Notiziario trimestrale delle Sezioni del Club Alpino Italiano di Alessandria, Acqui Terme, Casale Monf., Ovada, San Salvatore Monf., Tortona, Valenza Autorizzazione Trib. di Casale n. 155 del 27.2.1985 - Direttore Responsabile Diego Cartasegna - Direzione e Amministr. Via Rivetta, 17 Casale Monferrato Redazione Stampa Tipografia Barberis snc San Salvatore Monferrato “Spedizione in a. p. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Alessandria” Anno XXII - Num. 3 - LUGLIO 2011 __________________________________________________
Ripartire con un dibattito che coinvolga tutte le Sezioni della Provincia per riprendere un processo di crescita del nostro Sodalizio. E’ questa la necessità del nostro periodo e questa necessità può trovare la Sede di confronto nell’Intersezionale. L’Intersezionale, che è l’organismo di Coordinamento delle Sezioni della Provincia, non può essere solo un mero incontro burocratico dei Presidenti delle Sezioni ma può e deve diventare la sintesi più alta del dibattito che attraversa il corpo sociale dei Soci del nostro territorio. Dopo i momenti alti di confronto, che avevano portato negli anni novanta alla costituzione della Scuola Intersezionale di Alpinismo e Scialpinismo “Alphard”, la spinta propulsiva si era lentamente esaurita con alcune Sezioni che erano uscite di fatto dall’Intersezionale non partecipando alle riunioni ed uscendo anche dalla gestione di Alpennino e del Rifugio. Negli ultimi anni, faticosamente, il percorso di aggregazione è nuovamente riiniziato e lentamente la necessità di un confronto che produca azioni e progetti di più ampio respiro sta prendendo corpo. Negli anni l’asfittica dimensione campanilistica dell’organizzazione ha cominciato a mostrare i suoi limiti e la necessità di aprirsi alle esperienze di altri ha ripreso il soppravvento, non senza difficoltà, all’interno delle Sezioni della Provincia. Ed ecco che un organismo, quale quello dell’Intersezionale, si è rivitalizzato ed ha cominciato a divenire un luogo di confronto non polemico fra le Sezioni e fra queste e la Scuola Intersezionale di Alpinismo; inoltre la decisione presa nella riunione del 16 Maggio di costituire una Scuola Intersezionale di Escursionismo va nella direzione di fornire nuovi strumenti di crescita ai Soci della nostra Provincia. Ed è proprio dalla collaborazione dei Presidenti delle Sezioni, della consolidata Scuola di Alpinismo “Alphard” e della costituente “Scuola di montagna e terre alte” che si può avviare un coinvolgimento attivo che porti progressivamente ad un aumento qualitativo dell’offerta e ad un processo lento ma costante di rinnovamento della nostra organizzazione che vada al di là dei nostri iscritti e che diventi parte propositiva nella vita del nostro territorio. La proposta della Sezione di Valenza, formulata nell’ultima Intersezionale e accettata da tutti, di far diventare il Convegno L.P.V. (che è l’Assemblea del raggruppamento delle Sezioni CAI delle regioni Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta), che si terrà nella nostra Provincia il 23 Ottobre ad Acqui, un appuntamento per tutti e non solo per la città che lo ospita è davvero un buon auspicio. Da ultimo, ma non in ordine di importanza, se Alpennino oltre ad essere la raccolta delle iniziative delle Sezioni, compito importante che assolve egregiamente, diverrà uno strumento per un dibattito franco ed onesto su chi siamo e dove vogliamo andare acquisirà una nuova ragione d’essere. Tutto questo senza modificare nulla dell’attuale organizzazione, non abbiamo bisogno di una nuova struttura che comandi ma solo di un luogo in cui discutere e decidere le cose che una Sezione da sola non può fare, per il resto ognuno si muova come ritiene opportuno. E’ l’inizio di una nuova fase che può portare a positivi processi di crescita od avvitarsi su se stessa senza produrre risultati di sorta. Sta a noi scegliere in che direzione andare!! Lo faremo il prossimo autunno-inverno… ora facciamo quello che sappiamo fare meglio o più modestamente quello che più ci piace: godiamoci la nostra estate in montagna. Valentino Subrero, Presidente di turno Intersezionale
Per la prima volta il CAI Casale ha sfilato per la città
IL GRANDE CAMMINO DEL 150° Una grande sfilata di ragazzi per le vie di Casale Monferrato per celebrare il 150 anni dell’Unità d’Italia. Così si è concluso, il 19 maggio scorso, il progetto dei “cammini”, programmati dalla commissione di Alpinismo Giovanile del CAI casalese e avviati dal 30 marzo. Si è trattato di un lavoro impegnativo che ha coinvolto, oltre all’AG cittadino, 29 scuole elementari, gli alpini dell’ANA di Casale e dei diversi paesi dell’hinterland, la quarta geometri e la terza turistici dell’istituto Leardi, la Protezione civile della zona, la polizia provinciale, municipale e collinare, le autorità civili e scolastiche. Il complesso di manifestazioni e di eventi, avviato alla fine di marzo e conclusosi con la sfilata delle scuole con il CAI per le vie della città, è stato programmato nell’ambito del “Progetto Scuola” che da circa un anno l’AG sta sviluppando con gli istituti scolastici della città. Il progetto dei cammini a staffetta è stato proposto sulla scia delle celebrazioni per il 150° dell’unità d’Italia. Le giornate dei cammini sono state suddivise in tre momenti: la consegna delle bandiere, il cammino e l’arrivo alla scuola meta del giorno con la nuova consegna delle bandiere ai ragazzi che dovevano effettuare il cammino il giorno successivo. A metà del percorso era prevista una sosta, durante la quale venivano ricordati episodi del risorgimento, oppure si canta-
va: altrimenti si descriveva il paesaggio locale, si recitavano poesie ed altro ancora. L’insieme dei cammini ha formato una sorta di “rete ideale” che ha unito sia l’aspetto del territorio e della sua conoscenza, sia le scuole con i comuni con la storia del risorgimento, coinvolgendo così centinaia e centinaia di ragazzi che hanno “scoperto” il loro territorio. In effetti ai ragazzi tutto questo insieme di attività è piaciuto “un sacco”: camminare con i compagni, portare le bandiere, chiacchierare, cantare canzoni, osservare la natura e l’ambiente, conoscere altre scuole ed altri ragazzi, sentire racconti e storie locali le più disparate è risultato per loro assai divertente. Il serpentone multicolore di studenti che sventolavano le bandiere tricolori ed i canti hanno attirato l’attenzione degli abitanti che hanno applaudito all’iniziativa. Gli accompagnatori di alpinismo giovanile hanno studiato gli itinerari che sono stati svolti con l’assistenza degli studenti geometri e l’appoggio dei turistici, oltre alla collaborazione degli alpini dell’ANA, che hanno fatto da collante per tutti i cammini. Tutti i gruppi erano diretti dagli accompagnatori di AG della sezione che si sono validamente impegnati nella realizzazione del progetto. In tutto sono stati percorsi 28 “cammini“ in 12 giorni percorSegue a pag. 2
