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LESSINIA NATURA ARCHITETTURA Progetto per la valorizzazione del Parco Naturale Regionale della Lessinia


in copertina: veduta del versante Occidentale dell’altopiano della Lessinia, dalla cima del Corno d’Aquilio verso nord, in cui si scorge: la val d’Adige, Malga Fanta e il poggio asso-

lato individuato come uno dei siti idonei per l’intervento lungo il “Percorso dei Pellegrini”, la Grotta del Ciabattino e la Spluga della Preta

Questo progetto trae origine dallo spiccato fama internazionale, ultimo dei quali, cron Un gruppo di architetti veronesi, animato d patrimonio architettonico, storico e natura a disposizione dell’architetto Kuma per for architettonico. In questa opera di supporto dalla progettazione paesaggistica alla piani ambientale alla storia dell’architettura rura Il gruppo, formato dagli architetti Vincenz Bertolazzi, Federica Guerra, Marco Marogn proposte di intervento per individuare e ra siti individuati da Kuma per eventuali reali potenzialità e prospettive.


o interesse per la Lessinia da parte di numerosi architetti di nologicamente, il noto architetto giapponese Kengo Kuma. da Vincenzo Pavan e dal comune interesse per il ricco alistico del territorio della propria Provincia, si è riunito rnire tutti gli strumenti utili alla redazione di un progetto o si è avvalso di diversificate competenze che vanno ificazione territoriale, dalle tecniche di comunicazione ale. zo Pavan, Alberto Vignolo, Federico Padovani, Angelo na, tramite questo documento intende formalizzare accordare luoghi d’interesse negli Alti Pascoli Lessini con i izzazioni finalizzate a valorizzare un contesto ricchissimo di



LESSINIA NATURA ARCHITETTURA Progetto per la valorizzazione del Parco Naturale Regionale della Lessinia Le presenti note e proposte sono il risultato delle riflessioni di un gruppo di architetti veronesi maturate in seguito a incontri con architetti e storici di architettura di prestigio internazionale in visita in Lessinia negli ultimi anni. Opinione unanime di questi illustri visitatori, tra i quali gli spagnoli Anton Garcia Abril, Alberto Campo Baeza, Luis Fernández Galiano, Fernando Menis, lo svizzero Werner Oechslin e l’archistar giapponese Kengo Kuma, è che l’architettura tradizionale della Lessinia costituisca un esempio unico e straordinario in Europa per qualità e identità costruttiva, e che gli alti pascoli rappresentino un paesaggio assolutamente eccezionale, ancora integro e ricco di notevoli potenzialità culturali ed economiche per la popolazione del territorio. Il loro entusiasmo e l’interesse per questi luoghi, evidenziato dal reiterarsi delle loro visite, ci ha confermato l’utilità di avanzare alcune proposte qui sintetizzate.

1. L’ambiente naturale e l’insediamento umano La morfologia dell’altopiano settentrionale lessinico e la vicinanza ai centri di pianura ha favorito la sua trasformazione nei secoli in un’area produttiva di grande pregio dedicata all’alpeggio. L’opera dell’uomo ha guidato questa trasformazione con equilibrio integrandosi con la natura. Anche l’intervento edilizio, visibile negli austeri ma armoniosi edifici di malga setteottocenteschi, frutto della secolare esperienza degli abili artigiani costruttori dei secoli scorsi, si lega in modo armonioso alla natura contribuendo ad accrescere l’eccezionalità del luogo, più volte rilevata dai visitatori. La permanenza dell’economia stagionale d’alpeggio con le sue caratteristiche particolari, grazie anche alla vigile tutela del Parco Naturale Regionale, ha preservato questo sito a tutt’oggi, consegnandolo quasi intatto al suo territorio e alla sua popolazione. 2. L’economia agricola e il turismo

a sinistra: L’architetto Kengo Kuma a Castelberto. Sullo sfondo la Scortigara e il Monte Sparavieri

