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Anita: “Nessun aumento per i nostri listini” Il gruppo tedesco ha scelto di non trasferire gli incrementi dei costi delle materie prime sui prezzi dei suoi prodotti. L’obiettivo? Sostenere il retail e diventare più competitivi in alcune categorie strategiche come le linee comfort. Per l'A/I 2022 la maison amplia l'offerta di linee basic, facilmente riassortibili, e riduce le limited edition. Intervista a Cristina Amann, direttore dell’ufficio italiano. di Nunzia Capriglione
I
nizio d’anno in controtendenza per Anita. Il gruppo tedesco specializzato nella produzione di corsetteria e beachwear, infatti, ha deciso di non aumentare i prezzi per tutto il corso del 2022. «Come tutti i player dell’industria tessile, e non solo, anche la nostra azienda deve confrontarsi con il consistente incremento dei prezzi delle materie prime», spiega Cristina Amann, direttore di Anita Italia. «Tuttavia il gruppo Anita ha scelto di assorbire questi costi e di non riversare tali aumenti sul listino. È una scelta coraggiosa, simile a quella che abbiamo perseguito con le linee mare della primavera/estate 2022 con le quali abbiamo incrementato del 5% i margini destinati al retail. Se i dettaglianti non avessero aumentato i quantitativi del 2020 avremmo perso fatturato». Ma non è andata cosi… «Esatto. In particolare, per quel che riguarda Anita Italia, il 2021 è stato un anno molto positivo, con un incremento del 52% rispetto al 2020: abbiamo venduto più di quanto era stato programmato, il sell in è andato oltre le previsioni già di per sé rosee. Italia e Stati Uniti sono i due mercati che lo scorso anno hanno registrato le performance migliori. Inoltre, anche grazie a un’attenta politica di tagli dei costi, il gruppo ha chiuso l’anno con un utile importante». È anche grazie a questi risultati che nel 2022 potete non aumentare i listini… «Sicuramente i risultati registrati nel 2021 sono stati uno stimolo in questa direzione. Tuttavia alla base della scelta
18 • gennaio/febbraio 2022
commerciale che esclude un aumento dei listini c’è la volontà di rafforzare la partnership con il retail, continuando il percorso iniziato già con il primo lockdown. Anche in un momento complicato come quello attuale, segnato da un incremento massiccio dei costi delle materie prime, dell’energia e dei
trasporti, Anita vuole stare accanto al dettagliante». Conti alla mano, di quanto sarebbero dovuti aumentare i prezzi? «In base alle simulazioni che abbiamo effettuato come gruppo, avremmo dovuto applicare un aumento tra il 17 e il 18%. Un valore esorbitante: basti pensa-