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Rilanciare l’intersezionale
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IL GRANDE CAMMINO DEL 150°
rendo più di 160 km. Sono stati coinvolti oltre 1.300 tra alunni e insegnanti. Ma hanno camminato con il CAI circa 500 altri partecipanti: alpini dell’ANA, Protezione civile, Polizia provinciale, ragazzi del Leardi, oltre a qualche aggregato. Gli Accompagnatori di AG, che hanno portato avanti il progetto, sono stati una trentina. L’iniziativa è stata sponsorizzata dal Gruppo STAT, che ha fornito i pullman utilizzati per il rientro dei ragazzi alle scuole di partenza. Venerdì 15 aprile è stato portato a termine l’ultimo cammino con l’incontro di due scuole nel cortile del castello di Casale. La manifestazione è stata considerata dai giornali locali una delle più belle e ben riuscite tra gli eventi organizzati per i festeggiamenti del 150° dell’unità d’Italia. Se i cammini sono stati un grande successo, la sfilata del 19 maggio ha rappresentato veramente la “vetta” di tutto il progetto. Una fiumana di bambini ha “inva-
so” la città, partendo dalla zona del castello e percorrendo le vie centrali ed è confluita nella zona dei giardini al monumento alla vittoria ove si è svolta una breve cerimonia conclusiva. In testa al lungo serpentone di ragazzi (e non) c’era il gagliardetto del CAI di Casale, organizzatore e promotore di tutto il progetto. Seguivano, portati da Accompagnatori di AG e da soci, tre striscioni con l’aquila del CAI ed alcune parole d’ordine quali: “l’Italia unita dalle montagne”, “Camminare per conoscere”, “Montagna scuola di vita”. Un gruppo di soci (una quarantina) chiudeva il settore del CAI. Dietro veniva una folta rappresentanza dell’ANA che, memore del Camminaitalia del 1999, ha collaborato alla realizzazione dell’intero progetto. Poi c’erano gli studenti dell’Istituto Leardi, quarta geometri e terza turistico. Seguivano ben 15 scuole, di cui circa la metà dei paesi vicini, ognuna con un sua caratteristica: alcuni ragazzi erano vestiti come i personaggi dell’epoca risorgimentale, altre scuole si distinguevano per le maglie colorate dei bambini, altre per le bandiere e così via. Chiudeva la sfilata una delegazione della protezione civile. Le autorità civili e scolastiche precedevano il corteo, che si snodava per diverse centinaia di metri . Erano presenti l’assessore provinciale Massa, l’assessore di Casale Riboldi, numerosi sindaci dei paesi vicini e dirigenti scolastici. La manifestazione si è conclusa al monumento alla vittoria con un breve intervento delle autorità e dei rappresentanti del CAI e con la consegna dell’attestato di partecipazione alle scuole. In tutto hanno sfilati più di mille bambini. E va detto che proprio quel numero è diventato la parola d’ordine dei partecipanti; i ragazzi ripetevano “siamo solo mille …”, con un chiaro riferimento alla spedizione risorgimentale. Ma oltre ai mille c’erano anche più di cento persone
tra soci CAI e ANA, autorità e protezione civile. Visto il grande successo del progetto e la notevole risonanza sulla stampa locale, oltre all’apprezzamento delle autorità provinciali, la commissione di AG del CAI Casale intende riproporre per il prossimo anno un progetto similare.
Sezione di Valenza
SETTEMBRE IN ABRUZZO L’Abruzzo con le sue foreste, le sorgenti purissime, le tracce dell’orso e del lupo, gli antichi borghi, le sue aspre montagne e dolcissime colline offre, attraverso lo spettacolo straordinario della natura una moltitudine di emozioni e sensazioni. Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, una delle aree protette più grandi d’Europa e con la maggiore diversità biologica, si estende in un susseguirsi di paesaggi affascinanti tra tesori naturali e culturali di inestimabile valore. Il massiccio del Gran Sasso si staglia verticale sui pascoli sterminati di Campo Imperatore, un piccolo Tibet, e domina il paesaggio circostante, i colli, la pianura, le città e in lontananza il mare. In questo eccezionale contesto si svolgerà, dal 18 al 24 settembre 2011, il nostro annuale appuntamento di fine estate dove sono previsti trekking nel Parco con puntate a Roma e Isole Tremiti. Il programma sarà integrato da visite culturali e momenti di svago per dare la possibilità a chi non intende camminare di poter
partecipare ugualmente ad una vacanza, in posti di particolare interesse, in amicizia ed allegria. Il soggiorno è previsto a Roseto degli Abruzzi, sulla riviera adriatica Sinteticamente il programma prevede per domenica 18 settembre il trasferimento a Roseto degli Abruzzi con soste per visita di San Marino e Loreto. Lunedì 19 per gli escursionisti traversata alta del Corno Grande da Campo Imperatore alla vetta occidentale, la più alta, con discesa verso il rifugio Franchetti e Prati Tivo; tempo di percorrenza ore 7/8, difficoltà EE. Variante breve: traversata bassa del Corno Grande da Campo Imperatore a Prati di Tivo; tempo di percorrenza ore 5, difficoltà E. Per i turisti passeggiata a Campo Imperatore con visita dei suoi caratteristici borghi: Castel del Monte, Rocca Calascio e S. Stefano di Sessanio. Martedì 20 per gli escursionisti Sentiero Italia, tappa Compotosto - Passo di Costa Sola - Cesacastina nel cuore dei Monti della Laga; tempo di percorrenza ore 5, difficoltà E. Per i turisti Lago di Campotosto e visita di
Amatrice e Teramo. Mercoledì 21, Roma. Per gli escursionisti trekking urbano, Roma insolita; tempo di percorrenza ore 5/6. I turisti visiteranno la città con guida. Giovedì 22, Isole Tremiti. Gli escursionisti sui sentieri dell’isola di San Domino; tempo di percorrenza ore 4, difficoltà E. Per i turisti visita dell’isola di San Nicola e giro in barca, facoltativo, attorno all’isola di San Domino. Alternativa: visita della città di Termoli. Venerdì 23 per gli escursionisti salita al Corno Piccolo da Prati di Tivo per la via normale, difficoltà EE, o per la via ferrata “Danesi”, difficoltà EEA, con ritorno sullo stesso itinerario; tempo di percorrenza ore 6/7. Variante breve: Prati di Tivo - Rifugio S. Nicola - La Madonnina - Prati di Tivo; tempo di percorrenza ore 4/5, difficoltà E. Per i turisti mattinata al mare o in piscina; al pomeriggio visita di Ascoli Piceno e S. Benedetto del Tronto. Sabato 24 rientro. Per informazioni più dettagliate consultare il sito www.caivalenza.it
3 CAI Valenza, escursione di primavera
