Tamburello: Notizie e curiosità

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Conferenza Stampa 14 marzo 2012

Federazione Italiana Palla Tamburello

Notizie e curiosità 1831 Singolare disfida di tamburello il 15 luglio Dal Diario “Miscelanea Veritas” di Francesco Procaccini, un signorotto di campagna che annotò tutti i fatti e fatterelli che accadevano a Montenovo (attuale Ostra Vetere di Ancona) nel secondo ventennio dell’Ottocento. Nella sua cronaca si trovano notizie sul gioco del pallone col bracciale ma anche una singolare partita di palla tamburello disputata il 15 luglio 1831.

15 Luglio 1831 “... Circa l'ore 22, vi è stata disfida del Giuoco della Palla a Tamburello al Borgo trà li Sig.i Anto.o Innocenzj, e Diego Lozzi (ora qui) alli trè giuochi, di scomessa libre sette sfoglie a godere. In succinto dirrò. Innocenzj dopo trè Anni circa di profonda ipocondria solitaria, riautosi circa sei giorni, oggi ha giuocato, ed ha fatto una sollenne caduta, ma nulla si fece di male; Lozzj poi vi era di bello assai il vestiario, con Fascia alla Pancia, gran fiocchi alla bracci e faraglioletto. Circa Minuti 12: durò q.to divertimento facendo entrambi quasi tutti Falli di battuta, e mai toccarono la Palla di ribattuta. Restò vincitore Innocenzj. Età di questi Due Giocatori Anni 63: a Testa, veri ragazzi.".


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NOTIZIE E CURIOSITA’

1856 Castellaro Lagusello (MN): i diktat del Reverendo Parroco e il buon senso della Pubblica Amministrazione Copia documento originale

Monzambano Polizia n. 3443 Volta lì 9 agosto 1856 Alla Imperiale Regia Delegazione Provinciale

Mantova

Muove lamento il Reverendo Parroco di Castellaro contro l’uso del gioco della palla con il tamburino che si tiene sulla Piazza pubblica dai giovani di quella frazione, comunicando, nel suo foglio 8 andante che si rassegna, i disordini che ne derivano anche a danno del Culto, chiedendo che sia vietato il gioco nei giorni festivi anche dopo le sacre funzioni vespertine. Poiché la scrivente non conosce disposizioni superiori che vietino tali giochi sulla pubblica Piazza nelle ore fuori dei divini Uffici e perché non richiedendosi alcun apparto non può esserne impedito il libero passaggio, sarebbe trattenuta dall’assecondarne la domanda del Parroco nella vista di non distogliere da un innocente passatempo la gioventù di quella frazione che altrimenti passerebbe le ultime ore dei dì festivi nell’osteria, nelle vendite di liquori od in altri giochi meno onesti. Per tali riflessi, anziché prenderne alcuna disposizione esecutiva sulla domanda del Parroco di Castellaro ama sottoporla alle savie determinazioni di codesto Magistrato non omettendo di subordinarne che frattanto la scrivente diede alla Gendarmeria opportuni ordini perché durante il tempo dei Divini Uffici si ......... quei frazionisti.

1877 Incontro dimostrativo di Tamburello a New York il 23 luglio: giocatori di Tamburello contro giocatori di Racchetta (Tennis) Salpata dall’Italia con belle speranze, con sogni di gloria e di …cassetta, la compagnia di giocatori di pallone col bracciale toscani e romagnoli - una sorta di nazionale di atleti professionisti - non avrebbe mai immaginato una stagione sfortunata e fallimentare come quella iniziata il 6 giugno 1877 a New York.


