Flowering in type - Analisi del carattere

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FLOWERING IN TYPE

Federica Garvani



"Non ti innamorare mai di un'idea. Se quell'idea non funziona, ce n'è sempre, sempre, sempre un'altra possibile." Chip Kidd


Steve Matteson

Andale Mono lineare

Steven R. Matteson (1965) è il progettista che sta dietro alla nascita di Andale Mono. Nato negli Stati Uniti compie qui i suoi studi, precisamente nel Rochester Institute of Technology, concentrandosi sulla tipografia, il design e la stampa. Nel 1990 comincia a lavorare per Monotype dove contribuisce alla creazione dei caratteri Truetype di base di Windows, tra cui l’Arial e il Times New Roman. Mostra così la sua sensibilità e abilità nella tipografia che lo porterà a realizzare numerose altre font, producendo caratteri originali, stando attento alla loro immagine e al loro stile, ma senza rinunciare alla funzionalità. Uno tra questi e l’Andale Mono (1965), innovativo e adatto per il web e i programmatori. Si tratta di un carattere sans-serif dalla spaziatura fissa, progettato per ambienti di emulazione di terminali e di sviluppo software. A partire dalla versione 1.25 del carattere, è stato rinominato Andale Mono e distribuito con Internet Explorer 5 e 6. È usato dai programmatori per l’uso dei text editors, in quanto molto leggibile e anche per la facile identificabilità dei suoi caratteri.



Giovan Battista Bodoni

Bodoni

romano moderno

Bodoni è un tipo di carattere con grazie disegnato da Giambattista Bodoni (1740 – 1813), che fin da piccolo viene avvicinato alla stampa e all’incisione dal padre, che gli insegnò il suo mestiere. Inizialmente prese spunto da autori conosciuti come John Basketwille e Firmin Didot, arrivando a creare caratteri moderni, personali, omogenei nello stile e nel gusto estetico, fino ad arrivare alla fine del XVII secolo con la creazione proprio del Bodoni. Quest’ultimo è caratterizzato da un alto contrasto tra i tratti spessi e quelli sottili; le sue terminazioni sono identificate da linee sottili che formano angoli retti, definiti con i tratti verticali. Viene considerato una delle prime font moderne, grazie alla sua struttura razionale e viene utilizzato nelle testate dei giornali, riviste e stampa promozionale, in particolare nel settore della moda, data la sua estetica piacevole. Inoltre, vista la sua eleganza e la sua scorrevolezza, è sempre stato ampiamente disponibile e ciò gli ha permesso di avere diverse rivisitazioni, anche digitali; infatti oggi il Bodoni non è un carattere definito, ma una famiglia di versioni leggermente differenti l’una dall’altra, ciascuna con le proprie particolarità.



William Caslon I

Caslon

romano antico

Questa font graziata è stata disegnata da William Caslon I (1692 – 1766), il quale, nato nella città di Cradley, inizia il suo percorso come incisore di armi e altri oggetti di uso comune. Caslon riproduce delle lettere con una forma simile alla scrittura a mano e si diffonde in tutto l’Impero britannico nel XVIII secolo; infatti è considerato il primo carattere di origine inglese, anche se l’autore fu influenzato dai caratteri tipografici barocco olandese importati che erano popolari in Inghilterra in quel periodo. I disegni originali prevedevano variazioni a seconda del corpo del carattere e tipologie corsive da utilizzare in casi particolari, ma William Caslon non prevedette il grassetto, in quanto non utilizzato nella sua epoca. Alla fine del XIX secolo la font ha subito vari cambiamenti, dati dall’introduzione di nuove tecnologie, come il digitale, riportando delle grandi modifiche rispetto alla font originale del 1722. La grande leggibilità e originalità del carattere gli ha permesso di raggiungere un enorme popolarità e di essere utilizzato per documenti importanti, anche a livello storico, come la Dichiarazione d’Indipendenza e la Costituzione degli Stati Uniti. Nonostante la sua lunga storia, in cui ha certamente dovuto affrontare la competizione con altre font, Caslon rimane tutt’ora un carattere di grande rilievo, al quale Carol Twonoly si è ispirato nel 1990 nella creazione del Caslon Pro.



Morris Fuller Benton

Franklin Gothic lineare

Franklin Gothic è un tipo di carattere sans-serif progettato da Morris Fuller Benton (1872 – 1948) nel 1902. Il designer americano fu il più prolifico inventore di caratteri degli Stati Uniti, arrivando a completarne 221, progettando disegni originali, diversi, ricchi di varietà e risvegliando font di grande successo come Bodoni e Garamond. Si presume che il nome sia un'attribuzione allo stampatore prolifico americano Benjamin Franklin, mentre l'attributo "gothic" è l'equivalente (anche se sempre meno usato) di sans-serif nei paesi anglofoni. Si basa su modelli del secolo precedente (XIX) e, progettato con uno stile che rimanda alle vecchie macchine da scrivere e da stampa, è stato creato in modo da migliorare la leggibilità di documenti d’ufficio e aziendali, solitamente stampati a bassa risoluzione. Include inoltre diversi spessori, in crescendo: book, medium, demi, heavy. All’inizio del Novecento le necessità della stampa pubblicitaria in forte sviluppo determinarono un ritorno a questo stile lineare; i caratteri comunque avevano ancora dei piccoli richiami alla scrittura classica, come il cappio della g minuscola o una piccola grazia alla base del numero 1. Il carattere continua a mantenere un alto profilo, che appare in una varietà di media, dai libri ai cartelloni pubblicitari.



