L'ultimo Marx - Enrique Dussel

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ENRIQUE OUSSEL

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Attraverso uno scavo in quella stroordinaria miniera che sono i manoscritti inediti di Marx, il filosofo latino americano Enri­ que Dussel riporta olla luce le questioni e i problemi che ani­ mavano il pensatore di Treviri durante la stesura del Copita/e, mostrando come egli non smet­ tesse mai di trasformare e riela­ borare il suo pensiero. Dal lavo­ ro di Dussel emerge dunque non solo un Marx decisamente auto­ critico, ma anche un Marx molto attento ai problemi storico-politi­ ci a lui contemporanei. Dussel guarda a Marx da un punto di vista post-coloniale e a partire da un continente, I' Ame­ rice latina, in grande movimento e nel quale il pensiero critico sembra vivere una nuova stagio­ ne di fermenti e di vitalita.


INCISIONI


ENRIQUE DUSSEL

rULTIMO MARX a cura

di

Luca Basso e Massimiliano lomba

manifestolibri


© Enrique Dussd

Tit. originale opera Dussell: El último Marx ricana, México 1990

y

la liberacion latinoame-

Volume pubblícato con un contributo dell'Universita degli Studi di Padova nell'ambito del Progetto di Ateneo dal titolo "Conflitto delle identita e prospet­ tive della prassi nella crisi dello Stato" 2007. L'edizíone italiana di questo libro e frutto di una ricerca promossa dall'lstituto Italiano per gli Studi Filosofici. -

Traduzione di Sara Stocchini

© 2009 manifestolibri srl vía Bargoni 8

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Roma

ISBN 978-88-7285-522-5 WW'W.manifestolibri.it book@manifestolibri.it newsletter \v'WW.manifestolibri.it/registra


Indice

lntroduzione

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PRIMA PARTE. La "terza redazione" de Il capitale

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Prefazione dei curatori Prefazione all'edizione ítaliana

l. Il risultato del processo del capitale. TI "capítolo VI inedito" (1863-1864) 2. La confígurazione del processo complessivo del capítale. Prima parte del "manoscritto príncípale" del libro III (1864) 3. n processo di circolazíone del capitale. ]] "manoscritto I" del libro 11 (1865) 4. La confígurazione del processo globale del capitale. Seconda parte del "manoscritto príncípale" del libro III (1865) SECONDA PARTE. La "quarta redazíone": Il capitale íncompiuto

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(1866-1883) 5. Il libro I de 1l capitale (1866-1875) 6. Manoscrittí inediti del libro 11 (manoscritti dal 11 all'VIll, dal giugno 1865 al 1878) 7. Dall'ultimo Marx all'America Latina Note ai capitolí

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Prefazione deí curatori

Insieme a La producción teórica de Marx. Una introducción a los Grundrisse1 e Hacia un A!f.arx Desconocido. Un comentario de los Manuscritos del '61-'6J2, El último Marx (1863-1882) y la liberación latinoamericana, pubblicato in Messíco nel 1990, del quale qui pro­ poniamo la traduzione italiana3, rappresenta íl frutto di un lungo attraversamento dell'intera opera matura di Marx, volto a farne emergere non i tratti della dottrina, ma al contrario il suo carattere costitutivamente "aperto": "... in vita Marx pubblico meno della settima parte del suo progetto ... Nulla era piu lontano dalla mente di Marx di una teoría chiusa, dogmatica, conclusa, che si dovesse applicare rigidamente"4• L'indagine del percorso marxiano, dai Grundrisse fino alle ultime riflessioni sulla comune rurale russa, per­ mette inoltre a Dussel di mettere in evidenza importanti spostamen­ ti tematici nella composizione dei testi. In tale quadro, i Grundrisse vengono interpretati, da una parte, come un' opera espansiva e "pre­ corritrice", in quanto fanno presagire la struttura del successivo Capitale, dall'altra, come un testo problematíco, che confonde la questione della realizzazione del capitale con quella della sua accu­ mulazione. Il nuovo livello di analisi viene imposto a Marx dal con­ fronto con la congiuntura che aveva accompagnato la stesura dei Grundrisse accendendo speranze rivoluzionarie: l'opera in questio­ ne, con il suo carattere "febbrile'', e sorretta da una vera e propria scommessa politica sulla crisi del 1857. Ma l' atteso déluge del capitalismo, auspicato e previsto da Marx, non ebbe luogo. Anzi, il capitalismo sembró uscire dalla crisi piu prospero di prima. In una letrera dell'8 ottobre 1858 a Engels, Marx traccia un bilancio di quella crisi, abbozzando al tempo stesso il nuovo lavoro teorico e político da compiere: «Non possiamo nega­ re che la societa borghese ha rivissuto per la seconda volta il suo sedicesimo secolo, dal quale spero che sara sepolta cosi come fu chiamata in vita dal primo. I1 vero compito della societa borghese e la creazione del mercato mondiale (Weltmarkt), almeno nelle sue

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grandi linee, e di una produzione che poggi sulle sue basi. S iccome il mondo e rotando, sembra che questo compito sía stato portato a termine con la colonizzazione della California e dell'Australia e con l' apertura della Cina e del Giappone. Ecco la questione difficile per noi: sul continente la rivoluzione e imminente e prendera anche subito un carattere socialista. Non sara necessariamente schiacciata in questo piccolo angolo del mondo, dato che il movement della societa borghese e ancora ascendant su un' area molto piu vasta?». M arx deve fare i conti con il secando «sedicesimo secolo» del capi­ talismo, con una accumulazione di lunga durata che, attraverso la colonizzazione, pone in essere il «mercato mondiale». E se queste sono le coordinate del lavoro teorico da sviluppare, il compito polí­ tico non risulta meno impegnativo: una rivoluzione socialista euro­ pea, in «questo piccolo angolo del mondo», verra necessariamente schiacciata se il movimento del capitale e ancora ascendant nel resto del mondo. Cosi M arx incominciava a parre !'urgente questione di un ripensamento dell' accumulazione su scala mondiale. Dussel approfondisce tali problemi ripercorrendo !' itinerario marxiano, e quindi passando dal livello di astrazione del "capitale in generale " , proprio dei Grundrisse ("prima redazione" del Capitale), ad un' analisi del capitale nel mercato mondiale, nei mercati centrali e regionali, nel mercato della forza- lavoro e dei divers i capitali. Comunque sía, l'idea di esaminare il percorso marxiano nella sua articolazione interna corrisponde alla convinzione, secando cuí i "piani" dell'opera non s i configurino solo come un'esposizione for­ male, indicando piuttosto l' ordine reale delle "cose stess e" . Se s i rimane al livello del "capitale i n generale" , secando Dussel non risulta visibile il trasferimento di plusvalore nel mercato mondiale: in tal senso, momento decisamente importante e l'elaborazione dei Manoscritti del 1 86 1 -63 , ("seconda redazione" del Capitale), nei quali Marx anal izza la concorrenza tra capitali individuali, tra diffe­ renti settori della produzione e tra nazioni. Ne ['ultimo Marx la trat­ tazione di Dussel prende le mosse dall' evoluzione teorica successiva rispetto alle fas i indicate, dalla "terza redazione" del Capitale ( 1 863 1 865 ) , nella quale viene messa in discussione l' immagine di un pro­ cesso storico lineare: il "tras/erimento sistematico di valore dalla peri­ feria sottosviluppata al centro", che alimenta i profitti del capitale delle metropoli, da vita ad un' accumulazione capitalistica di lunga 8


durata e su s cala mondíale. In ogni caso, Dussel problematizza l'ídea di un'evoluzione "meccanica" e unidirezionale del corso degli even­ ti non solo attraverso l' analisi del funzionamento del modo di pro­ duzione capi talistico nella s ua dinamica storica, ma anche attraverso la delineazione delle possibilita della rivoluzione proletaria. Tale ele­ mento verra ulteriormente s vi luppato, vari anní pill tardi, nella "quarta redazione" del Capítale ( 1 866- 1 883), e in particol are nel confronto con i rivoluzíonarí russi. In una lettera alla redazione dell'Otecestvennye Zapískí, databile verso la fine del 1 877, Marx fa riferi mento ai lavori di Cerny5evskij, al quale riconosce il meri to di aver «affrontato il problema se la Russia debba cominciar col distruggere la comune agrícola (come vorrebbero gli economisti liberali) per passare di qui al regime capitalista, o invece possa, senza incorrere nei lutti e nelle sofferenze di questo regime, farne proprie le conquiste s viluppando il retaggio del suo passato storico»5• Marx cercava di rideclinare il problema político della rivoluzione in Russia, che sía lui sia Engels vedevano come imminente, ritenendo possíbile saltare il "calvario" capitalistico attraverso linee alternative dell' evoluzione storica, pensabili pero s olo in forza del fatto che il capitalismo era gia diffuso in altre aree del píaneta. Alla base del dis corso di Dussel sta, quindi, la critica alla con­ cezione eurocentrica, presente anche in alcuni fi loni del marxismo, di un centro sviluppato e di una periferia sottosviluppata: in realta i cosiddetti continenti periferici erano entratí molto presto nel merca­ to mondiale. Questa i dea, gia enunciata da Ruy M auro M arini6, viene riarticolata da Dussel attraverso il concetto di "dipendenza"7, che fa comprendere come il "sottosviluppo" non costituisca una condizíone originaría di alcuni paesi defi nid erroneamente terzo mondo, ma piuttosto il risultato della collocazione di un paese ali'in­ terno dell' accumulazione capitalistica nel mercato mondiale. Tale questione permetteva a Dussel, a partire dall'analisi della situazione dell'America Latina, di mettere in discussione un'interpretazione del colonialismo come processo di emancipazione, che avrebbe con­ dotto i Paesi sottosviluppati nell'alveo della cultura píll s viluppata.8 Questa diversa immagine dell'accumulazione non sposta il baricen­ tro dal centro alla periferia, ma lo fa saltare in aria. Dussel, sulle orme di Sergio Bagu, s ostiene che i l regime economico dell'A merica Latina del período coloniale non fosse di tipo feudale, confi guran'


dosi piuttosto come un <<capitalismo coloniale», quale la schiavi­ tu non costituiva affatto un residuo feudale, ma era in tutto e per tutto espressione del capitalismo.9 L'America Latina entra nel mer­ cato mondiale per integrare il ciclo dell'accumulazione capitalistica, e non per prorogare ['agonía del feudalesimo nella periferia. Tali riflessioni appaiono consonanti con la critica allo storicismo com­ piuta dagli esponenti dei Subaltern Studies. 10 Non bisogna pero trascurare il fatto che il tentativo, da parte di Dussel, di calare il marxismo nella realta dell' America Latina passa anche attraverso il riferimento alla Filoso/za della Liberazione, di cui lo stesso Dussel e stato uno degli esponenti piu signifícativi: tale mento emerge con particolare evidenza nel rilíevo dato alla prospet­ tiva dell'Altro, del povero, del1'escluso. La forte valorizzazione del1' etica, che risente anche del richiamo all'hegeliana Sittlichkeit nella sua irriducibilita a qualsiasi morale normativa, rivela in Dussel una indubbia radíce cristiana. Un aspetto problematico della prospetti­ va indicata risiede proprio in questo approccio "eticista", che da vita ad una sorta di connubio fra comunismo e cattolicesimo, e quindi ad una morale dell'altruismo che risolve le classi nel popolo, sulla base di una visione che sostituisce il povero al proletario. lnvece Marx e Engels, nell'Ideologza tedesca, sottolineavano che <<Í comunisti non propugnano né !'egoísmo contro l'abnegazione né l'abnegazione contro l' egoísmo, e non accettano teoricamente questa opposizione

[ . ], ma piuttosto ne dimostrano !'origine materíale, insieme con la quale essa scompare da sé»IL. Il rilievo sui limiti della valorizzazione della dimensione etica non <leve pero far dimenticare il notevole peso specifico che viene ad assumere, nella riflessíone di Dussel, non un Altro indifferenzia­ to, ma le singolaríta operaie e contadíne, con le potenzialíta sogget­ tive che esse contengono: netta e la critica nei confrontí di qualsíasi impostazione "postmoderna", che risulta priva dell'elemento indica­ to, presentando alla propria base una larva di soggettivita, incapace .

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di esercitare un molo político non residuale. In Marx gíoca una fun­ zione decisiva, insiste Dussel, il fattore soggettivo, e non un oggetti­ vismo ingenuamente deterministico: il lavoro vivo, nella sua con­ trapposizione col lavoro oggettivato, costituisce il punto di riferi­ mento del discorso, che trova il suo fondamento nella legge del valo­ re, vera e propria condizione di possibilíta della riproduzione del

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capitale mondiale. L'elemento del capitale, valore che si valorizza, e creato dal lavara, e casi il valore si configura come vita umana diven­ tata realta oggettiva. Un aspetto degno d'interesse del testo di Dussel consiste proprio nell'individuazione del nesso strutturale soggettivita-azione all'interno del percorso teorico e político di Marx: in tal senso, a differenza che nella prospettiva, ad esempio, di Lukács, il segno distintivo del discorso non e costituito dalla catego­ ría di totalita, ma da quella di esteriorita, proprio a partire dall'idea secando cuí la soggettivita costituisce una determinazione esclusiva della vita umana nella sua relazionalita, intendendo quest'ultima nel suo duplice carattere "polemico" e solidale. Tale valorizzazione della dimensione del rapporto presenta una connotazione materialistica, in aderenza con l'analisi dei processi reali dell'odierna configurazio­ ne del sistema capitalistico, nella brutalita delle asimmetrie che esso produce: in questo senso, la filosofía della liberazione si rivela incon­ ciliabile con l'etica comunicativa, "intersoggettiva" di tipo haberma­ siano, che ha persa, secando Dussel, quella carica critico-negativa nei confronti dello status qua, propria invece della "prima" Scuola di Francoforte. In ogni caso, per Dussel il lavara vivo rappresenta, a partire dai Grundrisse, la categoria-chiave dell'orizzonte marxiano, la "fonte" creatrice di valore, da cuí derivano tutti gli altri elementi, configu­ randosi, per un verso, come soggettivita, corporeita nella sua espan­ sivita, per l' altro, come poverta: "Essendo il lavara vivo, negativa­ mente, la persona stessa o la soggettivita del lavoratore come attivi­ ta, non soltanto non possiede nulla, bensi le e stata coattivamente rubata ogni oggettivita fuori della propria 'carnalita"'12• La mancata considerazione di tale potenzialita soggettiva, e l' occultamento della dissimmetria radicale fra il "lavara vivo" e il "lavara morto", fanno parte del feticismo proprio degli apologeti del modo di produzione capitalistico: si tratta, secando Dussel, di dar vita ad una "scienza sociale critica" in grado di far emergere che l' accumulazione si fonda sul lavara non pagato, che la realizzazione del capitale si basa sulla derealizzazione dell'operaio. Il problema del lavara vivo viene decli­ nato sulla base di un'indagine specifica del mondo cosiddetto peri­ ferico: il compito che Dussel si prefigge impone un confronto tra i testi marxiani dell'ultima fase, per individuarne spostamenti o, addi­ rittura, mutamenti, assumendo pero come punto di partenza la cri-

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tica nei confronti dello "stato di cose presente", dell'odierna globa­ lizzazione capitalistica, a partire da una prospettiva situata, quella dell'America Latina. Comunque sía, Dussel vuole fare emergere non tanto il "vero" Marx, quanto piuttosto la possíbilita di un altro mar­ xismo: «Spero di contribuire al fatto che lo studente e lo studioso latinoamericani, cosi come il político e il militante, e ancora il rivo­ luzionario, possano avere una nuova visione del nucleo centrale del­ l'opera propriamente "scientifica" dí Marx. Il mio obiettivo, pill che teorico, e soprattutto pratico, politico».13 Cosi viene delineata l'im­ magíne di un Marx pronto a riformulare l'impianto teorico in rela­ zione a nuove possibilita di intervento político, a nuove insorgenze soggettive: "La teoría segue la prassi, non l'anticipa"14• Luca Basso, Massímiliano Tomba


Prefazione all'edizione italiana

Grazie ad un accurato lavoro di traduzione e ora disponibile anche in italiano questo testo scritto tra il 1968 e il 1969 (e pubblica­ to in spagnolo in Messíco nel 1990). Si tratta, come abbiamo gia indi­ cato nella Pre/azione ali'edizione messicana, di un commento della terza e quarta redazione de Il capitale di Marx, e dei rimanenti Manoscritti su cui egli continuo a lavorare prima della sua morte. Visto il momento in cuí quest'opera e stata redatta, si puo com­ prendere che si sono utilizzate le edizioni che la MEGA (della Dietz Verlag di Berlina) ha continuato a pubblicare. Si tratta dell'importan­ te Manoscritto I del tomo Il de Il capitale1, che quindi ho potuto inse­ rire nonostante non coincidesse con la traduzione spagnola. Per que­ sta ragione ho dovuto, a volte, fare riferimento al tomo II della MEGA2• Ancora piU importante fu la successiva apparizione nel 1993 del Manoscritto principale> del tomo III de Il capitale, nella versíone com­ pleta del 1864-1865 scritta dallo stesso Marx. In questo mio lavoro, quindi, ci sono continuí riferímenti agli Archivi di Amsterdam, in particolare per il tomo 25 della MEGA. Lo stesso dicasi per il resto dei manoscritti del tomo III apparsi recente­ mente4. Il mio secando volume di commenti a Il capitale di Marx, rela­ tivo ai Manoscritti del '61-'63, e stato tradotto in inglese5, e il letto­ re italiano puó accedere al testo in questa lingua, nel caso in cuí non conosca lo spagnolo. ll primo volume, sui commenti ai Grundrisse, essendo un tema pill studiato, e consultabile in diversi lavori recen­ tí, nonostante il mio lavoro sía ancora disponibile solo in língua spa­ gnola6. In quest'opera, [;ultimo Marx, l'interpretazione della seconda parte e debitrice del recente lavoro di Raúl Fornet-Betancourt7. Inoltre, i capitoli 9 (Marx contra Hegel) e 10 (I.;begelismo di Marx), scritti originariamente in spagnolo, sono gia statí tradotti in

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italiano in una raccolta dei miei lavori realizzata da Antonio lnfranca e intitolata Un Marx sconosciuto8• Questi due capitoli rappresentano la conclusione teorica dei tre volumi di commenti che ho scritto sulle quattro redazioni de Il capitale, cosicché il lettore dovrebbe, per rag­ giungere una visione d'insieme, alla fine della lettura di questo libro, fare riferimento a questi due capitoli gia pubblicati in italiano. In un certo modo, in questi due capitoli finali esprimo la mía posizione riguardo alle conclusioni del cosiddetto "Marxismo occidentale" (da G. Lukács a J. Habermas, essendo particolarmente critico nei con­ fronti della posizione di L. Althusser, che da tempo ha perso la sua attualita), ma, credo, aggiungendo elementi ulteriori. In questi due capitoli, sostenuti dai tre volumi che li precedono, credo di contribuire ad aprire la strada a un marxismo critico nella periferia del mondo, successivo al post marxismo e al venir meno di molti marxismi europei tentati dal neoliberalismo imperialistico o del "centro" e dall' attuale socialdemocrazia neocapitalista. D'altra parte, cosi come Rosa Luxemburg studio Il capitale per dimostrare la possibilita del crollo del capitalismo, occupandosi spe­ dalmente del tema della "riproduzione del capitale" contra i social­ democratid, la mia lettura integrale della parte teorica centrale di Marx, e diretta alla fondazione o dimostrazione della validita della cosiddetta "teoria della dipendenza"9, o del tema della "concorren­ za" tra paesi piu sviluppati nel loro capitale globale nazionale e quel­ li che hanno minor sviluppo - elemento che costringe ad un trasferi­ mento di plusvalore per mano di una borghesia periferica postcolo­ niale verso la borghesia del "centro", che controlla il processo di glo­ balizzazione. Tanto il tema della globalizzazione quanto quello del World-System di l. Wallerstein si possono comprendere a partire dalle annotazioni sulla dipendenza che ho scritto lungo questi tre volumi di commenti di Marx. Si tratta di un sottocapitolo sul tema della "concorrenza" nel "mercato mondiale", e dello sfruttamento, da parte di una borghesia "centrale", di borghesie "periferiche postcoloniali", comprese quelle di alcuni Paesi socialisti periferici (quali la Corea del Nord o Cuba). Tale questione e ben lungi dall'es­ sersi esaurita ed e molto feconda in merito a diversi ambiti in cuí ho lavorato dopo aver terminato la stesura di questi commenti. Nel 1993 ho pubblicato un altro libro sull'opera di Marx: Las metáforas teológicas de Marx10, in cuí ho trattato il tema del fetidsmo

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e la critica della religione secando una modalita típicamente latinoa­ mericana, vale a dire, dopo le esperienze cilene e nicaraguensi di trat­ tare políticamente queste questioni. La nuova ispirazione, che appor­ tera la Rivoluzione zapatista a partire dal 1994 o quella di Evo Morales in Bolivia dal 2006, trovera espressione nella fase política in cuí mi trovo immerso. Infatti la "Primavera política" latinoamericana attuale, fatta dí nuovi movimenti sociali coordinati nel Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre, dai "piqueteros", ai "Sin Tierra'', fino allo "Zapatísmo", o i processí polítíci capeggíati da presiden ti come N. Kichner, Luiz Inacio Lula, Tabaré Vázquez, Evo Morales, M. Bachelet, Hugo Chávez, Fidel Castro e A. M. López Obrador (tutti cosl diversi, ma in fondo espressione di un popolo che "sí sta alzan­ do in piedi", tra cuí bisognerebbe includere anche gli Hispanici degli Stati Uniti), mi hanno obbligato a dedicarmi totalmente alla riflessio­ ne política. Sto terminando wia Política de la Liberación11, dopo essermi concentrato durante il decennio degli anni novanta all Ética de la Liberación12 (período dí un lungo díbattito con Karl-Otto Apel alla scoperta del sígnificato del "livello materiale" dell'etica grazie a questí studi su Marx, e del suo "livello di validita formale" grazie alla seconda generazíone della Scuola di Francoforte)13. Anticipo le míe conclusioni in sintesi in un piccolo libro (Veinte tesis de política14), in cuí sí potra osservare l'utilizzo del metodo che Marx applico ne "Il capitale" (vale a dire, nel campo economíco) nel campo político, e in '

special modo all'interno dell'azione política di liberazione - spazio analogo all'ambito economico studiato da Marx in ríferimento al sistema capitalista nella sua essenza: il capitale, - e in una teoría delle istituzioni politiche (che si oppone a quella dei conservatori come a quella degli anarchici, o alle posizíoni di un Antonio Negri e di Michael Hardt, tra moltí altri). Marx aveva scritto che "il lavoro di cuí si tratta per ora e la cri­ tica delle categorie economiche o, tfyou like, il sistema dell'economia borghese esposto críticamente" 15. Allo stesso modo, adesso ho effet­ tuato una critica dell'intero sistema categoriale della teoría política borghese (da T. Hobbes o B. Spinoza fino a ]. Habermas o G. Agamben), intorno al concetto fondamentale di potere político (potentia), che si feticizza (come il valore di scambio, quando diven­ ta autonomo come capitale del valore d'uso e del lavoro vivo) quan15


do sí afferma come volanta o ístituzione política ontologícamente autoreferenziale (potestas) e pretesa sede del cosiddetto potere (feti­ cizzazione del potere di Stato, di cui il capitale ha bisogno per la sua propria feticizzazione come fondamento ontologico del plusvalore). Chi conosce il metodo della costruzione categoriale di Marx puo rea­ lizzare gli sviluppi pertinenti in altri ambiti pratici al di fuori di quel­ lo economico (come per esempio nel campo político). Compiti crea­ tivi di un marxismo del XXI secolo, che suppongono una lettura nuova dell' opera di Karl Marx, una lettura innovatrice alla quale ho avuto la pretesa di collaborare. Un marxismo militante, impegnato, serio, rígido, riflessívo ha davanti a sé la possibilita di un brillante svi­ luppo. Enrique Dussel Departamento de Filosofía UAM-lztapalapa, Ciudad de México


Introduzione

Nel nostro primo lavoro, La producción teórica de lvforx, 1 abbía­ mo trattato la "prima redazione" de It capitale: i Grundrisse ( 18571858). Nel nostro secondo lavoro, Hacia un Marx desconocido2, abbiamo interpretato tutto ció che si riferisce a Per la critica dell' eco­ nomia politica del 1859 e ai Manoscritti del '61-163, che devono esse­ re considerati la "seconda redazione" de I l capitale. La nostra esposi­ zione parte adesso dalla fine del luglio 1863, quando Marx comínció la "terza redazione" della sua opera piU importante. E, come nel 1861, inizió direttamente dal capitolo sulla "trasformazione del denaro in capitale" considerando scritti i capitoli sulla merce e sul denaro, pubblicati nel 1859. Dovremo quindi analizzare gli ultí­ mí vent'anni della vita di Marx (1863-1883), e ripercorrere passo passo, come nei casi precedenti, íl terreno delle ricerche dí Marx, che certamente rimasero incompiute, aperte, piene di possibilita di sviluppo ulteríore. L'eredita di Marx e ancora lontana dall' essersi esaurita; e possibile che in America Latina si sía appena all'inizio del suo sviluppo. 1 Manoscritti del '63-'653, che dal 1988 vengono pubblicati nella MEGA II, 44, aprono la strada alla nostra rícerca. Ríngraziamo Hannes Skambraks e Jürgen Jungnickel, dell'Istituto Marxista Leninista (IML) di Berlino (DDR), per averci dato la possibilita di consultare i materiali di queí volumi nel 1987, prima della loro pub­ blicazione. Fu in quell'uníca occasíone che Marx scrisse ínteramente i tre libri de It capitale. Il tomo I de It capitale, che occupó Marx daglí inizi del 1866 fino all'aprile del 1867, segna l'inizío della "quarta redazione" del1'opera, della quale edito il primo tomo; restó incompiuto il libro II, sul quale lavoro in due tappe: dal 1865 al 1870, i ManoscrtÚi II-IV, e poi, dal 1877 al 1878, i Manoscritti V-VIII. La stessa cosa accadra con gli altri manoscrítti del libro III: dal 1867 al 1870 ne scrívera alcuni (A 71, A 76-79) e negli anni settanta altri (A 72-75)5• Ríngraziamo

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Goetz

Langkau,

dell'Internationaal

Instituut

voor

Sociale

Geschiedenis (IISG) di Amsterdam, per averci permesso di lavorare con guesti manoscritti inediti di Marx. In guesta "Introduzione" vediamo tutto guesto processo del lavara di Marx passo passo. I Nel 1864, in un periodo di poverta ormai abituale per Marx, che diverra un po' piu sopportabile dal 1867 in avanti, il nostro autore aveva lasciato la sua abitazione al 9 di Grafton Terrace a Maitland Park; dopo un po' di tempo si trasferl definitivamente, a partire dal marzo 1875, nella prima casa "rispettabile" che ebbe in tutta la sua vita, al numero 41 di Maitland, Park Road, Londra. Fu in guegli anni, dalla fondazione dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori il 28 settembre 1864 fino alla decisione presenta ta da Engels il 5 settembre 1872 (nella guale si proponeva il trasferimen­ to dell'Internazionale da Londra a New York), che Marx raggiunse una notorieta politico-sociale europea come "leader" dell'organiz­ zazione operaia internazionale. Uscl cosl dall'anonimato del suo esi­ lio londinese. In pieno attivismo, da promotore inaspettato dei con­ tatti operai europei - giacché egli non si sarebbe mai sognato di fondare la suddetta Associazione -, Marx elaboro i Manoscritti del

'63-'65 e il libro I de Il capitale. Il suo lavara teorico guasi si inter­ ruppe alla fine del Manoscritto JI del libro II, intorno al 1870. Sembra che l' azione (la prassi) fosse per guel genio teorico un impulso necessario alla sua creativita. Dalla fine dell'Internazionale, guando aveva solo 54 anni, osserviamo che era come se il suo entu­ siasmo si fosse esaurito. Nel 1877 e 1878 cerco di terminare il libro II, ma senza riuscirci. Come vedremo in seguito molte volte comin­ cio a scrivere il "Secando libro. Il processo di circolazione del capi­ tale", pero altrettante volte, dopo audaci espressioni e correzioni, la penna gli cadde dalla mano. Questo accadde solamente a causa della sua malattia o perché nella decade del 1870 Marx inizio a misurarsi con problemi teorici nuovi? Analizzeremo tali guestioni nel capitolo 7. Dal 1863 Marx vide la sua biblioteca ingrandirsi notevolmen­ te. Ai 350 libri che Engels gli regalo in guell'anno, si devano 18


aggiungere i quasi 800 libri che il suo buon amico Wilhelm Wolff (che morl a Manchester e al quale Marx dedico la sua opera Il capi­

tale) gli regalo per decisione testamentaria.6 Questo materiale, insieme ai testi che consultava nel British Museum, lo aiutava in parte a portare a compimento il lavoro teorico che si era imposto e lo ossessionava: poter mandare in stampa la sua opera piu impor­ tante. 11 15 agosto 1863 scrisse a Engels:

11 mio lavoro (il manoscritto per la stampa) procede bene, sotto un certo punto di vista. Con l'ultima elaborazione le cose prendono, mi sembra, una sopportabile forma popo/are, astraendo da alcune inevita­ bili D-M e M-D.7

Sappiamo che in quel periodo Marx stava scrivendo qualcosa che assomigliava molto al testo definitivo del libro I, capitolo 2,8 che, tuttavia, era molto lantano dall'essere pronto perla pubblica­ zione, tant'e che quel testo (del Manoscritto del '63-'65) non venne mai inviato alla stampa. E ció e dovuto ad uno scrupolo scientifico che evidenzia la serieta con la quale Marx ha sempre affrontato il suo lavoro: Non posso decidermi [scrive a Engels due anni dopo, il 31luglio1865, mentre terminava di scrivere le ultime pagine dei Manoscritti sopra citati] a licenziar qualche cosa prima che il tutto mi stia dinanzi.

Whatever shortcomings they may have [Quali siano i difetti che posso­ no avere], questo e il pregio dei miei libri, che costituiscono un tutto artístico, cosa raggiungibile soltanto col mio sistema di non farli mai stampare prima che io li abbia completi davami. Ció e impossibile col metodo di Jacob Grimm e va generalmente meglio per scritti che non siano articolati dialetticamente.

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Infatti, l'unita dialettica dello sviluppo del concetto di capita­ le richiedeva a Marx di conoscere chiaramente il risultato per poter riprendere l' esposizione dal principio - era un' opera articolata dia­ letticamente -. Tuttavia, ogni volta che arrívava alla fine (nel 1858, nel 1863 e nel 1865), Marx si sentiva nuovamente insoddísfatto dei risultati raggiunti. Tutto cío lo indusse a scrivere in quattro occasío­ ni Il capitale, e !'ultima stesura rimase definitivamente incompiuta. Alla fine di tante promesse, e al culmine di molte sofferenze,

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Marx ebbe la gioia di scrivere al suo amico, al quale doveva la pazienza di anni e anni di attesa: Dunque sibile ! Senza

volume e pronto. Debbo soltanto a te, se questo fu postuo sacrificio non avrei potuto compíere il mostruoso lavoro

dei 3 volumí. I embrace you, ful! of thanks!10

Eppure, Marx non sapeva, in quel momento di gioia,

que]

libro I de Il capitale, il primo del piano tracciato, sarebbe stato l'unico che avrebbe potuto pubblicare nella sua vita. Anche se per Marx le cose si complicarono, sía pratícamente sía teorícamente, in quell'epoca della storía del mondo l'opera essenziale era stata con­ segnata alla coscienza degli oppressi. Il resto e nelle maní dei molti che dovranno continuare in futuro il lavoro intrapreso da Marx, compresi coloro che fanno parte della situazione presente latinoa­ mericana. Non fu una sconfitta: fu un inizío trionfale. II In un pensiero dialettico come quello di Marx, i "pianí" della sua opera futura non sano mere esposizioni formali, semmai mani­ festano l' ordine reale della "cosa" sulla quale egli sta orientando la sua ricerca. Abbiamo gia affrontato questo tema in altre opere11, in cuí abbiamo trattato l'evoluzione dell'articolazione del suo discor­ so. E certo che nel luglio 1863 Marx continua a pensare, e in cio non ci saranno modífiche, a un'opera in sei parti.12 Queste "sei" parti non nascono dal nulla, sono state suggerite da due diversi punti dí vista; le prime "tre" partí corrispondono alle "tre classi" fondamentali della societa capitalista: capítalistí, proprietarí terrie­ ri e operai salariati. CosJ. si esprímeva per la prima volta, in manie­ ra sístematica e irreversibile, nei Grundrisse: [Occorre trattare] le categorie che costituiscono la struttura interna della societa borghese e su cuí poggíano le dassi fondamentali fu j nda­

mentalen Klassen]. Capitale, lavoro salariato, proprieta fondiaria [. .. ] Le tre grandi dassi socíali. 13

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La cosa interessante e che, durante gli studi per i Manoscritti del '61-'63, Marx s i collocó ad un livello di analisi piU concreto, e perció il

capitale "in generale" fu considerato nelle sue relazioni piu "superfi cia­ li" , "apparenti" , guardando anche al fenomeno (ancora in astratto) della "concorrenza (Koncurrenz) - in questioni come il profi tto medio o il prezzo di produzione14. Comunque sía lo schema di queste prime tre partí non cambiera mai, sebbene contenga nella prima parte, all'in­ terno del "concetto" di capitale, temí come quello della rendita (nel libro III) o del salario (nel libro I) ; ció non s ignifi ca in assoluto un cam­ biamento nello schema delle tre partí, ma solamente, e per un'esigenza di un livello minore di astrazione, la necessita di trattare anche la que­ stione del salario in relazione all' essenza del plusvalore, o quella della rendita in quanto distribuzione di plusvalore. Piu avanti torneremo ad affrontare tali temí. In quanto alle altre tre partí (che s i ispirano ai Lineamenti di filoso/ia del diritto di Hegel)15, M arx non introdusse nemmeno qui variazioni fondamentali: "

3) Sintesi della sociera borghese nella forma dello Stato. Considerara in relazione a se stessa. Le classi "improduttive". Imposte. De bito di Stato. Credito pubblico. La popolazione. Le colonie. Emigrazione. 4) Rapporti internazionali della produzione. Divisione internazionale del lavoro. Scambio internazionale. Esportazioni e importazioni. Corso del cambio. 5) Il mercato mondiale e le crisi.16

L' articolazione delle "sei" partí trova alla propria base i l meto­ do consistente nel passaggio dall'astratto al concreto. Il piU astrat­ to, fondamentale ed ess enziale, era il primo trattato sul "capitale" . N on si confuse mai con il secando, s ulla proprieta della terra, o con il terzo, sulla rendita. Anticipare una parte di quest'ultimo trattato non s ignificava in nessun modo averlo analizzato separatamente e per' i ntero, e nemmeno non doverlo esporre success ivamente. S crive ne Il capitale III, 6: L'analisi della proprieta fondiaria nelle sue diverse forme storiche esula dai limiti del presente lavoro. Ce ne occupiamo unicamente in quanto una parte del plusvalore prodotto da! capitale finisce nelle maní del proprietario fondiario.17

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Lo stesso si deve dire del salario (che era la terza p arte p roget­ tata) . S e Marx infatti espone la questione del salario e so lo per spie­ gare íl p lusvalore: Il capitale in generale. In tutta questa parte si presuppone che il salario sía sempre parí al suo mínimo. Le oscilJazioni del salario stesso e il o il salire del mínimo ríentrano nello studio del lavoro salariato1�

Nel libro I de Il capitale rip ete di nuovo lo stesso concetto esplicitamente: Il salario assume a sua volta forme svariatissime [. ] Tuttavia, una illu­ strazione di tutte queste forme rientra nella dottrina particolare del lavoro salariato, quindi non rientra in quest'opera. Invece dovremo svolgere qui in breve le due forme fondamentali dominantí.19 ..

Per guamo concerne la quarta p arte, "Lo S tato"2º, in realta p assiamo ad un altro livello di astrazione. Il capítale, la rendita e íl salario sono determinazioni che costituiscono i momenti di una sin­ tesi superiore. La p ropríera p rivara, il carattere sociale delle relazio­ ni, ísola gli indivídui come portatori astratti delle merci. Lo S tato, ínvece, e la totalita che articola le relazioni e gli agenti, e quindi "sintesi (Zusammen/assung) della societa borghese"2 1• Tuttavia a Marx no n ínteressa, i n questa riflessione sullo S tato "in relazione con se stesso"22, il momento p ropriamente político, ma soprattutto quello economíco: le tasse, il debito p ubblico, l'intervento nei p ro ­ cessi p roduttivi, i l p rotez io nismo o i monopoli, l a costruzione del­ l'infrastruttura. Tali questioní potranno essere studiate in futuro quando si p ubblicheranno i Quaderni di estratti degli anni '50 da p ubblicarsi nella MEGA IV. Ad o gni modo, anche so lo p olíticamente, lo S tato e un mo mento essenziale nella riproduzione del capitale (giacché Marx non lo considera, nel suo p eriodo definitivo, come sovrastruttura}, e cosl app are nei Grundrisse, nei Manoscritti del '61-'63, ecc. Hegel aveva scritto: "L'individuali ta, come esclusivo esser-per­ sé, appare come rapporto con altrz stati, dei quali ciascuno e autono­ mo di fronte agli altri". 23 A llo stesso modo , p er Marx, il p assaggio alla quinta p arte del

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suo progetto e il "superarsi" dello S tato nei "rapporti internaziona­ li di produzione e [nella] divisione internazionale del lavoro".24 Qui avrebbero spazio temí come i seguenti: "Lo S tato nella sua proie­ z ione estema: colonie. Commercio estero. Corso dei cambi. Denaro come moneta internazionale. "25 Se dovessimo riunire ció che Marx indica in modo circostanziato come possibile contenuto di questa quinta p arte, dovremmo possedere una lista simile alla seguente: Relazioni internazionali di produzione; mercato internazionale; divisio­ ne internazionale del lavoro e interscambio tra nazioni; commercio internazionale; esportazioni e importazioni; corso della maneta; colo­ nie, denaro come maneta internazionale; concorrenza fra le nazioni; lo Stato rovesciato verso l'esterno.26

Nella quinta p arte si dovrebbero concretizzare, ad un livello di minore astrazione (innalzamento verso il concreto) , tutti i problemi esposti in p recedenza: valore, merce, denaro, scambio, concorrenza. S i deve sottolineare che la questione della "dip endenza" tra nazioni potrebbe trovare posto ("concorrenza" tra nazioni di differente com­ posizione organica nei loro capitali complessivi) . Si p uó osservare quindi !' influenza del "prezzo del mercato mondiale" sull' economia nazionale. Cosl arriviamo alla sesta p arte, che non consiste semplicemente in un ultimo livello illustrativo, ma e la realta effettuale della totalita concreta27, e rispetto alla quale (al mercato mondiale) tutte le prece­ denti considerazioni sono astrazioni (e la p iU astratta di tutte e quella che ha p er contenuto il "concetto di capitale" de Il capitale): Il mercato mondiale formera la sezione finale, in cuí la produzione e posta come Tatalitd cosi come ciascuno dei suoi momenti; in cuí pero nello stesso tempo tutte le contraddizioni si mettono in movimento (Prazess) . Il mercato mondiale allora costituisce a sua volta, insieme, la premessa e il supporto del tutto. Le crisi rappresentano allora il sínto­ ma generale del superamento della premessa.28

Questa p osizione e la stessa nei Manoscritti del '61- '63:

E soltanto il/areign trade, l o sviluppo del mercato i n mercato mondia­

le, che trasforma il denaro in denaro mondiale e il lavara astratta in

23


lavoro sociale. La ricchezza astratta, il valore, il denaro hence [quindi] il !avaro astratto si sviluppano nella misura in cuí il lavoro concreto si sviluppa fino a diventare una totalita di dífferenti specíe dí lavoro che abbraccia il mercato mondiale. La produzione capitalistíca si basa sul valore ovvero sul dispiegamento del lavoro contenuto nel prodotto in quanto lavoro sociale. Ma questo avviene solo sulla base del foreign frade e del mercato mondíale. Questo e dunque tanto un presupposto quanto un risultato della produzione capitalistica.29

Spíegare tali aspetti ci porterebbe molto lantano: per il momento basta sottolineare che la questione della dipendenza latí­ noamerícana e, per i1 nostro continente, il livello in cuí la riflessio­ ne si fa concreta.30 Dimostriamo quindi, in contrapposizíone a Rosdolsky, che fino al termine della sua vita Marx continuo a dividere il suo pro­ getto in sei partí: 1) Il concetto di capitale. 2) La proprieta della terra o la rendita. 3 ) Il lavoro s alariato o i1 salario. 4) Lo Stato in sé. 5 ) Lo Stato verso l' esterno: il commercio tra nazioni. 6) Il mercato mondiale e la crisi. Affronteremo, quindi, la prima questione, relativa al capitale. Marx divise la prima parte in altre quattro. Si puo notare che questa ripartizione e solamente abbozzata neí Grundrisse, in cui appaiono le partí, ma come momenti che rispondono a criteri di divisione differenti: "b) Concorrenza dci capitali [. ] III. Il capita­ le come credito. IV Il capitale come capitale azionario " .31 Nel 1 85 8 questa ripartizione s i chíarisce definitivamente per l a prima volta: . .

Capítale si divide in quattro sezioni. a) Capitale en général [. . ]. b) La concorrenza, ossia la azione reciproca dei molti capitali. e) Credito, dove di fronte ai singoli capitali il capitale figura come elemento uni­ versale. d ) Il capitale azionarío, come la forma piu perfetta (che trapas­ sa nel comunismo).32 .

Verso il 1 862, quando studiava la questione della " concorren­ za" nei Manoscritti del '61-'6Y3, Marx inízío a situare la sua rifles­ sione ad un lívello piU concreto, e quindi non al livello del capi-

24


tale "in generale", come abbiamo detto, ma a quello del "concetto" di capitale.34 Come neí casi precedentí della rendita o del salario, ora la "concorrenza" riveste una funzíone nello sviluppo dialettico del capitale stesso; ció non impedisce a Marx di pensare alla neces­ sita di una seconda sezione, in cui, dopo il capitale nel suo concet­ to, ci si debba occupare per esteso della "concorrenza": "La tratta­ zíone piU approfondita dí questo argomento appartiene all' analisi particolare [dice Marx riferendosi alla questione del profitto medio] della concorrenza"35. Questo significa che nel 1 865, quando scrisse il Manoscritto Prindpale o "Manoscritto I" del libro III, pensava ancora ad una seconda sezione sulla concorrenza in forma separata. Ma aveva comunque bisogno di trattare prima la "concorrenza" come oriz­ zonte dí comprensione per questioni come il "profitto medio". Tutto cio avra come conseguenza il fatto che, nella "terza reda­ zione" de Il capitale del 1 863-1 865, non si parli gia piu del "capita­ le in generale" (grado di astrazione maggiore, come nel caso dei Grundrisse), ma dello sviluppo del "concetto" (piu concreto) dí capitale.36 Nel trattato specifico della concorrenza si dovevano trat­ tare aspetti quali: il mercato in quanto sfera della totalíta delle con­ dizioni di realizzazione della merce; le situazioni dello scontro tra offerta e domanda, íl mercato in astratto e la molteplicita dei mer­ cad delle merci, giacché ogni tipo di merce costituisce un mercato specifico; i mercati centrali e regionali; il mercato del lavoro; il mer­ cato delle materie prime; il mercato del denaro; il mercato deí capi­ tali; il prezzo della concorrenza e il prezzo di mercato; le relazioni concrete, recíprocamente dipendenti, della demanda e dell'offerta; l'analisi concreta delle necessita e !'influenza del valore d'uso sul valore; l'innovazione dei prodotti e la loro influenza nel mercato; le nuove forze produttive e la loro universalizzazione a causa della concorrenza; l' analisi concreta della riproduzione del capitale glo­ bale sociale. Inoltre, il problema della "trasformazione" del valore in prezzo si puo comprendere solo attraverso una corretta analisi della concorrenza. Allo stesso modo si dovrebbe affrontare la que­ stione della speculazione e della relazione tra concorrenza e mono­ polio. Tale riflessione serve a indicare che queste tematiche sano al di Juori della nostra ricerca, perché non devano essere trattate nel Capitale in relazione al suo concetto astratto.

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In questo modo, quindi, vediamo che la prima parte delle sei del progetto di Marx e composta da quattro sezioni o partí: 1) 11 capitale, il suo concetto in generale (in astratto), che include la spiegazione del salario, la concorrenza, la rendita, il cre­ dito, ecc. In quanto astratti, questi elementi devano rientrare nella descrizione del concetto essenziale di capitale. 2) La concorrenza in concreto. 3 ) 11 credito in concreto. 4) 1 1 capitale azionario in concreto. 111

Come abbiamo indicato all'inizio di questa "lntroduzione", oggi sappiamo che la stesura de 1l capitale ebbe quattro fasi che chiamere­ mo "redazioni" . La prima fu scritta tra il 1 857 e il 1 858 e costituisce i Grundrisse.37 La seconda "redazione" e contenuta nei Manoscritti del '61-'63,38 dove Marx elabora gia una versione quasi definitiva su molte delle questioni fondamentali del libro 1 de Il capitale, e tratta temí cen­ trali del libro 111 (il prezzo di produzione dal punto dí vista del profit­ to medio, la rendíta, ecc.) e del libro 11 (la riproduzione, ecc.). In que­ sta seconda stesura dobbiamo comprendere i capitoli 1 e 2 , e Per la cri­ tica dell'economia politica del 1 859, giacché i Manoscritti del '61-'63 si soffermano solamente su aspetti relativi al capitolo 3 . L' analisi della terza " redazione" e l 'obiettivo centrale di questo lavoro, e ad essa sara dedicata tutta la prima p arte. Si tratta dei Manoscritti del '63-'6539, dei quali Engels parlo per la prima volta nella prefazione al libro 11 de Il capitale: ll manoscritto cronologicamente seguente e quello del Libro III. Esso fu scritto, almeno per la maggior parte, ne! 1864 e ne! 1865 [. ] Questo manoscritto del 111 Libro lo vado ora rielaborando per la stampa.40 . .

Esiste un altro riferimento indiretto di Engels al Manoscritto I del libro 11, quando nel Prologo al libro 111 de Il capitale scrive: "Tra il 1863 e il 1 867 Marx aveva [ . . ] preparato in abbozzo i due ultimi libri del Capitale e in stesura definitiva i1 primo [ . . . ] "41 Eppure, fino a poco tempo fa quasi non si sapeva che Marx avesse elaborato per intero (e in realta quella fu l'uníca occasione .

26


nella sua vita in cuí fece questo sforzo) i tre libri della sua opera tra il 1 864 e il 1 865 . Scrisse il libro I, completamente, dal 1 86342 fino all'estate del 1 864; di questo testo e rimasto solamente - il resto si considera perduto, almeno fino ad oggi - il cosiddetto Capüolo Sesto inedito, con la numerazione fatta per mano dí Marx dalla pagina 44 1 alla pagina 495.43 Scrisse anche la prima variazione del libro II, Manoscritto I, di 149 fogli numerati dallo stesso Marx.44 contemporaneamente, redasse per intero il libro III nel cosiddetto Manoscritto prindpale (Manoscritto [), che, come abbiamo gía visto, fu utilizzato da Engels per l'edizione del tomo III. Si tratta di uno scritto di 575 fogli, anch'essí numerati da Marx,45 catalogato nell'ar­ chivio di Amsterdam sotto la sigla A 80 (A 54). Questi Manoscritti del '63-'65 sono costituiti da almeno 1 2 1 9 fogli della piccola e ste­ nografica grafía di Marx.46 Come abbiamo detto, questo e l'unico testo completo dei tre libri; e molto pii.t elaborato dei Grundrisse e comprende il libro III al quale Marx non lavoró praticamente mai in extenso. Si tratta quindi di un manoscritto fondamentale, al quale dedicheremo i primi quattro capitoli di questo testo. Marx redasse per primo il libro I, iniziando direttamente, come nei Manoscritti del '61-'63 , con il capitolo sulla " trasformazio­ ne del denaro in capitale" . Scrisse il capitolo I ( sulla merce e il denaro) nel 1 867 , quando il tomo I stava per essere terminato, e certamente prendendo in considerazione Per la critica del!'economia politica del 1 859. Dovette lavorare al libro I fino al giugno del 1 864. Nell'estate di quell'anno inizió il libro III dalla seconda sezione: "La trasformazione del profitto in profitto medio " . Il dibattito tra V.S. Vygoskij (et al. ) e T. Otani permette di determinare quando Marx abbandonó la redazione del libro III per cominciare quella del libro II. Secando gli autori del primo articolo,47 Marx interrup­ pe la stesura del libro III nella prima meta del 1 865 , prima del foglio 24 3 , per scrivere il libro II. Dovette scrivere il Manoscritto I del libro II fino alla meta del 1 865. In seguito, continuó, fino al termine del 1 865, il Manoscritto principale del libro III, a partire per lo meno dal foglio 275 , il cuí con­ tenuto furono gli "ultimi tre capitoli " ( dal 4 al 7 , sul capitale commer­ ciale, la rendita e il reddito e le sue fonti; e forse stava pensando anche al movimento del riflusso del denaro).48 Con questo terminó la terza "bozza" de Il capitale.

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Anche T. Otaní concorda sul fatto che cí fu un' ínterruzíone, tut­ tavia, con decís e argomentazíoní, afferma: In conclusione possiamo affermare che Marx in qualche punto, dopo la pagina 1 82 ma prima della pagina 243, interruppe la redazione del Manoscritto principale del libro III, ed elaboro il Manoscritto I del libro II.�9

Fu nel gíugno del 1 865 che Marx presentó all'Internazíonale il suo lavoro su Salario, prezzo e pro/itto che tratteremo nel capítolo 4. 1-, gíacché in possesso dí una visione d' íns íeme sulla sua opera futura. Il suo díscorso político sí basava su ventídue anní dí studío ( dal lantano 1 843 parígíno) , e pratícamente era il rísultato dell'analí­ sí dí gran parte deí tre líbrí della terza stesura de Il capitale. Poche volte un político aveva maturato teoricamente, in modo cosl profon­ do, una decísíone a lívello della prassí. Ad eccezíone del Manoscritto III del libro II, che ebb e la possí­ b ílíta dí ínízíare a meta del 1 8655º e che dovette terminare índícatíva­ mente nell' aprile del 1 867, nessun altro manoscrítto appartíen e a questo período. La quarta "redazíone" de Il capitale, alla quale dedícheremo la seconda parte dí questo lavoro, fu ín ízíata nel gennaío del 1 866 e non venne maí portata a termine. Fu una fase "aperta" teorícamente gíacché glí ultímí manoscríttí, dal 1 877 al 1 880, ebbero il carattere dí scríttí preparatorí provvísorí. Cosl nel 1 866, Marx comín cíó íl testo definitivo del libro I de Il capitale, prendendo in consíderazíone la stesura precedente deglí ann í 1 863- 1 864, tuttavía, come abb íamo sottolín eato, senza íl capí­ tolo I ( che, se scrítto, avrebbe dovuto contenere í capítolí 1 e 2 dí Per la critica dell'economia politica del 1 859), dato che ín ízíó la s ua ríflessíone dírettamente dal secando capítolo: "La trasformaz íone del denaro in capítale. "51 Dí questo testo elimin ó í l cosíddetto Capitolo VI inedito, del quale lascíó solamente un síntesí n ella prima edízíone (che non fu nemmeno incluso nella seconda) .52 Successívamente scrísse íl primo capítolo su "Merce e denaro"53 in modo del t utto nuovo (per la prima volta dal 1 859), e ínserl un' ap­ pendíce su "La forma del valore" .54 Infíne, íl 25 luglío 1 867 , scrísse la "Prefaz íone" alla prima edíz íone, come appare nel testo.55 Tutto questo e evidente e puó essere testímoníato a lívello storíco. Non -

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accade lo stesso per quanto riguarda i rimanenti materialí dei libri II e III. ll 3 1 luglio 1 865 Marx comunico a Engels che era ancora neces­ sario "scrivere il IV libro, il lato storíco-letterario, cosa che mí e rela­ tivamente piU facile" ;56 ma solo il 1 3 ottobre 1 866, nella lettera a Kugelmann, presenta il progetto completo della prima parte, sul capitale nel suo concetto: Ora saranno probabilmente tre volumi. Tutta l'opera si divide nelle parti seguenti: Libro 1: Il processo di produzione del capitale. Libro II: ll processo dí círcolazíone del capítale. Libro 111: Formazione del processo complessivo. Libro IV: Contributo alla storia della teoría.

n primo volume contiene i due primi libri. n terzo libro, penso, occupe­ ra il secondo volume, il quarto occupera il terzo.57

E ben noto che niente di tutto questo si realizzó. Comunque sía l 'intuizione risalente ai Grundrisse, e precisamente al dicembre 1 857, di separare l'esposizione sul capitale in un processo di p rodu­ zione, in uno dí circolazione, e nell"' unita determínata della circo­ lazione e della produzione"58, aveva preso forma nei rispettivi libri. In questo modo, essa costitul la prima " parte" del capitolo 3 del capitale (i capitoli 1 e 2 erano sulla merce e il denaro); poi tenne ínsieme tre " capítoli" di una " sezione" sul capi tale; in seguito si tra­ sformo in tre "sezioni" del "libro " sul capitale; piU tardi si modifi­ co in " tre" libri di un capitale in due volumi (se non includiamo il volume III sulla storia), ed ínfine, termino nei tre volumi dell'ope­ ra definitiva (pero non dí Marx, m a di Engels, perché per Marx non cí furono mai "tre " volumi', ma solo "tre" Nbrz' in "due" volumz') . Una volta pubblicato il libro I de Il capz'tale, Marx riun1 il materiale per i restanti due libri. Preparo due pacchetti differenti che Engels ricevette solo dopo la morte dí Marx. La storia di que­ ste due raccolte di manoscríttí ínizía quando, il 25 marzo 1 883 , Engels scrive a Laura Lafargue: " Oggi Nim [Helene Demuth] ha trovato tra i manoscritti del Moro un grosso pacco contenente la maggior parte, se non tutto il secondo libro del Capitale piú di 500 pagine in folio " .59 -

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Una settimana dopo, il 2 aprile, scrive a Pjotr Lavrovitch: " H o trovato i l manoscritto d ella 'Zirkulation des Kapitals' e del terzo libro 'Die Gestaltungen des Gesamtprozesses' - approssimativamen­ te 1000 pagine in folio"6º Con gioia, ma al tempo stesso con preoccupazione, Engels scrive il 14 aprile a Eduard Bernstein: "Abbiamo qui il secando libro del Capitale - ma non posso dire in quale stato, 1000 pagine da leggere da cima a fondo".61 In effetti erano due pacchetti che avevano un t itolo scritto dallo stesso Marx su un foglio che avvolgeva i rispettivi manoscrit­ tí: "Appartenenti al libro II (Zu Buch 2 gehoriges) " . Nell'altro pac­ chetto era indicato lo stesso títolo, in riferimento al libro III. Senza l'íntenzíone dí entrare nel dettaglio - cosa che faremo nei capitoli 2, 3 , 4, 6 e 7 dí questo lavoro -, pero con la volanta dí evitare rípetizioni e malintesi, qui di seguito esporremo quelle che, secando le nostre rícerche all'Internationaal Instituut voor Sociale Geschiedenis dí A msterdam, possono essere considerate le nostre conclusioni. SCHEMA 1

-

Manoscritti appartenenti al libro II (Zu Buch 2 gehoriges)

Cata/ogazione Data di

IISG Nuova Antica -.

A 64 A 65 A 63 A 66 A 67 A 68 A 70 A 69

e labo razione

1 863- 1865 A 50-52 A 43 A 42-43 A 45-47 A 49 A 48 B 132b B l 30

1 865-1 867 Ver. 1 867 1 868- 1 870 1 87 7 26.X. 1 877 2.VIl. 1 87 8 III. 1 87 8 Post 1 87 8

Contenuto

Manoscritto I (MEGA 11, 4, 1 , 1 37 ss) Manoscritto III Manoscritto IV Manoscritto 11 Manoscritto V Manoscritto VI Manoscritto V I I Su Malthus Manoscritto VIII

Numerazione di Marx

altra

88 58 202 61 17 7 4 76

70 34 133 44 17 6 3 77

--

Nei capitoli 6 e 7 della seconda parte torneremo a parlare del­ l' ultima fase della vita intellettuale di Marx, dall' apparizione del volu­ me I de Il capitale nel settembre del 1 867 fino al 1 880. E certo che Marx pubblicó in vita solo la prima delle tre partí (il processo dí produzíone del capitale) , visto che non arrívo a pubblica­ re il libro II e nemmeno il III; ció signifi ca che pubblico il trattato sul

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capitale nel suo concetto, che era solamente la prima delle quattro sezioni (mancavano quelle corrispondenti alla concorrenza, al capitale creditizio e a quello azionario), e che questa parte sarebbe stata solo la prima delle sei parti del progetto (mancavano infatti la rendita, il sala­ rio, lo Stato, le sue relazioni con altri stati, e il mercato mondiale). Ció vuol dire che in vita Marx pubblicó meno della settima parte del suo progetto. La sua teoria rimase assolutamente "aperta" a possibíli con­ tinuazioní del suo discorso. Nulla era pill lantano dalla mente di Marx di una teoria chiusa, dogmatica, conclusa, che si dovesse applicare rígi­ damente. Fu un pensiero storicamente determinato, e bisogna storiciz­ zarlo in America Latina affinché corrisponda alla realta originale del nostro continente . In cio consiste il nostro lavoro. SCHEMA 2

1

-

Manoscrittí appartenenti al libro III (Zu Buch 3 gehariges)

Catalogazione llSG

lEuova Antica

I

Data di elaborazione

A 54

1 864-1 865

5 A 5 8b-f A 58d

1 863- 1 870 1 867- 1 870

A 58e

1 867- 1 870

A '°

Contenuto Manoscritto principale (MEGA II, 4, 2) Rendita differenziale ( ) La legge del tas so dí profitto ( ) La legge generale del tasso di profitto ( . ) Note su Malthus Differenza tra i tassi di profitto ( . ) Calcoli matematici. Tasso �ll1svalore ( ) Calcoli del tasso di rendita Manoscritto IV Manoscritto III Manoscrítto II Riforma agraria in Russia Tasso di rendita . . .

. . .

A 76

. .

A 79 A 78

A 57-58a A 59

1 867- 1 870 1 867- 1 870ss.

A 77

A 77

v. 1 875

. .

. . .

A 72 A 75 A 74 A 73 A 113 l_A 8 1

A 83c A 57 A 56 A 55

1 870- 1 880 1 870- 1 880 1 870- 1 880 1 870-1 880 1 88 1 -1 88 2 XII.8 1-III.82

1

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9 30 2 40 131 2 1 8 7

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135 1 2 7 6

1

Per finire, ringrazio in primo luogo il dottor Ignacio Llamas Buitrón, direttore della Divisione del CSH della UAM-Iztapalapa, e María Christen Florencia, per aver inserito questo testo nella colle­ zione dei quaderni universitari della citata universita. 31


PRIMA PARTE

La " terza redazione" de Il capitale

Sti amo inizi ando a esaminare · la parte forse meno conosciuta dell' opera marxiana, i Manoscritti del '63-'65, dei quali, fino a poco tempo fa, non era possibile precisare in che cosa realmente consis tes­ sero. Adesso lo s appiamo, e l'Istituto Marxista- Leninis ta di Berlina ha comi nci ato a pubblicare questi testi nel 1 988, sebbene noi li abbia­ mo consultati nella loro versione manoscritta nel 1987 . Si tratta, come abbiamo gfa visto, dei manoscritti che contengono, i n tre libri, la "terza redazione" de Il capitale, che e l' unica completa. 1 Grundrisse contenevano, certamente, alcuni temi dei tre futuri libri, ma non vennero pensati come tali, e, in relazione ai futuri l ibri 11 e 111, Marx scrisse solo alcune proposte prive di una coerenza comples­ s iva. 1 Manoscritti del '61- '63 si concentrarono soprattutto nel l ibro 1, sebbene comprendessero alcuni materiali riguardanti il libro 11 e molti sul futuro libro 111. Tuttavia, in ques ti manoscritti, non venne elaborato nulla di sistematico sugli ultimi due libri. Possiamo quindi affermare che i Manoscritti del '63-'65 contengono la prima vers ione defi nitiva, la prima stesura articolata dei l ibri 1, 11 e 111 de Il capitale. Per questa ragione, parleremo del Manoscritto I del libro 11 e del "Manoscritto I" o Manoscritto principale del libro 111 quando ci rife­ riremo al libro 11 o 111 di questi Manoscritti del '63-'65. Esiste, tutta­ via, un' altra versione importante del libro 11: il Manoscritto JI del 1868-1 870. lnvece, per quanto concerne i l libro 111, M arx non scrive­ ra un altro manoscritto s imile, per cuí il testo scritto tra il 1864 e il 1865 costituisce i l manoscritto definitivo del libro 111. In quei due anni e mezzo, dalla fine del luglio 1 863 al dicembre

33


1 865, Marx scrisse relativamente poche lettere; fu gravemente mala­ to, e, nonostante ció, produsse p iu di quanto potesse sembrare almeno secando le sue lettere. In realta, in luí andava crescendo una specíe di frustraz ione di fronte all'insistenza dei suoi amici che lo incoraggiavan o a terminare l"' opera" che aveva tra le man í. Marx faceva passi in avanti a l ivello teorico ma, rispetto alla scrittura, in vista della pubblicazione, sapeva che il lavoro n on era ancora suffi­ cientemente maturo. Questa contraddizion e (tra la soddisfazione di scoprire grandi temí n uovi e l'insoddisfaz ione di non avere ancora p ronto íl testo I I per la stampa) p rovocava una p rofonda ambiguita nella sua corrispondenza. Il 22 giugno 1 863 (nel momento in cuí stava terminando i Manoscritti del '61-'63, anche se in un' esposizione non del tutto sistemat ica) , 1 scrisse a Engels: "non appena sara tornata la quiete mi daro alla ricopiatura in bella del porco-libro'' .2 Alla fine di luglio dovette cominciare í Manoscrt'tti del '63- '65, e p er questa ragíone íl 1 5 agosto sí sentiva un po' p iU ottimista, perché " con l'ul t ima elabo­ razione le cose p rendono, mi sembra, una accettabile forma p op ola­ re" .3 In dicembre si ammalo4 e rimase in catt ive condizíon i di salute p er quattordici mesi. N onostante cío termino il libro I, andato "per­ duro" (nel quale si t rovava íl Capitolo VI inedito) , e addirittura in i­ z íó i1 l ibro III prima del l ibro II. Sempre con un atteggiamento ottimista ( almeno in apparenza, probabil mente per non far perdere la speranza agli amici) , i1 4 otto­ bre 1 864 scrisse a Karl Klings riguardo a Il capitale: " sp ero di p oter­ lo finalmente terminare adesso in pochi mesi e di infliggere alla bor­ ghesia un colpo tale, p er quanto riguarda la teoría, dal quale essa n on si riavra p iu" .5 Infatti Marx inferse una ferita defin it iva alla borghe­ sia, non ostante fosse sopravvissuta per secol i. La sua " morale" e stata distrutta davanti agli occhi dei lavoratori salariati che hanno avuto la possibilita di comprendere l ' analisi di Marx. A livello emp írico, per questa operazione servira moho tempo, ma la marte " morale" di un sistema anticipa talvolta di secoli l a sua marte " reale" e storica. Il primo secolo e gia trascorso; non credo ch e ne p assera un secando: l' ann o 2064 e ancora molto l antan o. 11 29 novembre 1 864 Marx scrisse a Kugelmann: " credo che l'anno venturo íl mio scritto sul capitale (60 fogl i a stampa) sara finalmente p ronto p er l a pubblicazione".6 In febbraio e marzo del

34


1 865 inizio ad avere contatti con l'editore Meissner di Amburgo. Il 9 maggio di quell' anno commento a Engels: "Il libro sara pronto e completo, cos1 spero (nonostante le molte interruzioni), il primo di settembre" . 8 Vogliamo aggiungere, anche se solo b revemente, che Engels comprese l' essenza filosofica del progetto di Marx, come si puo vede­ re nella lettera a F. Lange del 2 9 marzo 1 865: Naturalmente io Le concedo volentieri le assurdíta della filosofía della natura nei dettaglí, tuttavia la sua vera filosofía della natura si trova nella vero e pro­ seconda parte della Logica, nella teoría dell'essenza, il prio di tutta la dottrina. . . Naturalmente io non sono piil hegeliano, ma continuo a nutrire una grande pieta e simpatía per que! vecchio enorme individuo (Ker{).9

Si potrebbe dire lo stesso de Il capitale di Marx: la sua essenza filosofica1 0 si deve parimenti trovare nella "Domina dell 'essenza " della Logica. Il 20 maggio Marx comunico a Engels: "lavoro come un mulo" 1 1 •

Il 3 1 luglio, come gia abbiamo visto, gli mancavano solo " tre capitoli " del libro III. Eppure comprese immediatamente che i libri II e III ave­ vano ancora bisogno di molte correzioní, e per questa ragíone penso di scrivere solamente il libro I per la stampa - sufficientemente completo anche nei particolari. Comunque sía il 1 3 febbraio 1 866, quando aveva gia cominciato la stesura definitiva del volume 1, scrisse a Engels: "Quantunque finito, il manoscrirro, enorme nella sua forma odierna, non e pubblicabile da nessuno fuor che da me, nemmeno da te" . 1 2 Cosicché, per la disperazione dí Engels, le piU di 1200 pagine della terza redazione13 scritte fino al gennaio 1 866 non erano pubbli­ cabili. Cosi Marx terminava i suoí Manoscritti del '63-'65, che in gran parte saranno consegnatí alla " crítica dei topi" fin quasi alla fine del XX secolo.


I1 risultato del processo del capitale I1 " capitolo VI inedito" ( 1 863 - 1 864)

l.

(Fogli 44 1 -495 dei manoscritti perduti del libro l, elaborato dal luglío 1 863 al giugno 1 864)

Le /unzioni esercitate dal capitalista sono semplicemente le funzíoní del capítale stesso del valore che si valorizza succhiando lavoro vivo eser­ citate con coscienza e volontd. 11 capitalista funziona soltanto in qualita di capitale personificato, capitale come persona, e parimenti l'operaio soltanto in qualita di lavoro personificato, lavoro che a lui e assegnato come pena e sforzo, mentre al capitalista come sostanza che crea ed incrementa ricchezza, presentandosi di fatto, in quanto tale sostanza, come elemento íncorporato al capitale nel processo di produzione, come suo fattore vivente, variabile. Il dominio del capitalista sull'operaio e per­ ció il dominio della cosa sull' uomo, del lavoro morto sul lavoro vivo.1

In questo capitolo dovremmo analizzare il libro 1 dei Manoscritti del '63-'65, ma di questo testo ci resta solamente il Capitolo VI inedi­ to. Si tratta della " terza redazione" del libro 1, che, tuttavia, pone alcu­ ne questioni che desideriamo anticipare, per poter analizzare succes­ sivamente con maggior predsione il Capitolo VI inedito.

1 . 1 IL LIBRO 1 DEI "MANOSCRITTI DEL '63-'65 " Per molto tempo si e pensato che la " terza redazione" del libro 1 non fosse mai stata scritta. Di fatto non venne ritrovata tra le carte del­ l'eredita di Marx ed Engels depositate nell'Archivío dell'IISG dí Amsterdam. E esistita realmente? Oggi possiamo affermare con cer­ tezza che Marx scrisse questo libro dalla fine del luglio 1 863 al giugno 1 864.2 Abbiamo varíe partí del manoscritto perduto, come per esem­ pio i fogli 24, 96- 107, 259, 260, 263, 264, 37 9, oltre ai fogli dal 441 al 495 (il Capítolo VI inedito) , e altri non numerati.3 Sappíamo anche che questo manoscritto non era pronto per la stampa: 37


Nella redazione definitiva per la stampa la prima di queste tre rubri­ che . . . dovra essere collocata per ultima, e non all'inizio, poiché essa costituisce il

passaggio al

libro secondo. "Processo di circolazione del

capitale" .4

Per questo sappiamo, inoltre, che ci troviamo alla fine del libro I di questa "terza redazione" . I fogli manoscritti d i Marx occupano, stampati, all'incirca una volta e mezza in píU di spazio ( 1 foglio manoscritto di Marx 1 ,5 pagine stampate); sappiamo che !'opera (il tomo I de Il capitale) con­ tiene 650 pagine5 stampate: dividendo questa quantita per 1 ,5 otte­ niamo esattamente 43 3 fogli manoscritti. Infatti, il Capitolo VI inedi­ to comincia al foglio 44 l . Ció dimostrerebbe, quantitatívamente ed empíricamente, che Marx eliminó il capitolo VI, ma che conservó glí altri cínque mantenendo approssimativamente la loro originaria estensione. Tuttavia, per il suo contenuto, se consideríamo i fogli che si sono conservad, le analogie sono ancora píU írrefutabili. Possono essere suddivise in sette momenti. I fogli 24 e 25 del manoscritto del libro I del 1 8636 corrispondo­ no alle pagine 135-139 e 292-293 della prima edizione de Il capitale (Amburgo, Meissner, 1867, volume I).7 Una differenza " terminologica" si puó trovare tra il 1 863 -64 e il 1 866: nel primo manoscritto vengono usate le parole "capacita di lavoro (Arbeitsvermogen)"8, mentre, dopo una titubanza iniziale (si veda piu avanti il capitolo 5), a partire dal 1866 si trova sistematicamente l'espressione "forza-lavoro (Arbeitskra/t)"9. In questi fogli, in effetti, Marx si occupa della "compravendita della capacita di l avoro" (nel 1 866 parla di "forza lavoro" ) . Le note 5 0 e 5 1 dell'edizione d e Il capitale ( 1 867; pp. 1 3 8- 1 3 9) coincidono con la nota 53 del foglio 24 dei Manoscritti del '63-'65. La nota 53 del Manoscritto si trova alla base delle note 45-46 della pagina 135 , e della nota 1 delle pagine 292-293 de Il capitale. Marx si stava occupando in quel momen­ to di quello che sarebbe stato il capitolo 2 dell'opera del 1 866- 1 867. Il secando gruppo di fogli non perduti va dal 96 al 107 . In real­ ta, Marx inserl queste pagine (con numerazione 469 a-m) dopo il foglio 469, e scrísse in nota: "Ció che e stato esposto da p. 96 a p. 1 07, sotto la rubrica "Il processo di produzione immediato", va reintegrato qui; bisogna fonderlo con quanto sopra, e rettificare l'una con l' altra entrambe le esposizioni". LO =

38


Tale parte corrispondera alle pagine 1 87 - 0 e 2 8 1 -290 de Il capitale ( 1 867 ) . 1 1 Potremmo inoltre ritornare ai anoscritti del '61 '63 , per trovare i testi ai quali Marx si ispira 1 1 863 - 1 864 .12 Ció spiega anche che Marx - questione che comunicó a Engels nella let­ tera del 10 febbraio 1 866 13 - introdusse il lungo passaggio su "La giornata lavorativa " 14, che si trova al di fuori del piano originario e che si colloca esattamente tra la pagina 2 04 e 281 de Il capitale ( 1 867 ) . Tutto e in relazione con il " risultato del processo di produzione" . 15 In quel momento Marx doveva es sere arrivato al capitolo 3 della stesu­ ra definitiva de Il capitale. 1 fogli 259 e 260 16 sul "salario a cottimo" corrispondono alle pagine 440-448 de Il capitale ( 1 867 ) . 17 Quindi ci troviamo ancora al capitolo 3 . 1 fogli 263 e 264 furono integrati da Marx al testo;18 possiamo metterli in relazione con le pagine 497-498 de Il capúale ( 1 867 ) . 19 Ci troviamo gia al capitolo 6, sull' accumulazione, dell' opera del 186 7 . Si possono confrontare anche i fogli 3 7 9 e 3 80, che furono usati come note delle pagine 760 e 7 6 1 de Il capitale ( 1 867 ) .2° Ció che appare rilevante e che dal foglio 3 8 1 al 440 (precedente l'inizio del Capitolo VI in edito) , ci sano 60 fogli, spazio che approssimativamen­ te doveva occupare il capitolo 5 sull'accumulazione.2 1 Esistono, inol­ tre, altri fogli non numerati.22 Penso che tutti questi riferimenti siano sufficienti a dimostrare l'esistenza del manoscritto completo del libro 1, "terza" bozza de Il capitale. Ma occorre ora parre la domanda di fondo: qual era il piano, l' articolazione del libro 1, che Marx inizió a scrivere direttamente dando vita al futuro capitolo 2 del 1 867 , quello cioe sulla "Trasformazione del denaro in capitale" ? Per rispondere a questa domanda possiamo analizz·are i Grundrisse, il piano del 1 85 9 o del 1 86 1 , il piano del gennaio 1 863 , o vedere come fu trattato il tema nei Quaderni XIX-XXII del Manoscritto del '61 - '63 o spostarci in avanti (verso il testo definitivo de Il capitale del 1867 ) . Esaminiamo il tema per punti. La struttura dei Grundrisse faceva gia prevedere il piano futuro de Il capitale. lnizió con la questione del denaro, e da ció si mosse verso quella della merce.23 Ci sano anche alcune pagine sulla critica ideologica dell'economia política borghese.24 Tuttavia, ed e interes­ sante segnalarlo, Marx scoprl inizialmente il capitale come capitale y)


circolante: il movimento ontologico dell'essere del capitale (valore) come processo permanente.25 Solo successivamente impostó il "pas­ saggio dal denaro al capitale " nello scambio tra "lavoro vivo " e " denaro" (lavoro oggettívato) .2 6 Questo e il tema con il quale inizia il capitolo 3 nei Manoscritti del '61-'63.27 In questi Manoscritti il plusva­ lore assoluto28 viene trattato prima del plusvalore relativo,29 processo differente da quello dei Grundrisse,3°dove il plusvalore relativo venne scoperto prima di quello assoluto. Allo stesso modo, nei Grundrisse si confonde ancora la " realiz­ zazione" del capitale con la questione dell' " accumulazione" .31 Ma li, per la prima volta, il capitale mobile o circolazione del capitale acqui­ sisce un'articolazione propria,32 e, allo stesso modo, la "terza sezio­ ne" su "Il capitale fruttifero"33 si separa chiaramente. Sembrerebbe che Marx abbia preso rapidamente coscienza della prima sezione (sulla produzione) e della terza (dal plusvalore al profitto) , tralascian­ do parzialmente la seconda almeno fino al 1 865 (data della prima esposizione sistematica del Manoscritto I del libro II) . Nei Manoscritti del '61 - '63, come stavamo sottolineando, Marx cominció a parlare del " capitolo 3: Il capitale in generale " ,34 ma, piu avanti, arrivato alla terza parte, scrisse: "Capitolo terzo: capitale e profitto" .35 Ad ogni modo il " capitolo 1 " si trasformó poco dopo in " sezione (Abschnitt) 1 " 36 con le seguenti partí: Introduzione. La merce. Il denaro Trasformazione del denaro in capitale. Il plusvalore assoluto [. .. ] . Il plusvalore relativo [ .. ] . Combinazione del pÍusvalore assoluto e relativo [ ] . Ritrasformazione (Rückverwandlung) del plusvalore in capitale. L'accumulazione originaria. Teoría coloniale di Wakefield. Risultato: il processo di produzione [. . . ] .3 7 .

