La mia esperienza in giappone

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Fabrizio Della Costa Exchange Program 2017/2018 CHIBA UNIVERSITY

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Vivere e studiare in Giappone non vuol dire semplicemente vivere in un altro paese, ma significa più profondamente vivere un’altra cultura, parlare un altro linguaggio, insomma significa vivere una nuova vita. Se è vero che nulla spaventa all’inizio più di ciò che non si conosce, è anche vero che nulla ci arricchisce quanto quello che impariamo a conoscere, e così è stato per me in questi mesi passati a imparare la lingua e la cultura giapponese presso l’ università di Chiba, università che fin da subito si è dimostrata estremamente accogliente e carica di quel profondo rispetto che contraddistingue in fondo tutta la cultura nipponica. Vivere in Giappone vuol dire impararne la spiritualità e stare costantemente a metà tra due modi di vivere: uno legato alla modernità tipica di un paese, a dir poco all’ avanguardia da tutti i punti di vista, l’altro è legato ad uno stile di vita ancora tradizionale e ad una cultura secolare ancora visibile. In qualche maniera questo binomio è visibile anche nell’ architettura, che ho avuto modo di studiare e conoscere in molti viaggi fatti in differenti luoghi del Giappone e anche tramite le molte lezioni, legate proprio all’ architettura rurale giapponese che molto mi hanno dato. Cogliere le sfumature di una cultura così complessa e affascinante, quale quella giapponese, non è possibile se non ci si immerge completamente in una nuova mentalità e maniera di sentire le cose; a tal proposito molto mi ha avvicinato alla filosofia giapponese la pratica del Karate all’ interno del centro sportivo universitario. Il Karate è per i giapponesi l’ espressione di una costante ricerca del proprio equilibrio, un insegnamento a “combattere senza combattere”, a diventare forti modellando il carattere. Nel ricercare questo equilibrio si ritrova se stessi, ma soprattutto si impara a conoscere gli altri, imparando a conoscere amici che diventano maestri di una filosofia e di uno stile di vita.

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Questa e altre esperienze mi hanno dato non solo l’opportunità di avvicinarmi maggiormente alla cultura giapponese, ma anche l’occasione di imparare un’altra lingua straniera, che considero un bel vantaggio per la mia carriera futura. Ma al di là di tutto questo, l’aver scelto di vivere presso la residenza universitaria è stata la migliore decisione che potessi prendere, perché mi ha dato l’opportunità di conoscere ragazzi da ogni parte del mondo, di condividere con loro paure e speranze per il futuro. Ho avuto così l’opportunità di conoscere altre culture e lingue oltre alla mia e a quella giapponese, difatti credo che il valore aggiunto, e dunque la cosa che più mi abbia arricchito di questa mia esperienza fantastica, siano state le persone meravigliose che ho conosciuto, le quali ora posso ritenere amici per la vita. Persone proveniente da tutto il mondo: sia dall’ Europa che dall’ America o dal Messico, ma soprattutto da moltissimi paesi dell’ Asia, paesi come Taiwan, che ho avuto la fortuna e l’opportunità di conoscere e visitare, proprio grazie a questi amici. Adesso, al ritorno in Italia, ho tanti progetti per il mio futuro e soprattutto ora mi ritrovo con amici in ogni parte del mondo, con tante nuove esperienze da raccontare che mi hanno insegnato a credere di più in me stesso e a non dare nulla per scontato.

