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CRISTINA CALORI/WP LAVORI IN CORSO
INTERVISTA
Cristina Calori
Presidente e ceo Wp Lavori in Corso
«Dopo 40 anni continuo a girare il mondo in cerca di novità»
Cristina Calori ha festeggiato l’anniversario della realtà distributrice di marchi iconici, cedendo il microfono a creator, brand manager e designer, a cui ha chiesto di narrare le “Stories” dell’azienda in una serie di video. In questa intervista la parola l’abbiamo data a lei, per farci raccontare questo traguardo e i progetti per il futuro
DI CARLA MERCURIO
Sono passati 40 anni da quando nel 1982 Giuseppe Calori con sua figlia Cristina danno vita all’azienda bolognese Wp Lavori in Corso. L’inizio di un cammino costellato di successi legati a un’infinità di marchi, frutto del lavoro di ricerca in giro per il mondo, volto a trovare storie avvincenti, più che semplici prodotti. Con etichette importate e distribuite come Vans, Barbour, Woolrich, Filson, Baracuta, Paraboot, Parachute e B.D. Baggies, per citarne solo alcune, i Calori riescono a dare forma a un universo di stile improntato ai criteri della coerenza, dell’autenticità, della qualità e dell’heritage. Gli stessi principi da cui nel 1985 nasce il Wp Store di Bologna, vero e proprio tempio del lifestyle, antesignano degli odierni concept store. Tappa importantissima di un percorso che arriva fino ai giorni nostri, intersecandosi felicemente anche con la cultura, l’arte, la fotografia e il fumetto, complice l’uso innovativo dei cataloghi. Una visione d’impresa il cui spirito oggi è incarnato da Cristina Calori e la cui essenza è racchiusa nell’archivio creato a Bologna, che custodisce 80mila capi frutto della sua ricerca. Un tesoro che ha deciso di aprire al pubblico, fonte di ispirazione per le generazioni future, nonché fulcro del progetto che celebra l’anniversario. Ce ne parla in questa intervista. Credo nei giovani. Dobbiamo guardare avanti con coraggio ed elasticità mentale
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Qual è il mood con cui taglia il traguardo dei primi 40 anni di Wp?
Sono piuttosto soddisfatta: siamo partiti come piccola azienda di distribuzione sul territorio italiano, per arrivare ad acquisire e produrre brand e distribuirli globalmente, pur mantenendo intatti i nostri valori e la nostra visione di qualità ed essenza del prodotto.
Guardando indietro, quali sono stati i brand più importanti per Wp?
I marchi di successo sono stati fin dall’inizio Paraboot, poi Vans, Barbour, Woolrich e, negli ultimi anni, Baracuta.
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Grazie al suo archivio di Bologna è possibile ripercorrere la storia di Wp: è contenta di questo lavoro?
L’archivio è uno dei progetti che ci danno più soddisfazione perché mostra, attraverso i brand e i capi raccolti nel tempo, la strada percorsa, i nostri 40 anni e ci fa pensare ai viaggi fatti attorno al mondo, alle selezioni nei mercatini dei primi anni ’80 e alle persone incontrate nel percorso che hanno fatto parte di Wp. È quel filo di Arianna che ci permette di voltarci indietro e vedere da dove siamo partiti, dove siamo arrivati e dove vogliamo andare.
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1. La sede di Wp Lavori in Corso a Bologna, dove si trova l’archivio aziendale, da ora aperto al pubblico 2. Cristina Calori, presidente e ceo dell’azienda 3. Il primo Wp Store, inaugurato a Bologna nel 1985 4. Una delle T-shirt anniversary, con le grafiche che hanno segnato il percorso creativo di Wp
L’archivio vede al suo interno anche l’integrazione di altri archivi storici...
Nel 2011 abbiamo inglobato quello di Baracuta, con oltre 500 capi, mentre nel 2014 abbiamo rilevato una parte dell’archivio aziendale di Gianfranco Ferré, con le collezioni storiche disegnate da lui, insieme a capi di ispirazione e di supporto.
Come celebrate l’anniversario?
Abbiamo lanciato il progetto Wp Stories, illustrato sotto la lente dell’archivio, con una serie di video che raccontano il percorso dell’azienda attraverso interviste e approfondimenti a creator, brand manager e designer e veicolati tramite social media, newsletter e nei negozi. Per la prima puntata siamo partiti con il content creator Samuel Trotman, alias Samutaro.
Come mai proprio lui?
Samutaro è stata una scelta sicura, perché è
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un content creator di assoluto livello nel panorama internazionale e nel mondo della moda. Dopo di lui altri personaggi di rilievo sono stati coinvolti, tra cui Dame Margaret Barbour, chairwoman dell’omonimo e storico brand inglese, Aaron Levine, art director di Spiewak, e Daiki Suzuki, direttore creativo di Baracuta.
