2013 oďŹƒcial magazine
dove i tonni corrono e i sardi continuano a parlare genovese
indice girotonno Si alza il sipario
tuna competition
La giuria Argentina Francia Giappone Italia Mauritius Spagna
fede&tinto l’evento programma girotonno live show Giovedì 30 maggio Venerdì 31 maggio Sabato 1 giugno Domenica 2 giugno
Ha contribuito alla realizzazione di questa r ivista:
redazione testi e impaginazione). Un ringraziamento p articolare a i ristoranti e ai bar di Carloforte che hanno collaborato all’organizzazione della degustazione pubblica: Da Nicolo, Da Vittorio, Da Andrea, Da Gerolamo, Fraganà, L’Oasi, 035, 1^ Maggio, La Valle, Il Terrazzino, La Nave, L’Incudine Belalugosi, Damico Bar, Napoleone e Mungiardin. Si ringraziano anche i ristoranti che hanno supportato le delegazioni straniere: Hotel Riviera, Hieracon, Tonno di corsa, Da Nicolo. Un grazie anche all’AIS Sardegna e all’Istituto Alberghiero G. Ferraris di Iglesias. Foto p er gentile concessione di Antonio Torchia e di Ninni Saba.
sulcis iglesiente carloforte mattanza la tonnara di carloforte
6
9
10 13 14 15 17 18 19
21 23 26 28 29 30 31
33 43 47 50
Foto archivio Laore - Adriano Mauri - Immagine Latente
Programma di informazione sulle produzioni agroalimentari sarde a marchio di qualitĂ
l
e
l a
Walter Conte
Vicesindaco di Carloforte
benvenuti a carloforte sulle rotte del tonno rosso la nostra tradizione è servita! benvenuti a carloforte,
sviluppo economico e turistico del nostro Comune. L’evento prevede un programma denso di appuntamenti, con protagonisti di alto livello e ha come fulcro una gara sulla preparazione di piatti a base di tonno da parte di chef di tutto il mondo che mettono a confronto le proprie culture e nuove proposte gastronomiche. La manifestazione è profondamente legata alla storia e all’identità dei nostri luoghi, e alla nostra comunità che è pronta ad aprirsi alle altre culture attraverso il rito della mattanza, praticata nell’antica tonnara dell’isola, unica attiva nel Mediterraneo. Vi invitiamo, quindi, a scoprire le bellezze del nostro territorio e a degustare le sue specialità. Venite dove i tonni corrono e i sardi parlano genovese, il divertimento è garantito.
i riflettori ritornano ad accendersi sulle tradizioni e le eccellenze gastronomiche della nostra isola. Anno dopo anno, il Girotonno si riconferma manifestazione sentita e partecipata dai cittadini e dai visitatori provenienti da tutto il mondo. L’appuntamento si rinnova con l’undicesima edizione, che andrà in scena dal 30 maggio al 2 giugno: quattro giorni per celebrare il tonno rosso, la cultura delle tonnare e il consumo del tonno nella nostra cittadina che diventa il palcoscenico privilegiato di un’iniziativa di pluriennale successo. Dopo un decennio di unanimi riconoscimenti a livello internazionale, si continua sul solco tracciato, rinnovando impegno ed entusiasmo, con immutata passione, in linea con la vocazione allo 5
giroto undici anni e non sentirli.
nazionale e giornalisti: tutti radunati per una kermesse che dà lustro a un angolo affascinante di Sardegna, quella sud-occidentale, il Sulcis-Iglesiente. Qui natura, bellezza e cultura convivono in un equilibrio perfetto: poco più di una ventina di piccoli deliziosi comuni, carichi di tradizioni secolari, tra cui spicca Carloforte, antica colonia fondata da una comunità di origini liguri. La popolazione locale ha mantenuto intatta nel tempo l’impronta ligure, nel dialetto, nell’architettura, nella cucina, nella vita di tutti i giorni. Nell’antica tonnara dell’isola di San Pietro, la sola operativa nel Mediterraneo, resiste, da generazioni, la tradizione della mattanza,
Il Girotonno 2013, giunto all’undicesima edizione, per quattro giorni torna a Carloforte, la capitale del tonno rosso. Fondato su una tradizione antichissima, la mattanza, l’evento è ogni volta diverso, carico di sorprese e innovazione, con uno sguardo sempre rivolto al futuro e un raggio d’azione che va oltre alla rassegna del tonno rosso, con orizzonti che s’allargano a tutta la gastronomia sarda, all’artigianato e alla buona musica, mix ideale per visitatori di ogni età. Da giovedì 30 maggio a domenica 2 giugno l’isola di San Pietro, dove si trova la cittadina di Carloforte, è meta di turisti golosi, gourmet di fama inter-
6
tonno si alza il sipario quattro giorni tra gusto, cultura e musica
gustazione, e partecipare ai wine tasting delle migliori produzioni enologiche sarde. Un wine bar è allestito in piazza della Repubblica con la migliore selezione di etichette sarde ed è possibile partecipare a una degustazione guidata tra pregiate birre artigianali. Ogni sera, da giovedì a domenica, trionfa la buona musica, quella di alcuni big della canzone italiana e di giovani gruppi sardi. Ospiti d’onore gli Stadio, che si esibiranno in concerto sabato sera, mentre il venerdì toccherà a Demo Morselli e la sua band e al cantante Marcello Cirillo. A Carloforte trionfano tonno, musica e cultura. Qui i tonni corrono, ma noi vi aspettiamo!
che si rinnova a cavallo tra maggio e giugno. Il momento centrale della rassegna è la sfida degli chef di sei nazioni (Argentina, Francia, Italia, Giappone, Mauritius, Spagna), giudicati da giornalisti ed esperti internazionali, guidati di Paolo Marchi, ma anche dai visitatori della manifestazione che faranno parte di una giuria popolare. Il Girotonno è gusto, cultura e festa grazie anche alla verve di Fede&Tinto, il duo che abitualmente imperversa su Radio 2 con “Decanter” e su La7, che condurrà i principali appuntamenti della rassegna. Il programma è ricco. I visitatori potranno assistere in diretta alla preparazione di ricette legate al tonno, offerte poi in de-
7
tuna competition
la gara dal mare al piatto sei paesi in gara di tonno
S
Paolo Marchi, ideatore di Identità golose, il primo congresso italiano di cucina. Anche i visitatori del Girotonno potranno scegliere il loro piatto preferito: una giuria popolare, composta da 80 persone, degusterà tutte le ricette e decreterà il paese vincitore del “Premio giuria popolare” del Girotonno. La gara sarà condotta dal duo “gastronomico” di Fede&Tinto, i conduttori di Decanter su Rai Radio2.
ei paesi uniti da un unico denominatore, il tonno rosso che si pesca da millenni nelle acque di Carloforte. Chef provenienti da sei paesi, Argentina, Francia, Italia, Giappone, Mauritius e Spagna si sfideranno proponendo una selezione di ricette a base di tonno cotto e crudo. Ad assaggiare e votare i piatti in gara ci sarà una giuria tecnica, composta da giornalisti ed esperti di enogastronomia e presieduta da 9
Paolo Marchi
Presidente di giuria
una festa dei popoli nel nome del tonno girotonno, un girotondo attorno al tonno in un’isola, quella di San Pietro, che era disabitata fino a quasi tre secoli fa, al 1738 quando vi sbarcarono liguri costretti a tornare su rotte antiche, lasciandosi alle spalla Tabarka e le coste arabe. Erano attratti dal corallo e il tonno venne di conseguenza, due ricchezze per gli abitanti di Carloforte dove chi non sa, la prima volta rimane basito. È come essere in Liguria, stessa lingua, stessi usi, stessi colori e linee di tanti edifici. Certo, la Sardegna è al di là di un braccio di mare di una decina di chilometri, l’uomo nel frattempo è andato sulla luna però qui è come se il tempo, in un certo senso, si fosse fermato. Tutto molto bello e stregante. Il Girotonno celebrerà la ricchezza del mare attraverso una competizione che metterà di fronte i cuochi di sei Paesi diversi, con l’Italia (alias Carloforte stessa), Francia, Spagna, Mauritius, Argentina e Giappone. Il tonno, qui al largo della costa sud occidentale della Sardegna quello rosso o bluefin, Thonnus Thynnus, noto anche come Tonno pinna blu (e chissà perché questo cambio di colore). Il tonno
come linguaggio universale perché amato da tantissimi, eccezionale crudo, formidabile cotto e ottimo pure conservato sott’olio. Non si scarta nulla e questo essere tutto buono ne ha fatto una preda da sempre. A Carloforte sopravvive l’ultima tonnara per la pesca cosiddetta di corsa. C’è molta più attenzione a come viene pescato, difeso dalle barbarie di un tempo perché possa arrivare alle generazioni future in tutta la sua bontà, dalla bottarga a carpacci e tartare. Per i carlofortini (o tabarchini ognuno scelga il nome che suona più gradito) il Girotonno è una festa e un modo per ricordare a turisti e appassionati cosa li ha fatti vivere e fatti arrivare a noi con tutto il loro passato storico. Sarà interessante conoscere le diverse declinazione che dello stesso prodotto daranno cuochi di estrazioni ben diverse. Non è affatto detto che la ricetta migliore per un giapponese sia la stessa di un mauriziano, figuriamoci un europeo anche se sushi e sashimi sono ormai piatti che appartengono alle abitudini quotidiane di un Vecchio Continente in movimento per rinnovarsi. 10
tuna competition paolo marchi
ITA Presidente di giuria Giornalista enogastronomico, è ideatore di Identità Golose, primo congresso italiano di cucina d’autore. Per 27 anni allo sport de Il Giornale, per cui ha curato anche la rubrica Cibi Divini e la pagina Affari di Gola. Da 9 anni si dedica a Identità Golose, che fa tappa anche a Londra, S. Marino e New York, appuntamento in costante crescita.