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もみじがり

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MOMIJIGARI

Se il simbolo nazionale del giappone è il piccolo fiore di ciliegio tipico

della stagione primaverile che dunque è considerata dai giapponesi come la stagione più importante che infatti viene celebrata con il più importante evento giapponese ovvero l’ Hanami, anche la stagione autunnale è fortemente sentita e dunque celebrata e accolta con il rituale del Momijigari. Tale evento avviene nelle più importanti prefetture del giappone e ovviamente anche nelle città di Chiba dove appena arrivato ho avuto modo di partecipare. Il Momijigari si caratterizza per una serie di danze effettuate con vestiti tradizionali che presentano i colori sgargianti dell’ autonno nipponico quali il giallo e il rosso. Difatti tale evento prende nome proprio dal Momiji ovvero il tradizionale acero giapponese, caratteristico per i colori sgargianti che le sue foglie assumono durante la stagione autunnale. Durante tale fetsival si respira un’ aria di entusiasmo contagiosa, ed è proprio durante questo festival che per la prima volta ho iniziato a stringere rapporti di amicizia con i ragazzi dell’ università di Chiba, e che come si vede nella foto con grande gioia mi hanno iniziato ai balli e alle tradizioni del luogo spiegandomi il profondo legame che il popolo Giapponese ha con la natura.

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Il tempio di Daigo Ji in autunno è uno dei più sugestivi luoghi del giappone dove poter ammirare le maravigliose foglie rosse. Il tempio si trova a Kyoto, una delle città più sugestive e antiche del Giappone, ricca di alcune tra le più belle architetture tradizionali giapponesi.

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Essendo Kyoto la piÚ antica citta del giappone, in questa città ho potuto studiare e guardare da vicino la meravigliosa complessità delle tradizionali strutture lignee che costituisco i templi . Inoltre lo studio delle strutture tradizionali è stato oggetto anche di un corso seguito alla Chiba University.

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Un’ altra caratteristica tipica della città di Kyoto è l’ avvicendarsi dei tetti a falde tipici delle abitazioni tradizionali e che in questa città, vista la grande densità edilizia, sono più che mai evidenti. Le falde prendono il nome di HIRA mentre quelli che noi chiamiamo coppi prendono il nome di GAWARA o KARAKUSA.

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Prende spunto proprio da queste strutture tradizionali il primo progetto che ho realizzato all’ interno del laboratorio di progettazione architettonica seguito dal professor Yanagisawa. Il progetto consiste nel riorganizzare la preesistente sala comune all’ interno del Chiba campus, unendo tradizione e modernità .

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Il progetto sfrutta la spazialitĂ della preesistente struttura in cls, per organizzare lo spazio interno tramite blocchi cubici di TATAMI, cercando cosĂŹ di combinare lo spazio comune e quello privato prendendo spunto sia delle architetture tradizionale che da quelle piĂš moderne come la Naked House di Shigeru Ban.

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Altro richiamo all’ architettura tradizionale giapponese è la creazione di giardini interni che fungono sia come luoghi di ritrovo che come elementi per far entrare la luce naturale all’ interno della struttura, tramite l’ utilizzo di pareti in policarbonato trasparente messe in opera come la tradizionale carta per pareti.

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l gruppo di lavoro composto da studenti di diversa nazionalità è stato un arricchimento personale che mi ha dato modo di imparare molto a livello progettuale, ma soprattutto mi ha fatto capire come davanti a molte differenze, soprattutto di tipo linguistico, l’ architettura sia un linguaggio universale.

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千葉大学

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Chiba University

Tutte le lezioni si svolgono all’ interno del campus universitario della città di Chiba che poco dista dalla International House dove ho alloggiato durante il mio soggiorno. Una delle peculiarità del Chiba University campus è che all’ interno non vi sono solo i singoli Building dove seguire le lezione, ma molti luoghi di svago dove poter vivere appieno la vita universitaria insieme a molti altri studenti giapponesi e internazionali. Inoltre nel campus vi sono moltissime attività, dal Music club allla English House, dove è possibile imparare altre lingue grazie ai molti studenti provenienti da tutto il mondo li presenti. Inoltre nel campus vi sono molte strutture sportive come il baseball camp, o la piscina universitaria, ma soprattutto vi sono molte attività legate al mondo delle arti marziali, quali il Kendo l’ Akido o il Jujutsu e il Karate. Personalmente, anche grazie a un gruppo di amici mi sono avvicinato al mondo del karate scoprendo così ancora più in profondità la cultura giapponese e la loro lingua. Infatti oltre a seguire il corso di lingua giapponese proposto dall’ università, all’ interno della scuola di Karate ho avuto modo di mettere alla prova il mio giapponese con i ragazzi del club di Karate.

