Notiziario trimestrale delle Sezioni del Club Alpino Italiano di Alessandria, Acqui Terme, Casale Monf., Ovada, San Salvatore Monf., Tortona, Valenza. Autorizzazione Trib. di Casale n. 155 del 27.2.1985 - Direttore Responsabile Diego Cartasegna - Direzione e Amministr. Via Rivetta, 17 Casale Monferrato. Redazione e Stampa Tipografia Barberis snc San Salvatore Monferrato “Spedizione in a. p. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Alessandria” Anno XXV - Num. 2 - APRILE 2014
ALPENNINO: LA SUA STORIA IN UN SOLO CLIC
Progetto Aconcagua 2014 “Sulle Ande per l’Africa”
Alpennino tra poco più di un mese compie 26 anni. Il primo numero infatti uscì nel maggio del 1988, per volontà dell’Intersezionale. Il percorso compiuto comincia ad essere lungo e raccoglie una parte significativa della storia delle sezioni del CAI della provincia di Alessandria. Era importante che questo tragitto su carta stampata fosse conservato e che nulla andasse perduto. E qualcuno ci ha pensato. Nello scorso inverno infatti è stato portato a termine l’archivio online del nostro periodico, realizzato dal socio della Sezione di Valenza Giovanni Omodeo, con l’ausilio del nipote Federico. Si tratta di un vasto archivio, che comprende tutti i numeri dal 1988 al 2014, ed è liberamente consultabile presso il sito del CAI Valenza nella sezione “Alpennino” (www.caivalenza.altervista.org/archivio-alpennino/ ).
La Vetta dell’Aconcagua, la più alta montagna della Cordigliera andina e di tutto l’emisfero meridionale, non è stata raggiunta da nessuno dei componenti della Spedizione della Sezione di Acqui Terme per una serie di perturbazioni che ne hanno reso impossibile la scalata. Freddo, copiose nevicate e vento forte che si sono subito manifestate all’inizio della spedizione hanno reso una montagna tecnicamente facile non scalabile anche da parte di alpinisti più forti ed esperti. Ma ecco una rapida cronistoria di questa esperienza. Arrivo a Mendosa il giorno 12 alla sera e subito i dubbi che tutti abbiamo sull’esistenza o meno dell’agenzia sono fugati dalla presenza all’aeroporto del Capo delle Guide a cui era affidata la nostra Spedizione; il giorno successivo avremo la conferma della professionalità dell’agenzia. Il dubbio che però serpeggia è proprio sul tempo che troveremo e alle nostre richieste le guide su questo cominciano a mettere le mani avanti. Giorno 13: partenza dopo le pratiche di permesso per l’ingresso al parco, trasferimento da Mendosa a Penitentes e sistemazione in hotel (un modesto Hotel che rimpiangeremo più di una volta nei giorni successivi); qui i nostri bagagli sono presi in consegna dai portatori che li porteranno sino al campo base a 4300 m con i muli. Giorno 14: trasferimento all’ingresso del parco ed inizio della salita con un trekking breve e facile che ci porterà al Campeggio Confluencia a 3300 m; qui iniziano le visite mediche per verificare che i valori medici di riferimento consentano l’ascensione. È l’inizio di un servizio da parte del parco che risulterà davvero fondamentale per il controllo della salute dei componenti della Spedizione. Si comincia a dormire nelle tende ma si mangia insieme nella tenda mensa in un ambiente confortevole che rende piacevole la permanenza. Giorno 15: dal Campeggio Confluncia si raggiungono, con un Trekking di circa 6 ore i 4000 metri, fino al Belvedere della mitica parete sud dell’Aconcagua che con i suoi 3000 metri verticali è stata meta dei più forti alpinisti del mondo fra i quali il nostro Messner. Al ritorno, controllo medico per controllare l’andamento del processo di acclimatamento. Giorno 16: Salita al campo base di Plaza de Mulas a 4260 m con un trekking impegnativo di circa 7 ore. Nuovo controllo medico e sistemazione nelle tende. Il Campo base risulterà un hotel a quattro stelle dopo la permanenza ai campi alti. Comunque possibilità di telefonare, tenda mensa, gabinetti, docce e buoni pranzi rendono la permanenza tutto sommato piacevole a parte l’acqua che, ricca di magnesio, provoca fastidiosi problemi intestinali. Qui la prima doccia fredda, uno dei componenti
I numeri della rivista possono essere sfogliati virtualmente online e anche essere scaricati in formato PDF sul proprio computer. Per fare ciò basta semplicemente cliccare la scritta “DOWNLOAD ALPENNINO... N...” presente in fondo ad ogni Alpennino ed il download partirà in automatico dopo pochi istanti. Allo stesso modo saranno disponibili tutti i prossimi numeri. La Sezione di Valenza ringrazia la Tipografia Barberis di San Salvatore per aver reso disponibile l’archivio cartaceo de l’Alpennino e il CAI di Alessandria, nelle persone di Max Avalle e Bruno Penna, per avere reso disponibili alcuni numeri della rivista utili a rendere completo l’archivio. Ma in realtà è la redazione tutta (e anche l’Intersezionale) che deve davvero ringraziare Giovanni Omodeo per questo importante lavoro. Ora tutti hanno la possibilità di accedere alla “storia” di Alpennino, che è anche una parte della storia delle sezioni della nostra provincia, una storia fatta di alti e bassi (come del resto capita sempre), ma che riflette tuttavia il costante amore dei soci CAI per la montagna. Diego Cartasegna
RESPINTI A 400 METRI DALLA VETTA
della spedizione risente fortemente della quota e le sue condizioni fanno anticipare ai medici la possibilità di un suo rientro a Mendosa. Giorno 17: riposo al campo base e purtroppo rientro con l’elicottero all’ingresso del parco, per poi raggiungere Mendosa, di uno dei componenti della Spedizione. Contattata l’assicurazione e l’Agenzia Geloso di Acqui (che si sono dimostrati efficienti e di grande professionalità) si è organizzato il suo rientro in Italia. Nessuna conseguenza: la perdita di quota è stata sufficiente per recuperare la piena efficienza fisica. Il pomeriggio nevica. Giorno 18: ascensione dal Campo Base a Monte Bonette a 5100 m. Un trekking che ha una durata di 6-7 ore che normalmente si effettua con scarpe da trekking leggere senza difficoltà tecniche e che invece abbiamo percorso con scarponi e ramponi causa una importante nevicata. Non abbiamo raggiunto la vetta, per la neve, ma abbiamo comunque superato i 5000 metri. Al ritorno al Campo Base abbiamo trovato lo stesso affollatissimo causa il rientro da parte di tutti gli alpinisti dai campi alti per forte vento e pericolo di valanghe. Qui abbiamo avuto la conferma che la vetta dell’Aconcagua non sarebbe stata una passeggiata. Giorno 19: inizia la salita ai Campi Alti; raggiungiamo il 1° Campo Canadà a 4910 m per portare le attrezzature che serviranno per l’ascensione e rientriamo al Campo Base a Plaza de Mulas. La vetta dell’Aconcagua continua ad essere flagellata segue a pag 2 ➤
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RESPINTI A 400 METRI DALLA VETTA
dal Viento Blanco che soffia da 80 a 100 km all’ora e non sale nessuno. Giorno 21: dopo un giorno di riposo si sale, per pernottarvi, al Campo 1, e non si scenderà più per i prossimi giorni tentando di elaborare la strategia migliore per raggiungere la vetta. Sempre vento forte. Giorno 22: salita al Campo 2 Nido de Cóndores, 5250 m. Il tempo è buono e la temperatura non dà problemi, ma il vento è sempre forte e attualmente non sale ancora nessuno verso la vetta. Giorno 23-24: giornate di stazionamento al Campo 2. Breve escursione nei dintorni del campo e vento ancora protagonista 70-80 km/h. Temperatura sotto i -15° in diminuzione. Giorno 25: salita al Campo 3 Colera, 5770 m, sempre vento forte ma è prevista una finestra di relativo miglioramento nella notte. Partenza prevista per il tentativo alla vetta alle 5 del giorno 25. Purtroppo nella notte uno dei componenti della Spedizione viene colpito da edema polmonare. Nella notte si è organizzata la discesa al campo 2 al Nido de Condores e da qui all’alba al Campo Base a Plaza de Mulas con elicottero. Giorno 26: il previsto tentativo alla vetta non ha luogo per ovvie ragioni e attendiamo al Campo 3 notizie sul nostro amico. Tutto bene: la rapida discesa ha immediatamente migliorato le sue condizioni. Inoltre il tempo pare migliorare leggermente e la vetta è stata raggiunta da qualcuno.