scrivendo sul forum della Cucina Italiana, la storica rivista. Dal 2008 scrive sul suo blog Tzatziki a colazione e dal 2010 collabora col magazine on line Gastronomia Mediterranea.
mei chin USA Statunitense, giornalista enogastronomica e scrittrice, è nata in Connecticut nel 1977, e vive a Dublino. Scrive recensioni e saggi per il magazine specializzato Saveur; ha colla-
Grant Achatz, Rene Redzepi ed Heston Blumenthal.
daniele miccione ITA Caporedattore della Gazzetta dello Sport, 48 anni. Lavora nell’ufficio centrale e segue, tra le altre cose, il mondo del cibo: produzioni di eccellenza, alta cucina, rassegne gastronomiche. Ha lanciato, con Pier Bergonzi, caporedattore e sommelier, Gazza Golosa, prima pagina dedicata a cibo e
la giuria francesca angeleri ITA Classe 1974, collaboratrice de Il Manifesto e del settimanale Alias. Da 3 anni cura In cibo veritas, rubrica su La Stampa. È autrice e interprete del documentario Magna Istria. In cibo veritas è il suo primo libro, presentato al Salone del libro 2013, distribuito col quotidiano La Stampa e nelle librerie. giorgia cannarella
ITA Nata a Bologna, siciliana nel cuore. Dopo la laurea in Lettere e un’esperienza all’ufficio stampa di Slow Food, collabora col blog enogastronomico Dissapore e altre testate web. Si occupa di progetti di educazione alimentare per le scuole, convinta che a mangiar bene si debba cominciare da piccoli.
lydia capasso
ITA Napoletana, vive a Milano. Restauratrice con la passione per il cibo, ha mosso i primi passi sul web a fine anni Novanta,
borato a Vogue Magazine e ha scritto recensioni per Gourmet, Vogue, Mirabella e New York Times Book Review. Ha insegnato food writing a Yale.
giandomenico di marzio ITA
Giornalista e critico, responsabile delle pagine Cultura e Tempo Libero della redazione milanese de Il Giornale, è docente di Editoria per l’arte all’Accademia di Brera e curatore d’arte contemporanea. Partecipa come esperto a concorsi e manifestazioni culinarie in Italia e all’estero.
ryan king GBR La sua attuale vita professionale è iniziata a Milano, dove si è trasferito, per lavorare da giornalista enogastronomico per la testata internazionale on line Fine Dining Lovers. Da allora ha girato il mondo e ha intervistato alcuni dei più noti chef internazionali, Ferran Adria, Thomas Keller, 11
vino nella storia del quotidiano sportivo, e anche canale su gazzetta.it ed account twitter.
roberto perrone
ITA Scrive di sport, enogastronomia (la rubrica Scorribande) e viaggi per il Corriere della Sera. È autore dei romanzi Zamora, La lunga (Garzanti), Averti trovato ora, La Ballata dell’amore salato, Occhi negli occhi (Mondadori) e, con Gigi Buffon, dell’autobiografia del portiere della Juve e della nazionale Numero 1 (Rizzoli).
sara porro
ITA Collabora con La Repubblica con articoli su cibo, viaggi e tempo libero. Dal 2010 fa parte della redazione del blog Dissapore, dove scrive di prodotti, ristoranti, tendenze e cucina in tv. È uno degli autori della guida I Cento di Milano, pubblicata da EDT, che recensisce i 50 migliori ristoranti e le 50 migliori trattorie della città.
tuna competition
Emiliano Lopez
argentina Antonio Martucci
In gara con la ricetta Tonno asado
L
o chef argentino Emiliano Lopez, classe 1981, ha iniziato a formarsi nel settore della ristorazione alla fine degli anni Novanta. Le prime esperienze professionali, come capo partita, sono arrivate nel 1999, in Francia, tra Les Deux-Alpes e Grenoble. Nel nuovo millennio ha iniziato a lavorare in Italia, fra Roma e Porto Recanati (con approfondimento della cucina tipica marchigiana). Dal 2004 è l’executive chef nel ristorante “La Buca di
Ripetta” della capitale. Assieme al socio Fabrizio Berardi gestisce l’attività di catering “Il Personal Gourmet”. Assistente del maestro di cucina Angelo Biscotto per la Boscolo Academy, Lopez è anche docente nella sezione “Corsi base e cucina amatoriale” presso l’Italian Chef Academy “I Piaceri del Palato”. Ha anche prestato servizio presso la cucina del Quirinale, per la presidenza della Repubblica italiana, con la supervisione dello chef Fabrizio Boca.
13
Alain Cirelli
francia Fabrizio Cosso
In gara con la ricetta Tonno fresco in pasta fillo con cedro, pinoli e pistacchi
N
el settembre 2011, Alain Cirelli inaugura a Parigi, Le purgatore-54 Paradis, un loft dedicato all’arte della cucina. Chef ormai affermato, è a capo di una società che organizza eventi culinari e corsi di cucina, occupandosi anche di formazione. La sua storia, però, parte da lontano, al ristorante Lasserre di Parigi, nel 1983, con una formazione quasi ventennale al fianco di chef come Alain Dutournier, Bernard
Pacaud, Gerard Vie e Michel Guérard. Durante gli anni Novanta, Cirelli ha lavorato per cinque anni in Italia, in un tempio del gusto come la celebre Enoteca Pinchiorri di Firenze, prima di rientrare a Parigi, al St. James Club. Alle doti riconosciute di chef ha affiancato negli anni quelle di manager al ristorante parigino “Natacha”, in rue Campagne Première.
14
tuna competition
Haruo Ichikawa Lorenzo Lavezzari
giappone In gara con la ricetta Tonno To-Ka-Mi
C
lasse 1954, Haruo Ichikawa ha appreso l’arte del sushi in patria. Negli anni Settanta si è formato tra Tokyo e Los Angeles, occupandosi di menu, controllo della qualità e acquisto merci. All’inizio degli anni Novanta si trasferisce in Europa, prima a Bologna, poi a Milano, non solo in prestigiosi ristoranti, ma anche come chef freelance in ville private, prestando servizio di supporto e consulenza per ricevimenti e matrimoni. Dopo aver lavorato per i principali locali giapponesi del capoluogo lombardo, nel 2008 approda al ristorante Iyo, creato dalla famiglia Liu, un’esperienza stimolante che dura tuttora. Il locale si conquista il suo posto al sole in pochi anni in primis grazie
all’eccellente qualità della materia prima, unita alla sua sapienza e manualità, capace di incrociare la tradizione originale con varianti sviluppate in Occidente, soprattutto negli Usa. Anche Lorenzo Lavezzari lavora al ristorante Iyo di Milano, come chef di cucina e aiuto sushi-banco. Si è formato presso la scuola del “Gambero Rosso” di Roma. Dopo alcune importanti stage in ristoranti stellati Michelin, dal 2007 al 2009 ha lavorato come capo-partita degli antipasti e dei primi piatti al ristorante “Sadler” di Milano (2 stelle Michelin) e nel 2010 come responsabile della pralineria di cioccolato e aiuto pasticcere presso “L’antica arte del dolce” del capoluogo lombardo.
15
tuna competition
Roberto Flore Pierluigi Fais
italia
In gara con la ricetta Dal Montiferru a Carloforte
O
Pierluigi Fais coltiva fin da giovanissimo l’interesse per il mondo della cucina, che condivide da sempre con la famiglia. Laureando in Economia e Commercio all’università di Cagliari, prende in gestione, quattro anni fa, una piccola trattoria nel centro di Oristano, con le sorelle e l’amico Matteo (chef di Josto al Duomo). Dopo quasi due anni si trasferiscono presso l’hotel “Il Duomo”, dove sperimentano una cucina la cui filosofia è legata a parole come semplicità, territorio, creatività e tecnica.
riginario di Seneghe, piccola comunità sul Montiferru, nel centro-ovest della Sardegna, Roberto Flore ha avuto un imprinting culinario fin dalla più tenera età. Conseguito il diploma di agrotecnico, ha vissuto esperienze importanti (su tutte quella del Four Seasons di Milano) con alcuni dei maestri della cucina italiana. Ha lavorato anche per alcuni anni all’estero. Rientrato nel Montiferru, a Santu Lussurgiu, è chef della cucina dell’“Antica Dimora del Gruccione”.
