Obiettivo
La stampa
L’editoria
Periodici musicali
Analisi: Rolling Stone
Struttura
Analisi: Outpump
Struttura
Irpinia
Storia dello SponzFest
Mi sono sognata il treno 2014
Raglio di Luna 2015
Chi tiene polvere spara 2016
All’incontre’r 2017
Salvagg’ 2018
Sottoterra 2019
Sponz Ac’qua 2020
All’osso 2021
Sponz Coultura 2022
Come Li Pacci 2023
Da dove nasce l’idea
Ispirazioni Grafiche
Timone
Layout
Scelte Stilistiche
Palette Colori
Scelta Tipografica
- PP Formula
- Satoshi
- Fixture
- Manic
Gerarchia Tipografica
- Utilizzo Caratteri
Logotipo
Copertina
- Struttura
- Varianti Copertina
Presentazione Progetto editoriale
INTRODUZIONE 6
Una storia in cui la musica diventa il collante ideale tra persone e soprattutto tra generazioni.
Ogni generazione ha la sua storia da raccontare, ogni pezzo di vita racchiude un’essenza, qualcosa che trasforma un territorio e la sua popolazione in un tesoro da tramandare. In queste piccole realtà, in questi luoghi speciali, si viene al mondo con l’idea di non avere molto su cui contare, ma per fortuna poi si cresce e si realizza che in fondo anche quel poco può bastare ad appagare le piccole comunità che ancora oggi animano questi piccoli microcosmi, questi piccoli borghi. In fondo il sud, è vero, è caratterizzato da carenze: materiali, strutturali, economiche, socio-assistenziali, ma è ancor più vero che queste carenze alimentano il senso di comunità, identità e appartenenza di queste piccole comunità dove è forte la volontà di riscatto e il desiderio di farsi conoscere e riconoscere nel mondo. Ed è qui che entra in gioco il tesoro più prezioso di cui ancora oggi queste comunità riescono a farsi portabandiera, un tesoro fatto di tradizioni, usanze e dialetti, elementi che mostrano le radici profonde di questa cultura. Con il tempo, la società 2.0, la rivoluzione tecnologica e la globalizzazione hanno invaso la vita lenta di questi borghi, tracciando sentieri tra i boschi, urbanizzando le aree rurali, sfamando la sete di edificazione delle città del nuovo millennio. Aspetto non meno importante è la trasformazione della campagna che da luogo prettamente adibito alla semplicità di una vita contadina legata all’alternarsi delle stagioni tra i campi, si apre all’uomo della città che cerca la genuinità e la frenesia senza fronzoli della campagna, quest’ultima diventa quindi il terreno ideale per occasioni di aggregazione quali sagre, festival e spettacoli. Si avvia così un connubio bizzarro ma funzionale, una celebrazione di questa fusione tra antico e moderno, tra tradizione e innovazione, creando un’atmosfera unica in cui il passato si fonde con il presente, il territorio si trasforma in occasione di festa e affermazione di un’identità.
Questa è la storia che voglio condividere,
una storia di resilienza, di passione, e di una cultura viva che continua a brillare nel mondo. Una storia in cui la musica diventa il collante ideale tra persone e soprattutto tra generazioni. La musica, che unisce, che suggella o imbastisce legami, intrecci che si mantengono nel tempo e nello spazio, che attraversano regioni, paesi, culture, dove storie, note ed energia si propagano congiungendosi in cornici insolite e suggestive. Questa è la storia dello
SPONZFESTIVAL.
Un festival che ha il potere di trasformare un territorio, conferendo a ogni angolo un’aura di magia che lo rende un luogo straordinario, colmo di colori vivaci, scintillanti balli e avvolgenti canti, che si intrecciano con le profonde radici della terra, della tradizione e delle usanze locali e che si pone come unico obiettivo quello di innalzare un fiero inno di celebrazione della terra, della propria terra, del proprio sangue, il tutto in una cornice di spensierata gioia priva di giudizi e barriere. Qui quello di SPONZARSI diventa un atto naturale di affermazione. Per tutte queste ragioni ho scelto di raccontare questa storia.
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La stampa rappresenta senza dubbio una delle invenzioni più grandiose dell’umanità, un’innovazione che si è gradualmente propagata per il mondo intero e che ha finito per rivoluzionare la diffusione del sapere.
