dal protagonista de “La tempesta” di W. Shakespeare. -Setebos (Urano XIX) Scoperta: 18 luglio 1999 (John Kavelaars) Prende il nome dalla divinità adorata da Calibano e Sicorace ne “La tempesta” di W. Shakespeare. -Stefano o Stephano (Urano XX) Scoperta: 18 luglio 1999 (Brett Gladman) Prende il nome da un personaggio de “La tempesta” di W. Shakespeare. -Trinculo (Urano XXI) Scoperta: 13 agosto 2001 (Matthew Holman) Prende il nome da un personaggio de “La tempesta” di W. Shakespeare.
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Mitologia astronomica e filologica -Francisco (Urano XXII) Scoperta: 13 agosto 2001 (Matthew Holman, John Kavelaars e Brett Gladman) Prende il nome da un personaggio de “La tempesta” di W. Shakespeare. -Margherita o Margaret (Urano XXIII) Scoperta: 29 agosto 2003 (Scott Sheppard) Prende il nome da un personaggio di “Molto rumore per nulla” di W. Shakespeare. -Ferdinando o Ferdinand (Urano XXIV) Scoperta: 13 agosto 2001 (Matthew Holman) Prende il nome dal figlio del Re di Napoli in “La tempesta” di W. Shakespeare -Perdita (Urano XXV) Scoperta: 18 gennaio 1986 (Voyager 2)/ 1999 (Erich Karkoschka) Prende il nome dalla figlia di Leontes e Hermione nella commedia “Il racconto d’inverno” di W. Shakespeare. -Mab (Urano XXVI) Scoperta: 25 agosto 2003 (Mark Showalter) Prende il nome dalla Regina Mab, personaggio di “Romeo e Giulietta” di W. Shakespeare. -Cupido o Cupid (Urano XXVII) Scoperta: 25 agosto 2003 (Mark Showalter) Prende il nome da un personaggio della tragedia “Timone di Atene” di W. Shakespeare.
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Mitologia astronomica e filologica
Nettuno
Scoperta: 23 settembre 1846 (Urbain Le Verrier) Distanza dal Sole: 4.504 x 106 km Raggio equatoriale: 24.746 km Massa: 1,02 x 1026 kg Satelliti: 14 (di cui 13 hanno un nome) Il pianeta non è osservabile in alcun modo dalla Terra (con i moderni telescopi appare come un minuscolo puntino). Il pianeta venne scoperto solo grazie ai calcoli matematici di Le Verrier e di Adams (venne dimostrato che i calcoli di Adams erano molto approssimativi) per stabilire quale fosse il corpo che, orbitando, disturbasse l’orbita ellittica di Urano. Il primo a proporre un nome per il nuovo pianeta fu Johann Gottfried Galle (collega e amico di Le Verrier), che propose Giano. In Inghilterra Challis propose come nome Oceano. Inizialmente lo stesso Le Verrier propose come nome Nettuno, ma successivamente, forse sulla falsa riga del nome Herschel che circolava per Urano, si convinse a proporre il nome LeVerrier. Il 29 dicembre 1846, tuttavia,
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Mitologia astronomica e filologica Friedrich von Struve accettò il nome Nettuno presso l’Accademia delle Scienze di San Pietroburgo e ben presto il nome Nettuno divenne quello ufficialmente riconosciuto.