. . .

Tutta la questione si pone adesso attorno ad un unico problema. Se il Capitolo VI inedito era il capitolo 6 del manoscritto del libro I del 1 863-1864 , quali erano i capitoli precedenti? Ma sorge subito un'altra domanda: perché in seguito Marx decise di eliminare il Capitolo VI inedito? E dove finiva questo capitolo? Il trattato sull' " accumulazione" costítuiva il punto 4 del piano

40


del 1 85 9 (o 1 86 1 ) :38 fu studiato nel Quaderno XX39 dei Manoscritti del '61 - '63. Eppure, l'argomento della " combinazione" del plusvalo­ re assoluto e relativo si trova in tutti i piani, sía in quello del gennaio del 1863 , sía nell'esposizione deí Manoscritti del '61-163,40 e anche negli stessi A1anoscritti del '63-165; abbiamo la prova di questo nei fogli non perduti 259-260, che corrispondono alla fine della parte sulla "Combinazíone" di plusvalore assoluto e relativo.--11 Pensiamo che la soluzione possa essere la seguente. Nel foglio 455 del Capitolo VI inedito, ad esempio, leggiamo: " Si e visto, nel cap. II, 3 di questo libro primo, come le diverse parti [ . . . ] : valore del capitale costante, valore del capitale variabile e plusvalore L . . J . "42 Ebbene, tale questione e trattata, ed e impossibile che fosse esposta prima, nel capitolo 3 de Il capitale del 1867 (per la precisio­ ne: capitolo 3 , paragrafo 2 ) . Cio starebbe a d indicare che Marx inizio direttamente dalla " trasformazione del denaro in capitale" come capitolo l . Forse penso di inserire i capitoli della merce e del denaro come Introduzione o come opera indipendente Per la critica dell'economía política del 1 859. In questo modo lo schema sarebbe stato il seguente: Capitolo 1 . Capitolo 2 . Capitolo 3 . Capitolo 4. Capitolo 5 . Capitolo 6.

La trasformazione del denaro in capitale. I1 plusvalore assoluto. I1 plusvalore relativo. La combinazione dei due plusvalori. L' accumulazione. Il risultato del processo immedíato di produzione.

Ora possíamo iniziare ad esaminare íl Capitolo VI inedito, che e l'unica cosa realmente consistente che si sía conservata del libro I del

1 863 - 1 864.

1 .2 LA

"

MERCE

"

COME

RISUl.'.I'ATO

DAL 44 1 AL 458)

Nel Capitolo VI inedito Marx affronta fondamentalmente la que­ stione ontologica del "presupposto-rísultato (Voraussetzung-Resultat) ", dí ascen<lenza hegeliana43 , centrale dalla Fenomenologia dello spirito


alla Logica. La fine o il termine del processo, che Hegel nominava tec­ nicamente "risultato e, nella sua stessa identita come fondamento o essenza, il "presupposto" dei suoi sviluppi successivi, sviluppi fenome­ nid. L'ultimo sviluppo del fenomeno e gfa il "porsi " dell'essenza prima (vor. prima; setzen: porsí) dei suoi futuri sviluppi. E la questíone del cir­ colo o della spirale -, presente sía in Hegel che in Marx: ",

Le condizioni e le premesse ( Vr;raussetzungen) del divenire, della nasci­ ta del capitale, sottintendono appunto che esso non e ancora, m a sol­ tanto diviene (. . . ] (Datí] i presupposti della trasformazione del

ro in capitale [ . . ] come tale, [quest'ultimo] crea i propri presupposti, ossia il possesso delle condizioni reali ( realen Bedingungen) per l a crea­ zione di nuovi valori senza scambio, attraverso il suo stesso processo di produzione (Produktionsprozess). Questi presupposti si presenta­ no ora come risultati (Resultate) della sua stessa realizzazione, della sua rea/ta, posti da esso non come condizioni della sua nascita, ma come risultati della sua esistenza (Dasein ) . Esso non parte piu dai suoi presupposti per divenire, bensi e esso stesso presupposto, e partendo da sé crea i presupposti della sua conservazione e della sua stessa cre­ scita.44 .

-

In questo passo dei Grundrisse viene definito e chiarito íl pro­ blema del Capitolo VI inedito. Marx pensa il capitale come un " decorso circolare (MEGA TI/4, p. 24 , trad. it. cit., p. La tesi viene indicara fin dal principio: "

49) .45

La merce, come forma dementare della ricchezza borghese, e stata il nostro punto di partenza, íl p resupposto pcr la genesi del capitale. Adesso, invece, le merci si presentano come il prodotto del capitale (MEGA II/4, p . 24, trad. ir. cit., p. 49).

Appare opportuno richiamare l' attenzione sulla somiglianza con il m odo in cui viene trattato il tema nel Manoscritto I del libro II, capitolo I, in riferímento al secondo ciclo del capitale come merce:

"II. Seconda forma del processo di circolazione: 1) M. -2) P. -3 ) < M ' -D' M> (la circolazionc) 4) M (come risultato della metamorfosi complessiva (Gesamtmetamorphóse)) " (164).46 "Il punto di partenza e qui la merce " (164). "3 ) . M. La merce come risultato (Resulta!) del processo" ( 164).

42


N el Manoscritto V del 1877, che Engels utilizzó per il tomo II de Il capitale, Marx scrisse chiaramente: "M' appare [ qui Engels eli­ mina una parte del testo di Marx] non solo come prodotto, ma anche come presupposto di entrambi i cicli precedenti [ . . ] . "47 Come si puó osservare, sembrerebbe che Marx rimandi al libro II alcuni temí che nel 1 863 - 1 864 aveva ancora inserito nel libro I. Questa potrebbe essere una delle ragioni che lo spinsero a non inserire il Capitolo VI inedito nel testo definitivo del libro l. Cosa cerra e che il tema si colloca ali' interno del circolo: la merce e il presupposto storico del capitale (giacché lo precede nella forma mercantile del com­ mercio dei secoli XV e XVI), ma ne e anche il presupposto logico, per­ ché il denaro e gia una merce, una funzione (la "funzione" in denaro della merce oro e argento) . Ma la merce presupposta " prima" del capi­ tale non e identica alla merce risultato del capitale. La merce presup­ posta e essenzialmente diversa dalla merce come risultato: .

Abbiamó cominciato dalla singola merce come articolo autonomo in cuí si oggettiva un determinato quantum di tempo di lavoro, e che percio possiede un valore di scambio di grandezza data (MEGA II/4 , p. 3 3 , trad. it. cit., p . 55).

Alla fine del processo, la merce ha cambiato natura: Ora che essa e risultato, prodotto del capitale, la cosa cambia formalmen­

te (in seguito in modo e/fettivamente reale, nei prezzi di produzione)

(MEGA II/4, p. 47, trad. it. cit., pp. 72-73 ) . Adesso la merce si presenta ulteriormente determinara in modo duplice [ . . . ] . Ció che in essa e ogget­ tivato [ . . . ] contiene in parte lavoro pagato e in parte lavoro non pagato

(MEGA II/4 , p. 3 3 , trad. it. cit. , p. 55).

Quindi la merce come risultato possiede piu valore: Il risultato piu diretto del processo di produzione capitalistico immedia­ to, il suo prodotto, sono merci nel cuí prezzo non solo viene risarcito il valore del capitale costante anticipato, consumato durante la loro produ­ zione, ma e contemporaneamente materializzato, oggettivato, come

mr­

plusvalore [ . . . ] Ma adesso queste merci sano, al contempo, depositarie del capitale; sano il capitale stesso valorizzato, gravido di plusvalore

(MEGA II, 4, p. 5 1 , trad. it. cit., p. 78) 43


Marx, in questo primo punto, cerca di evidenziare come la merce contenga nel suo seno plusvalore, in quanto prodotto del pro­ cesso materiale e reale di produzione capitalista propriamente detto. Si vuole dire, quindi, che essa contiene lavoro vivo oggettivato in misura maggiore del valore che il sal ario o capitale variabile impiega­ to conteneva. Crediamo che non sia necessario dilungarci con le "cifre corret­ te " (MEGA II/4, p. 123 , trad. it. cit., p. 64), che in realta mostrano in modi differenti, e con differenti argomentazioni, cío che abbiamo indicato: il piu-di-valore che la merce contiene alla fine del processo immediato di produzione. Questa sezione e certamente la piU importante e la piU estesa. In realta, affronta quattro temí centrali: 1 . La produzíone capitalistica del plusvalore, 2. La sussunzione formale e reale, 3 . Il lavoro produt­ tivo e improduttivo, e 4. La feticízzazione del capitale. Se consideriamo il progetto del gennaio 1 863, possiamo osserva­ re che questi temí si inserivano effettivamente nell' articolazione di questo capitolo (allora con il numero di capitolo 7 , numero corrispon­ dente se fosse stato scritto un capitolo 1 sulla questione della merce e del denaro). Vediamo il piano generale: 4)

5)

6)

7)

Plusvalore relativo. Combinazione del plusvalore assoluto e relativo. Lavoro salariato e plusvalore. Sussunzione formale e reale. Lavoro produttivo e improduttivo. Ritrasformazione (Rückvenuandlung) del plusvalore in capitale. Risultato del processo.

Confrontiamo adesso questo piano con quello realmente svilup­ pato all'interno dei Quaderni XIX-XXII dei Manoscritti del '61 - '63: 3 ) Plusvalore relativo (MEGA, II/3 , 6 , pp. 1 9 1 0 ss.) Accumulazione (ivi, pp. 2 03 9 ss.) h. Combinazione di plusvalore assoluto e relativo (ivi, pp. 2 090 ss. ) Salario e plusvalore (ivi, p p . 2092 ss.) i. Sussunzione formale e reale (ivi, pp. 2 126 ss.)

44


4)

k. Lavoro produttivo e improduttivo (ivi, pp. 2 1 59 ss. ) Ritrasformazione del plusvalore (ivi, pp. 22 1 4 ss. )

Ció che richiama l' attenzione, quindi, e il fatto che nel Capitolo VI inedito Marx affronti nello stesso ordine questioni che aveva trat­ tato nei Manoscritti del '61- '63 con i punti i. e k. (e come sottopunti del 5 del piano del 1 863 ) . Eppure, i temí della sussunzione formale e reale dovevano essere affrontati in maniera sistematica nel capitolo sul plusvalore relativo (e li si trovano perfettamente trattati nei Manoscritti del '61-'63).48 Ed e ancora interessante precisare che nei primi mesi del 1 863 , Marx aveva collegato allo stesso modo la que­ stione del lavoro produttívo e improduttivo al feticismo. In veríta Marx ha in mente ció che aveva scrítto nei Quaderni XX-XXI deí cita­ ti Manoscritti. Ad esempio scrive: II capitale e [ .. . ] una forza collettiva (john Wade, History of the Middle and \Vorking Classes, etc., UI London, .1835, p . 162). Capitale e solo un altro nome per civilta (l.c .. p. 104).

Questo testo si trova nei Manoscritti del '61-'6349 e nel Capitolo Vl inedito.50 Sarebbe facile procedere a ritroso e cominciare a vede­ re fino a che punto Marx stesse usando i citati quaderni, compreso il loro contenuto e ordine. Per guesto non ripeteremo ció che abbiamo gia detto nel capitolo 1 3 del nostro libro Hacia un Afarx desconocido. 11 tema della "produzione capitalistica come produzione di plu­ svalore " occupa la prima sezione.5 1 Marx riassume cosi questa tesi: Il processo di produzíone e unita immediata di processo lavoratívo e pro­ cesso di valorizzazione, cosi come il suo risultato immediato, la merce. e unita immediata di valore d'uso e valore di scambío. Ma il processo lavo­ rativo e soltanto mezzo del processo di valorizzazione, [. . . ] processo di oggettivazione di lavoro non pagato.52

Marx qui indica con chiarezza la differenza tra il processo mate­ riale e tecnico di produzione del prodotto, e il processo formale di pro­ duzione di valore. In realta ci sono due processi di formazione di valo­ re. Il primo, che produce semplicemente valore, lavoro oggettivato nel prodotto; e il secondo che, oggettivando valore, crea al tempo stesso

45


plusvalore. Solamente il secondo e un processo di valorizzazione pro­ p riamente detto, e percío un processo dí produzione capitalista. Cosl ci sarebbero un processo materiale (dí produzione del valore d'uso del prodotto) , un processo formale (di produzione di valore dí scambio in quanto tale), e un terzo processo, che potremmo chiamare "formalíssi­ mo " (la produzione dí valore nel tempo del pluslavoro: plusvalore o valore prodotto nel tempo di lavoro non pagato; eticamente, valore rubato). Questo testo e moho piu simile a quello de Il capitale del 1 867 (si veda piu avanti il cap. 5 . 3 ) che non a quello del Manoscritto del '61 - '63,53 ragion per cuí sembrerebbe che Marx lo abbia tenuto in grande considerazione all'interno della redazíone definitiva nel 1866 e sarebbe questa un'ulteriore ragione sufficíente a non inserido come un capitolo a parte. In queste pagine si trovano testi molto profondí sul "lavoro vivo" e sul " feticismo" , pagine sulle qualí avremmo voluto soffermar­ ci maggíormente, ma non cí e possibile, a causa dello spazio ridotto riservato a questa riflessione. Il secando punto affronta il tema della sussunzíone formale e reale. Ricordiamo che nel Quademo XX dei Manoscritti del '61-'63, Marx aveva scoperto, per la prima volta e definitivamente, la differen­ za tra sussunzione formale e reale (grazie alla determinazione materia­ le del processo produttivo: nelle manifatture la sussunzione e formale; per la macchina o nella rivoluzione industriale la sussunzione e reale, formale-materiale). Adesso la questione viene sintetizzata cosi: -

Allo stesso modo in cuí la produzione del plusvalore assoluto puó esse­ re considerata come espressione materiale della sussunzione formale del lavoro sotto il capitale, la produzíone del plusvalore relativo puó essere considerata come espressione materiale della sussunzione reaie del lavo­ ro sotto il capitale.54

Questo tema verra sviluppato ne Il capitale ( 1 867) nel capitolo 5 . 1 .55 Tuttavia non raggiungera mai nell'opera definitiva la chiarezza e l'estensione che la questione della sussunzíone formale e reale rag­ giunse in questo paragrafo del Capitolo VI inedito e nei rispettivi testi dei Manoscritti del '61 -'63 . Per questo motivo, il tema della sussun­ zione passo inosservato nel marxismo posteriore. 46


11 terzo punto, secando il piano del gennaio 1863 , era quello del "lavoro produttivo" . Non ci sono novita rispetto ai lavori gia realiz­ zati tra il 1 861 e il 1863 : :E praduttiva il lavaratare che esegue lavara praduttiva, ed e praduttiva il lavara che crea immediatamente plusvalare, cioe valarizza il capita]e (MEGA II/4, p. 109, trad. it. cit., p. 146).56

Come il tema precedente, anche questo restera solo parzialmen­ te abbozzato ne Il capitale ( 1 867) : si tratta di una nuova conseguenza dell'eliminazione del Capitolo VI inedito dall'opera definitiva. 11 quarto tema ripete quelli precedenti in modo piu particolareg­ giato. 11 risultato non e materiale, ma formale: non si tratta di produr­ re materialmente prodotti lordi, ma formalmente plusvalore (il pro­ dotto netto del capitale in quanto tale) . 11 quinto tema, il feticismo, attraversa tutto il capitolo inedi­ to,57 giacché Marx sta criticando il semplicismo di un materialismo mgenuo: La concezione feticistica, caratteristica del modo di produzione capitali­ stico e derivante dalla sua essenza, che considera le determinatezze for­ mali ecanamiche - come l'essere merce, l'essere lavara produttiva, ecc. alla stregua di proprieta da attribuirsi in sé e per sé ai depositari materia­ ¡¡ di queste determinatezze formali o categorie.58

Nemmeno questi passaggi sul feticismo (cfr. MEGA II/4, pp. 1 1 9 ss., trad. it., pp. 159 ss.) rimarranno ne Il capitale; questo fatto e da considerarsi una perdita importante per il dibattito marxista, in quanto si puó osservare che il "lavoro vivo " assume qui la funzione di necessario riferimento defeticizzante: Poiché il lavoro vivo [ . . ] e gia incorporato al capitale, tutte le /arze pra­ duttive saciali del lavara si presentano come /a rze praduttive del capita­ le, come proprieta inerenti al capitale (MEGA 11/4, pp. 1 19, trad. it., p . 159). Capital emplays labour [il capitale impiega il lavoro] . Gia que­ sto rapporto nella sua semplicita e personificazione delle cose e cosa­ lizzazione delle persone (MEGA 11/4, p. 12 1 , trad. it. cit . , p. 162). Il capitale diventa cosl un essere moho misterioso (MEGA 11/4, p . 123 , trad. it. cit., p . 164 ).59 .

47


E possibile che queste siano state le ultime parole del libro I. Risultano molto simili alle ultime parole del libro III,60 e forse li (e nel famoso paragrafo 4 , unito successivamente, nella seconda edizione, al capitolo I de Il capitale) trovó la sua collocazione definitiva questo punto del Capitolo VI inedito. 1 .4 PRODUZIONE E RIPRODUZIONE DEI RAPPORTI DI PRODUZIONE DAL 4 9 1 AL 495)

(fOGLI

Marx dovette scrivere prima il capitolo 5 sull' accumulazione. Qui non si trattava di ripetere lo stesso tema, ma di indicare qual­ cosa come presupposto dell'esistenza stessa del capitale in quanto tale: la relazione del lavara vivo - dell'operaio con il proprietario del denaro - con il capitalista - come capitale in quanto rapporto pratico-coercitivo, sociale e político (ma allo stesso modo ideologi­ co per il consenso, come direbbe Gramsci). La produzione e ripro­ duzione di questa relazione sociale di dominio e i] risultato del capi­ tale (nella misura in cuí distrugge nell'operaio qualunque altro modo di riproduzione della sua vita) ed e condizione della sua esi­ stenza: se l'operaio domani non vendesse il suo lavoro, il capitale smetterebbe di esistere. Tuttavia il capitale non solo produce e riproduce la relazione sociale, ma la amplia, e aumenta la massa di lavoratori e le condizioni stesse di dominio: La produzione capitalistica non e solo ríproduzione del rapporto, e la sua riproduzione su scala sempre crescente, e nella mísura in cuí, con il modo di produzione capitalistico, si sviluppa la forza produttiva socíale del lavoro, nella stessa misura aumenta la ricchezza che si erge dinanzi all'operaío come ricchezza che lo domina, come capitale, sí espande di fronte a luí il mondo della rícchezza come un mondo che gli e estraneo e che lo domina, e nella stessa proporzione sí sviluppa, in opposizione, la sua soggettiva indigenza, poverta e dipendenza. Il suo svuotamento (Entleerung) e quella pienezza si corrispondono (MEGA II/4, p. 1 26, trad. it. cit, pp. 1 68-169) .

Sarebbe bene ricordare alla scuola neocontrattualista (alla maniera di Rawls) che la relazione tra lavoro vivo, che sí vende per íl

48


salario, e il capitale, ha l"' apparenza mistificatrice di una transazione, di un contratto tra possessori di merci che sono detentori di eguali diritti e si fronteggiano egualmente liberi" (MEGA II, 4, p. 128, trad. it. cit., p. 1 7 1 ) . Conclude Marx: Pertanto si sbagliano [. .. ] coloro che in questo rapporto di superficie, in questa /ormalitd essenziale, apparenza del rapporto capitalistico, trovano la sua essenza stessa, e percio pretendono di caratterizzare tale rapporto sussumendo operaio e capitalista sotto il rapporto generale di possessori di merci [. . .] cancellandone la differenza specifica (MEGA II/4 , p. 128, trad. it. cit. , p. 1 7 1 ) .

L a relazione non e di uguaglianza (o, eticamente, di giustizia) , ma di disuguaglianza; nonostante cio, l a realizzazione di questa disu­ guaglianza si avra, pero, ali'interno dello stesso processo di produzio­ ne, e non nel mero contratto inteso come apparenza formale estema. Marx conclude indicando che non si producono e riproducono solo "le condizioni oggettive del processo di produzione [. . . ] , bensl anche il suo carattere specificamente sociale; i rapporti sociali, e quin­ di la posizione sociale degli agenti della produzione gli uni rispetto agli altri" (MEGA II/4, p. 1 3 0, trad. it. cit., p. 172 ) . Appare quindi opportuno, prima di terminare questo capitolo, chiederci perché Marx abbia eliminato questo capitolo VI dalla sua opera definitiva. Esistono varíe ipotesi per dare una risposta a questo interrogativo. La prima e puramente esteriore. Marx avrebbe eliminato il capi­ tolo 6 perché, inserendo il capitolo 1 , che non si trovava nel piano originario, l'opera si sarebbe ingrandita eccessivamente.61 Questa spiegazione non appare sufficiente, soprattutto se si pensa che, in fin dei conti, il capitolo 6 era solamente un riassunto di do che era stato precedentemente detto - la qual cosa equivale a non aver inteso la forma propria dell' esposizione del risultato del processo del capitale come presupposto. La seconda ipotesi afferma che, scrivendo il primo capitolo nel­ l'edizione definitiva ( 1 866) , quest'ultimo finl con l'assorbire molti dei temi del Capitolo VI inedito. 62


La terza dice che, in realta, tutte le questioni trattate nel capito­ lo 6 trovarono nella redazione successiva la loro naturale collocazio­ ne, ragione per cuí il capitolo restó senza un contenuto. 63 A mio avviso Marx terminó il Capitolo VI inedito non avendo ancora scritto il libro II de Il capitale. Scrivendo questo libro II nel suo Manoscritto I ( 1 865 ) , si trovera a trattare per la prima volta in modo sistematico il problema della circolazione del capitale: il capi­ tale-merce (questione analizzata in primo luogo in questo capitolo 6), la riproduzione del capitale come totalita (nel capitolo 3 del citato Manoscritto I) ultimo tema, secando quanto abbiamo sottolineato del capitolo 6. Tutte le questioni della produzione di plusvalore, della sussunzione del lavoro vivo, del lavoro produttivo, ecc., troveranno la loro collocazione adeguata nei rispettivi capitoli del plusvalore assoluto e relativo. Inoltre, alla fine del libro III, si fara riferimento alla questione esaminata alla fine del capitolo 6: -

Se il modo di produzione capitalistico presuppone questa forma sociale determinata delle condizioni di produzione, le riproduce anche conti­ nuamente. Non riproduce solamente i prodotti materiali, ma riproduce continuamente i rapporti di produzione64

Abbiamo piu argomenti dello stesso W. Schwarz, in virtu del­ l'attuale grado di conoscenza della " storia " della costituzione del testo de Il capitale, per affermare che gia nel 1 865 Marx aveva scoper­ to i differenti luoghi sistematici (nei libri II e III, e anche nello stesso libro I) in cuí i temí del Capitolo VI inedito dovevano essere esposti. Infine, dobbiamo anticipare che il Capitolo 6 appena analizzato si trasformera successivamente nel capitolo 7, addirittura prima di essere terminato. 65 Marx collocó alla fine del libro I ( 1 867 ) , una sintesi di questo

Capitolo VI inedito: Il risultato immediato della produzione capitalistica e la merce, seppur la merce impregnata di plusvalore. Siamo cosi ritornati al nostro punto di partenza, alla merce, e, con essa, alla sfera della circolazione. Ció che pero dobbiamo trattare nel prossimo libro non e piu la semplice circola­ zione delle merci, ma il processo di circolazione del capitale 66.

Tuttavia, anche questa breve sintesi verra eliminata nella secon­ da edizione. Perché?

50


2.

La configurazione del processo complessivo del capitale. Prima parte del "manoscritto principale" del libro III ( 1 864) (Fogli dal 1 al 242 del Manoscritto A 80 [A 54] , scritti dall'estate al dicembre 1864) .

Abbiamo visto che il processo di produzione, considerato nel suo comples­ so, e unita dei processi di produzione e circolazione. Considerando il pro­ cesso di circolazione come processo di riproduzione (capitolo IV, Libro II) cío e stato discusso piu dettagliatamente. Scopo del presente Libro non puó essere quello di esporre riflessioni generali su siffatta unita. Si tratta piuttosto di scoprire ed esporre le forme concrete (die ko11kreten Formen) che sorgono dal processo del capitale - considerato come un tutto (als Ganzes). Nel movimento reale dei capitali, essi assumono l'uno nei con­ fronti dell'altro tali forme concrete, in rapporto alle quali l 'aspetto del capi­ tale nel processo immediato di produzione, cosl come il suo aspetto nel processo di circolazione, appaiono soltanto come momenti particolari. Gli aspetti del capitale, come noi li svolgiamo nel presente volume, si avvicina­ no quindi per gradi alla forma in cuí essi si presentano alla superficie della societa, nella coscienza ordinaria degli stessi agenti della produzione, e infi. ne nell'azione dei diversi capitali l'uno sull'altro, nella concorrenza.1

Marx inizio la redazione del libro III prima di quella del libro II. Come vedremo successivamente, il testo di Marx citato all'inizio di que­ sto capitolo - che non e quello di Engels, molto diffuso -, introduce il libro III, e pone, fin dal principio, la questione del metodo. Tratteremo tale tema nel primo paragrafo del presente capitolo. A questo punto vorremmo illustrare il senso generale del libro III, il filo conduttore di tutto il suo discorso, del suo argomento in generale. Marx si colloca a tre livelli di analisi. Ad un primo livello, l'intenzione di Marx e quella di far vedere la validita ininterrotta della "legge del valore" all'interno di tutti i momenti che compongono la struttura stessa del capitale; come una " cinghia di trasmissione" che lega il valore e il plusvalore ai prezzi


(prezzo di costo, di produzione, di mercato, di concorrenza, ecc.). n " passaggio" dialetúco dal valore al prezzo e al profitto <leve essere garantito d alla "legge del valore". Ad un secando livello, questo passaggio consta di una " crísi" permanente, essenziale: e un crollo potenziale (o attuale) costante, una contraddizione necessaría. Si tratta di tutta la questione della "svalorizzazíone" apparsa nei Grundrisse. n terzo livello, aspetto che passa solítamente inosservato, anche ai marxísti - e alla tradízione che ha dibattuto a lungo, dalla fine del XIX secolo, sul libro III -, esprime l'intenzione profonda che motiva Marx in tutte queste analisi. Sí tratta del senso antropo­ logíco, etíco, metafisíco del testo. Infatti, in ultima istanza tanto la " legge del valore" guamo la " crisi" del capitale hanno la pretesa di mostrare alla " coscienza abituale" política, del lavoratore concreto sfruttato, che la totalita dei momenti economici del capitale (e per questo dell'economia política classíca: valore, prezzo, profitto, ecc.) e costituita solamente da !avaro vivo non pagato: vita umana ruba­ ta. L'essere del capitale, e le pretese " fonti" dei guadagni (profitto, rendita, salario) , sono il non-essere del lavoro vivo (la realta della soggettivita umana come esteriorita e anteriorita rispetto al capítale come totalita) . A risultare meno importante - sebbene abbía un 'ím­ portanza epistemica e la difficolta "tecnica" di costruire " scienti­ ficamente" le mediazioni categoriali dal valore ai prezzí; e rilevante per l a filosofía latinoamericana, ma moho di piu per í poveri sfrut­ tati delle nostre popolazioni povere, scoprire la loro intenzione pro­ /onda, metafísica (piU che ontologica) : tutto il lavoro morto o d oggettivato ( i l capitale) e lavoro vivo alienato, sottomesso, etica­ mente pervertito. Ció non solo evidenzia il crollo necessario o essenziale (e per questo puo sempre realizzarsi a livello empírico) del capitalismo, ma anche la dísumanita del suo essere costitutivo, la non eticita della sua radicale posizione: la relazione sociale dello sfruttamento. Alla luce di queste considerazioni, iniziamo l' esposi­ zione del libro III de Il capitale. Poiché ció che viene detto dí Lenin si potrebbe scrivere a maggior ragione di Marx: " La sua stessa immagine e un esempio imperituro di grande forza morale, di com­ piuta cultura spirituale e di altruistica dedízione alla causa del popolo"2•

52


2 . 1 h. " MANOSCRITTO PRINCIPALE" E IL PIANO DEL LIBRO III Oggi abbiamo una conoscenza maggiore delle tappe della reda­ zione del libro III rispetto ai tempi di Engels o Kautsky. Grazie ad alcuni lavori pubblicati3 - e attraverso le nostre consultazioni nell'ar­ chivio di Amsterdam, - sappiamo che Marx segui all'incirca la seguente sequenza temporale tra l'estate del 1864 e il dicembre 1 865 .

1

SCHEMA 3 - Sequenza cronologica dei lavori dall'estate del 1 864 al dicembre del 1865

1 Piano di gennaio 1 8636

¡

, 1 ) Trasformazione del plusvalore

¡

'

I

1

¡ La

Capita\e e profitto

in profitto. Il saggio di profitto e sua differenza con il saggio di

i

plusvalore

Trasformazione del profitto i n profJtto me di o (. . . )

1

profitto

7)

[eliminato]

Teorie su\ profitto

�8) Divisione

1

Capitolo 3 . Legge della caduta tendenziale del saggio di profitto ( ... )

Legge della caduta del saggio di

indus tria\e e interesse. Il capitale mercantile. Il capitale-denaro

1

capítale - merce e del capitaledenaro in capitale che scambia m e rci e ( c apital e d e na r o commerciale) Capitolo 5. DiYisione del p rofitto in interesse e profitto di impresa

Capi tale [ . . .] . interesse.

1 Si veda il punto 4 1

1 9) Reddito e sue fonti

1 0) Movimenti di riflusso del

Capitolo

1 ) L' economia volgare

1

1 1

1

che

¡ :

:

1

' 1

1

di v i e n e

7. Reddito e sue fonti

1

i

+----�--------------j

-----------

den aro

1

___j

i

Capitolo 4 . Trasformazione del

del profitto in profitto

1

i

(cfr. capitolo 6)

ricardiana della rendita

1

2. Trasformazione del

(eliminato)

4) La rendita della terra 5) Storia della cosiddetta legge

6)

configurazione del processo

profitto 111 profitto me di o

3) Teorie di Smith e- Ricardo su\ profitto e i prezzi di produzione

-

globale Capitolo 1 . Trasformazione del p\usvalore in profitto

1 1 Capitolo . '

1 2) 1

Indice del Manoscritto principale

! Libro III

Sezione terza

[eliminato]

[eliminato]

l

1 [eli u nato r l_ 12 on _c _ 1_ us _i_ orn __ · :_ ··_ c_ __ ª_ _1_c P1 _ 'ta _\_ e_e_1_ ª_ "__ º___-�-__rr_ º_ · ___J__________ salal'iato" _

1 .I'


In questo capitolo dobbiamo solamente descrivere il punto 1 senza perdere di vista la complessita della redazione e gli altri obiettivi pra­ tici (quello dell'Internazionale, ad esempio) che Marx stava realizzan­ do contemporaneamente. Era la prima volta, e quella definitiva, in cuí avrebbe scritto in maniera sistematica il libro 111. Il tomo 111 de Il capitale, studiato da tutta la tradizione marxi­ sta, e opera di Engels. Assieme ad esso, nell' archivio di Amsterdam, si trovano altri materiali di Engels, come le due versioni dell' "indice di argomenti" del tomo 111 (risalenti circa al 1 894; 8 pagine) , sotto la catalogazione H 1 03 . In questi indici vediamo gli stessi temí e sotto­ temi della pubblicazione futura.4 Engels divide l'opera in "sezioni" e " capitoli" ; Marx, invece, divide il libro 111 in " capitoli " , e questi ulti­ mi sono internamente articolati in paragrafi con numeri arabi;5 l'ado­ zione di sezioni e capitoli se dovuta ad una decisione dello stesso Marx per la seconda edizione del libro 1 nel 1 873 e percio non si possono trovare nel nostro manoscritto del 1 864 . 11 Manoscritto Principale era la parte centrale del pacchetto che Engels ricevette poco dopo la morte di Marx, con l'indicazione: "Cío che riguarda il libro 111 " . 11 "piano" del suddetto libro era, all'incir­ ca, quello previsto nel gennaio del 1 863 . Confrontiamo lo schema seguente. -

SCHEMA 4

-

Piani del libro

III

( 1 863 - 1 865)

l. Da fine estate "64 a dicembre "65

(nostro cap. 2 )

27 giugno

III, cap.

'

i

! 2. 1 e forse 3 (almeno fino a i fogli 1 8 2 o 243). Ne! foglio 1 3 5 e scritto: "Adesso, ottobre 1 864". 1 · -·-··-- ----

i

2. Da dicembre (?l a meta 1 865 (luglio?) (nostro cap. 3 )

3. Dal 20 al cap. 4. 1 )

Manoscritto principale del libr�

'65 (nostro

4. Dalla meta 1 865 (nostro cap. 6.2) 5 . Dall' estate al dicembre 1 8 65 (nostro ca¡:i. 4.2-5)

Manoscritto

I del libro

3 e non 4 capitoli).

II completo

(con

Salario, prezzo e p rojltto. Forse i n

questo momento s i decide a scriv er e un cap. 1 del libro l.

Manoscritto JI! del libro II

Finisce il libro III. Il 3 1 luglio deve tuttavia ancora scrivere tre capitoli.

Marx inizio la stesura del libro 111 immediatamente dopo aver finito il Capitolo VI inedito del libro l . Nelle prime righe del Manoscritto Principale, leggiamo un riferimento al capitolo 4 del libro 11. Questo capitolo non si concretizzo mai, ma indica che Marx stava pensando ad un libro 11 con almeno quattro capitoli,

54


che di fatto non avrebbe scritto. Inoltre, comincio la stesura del libro III dal capitolo 2 - e non dal primo. Questo e dimostrabile, in primo luogo, se consideriamo che nel manoscritto esiste una nume­ razione delle pagine scritta a penna e con lo stesso inchíostro di quello usato nel Capitolo VI inedito. Ma ínoltre - quando Marx ter­ mino il capitolo 1 -7 inizío nuovamente a numerare il manoscritto dalla pagina 1 , dall'inizio del capitolo 1 , perció il capitolo 2 ha una doppia catalogazione (la prima, stabilita nel momento della scrittu­ ra; e la seconda, nel momento della rinumerazione e dell'unione al manoscritto completo). Non e strano che ció sía successo, visto che il capitolo 2, oltre a costituire il capitolo centra/e del libro III, era stato quello che aveva richiesto un lavoro maggiore (come vedremo nel par. 2 .3 ), giacché solamente di esso era stato sviluppato un piano ben definito e articolato8 dal gennaio del 1863 . Nel foglio 1 64 Marx scrisse: Non esamineremo qui nei dettagli la guestione di sapere in quale misu­ ra il tempo di circolazione influenza il saggio di profitto (il libro II, la dove si studia questo aspetto ex professo, non e ancora stato scritto), poi­ ché il saggio di profitto e determinato dalla quantita di profitto realizza­ ta in un tempo dato.9

E chiaro che, fino a quel momento, Marx non aveva scrítto ancora nulla del libro II. Secondo l 'equipe di V. S. Vygodskij, il rife­ rimento di Marx nel foglio 243 ( " Questo e del libro II, capitolo 1 .3 [. .. ] " ) , ai " costi di circolazione" costituirebbe una prova del fatto che, al momento di comporte questo foglio, egli non aveva ancora scritto il libro II. Tuttavia T. Otani ha ragione nel mostrare che la questione dei " costi di circolazíone", trattata nel punto 4 del Manoscritto I del libro II ( scritto per primo), mentre l'indice posto al principio del manoscritto e posteriore, e solamente n il tema dei costi dí circolazio­ ne viene incluso nel punto 3 . Ció vuol dire che, arrivato al foglio 243 del Manoscritto prindpale del libro III, Marx non solo aveva gfa ela­ borato il Manoscritto 1 del libro II, ma possedeva anche la consape­ volezza della necessita di eliminare il punto 2 sul "tempo di circola­ zione" (e percio i "costi di circolazione" passavano dal punto 4 al punto 3), cos1 come appare nel foglio 243 del Manosc1·itto prindpale. Nel foglio 1 82 del Manoscrüto principale, Marx si propone un lavoro per il futuro: "Il concetto di mercato deve essere sviluppato nei 55


suoi tratti piu generali nella sezíone sul processo dí circolazíone del capitale". Tra i fogli 3 2 e 33 del Manoscritto I del libro II scrivera, nel par­ lare del mertato, che <leve " svilupparsi nei suoi tratti pill generali" 10 Nel capitolo 3 non ci sono indicazioni che diano piste riguar­ danti la questione che stiamo trattando. In ogni caso, possiamo con­ cludere che Marx scrisse il libro II prima di iniziare il capitolo 4 (che comincia al foglio 243 ) del libro III. Appare ínoltre rilevante notare che, nel progetto iniziale, Marx rispetto íl piano del gennaio 1863 , e per questo !'originario capítolo 4 conteneva tutti gli argomentí del punto 8 del piano del 1 863 (vedi schema 4 ) , e quindi includeva la questíone dell'interesse creditízio. Nel foglio 3 8 del Manoscritto I del libro II, Marx si riferisce al tema dell' oro, dell' argento, del capítale-denaro come argomenti che ver­ ranno presentati nel capitolo 4 del libro III (e che, in realta, forme­ ranno parte di un nuovo capitolo 5 , definitívo). 1 1 Nel foglio 1 4 1 dello stesso Manoscritto, Marx afferma che verra illustrata " nel capitolo 4 del libro III" la questione del "capi­ tale produttivo di interesse" . 12 Se cosl fosse, íl capitolo sul "Reddito (guadagni) e s ue fontí " , sarebbe stato il 6 e come capitolo "6" viene anticípato nel Manoscritto I del libro II. 13 Si fa riferimento anche di un " capitolo 7 " che corrisponderebbe con esattezza al tema dei "Movimenti di riflusso del denaro" del piano del gennaío 1 863 . 14 Successivamente, dopo aver redatto il libro II, Marx in primo luogo divise l' antico capitolo 4 in due partí: un capítolo 4 sul capitale commerciale e un capitolo 5 sul capitale che si trasforma in interesse; ma, come nel caso del Capitolo VI inedito, elimino íl pia­ nifícato " capitolo 7" sul "Riflusso del denaro " . Non sara per la stes­ sa ragione per cuí venne eliminato il Capitolo VI inedito?, cioe per­ ché entrambi i temí vennero successivamente assorbiti in altre partí dell' opera. Nel foglio 1 J5 del capitolo I Marx scrive: "Adesso, ottobre '64, nuova crisi" . In un altro punto, nel foglio 404 del Manoscritto princi­ pale del libro III, corrispondente al capitolo 5 , leggiamo: "Adesso (ottobre 1 865 ) " . Questo vuol dire che nel 1 864 redasse una prima parte e nell'ottobre 1 865 scrisse i capitoli 6, sulla rendita, e 7, sulle entrate, che lo occuparono da quel mese fino al dicembre 1 865 ; anche se !'ultimo capitolo (non numerato da Marx) puó essere stato


scrítto in un altro momento. I " capitoli" che gli rimanevano da scri­ vere il 3 1 luglio potevano essere: il capitolo 4 (che successivamente si trasformera in 4 e 5) , e, in questo caso, íl 5 (la rendita) e il 6 (le entra­ te) sarebbero i rimanenti; o, diversamente, i capitoli 4 (sul capitale commerciale) , íl 5 (sull'interesse bancario) e íl 6 (sulla rendita) , dopo aver redatto il capitolo 7 (sulle entrate) . Per il momento la questione non possiede un'importanza rilevante. Dobbiamo ancora ríflettere sul metodo nel cuí movímento si <leve situare il libro IIL Parlare di metodo significa esporre allo stes­ so tempo la questíone del contenuto proprio del libro, il senso gene­ rale dell'opera nel suo ínsieme, giacché il líbro III e l'ultímo dell'in­ tero trattato su Il capitale nel suo concetto generale. 11 trattato de La concorrenza era il secondo, e dovremmo tenerlo in consíderazione per comprendere il movimento dialettíco dell'opera. Il libro III (in questa sede non faremo pero riferimento al tomo III, che e di Engels) comincia in questo modo nel Manoscritto

principale: [foglio 1 ] Libro terzo. [foglio 2] Libro terzo. La configurazione

( Gestaltung) del processo complessivo. [foglío 3] Capítolo primo. La tra­

sformazíone del plusválore in profitto. 1) Plusvalore e profitto [ . . . ] . t'

La parola tedesca "Gesamt" puó essere tradotta in italiano con " complessivo " o " come totalita" . Nel titolo non viene inclusa la specificazione restrittiva adottata da Engels : " della produzione capitalistica " . E in piu, nel testo copiato all'inizio di questo capíto­ lo 2, Marx índica esplicitamente che "il processo di produzione, preso nel suo complesso, o " come un tutto" (im Ganzen) , e gia stato spíegato e trattato nel libro I. Non si tratta allora del processo glo­ bale dí produzíone capitalistica, né della círcolazíone globale, e nemmeno della sua unita, ma invece dí qualcosa dí diverso: delle . " configurazioni" o "figure ( Gestaltungen )" , sotto forma delle quali il capítale appare fenomenicamente (dalla profondita occulta della sua essenza; dal valore e plusvalore) alla " superficie" del " mondo delle merci" e dei prezzi, ma ancora in modo astratto, come appros­ simazioni fondamentali intorno alle qualí gitano le " figure" o " forme" quotidíane: forme dí apparizione concrete, trattandosi di una fenomenología, che comunque non verrano analizzate nel libro 57


III de Il capitale. Per questo, il nostro libro III costituisce il passag­ gio al secondo trattato su La concorrenza, mai scritto da Marx, in cuí dovevano essere studíate le contraddízíoni concrete dell' offerta e della domanda reali, che non rientrano nella considerazione del concetto generale di capitale. cosl, per esempio, il plusvalore non e una " configurazione" o " forma di manifestazione" superficiale, ma piuttosto e il fondamento essenziale delle suddette " configurazio­ n i " . Al contrario, il profitto costituisce una "forma di manifestazio­ ne" del plusvalore; il profitto stesso e fondamento in forma p iu superficiale: il profitto medio; e, a sua volta, su questo gira il profit­ to reale o frutto della concorrenza concreta ( dell' offerta e deman­ da) . Nel libro III si studia, quindi, la "manifestazione" delle forme o configurazioni del capitale come totalita (inclusi i processí globa­ lí e parziali di produzione e circolazione, ma non consíderandoli in quanto tali, ma come " apparizioni " nelle loro "configurazíoni" fenomeniche) , che non e ancora quotidiana o " abituale " , bensl davanti a una coscienza che sí colloca a un livello dí astrazione in cuí si possono analizzare le categorie fondamentali interno alle quali si muovono quelle piu superficiali, complesse o realí (che sono determínate dalla contraddizione effettiva tra l'offerta e la deman­ da, e quindi sono le piu concrete e visibili) . n metodo consiste nel "salíre dall'astratto a l concreto" . 16 " Il reale e il concreto" 17 e comprare o vendere una merce nel mercato visibile e quotidiano di ogní giorno. Ma questo livello ovvío significa il complesso possibile: di esso si h a una " rappresentazíone caotica" 18• Perció e necessario, a partire da questo mondo quotidiano, realizza­ re, per mezzo dell' azione teorica dell' astrazione, un' analisi delle determinazioni piU semplici; per esempio, le determinazíoni di valo­ re o plusvalore, con le quali si possono costruire scientificamente delle categorie. Questo lavoro analítico, il piu astratto, Marx lo rea­ lizzó storicamente nei Grundrisse, e sistematicamente nel libro 1 de Il capitale. La categoría fondamentale, essenziale del capitale in quanto tale, nascosta alla visione quotidiana, e quella di plusvalore. :E il primo grado di astrazione. Con queste e altre categorie, Marx costru! una "sintesi di molte determinazioni " : "il concreto e concreto perché e síntesi di molte determinazioní, quindi unita del molteplice. " 19 All 'interno della totalita concreta (ma astrattissima, giacché s i trattava del capitale " in generale" ) , i l plusvalore fondava essenzial58


mente l' apparire fenomenico e superficiale del profitto. La non diffe­ renziazione tra plusvalore e profitto, come determinazioni, concetti e categorie, e tra i loro diversi livelli di astrazione, e la causa della con­ fusione fondamentale dell'economia politica capitalistica: "Il profitto non e concepito come/arma secondaria e derivata del plusvalore. "2 0 Il libro 1 de Il capitale, come un cerchio che si chiude su se stes­ so ( 1 dello schema 5 ) , parte dal valore e plusvalore e culmina nel suo risultato: l' accumulazione . Il plusvalore ritorna su se stesso come plu­ scapitale. Nel libro 11, il valore circola tra le diverse determinazioni, fasi, giri, rotazioni, e ritorna alla fine su se stesso come risultato: la riproduzione. 1 processi astratti della produzione e della circolazione (come momenti e come totalita) sono metodicamente concepiti in maniera analitica, separando la funzione della concorrenza, o inclu­ dendola come "riflessione " del capitale su se stesso come concetto: [. .. ] A prescindere completamente dal fatto che sia poi di nuovo un determinato capitale, ovvero il capitale stesso sotto forma di un altro capitale, a stare ai due lati degli scambi successivi e ciascuna volta in una determinazione opposta, le due determinazioni sano gia poste, anear prima che noi prendiamo in considerazione questo duplice movimento, dalla circolazione del capitale stesso.21

In questo primo livello di astrazione, si dovrebbe parlare di una concorrenza in generale, in quanto data all'interno dell'essenza del­ l'unita stessa del concetto di capitale in quanto tale. Era il livello del libro l. Valore, plusvalore e accumulazione non hanno bisogno d'al­ tro. Ad un secando livello di astrazione, piu concreto del preceden­ te, ma piu astratto del terzo, appare gia una "pluralita in generale" , astratta, non ancora concreta: I

[. . . ] Il passaggio ( Übergang) dal capitale ai capitali particolari, ai capitali reali; [. .. ] giacché ora, in quest'ultima forma, il capitale si scinde gia, con­ cettualmente, in due capitali con esistenza autonoma. Con la duplicitd (Zweiheit) e poi data in generale la pluralitd (Mehrheit überhaupt) .22

Questo tipo di "pluralita in generale " , astratta concorrenza non ancora reale, si produce per esempio nell'esposizione della riprodu59


zione , con i capitali di tipo A (o I) e B (o II). Esiste una reciproca relazíone tra i due (pluralita) capitali. Ci troviamo cosl nel libro II. Tuttavia il passaggio dialettko al libro III esige un terzo grado di astrazione, pill concreto, che guarda maggiormente verso cio che e particolare, complesso, reale (ma non ancora del tutto: il reale, auten­ ticamente reale, costituirebbe l' oggetto del futuro trattato de La con­ correnza in concreto), non gfa come nei Grundrisse, ma come frutto delle ricerche dei Manoscritti del '61 - '63, Marx arriva, parlando della concorrenza, ad un livello all'intemo del quale potrebbe essere trat­ tato non solo il tema del plusvalore, ma anche quello del profitto medio.23 In quel passo aveva affermato: La concorrenza fra i capitali cerca cosi di considerare ogni capitale come parte del capitale complessivo ( Gesamtcapita[) e, con cio, anche di rega­ lare la sua partecipazione al plusvalore e quindi al profitto [ . . .]. La con­ correnza ottiene questo attraverso i suoi bilanciamenti.24

Ci troviamo gfa al livello di astrazione proprio del libro III: la con­ correnza (ancora in generale o astratta rispetto alla concorrenza reale della domanda e dell' offerta) viene considerata come l'orizzonte in cui viene determinato il "profitto medio" e, grazíe ad esso, il "prezzo di produzione". Se nei Grundrisse Marx scopri il plusvalore, nei Manoscritti del '61 -163 costrul per la prima volta le categorie di "profit­ to medio " e di "prezzo di produzione"; questo e un momento centra­ le del libro III. A tale livello medio di astrazione (pill concreto, superficiale o complesso, e percio piU reale rispetto ai libri I e II; ma píU astratto di quello del futuro trattato su La concorrenza), il "profitto medio" e una "figura" o "configurazione" nella quale appare il capitale nel suo insieme (incluso il processo di produzione, dal momento che "il pro­ fítto medio" si esprime nel profitto in generale, e in questo il plusva­ lore; e anche quello di circolazione, dal momento che si suppone il mercato in genera/e e la concorrenza in genera/e, il valore della merce, ecc.). Nelle righe cítate all'ínizio di questo capitolo, si legge: "si tratta piuttosto di scoprire ed esporre le forme concrete che sorgono dal processo di movimento del capitale, considerato come una totalita" . "Profitto medio" , "prezzo di produzione " , "profitto industriale" , 60


rendita, ecc., sono queste forme che sembrano avvicinarsi progressi­ vamente alle " forme" ancora piu concrete (come "il prezzo di con­ correnza" reale e ultimo) , ma senza mai identificarsí con esse. Cioe, "nel loro movímento reale [piu reale rispetto ai libri I e II, e meno reale rispetto al trattato su La concorrenza] , i capitali assumono !'uno nei confrontí dell'altro tali forme concrete" . In effetti, e neí "prezzi di produzione" (delle loro merci) che i capitali si confrontano in con­ creto per la concorrenza. Per riassumere e condudere, dobbiamo sottolineare che ci sono tre livelli di concorrenza. 1 ) La concorrenza astratta in generale, che nel libro I e ancora piU astratta che nel libro II (nell'unira o scissione del concetto generale di capitale) . 2) La concorrenza concreta in generale del libro III, che permette di determinare il "profitto medio", il "prez­ zo di produzione" , la distribuzione del plusvalore nei diversi típi di profitto (imprenditoriale, commerciale, nella rendita, l'ínteresse) e di defínire chiaramente la fonte dei redditi. 3 ) La concorrenza concreta reale, del futuro trattato de La concorrenza, alla quale Marx si riferisce quando scríve: Questa deterrninazione del valore di mercato, che e stata fino ad ora esposta in una forma astratta, viene realizzata sul mercato reale per mezzo dell' azione della concorrenza fra i compratori, a condizione che la domanda sía in proporzioni esattamente sufficienti ad assorbire l a massa d i mcrci al suo valore cosl determinato.25 La trattazíone piu approfondita di questo argomento appartiene ali ' analisi particolare della concorrenza.

2 .2 DAL PLUSVALORE AL PROFITTO. CAPITOLO 1 (DAL FOGUO 3 AL 154) Sappiamo che Marx inizio la redazione del Manoscritto principa­ le dal capitolo 2. Tuttavia per una m aggior comprensione, inizíeremo dal capitolo 1 . Si puo dire che Marx riassuma nel capitolo 1 tutti i passi in avanti fatti nei Grundrisse e sviluppati nei Manoscritti del '61-'63: il passaggio dialettico dal plusvalore al profitto. Nel capitolo 2 , invece, considera le scoperte centrali dei Manoscritti del '63-'65, giacché le nuove acquisizioni di questi manoscritti si collocano giu -

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stamente ad un livello sistematico proprio del libro III. 11 capitolo 1 del Manoscritto principale e gíunto a noi con gran­ di modífiche apportate da Engels. In effetti, la prima sezíone di Engels e il capitolo 1 del Manoscritto principale, rielaborato in sette capitoli. Il capitolo 4 e totalmente opera di Engels; i capítoli dal 5 al 7 prendono in considerazíone il Manoscritto principale. Il capito­ lo 2 e un'appendíce delle "Osservazioni complementad (Nachtrag) " (dal foglio 4 1 ) , ed ha una notevole importanza.27 Resta il capitolo 1 di Engels, per il quale egli indica che, oltre ad aver usato il Manoscrüto principale, " furono di aiuto due inízi di un rifacimento, ciascuno di 8 pagine in folio" .28 Questi materiali sono certamente í Manoscritti JI e III del libro Ill. 11 primo di essi (l' A 73 dell'IISG dí Amsterdam) fu talmente importante che ad esso si devono i títoli della prima sezione e del capitolo 1 del tomo III di Engels. Leggiamo nel primo foglío: "Primo capitolo. La trasformazíone del plusvalore in profüto e del saggio del plusvalore in saggio del pro­ fitto. 1 ) Prezzo di costo e profitto " . M . Rubel corresse, a ragione, il titolo del capítolo 1 del tomo III di Engels, a partire dal Manoscritto princípale, ma senza s apere che Engels lo aveva preso dal Manoscritto JI (non si trattava di un errore, ma di una scelta) . Da questo manoscritto, Engels copió almeno le pagine finali del capitolo 1 .29 Le note a pie pagina appartengono a questo manoscritto, sebbene Engels le modifichi frequentemente, com'e ovvio.30 ll testo appartiene agli anni '70. Allo stesso modo, la seconda fonte e il Manoscritto 111 (A 74), che ha i titoli uguali al precedente, e che certamente Engels utilizzó per il capitolo 1.3 1 Rimane da esaminare il capitolo 3 di Engels. Qui dovette usare i Manoscritti A 76 (del 1 867 - 1 87 0 di 30 fogli)32 e in particolare l'A 77 ( del maggio 1 87 5 , di 1 3 1 fogli) , di cuí Engels scrisse: Per il capitolo 3 vi era tutta una serie di elaborazioni matematíche íncom­ plete, ma anche

un

intero quaderno, quasi completo, scritto negli anni

dopo il 1 870, che espone mediante equazioni il rapporto fra saggio del plusvalore e saggio del profitto.33

Nel manoscritto appaiono riferimenti di Engels al matematico Samuel Moore. Esistono comunque altri manoscritti dei quali par-

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leremo nel capítolo 7 . Nel capitolo 1 del Manoscritto principale, Marx propone l a tesi fondamentale: Plusvalore e del plusvalore sono, in senso relativo, l 'invisibile, l'essenziale ( Wesentlíche) da scoprire, mentre il saggio del profitto e quíndí i1 profitto, forma del plusvalore, si mostrano alla superficie del fenomeno.34

Cio presuppone quattro termini di confronto:35 plusvalore-sag­ gio di plusvalore; profitto-saggio di profitto; plusvalore-profitto, e saggio di plusvalore-saggio di profitto. Il plusvalore e il saggio di plu­ svalore costituiscono il fondamento, l ' invisibile, l'essenziale (ontolo­ gico) rispetto al fondato, al visibile, a cío che appare ( il fenomeno ontico) . Il livello profondo della produzíone, e ancora di píll, il livel­ lo trascendentale del lavoro vivo, appaiono sotto una forma superfi­ ciale all'interno della circolazione, producendo il miraggio feticista: 11 modo in cuí, mediante il passaggio ( Übergang) attraverso il saggio del profitto, il plusvalore e trasformato nella forma del profitto e pero sol­ tanto uno svíluppo ulteriore dell 'inversione ( Verkehrung) di soggetto e oggetto che gia si verifica durante il processo della produzione. Gfa qui noi vedemmo tutte le forze produttive soggettíve (subjektiven) del lavoro presentarsi come forze produttive del capitale. Da una parte íl valore, íl lavoro passato, che domina íl lavoro vivente Uebendig), dal1' altra parte, all' inverso, l' operaio appare come forza-lavoro puramen­ te oggettiva, come merce.'6

Marx critica l' oggettivita capovolta dalla soggettivita del l avoro vivo, e critica il dominio che la cosa, il lavoro oggettivato, esercíta sul cosiddetto lavoro vivo: JI capitale non tende soltanto a ridurre all'indispensabíle il diretto impíe­ go del lavoro vivente, e a díminuire di continuo [. . . ] il lavoro necess,1rio [. . .] , vale a ad economizzare al massimo íl lavoro vivente direttamen­ te impiegato; esso ha altresl la tendenza [. . .] a ridurre alla misura míni­ ma possibíle il capitale costante applicato [. .. ] . Questi sacrífici umani (Menschenop/er) erano in gran parte dovuti alla sordida avarizia [. .. ] . Essa [la produzione capitalistica] e [ . . molto pfü d i ogni altro modo di produzione, una dilapidatrice di uomini, di lavoro vivente, una dilapida­ trice [. .. ] di carne e di sangue (Fleisch imd Blut).37

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Marx ragiona : quindi, a partire da un paradigma metafísico molto chiaro. La produzione e il livello essenziale, profondo, invisi­ bile, dove il lavoro vivo sussunto e sfruttato e crea plusvalore. L' ambito essenziale non e quello fenomenico. Il "mondo dei feno­ meni (Erscheinungswelt) " e il luogo della " realta ( Wirklichkeit) " nel senso hegeliano. In cío che e nascosto, fondamentale, ontologico, sta l'essenza e anche l'esistenza38, mentre la rea/ta e/fettuale ( Wirklichkeit)39 trova compimento nel mondo dei fenomeni, delle cause, delle sostanze, degli effetti; e un confronto reciproco nella molteplidta. Per Marx, e nel mercato che si produce la contraddí­ zíone della concorrenza come repulsione-attrazione:40 Nella realta ( Wirklichkeit) (cioe nel mondo fenomenico [Erscheinungs­ welt] ) le cose si presentano in modo diverso. Il plusvalore e un dato di fatto, ma considerato come eccedenza del prezzo di vendita della merce su! suo prezzo dí costo; con íl che rimane un místero (mysteriüs) se dallo sfruttamento di lavoro [. . ] . donde provenga tale L'eccedenza [ . . . ] , per in termíni hegeliani, si riílette (zurückre/lektiert) dal saggío di profitto ín se stessa [. . ). In realta il profitto e la forma fenomenica del plusvalore, il quale ultimo deve essere enu­ cleato dal primo mediante un processo dí analisi. Nel plusvalore e messo a nudo il rapporto fra capitale e lavoro; nel rapporto fra capita­ le e profitto, vale a dire fra íl capitale e il plusvalore [. ] il capitale sí p resenta come rapporto rispetto a se stesso [ . ] . Quanto pili ci addentría­ mo nel processo dí valorizzazione del capítale, tanto piu il rapporto capitalistíco apparira mistífícato (mysti/izieren) e tanto meno si scoprí­ ra il segreto del suo intrínseco organismo.41 ,

.

.

..

..

Per Marx la relazione capitale-lavoro e la prima: relazione místi­ ca, nel nostro significato. E la relazione della cosa (il capitale come lavoro oggettivato o morto) con la persona, con la soggettivita della corporeita, doe, con il soggetto (esteríorita del povero di fronte al contratto del capitale) . A Marx interessa la persona, il lavoro, l a sog­ gettivita, e per questo si sofferma sul pluslavoro non pagato che pro­ duce il plusvalore; al contrario, la relazione capitale-plusvalore e secondaria, perché contrappone lavoro oggettivato a lavoro oggetti­ vato: tanto il capitale (totalita), quanto il plusvalore (nuovo valore rubato) non sono piu lavoro vivo. Ed inoltre, la relazíone capitale­ lavoro e, concretamente, capitale variabile contro lavoro vivo; in cam64


bio, la relazione precedente era solo tra tutto il valore esistente e l' ec­ cedente estratto alla fine. Marx si interessa all'etica: "lo sfruttamento del lavoro" - che e, in tutta evidenza, W1 "giudizio di valore " , con scandalo dello "scíen­ tifico " Max Weber ! 11 profitto, per ripeterlo ancora una volta, costituisce la forma apparente del plusvalore; quest'ultimo e la sua essenza. 11 saggio di plusvalore manifesta il grado di sfruttamento. Dato un s alario dí 1 00 e un plusvalore di 1 00 , il grado di sfruttamento sarebbe del 1 00 % . Per l' operaio concreto , per la coscienza abituale del dirigen­ te sindacale ( dell'lnternazionale, per esempio ) ' e questo il livello palitica rilevante. Ma q uesto livello profondo e "invisibiJe" alla coscienza della classe operaia . Marx realizza, quindi, un lavoro di " svelamento " del mistero n ascosto dietro le apparenze del " mondo dei fenomeni " . Al contrario, il profitto, forma dell'apparizione superficiale del plusvalore, esprime il rapporto con la totalita del lavoro oggettivato. Dato un capitale di 1 000, e - come nel caso precedente - con un grado di sfruttamento del 1 00% di un plusvalore di 1 00, il profitto raggiugerebbe solamente il 1 0 % . Davanti allo sguardo quotidiano della coscienza comune di un operaio, questo fenomeno del saggio di profitto del 1 0 % , potrebbe sembrare il grado di sfruttamento con cui il capitale domina il lavoro vivo. Di questo fenomeno economico Marx analizza l'essenza etica della sua origine: il saggio di plusvalore. Ció significa che il saggio del plusvalore possiede uno statuto antro­ pologico, etico, político: In tal modo l'estorsione di pluslavoro perde il suo carattere specifico; il suo specifico rapporto col plusvalore si oscura; cio viene di molto favo­ rito e facilitato [ . . . ] dalla rappresentazione del valore della forza-lavoro nella forma di salario.42

Questa feticizzazione del lavoro di fronte agli occhi del lavora­ tore stesso (il guale crede che il valore creato da lavoro, il valore che produce il lavara vivo, sía uguale al salario: puro lavara aggettivata) e il meccanismo ideologico ch e ostacola la coscienza della classe dell' operaio - obíettivo fin ale di tutto il lavoro teorico di Marx. In sintesi, possiamo sottolineare che: 65


mentre [.

. .

] plusvaJore e profitto sono in realta la stessa cosa e sono

anche quantitativamente identici, il profitto e non di meno una forma

mutata del plusvalore, una forma in cui viene dissinmlata e cancellata !'origine ( Ursprung) del plusvalore e il segreto della sua esístenza

(Dasein).

M arx ha raggíunto questi progressi nella teoría grazie ad una categoría il cuí contenuto concettu ale venne costruito nei Grundrisse (anche se 11 non aveva ancora un "nome" ) : capitale variabile. 11 "fondo del salario" - denominazione iniziale e la parte del capitale che si rapporta al lavoro vivo. In cambio, la cate­ goría di "prezzo di costo" venne definendosi nei Manoscritti del '61 - '63, e in realta non risulta essenziale per il tema del capitolo 1 sebbene successivamente Marx attribuira ad esso una notevole importanza nel Manoscritto II e nel III (e per questa ragione tratte­ remo questo aspetto nel capitolo 7). -

2 .3 D A L PROFITIO A L PROFITIO MEDIO E A L PREZZO DI PRODUZIONE. CAPITOLO 2 (DAL FOGLIO 155 AL 202 )

Il capitolo 2 presenta come titolo: "La trasformazione del pro­ fitto in profitto medio" . La redazione di questo manoscritto inizio, effettivamente, da questo capitolo (prima di quella del capitolo 1). Qui Marx include questioni non analizzate nei Grundrisse, ma ampíamente studiate nei Manoscritti del '61-'63,44 e di cuí si potreb­ be anche dire che costituiscano il tema centrale dei suddetti mano­ scrittí. D' altra parte, inoltre, e il capitolo centrale dí tutto il libro 111: la categoría di "prezzo di produzione" e teoricamente !'ultimo momento categoriale al quale arrívo Marx nella sua vita " scíentifica" - non raggiungera mai il lívello del "prezzo dí rnercato" o del concet­ to di concorrenza; per questo avrebbe dovuto scrívere il secondo trattato, sulla Concorrenza. In un certo senso, il capitolo 4 e i succes­ sivi, sebbene a lívelli differenti, costítuiscono corollari; e lo stesso capítolo 3 , cosi essenzíale, indica la contraddizione fondamentale del capitale, ma non e cosl centrale a livello analitico come quello sul "prezzo di produzione" . 66


Engels rispettó in larga parte il Manoscritto principale per il tomo III. Si tratta di un testo breve, abbastanza prolisso, diviso in cinque paragrafi (che formano all'incirca i capitoli dall'8 al 12 del­ l'edizione engelsiana, nonostante non siano ídenticí), molto discusso nel bibattíto a noi contemporaneo, giacché comprende tutto il tema della " trasformazione" .45 Ma qui, come in altre partí del suo discor­ so, spesso il dibattito perse di vista l'intenzione profon da di Marx. E da questa intenzione del suo discorso teorico, razionale, scientifico, dialettico, che si puó valutare la validita o meno della costruzione di certe categorie. Políticamente o storicamente, e l"'intenzione" ció che in realta risulta significativo, e non le difficolta " tecniche" da affrontare per raggiungere lo scopo finale. La rilevanza di Marx per l' America Latina, e per il mondo periferico dell' Asia e dell' Africa contemporanee, risiede nel modo di "parre" la questione all'interno del discorso della scienza. Di nuovo la sua intenzione costitutiva appare chiara: Si e visto nella prima sezione che plusvalore e profitto, considerad dal punto di vista della massa, sono identici. [. .. Ma] soltanto il saggio del profitto interessa in pratica il capitalista, [e cío] oscura completamente o addirittura travisa l'origine reale del plusvalore [. .. ] . La cosa cambia aspetto non appena viene prodotto un saggio generale del profitto [ . .] S i deve ora soltanto a l caso s e il plusvalore, e quindi il profitto, effettiva­ mente prodotto in una particolare sfera di produzione coincide col pro­ fitto contenuto nel prezzo di vendita della merce Ma questo e un processo che avviene a sua insaputa, che egli non vede né comprende e che, in realta, non lo interessa. La reale differenza di entita fra profitto e plusvalore [ .] nelle particolari sfere di produzione, nasconde ora com­ pletamente la vera natura e !'origine del profüto [ . .] La trasformazíone dei lavori in prezzi di produzione, impedisce di vedere la base (Grundlage) su cui si fonda la determinazione del valore.46 .

..

.

Abbiamo gia visto che, " quanto pfü ci addentriamo nel proces­ so di valorizzazione del capitale, tanto piu il rapporto capitalistico apparira mistificato "�7. Infatti, la trasformazione del plusvalore in profitto e piit vicina al lavoro vivo (che come pluslavoro crea il plu­ svalore dal nulla del capitalel. Mentre adesso ci troviamo piit lontani (e questa lontananza aumentera ogni volta di piU, fino ad arrivare al capitale che rende interesse: il piu feticizzato, giacché e il piu lantano


dal lavoro vivo). I1 profítto medio non esprime la relazione con il lavoro vivo, ma con il capitale stesso: Questa idea viene totalmente confermata, consolidara e rinsaldata in quanto il profitto aggiunto di farro al prezzo di costo [ . ] non e deter­ minato dai límiti della formazione di valore che in esso avviene, ma e invece determinato completamente al dí fuori di essi.48 . .

L'íntenzíone profonda e quella dí mostrare come la supposta non coincidenza tra prezzo di produzione e valore, tra profitto medio e plusvalore, non sía nient'altro che " pura apparenza"; nella loro essen­ za fondamentale, continuano a ídentificarsi - astrattamente, in un set­ tore della produzione o in un paese, - ma concretamente nell'orizzon­ te del mercato mondiale, elemento che risulta fondamentale per il concetto di dípendenza. Come abbiamo detto, la cinghia di trasmis­ sione tra lavoro vivo e prezzo dí produzione e la "legge del valore " : I n qualsiasi modo i p rezzi delle diverse merci vengano all'inizio fissati o regolati reciprocamente, il loro movimento e determinato dalla legge del valore ( Wertgesetz) . I prezzi diminuiscono, quando diminuisce il tempo di lavoro necessario per la loro produzíone.49

11 "movimento (Bewegung) " della trasformazione del lavoro vivo in lavoro oggettivato come valore, del valore in prezzo dí produ­ zione, o del plusvalore come profitto medio, e cio che interessa a Marx; questa trasformazione viene spíegata scientíficamente, razio­ nalmente e chíaramente: [. . ] Sarebbe chiaro come il sole che íl plusvalore, e quindi il valore in generale, avrebbero tutt'altra orígíne che íl lavoro e che l'economia polí­ tica sarebbe quindi priva di qualsiasi base razionale.50 Questi specialí .

saggi del profitto sono in ogni sfera di produzione eguali a e e [. . .] deb­ bono essere ricavati dal valore della merce. Senza di ció, íl saggio gene· rale del p rofitto (e quindi anche il prezzo di produzione della merce) rimane un concetto assurdo e irrazionale.51

Lo sforzo teorico di Marx consiste nel mostrare che tutti i momenti dell'esistenza economica costituiscono lavoro vivo oggetti· vato, e in quanto valore, lavoro rubato, " livelli di sfruttamento del

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lavoro" (e questo e un giudizio etico fondamentale) : sfere di produzione, frazioni di eguale grandezza del capi­ Nelie tale complessivo racchiudono fonti díseguali di plusvalore, e l'unicafonte del plusvalore e il lai1oro vivo.52

Questa e la chíave teorica del libro III nel suo insieme: ogni ele­ mento viene interpretato attraverso il riferimento al "grado di sfrut­ tamento del lavoro "53• Vediamo adesso come Marx tenti dí dare una soluzione razíonale e scientifica, attraverso la deduzione o lo svílup­ po del lavoro vivo, al concetto di prezzo di produzione (che non e solo u n problema economico, ma semmaí essenzialmente antropolo­ gico, etico, político). Tra il novembre 1 862 e íl gennaio 1 863 (un anno prima della stesura del Manoscritto p rincipale del libro III), Marx aveva chiari­ to per la prima volta in vita sua il concetto dí "prezzo di produzio­ ne" .54 Solo successívamente a questa scoperta, centrale nello svilup­ po teorico, comparabile - sebbene in minor scala a quella del plu­ svalore, fatta nel dicembre 1 857 nella stesura dei Grundrisse,55 con­ traddícendo in questo caso Proudhon e in quello Rodbertus {e per­ ció dovendo molto ad entrambi) , Marx arrivó a schematizzare il piano del capitolo 2 del libro III: Nel secondo capitolo della terza parte su Capitale e pro/itto56, in cui si tematizza la formazione del saggio generale di profitto, si <leve conside­ rare ció che segue: 1 ) differente composizione organica dei capitali, in parte determinata mediante la differenza fra capitale variabile e capitale costante, nella misura in cuí essa provenga dallo stadio della p roduzione. [ . ]. Devonc inoltre essere considerate le differenze fra capitale fisso e capitale circo­ ..

varíano, nelle diverse lante, derivanti dal processo di circolazione, sfere, la valorizzazione in un dato periodo di tempo. 2) Dif/erenze nel rapporto di valore del/e parti di diversi capitali, che non provengono dalla loro composizione organica 3) Di/ferenza dei saggi di pro/lúa nelle diverse della produzione capitalistíca [ ]. 4) Per il capitale complessivo vale pero quanto e stato sostenuto nel capi­ tolo 1 [ ]. Formazione del saggio generale di pro/itto. (Concorrenza). 5) Tras/ormazione dei valori in prezzi di produzione. Differenza fra valo...

...

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re, prezzo di costo e prezzo di produzione. 6) Per ríprendere di nuovo la questione ricardiana: influenza delle oscilla­ zioni generali nel salario sul saggio generale di profüto e, quindi, sui prezzí di produzione.57

Certamente Marx aveva presente questa precedente articolazione nella redazíone del 1 864. Tuttavia íntrodusse importanti variazioni. I cínque pumi trattati (giacché di fatto non si occupo del punto 4, seb­ bene íntrodusse un paragrafo: "Considerazioni complementari sui di produzione" [fogli 1 99 ss . , del Manoscritto principaleJ, che Engels ínserira come capitolo 12) ci íntroducono nel livello piU concre­ to d i questo momento del discorso: ín quello della concorrenza concre­ ta ma in genera/e (la concorrenza reale sarebbe quella che livella tutte le contraddizioni dell'offerta e della domanda quotidiane). Nel punto 1) " Differente composizione dei capitali nei diversi rami della produzione e conseguente differenza fra i saggi di profitto" (dal foglio 1 55 al 1 67 del Manoscritto: capitolo 8 di Engels), Marx íni­ zía metodicamente a fare astrazíone da molte determinazioni non necessarie alla ricerca; per esempio, "la differenza del saggio del plu­ svalore nei diversi paesi e quíndi del loro grado di sfruttamento del lavoro non viene considerara nella presente indagine"58, giacché sítua­ ta all'ínterno della concorrenza concreta in genera/e (mentre la consi­ derazíone delle relazioni tra paesi nel mercato internazionale suppor­ rebbe, nel trattato su La concorrenza, la .collocazione ad un livello piU concreto) . Nel primo capitolo Marx prese in considerazione solo l a relazío­ ne del capitale variabile con il salario; adesso, invece, e importante il legame costitutivo dí entrambe le partí che compongono la relazione: il capitale costante si mette ín relazíone con il capitale variabile all'ín­ terno del concetto di " composizione organica" del capitale. Tale que­ stione, come il tempo di rotazione (argomento che Marx non aveva esposto sistematicamente, visto che non aveva ancora scritto il libro II, ma cominciava ad averne la necessita), viene trattata qui perché <leve chiarire in modo appropriato che, a maggior composizíone orga­ níca e minar tempo di rotazione, la merce possiede minor valore. O a minor tempo di lavoro vivo oggettivato, maggiore produttivita, m inor valore. La legge del valore regge il movimento: le merci vengo­ no vendute in base al loro valore, ma le stesse merci possono avere

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diversi valori (secando la composizione organica e il tempo di rota­ zione di ciascuna) . E ció e valido tanto per la concorrenza tra capita­ li individuali, quanto tra settori di produzione o paesi. Da parte sua, il "prezzo di costo" non e nient'altro che la somma del capitale costante e di quello variabile effettivamente utilizzati nella produzio­ ne della merce. Il plusvalore e un valore eccedente rispetto al valore di costo, che costituisce, tuttavia, il valore della merce. La formula e: e + v p (capitale costante + capitale variabile prezzo di costo; prezzo di costo + plusvalore = valore della merce) . Il punto "2) Formazione di un saggio generale di profitto ( sag­ gio medio di profitto) e trasformazione dei valori del profitto in prezzi di produzione" (fogli dal 1 67 al 178 del Manoscritto principa­ le) e il punto " 3 ) Livellamento del saggio generale di profitto mediante la concorrenza. Prezzo di mercato e valori di mercato. Plusprofitto " (fogli dal 178 al 1 96), che corrispondono ai capitoli 9 e 1 0 di Engels , sano quelli centrali di tutto il libro III, e per questa ragione li esporremo assieme con maggiore chiarezza, anche se il punto 2) - capitolo 10 di Engels - si colloca ad un livello piu con­ creto di astrazione (giacché include un proto-trattato su La concor­ renza a partire dall' orizzonte reale della contraddizione tra offerta e domanda) .59 Seguiamo, passo per passo, i momenti fondamentali dell' argo­ mentazione dialettica (e qui si intende dialettica in senso stretto: "passaggio " da una categoría ad un'altra fino ad arrivare alla totali­ ta concreta) . In primo luogo, la concorrenza (che e l'orizzonte sem­ pre presente in tutto il capitolo 2 del Manoscritto principale) riveste tre funzioni: A) Livellare (ausgleichen) il saggio di profitto (per esempio, 22 % nel caso proposto da Marx),60 e cioe, costituire un " profitto medio " (risultato delle ricerche dei Manoscritti del '61'63 , come abbiamo visto) . In astratto (e nella totalita del mercato mondiale ) , il profitto medio sarebbe uguale al " plusvalore medio " :61 lavoro vivo non pagato (non bisogna dimenticare l 'eti­ ca ! ) . B) Ripartire (verteiligen) o distribuire il plusvalore totale (per esempio, dei 1 10 di plusvalore del caso proposto, alcuni ricevono + 1 7 ed altri - 18) del " capitale globale" .62 Questa funzione non " crea" valore nuovo, ma distribuisce il valore gid prodotto. C) Tras/erire (übertragen) plusvalore da un capitale all' altro (sia esso individuale, di sezioni, di paesi) ,63 che e una funzione simile a quel=

=

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la precedente, anche se adesso non dal " tutto" alla "parte " , ma dalla "parte" alla "parte " . Ció costituisce un fenomeno apparente­ mente in contraddizíone con la " legge naturale" dell'equilíbrio, che trova alla propria base "la vendita delle merci al loro valore"64: La stessa legge fondamentale della concorrenza capítalistíca finora generale del incompresa dall'economía política, legge che regola il profitto e i cosl detti prezzi di produzione determinad mercé quel saggio stesso, si fonda [. .. ] sull a enunciata differenza fra valore e prezzo di costo con profitto le delle merci e sulla conseguente possibilita di merci a un prezzo inferiore al loro valore.