L’evoluzione della stampa, così come la conosciamo oggi, è il risultato di numerosi progressi avvenuti nel corso della storia, alimentati dall’impiego di tecnologie sempre più avanzate. La storia di questa rivoluzione comincia nel XV secolo nel 1455, grazie all’ingegno del tedesco Johann Gutenberg
La sua invenzione di un torchio tipografico, che impiegava caratteri mobili in metallo, la pressa a vite e l’uso di inchiostro a base d’olio, segna una svolta epocale. Il primo libro stampato da Gutenberg, una Bibbia, è uno dei primi esempi di oggetto industriale nella storia. La sua invenzione ha consentito la produzione su larga scala di libri e documenti, democratizzando l’accesso alla conoscenza e contribuendo così a una trasformazione radicale nel modo in cui le informazioni venivano finalmente condivise in una scala più ampia, una scala mondiale, anticipando quello che, molti secoli dopo, avrebbe rispecchiato il funzionamento dei mass media moderni. Inoltre, nei primi anni della tipografia, durante l’era degli “incunaboli”, cioè dei libri appena nati, definiti “in culla”, vennero perfezionate in particolare le varie fasi di produzione che sono ancora in uso oggi: ideazione, progettazione, revisione e realizzazione.1 Facendo però un passo indietro, prima di Gutenberg però esistevano già vari metodi di stampa, procedure che riguardavano l’inchiostratura di una matrice in rilievo e la successiva pressione su una superficie. Questi processi erano più laboriosi e meno efficienti rispetto alla tecnica innovativa introdotta dallo stesso. Le prime riproduzioni erano stati i cosiddetti
La Stampa
libri tabellari in cui ogni pagina era un unico timbro, cioè un unico blocco non smontabile o riutilizzabile, in cui la fatica e il tempo di incisione non potevano essere moltiplicati oltre l’impiego del singolo testo. Un altro era un metodo che si basava su un similare utilizzo di blocchi di legno intagliati con caratteri o immagini, noto come xilografia Una pratica che affonda le sue radici nel tardo Medioevo ed era persino utilizzata per la stampa di carte da gioco. I primi esempi noti di stampa xilografica non risalgono all’Occidente, bensì all’antica Cina del III secolo a.C.2 Difatti, questa aveva sperimentato la stampa a caratteri mobili già nel XI secolo, sebbene non ne avesse sfruttato appieno il potenziale all’epoca. Invece, in Europa, la xilografia iniziò ad essere impiegata principalmente per la produzione di immagini su carta o tessuto, spesso a scopo artistico, piuttosto che per la stampa di testi. Un punto cruciale nello sviluppo della stampa fu la figura di Aldo Manuzio (1449-1515) alla fine del XV secolo.Nella sua officina, Manuzio aveva diverse figure chiave coinvolte nella creazione di questi libri. C’erano designer specializzati nella creazione di caratteri, individui dedicati alla correzione delle bozze e operai altamente specializzati nell’uso dei torchi, nella preparazione della carta e nella produzione di inchiostri di alta qualità.3 Ciò che distinse Manuzio fu il suo approccio innovativo all’ editoria. Fu uno dei primi editori a pubblicare un catalogo completo di tutti i titoli disponibili in vendita, con tanto di listino prezzi. Questa pratica anticipò l’idea di un catalogo editoriale e facilitò notevolmente la circolazione e l’accesso ai testi stampati, contribuendo così a diffondere la conoscenza e la cultura in un’epoca in cui la stampa stava ancora emergendo come una forza rivoluzionaria nel mondo dell’editoria.
LA STAMPA
1-2-3 Riccardo Falcinelli, ‘’Critica portatile al Visual Design’’, Einaudi, 2014, pag.25-33 A destra, foto di un punto vendita di un laboratorio di stampae grafica pubblicitaria in Italia, con biciclette pubblicitarie,1910
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CONTESTO GEOGRAFICO 30
IRPINIAp
Le radici dell’Irpinia, così intrise di storia, risalgono a ben prima dell’epoca romana. La storia di questa regione del sud Italia ruota attorno all’importanza vitale dell’acqua, in particolare dei fiumi, di cui l’Ofanto figura tra i più significativi, che all’epoca rappresentavano l’unica via di comunicazione, non a caso la navigabilità di questi corsi d’acqua ha giocato un ruolo cruciale nello sviluppo del piccolo popolo irpino.
Il termine “Irpinia” fa riferimento l’entroterra della Campania, che abbraccia alcune zone delle province di Avellino, Benevento e Salerno. L’etimologia del nome “Irpinia” può essere ricondotta all’antica tribù degli “Hirpini” o “Irpini” che si insediò in questa regione in epoca preromana facendone la propria casa. Il nome “Hirpini” sembra derivare dalla parola osca “hirpus,” che significa “lupo.” Questo animale aveva un’importanza sacra per la tribù. Quindi in fin dei conti il nome potrebbe fare riferimento a una “Terra dei Lupi.”
Durante il periodo romano, l’Irpinia venne integrata nell’Impero Romano e divenne nota come “Hirpinia.” La regione era rinomata per la sua fertilità e le sue ricchezze naturali che hanno contribuito alla crescita e allo sviluppo dell’area fino ai giorni nostri, ha dunque una storia profonda e affascinante che ha contribuito a plasmarne l’identità e il carattere unici.