Anche se con alcune criticità, l’alpeggio costituisce ancora oggi un aspetto basilare dell’economia lessinica e un indispensabile fattore di equilibrio. La sua presenza è inoltre presidio e tutela dell’intera area, contribuendo alla conservazione delle sue straordinarie qualità paesaggistiche. Come altre zone alpine, anche l’alta Lessinia possiede le potenzialità per riavviare in loco, sulle malghe, una produzione lattiero-casearia di alta qualità, rispondendo a una domanda in continua espansione di prodotti locali genuini, acquistabili direttamente nei luoghi di produzione. Questa attività se opportunamente sostenuta

e organizzata si inserirebbe organicamente nel sistema turistico che già attira visitatori interessati alle qualità naturalistiche e paesaggistiche dei luoghi. Una ulteriore spinta allo sviluppo di tale sistema potrebbe venire dal potenziamento di specifiche strutture per il turismo attraverso l’offerta di servizi del parco di alta qualità architettonico paesaggistica. 3. L’architettura e il turismo Un ruolo particolarmente efficace come attrattore culturale e comunicativo nei territori di alta quota è da attribuire all’architettura contemporanea di qualità. Sono infatti numerosi gli edifici sorti in aree alpine nei quali grandi architetti internazionali hanno saputo interpretare magistralmente i luoghi e i loro materiali. Musei, chiese e cappelle, alberghi, impianti termali e centri per il benessere, infrastrutture viarie, si trasformano in mete privilegiate e attraggono un turismo internazionale di qualità sempre più ampio, grazie all’intervento di illustri progettisti capaci di integrare i linguaggi innovativi dell’architettura odierna con il paesaggio alpino. Finora la Lessinia non è stata toccata da interventi di questo tipo ma è tuttavia conosciuta e apprezzata da alcuni maestri dell’architettura contemporanea che l’hanno visitata e che potrebbero divenire potenziali autori di opere prestigiose in grado di valorizzare il territorio.


4. Alcune proposte per l’alta Lessinia: i Percorsi tematici

X

luoghi di interesse lungo il percorso. percorso originario dei Pellegrini percorso previsto dal progetto luoghi di notevole pregio individuati come siti adatti per l’eventuale intervento.

0

500m

1000m

SCALA 1:25000 (1CM = 250M)

2000m

Il ricco intreccio di natura e cultura, ossia permanenza di originarie strutture naturali e presenza antropica storicizzata, offre a turisti e visitatori ampie possibilità di apprezzare le varie sfaccettature dello straordinario paesaggio dell’Alta Lessinia. La fruizione di questa variegata offerta può essere favorita e potenziata dalla organizzazione di “Percorsi tematici”, nei quali includere sia aspetti naturalistici di rilievo sia episodi antropico-culturali di spessore. Organizzati e articolati in sentieri, punti di osservazione della flora e della fauna di alta montagna, della presenza di tracce dell’attività pastorale e di antiche strutture edilizie di malga, di muri divisori delle proprietà dei pascoli, di resti dei tratturi per la transumanza del bestiame, oltre che da segni devozionali come colonnette scolpite, cappelle e piccole chiese, i Percorsi tematici, come sistemi organizzati e segnalati, potrebbero esercitare una efficace forza attrattiva su un pubblico culturalmente e geograficamente più vasto e qualificato di quello attuale, alla ricerca di paesaggi inediti. Pensare il paesaggio prealpino dell’alta Lessinia come articolato in una rete di Percorsi tematici consentirebbe inoltre al visitatore di orientarsi in un territorio vasto e complesso in cui la selezione di temi di visita ne approfondisce la conoscenza.


Sulla base di tali riflessioni sono stati condotti alcuni sopralluoghi nel territorio del Parco della Lessinia, identificando due aree che si collocano agli estremi opposti dell’arco di rilievi che delimitano l’altopiano settentrionale: una nella zona occidentale in prossimità della sommità del Corno d’Aquilio, l’altra nell’orlo orientale dell’altopiano che strapiomba sulla valle di Revolto, parte terminale dell’alta valle d’Illasi. Si identificano così i due Percorsi tematici, uno occidentale – il Sentiero di Pellegrini – e uno orientale – il Nido delle Aquile – quali maglie di relazione di una rete caratterizzata da significative presenze naturalistiche e antropiche, che possano essere ulteriormente arricchiti da interventi architettonici di qualità. Da questo quadro di riferimento nasce la proposta di segnalare la figura di Kengo Kuma come particolarmente adatta per un intervento di questa natura: la sua sensibilità di progettista attento al luogo e ai materiali, e la sua attitudine per architetture di piccole dimensioni che s’innestano in territori di pregio, hanno reso il suo vasto lavoro internazionale assai noto e riconoscibile. L’interesse che l’architetto giapponese ha dimostrato per il territorio lessinico nelle occasioni in cui l’ha potuto visitare è pari a quello suscitato nel gruppo di studio per la sua espressione poetica. I punti individuati entro i due Percorsi tematici