17
Vinobha Sookar Tiziano Mita
mauritius In gara con la ricetta Diversamente tonno
L
Vinod Sookar propone i piatti della cucina regionale e della tradizione italiana (che ha studiato a lungo), ma anche innovative e richieste pietanze, in cui il tocco di freschezza mauriziano si sposa con le bontà di terra e mare della Puglia. Ha partecipato a prestigiose kermesse in giro per il mondo, da Helsinki a Boston fino a Dubai, con enti pubblici e privati. Docente in vari corsi di cucina, ospite di show televisivi e radiofonici nazionali, Sookar è anche executive chef incaricato del food & beverage tipico della neonata “Mediterranean cooking school” di Ceglie Messapica.
o chef mauriziano Vinobha (detto Vinod) Sookar si è trasferito in Puglia per amore di quella che è diventata sua moglie, la chef Antonella Ricci. In Italia è riuscito a coniugare la cucina della terra di cui è originario – caratterizzata da pescato freschissimo, frutti e spezie – con quella della tradizione pugliese, in particolare dell’arte norcina, tanto da essere uno dei Maestri del Capocollo pugliese. A Ceglie Messapica (in provincia di Brindisi), con la moglie e insieme a Dora e Rossella Ricci, conduce il ristorante “Al Fornello” da Ricci, con una stella Michelin da 19 anni. Lì
18
tuna competition
José Luis Marín Marugán Roberto Peña Medina
spagna
In gara con la ricetta Ventresca di tonno con spuma di peperoncini, pesto di rucola e aglio nero
L
– di cui è diventato chef de cuisine. La cucina del ristorante Ramses si caratterizza per innovazione ed evoluzione e fonde, grazie a materie prime di ottima qualità, i piatti mediterranei con quelli di diversi paesi. Il locale si trova davanti a uno dei punti più emblematici della città, la Puerta de Alcalà, e colpisce senz’altro l’attenzione per lo strabiliante arredamento, ad opera del famoso designer Philippe Starck.
o spagnolo José Luis Marìn Marugàn si è formato presso l’Istituto alberghiero “Costa de azahar” di Castellón. Ha iniziato ben presto a collaborare con alcuni chef stellati Michelin, come Joan Roca, Martín Berasategui, Quique Dacosta e, attualmente con Ricard Camarena. Con quest’ultimo è direttamente coinvolto nel progetto del ristorante “Ramses” di Madrid – uno dei più rinomati locali della capitale spagnola
19
parole d’ordine? gusto e verve fede&tinto
conducono le danze
V
stagione televisiva il duo è sbarcato in tv, su La7, con la trasmissione on the road “Fuori di gusto”, alla scoperta delle meraviglie culinarie e paesaggistiche d’Italia, insieme a Vladimir Luxuria. Con la loro verve Fede&Tinto condurranno la gara e animeranno anche i laboratori gastronomici dell’evento, momenti di confronto e scambio culturale che presenteranno al pubblico le specialità del territorio e le migliori etichette del panorama regionale e nazionale.
oci e volti dell’enogastronomia in radio e in tv e dell’edizione 2013 del Girotonno, a Carloforte. Saranno Federico Quaranta e Nicola Prudente, meglio conosciuti come Fede&Tinto, a condurre la gara tra gli chef che si sfideranno con prelibati piatti di tonno. Da dieci anni Fede&Tinto hanno inaugurato un modo nuovo d’avvicinarsi al mondo enogastronomico: sono i protagonisti di Decanter, programma di culto che va in onda dal lunedì al venerdì su Radio 2 Rai, all’ora di cena. Nell’ultima 21
expo village
via allo shopping
U
n percorso dedicato allo shopping a disposizione delle persone che affolleranno Carloforte a cavallo di maggio e giugno. L’appuntamento è alla banchina Mamma Mahon, al porto, per l’Expo village. Giovedì il villaggio rimarrà aperto dalle ore 18 a mezzanotte, venerdì dalle 12 a mezzanotte, sabato e domenica con una no-stop, dalle ore 10 alle 24. I visitatori potranno acquistare prodotti tipici di qualità del settore agroalimentare sardo e specialità di quello vitivinicolo, ma anche articoli e manufatti dell’artigianato artistico locale.
tuna village il tonno in tutte le salse
A
manti del tonno? Qui c’è pane per i vostri denti. Tra i carrugi di Carloforte e il lungomare c’è il Tuna Village, il villaggio gastronomico del Girotonno a cura dei ristoratori di Carloforte. Porte aperte ogni giorno per un gustoso viaggio tra le migliori ricette della tradizione locale. L’appuntamento è giovedì dalle 18.30 alle 22, venerdì dalle 12 alle 24, sabato e domenica dalle 12 alle 22. Acquistando un ticket al prezzo di 12 euro si potrà scegliere di assaggiare due specialità a base di tonno a scelta fra: pasticcio carlofortino di pasta fresca con pesto, pomodoro, tonno e formaggio; cous cous con salsa di tonno al profumo di erbe; tonno alla carlofortina e capunadda. Il menu prevede anche una bevanda a scelta tra un bicchiere di vino, di birra o acqua minerale.
23
Specialità a base di tonno e grandi vini, benvenuti ai
talk tuna
girotonno live cooking L
e migliori produzioni sarde sotto i riflettori. I Girotonno Live Cooking organizzati in collaborazione con lo chef Luigi Pomata all’Ex Me, l’ex mercato del pesce di Carloforte, puntano i riflettori sull’eccellenza enogastronomica della Sardegna. Dal venerdì alla domenica ogni ora il focus sarà un prodotto diverso, in abbinamento ai vini del territorio (ticket 5 euro). Oltre al tonno spazio all’olio, ai formaggi, ai grandi vini, dal Cannonau al Vermentino, al Carignano del Sulcis Doc. Degustazioni raffinate con la guida di grandi esperti come il giornalista del Gambero Rosso, Giuseppe Carrus. L’Ex Me ospiterà anche il convegno scientifico “La pesca del tonno rosso: prospettive di sviluppo e scenari futuri”, moderato dal professore Piero Addis del dipartimento di scienze della vita e dell’ambiente dell’Università di Cagliari.
A
Carloforte ce n’è per tutti i gusti e tutti i… tonni. I Talk Tuna sono momenti di approfondimento dedicati alle specialità del territorio e ai suoi vini.Il pubblico potrà assistere in diretta alla preparazione di ricette a base di tonno che verranno poi fatte degustare in abbinamento ad una selezione di etichette. Tra gli appuntamenti, presentati da Fede&Tinto, quello con Luigi Pomata, chef carlofortino reso celebre dalla partecipazione alla trasmissione “La prova del cuoco” con la sua ricetta di “tonno a sorpresa” e quello dello chef cagliaritano Stefano Deidda che proporrà una variante di tonno “tra tradizione ed innovazione”. L’ingresso è gratuito fino all’esaurimento dei posti disponibili.
wine bar
WINE E BEER TASTING
Le migliori etichette sarde saranno presentate al pubblico durante i wine tasting. I sommelier dell’Associazione Italiana Sommelier della Sardegna guideranno le degustazioni alla presenza degli stessi produttori che ne sveleranno caratteristiche e curiosità. Spazio anche alle birre artigianali sarde con un beer tasting condotto da Fede & Tinto.
I
migliori vini italiani saranno i protagonisti del Wine bar allestito in piazza della Repubblica, aperto tutti i giorni e gestito dalla Provincia regionale di Carbonia Iglesias (dalle ore 12 alle ore 15:30) e dall’associazione Dwine di Cagliari (dalle ore 18:30 alle 24). In abbinamento alle etichette i sapori del territorio sardo.
25
programma
TUTTI I GIORNI
expo village wine bar GIO h 18 - 24 / VEN h 12 - 24 SAB E DOM h 10 - 24 Banchina Mamma Mahon In mostra i prodotti agroalimentari e artigianali.
tuna village
(1)
GIO h 18.30 - 24 / VEN, SAB E DOM h 12 - 24 Banchina Mamma Mahon Degustazione di specialità a base di tonno. A cura dei ristoratori di Carloforte.
(4)
(2)
h 18.30 / Palco - Corso Battellieri / Wine tasting La Sardegna tra Vermentino e Carignano. Degustazione guidata di vini sardi. A cura dell’AIS Sardegna. Conducono Fede & Tinto.
tuna competition (2)
h 20 / Palco - Corso Battellieri Gara internazionale di tonno: 1ª Semifinale Conducono Fede & Tinto.
talk tuna
(2)
h 21.30 / Palco - Corso Battellieri / Beer tasting Dalla tradizione Sarda la birra artigianale. Degustazione guidata. Conducono Fede & Tinto.
girotonno live show
golaseca fratelli detroit cheyenne h 23 / Palco - Corso Battellieri
in concerto
VEN 31 maggio
girotonno live cooking
GIO 30 maggio
talk tuna
h 18.30 - 24 Piazza Repubblica (3) I migliori vini sardi ed italiani incontrano i sapori del territorio. A cura dell’associazione Dwine Group di Cagliari. VEN, SAB E DOM h 12 - 15.30 (6) I migliori vini del Sulcis incontrano i sapori del territorio. A cura della strada del vino del Carignano del Sulcis.
h 16 / Exme / Officine gastronomiche I dolci della tradizione sarda e sorsi di Malvasia e Vernacci. Conduce Gilberto Arru. h 17 / Exme / Convegno La pesca del tonno rosso, prospettive di sviluppo e scenari futuri. Modera il prof. Addis del’Università di Cagliari.
tuna competition (2)
h 18.30 / Palco - Corso Battellieri Gara internazionale di tonno: 2ª Semifinale h 20 / Palco - Corso Battellieri Gara internazionale di tonno: 3ª Semifinale Conducono Fede & Tinto.
girotonno live cooking (4)
h 19.30 / Exme / Officine gastronomiche Tonno e vini sardi: binomio perfetto. A cura del Consorzio di tutela vini Carignano del Sulcis Doc.