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Ingaggiati da Cesare Orsini, un italiano residente nella Grande Mela, i giocatori, diretti da Antonio Maestrelli, un campionissimo della metà del secolo, rimasero delusi, fin dalla prima uscita sul campo di gioco realizzato tra la 16esima Strada, l’incrocio della Quarta e Madison Avenue, dall’ indifferenza degli americani per il pallone. In verità, qualche incontro aveva richiamato un discreto pubblico, ma composto prevalentemente dai cosiddetti “portoghesi” che, invece di entrare nel recinto del campo di gioco e pagare il biglietto d’ingresso, assistevano al gioco affacciati alle finestre o seduti sui muretti delle abitazioni. Per aiutare i giocatori, si pensò quindi di organizzare uno spettacolo di beneficenza consistente in una partita “sui generis”: quattro giocatori di pallone con il tamburello e precisamente Bazzanti, Baroni e fratelli Maestrelli, Egidio e Damaso, avrebbero sfidato altrettanti campioni di racchetta (tennis), i fratelli MacQuade e i fratelli Casey . Il giorno della sfida, il 20 luglio, piovve e, pertanto, fu concordato di rinviarla al 23 dello stesso mese. Quel giorno, poco prima dell’atteso confronto, un’altra tegola cadde sulla testa degli sfortunati organizzatori: un telegramma di B. McQuade li informava che, causa malattia, non avrebbe partecipato alla sfida e di conseguenza anche gli altri racchettari. “Per non deludere i presenti, James Keating, il campione di racchetta inglese” e John Lenihan, un noto amatore della racchetta newyorchese, accettarono di misurarsi contro Morfeo Bazzanti ed Egidio Maestrelli. Il quotidiano The New York Times così commentò la singolare sfida il giorno seguente: “L’attrezzo [tamburello] usato dagli italiani essendo molto elastico, ha permesso loro di lanciare la palla più lontano rispetto ai loro avversari, avendo di conseguenza un certo vantaggio durante la partita. Due riprese da 7 punti ciascuno sono stati giocate, ed entrambe vinte dai giocatori di pallone col tamburello. Il punteggio nel primo gioco è stato di 4 a 3, e nel secondo di 5 a 2. Una volta finita la partita Linihan e Keating hanno fatto un po’ di pratica con il tamburello contro i loro avversari”.

1896 Il Concorso Ginnico di Treviso dalla Gazzetta dello Sport (il ciclista e la tripletta) del 14 settembre

Giuochi - Premiazioni Palestra Marziale di Venezia: Medaglia grande d’argento pel giuoco delle bandiere e corona di quercia per la palla vibrata. Udine: medaglia argento media per il tamburello e corona di quercia (oltre il campionato) per il calcio. Ferrara: dure corone d’alloro per la palla vibrata e per il calcio. Istituto Torazza: medaglia grande d’argento per il calcio, medaglia di bronzo per la corsa volteggio di gara, medaglia media d’argento per la palla vibrata. Padova: medaglia grande d’argento per la palla vibrata. Premi speciali d’incoraggiamento per numero e distanza: 1° Società Ginnastica di Udine - 2° Palestra Marziale di Venezia - Società di Ferrara. 1896 - La squadra dell’Udinese, vincitrice del primo scudetto di calcio


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NOTIZIE E CURIOSITA’

1921 - 1923 La Giocatrice di Tamburello di Michelangelo Monti (1923) e la squadra tedesca femminile di tamburello di Kreismeister (1921)

Michelangelo Monti, Giocatrice di Tamburello, 1923, bronzo


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1931 Pietro Mascagni e il Tamburello Il musicista giocava volentieri a biliardo (in ogni sua abitazione era d’obbligo) ed appena poteva, soprattutto nella villa di Livorno, disputava giornalmente una partita di tamburello (la figlia era sempre tra le sue vittime preferite).


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NOTIZIE E CURIOSITA’

1947 Adolfo Consolini battitore di Tamburello “Era nato a Costermano, un piccolo paese della provincia di Verona, il 5 gennaio 1917. Ultimo di cinque figli di contadini, cadde da cavallo e si ruppe il braccio destro. Ma lui reagì, scelse il tamburello per rinforzare l’arto e tirava sventole, in particolare come battitore, da far paura. Lo notò il Maresciallo della Finanza Carlo Bovi, che lo portò nel mondo dell’atletica. Nel 1938 era già in Nazionale e fu quinto agli europei. Nel 1948, a Londra, in occasione delle Olimpiadi conquistò l’oro. Quattro anni dopo, ad Helsinki, fu argento”.