bene si prestano, per conformazione orografica e importanza naturalistica, alla realizzazione di nuove “stazioni di sosta” di ausilio alla lettura e interpretazione del paesaggio. La realizzazione di tali interventi da parte della Comunità Montana – Parco della Lessinia consentirebbe di dotare il territorio di strutture di qualità progettate da un grande maestro dell’architettura contemporanea, che costituirebbero uno straordinario valore aggiunto culturale in parallelo alla rilevante architettura vernacolare del luogo. Questo progetto ha già trovato il sostegno del Consorzio Tutela Pietra della Lessinia che rappresenta un folto gruppo di aziende estrattive e di trasformazione dei materiali lapidei della Lessinia Occidentale. Il Consorzio ha individuato nel coinvolgimento in un progetto di un’importante personalità dell’architettura internazionale come Kengo Kuma, un forte sostegno alla conoscenza e divulgazione di una risorsa fondamentale del territorio stesso e della sua economia.



Percorso Occidentale Sentiero dei Pellegrini

a sinistra: il sito di interesse inserito nel percorso “Sentiero dei Pellegrini”, nel prato in lieve pendenza, affacciato a sud sulla Valdadige, sotto Malga Fanta.

Una delle vie di alta quota più frequentate della montagna veronese è il “sentiero dei pellegrini” che, per antica tradizione, partendo dal monte Magrè nel vicentino e attraversando l’orlo settentrionale dell’alta Lessinia scende nella Valdadige per risalire al Santuario della Madonna della Corona sulle pendici del Monte Baldo, collega i due gruppi montuosi del veronese. Uno dei punti paesaggisticamente più suggestivi dell’intero percorso è l’affaccio sulla Valdadige da cui si domina il Monte Baldo e le cime delle Dolomiti di Brenta. Una piccola derivazione del percorso nella parte terminale degli alti pascoli che si conclude con i prati del Corno d’Aquilio, prima di iniziare la discesa dalla Valle della Liana verso Peri, permette di raggiungere un affaccio sulla Val d’Adige da cui è visibile, nel grandioso panorama del Baldo e del Lago di Garda, anche il santuario incastonato nella roccia della Madonna della Corona, meta dei pellegrini. Il sito ha anche uno straordinario valore naturalistico perché permette di individuare nei prati vicini due siti geologici tra i più importanti della Lessinia: la Spluga della Preta e la Grotta del Ciabattino. Anche dal punto di vista faunistico l’area è di grande interesse per la presenza di animali della montagna, cervi, caprioli, aquile. Su questi prati si stagliano gli antichi edifici di malga in alcuni dei quali, durante il periodo d’alpeggio, si producono ancora formaggi e ricotte. Tutti questi elementi fanno dell’affaccio sulla Valdadige, un sito particolarmente adatto per realizzare l’osservatorio dei pellegrini una piccola costruzione con duplice funzione: per i fedeli del Sentiero dei Pellegrini una stazione di sosta e meditazione, per i naturalisti un punto di avvistamento e osservazione della fauna di montagna, ma anche un luogo di eccellenza per chi è interessato più in generale al paesaggio.

Appendice Considerando l’osservatorio dei pellegrini come tappa terminale di un tratto specifico dell’intero “sentiero”, si può ritenere come omogeneo un percorso che ha inizio da Malga Lessinia (punto storico di sosta e ristoro) fino all’affaccio dal Corno d’Aquilio sulla Val d’Adige. Lungo questo segmento del “sentiero” si evidenziano numerosi siti di rilievo turistico, scientifico e culturale di alto interesse. 1. Malga Lessinia Ricavata dal riadattamento a baito-casara di una caserma ottocentesca, Malga Lessinia è il punto di sosta e ristoro più frequentato dei Pascoli Alti. Vi si pratica l’alpeggio estivo e vi si produce formaggio di malga con specifico punto di vendita e possibilità di visita del caseificio. Rilevante è l’edificio a lato del baito, una grande stalla della metà Novecento con grandiosi archi in pietra all’interno. Di importanza storica è inoltre il Ridotto del Pidocchio, il sistema di trincee ricavato durante la prima guerra mondiale, fra gli anfratti degli affioramenti rocciosi chiamati “città di roccia”, oggi restaurato e visitabile. 2. Malga di Camporetratto Complesso d’alpeggio formato da baito casara e stalla della prima metà dell’Ottocento. Di grande suggestione è l’interno dello “stallone” a due navate con struttura ad archi di pietra a sesto acuto. Nella casara vecchia si produce il formaggio di malga che viene distribuito in un punto vendita. 3. Malga Lavacchietto Confinante con Camporetratto risulta di particolare interesse per la tipologia degli edifici d’alpeggio: la casara settecentesca con archi a tutto sesto e il baito vecchio caratterizzato