girotonno live show
demo morselli big band orchestra h 22.30 / Palco - Corso Battellieri
in concerto
(1) Degustazioni a pagamento. Il costo del biglietto è di 12 euro e comprende due assaggi ed un bicchiere di vino o di birra. (2) Ingresso libero fino all’esaurimento dei posti disponibili. (3) Il ticket da 5 euro dà diritto a 2 degustazioni di vino, un portacalice, e un bicchiere. Il ticket da 10 euro dà diritto a 5 degustazioni di vino, un portacalice e un bicchiere da degustazione. (4) Il costo del biglietto è di 5 euro. Fino ad esaurimento posti. (5) Il costo del biglietto è di 10 euro. Fino ad esaurimento posti. (6) Il costo del biglietto è di 5 euro e comprende 3 degustazioni di vino, un calice e un portacalice.
nti monume aperti
SAB 1 giugno
girotonno live cooking
h 17 / Exme / Officine gastronomiche (4) I tonni corrono tra due continenti, in abbinamento al Vermentino del Consorzio del Vermentino di Sardegna. A cura dello chef Vinod Sookar. Conduce Giuseppe Carrus. h 18 / Exme / Wine tasting (5) Strada del Vino Carignano del Sulcis. Degustazione guidata dei vini Carignano abbinati ai prodotti della gastronomia locale. Conduce Giuseppe Carrus.
talk tuna
(2)
h 18.30 / Palco - Corso Battellieri / Talk food A cura dello chef Luigi Pomata. Tonno a sorpresa. Nuove tecniche di cottura, con i vini del consorzio del Carignano. Conducono Fede & Tinto.
nti monume aperti
DOM 2 giugno
girotonno live cooking (4)
Officina gastronomica A cura dello chef Luigi Pomata. Conduce Giuseppe Carrus. h 12 / Exme / Il quinto quarto del tonno e i vini del Consorzio di tutela dei vini di Cagliari. h 13.30 / Exme / Tonno e erbe selvatiche con il Consorzio del vino di Alghero e Sorso Sennori Doc.
talk tuna
(2)
h 17 / Palco - Corso Battellieri / Wine tasting Eccellenze di Sardegna. A cura dell’AIS Sardegna. Conducono Fede & Tinto.
girotonno girotonno live cooking live cooking (4)
h 19.30 / Exme / Officine gastronomiche Le lagune di Sardegna e zafferano. A cura dello chef Pierluigi Fais.
tuna competition (2)
h 20 / Palco - Corso Battellieri Gara internazionale di tonno: Finale Conducono Fede & Tinto.
girotonno live show
h 21.30 / Palco - Corso Battellieri Il taglio del tonno in Giappone. Show a cura dello chef Haruo Ichikawa. h 22 / Palco - Corso Battellieri Premiazione del Paese vincitore della Tuna Competition. Conducono Fede & Tinto. h 22.30 / Palco - Corso Battellieri
stadio in concerto
(4)
Officina gastronomica Conduce Giuseppe Carrus. h 17 / Exme / A tutto tonno con l’olio e i formaggi. A cura dello chef Achille Pinna. h 18 / Exme / Mare e monti: tonno, maiale e Cannonau di Sardegna. A cura del Consorzio Cannonau di Sardegna e dello chef Pierluigi Fais.
talk tuna
(2)
h 18.30 / Palco - Corso Battellieri / Talk food A cura dello chef Stefano Deidda. Il mio tonno tra tradizione ed innovazione. Conducono Fede & Tinto.
girotonno live show
format kasabunker gardenia h 21.30 / Palco - Corso Battellieri
in concerto
0 gmioag3 gio
golaseca, fratelli detroit e cheyenne la prima notte in musica è a tutto rock a colonna sonora delle notti musicali del Girotonno, da giovedì, sarà anche Lall’insegna della musica rigorosamente
Sardegna. Oltre ai GolaSeca si esibiranno i Fratelli Detroit, trio composto da Tony Detroit alla voce e chitarra, Frankie Detroit al basso e Jimmy Detroit alla batteria. Nemmeno quando saliranno loro sul palco, alle 23.50, il pubblico starà fermo, anzi i visitatori del Girotonno salteranno come molle. Il loro stile – nato nei garage della cultura suburbana di Carbonia – è una potente miscela di funk, soul e garage rock, che strizza l’occhio ad alcuni gruppi statunitensi, come Dirtbombs e White Stripes (originari proprio di Detroit) e Red Hot Chili Peppers. Sardi e rock sono pure i Cheyenne Last Spirit di Iglesias, davanti al pubblico a partire dalle 0.30. La formazione originaria, a partire dal 2006, comprendeva Francesco Addari (voce, chitarra e tastiere), Matteo Floris (basso e voce), Francesco Perra (chitarre e voce) e Alessio Cuccu (batteria), quest’ultimo rimpiazzato da Fabio Cuccu lo scorso gennaio. Il loro nome è ispirato all’album di De André noto popolarmente come “L’indiano”. Faber è una delle loro principali influenze musicali, come i Beatles e i Pink Floyd.
sarda, grazie ad alcune band che stanno scalando la scala dei consensi negli ultimi anni. Giovedì, a partire dalle 23, si esibiranno i GolaSeca, i Fratelli Detroit e i Cheyenne Last Spirit. I primi sono cassintegrati, impiegati sino a poco tempo fa nello stabilimento Alcoa di Portovesme e hanno conquistato nello scorso febbraio la ribalta di Sanremo, ottenendo un riconoscimento al premio Talent Up; la musica dei GolaSeca – composti da Roberto Cossu, leader e voce, Marco Madeddu e Stefano Etzi alla chitarra, Renato Fonnesu al basso e Maurizio Tiddia alla batteria – è un rock con una forte impronta sociale, nato in fabbrica, che si batte anche per i problemi dell’occupazione e quelli economici della 28
girotonno live show
demo
ven 31 m aggio
musica e simpatia? è l’ora di demo morselli e marcello cirillo hioma inconfondibile e riconosciute venerdì. Sul palco sarà presente anche il doti musicali da virtuoso delle note e cantante Marcello Cirillo, noto anche come C grande intrattenitore. E poi una simpatia ex componente del duo musicale “Antonio
e Marcello”, che cominciò a mettersi in luce negli anni Ottanta nei programmi di Renzo Arbore “Cari amici vicini e lontani” e “Quelli della notte”, prima di approdare a “I fatti vostri” di Michele Guardì. Il duo era ospite fisso e curava la colonna sonora della trasmissione fino allo scioglimento nel 1999 per divergenze artistiche. Dall’anno successivo Cirillo debutta come conduttore televisivo su Rai 2 a “Mezzogiorno in famiglia”, un’esperienza lunga nove anni, prima di tornare a “I fatti vostri”. L’anno scorso ha anche debuttato al teatro Manzoni di Roma nella commedia “Che cos’è questo amore” e ha pubblicato il suo primo album di musica popolare calabrese, “Rolìca”, con Mimmo Cavallaro, Cosimo Papandrea ed i TaranProject.
unica, innata. Demo Morselli, direttore d’orchestra, trombettista e arrangiatore, è da tempo sulla breccia dell’onda, anche noto volto televisivo, come leader della Demo Big Band Orchestra composta da una ventina di elementi, che ha fatto parte del cast di programmi di successo come “Buona Domenica” e “Maurizio Costanzo Show”, su Canale 5, prima di approdare in Rai, dove tuttora partecipa alla trasmissione “I fatti vostri”. Ha collaborato, da strumentista e arrangiatore, per star internazionali come Ray Charles e Simply Red, e per alcuni artisti italiani, come Mina, De André, Celentano, Jovanotti e Ligabue. Proprio Morselli e la sua band, a Carloforte, riempiranno di allegria e di musica una delle serate del Girotonno, quella di
29
stadio saiubgn1 o g
poesia, pop-rock e musica d’autore una notte magica con le ballate degli stadio ppena qualche mese fa hanno festeg- pagnavano in tour mostri sacri come Lugiato tre decenni di attività, con un cd cio Dalla e Francesco De Gregori. L’album A celebrativo, “30. I nostri anni”, una raccolta d’esordio degli Stadio è datato 1982, con
alcune musiche e canzoni che finirono nella colonna sonora del cult-movie di Carlo Verdone, “Borotalco”. Da allora la band ha firmato una ventina di album di successo, inanellando collaborazioni eccellenti, da Vasco Rossi a Francesco Guccini, da Ivano Fossati a Claudio Lolli, passando per Luca Carboni, Gianni Morandi e Roberto Roversi. Già a partire dagli anni Ottanta Curreri e soci hanno firmato e interpretato canzoni memorabili, come “C’è”, “Chiedi chi erano i Beatles”, “Generazioni di fenomeni”, “Un disperato bisogno d’amore”, “Ballando al buio”. E non hanno sbagliato un colpo nemmeno quando hanno offerto i loro brani ad altri colleghi, come Patty Pravo, Noemi e Irene Grandi. L’energia degli Stadio è intatta, una serata in compagnia delle loro ballate è un valore aggiunto per trascorrere una notte magica. La colonna sonora perfetta per il sabato del Girotonno.