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L’ università è collocata nella cosìdetta zona NISHI della città di Chiba, città vitale e estremamente moderna, dove la vita universitaria si arrichisce di molte occasioni offerte proprio dalla città e dai suoi eventi ai quali gli studenti possono partecipare.

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“il karate è un sistema di lotta e di autodifesa, dove dedizione e spiritualità hanno il compito di trasformare tutto il corpo in un’arma”.

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Molti sono stati poi gli amici che mi hanno seguito nella pratica del Karate, poicè anche loro come me hanno trovato in questo sport l’ occasione, non solo di conoscere più approfonditamente una delle più antiche arti marziali, ma soprattutto l’ opportunità di entrare a stretto contatto con lo spirito nipponico

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岐阜県

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Gifu prefectur

Proprio grazie agli amici del karate ho potuto fare una delle esperienze più belle della mia vita, infatti siamo partiti assieme in un viaggio on the road nella prefettura di Gifu, una delle prefetture più rurali e ancora legate al Giappone tradizionale e alla vita di montagna, lontano dalle mete turistiche e dalle grandi metropoli moderne quali Tokyo. Partiti proprio dalla capitale del Giappone abbiamo attraversato tutta la regione di Gifu, passando dalla celebre pagoda di Fujiyoshida arrivando sino nella parte più alta del Giappone ovvero nella prefettura di Gunma, luogo incantato nel mezzo delle montagne innevate dove è stato possibile conoscere la cultura tradizionale giapponese e dove ho puto apprezzare personalmente l’ ospitalità proverbiale dei giapponesi. Vivendo ospite a casa di una famiglia giapponse per 15 giorni ho potuto immergermi nella cultura e nelle meraviglie architettoniche di una delle più belle parti del Giappone . Il vivere in casa con una famiglia giapponese mi ha inoltre dato l’ opportunità di migliorare la lingua e soprattutto apprendere i modi di una cultura magica. La regione di Gifu inoltre presenta alcuni tra i più importanti simboli dell’ architettura giapponse sia tradizionale che moderna: come il villaggio di Shirakawa-go inserito dall’ Unesco tra i patrimoni dell’ architettura mondiale o il castello nero di Matsumoto, fino ad ammirare alcune tra le più belle opere del maestro Tadao Ando.

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Simbolo del Giappone il Fuji-san è considerato come uno dei tre monti sacri del Giappone, motivo per cui in tutti i giardini giapponesi vi è sempre o un cumulo di sabbia o un sasso a rappresentarlo. Una dei più bei luoghi naturali da dove poter ammirare il monte Fuji è il lago di Kawaguchiko.

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Non lontano dal lago uno dei più importanti templi Buddhisti, al cui interno la presenza del Budda d’ oro colpisce per le sue dimensioni grandiose. Si narra che all’ interno della grandiosa statua di quindici metri riposi lo spirito del lago, chiuso all’ interno di un Budda più piccolo posizionato all’ interno della statua.

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Nel cuore delle montagne circondato ad fiumi e campi di riso e da una natura incontaminata il villaggio di Shirakawa-go è uno dei luoghi simbolo di questa regione. Splendido in qualsiasi stagione acquisisce in inverno un maggior fascino per via della neve alta che copre totalmente gli edifici .

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Sono i ripidi tetti in paglia a caratterizzare le case del villaggio costruite in stile gassho-zukuri. Il villaggio è costituito da 150 costruzioni vernacolari e molte di queste ospitano al loro interno molte attività legate alle tradizioni della montagna. Proprio per la sua unicità e bellezza è diventato patrimonio Unesco nel 1995.

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Come già detto la peculiarità di Shirakawa-go sono le sue abitazioni, il cui nome specifico è Gassho-zukuri e significa letteralmente “costruire con le mani in preghiera”: infatti i tetti hanno un’inclinazione di 60 gradi e ricordano il saluto giapponese (gassho).

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Oltre alle meravigliose architetture rurali la regione montuosa di Gifu è famosa per il suo immenso patrimonio naturale, infatti uno degli animali simbolo di questa regione sono le famose scimmiette delle montagne. Curiose e simpatiche non disdegnano la compagnia dell’ uomo e soprattutto amano gli Onsen caldi.