da grandi lastre di pietra calcarea erette e conficcate nel terreno, unico esempio rimasto di una singolare struttura costruttiva diffusa in quest’area agli inizi del sec. XIX. 4. Malga Roccopiano Area con duplice interesse, naturalistico e paesaggistico, per la presenza delle originali formazioni rocciose “città di roccia” e significativa presenza floro-faunistico. Di rilevante interesse architettonico la stalla ottocentesca con sistema ad archi gotici con conci grandi, costruttivamente unico in Lessinia. 5. Malga Valbella Punto di ristoro lungo un tratto di strada militare particolarmente interessante dal punto di vista ingegneristico-costruttivo, tra il Bivio del Peocio e Passo Fittanze, la Valbella è composta di una interessante casara sette - ottocentesca il cui interno a grandi archi gotici è talvolta utilizzato per spettacoli e il vecchio baito adattato a trattoria 6. Passo Fittanze Punto di collegamento storico tra Veneto e Tirolo ha come focus di interesse due costruzioni parallele: la casara settecentesca con archi a tutto sesto e il baito ottocentesco con due diverse tipologie di archi. E’ punto di vendita di formaggi tipici. 7. Malga Fanta Dal Passo della Liana il Sentiero dei pellegrini scende verso la valle omonima fino a Fosse e alla Val d’Adige. Una breve deviazione ci porta verso il Corno d’Aquilio e Malga Fanta. L’antica casara settecentesca, cui è accorpato il baito di inizio Novecento, è rimasta integra e ospita oggi un punto di ristoro con vendita di formaggi di malga. Luogo panoramico e naturalistico di rilievo per la presenza di due siti particolarmente

importanti. 8. Grotta del Ciabattino Rilevante esempio del carsismo lessinico, la grotta è visitata sia per gli aspetti geologici sia per la particolare fauna delle cavità sotterranee. 9. Spluga della Preta Visibile solo nella enorme dolina imbutiforme che da accesso a uno degli abissi carsici più famosi, la Spluga della Preta è meta di spedizioni speleologiche da ogni parte del mondo. Presso la bocca recintata della cavità si trova Malga Pretta di Sotto che offre un punto vendita dei formaggi di malga. 10. Osservatorio dei Pellegrini Parte terminale della derivazione in alta quota del sentiero, a poche decine di metri dall’edificio di Malga Fanta è uno dei due siti di osservazione naturalistico, paesaggistico, religioso proposto per un’opera architettonica di alta qualità.


Ridotto Pidocchio

3

Malga Lavacchietto

Malga Roccopiano 4

Passo Fittanze 6 Malga Fanta 7

10 Osservatorio dei Pellegrini

CORNO D’AQUILIO

X

luoghi di interesse lungo il percorso. percorso originario dei Pellegrini percorso previsto dal progetto Osservatorio dei Pellegrini

0

500m

1000m

SCALA 1:25000 (1CM = 250M)

2000m

Spluga 9 della Preta

8 Grotta del Ciabattino

Preta di sotto

MONTE CORNETTO

5 Malga Valbella

Malga Camporetratto 2

1 Malga Lessinia


PASSO PERTICA 11

1 – Malga Lessinia, Stalla

1 – Malga Lessinia, Casara con formaggi

1 – Malga Lessinia, Ridotto del Pidocchio

PASSO MALERA

10 Malga Malera di sopra

3 – Malga Lavacchietto, Baito con lastre verticali

8

3 – Malga Lavacchietto, Casara con archi

Malga 4 Bagorno

5 – Malga Valbella, Casara

9

Malga 4 – Malga Roccopiano, città di roccia Malera di sotto Osservatorio Nido delle Aquile 6 Malga Grola

Malga 5 Porcarina

2 – Malga Camporetratto, Stalla con archi gotici

4 – Malga Roccopiano, Stalla con archi gotici

7

3 Malga Pigarolo

6 – Malga Fittanze, Baito

6 – Malga Fittanze, Casara

7 – Malga Fanta, Baito e Casara

Malga Parparo 2 di sotto

8 – Grotta del ciabattino

9 – Spluga della Preta

Malga Preta di sotto, Casara con formaggi Contrada 1 La Valle

Malga Preta di sotto, pozza d’acqua con ghiacciaia


Veduta dal limitare del prato, chiuso da muro a secco, del sito di interesse inserito nel percorso “Sentiero dei Pellegrini�, in lieve pendenza, da cui si scorgono le anse dell’Adige e il lago di Garda in lontananza, sotto Malga Fanta.




