Aut. Trib. Potenza del 22/03/99 n. 259 - Sped. in A.P. art. 2 c 20/c - In. 662/96 Poste Italiane Spa Filiale di Potenza
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Anno 14 n. 24 - Settembre 2014
Verso il Grande Sindacato
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EDITORIALE
Con le nostre radici per costruire il futuro
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uesto è l’ultimo numero della nostra rivista. Un addio? No, solo un arrivederci. Sì, perché oggi si volta pagina. Dopo l’estate Fai e Filca convoleranno a nozze per costituire la Fai Filca Cisl, la più grande categoria sindacale degli attivi in Italia e in Europa con circa mezzo milione di iscritti. Sembrava un sogno e invece è già realtà. Nei consigli generali di Chianciano – in questo numero trovate un ampio reportage – Fai e Filca hanno approvato lo statuto e il regolamento congressuale della nuova federazione e fissata la data del congresso straordinario che si terrà a Roma a fine ottobre. La Fai Cisl porta in dote una storia importante; una storia fatta di idee, persone, identità, esperienze. Altrettanto faranno gli amici della Filca ai quali ci legano un comune sentire e i valori fondativi della Cisl. Sarà una convivenza da costruire giorno per giorno. Ci saranno problemi e difficoltà come in ogni nuova convivenza. E noi della Fai Cisl sappiamo bene cosa vuol dire andare oltre sé stessi per costruire qualcosa di più grande. È ancora viva nella nostra memoria il percorso che diede vita nei primi anni del secolo alla Fai con l’incontro
tra due categorie storiche della Cisl, la Fisba e la Fat. Possiamo dire di essere, senza tema di smentita, già vaccinati e ben allenati alle sfide organizzative; perché di sfida si tratta quando due storie si incontrano per costruire un futuro comune. La felice intuizione di Augusto Cianfoni e Domenico Pesenti ci assegna un compito importante: cambiare per servire meglio i nostri associati. Non è solo una questione di economie di scala o di razionalizzazione organizzativa come potrebbe apparire agli osservatori esterni. Dietro questo percorso c’è qualcosa di ben più sostanzioso di un risparmio di spesa: c’è l’idea rivoluzionaria che in un mondo che cambia e che travolge le antiche certezze il sindacato non può restare a guardare accarezzando con nostalgia l’album dei ricordi. L’amarcord fotografico che trovate nella rivista non concede niente alla nostalgia; vuole essere al contrario l’omaggio dovuto alla nostra storia, perché è nella storia, nelle radici profonde che ci tengono saldamente ancorati alla terra, che deve trovare ispirazione il progetto di un sindacato nuovo e grande. Perché senza radici forti, il travaso sarebbe letale. Ecco, noi portiamo nella Fai Filca le nostre radici per farne una pianta forte e dai frutti rigogliosi. Amici e amiche, questa non è una storia che si chiude, ma un futuro tutto da costruire, insieme. Antonio Lapadula Segretario generale Fai Cisl Basilicata
S O M M A R IO Supplemento a Il Lavoro Lucano Redazione: Via del Gallitello 56 85100 Potenza Tel. 0971 476778 Fax 0971 506091 fai_basilicata@cisl.it Coordinatore editoriale Antonio Lapadula Direttore Luigi Cannella
Editoriale Fai e Filca insieme per un grande sindacato Dalla Basilicata ok alla Fai Filca Ferrero, siglato il rinnovo del contratto di gruppo Barilla, trattative in salita per l’integrativo Mitica Food, approvato il contratto di secondo livello Amarcord, la storia della Fai attraverso le immagini Cambiare il fisco e le pensioni per un’Italia più equa Casa di buona speranza
Segreteria di redazione Pina Colucci
Sviluppo rurale, approvato al fotofinish il piano 2014 - 2020
Impaginazione grafica Rosa Faruolo
Forestazione, bloccato il negoziato sul contratto nazionale
La Fai Cisl rilancia il tema delle filiere agroalimentari La criminalità tiene in scacco il metapontino Morti bianche, in Basilicata l’incidenza più alta
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Verso la Fai Filca
Fai e Filca insieme per un grande sindacato C
hianciano (SI). C’è una data cerchiata nel calendario che passerà alla storia. Dal 27 al 30 ottobre prossimi si svolgerà a Roma il congresso straordinario che sancirà la nascita della Fai Filca Cisl, il nuovo sindacato dell’agroalimentare e dell’edilizia. Mezzo milione tra operai, impiegati, quadri e dirigenti avrà una casa unica dove custodire i valori associativi e identitari della Cisl. Le perplessità del primo momento sono state spazzate via. Si va avanti a ritmo accelerato per costruire la più grande federazione sindacale degli attivi in Italia e in Europa. I consigli nazionali delle due categorie, riuniti a Chianciano, ha sancito alla presenza del segretario della Cisl Bonanni il percorso di unificazione. In tre giorni di intenso lavoro (dal 21 al 23 luglio) gli oltre 300 delegati delle due categorie, giunti da tutta Italia, hanno siglato il patto costituente della nuova federazione approvando all’unanimità lo statuto e il regolamento di attuazione. Sarà poi il congresso straordinario di ottobre a conferire veste ufficiale alla nuova creatura di casa Cisl. È toccato al segretario generale della Fai, Augusto Cianfoni, aprire i lavori dei consigli unitari. “Siamo testimoni dell’inizio di un percorso storico che ci consentirà di diventare un’organizzazione sindacale più forte e più presente sul territorio. Questa nuova forza è già palese in alcune realtà
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e dobbiamo aspettarci che i nostri competitors metteranno in campo forti azioni per cercare di contenerla. In un momento tanto difficile dove esistono enormi problemi per i settori che Fai e Filca rappresentano, qualcuno potrebbe domandarsi per quale motivo abbiamo pensato di complicarci la vita impegnandoci in questo percorso. La risposta è che crediamo che la nuova Federazione possa diventare valore aggiunto per tutta la Cisl. Tutto ciò che facciamo e anche come ci organizziamo, vuole avere come soggetto protagonista l’uomo e, nella nostra esperienza associativa, l’associato con i suoi diritti di tutela e di partecipazione vera. Il nostro orizzonte è lottare per lo sviluppo perché significa battersi, come disse Federico Caffè, per l’allargamento degli spazi e di libertà delle persone. Realizzare una saldatura tra la persona ed il collettivo sarà quindi il compito che dovremo assolvere dando così un contributo importante affinché la buona politica si affermi su quella degenerata”. Lo stesso Raffaele Bonanni, intervenendo ai lavori,