GORGES DU VERDON L’Escursione di Primavera quest’anno si è svolta in terra di Francia e precisamente nella regione del Verdon per ammirare le omonime gole, dal 29 aprile al 3 maggio. Dopo un piacevole viaggio, con un tempo che intervallava sprazzi di sole a brevi ma intensi rovesci di pioggia, raggiungiamo la nostra meta: il paese di Les Salles Sur Verdon posto sulla riva del lago Saint-Croix e prendiamo possesso delle camere nel confortevole hotel prenotatoci dall’altro pilastro della gita, la signora Sandra Orsini. Il pomeriggio è dedicato alla visita di Moustiers, bellissimo villaggio medioevale arroccato a mezza costa ai piedi dell’altopiano noto per le sue porcellane ma anche per la grande stella (di controversa origine) appesa a una catena in mezzo ad una gola che separa le due rupi che si stagliano sopra il paese. Al ritorno in albergo facciamo la conoscenza delle nostre guide Joulien e Olivier, due ragazzi veramente preparati e simpatici che ci faranno da angeli custodi per tre giorni di escursioni. Il giorno seguente rinfrancati da una notte di riposo e dalla vista del bellissimo sole siamo pronti ad affrontare la prima escursione in programma il sentiero Martel, spettacolare sentiero panoramico che si snoda tra le Gorges du Verdon. Dalla località di Chalet De La Maline imbocchiamo un ripido sentiero che dalla strada asfaltata scende, per circa 300 metri, fino alla riva del torrente. Nonostante la ripidezza del sentiero e la sua scivolosità che non permettono troppe distrazioni, abbiamo modo di ammirare un paesaggio sicuramente unico per la sua particolarità di non offrire i panorami ai quali siamo abituati e cioè ampi spazi rivolti ad alte cime montuose ed a ampie vallate, bensì fatto di falesie che scendono ripide fino a quella strisciolina di verde intenso che è il Verdon visto dall’alto. Raggiunto il fiume iniziamo a riprendere quota passando accanto alle suggestive grotte Fères ed Escalens in un susseguirsi di gole e canaloni a volte larghi a volte distanti gli uni dagli altri solo pochissimi metri. Raggiungiamo una serie di scale metalliche (240 scalini) che ci consentono di ridiscendere lo sperone roccioso e di raggiungere le due gallerie Trescarie (100 m) e Bau (670 m), siamo quasi alla fine del nostro percorso quando il Dio Pluvio decide che abbiamo goduto abbastanza del sole e scatena su di noi una mezzora di pioggia. Stanchi e un po’ bagnati ma, sicuramente, molto soddisfatti terminiamo l’escursione e ritorniamo in hotel da dove, dopo cena, ci rechiamo in paese muniti di variopinte lanterne e preceduti dalla banda municipale per assistere al suggestivo spettacolo dei fuochi artificiali organizzati in occasione della festa del paese. Domenica 1 maggio appuntamento con il Sentiero dell’Imbuto ed il sentiero Vidal sicuramente il percorso più bello del Canyon e che, a mio modesto parere, tutti gli amanti del trekking dovrebbero percorrere almeno una volta nella vita. Partendo da Chalet De La Maline (la stessa località del giorno precedente) scendiamo per lo stesso sentiero e arrivati al livello del fiume svoltiamo a destra (il sabato avevamo svoltato a sinistra) ed iniziamo a percorrere splendidi boschi di bossi, faggi e tassi per poi risalire lungo tratti spesso scavati nella roccia e decisamente esposti
ma, comunque, resi sicuri da cavi d’acciaio. Il paesaggio che incontriamo è veramente eccezionale con il Styx il “piccolo canyon nel fondo del canyon” e le sue marmitte impressionanti. Dopo il pranzo le nostre guide ci conducono nel punto chiamato “l’Imbuto” dove il Verdon scompare per poi ricomparire dopo circa 150 metri di galleria. Dopo una più che doverosa sosta per ammirare questo straordinario spettacolo della natura riprendiamo il nostro cammino per terminare tranquillamente (si spera) la nostra escursione, ma qui ecco la sorpresa: ad un certo punto si presenta ai nostri stanchi occhi l’immagine di una parete alta poco meno di 200 metri e verticale percorsa unicamente da un corrimano; a questo punto anche il nostro flemmatico Segretario ha un attimo di smarrimento e chiede al buon Joulien “ma siamo in grado di passare tutti da lì?”. L’angelica risposta è “il n’y a pas de problem!”. Sollevati (ma non troppo) dalle rassicurazioni del nostro angelo custode ci avviciniamo pian piano alla parete e, finalmente, ci rendiamo conto che effettivamente un sentiero c’è anche se dal basso non era visibile. Ritrovato il nostro abituale spirito di intrepidi alpinisti iniziamo a percorrere la ripida cengia e finalmente arriviamo in cima, cima si fa per dire in quanto subito dopo il percorso attrezzato ci aspetta una veramente poco invitante salita in mezzo al bosco che contribuisce a disperdere quel poco di energia che abbiamo ancora nelle gambe. Terminata anche questa asperità, manco a dirlo, ci troviamo ancora di fronte ad una serie di roccette munite di cavo metallico superate le quali possiamo finalmente dire: “anche questa è fatta…!” Il programma della nostra gita prevedeva per lunedì 2 maggio l’Anello Bastidon ma, su suggerimento delle guide preoccupate per le incerte previsioni meteo (preoccupazioni poi rivelatesi fortunatamente infondate), optiamo per l’escursione prevista per il giorno seguente e cioè il Sentiero dei Pescatori. Partiamo, quindi, dal Col de Olivier dove si domina il magnifico canyon del torrente Verdon e dove il corso d’acqua ha scolpito per milioni di anni la roccia calcarea fino a creare un canyon con pareti alte diverse centinaia di metri con colori che variano da rosso al grigio. All’inizio il percorso non è eccessivamente ripido ma lo diventa dopo qualche decina di minuti, poi proseguiamo per il sentiero fino ad arrivare al piano del torrente dove si trovano delle deliziose spiaggette che invitano alla sosta per immergere i nostri piedi affaticati nelle limpide acque del Verdon. Riprendiamo il cammino e dopo poco iniziamo a risalire in mezzo al fitto bosco ed alle rocce, per ritrovarci, dopo poco più di mezzora nel piazzale da dove siamo partiti e dove ci attende il pullman per il rientro in hotel. Durante il viaggio di ritorno quelli di noi che non ne hanno ancora abbastanza di fatica decidono di farsi scaricare nei pressi di un noleggiatore di pedalò per godersi una sana pedalata nel lago e lungo il torrente. La serata, ovviamente, è dedicata ai saluti, così il bravissimo Joulien (Olivier è impegnato come animatore con un gruppo di ragazzini) è nostro ospite a cena accompagnato dalla gentile consorte e dalla bellissima figlia. La mattina successiva, vista anche la bellissima giornata, la dedichiamo ad un’ultima bre-
ve escursione guidati, questa volta, non più dalle guide locali ma dall’onnipresente Giovanni Sisto il quale ci conduce lungo un piacevole sentiero a mezza costa sicuramente meno impegnativo di quelli precedenti anche se pure qui troviamo alcuni passaggi attrezzati. Al termine dell’escursione, salutato con un po’ di rimpianto questo fantastico ed unico paesaggio, abbiamo giusto il tempo di rinfrescarci e cambiarci in hotel e poi via verso la nostra terra natia con una breve sosta a Grasse per visitare, ovviamente, una fabbrica di profumi. Voglio dedicare queste ultime righe di racconto ai così detti “turisti”: come è ormai risaputo tutte le gite di più giorni organizzate dal CAI di Valenza sono aperte a tutti (camminatori e non), così anche in quella francese si è avuta la partecipazione di un discreto numero di persone che per tutta la durata del viaggio o, solo, in occasione di alcune escursioni particolarmente impegnative, hanno preferito affidarsi alle premurose cure di Sandra Orsini la quale, con perfetto stile da guida turistica, li ha accompagnati nella visita di questo incantevole angolo di Francia, sicuramente al di fuori dei tradizionali circuiti turistici e, forse per questo, ancora più affascinante ed incontaminato. A. Piacentini