Tra le campagne Irpine, spicca un paese, Calitri, un incantevole comune italiano situato nell’entroterra campano. Questa pittoresca località è immersa in un paesaggio collinare, circondata da verdi vallate, uliveti e vigneti, offrendo una vista spettacolare sulla campagna circostante. Il centro storico di Calitri è un vero gioiello, con le sue stradine strette e tortuose, le case in pietra e i palazzi medievali ben conservati. Uno dei punti focali del paese è il maestoso Castello Ducale, che si erge sulla cima di una collina e offre panorami mozzafiato sulla città e sulle colline circostanti.
La cultura e la tradizione sono importanti a Calitri, e il comune è noto per le sue feste religiose e celebrazioni. Una delle festività più importanti è la “Festa di San Canio,” in onore del patrono della città. Durante questa festa, le strade del paese vengono addobbate con fiori e luminarie, e si tengono processioni religiose e festeggiamenti che coinvolgono l’intera comunità che si mostra più unita che mai. Qui le tradizioni culinarie sono tramandate di generazione in generazione, offrendo ai visitatori un’autentica esperienza gastronomica. Questa affascinante località rappresenta un’autentica fetta della Campania, dove la cultura, la tradizione e la bellezza naturale si fondono in un’esperienza unica.
A
sinistra, Sponzfest - Foto di ©Simone Cecchetti
IRPINIA 31
STORIA SPONZFEST 34
STORIA DELLO SPONZFEST
Lo SPONZFEST nasce nel 2013, proponendosi come il primo festival della musica da sposalizio, tutto nasce da un’idea di Vinicio Capossela, Giovanni Sparano e Giuseppe di Guglielmo, con l’obiettivo di “ricreare” un’occasione di comunità. Si era pensato di creare un evento legato alla musica di frontiera, il western, il film di Sergio Leone, le fanfare e i mariachi, proprio perché quel paesaggio dell’Alta Irpinia nel suo immaginario riportava a quel tipo di suggestioni.6 L’Irpinia, rappresenta un luogo di incantevole bellezza intriso di ricchezza culturale e suggestioni. La comunità oltre a essere il punto principale su cui tutto ruota è soprattutto la parte attiva del festival. Tutto è partito da un piccolo racconto estratto da un libro “il paese dei coppoloni” sulla casa dell’Eco. Un racconto che parlava di italianità, Capossela approda in un luogo “meridionale”, immaginifico ma reale al tempo stesso, collocabile in un’Italia tra Magna Grecia e Balcani, cioè l’Irpinia. Tema fondamentale che sancì l’idea dello Sponzfest era quella del matrimonio. I matrimoni regolati da riti, usanze, tradizioni che rimandano a una Italia particolare: quella contadina, popolana, meridionale.
Lo sposalizio durava tre giorni e per questo era detto spossalizio, poi c’era il festino del richiamo, dopo le due settimane. Si cominciava con l’Apprezzamento dei panni. Erano i panni del corredo, che venivano esposti in casa, all’apprezzamento delle comari, secondo come le famiglie si erano accordate nel contratto dei panni, o come si diceva, la Parlata. Che era contratto insidioso e molte unioni non hanno visto la luce per qualche coperta mancante. I panni di dote venivano poi riposti nelle ceste e prendevano la via della casa nuziale. Perché tutti potessero apprezzarli venivano portate in testa quelle ceste, per ogni vicolo, fino alla stanza dove le madrine aiutavano a fare il letto, con quei panni immacolati. Il letto si copriva di soldi e confetti, e ci si ballava intorno. Veniva dato un primo rinfresco. Si stendeva il mesale pulito sulla tavola mentre gli uomini intanto allestivano le grotte. E tutta la notte gli amici, armati di legni e paroccole, facevano guardia alla strada per timore che non si facesse lo straniscio alla zita, che non trovasse lungo la via di casa lo strascico di paglia e polvere che sporca con disonore il velo bianco di sposa.7
6Giovanni Sparano, (Accappanti Sponzati,pag 19),Vinicio Capossela “ Come li PACCI”, Baldini + Castoldi, Le formiche , 2023
7Vinicio Capossela, “Il paese dei Coppoloni”, Feltrinelli, 2015
A sinistra, Sponzfest 2022 - Sponz Coultura - Foto di ©Chiara Lucarelli
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Un momento di esaltazione che finisce per coincidere con lo sfinimento: per il matrimonio, Capossela introduce i termini “SPOSSALIZIO”, in luogo di sposalizio e “sponzali” al posto di sponsali: entrambi sono giochi di parole che contengono in sé il concetto di stancamento, di festeggiamento e ballo fino allo stremo. Per quanto riguarda “spossalizio”, la parola evoca la spossante organizzazione e, soprattutto, gli sfinenti festeggiamenti e bagordi della festa di matrimonio. Il secondo termine, poi – “SPONZARSI”, è voce che lo stesso autore definisce, nell’ironico glossario, come: “INZUPPARSI, RENDERSI MADIDI”. Nel dialetto genericamente inteso come meridionale, ‘sponzare’ si riferisce alla spugna che si imbeve di un liquido: è il verbo che si utilizza per il baccalà, che, notoriamente, si compra secco e si lascia in ammollo, (a sponzarsi, appunto), per tre giorni – così come tre giorni, “devono” durare i festeggiamenti di matrimonio. Il termine “sponzare” passa a significare, dal mettere in ammollo il baccalà, il sudare fino allo stremo durante la festa di nozze, con un interessante rimando all’indispensabile compresenza di cibo e festa. con l’ambizioso proposito di trasformare Calitri nel luogo per eccellenza dello sposalizio.8
L’obiettivo del festival era duplice: da un lato, offrire un’originale opportunità di aggregazione per rinnovare e preservare le tradizioni legate al rito del matrimonio; dall’altro, trasformarsi in una festa che coinvolgesse l’intera comunità. Lo SPONZFEST non si limitava a celebrare le consuete usanze e tradizioni, ma diventava piuttosto un catalizzatore per mantenere viva l’essenza di quei luoghi che la gente abbandonava in cerca di nuove opportunità altrove.
