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ART IS forever
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BACON ART
MAGAZINE
THE LIBERAT ION OF ART
Catalogo 2017
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FRANCIS BACON « Voglio che la mia vita sia il più libera possibile, voglio solo il migliore tipo di atmosfera in cui lavorare »
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BIOGRAFIA Francis Bacon nasce a Dublino il 28 ottobre 1909; il padre è inglese e alleva cavalli da corsa. Fin da bambino Francis dimostra una natura sensibile e una predilezione per gli abiti femminili, rivelando già allora una evidente omosessualità, tanto che il padre reagisce con punizioni brutali. Allo scoppio della prima guerra mondiale la famiglia si trasferisce a Londra, ma resta legata alla residenza irlandese. Nel 1925 Bacon, che ha solo sedici anni, si trasferisce a Londra, dove integra l’assegno paterno con vari lavoretti.Soggiorna spesso a Berlino e Parigi, dove ha l’opportunità di ammirare opere che influenzeranno la sua futura vita di artista. L’Esposizione di Picasso del 1927, con le figure umane e gli oggetti completamente distorti, è una folgorazione per l’artista che prenderà quella nuova pittura ad esempio. Francis Bacon si ferma Parigi qualche mese, dove lavora come decoratore d’interni e realizza disegni e acquerelli, in parte ispirati a Picasso. Nel 1928 Francis Bacon torna a Londra. Disegna mobili di successo e affronta la pittura a olio, realizzando dipinti di derivazione cubista e surrealista. Nel 1933 dipinge “Crucifixion” ed Herbert Read pubblica una delle tre versioni in “Art Now”. Nel 1936 Francis Bacon invia alcune opere alla Mostra Internazionale del Surrealismo, ma vengono tutte respinte perché ritenute “non sufficientemente surrealiste”. Deluso, smette di dipingere. Nel 1944 Francis Bacon, scontento dei risultati, distrugge quasi tutti i lavori, tranne “Crucifixion” e qualche altro quadro. Nel 1945 la Lefevre Gallery di Londra espone il trittico “Three Studies for Figures at the Base ofCrucifixion” ed inizia la consacrazione artistica di Bacon: le grandi gallerie e musei acquistano le sue opere. Tra il 1946 e il 1950 Francis Bacon vive prevalentemente a Montecarlo. Inizia l’amicizia con il pittore inglese Graham Sutherland. Nel 1949 ha luogo la prima di una lunga serie di mostre personali presso la Hanover Gallery di Londra, suo agente fino al 1958, presenta il ciclo Heads. Nel 1954 Bacon rappresenta l’Inghilterra, assieme a Ben Nicholson e Lucien Freud, alla Biennale di Venezia e continua ad essere uno dei più significativi pittori del secolo in mostre che si tengono fra Londra, New York e Chicago. La grande mostra del 1965 della Kunsthalle di Amburgo, si sposta al Moderna Museet di Stoccolma e al Museum of Modern Art di Dublino. Gli anni ‘60 sono caratterizzati dai bei ritratti ad amici ed intimi, il suo modello più amato è George Dyer che si suiciderà nel 1971 lasciando un segno profondo nell’intimo dell’artista. Attivo anche in età avanzata.