4 Incontri culturali di Valenza
RASSEGNA ORIZZONTI MONTAGNA Il CAI di Valenza, Sezione Davide e Luigi Guerci, in collaborazione con il Comune di Valenza, ha organizzato, una serie di incontri culturali con lo scopo di dare significato e valore ai molteplici richiami che la montagna può dare. Il programma, denominato Rassegna ORIZZONTI MONTAGNA, con una parte realizzata in maggio e giugno, si concluderà nel prossimo autunno. Perché ORIZZONTI MONTAGNA? La montagna sta all’orizzonte, è un orizzonte ma, per chi la frequenta, spalanca altre visioni, superando il confine tra il finito e l’immenso. Sono altri orizzonti di altre bellezze naturali, ma anche di scoperte di pensieri, valori, senso del vivere, che altrove possono disperdersi. Questa prima parte ha avuto una larga partecipazione di pubblico con tre appuntamenti. Il primo, venerdi 6 maggio 2011, ha avuto come ospite Hervè Barmasse, guida alpina di Valtournenche, grande esponente della nuova generazione nel panorama internazionale dell’alpinismo che ha presentato Linea Continua, “Le prime verticali”: Cervino, Pakistan, Patagonia, Cina. Quattro generazioni un solo “intento”: andar per monti alla ricerca dell’avventura, del nuovo! Questa è la famiglia Barmasse di Valtournenche: montanari, alpinisti, esploratori e guide alpine del Cervino. Linea continua è un passaggio di consegne, una storia raccontata attraverso le immagini di una tradizione di alpinisti esploratori che hanno portato Hervé ad esprimersi su tutti i terreni con prime ascensioni in Pakistan, Patagonia, Cina e sul Cervino, la montagna di casa. Ed è proprio sulla Gran Becca - così è chiamato il Cervino dai Valdostani - che il 17 Marzo 2010, a distanza di una generazione, padre e figlio si legano assieme per cercare
di salire quel Couloir che, dall’Enjambée, precipita per 1200 m verso la base della parete Sud del Cervino. Un vecchio progetto tentato 24 anni prima dal padre Marco ed oggi ripreso dal figlio Hervé. Una via difficile, definita da Giancarlo Grassi, uno dei più forti alpinisti degli anni '80, come uno degli ultimi grandi progetti logici delle Alpi, ed ancora irrisolti nel 2010. In questo stesso aprile 2011 ha realizzato una nuova grande impresa alpinistica aprendo una nuova via in solitaria sulla parete Sud-Est del Cervino, al Picco Muzio. "L'idea - dice Barmasse - è nata dalla voglia di accettare una sfida che la montagna lanciava da anni e nessun alpinista aveva mai avuto il coraggio di affrontare. Una nuova sfida che ricorda quella di Walter Bonatti nel 1965". La via sul Cervino rientra in un progetto più ampio, "Exploration dans les Alpes" promosso da Barmasse con l'Associazione Les Veux du Mont Cervin e prevede l'apertura di tre nuove vie: una al Cervino, una sul Bianco e una sul Rosa. Ma Hervé è alpinismo a 360 gradi e le sue avventure spaziano dalle Alpi al Pakistan, dalla Patagonia fino in Cina riuscendo sempre in prime ascensioni tecnicamente molto difficili che gli sono valse molti riconoscimenti e premi e che lo hanno portato ad essere uno degli alpinisti più completi a livello internazionale. Spedizioni, storie ed avventure straordinarie, a volte rischiose, ma sempre vissute con la gioia e la passione di chi come Hervé in montagna ricerca la felicità di vivere emozioni uniche e che, documentate dall’occhio indiscreto di una telecamera, sono state presentate nella serata. E’ stato un appuntamento con una partecipazione straordinaria di pubblico che ha potuto apprezzare la grandezza ma anche la semplicità e la simpatia di questo giovane personaggio che
si è definito “un alpinista romantico”, un alpinista che si propone di aprire nuove vie. Hervè aggiunge: ”per me questo è come dare luce a un’ombra”. Il secondo appuntamento di venerdì 27 maggio 2011 ha avuto come titolo Aspettando l’equinozio di primavera, “Le parole della letteratura, le immagini della montagna. Fotoshow a cura di Marco Lenti.” Il contenuto della serata si è riferito a testi di poesie recitati da Clarissa Maninetti, Gloria Marcarini e Marianna Orlando, da brani di un diario di vita interpretati da Laura Sibilia, da immagini, sottofondi musicali ed effetti sonori che hanno messo in risalto i particolari stati d'animo che gli stessi testi richiamano. La scelta di questi particolari testi è stata fatta per portare all'attenzione del pubblico autori sia sconosciuti che famosissimi, personalità eclettiche e specificamente esperte dei temi trattati, in modo tale da permettere all'autore del filmato di parlare indirettamente anche di se stesso. Immagini di montagna si sono alternate a paesaggi dei nostri dintorni e a quelle di soggetti specifici esprimenti visivamente il contenuto dei testi e sequenze in movimento per sottolineare i momenti più intensi e significativi dell'intero filmato. Un lavoro di composizione e di sintesi redatto grazie all'entusiasmo di tante persone, nato per riuscire a sopportare le fredde giornate invernali, sognando la montagna e "Aspettando l'equinozio di primavera". Il terzo appuntamento di lunedì 6 giugno 2011 è voluto essere un ricordo di Davide Guerci (vedi articolo). Un buon avvio di un progetto che ci auguriamo possa avere ancora grande adesione nel prossimo autunno. Sezione CAI Valenza
Una serata con le Guide di Courmayeur
UN RICORDO DI DAVIDE GUERCI Lunedì 6 giugno, presso il Centro Polifunzionale San Rocco, il CAI di Valenza, in collaborazione con il Comune di Valenza, ha organizzato una bellissima serata dedicata all’alpinismo per ricordare Davide Guerci con una serata sulla montagna da lui sempre definita e sperimentata come “una grande passione”. Immagini e parole a cura di amici e alpinisti che hanno condiviso con Davide tante belle esperienze su cime in Italia e nel mondo. Una serie di immagini commentate che hanno presentato tante scalate su pareti, cime, ghiacciai dove Davide ha vissuto i suoi giovani anni coronati da tante affascinanti imprese. Hanno partecipato alla serata, oltre che al Sindaco di Valenza Cassano, il Vicesindaco Soban e l’Assessore allo sport Bajardi, le Guide Alpine di Courmayeur Renzino Cosson e Mario Mochet. Renzino Cosson Guida storica di Courmayeur è un grandissimo esperto di fotografia e i suoi numerosi libri di montagna pubblicati hanno raggiunto una grande perfezione di qualità con immagini eccezionali; alcune di esse sono state proiettate durante l’incontro. Mario Mochet, grande alpinista del Monte Bianco, è perfetto istruttore ed ha diretto per 14 anni corsi di alpinismo al CAI di Valenza.