La contraddizione e apparente, fenomenica: in realta, la diffe­ renza tra "il prezzo di vendita" (ci sono molti tipi di "prezzi" ) e il valore della merce e uguale nella totalita del capitale globale mon­ diale (o in astratto) . Solo a questi livelli coincidono, e per questo la legge si compie. In tutti gli altri casi concreti ( o astratti) si tratta di una distribuzione del plusvalore di un capitale si trasferisce ad un altro. Il plusvalore globale non muta, ma cambia la sua presen­ za nel capitale individuale, sezione di p roduzione o paese. Marx rie­ sce cosi a salvare íl principio fondamentale: e íl lavoro vivo a pro­ durre tutto íl valore (e plusvalore); e il tempo di lavoro a determi­ nare tutto il valore (e plusvalore) . Ogni prezzo sí fonda e deriva da un valore. Esamíniamo tale questione attraverso vari gradi, facendo riferimento alle " categorie" che Marx dovette costituire per trovare una soluzione razionale, dialettíca e scientifica (secondo íl suo con­ cetto di scienza) all'apparente contraddizione. In primo luogo, ripetíamo che ogni valore, plusvalore o profitto sono lavoro vivo oggettivato, e si misurano in tempo di lavoro.66 Il "valore [di una merce] " , quindi, " [e in correlazione] con la quantita complessiva di lavoro pagato e non pagato in essa contenuto"67 - si osservi la formulazione etica del concetto. E cioe, " prezzo di costo" ( = capitale costante e variabile spesi) píll " plusvalore". In secondo luogo, posta questa merce nel mercato, in concorren­ za con altre mercí, il suo valore e ora un "valore individua/e della merce"68 in contraddizione con altri valori " individuali" . La concor­ renza (secondo livello in relazione alla concorrenza in generale dei libri I e II de Il capitale) esercita la sua funzione di livellamento, distri,

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buzione e mutuo trasferimento di plusvalore, e costituisce il "valore di mercato " (nuova categoría, come tutte quelle che scriviamo tra virgo­ lette).69 All'interno di un ramo della produzione (o di un paese rispet­ to ad altri paesi), a partire dal volume totale dí lavoro sociale in que­ sta sezione e in relazione al volume totale delle merci del suddetto ramo,70 cioe, all'interno del capitale globale sociale, si determina il "valore di mercato" della merce. Questo "valore di mercato" e il "punto attorno al quale gravitano (Gravitationspunkt) "71 o il "centro" intorno a cuí gírano i "prezzí di mercato" del ramo. In questo momen­ to, il "valore di mercato" puó essere maggiore, minore e, solo eccezio­ del valore" e stata nalmente, uguale al valore della merce. La rispettata: il valore (e plusvalore) totale delle merci del ramo (o del paese astrattamente considerato) e uguale alla somma totale del "valo­ re di mercato" di tutte le merci (o del loro profitto medio globale) . Lo stesso accadrebbe sul piano internazionale: la totalita mondiale di valore (e di plusvalore) sarebbe uguale alla totalita dei prezzi (o pro­ fitto medio globale) , ma non accadrebbe cos1 in ogni paese in partico­ lare, giacché nel paese sviluppato ci sarebbe un profitto straordinario per estrazíone, mentre nel paese sottosviluppato ci sarebbe una perdi­ ta di plusvalore per trasferimento. In terzo luego, il processo mediante il quale la concorrenza con­ creta in generale livella i profitti delle sezioni della produzione (o paesí) e distribuisce tra di esse il plusvalore - trasferendo valore da alcuni capitali ad altri -, presenta in Marx il nome di " prezzo dí pro­ duzione" o prezzo medio globale (del paese o mondiale).72 In questo modo, il prezzo di produzíone costituirebbe la somma del prezzo di costo di una merce e del profitto medio ottenuto dalla concorrenza tra turre le sezioni di produzione di un paese (o dalla concorrenza tra paesi nel mercato mondiale) . Tecnicamente, il prezzo di p roduzione e il "prezzo di costo della merce píU il profitto medio" ,73 e nel suo "concetto" (antropologico ed etico) "il prezzo di produzione (e in correlazione) con la somma di lavoro pagato píU una determinata quantita di lavoro non pagato" .74 In quarto luego, passando adesso alla concorrenza concreta reale (quella che costituisce l'orizzonte del futuro trattato su La concorrenza e che e un "terzo " tipo di concorrenza), lo stesso "prezzo di produzio­ ne" riveste la funzione di costituíre il "centro" interno a cuí girano í "prezzi di mercato" tanto " abituale"75 quanto " giornaliero "76:

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In ogni sfera di produzione il prezzo dí produzione e regolato, ed e rego­ lato anch'esso secando le particolari circostanze. Ma esso costituisce a sua volta il centro di gravita, attorno al quale oscíllano i prezzi quottdiani del mercato, ed al quale essi finiscono per livellarsi in periodi determinati.77

E qui che sí potrebbe parlare di un "prezzo di produzione di mercato "78 o " prezzo medio di mercato".79 Eppure resta l'ambigui­ ta tra " prezzo di mercato" , dí un ramo (con riferimento al "valore di mercato" ) e quello di tutti i rami di un paese (con riferimento al "prezzo dí produzione " ) . Marx usa lo stesso termine per questi due concetti differenti. Questi "punti di gravitazione" , o " centri" attorno ai quali ruo­ tano i prezzí (nel caso del valore di mercato, il prezzo di mercato di un ramo, e in quello del prezzo di produzione, il prezzo di mercato abituale o giornaliero di un paese) , non sono mai "prezzi concreti'' , ma concetti e categoríe necessari a non saltare dei p assaggi e poter cosi, passo dopo passo, sviluppare l' analisi del concetto di capitale per mezzo delle nozioni costituite razionalmente al fine di spiegare la tra­ sformazione del !avaro vivo in valore (e plusvalore) , in valore della merce (o profitto) , valore dí mercato (e profitto medio) , prezzo di produzione e, infine , prezzo di mercato abituale (con il suo profitto medio abituale) e giornaliero (con il profitto effettivo finale: plusvalo­ re distribuito dalla concorrenza). Tutto il prezzo di mercato giorna­ liero o quello finale (e tutto il profitto reale) sono solamente !avaro vivo oggettivato (antropologicamente) e non pagato (eticamente) . In quinto luogo, e infine, con la consapevolezza che il testo in questione appartiene al trattato su concorrenza, 80 e anticipando gli economisti marginalisti e il neoliberalismo conservatore di un Milton Friedman, Marx indica che "il valore di mercato non puó essere spie­ gato in base al rapporto fra domanda e offerta; al contrario, e il valo­ re di mercato stesso che spiega le oscillazioni della domanda e dell'of­ ferta" .81 Il lavoro socialmente necessario determina il valore e, anche se in media, il valore di mercato; questo determina l' offerta e la domanda, le quali, adesso si, determinano il prezzo di mercato.82 E il lavoro, sempre, il punto di partenza e di arrivo. E a Marx interessa la questione etica, ossía, íl grado di sfruttamento del lavoro: Da quanto si e detto rísulta che ogni singolo capitalista, come pure l'in­ sieme dei capítalistí [ ] sono interessati allo sfruttamento . . . di tutta la .. .

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,


dasse lavoratrice da parte del capital e complessivo [. .. ] íl saggio medio del profitto dipende da! grado di sfruttamento del lavoro complessivo da parte del capitale complessívo 11 grado di sfruttamento determina l'ammontare del saggio del plusvalore [. . .] e quindi del profitto.83

Se si dimentica il valore della merce (come fa un certo postmarxi­ smo, di cuí un esempio significativo e costituito dall' opera di Paul Sweezy) , si perde l 'anello di congiunzione categoriale tra lavoro vivo e prezzo, la legge del valore smette di avere la funzíone che le e propria, e i meccanismi del mercato cominciano a girare intorno a partire dallo stesso capitale: si feticizza il capitale e si nega il lavoro vivo. Sí tratta della perenne posizíone ideologica della "scíenza" economica borghese. Quando si determina il prezzo di produzione dal mercato e dalla con­ correnza, sí chiude la porta all ' antropología e all' etica, e sí feticizza il mercato: Si comprende anche il motivo per cui quegli stessi economísti, í quali non ammettono che il valore delle merci sia determinato dal tempo del !ava­ ro, dalla quantita di lavoro che esse contengono, parlano sempre dei prez­ zi di produzione come di centri attorno ai quali oscíllano i prezzi di mer­ cato. Essi se lo possono permettere perché il prezzo di produzione [per loro] e gfa una /arma del tutto esteriore e prima facie vuota di contenuto [ovvero, né antropologica né etica] del valore, una forma che appare nella concorrenza, nella coscienza del capitalista volgare e per conseguenza puó essere presente anche in quella dell'economista volgare.84

Che rílevanza ha tutto cío per la situaziope presente latinoame­ ricana !

2 .4 LA

CADUTA TENDENZIALE DEL SAGGIO D I PROFITTO NEL PROCESSO

Dl PRODUZIONE CAPITALlSTlCA

Capitolo 3 ( Dal foglio 203 al 242) Questo capitolo 3, relativamente breve (solo 40 fogli), e un testo moho chiaro, al quale Engels, comunque, apporto delle correzíoní. Per esempio elimino, nella prima tabella, il sesto esempio fatto da Marx: "Se e 500, v = 1 00 , quindi g' == 1 00/600 = 16 2/3 % . " 85 Marx analízza in questo capitolo la questione, gia esaminata nei Grundrisse, 75


della valorizzazione, della crisi e del crollo del capitalismo tema che ritorna ripetutamente nei Manoscrítti del '61-'63 , in due livelli di astrazione (come nel caso del capitolo precedente) . Da una parte, c'e un 'idea piU astratta (il capitolo 13 e 15 dí Engels) e, dall' altra, vengo­ no ínseriti temi anticipati da un livello piU concreto, reale: -

m Questo fattore viene ricordato semplicemente a titolo empírico realta, unitamente a molti altri che dovrebbero essere menzionatí, non ha nulla a che vedere con l'analisi genera/e (allgemeinen) del capíta­ le, ma appartiene allo studío della concorrenza, di cui non ci occupiamo in questa opera. 87

Fu nel periodo della redazione di questo capitolo, o forse prima di iniziarlo, che Marx scrisse íl libro II. Sappíamo che il nostro autore sí dirige principalmente contra Ricardo, il quale, attraverso una spiegazione semplicistica (ossia, senza le necessarie categorie) , non scopre l'essenza o l' origine del problema. Scrive Ricardo: Per quanto rilevante possa essere la riduzione del saggio del profitto deter­ minata dall' accumulazione del capitale nella terra, e dall' aumento dei sala­ ri, dobbiamo tuttavia attenderci che l'ammontare complessivo dei profitti aumenti.88 Gli effetti dell'accmnulazíone saranno quindi difierenti nei dif­ ferenti paesí e dípenderanno soprattutto dalla fertilita della terra. 89

Questa attribuzione della caduta del saggio di p rofitto all' au­ mento dei salad (elemento che puo giustificare una política contra la classe operaia), e da questo all'infertilita della terra (una causa puramente " chimica" , ironizzava Marx), mostra la necessita di una interpretazione piU razionale e complessa. Se nel primo capitolo si era data malta ímportanza al capitale variabile (in relazione al quale si scopre il plusvalore), e nel secando alla relazíone tra capi tale costante e variabile per definire l a composizione organica, ora e il capitale costante ad essere l' oggetto fondamentale dell' analisi, sem­ pre in relazione al lavoro vivo, come vedremo.90 Inoltre, la questio­ ne acquisisce maggiore attualita perché nella tradizione marxista si pensava che "nelle societii socialíste (come di fatto ha permesso di dimostrare empíricamente l'esperienza dell'Unione Sovíetica in cin­ quant' anni di storia) non si dessero crisi economiche"91• Eppure, la


questione della legge di un calo tendenziale del saggio di produzio­ ne si e presentata in Urss, come spiega Abel Aganbegian. In effet­ ti, e necessario un " aumento della produttivita del lavoro "93 , ma ció significa anche un aumento della proporzione di mezzi di produzio­ ne, e percio una diminuzione, a lungo andare, del saggio di produ­ zione. Lo stesso Gorbaciov riconosce: Era evidente per tutti che i tassí di crescita stavano calando in modo netto.94 Abituati a ciare la priorita alla crescita quanritativa della produ­ zione, tentavamo di frenare la diminuzione del saggio di crescíta, ma lo facevamo soprattutto aumentando di continuo le spese [ . ]. E quindi ..

l'inerzia dello sviluppo economico estensivo stava conducendo al vicolo cieco della stagnazione econom ica.95

11 socialismo reale control/a la legge del valore e percio potra control/are anche questa diminuzione tendenziale, in ragione dell'au­ mento progressivo deí mezzi di produzione (fondo sociale costante). 11 capitolo 3 del Manoscritto principale <leve essere riletto dalla pro­

spettiva del socialismo reale, cosl come noi dobbíamo rileggerlo da quella del capitalismo periferico, sottosviluppato% e dipendente. Tornando al tema della diminuzione tendenziale, per spiegarla dobbiamo partíre dai fenomeni, dalla superficie, dall'apparenza, per scopríre l' essenza e la necessita. La forma attraverso cuí si produce la diminuzione tendenziale del saggio di profitto e provocando " neces­ sariamente la concorrenza" .97 La concorrenza non crea valore (sebbe­ ne, ideologícamente, il capitalista lo pretenda, giacché "nella coscien­ za dei suoi (della concorrenza) agenti" si presenta tutto capovolto).98 La concorrenza si limita a livellare, distribuísce o trasferisce plusva­ lore. Marx puo esporre adesso il problema decisivo, dopo aver chia­ ríto per la prima volta in modo sistematico, all'interno della logica de Il capitale, la questione del prezzo di produzione: Non appena il nuovo metodo di produzione comincia a guadagnare terre­ no [. . ] i capitalisti che continuano a lavorare secondo i vecchi sistemi di produzíone devono vendere le loro merci al di sotto del loro pieno prezzo di produzione, perché il valore di queste merci e diminuito e il tempo di lavoro necessario per la loro produzione e superiore a quello sociale.9" .

Le nuove invenzioni tecnologiche non costítuiscono il prodot­ to di un atto di volanta benevola, e rappresentano un'esigenza di 77


vita o di marte del capitale nella lotta contra la diminuzione del sag­ gio dí profitto, abbia esso luogo nel capitale indivíduale, in un ramo della produzione o in un paese capitalista. 11 fenomeno derivante dalla natura stessa del modo di produzione capi­ talistico, vale a dire che aumentando la produttivita del lavoro diminui­ sce il prezzo della singola merce.100

Cío significa che un aumento del plusvalore relativo costítuisce il frutto di una maggiore produttivita. Il prezzo di produzione della merce scende, e permette al suo produttore di ottenere un "extraprofitto" 101 (giacché "vende al di sotto del prezzci di mercato ma al di sopra del pro­ prio prezzo individuale di produzíone; il saggio del profitto aumenta per luí finché la concorrenza non ristabílisce l'equilíbrio").1 02 Questo periodo di livellamento puo durare addirittura due secoli (come nel caso di alcuni paesi periferid, i quali a meta del XX secolo realizzarono la rivoluzione che l'Inghilterra ebbe nel XVIII secolo). Certamente il capítale si muove, fluisce103 (altrimenti la produzíone "cadrebbe in letargo " ) 104 nel capitale con nuove tecnologie, e con do si annichilisce, si "svalorizza" il vecchio capitale: "L'aumento della forza produttiva [. . ] va sempre di parí passo con la diminuzione di valore del capítale esisten­ te. " 105 Ma il capitale sussistente lo puo fare grazie all' aumento della sua produttivita, del suo capitale costante, concentrato in poche maní e accumulato in modo crescente. 106 Cí si trova di fronte, dun­ que, ad una "diminuzione relativa del capitale variabile" , 1 07 aumentando la composízione organica, cíoe, il capitale costante. 1 08 Se il profitto e la relazione tra plusvalore e capítale totale, allora, anche in cuí aumenti il grado di sfruttamento (il saggio di plusva­ lore), cosl come nel caso díminuísca íl capitale variabile utilizzato in salarí, si riduce proporzionalmente il plusvalore in rapporto al capitale globale (p/C: plusvalore in relazione al capitale globale; o g/pc: cioe, profitto in relazione al prezzo dí costo, se quest'ultimo costituísce capitale costante piU capitale variabile) : .

L a legge [ ) dice: una parte sempre piU piccola del capitale complessi­ vo impiegato si converte in lavoro vivo, e quindi il capitale complessivo assorbe, in proporzione alla sua entita, un'aliquota sempre piU piccola di pluslavoro. 109 . . .

78


Come sempre, il lavoro vivo e il ríferimento obbligato dell' argo­ mentazione di Marx. Il capitale e contraddittorio nella sua essenza perché, da una parte, tende a sfruttare piU lavoro vivo (giacché cío crea íl nuovo valore non pagato: fondamento del profitto); ma, dal1' altra, nella sua essenza, tende anche a negarlo, ad esduderlo, per­ ché, per l'aumento di plusvalore relativo, ogni volta sussume propor­ zionalmente meno lavoro vivo. La legge della caduta tendenziale del saggio di profitto rappresenta l'enunciato essenziale di questa con­ traddizione. Marx elimino molte altre barriere che il capitale distrug­ ge e pone a se stesso, 110 e considero solamente questa legge come fon­ damentale per dimostrare la struttura necessaria e contraddittoria del capitale. In questo caso "legge" significa che il capitale in quanto tale soddisfa le sue esigenze; e un momento della sua necessaria struttura e parte " della natura (Wesen) stessa della produzione capitalistica, e come una necessíta logica del suo sviluppo, il saggio generale medio del plusvalore deve esprimersi in una diminuzione del saggio genera­ le di profitto" lll. Questa legge e talmente essenziale da possedere la condizione ontologica di essere " possibilita",112 capacita permanente di "apparizione" , " necessita",rn barriera o limite di ogni limite, e percío crisi e crollo, non ad un livello fenomenico o empírico, ma del capitale in quanto tale. Cío significa che " il vero limite della produ­ zione capítalistica e il capitale stesso " 1 14• Questa diminuzíone causa al capítale " angoscia " ,rn "horror" 116; la sua esistenza mostra che il capitale e un sistema storico e quindí superabile: Questo particolare limite attesta il carattere rístretto, semplicemente sto­ rico, transitorio del modo capitalistico di produzione; p rova che esso non rappresenta affatto l 'unico modo di produzione che possa produrre l a ricchezza, ma, al contrarío, giunto a una certa entra in conflitto con il suo stesso ulteriore sviluppo. 1 17

Nel "mondo fenomenico" , rea1e, della concorrenza concreta, l a legge appare solo come una "tendenza " : L'aumento del saggio del plusvalore [. . ] non annulla l a ma f a s i che abbia píu che altro valore di tendenza1 18: ossía di completa attuazione e ostacolata, rallentata, indebolita da fattori antago­ nistici. 1 19 .

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Tale tipología di questioni, essendo di livello prn concreto, avrebbe dovuto essere studiata con maggior attenzione nel successivo trattato su La wnwrrenza. ll tema <lel commercio estero, per esempio, era fra quelli che avrebbero dovuto essere trattati nella quinta parte del piano sempre vigente (dopo lo Stato e prima del mercato mondiale). Non possiamo non citare un paragrafo che si collega all'essenza del concetto di dipendenza: Il paese maggiormente favorito riceve un quantitativo di lavara superio­ re a quello che offre in cambio, nonostante che questa differenza, questo sovrappiil, come del resto avviene in ogni scambio fra lavoro e capitale, vada a vantaggio solo di una determinata classe.12º

Certamente, il capitale periferico, sottosviluppato e dipendente e sfruttato dal capitale centrale e sviluppato; questo sfruttamento e un meccanismo compensatorio contra la legge della diminuzione del saggio di profitto. La " crisi'' , da parte sua, costituisce l'apparizione periodica del1' effetto della legge essenziale. Il suo superamento non elimina, in assoluto, la sua permanente " possibilita" . Le crisi rappresentano eru­ zioni vulcaniche /enomeniche della contraddizione essenziale del capitale. Il collasso e il crollo, si trovano all'interno della sua struttu­ ra fondamentale. La sua fine storica, empírica, non poteva essere trat­ tata da Marx in quest'opera sul " concetto generale di capitale " : di essa piuttosto veniva stabilito il fondamento.


3 . Il processo di circolazione del capitale. 11 "manoscritto I" del libro II (1865 ) (Dal foglio 1 al 150 ; 137, 1 -3 8 1 , 30; dalla fine del 1864 fino alla meta del 1865)

11 capitale e l'unita reale dei suoi differenti momenti, i n primo luogo nella misura in cuí esso, in ciascuno di questi momenti, costituisce la loro tota­ lita in un' altra determinazione formale, e in cuí tutte queste forme di esi­ stenza sono sue forme di esistenza; in secando luogo, pero, quest'unita si dimostra come un'unita fluida attraverso il trapassare (Übergehen) di cia­ scuno dei suoi momenti nell' altro. 1 Nel capitolo precedente abbiamo visto che Marx comincio ini­ zialmente a scrivere il libro III (Manoscritto principale) , che poi abbandono per redigere in modo sistematico, per la prima volta in vita sua, il libro II. In questo capitolo tratteremo la questione in modo breve e per linee generali, per occuparcene con maggior preci­ sione pill avanti, nel capitolo 6. Engels si riferisce a questo Manoscritto I quando afferma: Del periodo successivo, - dopo la pubblicazione del 1 Libro - esiste per il 11 Libro una raccolta di quattro manoscritti in folio, da Marx stesso numerati 1-IV. Di essi, il manoscritto 1 (150 pagine) e da datare presumi­ bilmente nel 1865 o ' 67, ed e la prima elaborazione autonoma, ma piu o meno frammentaria, del 11 Libro nella sua suddivisione attuale. Anche di qui nulla era utilizzabile.2

Come si puo osservare, in quel momento non si sapeva che forse il Manoscritto I era stato iniziato alla fine 1864. Sicuramente era stato elaborato nella prima meta 1 865 ; in seguito vennero terminati gli ulti­ mi capitoli del libro III, fino al termine del 1 865 . D'altra parte, come vedremo, si tratta di una versione estremamente significativa, in parti­ colar modo per l'articolazione del capitolo 3 , " Circolazione e riprodu­ zione" , che si occupa di tematiche che non verranno inserite nella 81


sezione III dell' opera pubblicata da Engels. Inoltre - e ció sarebbe sufficiente a dimostrarne l 'importanza - si tratta nientemeno che della prima redazione del futuro líbro II, completa e del tutto originale in molti punti - spesso raggiunti per la prima volta.

3 . 1 lL "MANOSCRITTO l" E IL PIANO DEL LIBRO lI DEL 1 865 Marx elaboro per la prima volta il tema della circolazione del capitale, anche se in modo ancora introduttivo, nei Grundrisse. Abbiamo gia commentato le scoperte di Marx degli anni 1 857 - 1 858.3 Senza generare dubbi, risulta interessante sottolineare che egli consi­ dero inizialmente l' " essere" del capitale tenendo Hegel come oriz­ zonte di riferimento. Cío accadde quando indico il valore come fon­ damento,4 ma come fondamento che, non contraddittoriamente, e "permanenza" e, allo stesso tempo, "processo" : Il denaro [. .. ] h a perduto, come capitale, l a sua rigidita, e da cosa tangi­ bile [il denaro] e diventato un processo.5 [ ] Questa stessa unita e movi­ mento, processo [ . . ] , puo essere considerara [ . ] come determinato processo di una sola rotazione del capitale, di un unico movimento che ritorna in se stesso [ . ] Come soggetto egemone delle diverse fasi (Phasen) di questo movimento, come valore che in esso si conserva e moltiplica, come soggetto di questi mutamenti che procedono circolar­ mente - a spirale -, il capitale e capitale circolante.6 ••.

.

. .

..

Nel 1 858 Marx defini, inizialmente, categorie come la spazialíta e la temporalíra del capitale (tempo e costo di circolazione), il capitale fisso (in relazione alla questione tecnologica), ecc. Tuttavia, fino a quel momento non aveva raggiunto una visione sistematica della circolazione del capitale. Allo stesso modo nemmeno nei Manoscritti del '61 - 63 raggiun­ se una visione d'insieme,7 e non arrivo nemmeno ad elaborare, nel gennaio del 1 863 , un piano per la circolazione del capitale (secon­ da parte dell'opera). In questi anni, il problema che piu di tutti lo preoccupo fu quello della riproduzione del capitale fisso - tralascia­ to da A. Smith. 11 " tableau de Quesnay '' e, quindi, un riferimento obbligato. 82


Per questa ragione, il Manoscritto I del 1 865 riveste una grande importanza. In tale testo marx affronta, per la prima volta in modo sistematíco, il tema della circolazione del capitale (il futuro libro m ' ed e attraverso l o sviluppo stesso della scrittura, come s e egli pensas­ se con la penna in m ano, che vediamo díspiegarsi le questioni. Alcune di esse, come abbíamo sottolíneato, vengono affrontate senza prece­ denti; come accade con quelle che successivamente chiamera le "fasi" della circolazione o " ciclo (Kreislau/) " del capitale. E certo che Marx inizio a redigere il Manoscritto príncipale (o semplicemente il Manoscritto J) del libro III. Ad un certo punto del1'elaborazione, verso la fine del 1 864 o all'inizio del 1 865, interruppe la redazione del libro III ed espose tutto il materiale del libro II. VS. Vygodskij ed altri8 pensano che Marx non abbia interrotto la stesura del libro III prima del foglio 256 del Manoscritto principa­ le, e nemmeno dopo il foglio 275-278. Essi fondano questa afferma­ zione sulla base del piano che si trova all'inizio del Manoscritto I del libro II, a cuí abbiamo fatto riferimento. Da parte sua, Teinosuke Otani9 replica con argomentazioni ben fondate, affermando che il suddetto piano risulta posteriore alla redazione del Manoscritto I: credo che abbia ragione. A suo avviso, l 'interruzione del Manoscrittc principale del libro III si dovette verificare dopo il fo glio 1 82 e prima del 243 . Effettivamente, il piano presente all'inizio del Manoscritto I del libro II e il (lo riportiamo per completo trattandosi di un piano dettagliato della seconda parte de Il capitale):

Secondo libro. Il processo di circolazione del capitale. Primo capitolo. La circolazione ( Cirkulation) del capitale. Le metamorfosi del capitale. Capitale-denaro, capitale produtti· vo, capitale-merce. Tempo di produzione e tempo di círcolazione. w I costi di circolazione. Secando capitolo. La rotazione del capitale. Concetto di rotazione. Capitale fisso e capitale circolante. Cidi di rotazione. Influsso del tempo di circolazione sulla fo rmazione del pro­ dotto e del valore, e sulla produzíone del plusvalore.

Terzo capitolo.11 83


In realta, il piano effettivamente sviluppato da Marx in questo

Manoscritto I e differente e rívela, come vedremo, un minor grado di sviluppo (e do starebbe a indicare che e precedente) ;

Secondo libro. Il processo di circolazione (Circulation) del capitale. Primo capitolo. La circolazione (Umlauf) del capitale. metamorfosi del capitale. 11 tempo di drcolazione. n tempo di p roduzione. Costi di drcolazione. Secando capitolo. La rotazione del capítale. Tempo di circolazione e rotazione. Capitale fisso e circolante. Periodi di rotazione. Continuita del processo di riproduzione. Rotazione e formazione di valore. Terzo capitolo. Circolazione e riproduzíone. Scambio di capitale per capítale, di capitale per entrata e riproduzione del capitale costante. Entrata e capitale. Entrata e entrata. Capitale e capitale. 11 ruolo del capitale fisso nel processo di produzione. [Marx non inserisce il punto 4 ] . Accumulazione e riproduzione allargata. L' accumulazione mediante la drcolazione di denaro. Parallelismo, progresso, aumento, ciclo del processo di riproduzione. Lavoro necessario e pluslavoro. Ostacoli nel processo di riproduzione. 12 Il punto 1 e moho piU approfondito nel piano indipendente ed e impossibile che Marx lo abbia elaborato prima del Manoscritto I, in quanto nello sviluppo stesso di quest'ultimo scoprl poco a poco il tema. Ma, soprattutto, nel progetto di una pagina scompare íl tema 2 del capitolo 1 : " 11 tempo di circolazione" . Otani aggiunge un' altra argomentazione: nel piano di una pagina la parola " circo­ lazione (Cirkulation)" o " capitale (Kapital) " sono scritte con la " k " ; invece nel Manoscritto I con la " e " : cío mostra un cambiamento nel­ l'ortografia di Marx, che unisce l'uso di queste lettere propríe della lingua tedesca (ma non usuali nell'inglese dí Londra, dove viveva) . 84


Nel testo stesso del Manoscritto I abbiamo, quindi, íl primo piano completo del libro II de Il capitale, e da questo possiamo con­ cludere che si tennero in considerazione le conclusioni alle quali Marx era giunto nel 1863 . In modo p articolare, nel capitolo 3 , si pos­ sono vedere le differenti relazíoní tra capitale, entrata e capitale costante (e anche fisso), che Marx aveva esposto nelle Teorie su! p lu­ svalore parlando del " lavoro produttivo " . 1 3

3 .2 LA "cIRCOLAZIONE (UMLAUF ) " DEL CAPITALE. CAPITOLO 1 (fOGLJ DAL N. 1 AL K. 5 7 ; 1 46, 9-230, 40) Il primo " capítolo (Capitel) " - che Engels chiamo "sezione

presenta come titolo in questo manoscritto "La circo­ lazione del capitale" (e non "Le metamorfosi del capitale e il loro ciclo" ) . In quel contesto Marx sviluppa quattro p unti, ma, prima di iníziare la sua esposízione, sí sofferma su alcune riflessioni generalí, giacché sembrerebbe non possedere un piano costituito. E ció si puó osservare con chiarezza non solo in queste pagine introduttive, nelle quali sembra "scaldare il motare" , ma anche perché ripete la questio­ ne in almeno tre occasioní (mi riferisco alle "formule" dei " cicli

(Abschnitt)"

-

[Kreisla u/en] ") . Il punto 1 si intitola " Le metamorfosi del capitale" : l'introdu­ zione di questo punto non verra mantenuta nel testo di Engels , giacché inizia direttamente con " la circolazione del capitale-dena­ ro" . 1 4 In questo Manoscritto 1, Marx si sofferma su alcune riflessio­ ni p reliminarí . Non parla di " stadi (Stadien) " , ma di " determinazio­ ni formali" . In effetti e necessario descrivere le "determinazioni formali (cate­ gorie) [Formbestimmtheiten (Categorien)] " che si " sviluppano " nel "processo di circolazione". Per ora Marx sta pensando alla "metamor­ fosi della merce " , e perció la sua "prima metamorfosi [consiste] nella sua trasformazione in denaro"15; in questo caso "le forme concrete distinte concettualmente, che il capitale possedeva nel processo di pro­ duzione, sano dunque sparite senza lascíare traccia" ( 1 43 ) . Lentamente comin cía a prendere forma la questione, giacché, " al fine di semplificare l' esposizione [. ] , se consideriamo la totalita del processo, esso si presenta sotto il punto di vista di tre diversi cicli ..


( Cirkellau/en ) ". E cosi Marx ínízia, per la prima volta, la descrízione dei "cicli " : Primo ciclo: l ) D-M16 (trasformazione del denaro nei fattori del proces­ so lavorativo o nei fattori reali del processo di produzione, mezzi di pro­ duzione e capacita di lavoro) -M in processo. 2 ) Il processo di produzio­ ne immediato. 3) M La merce come risultato del processo. 4) La ritra­ sformazione della merce in denaro, o viceversa: 1 ) D-M- 2) il processo di produzione o il consumo produttivo di 3) M.-M'-D': ritrasformazione del prodotto del processo a denaro. Questa e la forma (Form) che noi dobbiamo affrontare prima di ogni altra ( 144).

In seguito sviluppa i tre cícli restantí: Secando ciclo: l) M ( [ ... ] ). 2) M in processo - 3) M'-D-M' [. . .] Oppure: ll M - 2 ) 11 processo 3 ) M'-D-M' ( 145). [11 terzo ciclo e il seguente]: 3 ) P.-C.-P 045). Dunque [il quarto ciclo e] 4): 1 ) M ' - D-M. 2 ) P. 3 ) M ' 046) .

Dopo aver individuato il tema sviluppandolo per iscritto, Marx ritorna sui suoi passi per iniziare un'analisi piu dettagliata, e inserisce come paragrafo: "I. La prima forma del ciclo: 1 ) D-M. 2) P. 3 ) M '­ D '" ( 1 46) . E il ciclo del " capitale-denaro" gia presente nell'edizione di Engels - che la estrapolo dal Manoscrt'tto VII e non dal II. 17 Marx analizza la funzione di ciascuna delle figure nelle sue distinte posizioni all'interno della matrice generale. In questo modo, " M-M"' funge " come presupposto e come risultato" ( 147) del pro­ cesso di produzione. Allo stesso modo " D-D'" nella prima posizione opera " come capitale in sé" , mentre nella seconda posizione " come capitale realizzato" ( 1 47 ) . Cosi, " questo processo, il cuí risultato (Resultat) e D-D', non appartiene dunque ad un p uro processo di cir­ colazione, [ .. esso consiste piuttosto] consumo reale del lavoro comprato" ( 155). Un ciclo del capitale non costituisce, quindi, un passaggio for­ male attraverso differenti figure círcolanti, ma include sempre anche le determinazioni materiali della produzione e quelle formali della circolazione come totalita. Il D che diviene D' e in D' denaro che ha sussunto lavoro vivo non pagato: eticamente perverso, realizzazione del capitale come derealizzazione dell' operaio. .

86


Seguendo la sua riflessione, sviluppa: "II. La seconda forma del processo di circolazione: 1 ) M.- 2 ) P.- 3 ) M'-D'-M (la circolazione) 4 ) M (come risultato della metamorfosi complessiva ) " ( 164 ) . In questo caso, com'e evidente, " il punto di partenza e qui la merce" ( 1 64 ) . Nonostante cio, i l momento M' - M " appare qui come processo di riproduzione ( 1 66). Allo stesso modo il seguente punto e cosi formulato: " III. Terza forma del processo di circolazione. 1 ) P. (processo di produzione) 2 ) C. (processo di circolazione: M'-D-M) 3 ) P " . ( 1 69 ). Come nei casi precedenti, Marx scrive: 11 processo di produzione appare qui come punto di partenza e punto d' arrivo del movimento, e dunque come processo di riproduzione, nel quale e, la circolazione propriamente detta, con la sua serie di metamor­ fosi, M'-D-M, forma solamente un momento di mediazione (1 69).

In questo modo arriviamo a " IV. Quarta forma del processo di circolazione. 1) M'- 2) (M-D-M)IC- 3) P- 4 ) M"' ( 170). Risulta evidente che si tratta di nuovo della forma del capitale­ merce, che, costituendo una ripetizione, verra eliminata da Marx nelle redazioni posteriori. Giungiamo, infine, alla sintesi:

D-M-D M-D-M 4) M'-D-M', che coincide con 2 ) , e, in questo modo, D-M-D ed M-D-M si rivelano le due forme fondamentali. Adesso in 3 ) P-C-P si manifesta la riproduzione nella forma stessa come momento del processo ( 170). Dopo aver considerato i diversi nessi tra queste quattro formu­ lazioni, Marx ritorna ad una riflessione d'insieme, che ci ricorda famosi passi dei Grundrisse: Il capitale complessivo appare come capitale circolante, poichÊ compie il ciclo delle fasi (Phasen) delle sue differenti metamorfosi. D' altra parte, emerge la differenza con la sfera della circolazione vera e propria, nella quale il capitale funziona come capitale mercantile o capitale-denaro, e con la sfera della produzione immediata, nella quale il capitale funziona

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come capitale produttivo, cosicché, quando e in una fase, non e nell'al­ tra. Esso appare, dunque, fissato (fixiert) in ogní fase, senza che il fluido trapassí dall'una all'altra fase (178).

Da cío possiamo distinguere livelli differenti: 1 ) In primo luogo e necessario " separare la sfera della circola­ zione dalla sfera della produzione" ( 177) . 2 ) I n secondo luogo, " se si considera il processo complessivo, entrambe le fasi appaiono come fasi dello stesso processo" ( 177). 3) Inoltre, " tutti i presupposti del processo appaiono come suo rísultato e tutti i suoi rísultati appaiono come suoi presupposti. Ogní momento appare come punto di partenza, come punto di pas­ saggio e come punto di ritorno" ( 1 7 8) . "Il capítale e l'unita reale dei suoi differenti momenti" [ . . .] ( 1 86). 4) Infine, "la metamorfosi [ ] significa soltanto che, con una mano, vengono vendute le merci prodotte, e, con l' altra, vengono comprate di nuovo le merci con il loro profitto, che funzionano come condizioni di produzione" ( 18 1 ) . Alla fine della ríflessione s u questi temí Marx s i occupa del "capitale-merce M'-D"" ( 1 82 ) , ma in realta si sofferma sull'ultímo dei due cicli, di cuí aveva parlato nel Manoscritto del '61-63 . 18 Si tratta della questione della sfera della circolazione propriamente detta, del mercato - anche se del mercato mondiale -, della "spa­ zialíta" del capítale: ...

La dístanza spaziale (r{jumliche Ent/ernung) dei mercati [. ] costituisce un elemento importante, in particolare per la formazione della produzio­ ne capitalistica, il cuí mercato, per gran parte dei suoi prodotti, e il mer­ cato mondíale ( 1 91). ..

In seguito Marx tratta ancora due punti: la "formazione di scor­ te in generale ( Vorrathbildung) " ,19 e il " capitale-denaro ( Geldcapita[) " ( 1 95 ) . 11 punto 2 (foglio 4 1 del manoscritto) si i nt itola: "11 tempo di cir­ colazione" (202). 11 titolo di questo punto verra cambiato in: "Il tempo dí drcolazione ( Umlaufzeit) ".20 n punto 3 presenta come titolo "Il tempo di produzione" (209). "Il tempo di produzione [. .. ] + il suo tempo di circolazione equivale 88


alla rotazione del capitale" (2 10). n "tempo di produzione" non e iden­ tico al "tempo di lavoro" , mentre "un periodo di rotazione" e uguale al "tempo di riproduzione", o alla somma del tempo di produzione e di circolazione. Marx fa passi in avanti rispetto a cío che aveva teoriz­ zato nei Grundrisse. Il "tempo di produzione" include i tempi di "non­ lavoro" (2 14). Importante e la " diminuzione del tempo di lavoro" (2 15) - che significa una riduzione del salario -, ma anche la " diminu­ zione del tempo di produzione", in quanto si accorcia il tempo della rotazione. Le interruzioni sono tempi di svalorizzazione. Il "tempo di rotazione ( Umlau/zeit) del capitale" e quello di cir­ colazione (M-D-M) ; il tempo di produzione e quello che trascorre quando una quantita determinata di capitale attraversa l'immediato processo di produzione. n tempo di rotazione e "la somma del tempo di produzione e del tempo di circolazione del capitale" (2 16). Per quanto concerne la questione della dipendenza, e bene ricordare che e " il risultato di un processo lavorativo continuato per lungo tempo, forse per molti anni (si veda qui Wakefield sulle colonie [scrive Marx nel suo quaderno] ), il cuí ritorno, molto in ritardo, come valore d'uso e come realizzazione di plusvalore [ . . . ] non utilizzera per anni" (222) . Il punto 4 presenta come titolo: "Costi d i circolazione" (222) .21 Marx analizza qui quattro aspetti: ogni costo di circolazione e una diminuzione o sconto di plusvalore; ogni aumento nel tempo di cir­ colazione e una perdita per il venditore; i costi di trasporto sono anch' essi spese che devano essere sottratte dal plusvalore; e infine, il denaro stesso e parte del costo di circolazione (223 , 230).

3 .3 LA " RoTAZIONE (UMSCHLAG)" DEL CAPITALE. CAPITOLO 2 (FOGLI DAL 57 AL 1 06 23 1 , 1 -3 00, 5 ) Il punto 1 d i questo secando capitolo si intitola: "Tempo di cir­ colazione e rotazione" (23 1 ) . Nei nove fogli del manoscritto Marx si sofferma sulla questione, e studia in particolare la velocita di rotazio­ ne. Ogni rotazione presenta un "periodo di rotazione "; all'interno di un anno possono esserci due periodi (come, ad esempio, due raccol­ ti dello stesso terreno). Il "tempo di rotazione" e importante per il fatto che il profitto realizzato da un capitale dato si moltiplichera per i periodi, al fine di totalizzare il profitto annuale di suddetto capita89


le. Tante piu rotazioni ci sono, tanto piu capitale viene prodotto. Successivamente Marx passa al punto 2: "Capitale fisso e capitale circolante. Epoche della rotazione. Continuita del processo di riprodu­ zione" (245 ) . Qui Marx esamina un punto centrale della sua esposizio­ ne, che occupa 33 fogli del manoscritto e che coincide con uno dei temi piu ampiamente trattati. Infatti spiega: Il capitale e circolante in quanto successivamente compie un ciclo dalla fase di produzione alla fase di circolazione vera e propria, qui passa suc­ cessivamente attraverso due fasi contrapposte, e poi giunge di nuovo nella fase di produzione e cosl vía. Esso e pero, nello stesso tempo, fissa­ to [fixiert] in ciascuna di queste fasi (245 ) .

Tuttavia all'inizio viene sottolineato che l a nuova e necessaria distinzione esposta in questo capitolo consiste nella differenza tra "capitale circolante" e " capitale produttivo " (245 ) . Solo in seguito Marx introduce una nuova distinzione tra "capitale investito (Anlagecapüa[) " e " capitale fluido (/lüssigem) " (245 ) , ed e in quanto " capitale fissato" che si puó parlare di " mezzi di lavoro" (246), o della "figura materiale" (246) del capitale. "E in questa determinazio­ ne formale, in riferimento al processo di circolazione, si parla di capi­ tale /isso" (249): Il capitale fisso non e, come prima, il capitale fissato, anche se nel senso stretto del termine rimane capitale fissato per l'intera durata della sua esistenza nella sfera di produzione, solamente una delle vicendevoli determinazioni formali che il capitale assume nella sua rotazione. Esso e una parte specifica gia nel suo modo di esistenza materia/e (materielle Existenzweise) nel processo lavorativo [ .. .] E un elemento costitutivo del capitale costante, ma solo una parte del capitale costante funziona, esi­ ste, come capitale fisso (249).

Dopo un'esposizione numerica, Marx si sofferma in modo spe­ cifico sullo " sfruttamento del lavoro " (264 ) , su una questione, quin­ di, essenzialmente etica, per dimostrare l'invisibilita del plusvalore nel " saggio di profitto" . Continua, poi, parlando del tema della ''costituzione del valore" (267) e della "valorizzazione" (267 ) . Infine, egli espone in nove punti le questioni che avrebbero dovuto essere trattate successivamente con maggiore ampiezza. All'inizio le classifi-

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ca con numeri arabí, poi, in altre redazioni, corregge il loro ordine con numeri romani: 1 . Periodo totale di rotazione [ . . . ] 2. Confronto tra capitale fisso e círcolante [. . ] 3 . In che senso entrambi i capitali lo sono pienamente [ . . . ] 4. Capitale fisso, la massa dei mezzi di sussistenza [ . . . ] 5 . Le differenti modalita del capitale fisso [ . . ] 6. Rapporto del capitale fisso con il consumo 7. Trasformazione del capital e círcolante in capítale fisso [ . . ] 8. Circolazione del capitale fisso sotto forma di vendite [ . . ] 9. Fino a che punto il capitale fisso in quanto tale círcola [ . . . ] (267) lnnanzitutto Marx si preoccupa di spiegare il contenuto di que­ sti enunciati, con l'espressione: "ad l" ecc. In questo modo, " ad L 11 periodo complessivo di circolazione del capitale fisso" (2 68) si deve misurare in un numero determinato di anni. 11 recupero totale quan­ to e stato investito in un mezzo di lavoro (una macchina) e cío che Marx chiama " ciclo di rotazione ( Umschlagscydus) del capitale" (268) . 11 valore d'uso del mezzo di produzione <leve essere reintegra­ to da un sostituto almeno uguale. Il mezzo di produzione, che "si físsa anche spazialmente (riiumlich) e si radica nella terra (ortlich Wurzel) " (268) alla fine muore: e inutile, ma risorge nei prodotti in cuí ha trasferito il suo valore. Ed e in questo consumo della "base materiale" che i cícli della rotazione industriale sí trasformano nel fondamento della "periodici­ ta della crisi (Periodicitdt)" (27 1 ) : "Con periodo di riproduzione del capitale fisso intendiamo il tempo della sua durata [ . ] finché lo si debba sostituire con un nuovo capitale fisso dello stesso tipo" (27 1 ) . Poi viene affrontato " Ad II " (e qui Marx considera il punto 7 ) , e cioe l a questíone della " trasformazione del capitale fisso in circolan­ te" : si tratta di comprendere il consumo dello " specifico modo di esi­ stenza materiale del suo valore d 'uso" (276), che nella misura in cuí si distrugge " passa" al prodotto e costituisce alla fine il suo prezzo. Da tale elemento non e possibile affermare la completa " immobilita ( Unbeweglichkeit) del capitale fisso " (282 ) . A contínuazione, analizza insieme: "ad VII, VIII, IX" (282 ) , i punti 2 , 3 e 4 enunciati all'inizio: " Ci si trova di fronte ad una diffe­ renza fondamentale fra il capitale fisso e il capitale circolante: que.

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.

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,

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st'ultímo compie continue metamorfosi, mentre il primo no. Qui dobbiamo soffermarci ulteriormente su questa differenza . " (282 ) . S i sofferma sul tema per circa sei fogli e conclude con l'ultimo punto: "Ad V 11 denaro e capitale circolante o capitale fisso? " (288). Si puó osservare che, nell'elenco iniziale in numeri arabi, non vengo­ no trattate le questioni 6 e 8. 11 punto 3 di questo capitolo lo intitolo "Rotazione e formazione di valore" (290). Il tema si divide in tre momenti: a) "La differenza fra capitale fisso e capitale circolante" ; b) "Differenza nella durata del pro­ cesso lavorativo" e c) " Differente ritorno in seguito alle diverse distan­ ze dei mercati" . In questo punto Marx studia situazioni concrete nelle quali le differenze temporali (piii lunghe o píU corte) della rotazione influiscono nella creazione di valore. Nel caso di "differente estensio­ ne del processo lavorativo" , che "dura piU a lungo per portare a termi­ ne il prodotto" (290) , la rotazione acquisisce una forma specifica. La stessa cosa accade con l' "interruzíone del lavoro durante il processo di produzione" (29 1 ) , o, come nel caso dell'America Latina in epoca colo­ niale, e anche successivamente, quando c'e una " differente estensione del ritorno (del capítale) in seguito alle diverse distanze dei mercati da! luogo di produzione" (29 1 ) . Altri temi sono "I costi di circolazione" (298) ed il "Tempo di rotazione" (298 ) , anticipazioni degli argomenti dei manoscritti successivi.

3 .4 CmcoLAZIONE E RrPRODUZIONE. CAPITOLO 3 (FOGLI DAL 1 07 150; 3 0 1 , 1- 3 8 1 , 3 0)

AL

Si tratta del " terzo capítolo " , il cuí punto l e intítolato " Scambio di capitale con capitale, dí capítale con reddito, e riprodu­ zione del capitale costante" . In tutta questa esposizione, che corri­ sponderebbe alla " Sezione IJI" del tomo II de Il capitale pubblicato da Engels, non ci sono tanti esempi numeríci come li troviamo all'in­ terno della riproduzione del tomo JI. Qui l' esposizione risulta piu concettuale. Marx prende in considerazione anche i rísultati raggiun­ ti nei Manoscritti del '61 -63,22 e inoltre quelli dei Grundrisse, ma sara un testo meno sviluppato quello che esporra all'intern o dei Manoscritti II e VII di questo libro JI - come vedremo nel capitolo 6 di quest' opera. 92


In 43 pagine (della MEGA) Marx si sofferma sullo scambio tra il " capitale A" e il " capitale B " . Sviluppa la questione dello scambio " del capitale costante di A con i redditi di B" (33 1 ) ; lo scambio tra il produttore dei mezzi di produzione e il compratore, il quale costitui­ ra il suo capitale costante attraverso questi mezzi. Risulta chiara che questo scambio non e uguale al caso in cuí i capitali A e B scambino recíprocamente capitale costante. L' autore si collega al tema della riproduzione tra due capitali, che per chiarezza semplifica ad una espressione mínima (solo " due" capitali), per far vedere la comples­ sa realta concreta della suddetta riproduzione codeterminata in modo multiplo e strutturale dai capitali in concreto. ll punto 2 si intitola "Reddito e capitale. Reddito e reddito. Capitale e capitale (Scambio vicendevole fra di essi)" (343 ) Qui la riflessione precedente viene capovolta. Adesso il punto di partenza e il guadagno e quello di arrivo il capitale. Il punto 3 ha come titolo "ll molo del capitale fisso nel proces­ so di riproduzione" (344 ) , ed in esso vengono presentate esemplifica­ zioni numeriche: " nel primo caso = Cf 5 000+ Ce 10 000 + Cv 5 000 + pl 5 000 (se il plusvalore e = 1 00 % ) , e dunque 25 000, di cuí 1 /5 sostituisce il capitale fisso [ ... ] " (347 ) . Allo stesso modo vengono stu­ diati altri casi per poter osservare la variazione degli effetti e arrivare ad una piena costruzione delle categorie - come quella di "capitale fisso " . Il punto 5 , "Accumulazione o riproduzione allargata" (353 ) , si addentra in una questione che Marx descrivera molto pili dettaglia­ tamente nel Manoscritto VIII di questo libro II, e che Engels ripren­ dera per la " Sezione III" del libro II, capitolo 2 1 . Nel punto 6 Marx si occupa dell"' accumulazione mediata dalla circolazione di denaro " (359). Questo e un punto di grande impor­ tanza, perché in seguito non verra effettivamente sviluppato il conte­ nuto di tale tema. Dice Marx: "I capitalisti devano possedere insieme una somma di denaro sufficiente per: 1 ) pagare il loro capitale varia­ bile [ . . . ] ; 2) scambiare i loro redditi con altro capitale" (359) . Cío suppone una certa accumulazione di denaro con l'unico scopo della circolazione (oro e argento, per esempio), specialmente se si pensa ad una nazione come totalita. Il capitale accumulato come denaro e " tesoro " , ma nonostante cío funziona come capitale per gli scopi del credito o degli scambi internazionali. 93


Nel punto 7 Marx espone il " Parallelísmo, progressione, cresci­ ta, ciclo del processo di riproduzíone" (363 ) . Per "parallelísmo" si intende, ad esempio, il fenomeno per cuí alcune merci stanno nel mercato in attesa di essere vendute, mentre altre sí trovano ancora all'intemo del processo dí produzione. TI processo dí riproduzione, in quanto un " tutto" <leve studiare questi processi nella loro "simul­ taneita (Gleíchzeitigkeit) " o "nel movímento compresente (Nebenein­ anderlaufen) " dei diversi momenti del capitale. Nella sezione 8 si sofferma sul "Lavoro necessario e pluslavoro (plusprodotto)" (372), aspetto gía trattato nelle redazioní anteriori de Il capitale.

Infine il punto 9, "Impedimenti nel processo di riproduzione" (3 8 1 ) , si riferisce solamente al " capitolo 7 del libro III" . Di che capi­ tolo si tratta? Marx non era ancora arrivato a questo capitolo e sicu­ ramente dovette cambiare numero. In futuro tutto ció richiedera ricerche particolari, ma al momen­ to ci limitiamo ad indicare le questioni trattate da Marx. Il Manoscritto I termina con una pagina in cuí viene sviluppa­ to un piano per la terza parte del libro II de Il capitale. Ci sembra evidente che questo riassunto sía stato scritto successivamente. Si puó osservare, infatti; che Marx scrive " capirolo (Kapite[) con la "k" che, abbiamo visto, e un 'ortografia posteriore a quella del Manoscritto I. 11 piano generale viene cosl riassunto: Le sezioni (Abschnitte) del capitolo 3 sono le seguenti: l. condizioni reali di circolazione ( riproduzione) 2 . L'elasticita della riproduzione 3 . L'accumulazíone o riproduzione allargata 4. Parallelismo, progresso, crescita, ciclo del processo di riproduzione 5 . Lavoro necessario e pluslavoro 6. Ostacoli al processo di riproduzione 7 . Passaggio al libro III (381-fine).23 Come si puó notare, questo schema non verra mantenuto nel piano successivo di Engels. A partire dal punto 3 , questo piano coin­ cide con il punto 5 di quello composto di 9 punti24 nel Manoscritto l. Sembra che si tratti della parte che non venne inclusa nel progetto (a cuí manca un foglio all'inizio della cartella del Manoscritto I) , e che Marx aveva denominato " Terzo capitolo" (p. 139), senza alcun conte-

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nuto e scritto con la "k" (Kapt'tel) . In questo modo avremmo un piano completo del libro II elaborato molto tempo dopo dallo stesso Marx: e questo, quindi, il secondo piano del libro II (se consíderia­ mo la stessa titolazione del testo del Manoscritto I come il primo) . In questa parte Marx ha trattato l e questioni in modo meno "ontologico" rispetto ai Grundrisse. Non troviamo qui un'esposizio­ ne globale della circolazione nel senso della totalita; abbiamo piutto­ sto un'esposízione analítica, per partí. I "cicli" sono í momenti della "circolazione" del capitale su se stesso in astratto. La "rotazione" e gfa il movimento stesso, ma piu concreto, dentro íl tempo del consu­ mo del "capitale fisso" (una " circolazione" lunga) . La " riproduzio­ ne '' , d'altro canto, fa entrare in gioco almeno "un altro" capitale; sí tratta di un livello ancora píu concreto. Dall'astratto (dalla " círcola­ zíone " o dalla " rotazíone") , si sale al concreto che lo abbraccía e lo rende piu complesso (alla "rotazione " o alla " riproduzione" ) . Come nel caso del libro I , e anche, ovviamente, del libro III, il libro II fínisce con un "avvolgersi-su se-stesso" (come direbbe Hegel e come ripete Marx) del capitale. L'accumulazione e, all'in­ terno della produzione, il ritorno a se del plusvalore in capítale; la riproduzione e il ritorno stesso, ma piu concreto (e la riproduzione semplice e piu astratta di quella ingrandita) della circolazione del capitale. Nel libro III verra trattato, in modo analogo, lo stesso tema nella realizzazione del capitale come profitto: profitto che diviene capitale - questione la cuí trattazíone Marx, come vedremo, non pote portare a termine, visto che corrispondeva al trattato della " concorrenza . Per comprendere in tato la visione di Marx sulla circolazione, si dovra sempre tornare ai quaderni classíci dei Grundrisse. Le prime intuizioni raggiunsero profondita e splendore ontologici incompara­ bili. Avrebbero dovuto far parte dell'edizione del tomo II, ma Engels non le conosceva e questo fatto trova una chiara spiegazione. Alla fine del Manoscritto I del libro II, Marx continuo la reda­ zíone del Manoscritto principale del libro III, nonostante in quel momento, nel giugno del 1 865 , dovesse esporre all'Internazionale la sua posizione rispetto alla questíone politica del salario. "

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4 . La configurazione del processo globale del capitale. Seconda parte del "rnanoscritto principale" del libro IIJ ( 1 865) (Fogli 243-575 del manoscritto a80 (A54) , scritto dalla meta del 1 865 al dicembre dello stesso anno)

Ne! capitale produttivo d'interesse la rappresentazione del capitale-fetíc­ cio e portata a compimento, la rappresentazione che attribuisce al pro­ dotto accumulato del lavoro, e per di piu fissato come denaro, la capaci­ ta dí produrre plusvalore in una progressione geometrica, per una quali­ ta segreta innata, come un semplíce meccanismo [ . . ] Il prodotto del lavoro passato, il lavoro passato stesso e qui in sé e per sé pregno di una parte di pluslavoro vivo presente e futuro. Sí sa invece che [ . ] il valore deí prodottí del lavoro passato [ ] e soltanto il risultato del loro contat­ to con il lavoro vivo; e in secondo luogo: che il predominio dei prodotti del lavoro passato sul pluslavoro vivo dura soltanto quanto dura il rap­ porto capitalisrico; que! determínato rapporto sociale in cuí il lavoro pas­ sato si contrappone in modo autonomo e preponderante al lavoro vivo. t .

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. . .

Terminata la redazione del libro II (Manoscritto l), Marx dovet­ te continuare l'esposizione del libro III. Tuttavia, a causa del suo impegno con l 'Internazionale, tra il 20 e il 27 giugno 1 865 scrisse e lesse il suo lavoro su Salario, prezzo e profitto, dal quale inizieremo questo capitolo in modo da seguire una lettura cronologica delle sue opere.

4 . l . SALARIO, PREZZO E PROFITTO (GIUGNO 1 865 ) Dalla fine del 1 843 Marx si era occupato frequentemente della questione del salario. Nel piano dell'opera le assegno, fin dal 1 857, nei Grundrisse, uno specifico trattato, successivo a quello su! capitale e sulla rendita. Sappiamo che non arrivo mai a scriverlo. Tuttavia lascio analisi sufficienti quasi a ricostruíre a posteríori questo trattato.2 97


Nella seconda meta del dicembre 1 847 Marx tenne una confe­ renza (e, successivamente, nel 1 849 scrisse un testo) su Lavara sala­ riato e capitale3 , che Engels corresse per la pubblicazione nel 1 89 1 . In questo breve lavoro possiamo vedere che Marx non aveva anco­ ra elaborato il concetto di plusvalore e, inoltre, non faceva ancora differenza tra lavoro Oavoro vivo) , come fonte creatrice di ogni valore (e per questo senza valore) , e capacita di lavoro (o forza lavo­ ro) che ha valore. L'insistenza del testo sull'uso della denominazio­ ne "forza di lavoro " fa, probabilmente, parte della correzione engelsiana. Marx non possiede la precisione alla quale arrivera anni dopo, ma e possibile osservare !'impulso delle scoperte giovanili: Il lavo ro e pero l' attivita vitale propria dell' operaio, e la manifestazio­ ne della sua propria vita. Egli vende ad un terzo questa attivita vitale per assicurarsi i mezzi di sussistenza necessari. La sua attivita vitale e dunque per lui soltanto un mezzo per poter vivere. Egli non calcola il lavo ro come parte della sua vita: esso e piuttosto un sacrificio ( Opfer) della sua vita.4

Marx pensava ancora che fosse la concorrenza a determinare il prezzo di una merce;5 era moho lantano dal concetto di "prezzo di produzione" , e perció lo confondeva con il " costo di produzione " , e quindi "in realta il prezzo di una merce e sempre al di sopra o al di sotto dei costi di produzione"6. Marx ha gia visto che il prezzo del lavoro (successivamente dira della capacita di lavoro e non del lavoro) e determinato dal costo di produzione, dal tempo necessario (oggettivo) a produrre questa merce, "che e la forza lavoro [nella traduzione italiana si usa il termi­ ne "lavoro "] "7. Arriva anche ad "intuire" la questione del plusvalore, quando scrive: tanto la reintegrazione del salario quanto l'eccedenza di profitto del capi­ talista vengono trattati, grosso modo, dal nuovo valore creato da! lavara dell'operaio ( . . . ) . In questo senso ( . . . ) possiamo considerare tanto il sala­ rio quanto il profitto come partecipazione al prodotto dell'operaio8.

Nel 1865 tenne la conferenza su Salario, prezzo e pro/itto in risposta al " cittadino Weston " . Vediamo che i diciotto anni non

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sono trascorsi ínvano. Marx padroneggia totalmente íl proprio svi­ luppo teorico-dialettico: puo cosl definire il concetto di salario a partire da categorie necessarie. Va ricordato che, in questo momen­ to, Marx ha gia scritto integralmente il libro I de Il capüale (nel 1 863-64), e inoltre ha redatto in modo definitivo (visto che non ci saranno cambiamenti significativi nel periodo successivo) íl capito­ lo 2 del libro III. ( che tratta tutta la questione del passaggio dal valo­ re al prezzo di produzione) . Tuttavia, in questa conferenza, Marx si situa ad un livello di analisi molto piU concreto, complesso, molto piu vícino al mondo dei fenomeni, in quanto entra nell'esposizione della questione dell'offerta e della domanda in riferimento al sala­ rio: " [ .. ] I rapporti fra la domanda e l' offerta del lavoro subiscono delle vari azioni continue, e insieme con esse variano i prezzi del mercato del lavoro. "9 Marx spiega che l' offerta e la domanda non costituiscono la legge che regola la variazione dei salari: " Ma se considerare la doman­ da e l' offerta come la legge che regola i salari, declamare contro un aumento deí salari sarebbe altrettanto puerile quanto inutíle [. .J. " 10 Ció implica che Marx conosca gia chiaramente la conclusione del capitolo 3 del libro III sulla legge del calo tendenziale del saggio di profitto - dove mostra che l' offerta e la domanda sono l' effetto e non la causa delle leggi fondamentali. Sembrerebbe quindi corretto collocare la redazione del capitolo 4 del libro III successivamente a questa conferenza all'Intemazionale. In questo breve scritto, Marx elabora un magnifico esempio di argomentazione teoríca articolata con questioni politíche concrete. Dice infattí: "Espresso nella sua forma piu astratta, il dogma [del Signor Weston consiste nell 'affermazione] che i salari determinano i prezzi delle merci . " 1 1 Questo sarebbe andare oltre Smith e Ricardo in cío che hanno di "veramente scienttfico" t2; sarebbe determinare i prezzi (fenome­ ni del mercato) dal salario (altro fenomeno superficiale della circo­ lazione). Marx mostra quindi che il lavoro, e non il salario, determi­ na íl valore delle merci (e del salario stesso in quanto denaro ) . Ma, a questo punto, Marx, guidato da spirito pedagogíco, con l 'ínten­ zione di spiegare chiaramente la questione ai membri presentí all'Internazionale, ripete di nuovo cio che aveva gfa detto nel 1 85 9 i n Per la critica dell'economia política . E possíbile, quindi, che in .

.

99


quel momento Marx abbia capito che era necessario cominciare Il capitale non dal capitolo sulla " Trasformazione del denaro in capi­ tale" (capitolo 1 del libro 1 del 1 863 -64 ) , ma dalla questione del valore, cioe dal capitolo sulla merce e il denaro. 13 11 linguaggio teo­ rico si fa político: Tutti voi siete del tutto sicuri che quello che vendete quoridianamente e il vosrro lavoro [. .. ] Eppure non esiste una cosa come il valore del !avaro, nel senso comune della parola [ . ] . Cio che l' operaio vende non e diretramente il suo !avaro, ma la sua forza-lavoro14 [forse qui Marx scrisse " capacita di lavoro" e venne corretto da Engels] . ..

Marx ha ora chiara la categoría di plusvalore (punto 8) e pos­ siede pieno dominio dell'uso della sua "matrice" fondamentale: la " falsa apparenza"15 di un " prezzo del lavoro" occulta il lavoro come sostanza del valore e il plusvalore come furto. lnoltre Marx antici­ pa i temí dei seguenti capitoli del libro 111, che doveva ancora scri­ vere nei restanti mesi del 1 865 : Rendita fondiaria, interesse e profitto industria/e sono soltanto nomi diversi per diverse parti del plusvalore della merce, o del !avaro non paga­ to in essa contenuto, e scaturiscono in ugual modo da questa /ante, e uni­ camente da questa Jonte.16

Come si puo vedere, si tratta nientemeno che del programma dei capitoli dal 4 al 7 del libro 111. Anche se non seguiremo passo passo l' argomentazione di Marx in tale questione, ricordiamo la fine della sua conferenza: Le Trade Unions [ .] in parte si dimostrano inefficaci in seguito a un impiego irrazionale della loro forza . . . Esse mancano, in generale, al loro scopo, perché si limitano a una guerriglia contro gli effetti del sistema esistente, invece [. l di servirsi della loro forza organizzata come di una leva per la liberazione definitiva della classe operaia, cioe per l'abolizione definitiva del sistema del lavoro salariato. 17 ..

..

1 00


4 .2 'fRASFORl\1AZIONE DEL CAPITALE-MERCE E CAPITALE-DENARO IN CAPITALE CHE TRAFFICA MERCI E DENARO ( O IN CAPITALE COMMERCIA­ LE) . CAPITOLO 4 (FOGLI 243 -86 DEL MANOSCRITTO PRINCIPALE)

Marx dovette cominciare il capitolo 4 del Manoscritto principa­ le del libro III a meta del 1 865 (dopo giugno? ) . Divise l'argomento del capitolo in sette punti. 1 primí quattro diventeranno i capitoli dal 16 al 1 9 del tomo III de Il capitale di Engels e conserveranno gli stes­ si titoli. 11 capitolo 20 dí Engels riunisce i punti dal 5 al 7 di Marx (dal foglio 278 al 285 ). 11 capitolo 4 inizia con alcune righe rispettate da Engels.18

11 paragrafo 1 presenta come titolo: "11 capitale che traffica merci ( Warenhandlungskapital) (il profitto commerciale) " , e subito vi sano due ríferimenti al libro 11 (che ha appena redatto) . T. Otaní h a ragione quando afferma che Marx aveva gfa scritto il suddetto libro II. Nel Manoscritto pn'ncipale si afferma: " Lo abbíamo gia esposto? (libro 11, cap. I J , í costi di circolazione) " . 19 Nel Manoscritto I del libro 11 si veda il capitolo 32 possiamo leggere che l' argomento trattato da Marx nel capitolo 1 , paragrafo 3 , era: " Il tempo d i produzione". Cío significa che non avendo ancora scritto il libro II, non avrebbe potuto mantenere, in una ipotetica reda­ zione posteriore, un piano gia scartato. Accadde che, alla fine del manoscritto del libro 11, Marx corresse il piano che rímarra succes­ sivamente espresso nell'indice di una pagina con ortografía con "k" e il riferimento in questo capitolo 4 del libro 111, "cap. 1.3 " non si rife­ risce al piano del Manoscritto I del libro II gia scritto, ma alla correzio­ ne postenore. Cos1 possiamo affermare con sicurezza che il capitolo 4 del libro III che stiamo commentando e posteríore alla redazíone del libro II. 11 tema qui affrontato era gia stato abbozzato nei Grundrisse,20 anche se in modo ancora piu esplicito nei Manoscritti del '61 -'63 .2 1 Era la prima parte del capitolo 4 che, alla fine, Marx divise in due partí, da cuí ha origine il capitolo 5 sul capítale che rende interesse. La questione e la seguente:

La prima concezione teorica del modo di produzione moderno cantilismo

-

il mer­

part1 necessaríamente dai fenomeni superficiali (ober/liichli­

chen Phá'nome11e11) del processo dí circolazione, quali essi si manifestano

101


autonomizzati ne! movimento del capitale commerciale, e non si rese quindi conto che dell'apparenza (Schein) delle cose. In parte perché il capitale commerciale e in general e la prima manifestazione autonoma del capitale. In parte a causa dell'influenza preponderante che esso eser­ cita [ . .] ne! periodo di formazione dell a produzione moderna. La vera scienza (wirkliche \Vissenscha/t) dell 'economia moderna non comincia che l a dove l a trattazione teorica passa (übergeht) da! processo di circo­ l azione al processo dí produzione22• .

Cosi, la "scienza" comincia quando s1 passa" (l'" Übergang" dialettico) dai fenomeni superficiali o apparenti al fondamento: la produzione. Marx si soffermo molto su questo passaggio nei Grundrisse.2> Cío che " appare" per p rimo fenomeno - nella circo­ lazione mercantile (precapitalistica industriale propriamente detta) e il " capitale commerciale (Handelskapita[) " dell' epoca mercantile. Eppure a Marx interessa risalire fino all'essenza occulta e concreta del capitale, il capitale industriale in senso stretto, e da esso intende definíre la forma derivata dal capitale autonomizzato che traffica rnerci o denaro: ''Qual e ora il rapporto fra questo capitale per il commercio di merci e il capitale-rnerce considerato come una sem­ plice forma di esístenza (Existenz/orm) del capitale industriale? "24 Esiste una rícchezza comrnerciale precedente al capitale, autono­ rnizzata, che opera come tesoro (il tesoro degli usurai medíevali, per esempio) . La trasformazione del denaro in capítale, per mezzo della sussunzione del lavoro vivo come fome creatrice di valore, determina l'apparizione, in quanto forma di esistenza del capitale industriale stes­ so, del capitale-merce ( Warenkapita[) e ancora del capitale-denaro (Geldkapita[). Successivamente appare una forma di capitale autono­ mizzato, rna come capitale: il " capitale dedícato al traffíco di merci ( Warenhandelskapita[) " o quello dedicato al "traffíco di denaro (Geldhandelskapita[) " . Questi ultimi sono modi del "capitale comrner­ ciale" propriarnente detto: "Il capitale commerciale non e altro se non il capitale che funziona nella sfera di circolazione [. . ] Ma nel proces­ so di circolazione non viene creato alcun valore, quindi alcun plusva­ lore." 25 Nel suo fondamento etico, cio che interessa spíegare a Marx e che il capitale commerciale non puo creare (e nemmeno produrre) alcun valore e, quindi, nemmeno il plusvalore. In realra si tratta di un .

1 02


meccanismo, una specíe di cínghia di trasmissione del valore (e del plusvalore) creato all'interno del processo di produzione. Tutto íl resto del libro III riguardera, in sostanza, la descrizione della distri­ buzíone del valore creato nel livello profondo, invisibile, essenziale , del consumo di lavoro produttivo (tema del libro I). Il paragrafo 2 , " Il profitto commerciale e le sue peculiarita" ,26 della ripete il tema di fondo: "le pure funzioni del capitale nella circolazione [ . ] non generano né valore né plusvalore" ,27 ma resta­ no solo mediazioni della " realizzazione" del capitale industriale. La "fase di circolazione" del capitale industriale si situa all'interno del processo di riproduzione; per questo anche il capitale commerciale e un momento della riproduzione. Cosl il capitale commerciale e un momento parassitario del capitale industriale propriamente detto. La questione che Marx chiarisce nel paragrafo indicato ( capitplo 17 per Engels) e la seguente: "Come il capitale commerciale giunge ad impa­ dronirsi della parte che gli spetta del plusvalore o del profitto creato dal capitale produttivo? " 2 8• Il capitale commerciale si impossessa di parte del valore come spese o costi di circolazione o di realizzazione del capitale industria­ le: analogamente, come costí di circolazione del capitale industriale, fondati sulla generazione di valore e plusvalore dello stesso capitale produttivo. Marx puó qui chiarire l'idea che ogni merce venduta dal capitale commerciale autonomizzato " si vende per il suo valore " - e non per piu del suo valore. Ciü portó Marx a vedere, all'interno dei Manoscritti del '61- '63 , la differenza tra prezzo di acquisto del capíta­ le commerciale prezzo di vendíta del capitale industríale) e prezzo dí vendita (= valore della merce) ; si tratta dell'impostazione origina­ ria del problema del "prezzo di produzione" .29 In queste pagine Marx si fa carico della costruzione di nuove categorie. All'inizio ha bisogno del concetto di capitale commerciale impiegato nell'acquisto delle merci (B), del valore consumato nei materiali usatí (capitale costante del capitale commerciale) (K) , dei salarí degli operaí che lavorano per produrre merci (b) , píu i rispetti­ vi profitti (che sono, alla fine, distribuzione del plusvalore raggiunto dal capitale produttivo del capitale industriale) : ..

B

+

K

+

b

+

profitto commerciale = valore della merce

=

prez­

zo di vendíta

1 03


In questo caso, il saggio di profitto del capitale globale rimane costante, ma il capítale industriale ha un saggio minore di quello che avrebbe se non avesse condiviso con il capitale commerciale la realiz­ zazione o commercializzazione delle sue merci (plusvalore/capitale impiegato + capitale ímpiegato in costi di commercializzazione [K + b + profitto commerciale] ) . Nel paragrafo 3 , "La rotazione del capitale commerciale. 1 prez­ zi" ,30 sí pone la questione della "velocita " dí circolazíone e della sua influenza sui prezzi. A questo punto Marx fa una riflessíone, per inci­ so, sulla "scienza" : L'analisi dei reali rapporti interni del processo capitalistico di produzio­ ne e moho complicara e impone un lavoro assai gravoso [ . ]. e compito della scienza ricondurre il movimento apparente, puramente fenomeni­ co, al movimento reale interno (in11ere wirkliche) ; e facile comprendere come necessariamente gli agenti della produzione e della circolazione capitalistica si debbono fare delle idee [. . ], esprimendo unicamente il movimento apparente. Le idee di un commerciante, di speculatori di borsa, di banchieri devono necessariamente31 essere inesatte.32 . .

.

Nella misura in cuí Marx si allontana dal capítale produttivo, sí fa piu presente íl tema del feticismo: l"'inversíone" nelle "coscienze" degli " agenti " (tanto dei capitalisti quanto degli operai), l'occultamen­ to del mistero del capitale, del pluslavoro che valorizza il valore. Nel punto 4, "Capitale che traffica denaro " ,33 Marx si occupa della commercializzazione del denaro nella sua forma prima o piU "materiale " . Mano a mano che avanza in questo capitolo 4, comin­ cia ad acquisire coscíenza del fatto che la questione diventa sempre piU ampia. Ad un certo punto scrive: "Non vengono considerate [ .. .] tutte le particolarí forme del credito, di cuí non ci dobbíamo per il momento occupare. "34 Marx divide, quindi, il capitolo 4 in due partí, e di conseguen­ za nasce un capitolo 5 non previsto .35 Cosi il libro III dovrebbe con­ tenere 8 capitoli, ma di fatto non comprended il punto 10 sul " Movimento del riflusso del denaro " ,36 e, conseguentemente, alla fine rimarranno solo 7 capitoli (le 7 "sezíoni " di Engels) . D a questo momento il testo di Marx inizía ad avere meno ordi­ ne. I paragrafi 5 , 6, 7 ( fogli dal 278 al 285) non hanno unita. Engels li riuníra, in una nuova redazione (il suo capitolo 20) ; questi punti

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hanno un'importanza notevole per una lettura "latinoamericana" de Il capitale: Nella fase che precede l a societa capitalistica, il commercio domina l'in­ dustria: il contrario avviene nella societa moderna [...] Nel sec. XVI e XVII le rivoluzioni profonde che si verificarono nel commercio in segui­ to alle scoperte geografiche costituiscono un momento fondamenta­ le, accelerando il passaggio dal modo feudale di produzione a quello capitalístico [. . ] . 11 mercato mondiale costítuisce esso stesso la base dí questo modo di produzíone [. . ] La storia dell a decadenza dell'Olanda come nazione commerciale dominante, e la storia della subordinazione del capitale commercíale al capitale industriale.'7 .