SPONZ ARSI
“INZUPPARSI, RENDERSI MADIDI”
Si proponeva di creare una connessione profonda tra i cittadini del luogo e coloro che arrivavano da altre località, promuovendo un connubio culturale attraverso un tema universalmente radicato nella tradizione meridionale: lo sposalizio. Il progetto è stato pensato per restituire dignità a queste terre, spesso depauperate dall’economia moderna, e per promuovere la cultura e la comunità. Lo Sponz Fest non è un festival tradizionale, ma una vera e propria festa, dove i confini svaniscono e le collisioni diventano possibili. Attraverso concerti, laboratori, escursioni e incontri in luoghi insoliti come boschi, piazze, vicoli, fiumi, cascate, fontane e montagne. Nel corso degli anni, il festival ha esplorato una vasta gamma di temi, molti dei quali hanno toccato le corde più profonde delle persone, affrontando tematiche sociali di grande importanza. Ogni edizione del festival non è solo un’occasione per immergersi nella cultura locale, ma anche un’opportunità di apprendimento. Dalla celebrazione delle radici locali nel 2013, ha potuto esplorare diversi aspetti culturali, sociali ed emotivi legati al concetto di sposalizio. La manifestazione è divenuta una piattaforma per valorizzare la ricchezza della storia e della cultura del luogo, creando un legame palpabile tra passato e presente. Attraverso l’iniziativa, si è rafforzato l’invito a ritrovare le radici nel proprio paese d’origine. Lo SPONZFEST è diventato un rituale collettivo che, di anno in anno, continua a unire il popolo, offrendo un’esperienza che va oltre la semplice celebrazione per diventare un viaggio emozionale attraverso la storia e l’identità di Calitri.
8Vinicio Capossela, “Il paese dei Coppoloni”, Feltrinelli, 2015
A destra, Sponzfest 2023 - Come li pacci - Foto di ©Luigi Zannato
STORIA SPONZFEST 36
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STORIA SPONZFEST 38
PERCHÉ QUESTA ESPRESSIONE?
Perché si erano messi in testa qualcosa di impossibile. Fu una manifestazione ricca di eventi, tutti gli incontri, i concerti, le camminate, si tennero in prossimità della linea Avellino-Rocchetta, strada ferrata dismessa nel 2010, e nata nel lontano 1892 assieme allo Stato italiano con l’obiettivo di unire gli Irpini con il resto del Paese. Negli anni del Miracolo economico divenne poi la linea da dove partivano i convogli “Espresso” per Torino, Milano e per la Germania. Un viaggio a tappe che fece sosta nei 9 comuni che aderirono al progetto: Calitri, Aquilonia, Andretta, Cairano, Conza, Della Campania, Lioni, Monteverde, Morra de Sanctis, Teora. I temi furono, la frontiera, l’avventura, il cammino, il racconto.Tutto accompagnato da musica tipica western, aspettando l’alba d’oriente. Tutto fu accompagnato da ospiti e installazioni all’interno della struttura ferroviaria che diedero una maggiore rilevanza al posto.
2014 2014: MI SONO SOGNATO IL TRENO
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A sinistra, Sponzfest 2015 - Raglio di Luna - Foto di ©Emanuela di Guglielmo e Giuseppe Formiglio
La settima edizione è ricca di spunti e tradizioni colme di significato, peste e pianto rituale sono i temi toccati, temi antropologici che hanno a che fare con il ciclo ella morte e della vita, tanto più in ambito di festa popolare che è da sempre rito di dissipazione e rigenerazione, e dunque di ri-creazione. Lo Sponz diventa il luogo della conservazione della memoria, un luogo dove purificarsi, sfuggire dalla dittatura della semplificazione e concedersi qualcosa di complesso, in diverse sfaccettature. In un mondo capovolto dove anche la peste vista da sottoterra potrebbe diventare festa. La settima edizione si è articolata su tre differenti traiettorie: Sponz Fest, cioè il festival tutto, diffuso nel centro di Calitri e degli altri paesi coinvolti; Sponz Pest, ovvero le tre grandi serate musicali al Vallone Cupo di Calitri; e Trenodia, il progetto di arte pubblica di Matera capitale europea della cultura 2019, ideato e curato da Mariangela e Vinicio Capossela e co prodotto dalla Fondazione Matera Basilicata 2019 e Sponzfest Sottoterra 2019, che coinvolse pubblico e artisti durante tutta la settimana.