-Poseidone Dio greco del mare e dei terremoti, fratello di Zeus e di Ade e figlio di Crono. Con l’aiuto dei fratelli dei, dei centimani e dei ciclopi (questi ultimi due forgiarono la sua famosa arma: il tridente) sconfisse suo padre Crono nella Titanomachia, i Titani furono scaraventati nel Tartaro e lui stesso costruì le mura per impedire ai Titani di risorgere. Il simbolo astronomico di Nettuno è rappresentato dal suo tipico tridente. -Nettuno Corrispondente romano di Poseidone. -Satelliti:
-Tritone o Triton (Nettuno I) Scoperta: 10 ottobre 1846 (William Lassell)
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Mitologia astronomica e filologica Il nome venne proposto da Camille Flammarion nel 1880. Tritone era il figlio di Poseidone e della nereide Anfitrite. Aveva un corno di conchiglia con cui calmava le tempeste e annunciava l’arrivo di Poseidone. È famoso per l’aiuto che diede a Giasone e agli Argonauti. -Nereide o Nereid (Nettuno II) Scoperta: 1° maggio 1949 (Gerard Kuiper) Il nome venne proposto già dallo stesso Kuiper in onore alle nereidi, le ninfe del mare assistenti di Poseidone. -Naiade o Naiad (Nettuno III) Scoperta: 18 settembre 1989 (Richard Terrile) Il nome venne dato in onore alle naiadi, le ninfe delle acque dolci e dei fiumi, che avevano doti guaritrici e profetiche. -Talassa o Thalassa (Nettuno IV) Scoperta: 18 settembre 1989 (Richard Terrile) Talassa (“mare” in greco), figlia di Etere ed Emera, era la personificazione del Mar Mediterraneo. -Despina (Nettuno V) Scoperta: 28 luglio 1989 (Stephen Synnott) Figlia di Demetra e Poseidone, era una ninfa nata dall’incontro tra i due dei mentre Demetra stava cercando la figlia Persefone. -Galatea (Nettuno VI) Scoperta: 28 luglio 1989 (Stephen Synnott) Galatea (“colei che ha la pelle bianca come il latte”) era una delle nereidi. -Larissa (Nettuno VII) Scoperta: 24 maggio 1981 (Harold Reitsema) Famosa per aver avuto Pelasgo da Poseidone, era originaria della Tessaglia e appunto in Tessaglia, le venne intitolata l’omonima città di Larissa.
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Mitologia astronomica e filologica
-Proteo o Proteus (Nettuno VIII) Scoperta: 16 giugno 1989 (Stephen Synnott) Figlio di Oceano e Teti, era una divinità marina minore capace di cambiare forma. -Alimede o Halimede (Nettuno IX) Scoperta: 14 agosto 2002 (Matthew Holman e John Kavelaars) Di carattere dolce e gentile, fu la quinta figlia di Nereo e Doride (una nereide). -Psamate o Psamathe (Nettuno X) Scoperta: 29 agosto 2003 (David Jewitt, Scott Sheppard, Matthew Holman e John Kavelaars) Psamate (“dea della sabbia”), era una delle nereidi. -Sao (Nettuno XI) Scoperta: 14 agosto 2002 (Matthew Holman e John Kavelaars) Sao era una delle cinquanta nereidi. -Laomedea o Laomedeia (Nettuno XII) Scoperta: 13 agosto 2002 (Matthew Holman e John Kavelaars) Laomedea era una delle cinquanta nereidi. -Neso (Nettuno XIII) Scoperta: 14 agosto 2002 (Matthew Holman e John Kavelaars) Neso era una delle cinquanta nereidi.
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Mitologia astronomica e filologica
Plutone
Scoperta: 18 febbraio 1930 (Clyde Tombaugh) Distanza dal Sole: 5.909 x 106 km Raggio equatoriale: 1.137 km Massa: 1,27 x 1022 kg Satelliti: 5 Le orbite di Urano e Nettuno erano perturbate da un oggetto, si teorizzava perciò da tempo l’esistenza di un altro pianeta esterno a quelli già conosciuti. Plutone fu trovato a poca distanza dai punti indicati dai teorici, la scoperta di Plutone è quindi casuale. Il 24 agosto 2006 è stato riclassificato come pianeta nano e perciò non fa più parte dei pianeti del Sistema Solare (che arrivano così ad essere solo otto).