Nel corso della serata è stata anche presentata la falesia “Pierre Taillèe”, palestra di arrampicata dedicata a Davide Guerci, realizzata a Courmayeur dalle guide “chiodatori” Stefano Bigio (presente alla serata) e Dario Brocherel. Davide era un ragazzo semplice, mite, di compagnia, a cui non mancava mai la battuta spiritosa e, soprattutto, innamorato delle montagne e dell’arrampicata. Compie la sua prima ascensione con la guida di Courmayeur, Giuseppe Petigax nel 1983 al rifugio Monzino e l’anno successivo all’età di sedici anni sale la via ferrata al rifugio Borelli. Inizia così una carriera alpinistica che lo vede in cima alle vette più alte delle Alpi, Monte Bianco, Monte Rosa, Gran Paradiso. Negli anni ‘88/89 sulle Dolomiti sale la Torre del Vaiolet nel Catinaccio, lo Spigolo del Velo e il Campanile Pradidali delle Pale di San Martino. Ripete numerose vie di arrampicata moderna sui satelliti del Monte Bianco: Gran Capucin, Piramyd du Tacul, Pic Adolph Rey, Aiguille du Midi, Chandelle du Tacul. Arrampica in Italia e all’estero nel Verdon, in Marocco e in California nella Yosemite Valley. D’inverno quando il ghiaccio ricopre le vallate sale le cascate di ghiaccio di Cogne, della Valsava-
ranche e della Val Varaita mentre continua ad arrampicare nelle falesie di Finale Ligure e più volte conquista in Sardegna la Guglia di Coloritze. Si classifica primo assoluto nell’agosto 1999 alla gara di arrampicata in velocità a Courmayeur. Nell’agosto del 2000 è impegnato a preparare una grande ascensione, il Pilastro Centrale del Monte Bianco. Questa preparazione comprende un susseguirsi di cime e di vie tra cui Pointe Lachenal via Le Bon Filon, Tour des Jorasses via Diedro Machetto, Mont Rouge de Peuterey fino al 22 agosto 2010. Doveva essere un giorno di riposo alla vigilia della partenza per il Pilone Centrale, invece, in una splendida giornata di sole, la tragedia. Durante la discesa in corda doppia dalla via Titanic sulla Parete dei Titani in Val Ferret, Davide precipita insieme ai suoi sogni all’età di 32 anni. Arrampicare era il massimo! È la frase posta sulla targa di commemorazione in Val Ferret. Non sapremo mai cosa sia successo durante l’ultima corda doppia nel vuoto, quando la montagna si è presa la sua vita. Sono stati numerosissimi i cittadini che hanno partecipato a questo appuntamento che ha dato, senz’altro, un appagamento colmo di ricordi ed emozioni.
5 Quattro escursionisti della Sezione di Ovada
Da Mele a Campo Ligure
TRE GIORNI SULL’ALTA VIA Un bel A dire il vero i giorni passati sull’Alta Via dei Monti Liguri sono stati solo due. Il primo giorno infatti è stato speso per portarsi in quota, partendo dai 431 metri di Buggio (frazione di Pigna, nell’entroterra di Ventimiglia, non lontano dalla più celebre Dolceacqua) per arrivare al colle della Melosa (m 1545) dove è situato il rifugio Allavena. A questo punto però occorre tornare un attimo indietro per raccontare un episodio che ha rischiato di far saltare tutta la “spedizione”. A Ventimiglia, in attesa del pullman per Buggio, un componente del gruppo, Silvia Torrielli, che pure ha al suo attivo importanti ascensioni al Bianco e al Kilimangiaro, non è riuscita a superare indenne un passaggio… pedonale. E’ infatti stata investita da un’auto (francese, per la cronaca). Fortunatamente non ha riportato danni (salvo qualche escoriazione) e così l’avventura ha potuto avere inizio. Ma torniamo al trekking. Dopo la notte trascorsa al rifugio Allavena, i quattro ovadesi hanno raggiunto l’Alta Via salendo alla colla d’Agnaira; si sono portati quindi prima alla Porta Bertrand (m 1961) e poi al passo di Collardente (m 1601). Di lì, per un sentiero abbastanza ripido, hanno raggiunto la vetta del monte Saccarello (m 2200), la massima altezza del percorso. Successivamente l’itinerario si è snodato su una cresta erbosa, sempre a quote superiori ai 2000 metri, in un ambiente assai suggestivo, sia per il panorama che si poteva godere, sia per la bella fioritura. Dopo aver toccato la sella della Valletta (m 2046), il rifugio Sanremo, il passo Garlenda (m 2021) e la Cima Garlenda (m 2141), gli escursionisti hanno iniziato la lunga discesa verso San Bernardo di Mendatica (m 1263). Il tempo, fino a quel momento abbastanza clemente, malgrado molti nuvoloni poco rassicuranti e le previsioni meteo infauste, ha incominciato a fare le bizze, sotto forma di nuvole basse accompagnate da un po’ di pioggia. Pioggia che, fortunatamente, è cessata presto, tanto è vero che a San Bernardo di Mendatica splendeva di nuovo il sole. Dopo una breve sosta ristoratrice, i quattro hanno ripreso a camminare e, dopo molti saliscendi (un po’ sofferti, per la verità, vista la lunghezza del percorso) sono arrivati al colle di Nava (m 934), dove hanno potuto godere un meritato riposo preceduto da una cena abbondante in un albergo. Il mattino successivo non si è presentato molto bene. A dispetto
trenotrekking
delle previsioni meteo che affermavano “soleggiato in mattinata; temporali al pomeriggio”, le nuvole hanno cominciato ad avere il sopravvento già alle ore 7 e un’ora dopo c’era pure un temporale che brontolava ad ovest. Gli escursionisti ovadesi con qualche titubanza hanno imboccato l’Alta Via e, con l’occhio rivolto ad un cielo sempre più cupo, sono arrivati al passo di Prale (m 1258). Qui, in mezzo a nuvole basse, che riducevano la visibilità a pochi metri, dopo un breve consulto, hanno deciso che non era il caso di insistere ed hanno ripiegato su una “via di fuga”, la provinciale che dal passo di Prale porta ad Ormea, dove sono giunti un paio di ore dopo, senza per altro bagnarsi troppo (solo qualche spruzzata di pioggia e nulla più). Da Ormea con mezzi pubblici è stato raggiunto Cairo Montenotte dove i quattro sono stati raccolti da un buon samaritano (sotto forma del presidente della sezione di Ovada Franco Rolando) che li ha riportati alle rispettive abitazioni. Fin qui la cronaca. C’è da dire che il tratto dell’Alta Via dalla colla d’Agnaira alla Cima Garlenda è certamente uno dei più spettacolari, sia per l’ambiente che per i panorami. In estrema sintesi: sono stati percorse quattro tappe dell’Alta Via più il raccordo da Buggio alla colla d’Agnaria e la “via di fuga” dal passo di Prale ad Ormea per un totale di circa 65 chilometri con un dislivello stimato in circa 2500 metri. Il secondo giorno è stato il più impegnativo con 10 ore effettive di marcia. Diego Cartasegna