dei brani più significativi, arricchita anche da tre inediti. Gli Stadio - Gaetano Curreri, Andrea Fornili, Roberto Drovandi e Giovanni Pezzoli - non sono soltanto una delle band più longeve del panorama nazionale, ma probabilmente la sola che coniuga in un perfetto equilibrio il pop-rock e la musica d’autore, per il proprio repertorio e quello di altri artisti. Il gruppo emiliano – reduce da un lungo e trionfale tour teatrale – sarà protagonista assoluto sul palco del Girotonno con un concerto nella serata di sabato. Duttili, versatili, poetici, capaci di coinvolgere appassionati di più generazioni, gli Stadio godono costantemente del favore del pubblico – facendo capolino tra i primi posti della hit-parade – e della critica. Hanno intersecato la propria storia musicale con quella di illustri colleghi, condividendone i palchi fin dalle origini, quando erano semplici “turnisti” e accom-
30
o
girotonno live show
format, kasabunker e gardenia band made in carloforte per il gran finale oco prima che cali il sipario, il palcoscenico del Girotonno ospiterà alcuni P gruppi emergenti, cresciuti proprio a Car-
loforte. Giovani di belle speranze, ma già di consolidata esperienza in concerto, che accenderanno di suoni l’ultima serata. Domenica alle 21.30 saliranno sul palco i Format, band rock-grunge che si è formata nel settembre 2010; il loro progetto musicale è nato con un sodalizio artistico fra Salvatore Damico e Raffaele Parodo (entrambi chitarra e voce), che hanno coinvolto prima Luca Farris alla batteria, poi Emanuele Puggioni come bassista. La musica dei Format ha sonorità graffianti e dirette, non disdegna talvolta sfumature
dom 2 gi ugno
metal e punk, mescolate a melodie più vellutate. Dopo una cinquantina di minuti toccherà ai Kasabunker, nati nel 2012, e composti da ragazzi provenienti da precedenti esperienze musicali: Giovanni Aste, voci e percussioni, Mighel Mura, chitarra, Pietro Magari, chitarra e tromba, Raffaele Puggioni, basso, Davide Tuberi, batteria. I Kasabunker – con il loro rock alternativo fatto anche di sonorità elettroniche – hanno partecipato a numerosi live nel contesto sardo e in quello nazionale, come ai Sanremo Music Awards. Alle 23 la chiosa del Girotonno sarà affidata ai Gardenia, gruppo carlofortino fondato nell’estate 2011 da Sara Caddeo (voce), Andrea Segni (basso), Emanuele Repetto (chitarra), Lorenzo Alrifai (batteria) e Gianni Pintus (chitarra). Nati come cover band di storici brani del rock, i Gardenia negli ultimi tempi hanno anche iniziato a comporre musica propria, influenzata dal rock degli anni Settanta e Novanta. Sul palco proporranno canzoni celeberrime e inediti assoluti. 31
CI SONO TANTI MODI PER GODERSI IL SOLE DI SARDEGNA.
BUIO BUIO 2010 Isola dei Nuraghi IGT: Gambero Rosso 2013 3 Bicchieri - The Sommelier Wine Awards 2013 Gold Medal Decanter World Wine Awards 2013 Silver Medal - International Wine Challenge 2013 Bronze Medal MESA CANTINA VITIVINICOLA 09010 Sant’Anna Arresi CI - Tel. +39 0781 965057 - info@cantinamesa.it
sulcis-iglesiente natura mozzafiato e ricchezze archeologiche
Regione storica nel sud-ovest della Sardegna, ha un territorio caratterizzato da bellezze naturalistiche e da importanti testimonianze monumentali. Tradizioni antichissime scandiscono ancora oggi la vita quotidiana degli abitanti
I
e bellissimi fondali, oltre che un notevole patrimonio archeologico e la tradizione di una importante civiltà mineraria, con parecchie miniere dismesse. La regione comprende, come suggerisce il nome stesso, il territorio del Sulcis e dell’Iglesiente. Il primo trae il nome dall’antica città punica di Sulcis, oggi Sant’Antioco; il secondo invece si chiama così in virtù di Iglesias, suo capoluogo nonché città principale. Della provincia di Carbonia-Iglesias fanno parte 23 comuni.
l Sulcis-Iglesiente è una regione storica della Sardegna sud-occidentale. Con la sua millenaria geologia, la regione conserva una ricchezza del sottosuolo che ne ha fatto per secoli l’area più importante del Mediterraneo. Il territorio è ricco di testimonianze monumentali e culturali di notevole interesse naturalistico e di grande suggestione, le tradizioni scandiscono, ancora oggi, la vita quotidiana degli abitanti. Le ricchezze di questa regione comprendono un litorale di coste bianche 33
tixeddu; più a sud, nei pressi di una sorta di fiordo, c’è la splendida spiaggia di Cala Domestica, non lontano dalle rovine di un antico deposito minerario. Le manifestazioni più sentite sono le feste religiose, oltre a quella patronale (San Giovanni) dal 24 al 26 giugno, il 4 dicembre si celebra Santa Barbara, la patrona dei minatori, il 29 e il 30 giugno San Pietro, protettore dei pescatori.
calasetta
Piccolo e suggestivo centro dell’Isola di S. Antioco, con quasi tremila anime, è Comune onorario della provincia di Genova, per la sua antica tradizione ligure: erano, infatti, liguri i fondatori della colonia nata nel 1770 da schiavi pegliesi-tabarchini liberati dall’ordine religioso dei SS. Maurizio e Lazzaro. Calasetta è anche conosciuto come il borgo bianco, dal colore prevalente delle case. Una delle principali attrazioni è l’Open Air Gallery, galleria d’arte contemporanea di Mangiabarche, uno storico edificio che durante la seconda guerra mondiale funzionava come batteria antinave e antiaerea. Le principali attività, oltre a quella portuale, sono la tessitura di tappeti e arazzi. Fedeli e turisti accorrono a Calasetta per i festeggiamenti in onore della Beata Vergine delle Grazie, il 2 luglio, e per la festa del patrono, San Maurizio, il 22 settembre.
buggerru
Il nucleo originale è un piccolo centro minerario, fondato nella seconda metà dell’Ottocento. Buggerru è nella storia d’Italia, perché dopo l’eccidio di tre minatori per mano dei soldati inviati dal governo Giolitti, il 4 settembre 1904, a distanza di pochi giorni la Camera del lavoro di Milano proclamò il primo sciopero generale nazionale in Italia. È meta di turisti per i tanti siti minerari ormai inattivi, ma principalmente per le coste incontaminate e il mare frequentato da surfisti, che amano le onde lunghe, simili a quelle oceaniche. A pochi chilometri dal paese, verso nord, ci sono le spiagge di San Nicolò e di Por-
34
lorizzare la storia della grande miniera di Serbariu. Di grande interesse naturalistico la vicina laguna di S. Antioco, in cui è possibile ammirare da vicino fenicotteri rosa, aironi e folaghe.
carbonia
Capoluogo di provincia con Iglesias, è il principale centro urbano sulcitano. Costruita in un biennio, alla fine degli anni Trenta – quindi in piena epoca fascista – la cittadina era destinata principalmente allo scopo di garantire l’alloggio a dirigenti, impiegati e operai del bacino carbonifero Sirai-Serbariu. Nei pressi di Carbonia c’è un importante sito archeologico (con reperti punico-fenici), un museo a cielo aperto, da cui si può godere anche di un panorama mozzafiato sul golfo di Palmas. Da alcuni anni a Carbonia è stato allestito il Centro italiano della cultura del carbone, per va-
domusnovas
Centro storico fondato nel Medioevo, Domusnovas è conosciuto come il paese delle grotte. A circa tre chilometri dal centro abitato si trova la grotta naturale di San Giovanni, la più nota e una delle più lunghe in Europa, un traforo naturale transitabile, fino a qualche anno fa, anche in auto. La cittadina fu anche citata da Dante nel “De Vulgari Eloquentia” (forse perché si ribellò ai Pisani che avevano condannato a morte il conte Ugolino) ed è nota per una possente opera megalitica, il nuraghe denominato S’Omu ‘e s’Orcu. Nel periodo dell’Assunta, cioè a Ferragosto, la tradizionale festa religiosa si protrae per quindici giorni, ha qualche eco dell’era neolitica e affonda le radici nella festa della dea Madre. In questo periodo si svolge anche la particolare usanza de “Su carrù e sa Linna”, carro che anticamente i “bagadius” (gli scapoli) realizzavano in onore della Madonna.
fluminimaggiore
Tra il mare e tante antiche miniere dimesse, a nord della provincia di Carbonia-Iglesias, si trova Fluminimaggiore. La principa-
35
iglesias
le attrazione nei dintorni, a una decina di chilometri a sud, è un celebre santuario nuragico, il tempio di Antas (dedicato dai fenici al dio cacciatore e fecondatore Adon Sid addir Baby e dai romani alla divinità locale Sardopastoris Fanum) e tutta l’area archeologica circostante, in una splendida cornice naturalistica. Vicino al tempio ci sono le grotte di Su Mannau, chilometri di gallerie in cui sono stati rinvenuti i reperti archeologici esposti nel museo locale. La manifestazione religiosa più importante è quella in onore di Sant’Antonio da Padova il 13 giugno; suggestivi anche i festeggiamenti del Carnevale, in ogni quartiere si appicca un grande falò.
