Respice di marzo 2016

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...dal 1955

Eco del Santuario delle Grazie Piove di Sacco (Pd)

“POSTE ITALIANE SPA – SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE – D.L.353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1. COMMA 2, NE PD”

Il perdono. Come Raggio. Partecipare allo SPRAR. Uova Pasquali. Riflessioni sulla parola di Via di Marzo. Maria nel protovangelo di Giacomo.

Anno LXII -02

Marzo 2016


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SOMMARIO

ECO DEL SANTUARIO DELLE GRAZIE PERIODICO DI CULTURA E DEVOZIONE MARIANA Anno LXII - n. 02 Marzo 2016

Il Perdono (Don Battista) III° Come Raggio (Carla Tiengo) III° -------------------------------------------------------------------------------Partecipare allo S.P.R.A.R. (Don Giorgio De Checchi) IV-V° Dare corrisponde ad amare! (Don Franco Callegari) Ahmed verso Lampedusa (Susanna Zancanaro) -------------------------------------------------------------------------------Uova Pasquali (Carla Tiengo) VI° --------------------------------------------------------------------------------

Pagine centrali a cura ed. Paoline

-------------------------------------------------------------------------------Riflessioni sulla parola di vita di Marzo 2016 (Luisa) VII° -------------------------------------------------------------------------------Maria nel protovangelo di Giacomo (Sante Rodella) VIII-IX° -------------------------------------------------------------------------------Cronache in Santuario Ci siamo Sentiti un’unica famiglia (Massimo Durello) X° Archivio Fotografico del Santuario (Davide Doardo)

S.MESSA:

Orario delle celebrazioni in Santuario

La Madonna delle Grazie del Bellini (1430-1516) - Particolare

Direzione e Amministrazione: SANTUARIO DELLE GRAZIE Piove di Sacco (Padova) C.C.P. 92805332 Telefono 049 5840327

• ogni giorno prima delle S. Messe • ogni domenica ore 15.30 prima della S.Messa delle ore 16 • durante il mese di Maggio ogni sera alle ore 20.30 eccetto sabato e domenica

CONFESSIONI

(in Cappellina) • ogni giorno mezz’ora prima e dopo la S. Messa • al sabato mattina e pomeriggio • alla domenica mezz’ora prima della S. Messa • in altri momenti della giornata richiedendo al Sacerdote

www.madonnadellegraziepiovedisacco.it OFFERTE PER ABBONAMENTO:

Una copia Arretrati

€ 20,00 € 30,00 € 35,00

€ 2,00 € 2,50

Direttore: Don Battista Crivellaro

Direttore Responsabile Don Gino Brunello

Autorizzazione Trib. PD n. 188 del 7/7/1960

S.Messa in diretta su internet www.madonnadellegraziepiovedisacco.it tutte le domeniche ore 9,30 - 11,00 Finito di stampare in Piove di Sacco il 20.03.2016

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Giorni festivi 7.30 - 9.30 - 11 - 16 Festiva al sabato ore 18 (17 inv.) Giorni feriali ore 17 (16 inv.) Al giovedì ore 20.30

S. ROSARIO

mail: scrivi@madonnadellegraziepiovedisacco.it D’amicizia Sostenitore Estero

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Affezionati lettori, Vi ricordiamo che con ottobre si è aperta la campagna abbonamenti per Respice Stellam relativa all’anno 2016. Vi ricordiamo che l’abbonamento comprende 10 numeri della rivista dal 1 gennaio 2016 al 31 dicembre 2016. Per il rinnovo C.p.p. 92805332 oppure rivolgendosi al Santuario Tel.049 5840327 Don Battista La redazione


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Il Perdono

Se io scompongo questa parola e

aggiungo alla prima parte la preposizione ‘su’, ottengo non il significato della parola, ma il valore che ha la rinuncia al risentimento e alla vendetta: SU.PER.DONO. E’ un dono superlativo, è il più grande dono a chi mi ha offeso, o ha sbagliato in qualche modo nei miei confronti; un dono che nasce da me e solo da me, dalla mia convinzione, dalla mia fede, dal mio cuore. Non lo cerco in negozio come fosse fatto da un altro, messo in vendita, acquistato, imbellettato, fatto mio, pronto per essere consegnato, no! Lo confeziono io, non con le mani, ma con la volontà, consapevole che diventa una liberazione per chi ha sbagliato e per me colpito. Il perdono di Dio è proprio questo:

Dio non si sente indotto a ricambiare il male con il male, Dio è libero, non è condizionato dall’ onore, da una considerazione nobile di sé, non intende farsi giustizia ricambiando con la stessa ‘moneta’, né vuole avvalersi della legge del più forte. Non fa finta di nulla, non resta indifferente: sente di non essere stato corrisposto, e continua ad amare.

ggio a R e m o C

Tuona adirata e s’abbuia la volta per nascondere lo scempio voluto da mani crudeli: con chiodi si avventarono su corpo innocente. Un rivolo di dolore e perdono scende dal costato ferito inondando di grazia il creato. Fanno rumore le ore

Dio è libero, fa sorgere il sole sopra i buoni e sopra i malvagi. Egli non vuole ostacoli nel suo amore, si vendica amando, è attratto dal male perché è l’occasione per amare fino in fondo Don Giovanni Battista

del fatale giorno gridano all’offesa, gemono affidando l’ultimo Suo respiro al Padre. Trema la terra nel celare con pietra il sepolcro e piange la Madre il Figlio perduto all’alba del domani come raggio lucente lo ritroverà Risorto. Carla Tiengo 3


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Partecipare allo (SPRAR)

Da qualche tempo anche a Piove di

Sacco ci si sta interpellando e le parrocchie, accogliendo la provocazione di papa Francesco, si sono mosse. Dopo aver coinvolto i rispettivi Consigli Pastorali hanno convocato le associazioni del territorio e l’Amministrazione Comunale ad un tavolo di confronto e di analisi delle possibili risposte. Piace pensare che anche grazie alla nostra determinazione e alla nostra manifestazione di disponibilità l’Amministrazione Comunale abbia deciso di partecipare al programma Sprar. Il Sistema di protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) è il servizio predisposto dal Governo, tramite il Ministero dell’Interno, per gestire il periodo necessario per la integrazione inclusione del rifugiato o richiedente asilo nel nostro Paese. Non riguarda dunque la cosiddetta prima accoglienza (gli immigrati sui ‘barconi’, per intenderci). Lo Sprar risponde a precisi requisiti di legge che si rifanno a sistemi internazionali; riguarda gli stranieri extracomunitari ai quali è riconosciuto, su una rigorosa istruttoria, lo status di rifugiato o richiedente asilo. Il Comune di Piove di Sacco, in accordo con i Comune di Bagnoli di Sopra, Ponte San Nicolò e Rubano, ha partecipato al bando nazionale per ottenere i necessari previsti 4

Cosa si sta facendo da noi per coloro che scappano dalle loro terre? finanziamenti per la accoglienza integrazione: per socializzare con rifugiati/richiedenti asilo, da ospitare queste persone, aiutarle a nei quattro territori. impratichirsi con la lingua italiana, Una volta che il Ministero abbia coinvolgerle in attività di animazione accolto la proposta e finanziato il sportiva, culturale e ricreativa, progetto (su base biennale), la prospettare qualche sbocco gestione della ospitalità – alloggio, lavorativo, per trasformare la vitto, vestiario, supporto permanenza delle “persone ospiti” in amministrativo eccetera – deve opportunità di vera accoglienza. essere affidata ad operatori qualificati Alcune definizioni utili: nel settore, che per lo più sono Rifugiato: soggetto che “temendo a cooperative. ragione di essere perseguitato per Tali cooperative, per potersi proporre, motivi di razza, religione, nazionalità, devono rispondere a rigorosi requisiti appartenenza a un determinato di ‘accreditamento’. L’azione di gruppo sociale o opinioni politiche, si accoglienza di questo operatore, trova fuori del paese di cui ha la definito ‘soggetto attuatore’, è sotto la cittadinanza, e non può o non vuole, supervisione e controllo dei Comuni. a causa di tale timore, avvalersi della Cosa sarà quindi chiesto, in tale protezione di tale paese” (art. 1 scenario alle comunità cristiane e ai Convenzione di Ginevra relativa allo singoli territori? status dei rifugiati, firmata nel 1951, Sarà richiesto di adoperarsi per ratificata da 145 stati membri delle supportare il soggetto attuatore (la Nazioni Unite; l’Italia vi ha aderito nel cooperativa che gestirà l’accoglienza) 1954). nella attività tipiche di inclusione Richiedente asilo: persona che,