Domenica 29 Maggio si è svolta con successo la undicesima edizione del Trenotrekking organizzata dal CAI di Ovada. E’ stata così degnamente celebrata la “Giornata nazionale dei sentieri”. Il lungo percorso di circa 20 km con 900 metri di dislivello) è partito dalla stazione FS di Mele per poi attraversare l'antica via Canellona che fino al 1876 era l'unica strada che collegava Voltri con la Valle Stura. Si è poi arrivati a Fiorino (in alta Val Cerusa) e da qui per un ripido e affascinate sentiero si è giunti a Sella Barnè fra il Monte Dente ed il Forte Geremia. Gli escursionisti hanno quindi raggiunto Colle di Cima Masca e poi, fra mandrie di mucche al pascolo, sono scesi a Campo Ligure. Molto interessanti le fioriture osservate lungo il percorso in particolare le rare ed endemiche Viola Bertolonii e Cerastium Utriense. Bella la vista su Campo Ligure con le casette dal tetto aguzzo. La partecipazione non è stata numerosa: 13 camminatori fra cui 2 gentili escursioniste. Giovanni Sanguineti - Sezione di Ovada
La Sezione di Ovada alla Quarta Giornata Nazionale
IL SOLE SULLE FERROVIE DIMENTICATE Domenica 6 marzo si è svolta in tutta Italia la quarta giornata nazionale delle ferrovie dimenticate che ha visto impegnato il CAI di Ovada nell’escursione tra Farigliano e Isorella di Cherasco lungo un tratto, ormai sempre più accidentato, della “adottata” ferrovia dismessa Bra-Ceva. L’iniziativa ha avuto lo scopo di sensibilizzare l’Italia intera contro lo spreco di migliaia di chilometri di ferrovie non più utilizzate e potenzialmente riconvertibili a piste ciclabili o ripristinabili per usi turistici a basso impatto ambientale. La manifestazione nella zona del cuneese ha assunto un forte significato incentrato sulla difesa del territorio e del “mo-
vimento lento”, coinvolgendo la protesta degli allevatori e di alcuni abitanti di Cherasco che si oppongono alla costruzione di una circonvallazione che deturperebbe in modo irreparabile il loro territorio, con la straordinaria partecipazione dello scrittore Gianluca Bonazzi (uno dei partecipanti di GE.MI.TO 2010) che ha allietato la piacevole escursione con i suoi famosissimi “acrostici” e con una interessante dissertazione sull’uso corretto e sull’abuso del territorio. Alla camminata hanno preso parte non solo una quindicina di escursionisti ovadesi ma anche una ventina di abitanti della zona. La manifestazione ha inoltre avuto un piace-
vole intermezzo presso la stazione di Monchiero, più o meno a metà percorso, dove è stato offerto (dall’associazione Amici di Monchiero) un rinfresco a base di prodotti locali, nonché l’addobbo dell’edificio della stazione con una miriade di bandiere dell’Italia, in onore del 150° anniversario. (Ricordiamo che presso questa stazione giungeva direttamente da Roma con il treno presidenziale l’indimenticabile Presidente della Repubblica Luigi Einaudi). Quest’anno fortunatamente, a differenza di quello precedente, la giornata soleggiata ha contribuito alla buona riuscita della manifestazione. Andrea Bruzzone - Marcella Caneva
6 CAI Acqui Terme, gruppo Mountain Bike
CONCLUSO IL BIKE GORREI CON SUCCESSO Domenica 29 si è conclusa con successo la prima edizione del Bike Gorrei. Per la prima volta il gruppo MTB del CAI di Acqui ha sperimentato un raduno ciclistico sui bellissimi sentieri dell’alto Ponzonese. Nonostante la concorrenza di numerose altre manifestazioni nella giornata, e nonostante la scoraggiante immagine del volantino pubblicitario con le bici a spalle, la manifestazione ha raccolto un folto gruppo di partecipanti provenienti da tutto il Piemonte e la Liguria. Partenza alle 8,30 dalla piazza di Moretti e giù per la vertiginosa discesa che porta al rifugio Viazzi, per risalire dopo il guado del Rio Miseria la faticosa salita fino al Rifugio Gorello. Attraversata la Statale ad Abasse ci si porta verso Cascina Tiole ed bellissimo Percorso Natura del Parco Regionale dove le “Signore del CAI” hanno allestito per la meritata colazione uno straordinario punto sosta che ha ricevuto i sinceri complimenti di tutti i partecipanti. Il percorso ai piedi del Bric Gorrei si divide in due; i più bravi scendono verso Olbicella dalla tecnicissima “Discesa dei Tralicci” (filmato su you tube cercando Bike Gorrei), mentre i più stanchi raggiungono borgata Gai e ritornano alla base sul sentiero 533. Polvere, sassi, guadi, sudore e cadute, niente ha fermato gli strenui bikers che tutti insieme si sono alla fine ritrovati seduti alla lunghissima tavolata al “Ristorante Bado’s” di Abasse per la fantastica raviolata di rito. Grande soddisfazione dei partecipanti testimoniata direttamente e dalle mail del giorno successivo e grande soddisfazione degli organizzatori in particolare per la cospicua raccolta di fondi destinata all’amico Dr. Morino di World Friends Onlus per l’acquisto di
una ambulanza per il Neema Hospital di Nairobi (Kenya). A tutti gli appassionati di Mountain Bike che non avessero potuto partecipare, ricordiamo che il percorso tracciato con giorni e giorni di lavoro dagli organizzatori del Trail del Gorrei e arrangiato dai bikers, resta segnato con cartelli in legno con scritta TG (quelli del Trail Gorrei), le deviazioni sono indicate con segnali in legno con cerchio e freccia nella direzione da seguire, la partenza del sentiero si trova di fronte al Campo Sportivo di Moretti ed è indicata con cartello plastificato BIKE GORREI e freccia. Il percorso si snoda sui sentieri CAI 533-534 (cartografia on line sul sito provincia AL). Presto sarà disponibile la cartina e forse le bacheche sulla Statale nei punti di partenza se i nostri progetti di rilancio del territorio ponzonese saranno sostenuti dalle autorità competenti di Provincia, Comuni e Comunità Montana.
Prossimo appuntamento di calendario sul territorio con il CAI gruppo MTB, sarà il 2 ottobre a Bistagno sui “Tre Bricchi”, adesso si va in montagna… per chi si vuole unire ci troviamo in sede CAI di Via Monteverde tutti i giovedì dalle 21,30 alle 23 per programmare il fine settimana per escursioni, alpinismo, MTB, fatica e soddisfazione.