STORIA SPONZFEST
2019
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A destra, Sponzfest 2019 - Sottoterra - Foto di ©Luigi Zannato
2019: SOTTOTERRA 49
STORIA SPONZFEST 50
Fu’ un edizione limitata con un unico tema quello dell’ACQUA, otto luoghi segnati dall’acqua per un festival dedicato all’acqua come elemento di rinascita, rigenerazione, purificazione: una specie di carovana, di pellegrinaggio, di cammino coi piedi sulle acque. Un ritorno alla rinascita, alla purificazione delle propria essenza. Dove l’acqua ha segnato la vita e i nostri mondi.
2020
2020: SPONZ AC’QUA
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A sinistra, Sponzfest 2020 - Sponz Ac’qua - Foto di ©Simone Cecchetti
2023
Anno in cui si è svolto il decennale dello Sponz, con un tema del tutto folle. Come li pacci è inteso nella duplice accezione di pazzia dissipatrice della Festa, ma anche di affaccio al disagio mentale. Come li pacci: è l’espressione paesana per dire di chi non sta a senno, di chi non trova dimora, di chi esce fuori di sé, di chi si agita di qua e di là, “di chi le sbandate gli fanno la rotta” – racconta il direttore artistico Vinicio Capossela – espressione dell’eccesso, dell’abbondanza, del ricreo, del dionisiaco e dello strabordante, della dissipazione e della Festa.
A destra, Sponzfest 2023 - Come li pacci - Foto di ©Barbara Pasquariello
STORIA SPONZFEST 56
2023: COME LI PACCI 57
L’idea di creare una rivista sullo Sponz, il festival che prende vita in Agosto nel cuore del borgo di Calitri, è nata proprio grazie all’atmosfera magica e coinvolgente che ho sperimentato in prima persona. Mi sono ritrovata proprio in mezzo alla vivace atmosfera di Montecanto, nel Ballodromo dei Pacci, circondata da persone che ballano e si divertono al ritmo della musica. Era una di quelle notti estive che sembrano provenire da un sogno, in un paesaggio costellato di baracchini, colori, musica, cibo, il tutto condito con un buon bicchiere di vino. Una comunità unita dalla musica, dalla vita, dalle gioie che la loro fusione unica riesce a suscitare.
Lo Sponzfestival ha il potere di trasformare Calitri in un luogo di festa e aggregazione straordinario, dove le persone posso sentirsi libere di lasciarsi andare, cadendo SPONZATI al ritmo della musica.
Quella sera ho realizzato che questa esperienza unica meritava di essere condivisa e celebrata con il mondo, magari in una maniera un po’ speciale. Ed e così che è nata l’idea di creare una rivista, che ne catturasse l’essenza, dedicata a questo straordinario festival e al territorio irpino che lo ospita, andando un po’ oltre la festa e raccontando le storie, le tradizioni e le emozioni che la rendono così speciale.
Questa è stata l’ispirazione che ha dato vita alla rivista, un omaggio a Calitri, allo Sponz e a tutte le persone che contribuiscono a rendere questo festival un evento unico.
p PERCORSO CREATIVO 60
DA DOVE NASCE L’IDEA 61
PERCORSO CREATIVO 62
ISPIRAZIONI
Le riviste, come ogni settore dell’industria creativa, hanno subito un’evoluzione nel corso degli anni, diventando non solo specchio della cultura del momento, ma anche delle tendenze che caratterizzano ciascun decennio. Esse sono state una fonte di ispirazione fondamentale per numerosi artisti e designer, offrendo loro l’opportunità di sviluppare uno stile unico e distintivo. Originariamente, il termine “rivista” indicava semplicemente un luogo in cui raccogliere o depositare, un contenitore per organizzare idee e informazioni, essa è concepita come un’esplosione di informazioni ricche di contenuti. Tutto intorno a noi può fungere da fonte di ispirazione, anche nelle forme più inaspettate. L’importante è essere consapevoli di ciò che ci circonda e di come possiamo utilizzare ciò che già esiste come base per costruire nuovi progetti. Ogni dettaglio, ogni esperienza, anche le più comuni, possono essere un punto di partenza per la creazione di qualcosa di nuovo e sorprendente. La chiave è avere occhi e mente aperti, pronti a cogliere l’ispirazione da ogni angolo del nostro mondo.9
GRAFICHE Jens Muller “Graphic Design”
un’opera che cattura l’essenza del design grafico in tutta la sua ampiezza. Attraverso un viaggio che abbraccia gli anni, il libro traccia l’evoluzione di questa disciplina fino ai giorni nostri, mettendo in luce le persone che hanno lasciato un’impronta significativa nei vari decenni. Fin dagli albori della storia del design grafico, i creativi hanno adottato approcci diversi, sperimentando e innovando per comunicare in modo efficace attraverso immagini e testi. Il libro di Muller mi ha permesso di immergermi in questa ricca tradizione, scoprendo le influenze, le tendenze e le tecniche che hanno plasmato il campo nel corso del tempo. Attraverso le pagine di questo libro, ho potuto cogliere l’importanza della ricerca, della sperimentazione e della continua evoluzione nel mondo del design grafico. È stata un’esperienza illuminante che ha arricchito il mio bagaglio creativo e mi ha ispirato a esplorare nuovi orizzonti nel mio lavoro.
