Club Alpino Italiano Sezione di Valenza “Davide e Luigi Guerci”
Dolomiti 2018
Cortina d’Ampezzo Hotel Des Alpes 24 - 30 Giugno (7 giorni - 6 notti)
Domenica 24 Giugno Partenza di primo mattino da Valenza via autostrada Piacenza - Brescia - Verona - Belluno - Statale Valle del Cadore - San Vito - Cortina Km. 500 circa.
Hotel Des Alpes
Via La Vera 2 (St. Statale 51Alemagna) Tel. 0436 862021 Nel primo pomeriggio salita con impianti al Faloria ed eventualmente discesa a piedi a Cortina. Disl. 900 m. in discesa - h. 2,30 - Diff. E.
PossibilitĂ di visitare il Forte 3 Sassi sul passo Valparola grandissimo museo della grande Guerra. Orario 13,30 / 17,00 Oppure salita al Sass de Stria (vicino al Forte 3 Sassi)
Rifugio Faloria Hotel Crescenzia 2
Hotel Des Alpes
Sass de Stria
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Lunedì 25 Giugno
Sentiero dei Kaiserjager
Partenza nei pressi del Forte 3 Sassi (Museo) - si sale alle posizioni austriache (Vonbank.) e si noterà il valore strategico della postazione con vista ottimale sul Passo Falzarego, ma anche come la posizione fosse esposta agli attacchi italiani dalla Cengia Martini. Si continua a serpentina (breve tratto attrezzato) verso la vetta del Piccolo Lagazuoi (m. 2778) in circa 2,30 ore. La vista da questa cima è incomparabile: dalle Odle al Pelmo, dall’Antelao al Gruppo Sella, dalle Tofane al Civetta. Per la discesa si hanno 2 opportunità - per chi è attrezzato (pila, casco, imbrago) si consiglia di scendere lungo la galleria di mina italiana - utile una breve visita alla famosa Cengia Martini, spina nel fianco della difesa austriaca, si segue il sentiero 402 che scende al Passo Falzarego. Per chi è senza attrezzatura si percorre il 402 che attraverso la Forcella Lagazuoi e la Travenanzes scende al passo. Diff. E/EA - ore 5/6 - Disl. 700 m.
Giro corto
Dal Passo Falzarego salita in funivia per il Rifugio Lagazuoi - salita in cima - Disl. 30 m. Discesa a piedi sentiero 402 o in funivia
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Rifugio Lagazuoi
Cengia Martini
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MartedĂŹ 26
Tour delle 5 Torri Si raggiunge il Rifugio Scoiattoli con gli impianti di risalita dalla stazione Bai de Dones. Con il 443 si raggiunge il bivio per il Giau, con una mini ferrata si raggiunge il Rifugio Nuvolau. PossibilitĂ di salire in vetta al Monte Averau, tramite una ferrata facile. Si scende quindi al rifugio e alle auto. Dislivello 550 m. - DifficoltĂ E. EA - ore 4/5
Giro Corto
Si Sale con gli impianti - si raggiunge il Rifugio Nuvolau (100 m. ) si ridiscende e si visitano le trincee di guerra italiane, in parte ricostruite. Dislivello in discesa 400 m. Diff. E. - ore 2/2,30 Rifugio Scoiattoli
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5 Torri Rifugio Nuvolau
Gli escursionisti e i turisti in considerazione dei rischi e dei pericoli inerenti allo svolgimento delle attività , in particolare all’escursionismo, esonerano le Sezioni partecipanti e gli accompagnatori da qualsiasi responsabilità per eventuali infortuni che dovessero verificarsi.
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Mercoledì 27 Galleria di mina Italiana - Sasso Misterioso Partenza nei pressi al Passo del Falzarego ex bar “Ra Nona” (1985 m.) sentieri 412 - 402 - salita forcella Col dei Bos (2559 m.) - ingresso Galleria di Mina (pila - casco) - uscita sul cratere di mina - eventuale visita al Castelletto, discesa in Val Travenanzes sino al Sasso Misterioso scavato all’interno e baluardo austriaco. Risalita alla Forcella dei Bos - Forc. Travenanzes - discesa alle auto. Disl. 700/800 m. - Diff. E. E.A - ore 5/6
Giro Corto
Stesso luogo di partenza - salita alla Forcella dei Bos. Discesa al Sasso Misterioso - ritorno alle auto. Disl. 580 m. - Diff. E. - ore 4,00 L’appellativo di Sasso Misterioso fu dato a quel grande masso spaccato ai piedi del Castelletto dopo l’azione degli alpini del Val Chisone del 27-28 settembre 1915. Gli austriaci lo chiamavano Gelspaltener Feis o Sasso Spaccato e, con il Sasso Triangolare, faceva parte del loro sistema difensivo della testata di Val Travenanzes. S.R.L.