non ha nascosto la sua soddisfazione per quella che può ben considerarsi la più grande operazione di riorganizzazione verticale della Cisl. “La fusione tra Fai e Filca promette molto di buono – ha detto Bonanni – e avviene in uno dei momenti più topici della storia sindacale, sociale e democratica. La nascita della Fai Filca è una svolta di fondamentale importanza non solo in casa Cisl ma anche nel mondo del lavoro perché consentirà la costituzione di una rete ancora più fitta grazie all’impegno dei quadri, degli Rsa e degli Rsu”. Bonanni ha poi fatto un passaggio su uno dei punti in comune più importanti tra le due categorie: “Una realtà così forte darà maggiore impulso alla bilateralità, cresciuta in questi anni nonostante numerosi attacchi, che in qualche caso ne hanno indebolito la spinta propulsiva iniziale. La Fai Filca saprà certamente ridare slancio e ruolo al sistema bilaterale, così importante per il mondo del lavoro”. I numeri sono dalla parte della nuova categoria. “Con quasi 500 mila associati daremo vita ad una delle federazioni più forti in Cisl, in Italia e in Europa”, ha detto il segretario generale della Filca, Domenico Pesenti. “Dobbiamo sfruttare al meglio questa occasione unica ed irripetibile per disegnare un nuovo futuro nella rappresentanza e nella tutela dei nostri associati. Far crescere un sindacato più forte, più vicino ai lavoratori, maggiormente presente nelle fabbriche, nei can-
tieri, nei campi e sul territorio è il nostro obiettivo. Riformare il sindacato è la risposta alla politica che ci vuole cancellare e serve a contrastare la disgregazione individualista imperante in questi decenni. Se si vuole costruire democrazia diffusa bisogna dare forza ai corpi intermedi e rappresentativi delle forze sociali; il confronto, la contrattazione, il dialogo sociale e la concertazione sono strumenti importanti di partecipazione se accompagnati da assunzione di responsabilità delle parti”.
Via libera dai consigli unitari di Chianciano al progetto di fusione delle due federazioni. Dal 27 al 30 ottobre, a Roma, il congresso straordinario che sancirà la nascita della Fai Filca Cisl. Con i suoi 5oo mila associati sarà il più grande sindacato di attivi in Italia e in Europa.
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Verso la Fai Filca
Dalla Basilicata ok alla Fai Filca P
otenza. La Basilicata è in prima linea nella costruzione della nuova federazione Fai Filca. Lo scorso 13 giugno si è tenuta la riunione dei consigli generali delle due federazioni regionali alla presenza del segretario generale della Fai Cisl, Augusto Cianfoni, e del segretario nazionale della Filca Cisl, Salvatore Scelfo. Un appuntamento, quello del Park Hotel, che segna un momento di svolta nella storia ultradecennale delle due federazini sindacali lucani, in linea con il grande progetto di auto-riforma voluto con forza e determinazione dai leader nazionali Cianfoni e Pesenti. Come le tessere di un puzzle le categorie della Cisl si stanno ricomponendo in nuove e più avanzate forme organizzative con meno dirigenti e più sindacalisti sulla prima linea delle fabbriche e dei luoghi di lavoro. Fai e Filca sono le battistrada di un processo di riorganizzazione che nei prossimi mesi riguarderà anche altre categorie. L’imperativo è mettere il sindacato al passo coi tempi e con le mutate caratteristiche del lavoro nella società post industriale e rispondere così al meglio ai bisogni sempre più differenziati dei lavoratori e delle lavoratrici. In apertura dei lavori i segretari regionali di Fai e Filca, Antonio Lapadula e Michele La Torre, hanno tratteggiato il quadro
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economico e sociale che fa da sfondo alla riorganizzazione delle due categorie; un quadro che sconta gli effetti prolungati di una crisi che ha depauperato il tessuto produttivo e indebolito la coesione sociale. I numeri resi noti da Unioncamere e Bankitalia tratteggiano una regione in cui aumentano i disoccupati (5 mila in più solo nel 2013) e si riduce la ricchezza prodotta. È anche per affrontare la grande crisi che Fai e Filca uniscono le forze, mettendo in comune storie, idee, persone, identità, esperienze. L’ambizione è cambiare l’agenda politica della regione: la Basilicata non è solo petrolio ma anche edilizia e agricoltura. “Dobbiamo fare tesoro delle nostre risorse e del nostro know how”, ha detto a margine della riunione il segretario regionale della Fai, Antonio Lapadula, “è giusto puntare sui settori ad elevata innovazione, ma non dobbiamo commettere l’errore di disperdere la capacità accumulata in settori tradizionali come edilizia e agricoltura. Ci sono ampi margini per fare innovazione anche nella tradizione, rendendo più efficienti i processi produttivi e valorizzando al massimo il capitale umano. Con il progetto Fai Filca vogliamo dare un’anima sociale al cambiamento”. Se cambia il mondo, dunque, deve cambiare anche il sindacato: questo il messaggio
che parte dai consigli generali di Potenza delle due federazioni. Messaggio raccolto e rilanciato dai segretari nazionali Scelfo e Cianfoni. “Il mondo del lavoro sta cambiando e la Cisl coraggiosamente si sta trasformando per dare più peso alla prima linea”, ha detto il segretario nazionale della Filca Salvatore Scelfo. “Fai e Filca sono nel solco di questo impegno per dare risposte al territorio sapendo che il confronto oggi non è tra il Nord e il Sud d’Italia ma del mondo. In un quadro negativo che induce alla depressione - ha aggiunto - noi abbiamo il dovere della speranza e della fiducia”. Il Mezzogiorno è centrale nell’agenda della nuova federazione. “Vogliamo sostenere un’idea innovativa del Mezzogiorno che deve partire dalle suore risorse, dal turismo e dall’agroalimentare come volano di sviluppo”, ha detto Augusto Cianfoni concludendo i lavori. “Il Sud deve puntare al risanamento del territorio e al recupero dei centri storici. L’Italia potrebbe vivere delle sue bellezze paesaggistiche e delle sue tradizioni alimentari”. E sul processo di riorganizzazione: “Il cambiamento è nella storia della Cisl fin dalla sua fondazione. La Cisl ha saputo guardare avanti e navigare nel grande mare del cambiamento. Così fu nel ‘53 quando la Cisl lanciò la contrattazione decentrata e trent’anni più tardi firmò l’accordo sulla scala mobile; e ancora nel ‘93 con la politica dei redditi; infine nel 2009 con la firma dell’accordo quadro sul nuovo modello contrattuale”.