PROGRAMMA ATTIVITAʼ ALESSANDRIA ESCURSIONISMO 16-17 LUGLIO 27-28 AGOSTO
11 SETTEMBRE
17-18 SETTEMB
2 OTTOBRE
16 OTTOBRE
16 OTTOBRE
ESCURSIONE PER FAMIGLIE con pernottamento in tenda o rifugio MONTI ROBINET m 2679 e ROCCIAVREʼ m 2778 - Val Sangone - dal Rif. della Balma (EE) D.G. Accornero, Pallavicino PUNTA SEA BIANCA m 2721 Val Pellice Dal Rifugio Barbara Lowrie m 1753 (E) 1. uscita C.E.A. - D.G. Fei, Pallavicino MONTE EMILIUS m 3559 Dal Rifugio Arbolle m 2510 - 2. uscita C.E.A. (EE/F) D.G. Girolimetto, Fei, Stringa MONTE LEGNONE m 2610 Lago di Lecco Dal Rifugio Roccoli Lorla m 1463 (EE) 3. uscita C.E.A. - D.G. Penna, Stringa, Torti FERRATA ALLA SACRA DI SAN MICHELE m 880 Val Susa - da SantʼAmbrogio (AD) Possibilità di salita per mulattiera e visita (T) 4. uscita C.E.A. - D.G. Girolimetto, Torti INTERSEZIONALE ALESSANDRIA Val Borbera: sentiero 208, Bivacco Rivarossa
ACQUI TERME ESCURSIONISMO 31 LUG - 7 AGO 28 AGOSTO 4 SETTEMBRE 11 SETTEMBRE 24-25 SETTEMB 2 OTTOBRE 9 OTTOBRE 16 OTTOBRE
MADONNA DI CAMPIGLIO Trentino Alto Adige MONTE MONGIOIA SUI SENTIERI DI NANNI ZUNINO MONTE ROISETTA m 3324 ALPI APUANE - RIFUGIO DONEGANI SENTIERO NATURALISTICO DEI LAGHI DEL GORZENTE DA ACQUI A CAVATORE e ritorno INTERSEZIONALE ALESSANDRIA Val Borbera: sentiero 208, Biv. Rivarossa (E)
ALPINISMO 23-24 LUGLIO 31 LUG - 7 AGO 20-21 AGOSTO 11 SETTEMBRE
CASTORE - MONTE ROSA - m 4228 MADONNA DI CAMPIGLIO Trentino Alto Adige CIMA MONDINI - SPERONE SUD m 2915 MONTE MUCRONE Alpi Biellesi - m 2335
MTB 2 OTTOBRE 6 NOVEMBRE
GIRO DEI TRE BRICCHI FORESTA DI DEIVA - SASSELLO
PROGRAMMA ATTIVITAʼ VALENZA
CASALE ALPINISMO
ESCURSIONISMO
16-17 LUGLIO
17 LUGLIO 24 LUGLIO 28 AGOSTO
GRANDE ASSALY dal Rifugio Deffeyer (PD) - Org. Zavattaro 3-4 SETTEMB BREC DE CHAMBEYRON dal Bivacco Barenghi (PD) - Org. Mazzuccato 18 SETTEMBRE MONTE RONCIA da alpeggio LʼArcelle (F) Org. Moro, Patrucco
ESCURSIONISMO 17 LUGLIO 31 LUGLIO 7-9 AGOSTO
VALLONE DI LEVIONAZ (E) Org. Piotto, Rossi LʼANELLO DEI VALLONI DI SECHERON E MALATRAʼ (E) Org. Piotto, Rossi GIRO DEI LAGHI IN VAL BREMBANA
AGOSTO AGOSTO 11 SETTEMBRE 18-24 SETTEMB 2 OTTOBRE 16 OTTOBRE 16 OTTOBRE
Org. Capra, Demichelis
4 SETTEMBRE CHAMONIX - COL DE BALME - CROIX DE FER (E/EE) Org. Sistri 18 SETTEMBRE ATTRAVERSATA DA SCOPA A BOCCIOLETO (E) Org. Piotto, Rossi 2 OTTOBRE ALTA VIA DEI MONTI LIGURI tappe 14 e 13 dal Giogo di Toirano al Colle del Melogno (E) Org. Ferrando 9 OTTOBRE LA CASTAGNATA in località da destinarsi 16 OTTOBRE INTERSEZIONALE ALESSANDRIA Val Borbera: sentiero 208, Bivacco Rivarossa
OVADA ESCURSIONISMO 17 LUGLIO 30-31 LUGLIO 10 AGOSTO
ALPINISMO GIOVANILE 11 SETTEMBRE SORDEVOLO: FERRATA DELLʼINFERNONE
11 SETTEMBRE 18-24 SETTEMB
SAN SALVATORE
24-25 SETTEMB 2 OTTOBRE
ESCURSIONISMO 17 LUGLIO 24 LUGLIO 28 AGOSTO 3-4 SETTEMBRE 9 OTTOBRE 16 OTTOBRE 23 OTTOBRE
PARCO DEL GRAN PARADISO: CASOLARI DEL MONEY - BIV. MARTINOTTI (E) RIF. AMIANTEʼ m 2979 - TETE BLANCHE m 3414 (E/EE) SENTIERO DEGLI ALPINI (E) RIF. CITTAʼ DI VIGEVANO - ALAGNA Passo Zube - Rif. Crespi Calderini - Rif. Pastore (E/EE) CASTAGNATA INTERSEZIONALE ALESSANDRIA Val Borbera: sentiero 208, Biv. Rivarossa (E) GITA SOCIALE FERRATA SACRA DI SAN MICHELE (A)
TO R TO N A ESCURSIONISMO 16-17 LUGLIO SETTEMBRE 16 OTTOBRE
RIF. SELLERIES m 2030 FENESTRELLE RIFUGIO MEZZALAMA INTERSEZIONALE: BIV. RIVAROSSA
MTB 16-17 LUGLIO 18 SETTEMBRE 23-25 SETTEMB 16 OTTOBRE
16 OTTOBRE 16 OTTOBRE
GRAN SASSIERE m 3751 (EE) Org. Ferrando, Timossi WE IN VAL VARAITA pernottamento al posto tappa di Chianale (E) Org. Pesce, Baradel FIACCOLATA NOTTURNA A SAN LORENZO (T) Org. Piccardo, Piana ROCCA BIANCA m 3064 (EE) Org. Cartasegna GRAN SASSO E MONTI DELLA LAGA (E) Org. CAI Valenza ALPI APUANE (E) Org. Pesce, Ferraro, Bello POLENTATA SUL MONTE TOBBIO (E) Org. Piana e le Ragazze del CAI TRENOTREKKING: LAGO MAGGIORE (E) Org. Bruzzone
INTERSEZIONALE Val Borbera: sentiero 208, Bivacco Rivarossa (E) Org. CAI Novi
ALPINISMO 30-31 LUGLIO 27-28 AGOSTO
WE IN VAL VARAITA pernottamento al posto tappa di Chianale (F) Org. Pesce, Baradel BIVACCO IVREA m 2770 possibilità di salita alla Becca Meridionale della Tribolazione m 3360 (PD) Org. Paravidino
ASSEMBLEA DEI SOCI
ALPINISMO 25 SETTEMBRE
LILLAZ - LAGO DI LOYE (Cogne) SENTIERO FRASSATI (St. Jacques) L. PLACE MOULIN - PERRERES (Valpelline - Valtournenche) UNA NOTTE IN RIFUGIO: BARBUSTEL UNA NOTTE IN RIFUGIO: CAʼ DʼASTI Salita al Rocciamelone LA THUILE - RIFUGIO DEFFEYES GRAN SASSO, MONTI DELLA LAGA EPINEL - B. GONTIER - VIEYES (Cogne) PIANI DI PRAGLIA - PASSO DEI GIOVI (escursionismo e mountain bike) INTERSEZIONALE Val Borbera: sentiero 208, Bivacco Rivarossa
RIF. SELLERIES m 2030 FENESTRELLE MONTE CHABERTON m 3131 da Fenils CASTELLANIA - MARE MONTE ALPE da Varzi
Venerdì 7 ottobre 2011 alle ore 12,00 in prima convocazione e, mancando il numero legale, alle 21,00 in seconda convocazione, presso la Sede sociale è indetta lʼAssemblea generale dei soci, con il seguente ordine del giorno: 1 - Nomina del Presidente e del segretario dellʼassemblea; 2 - Votazioni per il rinnovo delle cariche sociali. Ciascun socio potrà portare al massimo due deleghe utilizzando il modello sottostante anche in fotocopia.