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L’esplosione che fece saltare in aria la cima del Castelletto, lo Schreckenstein - il Sasso della paura - austriaco fu una delle operazioni più spettacolari della guerra in montagna. Hans Schneeberger aveva 19 anni quando raggiunse con il suo plotone di Kaiserjager la sommità del Castelletto già destinata, con ogni probabilità, a saltare in aria come il vicino Col di Lana. Anche se già noto con il soprannome di “pulci delle nevi” per l’agilità e l’ardire dimostrato fino a quel momento, egli era comunque poco più di un ragazzo; gli venne affidata la difesa di una delle posizioni chiave dell’intera difesa austriaca delle Tofane. Stimato e rispettato dai suoi uomini, spesso rudi contadini delle vallate ladine di dieci o quindici anni più vecchi di lui, in qualche caso persino reduci dalle patrie galere, fu in ogni caso l’ufficiale più giovane a disposizione del comando e per di più uno dei pochi già privi di genitori o di altri parenti stretti. Nella logica brutale e spietata del conflitto era l’elemento più sacrificabile su una posizione che ogni sensata considerazione tattica avrebbe consigliato di abbandonare, circondata com’era ormai da tre lati dagli italiani e minacciata sia da sotto sia dall’alto, ma che ragioni di prestigio e di “considerazioni relative al morale delle truppe” obbligavano a mantenere. Sasso Misterioso
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Giovedì 28 Col di Lana
L’itinerario parte dietro il Rifugio Valparola (2168 m.). Con il sentiero n° 23 che passa nei pressi del lago, poi scende fra il Sass de Stria e il Castello sino a quota 2013 m. Per poi risalire e sbucare alla Sella dei Sief (2262 m.). Dalla sella si distacca il sentiero n°21, che prima scende al passo, poi sale alla Cima Sief (2424 m.). Dalla cima si scende con alcuni passaggi attrezzati e un po esposti, si prosegue lungo la sgretolata cresta sino al Col di Lana (2452 m.) - in cima Cappella e Monumento degli alpini - lo sguardo spazia a 360° - il ritorno avviene sullo stesso percorso. Disl. 700 m. - Diff. E/EE - ore 6,00 Sella dei Sief Col di Lana
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Gli attacchi non si fermarono nemmeno in dicembre (1219), sotto la neve e nelle gelide giornate d’inverno, ma l’esercito italiano non possedeva le armi adatte per scalfire la difesa austro-ungarica. Nel gennaio del 1916 venne presa una decisione che sembrò definitiva: piazzare sotto la cima una mina in modo da eleminare per sempre la presenza asburgica e liberare il passaggio verso ovest. Venne quindi scavato per oltre tre mesi un lungo tunnel sotterraneo ed armato con circa 5 tonnellate di gelignite fatte scoppiare alle 23,30 del 17-4-16. Metà del contingente austriaco rimase ucciso dal crollo di circa 10 mila tonnellate di roccia mentre i restanti 140 soldati furono fatti prigionieri quando gli italiani giunsero sulla sommità. La strada però non era ancora libera: per poter controllare i passaggi verso nord ed ovest, bisognava liberare definitivamente anche la cima dello Sief. Gli attacchi proseguirono fino all’ottobre del 1917 (anche con l’installazione di un’altra mina) ma le difese austroungariche furono invalicabili. Il corridoio verso il Trentino rimase cosi bloccato. Col di Lana
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Venerdì 29 Grotta Tofana - La Tofana di Rozes Partenza dal Rifugio Dibona (2080 m.) - sentiero 403 percorso su ripidi ghiaioni del Valon Tofana. Si raggiunge il Rifugio Giussani per poi piegare a sinistra e seguendo le tracce (segni blu), che attraversano l’intero versante nord - per facili salti rocciosi, si raggiunge la grande croce della cima (3225 m.). La presenza di neve rende questo itinerario più impegnativo, per cui è richiesta esperienza alpinistica. La discesa si effettua lungo l’itinerario di salita. Disl. 1200 m. - Diff. EE. - ore 6,30 In caso di innevamento provvederemo ad un percorso alternativo. Rifugio Dibona
Il programma potrà subire variazioni o cancellazioni in relazione a condizioni atmosferiche sfavorevoli o al giudizio insindacabile degli organizzatori. 12
Rifugio Giussani Tofana di Rozes
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Sabato 30
Salita alla Croda de R’Ancona
Dal lago Bianco (1512m.) sulla S.S.51 d’Alemagna, circa un chilometro prima del passo di Cimabanche, si percorre la strada sterrata che risale la Val de Gotres fino a raggiungere la forcella Lerosa (2020 m.), percorso effettuato anche dal Santa Padre Giovanni Paolo II. Dalla forcella si scende sul versante opposto per circa 200 m., dove inizia il sentiero militare che attraversa tutto il versante nord ovest della croda, qui si apre apre un meraviglioso panorama verso la conca di Cortina e le cime che la fanno da regina. Si sale lungo il crinale dove correva la prima linea austriaca con trincee e postazioni in caverna, e superato l’ultimo salto si perviene alla cima (2366 m.). Ora il panorama che si presenta è meraviglioso, si possono vedere in successione le Tofane, la Croda del Lago, il Pelmo, il Sorapis, le tre Cime di Lavaredo, la croda del Becco e in primo piano stupenda la Croda Rossa d’Ampezzo. Si ritorna sul sentiero di salita fino in prossimità della forcella Lerosa, poi per una mulattiera di guerra si scende fino al rifugio Malga Ra Stua (1668 m. - possibilità di ristoro). Dalla malga per sentiero in breve si scende in località Sant’Uberto (1449 m.) dove termina la nostra escursione. Disl, 850 m. salita - 920 m. in discesa - Diff. EE - ore 6,00
Croda de R’Ancora
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Rifugio Scoiattoli
Escursioni fatte in collaborazione con Roberto Vecellio del Cai di Cortina Roberto Vecellio
Giovanni Sisto 15
Club Alpino Italiano Sezione di Valenza “Davide e Luigi Guerci” Giardini Aldo Moro 15048 Valenza - Tel. 0131 945633 Sisto Giovanni - Cell. 338 5315376
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