Decidiamo di ritentare il giorno successivo. Giorno 27: ore 2.30 del mattino una bella e luminosa notte senza vento e con temperature gradevoli ottime condizioni fisiche da parte di tutti. Decidiamo di partire alle 5. In queste 3 ore si scatena l’inferno: vento 100 km/h temperature -20°. Non solo non si riesce a salire ma non si riesce a uscire dalla tenda. Decidiamo di rinunciare e scendere in giornata al Campo Base: la forma fisica a quelle altezze dura poco e dopo tanti giorni di permanenza i pericoli di congelamento aumentano in modo esponenziale. Due di noi, i più forti e i più esperti, decidono di tentare ancora il giorno dopo. Gli consegniamo il Gagliardetto della nostra Sezione con l’augurio di portarlo in vetta.
Giorno 28: Davide Chiesa e Marco Salvatore sono arrivati a circa 400 metri dalla vetta dell’Aconcagua (6962 m), poi hanno dovuto rinunciare alla salita per il freddo e il vento e per principi di congelamento. Rientro al campo base e cure mediche. Giorno 29: rientro a Mendosa e fine della Spedizione. Che dire, la montagna, pur se facile tecnicamente, non si è lasciata scalare per le condizioni meteo di vento forte e bassa temperatura. Quello che resta è la certezza di esserci arrivati nelle migliori condizioni fisiche e psicologiche e questo ha fatto sì che le decisioni che abbiamo dovuto prendere non hanno portato a tensioni fra di noi. Siamo partiti come un gruppo di amici e siamo tornati ancora più legati di prima dall’esperienza vissuta. Le cartoline spedite dai componenti della spedizione sul Monte Aconcagua da Mendosa stanno arrivando e con questo si chiude la prima parte del progetto della Sezione del CAI di Acqui: l’impegno verso World Friends per la raccolta di fondi a favore del Neema Hospital di Nairobi, un ospedale al servizio dei bambini e delle donne della baraccopoli di Nairobi. La seconda parte ci vedrà ancora impegnati nella raccolta fondi nelle serate che organizzeremo per descrivere le varie fasi della Spedizioni attraverso la proiezione di materiale audiovisivo. CAI Acqui Terme
Sezione di San Salvatore Monf.
Sezione di Acqui Terme
RINNOVATE LE CARICHE SOCIALI NUOVE CARICHE SEZIONALI Il 7 Marzo scorso, presso la sede di via Monteverde 44, si è tenuta l’Assemblea Generale dei Soci CAI della Sezione nel corso della quale si è presentato ai Soci il resoconto delle attività svolte e i programmi di attività del 2014. Il 2013 è stato un anno positivo per la nostra Sezione. È il terzo anno consecutivo di crescita del numero di Soci che aderisce alle attività da noi proposte. Un risultato importante e in controtendenza rispetto al quadro nazionale che ha portato la Sezione a 409 Soci dai 251 del 2010. Un risultato non solo numerico ma qualitativo che si è ottenuto diversificando e specializzando le iniziative. Alpinismo, Alpinismo Giovanile, Sci ragazzi, Escursionismo, Ciclo Escursionismo le attività proposte e per ognuna di queste si stanno formando nuove figure di Istruttori e Accompagnatori. L’attività di formazione troverà nel 2014 un ulteriore incremento con la formazione di altri 11 Accompagnatori Sezionali di Alpinismo Giovanile e il tirocinio di un nuovo Istruttore di Alpinismo e in autunno probabilmente si terrà anche un corso di formazione Intersezionale per Accompagnatori Sezionali di Escursionismo. Formare una nuova leva di Istruttori ed Accompagnatori significa sempre di più offrire ai nostri Soci e a chi desidera partecipare alle nostre attività un livello sempre più alto di quel “volontariato professionale” che è una caratteristica peculiare del nostro Sodalizio. Prosegue inoltre l’impegno per la valorizzazione del nostro territorio. La rete dei sentieri si avvia a diventare sempre più importante e ramificata: siamo ormai a più di 300 km di percorsi segnalati ed accatastati dai nostri volontari; nell’Assemblea si è presentato il piano di lavoro per il 2014. Abbiamo, inoltre, lavorato per accrescere l’offerta sul territorio delle iniziative rivolte soprattutto ai ragazzi e alle scuole; oltre alla Palestrina di val
Cardosa il cui utilizzo è destinato ai ragazzi delle Scuole Superiori abbiamo recuperato, attrezzato e reso fruibile a nostra cura e spesa, in collaborazione col Sindaco e l’amministrazione di Morbello, un muro di arrampicata artificiale rivolto ai ragazzi delle quarte e quinte elementari. Siamo orgogliosi di riuscire ad offrire queste attività a costo zero per la collettività grazie all’impegno dei nostri volontari. Un quadro positivo che fa prefigurare nuove potenzialità di crescita ma che ci impone un nuovo quadro di responsabilità. Responsabilità a cui saranno chiamati il nuovo Consiglio e il nuovo Presidente di Sezione eletti nel corso della serata. Nella foto il passaggio del “campanone” fra il vecchio e il nuovo Presidente. La Sezione di Acqui ringrazia tutti i volontari che nel corso del 2013 hanno dedicato tempo e capacità alle attività sociali, il Consiglio uscente e il suo Presidente per l’attività svolta, il Comune di Acqui e le Amministrazioni del territorio che ci agevolano nelle nostre iniziative, i volontari delle Pro Loco, della Protezione civile e dell’Associazione Nazionale dei Carabinieri che ci aiutano nell’organizzazione e la stampa locale che ne diffonde l’informazione. CAI Acqui Terme
Con l’Assemblea del 3 dicembre scorso la Sezione di San Salvatore Monferrato ha rinnovato il Consiglio Direttivo ed ha eletto le nuove cariche sezionali per il triennio 2014/2016. L’assemblea dei soci ha eletto i Consiglieri Amisano Carlo, Armano Giorgio, Denotti Massimo, Gandolfo Nunzio, Maritano Renata, Marchese Luigi, Massarotto Egisto, Pasino Roberto, Patrucco Paolo. Sono stati eletti per il Collegio dei Revisori Careddu Alberto, Verganti Maurizio, Zaccaron Nadia e per il Collegio dei Probiviri Beccaria Giuseppe, Dagna Renzo, Luparia PierLuigi. Il Consiglio direttivo riunitosi il 10 gennaio 2014 ha eletto Patrucco Paolo presidente, Amisano Carlo vicepresidente, Marchese Luigi tesoriere e Sacco Luigi segretario. Un doveroso ringraziamento al Consiglio uscente e a tutti coloro che hanno contribuito attivamente alla vita della Sezione in questi ultimi anni, impegno riconosciuto anche con l’assegnazione da parte dell’Amministrazione Comunale, su indicazione della popolazione, della “Targa della Torre”, per la categoria sport, durante l’annuale assegnazione delle Benemerenze Civiche. Carlo Amisano
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Una ricorrenza importante per la Sezione