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Queste pagine sono molto utilí per comprendere !'origine dell' America Latina, la decadenza mercantile della Spagna e la preco! ce dipendenza del nostro continente periferico all'lnghilterra, prima, e dagli Statí Uníti, poi.

4 . 3 DIVISIONE DEL PROFITTO IN INTERESSE E PROFITTO DI IMPRESA (PRO­ FITTO INDUSTRIALE E COMMERCIALE) . IL CAPITALE CHE DIVENTA INTE­ RESSE. CAPITOLO 5 (FOGLI 286-405 DEL MANOSCRITTO PRINCIPALE)

Questa parte del Manoscritto principale e strutturata in sette paragrafi (fino al foglio 3 26 del manoscritto), e poi si trasforma len­ tamente in un quaderno di estratti. Percio Engels afferma: La sezíone V [il capitolo 5 di Marx], che tratta il soggetto piU complíca­ to dell'intero Libro, presento le maggiori difficolta [. .] Qui non esiste dunque un abbozzo completo [. . ] Dei singolí capitoli, quellí dal 2 1 al 24 [paragrafi dall'l al 4 del lvfanoscritto] erano nella loro parte elaboratí. I capitolí 25 e 26 ríchiesero un vaglio della documentazione e l'interpolazione di materiale che sí trovava in altri punti [paragrafí 5 e 6]. I capitolí 27 e 2 9 poterono essere tratti quasí completamente dal testo del manoscritto [il paragrafo 7 del Manoscritto] , mentre il capitolo 28 dovette qua e la essere diversamente raggruppato.38 .

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A partire da questo momento (i fogli 3 26-405 evidenziano il disordine di un testo non pfü scritto per essere mandato alla stampa) , Engels realizza profondi cambiamenti nell' edízione del Manoscritto 1 05


principale, di cui prende alcuni materiali che includendoli come sezione finale della prima parte della V sezione del tomo III e altri come seconda parte dello stesso - il cui commento potremmo effet­ tuare in futuro, quando l'Istituto di Berlina pubblichera il corrispon­ dente volume della MEGA II/4,2.3 9 In primo luogo, dobbiamo ricordare che il quinto capitolo non contiene l' esposizione di cio che doveva essere il terzo trattato della prima parte del piano di Marx. Infatti, la prima delle sei parti (sul capitale, rendita, salario, stato, ecc.) era divisa in quattro: il capitale, la concorrenza, il capitale creditizio (al quale ci stiamo riferendo) e quello azionario. Qui Marx non anticipa la questione né cambia il suo piano originario - come credono Grossmann o Rosdolsky -, ma fa vedere cio che e necessario perché si possa comprendere sufficiente­ mente lo sviluppo del concetto di capitale in generale: L'oggetto di questo capitolo, casi come tutti i fenomeni del credito che tratteremo piu tardi, non puó qui essere esaminato particolareggiata­ mente. La concorrenza fra chi da a prestito e chi prende a prestito e le brevi oscillazioni del mercato monetario che ne sano la conseguenza, esulano dal quadro della nostra ricerca.40 Il piano del nostro studio non abbraccia l' analisi particolareggiata del sistema del credito e degli stru­ menti che esso si crea (maneta di credito ecc.). Scegliamo qui soltanto alcuni punti, per altro non numerosi, che sano necessari al fine di carat­ terizzare il sistema capitalistico di produzione in generale [. .. ] il rappor­ to fra il suo [del crcdito commerciale e bancario] sviluppo e quello del credito pubblico non rientra in questo campo.41

Si tratta, quindi, come nel caso del salario nel libro I, o in quel­ lo della rendita nel capitolo successivo del libro III, di alcuni aspet­ ti necessari a completare l' analisi astratta in cui si sviluppano i tre libri de Il capitale. Cio che Marx <leve finire di esporre e il movimen­ to o lo sviluppo del valore, del plusvalore in concreto. Come abbia­ mo visto, il capitale commerciale e quello creditizio, quello che rende interesse o quello che riceve rendita, sano forme del capitale in generale. Allo stesso modo, il profitto si sviluppa in profitto indu­ striale e profitto commerciale - tema del capitolo 4. Ora, nel para­ grafo 1 (fogli 286 e ss. del manoscritto) , Marx sviluppa il fondamen­ to su cui sara possibile successivamente separare interesse e profitto d'impresa (oggetto del paragrafo 2 sulla " Divisione del profitto. 1 06


Tipo di interesse. La tassa naturale del tipo di interesse " ) (fogli 295 e ss. ) : La parte del profitto che gli pa ga [il proprietario a colui che presta] si chiama interesse, il che non e altro che un nome particolare, una voce particolare per una parte di profitto che il capitale operante in luogo di intascare, deve cedere al proprietario del capitale [prestato].42

Marx cerca di sviluppare il concetto di " credito " o "interesse" dal lavara vivo. Ció significa senza salti, passo passo: il lavoro vivo si materializza in lavoro oggettivato, valore; ripercorren do i suoi momenti distinti, tale valore arriva a trasformarsi in prezzo (e da plu­ svalore si trasforma in profitto). Il lavoro vivo, oggettivato parzial­ mente come profitto, si scinde in profitto industriale, commerciale e interesse. Ogni interesse e solamente un modo di esistenza superficia­ le, fenomenica, estema, del plusvalore; tale questione viene trattata nel paragrafo 3 del Manoscritto su "L'interesse" (fogli 300 e ss.) : L'interesse [ ] appare in orig ine e rimane in realta nient'altro che una parte del profitto, ossia del plusvalore che il capitalista operante, indu­ striale o commerciante, in quanto impiega non il proprio capitale ma capitale preso a prestito, deve pagare al proprietario che gli ha prestato questo capitale.43 ...

Perció l'interesse e un movimento puramente "estema " al capitale: Per il capitale produttivo di interesse, il ritorno, come la cessione, non sano altro che il risultato di una operazione giuridica fra il proprietario di capitale e una seconda persona. Noi vediamo unicamente cessione e rimborso. Tutto cio che avviene nel frattempo e cancellato.44

Da qui il profitto industriale si scinde nel profitto d'impresa (o a quello che corrisponde al capitalista industriale propriamente detto, incluso al capitalista commerciante: capitalisti " attivi ") e in interesse (puramente fittizio in quanto effetto di una pretesa azione creatrice: quella del capitale creditizio) . In questo modo arriviamo al paragrafo 4 , "L'alienazione del plu­ svalore e della relazione del capitale in forma di capitale che rende interesse" (fogli 3 1 2 e ss. ) : 107


E nel capitale produttivo d'interesse che il rapporto capitalistico pervie­ ne alla sua forma piu esteriore e assume l' aspetto di un feticcio (jetischar­ tigste) [ .. .] 11 capitale appare come la fonte misteriosa, e che da se stessa crea (mysteriose und selbstchopferische Quelle) l'interesse, il suo proprio accrescimento.45

Incontriamo qui le pagine piU chiare sulla questione del fetici­ smo all'interno del libro III (paragonabili al paragrafo 4 del futuro capitolo 1 del libro I de Il capitale definitivo nella seconda edizione del 1 873 ), che tratteremo nei capitoli 5, 7 e 1 1 . Marx insiste, e questo e passato inosservato nella tradizione marxista successiva, sul preteso carattere "auto-creatore (selbstschop­ ferisch) " del capitale che rende interesse. Il capitale che diviene inte­ resse pretende di creare dal nulla (senza pagare per questo) nuovo valore, il valore di interesse. L'intenzione etica fondamentale di Marx (come vedremo nel capitolo 10) e mostrare che qualunque interesse non e altro che plusvalore, lavoro vivo non pagato: Qui la figura del feticcio del capitale e la rappresentazione del capitale come feticcio sono portate a termine. Nella formula D-D' noi abbiamo la forma empirica (begrzffslose) del capitale, il rovesciamento ( Verkehrung) e la oggettivazione (Versachlichung) del rapporto di produ­ zione alla piu alta potenza [ . . . ], la mistificazione del capitale nella sua forma piu stridente.46

Marx si manifesta nel pieno dominio del suo paradigma filoso­ fico fenomenologico. Ció che "appare" occulta il livello profondo essenziale: " Il suo contenuto consiste di pregiudizi banali, tolti dalla piU superficiale apparenza delle cose. Tale contenuto falso e trivia­ le dovrebbe poi essere 'nobilitato' e reso poetico da un linguaggio mistificatorio. "47 E per questa ragione che, alla fine, una promessa di pagamen­ to, una cambiale, se non si paga in tempo, svanisce, e un puro " capi­ tale fittizio" (tema del paragrafo 5 : "credito e capitale fittizio " ; fogli 3 17 e ss. del Manoscritto) . In quello che doveva essere il paragrafo 6 (che Marx non numera nel foglio 3 2 1 del Manoscritto) , analizza il tema dell"'Accumulazione del capitale monetario" (moneyed) , la sua influenza sul tipo di interesse - capitolo 2 6 nell' edizione di Engels - che in realta sono estratti relativi al punto indicato. In cambio, quello che doveva essere il paragrafo 7, " Le osservazioni 1 08


generali, che abbiamo avuto occasione di fare finora trattando del credito " (fogli 326ss . ) ,48 risulta un capitolo sufficientemente strut­ turato (diviso fin dall'inizío in tre partí con numeri latíni). 11 credi­ to serve a " livellare il saggio di profitto" , a " diminuire i costi della circolazione" (risparmiando lo stesso denaro come mezzo di circo ­ lazione e accelerando le fasi di circolazione) e a " creare sociera ano­ nime " . Suc cessivamente (tema che esporra Engels nel capitolo 29) , Marx esamina gli "elementi del capitale b ancario"49, che sono " denaro contante, oro o b anconote" o " titoli" . Non e nostra ínten­ zione entrare qui nelle questioni tecniche della descrizione di Marx, ma ricordare il senso profondo dell'argomento: L'assurdita della concezione capitalistica raggiunge qui il suo apice: la valorizzazione del capitale non viene spiegata con lo sfruttamento della forza-lavoro, ma al contrario, per spiegare la produttivita della forza­ lavoro si afferma che la forza-lavoro stessa e questa cosa mística, il capi­ tale produttivo di interesse.50

Marx sviluppa qui il caso - an alogo a quello che trattera nel suc­ cessivo capitolo sul "valore della terra" - dei titoli del debito dello Stato, che s i comprano per l'interesse che otterranno nel futuro, e che possono anche essere venduti, ma che, di per se, non hanno valore alcuno. Cío costituisce un esempio di " capitale illusorio, fittizío. Non solo perché la somma che e stata data in prestito allo Stato non esiste piu. Essa non e mai stata destinara ad essere spesa ed investita come capitale"51. Si tratta di un modo feticista in cuí il capitale appare. Eppure, " l a formazione del capitale fittizio la si chiama capitalizza­ zione."52 Alla fine del capítolo 5 , foglio 404, Marx scrive: " Adesso (ottobre 1 865 ) E una chiara indicazíone cronologica che aiuta a dímostrare con certezza che i capitoli 6 e 7 lo occuparono dall' otto­ bre al dicembre 1 865 . ".

4.4 TRASFOR1v1AZIONE DEL PLUSPROFITTO IN RENDITA DEL SUOLO. CAPITOLO 6 (FOGLI 406-527 DEL MANOSCRITTO PRINCIPALE) Nel giugno o luglio del 1 862 , nella discussione sull' argomento con Rodbertus contenuta neí Manoscritti del '61 - '63 , Marx aveva stu­ diato la questione della rendita; 11 costrui la categoría della " rendita" , 1 09


fondamentale per poter controbattere la posizione di coloro che pen­ savano che fosse un caso in cuí non trovava attuazione la legge del valore; e cioe, che si perdesse la razionalita della " scienza" nell'eco­ nomia politica.53 L'elemento essenziale non era costítuito dal tema della rendita in se stessa, giacché, come fenomeno di un capitalismo poco sviluppa­ to, la rendita poteva sparire; }'importante era, ancora una volta, spie­ gare come il valore (il plusvalore) "passasse" dal livello della produ­ zione fino a distribuirsi nel fenomeno della rendita. La tesi fondamentale che <leve essere ora analizzata e la seguen­ te: "Qualsiasi rendita fondiaria e plusvalore, prodotto di pluslavo­ ro"54. Questa e la posizione che Marx <leve dimostrare per dare coe­ renza etico-politica e scienúfica a tutto lo sviluppo dialettico della sua opera. E fondamentale scoprire la sua intenzione profonda; il testo che possediamo e la m anifestazione dí un intento teorico che e neces­ sario seguire all'interno della sua propria logica. I1 capitolo 6 del Manoscritto principale inizia col foglio 406 ed e strutturato in tre paragrafi: una " lntroduzione" (fogli 406-4 1 7 ) , la parte relativa alla " rendita assoluta" (fogli 4 18-442) e alta genesi della rendita capitalista del suolo (fogli 448 in avanti) e, infine, "la rendita differenziale" (fino al foglio 527 ) . Come si puó vedere, nel Manoscritto Marx sviluppa un ordine logico. Eppure, egli stesso pro­ pone un altro ordine e a cío si e ispirato Engels. lnfatú, nel 1\!Ianoscritto scrive: Le voci, sotto cui la rendita deve essere analizzata, sono le seguenti: A. Rendita dífferenziale. l . Concetto della rendita differenziale 2. Rendita I [. . . ] 3. Rendita differenziale II [. .. ] B. Rendita assoluta C. Il prezzo della terra D. Comíderazioni/t'nali sulla rendita /on­

diaria.55

L' " Introduzione" e piu un inquadramento del problema che l'inizio della sua analísi. L' esposizione teorico-costruttiva comincia quindi con la rendita assoluta: Il rapporto fra íl prezzo di produzione di una merce e il suo valore e determinato esdusivameme dal rapporto in cui la parte variabíle del capitale con cuí essa e prodotta sta alla sua parte costante, ossia dalla composizione organica del capitale che la produce. Se la composizione

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del capitale, in una certa sfera di produzione, e inferiore a quella del capitale sociale medio [. . ] allora il valore del suo prodotto deve stare al di sopra del suo prezzo di produzione. In altre parole, un tale capitale, poiché impíega piu lavoro vivo, al medesimo grado di sfruttamento del lavoro produce piu plusvalore, dunque píU profitto, di una eguale parte .

aliquota del capitale sociale medio.56

Appare qui, molto chíaramente, la cornice categoriale necessa­ ria a raggiungere una soluzione concorde con i propositi di Marx. 11 valore della merce include il plusvalore (cioe, lavoro vivo non paga­ to); ma, a causa della bassa composizione organica di un capitale, i suoi prodotti hanno piu valore del prezzo dí produzione (o prezzo medio o in media del capitale all'interno di un paese); oppure, succe­ de l'opposto: il prezzo di produzione e minore del valore del prodot­ to. E certo che, a causa del livellamento prodotto dalla concorrenza, íl suddetto capitale meno sviluppato tras/erúce plusvalore ai capitali maggiormente sviluppati - e, comunque, puo realizzare profitto, sempre e quando il plusvalore sia maggíore del valore trasferito. E adesso viene 1' applicazione del principio al caso particolare: Se ín un determinato paese a produzione capitalistica, l'Inghilterra ad es., la composizione del capitale agricolo e o no inferiore a quella del capitale sociale medio [. ] , il valore dei prodotti agricoli puó superare il loro prezzo di produzione.57 ..

11 problema deve essere cosi posto: come puo íl capitale agricolo trattenere questo eccedente del prodotto agricolo al di sopra del prez­ zo di produzione, o del valore della merce agrícola non lívellata dalla concorrenza? Non si tratta del fatto che il prezzo del prodotto agríco­ la sía un "prezzo di monopolio" al di sopra del valore della merce ma, al contrario, del fatto che il prodotto agricolo, venduto al suo valore, tuttavia non trasferisce alle altre merci, a causa della concor­ renza, il suo valore al di sopra del prezzo di produzione. La soluzione che propone (si noti bene che Marx " propone" un argomento scienti­ fico) potrebbe essere falsíficata, ma la sua falsifícabílita (jalsiabílity) non toglie nulla alla sua razionalita.58 Marx non pensa ad un "prezzo" di monopolio, ma ad un "monopolio" della terra ( come capitale "fit­ tizío '', come i buoni del debito pubblico) , che possa esercitare una coazione pratico-politica extraeconomica e, per questo, conservare il 111


suddetto eccedente. Questo eccedente superiore al prezzo di produ­ zione, pagato dall' affittuario (o capitalista propriamente detto) al pro­ prietario del suolo col potere del monopolio, e ció che sí definisce " rendíta assoluta " : Tutta la difficolta nell' analisi della rendita consisteva dunque nello

gare l'eccedenza del prodotto agricolo sul profitto medio, non il plusva­ lore, ma il plusvalore eccedente proprio dí questa sfera di produzione.59

Marx raggiungeva cosl molti obiettivi; tra questi, spiegava come trovava compimento la legge del valore (perché il prodotto si vende al suo valore e perché la rendita e una "parte" del valore del prodot­ to) e, soprattutto, mostrava la rendita dal plusvalore (in quanto lavo­ ro vivo non pagato) e non come valore derivato dalla terra ( come affermavano i fisíocratici): " [ . La] terra in generale, al parí di ogni forza naturale, non ha un valore, non rappresentando un lavoro oggettivato in essa, e quindi non ha nemmeno un prezzo (. . . ) Questo prezzo non e altro che la rendita capitalizzata. "6o Secondo Marx la scoperta essenziale e quella della rendita assoluta, giacché in essa (come nel caso del plusvalore assoluto) si trova la base dell'occulta­ mento dell'appropriazione del Iavoro vivo altrui ( aspetto político ed etico per Marx). Al contrario, la questione della rendíta differenzia­ le, apparentemente piu complessa, e, in un certo modo, secondaria ( come derivazione della rendita assoluta) . Qui appare chiaro come le differenti rendite che vengono pagate a coloro che possiedono le terre non sono il frutto di una maggiore o minore fertilita dei terreni, ma del maggiore o minore tempo di lavoro vivo con cuí si produco­ no le merci nelle suddette terre (che per questo avranno maggiore o minore valore): . .

[TlJ plusprofitto (Surpluspro/it) e , dunque, parimenti eguale alla differen­ za fra il prezzo di produzíone individuale di questi produttori privilegia­ ti e il prezzo di produzione sociale generale, che regola il mercato, [ . della] sfera di produzione.61 .

.

Ció significa che il terreno o il mezzo naturale pill adatto (o sul quale sía stato investito in precedenza un capitale produttivo maggio­ re) raggiunge, mediante il potere creatore del lavoro vivo, un prodot­ to con minor valore di q uei terreni meno favorevoli. Ne deriva che il

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valore del prodotto dotato di un mezzo di produzione piu favorevo­ le, e minore del prezzo di produzione. Questo valore eccedente e un plusprofitto che si puo lasciare al proprietario della terra come ren­ dita differenziale (maggiore di quello della terra meno favorita) . Ma si tenga presente l' elemento seguente: La forza naturale non e la fonte del plusprofitto, ma unicamente una sua base naturale, essendo la base naturale dell'eccezionalmente accresciuta produttivita del lavoro62• La propriera fondiaria comprendente la casca­ ra non ha nulla a che vedere in sé e per sé con la creazione di quella parte di plusvalore [ . ] Questo plusprofitto esisterebbe anche qualora non esi­ stesse la proprieta fondiaria.63 .

.

La rendita differenziale I e II (ed i tre casi di quest'ultima) che Marx studia, potrebbero essere oggetto di un commento specifico volto a dimostrare come egli risolva le difficolta caso per caso. Ma il principio generale rimane sempre lo stesso: dimostrare come ogni differenza tra le rendite sia, fondamentalmente, una questione di tempo di lavoro vivo. Il prodotto, che nella sua produzione ha avuto una forza naturale piu favorevole, ha ricevuto meno tempo di lavoro oggettivato: percio e stato prodotto pill plusprofitto. Qualunque altra questione piu concreta, come dice frequente­ mente Marx, dovrebbe essere oggetto di una ricerca piu specifica sulla rendita (questo non e lo scopo che ci siamo proposti in que­ st' opera) . Alla fine delle sue riflessioni, Marx scrive: E uno dei fenomeni piu divertenti vedere tutti gli oppositori di Ricardo, che combattono la determinazione del valore mediante il solo lavoro, asserire, nel caso della rendita differenziale derivante dalle differenze del terreno, che si attribuisce qui alla natura, anziché al lavoro, la determina­ zione del valore.64

Si puo riconoscere ancora una volta un aspetto del ragionamen­ to di Marx che potrebbe essere definito come "ricardismo di sinistra" ; Marx sviluppa i presupposti del pensiero d i Ricardo, e, a partire da essi, mostra le contraddizioni di questo grande economista. Cío signi­ fica che era necessario trattare con attenzione, e in tutti i suoi casi, la rendita, perché su di essa si fondavano coloro che distruggevano la

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razionalita dell'economia (e la coerenza della legge del valore). Una volta dimostrata la validita di questa legge, e la determinazione di tutti i fenomeni dell' esistenza economica a partire dal lavoro vivo, il dispo­ sitivo teorico-critico e scientifico avrebbe raggiunto il suo obiettivo etico-politico.

4.5 REDDITI (ENTRATE) E LORO FONTI. CAPITOLO 7 (FOGLI 528-575 DEL MANOSCRITTO PRINCIPALE) Il capitolo 7 del Manoscritto era, in confronto agli altri, quasi pronto per la pubblicazione (ed includeva note a pie pagina) . Per questo Engels afferma che "la settima sezione [il capitolo 7 di Marx] . . . esisteva in stesura completa" . 65 Inoltre, il testo e breve, ma molto concettuale. Consiste in una nuova redazione del tema gia trattato nei

Manoscritti del '61- '63 .66

Marx divide l' argomento in cinque parti, che corrispondono ai cinque capitoli di Engels (capitoli dal 48 al 52 della settima " sezio­ ne " ) . L'ultimo capitolo, come risulta logico in un'opera dialettica come Il capitale, conteneva, allo stesso tempo, la conclusione di tutto il discorso precedente (il suo "risultato" ) , ma aveva altrettanta impor­ tanza la transizione, il "passaggio" , dalla prima parte alla seconda: dal concetto di capitale in generale, al concetto generale (in concreto) della concorrenza; e, in piu, dal trattato sul capitale a quello sulla ren­ dita e sul lavara salariato (cioe, i due trattati successivi all'interno del piano dei sei trattati: il capitale, la rendita, il salario, lo Stato, le rela­ zioni tra gli Stati e il mercato mondiale) . Cio spiega perché, all'inter­ no dei cinque paragrafi di questo capitolo 7 , si trovino in realta tre temí: il " risultato" del processo di produzione (paragrafi 1 e 2 ) , il "passaggio" alla concorrenza (paragrafo 3 ) , e il nuovo "passaggio" dialettico alla rendita e al salario, le altre classi fondamentali della societa capitalista (paragrafi 4 e 5 ) . "I redditi e l e loro fonti" era stata l a conclusione teorica dei Manoscritti del '61 - '63 , nonostante il tema fosse stato scoperto in pre­ cedenza nella critica contra Smith: Il capitale e produttivo di valore solo come rapporto, poiché, in quanto coazione sul lavoro salariato, costringe ad apportare pluslavoro [ ... ] . ll

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capitale [ .] non crea nuovo v alore ( del capitale) valore.67 ..

cosicché il lavoro e la fonte del

suo

Ne deriva che il capitolo 7 e la conclusione generale dei Manoscritti del '61 -'63, ma non di quello che dovrebbe essere il testo dei manoscritti incompiuti iniziati con il libro I de Il capitale definiti­ vo ( 1 866- 1 867 ) . In effettí, tanto nel testo dei " Redditi e le loro fonti " del 1862, come in questo settimo capitolo del 1 865 , la questione delle "fonti" e ancora mescolata al tema della riproduzione. Si tratta del problema dalla " quarta" parte del prezzo di una merce ( oltre il pro­ fitto, rendita e salario ) : il capitale costante, o meglio ancora, i mezzi di produzíone (in quanto capitale fisso e circolante) , come compo­ nenti del prezzo della merce. La "fonte" del prezzo (e, come suo fon­ damento, il valore) era per Marx unicamente ed esclusivamente il lavoro vivo (tanto per il profitto che per la rendíta o il salario o per tutto il valore dei mezzi di produzione: la questione della riproduzio­ ne) e non il capitale o la terra. Ma, e cío non sí e capito fino ad ora, questa conclusione (sui " Reddítí ... " del 1 862 e, nel capítolo 7 , del 1 865) dovette essere modificara, se non in toto almeno nella sostan­ za, quando, successivamente, Marx espose meglio questo argomento nel capitolo 3 del libro II, nella questione della riproduzíone. Fino al 1 865, il tema della riproduzíone non aveva ancora un luogo definiti­ vo e sistematico molto chiara, perché, come abbiamo visto nel capí­ tolo 3 .4, Marx non aveva ancora completamente incluso nel capítolo 3 del libro II una ricerca sulla riproduzione (come awerra neí succes­ sivi capítoli 20 e 2 1 di Engels, che egli estrarra dai manoscrittí poste­ riori del libro ID. In questo modo l'esempio proposto da Marx nel paragrafo 2 del capitolo 7 del Manoscritto prindpale del libro III, abbiamo commentato, non era (come si puo credere secondo quan­ to aggíunto da Engels) una mera ripetizione di cío che aveva gia spie­ gato nella "sezione 3 " (nel piano dí Engels) del tomo II, ma un testo in cuí veniva trattata nuovamente la questíone, anteriore alla futura esposizíone del Manoscritto JI ( 1 868- 1 870), e soprattutto all'VIII (dopo iI 1 878) dell'incompiuto libro II. Engels scrive, correggendo il testo di Marx: "Prendiamo lo schema precedente (Líbro II, cap. XX, II ) della riproduzíone semplíce: I) 4 .000 c + 1 .000 v + 1 .000 pv 6.000 Il) 2.000 C + 500 V + 500 pv 3 . 000 9.000 " .68 =

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In realta non c'era uno "schema precedente" nel 1865 . Ció indi­ ca che in quell'anno Marx arrivo a conclusioni che avrebbe dovuto approfondire e ampliare nel 1878, o dopo aver scritto il citato Manoscritto VIII (successivo al 1 878 ) . Quindi, nel 1865 doveva dimo­ strare che anche i mezzi di produzione erano lavoro vivo oggettivato; questo presupponeva chiarire il complesso meccanismo della riprodu­ zione che Smith evitava per errare. Cosl dunque Marx aumentava la complessita delle possibili obiezioni alla sua posizione al fine di risol­ vere con onesta questioni che lui stesso si prefiggeva di affrontare, e che i suoi potenziali oppositori non potevano sollevare contra di lui a causa delle loro " necessarie" confusioni. La fonte universale di tutti i prodotti, merci, valori e prezzi (e dei suoi componenti: fino al valore conservato, riposto o nuovamente creato) era il lavoro vivo. Ogni altra posizione, inversione od occultamento, cadeva nel feticismo. Piu avanti amplieremo i nostri commenti su questi temi del capitolo 7 del Manoscritto principale. In effetti, nel paragrafo 1 "La formula trinitaria [ .. ] " (fogli 528539 del Manoscritto principale del libro III), si comincia a trattare il primo tema indicato. Gia nel capitolo 6, solo per cenni, Marx aveva trattato la questione, ragion per cuí Engels sposto alcuni fogli del Manoscritto. 69 Ora spiega, in un testo celebre e brillante, di grande intensita e significato, l' essenza etica della sua critica al capitalismo. Il capitolo 7 , in quanto conclusione dell' opera, prende molti temí dal Capitolo VI inedito del libro 1 (che alla fine del 1865 era stato nuovamente numerato come "capitolo 7 " ) , come si vede quando si riferisce al "processo capitalistico di produzione" , dove si dice: "Queste condizioni, come questi rapporti, sano da un lato presuppo­ sti e dall'altro risultati e creazioni del processo di produzione capita­ listico; essi sano prodotti e riprodotti da esso. "7º (nel capitolo 2 abbíamo esaminato questi aspetti). Il " risultato" del processo globale non e altro che la " distribu­ zione" del lavoro vivo oggettívato non pagato: " questo pluslavoro e rappresentato da un plusvalore, e questo plusvalore esíste in un plu­ sprodotto " 7 1, che e la fonte di tutti í " reddíti" , (che noí per chíarez­ za tradurremo a volte con la parola " entrate" ) : .

11 profitto del capitale (guadagno d'imprenditore piu interesse) e la ren­ dita fondiaria non sono quindi altro che particolari elementi del plusva-

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lore, categorie nelle quali il plusvalore e distinto a seconda che esso toc­ chi al capitale o alla propriera fondiaria, senza che peraltro la sua natura (Wesen) venga alterata da questa distinzione. Addizionando questi due elementi, si ha la somma del plusvalore sociale.72

Il punto fondamentale della questione, quindi, e che ogni entra­ ta (o reddito) del capitale (il profitto), della proprieta della terra (la rendita) , del lavoro venduto (il salario) , e distribuzione del lavoro oggettivato (e i primi due, profitto e rendita, di lavoro "non pagato" ; e l a questione etica per eccellenza) . Marx ripete il tema i n diversi modi: Al capitalista il suo capitale, al proprietario fondiario la sua terra, e all'operaio la sua forza-lavoro o piuttosto il suo lavoro stesso (poiché egli in realta vende la forza-lavoro soltanto nella misura in cuí questa si espli­ ca e il prezzo della forza-lavoro, come abbiamo precedentemente messo in rilievo, si presenta sulla base del modo di produzione capitalistico necessariamente come prezzo del lavoro) appaiono [si tratta sempre di una fenomenología] come tre diverse fonti dei loro redditi rispettivi, profitto, rendita fondiaria e salario.7'

In tutto il capitolo 7, la posizione ermeneutica di Marx descrive il " punto di vista" delle "coscienze " degli agenti (tanto del capitalista come dell 'operaio). Marx espone le determinazioni che patiscono le " coscienze" (e quindi una fenomenologia degli agenti) ; si tratta della questione del feticismo come meccanismo ideologico ed ontologico: La cosa tuttavia non si presenta agli agenti della produzione, ai deposi­ tari ( Trágern) delle varíe funzioni del processo di produzione, in questa forma [Form: forma di manifestazione] , ma in una forma distorta (verke­ hrten) [. .. ] Capitale, proprieta fondiaria e lavoro appaiono a quegli agen­ ti della produzione come tre fonti diverse, indipendenti, dalle quali deri­ vano tre diverse partí costitutive del valore prodotto [ . . . ] .74

Marx elabora qui una sintesi di tutto il suo discorso dialettico, della totalita dei tre libri de Il capitale, mostrando come il filo condut­ tore (e questa e stata la nostra ipotesi interpretativa dall'inizio dei commenti sui Grundrisse) sia il lavara, il lavoro vivo, che come lavo­ ro oggettivato, come lavoro non pagato, costituisce la totalita del 117


capitale; ma "tutto cío [lo sviluppo complessivo del capítale] nascon­ de (verhüllt) sempre píu la vera natura del plusvalore e quindi l'effet­ tivo meccanismo del capitale"75• Da qui conclude: In capitale-profitto, o ancora meglio in capitale-interesse, terra-rendíta fondiaria, lavoro-salario, in questa t rinita economica76 collegante le partí costitutive del valore e della ricchezza in generale con le sue fonti, la mistificazione del modo di produzione capitalistico, la materializzazione dei rapporti sodali, la diretta fusione dei rapporti di produzione mate­ riali con la loro forma storico-sociale e completa: il mondo stregato, deformato e capovolto [ . . . ] .77

Le persone sono state capovolte - nella visione feticistica degli agenti prigionieri dell'orízzonte ontologico del capitale come se fos­ sero cose; le relazíoni sociali sono viste come relazíoní tra cose; le cose si presentano ora come persone che creano valore; le loro rela­ zíoní appaiono come relazioní sociali. E " questa religione della vita quotidiana (Alltagslebens) "78 come gia aveva affermato in gioventu ne La questione ebraica:79 desecolarizzazione che Marx produce nel preteso mondo secolare (come dimostreremo in futuro in un altro libro). In stretta relazione con quanto affermato, nel paragrafo 2 : "Verso un' analisi del processo di produzione" (dal foglio 540 del Manoscritto), viene descritta la fonte del valore (e della sua ríprodu­ zione), dei mezzi di produzíone (capitale fisso circolante): e di nuovo il lavoro vivo, che si fa invisibile alla coscienza feticizzata degli agen­ ti. Come abbiamo sottolíneato, questo tema, analízzato neí Grundrisse e nei Manoscritti del '61 - ,63, avra la sua collocazione logi­ ca e definitiva nel capitolo 3 (per Engels sezione III) del libro II, e avendo sempre come interlocutore A. Smírh, rispetto ai capitoli VI e VII del libro I dí Sulla natura e la causa della ricchezza delle nazioni. Il filo conduttore e la temporalita: si tratta di scoprire la diffe­ renza tra valore antico conservato e riposto (posto di nuovo nel pro­ dotto, dopo essere stato consumato nel processo di produzione) e valore nuovo. Si vuole cioe dimostrare l'ambiguita del feticismo del­ l'economia política capitalistica volgare (e anche della classica) in relazione al capitale fisso (valore solo conservato) , circolante (riposto nella produzione) o nuovo (plusvalore), rispetto ai quali il lavoro vivo -

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e l'unica fonte produttrice (di conservazione e ríposizione dei capíta­ li fisso e circolante) o creatrice (del plusvalore). Secando Marx, l'eco­ nomia política capitalistica si sbaglia perché non ha osservato che: Non si comprende in qua! modo il lavoro, aggiungendo neovalore, conser­ vi [e sostituisca] il vecchio valore in una nuova forma, senza produrlo ex novo [ ... ] Non si comprende il nesso del processo di riproduzione [. . ] E proprio qui che si trova la diffico!ta principale: nell' analisi della riproduzio­ ne e del rapporto dei suoi diversi elementi, sía per quanto riguarda il loro carattere materíale, che per que! che riguarda i loro rapporti di valore80 .

Eppure, giacché Marx si situa al livello del p rocesso di produ­ zione, ció che interessa e mostrare come si riproduce il capitale costante e variabile (in quanto sembra voler ancora trovarglí una col­ locazione definitiva nel Capitolo VI inedito) : Come e quindi possibile che l 'operaio con i l suo salario, il capitalista con il suo profitto, il proprietario fondiario con la sua rendita, possano acqui­ stare delle merci, ciascuna delle quali contiene [ ] , in aggiunta a queste tre partí costitutive di valore, [ . . ] ancora una parte costitutiva di valore eccedente, e cioe il capitale costante? Come possono essi acquistare un valore di quattro con un valore di tre?81 ...

.

Il punto e che il valore o prezzo del prodotto o merce possíede incorporato (e bísogna tenerne canto) il " capitale costante preesí­ stente e consumato" 82 . Lo stesso accade con il capitale variabile (che sí spende in salario e sí rípone nel valore prodotto dal lavoratore nel suo "tempo necessario " ) . In ogní caso, questí aspetti saranno analíz­ zati in modo píu dettaglíato nei Manoscritti JI e III del libro II che esporremo nel capítolo 6. La conclusíone di Marx e che, in primo luogo, il valore che conserva e rípone il capitale costante e che ripro­ duce il capítale varíabile, e, in secando luogo, il nuovo valore (che viene distríbuito tra le entrare e l'ínteresse) sono frutto del lavoro vivo; ma, inoltre, sono solamente plusvalore, e quíndi lavoro vivo non pagato, rubato. Nel paragrafo 3 : "Apparizione della concorrenza " (dal foglio 555 del Manoscritto), Marx inizia il "passaggio" verso il successivo trattato, Della concorrenza, partendo da un ríassunto di ció che aveva affermato nel paragrafo precedente:

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11 valore delle merci [. .. ] si risolve in: ] ) Una parte di valore che sostituí­ sce il capitale costante, o rappresenta il lavoro gia passato, consumato 2 ) La parte di valore del capitale variabile, che [. .. ] si converte per luí [l'operaio] in salario [. . .] 3) n plusvalore, ossia quella parte di valore del prodotto-merce, che rappresenta il lavoro non pagato.83

Si tratta quindi di dimostrare che, in realta, la concorrenza, livel­ lando il profitto in quanto profitto medio tra i capitalí o prezzi medí delle merd, semplicemente eguaglía o distribuísce plusvalore (lavoro oggettívato non pagato) , stabilisce "limiti" al profitto (in concreto, nella sua totalita, il plusvalore dei capitali e uguale al profitto) : La trasformazione dei valori in prezzí di produzione non sopprime quin­ di i limiti del profítto, ma modifica semplicemente la sua ripartizione fra i diversí capitalí particolari che compongono il capitale sociale, lo distrí­ buísce uniformemente fra dí essi, in ragione della quota che essi costitui­ scono nel capítale complessivo.84

Nemmeno il caso dei monopoli annulla la "legge del valore", giacché: n prezzo dí monopolio di determínate merci trasferirebbe (übertragen) semplícemente alle merci aventi prezzi di monopolio una parte del pro­ fitto degli altri produttorí di merci [ . . . ] La ripartizíone del plusvalore [ .. . ] subirebbe indírettamente una perturbazione locale, che pero lascerebbe invaríati i limiti di questo plusvalore stesso.85

La concorrenza non crea nessun valore, e nessun profitto. Offerta e domanda non determinano nessun valore ne prezzo di pro­ duzione. Si muovono solamente all'interno deí limiti attraverso cui il valore prodotto dal lavoro li segna (e tutti í profitti all'interno deí limiti della creazione del plusvalore da parte del lavoro vivo) . Anche nel caso della " concorrenza sul mercato mondiale"86 - e cío risulta essenziale per il concetto di dipendenza - , vengono fissati deí limiti al profitto mondiale attraverso il plusvalore mondiale (la concorren­ za distribuisce solamente questo plusvalore, ma in nessun caso lo crea) . Possiamo concludere, dall'America Latina, che ogni profitto del capitale centrale e trasferimento di plusvalore dalla periferia. La concorrenza e solo " ap parenza (Schein )" , nel senso che sembra produrre qualcosa, ma in realta livella o distribuisce qual-

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cosa di preesistente: il plusvalore creato dal lavoro vivo non pagato (eticamente, rubato ) . Passiamo cosi a l paragrafo 4 del capitolo 7 , " Relazioni d i distri­ buzione e relazioni di produzione" ( dal foglio 570 del Manoscritto) , che risulta d i fondamentale importanza per l'intero discorso d i Marx. Nella storia del marxismo sono stati enfatizzati "i rapporti di produzio­ ne" , mentre per niente o molto poco si ricorda la dottrina dei " rap­ porti di distribuzione" che sono, in sostanza, quelle che ci interessano , i n quanto toccano il possesso, l' appropriazione, la proprieta delle entrare ( redditi) ai differenti gruppi, classi, individui. Marx, ricordan­ doci una riflessione dell"'Introduzione " ai Grundrisse, scrive: l:identita dei diversi modi di distribuzione ( Verteilu11gsweíse11) si riduce quindi al fatto che essi sono identici, se si astrae dalle loro differenze e forme specifiche, avendo riguardo soltanto ai loro elementi comuni in contrasto con le loro differenze.87

Il "modo di produzione" capitalistico e la maniera materiale, tecnica, del processo di produzione industriale, che, creando un pro­ dotto, crea valore e plusvalore al contempo. I1 " modo di distribuzio­ ne" capitalista (nella sua " differenza specifica " ) e la maniera in cuí si soggettivizza per appropriazione do che e stato prodotto (in altri ter­ mini, il plusvalore) dal capitale. Ma inoltre " non riproduce solamen­ te i prodottí materiali, ma riproduce continuamente i rapporti di pro­ duzione, nell'ambíto dei quali quellí vengono prodotti, e con essi anche i rapporti di distribuzione corrispondenti. "88 Il "modo di distribuzione" capitalistico, quindi, si fond a su " rapporti di distribuzione " a priori o presupposte (e riprodotte suc­ cessivamente). Il " modo di distribuzione" del prodotto ( salario, pro­ fitto e rendíta) e determinato dalle "relazioni di distribuzione " origi­ narie: l'espropriazione degli operaí dalle condizioni di lavoro, la concentrazio­ ne di queste condízíoni nelle mani di una minoranza di individui in breve tutti rapporti che sono stati descritti nella sezione riguardan­ te l'accumulazione originaria.89

Ció significa che originariamente venne distribuita agli " agen­ ti della produzione" una cerra quantira di beni ( all'operaio il sala-

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rio, al capitalista íl profitto) e dí funzioni ( all' operaio la produzione díretta, al capitalista íl possesso del capitale), che determínano la soggettivazione dell' oggettivita: l' appropriazione (con proprieta privata) del prodotto. Apparentemente, questa distribuzione e giu­ sta, ma "la constatazione e falsa" ,90 perché il salario che viene distri­ buito al lavoro e di natura distinta rispetto al profitto e alla rendíta che vengono distribuiti al capitale. La distribuzione ( come rappor­ to di distribuzione) degli agenti fa si che uno, il lavoratore, produ­ ca il suo salario come lavoro oggettivato; mentre l'altro, il capitali­ sta, riceva il profitto prodotto dal lavoratore come plusvalore (oggettivazione del suo pluslavoro non retribuito). In un caso, c'e appropriazione di cío che e proprio; nell' altro di cio che e altrui. In questo modo, riflettendo sulla storicita del capitale, in un'" analisi scientifica" ,91 Marx ritorna nuovamente all'origine. Nel libro I, fu la questione dell' accumulazione (íl plusvalore diventa capi­ tale nel processo della produzione); nel libro II, attraverso la ripro­ duzione, il capitale ritorna su se stesso nel processo di circolazione; ora, nel libro III, le entrate (redditi) ritornano ai soggetti concreti attraverso la distribuzione (astrattamente, il capítale era stato il sog­ getto dei ritorni precedenti, dell'accumulazione e della riproduzio­ ne) . La " distribuzione" delle entrate agli agenti costituisce gia il " passaggio" ai trattati successivi a quello sul capitale in generale: attraverso l"'apparizione della concorrenza" (paragrafo 3 ) si "passa" ai trattati sulla concorrenza, sul credito e sul capitale azionario; e si " passa" anche agli altri argomenti: a quello della rendita (la classe latifondista) e a quello del salario (la classe operaia) . Per questo, il paragrafo 5 doveva trattare - anche se inizio sola­ mente l'esposizione - il tema de "Le classi'' ( dal foglio 575 del ManOJcritto), che sono i soggetti dell'attribuzione della distribuzione: i possessori. La transizione viene definita in questo modo: I proprietari della semplice forza-lavoro, í proprietari del capitale e i pro· prietari fondiari, le cuí rispettive fonti di reddíto sono salario, profitto e renclita fondiaria, in altre parole, gli operai salariati, i capítalisti e i proprie­ tari fondiari, costituiscono le tre grandi classi della societa moderna.92

Con queste parole si concludeva l' analisi del concetto di capita­ le in generale, per passare poi all'analisi della rendita e del salario

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come trattati specifici, piu concreti, completi - aspetti che vennero affrontati solamente in alcuni passi de Il capitale nella misma in cuí fosse necessario per chiarire il "concetto" generale e non particolare di capitale. lntorno al dicembre del 1 865 Marx aveva terminato il libro 111 del Manoscritto del '63-'65. Per la prima volta in vita sua, aveva scrit­ to i tre libri de Il capitale. E, nonostante do, non era del tutto soddi­ sfatto, doveva ricominciare tutto daccapo; il "tutto artístico" non rispondeva alle esigenze del geniale artista.

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SECONDA PARTE La "quarta redazione" : Il capitale incompiuto ( 1 866- 1 883 )

Marx termino il Manoscritto del '63- '65, i tre libri de Il capita­ le (per la prima e ultima volta in vita sua) , nel dicembre 1 865 . Nel gennaio 1 866 comincio la redazione del libro I , l'unico che vide pubblicato in vita - e l'unico che redasse per la stampa. Dal punto di vista della creazione teorica, questo periodo della sua vita e costituito da cinque momenti: Dal gennaio 1 866 fino al settembre 1 867 (mese in cuí appare Il capitale, libro I ) . A partire d a quel momento fino al 1 87 0 , periodo i n cuí scris­ se alcuni manoscritti dei libri II e III. C ' e un lungo periodo di attesa, dal 1870 al 1 877 (ad eccezio­ ne del manoscritto A77 sui "Calcoli m atematici" del maggio 1 875 ) , nel quale Marx abbandona l a creazione teorí ca della sua opera principale. Dalla fine del 1 877 al 1 880 (con maggiore decisione nel 1 878) c e il desiderio di intraprendere l'edizione dei rimanenti libri. Dal 1 8 80 al 1 8 83 !'impresa si rivela impossibile, e Marx si ras­ segna a non vedere pubblicata la conclusione della sua opera . Cinque momenti, a partire dai quali possiamo evidenziare che l' arco di tempo di lavoro piu intenso fu in realta quello dal 1 866 al 1 870. Negli ultimi tredici anni, non raggiunse un progresso signifi­ cativo. Eppure, come vedremo nel capitolo 7 , nella decade del 1 870, Marx affronto una problematica di grande importanza per l'America Latina, p roblematica che forse e in relazione alla sua '

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apparente sterílita teorica: si tratta della ricerca sui paesi capitalisti poco sviluppati; della questione contadina, e con essa, della que­ stione dei contadini russi. E possibile che Marx sí sía quindi aper­ to ad un ambito teorico che mette in discussione alcuní <leí presup­ posti teoricí del periodo precedente al 1 87 0 per esempío, aver preso l'Inghílterra come modello per lo studio del capit ale in gene­ ra/e, quando, probabilmente, doveva essere considerara sol o come un caso del capitalismo sviluppato (cosa che avrebbe generalizzato come essenziali al concetto di capitale alcune determinazioní pro­ prie del capitale centra/e piu svíluppato ) . Quest'ultima ípotesi gui­ dera l'intera interpretazione che esporremo nel capítolo 7 . Concluderemo cosl, in questa seconda parte, un lungo lavoro inizíato con i commenti ai Grundrisse (testo scritto da Marx a par­ tire dall'estate del 1 857 ) ; le quattro redazioni sono state oggetto di una iniziale descrizione. Abbiamo la soddisfazione di aver propo­ sto la prima visione d'insieme <leí materiali che si riferiscono a Il capitale, materíali che la sezione II della MEGA sta ancora pubbli­ cando. Con cio abbiamo imitato i dassici medievali quando com­ mentávano i filosofi greci. Spero di contríbuire al fatto che lo stu­ dente e lo studioso latinoamericani, cosl come íl político e il mili­ tante, e ancora i1 rivoluzionario, possano avere una nuova visione del lavoro centrale dell'opera propriamente " scientifica" di Marx. Il mio obiettivo, piU che teorico, e soprattutto pratico, político. Era necessario sbloccare Marx, scoprirlo di nuovo, lasciarlo " aperto" a continuazioni non dogmatiche, adeguate alla nostra realta latinoa­ mericana. Sono veramente felice di apportare al nostro continente la panoramíca di questo nuovo Marx. Risulta interessante che sía stata l' America Latina la prima a " digerire " un Marx davanti al quale i "postmarxismi" di moda sono semplicemente arretrati e superati: sono " postmarxisti " dí un Marx althusseriano, stalíniano, eccetera, ma con una posizione di ignoranza rispetto a questo "nuovo" Marx storico ( reale ! ) . Questo e il Marx del futuro, che speriamo possa formare la nostra n uova generazione teoríca lati­ noamericana. -

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5 . Il libro I de " Il capitale" ( 1 866- 1 875 )

Il cambiamento di valore del denaro che si deve trasformare in capitale non puó avvenire in questo stesso denaro [ . . . ] . Il nostro possessore di denaro dovrebbe essere tanto fortunato da scoprire, all'interno della :,/era della circolazione, cioe sul mercato, una merce il cui valore d'uso stesso possedesse la peculiare qualira d essere /onte di valore ( Quelle van Tauschwerth ) ; tale dunque che il suo consumo effettivo fosse, esso stes­ so. oggettivazione di lavara, e quindi creazione di valore ( Werth schop­ fung) [. . . ] . Per /orza-lavara o capacita di lavara intendiamo l'insieme delle attitudini fisiche e intellettuali che esistono nella corporeitd (Leiblichkeit) , ossia nella personalira vivente Uebendigen Personlichkeit) di un uomo (p. 120, trad. it., pp. 199-200). 1 '

Dopo tanti commenti ai lavori preparatori, ci troviamo a con­ frontarci finalmente con il testo definitivo dell'opera piu importante di Marx. Cominceremo, quindi, dal libro I.

5 . 1 LA PRIMA EDIZIONE DEL LIBRO l DE " lL CAPITALE" Come abbiamo gia detto nella " Introduzione" , la redazione del libro I ebbe una storia che dobbiamo seriamente prendere in considerazione. 11 15 gennaio 1 866 Marx scrive a L udwig Kugelmann: "Per cío che concerne la mia opera, sono adesso occu­ pato 12 ore al giorno con la sua stesura in bella copia. Penso di por­ tare il manoscritto del primo volume in marzo [ 1 866] personalmen­ te ad Amburgo. "2 Lo stesso giorno Marx scrive la stessa cosa anche a Wilhelm Liebknecht.3 A cosa sta lavorando Marx nel mese di gennaio? Sicuramente al capitolo sulla " Trasformazione del denaro in capita­ le " . E cío perché l ' "Introduzione" (successivamente chiamata " Capitolo 1 " ) sulla " Merce e denaro" non entrava inizialmente nel suo piano. 127


In effetti, quando nel 1 859 scrisse Per la critica dell' economia política, con d ue capitoli sulla merce e il denaro, il tema del capita­ le doveva essere incluso nel capitolo 3 . Dal 1 8 6 1 , quindi, Marx ini­ zio la sua ricerca a partire dalla questione: "Trasformazione del denaro in capitale. " E ció accade sía nei Manoscritti del '61 -' 634 sía neí Manoscritti del '63-'65. Per questo il Capitolo VI inedito5 era il " sesto" ; doe, non c'era un capitolo 1 sulla merce e il denaro. Forse, nel gíugno del 1865 , durante la sua conferenza all'Internazionale6, decíse nuovamente di introdurre questo capitolo. Lo spiega tempo dopo a Kugelmann nella lettera del 13 ottobre 1 866: "Ho rítenuto necessario cío (fare un uníco capitolo sulla merce e il denaro) non solo per essere completo, ma perché delle teste capad non hanno compreso appieno la cosa, e dunque vi doveva essere nella prima esposizione qualche cosa di manchevole, spedalmente nell ana lúi della merce. "7 Cos1, durante la redazione del Manoscritto principale del libro III, nel 1 864, esiste un riferimento , nel foglio 1 55 , ad un' "introdu­ zione" del libro 18; ma non si parla di un " capitolo" in particolare. Sembrerebbe che in quel momento Marx non pensasse ancora ad un capitolo iniziale.9 Nel 1 865 , nel capitolo 4 (fo glio 277) in un rife­ rimento sul denaro, si parla del "capitolo l " del libro l. 10 Eppure il capitolo 1 non era ancora stato scritto, e do viene dimostrato dal fatto che nel foglio 250 del libro III, si dice che e gia stato citato Thomas Corbet nel " capitolo l " del libro I, anche se successiva­ mente si trovera nel capitolo 2 . 1 1 Nel foglio 27 1 del Manoscritto p rincipale, Marx s i riferisce al Capitolo VI inedito come al "capi tolo 7 " . 12 N el foglio 4 15 menzio­ na íl " capitolo 5 " del libro I sulla questione del salario.13 Nel foglio 454 si riferisce al capítolo 6 sull'accumulazione, e ancora nel capi­ tolo 7 del Manoscritto principale parla del capitolo 3 del libro I ana­ lizzando il tema del "processo di lavoro" . 1 4 Marx ha in mente di scrivere per intero e dall'inizio (ab ovo) il libro I, non solo per dare una spiegazione a coloro che non comprendono o hanno dimenti­ cato lo scritto del 1 85 9 , ma anche, fondamentalmente, per esigenze logiche relative alla sua esposizione. Tuttavia, di fatto si dedico solo in un secando momento al suddetto capitolo 1 (che esporremo nel p aragrafo 5 .7 , cronologicamente) . '


SCHEMA 5

ar L. Miskewísch \YJ. \YJygodski. "Zur Periodísierung [ . . .] 1863 bis 1867" . in art. lit., pp. 309-3 10; Id., " Über die Arbeít von 1\1arx L . . ] 1 866 und 1 867 " , in art. át., p. 200.

Il piano di questo libro era gía chiaro dal 1 863 ,15 e, come abbia­ mo visto, Marx pensó di scriverlo in sette capitoli. Ma, alla fine, ne elimino uno.16 In realta ció che Marx voleva esprimere nel Capítolo VI inedito era gia stato trattato in altre partí: nei capitoli 1 , 5 e 6 del libro I sulla merce, i tipi di lavoro, l a sussunzione e l' accumulazione; nel capitolo 7 al paragrafo 2 del libro III, e, successivamente, nel capitolo 3 del libro I I sulla riproduzione. Quindi, il Capitolo VI ine­ dito era rimasto senza un proprio contenuto. Un breve riassunto lo sostituira, e verra addirittura elimínato nella seconda edizione del 1873 .

5 .2 LA TRASFOIUviAZIONE DEL DENARO IN CAPITALE. C APITOLO 2 . Marx comincía l a redazíone del libro I dal capitolo 2, che nel 1 873 (nella seconda edizione, in/ra 5 .7) si trasformera in " sezione 2 " . Cío viene dimostrato, in primo luogo, attraverso l a sua terminología. Marx scrive: [. ] E il possessore di denaro trova sul mercato tale merce specífica: e la capacita di lavoro (Arbeitsvermogen), o la /orza-lavoro (Arbeitskra/t) Chi dice capacita di lavoro non dice lavoro [. . ] Chi dice capacita di lavoro non astrae dai mezzi di sostentamento necessari alla sussisten­ ..

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L'importante non e che l' autore usi il termine "capacita di lavoro" (che successivamente scompare dal suo vocabolario, e che non e presente nel capitolo 1 ) , ma che egli abbia un dubbio quan­ do scrive "ossia " : " forza di lavoro ossia capacita di lavoro " (e nel primo caso inverte l'ordine: " capacita di lavoro o forza di lavoro " ) , a d indicare che i n quel momento gli erano indifferenti entrambi gli usi. Tuttavia, pagina dopo p agina, si decide definitivamente per " forza di lavoro" - la qual cosa non eliminera equivoci alquanto rilevanti nella tradizione marxista successiva. " Capacita" di lavoro indicava meglio la "potenza " precedente l'uso o il consumo del lavo­ ro (anteriormente al contratto e alla sussunzione del lavoro vivo nel capitale); "forza" dí lavoro, invece, indica meglio la " attivita" o uso attuale del lavoro vivo. E, inoltre, visto che Marx non usa il concet­ to di "lavoro vivo"2º se non in modo sporadico, non si arriva a sco­ prire chiaramente la differenza tra la " capacita " previa che ha valo­ re, la "forza" che viene usata nel processo di lavoro, e il "lavoro vivo" come soggettivita (persona e corporeita del lavoratore) senza valore, che contiene la " capacita" e la " forza" come determinazioni proprie. Coloro che h anno seguito passo passo le distinte redazioni di Marx possono ricordare testi piu chiad, piu precisi e piu entusia­ stici. La redazione " definitiva " porta il peso di molti testi preceden­ ti (tra i quali bisogna scegliere) e, chissa, anche il peso della malat­ tia che molto presto colpi lo studioso nell'inverno londinese del 1 866. Il testo del capitolo 2, sulla "Trasformazione del denaro in capi­ tale " , e il pill breve; e molto chiara e molto pedagogico . .E il frutto di molte redazioni, una delle quali recente. I livelli precedenti sono: l. I Grundrisse ( 1 857 ) .2 1 2. L' Urtext ( 1 859 ) . 22 3 . I Manoscritti del '61- '63.23 4 . ll manoscritto del libro I del 1 863 - 1864, andato perduto. 5 . La conferenza su Salario, prezzo e pro/itto ( 1 865 ) .24 E possibile che, essendo casi curato e chiara, il contenuto del capítolo in questione sía passato abbastanza inosservato alla tradi­ zione marxista successiva. A parer nostro e il tema piu importante di tutto "Il capitale". Perché e qui, all'interno della logica dialettica del discorso scientifico di Marx, che si produce il "passaggio ( Über­ gang) " dal non-capitale al capitale, dal "lavoro vivo" al lavoro

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oggettívato sussunto, " incorporato (einverleibt) " . 25 Nel capítolo 2 Marx studía la contraddízíone tra íl " possessore dí lavoro vivo" e íl "possessore dí denaro " , fino alla realízzazíone del contratto e alla conseguente " uscíta " dal mercato e dalla círcolazione da p arte del lavoratore. E la prima " scena" di una rappresentazione teatrale tra­ gica, che termina con un gran fragore: Assieme al possessore Ji denaro e al possessore di forza-lavoro, lasciamo questa sfera rumorosa che sta alla superficie ed e accessibile a tutti gli sguardi [sempre l' apparenza fenomenologica di Marx] , per seguí re l'uno e l' altro nel segreto (verborgene) [l'essere ama occultarsi, come l' essenza] laboratorio della produzione sulla cui soglia sta scritto: "No admittance except on business" [ . . . ] . Finalmente ci si dovra svelare l' arcano della produzione del plusvalore [ . . . ] . L'antico possessore del denaro va avanti come capitalista [solo adesso e capitalista] , il possessore di forza-lavoro lo segue come suo lavoratore; l'uno sorridente con aria d'importanza e tutto affaccendato, l'altro tímido, restlo, come qualcuno che abbia por­ tato al mercato la propria pelle e non abbia ormai da aspettarsi altro che la . . . conciatura.26

Il capitolo e diviso in tre paragrafi. Nel primo viene trattato íl tema de " La formula generale del capitale " ; nel secando le " Contraddizioni della forma generale" e, nel terzo, la "Compravendita della forza di lavoro " ; quest'ultimo tema e il cen­ trale. Si ha l'impressione che Marx inizi adesso la redazione. Per que­ sto íl successivo capitolo 1 sara una "lntroduzíone" . In effetti, "la cír­ colazione delle merci e il punto di partenza del capitale" . 2 7 Cioe: "Quest'ultimo prodotto della circolazione delle mercí e la prima forma fenomenica del capitale. " 2 8 "Denaro come denaro e denaro come capitale si distinguono in un primo momento soltanto attraver­ so la loro differente forma di círcolazione. " 2 9 Sembra di leggere i Grundrisse: Il capitale proviene anzitutto dalla circolazione, e cioe dal denaro quale suo punto di partenza [ . . ] . 11 denaro e la prima forma in cuí si manifesta il capitale come tale [ . . . 1 .3° Comunque il denaro come capitale e distinto dal denaro come denaro. 3 1 .

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Le quasi 40 pagine dei Grundrisse32 molto piU dísordinate di quelle che leggiamo adesso, ma con molti suggerimenti ulteriori e le circa 10 pagine deí Manoscritti del '61-'6J33 - piu astratte fanno re che Marx prende in considerazione entrambi i testí (e sicuramente il testo perduro del 1 863- 1864), ma si concentra in particolare sui pro­ gressi riguardo alla questione del "capitale commerciale" (su cui aveva lavorato alla fine dei Manoscritti del '6 1 - '63 e nel capitolo 4 del libro III).34 Per questo Marx non parte semplicemente, in astratto, dalla "circolazione" , ma dalla "circolazione sviluppata delle merci, cioe . . . (dal) commeráo, [che] costituiscono i presuppostí storici del suo nascere".35 In ogni caso, per studiare la questione oggi (e da oggí in avanti) non si potranno piu tralasciare i testi precedentí (dal 1857, per questa e per tutte le rimanenti questioní) perché, ed e un' osservazione generale per il libro I de Il capitale del 1 867, al momento di redigere l' opera, Marx si trova in una situazione dífficile, cosa facile da capire. Sarebbe meglío un testo semplice, comprensibile, popolare, come gli chiedevano Engels e gli impegni politící? Oppure consegnare un testo come lo stesso Marx lo aveva scritto per (piU filosofico e pieno di strade aperte e di suggerimenti per ricerche successive) ? Credo che Marx sí decise per una via intermedia: sí rassegno all'idea di consegna­ re un testo il piU semplíce possibile, ma allo stesso tempo complesso, astratto, "scientifíco " , come esplicitamente egli stesso afferma in una lettera del 28 dicembre 1 862: "I tentativi scienti/ici, intesi a rivoluzio­ nare la scienza, non possono mai essere veramente popolari. Ma, una volta che la base scientí/ica e posta, il popolarizzare e facile. "36 Pur non lasciandosi influenzare da semplificazioni, evito a volte la sua terminología, quella che usava neí suoi Quaderni ( quelli dei Grundrúse, dei Manoscritti del '61- '63, etc. ) . Ció causo una certa superficialita, non filosofíca, nella lettura successiva. Perdo pensiamo che il recupero dell'insíeme delle quattro bozze de Il capitale permetuna rilettura molto piu ricca, ríchiesta oggi in America Latina dai processi rivoluzíonari. Ripetiamo. íl testo dell'edizione del 1867 e, per molti aspetti, piU povero delle sue redazioni anteriori, ma, allo stesso tempo, per altri e piu preciso e logícamente piU coerente . Non ripetero qui ció che ho gfa detto in due miei líbri prece­ denti, citati con frequenza. Vorrei solamente rícordare il problema centrale: -

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Ma di fatto qui il valore diventa il soggetto di un processo nel quale esso, nell'assumere forma di denaro e forma di merce, passando continuamen­ te dall'una all'altra, altera anche la propria grandezza, e, in qualita di plu­ svalore, si stacca da se stesso in quanto valore iniziale: valorizza se stesso.37

La formula D-M-D' (denaro-merce-piu denaro) índica una díf­ ferenza ríspetto all'enuncíato M-D-M che e meramente tautologico. Nella prima, il valore transita attraverso le sue determinazioni negan­ dole come processo circolare che ritorna a se stesso: " Viene dalla cír­ colazione, ritorna in essa, si conserva e si moltiplica in essa, ne ritor­ na ingrandito e torna a ripetere sempre di nuovo lo stesso ciclo. "38 Nel paragrafo 2, "Contraddizioni della formula generale" , Marx ne definisce una come aporía: " Dunque e ímpossibile che dalla círco­ lazione scaturísca capítale; ed e altrettanto ímpossíbíle che esso non scaturisca dalla círcolazione. Deve necessariamente scaturire in essa, ed insieme non in essa. " 39 La domanda e: da dove viene il plusvalore o profitto che sí rag­ gíunge alla fine dí un processo D-M-D ' ? Marx osserva che e ímpos­ síbile che sarga dalla vendita dí una merce al di sopra del suo valore. Il vendítore che guadagna perderebbe il suo profitto comprando cío che e necessario alla vendíta. Lo stesso capitale commercíale agísce sempre scambíando equivalenti; la stessa cosa del capítale che rende ínteresse. E qui Marx annuncía il libro III, che ha gfa scrítto: Se la valorizzazione del capitale commerciale non va spiegata soltanto con l'inganno puro e semplice dei produttori di merci, occorre una lunga serie di articolazioni intermedie [l'intera esposizione dialettico- categoria­ le dei libri II e III] che qui manca ancora del tutto.40

Nel paragrafo 3 risolve la contraddízione, cosa assolutamente essenziale alla totalita della sua esposizione critica. In effetti, l' appa­ rente contraddizione sí supera: " [ .. .] soltanto dove íl possessore dí mezzi di produzione e di sussístenza trova sul mercato il libero lavo­ ratore come venditore della sua forza-lavoro, e questa condizione sto­ rica racchiude in sé una storia universale."4 1 Per descrívere questo "íncontro" (tra lavoratore e capitalista), Marx impíega poche ríghe; in esse non sí percepísce íl pathos degli scritti precedenti, che abbíamo ríportato all'inízio di questo capítolo 133


5 . Il "lavoro vivo" (adesso solo "forza lavoro " ) si confronta nella sua propria corporeita, come persona viva, nella sua soggettivita e pover­ ta, con il possessore di denaro. Costui comprera quello nella sua pro­ pria personalita viven te e lo usera e consumera nel suo processo pro­ duttivo. In quanto "fonte creatrice di valore " - e il valore non e altro che lavoro oggettivato: vita posta nel prodotto -, il lavoro vivo cree­ ra piu valore di quello ricevuto nel salario. Il suddetto salario paga solo il valore della forza lavoro: la sua riproduzione; ma visto che "la forza-lavoro esiste soltanto come attitudine naturale dell'individuo vivente. Quindi la produzione di essa presuppone l'esistenza dell'in­ dividuo" .42 In effetti, il lavoro vivo, la soggettivita stessa che lavara, la persona, non ha valore e non puó essere comprata. La capacita o forza lavoro si riproduce (per questo ha valore); il lavoro vivo si pro­ crea (per questo non ha alcun valore) .43 Torneremo su questo tema nel capitolo 8. Marx conclude questo capitolo con una riflessione sui meccani­ smi ideologici - che erano gia stati affrontati nei Grundrisse44 sempre in modo sistematico: La sfera della circolazione, ossia dello scambio delle merci, entro i cuí limiti si muovono la compera e la vendita della forza-lavoro, era in real­ tií un vero Eden dei diritti innati dell'uomo. Quivi regnano soltanto Liberta, Eguaglianza, Proprietií e Bentham.45

Oggi avrebbe dovuto aggiungere: " Milton Friedman e John Rawls con la sua Teoría della giustizia " dove il neoconservatorismo e il neocontrattualismo dimenticano la coazione che si esercita sul lavoratore, sul lavoro vivo, su chi deve vendere il suo lavoro o . . . morire d i fame.

5 J LA PRODUZIONE DEL PLUSVALORE ASSOLUTO. CAPITOLO 3 Come nei Grundrisse46 e nei Manoscritti del '61 -'63,47 si tratta adesso della sussunzione del lavoro vivo, della forza lavoro, nel capitale: il processo di lavoro come processo di valorizzazione. Il lavoro e alienato, incorporato, totalizzato dall' esteriorita. Sono cinque paragrafi di media lunghezza, ma uno di essi, il quar134


to, ha un'importanza enorme: " La giornata lavorativa" . 11 1 0 feb­ braio 1 866, Marx scrive ad Engels che si sente male e, percio, ha esposto "storicamente la parte sulla 'giornata lavorativa', il che restava fuori dal mio piano originario "48. Eppure, l'estensione di questo paragrafo potrebbe trovare una spiegazione considerando il dibattito, all'interno dei sindacati inglesi dell'epoca, sulla questione del salario e la diminuzione della giornata di lavoro. Forse era anche per imprimere all'opera uno stile e un trattamento piu comunemen­ te economico e político e un po' meno teorico, nel senso che Marx dava a questo termine. 11 concetto di fondo che unisce il testo ruota attorno alla corpo­ reita del lavoratore sussunta nel processo di lavoro dal capitale, come una lotta tra lavoro vivo (la vita) ed il lavoro oggettivato (la marte: il capitale) : Il capitalista, trasformando denaro in merci che servono per costituire il materiale di un nuovo prodotto, ossia servono come fattori del processo lavorativo, incorpora forza-lavoro vivente alla loro morta oggettivita, tra­ sforma valore, lavoro trapassato, oggettivato, marta [sottolinea Marx] , in capitale, in valore autovalorizzantesi; mostro animato che comincia a "lavorare" come se avesse amore in corpo.49 Il capitale e lavara marta (ver­ storbene Arbeit), che si ravviva, come un vampiro, soltanto succhiando lavara vivo (lebendige Arbeit) e piu vive quanto piu ne succhia.50

Per Marx il símbolo della vita e il " sangue" , come vedremo in altri lavori;51 d'altra parte, il sangue simboleggia anche il valore.52 Marx immagina la circolazione del valore nel capitale, attraverso le sue metamorfosi, come movimento della vita dell' operaio trasferita al capitale come sua stessa vita. Per dimostrare questa tesi antropologi­ ca (oggettivazione della vita) ed etica (furto della vita come assassinio: morte del lavoratore), i cinque paragrafi possiedono una logica estre­ mamente precisa. Nel paragrafo 1 , "Processo lavorativo e processo di valorizzazio­ ne" , Marx riassume chiaramente aspetti della descrizione del "lavoro in generale" ; e un'analisi a cui ci ha abituati dalla famosa introduzio­ ne ai Grundrisse: Il processo lavorativo, come l'abbiamo esposto nei suoi movimenti sempli­ ci e astratti, e attivita finalistica per la produzione di valori d'uso, appropria-

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zione deglí elementí naturali per bi<;ogní umani, condizione genera/e del ricambio organico fra uomo e natura, condizíone naturale eterna della vita umana; quíndi e índipende11te da ogní forma di tale vita e, anzi, e comune egualmente a tutte le forme di societa della vita umana.53

Marx descrive il processo di lavoro (la produzione) nella sua essenza astratta, universale, valida dal paleolítico fino all'eta pfü svi­ luppata dell'umaníta. Questo "processo" ha la "terra"H come mate­ ria universale, e (come diceva Aristotele)55 almeno la mano come "mezzo di lavoro" . Ha luogo all'interno dí " condizioni oggettíve" date,56 con un oggetto o un "prodotto"57 realizzato su una "materia prima" .58 Questa problematíca inizíó ad essere affrontata nei Grundrisse, anche se in modo un po' disordínato.59 Il suddetto " pro­ cesso di lavoro" ha una triplice funzione simultanea: produce valore d'uso (utílita) , che e "il substrato materiale, il portatore del valore dí scambio"; forma valore dí scambio nel prodotto (e l'unita di entram­ bí e produzione di merci); e, in terzo luogo, produce piu-valore. Marx lo dice cosi: Il processo di produzione, in quanto unita di processo lavorativo e di processo di creazione dí valore, e processo di produzione di merci; in quanto unita dí processo lavorativo e di processo di valorizzazione, e processo di produzione capitalistico, forma capitalistica della produzio­ ne delle merci.60

Si tratta della problematica del " modo di produzione" . Per Marx, diversamente da Althusser, il " modo di produzione capitali­ sta" o "forma capitalista della produzione" consiste nel fatto che un "processo di lavoro" (che materialmente puó essere identico ad un altro non capitalista) non solo produce prodotti utili (valore d'uso), o costituisce in essi valore dí scambio (merci), ma arriva anche a valorizzarsi, cíoe a produrre plusvalore. L' unita di tutte queste determínazioni costituísce l'uso del lavoro vivo ( come " processo di lavoro" sussunto nel capitale) nel consumo di vita come l' essenza del "modo di produzíone capitalist a " . Nel paragrafo 2 , Capitale costante e capitale variabile, Marx fa un passo in avantí. Si tratta ora di descrivere la differente funzíonali­ ta dei fattori oggettivi e soggettivi all'interno della produzione: 136


Le medesime parti costitutive del capitale che dal punto di vista del pro­ cesso lavoratívo si distinguono come

/attori oggettivi e /attori soggettivi,

mezzi di produzione e forza-lavoro, dal punto dí vista del processo di valo­ rízzazione si distinguono come capitale costante e capitale variabile.61

Nuovamente Marx dimostrera che l'essenzíale e il fattore sog­ gettívo (al contrario degli oggettivismi ingenuamente materialistí). La parte del lavoro trasformata in fattore oggettivo (mezzi di produzio­ ne), grazie al lavoro vivo, conserva solamente o trasferisce valore, ma non lo aumenta, " quindi la chiamo parte costante del capitale"62. La dístinzione si collega alla temporalita: valori antichi si conservano o trasferiscono (lavoro passato od oggettívato) ; valori nuovi si creano (lavoro vivo) . Solamente il fattore soggettivo, quindi il lavoro vivo stesso, e fonte dí " una nuova creazione di valore " .63 E per questo Marx lo chiama, in una caratterízzazione tutta sua, "capitale variabi­ le", o parte del capitale che permette la creazione di nuovo valore (aumento di valore o valorizzazione propriamente detta). In questo caso non c'e riproduzione, semmai una pura apparenza (scheinbar),64 giacché la "forza lavoro" non solo si e riprodotta, ma ha anche crea­ to valore "dal nulla''65. La tesi "antropologica" di Marx e chiara: sola­ mente i1 lavoro vivo, la persona umana, puó creare valore: " Dunque i mezzi dí produzione non possono mai aggiungere al prodotto píu valore dí quanto ne posseggano indipendentemente dal processo lavorativo al quale servono"66. Pensare che í di produzione creino nuovo valore significa cadere in un volgare materialismo ingenuo che Marx rifiuta con fre­ quenza. E cosi passíamo al momento propriamente "etico" della posizione di Marx, esposta nel paragrafo 3 ("ll saggio di plusvalore") del suo terzo capitolo: La parte di capitale anticipara nella compera della

quantita determinata di lavoro oggettivato [ . . ]. .

duzione [

...

