APPROFONDIMENTI
Digitale e M&A stanno cambiando il volto del mercato
di Paola Cane
Due fattori che hanno caratterizzato il settore nell’ultimo anno sono destinati a produrre effetti a lungo termine e a cambiare i modelli di business delle imprese che vi operano: il gran numero di Mergers & Acquisitions che hanno coinvolto aziende dell’industria e del retail; e la digitalizzazione, in particolare il potenziale dell’e-commerce per le vendite di prodotti e alimenti per animali.
Nell’ultimo biennio, anche il settore
pet, come tanti in altri, è stato costretto ad adattarsi rapidamente e continuamente per affrontare le sfide finanziarie e operative legate al diffondersi della pandemia, ma anche per stare al passo con dinamiche in forte accelerazione e individuare nuovi percorsi di crescita. Il concetto stesso di “Business as usual” oggi è privo di significato, a meno che non si voglia abbracciare l’idea che d’ora in poi la normalità sarà intrisa di volatilità, complessità e cambiamenti che imporranno di essere più flessibili, più agili, più veloci e più
50 _ PETB2B _ GENNAIO/FEBBRAIO 2022
coraggiosi di quanto non si fosse fino a febbraio 2020. Tra i tanti elementi che, dall’insorgere della pandemia, hanno caratterizzato il settore, due in particolare potrebbero essere destinati a produrre effetti a lungo termine e a cambiare considerevolmente il mercato e i suoi modelli di business. In primo luogo, il settore pet food e pet care è stato testimone di un grande numero di fusioni e acquisizioni, che hanno riguardato senza distinzioni retail, industria e marchi e hanno cambiato gli equilibri di mercato. Anche prima dell’emergenza da Covid-19, le operazioni di
fusione e acquisizione tra imprese del settore non erano fenomeno nuovo, tuttavia, negli ultimi 24 mesi si è manifestato in modo quantitativamente rilevante e sotto molteplici forme. LUNGA FILA DI INVESTITORI / La congiuntura economica creatasi a seguito della pandemia ha dato una spinta a tale processo per una combinazione di fattori, tra i quali l’abbondanza di capitale di investimento in mano a fondi di private equity (la pandemia ha causato volatilità e disconnessione del mercato, ma non ha ridotto l’offerta di capitale o la domanda