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avendo lasciato il proprio paese, chiede il riconoscimento dello status di rifugiato o altre forme di protezione internazionale. Fino a quando non viene presa una decisione definitiva dalle autorità competenti di quel paese (in Italia è la Commissione centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato), la persona è

un richiedente asilo e ha diritto di soggiornare regolarmente nel paese, anche se è arrivato senza documenti d’identità o in maniera irregolare.

e il verbo dare diventa DARSI. Dare noi stessi, il nostro tempo, far sentire il nostro affetto : è Gesù che accogliamo, è il suo amore che vogliamo trasmettere. Stiamo collaborando per realizzare il Sogno di Dio. e’ un momento storico importante…è Dio che sta aspettando da parte di tutti per formare con l’umanità una sola famiglia. A Dio tutto è possibile e Lui è contento nel vederci con questo ideale nel cuore. Tutti dobbiamo mettere la nostra parte, allora può diventare possibile anche per noi essere già una sola famiglia con tutti coloro che sono i nostri cari, i nostri concittadini con tutti coloro che ogni giorno

incontriamo. “godendo con chi gode e soffrendo con chi soffre”! Abbiamo un Padre, ma in questa nuova famiglia abbiamo anche una Madre, ed è Maria. E’ bello sapere che fa parte della nostra umanità e che è stata Lei a darci il Figlio Gesù rendendolo partecipe di ogni nostro atto.. E’ Lui l’amore e le sue parole continua a dircele : chiamandoci ad amare tutti. Cominciamo da adesso, da oggi…e faremo cose grandi con l’aiuto di Maria. Da soli non combineremo nulla Sulle tue parole getterò le reti.

disagi che hanno intaccato anche la mia dignità, una traversata nel terrore prima di giungere all'approdo sperato della tua isola, Lampedusa. E quanti hanno perso la vita, sfiniti, annegati, dispersi, dimenticati! Ora io sono qui, i miei piedi toccano il tuo suolo accogliente e benedicente per il mio anelito alla libertà ma adesso temerò per sempre il mare.

Fratello, cosa vedi nei miei occhi? Mi chiedi il mio nome e lo balbetto a bassa voce, "Ahmed", perché l'ho quasi dimenticato. Mi dai acqua, un pasto, una coperta, un guanciale per posare la mia testa, e l'anima mia inizia nuovamente a respirare e dovrò ritrovare anche la forza e coraggio per ricominciare.

Don Giorgio De Checchi

AMARE d a e d n o p is r r o c DARE !

E che cosa dobbiamo dare a tanti

fratelli e sorelle che giungono da noi se non dare Accoglienza? Tutti sappiamo cosa vuol dire ! Da una parte costa fatica, ma poi prevale la gioia. Sono tutti fratelli che Dio Padre vuole mettere nelle nostre mani;

Ahmed verso Lampedusa

Sono partito soltanto con i miei

piedi e le mie mani, con la mia anima lacerata, pagando il prezzo, per terre lontane, paesi meno ostili, lidi più ospitali. Sono partito, uomo, donna, come te soltanto con la mia vita con la mia storia sacra e in cuore una speranza disperata. Ho affrontato, con altri, il mare, la morte su imbarcazioni che cadevano a pezzi, l'uno accanto all'altro, ammassati con

Don Franco Callegari

Susanna Zancanaro

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Uova Pasquali Molte persone si sono

spesso domandate: perché le uova sono l’immagine del periodo di Pasqua e perché le mangiamo di cioccolato? Secondo varie teorie, che risalgono già prima del cristianesimo, l’uovo simboleggiava la rinascita della natura nel passaggio dall’inverno alla primavera e veniva considerato come un simbolo propiziatorio.