Avete messo a punto altri progetti per l’anniversario?
Per promuovere e divulgare l’apertura dell’archivio abbiamo previsto una selezione di capi vintage dell’archivio e una capsule di T-shirt che raffigurano grafiche protagoniste del nostro percorso creativo in questi 40 anni, entrambe presenti sia online che nei Wp Store.
Con che visione proietta Wp nel prossimo decennio?
Vorrei continuare a spingere sull’innovazione digitale che così fortemente abbiamo accentuato da quando è arrivata la pandemia. Credo molto nei giovani e nelle nuove tecnologie: dobbiamo guardare avanti con coraggio ed elasticità mentale, affrontando le nuove sfide.
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È stato emozionante esplorare gli archivi di Wp. Penso che i giovani consumatori oggi vogliano comprare brand con questo forte heritage
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Come porta avanti la ricerca di nuove label oggi?
Nonostante il virtuale stia diventando sempre più importante, credo che l’approccio personale, il rapporto diretto tra esseri umani e la ricerca sui territori che hanno visto nascere un prodotto, non possano essere sostituiti facilmente da una ricerca nella barra di google. Continuerò a girare il mondo in cerca di novità e per allargare le mie visioni, seguendo i criteri che hanno caratterizzato tutta la vita di Wp: coerenza, autenticità, qualità, heritage e sostenibilità.
Quali oggi le scommesse in corso con le diverse label in scuderia?
Il momento che stiamo attraversando ci porta ad affrontare molte sfide contemporaneamente. Stiamo sostenendo con aperture di nuovi store e punti di distribuzione i brand distribuiti, Barbour e Blundstone, mentre per quelli in portafoglio con licenza e distribuzione globale, quali Baracuta, B.D. Baggies, Avon Celli, Filson e Spiewak, stiamo lavorando con molta attenzione alle future collezioni, oltre che a collaborazioni con altri marchi di respiro internazionale. Inoltre apriremo presto anche le linee donna di Baracuta e Filson.
1.In questa immagine di archivio, Cristina Calori con suo padre Giuseppe 2. La Mackinaw Wool Cruiser jacket di Filson, un modello brevettato nel 1911 e attuale ancora oggi 3. Una proposta donna frutto della colab tra Barbour e House of Hackney 4. Il content creator Samutaro racconta in un video la storia di Wp
La scommessa è proprio questa ora, ossia cominciare a occuparsi sempre più del prodotto donna, nel quale crediamo tantissimo.
Ci sono nuovi marchi in arrivo?
Abbiamo in corso rilanci di brand già in portafoglio come Spiewak o l’apertura di linee donna di grande potenzialità, come Baracuta e Filson. Ci sono poi nuovi brand in arrivo e delle novità di cui non possiamo ancora parlare.
Come è strutturata l’azienda oggi?
Nonostante il momento di metamorfosi dovuto alla fase di crescita, mantiene l’impostazione originaria con gli headquarters a Bologna e tre showroom per l’Italia, tra cui quella direzionale a Milano. Gli addetti sono circa un centinaio. Abbiamo da poco a bordo come general manager Paolo Corinaldesi, tornato da noi dopo aver collaborato a lungo con Wp nel passato, e che si occuperà di ottimizzare i flussi interni. Intanto cominciano ad affacciarsi in azienda le nuove generazioni della famiglia, in vari reparti e con diverse responsabilità, facendosi a poco a poco le ossa.
Come chiuderà il fiscal year 2022?
Contiamo su una crescita costante del fatturato a due cifre anno dopo anno, segnale incoraggiante per il contesto che ci circonda e soddisfacente per il lavoro svolto in queste stagioni di incertezza. Per quanto riguarda i mercati esteri, riscontriamo un’ottima domanda per i nostri brand e l’idea è quella di crescere anche fuori dal mercato italiano ed europeo dove, grazie all’e-commerce, nato l’anno scorso, stiamo ottenendo dei risultati importanti.
I Wp Store hanno fatto da apripista al concept lifestyle: quante oggi le vetrine? I nostri store sono sempre stati la massima espressione dell’immaginario Wp, che va al di là dell’abbigliamento, e crediamo che la sincerità nel concept abbia fatto sì che diventassero punti di aggregazione per la comunità, rafforzando il legame con i clienti. All’interno delle nostre door inseriamo anche arredamento, mobilio e props, frutto delle ricerche svolte negli anni anche in questo mondo. Oggi contiamo su tre vetrine Wp a Bologna, Firenze e Riccione, sette Barbour e un Baracuta store, mentre stiamo lavorando a punti vendita europei di cui stiamo ancora visionando le location nelle principali capitali europee.