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Gli Onsen sono stati una costante nella mia esperienza nipponica, luogo unico ed incantato; sono luoghi dove facilmente si riesce a creare un rapporto di intimità con la natura e con le persone che, all’ interno di queste splendide strutture, si svestono non solo degli abiti, ma soprattutto di ogni sovrastruttura sociale.

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おもてなし

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Omotenashi

Composta dalle parole Omote (il significato è quello di tavolo e/o superficie) e dalla parola Nashi(che vuol dire meno, minore) il termine Omotenashi significa letteralmente con minore superficie, e indica la completa volontà di condividere senza alcun tornaconto. Ma al contempo questa parola assume un secondo significato ovvero quello di servire e completare. Questi due diversi significati sono emblematici poiché individuano in una sola parola tutta la filosofia giapponese legata al culto dell’ ospitalità e dell’ essere a disposizione dell’ altro. Difatti non si può restare indifferenti davanti all’ incredibile gentilezza di questo popolo dimostratami in molte occasioni e soprattutto in questo viaggio. Immersi nella neve e nella natura giapponese abbiamo trovato un caldo e accogliente focolare domestico, dove ci siamo sentiti a nostro agio quasi fossimo in famiglia. In una tradizionalissima abitazione giapponese abbiamo potuto apprezzare le usanze più profonde di questa cultura, dal cibo squisito ai magnifici Onsen familiari offertici dalla famiglia ospitante.

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Lontano ma non troppo dalle nevose cime montuose, al confine tra la prefettura di Gifu e quella di Nagano, si trova la città di Matsumoto. Celebre per il suo castello. Il castello è chiamato anche castello nero o del corvo per via del colore scuro del legno esterno che lo riveste.

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Non troppo distante dal castello, centro nevralgico dell’ intera cittĂ , è possibile trovare luoghi unici che mantengono ancora inalterato il centro storico tradizionale, costituito da costruzioni in legno che per alcuni aspetti richiamano l’ impostazione urbana di Kyoto.

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Non distante da questi luoghi vi è la citta di Gifu che dà il nome all’ intera regione. Qui è possibile ammirare il grandioso centro congressi realizzato dal maestro giapponese Tadao Ando. Il centro è il più grande di tutta la regione e come molte opere di Ando è una meta obbligata per molti studenti di architettura.

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L’ intera struttura nasce da una lunga scalinata che raccorda il giardino inferiore alla terrazza con lucernai. Il centro è caratterizzato dalla forma ovale che definisce la sala principale, che si interseca al muro di cemento armato che delimita e definisce gli spazi interni e esterni.

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Grazie alle lezioni sull’ architettura moderna giapponese ho avuto modo di scoprire per poi andare a visitare molte altre opere del maestro Ando. Tra queste una delle piĂš belle che ho visto è la Biblioteca di Osaka, definita ancora una volta da un muro plastico in cls Ando costituisce uno spazio unico e suggestivo.

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Cosi come estremamente suggestiva è la Chiesa Della Luce , costruita nell’ area metropolitana di Osaka , città natale di Ando, è uno dei massimi esempi di architettura moderna,poiché riesce a unire la purezza tipica delle tradizionali architetture giapponesi con una plasticità evocativa ed estremamente moderna.

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Traendo ancora una volta spunto dalle mie esperienze di viaggio e in questo caso specifico dalle opere del maestro Ando, uno degli ultimi miei progetti realizzato per il corso di progettazione cerca di unire i tagli di luce tipici delle architetture del maestro, come nella chiesa della luce, con l’ utilizzo del calcestruzzo a vista.

#38


La struttura, un cubo di nove metri per nove, è un padiglione espositivo nel quale all’ interno tramite una serie di piani sospesi si crea uno spazio versatile dove mostrare opere legate alla tradizione giapponese. Tradizione ripresa anche qui a livello progettualu con l’ uso di gelosie tradizionali in legno e carta.

#39


#40


千里の道も一歩から “Anche una strada di mille Ri comincia con un passo.”

#41


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