Dopo il periodo della riflessione e

della penitenza si abbandona quel deserto creato in preparazione alla Santa Pasqua. Risorge Nostro Signore e si sveglia anche la natura precisa ogni anno in prossimità di questa Festa . Esiste un proverbio che recita “Voja o no voja Pasqua vien co eà foja” Sui rami delle piante, che ora germogliano per poi elargire i loro frutti, e tra le messi, che matureranno ai raggi del sole, spuntano nidi con uova di qualsiasi specie.

Uovo:

simbolo della Pasqua, infatti il suo guscio è come una piccola urna includente un disegno di vita ed è 6

Ma è dopo l’avvento del Cristianesimo che l’uovo acquista sacralità e simboleggia il ciclo di vita che si rinnova ed è i rappresentativo

della resurrezione e della vita che continua anche dopo la morte.

paragonabile al sepolcro dal quale il Cristo rinasce. L’usanza di tingerle di rosso deriva dal colore della Passione. Un tempo venivano benedette e poi offerte per buon auspicio. I primi ad

per abbellirle, mentre diversi materiali si prestano per modellarne di artificiali e nell’ultimo secolo appaiono quelle di cioccolato per la golosità di grandi e piccini. Il primo uovo decorato si attribuisce all’orafo Peter Carl Fabergé, nel 1883 ne produsse uno, commissionato dallo zar Alessandro III per la moglie Marija, in platino smaltato di bianco con all’interno un altro uovo d’oro contenente una copia della corona imperiale e un pulcino dorato, da qui l’uso della sorpresa dentro l’uovo. Che siano vere, di cioccolato o di qualsiasi altra sostanza a Pasqua nelle nostre case e soprattutto sulle tavole compaiono per continuare questa remota, gustosa tradizione. Carla Tiengo

UOVO DI FABERgé

adottare l’abitudine di donare uova nei giorni Pasquali si dice fossero gli antichi Persiani come riconoscenza verso i servitori. Col tempo si sono ideati vari modi

Federico Meneghello


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Silvia, questo è il nome di

Riflessioni sulla Parola di Vita di Marzo 2016

Per aiutarci a vivere questa parola

di vita, Fabio Ciardi ci ricorda una frase con la quale Chiara Lubich, nel mese di marzo di 25 anni fa, affidava il suo sogno a migliaia di giovani: «Rendere il mondo migliore, quasi una sola famiglia, quasi appartenente a un’unica patria, a un mondo solidale, anzi a un mondo unito». Questo sogno di Chiara è un invito anche per noi, un invito a non lasciarlo rimanere un’utopia, ma a realizzarlo vivendo l’amore reciproco nella certezza che così facendo avremo fra noi «Cristo stesso, l’Onnipotente. E ogni cosa potremo sperare da lui». Sì, è Lui il regno di Dio. Chiara Lubich diceva ancora ai giovani: «sarà Lui stesso che opererà con voi nei vostri Paesi, perché Lui tornerà in un certo modo nel mondo, in tutti i luoghi in cui vi trovate, reso presente dal vostro reciproco amore, dalla vostra unità. E lui vi illuminerà su tutto il daffare, vi guiderà, vi sosterrà, sarà la vostra forza, il vostro ardore, la vostra

gioia. Per Lui il mondo attorno a voi, si convertirà alla concordia, ogni divisione si suturerà. (…) Amore, dunque, fra voi ed amore seminato in molti angoli della terra fra i singoli, fra i gruppi, fra nazioni, con tutti i mezzi, perché sia realtà l’invasione d’amore, di cui ogni tanto parliamo, e prenda consistenza, anche per il vostro contributo, la civiltà dell’amore che tutti attendiamo. A questo siete chiamati. E vedrete cose grandi» . Con queste parole faceva capire a loro e a noi quale compito abbiamo nel mondo. Anche quando a volte ci sembra che il male abbia il sopravvento e ci sentiamo impotenti ricordiamoci quello che Gesù ci ha annunciato: “È giunto a voi il regno di Dio”, “Il regno di Dio è in mezzo voi!” (Lc 17, 21). Ricordiamoci che ognuno di noi è chiamato, con la forza dell’amore reciproco a dare il suo contributo. Ricordiamoci che nostro compito è fare in modo che Egli sia sempre tra noi. Luisa