QUARANT’ANNI DI CAI A VALENZA La Sezione di Valenza nacque il 4 aprile 1974 su iniziativa di un centinaio di soci CAI iscritti alle Sezioni di Alessandria, Casale e San Salvatore che inoltrarono la richiesta poi accettata dalla Sede centrale del CAI di Milano. Fu eletto, come primo presidente, Gian Piero Accatino, che restò in carica sino al 1993, col quale iniziò un’eccellente collaborazione con le guide di Courmayeur, realizzando corsi di alpinismo su roccia e su ghiaccio. Nel 1981 la sezione organizzò il primo dei 14 corsi di alpinismo con le guide di Courmayeur. Fra i partecipanti ai corsi si formò un gruppo molto affiatato che, per alcuni lustri, rappresentò il nucleo dirigente del CAI di Valenza. Dal 1994 al 1999 la sezione ha avuto come presidente Ivo Fenaroli, che lasciò l’incarico a Maria Bajardi fino al 2008. Il 22 agosto del 2000 un triste evento sconvolse tutti: la morte di Davide Guerci, precipitato nel gruppo del Monte Bianco. La sciagura interruppe una brillante carriera alpinistica che lo vide in cima alla più alte vette delle Alpi e delle Dolomiti. Per lasciare un significativo ricordo del loro caro, i genitori Rosalba e Luigi espressero il desiderio di realizzare la costruzione di un edificio destinato al CAI, alla montagna, alla città. Nacque così la nuova sede di architettura moderna nei Giardini Aldo Moro, che divenne subito un importante luogo di aggregazione per gli amanti della montagna e per tutti i cittadini. L’attività escursionistica, che aveva già avuto il suo sviluppo negli anni precedenti, si rafforzò nel decennio 2000-2010 con un programma annuale e una scelta di percorsi vari e accessibili a un numero sempre crescente di partecipanti grazie anche alla forte collaborazione con le altre sezioni piemontesi e lombarde. Ogni anno si ottennero buone presenze nelle escursioni con una scelta di itinerari comprendenti le Valli Alpine, le Alte Vie Liguri, l’Appennino Ligure Piemontese e le colline del territorio. Nei mesi invernali si proseguì con le
racchette da neve, le ciaspole. Notevole successo ebbero le escursioni di più giorni: le Alpi Apuane, le Calanques di Marsiglia, la Sicilia e tante altre. Larga adesione si ebbe anche nei gruppi di escursionisti nelle Dolomiti con pernottamenti in albergo oppure in rifugi e continuò l’attività sulle Vie Ferrate. Si intensificarono i rapporti con le Scuole grazie alle escursioni guidate sia in montagna che sulle nostre colline. Intenso divenne il rapporto, con l’utilizzo dei locali del Palaguerci, con le Associazioni culturali e di volontariato, l’Unitre di Valenza e di Alessandria, famiglie e altre realtà del territorio. Con un lavoro durato cinque anni, grazie alla guida di Giovanni Omodeo, si realizzò la segnaletica di 14 sentieri nelle nostre colline con uno sviluppo di 194 chilometri, dalle colline al Po, in collaborazione con il Parco Fluviale del Po e dell’Orba. Grande successo ebbe quindi la pubblicazione della Carta dei Sentieri, iniziativa assai apprezzata e utile per il rilancio turistico-ambientale del nostro territorio. Nel 2009 fu eletto presidente Fausto Capra, attualmente in carica, che, continuando sulla via tracciata, ha contribuito ad incrementare incontri culturali, nel programma “Orizzonti Montagna”, fra cui citiamo le serate con gli alpinisti Hervé Barmasse, Gnaro Mondinelli, Kurt Diemberger, Ermanno Salvaterra, Fulvio Scotto, Angelo Siri e altri. Sono state assegnate borse di studio agli studenti delle
Scuole Medie Superiori Cellini di Valenza su progetti che valorizzano la montagna. Nella primavera del 2013 sono iniziati i lavori che hanno portato alla realizzazione, a Maggio, del nuovo sito del CAI Valenza, disponibile presso l’indirizzo http://caivalenza.altervista.org/. Il sito, rimodernato concettualmente e graficamente, vuole fornire ai soci una risorsa importante per tenersi informati su tutto ciò che riguarda la sezione. L’interfaccia è stata molto apprezzata, e le visualizzazioni del sito hanno superato quota 35000 nell’arco di 10 mesi. Durante l’inverno a cavallo tra il 2013 e il 2014 è stato portato a termine l’archivio online del periodico intersezionale “Alpennino”, realizzato da Giovanni Omodeo, con l’ausilio del nipote Federico (vedi articolo in copertina). Un altro fiore all’occhiello della sezione è stata la palestra di arrampicata di cui oggi è responsabile Stefano Sisto coadiuvato da assidui soci frequentatori. È stata realizzata, grazie a Marilena Dealessi, Giorgio Manfredi e Ermes Moraglio la catalogazione completa dei 1796 volumi, la maggior parte dei quali sono stati donati dalla famiglia Guerci. Il lavoro si è attuato in accordo con la Biblioteca Centrale CAI, secondo i criteri usati dalle Biblioteche Pubbliche. È seguita quindi la connessione in Internet. Bisogna dare atto che tutte le attività sono state seguite dal consiglio direttivo, i cui componenti avvicendatisi negli anni, hanno sempre manifestato entusiasmo ed interesse alla loro buona riuscita. Saranno inserite, nel corso di quest’anno, particolari attenzioni ai classici appuntamenti sempre molto attesi dai nostri soci: per le Dolomiti il soggiorno a Zoldo Alto, tra Pelmo e Civetta, dal 30 giugno al 5 luglio e il trekking da rifugio a rifugio del 5-8 luglio. Infine dal 21 al 27 settembre avrà luogo l’escursione nel Parco Nazionale della Maiella e del Gargano, con la collaborazione delle sezioni di Casale, Mortara e Ovada. Enea Robotti e Giorgio Manfredi (CAI Valenza)
Sezione di Alessandria
CORSO RACCHETTE DA NEVE Con l’ascesa alla Punta Laissè da Vetan, domenica 9 marzo si è concluso il 2° Corso in Ambiente Innevato della Sezione di Alessandria. Il fenomeno racchette che da alcuni anni è in costante espansione, sia per il costo abbordabile dell’attrezzatura sia per la talvolta traviante pubblicità al frequentare la montagna in inverno lontano dalle piste da sci, ha fatto si che sempre più persone si cimentino in uscite in ambiente innevato. Quando nel 2012 abbiamo effettuato il 1° Corso, persino l’OTTO regionale non era preparato alla richiesta di “nulla osta”, non esisteva né modulo né un regolamento ufficiale per i corsi per racchette, così abbiamo adattato alle nostre necessità quello per lo scialpinismo. Siamo stati la prima Sezione CAI all’interno del LPV ad effettuare questa tipologia di corso, con una sinergia quasi rara se non unica tra escursionisti e scialpinisti. A distanza di due anni ci siamo riproposti di presentare un nuovo Corso e la risposta è stata così forte che abbiamo dovuto chiudere le iscrizioni al 21° iscritto. Oltre non abbiamo potuto accettarne perché nel frattempo dal nostro primo Corso la Scuola Centrale di Escursionismo ha dettato i limiti di adesione ai corsi in base ai Titolati disponibili, come AEI, AE, ISA, INSA.