Percorso Orientale Nido delle Aquile

a sinistra: il sito di interesse inserito nel percorso “Nido delle aquile”, nel prato in lieve pendenza, affacciato a est sulla Valle di Revolto.

Sul versante orientale dei Pascoli alti corre una strada quasi in fregio all’orlo roccioso che strapiomba sulla parte terminale della Val D’Illasi. La strada collega un gruppo di malghe, dal Parparo al Malera. Sullo sfondo il gruppo maestoso del Carega chiude la Valle su cui si estende la foresta di Giazza. Nel corso di un secolo, da quando è sorta, la foresta è stata colonizzata dalle più importanti specie della fauna alpina: daini, cervi, caprioli, aquile e altri volatili di alta quota. In particolare sull’orlo roccioso che dai prati precipita sulla valle ha messo dimora la parte più pregiata e interessante di questi animali. La vista grandiosa a nord, verso le cime del Carega imbiancate di neve fino a maggio, e lo sguardo a sud dal fondo valle fino alla pianura, permettono di godere un paesaggio eccezionale. Un punto particolare, raggiungibile da un sentiero che si diparte dalla strada delle malghe, porta a un pianoro che affaccia sulle rocce strapiombanti verso valle. E’ un sito magico dove è possibile osservare daini saltare tra le rocce e aquile volteggiare sopra i pascoli per tornare tra le rocce dove hanno nidificato. Il luogo è particolarmente adatto per inserire il nido delle aquile, un riparo dei visitatori integrato con il paesaggio. L’intervento sarebbe concepito come una costruzione di piccola dimensione ma a alto tasso di qualità architettonica dove ospitare per la sosta e l’attesa i visitatori che percorrono la cornice orientale lessinica dal Parparo al Malera, per proseguire verso passo Pertica e il Carega. Lungo il percorso due rifugi, ricavati negli antichi baiti di malga Parparo e malga Malera di Sotto, costituiscono già oggi le tappe per il ristoro di un pubblico sensibilizzato.

Appendice Il secondo percorso “Nido delle Aquile”, oggetto della presente proposta, si articola lungo il ciglio orientale dell’altopiano lessinico nel tratto che strapiomba sulla Valle di Revolto. Quindi un tratto di un più lungo itinerario che partendo da Campo Silvano (contrada La Valle) giunge a Passo Pertica. Oltre che per l’alto interesse naturalistico - paesaggistico il tratto descritto si caratterizza per lo straordinario paesaggio antropico punteggiato dagli edifici di alpeggio e dai muretti divisori delle malghe.

5. Malga Porcarina Antica casara datata 1535 con muratura di blocchi rustici e baito ottocentesco accorpato. 6. Malga Grola Baito d’inizio ‘900. Il territorio della malga si affaccia a oriente sul ciglione roccioso che precipita sulla Valle di Revolto. Notevole l’affaccio sulla valle per contenuto paesaggistico e naturalistico.

1. Contrada La Valle Centro di informazione e promozione culturale della Lessinia nella contrada recentemente recuperata. Distribuzione materiali, mostra architettura ecc.

7. Osservatorio Nido delle Aquile Identificato come punto di osservazione per avvistamento daini, caprioli, aquile e in genere fauna di alta montagna, costituisce un sito di alto interesse da proporre per un progetto architettonico-paesaggistico di qualità.

2. Malga Parparo di Sotto Inizio dell’itinerario presso l’ampio parcheggio di Malga Parparo di Sotto. Punto di ristoro nel baito ottocentesco ristrutturato. Percorso in direzione Malga Parparo di Sopra.

8. Malga Malera di Sotto Punto di ristoro ricavato nel baito ottocentesco. Casara ottocentesca con archi in pietra a sesto acuto. Punto di connessione con il “sentiero dei pellegrini” proveniente da Passo Malera, verso San Giorgio – Podestaria.