Salvatore Scelfo e Augusto Cianfoni
I consigli unificati delle due federazioni regionali sposano il progetto di fusione. Fai e Filca uniscono le forze, mettendo in comune storie, idee, persone, identità, esperienze per rispondere ai bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici. Il Sud resta centrale nell’agenda della nuova federazione.
E la Fai Cisl diventa interregionale Potenza. Nel bel mezzo della riorganizzazione verticale tra Fai e Filca la Fai Cisl è impegnata anche sul fronte interno con la riorganizzazione territoriale. Il 2 settembre a Potenza si tiene il consiglio generale unificato delle Fai di Puglia e Basilicata che costituirà ufficialmente la federazione interregionale di categoria. Parteciperanno i segretari generali regionali Antonio Lapadula e Paolo Frascella, il segretario generale della Cisl Puglia Basilicata, Giulio Colecchia, e il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico. Chiuderà i lavori il segretario generale della Fai Cisl, Augusto Cianfoni. Attesi a Potenza un centinaio delegati delle due federazioni regionali.
Paolo Frascella e Antonio Lapadula
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RINNOVI CONTRATTUALI
Ferrero, siglato il rinnovo del contratto di gruppo Fino a 6 mila euro di premio di produzione. E a Balvano arrivano i Tic Tac
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uneo. Un premio di produzione massimo di 6.075 euro (+13% rispetto al messo in palio del precedente integrativo) e una nuova linea per la produzione delle famose mentine Tic Tac. Il rinnovo del contratto integrativo di gruppo della Ferrero – siglato a fine luglio all’unione industriale di Cuneo – porta in dote interessanti novità per i 380 lavoratori (3/4 fissi) dello stabilimento di Balvano. Il premio sarà così articolato nel triennio 2015-2017: 1.900 euro nel 2015, 2.025 nel 2016 e 2.150 nel 2017. Nella parte normativa il nuovo contratto prevede l’innalzamento da 2 a 3 mezze giornate del permesso per le visite pediatriche dei figli di età compresa tra 0 e 14 anni; un’ulteriore giornata di permesso al padre in occasione della nascita del figlio rispetto a quanto previsto dal contratto collettivo nazionale; la possibilità di attivare forme di part-time a fronte di specifiche esigenze. Ma è nel capitolo degli investimenti industriali che il contratto integrativo prevede la novità più importante per lo stabilimento di Balvano, vale a dire la realizzazione della linea per la produzione dei famosi Tic Tac, uno dei prodotti più noti dell’azienda piemontese, che impegnerà tutto l’anno una trentina di addetti al giorno, saturando così la forza lavoro esistente. La linea Tic Tac a Balvano non è la sola novità contenuta nel capitolo aggiuntivo sugli investimenti industriali; capitolo che descrive le iniziative imprenditoriali che Ferrero intraprenderà nel triennio per garantire la produzione dei propri stabilimenti in Italia, anche attraverso lo spostamento di volumi produttivi finora lavorati in stabilimenti esteri, novità in controtendenza rispetto al passato. Per i segretari generali Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil di Basilicata, Antonio Lapadula, Vincenzo Esposito e Gerardo Nardiello, “si tratta di un contratto doppiamente importante perché incrementa in modo cospicuo la busta paga dei lavoratori e allo stesso tempo difende i livelli occupazionali grazie a nuovi investimenti industriali che consolidano la presenza di Ferreo pur in una fase di stagnazione economica. Con questo rinnovo abbiamo dimostrato che si può fare buona contrattazione aziendale anche durante la crisi e attraverso la contrattazione difendere l’eccellenza alimentare italiana nel mondo. La realizzazione della linea Tic Tac nello stabilimento di Balvano va proprio nella direzione di consolidare la presenza di Ferrero nella nostra regione sia dal punto
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di vista produttivo che occupazionale”. Positivo anche il giudizio dei delegati della Fai Cisl, Antonio Scafiezzo e Innocenzo Natiello, che sottolineano le importanti novità previste per lo stabilimento di Balvano, uno dei più produttivi di tutto il gruppo dolciario piemontese. “La necessità di diversificare le produzioni è stata colta dalle parti positivamente, confermando ancora una volta l’attenzione che Ferrero ha per il nostro territorio. L’attenzione all’occupazione è stata sempre la nostra priorità - continuano i due delegati sindacali della Fai - necessità che è stata pienamente condivisa dall’azienda. Questo importante rinnovo è di riferimento nel panorama nazionale proprio in virtù della qualità che esprime nelle diverse tematiche. Questo momento contrattuale - concludono Scafiezzo e Natiello - nonostante il contesto nazionale in cui si trova ad operare l’azienda, ci fa intravvedere soluzioni che ci consentono di guardare ai prossimi anni con relativa tranquillità”. Ora il contratto passerà al vaglio dei 6 mila dipendenti Ferrero che, a meno di improbabili sorprese, daranno semaforo verde all’intesa siglata da Fai Flai Uila.
