Ricordiamola cosĂŹ, la ragazza che tutti amavano, bella in ordine, la tinta appena fatta, occhiali protezione 100 dal proprio smagliante riflesso allo specchio...
La bionda senza filtri
oppure mentre addestra all’abbandono la piantina che mette radici, l’altro specchio di casa, quello verde...
esile non volendo, leggiadra e leggendaria al tempo stesso, talmente fiduciosa in generale da dar le spalle al mondo.
“Mio nero tornai” c’era scritto. E l’uomo seppe chi era che tornava (e dove e quando) e invece che aspettarla d’impulso la cercò - voleva anticiparla. Divenne multiplo, assunse mille facce, ma aveva sempre la stessa espressione, lo sguardo acuto e un mezzo ghigno compiaciuto e scaltro.
Lo vedevi nei posti più impensati e tuttavia non lo notavi - c’era e non c’era - come fa il cacciatore, dimentico di sé e delle ore. All’improvviso, mentre bighellonava, sentì sotto le dita che l’obiettivo premeva contro il cuoio per uscire. Seguì la direzione. Allora vide.
E questo è ciò che resta: l’amore sparso e un nido di capelli, il rosa intenso che si crede fuxia, un numero che è un fiocco...
e la sua firma, che ci accusa tutti e pare dirci: non vi bastava amarla, la colpa è vostra, voi volevate averla.
federico ciamei, mauro mazzetti, hugo sanchez