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Mitologia astronomica e filologica
-Plutone Dio dell’oltretomba romano su cui regna insieme alla moglie Proserpina. Il suo nome significa “il ricco”. Figlio di Saturno e Cibele, partecipò alla Titanomachia e alla fine della lunga guerra con uno stratagemma Giove/Zeus riuscì a convincerlo a prendere possesso dell’interno della Terra, l’Oltretomba. Giove/Zeus prese possesso della terra e Nettuno/Poseidone dei mari. -Ade È il corrispondente greco di Plutone. -Satelliti: -Caronte o Charon (Plutone I) Scoperta: 22 giugno 1978 (James Christy) Il nome venne già attribuito dal suo scopritore in “onore” alla moglie Charlene e venne accettato dall’UAI nel 1986. Caronte era il famoso psicopompo (traghettatore delle anime nell’Oltretomba) che trasportava le anime nell’Oltretomba attraversando lo Stige con la sua barca. È una figura che rimase celebre anche lungo tutto il Medioevo, tanto da essere citata da Dante nell’Inferno. -Notte o Nix (Plutone II) Scoperta: 15 giugno 2005 (Pluto Companion Search Team) Figlia di Caos e Caligine, secondo Esiodo era la personificazione della notte terrestre. Nella mitologia romana Notte divenne Nox. -Idra o Hydra (Plutone III) Scoperta: 15 giugno 2005 (Pluto Companion Search Team) Figlio di Tifone ed Echidna. Prende il nome dal famoso mostro policefalo (a
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Mitologia astronomica e filologica più teste) che era posto a guardia dell’Oltretomba. -Cerbero o Kerberos (Plutone IV) Scoperta: 20 luglio 2011 (Mark Showalter) Figlio di Tifone ed Echidna e fratello di Idra. Era un cane a tre teste (secondo alcuni autori rappresentavano passato, presente e futuro). Sorvegliava l’accesso all’Oltretomba. I suoi latrati si sentivano a chilometri di distanza e sembravano tuoni. Citato da Dante. -Stige o Styx (Plutone V) Scoperta: 7 luglio 2012 (Mark Showalter) Secondo la mitologia greca e romana era uno dei cinque fiumi dell’Oltretomba (oltre a Cocito, Acheronte, Flagetonte e Lete). Si estendeva in nove grandi meandri che formavano una palude (chiamata Stigia). È citato da numerosi autori tra cui Dante. -Altri
pianeti nani scoperti: Haumea
Scoperta: 28 dicembre 2004. Prende il nome dalla dea hawaiana della fertilità. Ha due satelliti: Hi’iaka (una delle figlie di Haumea nella mitologia hawaiana) e Namaka (una delle figlie di Haumea nella mitologia hawaiana).
Eris Scoperta: 5 gennaio 2005 Prende il nome dalla dea greca della discordia. Eris era posta a guardia del palazzo di Ares in Tracia. Ha un solo satellite: Dysnomia (la figlia di Eris).
Makemake Scoperta: 31 marzo 2005 Prende il nome dal dio che, secondo il popolo dei Rapa Nui dell’Isola di Pasqua, creò il mondo. Era anche dio della fertilità e capo del culto dell’uomo uccello (tangata manu).
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Mitologia astronomica e filologica
Indice
Callicore Calice Carme Calliroe Euridome Pasitea Cillene Eucelade Pasifae Egemone Arche Isonoe Sinope Sponde Autonoe Core Megaclite Saturno 36 (Satelliti: 38-49) Pan Dafni Atlante Prometeo Pandora Epimeteo Giano Egeone Mimas Metone Antea Pallene Encelado Telesto Teti Calipso Elena Dione Polluce Rea Titano Iperione Giapeto
Prefatio 1 Mercurio 2 Venere 8 Terra 11 Marte 16 Phobos 18 Deimos 19 Giove 20 (Satelliti: 22-35) Metis Adrastea Amaltea Tebe Io Europa Ganimede Callisto Temisto Leda Imalia Lisitea Elara Carpo Euporia Telsinoe Euante Elice Ortosia Giocasta Prassidice Arpalice Mneme Ermippe Tione Ananke Erse Etna Cale Taigete Caldene Erinome Aede
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Mitologia astronomica e filologica Kiviuq Perdita Ijiraq Puck Febe Mab Paaliaq Miranda Skadi Ariel Albiorix Umbriel Bebhionn Titania Skoll Oberon Erriapo Francisco Tarqeq Calibano Greip Stefano Siarnaq Trinculo Hyrrokkin Sicorace Tarvos Margherita Jarnsaxa Prospero Mundilfari Setebos Bergelmir Ferdinando Aegir Nettuno 56 (Satelliti: 57-59) Narvi Naiade Bestla Talassa Suttungr Despina Farbauti Galatea Hati Larissa Thrymr Proteo Fenrir Tritone Fornjot Nereide Surtur Alimede Kari Sao Ymir Laomedea Loge Psamate Urano 50 (Satelliti: 51-55) Neso Cordelia Plutone 60 (Satelliti: 61-62) Ofelia Caronte Bianca Stige Cressida Notte Desdemona Cerbero Giulietta Idra Porzia Altri pianeti nani scoperti 62 Rosalinda Haumea Cupido Eris Belinda Makemake N.B.: nell’indice i satelliti sono in ordine crescente di distanza dal pianeta.
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