Arthur Eric Rowton Gill

Gill Sans

lineare

L’autore di Gill Sans è Arthur Eric Rowton Gill (1882 – 1940), designer esperto in lettering, scultore, incisore e saggista. Nel 1920 grazie alle sue capacità creative, si dedicò alla progettazione tipografica e nel 1928 creò Gill Sans, nato con scopo solo commerciale. Le sue radici sono riconducibili a caratteri tipografici che l’insegnante di Gill, Edward Johnston, progettò per la segnaletica della metropolitana di Londra nel 1918. È stato commercializzato da Monotype come un carattere che rappresentava in sé la classicità e la razionalità, rendendolo adatto alla visualizzazione e utilizzabile per il mondo pubblicitario grazie alla sua leggibilità, sia in piccole che in grandi dimensioni. Originariamente Gill progettò questo carattere come un insieme di lettere maiuscole e solo dopo il 1930 avvenne lo sviluppo di ulteriori pesi e variazioni; oggi è uno dei caratteri tipografici più ampiamente usati. Gill Sans è stato popolare quasi dal suo inizio. L’anno seguente al suo rilascio è stato scelto per essere la font ufficiale per il sistema ferroviario LNER (London and North Eastern Railway) e poi fu esteso in tutte le segnaletiche delle ferrovie britanniche. È anche stato scelto per brand importanti, come BBC, United Colors of Benetton, Tommy Hilfiger e anche per titoli dei cartoni della Walt Disney, ma anche per le campagne pubblicitarie della McDonald’s.



Erik Spiekermann

Officina Sans lineare

All’apparenza sembra una font semplice, ma in realtà non è così. È stato progettato nel 1990 da Erik Spiekermann (1947), oggi professore all’Università di Belle Arti di Brema. Ha iniziato i suoi studi in storia dell’arte alla Free University di Berlino, pagandoli con il lavoro di stampatore e tipografo. Successivamente lavora come grafico freelance a Londra per poi tornare nella capitale tedesca, dove con due soci fonda la MetaDesign, società di consulenza di progettazione multidisciplinare, dalla quale usciranno noti marchi. Spiekermann è una personalità importante nel mondo della tipografia e della grafica: ha vinto premi e lavora anche a livello internazionale, allargando i propri campi di interesse verso la progettazione urbanistica. Lo stile di Officina Sans rimanda alle vecchie macchine da scrivere e da stampa; è nato infatti con lo scopo di migliorare la leggibilità di documenti d’ufficio e aziendali, solitamente stampati a bassa risoluzione. Ciò è possibile grazie alla particolare spaziatura del carattere. In collaborazione con Ole Shafer vengono inseriti tre pesi aggiuntivi, maiuscoletto e figure in stile antico. Il design Officina Sans si è evoluta nel tempo in risposta alle esigenze del mercato e continua a rispondere al mercato.



Alexandra Korolkova

PT Mono

lineare

Alexandra Korolkova (1984) è colei che insieme alla partecipazione di Isabella Chaeva e con il supporto finanziario di Google Web Fonts, ha creato nel 2009 le PT Fonts, famiglia che comprende PT Sans, PT Serif e PT Mono. Quest’ultimo fu commissionato a Korolkova da Paratype e dal dipartimento russo del Ministero delle Comunicazioni con lo scopo di ottenere una famiglia font che sostenesse tutto l’alfabeto cirillico con le sue varianti, oltre che quello latino. In particolare PT Mono si presenta sia nello stile regolare, che in quello grassetto, ma resta un carattere monospaziato. Questa caratteristica è necessaria alla funziona d’origine della font che viene sviluppata per esigenze specifiche, quali l’inserimento in moduli, tabelle, fogli di lavoro, documenti complessi, presenti anche nel web, la cui compilazione viene così facilitata, per via della possibilità di calcolare agevolmente le dimensioni dei campi di inserimento, come per esempio la larghezza delle colonne in tabelle e così via. Attualmente PT Mono è costituito da un solo stile regolare



Prank Hinman Pierpont

Rockwell

egiziano

Prank Hinman Pierpont (1860 – 1937) è l’inventore di questa font serif. Nel XIX secolo si trasferisce in Inghilterra, entrando a far parte della fonderia Monotype, prima come responsabile del livello di qualità dei caratteri tipografici e poi come direttore. Il suo compito era quello di adattare i caratteri esistenti alle macchine della fonderia, fino all’invenzione della sua prima font, Plantin, nel 1913; diversi anni dopo, nel 1934, crea la font Rockwell. Quest’ultima nasce come sviluppo di Litho Antico, una font antecedente. Si tratta di un carattere fortemente geometrico nelle sue forme, audace e sicuro che vuole trasmettere la sensazione di onestà. Nonostante sia nata negli anni Trenta, oggi è ancora molto diffusa, grazie alla versatilità e alla potenza che esprime con le grazie di tipo egizio. Rockwell è stata la font ufficiale della rivista Guinnes World Records degli anni ’90 e della segnaletica informativa a Expo ’86. Infatti è una font molto versatile, perfetta per headliner grazie al suo impatto visivo. È disponibile in nove varianti che includono il corsivo, diversi pesi e versioni condensate; è quindi adatto in molti ambiti, come per esempio il design chiaro, audace e ben proporzionato per lo sviluppo di un logo.





Federica Garvani Accademia di Belle Arti di carrara Elementi di Grafica Editoriale A.A. 2016/2017




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