battesimo di Chiara Lubich, nasce il 22 gennaio 1920 a Trento, muore il 14 marzo 2008 a Rocca di Papa, attorniata dalla sua gente . Nel 1943, ormai ventitreenne, mentre si reca a prendere il latte a un paio di chilometri da casa, in località Madonna Bianca, al posto delle sorelline che avevano declinato l’invito della mamma per il troppo freddo, avverte, proprio sotto un ponte della ferrovia, che Dio la chiama: «Datti tutta a me». Chiara non perde tempo, e con una lettera chiede il permesso di compiere un atto di totale donazione a Dio, a un cappuccino sacerdote, padre Casimiro Bonetti. L’ottiene, dopo un colloquio approfondito. E il 7 dicembre 1943, alle 6 di mattina, si consacra. Quel giorno, Chiara non aveva in cuore nessuna intenzione di fondare qualcosa: semplicemente «sposava Dio». E questo era tutto per lei. Solo più tardi si attribuì a quella data l’inizio simbolico del Movimento dei Focolari. Di Chiara, risuonano le sue parole espresse un giorno: «Vorrei che l’Opera di Maria, alla fine dei tempi, quando, compatta, sarà in attesa di apparire davanti a Gesù abbandonato-risorto, possa ripetergli: “Quel giorno, mio Dio, io verrò verso di te… con il mio sogno più folle: portarti il mondo fra le braccia”. Padre, che tutti siano uno!».

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Maria nel Protovangelo di Giacomo

Gli scritti apocrifi sono molti, sia

riferiti al Nuovo che all’Antico Testamento, e tra questi appaiono anche racconti riferiti a Gesù. Il termine Apocrifo, proveniente dal greco antico vuol dire “ segreto”. Non sono falsi, secondo certi pregiudizi, ma per la loro semplicità e anche per la loro componente fantasmagorica non sono stati annoverati tra i libri “rivelati”. Non hanno l’essenzialità teologica e la sobrietà dei “quattro Canonici”, ma esprimono la fede dei semplici, anzi rappresentano i colori della fede, non per nulla hanno influenzato la pittura, l’arte in generale. Nella famosissima “ Cappella degli Scrovegni” a Padova, la magistrale ispirazione pittorica di Giotto si è avvalsa dei racconti tratti dal Protovangelo di Giacomo, probabilmente il maggiormente famoso degli scritti “Apocrifi.” I nomi dei genitori della Vergine Maria, la presenza di un bue e un asino nel luogo della nascita di Gesù, il numero e la dignità dei Magi, sono notizie note nella nostra tradizione culturale e religiosa provenienti da tale scritto. Il Protovangelo di Giacomo fu elaborato in greco. L’autore si presenta come Giacomo, fratello di Gesù, 8

Si presume che l’opera sia stata composta attorno il 150 dopo Cristo, pertanto posteriore ai vangeli canonici. Lo scritto nel suo insieme è visto come una glorificazione di Maria. Il concetto della Verginità di Maria viene cementato da questo apocrifo, che dona impulso alla tradizione popolare. Si apprende che i genitori di Maria,Gioacchino e Anna erano benestanti e devoti, e per lungo tempo non ebbero figli, , La lunga attesa di un figlio, visto come una benedizione divina, è un “topos” dell’Antico Testamento. Si pensi a Sara, la moglie di Abramo, a Anna , la mamma del giudice Samuele, a Elisabetta, la mamma del Battista. In tale apocrifo viene posta in risalto la nascita di Maria, come evento prodigioso e la sua infanzia. Maria appare come una bambina eccezionale, precoce intellettualmente e a 13 anni veniva affidata ai sacerdoti per il servizio del tempio di Gerusalemme. Giovanissima come le sue coetanee si prepara al matrimonio e fu promessa sposa a Giuseppe per

scelta divina. Da un bastone di Giuseppe esce una colomba e le viene indicato tale promesso sposo. Giuseppe appare un vedovo anziano con figli adulti che svolgeva il lavoro di carpentiere, un lavoro che comportava lunghe assenza da casa. L’anzianità dello sposo garantiva la castità della sposa. Giuseppe diviene il suo protettore, la vita di Maria