Balvano tra storia e futuro
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o stabilimento produttivo di Balvano, una tra le realtà produttive più importanti della regione, è nato nell’epoca immediatamente successiva al terremoto del 1980 per volontà della famiglia Ferrero che intese dare una risposta concreta all’emergenza che colpì le popolazioni del Sud. Nel 1987, a soli due anni dall’inizio dei lavori di costruzione del complesso industriale, entra in servizio la prima linea di produzione, alla quale nel 1994 fa seguito l’inaugurazione della seconda linea. Attualmente dà lavoro a circa 380 addetti, tre quarti dei quali sono a tempo indeterminato. Lo stabilimento produce esclusivamente merendine ed è l’unico del gruppo a produrre prodotti da forno “bianchi”. A Balvano si producono Kinder Brioss, Kinder Colazione più, Yogo Brioss, Brioss gusto ciliegia e albicocca, Kinder Pan e Cioc e Kinder Pan e Cioc Tortina Cacao. Il capitolo “investimenti area industriale” del nuovo contratto di gruppo prevede importanti novità per la fabbrica lucana. A breve partiranno i lavori per il montaggio di una linea di confezionamento Tic Tac che garantirà la possibilità di impiegare tutto l’anno fino a 30 lavoratori al giorno. Il piano di investimenti prevede inoltre per Balvano interventi di aggiornamento tecnologico per aumentare l’efficienza mediante il revamping dell’area preparazione ed impasti; interventi di automazione della parte incarto per la linea 2; maggiore flessibilità degli impianti di preparazione polveri e liquidi; automazione di tutta l’area Mes dello stabilimento.
Barilla, trattativa in salita per l’integrativo
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arma. Prosegue la trattavita tra sindacati e azienda per il rinnovo del contratto integrtativo di gruppo della Barilla scaduto lo scorso dicembre. Nel corso della prima metà dell’anno si sono giù tenuti una serie di incontri, a partire dalla presentazione ufficiale della piattaforma di Fai Flai Uila, fino all’incontro del 29 luglio scorso dove sono stati esaminati i capitoli relativi a relazioni sindacali, sicurezza, sviluppo e sostenibilità alimentare, qualità, formazion e appalti. Restano da approfondire le questioni “sensibili” che pesano economicamente sul rinnovo contrattuale come welfare aziendale e premio di produzione per obiettivi. A metà settembre è in programma a Parma un nuovo tavolo di confronto. “Molte sono le attese tra i lavoratori per questo
rinnovo contrattuale”, spiega il delegato sindacale della Fai Cisl, nonché componente del coordinamento nazionale delle Rsu Barilla, Sante Marzullo. “La trattativa è difficile perché questo rinnovo appare atipico rispetto al passato e non nello stile di un’azienda come Barilla che è sempre stata una delle prime a sottoscrivere l’accordo. Oggi, invece, altri gruppi importanti del comparto alimentare, superate le difficoltà iniziali, hanno già sottoscritto i propri contratti integrativi. Sono sciuro che nonostante i momenti di difficoltà che sta vivendo il paese – continua Marzullo – Barilla riscirà a rinnovare il proprio contratto coniugando al meglio quelle che sono le esigenze dell’imprese con le condizioni economiche e di vita di tutti i lavoratori”. 9
RINNOVI CONTRATTUALI
Mitica Food, approvato il contratto di secondo livello
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an Nicola di Melfi (PZ). La contrattazione di secondo livello si conferma il vero antidoto contro la crisi economica, crisi che non ha certo risparmiato il settore alimentare lucano, seppure in maniera meno marcata rispetto agli altri settori manifatturieri della regione. È il caso, ad esempio, della Mitica Food (gruppo Preziosi) dove Fai Flai Uila hanno spuntato un importante risultato con il rinnovo del contratto aziendale. Nonostante le vicissitudini vissute dalla società e le sofferenze patite dai lavoratori, azienda e sindacato hanno siglato un accordo che renderà più pesanti le buste paga dei circa dipendenti. Il nuovo contratto di secondo livello prevede infatti un premio per obiettivi di 1.650 euro nel 2014 e di 1.700 euro nel 2015 legato a parametri condivisi. La società, inoltre, metterà in campo azioni e percorsi formativi per i lavoratori per sviluppare le professionalità interne e adeguare l’organizzazione del lavoro ai cambiamenti imposti dal mercato. Efficienza, investimenti, politica della qualità, partecipazione dei lavoratori e redditi più alti sono i punti cardinali del nuovo contratto aziendale che dedica un occhio di riguardo all’organizzazione del lavoro, alla gestione degli orari per una maggiore conciliazione tra tempi di lavoro e di vita, e ai corretti inquadramenti professionali. Positivo il giudizio espresso dai segretari territoriali di Fai, Flai e Uila, Giuseppe Romano, Giuseppe Burdi e Rocco Coviello. “In un periodo in cui diventa sempre più difficile fare contrattazione con le aziende dobbiamo evidenziare che l’accordo sottoscritto con la Mitica Food rappresenta un alto momento di concertazione tra sindacato e azienda”. L’attenzione che Fai Flai Uila hanno posto nella stesura dell’accordo di secondo
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Ai lavoratori un premio massimo di oltre 3 mila euro. La contrattazione vero antidoto contro la crisi economica. Previsti anche percorsi formativi per i lavoratori. livello non è nuova. “La restrizione delle risorse – evidenziano i tre sindacalisti – ci obbliga a contrattare miglioramenti legati al recupero di efficienza e al miglioramento qualitativo del lavoro. Una maggior produttività è la soluzione per l’incremento del reddito dei lavoratori e questo si verifica se si migliora l’organizzazione del lavoro, se i lavoratori vengono coinvolti e messi in condizione di partecipare. È esattamente quello che Fai Flai Uila hanno faticosamente costruito nel tempo con la Mitica Food, dando l’ennesima dimostrazione che fare sindacato significa portare risultati importanti ai lavoratori, prestando la giusta attenzione alle politiche produttive ed economiche delle aziende presenti sul nostro territorio. Riteniamo che questo percorso possa essere la dimostrazione di come le buone pratiche possano funzionare bene anche nella nostra regione”.