9Jens Muller, The History of Graphic Design,2022
ISPIRAZIONI GRAFICHEEA 63
Fonte d’ispirazione è stato il periodo degli anni 2000, dove si è verificato un chiaro ritorno alle soluzioni minimaliste nel design grafico, evidenziando una tendenza che richiama il modernismo degli anni ‘60. In un periodo caratterizzato da una fervente ottimismo e progresso in molte parti del mondo, si è assistito a un rinascimento della cultura grafica, vibrante e carismatica. Durante questo periodo, si sono sviluppati nuovi approcci nel design grafico, con un’enfasi particolare sull’utilizzo di layout che adottano immagini e caratteri minimalisti. Questo ha segnato l’inizio di un’era moderna nel design grafico, in cui la semplicità e l’essenzialità sono diventate tratti distintivi delle creazioni visive. I progettisti hanno abbracciato la pulizia delle linee e la chiarezza del messaggio, trasmettendo un senso di innovazione e dinamicità attraverso il loro lavoro. Questa fase di creatività e sperimentazione ha contribuito a modellare il panorama del design grafico, aprendo la strada a nuove forme di espressione visiva e preparando il terreno per le tendenze e gli stili che avrebbero caratterizzato gli anni a venire.10
Negli anni 2000, questo ritorno alle radici del minimalismo nel design grafico si è manifestato con una veste più contemporanea, adattandosi alle esigenze e alle sfide del nuovo millennio. Ciò che mi ha suscitato interesse è stato l’utilizzo della tipografia negli anni ‘60, l’utilizzo della tipografia da parte degli americani si distinse per un approccio creativo e allegro, divergendo dalla tradizionale precisione. I grafici esploravano nuovi modi di gestire i caratteri tipografici, liberandosi dalla mera trasmissione di informazioni per trasformare la tipografia in un elemento strutturale di primo piano. Questo cambiamento consentì ai giovani disegnatori americani di esprimere la propria creatività e di contribuire alla definizione di nuove tendenze nell’ambito della comunicazione visiva. Oltre ad attingere ispirazione dalla storia del design grafico, ho avuto l’opportunità di esplorare numerosi riviste che sono state fondamentali per la creazione del mio magazine. Tra queste sono , MAGAZINE LOVEBARS, OUTPUMP , ESQUIRE. 10Jens
PERCORSO CREATIVO
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Muller, The History of Graphic Design,2022
destra, Magazine Lovebars , Coez e Frah Quintale , 2023
ISPIRAZIONI GRAFICHE 65
TIMONE
Il TIMONE è un indispensabile strumento per guidare la navigazione attraverso il complesso processo di impaginazione di testi e immagini. Funge da bussola, consentendo di anticipare e controllare ciò che avverrà nella composizione finale. Grazie ad esso, è possibile prendere decisioni cruciali riguardo alla disposizione degli elementi sulla pagina, modellando così l’aspetto e la leggibilità del materiale. Questo strumento rappresenta in modo essenziale lo sviluppo dell’impaginato.
La sua utilità risiede nel contribuire a definire il ritmo e il contenuto del prodotto editoriale, svolgendo un ruolo preliminare fondamentale nella creazione di un’esperienza di lettura coinvolgente e armoniosa. Il timone che ho progettato si concentra sull’alternanza dei capitoli e delle pagine, creando così un ritmo fluido all’interno dell’elaborato editoriale. Con questo strumento, si è in grado di dirigere con precisione il flusso di informazioni e guidare il lettore attraverso un viaggio coerente e appagante.