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resta monacale e non si spezza il contatto con il Tempio. Maria presso

una fontana riceve l’annunciazione. La differenza rispetto al racconto di Luca, l’evangelista, stà nella narrazione apocrifa, che si interessa molto più alla sua incolumità fisica rispetto alla natura miracolosa della maternità. Per l’apocrifo la Vergine Maria riceve una rilevanza massima rispetto a un contenuto cristologico. La scena di Maria che tesse la tela del tempio, tenendo in mano la brocca dell’acqua della fonte, fu uno dei motivi più amati di tutto il medioevo. Nella visita alla cugina Elisabetta dimostra la sua estrema umiltà. E quando Giuseppe ritorna, dopo sei mesi, trova Maria incinta. L’autore non si accontenta del sogno dell’angelo di Matteo, ma Maria viene trascinata dinnanzi un giudice e viene sottoposta secondo la legge al giudizio di Dio. Deve ingerire una bevanda amara e pericolosa che per Lei sarà innocua, garantendo a tutti la sua innocenza e castità. La sua verginità appare maggiormente importante del frutto del suo grembo. Il proposito dell’autore era quello di confermare ad oltranza la verginità di Maria, credenza sviluppatasi negli ambienti cristiani sin dai primordi. Il Protovangelo di Giacomo non influenza solo l’arte, ma entra anche nell’ortodossia cattolica. Anna e Gioacchino sono gli unici personaggi del passato resi santi, pur non uscendo dai Libri rivelati. Il 26 luglio i santi Anna e

Gioacchino, i nonni di Gesù, vengono ricordati e festeggiati, anche nella confessione ortodossa. E da tale vangelo apocrifo dell’infanzia fuoriesce prepotente il culto di Maria bambina, la cui nascita si commemora il giorno 8 settembre. Il Natale di Maria era apparso nella più antica tradizione cristiana. Andando oltre disquisizioni teologiche, vorrei dire che tale scritto ci deve risultare importante, poiché colma i silenzi dei canonici sulla crescita e formazione di Maria, sulla sua infanzia. Anche Maria è stata bambina e protegge tutti gli infanti dai soprusi degli adulti, dagli abusi sui minori, piaga che si mantiene nella cultura postmoderna. La devozione di Maria bambina non può che denunciare il lavoro minorile, la prostituzione infantile, frutto dello sfruttamento di persone che hanno perso la loro dignità umana. Maria, la pura, la senza macchia, la bambina eccezionale avvolge in un unico abbraccio tutti i bimbi, rivolgendo soprattutto attenzione a quelli che muoiono di fame giornalmente, vittime di sistemi economici iniqui, ingiusti, che ci devono far riflettere e farci uscire dalla nostra indifferenza di comodo. Sante Rodella

“Dal Cuore alla Penna”

Raccolta di riflessioni tratte da momenti di vita vissuta. Don Battista parla di se stesso, di fatti d’infanzia, degli studi, del Seminario per preti, degli anni di sacerdozio, e di piccole esperienze. La famiglia è oggetto di contemplazione nei suoi aspetti tradizionali migliori. Approfondisce la fede dai documenti della Chiesa e coglie la vita nelle piccole circostanze. Ammira la natura quando riempie l’animo. Passa dai sentimenti religiosi personali alla fede celebrata dalla Chiesa durante l’anno liturgico e vede in Maria la realizzazione dell’opera di Dio. 9