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LA MOBILITAZIONE DI CGIL CISL UIL
Cambiare il fisco e le pensioni per un’Italia più equa
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otenza. È un’estate di impegno sindacale che prepara un autunno di mobilitazione su fisco e pensioni per Cgil Cisl Uil. Da luglio sono in corso le assemblee sui luoghi di lavoro sul documento di proposte approvato lo scorso giugno dagli esecutivi unitari confederali. La Fai Cisl, con Flai e Uila, ha tenuto una trentina di assemblee su tutto il territorio regionale per illustrare ai lavoratori e alle lavoratrici le proposte messe a punto da Cgil Cisl Uil per un fisco più equo e un sistema previdenziale più flessibile. A conclusione delle assemblee gli esecutivi unitari di Cgil Cisl Uil vareranno la piattaforma definitiva. “La situazione economica del nostro Paese è tuttora caratterizzata dalla crisi, e i sette anni trascorsi hanno determinato una crescente disoccupazione che ha toccato il 13,6% e la messa a rischio del sistema produttivo del Paese con la perdita del 25% delle imprese manifatturiere e dei servizi. Non si esce positivamente dalla crisi, se non si determinano investimenti pubblici scorporati dal patto di stabilità europeo e politiche industriali che facciano ripartire lo sviluppo, la ricerca e l’innovazione del nostro Paese”. Così scrivono Cgil Cisl Uil in apertura del documento programmatico. I sindacati confederali
chiedono un deciso cambio di passo su fisco e pensioni. In particolare propongono di cambiare la legge Fornero e le sue rigidità, restituendo maggiore scelta alle persone nell’accesso al pensionamento, anche per dare risposte più efficaci ai lavoratori coinvolti in situazioni di crisi aziendale e a chi svolge lavori particolarmente faticosi e pesanti. Per quanto riguarda il fisco Cgil Cisl Uil ritengono necessario ridurre il carico fiscale su lavoro e pensioni – estendendo e rendendo strutturale il bonus degli 80 euro – e valorizzare la lotta all’evasione a livello nazionale e locale, utilizzando quanto recuperato dai Comuni per garantire i servizi ai cittadini, senza ricorrere all’aumento della fiscalità locale. Per il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, “il sindacato è vivo ed ha ancora una grande forza tra i lavoratori, si illude chi pensa di far saltare il sistema di rappresentanza sociale. Oggi la politica ha fondato la sua forza sul sistema plebiscitario, ma spesso il leaderismo costruito in tv ha la vita di una farfalla. La nostra natura è diversa. Non neghiamo le nostre difficoltà legate alla crisi dell’occupazione ed un paese che non cresce. Non possiamo negare che esistano delle differenze tra Cgil, Cisl e Uil, anche se con gli accordi sulla rappresentanza abbiamo fatto un passo avanti decisivo. Ma ora ci attende una sfida altrettanto importante: ci dobbiamo misurare sui fattori dello sviluppo. Dobbiamo cambiare la riforma barbara e cinica delle pensioni e fare il nostro mestiere sulla riforma fiscale”.
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MIGRANTI
Casa di buona speranza P
alazzo San Gervasio (PZ). Mani segnate dalla fatica. Il volto scavato dal sole che cade a picco sui campi di pomodoro. Negli occhi i fotogrammi di una vita che il destino ha voluto durissima. Nel cuore la speranza di una vita migliore. Sono i lavoratori stagionali immigrati, provenienti soprattutto dall’Africa e dall’Est Europa, che ogni anno, in coincidenza con la stagione delle raccolte, si riversa nei campi della Basilicata. Nel 2013 ne sono arrivati quasi un migliaio, l’80 per cento extracomunitari, iscritti in maggioranza nei centri per l’impiego di Bari, Caserta, Crotone, Foggia e Avellino. La maggior parte arriva dal Burkina Faso, che con 500 lavoratori è la comunità straniera più rappresentata, a seguire 146 lavoratori dal Ghana e una novantina rispettivamente dal Sudan e dalla Costa d’Avorio. Per anni il “soggiorno” in terra lucana è stato un inferno. Senza un letto, senza acqua, senza un pasto caldo, senza trasporto, pochi stracci addosso: le prede perfette per i caporali. I più fortunati si accampavano in sistemazioni di fortuna dentro casolari dirupati o in centri di accoglienza messi in piedi sull’onda dell’emergenza grazie alla volontà
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delle amministrazioni locali. Ora la Regione Basilicata volta pagina, o almeno si spera. È stata costituita un’apposita task force, guidata da Pietro Simonetti, per mettere a punto un piano di accoglienza che si assicuri una sistemazione dignitosa ai lavoratori migranti. I lavori della task force sono a buon punto. Sono stati già individuati due capannoni con una superficie di 2 mila metri quadrati a Palazzo San Gervasio nel complesso dell’ex tabacchificio e un fabbricato agricolo di 350 metri quadrati in località Gaudiano di Lavello. Entrambe le strutture sono risultate idonee a seguito dei sopralluoghi della protezione civile e degli enti preposti per accogliere gli immigrati che stanno arrivando in Basilicata per la raccolta del pomodoro. Tra Palazzo e Gaudiano si potrà dare ospitalità a circa 250 persone. Sopralluoghi si stanno effettuando anche nei capannoni dell’ex consorzio
agrario di Venosa e Montemilone per aumentare la dotazione di posti letto. Si tratta di un primo passo che certamente non è ancora risolutivo del problema, ma che segna comunque un significativo cambio di rotta rispetto al passato, quando i lavoratori erano abbandonati a sé stessi, nella più totale indifferenza e alle mercé di caporali e faccendieri senza scrupoli, se non quello per il proprio guadagno. Oltre all’alloggio i lavoratori potranno usufruire di un servizio di trasporto pubblico e dal 1° luglio possono già iscriversi alle liste di prenotazione in agricoltura recandosi di persona nei centri per l’impiego della Basilicata, ma lo si potrà fare anche nelle strutture mobili gestite dalle organizzazioni di volontariato in prossimità dei centri di accoglienza. Anche i sindacati sono scesi in campo. E dopo essere stati in prima linea – spesso da soli – per rivendicare condizioni di lavoro più umane e dignitose, ora Fai Flai Uila, attraverso l’ente bilaterale agricolo della provincia di Potenza, mettono a disposizione un contributo economico a parziale copertura dei costi di mensa, purché le imprese agricole che impiegano i lavoratori stranieri siano in regola con i contributi; un piccolo ma significativo contributo che va nella direzione della solidarietà e della legalità. E a proposito di legalità, i dipartimenti regionali alle Politiche agricole e alle Attività produttive stanno mettendo a punto il cosiddetto “bollino etico”, una
Al via il piano di accoglienza per i migranti impegnati in agricoltura. Dalla task force regionale ok a due strutture per circa 250 posti letto. E i sindacati finanziano la mensa con i fondi bilaterali
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certificazione di regolarità delle procedure di acquisizione della manodopera al fine di prevenire il lavoro nero e il caporalato. L’obiettivo è riconoscere alla Basilicata, così come già avvenuto in Puglia, un vero e proprio marchio di qualità del pomodoro lucano e degli altri prodotti agroalimentari. Il piano regionale prevede infine una campagna di comunicazione dei servizi di prenotazione e di accoglienza e un rafforzamento delle attività di vigilanza della prefettura e della questura di Potenza, dei carabinieri, della guardia di finanza e dell’ispettorato del lavoro della Basilicata.