DELEGA Il sottoscritto_________________________ delega a rappresentarlo, all'Assemblea dei Soci del 7 ottobre 2011 il Socio ____________________________________________________ approvando senza riserva alcuna il Suo operato. Data______________ Firma____________________________
APERTURA SEDI ACQUI TERME Via Monteverde, 44 Venerdi 21,00 - 23,00 ALESSANDRIA Via Venezia, 9 Tel. 0131 254104 cai.alessandria@libero.it alessandria@cai.it www.caialessandria.it Martedi, Venerdi 21,30 - 23,00 Mercoledi e Venerdi 18,30 - 19,30
CASALE MONFERRATO Via Rivetta 17 - Tel. 0142 454911 www.monferrato.net/cai/ Giovedi 21,30 - 23,00 NOVI LIGURE Corso Marenco 21 Mercoledi e Sabato 18 - 19,30; Venerdi 21,00 - 23,00 OVADA Via Gilardini, 9 - Tel. 0143 822578 Mercoledi e Venerdi 21,00 - 23,00
SAN SALVATORE Piazza Carmagnola, 2 info@caisansalvatore.it www.caisansalvatore.it Martedi 21,00 - 23,00 TORTONA Via Trento 31 (c/o Palestra Fausto Coppi) - C.P. 153 info@caitortona.net www.caitortona.net Giovedi 21,00-23,00 VALENZA Giardini Aldo Moro - Tel. 0131945633 - 3409882624 cai@valenza.it - Martedi e Venerdi 21,00 - 23,00
8 Una giornata, una vetta…
PUNTA GNIFETTI (m 4559) e Capanna Regina Margherita Gruppo del Monte Rosa La punta Gnifetti, con i suoi 4559 m, è una delle più alte vette del Monte Rosa e anche delle Alpi; si raggiunge con una lunga camminata partendo dalla Capanna Gnifetti (m 3647) o dal rifugio Mantova (m 3500), di costruzione più recente. Il percorso non presenta difficoltà particolari ma richiede una certa esperienza e buona conoscenza dell'alta montagna: si svolge infatti interamente su ghiacciaio, a tratti crepacciato, raggiungendo quote elevate, dove è richiesto adeguato adattamento e dove eventuali repentini cambiamenti del tempo possono creare problemi anche seri. Dopo avere lasciato alle spalle il rifugio, l'escursione si sviluppa nella parte più orientale del ghiacciaio del Lys, tra falsopiani e rampe più accentuate, senza mai raggiungere pendenze degne di nota: sulla destra dell'alpinista scorrono dapprima la Piramide Vincent, quindi il Balmenhorn, il Corno Nero, la Ludwigshöhe, la cui vetta è poco più in alto del colle del Lys (m 4248); da quest'ultimo appaiono per la prima volta i ghiacciai del versante svizzero del Monte Rosa e la punta Gnifetti. Dal colle del Lys il percorso è comunque dominato sulla sinistra dalla terrificante parete Nord dei Lyskamm, grandiosa muraglia di roccia, neve e ghiaccio che precipita sul Grenzgletscher; sulla destra compaiono invece i più tranquilli versanti della punta Parrot e della stessa punta Gnifetti, mentre il sentiero si snoda in direzione del colle omonimo sormontato dalla piccola piramide della Zumstein e dalla rocciosa parete sud della Dufour, che con i suoi 4633 m costituisce la massima elevazione del gruppo. Giunti alla Capanna Regina Margherita, il più alto e più discusso rifugio europeo, situato proprio sulla sommità della punta Gnifetti, colpisce immediatamente il vertiginoso salto che separa la vetta dai solchi vallivi di Alagna e Macugnaga: ben visibile dal balconcino del rifugio la cresta Signal che separa la Valsesia dalla Valle Anzasca, oltre la quale una parete di proporzioni
La cresta Signal vista dalla punta Gnifetti. "himalayane" si getta nella conca ossolana con un baratro di oltre 2000 metri. Caratteristiche dell'escursione Dislivello: 1100 m circa (dal rifugio Mantova) Esposizione: Sud Difficoltà: F Descrizione del percorso Per raggiungere la punta Gnifetti sono necessari almeno due giorni: durante la prima giornata si raggiunge il rifugio dove si trascorrerà la notte mentre nella giornata seguente si compierà l'ascensione ed il ritorno a valle. Il pernottamento può essere effettuato sia alla Capanna Gnifetti che al rifugio Mantova: questi potevano essere raggiunti partendo da punta Indren (m 3215) dove arrivava una vecchia funivia ormai dismessa; oggi occorre invece salire invece al passo dei Salati, raggiungibile in funivia sia da Alagna, sia da Gressoney. Dal valico si dovrà seguire l'evidente sentiero, attrezzato con catene in alcuni punti ma percorribile sempre comunque camminando, che dirigendosi verso nord-ovest, passa appena sotto lo Stolenberg per terminare a punta Indren. Da punta Indren si attraversa ciò che resta del ghiacciaio omonimo, in fase di evidente ritiro, fino a portarsi sotto una bastionata rocciosa, attraversando tra l'altro una zona ove sono presenti alcuni grossi crepacci ben evidenti alla fine dell'estate; verso il termine del ghiacciaio sono generalmente presenti due tracce: quella sottostante conduce ad un sentiero che viene generalmente percorso in
discesa (apparentemente più semplice ma che presenta un passaggio non attrezzato un poco esposto) mentre quella sovrastante, che taglia in costa per un breve tratto una zona ripida del ghiacciaio, conduce alla "via delle roccette", apparentemente più difficile ma generalmente attrezzata in modo tale da rendere la salita più sicura (sono presenti abbondanti corde fisse ed una scala di legno). Il primo rifugio che si incontra è il Mantova, una confortevole e recente costruzione dalla capienza limitata: per chi segue "le roccette", l'edificio in pietra e legno appare al termine della via una trentina di metri più sotto. Chi desidera pernottare alla Capanna Gnifetti, grande edificio in legno posto a 3647 m, dovrà seguire una traccia che su un pendio nevoso conduce ad alcuni salti di roccia che si superano grazie ad una scala metallica. Il giorno seguente chi parte dal Mantova non dovrà raggiungere la Capanna Gnifetti ma tenersi sul ghiacciaio alla destra della stessa e con percorso sicuro su pendenza modesta (utili comunque i ramponi specialmente alla fine dell'estate, quando spesso è presente ghiaccio vivo) si raggiunge la traccia che giunge dalla Gnifetti, con percorso che si sviluppa attraverso una zona piuttosto crepacciata. Si continua a questo punto tra falsopiani e rampe con comodo percorso, quasi sempre segnato da evidenti tracce, in direzione del colle del Lys; dal valico il percorso scende decisamente sul Grenzgletscher per affrontare una penultima rampa che conduce al colle Gnifetti (m 4454), sempre tenendosi a rispettosa distanza da alcuni seracchi posti sulla destra: da quest'ultimo passo, con un'ampio semicerchio, la traccia risale il ripido ma breve versante ovest della punta Gnifetti giungendo infine in vetta. Claudio Trova claudiotrova@alpioccidentali.it