3. Malga Pigarolo Casara seicentesca e baito ottocentesco dominano le “quattro malghe” e la conca centrale.

9. Malga Malera di Sopra Paesaggio d’alpeggio d’alta quota con baito d’inizio ‘900, interno ad archi gotici.

4. Malga Bagorno La prima delle quattro malghe (Bagorno, Pigarolo, Porcarina, Grola) che formano un paesaggio d’alpeggio di particolare valore antropico e naturalistico racchiuso in una conca prativa a pascolo. Rilevanti gli edifici: la casara ottocentesca con muratura arcaica di pietra e archi a tutto sesto all’interno; baito ottocentesco a grandi blocchi di pietra Rosso Ammonitico e archi gotici all’interno. Paesaggio arcaico con porcilaie.

10. Passo Malera Snodo di passaggio dai prati a pascolo della zona orientale più elevata dell’altopiano al versante scosceso e dirupato dell’alta Valle di Revolto. 11. Passo Pertica Stazione di partenza per l’escursione sul massiccio del Carega.


Ridotto Pidocchio

3

Malga Lavacchietto 1 – Contrada La Valle, recupero come Centro Culturale

2 – Malga Parparo

Le quattro malghe, paesaggio

Malga Camporetratto 2

1 Malga Lessinia

Le quattro malghe, paesaggio

Malga Roccopiano 4

Passo Fittanze 6

3 – Malga Pigarolo, Baito

4 – Malga Bagorno, Baito

Malga Fanta 7

10

Osservatorio dei Pellegrini

CORNO D’AQUILIO

Spluga 9 della Preta

8 Grotta del Ciabattino

5 Malga Valbella

4 – Malga Bagorno, interno della Casara MONTE CORNETTO

4 – Malga Bagorno, Casara

Preta di sotto

5 – Malga Porcarina, Casara

7 – Sito Osservatorio Nido delle Aquile

8 – Malga Malera di Sotto

9 – Malga Malera di Sopra

10 – Passo Malera

10 – Passo Malera

11 – Passo Pertica

Vista dal Rifugio Fraccaroli /Cima Carega


PASSO PERTICA 11

PASSO MALERA

10 Malga Malera di sopra

8

9

Malga Malera di sotto

6 Malga Grola

Malga 5 Porcarina

Malga 4 Bagorno

Osservatorio Nido delle Aquile 7

3 Malga Pigarolo

X

luoghi di interesse lungo il percorso. strada per Contrada La Valle / Velo Veronese passeggiata delle “quattro malghe� tra i prati percorso previsto dal progetto

Malga Parparo 2 di sotto

Contrada 1 La Valle

Nido delle Aquile 0

500m

1000m

SCALA 1:25000 (1CM = 250M)

2000m


Veduta dal ciglio del dirupo adiacente al prato individuato come sito per il percorso Nido delle Aquile. Uno sguardo verso la Valle di Revolto e pi첫 a sud verso la pianura.




a fronte: la Podestaria con le malghe Gasparine davanti e Cornesel.

5. Diffusione e divulgazione del progetto L’efficacia di un progetto si misura nella sua capacità di produrre effetti positivi nel tempo. Questo è strettamente collegato alla sua condivisione e alla sua visibilità nella società. La consapevolezza che il presente progetto debba costituire il punto di partenza per ulteriori iniziative di valorizzazione della Lessinia, rende necessaria la sua divulgazione come parte integrante del progetto stesso. I due percorsi, dei Pellegrini e del Nido delle Aquile devono infatti diventare il volano per ulteriori iniziative che sappiano sfruttare le potenzialità del territorio in termini di patrimonio culturale, naturale e umano. Per questo è necessario presentare il progetto e i suoi risultati in itinere ed ex-post a quanti più settori/interlocutori possibili della società presenti sul territorio. Questo significa dare corpo ad una serie di strumenti comunicativi diversificati capaci di veicolare il progetto sia ai diversi soggetti interessati alla valorizzazione e alla promozione della Lessinia (enti pubblici e privati, comparti produttivi esistenti, associazioni sul territorio, ordini professionali), sia ai destinatari del progetto (abitanti, visitatori e operatori culturali e turistici esterni). L’attività di divulgazione deve pertanto essere quanto più possibile varia e diversificata, e prevedere dunque: Eventi. L’organizzazione di mostre fotografiche sul progetto stesso, sul paesaggio, sull’architettura tradizionale di montagna e su quella contemporanea, è uno strumento flessibile per far conoscere il territorio veicolando gli obbiettivi del progetto e ampliando il bacino dei suoi potenziali utenti. La programmazione di convegni consente invece di proporre un momento di discussione interdisciplinare, capace di aprire un dibattito interdisciplinare tra i diversi soggetti coinvolti nella