I numeri dell’altra Basilicata: stranieri in crescita ma fenomeno di nicchia Potenza, I residenti stranieri che vivono stabilmente in Basilicata sono circa 15 mila (2,6% della popolazione), di cui oltre 8 mila sono extracomunitari. Tra i gruppi di provenienza spiccano rumeni (40%), albanesi (11%) e marocchini (10%). L’agricoltura è il settore produttivo che impiega il maggior numero di stranieri (39,4%); seguono il terziario (31,9%) e l’industria (27%). Diventa sempre più familiare la presenza di bambini stranieri nelle scuole lucane. Gli alunni con cittadinanza straniera sono circa 2.300 di cui il 18,7 per cento nella scuola dell’infanzia, il 33,7 per cento in quella primaria, il 21,5 per cento in quella secondaria di primo grado e il 26,2 per cento in quella di secondo grado. Quella degli stranieri in Basilicata è una realtà ancora di nicchia, specie se paragonata alle grandi città, anche se negli ultimi anni la presenza si è progressivamente intensificata. E proprio per gestire al meglio il fenomeno la giunta regionale ha approvato un disegno di legge con norme per l’accoglienza, la tutela e l’integrazione dei cittadini migranti e dei rifugiati che riforma le previsioni regionali in materia. La Regione considera “l’immigrazione come un’opportunità per rafforzare la base demografica, indispensabile al mantenimento di alcuni servizi essenziali”.
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BASILICATA RURALE
Sviluppo rurale, approvato al fotofinish il piano 2014-2020 P otenza. Sul plico c’è l’indirizzo della commissione europea. Dentro c’è il documento di programmazione del Piano di sviluppo rurale (Psr) per il settennio 2014-2020 messo a punto dai tecnici del dipartimento Agricoltura della Regione Basilicata dopo un serrato confronto con le parti sociali, con tanto di consultazione on line. In calce c’è la firma di Michele Ottati, attuale assessore regionale alle Politiche agricole, uno che i palazzi vetrati di Bruxelles li conosce bene avendoci lavorato per anni. Ottati parla senza mezzi termini di rivoluzione: “Siamo riusciti a traghettare la Basilicata agricola verso una meta mai raggiunta in passato. Nella programmazione 2014-2020 la Basilicata potrà iniziare i suoi investimenti in agricoltura nel 2015, ossia il primo anno utile ai sensi dei regolamenti comunitari. Se questa non è rivoluzione, ci domandiamo cosa lo sia”. Entro dicembre saranno messi a punto i bandi di gara e rinnovati i gruppi di azione locale – spina dorsale del sistema rurale – per essere pronti per l’avvio nei primi mesi del 2015. Si lavora dunque a ritmo serrato. Ma cosa prevede il nuovo programma operativo di sviluppo rurale? Il Psr 2014-2020 può contare su una dotazione finanziaria di 680 milioni di euro; la quota di finanziamento comunitario è pari a circa 411 milioni di euro, con un tasso del 60,5% di cofinanziamento comunitario a valere sul Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale, ai quali si aggiungono 188 milioni di euro di quota nazionale e circa 80 milioni di quota regionale. Uno sforzo finanziario importante che sarà così ripartita: 256 milioni di euro per preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all’agricoltura e alla silvicoltura e aumentare l’innovazione per favorire 18
interventi e pratiche di un uso più efficiente delle risorse naturali (acqua, suolo, etc.); 119 milioni per promuovere l’organizzazione della filiera alimentare, comprese la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli e la gestione dei rischi nel settore agricolo. 102 milioni di euro saranno destinate a potenziare la redditività delle imprese agricole e la competitività dell’agricoltura in tutte le sue forme e promuovere tecnologie innovative per le aziende agricole e la gestione sostenibile delle risorse. Il piano destina 86,7 milioni di euro per incentivare l’uso efficiente delle risorse aumentando la quota di energia rinnovabile sfruttata nell’ambito dei processi produttivi e favorire le pratiche colturali a risparmio idrico. 20,4 milioni di euro verranno investiti per promuovere il trasferimento di conoscenze e l’innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali sviluppando strumenti di formazione continua, di diffusione delle innovazioni, per potenziare i servizi di sviluppo agricolo e di consulenza, investire nella formazione di figure idonee, sostenere i gruppi operativi del Partenariato europeo per l’innovazione (Pei) che svilupperanno azioni coerenti con la strategia del programma regionale di sviluppo rurale. Infine, all’assistenza tecnica sarà destinato il 4% delle risorse dell’intero programma, pari a circa 27 milioni di euro.