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CHE C RO NA IN RIO A U T N SA

uando, prima delle 8, ci siamo trovati nel chiostro della Madonna

P ELLEgRINAggIO AL D UOMO DI PADOVA PER L’APERTURA DELLA PORTA S ANTA

Ci siamo sentiti un’unica famiglia

delle Grazie a Piove di Sacco, cercavamo di farci coraggio l’uno con l’altro. Avevamo deciso di arrivare a piedi alla Porta della misericordia della Cattedrale, ma la pioggia metteva qualche dubbio, che poi si è sciolto e un gruppo di 18 persone – dagli 11 ai 60 anni – è partito alla volta di Padova. Tra argini e strade interne abbiamo percorso 23.5 chilometri (sarebbero meno, via strade asfaltate, ma abbiamo scelto diversamente). La prima sosta è stata a Roncajette, in patronato. Visto quanto eravamo bagnati e stanchi, questo accoglierci è stato un gesto di misericordia, così come il farsi forza a vicenda, nel cammino; Ma anche attendere chi rimaneva indietro e risintonizzare il passo di tutti al

Archivio L’Associazione Madonna delle nata nel 2007 per valorizzare dal Fotografico Grazie, punto di vista storico e artistico il santuario piovese, quest’anno si

propone di iniziare a riordinare e ad implementare l’archivio fotografico storico della parrocchia. L’iniziativa ha ottenuto il patrocinio dell’Unità Pastorale e del Comune di Piove di Sacco ed ha già riscosso l’interesse di associazioni e appassionati di fotografia. L’associazione chiede ai fedeli, agli amici ed ai piovesi tutti di guardare nelle soffitte e nei vecchi cassetti, se conservano scatti o cartoline sul santuario, sulla zona limitrofa, ricordi di matrimonio, di processioni del voto o altre ricorrenze. Il materiale sarà duplicato (e restituito in originale), per accrescere il patrimonio fotografico esistente, e potrà essere

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suo. Dopo 4 ore a 45 minuti siamo arrivati in Cattedrale, dove abbiamo trovato una straordinaria accoglienza. Il nostro abbigliamento da pellegrini era ben riconoscibile a tutti, e tutti non solo il nostro vicariato, ci facevano festa. Nonostante fossimo molto stanchi, siamo riusciti a seguire con attenzione l’eucarestia presieduta dal vescovo Claudio. Ci ha colpito il suo invito al cambiamento. Ci siamo sentiti coinvolti, perché anche noi – che atleti non siamo – abbiamo deciso di cambiare prospettiva e raggiungere la Porta Santa camminando per oltre venti chilometri. Massimo Durello Vicariato di Piove di Sacco

utilizzato anche per mostre fotografiche a tema, in chiostro. L’archivio è composto attualmente da fotografie, per lo più in bianco e nero, di vari formati, le più antiche sono degli anni ’10 del Novecento, le più recenti di una quindicina di anni fa, quando la fotografia digitale ha modificato radicalmente il modo di fotografare e quindi di archiviare le immagini significative delle attività parrocchiali e del santuario. Due sono le firme principali: Luigi Battisti, il primo fotografo professionista di Piove di Sacco, ed il suo allievo Tarcisio Sartore, che ha documentato, a partire dagli anni ’50 del secolo scorso, tutti i lavori di restauro della chiesa e la ricostruzione della Canonica. Davide Doardo


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“CHI CREDE IN ME,ANCHE SE MORTO, VIVRÀ”. GV. 11, 25

Antonio Romanato

18.12.1951

Istria Grigoletto Ved.Molena

30.05.1920

14.02.2016

Mamayenesh

30.06.1938

15.01.2016

31.08.2014

Gilberto De Marchi

08.06.1932

21.03.2012

Irma Dussini Ved.Piron

12.10.1930

31.12.2010

Alberto Romanato

07.08.1982

23.02.2014

Giovanni Martinello

01.04.1940

15.09.2010

Pietro Piron

06.04.1918

24.08.1998

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L’interno del Santuario

L’entrata dal Chiostro

L’altare dedicato a Maria

Il Chiostro interno

Vista Esterna del Santuario

La Chiesa prima degli anni 50

Vista esterna del Santuario negli anni 60


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