PERCORSO CREATIVO 70
TIMONE 71
LAYOUT
Il LAYOUT si riferisce al modo in cui gli elementi sono collocati nello spazio. è come apparecchiare una tavola. La disposizione dei piatti, dei bicchieri, segue sempre una logica discorsiva, ovvero la posizione e il modo in cui vengono messi i pezzi, comunica cose precise: dalla colloquialità del pranzo informale fino all’estrema sofisticatezza di una cena ufficiale. Il layout è la composizione che ci dice cosa sta per accadere e con quale appropriatezza. La tavola imbandita, ordinata ci invita a far capire che bisogna guardare nel giusto modo. 11
Il formato 210 x 277 mm offre uno spazio ottimale per la presentazione di contenuti visivi e testuali. In questo progetto, la gabbia 3 x 3 è stata impiegata per strutturare le pagine, garantendo una disposizione equilibrata e armoniosa dei contenuti. La suddivisione alternata delle colonne, con 2 o 3 colonne a turno, conferisce dinamicità al layout e favorisce una fluida fruizione del materiale.
La semplicità del layout è una scelta consapevole, volta a valorizzare i contenuti senza distrazioni superflue. Il testo e le immagini sono disposti in modo alternato sulle pagine, creando un ritmo visivo coinvolgente. La predominanza di testo e foto, con variazioni nell’utilizzo di due o tre colonne, contribuisce a mantenere l’attenzione del lettore e a fornire una panoramica completa sui temi trattati. L’uso creativo dei caratteri, con diverse dimensioni e posizioni sulle immagini, aggiunge un tocco distintivo al design complessivo. Le variazioni di grandezza e stile tipografico sono pensate per enfatizzare concetti chiave, guidare la lettura e creare una gerarchia visiva efficace.
PERCORSO CREATIVO 72
11 Riccardo Falcinelli, Critica portatile al Visual Design,p.187-188
LAYOUT 73
Formato: 210x277
Pagina dal vivo:3 mm
Margini:
Superiore - Inferiore: 14 mm
Interno: 16 mm
Esterno: 14 mm
Spazio tra colonne: 4 mm
PERCORSO CREATIVO 74
Ingombro pagine mastro
6mm
Ingombro numeri di pagina 7x3 mm
8mm
LAYOUT 75
Ingombro testo
3 Colonne
Ingombro credit 76 PERCORSO CREATIVO
Intercolonna 4 mm
Ingombro numeri di pagina
2 Colonne
77 LAYOUT
PERCORSO CREATIVO 80
All’interno del progetto editoriale, ho sperimentato con LAYOUT LIBERI e non convenzionali, rompendo con la disposizione tradizionale delle colonne per creare composizioni uniche e altamente creative. Ho abbandonato l’approccio rigido delle colonne per abbracciare la libertà artistica e permettere ai contenuti di fluire in modo organico e dinamico attraverso la pagina. Questi layout liberamente strutturati sono stati progettati per catturare l’attenzione del lettore e trasmettere un senso di vitalità e originalità. Ogni pagina è stata trattata come una tela bianca, pronta ad accogliere una varietà di elementi visivi disposti in modo intuitivo e non convenzionale. L’obiettivo di questi layout creativi è quello di suscitare interesse e coinvolgimento da parte del lettore, offrendo un’esperienza di lettura stimolante e memorabile. Sono stati utilizzati accostamenti audaci di testo e immagini, sovrapposizioni artistiche e giochi di dimensioni e proporzioni per creare un impatto visivo potente e unico.
LAYOUT
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Ho concepito la mia rivista come se fosse una composizione musicale, chiedendomii:
“Ma come suonerebbe?”.
Riflettevo sul ritmo, sulla musica, sulle note che si susseguono in un continuo definirsi. Per me, creare una rivista è stato come comporre un ritmo, simile al ritmo nella musica, un flusso tra immagini, testi e colori in modo che tutto si armonizzassero nel modo più melodico possibile. Era come comporre la mia canzone preferita.
SCELTE STILISTICHE
Ogni dettaglio della rivista Sponzarsi è stato curato nei minimi particolari, con particolare attenzione rivolta alla manipolazione dei caratteri tipografici. Ho giocato con diverse dimensioni e ho oltrepassato i confini della griglia di layout tradizionale. Ho scelto di manipolare i titoli degli articoli per creare un’esperienza ludica tra le pagine e all’interno dei diversi testi, conferendo a ciascuna pagina un’identità unica attraverso l’uso del font MANIC, che costituisce un elemento ricorrente per stabilire una coesione grafica editoriale.
Le immagini sono state disposte con un RITMO ben ponderato. Questo ritmo segue una sequenza che alterna composizioni fotografiche a pagina intera con pagine che presentano una sola immagine. Tale alternanza si ripete lungo l’intera rivista, garantendo una fluidità narrativa e una continuità nel racconto. Gli articoli, pur non seguendo un ordine cronologico preciso, catturano l’essenza e la storia dello Sponzfest, raccontandone l’anima più autentica.
In alcune pagine, ho inserito elementi grafici, aggiungendo così un tocco di creatività e originalità. Foto e testi si combinano armoniosamente per creare un ritmo che stimola l’emozione del lettore ad ogni turno di pagina. Grazie agli stacchi creativi, il lettore viene coinvolto in un viaggio emotivo che rende l’esperienza di sfogliare la rivista sempre nuova e coinvolgente, priva di monotonia ma ricca di sorprese che invitano a immergersi completamente nella storia narrata.