/orza-lavoro e una

Ma nel processo di pro­

] subentra la forza-lavoro in azione, al lavoro morto subentra statica subentra una variabile [. .] Il risul­

lavoro vivente, a una grandezza

.

tato e la produzione di V pfü !'incremento di v.67

Qui il nostro autore cerca di mostrare l'occultamento, la distor­ sione, la feticizzazione, del "livello di sfruttamento" il che e un ''giudizio etico" per eccellenza e non meramente "morale", come -

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vedremo nel capitolo 8 dietro il saggio di profitto. Un capitale di 500 che ottiene 90 di profitto raggiunge un saggio di profitto del 1 8 % . Eppure Marx afferma: -

Di fatto pero ll saggio del plusvalore non e uguale a p/C [plusvalore su eapitale complessivo] , eíoe a plc+v [plusvalore diviso per la somma di eapitale eonstante e eapitale variabile] , ma a p/v [plusvalore diviso capi­ tale variabiJe), dunque non a 90/500, ffia a 90/90 [se e e 4 1 0 e V e 90) , cioe al 100%, a piu del quíntuplo del grado apparente [scheinbaren] di sfruttamento.68

Il senso político, e quindi etico, dell'intera opera di Marx e con­ tenuto nell'enunciato seguente, diretto alla " coscienza" dei lavorato­ ri nell'epoca del capitalismo: "Quindi, il saggio del plusvalore e l'espressione esatta del grado di s/ruttamento (Explotationsgrad) della forza-lavoro da parte del capitale, cioe dell'operaio da parte del capi­ talista. "69 Potremmo dire che la categoría "grado di sfruttamento" non e economica, per lo meno nel senso della scienza economica capitali­ sta, ma etica: indica una proporzione della dominazione pratíca di una persona su un' altra, una relazt'one sociale, in quanto l'essenza del capitale. Il proposito principale di Marx, come abbiamo visto, e la " dístruzione" e ricostruzione dí tutto il sistema delle categoríe del­ l'economia política partendo dal lavoro vivo (tutte le categorie sono forme dí esistenza del lavoro vivo oggettivato) . Se gli agenti della produzíone (tanto il capitalista quanto il lavoratore) non hanno coscienza da dove parte, in cosa consiste ed a che grado si eser­ cita lo sfruttamento, la perversita del sistema non apparira. Nella defizíone della presa di coscienza del "grado di sfruttamento" (cosa che suppone la conoscenza delle categorie di capitale variabile e plu­ svalore, e della loro relazione) , la produzione teoríca di Marx arriva al punto piu critico, nel senso antropologico ed etico, cioe, politíco­ rivoluzionario e per questo cosi pertinente per l' America Latina, giacché ci troviamo all'interno di un capitalismo dipendente: doppio tipo di sfruttamento e ad un livello altíssímo rispetto aí paesi centra­ li (il " sovrasfruttamento" di cuí parla Mauro Marini). Questo sfruttamento del capitale sul lavoro non viene distribuito per ore nella giornata di lavoro (in alcune l'operaio riprodurrebbe il

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suo salario e in altre produrrebbe il profitto) . Lo sfruttamento attraver­ sa l'intera giornata, ed e questo aspetto quello che non si vede nel piano de "L'ultima ora del Senior" .70 Nel paragrafo 4 Marx analizza ampiamente la questione della " giornata lavorativa" ;7 1 la sua analisi si trasforma, progressivamente, in una battaglia politica - magnifico testo retorico, simile a quelli che Marx scriveva per differenti giornali - a favore della riduzione del tempo giornaliero di lavoro dell'operaio, ma soprattutto si concentra in un attacco alla vendita e al consumo del lavoro umano al fine di ottenere plusvalore: " L'operaio, durante tutto il tempo della sua vita, non e altro che forza-lavoro e [ . . . ] tutto il suo tempo disponibile e, per natura e per diritto, tempo di lavoro, e dunque appartiene alla autovalorizzazione del capitale. "72 E una riflessione sulla tem poralita dell 'esistenza aliena ta del lavoratore e, per questo, un'utopia capovolta, un inferno in terra: Tempo per un'educazione da esseri umani, per lo sviluppo intellettuale, per l'adempimento di funzioni sociali, per rapporti socievoli, per il libe­ ro giuoco delle energie vitali fisiche e mentali, perfino il tempo festivo domenicale - e sia pure nella terra dei sabbatari [. . . ] la produzione capitalistica [ . . . ] e essenzialmente produzione di plusvalore, assorbi­ mento di pluslavoro.73 -

Nella temporalita della vita del lavoratore cí sono due momen­ ti: il tempo di lavoro sussunto nel capitale, che e la " giornata di lavoro " in se, e il resto, che per il capitale e niente e che deve esse­ re accorciato il piu possibile. Nella "giornata di lavoro" , invece, ci sono qualitativamente due momenti (per due categorie che si deva­ no costruire) : Dunque la giornata lavorativa non e una grandezza costante, ma una grandezza variabile. Certo, una delle sue parti e determinata da! tempo di lavoro richiesto per la continua riproduzione dell'operaio, ma la sua grandezza complessiva cambia con la lunghezza o durata del pluslavoro. La giornata lavorativa e dunque determinabile, ma presa in sé e per sé e indeterminata.74

In questo modo Marx definisce una nuova relazione (non di valore: come quella del capitale variabile e del plusvalore, che sono 139


l' effetto oggettivo) all'interno del tempo soggettivo stesso, come la sostanza del valore: "tempo di pluslavoro/tempo di lavara necessa­ rio "75. E qui che, per la prima volta, appare nella sua collocazione logica il concetto di "tempo necessario" sociale e soggettivo per ripro­ durre la "forza di lavoro" (che precedentemente, nei Grundrisse e nei Manoscritti del '61- '63 , aveva chiamato "capacita di lavoro") , il quale non deve essere confuso con il " tempo necessario" sociale e oggetti­ vo per produrre la merce. Marx chíama frequentemente il primo solo " tempo necessario" e il secando "tempo socialmente necessario" . Sono queste alcune delle piu provocatorie pagine etiche dí Marx. Come, per esempio, quando esclama: " Ma all'improvviso s'al­ za la voce (Stimme) dell'operaio, che era arnmutolita nell'incalzare e nel tumulto del processo di produzione [. . . ] " .76 Inoltre, appare anche un riferimento che fa pensare a Martín Buber: " tu ed io (Du und ich ) " .77 Se alla fine del capitolo 2 l' operaio era uscito dal mercato, da " questa sfera rumorosa che sta alla superficie ed e accessibile a tutti gli sguardi" ,78 adesso: Dobbíamo confessare che il nostro operaio, esce dal processo produtti­ vo differente da quando vi era entrato. Sul mercato si era presentato come proprietario della merce [ . . . ] 11 contratto per mezzo del quale aveva venduto al capitalista la propria forza-lavoro dimostrava [. . . ] che eglí disponeva liberamente di se stesso. Concluso l' affare, si scopre che eglí non era un libero agente, che il tempo per il quale egli puo libera­ mente vendere la propria forza-lavoro e il tempo per il quale egli e

costretto a venderla.79

Arriviamo cosi al paragrafo 5, "Saggio e massa del plusvalore", in cui Marx mostra che il saggio di plusvalore indica il grado di sfrut­

tamento, laddove la massa totale di plusvalore indica solo oggettiva­ mente la totalita del valore riunito dal capitale (con maggiore o mino­ re grado di sfruttamento) . La massa non e un indicatore etico, il sag­ gio si. La massa puo diminuire e trovare una compensazione con un maggior saggio; anche il saggio di plusvalore puo aumentare, eppure la massa diminuisce (se ci fosse meno forza lavoro impegnata). Da quanto detto si possono dedurre alcune relazioni necessarie (leggí) che con frequenza " contraddicono evidentemente ogni esperienza fondata sull'apparenza " 80• Per risolverle, "occorrono ancor molti ter1 40


mini [ categoriali] intermedi" :8 1 (L'economía classica) . . . cerca dí salvarla (la legge del valore) dalle con­ traddízioni del fenomeno mediante una astrazione forzara [ . . ] . L' economía volgare, la quale " in realta proprio nulla h a appreso", insiste qui, come dappertutto, sulla apparenza, contro la legge che regola il fenomeno. Al contrario di Spinoza, essa ritiene che ''l'ignoranza sia una .

ragione su//iciente''.�2

In conclusione, la razionalita, la legge fondamentale del capita­ le (e del capitalismo come sistema storico), coincide con !'aumento del saggio di plusvalore; per ora come plusvalore assoluto (aumento assoluto del tempo della giornata di lavoro e del tempo di pluslavoro, con diminuzíone relativa del tempo necessario, nonostante rimanga assolutamente invariatal , che apparira successivamente come aumen­ to del saggio di profitto (al livello fenomenico della circolazione).

5 .4 LA PRODCZIONE DI PLUSVALORE RELATIVO. CAPITOLO 4 Il tema di questo capitolo, chíaramente scoperto nei Grundrúse83 ed esposto in maniera definitiva nei Manoscritti del '61 '638·\ doveva essere stato scritto anche nel manoscritto perduto del 186.3 - 1 864 dí questo libro I. Marx riunid nel paragrafo 4 buona parte del materiale che nel corso degli anni aveva riassunto nei suoi studi sulla tecnología; per questo sara il paragrafo piu lungo di tutto il libro I (Íntítolato "Macchine e grande industria" ) . L'economía classica aveva scoperto un certo tipo d i rendíta dif­ ferenziale e di "plusvalore-profitto" relativo, ma non aveva potuto dare una definizione al plusvalore ( quello assoluto) e nemmeno alla rendita (quella assoluta) in quanto tali, nella loro essenza. Questo e cío che Marx defínísce per la prima volta nella storia della "scienza" economica: il " concetto" di plusvalore assoluto (e rendita assoluta). Una volta definito íl primo, quello assoluto, sí trova la differenza spe­ cifica con il secondo, quello relativo. Nel paragrafo 1 , sul " concetto di plusvalore relativo", appare, in primo luogo, la definizione del plu­ svalore in entrambe le versioni: 141


Chiamo plusvalore assoluto il plusvalore prodotto mediante prolunga­ mento [assoluto] della giornata lavorativa: invece, chiamo plusvalore relativo il plusvalore che deriva dall'accorciamento [assoluto] del tempo di lavoro necessario e dal corrispondente cambiamento nel rapporto di grandezza delle due partí costitutive della giornata lavorativa.85

Come nel caso della rendita del libro III - che abbiamo esposto nel capitolo 4.4 -, l' aumento di plusvalore non e frutto della macchi­ na in se, ma del risparmio di lavoro vivo: diminuendo il tempo social­ mente necessario a produrre una merce (che possiede, quindi, meno lavoro oggettivato; vale meno) o a produrre forza lavoro, cala anche il valore della forza lavoro e, quindi, diminuisce il "tempo necessario" soggettivo a riprodurre il valore del salario. Con tutto cío aumenta assolutamente il tempo di pluslavoro e díminuisce relativamente quel­ lo del tempo necessario. Ma, per aumentare la produttívita o la "forza produttiva del lavoro" , e necessaria " una rivoluzione [. .. ] nel suo modo di produzione (Produktionsweise), e quindi nello stesso proces­ so [materiale] lavorativo"86• E questo il frutto della grande scoperta dei Quaderni V (fine) e XIX-XXI dei Manoscritti del '61 -'63 sulla dif­ ferenza tra lo strumento tecnico artigianale nella manífattura e la mac­ china industriale nella fabbrica capitalista. Il problema della sussun­ zione formale e reale (materiale e formale) del lavoro vivo era stato risolto quattro anni prima. E nella rivoluzione tecnologíco-materiale del processo stesso della produzione87 che Marx concentra la sua attenzione. In primo luogo, perché "il capitalista che applica il modo di produzione perfe­ zionato, si appropria per il pluslavoro di una parte della giornata lavorativa maggiore di quella appropriata dagli altri capitalisti nella stessa industria" ;88 cío significa che risparmia tempo necessario, aumenta il plustempo dí lavoro, produce una merce con meno valo­ re: vince nella concorrenza con altri capitali e sí appropria per tra­ sferimento del loro plusvalore. Da questo momento, la razionalita del capitale (aumento del saggio di plusvalore) passa ad identificar­ si con l' aumento della composizione organica o con il necessario obbligo di incorporare un aumento costante della forza produttivo­ tecnologica (e oggi anche scíentífica), vale a dire, " costringe . . . , nella forma di legge coercitiva della concorrenza, a introdurre il nuovo modo di produzione " 89 Come si puó vedere, il concetto di " modo di .

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produzione" non sí collega al sígnífícato datoglí da Althusser. Sí rrat­ ta della "modo " della produzione del lavoro "materíale " tecníco stesso, che non solo produce mercí, ma, essenzíalmente o " formal­ mente " , produce allo stesso tempo plusvalore. E utile sottolineare che in questo capítolo Marx non usa in modo esteso la dístínzione tra sussunzione formale e reale (che tutta­ vía sí trova neí Manoscritti del '61- '63 , forse perché Marx aveva in mente dí esporla píu dettaglíatamente nel paragrafo specífíco sul tema all'ínterno del Capitolo 6 inedito) , sebbene la utílízzera breve­ mente nel capítolo 5. Come in altrí casi, Marx sembra essere " som­ merso" dalla grande quantíta dí materíali ríunítí nel corso deí suoí quíndící anní dí rícerche (daí suoí prímí quaderní dí estrattí íníziati a Londra nel 1 85 1 , nel Brítísh Museum, come abbíamo visto) .90 Inoltre questo capitolo risulta partícolarmente attuale per la fine del XX secolo, sía dí fronte al processo della rivoluzione scíen­ tífico-tecnologica, sía per la crísi di produttivita negli Stati Uniti e in Unione Sovíetica (per motivi molto diversi) e di fronte al "sotto­ sviluppo" (essenzialmente tecnologíco) del capitalismo periferico. Marx penetro /iloso/icamente la questione tecnologica piu di ogni altro filosofo precedente - e il suo riferímento continuo ad Aristotele lo identifica come un grande aristotelico dell' era indu­ striale, che sia capitalista o del socialismo reale. Nel paragrafo 2 sulla " Cooperazione " , Marx espone il modo o procedimento fondamentale del plusvalore relativo: "La cooperazio­ ne rimane la forma /ondamentale del modo di produzione capitalisti­ co, benché la sua figura semplice, per sé presa, si presentí come forma particolare accanto alle sue altre forme piu evolute. " 91 Non cí soffermiamo oltre sul tema, visto che lo abbiamo tratta­ to piu dettagliatamente in un libro precedente92 . Nel paragrafo 3 , Marx si occupa della "Divisione del lavoro" , come aveva fatto in modo esteso e chiara nei Manoscritti del '61 - '63 .93 Affronto questo tema in modo molto simile - potrebbe essere addi­ rittura quello íl testo definitivo - pure nei Manoscritti del '62-'64 del libro l. I suoi studi sulla tecnología gli avevano fatto scoprire, filoso­ ficamente, l'essenza del processo tecnologíco dí produzione delle mercí. Eppure, dal punto dí vista teoríco, nel testo del 1 866 che stía­ mo analizzando non cí sano novíta ímportantí rispetto a quello del 1 86 1 - 1862. 143


Dal XVI al XVIII secolo, contemporaneamente al sistema mer­ cantile del recente mercato mondiale, continuo ad esistere la coope­ razione che si presentava nelle manifatture medioevali. Si assiste, tut­ tavia, ad una radícale trasformazione: diventa un modo di produzio­ ne formalmente capitalista. In cosa consiste questa transustanziazio­ ne priva di cambiamenti materiali? Mediante l ' analisi del!'attivita artigianale, la specializzazione degli stru­ menti di lavoro, la formazione degli operai parziali, il loro raggruppa­ mento e la loro combinazione in un meccanismo complessivo, la divisio­ ne manifatturiera del lavoro crea !' articolazíone qualitativa e la propor­ zionalira quantitativa dei processi sociali di produzione, crea quindi una determinata organizzazione del lavara sociale [gesellschaftlicher] , svilup­ pando cosi una nuova forza produttiva sociale del lavoro. Come forma specificamente capitalistica del processo socíale di produzione [. . . ], la divisione manifatturiera del lavoro e soltanto un metodo particolare per generare plusvalore relativo, ossia per aumentare a spese degli operai !'autovalorizzazione del capital e. 94

Marx inizia la sua descrizíone mostrando la differenza tra la "legge che regola la divisione del lavoro della comunitd ( Gemeinde) " 95 e la divisione del lavo ro quando il lavoratore h a perso "!'organismo produttivo semplice di queste comunita autosufficien­ ti"96. L'unica condizione sociale possibile e !'individuo "isolato" (il carattere "sodale" del lavoro, vale a dire del lavoratore). All'interno della " comuníta produttiva " precapitalista, la persona era legata aglí altri membri, ma il suo lavoro o compito era "autonomo " , autosuffi­ ciente, completo: produceva interamente un prodotto. Adesso, al contrario, i "mestieri di tipi differenti, autonomi . . . vengono ridotti a dipendenza e unilateralita "97 all'interno di un "tutto" che li sussume: Vengono occupati contemporaneamente nella stessa officina, da parte dello stesso capitale, molti artigiani che fanno la stessa cosa (Pero) invece di far eseguire le differenti operazíoni (per produrre tutto un pro­ dotto) dallo stesso artigiano in una successione temporale, si scíolgono le operazioní l'una dall'altra, si ísolano (isoliert) , si giustappongono nello spazio.98

La divisione tecnica del l avoro, in quanto diversí operai compío­ no differenti operazioni per produrre una merce, rende quest'ultima 144


un "prodotto sociale" , ma sotto il controllo e la proprieta del capita­ le. Ora l'"operaio parziale" usa uno "strumento" specializzato per una funzione specifica della produzione, come l' "organo vivente" di un'operazione produttíva. Come nel suo Quaderno tecnologico-storico del 1 85 1 , Marx qui pensa che la produzione dell'orologío sía il miglior esempio di questa cooperazione manufatturiera sotto il " comando di un capitale"99, giacché e una merce sommamente eterogenea - quelle omogenee o semplici esígono una minore dívisione del lavoro sociale. Quindi, fondamentalmente la divisíone del lavoro sociale "implica ímmedía­ tamente una piu alta valorizzazíone del capitale, poiché tutto cío che abbrevia il tempo necessario alla riproduzione della forza-lavoro, prolunga il dominio del pluslavoro" 100 • Ma Marx, appoggiandosi a Skarbek e usando una categorizzazione hegeliana indica la divisione del lavoro si ha all'interno dell'íntera societa prima ancora di realizzarsi in un'offícina: Se si tien presente soltanto il lavoro per sé preso, si puo designare la sepa­ razione della produzione sociale nei suoi grandi generi, come agricohu­ ra, industria, ecc . , come divisiane del lavara in genera/e (im Allgemeinen); la ripartizione di questi generi di produzione in specie e sottospecie, come divisíone del lauoro in particolare (im Besondern), e ínfine la divisione del lavoro entro un'officina come diuisione del lavara in dettaglía (im Ei11zelnen) . 1 01

Tra i vari tipi di divisione del lavoro ''nella societa" ( della cam­ pagna, della citta, ecc. ) , Marx ne ricorda uno che ha una particolare importanza per noi: L' ampliamento del mercato mondiale e il sistema coloniale, che fanno p arte della sfera delle condizioni generali della sua esistenza, forniscono al periodo manifatturiero abbondante m ateriale per la divisione del lavo­ ro entro la societa. 102

Si potrebbe cosi pensare ad una sarta di divisione internaziona­ le come " &visione territoriale del l avoro " 1 03, ma non di citta o partí dí una nazione, bensl di paesi interí. La manifattura e cosi "formalmente" capitalista perché il pro­ cesso produttívo e stato sussunto sotto il capitale e permette un

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aumento del plusvalore relativo o un aumento di produttívita della forza lavoro. Tuttavia "materialmente" il processo produttivo stesso non e stato modifícato nella sostanza. Nel paragrafo 4, " Macchína e grande industria", Marx focalizza la questione che in modo sintetíco denominera nel capitolo successi­ vo come "la sussunzíone reale del lavoro sotto il capitale" . 1 04 Si tratta di esporre pedagogicamente ció che e gfa stato scoper­ to con chiarezza nei Quaderni XIX e XX del Manoscritto del '61- '63, da gennaío a marzo 1 863 . Nella sua essenza tecnica si spiega nel modo seguente: In che cosa si differenzia una macchina da uno strumento di lavoro? Quando lo strumento stesso e mosso da un meccanismo, si trasforma in strumento di un meccanismo - da uno strumento dell'operaio, dal suo attrezzo, il cuí rendimento e dipendente dal virtuosismo dell'operaio e ha bísogno del suo lavoro come mediatore nel working process chína sostituísce lo strumento. 105

-

la mac­

Cí sarebbero molti aspetti da trattare, ma ne índicheremo sola­ mente akuni. In primo luogo, osserviamo che ci trovíamo di fronte ad una "filosofia della tecnología" molto elaborara - di gran lunga superiore a quella di Smith, Ricardo o Malthus. Per esempio: «Ügni macchinario sviluppato consiste di tre partí sostanzialmente differen­ ti: macchina motrice, meccanismo di trasmissione, e infine macchina utensile o macchina operatrice». 1 06 Il momento essenziale non e il motare - sebbene abbia enorme forza ne la trasmissione, ma la " macchina-strumento " : "Questo congegno meccanico non sostituisce un qualunque strumento parti­ colare, ma la stessa mano umana, la quale produce una forma deter­ minata tenencia, adattando, dirigendo il filo di strumenti da taglio ecc."107 Ció vale a dire che, con il risparmio di tempo di lavoro umano, viene risparmiato s alario, dimínuisce il capítale variabile necessario a produrre la stessa merce e aumenta il plusvalore relativo. La sus­ sunzione della tecnología e della sdenza nello stesso processo pro­ duttivo di plusvalore costituisce l'essenza materiale propria del capí­ tale in quanto tale. La cosiddetta " rivoluzione industriale" e, pfü che tecnica, una rivoluzione etica, economico-politica: e un nuovo modo

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di usare la tecnología (dal punto di vista della logica del capitale e

non da quello della tecnología stessa, cosa che vedremo piu avanti nel capitolo 9). Nell'artigianato precapitalista, il lavoratore era il " soggetto" che con perizia usava strumenti e attrezzi; adesso, inve­ ce, il " soggetto " del movimento produttivo o trasformatore e la mac­ china stessa per mezzo di un suo strumento specializzato il lavora­ tore perde il "controllo " del processo ed e "materialmente" domina­ to dalla macchina: e sussunto materialmente o realmente nel capíta­ le. La " relazione sociale" - essenza del capitale - non viene resa effettiva da un maggiordomo (una persona) come nella schíavitú, ma solo attraverso la macchina (momento "materiale" e determinazione essenziale del capitale stesso ) . La " dominazione etica" del capitale sul lavoro si e consumata. A suo modo di vedere, Marx si dilunga troppo su questo punto e rompe in parte lo schema che si era prefissato. Comunque tratta temí di fondamentale importanza che mettono in luce la sua geniali­ ta. Nella nota 89 formula ipotesi b asilari per una storia della tecnolo­ gía contro un "materialismo astrarro " - che sarebbe !'elemento dia­ lettico successivo e mostra come dovrebbe essere scritta una storia secondo il " metodo materialista" esatto: I difetti del materialismo astrattamente modellato sulle scienze naturali, che esclude il processo storico, si vedono gfa nelle concezioni astratte e ideologiche dei suoi portavoce appena s'arrischiano al di la della loro specialita.108

11 materialismo dialettico stalinista verrebbe qui perfettamente

criticato. La apriorita della "materia" rispetto al "soggetto " pur essendo una " coscienza" proporrebbe una materia anteríore alla storia. Per Marx la "materia" appare sempre come un momento della storia, vale a dire, a partire da un soggetto che costituisce questa materia come un momento del suo mondo storico. Allo stesso modo appare geniale, visto che fornisce i fondamen­ ti filosofici per una teoría della produzione robotizzata, il fatto che Marx abbia scoperto nella logica delle macchine del suo tempo la possibilita essenziale della macchina totale: "Un sistema articolato di macchine operatrici che ricevono il movimento da un meccanismo automatico centrale soltanto mediante il macchinario di trasmissione,

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costituisce la forma pfü svíluppata della produzione a macchina. " 109 Per tutto questo, Marx si ispira in buona parte all'opera dí A. Ure, La filoso/ia della mantfattura: ovvero esposizione dell'economia scienti/ica, 1norale e commerciale del sistema delle Jabbriche in Gran Bretagna (Londra 1 835 ) .11 0 Marx resta sempre coerente con l'ipotesi centrale secondo cuí la macchina non puó "creare" nuovo valore, ma "trasferisce" solamente il proprio valore consumato. Unicamente il "lavoro vivo" puó "creare valore": "Si verifica una grande dífferenza fra la macchina come ele­ mento costitutivo del valore (werthbildenden) e la macchina come ele­ mento costitutivo del prodotto. " 1 11 La macchina produce un prodotto, trasferi<>ce il valore proprio consumato - come "capitale fisso" che tut­ tavia "circola" - ma non "crea" alcun valore. La legge del valore resta in vigore. Il capitolo scende poi ad un livello moho piu concreto, político, e descrive glí effetti che l'industríalizzazione produce sull'operaio. Viene elaborato un excursus etíco-storico sullo sfruttamento delle donne e dei bambiní, sul prolungamento della giornata lavorativa, sull'intensificazione del lavoro, sulla descrizione pratíca della fabbri­ ca e sullo scontro dell'operaio con "il modo materiale di esistenza del capitale" 1 12 , la macchina stessa. Con ció si spiega il perché glí operai distruggano le macchine, considerare il loro nemico, confondendo l' essenza del capitale con una sua "manifestazione" , íl fondamento con una sua mera " determinazione" superficiale. Marx termina íl paragrafo descrivendo come dalla manifattura e dall'industria a domicilio si passi alla grande industria, che, ulti­ ma, attacca le fondamenta del sistema preindustriale: La rivoluzíone provocata dalla grande industria nell'agricoltura [. . .] potra essere esposta solo piu avantí [nel secando trattato sulla rendita, successivo al trattato sul capitale] . Qui basti un breve accenno ad alcuni risultati anticipatori.113

Come vedremo, lo stesso accadra con il tema del salario, che, analogamente a quello dell'agricoltura e della rendita, appartiene a trattatí successivi che Marx pensava di scrivere (o che per lo meno non aveva cancellato dal suo piano, come pensano alcuní).

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5 .5 RrCERCHE SULLA PRODUZIONE DEL PLUSVALORE ASSOLUTO E RELATI­ VO. CAPITOLO 5 . C i addentriamo adesso in quella che potrebbe essere chiamata la " seconda parte" del tomo I. Finara Marx si e mosso su un terre­ no chiara, su cuí ha moho lavorato - dai Grundrisse in poi -, quello della teoría della merce e del denaro, cosl come quello sul passaggio dal denaro al capitale e quello della produzione di plusvalore asso­ luto e relativo. Ora, invece, entriamo in una zona teorica piu proble­ matica. Gia nel gennaio del 1858, dopo aver scoperto il differente comportamento del capitale costante e del "fondo-lavoro" - cosi chiamato in quell' epoca - entra nella questione per mezzo del tema della " tendenza ( del capitale) a parre una parte di essa ( della popo­ lazione lavoratrice) come sovrappopolazione " 1 14: si tratta della " sva­ lorizzazione" o " crisi" del capitale, nella sua essenza, che determina i suoi limiti (e alla fine il suo limite finale: il suo crollo) ; il capitale ha bisogno di piu popolazione - per aumentare il plusvalore assoluto -, ma allo stesso tempo ne necessita meno - a causa dell ' aumento di plusvalore relativo che produce " sovrappopolazione" . La diminu­ zione del saggio di profitto e il limite dei limiti - aspetto che siste­ maticamente Marx inserisce nel libro III. In questo contesto prende piede per la prima volta il tema della realizzazione del capitale, sotto il titolo dell"' accumulazione" . Alla fine, nei Grundrisse, viene affrontata storicamente l' accumulazione primitiva e, come suo pre­ supposto diacronico, le epoche dei "madi di appropriazione" . Successivamente l 'autore si sofferma sulla " circolazione del capita­ le " . Poi, nei capitoli 5 e 6 del tomo I (successivamente le sezioni 5 7 ) analizza tutta questa tematica. Allo stesso modo, nei Manoscritti del '61- '63, alla fine dell' espo­ sizione del tema del plusvalore (in realta lascio a meta l'ultima parte del tema del plusvalore relativo) , si dedico ad un lungo confronto con le teorie precedenti, confronto che si conosce con il nome "Teorie sul plusvalore" . Marx conclude cosi la " parte" fondamentale o prima del libro I. Dopo questa lunga parentesi storico-metodologica, e al termi­ ne del tema del plusvalore relativo, comincia con questo argomen­ to; 1 15 anche se in realta si puo ritrovare disseminato in molti altri passi dell'esposizione - come il tema del "lavoro produttivo " , la " riprodu­ zione" , il "salario " , la " sussunzione formale e reale" , etc.

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Possiamo concludere dicendo che, nonostante il piano generale si stesse chiarendo passo dopo passo, fino al 1 863 Marx non aveva ancora esposto in modo definitivo questo argomento. Forse lo fece nel libro I del manoscritto perduto del '63 - '64; ma l'unica cosa che possiamo sapere con certezza e che la prima esposizione coerente di questa tematica la sí trova nel libro I del 1 867. Il " capitolo 5" - che corrisponde alle sezioni 5 e 6 della secon­ da edizione - e difficilmente collocabile dal punto di vista logico. Vediamo come venne delineandosi questo quinto capitolo della prima edizione del 1 867 confrontando i piani precedenti. Abbiamo gfa visto e confrontato il piano del gennaio del 1 863 con l'articolazione dei Quaderni XIX e XXII dei Manoscritti del '6 1 ,63 , 1 16 e d entrambi a loro volta con il piano sviluppato nel Capitolo VI inedito del libro I dei Manoscritti del '63-'64; 11 7 non dobbiamo tutta­ via dimenticare che Marx aveva messo a confronto plusvalore assolu­ to e relativo nel Quaderno IV dei Manoscritti del '6 1 -1 63 . 1 1 8 Nonostante consideri i materiali precedenti ora Marx sviluppa un ordine nuovo in quattro brevi paragrafi: 1 ) "Plusvalore assoluto e relativo " 2 ) "Variazioni di grandezza nel prezzo della forza-lavara e nel plusvalore " 3 ) "Differenti formule del saggio del plusvalore" 4) " Valore o p rezzo della forza-lavara nella forma mutata del salario " : a] " La trasformazione" b] "Le due forme fondamentali di salario: salario a tempo e sala­ rio a cottimo " . 11 9 Vediamo tutto questo seguendo il suo ordine dialettico. In effetti Marx si decide, infíne, a dare questa articolazione defi­ nitiva ad un gran numero di questioni. Nel paragrafo 1 , "Plusvalore assoluto e relativo " - che corri­ sponde al capitolo 14 della seconda edizione - Marx confronta entrambi i plusvalori a partire da un tríplice versante: il lavara pro­ duttivo e improduttivo, la sussunzione formale e reale e il fetícísmo. Marx lo rammenta nel Capitolo VI inedito quando afferma: " La produzione capitalistica non e solamente produzione di merce; essenzialmente, e produzione di plusvalore [ . . . ] . E produttivo sola1 50


mente l' operaio che produce plusvalore per il capitalista o che e funzionale all' autovalorizzazione del capitale . " 12º In questo modo, quindi, entrambi i plusvalori hanno in comune l'essere frutto di un lavara "produttivo " - nel senso capitalista del termine. Mentre la loro differenziazione si realizza nel diverso grado di sussunzione: La produzione del plusvalore assoluto presuppone unicamente la sus­ sunzione /ormale del lavoro sotto il capitale [ . . . ] . La produzione del plu­ svalore relativo, poi, presuppone un modo di produzione specificamen­ te capitalistico [ ] : la sussunzione rea/e del lavara sotto il capitale. 1 2 1 ...

Questi gradi di "sussunzione" - atto ontologico fondamentale, grazie al quale il lavoro si aliena nel capitale - sono allo stesso tempo gradi di occultamento feticista della funzione del lavoro vivo: Come le forze produttive storicamente sviluppate, sociali, casi pure le forze produttive naturali del lavoro [vivo] appaiono [fenomenología di una falsa apparenza] come forze produttive del capitale, al quale esso viene incorporato.122

Nel paragrafo 2, Marx collega differenti livelli che, attraverso categorie correttamente definite, costituite dal 1857 , permettono di concludere effetti variabili (impossibili da dedurre per l' economía política capitalista, a cuí mancano categorie essenziali) . I termini del confronto sono il "prezzo della forza lavoro" (all'inizio il "valore" prodotto nel tempo necessario; valore che essendo anche quello dei mezzi di sussistenza potrebbe variare rispetto al "prezzo " ) e il "plu­ svalore" (valore prodotto nel plustempo di lavoro) . Marx considera tre parametri che egli variera per vedere i loro differenti comporta­ menti: la durata della giornata di lavoro, l'intensita del lavoro e la produttivita della forza lavoro. Se, in astratto, le merci si vendono al loro valore e se il prezzo della forza lavoro non scende mai al di sotto del suo valore e, ricordando che in una giornata specifica di lavoro il valore prodotto e sempre identico (qualunque sía il grado di produt­ tivita), e che il valore della forza lavoro e il plusvalore variano in senso opposto, e che l' aumento o la diminuzione del plusvalore sono l' ef­ fetto e non la causa della variazione del valore della forza lavara, ebbene, considerando tutti questi aspetti, Marx conclude: 1 51


Il prezzo della forza-lavoro [. . .], nel caso di una forza produttiva del lavo­ ro in potrebbe diminuire in maniera costante, con un contestua­ le aumento continuo della massa dei mezzi di sussistenza dell'operaio. Ma relativamente, vale a dire in paragone col plusvalore, il valore della forza-lavoro diminuirebbe in modo costante e si accrescerebbe quindí la distanza fra le condizioni di vita dell'operaio e quella del capitalista.123

Vale la pena sottolineare che glí errori dell'economia politica capitalista sono dovuti al fatto che "non fornisce affatto un'esposizio­ ne pura del plusvalore, ovvero indipendente dalle sue forme partico­ lari come profitto, rendita fondiaria ecc . " 1 24 Allo stesso modo non e possibile distinguere tra " prezzo" (del salario) e "valore" della forza­ lavoro. Nei punti B, C e D Marx prosegue con l'analisi di altre possibi­ lita. E termina con una proposta alternativa: La soppressione della forma di produzione capitalistica permette di limi­ tare la giornata lavorativa al lavoro necessario. Una parte del plusla­ voro attuale potrebbe essere annoverata come lavoro necessario, vale a dire, lavoro che si richiede per costituire un fondo sociale di riserva e di accumulazione. [. .] Una volta date l'intensíta e la forza produttiva del lavoro, la parte necessaria della giornata lavorativa sociale per la produ­ zione materiale sara tanto piU breve, e quindi sara tanto piu ampia la parte di tempo dedicara alla libera attivita intellettuale e sociale degli individui. 125 .

Da questo quadro si dovrebbe poter interpretare l'economia del " socialismo reale" , in cui il denaro che il lavoratore riceve non e un salario nel senso capitalista (la retribuzione della sua forza lavoro) , ma un anticipo in denaro, per uso indivíduale, della totalita del valore pro­ dotto la parte non consegnata si usa socialmente come riserva o accu­ mulazione o per differenti servizi: educazione, salute, difesa, sicurezza, etc. , píanificati socialmente. lnvece, "nella societa capitalistica si pro­ duce tempo libero per una dasse [la borghesia] mediante la trasforma­ zione dí tutto il tempo di vita delle masse in tempo di lavoro. " 126 Arriviamo cosi al paragrafo 3 che, in un certo senso, e la conclu­ sione o l'obiettivo etico-politico che si ritrovava nell'origine teorica di tutto il lavoro di Marx: mostrare in tutta chiarezza alla coscienza del lavoratore, e della classe operaia in quanto totalita, come si arriva 1 52


a conoscere " il reale grado di sfruttamento del lavoro" aspetto etico per eccellenza -, vale a dire il "saggío di plusvalore" 127 E il tema del feticismo. Confrontando il profitto con la totalita del capi­ tale, " si occulta (versteckt) il carattere specifíco del rapporto capitali­ stíco, vale a dire, lo scambio tra il capitale variabile e la forza-lavoro viva (lebendigen Arbeitskra/t) " 1 2 8 . Da ció si conclude che: Il capitalista paga il valore [. ] della forza-lavara, e, in cambio di esso, ottiene il diritto d i disporre della stessa forza lavoro viva. In essen­ za, si tratta del comando su lavoro non pagato [ .]. Il mistero dell' au­ tovalorizzazione del capítale si risolve nel fatto che esso (il capirale) ha a propria disposizione una quantita determinata di lavoro altrui non pagato.129 ..

-

..

Allo stesso modo, e sempre dal punto di vista del feticismo, nel paragrafo 4 viene menzíonato il concetto di salario: " Nella superficie [si osservi l'espressione fenomenologíca] della societa borghese, il s alario dell' operaío appare [nuova espressione fenomenologica] come retríbuzione del lavoro" . 1 3° Detto piu chiaramente - e sempre nel senso di un' ontología hegeliana capovolta, ma manifestando una stessa matrice precisa questo concetto puó essere cosi espresso: Per quanto concerne la forma di mantfestazione "valore e prezzo del lavoro " o " salario" a differenza del rapporto essenziale che sí mamfe­ sta, cioe il valore e il prezzo della forza-lavoro - vale lo stesso discorso svolto per tutte le forme di mani/estazione e per il loro fondo occulto (verborgenen Hintergrund). Le prime si riproducono in maniera imme­ diatamente spontanea, in quanto forme di pensiero comuní e correnti; il secando deve essere scoperto (entdeckt), in primo luogo, attraverso la scienza. 1 3 1 -

S i tratta di u n testo filosofíco d i estrema precisione, in cuí ogni parola e suscettibíle di una lunghissima spiegazione. La "matrice onto­ logica" esplicitata nei Grundrisse1 3 2 arriva ad una piena applicazione. " Scienza " m e per Marx il " sapere" che passa dalla mera " forma di manifestazione (Erscheinungs/orm)" all"' essenza " - nel caso del capita­ le, alla " relazione sociale " ; " essenza" che essendo "occulta" , come il "fondamento " , deve essere " scoperta". Il salario e quindi una forma


fenomenica di apparizione o manifestazione, nel mondo delle merci o della circolazione, della sua essenza occulta: il valore della forza lavoro, che non eleve essere confusa con il "lavoro vivo" - impagabile essendo la "fonte creatrice di valore" e percio di ogni "prezzo" , cosl come del salario: La dtfferenza di forma consiste fatto che, in un caso [in quello del salario] , si tratta di lavoro oggettivato, e, nell'altro, di lavoro vivo. Il lavoro e la sostanza e la misura immanente dei valori, ma esso stesso non ha alcun valore. Nell'espressione valore de! !avaro, il concetto dí valore non solo e completamente cancellato, ma sí e rovesciato nel suo contra· rio. [ .. .] Il fatto che, nella loro manifestazione, le cose si presentano spes­ so invertite (verkehrt), e sufficientemente noto in tutte le scienze. 11�

" Scambiando" la cosa per la persona, prendendo la prima (il lavoro oggettivato) al posto della seconda (il lavoro vivo), l'economia política borghese non sottomette a "critica" (Kritzk) la categoría di "prezzo del lavoro " m . !_,'importante e precisamente questo: effettua­ re una critica del concetto di "salario" " per addentrarsi nel mistero del salario" 1 36• Si tratta del momento essenziale della "presa di coscienza" della classe operaia come tale, giacché "la forma del lavo­ ro salariato cancella ogni traccia della divisione della giornata lavorati­ va in !avaro necessario e pluslavoro, in lavoro pagato e lavoro non pagato. Tutto il lavoro appare [pura apparenza feticista] come lavoro paga to" .137 Forse questo e il píu sottile di tutti i feticismi perché, alla coscienza dell'operaio, il suo lavoro vivo appare uguale al salario; egli non sa che il lavoro vivo e la fonte creatríce del valore e per questo la sostanza - senza valore perché e precisamente la creatríce di ogni valore del proprio salario come "prezzo" della forza lavoro il cui "valore" consiste nei mezzi per riprodurre questa forza o capacita. Allo stesso modo, il pagamento del lavoro a tempo o a cottimo non modifica questa relazione: " In sé e per sé e pero chiare che la dif­ ferenza di forma nella retribuzione salariale non ne modifica mínima­ mente l' essenza; per quanto la prima forma possa essere piU vantag­ giosa dell'altra per lo sviluppo della produzione capítalistica . " 138 Infine, Marx scrive quattro pagine sui salari nazionali ad un livello di astrazione moho minore; questo scritto risulta di grande ínteresse per l' America Latina sía per la " questione nazíonale" sía per quella della " dipendenza " . Come la questione delle mísure compen1 54


sative contra la diminuzione del saggio di profitto trattata nel libro III, che e un esempio al di fuori del piano generale e collocabile piut­ tosto nella sesta parte, vale a dire, a livello del "mercato mondiale " . In ogni paese c'e un salario medio nazionale; in alcuni paesi, questo salario puó essere pill alto che in altri. Il "prezzo monetario assoluto" del lavoro puó essere piu alto in un paese, sebbene il "salario relati­ vo" sia minore - ossia in relazione al plusvalore prodotto per opera­ io. 139 Questo e moltí altri punti dovrebbero essere chiariti nel terzo trattato indipendente sul salario - dopo l'analisi di capitale e rendita -, che Marx non scrisse maí, anche se non lo elimino completamen­ te dal suo piano generale.

5 .6 IL PROCESSO DI ACCUMULAZIONE DEL CAPITALE. C APITOLO VI Rísulta pertinente indicare fin dal principio che in generale si e confuso "accumulazione" con " ríproduzione "; e visto che entrambe possono essere collegate con la questíone della " crísí " , si sono confusí e mescolatí differenti livellí di astrazione. L' accumulazione studíata nel libro I e píu astratta della ríproduzione del libro II, ed entrambe sono ancora piu astratte della questione della díminuzione del saggio dí pro­ fitto del libro III (si potrebbe díre che il tema della " realizzazione", che si dovette affrontare alla fine del quarto trattato della prima parte, dopo il capítale, la concorrenz a, il capítale credítizio e quello aziona­ rio, avrebbe dovuto contenere una trattazione piu concreta di questo aspetto) . Non dímentichiamo ció che Marx indícava nel Manoscritto

del '61-'63 : Una parte del prodotto e quindi, inoltre, del plusprodotto, ovvero, del valore d'uso in cui si presenta il plusvalore, puó direttamente entrare nuovamente nella sfera di produzione come elemento della produzione [. . ] reincorporandosi come elemento della riproduzione, in modo tale che, qui, accumulazione e riproduzione coincidano.1"º .

Ma '' coíncidenza " non significa "identita" . L' accumulazione e la conversione del plusvalore in capitale: formalmente, e un puro ritor­ no; m aterialmente, consiste in un aumento effettivo di capitale anche se come tale non ínclude un processo di produzione, visto che si effettua solo alla fine del suddetto movimento. Al contrario, la 1 55


riproduzione, in primo luogo, e mera conservazione, ripetizione che include il processo di produzione e accumulazione. Marx lo sa quando scrive " affrontiamo, pero, nel libro successivo l'analisi del secando processo " , w quello della riproduzione. Il trattato sull' accumulazione possiede quin di una collocazione logica e dialettica precisa. Si tratta del momento in cuí il plusvalore prodotto dal pluslavoro diviene capitale: si fa capitale o ritorna al suo fondamento - espresso ontologicamente. Se il plusvalore potesse essere recuperato dal lavoratore prima di divenire effettivamente capitale, ci sarebbe ancora speranza di recuperare il suo essere alie­ nato. Ma nel momento in cui il plusvalore contenuto nel prodotto si trasforma in merce venduta, ossia in plusvalore come capitale accu­ mulato, allora si realizza il "non-essere " dell'operaio come "essere " del capitale. Accumulazione non e riproduzione. Tuttavia in primo luogo, l' accumulazione ha nella riproduzione la condizione che la rende possibile; vale a dire che la riproduzione della stessa " relazione socia­ le" , che costituisce l'essenza del capitale, permette l' accumulazione costante. In secando luogo, l'accumulazione del capitale e disaccu­ mulazione dell 'operaio, quindi, aumento della sua miseria. In terzo luogo, si devano considerare i fattori che permettono di modificare l' estensione dell' accumulazione: crescente o decrescente. In quarto luogo, bisogna distinguere tra plusvalore che si accumula e mera ren­ dita o entrata che si consuma. In quinto luogo Marx affronta il tema storico dell'accumulazione originaria come condizione di possibilita dell' esistenza di una ricchezza iniziale. Infine si ha la situazione colo­ niale - considerando colonie quelle della Nuova Inghilterra (i futuri Stati Uniti) o dell'Australia - che chiarisce alcuni ambiti in cuí le con­ traddizioni dei paesi centrali non sono effettive. Ad ogni modo non possiamo non porci alcune domande meto­ dologiche: come puó essere inserita nel "processo di produzione del capitale" - tema di questo libro - una questione che sembra esi­ gere la presenza della circolazione, cioe, della realizzazione del capitale - tema del libro III? Come si puó accumulare il plusvalore come capitale, se la merce non si e trasformata nuovamente in dena­ ro (M- D ) , cosa che supporrebbe la trasformazione del valore in prezzo? Bene, Marx h a ben chiara coscienza di tali questioni e sa di doverle collocare ad un livello astratto, in cuí il " girare su se stes-

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so" il "tornare-su-di se" ' il " ritorno" del plusvalore come " plusca­ ' pitale I " , chiude il processo della produzíone del capitale come tale. Percio Marx da una prima indicazíone metodologica: " Consideria­ mo l' accumulazíone astrattamente, vale a dire come puro momento del processo di produzione immediato. " 142 Questo testo non riman­ da solo al Capitolo VI inedito che trattava i " risultati del processo immedíato di produzíone " - ma anche alle redazioni precedenti. In effetti, la prima volta in cuí Marx esamino sistematicamente il tema dell'accumulazione, fu nei Grundrisse. 143 Dopo aver analizzato la crisi nell'essenza del capitale, Marx sco­ pre che la realizzazione del capitale (e l' accumulazíone e questo: rea­ lizzazione del capitale) e derealízzazione del lavoratore: " Esso (il lavoro) si pone oggettivamente, ma pone questa oggettivita come suo proprio non-essere o come l'essere del suo non-essere - cioe del capí­ tale. " 144 Il plusvalore dívíene capítale come " pluscapítale I " . Da p arte sua, questo pluscapitale I ha un propríetarío, che non e l'operaio: -

Il processo di valorizz:izione [. . ] [e un] processo di appropriazíone. Per es., che il pluslavoro sia posto come plusvalore del capitale, significa che l 'operaio non si appropria del prodotto del suo stesso lavoro; significa che quest'ultimo gli si presenta come proprieta altrui; e viceversa, che íl lavoro altrui si presenta come proprieta del capitale.1-1" .

In cío consiste l"'inversíone della legge dí appropriazione " , fon­ damento pratico, político dell'accumulazione. Ora, il plusvalore che diviene pluscapitale e semplícemente il denaro che come capitale, rientra nella circolazione. Nell'" accumulazíone originaria" era entra­ to solo come denaro. Quattro anní dopo, nelle quasi 140 pagine pubblicate neí Manoscritti del '6 1 - '63 sull'accumulazione, 1 46 appare un testo piu sístematico sul tema. Come ne Il capitale I, Marx sviluppa in prima ístanza il tema dell"'accumulazione capitalista" - in due sottotemi: la ríproduzione e la retroconversione del plusvalore in capitale - e, in seconda istanza, l'" accumulazione originaria" . Analizza inoltre la posizione di Wakefield sulle colonie.147 Nel Capitolo VI inedito e nei Manoscritti del '63 -'64 del libro I, Marx analizza il tema: " I rapportí sociali, e quindi la posízione socia157


le degli agenti della produzione, sano prodotti, sono il risultato, incessantemente rinnovato, del processo. " 148 Per avere presente le redazioni precedenti del tema di cuí ci stia­ mo occupando, dovremmo anche considerare i testi iniziali, non defi­ nitivi, sulla questione della " riproduzione semplice" e " allargata" del Manoscritto I del libro Il 149. Nel testo definitivo dell' edizione del 1 867 , il capitolo 6, su " Il processo di accumulazione del capitale " , si divide in tre paragrafi (e il primo si suddivide a sua volta in altri tre) . Esponiamolo sintetica­ mente. Nell'introduzione Marx spiega: "Supponiamo qui [ .. ] che il capitalista che produce la merce, la venda al suo valore, senza soffer­ marci ulteriormente su! suo ritorno su! mercato delle merci. " 1 50 Cío significa: collochiamoci ad un livello del processo immedia­ to di produzione, astrattamente. Il paragrafo 1 , "L'accumulazione capitalista" nel punto a, " Riproduzione semplice" , indica la condizione di possibilita di ogni accumulazione: " ogni processo sociale di produzione e percio allo stesso tempo un processo di riproduzione" 151• Qui si insiste principal­ mente - come fosse una sintesi completa del Capitolo VI inedito sulle stesse relazioni sociali: .

11 processo capitalistico di produzione, considerato nell'interdipendenza dei suoi elementi o come processo di riproduzione, poi, non solo produ­ ce merci [primo punto del Capitolo 6 inedito] , non solo produce plusva­ lore [secondo punto] , ma produce e riproduce il rapporto capitalistico (Kapitalverháltniss) stesso [terzo punto] : da un lato il capitalista, dall'al­ tro il lavoratore salariato.152

Possiamo dire quindi che per Marx l' accumulazione puo darsi, eticamente e políticamente, innanzitutto attraverso la creazione delle condizioni sociali della sua propria esistenza. E la riproduzione che produce la possibilita, nella sua stessa base materiale produttiva ed economica, dell' accumulazione. Il punto b, "Trasformazione del plusvalore in capitale", costitui­ sce l'essenza dell'accumulazione stessa in quanto tale: "L'impiego del plusvalore come capitale o la retroconversione del plusvalore in capi­ tale, e cio che si denomina accumulazione del capitale. " 1 53

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11 plusvalore accumulato di venta "pluscapitale I " , 154 il primo capitale prodotto da un valore non pagato. 11 " pluscapitale II'', in cambio, avra un plusvalore come punto di partenza (e non come mero denaro accumulato originariamente in modo non capitalista): " La proprieta del lavoro passato non pagato si rivela allora come l'unica condizione su cuí si fonda l' appropriazione attuale di lavoro vivo non pagato, su una scala sempre crescente." 155 A partire da questa istanza, il capitalista comprera lavoro vivo con lavoro vivo-oggettivato altrui; il diritto alla proprieta e capovol­ to, giacché il " diritto ad appropriarsi di lavoro altrui non pagato" 1 56

si accresce, come la netta separazione tra il proprietario del denaro e quello del lavoro, che, in quanto pavero, non dispone di nessun'altra propriera. 11 capitalista e sempre piu ricco e il lavoratore sempre piU pavero . Inoltre Marx chiarisce che la riproduzione che rende possibile l'accumulazione non e solo quella del capitale variabile - come crede Smith -, ma anche del capitale costante. La questione ossessionó quasi costantemente Marx almeno a partire dal marzo 1 862 , quando, mettendo a confronto la sua cornice teorica con quella di Smith, sco­ pre che quest'ultimo, occupandosi della riproduzione, ha tralasciato il tema del valore d'uso e del capitale costante, 157 il che, come vedre­ mo, ha molte ripercussioni sull'aumento del pauperismo. E anche necessario distinguere tra capitale (pluscapitale) e red­ dito ( denaro che ciascun individuo spende e consuma). Da ció risul­ ta che il capitalista, in modo ascetico, <leve scegliere tra " spendere" il suo profitto o risparmiare accumulandolo - " teoría dell 'astinenza". Marx realizza qui un'interessante descrizione dell' " avarizia" moder­ na (capitalista ) . Infine, e evidente che l a portata dell' accumulazione variera a seconda del "grado di sfruttamento della forza-lavoro, della fo rza produttiva del lavoro, della differenza crescente fra capitale impiega­ to e capitale consumato e dell' entita del capitale anticipato" .158 Marx si occupa, infine, del cosiddetto "fondo di lavoro " , ossia della massa dei mezzi di sussistenza di cuí l'operaio ha bisogno per riprodurre la sua vita che egli compra con il denaro che il capitale variabile gli paga come salario. Questo fondo non e fisso, come pensava Bentham. Nel punto e, "La legge generale dell'accumulazione capitalista '' , Marx m anifesta l'intenzione pratica della sua opera, attraverso una

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riflessione etico-politica: "Accumulazione del capitale e quindi aumento del proletariato" . 1 5 9 "Questa legge determina un'accumula­ zíone di miseria (Accumulation von Elend) proporzionata all' accumu­ lazione <lí capítale. " 1 6º E questo uno dei piu lunghi paragrafi de Il capitale1 6 1, il che dimostra anche l'ímportanza política che Marx gli assegnava visto che, teorícamente, l 'enunciato di partenz a avrebbe potuto anche evi­ tare i tanti esempí che invece l'autore voleva fornire al lettore. Si trat­ ta, comunque, niente meno che della díscussa tesí sul pauperismo. L'accumulazione e aumento di capitale, ma fondamentalmente di capitale costante. Questo significa: diminuzione relativa di capita­ le variabile e diminuzione relativa anche del proletariato attivo: "All'aumentare del volume, della concentrazione e dell'efficacia tec­ níca dei mezzi di produzione, si riduce progressivamente il grado con cuí essi sono mezzi di occupazíone per gli operaí. " 1 62 Cío produce progressivamente una sovrappopolazione relativa - anche se potrebbe essere una diminuzione assoluta - o un " eserci­ to industriale di riserva disponibile" . 163 Si tratta del problema del "pauper", gia affrontato nei Grundrisse, 1 64 o della questione dell'este­ riorita (i cuí gradi vengono elencati e spiegati da Marx ) : " essa (la sovrappopolazione relativa) ha ininterrottamente tre forme: fluida, latente e stagnante" . 1 65 Tra i poverí, ínoltre, vi sono tre categorie: "Prima: persone capad di lavorare [.. ] Seconda: orfani e figli di poveri [ . . . ] Terza: finita male, incanaglita, incapace di lavora­ re. " 1 66 E conclude: " Quanto piu alta e la forza produttiva del lavoro [ ... ] tanto piu precaria [sara] la loro ( degli operai) condizione di esi­ stenza. " 1 67 Vi sara, quindi, una diminuzione " relativa" del salario "relati­ va" al plusvalore ottenuto da! capitale, pur essendoci un aumento " assoluto" del salario. Per i paesi del capitalismo periferico che tra­ sferiscono strutturalmente plusvalore al capitalismo centrale - questa diminuzione puo anche essere " assoluta" neí lunghi periodi di crisi crisi in realta essa stessa strutturale: " si possono scambiare tre giorni di lavoro di un paese con un giorno di un altro paese [ . .] In tal caso il paese píU ricco sfrutta íl piu povero, anche nel caso in cuí quest'ul­ timo ottenesse un guadagno dallo scambio" . 168 Marx chiude cosl il suo movimento dialettíco. Se il valore e vita umana oggettivata, e il plusvalore la vita stessa non pagata, l' ac.

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cumulazione del plusvalore come pluscapitale non puo essere che poverta, miseria, morte del lavoratore; d'altro canto dire che il plu­ svalore e lavoro " non pagato " e lo stesso che sottolineare che il sala­ rio non compensa con il denaro questo tempo rubato: plustempo dí l avoro che non rientra nel " prezzo" del lavoro. E una dialettíca tra vita e marte: la vita del capitale (il suo " essere " ) e la marte dell'ope­ raio (íl suo "non-essere " ) . Abbandonando í l livello astratto dell'essenza e scendendo a quello concreto della storia, nel paragrafo 2 viene affrontata la que­ stione de "La cosiddetta accumulazione originaria"; 1 6'1 come ultimo momento della descrizione dell'essenza del capitale produttivo, era necessario chiarire la differenza tra " denaro" che compra il lavoro vivo " come denaro" o " come capitale" : " Tutto questo movimento sembra dunque aggirarsi in un circolo vizioso dal quale riusciamo ad uscire soltanto presupponendo un' accumulazione originaria pre­ cedente l'accumulazíone capitalística [. . ] , una accumulazione che non e il risultato, ma il punto di partenza del modo di produzione capitalistico . " 1 70 Contra le " robínsonate" dell'empirismo inglese - Hobbes, Locke o Hume e tutti gli economísti classíci -, Marx dimostra che non esiste lo "stato di natura" alla maniera di John Rawls ai nostri giorni - dato che non ci fu mai " da una parte una élite diligente . . . , e dall' altra . . . degli scíagurati ozíosi" . 1 71 Piu determinante del denaro fu, al principio, l a relazione sociale stessa originata dalla violenza - e chiara, quindi, anche !'ori­ gine del primo denaro accumulato dalla stessa forza senza diritto: .

Nella storia [abbiamo abbandonato il piano puramente logico per addentrarci per la prima volta nella storia concreta (N.d.A.)] la parte importante e rappresentata, come e noto, dalla conquista, dal soggioga­ mento, dall' assassinio e dalla rapina, in breve dalla violenza.

Il tema e conosciuto, percío non ci dilungheremo. Tuttavia, vogliamo sottolineare che e molto pertinente alla situazione dell'America Latina, in quanto l' accumulazione che sfrutta un siste­ ma non capitalista, si considera possibile solo in un passato scono­ sciuto, mentre in realta continua ad essere presente nel capitalismo periferico. Inoltre, il tema del " povero" , delle "masse povere" e del "popolo" come categorie analitiche, appaiono in questo paragrafo, e

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non potrebbe essere altrimenti. 1 7 3 Al momento della " dissoluzione" del modo di produzione feudale, la classe dei servi non e ancora clas­ se operaia ma si trova "nel mezzo" : ne servi ne proletari, si colloca nel " nulla " , nell"'esteriorita" . 1 74 E proprio in questo momento che il "pavero " (ante festum) e il "popolo" - come soggetto comunitario dei poveri entrano in azione: Lo scioglimento dei legami feudali . . . getto sul mercato del lavoro una

massa (Masse) di proletari eslege. 175 Sfruttamento senza scrupolí e impoverimento ( Verarmung) della massa del popo/o (Folksmasse). 176 Condizione servile della massa del popolo [ . .. ] .1T' Il processo di espro­ priazione forzosa della massa della popolazione.178 Pauper ubique iacet ] si fu costretti a riconoscere ufficialmente il pauperismo (Pauperísmus)Y9 Rapina delle terre del popolo ( Volksland) [ . .. ] , decre­ tí di espropriazíone del popolo un 'risarcimento' per i poveri (Armen) espropriati. 1 80 Identita esistente tra ricchezza nazionale e poverta popolare ( Volksarmutb).181 I.:espropriazione violenta del popolo. 1 82 Le boscaglie da selvaggina non possono coesístere con la popolazione.18i Si e rubata al popolo una liberta dopo l'altra [ . . . ] . I proprietari perseguono come saldo principio la loro azione dí rarefa­ zione e dispersione del popolo . 1 84 E [ . . . ] al polo opposto la massa popolare in operai salariati, in liberi 'poveri che lavorano' . 1 85 [. .. ] Espropriazíone della grande massa della popolazione, che viene priva­ ra . . . deglí strumenti di lavoro; questa terribile e difficile espropriazio­ ne della massa della popolazione costituisce la preistoria del capitale [. . . ] . 1 86 (Nel capitalismo si tratta] dell'espropriazione della massa della popolazione da parte di pochi usurpatori; [nel socialismo] si tratta del1' espropriazione di pochi usurpatori da parte della massa del popolo . 1 87

Credo che questi testi siano sufficienti a dimostrare che per Marx, nel momento della dissoluzione di un sistema da cuí ancora non ne e nato uno nuovo, le " classí" del vecchio sistema si son o dis­ solte e le nuove " classi" non esistono ancora: perdo l'unica catego­ ría utilizzabile in questo contesto e quella di " soggetto " della for­ mazione sociale, di " blocco sociale degli oppressi" - per usare un 'espressíone quasi gramsciana, "popolo " . Quella di " popolo" diviene quindi una categoría molto precisa che Marx usa senza averne costítutívamente piena coscíenza - non e l'unica, ne la piu importante -, ma e di grande interesse per l' America Latina. 1 88 Marx termina con la "Teoría moderna della colonizzazione" , 1 62


paragrafo 3 del capitolo. Ancora una volta, in questo passaggío, c'e stato un malinteso. Marx sí ríferísce chiaramente alla questione coloniale, in concreto e storicamente moho importante per l'America Latina di oggi, e alla costituzione della categoría di "dipendenza " - quando afferma: La scoperta delle terre aurífere e argentifere ín Ameríca, lo stermínio e la ríduzíone in schiavítu della popolazione aborigena, seppellita nelle miníere, l'íncípíente conquista e il saccheggio delle Indie Orientalí, la trasformazione dell'Africa in una ríserva di caccía commerciale delle pelli nere, sono i segni che contraddistinguono l' aurora dell' era della produzione capitalistica [. ] . 1 89 ..

Come si puo intuire, questa sarebbe una considerazione piu concreta e storica, quindi collocabile al di fuorí dell'intero piano di Marx visto che egli sta ora trattando il livello del concetto di capi­ tale "in generale" . Non e che le colonie o il futuro capitalismo peri­ ferico non abbiano avuto alcun molo nell' accumulazione originaria e successíva, ma sí tratta di un problema da studíare in seguito dopo la sesta parte del piano, all'interno dell'analisi del "mercato mondiale" e della " concorrenza" fra nazioni. Il punto e che la que­ stione trattata nel paragrafo 3 ( capitolo 25 della seconda edizione ) arriva a dimostrare che, in certe circostanze, la legge dell'accumula­ zione originaria non si compíe, dato " che il lavoratore salariato ha possibílita di occupare nuove terre e, con ció, dí trasformarsi in proprietario (come negli Stati Uniti o in Australía ) . " 1 90 La prima edizíone finisce con un testo elimínato nella seconda, dove era riassunto il Capitolo VI inedito.191 5 . 7 IL " C APITOLO l " PER LA CRITICA DELL'ECONOMIA POLITICA ,

E LA SECONDA EDIZIONE

Pare che solamente alla fine del capitolo 6 sull' accumulazione, nel 1 867, Marx si sía messo di nuovo a scrívere il capitolo 1 cosa che non aveva fatto dal 1 859, cioe da circa otto anni. Abbiamo gfa espresso le ragioni per le quali Marx decise dí trattare nuovamente la questione.1 92 lnsomma, dal 1 85 7 al 1 875 si danno ben undici livelli di stesura. Vediamone l'elenco: 1 63


l . 1 Grundrisse ( 1857 ) 1 93

2 . L"' Urtext" ( 1 85 8 ) 194 3 . Per la crítica dell'economia politica ( 1859) 195

4. Il Manoscritto del '61 - '63

5 . 11 Manoscritto del '63-'64 ( dí cuí ci resta solo il Capitolo 6

inedito) 6. Salario, prezzo e profitto ( 1 865 ) 1 96 7. 11 Capitolo 1 ( 1867 ) 8. "La fomrn di valore" (Appendice 1 867) 9 . Testí per le modifiche alla seconda edizione 1 0. Redazione del capitolo 1 della seconda edizione ( 1 87 2 ) ed epilogo 1 1 . Modifiche per le edizioni francese e inglese ( 1 87 5 ) Pertanto, diversamente d a quanto molti pensano, il capítolo 1 , per come appare nelle attuali edizioni, e in realta l'ultimo testo pub­ blicato in vita da Marx per quella che e la sua opera piu importante: Il capitale. Ci troviamo percio di fronte al testo piu sviluppato, piu completo e, per l'esposizione, frutto di una nuova redazíone e di giu­ stapposizioni che lo rendono alquanto difficile. La storia della sua stesura ci aiutera a comprenderlo meglio. a) JI capitolo 1 (1867) Tenendo conto dei testi precedenti, vi sono akune novita da evi­ denziare. 11 testo a cuí Marx apporto sostanziali modifiche fu quello del capitolo 1 della seconda edizione del 1 873 a cui unl il paragrafo 1 e l'appendice su "La forma di valore " dell'edizione del 1 867. Di fatto il paragrafo 1 "La merce" non contiene differenze fon­ damentali rispetto a quello di Per la critica del!'economia política. Appare tuttavia una nuova categoría: quella di valore " relativo" non solo, quindi, il valore "equivalente " . 1 97 Cío permette a Marx di arrivare a espressioni alquanto sconcertami, come la seguente: " Il valore relativo di una merce puó variare, benché il suo valore riman­ ga costante. " 198 E evidente che nel primo caso ( "valore relativo" ) il termine non puó indicare lo stesso concetto che indica nel secondo ( "valore " ) . Il valore in se e per se della merce e prodotto dall' oggettivazione di un certo tempo di lavoro. Eppure, in relazione ad un' altra merce, lo stes-

1 64


so valore potrebbe variare se, ad esempio, si duplicasse il tempo di lavoro impiegato nella produzione di un' altra merce. Se prima si diceva che 40 braccía di stoffa equivalgono a 2 giacche, adesso si dice che 40 braccía di stoffa equivalgono a 4 giacche. In realta Marx sem­ bra aver raggiunto un maggior grado di coscíenza della "forma valo­ re " . Il valore " appare" (in cío consiste la "forma" : forma di apparen­ za) come "equivalente " o come " relativo" . Sano due momenti che si corrispondono, ma entrambi si riferiscono alla "forma" piu che all'"entita" statica - in questo senso vi e un passo in avanti rispetto a Per la critica dell'economía política. 1 99 SCHEMA 6

-

Diversa direzione delle relazioni delle "Forme di valore"

(attiva) forma di val ore relativa MERCE A (persona Al (passiva) •

l

(passiva) MERCE B (persona B) forma di val ore equivalente (attiva)

Grazie agli approfondimenti sulla "forma di manifestazione" del valore, Marx arrivera successivamente alla distinzione tra valore d'uso, valore di scambio e valore in se. Nel capitolo 1 del 1 867 , annota: "Quando utilizzeremo, piu avanti, il termine 'valore' senza ulteriore determinazione, allora esso stara ad indicare sempre il valo­

re di scambio. "200

Questa precísazione verra eliminata nella seconda edizione;2º1 cío indica che l' autore ha approfondito la sua analisi e puo ora parlare di un valore in se e per se - cíoe che la caratteristica di ogni merce e l'es­ sere prodotto di un lavoro intercambiabile: producíbilita e intercam­ biabilita sano le due determinazioni del valore in quanto tale. Si osser­ va pero una certa titubanza da parte dell'autore nell'uso di queste nuove categorie, non essendosene occupato dal 1 859. Egli scrivera a Engles nell'agosto 1 867: 11 meglio nel mio libro e: l . (su di cío riposa tutta la comprensione dei fatti) il doppio carattere del lavoro . . . , a seconda che esso si esprima in valore d'uso o in valore di scambio; 2. la trattazione del plusvalore indi­ pendentemente dalle sue forme particolari quali il profitto, l'interesse, la rendita fondiaria, ecc.2º2 1 65


La distinzione tra lavoro " astratto" - che produce valore - e lavoro " concreto" - che produce il valore d'uso - permette quindi a Marx di articolare questo capitolo. Ma, come indicato, la questione del valore " relativo" gli offre la possibilit:l di costituire categorie nuove, come quelle che spiegano le quattro forme del valore: Prima forma o forma semplice del valore relativo [ .] 11. Seconda forma o forma sviluppata del valore relativo [ .. .] III. Terza forma o seconda forma inversa o riflessa del valore relativo [ .. .] IV. [ . . .] 2m l.

..

L'intera esposizione era diretta a dimostrare che il lavoro ogget­ tivato astratto e la " sostanza" (causa reale di un effetto) del valore. Marx afferma: L'elemento decisivamente importante, pero, era scoprire la necessaria connessione interna [ essenziale] traforma di valore, sostanza di valore e grandezza di valore, cioe, espresso in termini ideali [hegeliani] , dimostra­ re che la/arma di valore deriva dal concetto di valore.204

Ció vuol dire che la forma " apparenza" e la manifestazione dell"'essenza" del valore (lavoro oggettivato, "cristallizzato" , come una "gelatina " , ama dire l'autore in questa edizione). Non vogliamo in questa sede svolgere riflessioni su un testo cosl famoso e conosciuto. Vorremmo solamente " collocarl o " , affin­ che il lettore lo possa studiare con coscienza critico-testuale. Per questa ragione non ci dilunghiamo oltre su queste pagine, cosl cru­ ciali per il marxismo successivo. Tutta la riflessione, in ogni caso, era diretta alla costruzione di un concetto di den aro che potesse essere sem pre ricollegato al lavo­ ro . Lavoro umano oggettivato, concretamente nel valore d'uso, astrattamente nel valore di scambio, in una unita concreta nella merce. Merce che, scambiata con un'altra, acquisisce un valore rela­ tivo, prima, equivalente, dopo. L'essere un equivalente generale di tutte le rimanenti merci, questa e la funzíone monetaria. Il paragrafo 2 del capitolo I, " Il processo di scambio delle merci " , non c'era in Per la critica del 1 859. Tra la merce e il denaro Marx introduce una breve riflessione, di rilevante importanza filoso­ fica, sullo " scambio" tra persone prima che tra merci. Marx costrui-

1 66


sce qui una " critica " e non una mera descrizione. La " critica " consi­ ste nel ricordare sempre, nel riferire sempre il momento del discorso dialettico (e le categorie corrispondenti) alla sostanza di ogni valore: al lavoro. E, in definitiva, alla persona concreta del lavoratore in ció consiste il suo metodo antropologico ed etico: Le rnerci non possono andarsene da sole al rnercato e non possono scarn­ biarsi da sole. Dobbiarno dunque cercare [fenomenologicarnente] i loro tutori, i possessori dí merci [ . . ] . I tutori delle rnerci debbono compor­ tarsí l'uno di fronte all'altro come persone (Personen) [. . . ] . Questo rap­ porto giuridico . . . (presenta come forma) il contratto.205 .

11 riferimento costante alla persona, all' essere umano, definisce l' essenza del metodo dialettico di Marx: La fomla di denaro e estema alla cosa stessa, ed e, quindi, mera forma di mani/estazione [fenomenología] delle relazíoní umane occulte [la loro essenza] , trovandosi dietro di essa. Secondo tale accezione merce sarebbe un segno, poiché, in quanto valore, e solo l'involucro cosale (sachlichen) del lavoro umano irnpiegato in essa.206

n feticismo e quindí l'oblio di questo riferimento delle " cose" alle "persone" Marx e quindi un "personalísta" -, questione che tratteremo piu avanti, nel capitolo 10.207 11 paragrafo 3 ' " Il denaro o la circolazione di merci" , e piU breve e conciso di quello di Per la critica del 1 85 9 - ma anch'esso storico in molti aspetti. Marx, pur riscrivendo il testo completamente ex novo, si attiene aU' articolazione precedente della quale non in elude sola­ mente il punto IV su "I metalli preziosi " , che aveva invece trattato in Per la critica. La posizione del nostro autore sara sempre coerente, a questo proposito basta solo un esempio: Poiché tutte le merci come valori sono lavara umano oggettivato, e quin. di sono commensurabili in sé e per possono misurare i loro valori in comune in una stessa merce specifica e, in tal modo, trasformare questa nella loro cornune misura dí valore, ossia in denaro. 11 denaro come misura del valore e la forma Jenomenica necessaria della misura imma­ ncnte di valore delle rnerci, del tempo di lavoro.208

1 67


Tutte le funzioni del denaro sano, in ultima istanza, forme di manifestazioni fenomeniche del lavoro umano oggettivato. b) "La forma valore" e l'Appendice del 1 867 Terminata la stampa del I tomo nell'aprile del 1 867 , mentre Marx viveva ad Amburgo presso Kugelmann, gli venne da quest'ulti­ mo suggerito di chiarire la questíone della "forma dí valore" .209 Nella che ha scrítto il testo e gli lettera del 27 giugno comunica a spedísce l'artícolazione in paragrafi e sottotemi come gli aveva con­ sígliato lo stesso Engels in precedenza.210 Questo testo, scritto a Londra con !'entusiasmo di vedere !'opera mentre prendeva forma, e forse con l' appoggio del ginecologo di Amburgo e di sua moglie, e uno dei testi piU chiari, perfettamente articolato ed estremamente b reve. Questo pero non significa che sía un testo facile, anzi. La "forma" e sempre "forma di manifestazione" . Cosi " la forma del valore d'uso e la forma del carpo stesso della merce [. .. ] . Essa e la forma naturale della merce. La forma di valore della merce e, inve­ ce, la sua forma soáale" .2 1 1 Si tratta di un testo magnifico per coesio­ ne interna; uno di quei testí che si scrivono " tutto d'un fiato " , con grande concentrazione e, per questo, con splendida unita. Si rípete l'argomento del capitolo 1 del 1 867, ma con molte novita - in questi pochi mesi Marx fa enormi passi in avanti. La "forma semplice del valore" - punto I si articola in due partí: o la "f rma relativa" e la "forma di equivalente" del valore come ave­ vamo gia visto. La forma di equivalente possiede una "intercambiabi­ lita diretta" , perché corrisponde o equivale, nella sua materialita diret­ ta, al valore relativo delle altre merci. E il suo valore d 'uso a "manife­ stare" il valore di scambio relativo delle altre merci. Per questo, il "lavoro concreto" , che produce la forma di valore equivalente, "mani­ festa" direttamente "il lavoro astrattamente umano"2 12 delle altre merci. n "lavoro prívate" ' che ha prodotto la merce con valore equiva­ lente, esprime il "lavoro in forma immediatamente sociale"213 delle altre merci. E per questa ragíone che nella fo rma equivalente "il fetici­ smo della forma di merce e piu sorprendente"214, perché nella materia­ lita stessa del valore d'uso si manifesta un fatto " sociale" : Ad essi [ai produttori] questí caratteri sociali dei loro propri lavori [nella forma equivalente] si manifestano come proprieta sociali naturalí, come

1 68


determinazioni oggettive dei loro stessi prodotti del lavoro [ ] Chiamo ció feticismo [. . .]2 15 ...

In secando luogo, la "forma totale o dispiegata del valore " , si esprime in una serie infinita. Il valore relativo di una merce e uguale ad ogni forma "particolare" , equivalente - punto II. Nel punto III Marx dimostra che, invertendo un termine dell' equazione (le "20 braccia di tela" passano adesso ad essere la merce che adotta la forma di valore equivalente) , tutte le merci esprimono il loro valore relativo nel valore equivalente di una sola merce: la tela. 2 16 Nel "mondo delle merci " il valore d'uso, la forma di equivalente della tela, e l'unita di misura "generale" del valore relativo di tutte le altre merci. E un "equivalente generale " . Se socialmente si sceglie una merce - per certe qualita materiali, come nel caso dell' oro - come equivalente generale di tutte le altre, abbiamo il punto IV: " Forma di denaro " . Se la forma di equivalente generale della merce e la funzione monetaria o il denaro, ecco che la forma relativa del valore e la "forma prezzo" : denaro (equivalente) e prezzo (relativo) sono i due poli di una stessa relazione. In questo modo si possono percorrere le differenti fasi di una "metamorfosi " che, dalla "forma semplice di merce" (20 braccia di tela 1 giacca) , arriva a raggiungere "la forma di denaro" (20 brac­ cia di tela = 2 once d'oro) .217 Marx termino l"' Appendice" del libro I il 25 luglio. Non appa­ re strano che si sía occupato di questi temí all'inizio (temí che Marx aveva appena affrontato e sui quali, in realta, gli rimaneva una certa insoddisfazione), visto che vi aveva lavorato per anni. Li trovava non ancora del tutto maturi, e forse troppo sintetici: "Eccezion fatta per la sezione sulla forma di valore, non si potra accusare que­ sto libro d'essere di difficile comprensione. "2 1 8 Marx insisteva - come s e non fosse del tutto convinto - nel dire che aveva "svolto nella maniera piu divulgativa possibile cío che riguarda piu da vicino l' analisi della sostanza di valore e della gran­ dezza di valore " .219 Nonostante sapesse che "ogni inizio (Anfang) " 220 e sempre difficile, tale detto "vale per tutte le scienze" . 221 Scrivendo sull'Inghilterra, enuncia en passant una tesi che si puo capire nella sua fragilita, visto che Marx non arriva alla costruzione di tutte le categorie necessarie a spiegare il mercato mondiale. Tuttavia, =

1 69


presa sul serio, sarebbe la miglior definizione di una " teoria dello svi­ luppo" : "Il paese industrialmente piu sviluppato [Inghilterra] non fa che mostrare a quello meno sviluppato l'immagine del suo avveni­ re. " 222 Forse questa idea si puó applicare alla Germanía, ma mai a paesi periferici, sottosviluppati e dipendenti come quelli dell' America Latina, per i quali l'Inghilterra o i paesi piu sviluppati non saranno mai il futuro - visto che il trasferimento di valore e strutturale, e il futuro prepara una maggior dipendenza, sfrutta­ mento e distanza assoluta e relativa nello sviluppo. c) La seconda edizione del 1 873. La nuova redazione del "Capitolo 1 " Probabilmente il primo a suggerire le correzioni per una "seconda edizione" fu lo stesso Engels. In una lettera del 23 agosto 1 867 - prima che comparisse la prima edizione - gli fece sapere che " per quanto riguarda la forma esteriore questo IV capitolo sembra anche quello scritto piu rapidamente e quello meno rielaborato " . 223 Lo stesso 24 agosto - e da ció, apprendiamo che la corrispondenza di quell'epoca era migliore di quella odierna -, Marx gli risponde che " Questo (l'idea di inserire le correzioni di Engels) e per me moho importante, perché canto sulla II edizione presto o tardi. Per quanto concerne il chapter IV, mi e costato tanta fatica a trovare le cose stes­ se, vale a dire la loro connessione (Zusammenhang) " .224 La stampa del I tomo avvenne il 16 agosto. Il testo apparve il 14 settembre. Impaziente, Engels scrive che non c'e "nessun annuncio da nessuna parte"225. E nella lettera a Kugelmann, si lamenta del fatto che "la stampa tedesca continua a tacere sul Capitale " 226 • Fu la política del silenzio. Tuttavia rimaneva necessario rivedere il testo. Questo lavoro cominció lentamente dal 1869, per poi velociz­ zarsi. Marx scrive a Daniel'son il 13 giugno 1 87 1 , dicendogli: "ho ritenuto necessaria una completa rielaborazione del manoscritto"227 . Il 1 8 dicembre scrivera a Laura Lafargue che "e una fortunata com­ binazione che proprio ora si sia resa necessaria una seconda edizione tedesca. lo sano costantemente impegnato . . . a condurla a termi­ ne"22s . La nuova edizione fu pubblicata dal giugno 1 872 al maggio 1873 , sebbene la data in copertina indicasse il 1872 - data in cui Meissner aveva iniziato la stampa. Come abbiamo indicato in prece-

1 70


denza, Marx introdusse correzioni praticamente in ogni pagina del volume. Egli stesso riconoscera che i cambiamenti "si estendono a tutto il libro"229. Tra le correzioni fondamentali che Marx introdusse nella secon­ da edizione c ' e, in primo luogo, quella d' aver cambiato i vecchi capi­ toli in sezioni; il capitolo 5 , ad esempio, viene diviso nelle sezioni 5 e 6 (per cui il tema dell ' accumulazione passa alla sezione 7 ) . Vediamo qui di seguito una panoramica della nuova a rticolazione dell ' opera. SCHEMA 7

-

Piano in capiroli nel 1867 e in sezioni nel 1873

Temi �'! m�rct> Forma di valore eticis111_02__ �_<;_ambio "Denaro (Mis_ur_ a_del denaro) Trasformazione del D in capitale La. formula general� Plusvalorc"' a.s.soluto (Rappresentazione del valore del prodotto) Plusvalore relalivo Combinazione ru c"'IUrambi e il .salario L· accumulazione

Capitoli (1867) Articolazione MEGA Pag. ---

J

--

ppenruce

1 .2 1.3 1 .3 . A

2 2.1 3

1 i

3.3

5.4 6

1 626 r

1

¡-_¡5 1 55 59 1

4

5.1-3

-1

1

1

106 I 102 1 141 j

1 65 29 1 1 496 1 520 1 551

1/3

Pag.