“Pepu e Dolfo L’esemplare amicizia fra i due famosi discoboli Adolfo Consolini e Giuseppe Tosi. Gianni Brera su La Gazzetta dello Sport del 20 ottobre 1947: “Borgo Ticino 19. Questo paese ha 1600 anime, l’onore di aver dato i natali a Beppone Tosi che qui è chiamato Pepu, e un campo sportivo nuovo, novissimo. Il campo sportivo è stato inaugurato oggi dal parroco in un latino di stile classico alla San Girolamo, che l’altoparlante rendeva più attuale e dinamico. E’ una spianata sterposa e molto elastica: sotto, gli strati ghiaiosi del padre Ticino; intorno, 1600 anime per la maggior parte candide, dunque buone e generose, dunque sportive al cento per cento. Guido Ballerini (1), apostolo paziente, ha segnato la pista su questo campo sterposo. Hanno erudito i borgoticinesi sui misteri dell’atletica l’immancabile Tonino Siddi, amorosamente assistito dal buon Donati; i gallaratesi Moretti, Piotti, Tonelli, Mira, Lombardi e Gelati; i milanesi Gabbiazzi e Mondani. Risultati 80, 400 e lungo a Siddi, alto a Gabbiazzi. Poi i due giganti del disco, rinforzati da Antonio Kenk. Consolini è molto piaciuto ai borgoticinesi “perché ‘l tirava dritt”. I borgoticinesi sono ottimi tecnici in potenza; hanno capito che per tirare diritto bisogna chiudere bene. Tosi non ha avuto oggi questa virtù. La kermesse è finita in gloria con le sparate titaniche, ma non sempre felici, dei due omaccioni: Consolini 50.45, Tosi 49.50, Kenk 41.50. niente di tecnicamente serio, ha detto Ballerini, in ogni modo buona propaganda”.


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(1) Immagini delle due amichevoli riunioni di atletica disputatesi a Costermano il 12 ottobre 1947 e a Borgo Ticino il 19 ottobre 1947, e imperniate sul confronto Consolini-Tosi. A fare da cornice a queste liete ore di sano divertimento mascherate da evento agonistico, anche incontri di tamburello, partenze di gare a... pallettoni da doppietta, atmosfera paesana e... tanto appetito.

1948 Aldo Ballarin ed il suo amore per il Tamburello La foto qui riprodotta ritrae il calciatore Aldo Ballarin, terzino destro della Nazionale di calcio e del grande Torino, morto nel disastro di Superga. Ballarin è fotografato sulla spiaggia di Sottomarina Lido nell’estate del 1948. Gli è accanto il figlio Antonio, che tiene stretta in mano una pallina. Molte persone, a Chioggia, ricordano con simpatia e nostalgia il famoso e popolare calciatore mentre insegnava ai bambini, oltre che i fondamentali del calcio, anche le prime rudimentali posizioni del tamburello. Il Prof. Angelo Ciscenti rammenta perfettamente, aveva nel 1948 nove anni, che il Ballarin gli insegnava l’impugnatura del tamburello, il lancio della pallina, il colpo teso ed il colpo alto. A quei tempi si giocava senza alcuna regola e per lo più in spiaggia; ci si metteva uno di fronte all’altro, o al massimo due a due, per palleggiare da distanza ravvicinata per i principianti, a distanze sempre maggiori per i più esperti, sino a lunghissime distanze per i più bravi, come appunto il Ballarin.


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NOTIZIE E CURIOSITA’