Nuovamente, la cooperazione con gli Istruttori della Sezione facenti parte della Scuola Alphard e con l’aiuto dell’amico Giorgio Bello AE di Ovada ci hanno permesso di portare nelle cinque uscite un totale di 93 presenze di corsisti più gli Accompagnatori, gli Istruttori e Sezionali volontari per altre 37 presenze. Siamo stati fortunati, non una gita è stata rinviata, certo la prima alla Capanna Mautino è stata effettuata con visibilità scarsa e successivamente sotto una bella nevicata, ma tutte le altre sono state baciate dal sole e da temperature ottimali. Le lezioni teoriche sono state seguite con attenzione, anche quelle più ostiche come Meteo e Cartografia. Nell’ultima lezione quando i corsisti hanno presentato una loro idea di gita hanno dovuto fare un’analisi delle previsioni meteo, del bollettino delle valanghe e degli aspetti cartografici inerenti il percorso da effettuare. Non c’è stata solo didattica ma anche piacevoli “terzi tempi” post lezione al “Four Bears”, davanti ad una birra. Molti aderenti al corso hanno anche partecipato ad altre uscite sia sociali che “estemporanee”: sono state fatte prove per la ricerca travolti, l’adozione dell’ARTVA obbligatoria nelle nostre gite non è diventata così il solo averlo con sé come la botticella dei San Bernardo ma uno stru-
mento che in caso di bisogno può essere di utilità effettiva. Come Direttore del Corso sono felice del clima che si è instaurato tra i partecipanti e anche con gli accompagnatori, posso dire che siamo riusciti a dare molto divertendoci altrettanto. Ultimo atto sarà la cena di fine corso dove tutti riceveranno il Diploma di partecipazione e un regalo da parte della Sezione. Ferruccio Fei AE AEI - Sezione di Alessandria
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Alpinismo Giovanile
UN RICCO PROGRAMMA PER I RAGAZZI Le sezioni CAI di Ovada, Novi Ligure ed Acqui Terme hanno varato il programma annuale di Alpinismo Giovanile, costituito da una serie di escursioni e di iniziative rivolte ai bambini (dagli 8 anni in su) ed ai ragazzi. Si tratta di un vero e proprio corso per insegnare come affrontare in modo corretto e responsabile la montagna, suddiviso, con iniziative differenti, per i più piccoli (“corso base”) e i più grandi (“corso avanzato”). Si è iniziato nel
week end del 15 e 16 marzo con la presentazione del programma e con un’uscita (per i più grandi) che ha avuto come tema il soccorso alpino. Il 5 e il 6 aprile è invece in calendario una lezione teorica seguita da un’escursione nella zona di Toirano, a San Pietro ai Monti (corso base) e un’arrampicata su roccia (corso avanzato). Il 10 e l’11 maggio sarà invece dedicato alla cartografia ed alla storia del territorio con un’uscita a Monastero Bormida (partecipazione al “Giro delle Cinque Torri”, organizzato dalla sezione di Acqui Terme). L’attività proseguirà poi il 14 e il 15 giugno con lo “studio” dell’arrampicata che sarà messo in pratica su una via ferrata al Parco delle Cave in valle Cervo per i ragazzi più grandi, mentre i piccoli percorreranno un sentiero. Il “pezzo forte” del programma (riservato ai ragazzi del “corso avanzato”) invece è in calendario dal 28 luglio al 2 agosto: sarà infatti effettuato un trekking nelle Alpi Retiche sul cosiddetto “Sentiero Roma”. Saranno toccati i rifugi Gianetti, Allievi e Ponti ed è prevista anche la salita ai 3367 metri del Pizzo Cengalo. A settembre (il 6 e il 7) i giovani del CAI si recheranno a Sant’Anna di Vinadio con programmi differenziati per le diverse fasce di età (ma comunque attinenti alla roccia), mentre altri due appuntamenti sono infine fissati a ottobre; la chiusura del corso è prevista il giorno 26 con la tradizionale “Castagnata” al rifugio Mulino Nuovo, nei pressi di Capanne di Marcarolo.
QUOTA ASSOCIATIVA La quota associativa versata alla sezione e successivamente in parte inviata alla Sede Centrale (negli ultimi 4 anni è rimasta invariata, sia la quota per la Sede Centrale, che la quota minima per il rinnovo al Sodalizio), come da Regolamento generale oltre a comprendere il contributo per le pubblicazioni periodiche, per le coperture assicurative e il contributo straordinario pro-rifugi (che viene successivamente ridistribuito ai rifugi CAI d’Italia, come da specifico bando) include una parte destinata all’organizzazione Centrale. Tali risorse, sono a loro volta utilizzate anche per erogare contributi ai gruppi regionali - con precisa suddivisione in una quota fissa per gruppo regionale oltre ad una per sezioni e soci presenti in ciascuna regione - e alle Sezioni a supporto delle spese per la manutenzione ordinaria dei rifugi nonché per sostenere le attività degli OTCO (Organi Tecnici Centrali Operativi) e tramite essi degli OTTO (Organi Tecnici Territoriali Operativi) . L’utilizzo delle quote versate alla Sede Centrale è interamente descritto nel fascicolo del Rapporto dell’attività dell’anno inviato a tutte le Sezioni per l’annuale Assemblea dei Delegati e a disposizione dei Soci. In tal modo i Soci possono comprendere come le somme inviate alla Sede Centrale siano destinate non solo al funzionamento della stessa ma ridistribuite come sopra dettagliato.
Assemblea dei delegati - Torino - 25.26 maggio 2013 PROPOSTA QUOTE ASSOCIATIVE ANNO 2014 ORDINARI E SEZIONI NAZIONALI Quota Sezione Quota Organizzazione Centrale Contributo pubblicazioni Contributo assicurazioni Contributo pro-rifugi Totale minimo Quota ammissione minima
12,70 10,33 7,36 9,13 1,18 40,70 3,81
FAMIGLIARI Quota Sezione Quota Organizzazione Centrale Contributo pubblicazioni Contributo assicurazioni Contributo pro-rifugi Totale minimo Quota ammissione minima
7,40 4,35 9,13 0,83 21,71 3,81
GIOVANI Quota Sezione Quota Organizzazione Centrale Contributo pubblicazioni Contributo assicurazioni Contributo pro-rifugi Totale minimo Quota ammissione minima
5,01 1,05 9,13 0,50 15,69 3,81
VITALIZI Quota Sezione Quota Organizzazione Centrale Contributo pubblicazioni Contributo assicurazioni Contributo pro-rifugi Totale minimo Quota ammissione minima
0,70 7,36 9,13 0,50 17,69 -
A.G. Casalese
UN GRUPPO IN CONTINUA CRESCITA
È il 12 Agosto, una bella giornata estiva, e sto risalendo il sentiero che, in val Grisanche, porta verso il Rifugio degli Angeli. Dietro di me, mio figlio chiacchiera ininterrottamente, Enrico ci precede e siamo seguiti da altri soci della Sezione di Casale Monferrato. La commissione di AG ha organizzato un’uscita di alpinismo facile per fare esperienza ed eventualmente prepararsi ai corsi per accompagnatori a livello regionale. Tra le commissioni della sezione quella di AG è senz’altro la più attiva: guidata da anni dall’infaticabile Franco Degiovanni durante la sua vita trentennale ha fatto conoscere la montagna a centinaia di bambini casalesi. Negli ultimi anni la commissione ha puntato molto sulla formazione, riuscendo a coinvolgere, grazie a un’enorme mole di lavoro organizzativo, tanti genitori che si sono avvicinati al CAI per assecondare le curiosità dei figli. A questi si sono affiancati, oltre all’INA Edo Ferrero e a Enrico Bruschi altri soci della sezione con buona esperienza alpinistica. Grazie a numerosi corsi di formazione e alla costituzione della “scuola di montagna e delle terre alte”, hanno ottenuto la qualifica di ASAG numerosi soci. L’alto numero di accompagnatori permette di organizzare annualmente programmi diversi per fasce d’età, proponendo gite coinvolgenti e adeguate all’età dei bambini per l’impegno richiesto. La nostra salita al rifugio degli Angeli fa parte del progetto di formazione continua degli ASAG: domani saliremo alla testa del Rutor per permettere ai meno esperti di familiarizzare con la progressione su neve, con e senza ramponi. Io non faccio parte del gruppo ASAG, né ho la presunzione di poter insegnare qualcosa ma, trovandomi in val d’Aosta per il consueto periodo di vacanze, mi sono aggregato con mio figlio Edoardo, di quattordici anni. Vista la sua presenza, Fabrizio e Alessandra hanno deciso di far partecipare anche il loro, Samuele, tredici anni: dalla determinazione che ha