Capoluogo di provincia, con Carbonia, e principale centro abitato della zona a cui dà il nome, Iglesias è una cittadina universalmente nota per la sua attività mineraria, tanto che le sue miniere (alcune visitabili, come quelle di Masua, San Giovanni e Monteponi) sono state riconosciute dall’Unesco come Patrimonio dell’umanità. Il centro abitato è tra le più importanti testimonianze medievali della Sardegna, con le cinte murarie, la torre Pisana e il castello di Salvaterra. Anche la cattedrale di Santa Chiara, da visitare, risale al XIII secolo. Da non perdere il museo dell’Arte Mineraria e quello delle Macchine. Ad agosto, il 13, si svolge il corteo storico
giba
Giba, che comprende anche il centro abitato di Vilarios, sorge in collina, all’interno di un territorio agropastorale, la cui economia è fondata in particolare su allevamento e viticoltura (in particolare i vini Doc ottenuti dall’uva Carignano del Sulcis). Il territorio è dominato dal Golfo di Palmas, dove si trovano la piccola spiaggia di Porto Botte, caratterizzata da sabbia finissima, e una zona palustre che rappresenta l’habitat naturale per specie animali come fenicotteri rosa, aironi e cavalieri d’Italia. Ad agosto, a Giba, si svolge la Sagra del Pane, in cui rivive l’antico rito della panificazione, con tanto di allestimento nella piazza principale dei tradizionali forni costruiti con i mattoni in fango, i cosiddetti “ladiri”.
gonnesa
Quasi a metà strada tra Iglesias e Carbonia, c’è Gonnesa, tra cespugli di mirto e di lentischio. Il territorio circostante è ricco di spiagge incontaminate e siti archeologici come la reggia nuragica di Seruci. Di particolare interesse la Grotta di S. Barbara, nella miniera di S. Giovanni, con le pareti rivestite da cristalli di barite bruno scuro. I festeggiamenti più suggestivi, a Gonnesa, sono quelli dedicati alla Madonna di Trattalias, a maggio: per pregare dinanzi al simulacro della Vergine – trasportato in passato da un giogo di buoi seguito da carri con le donne e gli uomini in costume – arrivano migliaia di fedeli da tutto il Sulcis-Iglesiente. 36
medievale, con oltre 500 figuranti; altrettanto suggestiva il 15, giorno dell’Assunta, la processione dei Candelieri. Da vivere la Settimana Santa, a partire dalla domenica delle Palme: tutti i riti hanno forti influenze spagnole, inevitabile dote della lunga dominazione iberica. Protagonisti assoluti delle processione i Germani, ovvero gli appartenenti alle confraternite della città: l’atto conclusivo della Settimana Santa è la cosiddetta processione del Descenso: un vero e proprio corteo funebre, illuminato solo dalle luci delle fiaccole dei partecipanti.
territorio è ricco di numerose testimonianze archeologiche risalenti al periodo nuragico e romano. Come i vicini villaggi di Giba e Villarios, anche Masainas fu interessata, a partire dal Millecento dalla predicazione dei monaci benedettini giunti in Sardegna: tracce e testimonianze sono i numerosi conventi, detti gunventus, presenti ancora oggi nella zona. Il centro abitato si sviluppò nel diciottesimo secolo, attorno alla chiesa dedicata a S. Giovanni Battista, una delle mete turistiche, come, nel periodo estivo, la spiaggia bianca di Is Solinas, circondata da ginepri. Il monumento più noto è il nuraghe complesso di Is Fais, costituito da quattro torri disposte a croce. Il 28 marzo si svolge la Sagra del carciofo, i primi di ottobre si festeggia la Madonna della Salute.
masainas
È un piccolo centro dalle origini molto antiche, probabilmente risalenti al Neolitico. Il
musei
Il Comune di Musei, che fino al diciassettesimo secolo si chiamava Villa di Prato, si trova nella piana del Cixerri, ricca di reperti archeologici di epoca punica e romana. L’odierno centro abitato è nato attorno alla chiesa e al convento della Compagnia di Gesù, che risalgono al diciassettesimo secolo. Il patrono di Musei è S. Ignazio di Loyola – la cui festa ricorre il 31 luglio – ovvero il fondatore della Compagnia di Gesù.
narcao
Narcao è uno dei centri più antichi della zona, intorno all’anno Mille si insediarono lì i monaci benedettini. Nei pressi di Narcao si trova la necropoli di Montessu e, circondate dalla macchia mediterranea, ci sono le preistoriche “domus de janas” (“case delle fate-streghe”), grotte scavate nella roccia con funzione funeraria, come quella di Su Bucculu (con suggestive stalattiti, vicino alla frazione di Terraseo, dove si trova anche un tempio punico dedicato a Demetra) e di Su Maiu, i cui reperti sono esposti al museo archeologico di Cagliari. Di notevole interesse anche le miniere Rosas, attive dal 1851 al 1978, quando si estraeva piombo, rame e zinco. Dal 12 al 16 agosto si festeggia il patrono San Nicola e in processione sfilano le “traccas”, carri di buoi addobbati a festa. Dal 1991, ogni anno a luglio, si tiene uno dei più importanti festival di musica Blues. 37
tuito da un reticolo di strade attorno alla chiesa parrocchiale dedicata a San Giacomo; tra i monumenti spiccano la chiesetta campestre di San Leonardo, tra ulivi secolari, e l’antico convento benedettino “Su Corrali”.
piscinas
Meno di un migliaio di abitanti vivono a Piscinas, che prende il nome dell’omonimo fiume che ne attraversa il territorio, il rio Piscinas. Le sue origini sono molto antiche, basti pensare che nella vicina grotta di Su Benazu sono state ritrovate testimonianze risalenti al Neolitico. Tra gli edifici di particolare interesse il palazzo patrizio della famiglia Salazar (feudatari del XVI secolo), noto pure come villa Bice, che ospita eventi culturali. Le feste più caratteristiche sono il Carnevale contadino, quella della Madonna della neve il 5 agosto e, nello stesso mese, la Sagra dell’allevatore e della pasta, che attira un buon numero di visitatori.
nuxis
Piccolo centro di fiorente artigianato, con una decina di miniere dismesse attorno. Le principali mete turistiche della zona sono la chiesa campestre bizantina di S. Elia di Tattinu e il Pozzo sacro di Tattinu risalente all’epoca nuragica. La festa più sentita, a fine giugno, è quella in onore del patrono S. Pietro.
portoscuso
Centro costiero di oltre cinquemila anime, di fronte all’isola di San Pietro, è il porto commerciale che collega la Sardegna a Carloforte. Le origini dell’abitato sono datate alla fine del XVII secolo, quando, nei pressi di una cinquecentesca torre spagnola, si aggregò una comunità che comprendeva pescatori sardi, ma anche siciliani e di altre coste italiane. Tra le numerose
perdaxius
Il nome ha origine dal latino Petrarium che significa “luogo pietroso” e nel territorio circostante si trovano i nuraghi di Monte S’Orcu e Camboni. L’abitato fu fondato dai francescani nell’XI secolo e oggi è costi38
belle spiagge della zona spicca quella di Porto Paglietto, meglio conosciuta come Portopaleddu; da visitare quello che resta dell’antica tonnara di Su Pranu, la cui costruzione risale alla fine del XVII secolo e fu autorizzata dal governo spagnolo. Oltre alle feste religiose, quella patronale di Santa Maria d’Itria e i riti della Pasqua, da segnalare la sagra del riccio, a marzo, quella del granchio, ma soprattutto quella del tonno, il 13 giugno, con la degustazione del pesce (cucinato secondo tradizioni secolari), accompagnato da pane e vino.
san giovanni suergiu
Centro della pianura del basso Sulcis, circondato dal verde e dai vigneti, San Giovanni Suergiu s’affaccia sulla laguna di Sant’Antioco. Il paese è nato dall’aggregazione dei cosiddetti ”furriadroxius”, abitazioni campestri, ma anche rifugi per il bestiame. Anche in questa zona sono numerosi i nuraghi e zone molto suggestive dal punto di vista naturalistico, dove è possibile osservare uccelli acquatici, come fenicotteri e aironi. Tra le feste più sentite, a maggio quella della Madonna delle Grazie e il 24 giugno quella patronale, in onore di San Giovanni Battista.
Sant’Agata o Santa Ada de Sulcis. Di notevole interesse l’insediamento fenicio-punico di Pani Loriga, che risale al VII sec. a.C., le “domus de janas”, strutture sepolcrali di epoca pre-nuragica, e una Tomba dei Giganti, scoperta di recente. Piuttosto note sono le grotte Is Zuddas e la foresta di Pantaleo, nota per i sugheri e le querce. Durante la prima domenica di agosto si svolge il “matrimonio mauritano”, che secondo tradizioni secolari, non è solo la celebrazione delle nozze (cattoliche) di due sposi, ma anche il ricordo delle popolazioni africane che sbarcarono nei lidi sulcitani e furono ospiti delle terre santadesi.
santadi
Borgo agricolo, che sorge in un territorio ricco di testimonianze archeologiche di diverse epoche, nel Medioevo si chiamava 39
sant’anna arresi
Centro a forte vocazione turistica grazie alla località di Porto Pino (dall’omonimo e verde promontorio), spiaggia con chilometri di sabbia bianca, al confine col Comune di Teulada, frequentata da migliaia di turisti nel periodo estivo, deve il suo nome alla santa patrona e al nome (Arresi) con cui è identificato un nuraghe in pieno centro abitato. Sono due le chiese (quella antica e quella nuova) dedicate a Sant’Anna, la cui festa si celebra il 26 luglio, con una processione in cui la statua è accompagnata dai gruppi folcloristici provenienti dai paesi vicini. Da una ventina d’anni l’estate di S. Anna Arresi è caratterizzata anche dalla rassegna “Ai confini tra Sardegna e jazz”, che ha risonanza nazionale ed internazionale, con la partecipazione di nomi di grido. Da segnalare, ad agosto, anche la sagra dell’allevatore.