E la Fai Cisl rilancia il tema delle filiere agroalimentari
Antonio Lapadula e Michele Ottati
Previsti investimenti per 680 milioni di euro. Entro dicembre i primi bandi. Ottati: “Siamo riusciti a traghettare la Basilicata agricola verso una metà mai raggiunta in passato. è una rivoluzione”.
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otenza. La Fai Cisl Basilicata ha recapitato al dipartimento Agricoltura della Regione Basilicata un documento con una serie di osservazioni sul programma di sviluppo rurale per il settennio 2014-2020. Per il sindacato agroalimentare della Cisl “è necessario precisare meglio l’aspetto legato alla partecipazione del privato allo sviluppo agro-forestale, in particolare sulla filiera agro-energetica e sullo sfruttamento produttivo del sottobosco. Da tempo nei piani forestali – continua la nota della Fai Cisl – si punta su questi aspetti per rendere più competitivo il comparto, ma occorre mettere a fuoco l’equilibrio tra intervento pubblico e privato”. Per la Fai “anche la parte della formazione agricola-ambientale-forestale per il miglioramento delle professionalità, se è rivolta a tutti, ovvero alla platea dei lavoratori del settore, anche ai forestali per intenderci, è importante per saldare il momento della forestazione con il piano di sviluppo rurale”. Per quanto riguarda la promozione delle filiere la Fai Cisl sottolinea “la necessità di mettere in campo accordi di filiera tra agricoltura e industria di trasformazione, peraltro già richiesti nella scorsa gestione del Psr da alcune aziende alimentari che operano in Basilicata e che purtroppo non hanno avuto seguito. È necessario a questo proposito prevedere un tavolo permanente per la condivisione e la gestione di questi percorsi”. In questo senso la Fai Cisl propone la costituzione di un marchio “made in Basilicata” per quelle produzioni che “chiudono” la filiera e lancia l’idea dei “birrifici rurali”, micro-aziende capaci di utilizzare la filiera locale dell’orzo distico sul modello di analoghi progetti che stanno avendo molto successo.
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LAVORO FORESTALE
Forestazione, bloccato il negoziato sul contratto nazionale
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oma. Da oltre un anno e mezzo circa 85 mila operai e tecnici forestali sono senza contratto nazionale. E dopo il passaggio dell’Uncem – l’unione delle soppresse comunità montane – nell’Anci della trattativa contrattuale si sono perse letteralmente le tracce, tanto da spingere il segretario generale della Fai Cisl nazionale, Augusto Cianfoni, ad una dura reprimenda. “Dopo molteplici interventi ufficiosi e ufficiali negli ultimi sei mesi di Fai Flai e Uila verso il Presidente Fassino a tutt’oggi non abbiamo avuto risposte concrete circa la convocazione del tavolo negoziale per il rinnovo del contratto nazionale, scaduto il 31 dicembre 2012”. Se a questo imbarazzante silenzio dell’Anci si aggiunge la difficile situazione in cui versa il settore della forestazione in diverse regioni italiane, ne viene fuori un quadro desolante che per la Fai Cisl attesta il generale fallimento della politica nazionale e delle Regioni. Cianfoni si appella a Renzi: “Assuma l’iniziativa attraverso una concertata regia tra Palazzo Chigi, il ministero delle Autonomie e quelli dell’Ambiente e del Lavoro per interdire lassismi e scaricabarili che concorrono a mostrare l’azione del suo governo soltanto come una fiera di belle parole e di vanesie promesse. Mentre la Sardegna brucia e alla vigilia dei dispendiosissimi voli di canadair e di elicotteri per lo spegnimento degli incendi boschivi, qualcuno dovrebbe convocare un tavolo di coordinamento per pianificare azioni preventive tra le quali il lavoro a terra degli operai forestali resta quello più efficace. Dal premier Renzi vorremmo che usasse la sua apprezzabile determinazione per interdire una volta per sempre l’indegno banchetto che la 20
peggiore politica e la pessima burocrazia statale e regionale ogni anno, in estate e in autunno, consumano col pronto soccorso ai danni del Paese”. In Basilicata, invece, la stagione forestale 2014 sembra partita sotto buoni auspici e senza le frizioni degli anni scorsi, ma i sindacati restano vigili, in particolare sulle giornate. “La soglia delle 130 giornate contributive riguarda tutti gli addetti forestali, anche i cosiddetti turnoveristi”, precisano i segretari di Fai Flai Uila, Lapadula, Esposito e Nardiello, che si appellano al presidente della giunta regionale, Marcello Pittella, affinché siano affrontate e risolte le problematiche che interessano i lavoratori degli altri progetti di manutenzione del territorio e di prevenzione del dissesto idro-geologico, vale a dire Vie Blu, Parco del Pollino, Ivam, Utb e Green River. Intanto, proprio da Viale Verrastro arrivano buone notizie sul fronte delle risorse finanziarie. Le commissioni permanente del consiglio regionale hanno infatti dato via libera al ddl di assestamento del bilancio che prevede, tra le altre misure, lo stanziamento di 1,7 milioni di euro per il completamento del programma annuale di forestazione, comprensivi dei progetti Ivam, Green River ed Lsu Pollino e altri 1,3 milioni per il completamento del programma annuale Vie Blu.