97 1 1 017

Sezioni (1 873) e cajlitoli -� MEGÁ _l'¡tg . _ Pag. 43 69 1 . 1-2 58 80 ! 1.3

Articolazione

l.

1

1.4 2 3 3. l

1

1 1

11. 4 -1.l

Ill.

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1

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VI.17-20 --vn.21 2-1

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102 . 1 13 121 121

87 103 i1 5 1 15

165 : _1 65 1 92 !

1 79 179 215

229 ! 311 • 478

265 379 615

498 521

65 1 695

Legenda: in numeri arabi sano indicati i capitoli o i paragrafi: in numeri romani le sezioni. Abbiamo indicato tra parentesi le parti piu soggette a correzioni, ad eccezione del capitolo 1 , che vena trattato in seguito.

Lasciando per un momento da parte il capitolo 1 , possiamo dire che nel capitolo 2 non vengono introdotte modificazioni di rilievo. Al contrario, il capitolo 3 , paragrafo 1, viene completamen­ te corretto. Qual e la causa di questa trasformazione? Il fatto che il capitolo 1 ha incorporato e sviluppato quanto esposto nell' appen­ dice del 1 867 sulla " Forma del valore" - che cambia in parte le determinazioni del concetto di denaro.230 Nella parte rimanente non ci sono molte correzioni. Il capitolo 4 , paragrafo 1, presenta nuovamente molti cambia­ menti, a partire da un passo ben preciso.231 Al contrario, troviamo


meno correzioni nei paragrafi 4.2 e 4.3, il che ci indica che l'autore aveva gfa raggiunto una sicurezza totale nel tema. Non sono nem­ meno frequenti le modifiche nei capitoli 5 e 6. Nel capitolo 7 ven­ gono introdotti quattro paragrafi. Il 7 . 1 non presenta molte corre­ zioni; invece il 7 .2 risulta piu mutato.

SCHEMA 8

I dieci tempi principali del libro 1 de "Il Ca pitale" da! 1857 al 1 873

I: merce; ll: scambio; 111: denaro; IV: trasformazione del D in C; V: plusvalore asso­ luto; VI: plusvalore relativo; VII: relazione fra i due p lusvalorí; VIII: salario; IX: accumulazio­ ne; X. Il "Ca pito lo VI ínedito"; C: capitolo; S: sezione;

e:

quaderno del manoscritto.

Nel capitolo 8 vengono introdotti 7 paragrafi; procedimento che si ripete in numerosi capitoli successívi. Tuttavia, possiamo díre che, in generale, nel resto, il testo non subisce ulteríori modífíche. Anche i capitoli 14- 1 6 della sezione V (che corrispondono all'origi­ nario capitolo 5 . 1 -5 .3 ) o í capitoli 17-20 della sezione VI (originarí paragrafi 5.4 . a-b), restano quasi uguali a prima. A questo punto possiamo finalmente il capitolo 1 , proprio come tutti coloro che a suo tempo hanno iniziato a studiare Marx. Solo ora lo possiamo rileggere. Tutto cío che d ha precedu­ to dal commento ai Grundrisse del 1 85 7 e stato solo una mera introduzione. Solo adesso siamo a conoscenza di tutte le vicissitu­ díni che Marx ha dovuto affrontare per arrivare al famoso, diffíci­ le e persino complicato capitolo 1 , che risultava íncomprensibile al lettore impreparato. In realta e stata una sintesi, e forse non com­ pletamente riuscita, a causa dell' eterogenea combinazione di molti 1 72


testi precedenti, di molte dispute, di molte scoperte. Un testo cele­ bre per la storia dell'umanita. Vediamo solo le novita, senza ripe­ terci. Vi confluiscono quindi due testi precedenti, piu un terzo di alcune pagine preparatorie. SCHEMA 9 - Confluenza dei tre testi precedenti ne! quarto del 1872 Testo 1 Capitolo 1 ( 1 867)

Testo 3

Paginef 871-72)

Tesro 2 Forma di valore ( 1 867)

Testo 4 Capitolo 1 ( ! 872) �------.. 1 . 1 - 1 .2 l .J -----� 1.4 lnuont redazione)

Desideriamo indicare qui, in primo luogo, alcune pagine che Marx scrisse tra il dicembre 1 87 1 e il gennaio 1 872 .232 Si tratta per la maggior parte di testi per il primo capitolo (44 pagine della MEGA) e le rimanenti sul denaro (circa 1 0 in piu ) . Al loro conte­ nuto faremo riferimento quando vedremo il modo in cui Marx inte­ gra questo testo - che chiameremo testo 3 - con la redazione defi­ nitiva. Per Marx la differenza essenziale del nuovo testo e la seguente: La deduzione del valore (Ableitung des Werts) mediante l' analisi delle equazioni nelle quali si esprime (ausdrückt) ogni valore di scambio e esguita con maggior rigore scientifico.233

Vedremo, nel corso del commento, il significato di questa cor­ rezione - che indica una profonda maturazione nei cinque anni che passarono dal testo 1 al testo 4 . Facciamo, a questo proposito, un esempio per vedere nel det­ taglio le modifiche che Marx introduce nel testo del 1 872 :234 L'utilita di una cosa <per la vita umana> ne fa un valore d'uso. <Riassumendo, denominiamo la cosa stessa utile> [Ma questa utilitií non aleggia nell' aria. E un portato delle qualita del] corpo della merce [e non esiste senza di esso. Il corpo della merce stesso] , come il ferro ,

1 73


il grano, íl diamante, ecc.,. [e quíndi un] valore d'uso [ossía un] bene <articolo>. [Questo suo carattere non dípende dal fatto che l'appro­ priazione delle sue qualitil utilí costi all'uomo molto o poco lavoro] . Quando si considerano [. .. ] .m

Come si puo vedere, il testo e interamente corretto quasi parola per parola. Eppure, fino a questo punto, il testo 1 viene rispettato. lmprovvisamente, il testo 4 introduce una pagina totalmente nuova.236 Ad una lettura attenta si puo scoprire una essenziale modi­ fica. Nel testo 1 Marx si riferisce alla differenza tra il valore d'uso e il valore di scambio. E nella nota 9 chiarisce che, " quando, piU avanti, utilizzeremo il termine 'valore' senza ulteriore determinazíone, allora con esso intenderemo sempre il valore di scambio"237• Sembrerebbe quindi che valore e valore di scambio siano la stessa cosa - e questo vale dai Grundrisse in poi. Ma nel testo 4 si legge: 11 progredire dell'indagine ci ricondurra al valore di scambio come

modo di espressione {Ausdrucksweise) necessario o forma /enomenica {Erscheinungsform) del valore m , il quale tuttavia in un primo momen· to e da considerarsi indipendente da quella fomza . 23 9

In realta, Marx sta riportando la prima pagina del testo 3 , una pagina scritta nel dicembre 1 87 1 e che sara quella pubblicata, con piccole modifiche, nel 1 873 .24º Dopo aver ríportato il testo del 1 87 1 , Marx elimina quindi la nota 9: cío vuol dire che a partire da quel momento, quando parle­ ra di "valore'' , non sara valore " di scambio" , ma valore in quanto tale, di cuí il valore " di scambio" non e altro che una " forma di espressione " o " forma di manifestazíone" fenomenica, superficiale. Di fa tto, il "valore" in quanto tale consistera nell'essere "una quali­ ta, quella di essere prodotti del lavoro . . . le diverse forme concrete di questi lavori . . . sono ridotte tutte ínsieme a lavoro umano eguale, lavoro umano in astratto" .241 Ci troviamo davanti ad una categoria nuova: il valore in quanto tale, in se e per se; questione non del tutto chiara all'interno del testo 1 .

1 74


SCHEMA 10

Livellí di astrazione del lavoro e del valore

Questo e ció che nell'epilogo del 1 873 sí chiamera "la derivazío­ ne del valore " dalla " sostanza del valore " : il lavoro vivo. Tale scoperta spínge l 'autore ad aggíungere di nuovo un testo che presenta un ulteríore chíarimento. Marx afferma: Senza spoliazione, <soltanto il tempo di lavoro socialmente necessario coma come formatore d i valore> [il lavoro che forma la sostanza dei valori e lavoro umano eguale, dispendio della medesima forza-lavoro umana. La forza-lavoro complessiva della societa che si presenta nei in quanto possiede il caratvalori del mondo delle merci ( Warenwelt) abbisogna . . . soltanto del tere di una forza-lavoro socia/e media

tempo di lavoro . . . socialmente necessario]. Tempo di lavoro socialmente

necessario . [ . ] . 242 ..

Marx h a raggíunto la piena chiarezza per quanto concerne la " sostanza del valore" : e per questo che separa l' aspetto oggettivo (valore d 'uso, valore di scambio, valore) da quello soggettívo (il lavoro come sostanza del valore: sociale, astratto e concreto) ; tale separazione compare nei primi due nuovi paragrafí. Il paragrafo 3 ínclude, invece, all'interno del testo 4, la vecchia appendice (testo 2 ) . Anche qui, pero, vi sono delle modifiche - non si tratta dí un puro e semplíce inserímento giacché vi sono nuove categorie che fanno la loro prima apparizione nel testo 3 . Nel frattempo íl testo 1 viene abbandonato per quanto ríguar­ da la tematica della "forma dí valore" sebbene venga rípreso nella questíone del feticísmo, come vedremo in seguito.243 Osservíamo inoltre che Marx introduce ne! testo del paragrafo 3 una p agina che non esisteva nel testo 2, e che si ispira al testo 3 .244 Qui il concetto di "oggettivitd del valore ( Wertgegenstiindlichkeit)" appare in dieci righe quattro volte. Ma, oltre e grazie a cío, il concetto essen­ zíale di valore arriva a maggiore chiarezza: 1 75


Tuttavia, ricordíamoci che le merci posseggono oggettivita di valore sol­ tanto in quanto esse sono espressioni di una identica unita socia/e (gesellscha/tlichen) , d i lavoro umano; e che d unque la loro oggettívíta di valore [. . . ] puo manzfestarsi (erscheinen) soltanto nel rapporto socia­ le (gesellschaftlichen \/erhá'ltnis) fra merce e merce. Di fatto noi síamo partid dal valore di scambio o dal rapporto di interscambio delle merci, per poter trovare le tracce del loro valore íví nascosto (versteck­ ten).245

Siamo di fronte a un grande testo ontologico di Marx. Il valore come lo abbiamo indicato nello schema 1 1 in se e per se, nella sua essenza o come l' essere riflesso su di se, giace " occulto " . Dall'invisibile, d all'occulto, lo si scopre per una sua "manifestazione" o forma fenomeníca: il valore di scambio. I1 valore di scambio e la manifestazione del valore o appare p recisamente solo e nella "relazio­ ne sociale" stessa. Non dobbiamo dimenticare che il " sociale" per Marx e distinto dal " comunitario" .246 A Marx non interessa adesso il valore in se stesso, ma solamente " quella forma in cuí si manifesta il valore"247 La " forma" di manifestazione del valore stesso (forma-di-valo­ re) come "forma-denaro (Geldform) " esige una delucidazione: ini­ zíare dalla " genesi ( Genesis)" un' archeologia fino alla sua forma piu sviluppata. Nella semplice "relazione" tra due merci ( cosa che suppone la relazione " sociale" dei loro proprietari) si stabilisce gfa una " relazione-di-valore" : una relazione nella quale comincia ad esprimersi (e a manifestarsí) quella che sara la "forma-denaro" del valore. Ció vuol dire, quindi, che la funzione monetaria di ogni merce e un modo di apparire del valore: la forma di equivalente generale. Marx realizza una precisa fenomenología di tutte le forme del valore ( dalle piU semplicí alle piU complesse) . Per ultimo, arriviamo a l paragrafo 4, testo sul tema centrale della sua opera (e che affronteremo in un lavoro futuro)248: "Il carattere di feticcio della merce e il suo arcano " . Marx aveva da sempre trattato il tema del feticismo, neí Grundrisse249, in Per la critica ,250 nei Manoscritti del '61-'63,251 nei Manoscritti del '63- '65,252 nel testo 1 ,253 e ancora nel testo 2,254 in relazione al " carattere sociale " nuova deter­ minazione del testo 4 del lavoro come anti-" comunitario " . Per que­ sto, quando Marx tratta la questione del feticismo, frequentemente la -

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antepone a quella dell'utopia comunitaria anche a quella del "Regno della liberta", nel libro III. Tutto cío ha una sua coerenza. 11 carattere " sociale" indica che il lavoro e isolato, solitario, senza comunita. La " socialita" raggiunta nel capitalismo solo grazie al capitale (socialita estrinseca ed alienata) o nel mercato (solo come comprato­ re). Per questo "isolamento" solipsista causato con violenza, che e l'ego cogito nella sua definizione ontologica, il lavoratore deve venciere il suo lavoro a partire da una " relazíone sociale" di dominazione - essenza del capitale, della merce, del valore di scambio capitalista: del valore in quanto tale. Questa e la questione del feticismo che affronteremo in un prossimo libro. d) I:"Epilogo" della secanda edizione e le edizioni/rancese e inglese de "Il capitale" Il 24 gennaio 1 873 Marx scrisse !"' Epílogo" di questa edizione della sua opera. E un testo maggiormente metodologico. Marx e nella piena autocoscienza dell'uso del suo discorso dialettico, di enorme attualita per l'America Latina di oggi, soprattutto nel passo in cui si dice che nella Germanía della sua epoca Oa nostra America Latina attuale) " l'espressione teorica di una realta forestiera si trasformo . . . in una raccolta di dogmi255, interpretati da loro [economistí e fíl oso­ fi] ne! senso del mondo piccolo-borghese che li circondava: quindi malamente interpretad . . . . ( Non si poteva) reprimere del tutto il sen­ timento di impotenza scientifica"256 Attraverso un buon metodo dialettico, Marx mostra il perché del ritardo dell'economia política tedesca. Esso non e dovuto alla mancan­ za di intelligenza o all'incompetenza dei suoi cultori. E invece dovuto al ritardo oggettivo della Germanía come sistema politico-economico. Se e una " scienza straniera", lo e perché le manca "íl terreno fertile del1' economía política": il capitale in abbondanza, íl capitale in senso stretto (capítale industriale come sistema egemonico). Ricardo, al con­ trario, appartiene alla "scienza borghese [ . .] arrivata al suo limite insormontabile"257• Con Sísmondi raggiunge íl massimo di coscienza critica possibile all'interno di questi limiti (del capitalismo) . Piu oltre si trova la volgarizzazione feticistica e apologetica. Marx, brillantemente, articola la crisi del 1825 con la crisi teorica in Inghilterra (come una "Ideología inglese" : quanto sarebbe necessaria una "Ideologia latinoa­ mericana " , per smascherare tanti apologeti, tanti "spadaccini prezzola.

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ti" ! ) . La rivoluzione del 1848-1849 nel continente ebbe ripercussioni in lnghilterra, ma produsse solamente il sincretismo insipido di John Stuart Mili (oggi diremmo: l'apologismo sfacciato di un Milton Friedman, il neocontrattualismo di John Rawls, due madi, persino in contrasto tra loro, di prendere il capitalismo come la "natura" delle cose). Ma non appena il proletariato raggiunse in Germania, prima della borghesia, la "scienza'', l'economia politica, divenne impossibile. Si ebbe solamente l"' apologetica economica volgare" .258 La "critica" che e per Marx la scienza - restava nelle mani di coloro che avevano optato per gli interessi del proletariato. Questo e il "luogo" storico e teorico de Il capitale in Europa, in lnghilterra, e in particolare, in Germania. Per i comtiani francesi, Il capitale aveva " trattato metafisicamen­ te l'economia" e si era limitato a una "scomposizione puramente cri­ tica del dato "259 Torneremo sulla questione del metodo nei capitoli 9 e 10, illustrando la maniera in cuí Marx " usava" Hegel260 . Qui vorremmo solo indicare la famosa espressione di Marx secando cui "il modo di esporre un argomento <leve distinguersi for­ malmente dal modo di compiere l'indagine" ;26 1 dopo aver analizzato quasi tutti i suoi testi piu importanti, dobbiamo concludere che l'or­ dine della sua ricerca concreta nei Grundrisse, nei Manoscritti del '61 - '63 o del '63- '65 o in quanto pubblicato o inedito de Il capitale, e essenzialmente lo stesso. Teoricamente o " scientificamente" - nel senso di Marx e non di Popper, tanto per fare un esempio - questo e l'ultimo testo pubblica­ to de Il capitale. Con questo abbiamo concluso l'analisi e il commen­ to della sezione seconda della MEGA pubblicata nella vita di Marx. 11 resto sano testi inediti del libro 11 e 111 che tratteremo nei pros­ simi capitoli. Ora non ci rimane che considerare brevemente le traduzioni in francese ed in inglese de Il capitale. In effetti, nella lettera del 1 maggio 1867 , Marx affermava che per lui era " della massima importanza emancipare i francesi dalle concezioni errate . . . (di) Proudhon"262. Nella lettera del 30 novembre 1867 , poco dopo l' apparizione del tomo 1, Marx comincia a pensare ad un possibile traduttore francese.263 Nell'otttobre del 1869, Charles Keller inizio la traduzione. Arrivo fino a pagina 440, quando dovette abbandonare Parigi per anclare in esilio. -

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Nelle sue lettere, abbastanza frequentemente, Marx si occupa della questione.264 Alla fine esclamera: "L'edizione francese mi e costata casi tanto tempo che personalmente non collaborero piu in alcun modo a una traduzione" .265 Messosi a correggere la traduzione, e non potendo non dare ascolto al suo genio critico, Marx estese le sue modifiche " anche alla sostanza del testo originale" (la seconda edizione tedesca) ", per cui scriveva a Londra 1'8 aprile 1875 - l'" edizione francese possiede un valore scientifico indipendente dall' originale, e <leve essere consultata anche dai lettori che conoscono la lingua tedesca" .266 Per la questione del populismo russo, che affronteremo nel capitolo 7 , questa indicazio­ ne di Marx e importante . Pur vivendo in Inghilterra e conoscendo bene l'inglese, Marx non riusd a vedere in vita la traduzione de Il capitale in questa lingua. Ma, come sempre, se ne era occupato Engels. Il 24 giugno 1 867 prima che apparisse alla stampa l ' opera - scriveva al suo amico di Londra, dicendogli che aveva preso contatto con un certo Moore che avrebbe finito con l' essere il traduttore in inglese dell' opera - che "conosce il tedesco a sufficienza per leggere abbastanza correttamen­ te Heine" .267 Il 27 giugno, lo stesso Marx fa riferimento alla questio­ ne.268 Il 23 novembre 1 87 1 , Marx diceva che l'edizione inglese non aveva fatto per niente passi in avanti.269 Nella lettera del 22 gennaio 1 873 , Friedrich Bolte mostró a Marx l'importanza dell'edizione inglese per gli Stati Uniti.270 Quel che e certo e che questa pubblica­ zione non si realizzera fino al 1 887, quattro anni dopo la marte di Marx, tradotta da S. Moore e E. Aveling. Nel suo prologo, Engels spiega il lavoro fatto da Marx per portare a compimento l'edizione i contatti e le correzioni effettuate ai lavori realizzati da F. A. Sorge nel New Jersey, Stati Uniti. Il libro I de Il capitale avrebbe dato inizio, da quel momento, alla storia delle sue interpretazioni, delle sue distruzioni e ricostru­ zioni. Per l'America Latina oggi la questione e essenziale.


6. Manoscritti inediti del libro II

(Manoscritti dal II all'VIII, dal giugno 1 865 al 1 878)

Considerato nel suo processo complessivo, poi, il capitale e capitale cir­ colante; il suo percorso comprende entrambe le sfere, quella della circo­ lazione propriamente detta e quella della produzione, e descrive un ciclo di trasformazioni nelle quali si valorizza in quanto valore e, allo stesso tempo, si realizza in quanto valore valorizzato. Ogni forma particolare non costituisce che una tappa transitoria in tale processo di circolazione che e, allo stesso tempo, processo di riproduzione. Ma, senza cessare di essere essenzialmente nella circolazione [ . . ] , si incontra in ogni momen­ to fissato, rinchiuso in una forma particolare [. . . ] . Nella sua totalita, il capitale e in perpetua circolazione, percorrendo incessantemente il ciclo delle proprie differenti metamorfosi (Manoscritto IV) .1 .

Il tema del libro II non ha avuto nella tradizione marxista l'im­ portanza che meritava. E la questione ontologica per eccellenza: l"'essere" del capitale come processo, come movimento, come circo­ lo o spirale sempre crescente. Nel capitolo 3 abbiamo lasciato Marx nel giugno del 1 865 , suc­ cessivamente alla redazione del Manoscritto I del libro II. A meta dello stesso anno egli cominciava il Manoscritto III del libro II. Quin di, senza interruzioni, continuo a scrivere sull' argomento. 2 Vedremo , in primo luogo, la complessa e sconosciuta tematica di questi manoscritti del libro II, per riflettere, successivamente, sui tre capitoli del libro (che negli anni '70 vennero denominati "sezioni" ) . Prima pero, vorremmo ricordare che dopo molti anni di attesa, Engels vide apparire il primo libro de Il capitale. Per questo, nella let­ tera del 15 agosto 1867 scrive: "Ho letto il volume [Il capitale] fino alla fine e trovo pero che il secando volume e ancora assolutamente necessario, quanto prima l'avrai pronto tanto meglio sara . " 3 Eppure gli anni passarono e l'opera non venne terminata. Piu di dieci anni dopo, il 15 novembre 1878, Marx scriveva a Daniel'son: " Appena il II volume del Capitale andra in stampa - ma questo non 181


avverra prima della fine del 1 879 - Leí ricevera il manoscrítto nel modo richiesto" .4 Nel prossimo capitolo cercheremo di vedere alcune cause che pos­ sono spiegare il ritardo nella consegna dei manoscritti dei libri II e III per la pubblicazione; li esporremo la problematica del decennio del 1870, che tanta importanza assume per il marxismo latinoamericano attuale.

6.1 DESCRIZIONE DEI MANOSCRITTI DEL LIBRO II Separeremo 1' esposizione in due momenti cronologici distinti, visto che Marx lavoro sul libro II dal 1 865 al 1 87 0 (primo periodo) e dal 1 877 al 1 879 (secondo). Il primo, evidentemente, con la speran­ za, peraltro fondata, di poterlo pubblicare; il secondo, invece, con uno scetticismo crescente (come vedremo) . a] Manoscritti del '65-'70 Di seguito parleremo dei tre pnm1 manoscntt1 che Engels descrive nella prefazione al tomo II de Il capitale. Manoscritto III (A 64) Nell'archivio del IISG di Amsterdam si trova il "Lascito Marx­ Engels " , dove si possono consultare questi manoscritti. Sul primo di essi Engels scrisse: "Il manoscritto III consta, in parte, di una raccol­ ta di citazioni e di riferimenti ai quaderni di estratti di Marx [ . . ] " .5 Questo manoscritto, che fu composto dalla meta del 1 865 fino all'aprile del 1 8676, contiene la seguente indicazione, fatta dallo stes­ so autore: " concernente il II libro (Zu Buch 2 gehoriges) . " Un primo insieme e costituito da 12 fogli ( con la numerazione antica di A50) che va sotto íl titolo di " Libro Il. Processo di circolazione del capita­ le" . Un secondo gruppo di 8 fogli (con antica numerazione di A52) si occupa críticamente di Adam Smith, specificatamente su quanto concerne il capitale fisso e quello circolante ( cioe Umschlag des Kapitals) , capitolo 2 . 11 terzo (con antica numerazione A5 1 ) , dal foglio 28 al 79, si occupa della legge del saggio di profitto con molti .

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esercizi matematici ed apparterrebbe, piuttosto, al libro III. Questo m anoscrítto II non venne usato da Engels. a.2] Manoscritto IV (A65) Su questo testo Engels scrive: "Il manoscritto IV e una elabora­ zione pronta per le stampe della prima sezione e dei prími capi tolí della seconda sezione del II Libro. " 7 In questo manoscritto si usano materiali del 1\Janoscritto I e del III, giacché fu redatto da giugno all'agosto del 1 867 .8 Ha per titolo "Secando libro. Il processo di circolazione del capitale. Primo capito­ lo. [La circolazione: cancellata] 11 movimento del capitale. 1 ) La metamorfosi del capitale. Capítale-denaro, capitale produttivo, capi­ tale-merce." 11 piano che si sviluppa e il seguente:

Primo capitolo. 11 movimento del capitale. 1 ) Metamorfosi del capitale (fogli 1 -29). 1 Movimento del capitale: D-M-P-M'-D' ( a partire dal foglio 2 1 , in cinque punti) II Movimento del capitale: P-M'-D'-M-P (resp. P') (a parti­ re dal foglio 14) 111 Movimento del capitale: M'-D'-M-P-M' (resp. M") 2) Tempo di produzione e tempo di movimento (fogli 30-35 ) 3 ) 1 costi di circolazione (fogli 3 5 -49)

Secando capitolo. La rotazione del capitale. 1 ) 11 concetto di rotazione (fogli 50-53 ) 2 ) Capitale fisso e capitale circolante ( dal foglio 53 ) Al foglío 5 3 Marx si riferísce al libro 1 , capito1o 3 (che nell'edi­

zione del 1 873 corrispondera al capítolo VI) .9 In questo periodo egli scrisse a Engels, il 24 agosto 1 867 : " Alla chiusa del 2° libro (Processo di circolazione) che scrivo adesso, debbo nuovamente chiederti di un punto come molti anni fa! " 1 0 a.3] Manoscritto JI (A63) Engels commenta cosi questo m anoscritto: "Quest'ultimo manoscrítto [11] e la sola elaborazione pressoché compiuta del II Libro, ed e datato 1870. " 1 1

1 83


Il Manoscritto II, realizzato dalla fine del 1868 alla meta del 187 0 12 , e sicuramente il piU importante fra i tre che stiamo descrivendo e, secando Engels, il "principale" nell'edizione del libro II, in particolare il secando capitolo (su "La rotazione del capitale" ) . Torneremo a que­ sta questione nel paragrafo 6.3 . Il manoscritto consta di 202 fogli nella numerazione di Marx ( 13 3 pagine nell'IISG e 2 1 1 fogli con tutti quelli aggiunti). All'inizio del manoscritto si trova un indice molto completo. Questo manoscritto contiene interamente, come il Manoscritto I del 1 865, i tre capitoli che poi saranno sezioni. Il capitolo 1 ( "Il proces­ so [di circolazione: cancellato] del ciclo del capitale" [Der Kreislaufprozess des Kapitals; formula poco frequente] ) comprende i fogli dal 2 al 32. Il capitolo 2 ( "La rotazione del capitale" ) i fogli dal 3 3 . Il capitolo 3 dal foglio 130 al 202. b] Manoscritti del '77-'79 Dopo lunghi anni di silenzio, Marx riprende la penna, anche se gli e sempre piu estranea. Engels scrive, infatti: Dopo il 1 870, subentro una nuova pausa, causata principalmente dal cat­ tivo stato di salute [. .. ] All'inizio del 1 877 egli si senti ristabilito in modo da poter ritornare al suo lavoro vero e proprio [ .. . ] Intorno a questo tempo, Marx sembra aver compreso chiaramente che [ . .] non sarebbe mai giunto a portare a termine una elaborazíone . . . tale da soddisfarlo [ . . . ] . Di fatto, i manoscritti V-VIII recano anche troppo spesso le tracce di una dura lotta contra deprimenti stati di malattia u . .

Forse non fu solo u n problema d i salute, come vedremo. b . l ] Manoscritto V (A66) Engels scrive: "La parte piu difficile della prima sezione era rie­ laborata nel manoscritto V " H . I n effetti, in questo manoscritto, che Engels utilizzera come manoscritto principale per la prima sezione, troviamo quattro incipit del testo - punto che tratteremo nel paragrafo 6.2. Il primo testo, dal foglio 1 al 5 7 , contiene la " prima sezione" Marx usa adesso la parola " Abschnitt" (sezione, appunto) e non piu " Kapitel " , come aveva fatto nei precedenti manoscritti. Al princi-

1 84


pio, il testo presenta molte correzioni - forse e la grafía di Engels. A partire dal foglio 1 3 , il testo e piU pulito e verra copiato da Engels, seppur con modifiche - visto che il testo dí Marx si diffe­ renzia molto rispetto a quello di Engels. Torneremo sulla questione al paragrafo 6.2. Il secondo testo, dal foglio 5 8 al 59, presenta moltissíme corre­ zioni; si parla prima di "sezione" e, all'interno, di "primo capitolo" (foglío 58) . 11 terzo testo, nel foglío 60, parla sempre di "sezione ". Nel quarto testo, nel foglío 6 1 , invece, si puó leggere, "Primo capitolo" , l a qual cosa sembrerebbe indicare che risale alla decade del 1 860. b.2J Manoscritti VI (A67), VII (A 68) e Manoscritto "Su Malthus''

(A70)

Questi tre manoscritti sono molto brevi (ríspettivamente 1 7 , 7 e

4 fogliL Nel Manoscritto VI (un testo profondamente corretto e can­ cellato) in cuí si legge "26 ottobre 1 877 " (foglio 1 ) , si parla di "stato (Stadium)" (foglio 2) al posto di " fase (Phase) " quando ci si riferisce ai tre " cicli (Kreislaufen) " del capitale. Il Manoscritto VII e anch'esso datato "2 luglio 1878" (foglío 1 ) " . Siamo sicuri che Engels utilizza questo testo per cominciare il libro II, cap. 1 , e non il Manoscritto JI, come erroneamente chiar! . 15 U breve manoscritto " Su Malthus" risa­ le al marzo del 1 87 8 e consta solo di 4 fogli. b.3] Manoscritto VIII (A 69) Quest'ultimo manoscritto e il "principale" usato da Engels per la terza "sezione" del libro II, sulla riproduzione. Specialmente dal foglio 15 e moho ben scritto. Certamente si tratta del testo definitivo sulla riproduzione con i suoi 76 fogli, dalla piccolissíma grafía goti­ ca , per cuí Engels riconosce: " Cosi ebbe origine il manoscritto VIII [ .] questo manoscritto e soltanto una trattazione provvísoria dell' ar­ gomento, nel quale si dovevano anzitutto fissare e sviluppare í n uovi punti di vista acquisiti rispetto al manoscritto II. " 1 6 ..

c] Le piani/icazioni del libro Marx scrisse a Engels il 3 0 aprile 1 868: " Nel libro JI e esposto, come sai, il processo di circolazione del capitale in base ai presupposti svolti nel libro 1 " 17 • In effetti, nel libro II si descrive come "circola" ció 1 85


che e stato "prodotto" (oggetto del libro I). Si tratta di nuove " deter­ minazioni formali" che il processo di circolazione esige; soprattutto categorie come capitale " fisso" e capitale " circolante ( variabile)". Le pianificazioni indícano, quin di, ]' ordine delle categorie di questo nuovo trattato. ll miglior piano del libro II fino al 1 870 si trova all'inizio del Manoscritto JI (A 63) - questo piano si <leve confrontare con quelli gia indicati nei paragrafi 3 . 1 e 3 .4; si tratta di due fogli che vale la pena riportare (visto che verranno pubblicati dalla MEGA ne anni '90) 18: Secondo libro. 11 processo di circolazione del capitale. Primo capitolo. La circolazione del capitale. Contenuto.

Primo capitolo. ll ciclo (Kreíslau/)19 del capitale (fogli 1 -3 3 ) . 1 ) L e tre figure (Figuren) della circolazione. a) Figura della circolazione del capitale-denaro. La metamorfosi del capitale. Capitale monetario, capítale produttivo. Capitale-merce. b) Figura della circolazione del capitale produttivo. el Figura della circolazione del capitale-merce. d) Le tre forme del cíclo (Kreislau/! . 2 ) La círcolazione tempo di giro. 3 ) Il costo di círcolazione. a) Costi derivanti dalle pure forme di circolazione. b) Costi derivanti dal processo di produzione all'intemo della circolazione. e) Formazíone dell'accaparramento. d) Costi di trasporto (costí di valorízzazione, ecc.) La rotazione capitale. (fogli 34-129) 1) Determinazione della rotazione. Tempo di rotazione e numero dí rotazioní. 2 ) Condizioni in cuí si differenziano le rocazioni dí questí capitali. a) Capitale fisso e capitale circolante. Cidi di rornzione derivanti dal capitale fisso. b) Differenza nella durata del periodo di lavoro. e) Differenza era tempo di produzíone e tempo dí lavoro. d) Daí metodi specifici del ciclo di produzione deriva il ciclo di rotazíone. e) Differenza nel tempo di rotazione. 3 ) La legge generale della rotazione del capitale che círcola ( variabile e

Secando capitolo.

1 86


costante). 4) La rotazione del capitale variabile e il saggio annuale di plusvalore. 5) L'accumulazione. Ricerca sulla circolazione del denaro in relazione alla realizzazione del plusvalore in denaro. Terzo capitolo. Le co11dizioni reali della circolazione e del processo di cir­ colazione (fogli 130-202) 1 ) Capitale variabile, capitale costante e plusvalore, considerato social­ mente. (fogli 130- 1 4 1 ) AJ Riproduzione ad un livello semplice (fogli 1 4 1 -202) a) Spiegazione senza la mediazione della circolazione di denaro (fogli =

1 4 1 - 158) b) Spiegazione attraverso la mediazione della circolazione di denaro (fogli 158-202) B) Riproduzione ad un livello piu ampio. Accumulazione. a) Spiegazione senza la circolazione di denaro. b) Spiegazione attraverso la mediazione della circolazione di denaro. 2) (qui si conclude il testo).20

Rísaltano immediatamente alcune novita. ll capitolo I (futura "sezione" 1) ha gia fissato i suoi tre paragrafi - che saranno rispettati nel tomo II da Engels;2 1 e il titolo di questo capitolo e: "ciclo (Kreislauj)" - titolo che appare ancora nel testo di Engels del 1884, Manoscritto H80, ma non nell'edizione definitiva del tomo II, che ha per titolo: "Le metamorfosi del capitale " . Nonostante abbia cinque paragrafi, il capitolo 2 sara considerato completo da Engels (giacché il Manoscritto JI costituisce il 94 % del testo riportato per il tomo II pubblicato nel 1885 , sebbene con varian­ ti, ovviamente). E quindi il piano definitivo. n capitolo 3 ' invece, lascia intravedere chiaramente la parte del libro II che Marx non finl mai di elaborare - neppure nel piano. Di fatto, il piano che abbiamo riportato, sviluppa solamente il punto " 1) " ; il punto "2) " resta solamente enunciato, ma senza contenuti. Sappiamo che avrebbe dovuto contenere piu paragrafi (nei piani che abbiamo copiato nelle partí 3 . 1 e 3 .4 consta, rispettivamente, di 9 e 7 paragrafi). Cío vuol dire che quella che per Engels fu la " sezione terza " , per Marx era il paragrafo 1 del capitolo 3 . Mancava il paragrafo 2, che neppure studio né espose nei Manoscritti JI e VIII, unicí manoscritti che arriva­ rono a questo terzo capitolo, successivamente sezione.22 Quindi Engels

1 87


scarto il paragrafo 2 senza avvertire la necessita di svilupparlo, o alme­ no di indicare la sua collocazione logica nel piano. -

6.2 lL "CICLO (KREISLAUF) " DEL CAPITALE. CAPITOLO 1 Dal 1 85 7 Marx lavoro sui temí del libro Il che ci h a occupato almeno in nove occasioni, vale a dire nei Grundrissi23, moho poco nei Manoscritti del '61-'6]24, nel Manoscritto I del 1 865 (che abbiamo esposto nel capitolo 3 ) e in sei dei manoscritti gfa trattati nel para­ grafo 6 . 1 . Rispetto al primo capitolo (che successivamente sara la sezione 1 ) , la questione venne studiata per la prima volta, e in modo completo, nel Manoscritto I del libro II ( che abbiamo visto nel para­ grafo 3 .2); successivamente nei Manoscritti III e IV dello stesso libro, e specialmente nel Manoscritto JI come vedremo pur essendo il Manoscritto V quello piU importante di questa parte giacché i Manoscritti Vl e VII constano solo di serte fogli ciascuno. Il titolo del libro II e lo stesso in tutti i testi: " Il processo di cír­ colazíone del capitale" . Mentre quello del primo capitolo (successi­ vamente sezione) cambia ripetutamente, rimane lo stesso quello del primo paragrafo ( successivamente p rimo capitolo) . In effetti, tra i manoscritti dal 1 865 (se includiamo il Manoscritto I) al 1 87 8 , trovia­ mo almeno nove introduzioni: ,

-

Dal 1 865 al 1 870: l.

I " capitolo " :

2.

Paragrafo 1 : I " capitolo" :

3.

Paragrafo 1 : I " capitolo " :

Paragrafo 1 :

4.

I " capitolo": Paragrafo 1:

1 88

"Giro ( Umlaufl del capitale" (ms. I, foglio 1). "Le metamorfosi del capitale " . " L a círcolazione ( Circulation: cancellato d a Marx e sostituito25 da: Il giro del capitale" (ms. n� foglio 1 ) . "Le metamorfosi del capitale" . " I l processo cíclico (Kreislaufprozess) del capitale" (ms. JI, foglio 1 ) . Nel piano all'inizio del Manoscritto viene eliminato il tennine "processo" . "Il ciclo (viene cancellato e sostituito con) Le meta­ morfosi del capitale". All'ínízio, nel piano, scrive inve­ ce: "Le tre figure (Figuren) del processo cíclico" . "La circolazione del capitale" (ms V, foglio 61). "Le metamorfosi del capitale" (quel foglio 61 deve essere mescolato tra questi fogli) .


Dal 1 877 al 1 878: 5.

6. 7. 8. 9.

I "sezione": " Il processo di circolazione (Kreisl<ii�fprozess) del capitale" ( ms. V, foglio 58). " Capitolo" 1 : "Le metamorfosi del capitale e i l loro ciclo" Paragrafo 1 : " Ciclo del capitale monetario" (successivamente "stadio"): "D-M" . "Prima fase" Uguale a l precedente (ms V, foglio 60) Uguale a l precedente (ibid., foglio 1 ) Uguale al precedente (ms. VI, foglio 1 ) (qui "stadio" al posto di "fase " ) . Uguale al precedente (ms. VII, foglio 1 ) .

E inoltre interessante notare che quelli che saranno per Engels i capitoli 126, 2, 3 e 4, sono per Marx i paragrafi dall' l al 3 e le sue con­ clusioni - specí{llmente nel Manoscritto V, che e quello che Engels usa di piU, a partire dal foglio 12.27 Percío per Marx il capitolo 2 ha per titolo: " Tempo di produzione e tempo di círcolazione" (nel Manoscritto N, fol.30 che Engels usa);28 e il 3 : "I costí di circolazio­ ne" (a partire dal foglio 35 del citato manoscritto). Una questione terminologica e costituita dal cambiamento del termine " ciclo (Kreislau/) " (nel Manoscritto D con "figura (Figur)" (nel piano all'inizio del Manoscritto TI), con " fase (Phase) " (nel Manoscritto V) , fino a trasformarsi in " stadio (Stadium)"29 (nel Manoscritto VI), che e il termine che Engels adotta. Infine dobbiamo affermare che Engels si sbaglia quando indi­ ca che l'inizio del capitolo 1 del libro II e stato estratto dal Manoscritto JI. In effetti, nel Manoscritto H 80 dell'Archivio dell'IISG di Amsterdam, nel testo di Engels che e l' originale del libro II, e possibile leggere nel foglio 1 manoscritto a destra, al pasto delle note: " 1/Aus Ms.II (dal Manoscritto II) " . Eppure, con­ frontan do parola per parola siamo ríusdtí a dimostrare che si trat­ ta del Manoscritto VII. Come abbiamo visto sopra, il Manoscritto JI (A 63) comincia cos1: " Secondo libro. Il processo di circolazione del capítale. Primo capitolo. Il processo del ciclo del capitale. 1 ) La metamorfosi del capitale: D-M-P-M'-D', capitale monetario [ . ] . " ;" ..

1 89


Al contrario, nel Manoscritto VII (A 68), nei fogli 1 e 2, ad ecce­ zione dei titoli che Engels non rispetto nell' edizione definitiva del 1 885 ,31 abbiamo il testo esatto del libro III, anche se con alcune modifiche. Marx comincia: " Il processo del ciclo drcolazione32 M-D". Qui Engels aggíunge cinque righe ( quattro nel testo tedesco) : " Dunque [. . . ] d i plusvalore. "33 D a questo punto il testo d i Marx con­ tinua: " Nel primo libro [. . . ] " Il testo del manoscritto termina al foglio 7 (che corrisponde a MEW 24, p . 42, trad. it. , p . 4 1 ) . Soffermiamoci quindi sull 'equivalen­ za tra i fogli dei m anoscritti di Marx e il testo dí Engels del 1 885 . Come abbiamo detto, il tema crucial e e la questione " ontologi­ ca" per eccellenza: l ' " essere" del capitale non e solo valore, ma anche valore come " processo" , come movimento; movimento drcolare, in realta a spirale: una valorizzazione che si attorciglia � se stessa come un serpente, come un mostro che si morde la coda. SCHEM A l l

-

Pagine del tomo II di Engeles e fogli corrispondentí deí manoscríttí di Marx

ma.nosi;ritto

VI V

Quaderno del 77- 78

IV Vlll

V VI VII

2

30-35

60** 2

Percentuale ottenuta in base alle pagine dell'ed. Siglo

XXI, Messico,

"" Manoscritto princípale di tutto il tomo o della sezione.

1 90

6- 7 l 2-57 3 foglí separati

1982, I, II/4-5.


Nel Manoscritto IV usando il termine "fase " e non " stadio" Marx sintetizza casi tutto il movimento ontologico del valore come processo: -

SCHEMA 13 - Stadi e cicli del capitale, attraverso i quali circola il valore

w.e i j

dio 1 Stadio 2 Stadio 3 Ciclo 1 Ciclo Ciclo

11

1 1j

D

M

D

M

D

<Mp/L. . . P>

D

M' M'

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M

<Mp/L . . . P> . . . .

M

<Mp/L . . . P> . . . . . ... M' P> . . . . . . ..M' M'

Il III __J

Legenda: Stadio

M

M

<MJ21L . . . P>

1 1

M

i

D'

O' O'

M

'

M'

-

<Mp/L . . . P>

-1J .

<Mp/1=-. . P>'-'-, ,___M'__

1: funzione monetaria; 2: funzione produttiva; 3: funzione mercantile ; ciclo l: capi­

tale-denaro; ciclo Il: ciclo produttivo; ciclo III: ciclo merce; <: entrata nel processo produttivo; >: uscita al "mondo" delle merci; D: denaro; M: merce; Mp: mezzi di produzione; L: forza lavoro;

P:

processo di produzione e prodotto, da cui i tre puntí (. .. ) indicano il "processo produttivo " stesso.

Il processo complessivo del capitale, in quanto unita dei suoi tre cicli, sarebbe puramente formale - vale a dire, uno o l'altro dei tre cicli, a seconda della Jase o della forma determinata per l'osservatore - se il valore complessivo del capitale si sara trasformato successivamente da una forma o da una fase all'altra. In quanto unitd reale dei suoi tre cicli, il capitale <leve trovarsi simultaneamente e continuamente in ciascuna delle sue fasi e deUe sue forme [ . ] . Se considero un ciclo di rotazione, constato che ogni suo punto e un punto di partenza, punto intermedio (; punto di ritorno. Tuttavia si tratta sempre dello stesso movimento unifor­ me che fissa il movimento dei differenti punti.34 ..

Spesso la conoscenza della terminología impiegata da Marx e scarsa, e quindi lo e anche quella del suo paradigma filosofico, "ontologico " . Abbiamo gia indicato in un'altra opera la struttura fondamentale di questa matrice essenziale e fenom eníca.3� Dobbiamo avere coscienza del fatto che ci troviamo di fronte all'ul­ timo Marx, che nel suo Manoscritto VII del 1878 si esprime piu "hegelíanamente " che mai: Ma il valore di P e valore di L + Pm, D convertito in L e Pm. D e i medesimo valore-capitale di P, ma in un diverso modo di esistenzc (Existenzweise), cíoe valore-capitale allo stato o in forma di denaro capitale monetario.36 =

=

191


In effettí, il " denaro appare (erscheint) dunque come íl prímo deposítarío del valore-capítale"37 nel " mondo-delle-mercí" , come compratore. E una delle " forme" dí " apparízione" (o manífestazio­ ne fenomeníca) del valore. Il valore, l' essere del capítale, la sua essenza, ríflette la sua produzione nel " processo dí lavoro" ( . . . P. . . ) , appare al "mondo " , "esce" dall'occulto alla "vísta" del compratore (capítalista e operaío) , come prodotto-merce. La "metamorfosí" del capítale, neí suoí " stadí" (D-M; M . . . P. . M'; M'-D') e neí suoí "cíclí" W-M. . P . . M'-D'; P .. M'-D'-M' . . . P'-M'-D'-M' . . . P' . . . M'), manífesta ín essí ontícamente íl processo ontologíco della círcolazione del valore: íl "processo cíclíco autonomo del capítale [come processo dí] trasformazione del valore-capítale (Kapitalwert) "38. Il Manoscritto V39 sí occupa largamente deí tre cícli del capita­ le, cíoe, delle "tre figure del processo cíclico" .40 Potremmo soffermarci su molteplici aspettí di questo ricchissi­ mo testo filosofico di Marx, ma per ragioni di spazio vorremmo rife­ rircí solo ad uno: la questione dell'esterioríta-totalita ad un livello concreto. Per Marx, in effetti, l'essenza del capitale e una "relazione socíale" (per "sociale" si intende una relazione di " domínazione" eticamente perversa) . Per tutta la sua analisi astratta, l' aspetto con­ creto di questa relazione, che si effettua tra due determinazioni astratte, tra due persone concrete e tra due classi (livello ancora piu concreto) , resta sempre implícito: .

.

Il rapporto di classe (Klassensverhiiltnis) tra capitalista e operaio salaria­ to e dunque gia presente, gia presupposto nel momento in cui entram­ bi si contrappongono nell'atto D-L (L-D da parte del lavoratore) [. .. ] questo rapporto e dato da! fatto che le condizioni per la realizzazione della forza-lavoro [. . . ] sono separate (getrennt) da! possessore della forza-lavoro come proprieta estranee [. .. ] la forza-lavoro si trova in uno stato di separazione ( Trennung) dai suoi mezzi di produzione [. . . ] Il rap­ porto capitalistico durante il processo di produzione si rivela soltanto perché es so in sé [si noti la categorizzazione hegeliana] esiste nell' atto della circolazione [ .. ] nel loro (tra compratori e venditori) rapporto di classe. Non e il denaro a dare con la sua natura il rapporto; e piuttosto l'esistenza di questo rapporto che puo trasformare una semplice fun­ zione di denaro in una funzione dí capitale [. . ] cio presuppone dei processi storici attraverso i quali e stata dissolta la combinazione origi­ naria tra mezzi di produzíone e forza-lavoro; processi in seguito ai .

.

1 92


gualí la massa del popo/o [di nuovo la questione del " popolo" nella sua collocazíone logíco-díalettica],41 i lavoratorí come non proprietari, e i non lavoratori come proprietarí di questi mezzí di produzione, stanno gli uní di contro agli altri.

Come abbiamo visto in altri lavori,43 il momento centrale etico-politico, " ontologico" e anche "metafísico" del pensiero dia­ lettico di Marx, si trova nel confronto t ra lavara vivo (nell' esteriori­ ta, nella poverta, come " povero " e "popolo" ) e il possessore del denaro. La "trasformazione del denaro in capítale" si deve, esatta­ mente, alla sussunzione del lavoro vivo, alla sua alienazione deter­ minara da un' altra " relazíone" e quella che transustanzia il denaro in capítale. Questo e il testo "definitivo" di Marx sul tema dell' esteriorita-totalita. Nel secondo paragrafo, scritto nel 1 870 (capitolo 2 nel 1 8771878), Marx analizza la questione del "Tempo di produzione e tempo dí círcolazione"44 11 movimento del capitale attraverso la .>/era (Sphiire} della produzíone e le due fasi (Phasen ) della sfera della circolazione si compie, come s'e visto, in una successione temporale [ . . . ]. Il tempo totale in cui il capitale descrive il suo ciclo e percio uguale alla somma del tempo di produzio­ ne e del tempo di circolazione.45

Qui Marx descrive molte categorie che abbíamo gia visto nel perché ogni " movimento" trascorre nel tem po. C'e un " tempo di circolazione (Cirkulationszeit) " propriamente detto (M-D: vendíta e D-M: acqui ­ sto), che Marx non confonde con il " tempo dí giro Wmlau/zeit) " , e " tempo di produzíone" . 11 tempo di produzione, da parte sua, ha differenti "periodi" (Perioden) " : tempo del processo lavorativo, interruzioní nel tempo di lavoro o pause e tempo per condizionare i mezzi di p roduzione, ecc .. Vediamo il panorama generale di alcu­ ne categorie nello schema "'"�'u ....

lvfonoscritto J. 11 " tempo" e

u

1 93


SCHEMA 14 .

del capitale industriale

Ma, in sostanza, quello che interessa a Marx e che c'e un unico tempo che produce valore: e il tempo del processo effettivo di lavo· ro salariato, della sfera della produzione, del capitale produttivo atti­ vo, in cuí i mezzi di produzione sono effettivamente in funzione. Cío significa che il capitale industriale e reale quando usa il lavoro vivo nel tempo del processo lavorativo - e in questo tempo che si colpi­ sce eticamente l'essere umano. Tutti gli ulteriori tempi sono negatí­ vi, di svalorizzazione, per cuí devono accorciarsi, diminuire: sono processi che si accelerano per aumentare la produttivita. Il paragrafo 3 , "I costi di circolazione"46 non da particolari dif­ ficolta. Marx dice che ogni cambiamento puramente fo rmale non aggiunge valore alla merce, e per questo i suoi costi devono essere dedottí dallo sfruttamento previo del lavoro. Quindi ogni costo al dí fuori di ció che corrisponde al processo di lavoro e tempo perso alla valorizzazione; esige costi a perdere, che devono essere sottratti al valore prodotto durante il tempo di produzione (anche di plusvalo­ re) , o devono essere aggiunti ai costi della suddetta produzione. Percio la "specificita" del capitale determina qui il trattamento delle " spese di trasporto " . "Il circola re, cioe l' effettívo aggirarsi delle merci nello spazio, sí risolve nel trasporto della merce" .47 Come detto prima, lo " spazio" e una condizione estema essen­ ziale al capitale - e molto importante per la determinazione del con­ cetto di dipendenza, o di capitale (prod uttivo e mercato) lantano. In ogní caso, il "giro" del capitale e in " astratto " , non e di un capitale o di molti, ma del capitale in genera/e (in cambio, la " rota­ zione" sara soprattutto quella di un capitale rispetto a un prodotto, la " riproduzione" sara di molti capitalí) .

1 94


6.3 LA ROTAZIONE DEL CAPITALE. CAPITOLO 2 Facciamo adesso una pausa metodologica nel nostro percorso. Sappiamo che Marx lavora per la prima volta sistematicamente a que­ sto libro II nel 1 865 (Manoscritto I) . Ll si propose in modo esplicito di descrivere le " determinazioni formali ( categorie) " del capitale.48 Quali sono queste " categorie" , quelle proprie di questo libro II e necessarie allo sviluppo dialettico dell ' analisi, e di cuí il libro I era la presupposizione necessaria? All 'inizio come parte di mere " intuizioni"49 , che successivamen­ te definisce come " categorie" , Marx va sviluppando il " concetto" di circolazione. Cioe, la prima " intuízione" dell'essenza del capitale con­ siste nello scoprirlo come valore " che circola" , come movimento, pro­ cesso - nei Grundrisse nel 1 85 7 .5 0 Quest'intuizione si preciso dífferen­ ziando, nel " mondo delle merci" , il denaro come denaro, dal denaro "come capitale" . Il capitale era un processo che rimaneva perché il valore circolava attraverso le diverse determinazioni o forme di essen­ za del c apitale non solo senza esaurirsi, come il denaro, ma addirittu­ ra crescendo. Ma successivamente Marx scoprl il luogo sistematico e díalettico della "circolazione" . In primo luogo era necessario che il valore esistesse, che fosse stato prodotto - libro I - per poi poter cir­ colare libro II. Adesso il " concetto" di circolazione poteva veramen­ te svilupparsi. Tale elaborazione ebbe inizio nei Grundrisse.51 Avanzo poco nei Manoscritti del '61 - '63. Dovremo aspettare quindi il Manoscritto I del 1 865 per fare il passo decisivo. Nel capítolo 3 abbia­ mo parlato del primo sviluppo sistematico della questione. Le categorie che Marx e andato via via formando sono le seguen­ ti: gli " stadi" ( acquisto, produzione, vendita) costituiscono le " sfere" (produzione, círcolazione) , le quali vengono sussunte nei " cicli" (capi­ tale monetario, c apitale produttivo, capitale-merce) , il tutto, come processo circolare, a spirale, permette l'esistenza del "giro" del capi­ tale. TI "giro " ( Umlau/)'' e del capitale in generale - non di un capita­ le o di molti: e un movimento essenziale in astratto, del capitale come " totalita". Ora, viceversa, nel caso della "rotazione ( Umschlag) " del capitale, questo s i comporta come il soggetto d i u n movimento pill concreto, piu complesso, piu materiale, in quanto considera le deter­ minazioni costitutive del capitale; vale a dire, il capitale costante (mezzi di produzione e forza-lavoro) , il suo momento circolante (M1 95


D), la totalita del " periodo di rotazione" , la rotazione del capitale variabile e del plusvalore, ma in relazione con la sua "realizzazione" in denaro. E il movirnento del capitale come " unita" dei suoi diversi momenti costitutivi, che circola in modi differenti a diverse velocira (relazione tempo e numero di rotazíoni) rispetto ad un prodotto. Il riferirnento essenzíale espríme la relazione con il capitale investito nei mezzi di produzione aspetto "materiale" di una categoría "formale" per eccellenza:52 il capitale " fisso". Scrive Marx: 1 mezzí di lavoro non abbandonano mai la sfera della produzione, una volta che siano entrati in essa. La loro funzione li lega strettamente ad essa. Una parte del valore-capitale antidpato e fissata in questa forma, determinata dalla funzíone deí mezzi di lavoro nel processo produttivo. Con la funzione, e perdo con il consumo del mezzo di lavoro, una parte del suo valore trapassa53 nel prodotto.54

Nel capítolo sul giro del capitale, quello che importava era il movirnento del capitale in quanto ritornava alla stessa forma o deterrninazione in astratto. II capitale monetario effettuava il ciclo D-D', e cos'i successivamente. Ora, nella rotazione, quello che importa e il rnovimento del valore-capitale complessivo55, induden­ do ugualmente quella parte del capitale che non circola in " un " giro. Dirnodoche l a rotazione potra includere rnolti giri, m a un solo prodotto. D'altro canto, il livello della " riproduzíone" sara ancora piU con­ creto, giacché 11 si confrontano molteplici capitalí articolati - come analogamente saranno molteplici i capitali che si confronteranno nella concorrenza che verra trattata nel libro III (libro che si collo­ cherebbe, nel suo momento, ad un livello ancora piu concreto). Vediamo, quíndi, che il metodo deve " salire dall'astratto al concre­ to" : dal giro del capitale in astratto alla sua rotazione in concreto, e dalla rotazione alla riproduzione dí moltí capítali. Daglí stadi aí cicli, e dai cidi al giro, ecc. Marx ha " costruito" poco a poco le sue cate­ gorie per "svíluppare" il concetto di círcolazíone. Torniamo al nostro tema: il capitolo (o sezíone) 2 del libro II. Engels utilízzera, per la redazione del tomo II del 1 88456 la parte fina­ le del Manoscritto IV (dal foglio 5 0 al 56) e in sostanza il Manoscritto JI (dal foglio 3 5 al 129). Come nel capitolo (o sezione) anteriore, l'ar­ ticolazione tematica di Marx e differente da quella di Engels. Il capi-

1 96


tolo include cinque paragrafi in precedenza al capitolo 6.L

come abbiamo detto nel piano visto

SCHEMA 1 5 - Correlazione del piano in ti versioni del capitolo (sezione) 2 del libro II.

IV

in fogli e pagine nelle differen -

(o

1)

� })¡;l a, !) 11

a.2) a.3) aAl a.5) b)

e)

d)

e) 3) a)

b) e)

38 52 55 69 73 77 83 84 88 94 96

d)

e) 4)

109 1 17 1 19

![ 9

10 11 12 13

210 2 19 259 278 293

14 15

307 317

1 11 III IV V 16.J 11 III 17 1 11

337 343 362 377 384 395 -447

1 63 1 69 1 83 1 89 217 231 241 249 251 260 269 273 278 281 287 296 ' 3 !0 315 321 326 345-428

1

Nel paragrafo 1 ( "Concetto di rotazione" , dal foglio 5 0 del Manoscritto IV, o "Tempo di rotazione e numero delle rotazioni " , dal foglio 33 del Manoscritto 11, entrambí della decade del 1 860) la que­ stione comincia a chiarirsi.57 Ma e nel paragrafo 2 che Marx analizzera il tema centrale di questo capitolo 2: "Capitale fisso e capitale circolante. Capitale col­ locato e capitale di sfruttamento"58 cosl si intitola il Manoscritto IV, dal foglio 53 fino alla fine; "Circostanze che modificano la rotazione di questi capitali " e il titolo nel Manoscritto JI, a partire dal foglio 3 3 . I n effetti, nel Manoscritto JI l a questione viene divisa in cinque punti (dal punto a al punto e) e, seguendo il piano previsto si veda sopra in 6. 1 - 59 esamina nel primo di essi, sotto la classificazione a,

197


la questione cruciale: " Capitale fisso e capitale circolante. Cicli ( Cyklen) di rotazione" ( dal foglio 3 3 al 73 ) . 60 A sua volt a divide que­ sto punto in cinque momenti (che corrispondono solamente ai quat­ tro capitoli, dall'8 all' l l dell'edizione del 1 885 ) , che sono i seguenti:

a. 1 ) "Capitale fisso" (dal foglio 35) a.2) "Elementi, sostituzione, riparazione, accumulazione del capitale fisso" (da! foglio 38) a.3 ) "La rotazione complessiva del capitale anticipato. Cicli di rotazione" (dal foglio 52) a.4) "Verso una critica delle teorie su! capitale fisso e circolante" (da! foglio 52, lo stesso titolo si ha nel testo del Manoscritto H 80 di Engels, foglio 2 1 9) a.5) "Ricardo sul capitale fisso e circolante" (dal foglio 69, stesso testo nel manoscritto di Engels del 1 884, foglio 259)

11 punto a . 1 e quello fondamentale. Le prime pagine del Manoscritto IV (fogli 53 -57 ) sono pagine di grande precisione. Vorremmo riferirci solamente al problema del feticismo: Si scambia la determinazione economica della forma, che deriva dalla cir­ colazione del valore, con una proprieta oggettiva (dinglichen); come se oggetti che in sé non sono affatto capitale ma lo diventano in determina­ ti rapporti sociali, potessero gia in sé e per natura essere capitale in una forma determinata, fissa o circolante.61

L' essere " capitale" fisso non e una caratteristica della cosa in se, ma della cosa sussunta nel capitale (senza dimenticare che il capita­ le e una "relazione sociale" tra il capitalista e il lavoratore salariato) . E in questa relazione che i l mezzo di produzione e un capitale costante e non circolante: Le determinazioni di forma (Formbestz'mmtheiten) di capitale fisso e cir­ colante (/lüssigem) scaturiscono soltanto dalla differente rotazione del valore-capitale ( Wertkapita{) che opera nel processo di produzione, ossia del capitale produttivo.62

Allo stesso modo, nei Grundrisse, Marx distingue quindi tra categorie o componenti materiali (capitale costante e variabile) e 1 98


categorie o componenti formali (capitale circolante e fisso) . Ma, dal­ l'altra parte, l' aspetto formale di entrambi (capitale variabile e circo­ lante) deve differenziarsi dall 'aspetto materiale (capitale costante e fisso). Ora, invece, si incrociano le determinazioni: una determina­ zione materiale (capitale costante) e considerara formalmente (come circolante o fisso) . Il "valore-capitale" e il "soggetto" di tutto il movimento, e una novira. Il capitale costante fisso o non-circolante e l'aspetto non definito con chiarezza dall'economia classica: Quella parte costitutiva di valore del capitale produttivo acquista la determinazione di forma di capitale fisso solo in quanto il mezzo di pro­ duzione nel quale essa esiste non viene consumato (abgenutzt) nello spa­ zio di tempo in cuí il prodotto viene ultimato e espulso come merce dal processo di produzione.61

A partire dai Manoscritti del '61 -'63 , il tema del capitale costan­ te come capitale fisso (la quarta componente del valore della merce64 ) , ossessiono Marx. Si tratta del punto cruciale di queste pagine. Dal 1 858, nei Grundrisse, Marx aveva stabilito che anche il capitale "fisso " , " circola " : " La rotazione della parte costitutiva fissa del capitale [ ] abbraccia parecchie rotazioni delle partí costitutive circolanti del capitale. Nello stesso tempo in cui il capitale fisso com­ pie una rotazione, il capitale circolante ne compie parecchie"65. Ma, in sostanza, quello che interessa a Marx e costituire le cate­ gorie necessarie a sciogliere un nodo dialettico fondamentale, il lava­ ra vivo oggettivato come lavoro passato nella macchina, passa al pro­ dotto, ma la macchina non crea valore: "Il logorio (Verschleiss) [ . . .] e la parte di valore che il capitale fisso, mediante il suo consumo, cede (abgibt) gradatamente al prodotto, nella misura media con cuí perde il suo valore d'uso."66 Casi il capitale fisso si " consuma" , si "ripara" (prepara, puli­ sce), " passa" al prodotto, si " ripone " , ha un certo " periodo di vita'' , ecc. Tutti questi momenti si definiscono attraverso categorie precise. E importante ricordare che la " crisi" esprime la relazione con la fine di un periodo globale del capitale fisso , di un' epoca del capi­ tale: " La crisi costituisce sempre il punto di partenza di un nuovo grande investimento. " 67 Al punto b (fogli dal 73 al 77), " Differenze nella durara del . . .

1 99


periodo [di lavoro: che cancella e poi lascia] di produzione" , analiz­ za cío che e collegato con il "periodo di lavoro " , vale a dire la tota­ lita di " giornate di lavoro " necessarie a realizzare un prodotto o una merce adatta a circolare. Al punto c (fogli 77-83 1 ) , " Distinzione tra il tempo di produ­ zione e tempo di lavoro " , si studia il fatto che ogni tempo di lavoro e tempo di produzione, ma nel tempo di produzione si includono ugualmente altri tempi, simili al tempo di maturazione di un frutto. Dimodoche c'e un "periodo" di lavoro e un'altra "forma di esisten­ za . . . abbandonata all'azione di processi naturali" .68 E evidente che il "periodo di rotazione" del capitale si prolunga oltre il "periodo di lavoro " , incluso il tempo di produzione, per poter passare dal " tempo di produzione" a quello di " circolazione " . Eppure, l'unico tempo (e periodo) di valorizzazione e quello del lavoro. Al punto d, " Dai metodi specifici del ciclo di produzione nasce il ciclo di rotazione" (fogli 83 -84) ,69 si mostra come un lungo perio­ do di produzione (per esempio, la produzione del legno nei boschi, che puó durare anche 100 anni) determini una rotazione del capita­ le in un tempo uguale. Al punto e, " Differenza nella [rotazione: cancellato e sostituito da:] il tempo di giro" (fogli 84 -88 ) , si nota una incertezza nell'uso del vocabolario: il "giro ( Umlau/) " non e la stessa cosa della circola­ zione propriamente detta (perché include un tempo di produzio­ ne) .7 0 Non si percepisce nemmeno con nitidezza la differenza forma­ le con il tempo di vendita, trasporto, ecc. gia trattato nel capitolo sul " giro" - esposto pill in alto, in 6.2, corrispondente al paragrafo 2 del capitolo 1 di Marx. 11 paragrafo 3 (fogli 88- 108), "Influenza delle differenze nella rotazione sulla valorizzazione del capitale" (titolo corretto ripreso nel Manoscritto H 80 da Engels, foglio 3 17), es amina la stessa que­ stione studiata per la prima volta in maniera sistematica nel Manoscritto I.71 Ora, si tratta di un capitolo metodologicamente piu concreto dei precedenti. La rotazione del capitale si spiegava come effettuata da "un " capitale (sommando i suoi tempi di produzione e circolazione) . Adesso, invece, lo stesso capitale si sdoppia come se fosse "molti" capitali, ma sempre in relazione ad un prodotto. Ciascuna delle sue partí ricorre ad un tempo simultaneo in un " periodo di rotazione" - nuova categoría -: "Primo periodo di rota200


zione [. . . ] . Secando periodo di rotazione [ . . ] . "72 In un "secando periodo di rotazione" , per esempio, puo essere concluso il "primo periodo di circolazione" del "primo giro" del capi­ tale I, e cominciare contemporaneamente un "nuovo periodo di lavo­ ro" del "secando giro" del capítale II. Marx comincia quindi a svilup· pare differenti possibilíta, che ci awicinano al modo dí trattare il pro­ blema della riproduzí one nel successí vo capitolo o sessione. Il "perio­ do di l avoro" puo essere uguale a quello della circolazione; o superio­ re ( fogli dal 94 al 96 del Manoscritto JI), o í nferiore (fogli 96 e seguen­ rí) . Leggendo í manoscritti, si dare ragíone a Engels se conside­ riamo !'infinita dí ambití nei quali M arx renta di s coprire relazioni nuove. Per questo l'editare del tomo II s crive: " . . . egli (Marx) si impe­ lago nei calcoli della rotazione a tal punto che, oltre all'incompiutez­ za, vennero fuori addirittura svariati errori e contraddizioni. "73 Tuttav:ia non ci si deve sbagliare. In realta Marx vuole solamente sfruttare tutte l e possibilíta, anche se cio, alla fine, non e essenziale. L'essenziale consiste nel considerare í modi concreti e complessi di "m otare" del le differentí componenti del capítale ( capitale fisso e cír­ colante, capitale costante e variabile, plusvalore ecc. ) , per "sviluppare" cosl un momento dialettico piu che il movimento del capitale come processo dí lavoro vivo oggettivato, vale a dire, vita umana marta. Ci addentriamo in una parte del líbro II quasi non considerara e analizzata dalla tradizione marxista ( visto che la sua ripresa attrasse mol te discussioni). S ono i paragrafi 4 e 5, che pass arono i nosservati. II primo dí essí, "La rotazione del capitale variabile. Il saggio annuo del plusvalore" ( a partire dal foglío 1 09) , tratta, dopo la rotazione delle d etermi nazioni materiali (Mp/Ft P) e il loro tempo di círcola­ ;done, cío che ri mane da analizzare: il capitale variabile (relazione D­ Ft) . Il capítale variabíle reinveste tante volte quante mota il capitale. Percio la massa del plusvalore s ara uguale alla somrn a del plusvalore raggiunto in ogní rotazione. D'altro canto, se Cv e 500 e íl s aggio di ogni rotazione e del 1 00 % , e i1 suddetto capitale ruotasse 10 volte l'anno, allora il saggio annuale dí plusval ore sarebbe del 1000 % . Ancora una volta quello che interessa a Marx, eticamente, e dimo­ strare che il saggio di sfruttamento aumenta con il tempo, con le rota­ zioni del capitale - giacché ogni volta e piU insignificante il valore anticipato dal capítale ed e rn aggiore quell o accumulato come plusva­ lore. Questo passaggio e espresso con chíarezza nel punto intitolato: .

...


" La rotazione del capitale variabile considerata socialmente. "74 Nel paragrafo 5 , a partire dal foglio 1 19, viene affrontata la que­ stione della "realizzazione del plusvalore" nel movimento di rotazione considerando la circolazione del denaro (non dimentichiamo il piano che abbiamo considerato in 6.1 e che enuncia: "L'accumulazione. Ricerca sulla circolazione del denaro in relazione alla realizzazione del plusvalore in denaro. " ) . In questo si distingue totalmente dal prossimo capitolo - sulla riproduzione propriamente detta di vari capitali con­ temporaneamente articolati. Qui Marx studia la possibilita di realizza­ zione del plusvalore nella riproduzione semplice (con consumo del plusvalore come entrata) o allargata (accumulazione propriamente detta) , ma considerando la questione del "da dove arriva il denaro con cuí si puó realizzare il plusvalore" , e come lo si usa per trasformarlo in tesoro, consumarlo come entrata o reinvestirlo nella riproduzione. Evidentemente, tutto questo e legato alla teoría della crisi. Dopo aver concluso l' analisi della rotazione delle determinazio­ ni , componenti e momenti materiali del capitale, dobbiamo conside­ rare il capitolo 3 .

6.4 LE

CONDIZIONI REALI DEL PROCESSO D I CIRCOLAZIONE E DEL PRO­

CESSO DI RTPRODUZIONE.

CAPITOLO 3 .

E necessario passare adesso alla parte piu conosciuta del libro II, anche se solo in apparenza, visto che in passato non si pote avere coscien­ za del piano che Marx stava sviluppando per questo capitolo (successi­ vamente "sezione" ) . Per uno studio diacronico del tema, bisogna consi­ derare almeno sei momenti che compongono la sua costituzione: 1 ) I Grundrisse, in vari passi.75

2 ) I Manoscritti del '61-'63, anche qui in diversi quaderni.76 3) Il Manoscritto I del libro II del 1 865 .77 4) Il capitolo 7 del Manoscritto principale del tomo III.78

5 ) Il Manoscritto JI del 1 868- 1 870 che abbiamo considerato. 6) 11 Manoscritto VIII del 1878, che vedremo adesso. Si tratta quindi di problemi che fu impossibile considerare prece­ dentemente nella storia del marxismo - dalla polemica dei "populisti" 202


russi nel sec. XIX fino ai nostrí giorní, e che hanno una grande ímpor­ tanza per la rivoluzíone latinoamericana, come vedremo anche ne] prossimo capitolo. In generale, non si conobbe ne il livello astratto in cuí si collocava tutta l'esposizione, il senso dell'esemplificazione numerica in Marx. Esdamava, infattí, anni prima: "Poiché le partico­ lari proporzioni numeriche sono qui del tutto irrilevanti, noi vogliamo supporre che [ . . . ] . "79 "Supponiamo 5 capitalisti, A, B, C, D e E. Supponiamo che E produca una merce che viene consumara soltanto da operai."80 Allo stesso modo, qui gli esempi numerici hanno una finalita concettuale ed anche una pedagogico-chiarificatrice -, per poter studiare l' effetto di nuove variabilí che poco a poco si introducono, giacché in quell' epoca non si poteva con tare su molte di esse per costituire un modello operazionale.81 Prendíamo alcuní esempi di espressioni di Marx: "La riproduzione semplice su scala invariata appare come un'astrazione (Abstraktion) [ . . . ] . "82 "Ma qui dobbiamo tuttavia fare astrazione dal modo di indagine la impiegato [. . .] . "83 "Se (trascuriamo) per il momento la circo­ lazione monetaria [. . . ] . "84 "Supponiamo (unterstellen) - qui la proporzione e del tutto indif/erente ai nostri fini che . . . i capitalisti [ . ] "85 "Se mante­ niamo fermo, per maggíor sempliátd (Einfachheit) lo stesso rapporto " 86 " Quanto a questa ídentita, essa e qui presupposta soltanto per sem­ plificazione [. . .]. Ma cío che ne deriva come risultato necessario (notwendiges Resultat), premessa la riproduzione semplice, e ecc .. . .

.