sant’antioco
Comune della maggiore isola sarda per estensione – costituita da rocce calcaree e vulcaniche – circondata da un mare di colori molteplici, blu, verde, turchese e punteggiata da spiagge favolose, cala Lunga, Saline, Turri, Capo Sperone, angoli che fanno innamorare. Il Comune di S. Antioco prende il nome dal santo nero, protettore della Sardegna, di cui sono conservati i resti, forse giunto dalla Mauritania: era un predicatore cristiano e un medico, che l’imperatore Adriano aveva ordinato di gettare in mare, ma riuscì ad approdare spinto dal vento alle coste di quest’isola, dove secondo la tradizione morì nel 127 d. C.: a lui sono intitolate la chiesa e il paese. Negli scavi dell’area archeologica sono stati rinvenuti reperti fenicio-punici risalenti all’ottavo secolo a.C., conservati nel museo archeologico comunale “Ferruccio Barreca”, la principale meta turistica assieme alla basilica minore di Sant’Antioco Martire, dove si trovano le uniche catacombe paleocristiane sarde. Ancora oggi, in quest’isola, sopravvivono maestri d’ascia e piccole aziende a carattere familiare, specializzate nella costruzione di barche. Suggestivi i riti della Settimana Santa e, quindici giorni più tardi, l’antichissima
sagra di Sant’Antioco, preceduta dalla tradizionale sfilata de “Is Coccoisi”, in cui per l’occasione le donne realizzano un particolare pane bianco detto “Coccois de su santu”.
tratalias
Un migliaio di abitanti e una storia antica, che inizia intorno all’anno Mille e vede tra i suoi precursori monaci e mercanti. I primissimi insediamenti, comunque, sono anche più antichi, come testimonia Is Meurras, un nuraghe ancora oggi in ottime condizioni. Durante il Medioevo Tratalias era il centro più importante del Sulcis. Da visitare la cattedrale di Santa Maria di 40
cielo aperto di “S’Ortu Mannu”, con oltre settecento ulivi secolari, la miniera di Orbai, abbandonata negli anni Sessanta, e le rovine del castello di Gioiosa Guardia. Il principale luogo di culto è la chiesa della Madonna della Neve: la Vergine è festeggiata la seconda domenica d’ottobre, mentre i primi di settembre si svolge la festa della Madonna del Pilar. L’ultima domenica d’ottobre, invece, è dedicata alla sagra dell’olio a “S’Ortu Mannu”.
villaperuccio
L’economia di Villaperuccio si fonda sull’agricoltura, sulla pastorizia e sul turismo. Tra i principali e vasti complessi archeologici della Sardegna spicca la necropoli di
Montessu che comprende, fra le altre, due celebri sepolture, la “tomba delle spirali” (simboleggiano gli occhi o i seni della dea Madre), e la “tomba delle corna” (che alludono al dio Toro). Poco distante dalla necropoli c’è il monolito di Su Terrazzu, alto circa 5 metri. Tra le tradizioni popolari spicca la festa patronale della Madonna del Rosario, il 20 agosto, con le celebrazioni che si svolgono nell’omonima chiesa.
Monserrato, in stile romanico pisano. La patrona del paese viene festeggiata quaranta giorni dopo la Pasqua, in occasione dell’Ascensione, ed è una festa popolare che dura una settimana.
villamassargia
Villamassargia – il suo nome ha origine dal latino “villamassaius”, cioè città di massai e agricoltori – sorge nella valle del fiume Cixerri e nei pressi della sorgente di acque oligominerali di “Picculu Malu”. Dal punto di vista archeologico e naturalistico non mancano le attrazioni: i nuraghi “Santu Pauli” e “Monte Exi”, le tombe dei giganti di Monte Ollastu, ma anche il museo a 41
foto daniela zedda cortes design
ore 10:27 04 11 2012 vigneto tenute iselis
www.argiolas.it
seguici su
carloforte rocca genovese in terra sarda
Comune dell’Isola di San Pietro, fu fondato nel 1738 da liguri che da generazioni vivevano nell’Africa settentrionale. Carlo Emanuele III di Savoia li riscattò, invitandoli a popolare l’Isola. E ancora oggi l’orgoglio delle origini è molto vivo.
le origini
bile casato di Pegli, i Lomellini, gruppi di pegliesi andarono a Tabarca, per pescare tonno ed estrarre corallo dai fondali. Due secoli dopo Carlo Emanuele III di Savoia (Carlo forte, per l’appunto), re di Sardegna riscattò dalla schiavitù a Tabarca oltre 400 eredi della comunità ligure, invitandoli a colonizzare la disabitata isola degli Sparvieri (adesso Isola di San Pietro): nel 1738 fondarono il paese in onore del sovrano, mantenendo lingua, cultura e identità. Identità, quella ligure, ancora orgogliosamente vivissima, per i circa settemila carlofortini (o «carolini»), dal cibo al dialetto, dal tifo calcistico (per il Genoa o per la Samp) all’architettura.
Sardegna, rotta sud-ovest. Il suggestivo borgo costiero di Carloforte, nell’Isola di San Pietro, è un angolo mozzafiato, un tesoro naturalistico, paesaggistico e storico. Carloforte è una rocca ligure in terra sarda, gemellata con Pegli e Camogli, da nove anni Comune onorario della Provincia di Genova, e il perché è presto spiegato. Qui voci, cucina e tradizioni parlano il cantilenato dialetto ligure. Sembra d’essere in Liguria, da dove più di cinque secoli fa partirono gli avi degli attuali abitanti di Carloforte. Quando, verso la metà del sedicesimo secolo, la cittadina africana di Tabarca, vicino Tunisi, fu ceduta a un no43
la natura
Da sempre il mare è al centro dell’economia di Carloforte. Per decenni dal porto passavano i minerali estratti in gran parte della Sardegna e il tonno delle tonnare. Adesso è il turismo la chiave del successo dell’isola di San Pietro, grazie a coste risparmiate da speculazioni edilizie di massa, calette di acqua cristallina e incontaminata, strutture alberghiere a misura di famiglie, angoli di natura selvaggia, punteggiati di mirto, lentisco e lecci, sferzati talvolta dal maestrale. Tra arenili sabbiosi, calette rocciose e faraglioni alti sedici metri (Le Colonne) protetti come monumento naturalistico, il mare dell’isola di San Pietro va incontro alle esigenze di chiunque. Spettacolari ed impervie sono le scogliere da Capo Fico a Capo Sandalo, affascinante è la grotta della Nasca e delle Oche dai coloratissimi fondali, suggestiva la sabbia bianchissima di Cala Spalmatore. Le saline, da oltre un ventennio non più operative, ospitano colonie di uccelli migratori, tra cui fenicotteri, aironi e cavalieri d’Italia. 44
la cultura
fatta costruire nel Duecento, per volere di papa Gregorio IX, in memoria di un gruppo di fanciulli periti in un naufragio sulle coste dell’isola. La chiesa parrocchiale di Carloforte, edificata nel 1773 in stile neoclassico e aperta al culto un paio di anni dopo, è dedicata a San Carlo. Nel corso del tempo è stata impreziosita da statue e decorazioni, frutto delle donazioni dei fedeli. Altra chiesa che merita d’essere visitata è quella della Madonna dello Schiavo, conosciuta anche come “Genetta du Previn”. Quindici anni fa, ricorrendo il 250° anniversario della fondazione di Carloforte, furono traslate da Tunisi, e tumulate in questa chiesa, le spoglie di uno schiavo ignoto. La Torre di San Vittorio, avamposto difensivo che apparteneva al nucleo fortificato, alla fine dell’Ottocento fu adibita alla ricerca scientifica ed è una delle cinque stazioni nazionali per lo studio della rotazione dell’asse terrestre.
Più che le abitazioni mediterranee tipiche di gran parte della Sardegna, a Carloforte le case hanno facciate colorate, con fiori e giardini, e molti quartieri – su tutti quello del Castello – presentano i tipici carrugi genovesi, tra portici in penombra e vicoli stretti. In una zona subito a nord di Carloforte è stato localizzato un insediamento di età punica e, sempre nella stessa zona, sono stati riconosciuti i ruderi di una cinta fortificata costruita con grandi blocchi squadrati. Parte della necropoli punica è visibile tra il viale Salvo D’Acquisto e la salita Giorgio Rombi. Al centro del lungomare di Carloforte si staglia la statua di Carlo Emanuele III di Savoia – benefattore dei fondatori della cittadina – opera dello scultore Bernardo Montero. La cinta muraria che proteggeva il centro abitato risale alla fine del diciottesimo secolo. Ben più antica è una delle principali attrattive monumentali, la chiesa dei Novelli Innocenti,
45
mattanza tra riti e antichi miti una storia di amore e morte
I tonni cercano le femmine del branco lungo l’eterna rotta che li conduce dall’oceano Atlantico al mar Mediterraneo, dove sono intercettati dai pescatori, che sono guidati da un Rais. I pesci non sono più arpionati come in passato, ma tirati in barca.