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La prima esposizione personale nel suo nuovo studio a Queensberry Mews, nell’inverno del 1929, era fatta di stracci, mobilia di Bacon, e alcuni dipinti, tra cui Painted screen (c.1929 - 1930) e Watercolour (1929), entrambi comprati da Alden. Sydney Butler, figlia di Samuel Courtauld, commissionò un tavolo di vetro e acciaio ed una serie di sgabelli per il salotto della sua casa di Smith Square. Nel numero dell’agosto 1930 di The Studio, un articolo di due pagine intitolato The 1930 Look in British Decoration mostrava i suoi lavori, inclusi un grande specchio tondo, stracci e mobilia in acciaio tubolare e vetro influenzata dall’International Style, da Marcel Breuer, Le Corbusier, Charlotte Perriand e Eileen Gray. Di ritorno a Londra, dopo un periodo in Germania nel 1930, Bacon affittò con Hall il piano terra di Cromwell Place 7, a South Kensington, che era stata la casa e lo studio di John Everett Millais. Per trarre profitto, i due organizzavano anche serate dedicate al gioco d’azzardo con una roulette.Ora sede dell’Art Fund, la casa Millais è a pochi passi del Victoria and Albert Museum, dove è esposta la collezione nazionale dei lavori di John Constable, i cui dipinti e schizzi ad olio vennero molto ammirati da Bacon. In questo museo, Bacon scoprirà e studierà le fotografie di Eadweard Muybridge. La mostra Recent Paintings by Francis Bacon, Frances Hodgkins, Matthew Smith, Henry Moore and Graham Sutherland del 1945 alla galleria Lefevre, espone due dipinti di Bacon, Three Studies for Figures at the Base of a Crucifixion (1944) e Figure in a Landscape (1945). Sua cugina Diane Watson suggerì che il diciassettenne Francis prendesse lezioni di disegno alla scuola d’arte San Martin. Nel frattempo, Bacon cominciò a trarre vantaggio economico dalla propria omosessualità concedendosi a uomini ricchi. Con uno di questi, un ex compagno d’arme di suo padre, trascorse due mesi nel 1927. Successivamente si trasferì a Parigi per un anno e mezzo, imparando la lingua francese grazie alla pianista-cantante Yvonne Bocquentin nella sua casa presso Chantilly. Nell’estate del 1927 vide una mostra di Picasso nella Galleria Paul Rosenberg a Parigi, che lo ispirò a disegnare e dipingere. Prese il treno circa cinque volte a settimana per visitare la mostra e spesso tornava con disegni ed acquerelli d’ispirazione cubista.Nel tardo 1928 tornò a Londra e cominciò a lavorare come interior designer. Prese un garage a South Kensington e lo convertì in studio, condividendo il piano superiore con Eric Alden, il suo primo collezionista, e Jessie Lightfoot, la badante di Bacon. Nel 1929 conobbe Geoffrey Gilbey, un corrispondente del Daily Express e per qualche tempo lavorò come suo segretario. Grazie a conoscenze traverse, divenne anche designer d’interni di Douglas Cooper tra i più noti collezionisti di arte moderna di tutta l’Inghilterra. Poco dopo conobbe Eric Hall, che divenne suo amante e protettore.
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INTRODUZIONE
L’ interprete delle inquietudini del 900’ Immagino che di fronte a un quadro di Francis Bacon qualsiasi spettatore rimanga attonito, sconvolto e magari anche un po’ disgustato. La violenza che traspare da una sua opera e colpisce l’osservatore è talmente forte che spinge poi a domandarsi il perché. Il perché lo si potrebbe ricercare nella sua vita, che effettivamente è stata sconvolta da vicende negative che hanno poi profondamente influenzato il suo lavoro ma anche nella sua personalità e nel suo modo di vedere il mondo e di cogliere la tragedia in esso. Egli infondo vive ed opera durante la Seconda Guerra Mondiale, un trauma epocale inflitto all’umanità che sicuramente ha influenzato il suo modo di osservare la realtà. Bacon capovolge in un certo senso il concetto di realtà legato alla pittura: egli infatti attraverso i suoi quadri riesce a trasmettere quella drammaticità dell’esistenza che non cogliamo più nella realtà, considerata da lui mera apparenza. In definitiva, i suoi quadri sono più reali della realtà poiché egli sa che l’unico modo per afferrare la realtà è trasformare le più svariate sensazioni in immagini; ricondurre qualsiasi fatto ai due impulsi originari del comportamento umano: l’amore visto da lui come la forza del desiderio erotico e il suo contrario, la morte. Le sue opere infatti non rappresentano mai episodi appartenenti ad una specifica vicenda reale; ciò che è reale in essi è l’emozione che suscitano poiché vanno a colpire in profondità la sensibilità più personale dell’osservatore. Le opere di Bacon, sia per lo stile che per i temi, non si avvicinano a nessuna corrente artistica né precedente né contemporanea al periodo in cui opera. A volte parla di “realismo che scaturisce dall’invenzione di un modo nuovo di bloccare la realtà in qualcosa di completamente arbitrario” che però lo allontana dal realismo precedente, puramente illustrativo. Questo non significa però che egli non prediliga alcuni pittori piuttosto che altri. Siamo infatti a conoscenza della sua ossessione per Velàzquez e in particolare per il ritratto di Papa Innocenzo X, per Rembrandt, per Van Gogh e i suoi paesaggi, per Picasso e le sue rappresentazioni della figura umana e del suo amore per la fotografia di Muybridge e per i disegni di Michelangelo.