Marx ha dunque chiara il metodo analítico, che usa l'astrazione. Sa che bisogna "salire dall'astratto al concreto " e per ora si trova nell"' astratto ". Non si puó andare direttamente al "concreto" :

CE) assolutamente necessario l'esame del processo d i riproduzione nella sua forma fondamentale (Fundamental/orm) in cuí sano eliminati tutti glí schermi che lo offuscano - per líberarsí dei falsi sotterfugi . che danno l'apparenza di una spiegazione (Erkliirung) sciemifica quando il proces­ so sociale di riproduzione viene ímmediatamente fatto oggetro di analisi nella sua complessa forma concreta [. .. ] . 88

La riflessione metodologica di Marx non ha bisogno di com­ menti. Ha collocato con esattezza lo statuto epistemologico dei suoi " schemi" (astrazíoni che scartano variabíli per permettere di "con-

203


cettualizzare" analíticamente l ' " essenza" fondamentale del " feno­ meno" della riproduzione). Entriamo quindi nella questione specifica. Non si tratta ne di una considerazione "in generale " del giro del capitale, ne della rota­ zione di "un " prodotto del capitale, ma del movimento e articola­ zione della totalita del " capitale sociale complessivo " : M a i cicli dei capitali individuali si intrecciano gli uní con gli altri, si presuppongono e condizionano reciprocamente, e appunto in questo intrecciarsi formano il movimento del capitale sociale complessivo (gesellscha/tlichen Gesamtkapitals). 89

Marx desiderava descrivere la struttura o matrice essenziale della riproduzione. Qui si dovrebbe chiarire un punto. L' accumulazione considera la relazione passato-presente (in quanto si " accumula" nel presente) ; formalmente l'accumulazione e conversione di plusvalo­ re/profitto in capitale; realmente e aumento effettivo di capitale. In cambio, la riproduzione considera la relazione presente-futuro (in quanto la riproduzione considera le condizioni di possibilita: anterio­ rita nel tempo che permette di produrre nel futuro) ; formalmente e conservazione o aumento del capitale produttivo. Nei Grundrisse Marx aveva iniziato a riflettere sul tema consi­ derando solo cinque termini della relazione (da A a E) . Nei Manoscritti del '61 - '63, elaboro in un caso anche cinque termini: un capitalista che produce mezzi di sussistenza, un altro che produce mezzi di produzione; un terzo che produce oro o argento, un commerciante e il lavoratore salariato.90 Le relazioni (quattordici) erano estremamente complesse. C'era bisogno di analizzare il punto ad un livello piu astratto, piu semplice, pill essenziale. Inizialmente propase solamente due termini: il capitalista che produce mezzi di produzione (I) e colui che produce mezzi di consumo (II). Era la semplificazione piu estrema, raggiunta attraverso l' eliminazione di tutte le variabili possibili. E, anche cosl, la complessita si mostro immediatamente enorme. Nel Manoscritto I del 1 865 , questo capitolo 3 aveva nove para­ grafi. Il primo analizzava lo " scambio tra capitale e capitale" - che sarebbe stato il percorso che Marx avrebbe scelto per iniziare a trat­ tare la questione. Ma, successivamente, fu necessario analizzare lo

204


scambio del " capitale per entrate" . Nel paragrafo 2, al contrario, veniva capovolta la prospettiva e si analizzava la relazione di " capi­ tale e reddito". Nel paragrafo 5 si studiava la " riproduzíone allarga­ ta" ; per esaminare, successívamente, altri quattro punti.91 Il Manoscritto II del 1 868 - 1 87 0 rimase incompiuto dopo la conclusione del paragrafo 1 (il 2 fu solo abbozzato). Il punto A ( dal foglio 14 1 ) trattava la riproduzione semplice; il punto B (dal foglio 1 67 ) si occupava della riproduzione ampliata; ma non arrivó ad esporre il punto 2: " La circolazione monetaria mediatrice delle con­ versioni" (aspetto che non trattó ne in questo ne nel Manoscritto VIII) .92 Tuttavia lo aveva trattato nel Manoscritto I, punto 6: " Accumulazione con den aro" . Solamente confrontando i piani e vedendo fino alla fine i con­ tenuti del Manoscritto JI e del VIII, risulta fa cile condudere che Marx non superó i limiti del punto L B.a del piano del Manoscritto II; ció significa che, dopo il 1 865 , non scrisse la parte corrisponden­ te alla "Ríproduzione allargata [. . ] : b) La circolazíone monetaria mediatríce delle conversioni" - questíone del denaro che lo interes­ sava molto, per la sua teoría della crisi, e che fu esposta nel punto corrispondente della riproduzíone semplice (quindi, in l .A.b)93 .

SCHEMA 16 - Pianí del capitolo (sezíone) 3 s u : "Le condízioní reali del processo d i drcolazíone e del processo dí rip roduzione

A. Ri produzion e semplice a. Prescindendo dal denaro b. Me di a nte denaro

19

progresso

del processo di riproduzione.

8.

(5) Lavoro necessario

pluslavoro.

9. (6)

Ostacolí al

processo

e di

205


Insomma, il libro II e irrimediabilmente incompiuto, ed e necessario saperlo per essere coscienti dei suoi limiti, per non tenta­ re di scoprire quello che in realta manca. Per rícostruirlo sara neces­ sario partire da altri piani e punti di vista. Inoltre questo fatto ci con­ sente di non esagerare sull'importanza degli schemí della riprodu­ zione. Ha ragione Rosdolsky quando scrive: " . . . lo stesso Marx non intese mai andare oltre la forma che gli schemi della riproduzione avevano ricevuto nel Libro II del Capitale, e [ . ] percio non ha senso aspettarsene piu di quanto essi possano dare. "94 Engels lo sapeva bene quando disse nel prologo del tomo II: " La consequenzialita logica molto spesso viene interrotta, la tratta­ zione e qua e la lacunosa e, specialmente alla fine, del tutto fram­ mentaria. " 95 Il titolo definitivo che Marx assegno a questa sezione fu: "Le condízioni reali (rea/en) del processo di circolazione e del processo di riproduzione "96 "Reali" in quanto concrete - rispetto ali' astrazio­ ne del giro e la rotazione; ma astratte in relazione alla realta del quo­ tidiano. Si trattava, in un certo modo, di riformulare essenzialmente íl Tableau économique di Quesnay, " 11 Tableau économique qui acclu­ so, che pongo al luogo di quello di Quesnay [ . . ] , abbraccia tutto íl processo di riproduzione. "97 A differenza di Quesnay e degli economistí capitalisti, Marx doveva provare che le sue categorie fondamentali funzíonavano all'interno della questione della riproduzione (semplice o accumula­ zione) . Essenzialmente, era necessario mostrare come sí poteva ana­ lizzare la questione considerando le categorie di capitale "costante" e "variabile" (e per questo un capitale che produce " mezzi di pro­ duzione" e un altro che produce "mezzi di sussistenza " ) ; ma tutto diretto a mostrare íl funzionamento (e, percio, giustíficare a questo livello dí esistenza) del " plusvalore " - questione política ed etíca centrale per Marx. Quello che importa, quindi, non e solo mostrare la ríproduzione del capitale, ma anche far vedere ancora in essa tutto il sistema delle categorie fínora " costruito" ccm la finalita dí chiarire e giustificare l'interesse reale del lavoratore impoverito, sfruttato. E, quindi, il tema finale del Capitolo VI inedito: il capitale non solo genera plusvalore, ma riproduce e aumenta le condizioni della ripro­ duzione della generazione di plusvalore. Dal suo primo esempio . .

.

206


numerico, si puó notare questa intenzione etica: "4000 e + 1 000 v + 1000 pv 6000" .98 Tuttavia, l'analisi astratta non e cos1 semplice come ci si potreb­ be immaginare. In effetti, il confronto tra capitale I e capitale II non contiene solo due termini, ma sei: capitale costante, capitale variabi­ le e plusvalore di entrambi; poi si uniscono i1 capitale commerciale e quello monetario; inoltre, si suddivide i1 plusvalore in due partí, sía nel I che nel II; e infine, si considerano altri termini, come il proprie­ tario terriero, l'usuraio, il governo, ecc. : " Questi signori compaio­ no . . . A questo proposito si dimentica completamente da quale /onte (Quelle) essí lo [i1 plusvalore] hanno ricevuto in origine e sempre di nuovo lo ricevono . " 99 Questa fonte e, senza dubbio, il capitale industriale; fondamen­ talmente ed essenzialmente: il lavoro vivo che crea plusvalore. Questo e do che interessa a Marx, non perdere di vista in tutta la sua analisi questo fatto. Ma, inoltre, visto che c'e una nuova creazione di valore, la domanda sarebbe: come e possíbíle che si realizzi, in dena­ ro, un valore eccedente, tale per cuí, bisogna specificarlo, non esista denaro in precedenza? In questo consiste il punto b (tanto di A come di B) del piano del Manoscritto Il: " con drcolazione di dena­ ro ", cioe, introducendo questa varíabile. Infine, i classici dimentica­ vano la " quarta parte" che compone il valore della merce: il valore dei mezzi di produzione, quelli che, dall' altra parte, non si possono comprare nel mercato, ma si devono acquistare da un " altro capita­ le " . Tutto si sviluppa nel seno del "capítale globale sociale annuale " , che produce la totalita del valore prodotto e d esistente in u n paese e non la totalita delle "entrare" e dei " prezzi", come lo era per Smith, o come lo e oggi per Sraffa o Friedman, per citare il miglior esempio.100 Marx lottava contro due posizioni contraddittorie. Per Jean­ Baptiste Say - cosl come per i classici del capitalismo fino a oggi -, la sovrapproduzione (nella quale consiste il plusprodotto prodotto nel plustempo, formalmente plusvalore) trova sempre nel mercato il denaro (il valore) necessario a comprarla. Sí tratta dí un " equilibrio meta/isico tra venditori e compratori [ ] , l 'ídentita della demanda e dell' offerta" 1 0 1 . In questo modo, secondo la posizione " armonicista " , non contraddizíone ne crisi, e il capitale si riproduce indefinitivamente =

...


(cosi come affermano coloro che interpretarono scorrettamente Marx e criticarono i "populisti russi" ) . Al contrario, Jean-Ch. Sismonde d e Sismondi pensava che la contraddizione tra il plusprodotto e una domanda non solvente (minus-denaro) fosse insuperabile: "La sua (del capitalista) impresa produce molto piu di quello che costa [ . . . ] poiché non paga all'ope­ raio un compenso adeguato al suo lavoro . " 1 02 Bastava solo vendere questo plusprodotto all' estero (una soluzione analoga a quella di Rosa Luxemburg). " In concreto" questa soluzione non era sbagliata (lo stesso si puó dire di quella della Luxemburg); Marx era consape­ vole di questa possibilita quando scriveva: "La produzione capitali­ stica in generale non esiste senza commercio estero. " 103 Marx tuttavia, come nel caso della "questione coloniale" nel capi­ tolo dell'accumulazione del libro I - e per trovarsi ad un livello astrat­ to del concetto di capitale in genera/e - non puó introdurre queste variabili "concrete" (che potrebbero essere considerate solo nel "mer­ cato mondiale" : oggetto del sesto trattato, successivo a quello sullo Stato e le sue relazioni esterne) . Per adesso ci troviamo al livello dell"'essenza" astratta. Perció "l'introduzione del commercio estero [. .. ] puó quindi creare soltanto della confusione ... Si deve quindi /arne completa astrazione; perció, anche l'oro, qui, dev'essere trattato come elemento diretto della riproduzione annua, non come un elemento­ merce introdotto da! di /uorz"' 1 04• Ció non significa che, in un trattato successivo sulla dipendenza centro-periferia, non dovesse essere stu­ diato. In effetti, Marx torna ad una posizione equidistante. Accetta lo schema della contraddizione di Sismondi, ma rifiuta la sua conclu­ sione. Accetta, allo stesso modo, la possibilita di un equilibrio, ma non naturale ne stabile, piuttosto dialetticamente instabile e causa di maggiori contraddizioni - e la crisi. L'ampiamento di nuovi mercati, il superamento dei "limiti" precedenti, "non fa che trasferire le con­ traddizioni ( Widersprüche) in una sfera piu ampia, aprendo ad esse un piU vasto campo d'azione" 105• Nei Grundrisse aveva scritto: In che modo poi nella produzione capitalistica esse [le contraddizioni] vengono continuamenre superare ma anche continuamente riprodotte [ . . . ] L'importante e per adesso constatare l'esistenza di queste contrad­ dizioni . w6

208


SCHEMA 17 - Utilizz.o di Engels deí manoscrittí

[[ VIH nell'edizione del

(sezionel 3

del libto U (1885)

(b?)

"?) Capillllc variabíle e ptusvalore

?l Capítale costante 1 e ll

18

401

23

410

146

423

150

427

contro lle ? ) IV mezzi dí sussi.<tenza necesuri ;, oggetti di lusso ?l b. Mediazíone denaro'!

' "· ·-· ----,,Tñ.

natura" del

·

38

465

42

435

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·)¡ XII riprndu1im1e del materiale monctano '?) X cap. Capitale e re d d í t o : capítal � variabile e salario

!)bi,l.ruit. di 'tracy i? B.a.l

capitale

- ··¡¡¡5· -5 1 8

.

· ··;:·5 ¡ · accumulaiion�

'

ríproduzíone allargata

Il " per adesso" e un'indicazione metodologica. "Adesso" , in una considerazione astratta ed essenziale, non possiamo salire al livello " concreto " della spiegazione " reale" complessa; guesto e il "problema a parte'' , del "come" , che deve essere esaminato, per esempio, nel concetto di dipendenza in cuí il mercato esterno e le sfere nelle quali esistono modi di produzione precapitalistid nel 'ferzo Mondo, possono essere fattorí di spiegazione dell'"eguilibrio" cercato, come il superamemo della crisi del capitale del centro. 209


" Adesso'', quindi, Marx mostra, innanzitutto, come nella sua essenza il capitale puo riprodurre le condizioni "materiali" della produzione; cioe, i suoi mezzi di produzione (in relazione al capita­ le costante e come capitale fisso o circolante) e mezzi di consumo (per la riproduzione del lavoro vivo, in relazione con il capitale variabile, e per la spesa, come entrata, del plusvalore/profítto ) . E síc­ come tale prodotto (che include plusprodotto) <leve realizzarsí (ven­ dersi per denaro ) , qui si suppone l'intervento del denaro con questa riproduzione, come conservazione o aumento " futuro" delle condi­ zioni reali, globali e sociali del capitale produttivo. Ecco quindi che Marx mostra - ed e l'intenzione dell'esposizio­ ne relativa agli schemi della riproduzíone ( semplice o allargata) che il capitale puo produrre, conservare e addírittura aumentare ció che e necessario alla produzione. Nella produzíone si spendono, si consu­ mano mezzi dí produzione e lavoro vivo ( sotto la forma di forza-lavo­ ro) . Ma questo processo dí produzione e allo stesso tempo "processo di riproduzione" ( si conserva valore e si aumenta) : nella circolazione (per la compravendita di un capitale all'altro, di un'entrata ríspetto al capitale o da un capitale con un 'entrata ) si puó realizzare (come dena­ ro, accumulazione o nuovo acquisto del mezzo di produzione e forza­ lavoro, ancora aumentata) cío che e gia stato prodotto nella produzio­ ne. Si capisce allora il titolo del capitolo " Condizioni reali (píU concre­ te rispetto al caso della rotazione, ma pill astratte rispetto allo svilup­ po successívo) del processo di circolazione e del processo di riprodu­ zione" . In realtii, il processo di circolazione come " totalita" e l'aspet­ to formale; la riproduzione e quello materiale . Come sfera partícolare (M-D o D-M), e un momento del processo della riproduzione. Se si dimentica che siamo davanti ad un modello astratto, fin qui Marx sembrerebbe armonicista; ma questo e falso: armonicista e chi prende l'astratto per concreto-reale. Marx ha criticato cosl Sismondi. In un secondo momento, e come critica a Say, Marx mostra che anche in astratto, nella sua essenza, la " svalutazione" 1 07 o la crisi e un momento necessario. In effetti, prodotto il plusvalore, sara necessario contare su una maggiore massa monetaria (per "realizzare" il maggior valore: M+plus-merce O+ plusdenaro (vendita)); con maggiore quantitii dí mezzí di produzione (D' Mp + plusmezzi di produzio­ ne) e con maggiore popolazione o forza produttíva (D' L+pluslavo­ ro) . Ma tutto questo processo di circolazione "entro la socíeta capita=

=

210


listica e un elemento di anarchia" 108• Nella sua essenza il capitale non ha soluzione per questo squilibrio. 109 Questa contraddizione e insupe­ rabile per il capitale, ma non " una volta abolita la forma capitalística della riproduzione [quindi, la] sovrapproduzione equivale al control­ lo della socíeta sui mezzi oggettivi della propria riproduzione"1 1º. L'utopia, come idea, paradigma o orizzonte di riferimento critico, per­ mette a Marx di emettere un gíudizio sul sistema presente. Questa, seppur a livello dell'essenza, non e una soluzione capitalista. Per questa ragíone, in un terzo momento, Marx mostra che seb­ esísta la crisi (e adesso Sismondi ha ragione contra i dassici), la si puo superare (adesso con i dassicí) , ma creando le condizioni di una crisi futura piu grande (di nuovo contro i dassici). Percio, il punto 9 del Manoscritto I, cosi come il punto 6 del piano aggiunto allo stesso manoscritto del 1 865 , enunciava: " Ostacoli al processo di riproduzio­ ne" (in relazione a "Lavoro necessario e pluslavoro" ) . Marx desidera­ va, quindi, finire con la crisi; crisi essenziale che impedisce una ripro­ duzione ininterrotta (posizione antiarmonicista), di fronte alla quale sí possono adottare misure " concrete" compensatorie come nel caso della legge di caduta del saggio di profitto. In queste misure o livelli compensatori deve entrare, certamente, la problematica della dípen­ denza centro-periferia. Anche Hegel lo aveva capito nei suoi Lineamenti difiloso/ia del dirüto del 1 82 1 , quando sugged di inviare alle coloníe la sovrappro­ duzione e la sovrappopolazione: Da questa sua dialettica la societa civile viene spinta oltre sé, anzitutto questa determinata societa, per cercare consumatori e con cio i necessari mezzi di sussistenza /uori di essa in altri popoli, che le stanno addíetro nei mezzi dei quali essa ha eccedenza [. ] . Questa ampliara connessione offre anche il mezzo della colonizzazione, alla quale - sporadíca o síste­ matíca - viene spinta la societa civile matura [. . . ] . 1 1 1 ..

211


7 . Dall'ultimo Marx all' Ameríca Latina

Al fondo del sistema capitalista c'e dunque la separazione radicale del produttore dai mezzi dí produzione. . . la base di tutta questa evoluzione e l'espropriazíone dei coltívatorí. Tuttavia essa si e realízzata in modo radí­ cale solo in lnghilterra [ . ]. Ma tutti gli altri paesi dell'Europa occidenta­ . .

le vanno nella stessa direzíone. 1 La '' fatalita storica ifatalité historique)" di questo rnovimento e dunque espressamcnte lirnitata ai paesí dell'Europa occidentale. [ . . l Percio, I' analisi data nel Capítale non fornisce ragioni né .

pro né contro l a vítalita della cornune rurale; ma lo studio apposito che ne ho fatto, e di cuí ho cercaco i rnateriali nelle fonti originali, mi ha con­ vinto che la cornune e il punto di della rigenerazione sociale in Russia. Tuttavia, perché essa possa funzionare come tale, occorrerebbe prima eliminare le ínfluenze deleterie che l' assalgono da tutte le partí, poi assicurarle condízioni normali di sviluppo organico2•

Giungiamo ad un momento decisivo della vita di Marx, succes­ sivo alla pubblicazione del primo tomo de Il Capitale, quando inizia lo studio e la comprensione della possibilita di un mondo periferico che si trova all' estema dell' area del capitalismo centrale - questa centralita era stata studíata nel Capz'tale relativamente all'Inghilterra. La " questione russa" ha un'importanza essenziale per uno svi­ luppo creativo del marxisrno latinoamericano contemporaneo, in stretta relazione con la rivoluzione centroamericana e con quella mcaraguense. 7.1. l

MANOSCRITTI RI MANENTI DEL LIBRO

!Il ( 1 863 - 1 880)

Prima di addentrarci nell'appassionante decennio del 1 8701 880, desideriamo terminare con glí ultimi manoscritti del libro III de Il Capitale, che ci rimangono da studiare e che Marx preparava per la pubblicazione, tuttavia mai realizzatasi. Abbiamo lasciato íl libro III nel nostro quarto capítolo. Successivamente Marx scrisse alcuni lavori in vista dell'edizione 213


della terza parte della sua opera. a] Manoscritto B 1 05 (A 58b-f) Sano appunti per il libro III relativi a " reddíto differenziale" e "reddito e interesse"; questo manoscritto e di 49 fogli e fu redatto fra il 1 863 e il 1 870. Sembra che Engels non lo utilízzó. Ad ogni modo sano testi precedenti la " questione russa '' . Non si tratta del materiale al quale si riferisce Engels quando scrive: Per questa sezione relativa alla rendita fondiaria Marx aveva compiuto dopo il 1870 indagini speciali di un genere del tutto nuovo. Durante una serie di anni egli aveva studiato sui testi originali, facendone anche degli estratti, le rilevazioni statistiche resesi necessarie in Russia dopo la rífor­ ma del 1861.3

Tuttavia, questí estratti mostrano il suo interesse per la questio­ ne contadina. Il manoscritto contiene appunti di autori come P. Rossi, W. Petty, C. D'Avenant, J.Anderson , J. Lauderdale, H. Storch; e anche di Benjamin Bell, Essays on agriculture, 1 802 . Fa quindi parte della scoperta della " questíone agrícola" . b} Manoscritto A 71 (A 58d) Redatto dal 1 867 al 1 870, dí 8 fogli e mezzo, analizza "la legge del saggio di profitto" . Contiene molti esempi numerici e appare la famosa formula: " m lc + v " . Corrisponde al capitolo 1 del Manoscritto Principale (capitolo 3 di Engels) . Divide il tema in quat­ tro paragrafi dal 1 al 4.

e] Manoscritto A 76 (A58e) Redatto tra il 1 867 e 1 870, con 26 fogli e mezzo, studía le "Variazioni sulla tassa sul profitto" , e ugualmente fu utilizzato nel capitolo 3 di Engek Quasi all'inízio possiamo leggere la formula: "p1=pv!C=pv!c+v " .4 E un testo fondamentalmente matematico (simile a A 7 1 e A 72). di Manoscritto A 79 (A 57-58a) In questo manoscritto si trova l'annotazione di Marx: " Ció che concerne il libro III. " E un foglío su Malthus. Nel catalogo del IISG di Amsterdam si legge che e del 1 863 - 1 867 ; pero, d'altra parte, e 214


incluso neí "Manoscritti del 1 867 - 1 870" . I n realta, si tratta di uno scritto del settembre del 1 867.5 Non contiene materiale rilevanre. e] Manoscritto A 78 (A59) Questo manoscritto e molto piu grande, 40 foglí, e contiene due temí: " I . Differenza tra i tassí di profitto [ . . . ] " . (fogli 1 - 10), che Engels prende in considerazione nel suo capitolo 9 e " II . Saggio generale di profitto" (fogli 1 0-40), che Engels utílizza nel capitolo 10. Fu scritto dal 1 867 al 1870 (nel catologo si indica fino al 1 880). Risulta molto simile al manoscritto A 77. /1 Manoscritto A 77 (A7 7) E il piU grande dei manoscritti, con 1 3 5 fogli; qui si trattano matematicamente il "saggio di plusvalore e il saggío di profitto" . Fu scritto nel maggío del 1 875. Nel foglío 1 leggiamo la formula: " m1-p1 mv+mc- mvlv (v+c)=mclv (v+c)" . Il manoscritto fu ritoccato da Samuel Moore, che ha lasciato alcuni commenti nell' originale. =

g] Manoscritto 72 (A83c) Contiene solamente un foglío, con calcolí sul " saggio di profit­ to", della decade del 1 870.

hl Manoscritto IV (A 75; A 57) E un testo messo in bella copia, all'inizio del libro. E composto solo da un foglio e mezzo ed e degli anni '70. Risulta poi un altro esempio, il terzo, dall'inizio del testo - visto che, come nel libro II, sembra che Marx si impegni ad inizíare !'opera, che pero non porta a termine. z] Manoscritto III (A 74; A 56) Sono solamente orto fogli degli inizí del libro III, e furono usati da Engels prima del Manoscritto IJC'. Data della decade 1 870. j] Manoscritto JI (A73; A55) Con solo 7 fogli, e tuttavía, un testo correttamente scritto dove leggiamo: Primo capitolo: Trasforrnazione del plusvalore in profitto e del saggio di plusvalore in

2 15


saggio di profitto 1 ) Prezzo di costo e profitto. Il plusvalore [ . . J .7 .

Engels uso certamente questo manoscritto nelle prime pagine del suo testo (Manoscritto A 65 di Engels). 8 Prese inoltre le note dei fogli 2 e 7 di Marx.9 L'ordine cronologico di questi ultimi tre mano­ scritti puo dedursi da molti segní esterni e di contenuto (il piu anti­ co e il Manoscritto IV, il III e posteriore e definitivo e il piu recente e il ll) . k] Manoscritto A 8 1 E u n piccolo manoscritto d i u n foglio con "Formule sul saggio di profitto" , scritto fra il dicembre del 1880 e il marzo del 1881 (si tratta del foglio 1 99 del Manoscritto B 1 62). lJ Manoscritto A 1 13 E un lavoro di 2 1 fogli, in russo, databile dalla fine del 1 88 1 al 1 882 e relativo alla "Riforma agraria del 1 86 1 in Russia" , di cuí, come abbiamo visto sopra, si occupo Engels. C'e inoltre un Manoscritto A 81 , di solo un foglio, sul "saggio di profitto" che fu scritto fra il dicembre del 1 88 1 e il marzo del 1 882. Riassumendo, possiamo dire che i Manoscritti JI, IIJ e IV e forse per questo ricevettero i numeri che seguivano al Manoscritto I del libro III sono temí del capitolo 1 di Engels 1 0• Il Manoscritto A 8 1 studia le questioni del capitolo 2. I Manoscritti A 7 1 , A 76, A 77 e A 72 confluiscono nel capitolo 3 . La prima parte del Manoscritto A 7 8 e collegata al capitolo 9; e la seconda parte al 10 . Ci rimangono gli appunti del Manoscritto B 1 05 sui temí del capi­ tolo engelsiano dal 38 al 44. Come conclusione generale si potrebbe dire che in realta Marx procede solo nel lavoro matematico (i Manoscritti A 76 e A 77 ) , ma quasi per niente rispetto all' esposizione concettuale del libro III, che in realta rimase allo stesso livello di sviluppo del 1 865 . Il libro III, quindi, resto immaturamente ínedito e Marx considero comunque impossibile la sua pubblicazione, non avendo concluso il libro II, che resto sempre ad un livello dí svíluppo ínferiore rispetto al III. Conoscíamo una lettera del 30 aprile 1 868 nella quale Marx spíega ad Engels íl contenuto del libro III. Grazíe ad essa possiamo -

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216


sapere che il progetto di questo libro era rimasto inalterato dal 1 865 . Sono sette capitoli, dei quali Marx spiega le tesi essenzíali - il che costituísce un eccellente ríassunto. Inoltre, possiamo vedere che il progetto del 1vianoscrítto Príncipale non ha varíazioní u .

7 .2. I L "CAMBIAMENTO D I ROTTA " : LA " QUESTIONE RUSSA " ( 1 868- 1 87 7 )

L'ultima decade della vita d i Marx risulta oggi di grande impor­ tanza per l' America Latina. Egli visse momenti cruciali della sua esi­ stenza. 12 Momenti che determinarono l' evoluzione del suo pensiero. Marx aveva espresso, fino alla pubblicazione del libro I de JI Capítale, una visione unilaterale della storia universale. llicorriamo a tre esempi per provare questa affermazione. Il primo di questi e del 1 848: [. . ] la borghesia trascína nella civilta tutte le nazioni, anche le píU bar­ bare [ ] . Come ha reso la campagna dipendente dalla citta, la borghe­ sia ha reso i paesí barbari e semibarbari dipendemi da quelli incivilití, í popolí dí contadíní da quelli di borghesí, l'Oriente dall'Occidente1 3• .

. . .

La sola denominazíone di "nazíoni barbare" e " civílizzate" manifesta una cerra visione della storía universale. Era l'epoca in cuí ammetteva "la stupídita rurale" o in generale l' essere reazionario del contadino. Cosl, parlando dell'occupazione dell'India da parte dell'Inghilterra, il 10 giugno 1853 scriveva: [ .. .] qualunque sía il crimine perpetrato dall'Inghilterra, essa fu, ne! pro­ vocare una simile rivoluzione, lo strumento inconscio della storia. 14 Gli effettí distruttivi dell'industria inglese, visti in rapporto all'India [scriveva il 22 luglio] , un paese grande come tutta l'Europa, si toccano con mano, e sono tremendi. [ . . . ] Quando una grande rivoluzione socia­ le si sara impadronita delle conquiste del!'epoca borghese [ . . . ] e le avra assoggettate al comrollo comune dei popoli piu civili, solo allora il pro­ gresso umano cessera di assomigliare a quell'orribile ídolo pagano, che non voleva bere il nettare se non dai teschi degli uccisi . 15

In questo modo, per Marx in quegli anni, l'In gh ilterra era un .rero " dado" come quello di Smith nel mercato - che realizzava i 217


disegni della storia universale. Ancora nella Pre/azione a Il capitale del 1 867 leggiamo: che si tratta delle tendenze che operano e si fanno valere con bronzea necesslta (Nothwendigkeit). Il paese industrialmente piu sviluppato (entwickelte­ res Land) non fa che mostrare a quello meno sviluppato (minder entwic­ kelten) l'immagine del suo awenire. 16

E Marx si sta riferendo qui al fatto che "la sede di questo modo di produzione e, fino a oggi, l'Inghilterra" 17, e per questo la Germanía non <leve fingere di non capire che "in futuro" le tocchera tutto cío che e stato analizzato: "A te si riferisce la storia! " (De te fabula narratur!). E, come diremmo oggi in America Latina, una posizione chiaramente "liberista" . Ma tutto questo cambiera in profondita, come dimostrere­ mo con esattezza. In questi anni Marx lascio molti quaderni di appunti. In essi possiamo osservare gli studi realizzati nel British Museum. Le sue ricerche rispondevano a problemi precedentemente focalizzati, pro­ blemi scoperri nella stessa realta storica. I primi antecedenti potreb­ bero essere rintracciati nel modo in cuí Marx descrisse, ad esempio, il caso della Polonia.18 Ma cío acquisi anear maggiore chiarezza con le riflessioni sull'Irlanda. Il 30 novembre 1 867 poche settimane dopo l' apparizione del libro I de Il capitale , Marx scrisse a Engels: "Cio di cui gli Irlandesi necessitano e: 1) Governo autonomo e indi­ pendente dall'Inghilterra. 2) Rívoluzione agraria [ . . . ] . 3 . Dazi pro­ retrivi contra l'Inghilterra" . 1 9 Eppure ! 'Irlanda era importante solo per il fatto di poter libe­ rare il proletariato inglese; cosi come la Polonia o la Turchia aveva­ no senso in relazione all'indebolimento della reazionaria Russia. Ma queste nazioni non avevano senso in se stesse. Pensiamo percio che l' orígine del fondamentale " cambiamen to di rotta" nella visione di Marx riguardo alla storia universale sía dovuto ad un fatto molto semplice. La pubblicazione de Il capitale nel 1 867 produsse molte reazioni che arrivarono alle orecchie di Marx. Forse la piu entusiasta di tutte fu quella di alcuni giovani russi rivoluzionari; tra loro, certamente quella di Nikolai F. Daniel'son (che nacque nel 1 844 e morl il 3 luglio 1 9 1 8 ) .20 In quel momento Marx poreva intavolare un dialogo diretto e fecondo con -

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pensatori e militantí dí altri orízzonti Il capitale si era trasformato in una cinghia di trasmissione capace di porre questioni. La realta russa, non nuova a Marx, ma che aveva spesso dísprezzato,2 1 si sarebbe trasform ata poco a poco ín un oggetto quasi ossessivo di studio, per la disperazione di Engels, che riconobbe comunque la sua importanza: "nella sezíone dedícata alla rendita fondíaria, la Russia avrebbe dovuto assumere il ruolo tenuto dall'Inghilterra nel primo libro per il lavoro salariato dell'industria"22 La questione della popolazíone contadína di un paese non dominato in maniera egemone dal capitalismo irruppe impetuosa­ mente mettendo in díscussíone molti elementi dell 'impostazione teorica che fino a quel momento, dai Grundrisse del 1 857, Marx aveva sviluppato. Siamo dunque nel 1 868, anche se forse prima, gía nel 1 865 , Marx, con la questione della rendíta terriera, a proposito del libro III, aveva cominciato a sentire la necessita di un cambia­ mento nella propria analisi. Pensiamo che tutto ebbe ínízio il 30 (o il 18, differentemente dal calendario russo) settembre 1 868, quando Daníel'son scrísse a Marx: " L'importanza della sua ultima opera - ll Capitále. Critica del­ l'economia politica ha spinto uno deglí edítori di qui ad íntrapren­ dere la sua traduzione in russo. "23 Il 4 ottobre Marx scrive ad Engels: "Naturalmente mi fa straor­ dinariamente piacere sentire che il mio libro apparira a Pietroburgo in traduzione russa"24• E il 7 ottobre risponde a Daniel'son accettan­ do !'idea della traduzione, e glí spiega: " Non puo attendere il secan­ do volume [. . ] il primo volume forma un tutto unitario. "25 Come vedremo, quest'ultíma spiegazione di Marx ha una grande importan­ za metodologica . Egli non era angosciato per il fatto di non arrivare a pubblicare i libri successivi, perché il libro I significava un " tutto" che si dava fondamento da solo, coerentemente alla sua coscienza scientifica e política. Trovandosi nella produzione, il livello essenzia­ le del capitale, questa produzione di valore e creazione dí plusvalore era il momento " ontologico" sufficiente che giustificava l' esistenza del capitale e la necessita etico-politica del suo superamento storico. La circolazione e la realizzazione del capitale (del valore con il plu­ svalore) erano corollari, conseguenze, risultati, che giii non ne modi­ ficavano l'essenza. Erano "sviluppi" successiví gfa fondati; espressio­ ni fenomeniche, esistenti o reali dell' essenza occulta. -

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219


Marx mostra il suo grande entusiasmo per il popolo russo, per il suo gruppo rivoluzíonario, in una lettera del 12 ottobre a Kugelmann, e considera un' " ironia del destino" che sia la Russia il luogo dove i suoi scritti hanno ricevuto la migliore accoglienza, e che " la prima nazione straniera che traduce Il Capitale e quella russa" ,26 anche se in realta non si era occupato molto di essa, né aveva avuto coscienza delle sue possibilitií. rivoluzionarie, né aveva stabilito ll moltí contatti. In ogni modo, Daniel'son ha un suo progetto, e per questo nella sua seconda lettera, del 12 ottobre (30 settembre), gli espone gia chiaramente la questione: Per il momento non esiste [ . . ] un lavoro che fornisca una visione cor­ retta . . . dei destini e della situazione economica dei contadini . . . Fu un tal Flerovskij che, in qualche modo, riusd a vincere quegli ostacoli e a cono­ scere, fin nel mínimo dettaglio, il regime economico e la vita del popo/o russo.27 .

Effettivamente Flerovskij (Vasili Vasilíevich Bervi, 1 829- 1 9 1 8 ) , autore dell'opera situazione della classe operaia in Russia ( 1 869), fu un grande teorice e militante "populista" , del quale Marx, il 24 marzo 1870, scrive: Alcuni mesí fa mi mandarono da San Pietroburgo [Daniel'son] l' opera di Flerovskíj [ . . . ] . Si tratta di uno scrítto di un osservatore serio, di un lavoratore intrepido, di un critico imparziale, di un artista vigoroso, e, prítna di tutto, di un uomo indignato [si osservi la " posizione" etica di Marx] contro il dispotismo in tutti i suoi aspetti, di un uomo che non tol­ lera gli inni nazionali e che prende parte in modo appassionato a tutte le so/ferenze e tutte le aspirazioni della classe operaia. Opere come quella di Flerovskij e quella di Cernyiievskij , il suo maestro, fanno veramente onore alla Russia28•

In effetti, nel Quaderno B1 12, Marx prende appunti dall'opera di " Cernysevskij, Letters without address" ancora dall'inglese, visto che solo a partire dal Quaderno Bl 16 dal 1 869 al 1 870, studia siste­ maticamente il russo e inízia a leggere questa lingua; pero nel Quaderno B 1 67 del 188 1 , Marx rilegge, nel fo g]. io 1 2 , l'opera questa volta in russo: Prisma be adresa, ed. 1 874. Cernysevskij (Nikolai 220


Gavrilovich , 1 828-1 899) fu il maggiore tra i teorici "populisti " , e pubblico nel 1855 la sua opera La relazione estetica dell'arte e la real­ ta. In prigione scrisse nel 1 862 la sua opera Che /are? dalla quale successivamente Lenin prendera il titolo. Il testo che Marx ha letto e un' arringa contra lo zar russo a causa della riforma agraria del 1 861 fatta a danno dei contadini.29 Nella sua opera del 1 859, Critica al pregiudizio filoso/ico contra la proprieta comunale (un anno dopo i Grundrisse di Marx ) , scriveva il leader populista: -

Molti degli avversari della proprieta comunale sono seguaci della nuova filosofia tedesca; alcuni si ispirano a Schelling, altri appoggiano ferma­ mente la scuola hegeliana [ . . ] rispettivamente alla contínuita delle forme nel processo di sviluppo mondiale [ . . ] Da parte nostra, non siamo discepoli né di Hegel né di Schelling [ . ] Se nel tempo presente la nostra civilta con un grande grado di sviluppo possa o meno include­ re la proprieta comunale e questione che non si risolvera attraverso indu­ zioni o deduzioni logiche da leggi generali della storia mondiale, ma sola­ mente attraverso l' analisi dei fatti30• .

.

. .

Cerny5evskij scrive che, per alcuni, c'e innanzitutto uno " stadio primitivo" di "proprieta comune della terra " , che viene superato in un "secando stadio" di maggior sviluppo, dove si raggiunge la pro­ prieta privata. 3 1 Da qui si interroga: Dobbiamo affrontare il fatto che, se dato un fenomeno sociale, questo debba passare attraverso tutti i movimenti logiá nella vita reale delJa societa, o se per circostanze favorevoli possa saltare da un primo o secon­ do stadio-grado di sviluppo direttamente ad un quinto o sesto, ometten­ do le mediazioni32.

Cío che e indicato da Cernysevskij nel testo sopracitato era esat­ tamente quello che nel 1869 proponeva Nikolai Konstantinovich Michailovskij ( 1 842-1 904) nel suo articolo " Cos'e il progresso? " , pubblicato nella rivista Otecestvennye Zapiski [Quaderni patriottici]: L a parola progresso viene qui usata nel senso corrente d i u n perfezion a­ mento nella direzione del benessere-senso, che non sorprende sia riget­ tato da Spencer perché, secondo la sua opinione, implica una interferen­ za indebita nella ricerca.33


E chiara che qui c'e un certo romanticismo nel descrivere il pri­ mitivo, seguendo il verso di Schille r: " Perennemente legato soltanto a un piccolo, singolo frammento del tutto, l'uomo medesimo si forma unicamente quale frammento . " 34 In effetti, i narodniki (dal russo narod: "popolo" o " nazione" ) erano un movimento filo-slavo, all'inizio romantico-conservatore, opposto agli "occidentalisti" , a cuí si ispirarono per il razionalismo liberale - erano figli dell'Illuminismo, come il "positivismo" latinoamericano del secolo XIX. Il movímento nacque nella decade del 1 840 e scop rl la obfcina (comune agrícola) , che si organizza intorno al mir (assemblea degli anziani): un " popolo-nazione" con propríeta e decisíoní politiche comunitarie. K. Aksakov, un ultraconservatore, critico la "moder­ nizzazione" dal passato russo ancestrale. Schelling trovo una grande accoglíenza per la sua filosofía <leí simboli positívi, popolari, storici: L'opinione pubblica parla francese, il popolo parla russo; l'opinione pub­ blica si veste a11a maniera tedesca, il popolo a11a maniera russa; I' opinione pubblica mangia carne i giomi di digiuno, il popolo guarda il digiuno [ . ] I 'opinione pubblica e un fenomeno passeggero, il popolo e eterno.35 . .

Herzen ( Aleksandr Ivanovich, 1 8 1 2 - 1 870), al contrario, inizio come " occidentalizzato" e hegeliano, ma durante i suoi viaggi in occidente, nel 1 847 (come quelli che abbiamo fatto personalmente come latinoamericani dal 1 957 ) , riscoprl la sua cultura. Lo stesso accadde a V Belinskij . Tuttavia, il modo in cuí Herzen presentava le cose appariva a Marx simile alle posizioni di M. Bakunin, della stes­ sa generazione. Su questo terreno nacque il " socialismo populista russo" , come sintesi che postulava la necessita di partire dal popolo e dalla tradizione ancestrale della obféina (contra gli occidentalisti) per produrre una rivoluzione ( contra il romanticismo conservatore) . Cos't sorse il movimento Andare verso il popolo (a partire dal 1873 ) , che fu rapidamente massacrato, e l' organizzazione Terra e Liberta (Zemly i Vol'ya) , che si divise successivamente in due: la Volanta del Popolo (Narodnaya Vól'ya) e la Divisione Nera (Chernyi Perede[) , a cuí appartenevano Plechanov (Georgi Valentinovích, 1856- 1 9 1 8, che arrivo ad essere menscevico contra Lenin) e Zasulic (Vera Ivanovna, 1 849- 1 9 1 9 ) , che solamente verso la fine del 1 883 , quindi dopo la marte di Marx, si convertirono al "marxismo" , con il nome 222


di Emancipazione dal Lavoro (Osvobozhdenie Truda) . Bísogna tenere in considerazione tutto questo per le conclusioni a cuí vogliamo giungere, che sono molto importanti per la rivoluzíone o la seconda emancipazione latinoamericana. Una volta fallita l'esperíenza della Comune di Parigi, Marx lascia testimonianza alla storia nella sua opera La guerra civile in Francia: "La Comune riscattera íl contadino dal versamento di san­ gue . . . trasformera quelli che ora sono í suoi vampíri in impiegati comunalí salariati, eletti da essa e responsabíli dí fronte ad essa" .36 Ora Marx e sensibile al problema contadino; contemporanea­ mente si rende conto della difficolta del trionfo della rivoluzione nei paesi sviluppati e centrali del capitalismo. La Russia glí appare quindi come una nuova possíbilita. Per questo e necessario studiare approfon­ ditamente questo aspetto. Marx scrive a Daniel'son: "Sono cosl pieno di lavoro e vengo cosl tanto interrotto nelle míe ricerche teoriche, che in settembre penso di ritirarmi dall'assocíazione (l'Internazionale)" .37 Possiamo quindi dedurre che quando il .5 settembre 1 872 Engels annuncia a L'Aia l'idea sua e di Marx di trasferire l'Internazíonale a New York, la decísione era stata chíaramente presa tempo prima e con l'obiettivo di recuperare spazio per il lavoro ''teorico". Certo e che Daniel'son continua ad inviare materiale a Marx. Bisogna ricordare specialmente la lettera del 10 (22) maggio 1873 sulla oUcina: "la comu­ nita agrícola aspetta ancora il suo storico" 38• Nella Critica al programma di Gotha ( 1 875) non si accetta, e questo va sottolineato, che i ''contadini" vadano considerad uniti ai piccoli borghesi, come "una massa reazionaria" .39 Nel frattempo, Pedro Nikítích Tkacev ( 1 844- 1 885) attaccava duramente alcuni articolí pubblicatí da Engles sulla realta russa - il Volksstaat, nel 1 874 e 1875 . Qui affermo:

E necessario possedere un

mínimo di informazione. Questo gli manca e, in noi russi la stessa sensazione che di sicuro Leí sentírebbe se un cínese o un giapponese che non ha mai messo piede in Germanía, anche se sí fosse <ledicato alla lette­ ratura tedesca, prendesse ímprovvisamente l'iníziativa originale di dall'alto del piedistallo della sua grandezza cínese o giapponese e comin­ ciasse a insegnare ai rivoluzionari tedeschi cío che dovrebbero fare. 40

di conseguenza le sue stímolanti lezioni provocano

223


A do rispose Engels - in modo molto diverso da Marx, come vedremo in seguito: La rivoluzione alla quale mira il socialismo moderno e, in sintesi, la vittoria del proletariato sulla borghesia . . . . Essa presuppone non solo un proletariato . . . , ma anche una borghesia . . . Anche fra i selvaggi e i semiselvaggi le differenze di classe quasi non esistono; tutti i popoli sano passati attraverso questo stadio . . Ma il sig. Tkacev vuol dire che sara una rivoluzione socialista; che imrodurra in Russia la forma di societa agognata dal socialismo occidentale . . . e cío in condizioni sociali nelle quali sía il proletariato sía la borghesia esistono solo spo­ radicamente e ad un grado di sviluppo piu basso. E cío dovrebbe esse­ re possibile perché i Russi sano, per casi dire, il popolo eletto del socialismo e perché possiedono l "' artel" e la proprieta comune della terra.4 1 .

Engels fa dell'ironia ma, per una " ironía della storia" , Tkacev (come i " populisti" ) ebbe alla fine ragione. Per le nostre finalita, come vedremo, si puó affermare che Engels non cambio mai il pro­ prio modo di concepire la storia: lo sviluppo lineare doveva passa­ re dal capitalismo o almeno !'Europa doveva aiutare dalla sua rivo­ luzione gli altri popoli a fare la loro. Questa non fu la posizione di Marx! Quando Michailovskij difende in maniera sfl!mata Marx nel 1877, nel suo articolo " Karl Marx giudicato da Y. Zhukovskij " che fu pubblicato nel numero 1 0 della rivista Otecestvennye Zapiski, espone una posizione " populista" che critica, sviluppando, il discorso di Marx relativamente al tema della " accumulazione origi­ naria" - come si poteva supporre essendo un capitolo piU storico, piU concreto. Partendo dalle stesse conclusioni di Marx (gia dal paragrafo 3 del cap. 6 sull'accumulazione [capitolo 24 della secon­ da edizione] ) , Michailovskij scrive: Immaginiamoci ora che un russo accetti questa teoría storica [ . . . ] . Ancora di piu s e e un discepolo di Marx e per questo condivide la sua visione storico filoso/ica, dovrebbe essere comento della separazione del lavoro e della proprieta, della rottura del lavoratore con i suoi vincoli, con le condizioni di lavoro, visto che sano i primi passi di un processo, in fin dei conti, moralmente positivi.42

224


Nel novembre del 1 87 7 Marx scrisse un testo che, come gli altri di questo período definitivo, conservo per la " critica dei roditori" . Pensiamo, partendo dagli argomenti dati, che si tratti di u n momen­ to fondamentale della vita di Marx. Un período che ha un gran signi ­ ficato per la storia del marxismo latinoamericano contemporaneo. Li si con riferimento a Cernysevskij: In una serie di articolí degni di rílievo, questi ha affromato il problema se la Russia debba comínciar col dístruggere la comune agrícola ( come vorrebbero gli economistí liberali) per passare di qui al sta, o invece possa, senza incorrere nei lutti e nelle

capitalidí questo

farne proprie le conquiste sviluppando il del suo passato storico. E si pronuncia a favore della seconda soluzione . . . Per poter giudicare con cognizione di causa gli sviluppi economicí nella Russia contemporanea, ne ho imparato la língua e quíndí stucliato per anni ed anni le pubblicazioni, ufficíali e non, riguardantí questo soggetto. E sono giunto alla conclusione che segue: se la Russía continua a battere il sen­ tiero sul quale dal 1 861 ha camminato, perclera la piu bella occasione che la storia abbia mai offerta a un popolo, e subid'i tutte le

del

capitalistico.43

Di modo che, per Marx, come si puo dimostrare, sarebbe una " bella opportunita" per la Russia evitare il capitalismo. Per questo: " Nel capitolo sull a ccumulazione primitiva, io pretendo unicamente di indicare la vía mediante la quale, nell 'Occidente europeo, l' ordi­ ne economico capitalistíco usd dal grembo dell'ordine economíco feudale" .44 Qui copia il testo corretto dalla edizíone francese de Il Capitale che abbiamo incluso all'inízio di questo settimo capítolo. Se la Russía si trasformasse in una nazione capitalista, dovrebbe passare per questa metamorfosi descritta, pero - e questo e assolutamente essenziale per il marxismo contemporaneo latinoamericano: '

Ma, per il mio crítico, e troppo poco. Egli sente l'irresistibile bisogno di metamorfosare il mio schizzo della genesi del capitalismo nell'Europa fa tal­ occiclentale in una teoría storico-fílosofica della marcia mente imposta a

tutti i popoli, in qualunque situazione storica essi si tro­

vino . . . (vale a dire, mi rende troppo onore. e, allo stesso tempo, troppa derisione?) . . . Dunque, eventi di un' analogía sorprend ente, ma verifica-


tisi in ambienti storici affatto diversi, produssero risultatí del tutto diffe­ renti. La chiave di questi fenomeni sara facihnente t rovata studiandoli separatamente uno per uno e poi mettendoli a confronto; non ci si arri­ vera mai col passe-partout di una filosofia della swria, la cuí virtu supre­ ma e d'essere soprastorica.45

Questo chiarimento di Marx, che esporremo nel prossímo paragrafo piU dettagliatamente, fa parte delle " filosofie della storia" del marxismo posteriore. Cosa propone quindi Marx se non postu­ la una " teoría storíco-filosofica generale" ? Puó chíamarsi questo "materialismo storico" , o qualcosa di piu fondamentale pero allo stesso tempo piu umile, limitato, sostenibile anche nel nostro pre­ sente latinoamericano? Non e la situazione di post-marxismo una buona opportunira per ripensare in cosa consistette la profonda intenzione del programma teorico di Marx? 7 .3 . LA RISPOSTA A VERA ZASULIC o L'APPOGGIO Al " POPULISTI RUSSI" ( 1 877 - 1 88 1 ) Il 2 8 aprile 1 875 Marx scríveva l'epilogo dell'edizione francese de It capitale. In quest' edizione include gia alcune correzioni che usera

come argomenti contra i suoi critici "populisti" - per dimostrare loro che, in realta, concordava con loro. La correzione fondamentale e la seguente, e la collocheremo confrontandola con il testo corretto: SCHEMA 18

-

Frammento del testo

e dell a correzíone del frammento dell'edizione

francese usato da Marx in favore deí " populisri ". '<sp1·opriazio:oe dei roHivatori] si t ualizwla in modo 1

esempio. essa fl' esnmnd>?ilnnel

dassica.40

paese s.vrS. dunque , nd nostro :ibbozzo. Ma , tU!ti gli a/tri paesi deli'Europa occideniale vmno neUa stessa solo in

necessarfamenle un direz10ne. 47

Questa, e molte altre correzioni che vedremo, provano che nel 1 875 Marx aveva gia piena conoscenza della "questione russa" . Cosi nel Manoscritto VII del Libro II, del luglio 1 878, mostra le difficol­

ta dell'instaurarsi del capitalismo in Russia "populisti": 226

dando cosi ragione ai


I proprietari fondiari russi, i quali, in conseguenza della cosíddetta emancipazione deí contadini, esercitano ora la loro economía agraria con operai salariati anzíché con serví della gleba, si lamentano per due motivi. Primo, per la deficienza di capitale monetario . . . Ma piu carat­ teristica e la seconda lamentela, cioe che se anche si ha denaro, non si trova disponibile nella quantíta sufficiente ed in qualsiasi momento la forza-lavoro da comprare, poiché il lavoratore agricolo russo, data la proprieta comune della terra da parte della comuníta del villaggio, non e ancora del tutto separato dai suoí mezzi di produzione.48

I populisti non avevano poí tanto torto ríguardo al pessímismo relativo alle possibilita dell'instaurarsi del capitalismo in Russia. D' altra parte, Marx lesse nel 1 87 9 l'opera di Maksim Maksimovich Kovalevskij ( 1 85 1 - 1 9 16) sulla "comunita rurale russa" ( Obscínoie Zemlevladjenie, 1879, nei fogli 26-47 e 66-90 del Quaderno B 156) e, in particolare, tra il dicembre 1 880 e il marzo 1 88 1 , il libro di L. H. Morgan, Ancíent society, 1 87 7 (fogli dal 4 al 1 0 1 del Quaderno B 1 62 ) . Stava allora studiando questo tema, quando gli arrivo la lettera di Vera Zasulié, scritta in francese a Ginevra, il 16 febbraio 1 88 1 : Caro cittadino, Leí non ignora che il Suo Capitale gode di grande popo­ larita in Russia . . . Neglí ultimi tempi abbiamo sentito affennare con forza la comune agrícola sarebbe una forma arcaica che la storia, il socia­ lismo scientifico, in una parola, tutto ció che c'e di indiscutibile, condan­ nano a perire. Le persone che predicano ció si dicono Suoi discepoli per eccellenza: " marxistí " . . . Ma come deducono tale idea dal Suo Capitale? . . . a noi interessa la Sua opinione al riguardo e il grande servi­ ci farebbe esponendo le Sue idee in merito al possibile destino zio della nostra comunita rurale e in merito alla teoría della necessita stori­ ca, per tutti i paesi del mondo, di passare per tutte le fasi della produzio­ ne capitalistica.49

In primo luogo, e necessario ricordare che tanto Plechanov quanto Zasulic non sono i "marxisti" che sembrano nei loro testi, ma anzi sono ben collegati con i rivoluzionari del circolo di Taksis e Murashkinsev, per questo Marx scrive: " I marxistí russi di cui mi parla mi sono totalmente sconosciuti. I russi con cuí mantengo rela­ zioni personali [e che sono i populisti] hanno, che io sappia, opinio­ ni completamente opposte. "5º Marx sa chi sono i suoi amici e da che parte stanno. I suoi argo227


menti ci interessano abbastanza e li approfondiremo passo passo. Sappiamo che Marx scrisse cinque testi: tre lunghi testi preparatori, una brutta copia di lettera e una lettera definitiva - i primi quattro furono pubblicati nel 1 924 - che furono riassunti in una pagina a mo' di lettera di risposta.51 La struttura dei cinque testi, consistente in sei momenti o livelli, e la seguente: 1 . Giustificazioni per il ritardo nella risposta.52 2. Citazioni del testo de Il Capitale nella traduzione francese (pp. 3 15 e 3 40-3 4 1 ) e che gia erano state utilizzate nella risposta a Michailovskij per la Otecestvennye Zapiski, nel 1 877 .53 3 . Parole sul disconoscimento dei "marxisti" russi.54 4. Argomenti negativi contra la " comune rurale russa" .55 5. Argomenti positivi.56 6. Conclusione: la "comune rurale" deve essere il punto di par­ tenza per la rigenerazione della Russia se si produce la rivoluzione russa (Marx non parla affatto della necessita di una rivoluzione socia­ lista in Europa Occidentale come condizione necessaria per que­ sto) .57 Il testo 2 , piu corto (con punti dal I al IV) , risulta piU confuso e contiene un gran numero di correzioni, cosa che dimostra che e il primo. Il testo 1 , in realta il secando, e piu lungo e possiede un mag­ gior numero di argomenti. Il testo 3 inizia gia ad avere una fisiono­ mia da lettera, pero non e concluso (rimane interrotto) . La prima bozza di lettera (testo 4) e molto incompleta. Il testo 5 , la lettera definitiva inviata a Zasulic e a Plechanov - e che sempre negarono, visto che non era funzionale ai loro fini, anche se non erano "marxi­ sti '' -, riassume in maniera concisa la struttura dei documenti prece­ denti (eliminando i riferimenti all'ignoranza sui "marxisti russi" ) . Possiamo concludere che l a lettera inviata era chiara e politicamen­ te non eccessivamente compromettente - anche se il suo appoggio ai "populisti" e definitivo: " Spero tuttavia che alcune righe basteranno per toglierle ogni dubbio sul malinteso a proposito della sedicente mía teoria. "58. Consideriamo ora la premessa e la conclusione di Marx. Il punto di partenza e il livello 2, come díre, le citazioni de Il Capitale nella sua correzione francese. Il senso dí questa citazione tende a negare la " unilateralita" del processo storico, giacché "la 'fatalíta sto­ rica' dí questo movimento e dunque espressamente limitata ai paesi 228


dell'Europa occidentale. " 59• Si enuncia ancora un altro argomento della medesima edizione francese (pp. 340-3 4 1 ) : in Europa si passo da un regime di proprieta privata di lavoro personale ad uno di pro­ priera privata capitalista. Pero in Russia la proprieta e " comune" e non privata - e non si potrebbe passare facilmente da quella " comu­ nale" a quella "privata" , processo che in Europa duró molti secoli. Si presentano argomentazioni contro la possibilita del passaggio dalla comunira rurale ad un grado di proprieta comunitaria superio­ re (socialista) - ed e al livello 4, dei sei indicatori sopra ricordati. 11 piu forte di quelli cosi si enuncia: "Si trovava in Europa Occidentale la proprieta comunale di un tipo píU o meno arcaico; pero questa e sparita in tutte le partí. "60 La "fatale dissoluzione" della comune e esplicitamente negata da Marx. Inoltre, egli obietta: Al sostenitore russo del sistema russo (espressione ironica contro gli "occi­ dentalisti" o i razionalisti liberali alla Plechanov) che nega la possibilita teorica di tale evoluzione (dalla comune al socialismo). proporrei la seguente obiezione: "Per utilizzare le macchine, le navi a vapore, le ferro­ vie, ecc., si vedrebbe la Russia forzata, come e avvenuto in Occidente, a passare per il lungo periodo di incubazione dell'industria meccanica?" .61

Marx si esprime, in innumerevoli espressioni o argomenti, a favore di questo "passaggio" dalla comune, dalla proprieta comuna­ le, alla propriera socialista: proprieta comunale arcaica di forma supe­ ríore o moderna.62 Inoltre, la comune rurale russa, dal momento che e presente anche la proprieta privata, non e cosl arcaica nello sfrutta­ mento; questo dualismo, d'altra parte, e la sua debolezza ma anche, al tempo stesso, la sua feconda possibilita. Gli studi di Margan e Kovalevskij lo aiutano nella sua argomentazione. Nel livello 5, propone argomentazioní a favore di tale "passaggio": Facciamo astrazione, per i l momento, dalle miserie che affliggono l a comune agrícola russa, per vederne soltamo l e possibilíta d i evoluzione. Essa occupa una posizione unica e sem:a precedenti nella storía.63

Gli aspetti positivi sono: la comune rurale e nazionale; non e il prodotto di un'invasione straniera né serve ai suoi interessi; non e iso­ lata dal mondo moderno; la sua configurazione física permetterebbe 229


un'implementazione meccanica su vasta scala; il contratto di artel permetterebbe un lavoro cooperativo. Non si puó negare "la possibi­ lita teorica" di un passaggio diretto al socialismo da questo "micro­ cosmo localizzato " , regionale. Infine, il livello 6 e la conclusione: queste comuni possono esse­ re il " punto di partenza" (o " punto d' appoggio ) diretto alla " rigene­ razione" della Russia (testo citato all'inizio di questo capitolo 7 ) . Quindi Marx approva, in maniera argomentata, l a posizione dei " populisti russi" nel 188 1 . Questo significa che Marx h a cambiato fondamentalmente la sua posizione teorica, cioe, che si e prodotta una "rottura " ? In nes­ sun modo. Questo "cambiamento di rotta " (Kehre) per chiamarlo in qualche modo - si situa solamente a livello storico, concreto; livel­ lo di sviluppo del discorso dialettico. Il livello essenziale, dove si trova astrattamente il discorso de Il Capitale, non e messo in discussione in assoluto. In realta, non c' e in esso argomento a favore o contra la questione della " comune rurale russa'' , perché questa si trova nel livello concreto o storico delle condizioni di possibilita di apparizio­ ne del capitale. In Russia, la discussione si incentró - per ora, perché poi si sviluppera piu intorno al libro II - sulla sezione settima relati­ va all'" accumulazione " , e soprattutto sul capitolo 24 (dell'edizione del 1873) sull'accumulazione " originaria" - aspetto "storico" del­ l'origine di questa accumulazione -, pero che, in un certo modo, si trova fuori dal piano propriamente detto (e, per questo, unito al capi­ tolo 25 sulla colonizzazione, si trovano alla fine, come appendici) . Comunque sía, la discussione dei rivoluzionari russi aiutó Marx a chiarire una questione fondamentale: i sistemi economici storici non seguono una successione lineare in tutte le partí del mondo. L'Europa Occidentale, e classicamente l'Inghilterra, non rappresen­ tano l"' anticipazione" del processo per cuí devano passare obbliga­ toriamente tutti i paesi " arretrati" . Si superava quello che oggi chia­ meremmo " sviluppismo" - in cuí, come vedremo, cadranno Plechanov, Zasulic e lo stesso Engels -, e si aprirebbe il vasto cammi­ no per lo sviluppo del discorso di Marx considerando strade dtfferenzia­ te: una e quella del capitalismo dell'Europa Occidentale o ''centrale", pzú sviluppata; l'altra e quella dei paesi perzferici e meno sviluppati. Cío che e certo e che la Russia segui il cammino previsto da Marx. Senza terminare il "passaggio " al capitalism o, realizzo la pro"

-

230


pria rivoluzione permettendo che la " comune rurale russa" passasse, in gran misura, direttamente dalla propríeta comunale alla proprieta sociale del socialismo reale, dalla rivoluzíone del 1 9 1 7 .

7 .4 DAL

"

cAMBIAMENTO D I ROTTA

"

ALLA SECONDA EMANCIPAZIONE O

RIVOLUZJONE LATINOAMERICANA

Esamineremo in questo paragrafo due aspetti dello stesso svi­ luppo storico dei paesí periferíci: quello della Russia, successíva­ mente al 1 880, e quello dell' America Latina, gia nel secolo XX. a] Il successivo dibattito russo Sappiamo che Marx si riferi in maniera dispregiativa al gruppo di Plechanov, la Divisione Nera di Ginevra, quando scrisse: " Questi signorí son o contro tutta l' azione política rivoluzionaría. "64 scríssero il prologo ad una Il 2 1 gennaio 1 882, Marx e nuova edizione russa del Mani/esto. un testo di compromesso tra Marx e Engels sulla questione della comune russa (obf6na) e que­ sto " compromesso" contiene una contraddizione indicativa per il futuro. Leggiamo: Ma in Russia . . . noi troviamo oltre la meta del suolo in proprieta comu­ ne dei contadini. Sí affaccia quindi il problema: la comunita rurale russa, questa forma ín parte gia dissolta65 ' e vero, della originaria proprieta comune della terra, potra passare direttamente a una piu alta forma comunistica di propríeta terriera, o dovra attraversare prima lo stesso processo di dissoluzione che costituísce lo sviluppo storico dell'Occidente? La sola rísposta possibíle e questa: se la rivoluzione russa servira da segnale a una rivoluzíone operaia in Occidente, ín modo ; entrambe si completino, allora l odierna proprieta comune rurale russa potra servire da punto di partenza per un'evoluzione comunista.e'"

Per Engels, come abbiamo visto nella sua risposta a Tkaéev, la rivoluzione socialista potra essere combattuta solamente in Occidente, perché qui ci sono proletaríato e borghesía. Per questo. anche se ci fosse la rívoluzione russa concessione di Engels a Marx - essa non potrebbe realmente portare a termine i suoi scopi se non ci fosse simultaneamente almeno e qualitativamente nell' avanguar-


día - una rivoluzione in Occidente - condizione che Marx mai aveva incluso nei suoi discorsi coi populisti. In questo stesso 1882 i populisti della Volanta del Papola (Naradnaya Vol'ya) cominciarono il loro declino; furono perseguitati con violenza. Nel 1883 , anno della marte di Marx, il gruppo di Zasulic e quello di Plechanov costituirono un nuovo gruppo: l'Emancipazione dal lavara, che rapidamente divenne "marxista" e che fu riconosciuta da Engels. Plechanov scrive nel 1885 Nastre dzf /erenze contra i rimanenti populisti. Engels scrive a Vera Zasulic il 23 aprile 1885 : -

Prima di tutto, ripeto che sano fiero che fra la gioventu russa esista un partito che fa sue, apertamente e senza ambiguita, le grandi teorie eco­ nomiche e storiche di Marx, che rompe decisamente con tutte le tradi­ zioni anarchiche e un tantino slavofile dei suoi predecessori. Marx, se fosse vivo, ne sarebbe orgoglioso quanto me67.

Engels parla chiaramente delle "gran di teorie economiche e sto­ riche di Marx" . Che cosa avrebbe detto Marx di queste "grandi teo­ rie " ? Non le avrebbe rese ridicole dicendo a sua difesa che avreb be­ ro dato luogo a una " teoría storico-filosofica" come fece Michailovskij nel 1877 , o a un " sistema socialista " , come accadde con Adolph Wagner? Sicuramente Marx era umile, limitato, conoscitore dell'oríginalita del suo intento, ma alla fine propase una filosofia uni­ laterale della storia, difesa da Engels, che si converd subito nell'essen­ za del "marxismo" , dando luogo a un "marxismo " contra Marx. Nel 1894, Plechanov, facendosi beffe di Michailovskij , scrisse: Presenta !'incidente [sulla discussione del 1877 ] nella segue�te maniera: prima di leggere il suo articolo, "K. Marx giudicato da Zhukovskij " , Marx pensava che l a Russia necessitasse d i passare per il capitalismo; pero, grazie al suo brillante !avaro, Marx cambio opinione. Tutto questo sarebbe divertente se non fosse triste - come dice il nostro Lermontov.68

Non e vero che Marx cambiera opinione per l'articolo di Michailovskij , pero e vero che Marx cambio la propria posizione grazie a Daniel'son, e senza contraddizioni con la matrice essenziale della sua " teoría" . Pero quello che Plechanov non capisce e che, effet232


tivamente, in Marx si sarebbe prodotta una " curvatura" rilevante: nel 1 877 espresse chiaramente la propria opposúione a una vúione unila­ terale della storia O'idea che al feudalesimo segue necessaríamente il capitalismo, e a questo il socialismo; punti che aveva trattato piu approfonditamente nei Grundrisse). Plechanov, appoggiato da Engels, diede luogo a una visione "marxista" della storia. Qui comin­ cio un grande equivoco. Il 15 marzo 1 892, Engels scriveva a Daniel'son: "Io temo che presto dovremo considerare l' obfCina come un sogno che appartiene al passato e avremo da fare i conti, in futuro, con una Russia capitalistica. "7º E in maniera ancora píU chiara, e quasi violenta, in una letrera del 24 febbraio 1 893 , Engels dice: Senza dubbio la comune e, fino a

un

certo punto, l'arte!, contenevano

germi che, in determínate condizioni, si sarebbero potuti sviluppare e avrebbero potuto risparmiare alla Russia la necessita di passare attraverso i tormenti del sistema capitalistico . . . Ma, per luí come per me, la premessa a ció necessaria era la spinta da!l'esterno, il cambiamento del sistema eco­ nomico nell'Europa occidentale, la distruzione del sistema capitalistico nelle sue terre di origine . . . Ma la storia e la piu crudele le

bogin (di tutte

e conduce il suo carro trionfale su montagne di cadaveri, non solo

in guerra, ma anche in tempi di 'pacifico' sviluppo economico.71

Questo determinismo tragíco, unilaterale, si imporra come filo­ sofía della storia, come teoría dello sviluppo della umanita: il " mar­ xism o " era nato [ . . J poco dopo la morte di Marx. Marx aveva una conoscenza piu complessa della realta e la sua " teoría" , se la ebbe, sí piegava a questa realta, si modificava, cambiava, non era una " dot­ .

trina" ma un " metodo" aperto. Quando Engels pubblico il tomo II de Il Capitale, nel 1 885 , a partire dalla cartella che aveva per titolo " Cío che riguarda il libro II" la discussione in Russia si incentro su questo tomo e, in p artí­ colare, sulla sezione terza riguardante la ríproduzione si ricordi cio che e esposto nel capítolo 6.4. Ricordiamo che un punto 9 del Manoscritto l del 1 865 ( p unto 6 del piano successivo) in cui si doveva parlare degli "Impedimenti del processo di riproduzione " , cíoe: l a E interessante notare che gli scrítti deí "populísti " , al pari dei socialdemocratíci riformisti integrad al capitalismo tedesco quindi, critici di Rosa Luxemburg -, presero il testo di Marx sulla

23 '


riproduzione per " dimostrare" la possibilita della riproduzione del capitale senza crísí, in maniera armoniosa con capacita intrinseche dí realizzazione del plusvalore,· grazie al proprio mercato nazionale interno, senza necessíta dí mercati "esterni" al capitalismo (colonia­ lí o precapitalisti). Come gia abbiamo esposto alla fine del paragra­ fo 6.4, si víolentarono metodícamente i gradi di astrazione del discorso dialettíco di Marx e sí dedussero conclusioni contrarie a ció che aveva dedotto Marx. Come nel caso della " comune rurale russa " , Marx avrebbe scritto: "A proposito del fatto che il capitali­ smo possa riprodursi contando solo sulla propria capacita di assor­ bire il plusvalore nel proprio mercato nazionale, nulla si puó con­ cludere a favore o contra attraverso la sola esposizione della sezio­ ne terza del tomo II " . Tuttavia, per gli altri testi sulla crisi, la svalu­ tazione, la critica all' armonicismo di Say, si puó concludere che Marx si opponeva a questa interpretazione di crescita indefinita senza cnst. Certo e che, dopo la marte dí Marx, il movímento populista si distanzió dal marxismo - non nel caso di Daniel'son e dei suoi amici, che furono sempre discepoli di Marx contra í "marxísti" armonici­ sti, legalisti, stadialisti, ecc. I " marxisti" usarono Marx contra que­ sti. La prima díscussione memorabile e quella intavolata tra lo stes­ so Daniel'son e Engels.72 L' autore populista russo dubitava della possibilita del capitalismo in Russia, fondamentalmente per le diffi­ colta di creare un sufficiente mercato nazionale interno: Avevo intenzione di presentarle una versione russa della creazione del mercato

interno per le classi produttive . . . Desidererei richiamare la Sua attenzione (scrive il 24 novembre 1 8 9 1 ) sulla specificita della

nostra situazíone; noi includiamo il

mercato mondiale nella tappa in

cuí , stante il suo progresso tecnico, predomina il modo capitalistico di produzione.73

E concludeva: Una nazione capitalistica supera la contraddizione segnalata ampliando il mercato

esterno. Come possiamo superare questa contraddizione? . . .

Senza mercato non c'e capitalismo . . . Saliamo nell'arena mondiale preci­ samente in un momento in cuí tutti gli sforzi dei nostri rivali sono arri­ vati alla loro massima tensione . . . 74


Engels risponde che, dopo la guerra di Crimea, la Russia h a cominciato a sviluppare l a propria grande industria e per questo cree­ ra un proprio mercato interno. Con queste basi, e incline a mostrare la possibilita della crescita di un capitalismo russo. Da parte sua, la critica contro i "populisti" in Russia partira dallo studío della sezíone terza del tomo II sulla riproduzíone. Gfa nel 1897 , Sergei Nikolaievich Bulgakov, scrive la sua opera Sul pro­ blema det' mercati nel modo di produzione capitalista. Lo scambio tra il settore I e II del capitale, sul fenomeno della ríproduzione allarga­ ta, dimostrerebbe che il capitalismo puo realizzare plusvalore e cre­ scere all'interno di una nazíone. Qui si appoggía su Tugan­ Baranovskíj : "la produzíone capitalista, col suo puro aumento, crea un mercato capace di espandersi senza limiti, e . . . il grado dí questa espansione del mercato non dipende che dalla presenza delle fo rze produttive. "75 Infatti , nel 1 894, Míjail Ivanovich Tugan-Baranovskij, pubblico la sua opera Studi sulla teorza e sulla storia della crisi commerct'ale in Inghilterra. A partire dagli schemi di ríproduzíone di Marx e con í1 desiderio dí correggerli, arrivava alla seguente condusione: " Gli schemi qui rípro<lotti . . . dovrebbero dimostrare all'evidenza il con­ cetto fondamentale, in sé elementaríssimo [. ] che la produzione capitalistica e il suo proprio mercato. "76 Queste posizíoni teoriche avranno un grande seguíto. Per que­ sto lo stesso Plechanov, nella seconda edizione de Nostre di/ferenze arnva a scnvere: . .

.

.

"Non sono mai stato partigiano della teoria dei mercati in genere, e della cns1 m che negli anni novanta si e diffusa come un'epidemia nella letteratura marxista legale [. ] Oltre che dal signor Tugan- Baranovskij, la stessa teoría e stata sostenuta ín Russia dal síg. V. Ilich [Lenin] ndla sua Nota su! problema della teoría dei mercati (1899) e nel libro sullo Sviluppo del capitalismo in Russia " n . .