mostrato, dubito che sarebbero comunque riusciti a lasciarlo a casa. Così, dopo un’abbondante cena e una notte trascorsa tranquillamente nel confortevole rifugio, eccoci di partenza, al buio, sotto un cielo coperto da nubi basse e calpestando neve che durante la notte non è riuscita a gelare. La salita procede regolarmente, anche i meno esperti imparano presto a utilizzare i ramponi, quando il pendio diventa più erto e la neve finalmente dura. Arriviamo sulla cima mentre un freddo vento da ovest soffia via le ultime nubi. Durante la discesa la bella giornata invita a indugiare, così abbiamo modo di fare un po’ di didattica. Alcuni dimostrano una buona conoscenza delle manovre con le corde; per altri, il ripido pendio che termina in una larga conca nevosa diventa teatro di goliardiche ruzzolate. Quegli alpinisti che hanno appena ritrovato la gioia infantile di scivolare seduti sulla neve vengono, però, duramente ripresi da Enrico, che fa, giustamente, notare come, con i ramponi ai piedi, questo gioco sia pericoloso. La gita termina positivamente per tutti e ci ritroviamo ancora al rifugio, dove si viene sempre accolti con sincera premura e cordialità. Purtroppo il ricordo di questa gita è ormai unito a quello, ben più tragico, del piccolo Elia, con cui abbiamo condiviso poche ore al rifugio: tre giorni più tardi il suo cuore ha smesso di battere. Drammatiche contraddizioni della vita. La mia esperienza con l’AG, per ora, finisce qui, ma non l’attività della Commissione, che prepara le ultime uscite della stagione, progetta le attività per l’anno prossimo e intanto cerca nuovi volontari da formare per poter aumentare ulteriormente le proposte verso i giovani, futuri frequentatori delle terre alte (e di questo mondo, del quale vorremmo prendessero consapevolezza, andando controtendenza, con esperienze reali e non solo virtuali). Claudio Ferrando - Sezione di Casale Monferrato
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Lutto nella Sezione di Casale Monferrato
RICORDO DI FRANCO E ANDREINA
E’ stato triste per i soci della Sezione di Casale Monferrato l’inizio del nuovo anno: due amici che fino a pochi mesi fa camminavano con noi ci hanno lasciato. Franco Maniero aveva percorso la via Francigena, con la sua inesauribile forza sempre in testa al gruppo, che a volte distaccava guadagnandosi le aspre rampogne della nostra “capa” Elena. Lo ricordiamo felice, in Piazza San Pietro, il 28 settembre, già proiettato verso un nuovo cammino, quello di Santiago. Poi, all’improvviso, il male che ne avrebbe stroncato la grande vitalità. Come un fulmine a ciel sereno arrivava anche, lo scorso ferragosto, la notizia della malattia di Andreina, fino a due mesi prima attiva nel gruppo di Alpinismo giovanile, di cui il marito Franco Degiovanni è il creatore ed infaticabile trascinatore, a seguire con la sua dolcezza i più piccolini. L’avevamo incontrata pochi giorni prima quando ci raccontava dell’intenzione di lasciare il lavoro, sempre svolto con intelligenza e puntiglio, per dedicarsi al nipotino e andare finalmente a vivere nella casa di campagna. Ha lottato con la solita tenacia e sembrava avercela fatta. Poi, improvviso, il crollo. Ricordiamo Franco con le parole lette da
Paola durante il rito funebre. “Di solito penso che questi momenti siano da rispettare con il silenzio e la preghiera. Oggi, però, ho sentito che mi faceva piacere salutare un amico con cui ho camminato tante volte. Mi piace ricordare di te quando scattavi, e ci facevi arrabbiare perché quasi nessuno ha il tuo passo. Voglio ricordare quando parlavi dei tuoi progetti per cammini lunghi e impegnativi e poi ce li raccontavi, tornando. Quando parlavi di Elia, di quanto ti sarebbe piaciuto insegnargli a camminare e portarlo con te. Mi piace ricordare il tuo sorriso in piazza San Pietro, il 28 settembre, quando siamo finalmente arrivati a Roma. Sei andato ancora una volta davanti. Ciao Franco”. E ricordiamo Andreina con le parole lette da Enrico, dopo la commovente lettura di sant’Agostino fatta dalla figlia Anna, anche lei nostra socia. “Si dice che dietro ad un grande uomo c’è sempre una grande donna. Nel caso di Andreina e Franco il detto rispecchia perfettamente la realtà. Tanto Franco è sempre stato vulcanico protagonista, fucina di nuove idee e proposte, altrettanto Andreina è sempre rimasta defilata; la sua riservatezza non ha però mai nascosto la profondità della sua
intelligenza e l’importanza della sua concretezza. D’altra parte l’importanza che Andreina ha nella vita di Franco traspare ogni volta che lui parla della moglie; e ci appariva evidente ogni volta che andavamo a casa loro per programmare qualche nuova attività del CAI: Franco al computer, sul tavolo ingombro di carte, documenti, proposte; Andreina a far andare avanti la casa. Una casa che così diventa rifugio sicuro per ripararsi da ogni tempesta, in cui trovare calore, tranquillità, sicurezza e la forza per ripartire per nuove salite. E certamente Andreina è ancor più importante per Alberto, Anna e Davide, tre splendidi ragazzi che, seguendo l’esempio dei genitori, si stanno affermando nella vita con l’impegno nello studio, nel lavoro e nel volontariato, cioè nell’aiutare chi rimane indietro, mettendosi al passo del più lento, così come Franco non si stanca di ripetere a chi va in montagna. Allo stesso modo, sono certo, Andreina sarà importante per il piccolo Matteo, che ha potuto conoscere la dolcezza di questa sua nonna, e per i nipotini che verranno, perché ciò che Andreina ha seminato nella sua vita continuerà a germogliare, fiorire e dare ottimi frutti”.
Sezione di Casale Monferrato: un’escursione al Monte Pasubio
SULLE MONTAGNE DELLA GRANDE GUERRA
In occasione del centenario della prima guerra mondiale la sezione di Casale Monferrato propone, per i giorni 14 e 15 giugno prossimi, un’escursione al massiccio del Pasubio, che vide, dal 1916 alla fine della guerra, fronteggiarsi le forze italiane e quelle dell’impero austroungarico. Si potrà così ricordare e riscoprire la drammatica violenza di quel conflitto che vide questa montagna testimone della folle strage, da una parte e dall’altra, di centinaia di migliaia di giovani, camminando sui luoghi che di quella lunga battaglia conservano ancora innumerevoli testimonianze. Il fronte di guerra si estendeva dalla zona tra Brescia e Verona fino ad est del fiume Isonzo, passando per lo più in alta montagna. La guerra in montagna fu tragicamente dura per i soldati di entrambi gli schieramenti: alla terribile vita di trincea si aggiungevano i disagi provocati dall’asprezza del terreno di battaglia e del clima. Nella notte tra il 14 e 15 maggio del 1916, le forze austroungariche iniziarono un violento attacco sugli altipiano del Pasubio e di Asiago, con l’intenzione di sfondare le linee italiane e dilagare verso Verona. Le truppe italiane si fecero trovare impreparate, anche per la sottovalutazione del generale Cadorna, ma resistettero tenacemente, pur arretrando fino ai limiti meridionali degli altipiani. La battaglia infuriò fino al 27 giugno, e si stima che solo in questa fase le perdite da entrambi gli schieramenti ammontarono a più di 230.000 uomini. Sul massiccio del Pasubio i reparti italiani
fronteggiarono i nemici contendendosi il controllo di due montagne che distano tra loro circa duecento metri e che vennero poi denominati Dente Italiano e Dente Austriaco. Intensi bombardamenti e l’uso di enormi mine hanno abbassato la quota di quei pinnacoli, si dice, di centoottanta metri. Carlo Emilio Gadda, impegnato come ufficiale di complemento, nei suoi “Diari di Guerra”descrive il bombardamento del Dente Italiano osservato dall’Altopiano di Asiago, dicendo che la montagna sembrava un vulcano, fumando ed eruttando per tutta la notte. Solo quel piccolo lembo di montagna contesa vide 4500 morti: i corpi fatti a pezzi erano così numerosi che si aspettò il 1921 per consentire l’accesso ai civili a quelle montagne, dopo aver sgomberato i cadaveri. Per rifornire le prime linee, gli italiani aprirono una strada al riparo delle artiglierie nemiche, un vero capolavoro di ingegneria, la Strada delle 52 gallerie, che percorreremo per raggiungere il rifugio Achille Papa, dove pernotteremo. Questo rifugio è costruito sul basamento di un ricovero in muratura della guerra: i baraccamenti erano costruiti appesi agli strapiombi e in questo punto erano così affollati che venivano chiamati “el Milanin”, la piccola Milano. Il giorno seguente compiremo un’escursione ad anello sulle cime che videro quello scontro tragico e millimetrico, interessanti anche dal punto di vista paesaggistico. Per info: CAI Casale, 0142 454911 Claudio Ferrando