1952 - 1954 Giocando a Tamburello per mantenere la forma l’Inter vinse gli scudetti 1953 e 1954 La testimonianza di Maino Neri (da L’Adige di Trento - giugno 1983) “Di quell’attrezzo in pelle e delle palline rosse federali serbo un ottimo ricordo: era stato l’allenatore Alfredo Foni ad imporci l’uso. Noi giocatori dell’Inter ci allenavamo tutti i giorni all’Arena, mentre solo il Milan entrava a S. Siro e, dopo una preparazione densa di fondo ed esercizi ginnici che perdurava fino a tutto il mese di febbraio e con la quale acquisivamo una forma perfetta, il problema di ogni squadra era poi quello di mantenerla. Perciò da marzo fino al termine del campionato compivamo una sola seduta specifica di calcio alla settimana, il giovedì, mentre tutti gli altri giorni si giocava a pallavolo e tamburello. Gli amici più affezionati al tamburello erano anzitutto lo stesso allenatore Foni, poi il sottoscritto, quindi Ghezzi, Giovannini, Blason, Fattori e Padulazzi. In quel periodo vincemmo due scudetti nel 1953 e 1954. Il tamburello certamente rafforza i muscoli delle gambe e braccia ed aumenta la concentrazione. Infatti a noi Foni suggeriva di colpire la palla sempre al volo per accostare il movimento armonico della persona alla concentrazione tipica del rilanciare la sfera in quel particolare e specifico attimo. Ricordo tuttavia che ancora quando giocavo nel mio Modena nel 1948-49 l’allenatore Marini fra gli esercizi così detti di completamento, ci aveva introdotto il tamburello. Ma certamente con una cadenza superficiale rispetto a quella dell’Inter nel periodi di Foni, dove giocavamo per delle ore, magari per quattro giorni alla settimana, risultando io modestamente il più bravo”.

1955 Lo Sferisterio Alhambra di Firenze

Lo Sferisterio al “chiuso” in due foto degli anni Trenta. Costruito tra le due guerre, aveva l’ingresso da Via Borgo la Croce n. 5 e fu demolito nel 1961 assieme al Teatro all’aperto dell’Alhambra.


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1980 Fausto Bettinazzi, di Mantova, consegna il suo tamburello a Papa Giovanni Paolo II in occasione dei Giochi della Gioventù 1990 Damiano Tommasi. La mia passione per il Tamburello “In famiglia si respirava aria di Sport. Il tamburello è il più vissuto, vista l’attività agonistica di papà. Il tempo che trascorro lontano da Vaggimal è sempre di più e questo non fa che aumentare il mio amore per quei luoghi. Scuola e calcio non lasciano spazio allo sci e al tamburello , che ho dovuto abbandonare… temporaneamente. Tornerò a praticare questi sport non appena cambierò lavoro!”.


1997 Il Saluto del Presidente del CONI Mario Pescante alla XXXII^ Assemblea della FIPT “Ho scoperto così che avete 100 anni: è una cosa che mi ha sbalordito, ma nello stesso tempo il piacere è stato grandissimo e Vi dirò anche perché. Innanzitutto perché mi da modo di rendere omaggio a questo Vostro Sport, che ha cento ani di attività agonistica ufficiale, cento anni come le Olimpiadi, dieci più del CONI. E’ stato quindi con grande meraviglia che ho preso atto di questo dato e volevo di persona portare l’omaggio dello Sport Italiano alla Vostra storia, esprimendo il riconoscimento a questa federazione, a chi la dirige, al Consiglio, a tutta la dirigenza di base oltre che di vertice, per i grandi progressi fatti. Io non so quante federazioni possano essere prese ad esempio: ebbene, quando si parla di esempi le dimensioni non servono, l’esempio è a volte la bandiera, una immagine. Ebbene, devo dire con molta onestà, che la vostra Federazione, con le sue migliaia di tesserati, con le sue poche centinaia di società, è un grandissimo esempio. La vostra Federazione, con i suoi dodicimila praticanti, con i suoi dirigenti, la sua storia, il suo passato, il suo presente, rappresenta un esempio bello, una immagine dignitosa, uno specchio al quale guardare per continuare in questo nostro impegno, per far si che lo sport italiano resti quello che soprattutto era nel passato, pur con delle modifiche, che dovranno esserci perché andiamo verso il 2000. Ci dobbiamo muovere sempre nel rispetto degli ideali, della passione, dell’impegno che nello sport i dirigenti sportivi in genere mettono e soprattutto mettete Voi, Voi dirigenti di società, Voi dirigenti di vertice, Voi dirigenti tutti del mondo del tamburello…”.


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