U
comunque il mito di una lotta con vincitori e vinti, una storia di morte e amore: a fare la differenza nei fondali è, infatti, una serie di reti ancorate dove si presume avvenga il passaggio dei tonni in amore – il pregiato pinnato rosso, “thunnus thynnus” per i dotti, “bluefin tuna” per gli anglosassoni – tonni che vanno “di corsa”, come si dice nel gergo dei tonnaroti di Carloforte. La rotta del tonno è identica da sempre, viene dai fondali dell’oceano
n tempo le onde del mare si tingevano di rosso, perché i tonni erano arpionati al termine di una sorta di corrida dei mari. Eschilo, il poeta greco che visse tra il sesto e il quinto secolo avanti Cristo, paragonò quella che era un’epopea sanguinaria all’epico massacro dei persiani nella battaglia di Salamina. Ormai, invece, i pesci sono tirati in barca senza essere feriti, anche perché così le carni risultano migliori, più gustose. La mattanza resta 47
manda la flotta per innata autorità in seno alla ciurma, gran conoscitore del mare e delle condizioni atmosferiche. Sa bene il Rais che i tonni in amore sono troppo eccitati dalle femmine del branco per evitare di finire intrappolati nella cosiddetta “camera della morte” – dove poi avviene la mattanza vera e propria – un tunnel di maglie a forma di parallelepipedo, un fatale tranello di reti senza uscita, che i tonnaroti tendono da secoli dalle loro barche nere, soprannominate “le bastarde”. E pur molto veloci (possono arrivare anche a 80 chilometri l’ora) i pesci si muovono in banchi e hanno comportamenti prevedibili: dall’alto mare vengono costretti in un piccolo specchio d’acqua, profondo almeno 35 metri e nelle «camere» della tonnara, dove per loro arriva la fine; le varie «camere» di queste reti non hanno fondo, solo l’ultima, la «camera della morte» è chiusa in basso ed è quella sollevata, piena di tonni intrappolati, infine tirati in barca dai pescatori. L’antico ritua-
Atlantico, richiamato dall’istinto sessuale, alla ricerca di alcove nel mar Mediterraneo. Scrittori, storici, semplici cronisti, fin dall’antichità e nei secoli, hanno narrato gli spostamenti dei branchi compatti oltre lo stretto di Gibilterra: una migrazione che puntuale arriva con la primavera, e tocca le sponde del nord Africa e del sud Europa, le coste sarde, quelle siciliane e corse, catalane, dalmate e provenzali, fino agli arcipelaghi greci e all’Asia Minore. Quando il Mare Nostrum era puntellato da tantissime tonnare, nei secoli la mattanza aveva contribuito a costruire una rete economico-culturale comune a tutto il Mediterraneo, con notevoli risvolti sociali e una diffusione su larga scala anche presso le popolazioni: tanto che la mattanza era uno spettacolo paragonabile al teatro o ai giochi circensi, a cui assistevano ricchi e poveri, piccoli e adulti. Ancora oggi, nel corso della mattanza è fondamentale la figura del Rais (dall’arabo “capo”), pescatore di lungo corso che co-
48
le della mattanza e la filiera della produzione e della commercializzazione, come si tramandano a Carloforte, sono lontane anni luce – per la strategia di posa delle reti e la rigorosa stagionalità – da eccessi e depredazioni della pesca industriale su larga scala, portata avanti con battelli ipertecnologici: rappresenta un sistema ecocompatibile e alternativo a quelli che rischiano di desertificare i mari, non dando tempo ai pesci di riprodursi. In questo lembo sud-occidentale della Sardegna l’antica tecnica della mattanza coinvolge non solo i nuclei familiari dei tonnaroti, ma anche una schiera di artigiani, tra tessitori di reti e maestri d’ascia. In passato del tonno non si buttava… nulla: le casalinghe facevano ramazze per spazzare dalle pinne caudali, dalle vertebre dei pesci più grossi i tabagisti ricavavano posacenere e, addirittura, i ragazzi staccavano il cristallino dagli occhi bolliti, per giocarci a biglie.
curiosità
italia, 162 tonnellate in più rispetto alla campagna 2012 Nel 2013 i pescatori italiani potranno
pescare una quota di tonno rosso pari a 1.950,42 tonnellate, ovvero 162 tonnellate in più rispetto alla campagna di pesca 2012. Sono numeri stabiliti a Bruxelles, dal Consiglio dei ministri dell’Unione Europea, che ha affrontato anche le problematiche relative alle politiche alimentari e agricole. L’incremento della quota di pesca per l’anno in corso, rispetto al 2012, è conseguenza del fatto che l’Italia abbia finito di scontare i tagli di quota degli anni precedenti, e dell’aumento della quota globale di pesca a 13.400 tonnellate annue da parte dell’ICCAT (International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas), ovvero la Commissione internazionale che gestisce la conservazione e la pesca dei tonni nel’Atlantico. L’ICCAT ha anche accolto la proposta italiana, fatta propria dalla Commissione europea, di spostare dal 16 al 26 maggio e fino al 24 giugno, il periodo di pesca del tonno rosso, per una durata di 30 giorni, che resta invariata.
asta record in giappone tonno battuto per 1,3 milioni di euro Immune da qualsiasi crisi economica,
non ha deluso le attese la prima asta dell’anno presso il più grande mercato del pesce, quello di Tsukiji, sulla baia di Tokyo: un tonno rosso del peso di 222 kg, infatti, è stato battuto al prezzo record di 155,4 milioni di yen (al cambio circa 1,3 milioni di euro). Stracciato il primato del 2012, quando la catena di ristoranti di sushi Kyiomura – la stessa che quest’anno ha versato un assegno record – aveva avanzato un’offerta di 56,49 milioni di yen per aggiudicarsi un tonno rosso. La tradizionale gara nel Paese del Sol Levante ha forti connotati di buon auspicio.
49
Le origini della tonnara di Carloforte risalgono alla metà del diciassettesimo secolo ed esattamente al 1654, quando un finanziere genovese, Gerolamo Vivaldo, acquistò da Filippo IV, re di Spagna, alcune tonnare in Sardegna, tra le quali quella di Portoscuso, compresi gli impianti per la conservazione. Già allora il mare antistante era interessato dalla “corsa” del tonno rosso. Circa un secolo fa, da Portoscuso la lavorazione fu trasferita nella vicina isola di San Pietro, a Carloforte, che di fatto resta l’ultimo avamposto della tradizione. La zona del sud-ovest della Sardegna conobbe, in passato, diverse aziende-tonnare, che sono progressivamente sparite nel corso del Novecento. Giuliano Greco, procuratore generale della Carloforte tonnare PIAM e gerente della Consociazione Tonnare Sarde, ha le spalle una tradizione secolare: impegno e orgoglio contraddistinguono la sua attività, anche se non mancano le difficoltà.
greco: tante le difficoltà, ma la passione è immutata
la tonnara di carloforte Una lunga storia di successi e sorrisi, ma c’è spazio anche per qualche problema… Gli ultimi tagli del governo italiano ci hanno costretto a interrompere la produzione del tonno in scatola. L’auspicio è di farla ripartire nel giro di un paio d’anni. Le normative europee sono molto restrittive, specie dalla fine degli anni Novanta, quando i pesci, più che in quantità, sono diminuiti drasticamente in pezzatura, diventando più piccoli, passando ad esempio da una media di circa 150-180 kg a una di 35-40. Siamo stati anche multati per la pesca di tonni sotto taglia, fortunatamente negli ultimi due anni si è registrata una risalita della media.
al cento per cento il prodotto, considerando che le spese di ogni tonnara oscillano tra 500 e 600 mila euro. Come è cambiata la mattanza negli ultimi decenni? Si è proiettata nella modernità e nella contemporaneità, non solo per le tecnologie più avanzate di pesca. A differenza di quanto sostengono presunti ecologisti e sedicenti animalisti, è soprattutto meno cruenta, perché da tempo sono stati aboliti uncini e rampini. I tonni non sono certo massacrati, c’è grande attenzione per la qualità finale del nostro pescato e per la sua immediata conservazione. Ancora oggi non sono rari gli attacchi che ci arrivano da più parti, spesso attraverso i mezzi di informazione, quasi sempre senza che ci venga concesso il diritto di replica. Le autorità vigilano sulla taglia dei pesci e l’operazione di dissanguamento non è cruenta né crudele, visto che avviene quando i tonni sono già morti, a garanzia dei consumatori, in quanto serve ad evitare la degenerazione del cibo e a preservare la qualità delle carni.
Fra tante difficoltà, come si porta avanti la vostra attività? Ci vuole tanta passione, innanzi tutto, è un elemento indispensabile. Poi bisogna essere dentro il meccanismo, con basi solide, non soltanto quelle economiche. I rendimenti ormai sono piuttosto scarsi, se si considerano gli alti costi iniziali. Se qualcuno volesse iniziare adesso un’attività del genere sarebbe considerato pazzo. Bisogna ottimizzare 50
Sappiamo sempre che pesci pigliare. Niente panico, c’è la Feedback. Una squadra di professionisti pronti a tutto in grado di organizzare eventi memorabili, grandi o piccoli che siano. Chiedeteci qualsiasi cosa, abbiamo sempre la risposta pronta.
>FEEDBACK
www.feedback.it
IDEAZIONE • ORGANIZZAZIONE • COMUNICAZIONE INTEGRATA P.R. • UFFICIO STAMPA • SPONSORING DEL GIROTONNO2013