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Alcuni però azzardano una sua vicinanza al surrealismo per via delle atmosfere irreali che rimandano a un non specifico significato mentre altri parlano di espressionismo sia per il forte impatto emotivo che per l’uso di colori squillanti. Ma Bacon non è niente di tutto ciò o forse è tutto ciò messo insieme. Ciò non significa però che sia un pittore privo di personalità ma tutt’altro: il suo carattere e le sue forti e coerenti idee sulla pittura invadono tutta la sua produzione senza lasciare spazio a somiglianze o affinità ad altri movimenti artistici. Come dichiara più volte a David Sylvester tutti i suoi quadri nascono dal caso, da un’idea accidentale che si origina nella sua mente: “In quegli istanti non penso a nulla se non quanto sia disperante e impossibile riuscire a realizzare la cosa. E, tracciando quei segni senza sapere che effetto avranno, all’improvviso succede qualcosa di cui l’istinto si appropria perché vi riconosce l’elemento su cui si può incominciare a lavorare”. L’idea però non si realizza mai come la prevede ma si trasforma nel momento in cui applica il colore. E questo è anche uno dei motivi che ha spesso spinto Bacon ha distruggere le sue opere poiché spesso la tela diventava sovraccarica di colore e l’idea accidentale che vi era alla base era ormai scomparsa. Ma se un’idea, un soggetto ben definito per Bacon non esistono viene da domandarsi allora qual è lo scopo della sua pittura. “Non si vuole forse che una cosa si avvicini il più possibile al dato reale e al tempo stesso sia profondamente capace di suggestioni o di schiudere aree del sentire, invece che limitarsi a una semplice illustrazione dell’oggetto che s’intende rappresentare?”. Inutile quindi dire che i quadri di Bacon sono anche privi di narrazione. Anzi, il pittore fa di tutto per evitarla anche attraverso le interruzioni verticali tra le tele di un trittico che servono appunto ad “interrompere una storia” poiché “la storia narrata tra una figura e l’altra annulla le possibilità di ciò che si può fare con la pittura in sé”. Essendo così prive di una storia le sue opere sono anche prive di un titolo che possa spiegarcele. Avendo delle idee così ben definite su come vorrebbe la sua arte ma ammettendo egli stesso di riuscire con difficoltà a trasporle sulla tela, si può facilmente immaginare quanto Bacon sia pignolo e estremamente critco verso se stesso. Più volte afferma che una grande parte della creazione nasce dall’autocritica dell’artista e che se un’artista è migliore di un altro è solo perché possiede un senso critico più acuto e non perché abbia maggior talento.