Ringraziamento Profondamente commossa dalle grande partecipazione di soci e sezioni la famiglia Degiovanni ringrazia sentitamente la comunità del CAI che anche in questa circostanza ha testimoniato quanto grande sia il suo spirito ed il suo valore umano. Accompagnato dallo struggente ricordo di Andreina e confortato dalla vostra solidarietà, ho percorso con Davide, il più giovane dei nostri figli, il tratto da Orvieto a Roma della Via Francigena. Grazie a tutti. Franco Degiovanni
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Sezione di Tortona: gli animali selvatici
CUCCIOLI: NON TOCCATELI, PER FAVORE Durante la stagione primaverile gli animali accantonano parte della loro diffidenza poiché sono coinvolti nel complesso periodo della riproduzione che entro l’inizio dell’estate culmina con la nascita dei cuccioli. All’inizio della primavera avvengono i riti di corteggiamento e di accoppiamento seguiti dalla costruzione del nido o della tana, dalla covata o dal parto, dalla crescita dei piccoli nelle prime fasi presso il nido e successivamente nell’ambiente naturale. Si tratta di fasi della vita degli animali che sono molto delicate e per motivazioni diverse proprio in questa stagione è più probabile imbattersi in animali impegnati nei riti di corteggiamento o rinvenire covate, nidiate o cuccioli. Uno dei riti di corteggiamento più affascinanti è quello del fagiano di monte che avviene tra l’inizio e la metà del mese di maggio generalmente nelle radure tra i larici in posizioni evidenti e dominanti, soprattutto nelle prime ore del mattino. I maschi effettuano delle singolari parate esibendo il loro piumaggio ed emettendo dei suoni particolari, talvolta lottando tra di loro. Molti animali, soprattutto mammiferi ed uccelli, scelgono di costruire il nido o il giaciglio direttamente sul suolo, occultandolo tra la vegetazione. In questo luogo depongono le uova e mettono al mondo i propri figli, accudendoli nelle prime settimane di vita. Mentre la femmina cova o cura la cucciolata, in molte specie il maschio vigila il territorio ed attrae l’attenzione di un eventuale predatore per allontanarlo. La femmina ed i piccoli rimangono occultati nella vegetazione confidando nel mimetismo e spesso nell’azione diversiva dei maschi. Nelle escursioni in montagna è possibile imbattersi, soprattutto in primavera, nei cuccioli di varie specie selvatiche. Quasi tutti gli adulti e molti cuccioli quando vengono sorpresi da un possibile predatore, e tra questi c’è anche l’uomo, scelgono la strategia della fuga. I piccoli di queste specie possono camminare, correre, superare ostacoli, saltare ed arrampicarsi già poche ore dopo la nascita. I cuccioli di camoscio e stambecco sono tra quelli capaci di seguire la madre in tempi brevissimi dal momento della nascita; non è raro vedere cuccioli molto piccoli saltare ed arrampicare agilmente e con invidiabile sicurezza. Altre specie invece mettono al mondo cuccioli che rimangono nel luogo di nascita preparato dalla madre per un certo periodo e successivamente effettuano degli spostamenti guidati molto brevi. Essi vengono temporaneamente abbandonati dalla madre che si allontana per nutrirsi ed osservare il territorio e, confidando nel mimetismo del proprio mantello e nell’assenza di odore, restano immobili ed in silenzio fino al ritorno del genitore. I cuccioli di capriolo e di cervo sfruttano la vegetazione del sottobosco per non essere avvistati e mostrano una spiccata capacità per restare assolutamente immobili anche a breve distanza da un possibile predatore. Proprio per queste motivazioni è possibile individuare accidentalmente un cucciolo di capriolo che negli ultimi anni è protagonista di un incremento demografico sensibile. Esso appare in preda alla tristezza, allo smarrimento,
sperduto, teneramente coricato su un fianco, in posizione arrotondata e con le zampe ripiegate anche se in realtà è solamente in attesa del ritorno della madre. In questo caso il cucciolo non deve essere raccolto poiché, anche se consegnato ad un centro specializzato nella riabilitazione della selvaggina, dovrà affrontare molte difficoltà per la crescita, in ogni caso priva degli insegnamenti degli adulti. Lo stesso cucciolo non deve neanche essere accarezzato perché esso, alla nascita privo di odore per non essere individuato, sarebbe marchiato con l’odore umano; al ritorno la madre potrebbe rifiutare il cucciolo ed abbandonarlo. È infine necessario allontanarsi il più presto possibile evitando di lasciare tracce evidenti del proprio passaggio.
Un altro comportamento molto dannoso per gli animali è offrire loro del cibo o abbandonarlo in natura. Alcuni animali, giovani ed adulti, talvolta tentano di conoscere meglio l’atteggiamento umano e non si limitano alla fuga, all’osservazione da luoghi sicuri o semplicemente all’occultamento tra la vegetazione ma giungono ad affrontare e sfidare l’essere umano. Se dal rapporto diretto con l’uomo l’animale non riceve risposte negative ed inoltre ne trae un vantaggio come l’offerta di cibo, esso molto probabilmente ripeterà sempre più spesso l’azione iniziale giungendo a ridurre la diffidenza ed accantonare la ricerca del cibo in natura, fino alla possibile azione di intimidazione e minaccia nei confronti dell’uomo ed al furto di cibo. Questi comportamenti sono stati riscontrati con una certa frequenza tra le marmotte che avvicinano volontariamente i turisti, le lepri che tendono a frequentare orti e giardini, i fagiani attratti dal cibo dei pollai, le volpi capaci di conquistare l’attenzione di turisti e campeggiatori e talvolta protagoniste di vere rapine di cibo umano. Inoltre molti animali hanno imparato a ricercare cibo nelle discariche, soprattutto volpi e cinghiali. In natura, il controllo della popolazione degli animali è lasciato all’azione dei predatori, alle insidie delle malattie e all’abbondanza delle fonti alimentari. Ogni volta che un animale selvatico viene nutrito artificialmente, anche se lasciato nel proprio ambiente, esso ne trae un vantaggio soggettivo molto importante per la propria sopravvivenza ma i ritmi della selezione naturale sono sconvolti. Infatti molto spesso gli animali che accettano cibo dall’uomo sono tra i più deboli, non possiedono un territorio, non hanno la capacità di trasmettere alla prole gli insegnamenti necessari alla vita nell’ambiente naturale, in condizioni normali sono destinati ad una esistenza breve. Nonostante le apparenze, questi animali
sono portatori di agenti patogeni in quantità maggiore rispetto ai soggetti diffidenti. In caso di riproduzione, anche la prole potrebbe ereditare le difficoltà biologiche e comportamentali dei genitori e quindi contribuire all’indebolimento della specie. Nutrire un animale selvatico è sempre errato; eccezionalmente e per periodi limitati è invece possibile offrire un aiuto per superare periodi difficili come gli inverni eccezionalmente lunghi e nevosi. La selezione naturale è impietosa ma essenziale per la sopravvivenza della specie. È altrettanto dannoso abbandonare gli avanzi del proprio cibo, anche in assenza di animali. Probabilmente è possibile lasciare in natura solamente avanzi vegetali mentre pane, dolci, salumi, carne e pesce in scatola possono avere conseguenze negative. Infatti la selvaggina è attratta in modo particolare dai dolci e dal cibo salato che anche in piccole quantità può indurre a importanti cambiamenti comportamentali. Questi effetti sono più evidenti nelle volpi, nelle marmotte e negli stambecchi; in misura inferiore nei mustelidi, nei camosci e nei caprioli. Se l’animale comprende che presso un certo luogo, ad esempio un rifugio o un alpeggio, è possibile individuare anche modeste quantità di cibo umano, tende a frequentare assiduamente quel luogo giungendo a tralasciare la nutrizione naturale. In conclusione, gli animali devono essere sempre lasciati al loro destino. In natura la crudeltà non esiste: nessun animale uccide se non per mangiare e generalmente soccombe sempre il più debole. La legge del più forte è molto dura ma in natura ogni animale è legato al destino di un altro essere vivente, animale o vegetale; interrompere questo legame può avvantaggiare un singolo soggetto ma, nel tempo, danneggiare tutta la popolazione di un certo ecosistema. Molte esperienze a scopo venatorio o per esigenze protezionistiche intransigenti imposte dall’uomo all’ambiente hanno dimostrato quanto sia dannoso interferire con i cicli naturali. La natura ringrazia.