aGRICOLTURA NEL MIRINO
La criminalità tiene in scacco il metapontino
Continuano gli attentati contro le aziende agricole della zona. La Fai Cisl: bisogna restare vigili
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canzano (MT). Sui campi di primizie del Metapontino si allunga l’ombra della criminalità organizzata. Capannoni e mezzi agricoli dati alle fiamme, campi agricoli rovinati. La paura che fa presto a diventare omertà. Una cinquantina di attentati in cinque anni a danno di aziende agricole e attività commerciali nel quadrilatero Scanzano, Policoro, Pisticci e Bernalda sono il segnale preoccupante di una malavita che sta cercando di infiltrare il tessuto sano della società civile. È di poche settimane fa l’operazione “Tritolo” condotta dalla squadra mobile di Matera che ha permesso di sgominare una banda di pregiudicati, quasi tutti tarantini, con capi di imputazione che vanno dal tentato omicidio alla tentata estorsione, fino alla detenzione e al porto illegale di materiale esplosivo e armi. Non si contano gli attentati incendiari, una vera specialità dei clan locali in cerca del salto di qualità. L’ultimo nel mese di giugno contro un’azienda di movimento terra che si è vista bruciare due escavatori. E c’è poco da dubitare sulla matrice dolosa dell’atto. Gli organi inquirenti lavorano sotto traccia per venire a capo di una matassa criminale dai contorni ancora sfuggenti. A generare inquietudine tra i cittadini e tra gli operatori economici è soprattutto l’escalation degli attentati, ormai non più classificabili sotto
la voce episodi, tanto da essere finiti sotto la lente della commissione parlamentare antimafia che lo scorso aprile è scesa in Basilicata per fare il punto della situazione. E poi c’è l’usura, fenomeno forse meno cruento del racket delle estorsioni, ma più subdolo perché sommerso sotto un mare di paura e omertà. Encomiabile il lavoro che fanno sul territorio associazioni come Libera o la fondazione antiusura Monsignor Cavalla, oggetto esse stesse di minacce e attentati, ma è alle istituzioni che la comunità metapontina chiede più sicurezza e attenzioni. “Dopo anni di incendi e una lunga scia di attentati – ha detto di recente don Marcello Cozzi – ancora nessuna risposta, solo litigi istituzionali con il risultato di poveri imprenditori in mezzo a una strada. È una vera emergenza, mi appello alle istituzioni perché possano finalmente fermare quei codardi e quei vigliacchi”. Per don Basilio Gavazzeni, leader storico del movimento antiusura, “l’usura non si può misurare, bensì solo fiutare, rimanendo ancora un fenomeno strisciante e sommerso. Noi teniamo viva la sensibilità sul problema e cerchiamo di rispolverare la cultura del denaro responsabile, affiancando chi è esposto attraverso una collaborazione con le banche disponibili. Non c’è nulla da fare chi è sovraindebitato deve cercare denaro e lo trova dai gonzi e dai santi”. Anche il sindacato ha messo sotto i propri riflettori la questione criminalità. Vincenzo Cavallo, segretario territoriale della Fai Cisl Basilicata, è lapidario: “Non bisogna abbassare la guardia, occorre essere vigili perché la Basilicata è una regione cerniera tra Puglia e Calabria e il rischio di infiltrazioni criminali è sempre presente”. 21
INFORTUNI sul LAVORO
Morti bianche, in Basilicata l’incidenza più alta Lo dice uno studio di Veba Engineering sui primi cinque mesi del 2014
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otenza. Meno infortuni come dato assoluto ma più morti sul lavoro in rapporto alla popolazione lavorativa. Si può sintetizzare così la fotografia della Basilicata che emerge da uno studio dell’osservatorio sulla sicurezza del lavoro della Veba Engineering di Mestre. I numeri sono impressionanti e vanificano l’ottimismo legato alla riduzione degli infortuni che si è registrata negli ultimi anni in coincidenza con la crisi economica. Nei primi cinque mesi del 2014 sono state 254 le morti sul lavoro. È in assoluto il Nord la parte del paese più flagellata dagli infortuni mortali, ma se fino ad aprile era la Lombardia a condurre le fila della tragica graduatoria per il maggior numero di vittime, a fine maggio è l’Emilia Romagna la regione in cui si contano più infortuni mortali (28). Seguono a ruota Lombardia (27), Sicilia (23), Puglia e Piemonte (22), Campania (20) e Veneto (19). In Basilicata nei primi cinque mesi dell’anno gli infortuni mortali sono stati già 7. Unico dato positivo di tutta la dettagliata analisi di Vega Engineering è il calo degli infortuni mortali rilevato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, pari al 9 per cento. Ma è il dato sull’incidenza della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa che fa registrare un picco proprio in Basilicata con
Annamaria Furlan eletta aggiunto della Cisl Il consiglio generale della Cisl ha eletto Annamaria Furlan nuovo segretario generale aggiunto. 56 anni, genovese, Annamaria Furlan ha iniziato la sua attività sindacale nel 1980 come delegata del Silulap, la categoria Cisl dei lavoratori postali di cui poi è divenuta segretaria provinciale e regionale. Furlan ha guidato la Cisl di Genova e la Cisl regionale della Liguria. Dal 2002 è segretario confederale della Cisl dove si occupa del settore terziario e servizi. “Sono molto contenta e ringrazio Bonanni e tutta la Cisl per avermi scelto”, ha detto Annamaria Furlan, subito dopo essere stata eletta. 22
il 38,9 contro una media nazionale di 11,2, più del doppio della Puglia (19); seguono a distanza Sicilia (17,4), Trentino Alto Adige (16,7) e Marche (16). Sopra alla media nazionale sono anche le incidenze di Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Campania e Piemonte. Disaggregando i dati per settore produttivo emerge che l’11,4 per cento degli incidenti si è verificato nel settore delle attività manifatturiere, il 9,8 per cento nelle costruzioni, il 9,1 per cento nel settore dei trasporti e magazzinaggi, il 7,1 per cento nel commercio all’ingrosso e al dettaglio. La provincia di Potenza è nel gruppo di testa dei territori dove è più alta l’incidenza della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa, preceduta solo da Enna, Fermo, Ogliastra e Benevento. Le donne che hanno perso la vita sul lavoro nei primi 5 mesi del 2014 sono state 16 (6,3 per cento del totale). Gli stranieri deceduti sul lavoro sono 37 pari al 14,6 per cento del totale. Quarantenni e cinquantenni i lavoratori più coinvolti.