trasformazione del territorio e quelli interessati alla sua valorizzazione. Strumenti e mezzi d’informazione. L’utilizzo di mezzi di informazione, quali la stampa, la televisione, i social network, siti web e video, consentono di ottenere un’informazione capillare e diversificata dei soggetti a cui è destinato il progetto. I livelli di comunicazione sono infatti differenti e rispecchiano i diversi interessi nel territorio: dal turismo culturale e religioso a quello naturalistico e sportivo ed enogastronomico, dagli abitanti ai visitatori, dagli enti pubblici a livello comunale fino alla Regione.



Kengo Kuma

a fronte: alcune realizzazioni dello studio Kuma. Come valido inserimento di opere “meditative” in paesaggi naturali.

è tra i più importanti e significativi architetti giapponesi contemporanei. La sua fama e l’interesse per il suo lavoro hanno fatto sì che venisse invitato a tenere una lectio magistralis a Verona, presso il Museo di Castelvecchio, nel mese di maggio 2014. In quell’occasione l’architetto giapponese, con la complicità e la guida di Vincenzo Pavan, ha potuto avventurarsi in un prima ricognizione dei Monti Lessini, sulle tracce di quella materia prima, la pietra, che connota l’architettura del luogo. Pur nella sommarietà di una breve visita, gli elementi tipici della Lessinia di pietra e della sua cultura materiale hanno profondamente colpito Kuma, il cui occhio indagatore si è posato con curiosità intellettuale su stalle e fienili, baiti e casare, malghe e ghiacciaie, e sui loro elementi costruttivi. Una fascinazione silenziosa, quella dell’architetto giapponese, avvezzo ai paesaggi montani di cui il suo paese d’origine è ricco, capace di cogliere l’essenza di un linguaggio anonimo, quello rappresentato dal paesaggio costruito della Lessinia, per poterne interpretare gli elementi in una personale declinazione. In occasione di un nuovo viaggio in Italia dopo un anno, a maggio 2015, Kuma ha voluto tornare sul posto per approfondire la conoscenza del luogo. È davvero preziosa l’empatia con i monti Lessini da parte di un personaggio di respiro internazionale, impegnato con il suo lavoro in tutto il mondo. Kuma elabora le proprie architetture dalla trasformazione creativa in senso poetico dei materiali, connessa alle caratteristiche costruttive intrinseche e agli insegnamenti della tradizione giapponese. In particolare le sue opere in pietra, elemento costruttivo che più di altri richiama la massività e la gravità, comunicano attraverso un processo di smaterializzazione un’idea di leggerezza affine agli origami. La filosofia che sta alla base del suo operare tende a produrre un’architettura che stabilisce

relazioni tra spazi, luce, forme e materia quasi a dissolversi nel paesaggio. Lo studio del luogo è per lui fondamentale allo scopo di integrare l’opera nel suo contesto, affinché non ne turbi l’equilibrio ma ne risulti una naturale derivazione costruita dalla mano dell’uomo. Nato nel 1954 a Kanagawa e laureato in architettura a Tokyo, dove dal 2001 è professore presso la Keio University, l’architetto giapponese fonda nel 1990 lo studio Kengo Kuma & Associates, al quale si affianca dal 2008 Kuma & Associates Europa con sede a Parigi. Già insignito a Verona dell’International Award Architecture in Stone di Marmomacc per l’opera Stone Museum di Tochigi, in Italia portano la firma di Kuma la Casalgrande Ceramic Cloud, nuova porta del distretto industriale di Casalgrande (Reggio Emilia) che sperimenta il materiale ceramico in forma strutturale, e il progetto della Stazione internazionale di Susa.


Studio preliminare – Luglio 2015 A cura di: LABORATORIO ARCHITETTURA NATURA Architetti: Vincenzo Pavan Alberto Vignolo Federico Padovani Angelo Bertolazzi Federica Guerra Marco Marogna pavan.archit@tiscali.it


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