Tortona
ATTIVITÀ DELLA SEZIONE
La Sezione di Tortona ha predisposto per il 2014 un ambizioso programma che coinvolge tutti i gruppi che svolgono le varie attività. Sono state predisposte uscite di sci-alpinismo ed escursionismo con le racchette, mountain-bike, alpinismo, vie ferrate ed escursionismo. Inoltre settimanalmente sono in programma uscite sull’Appennino della Val Curone per effettuare escursioni programmate in relazione alle condizioni meteo. Il programma dettagliato è disponibile in sede che è aperta ogni giovedì dalle 21 alle 23. È iniziato il corso di avvicinamento all’alpinismo in collaborazione con la Società Guide Alpine di Courmayeur con lo svolgimento di una serata introduttiva, alcune lezioni nella palestra di arrampicata e due lezioni all’esterno. Si invitano tutti i soci a comunicare il proprio numero di telefono mobile per ricevere comunicazioni aggiornate e tempestive sullo svolgimento delle attività.
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PROGRAMMA ATTIVITÀ SEZIONALI ALESSANDRIA
ESCURSIONISMO 6 APRILE ANELLO DI ALECCIO - VALLE ANTIGORIO da Crego 781 m - (E) - D.G. Colla, Rosina 12 APRILE ANELLO LERICI - MONTEMARCELLO - LERICI (E) - D.G. Accornero, Modica 25 APR/1 MAGG TREKKING IN CROAZIA D.G. Penna 4 MAGGIO TETE DE COU 1374 m - Traversata da Bard a Arnad (E) - D.G. Colla, Rosina 9 MAGGIO STRALESSANDRIA 11 MAGGIO LPV - GIRO DELLE CINQUE TORRI (E/T) D.G. in collaborazione con CAI Acqui Terme 18 MAGGIO CAPANNE DI MARCAROLO Giornata delle Sezioni della provincia di Alessandria (E) - D.G. Fei 25 MAGGIO SENTIERO DEL VIANDANTE Lago di Lecco - Traversata da Varenna a Dervio (T/E) - D.G. Astori, Avalle, Salini 4 GIUGNO FORTE DI FENESTRELLE Val Chisone - da Fenestrelle (T/E) - D.G. Avalle, Fei, Penna 15 GIUGNO PIAN DELLA TURA - VALLE MAUDAGNA Escursione Regionale CAI Piemonte 22 GIUGNO RIFUGIO DELL’ALPETTO 2268 m - da Crissolo 1318 m (E) - D.G. Fei, Penna 29 GIUGNO PUNTA DELLA REGINA 2388 m - da Estoul 1850 m (E) - D.G. Penna 5-6 LUGLIO WEEKEND PER FAMIGLIE D.G. Astori, Avalle, Salini ALPINISMO 13 APRILE FERRATA ALLA SACRA DI SAN MICHELE (Possibilità di salita anche tramite mulattiera) (EEA/AD) - D.G. Barbieri, Boschi 12-13 LUGLIO PUNTA D’ARBOLA 3235 m - Val Formazza - dal Rifugio Mores 2515 m (F) - D.G. Lagostina, Ratti 200
SLOW WALK
200
SLOW WALK
ACQUI TERME ESCURSIONISMO 6 APRILE DA RIO MAGGIORE A PORTOVENERE 21 APRILE GITA DEL MERENDINO 22-27 APRILE TREKKING SELVAGGIO BLU e ESCURSIONI 11 MAGGIO GIRO DELLE CINQUE TORRI - 12a EDIZIONE 18 MAGGIO GITA INTERSEZIONALE 25 MAGGIO IN BRIC PER VOTA - PONZONE 31 MAGGIO ISOLA DEL GIGLIO 22 GIUGNO MONTE LOSETTA 28-29 GIUGNO GIRO DEL MONGIOIE 6 LUGLIO MONTE ALBRAGE E MONTE BELLINO 13 LUGLIO RIFUGIO DALMAZZI - VAL FERRET 14 LUGLIO PASSEGGIATA PIROTECNICA ALPINISMO 28-29 GIUGNO TORRI DEL VAJOLET 13 LUGLIO RIFUGIO DALMAZZI - VAL FERRET 25-27 LUGLIO MONTE CIVETTA - MONTE PELMO MTB 4 MAGGIO SUI CALANCHI DI MERANA 18 MAGGIO GIRO DEL GORREI 8 GIUGNO CICLOESCURSIONISMO: TERZO D’ACQUI - CASTELBOGLIONE ALPINISMO 28-29 GIUGNO TORRI DEL VAJOLET ALPINISMO 28-29 GIUGNO TORRI DEL VAJOLET IN SEDE 18 APRILE SERATA DEGLI AUGURI DI PASQUA
OVADA
ESCURSIONISMO 6 APRILE RIOMAGGIORE - PORTOVENERE (E) Coord. Bello, Torrielli in collaboraz. con sezione Acqui 21 APRILE PASQUETTA CON IL CAI (E) Coord. Consiglio Direttivo 27 APRILE TRENOTREKKING: FORTE RATTI (E) Coord. Sanguineti, Tambussa, Camera 11 MAGGIO GIRO DELLA CINQUE TORRI - ESCURSIONISMO LPV (E) Coord. CAI Acqui Terme 18 MAGGIO FESTA DELLE SEZIONI AL MULINO NUOVO (E) Coord. Intersezionale 25 MAGGIO SENTIERO DEL PAPA - INTROD (E) Coord. Bogino 25 MAG-1 GIU TREKKING IN SARDEGNA Coord. Robello 15 GIUGNO MONTE CHABERTON DA CLAVIERE (EE) Coord. Bruzzone, Caneva 29 GIUGNO VAL DI RHEMES (T/E) Coord. Rolando, Ferrando, Ciliberto MARTEDI SERA PASSEGGIATE SOTTO LE STELLE - dal 17 giugno al 22 luglio (T/E) Coord. Dagnino ALPINISMO 29 GIUGNO FERRATA IN VAL DI RHEMES (MD) Coord. Rolando, Ferrando, Ciliberto 5-6 LUGLIO RIFUGIO CABANE DE TRACUIT 3256 m con possibilità di salita al BISHORN 4153 m (F) Coord. Ciliberto, Agosto
CASALE MONFERRATO
ESCURSIONISMO 13 APRILE BRIC DEL DENTE dalla Val Cerusa - Org. Piotto, Rossi 4 MAGGIO CAMMINO DI S. CARLO - ARONA-ORTA - Org. Piotto, Rossi 18 MAGGIO VALLONE DI BRENVE (Champorcher) - Org. Chiadò 1 GIUGNO MACINE DELLA VALMERIANA - Org. Piotto, La Loggia 14-15 GIUGNO MONTE PASUBIO - Org. Ferrando 29 GIUGNO LA MAGDALEINE - SANTUARIO CLAVALITÈ - CRETAZ Org. Piotto, Rossi 13 LUGLIO LAGHI DELLA BELLA COMBA Org. Rossi, Marangoni ALPINISMO 28-29 GIUGNO MONT GELÈ DAL RIFUGIO CRÉTE SÉCHE (F) Org. Zavattaro 12-13 LUGLIO PUNTA ROSSA DELLA GRIVOLA (F) Org. Mazzuccato SCIALPINISMO 10-11 MAGGIO GRAND COMBIN (BSA/OSA) Org. Pesce, Guaschino CICLOESCURSIONISMO 27 APRILE IL CASTELLO DI MASINO (MC/BC) - Org. Bobba, Mazzuccato 8 GIUGNO 13° RADUNO INTERREGIONALE LPV A SAMPEYRE 21 GIUGNO IL GIRO DEI TRE BORGHI (MC/MC) - Org. Cattaneo 4-6 LUGLIO 7° RADUNO NAZIONALE IN CADORE ALPINISMO GIOVANILE Gruppo esploratori: 13 APRILE BESSA, RICERCA DELL’ORO 21 APRILE BOSCO DI TRINO - CACCIA AL TESORO 11 MAGGIO IL CASTELLO DI GAVI - ARRAMPICATA 25 MAGGIO GUAZZOLO - LA FIORITURA 8 GIUGNO CHAMOIS - AMBIENTE MONTANO Gruppo pionieri: 13 APRILE S. GIOVANNI D’ANDORNO. L’ALTA VIA DELLA FEDE 11 MAGGIO CHAMOIS - PERLA DELLE ALPI 8 GIUGNO ALPE VEGLIA - DA PASCOLO CONTESO A OASI DELL’OSSOLA Gruppo guide: 18 MAGGIO LAGO DI MERGOZZO - MONTE ORFANO - ESCURSIONE 8 GIUGNO PIETRA CROANA - VIA FERRATA E ARRAMPICATA Gruppo trekker: 6 APRILE ALPINISMO, SCIGUELLO 4 MAGGIO TRAVERSELLA - ARRAMPICATA 29 GIUGNO USCITA GESTITA DAI RAGAZZI - LETTURA PAESAGGIO E ORIENTAMENTO
SAN SALVATORE
ESCURSIONISMO 6 APRILE SENTIERO DEGLI ALPINI - MONTECHIARO D’ASTI (E) 12-13 APRILE ESCURSIONI NEI DINTORNI DEL MULINO NUOVO 25 APRILE SENTIERO DEI SANTUARI - San Salvatore-Crea - km 39 (T) 3-4 MAGGIO RIFUGIO GARELLI 1990 m (E) 11 MAGGIO GIRO DELLE CINQUE TORRI (T) CAI Acqui Terme 25 MAGGIO VAL GARGASSA (E) 8 GIUGNO RIFUGIO MONGIOIE 1520 m - Alta Valle Tanaro (E) 22 GIUGNO RIFUGIO QUINTINO SELLA 3585 m (EE) 8 LUGLIO MONT GLACIER 3185 m - Champorcher (E) ALPINISMO 3-4 MAGGIO RIFUGIO GARELLI - CANALE DEI GENOVESI 2651 m (A)