PERCORSO CREATIVO 82
SCELTE STILISTICHE 83
C: 0 M: 50
Y: 100
K: 0
La scelta di utilizzare questa PALETTE DI COLORI conferisce coerenza visiva e un senso di appartenenza al progetto editoriale, creando un collegamento tangibile tra la rivista e l’evento stesso. Questo permette ai lettori di immergersi completamente nell’esperienza dello Sponz, facendo sì che la rivista diventi non solo una fonte di informazioni, ma anche un omaggio vibrante alla ricca storia dell’evento.
C: 60 M: 0 Y: 0 K: 0
PERCORSO CREATIVO
86
C: 0
M: 90
Y: 85
K: 0
C: 0 M: 30 Y: 100 K: 0
C: 90
M: 75
Y: 0
K: 0
PALETTE COLORI 87
PRIMO LIVELLO
SECONDO LIVELLO
TERZO LIVELLO
QUARTO LIVELLO
PERCORSO CREATIVO
96
GERARCHIA TIPOGRAFICA 97
Titoli principali
fixture ultra
L’utilizzo del carattere Fixture per i titoli principali dell’editoriale, non hanno una grandezza precisa ma hanno dimensioni differenti, che variano all’interno della rivista.
Contenuto
Testo Credit Satoshi Regular Pt.7
L’uso di corpi diversi di Manic consente di creare una varietà di effetti visivi, dall’evidenziare determinate frasi o parole fino a creare sovrapposizioni e contrasti interessanti tra il testo e gli altri elementi grafici presenti sulla pagina.
PERCORSO CREATIVO
98
principale Satoshi regular PT.10 Testo Libero Manic
Testo pagine Mastro
Satoshi medium Pt.10
PP FORMULA CONDENDES BLACK
Ho utilizzato PP FORMULA per evidenziare frasi chiave, citazioni significative o concetti fondamentali,utilizzato in diversi corpi. I
Testo numeri di pagina
Satoshi medium Pt.10
UTILIZZO CARATTERI 99
Perchè SPONZARSI?
Nel dialetto locale <<SPONZARE>> significa “inzupparsi, ammollare come il baccalà”, riferimento alla perdita di rigidità di chi si è appunto ammollato (come il baccalà). Una parola vicina a <<SPONSALE>> perché in quegli sposalizi assolati e accaldati i paesani finivano madidi e inzuppati, come appunto il baccalà dopo i tre giorni di ammollo.
Uno dei concetti che pervade costantemente l’atmosfera magica dello Sponzfestival è l’idea di “SPONZARSI.” Questa parola rappresenta l’essenza stessa dell’evento, l’idea di lasciarsi andare completamente alla musica e all’energia della folla, fino a sentirsi quasi trasportati in un’altra dimensione. È il momento in cui ci si abbandona alla musica e ci si unisce completamente al ritmo, ballando e cantando senza pensare ad altro, in uno stato di pura felicità e spensieratezza.
Caratteristiche
Logotipo
IL LOGOTIPO, composto da un’unica parola “SPONZARSI”, cattura perfettamente lo spirito della rivista, che invita i lettori a immergersi completamente nell’esperienza di sponzarsi, di divertirsi e godersi la l’esperienza fino all’alba. La scelta di utilizzare un’unica parola rende il messaggio chiaro e diretto, mentre il carattere Fixture Semibold aggiunge un tocco di personalità e stile distintivo al logo.
Inoltre, la semplicità del design del logo lo rende facilmente riconoscibile e memorabile, contribuendo a creare un marchio forte e distintivo per la rivista. Il carattere audace e il messaggio diretto del logo si combinano per trasmettere un senso di energia e vivacità, invitando i lettori a partecipare all’esperienza unica e coinvolgente offerta da Sponzarsi.
PERCORSO CREATIVO 100
Fixture Semibold carattere utilizzato 200 pt
IL LOGOTIPO utilizzato nella copertina delle rivista viene utilizzato in diversi varianti colore , il contrasto del colore tra il logo e l’immagine di sfondo sulla copertina della rivista attira l’attenzione del lettore, rendendo il logo visivamente interessante e mettendolo in risalto.
LOGOTIPO 101
Carattere: Manic Maiuscolo Sottotitolo Minuscolo
Testata
È il titolo della rivista, è l’elemento che rimane coerente in tutte le pubblicazioni ed è il modo in cui i lettori riconoscono la rivista.
Carattere: Fixture Semibold pt.200
Palette colori:
CMYK:0 0 100 0
Tipo
prodotto editoriale
Carattere: Satoshi Balck Maiuscolo pt.9
Anno , periodo di pubblicazione
Carattere: Satoshi Balck pt.10
Carattere: Fixture Condensed Black pt.24
Carattere: Satoshi Balck pt.8
PERCORSO CREATIVO
102
COPERTINA 103