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ART IS
PASSION
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LE OPERE DI BACON
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RITRATTO DI INNOCENZO X Francis Bacon,1953 Olio su tela 153x118 cm Des Monies Art Center
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DESCRIZIONE L’opera è parte di una serie di dipinti sullo stesso tema creati tra il 1940 e i primi anni del decennio successivo, per un totale di circa quarantacinque quadri. Uno dei più grandi artisti del secolo passato e l’ispirazione agognata per una massima autorità in una posa scomposta, nella pittura, il sogno tragico del potere rarefatto dalla solitudine. Una pregiata personalità vestita di bianco e viola mostra la faccia di un teppista terrorizzato. Sul nero della tela precipita una figura ai limiti dell’urlo più feroce. La bocca è distorta in un grido e come prima parte del corpo umano, più degli occhi celati dagli occhiali, posta come immagine dell’anima umana. Dipingere pericolosamente. Non è mai il volo ma lo schianto. È il folle entusiasmo per l’imperfezione. Il limite ondivago di ogni rottura nelle disperate parabole della mente. Strabilianti astrazioni precipitano immortali sopra un fondo oscuro. L’abisso del nero sostiene la luminosa e crudele forma. La sofferenza è mediata dalla forza vitale. Nell’anima della sua opera la contaminazione. Gli elementi autobiografici, le fonti iconografiche, le fotografie anonime. Tensione, isolamento, libri di storia, film, la riflessione esistenziale sul vivere contemporaneo. La rielaborazione. La pittura come viaggio figurato nell’interiorità dell’individuo e al tempo stesso, nell’attualità di una società sconvolta da un grido anonimo dentro una gabbia, esibito nella deformazione all’estremo di una fine. L’arte, si riflette nello specchio di un horror in cui il protagonista si dissolve urlando, si abbatte, si frantuma nei rottami di una vita che il potere trasforma in illusioni per accontentarci. Arte come ritratto. Arte che va amata e mai compresa. Arte della carne, che nasce nei vortici violenti della creatività. Arte famosa, oggi venduta, costosissima, intuita o incompresa, come un io interiore, come l’io esteriore. Sono lame nell’aria della notte intorno le cortigiane falsità della mente. La rabbia. Vibra il vuoto. Lo schianto. Per liberarsi dalle sbarre di un destino prevedibile ma sconosciuto, sciabole. Sciabole di giallo.
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TRE STUDI PER UNA CROCIFISSIONE Francis Bacon, 1944 Colore ad olio,pastello 74x94 cm Tate Britain Museum
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TRE STUDI PER UNA CROCIFISSIONE Francis Bacon, 1944 Colore ad olio,pastello 74x94 cm Tate Britain Museum
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TRE STUDI PER UNA CROCIFISSIONE Francis Bacon, 1944 Colore ad olio,pastello 74x94 cm Tate Britain Museum 20
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UOMO CON CANE Francis Bacon,1953 Olio su tela 152.1x116.8 cm Albright-Knox Art Gallery-Buffalo 22
AUTORITRATTO Francis Bacon,1971 Olio su tela 35.5x30.5 cm Musee National d’Art Modern Parigi
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PAINTING Francis Bacon,1946 Olio su tela 198.1x132.1 cm The Museum Of Modern Art, New York 24
PORTRAIT OF HENRIETTA MORAES Francis Bacon,1969 Olio su tela 36.6x30.5 cm cm Collezione privata
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STUDI OF A BABOON Francis Bacon, 1953 Olio su tela 198.3x137.3 cm Paninting and Sculpture
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SELF PORTRAIT Francis Bacon,1973 Olio su tela 197x135.3 cm Tate Britain Museum
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CRUCIFIXION Francis Bacon, 1965 Olio su tela 198.3x201 cm Monacp di Baviera
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Three Studies
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of Lucian Freud
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THREE STUDIES OF LUCIAN FREUD Francis Bacon,1969 Olio su tela 198x147.5 cm Elaine Wynn
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THREE STUDIES OF LUCIAN FREUD Francis Bacon,1969 Olio su tela 198x147.5 cm Elaine Wynn
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THREE STUDIES OF LUCIAN FREUD Francis Bacon,1969 Olio su tela 198x147.5 cm Elaine Wynn
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