TORTONA
ESCURSIONISMO 13 APRILE SENTIERO DEGLI ALPINI - Imperia (EE) 3-4 MAGGIO ALPI APUANE - PIZZO D’UCCELLO (EEA) 11 MAGGIO GIRO DELLE CINQUE TORRI Monastero Bormida (E) 25 MAGGIO I FORTI DI GENOVA con il trenino storico di Casella 8 GIUGNO RIFUGIO AZZONI - VETTA DEL RESEGONE 1860 m (EE) 22 GIUGNO RIFUGIO GATTASCOSA 1993 m - Val Bognanco FERRATE 8 GIUGNO FERRATA “GAMMA 2” MTB 18 MAGGIO ANELLO DI GOMO E NAZZANO 15 GIUGNO VAL CURONE - LE GINESTRE
VALENZA
ESCURSIONISMO 13 APRILE LAGHI DEL GORZENTE sentiero naturalistico (E) 27 APRILE SENTIERO DELL’ARDESIA con il CAI di Sampierdarena (T) 1 MAGGIO ESCURSIONE E BICICLETTATA: GRESSONEY S. JEAN - GRESSONEY LA TRINITÈ 11 MAGGIO GIRO DELLE CINQUE TORRI - Org. CAI di Acqui Terme (T) 25 MAGGIO MONTE MONDOLÈ - da Prato nevoso (T) 8 GIUGNO ALPE VEGLIA: SAN DOMENICO (E) 22 GIUGNO VAL D’ALA (BALME) - con il CAI Ciriè (E) 28-29 GIUGNO UNA NOTTE IN RIFUGIO 30 GIU-5 LUGL DOLOMITI BELLUNESI - VALLE DI ZOLDO LUGLIO DOLOMITI DA RIFUGIO A RIFUGIO 13 LUGLIO LAGHI LUSSERT DA GIMILLIAN (Cogne) (E)
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Una giornata, una vetta...
PUNTA DELLA CROCE Vallone di Arpy - Valle di La Thuile
m 2478
Una camminata non faticosa ed al tempo stesso assai remunerativa dal punto di vista paesaggistico consente di raggiungere la punta della Croce, una cima dalle forme tondeggianti, che supera di un centinaio di metri il colle omonimo. La vetta s’individua senza difficoltà sia da La Thuile, sia dalle piste di sci nordico di Arpy ed è posizionata lungo la dorsale che dal monte Colmet (m 3024) scende alla Testa d’Arpy, dorsale che funge da spartiacque tra la valle di La Thuile ed il vallone d’Arpy. L’itinerario descritto percorre un anello che consente di godere pienamente dei numerosi elementi di interesse che caratterizzano la zona: a partire dal colle della Croce fino alla punta della Croce è indubbiamente la presenza imponente del gruppo del Monte Bianco a calamitare l’attenzione. Percorrendo la cresta e fino alla vetta, meritano qualche istante di attenzione i resti di postazioni militari e trinceramenti settecenteschi. Durante il ritorno, si passa infine dal lago d’Arpy, celebrato e frequentatissimo specchio d’acqua, nel quale si riflette la catena del Bianco: il sentiero raggiunge la sponda occidentale, prima di tornare al punto di partenza infilandosi in un folto bosco di larici. Caratteristiche dell’escursione Dislivello: 530 m circa Esposizione: prevalentemente est fino al colle della Croce, quindi sud Difficoltà: E Descrizione del percorso Dal parcheggio in prossimità di un hotel al colle S. Carlo (m 1951) si inizia a camminare, dirigendosi verso sud, per un ampio tratturo chiuso al traffico; lo sterrato si addentra nel bosco di resinose, mentre alcune indicazioni per il lago d’Arpy e per il colle della Croce aiutano ad individuare la corretta direzione. Presto si perviene ad un bivio, in prossimità del quale si trova l’indicazione fuorviante “croce”: si tratta di una deviazione che occorre ignorare perché non sale all’omonima vetta ma raggiunge appunto una croce collocata a circa 2200 m sul lato nord della montagna. Si resta sulla più evidente carrareccia fino a poco più di 2000 m, quando si perviene ad una radura da dove appare il Dente del Gigante e dove si raggiunge un secondo bivio: la stradina a sinistra scende al lago d’Arpy, mentre il tracciato a destra sale al colle della Croce. Si continua a salire per quest’ultima, restando nel bosco di conifere fino a quota 2180 m, dove si perviene al un terzo bivio e dove si lascia lo sterrato che disegna un tornante destrorso, proseguendo diritto in direzione sud e mirando al colle della Croce: il sentiero passa in costa al versante orientale della punta della Croce, individuato dal numero 16 in-
Le fortificazioni settecentesche sulla cima della Croce
scritto in cerchi di vernice gialla; lo si segue senza problemi fino al valico a quota 2318 m. Giunti al colle della Croce, si inizia a salire lungo un evidente sentiero che passa accanto ad alcuni ruderi (ex-ricoveri militari), raggiunge una croce situata presso un antiestetico pannello per telecomunicazioni (nei dintorni della quale si possono in estate ammirare numerosi fiori violetti di astro alpino) e quindi si sviluppa verso settentrione salendo ancora di una trentina di metri (è presente una tipica prateria a Curvuletum, caratterizzata da un tappeto erboso con fili d’erba a ricciolo) fino a raggiungere i ruderi di alcune antiche postazioni militari (ricoveri, muretti in pietra, trincee) che occupano interamente la cima (m 2478), il punto culminante della quale è posto all’estremità nord. Tornati al colle, si scende per pochi metri lungo l’itinerario seguito in salita e si svolta subito verso destra per raggiungere una costruzione lunga e bassa in pietra (sempre di origine
militare), innanzi alla quale ha origine un evidente sentiero (è presente una segnalazione giallo/ nera). Questo scende con decisione tra numerosi arbusti bassi di ginepro per terminare a circa 2080 m sulla strada sterrata che sale verso il lago di Pietra Rossa: si svolta a sinistra e, trascurando alcune deviazioni (tra cui uno sterrato) che tornano a salire sul versante orientale della punta della Croce, si scende fino alla sponda del celebre e frequentatissimo lago d’Arpy. Dal lago si segue l’ampio sterrato che percorre tutta la sponda sinistra e che superato lo specchio d’acqua procede a lungo in costa, perdendo lentamente quota, riportando l’escursionista attraverso un bel bosco di conifere ricco di esemplari di sorbo (facilmente riconoscibile dalle bacche rosse) prima al bivio quotato 2005, ove si chiude l’anello, e quindi al colle S. Carlo: quest’ultima parte dell’itinerario è frequentatissima nei mesi di luglio e agosto. Claudio Trova Il lago d’Arpy sullo sfondo del monte Colmet