Da parte sua, Rosa Luxemburg, in una posizíone contraria, criticava l'impostazione degli armonicisti che pretendevano di dimostrare la possibilita del capitalismo dal proprio mercato inter­ no; pero Rosa pensava che gli schemí della riproduzíone fossero insufficienti - anche se era pienamente cosciente che, in realta , 235


Marx non aveva termínato la sua esposízione. Paradossalmente, sía gli armonícistí sía Luxemburg non consíderarono íl grado di astra­ zione del díscorso dialettíco dí Marx. Dagli schemi, per íl loro grado di astrazione e non perché non sí fosse terminara l' esposízio­ ne, non si poteva concludere la ríproduzione del capítale senza crisí (contro gli armonicisti) , né la sua ínsufficienza per non aver consí­ derato la necessíta di altrí ambití dell' espansione del capítale (colo­ niale o precapítalista) . In realta Marx non sí era addentrato in que­ sti livelli concreti. Pero Rosa Luxemburg aveva ragione, in opposí­ zione aglí " armonícístí" , relativamente allo svíluppo del díscorso díalettíco dello stesso Marx: Tutti gli strati e le societa non-capitalistici devono per il capitale diveni­ re acquirenti di merci, e vendergli i loro prodotti.78 [ . . . ] . La fase imperialistica dell'accumulazione del capitale, o la fase della con­ correnza internazionale fra i capitali, abbraccia anche l'industrializzazio­ ne ed emancipazione in senso capitalistico delle precedenti zone di inve­ stimento del capitale, in cui la realizzazione del suo plusvalore si compi­ va. 1 metodi operativi specifici di questa fase sono: prestiti esteri, costru­ zioni ferroviarie, rivoluzioni e guerre.79

A causa della posízione períferíca della Polonia, Rosa Luxemburg era sensibile a questa problematíca - che rísulta per questo tanto utíle all' Ameríca Latina, e in linea con le "intuízioní" deí prímí populisti russí. Al contrarío, í socialdemocratíci tedeschi e í russí antipopulisti tendevano a vedere con ottímismo le possibílíta del capitalismo - sía in Germanía che in periferia; per realizzare, dal­ l'ínterno stesso del capitalismo, una rívoluzione propriamente "pro­ letaria" . Tuttavia Marx aveva scritto: "La produzione capítalistica in generale non esíste senza commercio estero. Ma se si presuppone [ . . . ] . "8° Cíoe, nella "supposizione" o nel caso astratto in cuí Marx sí pone, questo riferímento al mercato esterno deve essere lasciato metodologícamente da parte nell' analisi. Pero in nessun modo sí dice che questa varíabíle non debba essere reíntrodotta in un'anali­ sí píu concreta e successíva. E questo e íl caso dell'Ameríca Latina. La nostra ípotesí dí fondo, in un momento in cuí íl "postmar­ xismo" e dí moda in Europa - e fra í rípetitorí delle periferíe -, e che Marx - contrariamente a cío che pensava Engels - e oggi attuale neí paesí del capitalismo sottosvíluppato e dípendente, perché questo


capitalismo permette una crescente realizzazione del plusvalore dalla periferia nel capitalismo centrale, egemonico, sviluppato. 11 tras/eri­ mento sistematico del valore dalla periferia sottosvilup pata al cen­ tro81 e la legge dell' accumulazione su scala mondiale: parte della ric­ chezza delle nazio n í ricche e la contraparte della miseria delle nazio­ ni povere. Per questo ci interessa moho il " cambiamento di rotta" del l 'ultimo Marx, quando scopre il " problema russo " che coinci­ da o meno con la posizione dei populisti, i quali, in ogni modo , furo­ no i primi teorici e rivoluzionari della periferia a scoprire la specifi­ cita del marxismo in quest' area. Ed e per questo che la liberazíone nazionale e popol are della periferia non ha oggi altra possibilíta di fondamento teorice se non !'opera dialettico-scientifica di Marx. La su a pertínenza e estrema. Ma il Marx che ci ínteressa non e quello che " entro in crísi" in Europa - 11 si trattava di un Marx "scientifi­ co " per il positivismo, teleologico per la concezione della storia, materialista dialettico, ecc. "Il nostro" Marx si situa , invece, a lível­ lo delle necessita vitali fondamentalí: e un Marx economico-antro­ pologico, etico, di un " materialismo " produttivo che permette allo stesso tempo di fon dare una liberazione nazionale e popolare; cioe di eludere un capitalismo che impedisce lo sviluppo reale. In Europa la crisi del marxismo e " accademica " e " politica " . Nella periferia la sua pertinenza e "economica" . la liberta e essenziale, vale a dire, e la democrazia; qui oltre alla democrazia l' essenziale e "mangiare" . 11 socialísmo non viene dopo il capitalismo sviluppato - come pen­ sava Engels; il socialismo e la soluzione di fronte all'impossibilita di uno sviluppo reale (relativo) del capitalismo dipendente e della peri­ feria come inizio a sospettare !'ultimo Marx. Il socialismo come momento dí superamento necessario di fronte al "blocco " di un capitalismo períferíco tardo - in quanto appare tardivamente, quan­ do il capitalismo centrale si e sviluppato. Di fronte a cío, e neces­ sario sapere che ]' analisi di Marx resta valida ( ció che Marx produs­ se teoricamente e che e ancora pertinen te). Vediamo tutto questo in sintesi e, in parte, per schemi. b] Il dibattito in America Latina

In America Latina Marx arrivo i n diversi modi; pero quello che cí in teressa, in virtu dello sviluppo successívo, e, in maniera molto diversa che in Russia, il Marx " político" - non tanto quello de Il 23 7


capitale, del suo libro I o II ( dato che in Ameríca Latina la discussío­ ne teoríca su Il Capitale e stata fino ad oggí quasi nulla), ma il Marx che sviluppa dí fatto un discorso político, nelle sue opere non siste­ matiche o "minori" (che gli editori della MEGA classificano nella I sezíone), come Il 1 8 Brumario, La critica del programma di Gotha, ecc. In queste opere usa concretamente nel suo discorso político i concetti di "nazione" , "stato'', " classe" , "popolo" , ecc., che sí arti­ colano recíprocamente, ma che non aspirano ad essere "categorie" scientifiche, come invece quelle costituite lentamente nelle quattro redazioní de Il Capitale.82 E evidente che il Marx "político" svilup­ pa il suo discorso all'ínterno di una cornice epístemologica differen­ te dalla sua opera sistematica polítíco-economica. Il suo diverso grado di scientificita (o razionalita) non puo essere lasciato in dispar­ te nella discussione sul "político" in Marx.83 In effetti, Marx rispose a Vera Zasulié che le sue rícerche su Il capitale non davano rísposte né a favore né contra la questione della comune rurale russa. E questo perché il grado sommamente astrat­ to in cuí sí trovava Il capitale esigeva uno " sviluppo" dettagliato per giungere a temí piU concreti. Era possibile arrivare al concreto, pero "sviluppando" , a partire da studi pertínenti e nuovi, le categorie che permettevano di costituire le " mediazioni" teoríche necessarie - per non cadere in " confusioni" o " salti " , come capito a Smith o Ricardo, per citare i piU " scientifici " fra i classici. Queste mediazíoni di cate­ gorie politiche non furono mai sviluppate sistematicamente da Marx. Si ricordi che lo "Stato" avrebbe dovuto essere oggetto della quarta parte del piano dopo il capitale, il profítto e il salario.84 In generale, nella discussione sul tema si dimentíca spesso questa que­ stione, su cuí Rosdolsky ha insistito tanto e a ragione. Per Marx stes­ so, considerando il suo concetto di scienza, tutti i suoi lavori "poli­ tíci" si trovano nel campo dell 'opinabile, intuitivo (nel senso di "ipo­ tesi" , " intuizioní", "prospettive " , pero non "categorie" ) . Ed e a que­ sto livello che si produce il " cambiamento di rotta" a cuí ci siamo riferiti e non nel piano della sua matrice " scientífica" fondamenta­ le, che invece rimase inconclusa, e non incontro nessuna " rottura" essenziale nell' " ultimo Marx " . Per dare corpo alla nostra esposizione, consíderiamo l a catego­ ría di "nazíone" , sempre in relazíone con quella di "popolo" , cate­ gorie che non furono esplicitamente costruite da Marx.85 238


Abbiamo visto che il Marx dell'interpretazione lineare della storia auspicó che il marxismo successivo, in particolar modo in America Latina, come vedremo poi, si assestasse su posizioni dog­ matiche, astratte, che non tenessero in conto la realta distinta dei paesi del capitalismo periferico. Marx, controbilanciando la posizio­ ne unilaterale di Hegel, attribui un 'importanza preponderante alla determinazione economica dello Stato "dal basso verso l' alto " : " Solo la superstizione política immagina ancora oggi che la vita civi­ le debba di necessita essere tenuta unita dallo Stato, mentre, al con­ trario, nella realta, lo Sta to e tenuto unito dalla vita civile. " 8 6 I disordini del 1846- 1848 fecero cambiare leggermente la posizio­ ne di Marx. Cosi lentamente vennero alla luce due posizioni vagamen­ te unilaterali: l'internazionalismo proletario e il nazionalismo antimpe­ rialista - non situandosi lo "Stato" e la " nazione" adeguatamente, in una struttura sufficientemente articolata dal "popolo " . La visione uni­ laterale rimane chiaramente espressa nella posizione di Marx sulla que­ stione della Polonia: Tra tutti i paesi l'Inghilterrn e quello dove !'antagonismo tra proletariato e borghesia e piu sviluppato . . . La Polonia non si libera quindi in Polonia, ma in Inghilterra. 87

Le borghesie, a livello mondiale, sono unite (anche se c'e una " concorrenza tra di loro nel mercato mondiale " ) . Allo stesso modo, gli operai devono unirsi in tutto il mondo: le nazioni devono essere superare, dissolte, e con queste gli " Stati " nazionali. Lo "Stato nazionale" e frutto della rivoluzione democratico-borghese e la rivoluzione deve negarlo dialetticamente. Pero questo " passaggio" si puó effettuare solo " dal" capitalismo: "Il comunismo e possibile empíricamente solo come azione dei popoli dominanti tutti in 'una volta' e simultaneamente. "88 Il socialismo si realizzerebbe non solo dal sistema capitalista, ma anche dalle " grandi nazioni storíche " ; visto che i "popoli senza storia" - come í cechí, gli ucraini, gli slovacchi, í rumeni ed altri89 nella visione dí Marx non contavano né costituirebbero stati nazio­ nali in questa epoca. E, ugualmente, il díritto all' autodetermínazío­ ne era riconoscíuto solo alle " grandí nazioní storiche " . I n questo contesto deve situarsí i l suo articolo s u "Bolívar e 239


Ponte "90 del gennaio 1 858. In primo luogo, come tutte le opere "politíche" di Marx - e per il fatto di non aver " svílu ppato" íl con­ cetto di Stato -, questo presenta un discorso che potremmo chiama­ re " intuitivo " ; cioe, non " scientifico" - nella sua propria definizio­ ne. Per questo, l'articolo su Bolívar, oltre a dipendere da un euro­ centrismo proprio dell'Illuminismo, mostra un profondo disprezzo per íl latinoamericano, per il creolo, che risulta assolutamente íngiustificabile ma che non pone in díscussione in assoluto il livel­ lo as tracto delle sue ricerche su "il concetto di capitale in generale " ; non fa parte, come l e sue opere politiche, d i quello c h e abbiamo chiamato il suo discorso " s cientifico ". Ci mettera comunque in guardia contro un simile sviluppo successivo, tanto da parte di Engels come del marxismo staliniano europeo e latinoamericano. In quest'epoca Marx esagero l'importanza delle nazioni euro­ pee e della borghesia. Per questo non pote capire né í1 problema "nazionale " , né quello " popolare" o dei contadini, ma solamente la funzione storica del proletariato. La scoperta della nuova posizione política dell'Irlanda la cuí emancipazione nazionale e condizione della rivoluzione inglese -, della Polonia, della Russia, cosl come abbiamo visto, e cio che pro­ duce il vero " cambiamento di rotta " nella posizione di Marx. Nel 1 863 , riferendosi alla Russia, in un 'interpretazione ancora insuffi­ ciente delle riforme del 1 86 1 , esclamava: "E sperabile che la lava questa volta scorra da oriente verso occidente e non viceversa. "91 Marx abbandonera in seguito la concezíone dí "nazione" come compito democratico borghese, per intenderla come una "rivoluzione democratico-borghese inconclusa all'interno di una cornice generale di rivoluzione condotta ora dal proletariato" .92 Tuttavia, alla fine della sua vita, come abbiamo visto, ritenne che i contadini avrebbero potuto essere il " punto di partenza " per una " rigenerazione " della Russía si trattava di una nuova prospettiva. sperimentera qucsto " cambiaA differenza di Marx, mento" . Contínuera con la posizione che gia aveva nel 1 84 8 . Sara questo l' as se su cuí si costruíra il " marxismo" successivo alla morte di Marx. Da parte sua, Lenin " riusci a collegare il paradigma socialista dell'internazionalismo proletario con il paradigma democratico­ borghese del diritto all 'autodetenninazione nazionale" . \)) Lenin 240


riconosce, in primo luogo, una differenza tra i "paesi capitalisti avanzati" 94, dove il nazionalismo e stato sostituito dal colonialismo e dalla dominazione. In secando luogo nei "paesi dell'Est Europa" (Austria, Russia, ecc.), il proletariato <leve intervenire attivamente nella lotta per l' autodeterminazione nazionale, ma senza abbando­ nare - ne confonderli - i doveri della classe rivoluzionaria. Infine, ci sono le colonie (anche l'America Latina?) ,95 dove le forze rivolu­ zionarie dovrebbero unirsi ai movimenti democratico-borghesi per lottare contro il colonialismo. La rivoluzione e mondiale e per que­ sto la lotta antiborghese <leve continuare, anche nell' emancipazione coloniale. Pero il dato certo fu che dopo la Rivoluzione del 1 9 17 la rivo­ luzione socialista dell'Europa occidentale che ci si aspettava non si produsse. Era possibile la rivoluzione socialista in una sola nazione? Dal 1 923 al 1 92 7 , quando Mariategui affermava il proprio pensiero latinoamericano, si discusse tale questione in Unione Sovietica. Stalin affermó che era effettivamente possibile.96 Trotsky, da parte sua, riteneva che la Rivoluzione russa dovesse essere il fermento per la rivoluzione socialista mondiale.97 Nessuno dei due concepl la "nazione" in accordo con gli interessi dei paesi periferici. La rivo­ luzione era "mondiale" : per l'uno, in quanto la rivoluzione "russa" era il punto essenziale della rivoluzione mondiale - e per questo la politica "nazionale" di tutti gli altri paesi e tutti i rivoluzionari del mondo avrebbero dovuto coadiuvare il trionfo dell' Unione Sovietica -; per l'altro, in quanto non c'erano rivoluzioni "naziona­ li" . L' "internazionalismo proletario " e il "nazionalismo antimperia­ lista" impedirono un concetto adeguato di "nazione" , visto che entrambi persero quello proprio e caratteristico di "nazione" in quanto tale. La " classe" come unica categoría interpretativa - da un processo che ne crea un feticcio a partire dall'analisi di Marx de Il capitale e da un'inadeguata comprensione del livello astratto delle sue indagini - impedisce di capire lo " Stato " , la "nazione" , il " popolo ". Tutto questo, come bozza schematica e pertanto unila te­ rale e insufficiente, ebbe ripercussioni in America Latina.

24 1


NOTE NOTE ALLA PRFFAZJONE DEI CllRATORJ 1 E. DusSEL, La producción teórica de Marx. Una introducción a los Grundrisse, Siglo XXI, México, 1985 , seconda edizíone 1 99 1 . 2 E . DussEL , Hada u n Marx Desconocido. Un comentario de los Manuscritos del '6 1 - '63, Siglo XXI/UAM-1, México, 1988, trad. inglese a cura di F. Moseley,

Towards an Unknown Marx. Commentary o/ the lvlanuscritps o/ 1 86 1 - 1 863,

Routledge, London, 200 1 . che i capitoli " Marx contro Hegel" e "Hegelismo di 1 E necessario Marx. La díalettica del Capitale " , esclusi dalla presente edizione, sono gia statí tra­ dorti all 'interno della raccolta di testi di E. DussEL, Un Marx sconoscíuto, a cura di A. Infranca, Manifestolibri, Roma, 1999, pp. 77- 1 9 1 . 4 E. DuSSEL, "lntroduzione", in ID., L'ultimo Marx, p. 30. 5 MEW 19, p. 108, trad. it. a cura di B . Maffi, K. M ARX E ENt;ELs, India Cina Russza, íl Saggiatore, Milano, 1970, p. 3 0 1 . 6 R. M . MARI NI, Dialéctica de la dependenáa, México. Ediciones Era, 1 99 1 . -

7

E . DussEL-A.

"Concept" o/ Dependency,

pp. 62- 101 . 8 Si veda, su del mito della modernitd,

Marx's Economic l\Januscript o/ 1861 -63 and the

in «Latín American Perspectives», vol. 1 7 , n. 2 ( 1 990), aspetti, E. DussEL. L'occultamento dell'altro. A/le origini trad. it. di U. Gervasoni, La piccola Editrice, Celleno,

1993. 9 S. BAGU, La economía de la sociedad colonial. in Feudalismo, capitalismo, sub­ desarrollo, 10 Si

Akal Editorial, Madrid, 1 977, pp. 106 ss. D. C1JAKRABARTY, Provincializzare !'Europa, trad. ít. di veda ad M. Bortolini. Meltemí, Roma, 2004. 11 Si veda la prosecuzione del passo: K MARX-F. E>:GELS, L:ideologia tedesca, a cura di F. Codino, Editori riuníti, Roma, 1983 , p p . 22 9-230: "I comunisti non pre­ dicano alcuna morale in genere [ ] Essi non pongono agli uomini gli imperativi morali: amatevi l'un l'altro, non siate egoisti, ecc.; essi al contrario sanno benissimo che in determínate condizioni (unter bestimmten Verhaltnissen) !'egoísmo, cosi come ]' abnegazione, e una forma necessaria per 1' affermarsi degli individui (Durchsetzung der Individuen). 1 comunisti dunque non vogliono affatto [. . ] sop· primere (aufhebenl l"uomo privato' per amore dell'uomo 'universale', dell'uomo che si sacrifica [ . ] Essi sanno che questa antitesi e solo apparente [ . . ] , che dun­ que nella pratica questa antitesi viene continuamente distrutta e genera ta". 12 E . DusSEL, Un Marx sconosciuto, cit., p. 65 . n E. DussEL, L'ultimo Marx, p. 124. 14 E . DussEL, Un Marx sconosciuto, cit., p. 65. . . .

.

. .

.

243


NOTE

PREF:\ZIONE ALI;EDIZJ\ lNE ITALJ:\N:\ 1

Si veda

K.

MARX, Ókonomische Afanuskripte 1 863-1 S6i, in MEGA , Dietz

Verlag. Berlín, 1988, II/4 , 1 , il cui Manoscritto 1 del tomo U e ora consultabíle, índi­ cato nello Schema 2 della Prcfazione, tra "I manoscritti corrispondentí al tomo II", pubblicato come una parte (pp. 1 37-3 8 1 ) dei lvfanoscritti del '63-'67. f\ei Marx Engels Werke (1\.JEW) , della stessa casa editríce berlinese e dí uso píU comune, corrisponde al tomo 24. >

Ókonomiscbe Manuskripte 1863-1867, i n MEGA , II/-1 , 2 . Nello Schema 3

della Prefazione dei manoscríttí corrispondentí al tomo III. Manuskripte und redaktionelle Texte wm dritten Buch des "Kapitals" 1 8 i 1 bis in Dietz Verlag, Berlín, 2003 . Ci manca la parte 1 e 2 deí Manwkripte zum zweíten Band des "Kapita!s ", dí prossíma pubblícazione. 5

Towards an Unknou'/1 Marx. A commentary

011

the Manuscripts o/ 1 961-63 ,

Roudedge, London, 200 1 . '' I testi integrali dei mieí tre volumi d i commenti nelle loro edizioni originali in spagnolo si possono consultare in v,r1vw.clacso.org (Biblioteca virtual, Sala de lec­ tura, Obras de E. DusselL ·¡

RAúL Fofü'-'ET-BETANCOURT, Transformación del Marxismo. Historia del mar­

xismo en A mérica Latina, Plaza y Valdés, México, 2001 (esiste una traduzione in tedesco) . Edito da manífestolibri, Rom a, 1999, p p . 77 - 192. Si veda il cap. 1 3 dei miei commenti ai Manoscritti del '61 - '63 (ed. spagnola Hacia un Marx desconocido, Siglo

México. 1988; ed. inglese Towards an

Unknown Marx, cit., pp. 205 .234). 10

11

Edito da El Verbo Divino, Estella (Espafi a ) , 1 993. Il tomo I Oa storia) e in stampa presso la stessa casa editrice. Il tomo II si

occupera de l'Arquitectónica de la política de la liberación. Il torno III sí occupera della critica. 13

Opera apparsa nel 1 998, presso la casa editrice Trotta, Madrid. Pubblicati in K.-0. APEL-E.

del discurso y ética de la libera-

ción, Trotta, Madrid. 2005 (edizione italiana Etíca della comunicazione ed etica della uu.,..rnntJnt'. Editoriale Scientifica. Napoli, 1 999) .

14 Siglo XXI, México, 2006. Lettera a Lassalle del 22 febbraio 1858, in ME W' 29, p. 550, trad. it. a cura Opere, vol. XL, Editori Riuniti, Roma, 1 973 , di M. Montinari, in K. MARX-F pp. 577 -578.

NOTE ALL'J NTRODUZTONE 1

E. DussEL, La p roducción teórica de Marx, cít., México, Siglo XXI, 1985. E. DussEJ., Hacía un Afarx

tutto questo periodo si veda

cit., México, Siglo XXI, 1988. Per Theorie und Theoriegeschícbte der poli-

tischen Ókonumie bei Marx in den fahren 1 857 bis 1 867, in " Arbeítsbliitter zur Marx-


Engels-Forschung " , n. 9 ( 1 979), pp. 36-58. 3 Cosl chiamiamo i manoscritti inediti dei tre libri de Il capitale scritti da Marx da! luglio 1 863 alla fine del 1 865 . 4

La sezione II della MEGA si occupa solo de Il capitale ( 1 857 - 1 880); la parte

centrale dell'opera " scientifica" propriamente detta di Marx. Con questa terza opera pensiamo di terminare un commento completo della seconda sezione della MEGA. I Manoscritti del '63-'67, pubblicati a partire da! 1988, ci arrivarono quando gia ave­ vamo terminato il testo, nonostante ció li abbiamo aggiunti .

5 S i veda piu avanti, negli schemi 1 e 2 , i l sígnificato dí queste sigle di catalo­ gazione deí manoscrittí. Forse appartiene a questa epoca anche il Manoscritto B 1 05 (A 58b-/J sulla " Rendita differenziale" del libro III. " Cfr. B. NrcOLAIEVSKI-0. MANC:HEN-HELFENS, La vie de Karl !Vfarx, Gallimard, París, 1970, pp. 29 1 ss. Per la biografía relativa a questo periodo si veda:

Karl Marx. Biographie, IML, Dietz, Berlín, 1 974, pp. 466ss. Si veda anche J. CoNRAD , In uxlchen Etappen enstand das Manuskript des Hauptwerkes van Karl Marx (darge­ stellt insbesondere an Han des Brie/wechsels van Marx und E11gels 1861- 1867)?, in " Beitrage zur Marx-Engels-Forschung", n. 6 ( 1 980 ) , pp. 1 65- 176. 7 MEW 30, p . 368, trad. it. a cura di M. Montinari, K. MARX-F. ENGELS, Opere, XLI. Lettere. Gennaio 1860-settembre 1 864, Editori Riuniti, Roma, 1973 , p. 405. 8

Citeremo il libro I de Il capitale dall'edizione critica MEGA II/5 , pp. 102 ss.:

(bisogna tenere canto che íl " capitolo" della prima edizione diventa "sezione" nella seconda edizione) , trad. it. a cura di D. Cantímori e con introd. di M. Dobb, Il capi­ tale. Critica dell'economia politica, Libro primo, Editori Riunití, Roma, 19645. Citeremo secando la p rima edizione, quindi per " capitoli" e non per ''sezioni " , indi­ cando il capitolo della seconda edizione tra parentesi quadre. 9

MEW 3 0 , p. 3 68, trad. it. a cura di M. Montinari, Opere, XLII. Lettere.

Ottobre 1864- dicembre 1867, Editori Riuníti, Roma, 1 974, p. 62. w 11

MEW 3 1 , p . 323 , 16 agosto 1 867, trad. it. cit., Opere, XLII, p . 3 5 4 . Cfr. í l mio testo L a prod11cció11 teórica de Marx, cit., pp. 60, 156 e 3 3 3 ; ID. ,

Hacia u n Marx desconocido, cit. , "Prefazione " , II, e capitolo 12,5 . 12

Si veda íl recente lavoro di W.

}AHN,

Zur E11twicklung der Struktur des

geplanten okonomischen Hauptz.uerkes van K Marx, in " Arbeitsblarter zur Marx­ Engels Forschung (AMEF) " , n. 20 ( 1986), pp. 6-44 ; nello stesso numero, A . M .

Koc,\N, Zur Frage der Methodologie des Planes der scchs Bücher van K . Marx, i n ivi, U. GALANDER, Methodologische Probleme des A u/bauplanes dn

pp. 56-80; cfr. anche

okonomischen Hauptwerkes van K. Marx, in ivi, pp. 45-55 ; e !'opera di W. Scrr\X'..\RZ, Vom Rohentwur/ zum Kapital. Die Strukturgeschichte des Marxschell Hauptwerkes,

Verlag das europaische Buch, Berlín, 1 978. 13

MARX, Grundrisse in MEW 42, pp. 4 1 -2 , trad. it. a cura di E. Grillo,

Lineamenti /ondamenta!i della critica del!'economia politica. 1857-1858, Volume I, La Nuova Italia, Firenze, 1 9782, pp. 3 6-3 7 . 14

DvssEL , Hacia u n lvfarx desconocido, cit., c a p . 9 (sulla rendita) e cap . 12 (su!

prezzo di produzione) . 15

L a " societa borghese" (termine hegeliano) e trattata nella Filusoha del dirit­

to, che culmina nello Stato (cfr. G.W.F. HEGEL, Grundlinien der Philosophie des


Rechts, hrsg. von J. Hoffmeíster, Meíner, Hamburg, 1955, trad. it. di G. Marini. Líneamenti di /iloso/ia del diritto. Diritto naturale e scienza dello Stato in compendio,

Laterza, Barí, 1 987, § 257 e ss.), nella sua " relazione estema" (§ 3 2 1 e ss.) e neila "storia mondiale" (§ 3 4 1 e ss.). Marx colloca la visione storico-politica di Hegel ad un livello economice fondarnentale. [11 termine hegeliano bürgerliche Gesellscha/t, viene tradotto da Dussel con "sociedad burguesa " . Per ragioni dí coerenza interna al testo di Dussel lo rendiarno con "societií borghese" , segnalando che que! con­ cetto hegeliano meglio verrebbe reso con " societa cívile" (N .d.C . ) ] . 1 6 MARX, Grundrisse, in ME\V 42, p . 42, trad. i t . cit. , p. 3 7 . 1 7 MARX, Il capitale, Terzo Libro, cap. 6, in MEW 2 5 , p. 627, trad. i t . , p. 7 1 3 . Cfr. G . Winkler, Zu einigen Aspekten des Buches vom Gmndeigentum. i n AMEF, n . 2 0 ( 1 986) , pp. 8 1 -92. i s Lettera a Engels del 2 aprile 1 85 8 (si veda MEW 1 9, pp. 3 12-3 15, trad. ít. a cura di M. Montinari, Opere, XL. Lettere 1 856-1 859, Editori Ríuníti, Roma, 1973, p. 3 30). Cfr. M. ZrMMERMANN, Einige Überlegungen zum Buch über die Lohnarbeit, in AMEF, n. 20 ( 1986), pp. 93- 1 0 3 . t9 1l capitale. cap. 5 . i n lvIEGA II/5, p. 440, trad. i t . cit., p. 593 (cap. 1 8 ) . Considereremo le correzioní dalla prima alla seconda edizíone del tomo l d e Il capi­ tale (si veda di seguito il capitolo 5 ) . 2 ° Cfr. G . WILLING, Einige Bemerkungen zur Materialgrundlage des Buches vom Staat, in AMEF. n. 20 ( 1 986), pp. 1 04- 1 15 ; S. KuNTZ, Presupuestos metodológicos de la cuestión de la dependencia, tesi, Facolta dí Scíenze Politiche, UNAM, 1 985, pp. 60ss. 21 Grundrisse, in MEW 42, p. 42, trad. it., p. 3 7 . 22

Ibidem.

H EG EL Lineamenti difiloso/ia del diritto, cit., § 322. 2 4 MARX, Grundrisse, in MEW 42 , p. 42, trad. it., p. 3 7 . 2 5 Ivi, i n MEW 42 , p. 1 88 , trad. it., p. 2 4 1 . Cfr. K.-D. BLOCK, Der Aussenhandel und der Weltmarkt in den Aufbaupliinen von K. Marx, in " Arbeitsblatter zur Marx­ Forschung (A1\11EF) " , n. 20 ( 1 986). pp. 1 1 6-127. art. cit. , p . 12 1 . 27 Cfr. M . LESKE, Die Kategorie der Totalitiit in der marxistisch-leninistischen Dialektik, in "Deustche Zeitschrift für Philosophie" , n. 3 ( 1 978); M. Marxism and totality, Universíty of California Press, Berkeley. 1 984. 28 MARX, Grundrisse, in MEW 42, p. 154, trad. it., p. 1 90. 2 9 MEGA 11/3 , 4 , p . 1 3 85 , trad. it. di S . de Waal, Teone su! plusvalore, III, in K. MARX-E ENGELS, Opere. XXVI. Scritti economid, Editori Ríuniti, Roma, 1 979, p. 27 1 . 'º Cfr. D uss EL La producción teórica de Marx, cit., cap. 18; Hacia un lvfarx desconocido, cit .. cap. 1 5 . n MARX , Grundrisse, i n MEW 4 2 , p. 1 88, trad. i t . cit., p. 241 . L o stesso sí puo vedere in MEW 42, p. 2 0 1 . trad. it., p. 256. >2 Lettera del 2 aprile a Engels in ME W 29, p. 3 12, trad. it. cit., K. Marx-F. Opere, XL, p. 329. » Cfr. DussEL, Hacia un Marx desconocido, cap. 9. 23

,

,

246


3"

Cfr. M. MüLLER, Auf dem Wege zum Kapital, Berlina, DEB,

1978, pp. 13 1-

1 4 7. 35 MARX, Il capitale, Libro terzo, cap. 2, in MEW 25, p. 207 , trad. it. a cura di M. L. Buggeri, Editori Riuniti, Roma 19654, p. 24 1. Cfr. Marx-Lexikon zur politischen Ókonomie, 1, Otsuki Verlag, Tokio, 1968, ed. di Ohara lnstitut für Sozialforschung. t. 1, Konkurrenz, pp. 1 -3 5 9 (specialmente: " 3 2 . Konkurrenz auf dem Weltmarkt " ) . Cfr. Il capitale, i n ME W 25 , p p . 881 -882, trad. it. , pp. 991-992, ecc. 36 Cfr. V. S. WYGODSKIJ, Das Werden der dkonomischen Theorie van K. Marx, Berlín, Dietz, 1978, pp. 125 ss.; ID., Die Geschichte einer grossen Entdeckung, Verlag Mysl, Mosca, 1965, pp. 125 ss.; trad. it. di C. Pennavaja, Introduzione ai "Grundrisse" di Marx, La Nuova Italia, Firenze, 1 974; W .J.-R. N1ETZOLD, Probleme der Entwicklung des Kapitalsbegriffs van K. Marx in den Jahren 1 857-1 863 , in "Marx­ Engels-Jahrbuch " , n. 1 ( 1 978), pp. 1 45 -74. 37 S i veda il mio La producción teórica de Marx, cit. 3 8 Si veda il mio lavoro gia citato su questi manoscritti Hacia un Marx desconocido. 3 9 Si veda L. l\11sKEWITsc11-M. TERN OWSKI - A . TscHEPURENKo-W. WYGODSKI, Zur Periodisierung der Arbeit van K. Marx am Kapital in den ]ahren 1863 bis 1867, in "Marx-Engels Jahrbuch" n. 5 ( 1 982), pp. 244-3 22; e T. ÜTANI, Zur Datierung der Arbeit van K. Marx am II.und III. Buch des Kapitals, in ''Internatio11al Review of Social History", XXVIII ( 1 983 ) , pp. 9 1 - 104. -'0 Il capitale, II, Prefazione, in MEW 24 , p . 8, trad. it. a cura di R. Panzieri, Editori Riuniti, Roma, 19653, p. 10. 41 Il capitale, III, Prefazione in ME W 25, p . 1 1 , trad. it., p. 1 1 . 42 1 1 1 5 agosto Marx scrive che sta lavorando al "manoscritto per la stampa" (MEW 3 1 , p . 368, trad. it. cit., K. MARX-F ENGELS, Opere, XLI, p. 405 ) . 4 3 Pubblicato per la prima volta i n traduzione russa a Mosca ne! 193 3 da! IML, ora in edizione critica: MEGA II/ 4, 1 , pp. 24-130 e "Einzelne Seiten" , pp. 6-2 3 , trad. it. a cura di M. Di Lisa con pref. di N. BADALONI, Risultati del processo di produzio­ ne immediato. Capitolo VI del libro I del "Capitale", Editori Riuniti, Roma, 1984. 4 4 MEGA II/4, 1 , pp. 1 3 7 -3 8 1 . Engels si sbaglia a datarli tra il 1865 e il 1 867: cfr. Il capitale II, prefazione; MEW 24, pp. 8- 1 1 , trad. it., pp. 1 0 - 1 2 . 4 5 Pubblicato i n MEGA II/4, 2 ( 1 992 ) . 4 " Queste son o l e pagine d i cuí parla Marx, quando scrive a J.P. Becker: "<levo trascrivere circa 1200 pagine di manoscritto" (!ettera del 13 gennaio 1866; MEW 3 0 , p. 492, trad. it. cit., K . MARX-F ENGELS, Opere, XLII, p . 5 39). 47 WYGODSKI, Zur Periodisierung der A rbeit van K. Marx, cit., pp. 3 07 ss. 48 11 3 1 luglio 1 865 diceva: "mancano da scrivere ancor tre capitoli " del libro III: MEW 3 1 , p. 1 3 2 , trad. it. cit., MARX- ENCELS , Opere, XLII, p. 1 4 2 . 11 capitolo 4 si dividera in 2 , e !'ultimo capitolo sara eliminato. 4 9 ÜTANI, Zur Datierung der Arbeit van K. Marx, cit., p. 104. 5 0 Nell'IISG di Amsterdam, sotto la codificazione A 64 (antica catalogazione: A 50-52). Probabilmente scrisse anche qualcosa sulla rendita differenziale per il libro III durante questo periodo (B 1 05 ; A 58b-j) . ' 1 Il capitale, 1, cap. 2 . in MEGA II/5 , p p . 1 0 2 ss.; trad. it., pp. 179ss. Cfr. L.


M1sKEWITSCH-\X1. \XTYGODSKI,

die Arbeit von Marx am I und III. Buch des

Kapltals in den Jahren 1866-1 867, in " Marx-Engels-Jahrbuch" , n. 8 ( 1985), pp. 198-

2 12 . 5 2 Cfr. l. ANTONOWA, Der Platz des sechsten Kapitels Resultate des unmittelba­ ren Produktíonsprozesses in der Struktur des Kapitals, in "Beitrdge zur Marx-Engels­ Forschung" , n. 1 1 ( 1 982), pp. 63 -72. 11 testo sí trova in MEGA JI/ 5 , p. 6 1 9 (si veda supra cap. 1 .4). Il capitale, 1 , cap. 1 in MEGA II/5, pp. 1 7 -5 1 , trad. ít. in K. M/\Iüc, L'analisi ualore, a cura di C. Pennavaja, Laterza, Roma-Barí, 1976, pp. 3 -54. MEGA II/5, pp. 626-49, trad. ít. in MARX, L'analfri della forma valore, cit . ,

pp. 65-94. foi, p. 1 5 , trad. it. cit., p. 3 5 .

MEW 31 , p . 1 32 , trad. it. i n MARX-ENGELS, Opere, vol. XLII, cit., p . 1 42. AíEW 3 1 , p . .5 3 4 , trad. ir. in MARX-ENGELS, Opere, vol. XLII, cit., p. 580. 5 ' Grundrisse, in A'1EW 42, p. 239, trad. it. cit., p. 3 10 . 5 9 MEW35, p. 465. 1 1 "tomo I I " contiene i libri l I e III. L.A. LEON1'.J LW, Engels und die okonomiscbe Lehre des Marxismits, Berlín. Akademie Verlag, 1 970 in parti­ colare cap. 8: " 11 lavoro dí Engels ne ll capitale dopo la morte di Marx" pp. 3 0 1 3 38 ) . 60 MEW 36, p . 3 . 61 MEW 3 6, p. 9 .

NOTE ALLA PRIMA PARTE: L A TERZA REDAZlONE D E U . C/\PlTALE 1 Sí veda íl mio Hacía un Marx desconocido, cit. , cap. 1 3 , dove viene descrit­ to come Marx torni aí temí del futuro libro I dopo aver lavorato su temí deí librí II e III ( cfr. anche iui, cap. 12). MEW' 3 0, p. 359, trad. it. a cura di M. Montinarí, Opere, cit., vol. XLI, p. 395 . 3 M EW 30, p . 368, trad. ir. cit . , Opere, XLI, p. 405. 4 Lettera a J. \Xleydemeyer del 29 novembre 1 864 (MEl\7 3 1 , p. 428, trad. it. a cura di M. Montinari, Opere, cit., vol. XLII, p. 47 1 ) . e a Kuc;ELMANN (ivi, p. 430, trad. it. cit . , Opere, XLII, p . 473 ). MEW 3 1 , p. 4 18, trad. it. cit., Opere, XLII, p. 460. 6 MEW 3 1, p. 430, tmd. ir. cit., Opere, XLII, p . 473 . MEW 3 1 , pp. 1 3 4 , 176, 269, 2 7 3 , 28 1 , 430, 497, trad. it. cit . Opere, XLII, pp. 144, 1 9 1 - 1 92 , 2 98, 3 0 3 , 3 1 1 , 4 7 3 , 544. Si veda H. \XTOLF, Otto Meissner, der erste Verleger des ,, Kapitals " uon Karl A1arx, in "Beitrage zur Geschichte der Arbeiterbewegung", Heft 5 ( 1967 ) , pp. 838-43 . ME\V 3 1 , p. 1 17 . trad. it. cit., Opere, XLII, p. 126. '' ME\V 3 1 , p . 468, trad. it. cit., Opere, vol. XLII, p. 5 13 . "Kerl" significa " ragazzo, , in senso díspregiativo, diminutivo o familiare. w Ma si vedano. per la torsione schellinghiana che Dussel imprime alla logica marxiana, "Marx contro e "Hegdismo di Marx. La dialettíca del Capttale''. corrispondenti al cap. 9 e 1 0 di El Ultimo Aiarx e gíil editi in E. Dc�SEL, Un ]\.iarx .


sconosciuto, manifestolibri, Roma, 1999, pp. 77- 1 9 1 [n.d.c. J . MEW 3 1 , p . 122, trad. it. cit., Opere, XLII, p . 1 3 1 . MEW 3 1 , p . 178, trad. it. cit., Opere, XLIL p . 1 94 .

l J MEW

3 1 , p. 492, trad. it. cit., Opere, XLII, p . 5 3 9.

NOTE AL CAPITOLO

l . lL

RfSULTATO DEL PROCESSO DEL CAPITALE

1 K. MAR.X, Resu!tate des unmíttelbaren Produktionsprozesses, in MEGA II/4 , 1 , p. 19. Si t ratta del Manoscrítto A 56 dell'IISH (Amsterdam) . 2

E . Korr, Bemerkungen zur Frage existíerte eine 3 . Rohentwurftvariante des

ersten B(/!1des des Kapitals, in «Beitrage zur Marx-Engels Forschung» (BMEFl , n . 1 1

( 1 982 ) , pp. 7 3 -80; \Y!. SorwARZ, Vom Rohentwurl zurt1 Kapital, Verlag das europfü­ sche Buch, Berlín, 1 97 8 . > Nella nota 43 della Prefazíone abbiamo indicato l a collocazione delle " singo­ le pagine (Einzelne Seiten)" e del Capitolo VI inedito. Esiste un'edizione anteriore di Mosca, IML, 1 93 3 , pp. 2 3 0-266 per queste pagine separare. Nell'edizione della MEGA Il/4, pp. 6-2 3 . 4 Capitolo VI inedito, in MEGA II/4, 1 , p . 2 4 ; trad. it. cit., p . 48. 5 Questo calcolo risulta se recuperiamo le 106 pagine del capitolo I che Marx non scrisse nel 1 863 - 1 864, giacché l'edizione del 1867 aveva 756 pagine (756-650"" 1 06), includendo il capitolo delraccumulazione, il sesto. 6 Einzelne Seiten, in MEGA II/4, l , pp. 6ss. Il capitale ( 1 867 ) , in MEGA , 11 /5 , pp. 124 - 127. 8 Cfr. ad esempio Einzelne Seite11, in MEGA , II/4 . J , p. 6. 9 Cfr. ad esempio I! capitale ( 1 867) in MEGA 11/5, p.124. Inoltre Marx copia il testo dei Manoscritti del '61 - '63 {MEGA II/3 , l , pp. 46-47 ) , dove usava "capacita d i lavoro". Questi "tre" estratti W capita!e 1 866, quello corrispondente al líbro I dei Manoscritti del '61- '63 e il libro I del '63 -'64) devano essere riferiti all'estratto anco­ ra precedente dei Grundrisse, quaderni IL 18 e III. 2 1 ( Gru11drisse, in MEGA , I I/ l , pp. 177 ss., trad. it. , cit., 1 , pp. 228 ss.). 1 ° Capitolo VI inedito, in MEGA I l/4 1 , p. 71; trad. it. cit., p. 99. 1 t Il capítale ( 1 867), in AIEGA Il/5, pp. 1 65 · 183 e pp. 367-377 ; pp. 2 4 1 -248. Il ríferimento e ai t esti della MEGA II/3 , 1 , pp. 167· 170 e 1 72 - 175 (cfr. infra, cap. 4.3 ) . Avevamo letto qualcosa precedentemente: "TI risulrato del processo della p roduzione capitalista non e solo merce e plusvalore, ma anche la riproduzíone di questo stesso rapporto" (MEGA Il/4, 1 , p. 1 02 ) : si tratta delle tre sezioni del '"'ªll"'Jw ,

VI i11edito. 13 ME\V 3 1 , p. 1 74 , trad. it. cit., Opere, XLII, pp. 1 89 - 1 90 .

14 Il capitale ( 1867 ) , in MEGA II/5, pp. 1 77-240 (MEW 2 3 , pp. 245- 3 2 0 , trad. it., cit., cap. 8, pp. 265-33 9 ) . Si confronti questo testo con le pagine indicate nella nota 1 1. Marx utilizza alcuni fogli del 1863 -64 all'inizio della trattazione sulla nata lavorativa" e, come tema a parte, alla fine del "saggio e massa del plusvalore''. 15 I! capitale ( 1 867) , in MEGA II/5. p . 1 67 (MEW 2 3 , p. 236, trad. it. , cit., cap.


7 , p. 256) 16 Einzelne

in MEGA Il/4, 1, p. 12.

17 Il capitale ( 1 867), in MEGA II/5 , pp. 448-454. Il testo termina con interes­

santi aspetti teorici della questione che abbiamo chiamato "nazionale" (la "giornata nazionale di lavoro" ) .

18 Einzelne Seiten, in MEGA II/4,1 , p. 1 8 .

19

20

624).

It capit.ale ( 1867 ) , í n MEGA Il/5 , p p . 4 13 -4 1 5 . Einzelne Seiten, in MEGA Il/4, 1 , p . 19. Nell capitale I, 6 (1\fEGA II, 5, pp. 622-

21

Nella prima edizíone, il capitolo sull'accumulazíone va dalla pagina 55 1 alla pagina 756 (205 diviso 1 ,5 = 136), cioe 136 fogli. Nel 1 863 - 1 864 occupava solamen­ te 60 fogli circa, sebbene si possano dare altre possíbilíta di calcolo. 22

ne

Einzelne Fussnoten, ín MEGA II/4, 1 , pp. 13 1 -135; queste corrispondono,

It capitale ( 1 867 ), alle pagine 5 99-630 e 688-69 1 , nota 220 di p. 7 18 , pp. 499-500,

700-701 e 652-657 (MEW 23, pp. 640-673; 726- 729; 760; .5 33 -534; 742-744; 693697, trad. it. cit., pp. 67 1 -704, 761 -764, 796, 557 -.559, 778-780, 725-729). 2 i Si veda il mio testo La producción teórica de Marx, cit., cap. 3 -4. 24

!vi, cap. 5.

25

Ivi, cap. 6. 26 Ivi, cap. 7 . 28

S i veda Hacia un Afarx desconocido, cit., cap. 3 . Ivi, cap. 4 .

29

lvi, cap. 5 .

30

Si veda La producción teórica de Marx, cit . , capp. 8-9. lvi, cap. 1 1 .

31 32

lvi, capp. 1 3 - 1 4. Ivi, cap. 15.

; -1

Si veda DussEL, Hacia un Marx desconocido, cit., cap. 3 . 1 . Hacia un Marx desconocido, cit . , cap. 12.2 . " MEGA II/3 , p . 1598; cfr. ;6 MEGA Il/3 , 5 , p . 1 8 6 1 . J 7 Ivi, p. 186 1 -2 . S í veda DvssEL, Hacia un Marx desconocido, cit . , cap. 12.5, per quanto ríguarda il tema delle varie pianificazioni . .is

Sí veda DussEL. La producción teórica de Marx, cit., cap. 16.4, p. 335, dove l'"accumulazione" appare come il punto d (Grundrisse, in MEGA, II/1 , pp. 858-859), e DussEL, Hacia un Marx desconocido, cit., "Palabras preliminares " ; sí veda poi Grundrisse ín MEGA, Il/1, pp. 969-974, e DussEL, Hacia un Marx desconocido, cit .. cap. 12.5, schema 25. 39

MEGA II/3 , 6 , p . 2039; cfr. Dussel, Hacia un Marx desconocido, cit., cap,

40

Si veda DussEL, Hacia un Marx desconocido, cit., cap. 13.2 (p. 270 e ss.) Sí veda l a nota 17. Capitolo VI inedito, in MEGA II/4, 1 , p. 46, foglío 455 , trad. it. cit., p . 7 1 .

1 3 .2 . 41 42

U n altro testo sulla stessa questione: " [ . .. ] cos'í come sono stati esposti ne! cap. II [ . . .] " : AfEGA II/4, 1 , pp. 93-29, foglio 47 1 , trad. it. cit., p. 128, dove Marx si riferi­ sce al "processo lavorativo" (cap. 3, 1 di Il capitale, 1867) . Ed inoltre: " Ne! cap. III

250


abbíamo seguito in modo circostanziato [ .. .] [ilJ plusvalore relativo" (llffGA II/4. 1 , p . 59, trad. it. cit., p . 130), che corrisponde al capitolo 4 del 1 867. D i nuovo su! " cap. III " (MEGA 11/4, l . p. 60, trad. it. cit., p. 1 3 1 ) , su! plusvalore relativo. 4 3 Sí veda l'Hegel-Lexikon (in G.W.F. \Verke, Frankfurt, Suhrkamp, 1 979) ai lemmi " Voraussetzung" e " Resultat" . 44 Gnmdrisse i n MEGA , II/ 1 , p. 368. trad. it. cit. , 11, pp. 80-81 . C í sono altri testí su questo tema nei Grundrisse. Si veda al ríguardo Antonowa, Der Platz des sechsten Kapitels, cit., pp; 63 ss. 45 Citeremo ne! testo le pagine del Capitolo VI inedito, come abbíamo giii indicato. nell'edízíone MEGA II/4 e nell'edízíone italiana cítata: «Il capítale e i suoi studi preparatori. Manoscritti economici 1863 - 1 86 7; Prima parte: Manoscritti economici 1 86 3 - 1865. Libro primo. 11 processo di produzíone del capitale. Capítolo sesto. Risultati del processo di produzione immediato» fin qui il títolo di questo volume: cfr. MEGA II/4, pp. 24- 1 3 0 . 46 Cí riferiremo a l Manoscritto I del líbro 11 (MEGA 11/4, 1 ) ne! nostro capitolo 3 . Afanoscritto V ( A 66), foglio 36 (IlSG, Amsterdam); Il capitale II, 3 (MEW 24, p . 9 1 , trad. it. cit., cap. 3 , p. 89) . 4 8 S i veda DussEL, Hacia u11 Marx desconocido, cit., cap. 5 .2-5.4 e cap . 1 3 .2 . 4 9 MEGA Il/3, 6 , p . 2 165. 50 MEGA II/4 , 1 , p. 124, trad. ít. cit., p. 165. 51 MEGA II/4, 1, pp. 5 1-91 , trad. ít. cit., pp. 79- 124, dove Marx ínserisce i fogli da! 96 al 1 07 con la numerazíone: 469 a-m. 52 MEGA 11/4, 1, p. 2 1 , trad. it. cit., p. 95. Si veda ll capitale I , 3 (MEGA II/5, p. 146). 5 1 Capito!o VI inedito, ín MEGA II/4 , 1 , p. 96, trad. ít. cit., p. 1 3 1 . 5 4 Si veda DussEL, Hacia un Marx desconocido, cit. , cap. 5 . Il testo s í trova nel Capitolo VI ined1to, ín MEGA, II/4 , 1 , p. 96, trad. ít., p. 13 1 . 5 5 MEGA II/5 , pp. 4 14 SS . 5 6 Marx parla poco dí questo tema ne Il capitale (MEGA II/5 , pp. 132, 14 1 142, 4 13 -4 1 4 , 4 7 3 -474 ) . A questo tema non e dedicato né un capitolo né un paragra­ fo particolare. La stessa espressione si trova nei Afanoscrittí del '61-'63: "Il capitale diven­ ta cosl un essere molto misterioso" : MEGA II/3 , 6, p. 2 163 . 58 MEGA II/4, p. 114, trad. ít. cit., p. 153. Espressione che appare esplícitamente neí Manoscritti del '61-'63. Si veda Hacia un Marx desconoddo, cit.. p. 282. <>0 Afanoscrítto principale del libro III, cap. 7,1 ( 1865) ; cap. 48 ( 1894). 61 C fr. J. CoNRAD, In welchen Etappen entstand das Manuskript des Forschung», n. 6 Hauptwerkes van Karl Marx?, ín «Beítriige zur ( 1 980), pp. 171- 172. 62 Si veda la posizione di I.A. Boldyrew ín Antonowa, op. cit, p. 72. 6 ¡ Cfr. W ScHWARZ, Vom "Rohentwurf' zum "Kapital", Verlag das europiiische Buch, Berlín, 1978, p. 198. 6 4 Manoscritto principale del libro III, cap. 7 ( 1865 ) , in MEGA 11/8, p. 85 1 ;

251


MEW 2 5 , p. 886, trad. it., cap. 5 1 , p. 997. b5 Infatti, ci sono vari argomenti per dimostrare questa affermazione. Il Capitolo VI i11edito divento "capitolo 7" nel foglio 2 7 1 del Manoscritto I ( 1 864 - 1 865) del libro III. Engels elimino il riferimento al capitolo (MEW 2 5 , p. 3 1 9, trad. it., p. 369). Nel foglio 4 1 5 , il vecchio capitolo 4 divenne il 5 (ME W 25 , p. 644, 18, trad. it. , p. 73 1 ) . Nel foglio 454 l' accumulazione occupa il capi tolo 6 i nvece del 5 . Viene indi­ cato come capitolo 3 quello che in precedenza era il 2 nel tema del processo di lavo­ ro e di valorizzazione (MEW 25, p. 843 , trad. it. , pp. 950-95 1 ) . Quindi, a meta del 1 865, Marx si convince della necessita di scrivere nuovamente il capitolo 1 sulla merce e il denaro. 66 Il capitale ( 1 867 ) , parte finale, in MEGA II/5 , p. 6 1 9 .

NOTE AL CAP. 2 L A CONFIGURAZIONE DEL PROCESSO COMPLESSTVO DEL CAPITALE 1 2

MEGA II/4 ,2 , p . 7 .

M . GoRBACIOV, Perestro;ka. Il nuovo pensiero per il nostro paese

e

per il

mondo, trad. it. Mondatori, Milano, 1987 3 , p. 25 . 3 Cfr. gli articoli di L. Miskewitsch-W. Wygodski e altri, gia citati, e quello di Teinosuke Otani, anch'esso gia citato piu sopra.

4 Nella versione della MEW, Bd. 25, l'indice si trova alle pp. 1 00 1 - 1 007.

5 Cosicché lo stesso M. Rubel si sbaglia quando, nella "Tavola comparativa" , parla d i "sezioni " e "capitoli" (K. Marx, Oeuvres, Economie, Gallimard. París, 1968, É dition établie par Maximilien Rubel. t. II, pp. 869 ss.) . Invece di 7 "sezioni" avreb­ be dovuto parlare di 7 " capitoli ". 6 Cfr. DussEL, Hacia 1111 Marx desconocido, cap. 12.5; cfr. MEGA II/3 ,5 , p.

1861. 7 Nel foglio 135 del capitolo 1 del Manoscritto principale Marx afferma: " Adesso, ottobre '64, nuova crisi. " Se il manoscritto fu iniziato in estate, Marx poté scrivere i 186 fogli fino a questa data (50 fogli del capitolo 2 e 1 3 6 del capitolo 1 ) . 8 MEGA II/3 , 5 , p . 1 8 1 6 e p . 1 8 17. 9 Cfr. MAILX, Oeuvres. É dition Rubel, cit., t. II, 943 nota 2. io Si veda MEGA II/ 4 , 1 , p. 189. In entrambi i casi usa le stesse parole "[ ... ] in seinen allgemeinsten Zügen entwickelt ". 11 S i veda, per i l tema capitale-denaro, MEGA II/4 , 1 , pp. 195 . 12 Si veda ivi, pp. 359, punto 6, tutta la questione de "L'accumulazione mediante circolazione di denaro". 13 Cfr. Wn;oDSKI, Zur Periodisiemng der Arbeit van K . Marx, cit., p . 320. i� Ibidem. i5 Del citato manoscritto A 80 (A 54) nell'IISG (Amsterdam). i 6 Grundrisse, I, cit., p. 2 1 . trad. it. cit., I, p. 2 7 . Cfr. DussEL, La producción teórica de Marx, cit., cap. 2 (pp. 48ss.); cap. 16. 1 (pp. 322 ss.). 1 7 Grundrisse 1, cit., p, 2 1 , trad. it. cit., I , p. 26. i8 Ibidem. i 9 Ivi, p. 2 1 , trad. it. cit . , I , p. 27.

252


20 !vi, I I , p. 48, p. 452, trad. it. cit., II, p. 202 (cfr DusSEL, La producción teó­ rica de Marx, cit., cap. 1 3 .3 , pp. 258ss.). 21

23

L p.

p, 324, trad. it. cit . , p. 435.

Iví, I , p. 409, p. 353 . trad. it. cit., I I , p. 67 .

Cfr.

Hacia un Marx desconocido, cit., cap. 9 . 1 .

1v1EGA II/3 ,3 , p. 685. lvlanoscritto prindpale, cap. 2, 3 ; MEW 25, p. 194 , trad. it., pp. 227-228. II tema viene trattato da Marx dal foglio 178 (Manuscrito A 80) . 26 !vi, p. 207, trad. ir .. p. 241. 27 segue molto da vicino il testo dí Marx, ma unisce frasí ed elimina espressioni. Modifica "capacita di lavoro" in "forza lavoro" . 28 Prologo di Engels al tomo 111 de Il capitale, in MEW 25, p. 12, trad. ir., p. 11. Si trovano in ME W 25. pp. 42-50, trad. ít .. pp. 58-66, a partire da: «La circostanza (Der Umstandl .. ». Per esempío nella nota 61 del foglío 4, Marx scrive: Malthus, "Capital..." (86, Definitions. . . , L. 1827) . Invece Engels ordina correttamente la citazione: "Capital.. . " . Malthus, Definitions of political economy, Londra. 1827, p. 86. 31 In MEW 25, pp. 4 1-42, trad. it., p. 58, copia il testo dal Foglio 4: «L Capitale anticipato Lst. 500= Lst. 400 per capitale speso in mezzi di produzione (prezzo dei mezzi stessi) + Lst. 100 per capitale speso in lavoro . . . ». 32 U sato da Engels, per esempio, in MEW 25 , pp. 59ss., trad. it., pp. 77. 33 Prologo del tomo III, in MEW 25. p. 12, trad. ir., p. 12. " Cfr. MEW 25, p. 53, trad. it., p. 69: «alla superficie dei fenomeni (der ·

Oberfliiche der Erscheinungen)». 35

rn

Cfr. il mio libro La producción teórica de Marx, cap. 1 5 . 1 (p. 3 04). 1víanoscrítto principille, cap. 1; MEW 25, p. 55, trad. ir., p. 7 1 . Ivi, Foglio 76; MEW 25, pp. 97-99, trad. it., pp. 120-12 1 . La producción teórica de Marx, cap. 1 7 .2 (pp. 343ss.) L'" esisten-

Cfr.

za (Exístem:)" appartiene alla "cosa Wing) " in quanto rispetta le " condizioni per essere tale dall'essenza come fondamento (Cfr. HEGEL, \Verke, cit., Bd. 4, p. 174. trad. it a cura di P Giuspoli, in ID., e sistema delle scienze particolari (18 10- 1 8 1 1), Verifíche, Trento 2001, p. 88; ID., W'erke, cit., Bd . 6, pp. 1 19123 , trad. it. dí A . Moni con revisione di C . Cesa, Scienza della logica, Tomo secan­ do, Laterza, Bari 19682, pp. 5.3 1-53 5 ; lo. , Werke, cit., Bd. 6, pp. 236-261, trad. it. a cura di N. Merker con aggiunte di A. Nuzzo, Enciclopedia delle scienze filosofiche i11 Roma-Bari 2002, pp. 126- 1 3 7 ; lo., Werke, cit. , Bd. 20, pp. 172compendio, 73 ) . Per Marx la "merce" e l"'ente (Dasein ) " esistente ma non ancora "reale (wir­ klich l " .

3 9 Realta ( Wirklichkeit) non e uguale a Realitiit !momento preliminare: cfr. "realta (effettivital Register, cit., pp. 523-524) . Hegel e Marx usano

reale (rea/e Wirkllchkeit) " : HEGEL, Werke, Bd. 6, pp. 207-2 1 3 , trad. it. di A. Moni con revisione di C. Cesa, Scie11za della logica, Tomo secondo cit. , pp. 6 16-62 1 . Per questo Marx parla di " realta" nel senso dí momento di ció che e concreto. comples­ so, superfíciale Wvello del libro III, e non del libro I).

2 53


40

Per Marx " Pluralita ( Vielheit)" e il luogo deí "molti" capitalí (per íl concet­

to hegeliano si veda HEGEL, Werke, cit., Bd. 20, p. 708). " Repulsíone" e "attrazione" hegeliane: cfr. HEGEL, Werke, cit., Bd. 20, p. 545 (Repulsion) e p. 55 sano 41 42 43

Manoscritto principale, cap. l; MEW 25 , pp. 57-58, trad. ít., pp. 73 -75. Ivi, p . 55, trad. it., p. 7 1 .

Ivi, p . 58, trad. it., p . 74. 44 Cfr. DussEL, Hacia un Marx desconocido, cit. , p aragrafi 10.2, 1 1 .4, 12 . l , 12.3 . 45

Sul tema della "trasformazione" forse la critica píu conoscíuta e quella di Piero

Sraffa Production o/ commodities by means o/ commodities. Prelude to a critique of eco­ nomic theory, Cambridge Uníversity Press, Cambridge, 1 960, trad. it., Produzione di merci a mezzo di merd: premesse a una critica della teoría economica, Einaudí, Torino 1960; su ció si veda anche Ian Steedman, Paul Sweezy, Anwar Shaikh ed altri, The value controversy, Verso, London, 1 98 1 , dell'ultimo dei citati, si veda il suo contributo "The poverty of algebra" , in ivi, pp. 266-300; e dí I. STEEDMAN, Marx a/ter Sraffá, Verso, London, 198 1 , trad. it., Marx dopo Sraf!a, Edítorí Ríunítí, Roma, 1 980. Frank Hínkelammert, in un inedito intitolato La coherencia lógica de la construcción de una cer­ canía patrón (San José, 1988), dice nel capitolo 1 2 su "Le posizioni ideologiche di Sraffa " , dopo una lunga dimostrazione matematica delle incoerenze della suddett.a posizione: "Le posizioni ideologiche di Sraffa sano due, che alla fine si possono riuni­ re in una sola. La prima e la tesi secondo la quale si puó concepire un sistema dí zí, ne! quale i prezzi risultípo direttan1ente dai metodi di produzione. Questo una tesi aggiuntiva, secondo cuí e possibile concepire un processo dí produzíone nel quale la totalitd degli uomini venga considerata come mezzo di produzione. La seconda posízione ideologica di Sraffa e che e possibile pensare un processo di produzione in cuí il saggio di profitto sia l'unita di misura invariabile, tecnicamente determinara, in relazione alla quale la quantita di lavoro (comprabile) e il salario sono variabili. Ció implica sostenere la possibilita di lin1ítare il significato della quantita di lavoro, che divíene unícamente il riferimento dell'imputazione dei salari, e pertanto implica anche la possibilita di superarla con vantaggio come unita di misura" (p. 1 15). Nel capitolo 1 3 ( "La metodología d i Sraffa"), scríve: " I pilastri dell'argomentazione d i Sraffa sono pre­ tenzíosamente tecnici. Comincia con un prezzo, che secando lui emerge direttamente di profitto retto da un eccedente tec­ dai metodi di produzione. E fi.nisce con un nícamente detenninato. Tutto e tecnico - ma risultato non lo e. Le due posizíoni ideo­ logiche di Sraffa che abbiamo analizzato si assomíglíano in questo". (p. 13 5) Sí sta orga­ nizzando un seminario specifico sul tema, e speriamo di poter pubblicarne gli atti per aprire nuovamente il dibattito "in difesa dí Marx" contro positivirti ed empiristi. Si veda R. BHASKAR, Scientific realism and human emancipation, London, Verso, 1986, special­ G. McCAJffHY, Marx' critique of saence and positivism, mente il capitolo 3 . E, Boston, Kluwer Academic Publ., 1987. Da un punto di vista marxista si veda E. MANDEL, Kontroversen mn "Das Kapital", Dietz, Berli.n 199 1 , in part.: ,,Das Trans­

formatio.nsproblem" , pp. 212 ss . Mi e arrivato tra le maní, nel momento delle correzío­ ni, !'opera di R. ROJAS, Das unvollendete Projekt. Zur Entstehungsgeschíchte von Marx .

"Kapital", Hamburg, Argument, 1989, dove viene affrontata la questione: ("Das Wert­ Preis-Transformation-Problem " , pp. 208ss.l.

254


4 6 Ivi, cap. 2; MEW 25, pp. 176-178, trad. it. , pp. 208-209. 47

Ivi, cap. 1; MEW 25, p. 57, trad. it., p. 7 3 .

4 8 lvi, cap. 2 ; MEW 2 5 , p. 178, trad. it., pp. 209-2 10. 49 lvi, cap. 2; MEW 25, p. 186, trad. it. , p. 2 19. Cfr. lo stesso concetto in ivi, p. 189, trad. it., p. 222. Si veda: "Lo scambio o la vendita delle merci al loro valore costituisce la legge razionale" (ivi, p. 197, trad. it., p. 23 1 ) . 50 Ivi, cap. 2; MEW 25, p . 158, trad. it. , pp. 188-189. 5 1 Ivi, cap. 2 ; MEW 25, p. 167 , trad. it., p. 198. Si veda il concetto di "scienza" come sviluppo del concetto in Marx ne! mio Hacia un Marx desconocido, cit., cap. 14.3. 5 2 Manoscritto principale, cap. 2 ; MEW 25, p. 158, trad. it. , p. 1 88. 53 Ibidem. 54 Cfr. il mio Hacia un Marx desconocido, cap. 12.5. 55 Cfr. DussEL, La producci처n te처rica de Marx, cit., cap. 8 (pp. 160 ss, ) . 5 6 Come nei Grundrisse, m a a d un grado d i elaborazione inferiore rispetto al Manoscritto principale, cap. 2. 57 Manoscritti del '61 - '63, in MEGA 11/3 , pp. 1 816-17. 58 Manoscritto principale, Foglio 156; MEW 25, p. 152, trad. it. , p . 182. 59 Ci troviamo al livello del "concetto" di capitale, e non solo del capitale in generale (M체LLER, Auf die Wege zum Kapital, cit., pp. 1 3 1 ss. ) . 60 Manoscritto principale, cap. 2, Foglio 168; MEW 25, p. 166, trad. it., p . 197. Cfr. anche MEW 25, p. 151 ss., trad. it., pp. 1 81ss. e MEW 25, pp. 167 ss., trad. it., pp. 198 SS. 61 Espressione poco usata da MARX: ivi cap. 2; MEW 25, p. 1 89, trad. it., p. 222. 62 Cfr. ivi, cap. 2 ; MEW 25, pp. 166-168, trad. it., pp. 197- 199 e MEW 25, p. 206, trad. it., p. 240. 63 Cfr. ivi, cap. 2 ; MEW 25, p. 2 1 8, trad. it., p. 255 . 64 Ivi, cap. 2; MEW 25, p. 197, trad. it., p. 2 3 1 . 65 lvi, cap. 1 ; MEW 25 , p . 47, trad. it., pp. 63-64. 66 Per esempio, in Ivi, cap. 2; MEW 25, p. 208, trad. it., p. 242. Cfr. DussEL, Hacia un Marx desconocido, cit. , cap. 9.5 . 67 lvi, p. 175, trad. it. , p. 206. 68 Cfr. ivi, p. 190, trad. it., p. 223 . 69 Cfr. ibidem. 7째 Cfr. ivi, pp. 191- 194, trad. it., pp. 224-228. 71 Ivi, p. 1 87 , trad. it., p. 220. Cfr. ivi, p. 188, trad. it., pp. 22 1 -222; ivi, pp. 1901 9 1 , trad. it., pp. 223 -225 . 72 Cfr. ivi, pp. 168 ss., trad. it., pp. 198 ss.; ivi, p. 175, trad. it., p. 204; ivi, p. 206, trad. it., p. 240. 73 lvi, p. 167, trad. it. , p. 198. 74 Ivi, p. 175, trad. it., p. 206. 75 Sara la "media" di un periodo. 76 11 prezzo finale, concreto, reale, determinato dall'offerta e dalla domanda ultime: abituali, quotidiane.

255


77 Manoscritto principale, cap. 2; MEW 25, pp. 1 8 8- 1 89, trad. it., p. 222 . 78 lvi,

p. 2 1 9, trad. it . , p. 25.5 .

79

Ibídem.

80

Cfr. ivi, pp. 1 99-200, trad. it., pp. 2 3 3 -234; ivz, p. 207, trad. it., p. 24 1 . Ivi, p. 202, trad. it ., p. 2 3 5 .

81

82

Cfr. ivi, p p . 200-205, trad. it., p p . 233 -239. foi. p. 207 , trad. it., p. 2 4 1 .

84 lvi, p. 208, trad. it., p . 242. Crediamo che i restanti punti, il 5 ) (fogli 1 96 e ss. del Manoscritto) e le "Osservazioni" (fogli 199 e s s . ) , siano stati chiariti con

quanto detto (capitoli 1 1 e 1 2 dell'edizione di Engels ) . Vorremmo, tuttavía, ripor­ tare una nota conclusiva: "La fo rma definitiva dei rapporti economici. quale sí manifesta alla superficie, nella sua esistenza reale, e quindí ! ' idea che gli agenti atti­ vi e passívi di tali rapporti cercano di farsene per arrivare a comprenderli , differí­ scono considerevolmente dalla intima, essenziale, ma nascosta struttura fondamen­ tale di questi rapporti e da! concetto che ad essi corrisponde. " princi­ pale, cap. 2 , " N achtriíge " ; MEW 2 5 , p . 2 1 9 , trad. it., p . 2 5 5 ) .

necessario riflette­

re qui su! fatto che quattro anni dopo la pubblícazione del tomo I de Il capitale

(solo sette dopo il Manoscritto p rincipale del tomo IIIl, W. S. Jevons ( 1 83 5 - 1 882) pubblica la sua opera The theory o/ politícal economy che (non Marx) riusd a conoscere: " socialismo volgare . . . edificato qui in sulla base della teoría del valore d'uso e dell'utilita marginale dí Jevons e Menger " (MEW 25, p. 1 7 , trad. ir. , p . 1 7 ) . Cío che Engels non immaginava, pero, era che William S .

Jevon, Car! Menger e Leon Walras avrebbero dato al capitalismo la s u a nuova legittimazione teorica. Manoscrítto príncipale, cap. 3, Foglio 203 ; MEW 2.5 , p. 22 1 , trad. it., p . 259; !'ultimo esempÍo e: " se V = 4 00 " . Si'

Si veda i l mio libro sui Grundrisse: L a producción teórica de Marx, cit., cap.

9.4 (pp. 1 88 - 1 90), l'intero cap. 10 (pp. 1 9 1 -2 1 1 ) e il cap. 1 5 . 1 . (pp. 3 02ss. ), dove si mostra che Marx arriva, in alcuni sviluppi, molto lontano di quanto non faccia in questo capitolo 3 del Manoscritto principale. Sui Manoscritti del '61-'63, si veda il mio libro Haaá un M�arx desconocido, cit., cap. 1 0.4. 87

88

1\.1anoscritto principale, cap. 3; MEW 2 5 , p. 245, trad. it., p. 287.

D. RICARDO, Suí príncipi dell'economtá política e della tassazione. trad. it.

ISEDI, Milano 1 976. p. 84. 89 Ivi, p . 86. 90

Si veda la critica a PAUL SwEEZY ( The theory o/ capitalist development,

Oxford University Press, Oxford, 1 942, trad. it. a cura di C. Napoleoni, La teoría dello svíluppo capitalistico, Bolla tí Boringhierí , Torino, 1 97 6) e J OAN RomNSON (An essay on 1\1arxian economic, New York, 1 949, trad. it., Afarx e la scienza economica,

La Nuova Italia.

1 97 5 ) , in R. RoSDOLSKY, op. cit. l'appendice alla V (ivi, .

pp. 440 ss. ) . Sí veda anche G. MARRAM AO , Il político e le sue tras/ormazioni: critica del capitalismo e ideologie della crisi tr11 anni '1enti e anni Trenta, De Donato, Bari

1 97 9 . In particolare H. GROSSMA'.'N ,

ll crollo del capitalismo:

la legge dell'accumu­

lazione e del crollo del sistema capitalista , �ilano, Jaca Book, 1 97 7 ; sull'America

Latina sí veda ivi, pp. 3 7 1 ss . ; dello stesso autore. Saggi sulla teoria de/le crisi: día-

256


lettica e metodica ne! "Capítale", trad. it. De Donato, Bari, 1975. 91 Cfr. T. Dos SANTOS, Imperialismo y dependencia, Era, México, 1978, trad. it. La nuova dipendenza: struttura politico-economica della crisi latinoamericana, Jaca

Book, Milano, 1 97 1 . L'autore decide di non trattare la crisí dovuta al calo tendenzia­ le del saggio di profitto, e con ció sembrerebbe essere d'accordo con P. Sweezy e P. Baran (cfr. Il capitale monopolistico. Saggio sulla struttura economica e sociale ameri­ cana, trad. it. Einaudi, Torino, 1968). 92 " Questa strategia rivoluzionaria si contrappone alla tendenza del rallenta­ negli ultimí quíndíci anni. Si sono verificati cambia­ mento dello sviluppo menti nel saggío di crescita del reddito nazionale": M. GoRBACIOV, La perestro¡ka nell'economia, trad. it., Rizzoli, Milano, 1988, p. 15. 93

Ivi, p. 23.

94

GoRBAcrov , Perestrojka, cit., ivi.

95

Ivi, pp. 17-18. % "In un paese sottosviluppato (unterentwickelten)" e un'espressione di Marx: 1'vfanoscritto prú1cipale, cap. 3 ; lvIEW 25, p. 224, trad. it ., p. 262). Richiama l'atten­ zíone (certamente per influenza di Ricardo) l'importanza che Marx assegna alla que­ stíone centro-periferia in questo capitolo del Ma11oscritto pri11cipale. Dal principio si incontra con frequenza il " concetto di dipendenza" : ''Cío che vale in un paese per differenti e successivi gradi di sviluppo, vale anche per differenti gradi di sviluppo scarsamente progredito [ ... ] contemporanei e coesistenti ín diversi paesi. In un La differenza fra questi due saggi nazionali del svil uppo della p roduzíone capítalistica e diverso

[ ... ] Paesí in cuí il grado di

"

: ivi, MEW 25, pp. 224-225 ,

trad. it., pp. 262-263 . Ivi, cap. 3 ; MEW 25, p. 266, trad. it. , p. 3 09. Cfr. ivi, p. 270, trad. it., p. 3 13 . 98

lvi, p . 235 , trad. it., p. 273 . Cfr. ivi, p. 235, trad. it., pp. 273-274; ivi, pp. 2402 4 1 , trad. it., p. 280. 99 Ivi, p. 275 , trad. it., p. 3 1 9. Cfr. pp. 267-268, trad. it., pp. 3 10-3 1 1 ; ivi, p. 269, trad. it., pp. 3 12-3 1 3 ; ivi, p. 273, trad. it., pp. 3 1 6-3 1 7 ; iví, pp. 275-277, trad. it., pp. 3 18-32 1 . too Ivi, p. 240, trad. i t . , p. 2 7 9 . Cfr. pp. 236-237, trad. í t . , pp. 275-276; zvi, p . 2 3 9, trad. it., p . 2 7 8 ; ivi, p. 269, trad. ít., pp. 3 1 2 - 3 1 3 ; ivi, p. 275 , trad. it., pp. 3 1 83 1 9. mi Cfr. ivi, p. 269, trad. it., p. 3 12 . Cfr. ivi, pp. 240-24 1 , trad. it., p. 279; ivi, p.

243 , trad. it., p. 284. 1 º2 Ivi, p. 24 1 , trad. it . . p. 2 8 1 . wJ 1º4

Cfr. ivi, p. 269, trad. it. , p p . 3 1 2-3 1 3 . Ivi, p. 269, trad. it., p . 3 12 .

105 Ivi, p . 258, trad. it., p . 3 00. Cfr. ivi. p . 246, trad. it., p . 287; ivi, pp. 258-259, trad. it., pp. 300-302; ivi, p. 262, trad. it., pp. 3 04 -305; ivi, p. 265, trad. it., p. 3 08. l06 Cfr. ivi, pp. 25 1 -252, trad. it., pp. 293-294; ivi, p. 274, trad. it., pp. 3 1 7-3 18; ivi, p. 276, trad. it., pp. 3 1 9-320. 107

Ivi, p. 232, trad. it., p. 270. Ivi, p. 259, trad. ít., p. 3 02 . w 9 Ivi, p p . 225-226, trad. i t . , p. 264. 108

257


1 10

Sí consíderi la questione nei Grundrisse: cfr. DussEL, La producción teórica

de Marx, cit., cap. 10. 111

m

Manoscritto principale, 13; MEW 25, p. 223 , trad. it . , p. 2 6 1 . "Moglichkeit" come condízione ontologíca del possibile perché essenziale.

Cfr. DusSEL, Hacia un Marx desconocido,

cap. 10.4: "La possibilítd generale,

astratta della crísí, vale a dire nient'altro che la forma piU astratta della crísi " : Manoscritti del '61-'63, i n MEGA 11/3 , p . 113 1 ) . 113 Come cío che si oppone a "contingente": se c'e capitale nel senso stretto, <leve esserci una diminuzione del saggio di profitto; non puo non essercí. 114

115 1 16 117 118

Manoscritto prz'nczpale, cap. 3 ; MEW 25, p. 260, trad. it., p. 3 03 . Cfr. ivi, p. 269, trad. it., p. 3 1 3 . Cfr. ivi, p . 252, trad. ir., p . 294. Ibidem. Nel caso in cui non compromettesse, per esempio, un aumento del capita­

le costante. 119

120

Ivi, p. 244, trad. it., p. 286. Ivi, p. 248, trad. ít., p. 290.

NOTE AL CAP. 3 lL PROCESSO DI CIRCOLAZIONE DEL CAPITALE 1

Citeremo da Das Kapital. Ókonomisches Manuskrzpt 1863-1 865, Zweites

Buch (Manuskript Il, in MEGA II/4 , 1 (Berlín, Dietz, 1988 ) , p. 180 (trad. it. <leí cura­ tori). 11 Manoscritto I del libro U occupa le pp. 1 3 7 -3 8 1 . Questo capitolo fu scrítto in base agli appunti presi nel 1 987 nell'IML (Berlín) . D'ora in poi il ríferimento alla pagina sara inserito direttamente nel testo. 2 E Prefazione, in MEGA II/4 , p. 5 ; MEW 24, pp. 8- 1 1 , trad. it., Il capítale, Libro secondo, pp. 10- 1 1 . 3 Si veda E . DuSSEL, La produccion teórica de Marx, cit., cap. 6.3 (pp. 128ss.); cap. 1 3 e 1 4 (pp. 247ss.). 4 Ivi, cap. 6.2. Grundrisse I, p. 203 e p. 174, trad. ít., I, p. 240. 6

7

Ivi, II, p. 1 3 0 e p. 5 14, trad. it., II, p. 291 . S i veda E . DussEL, Hacia un Marx desconocido, cit., cap. 7 .3 ; 8.4; 10.3 ; 12.3 e

13 ,3 . Si confronti anche W MüLLER , Zur Stand derAusarbeitung der marxschen Theorie über die Reproduktion und Zírkulation des gesellschaftlichen Ge:ramtkapitals in okono­ mischen Manuskrzpt von 1861 - 1 863, in "Arbeitsblatter zur Marx-Engels-Forschung", 9 ( 1 979), pp. 59-89. 8 L. M1sKEWITSCH-M. TENOWSKI-A. TscHEPURENKo-W. WYGODSKI, Zur Periodisierung

[. . ] , cit., pp. 295ss. .

9 Zur Datierung

derArbeit von K. Marx in den Jahren 1863 ., in "Marx -Engels­ Jahrbuch " , 5 ( 1 982), pp. 244-322. 10 Tradurremo sía Zirkulation sía Umlauf con "circolazíone", a meno che i due termini non siano presentí nello stesso passo (in tal caso, renderemo il primo con

258

..


"circolazione", il secondo con "giro", tenendo presente la loro valenza sinonimica) Kreíslau/ (e la poco frequente Cyclen) = ciclo; Umschlag= rotazione ; Reproduk

tion=ríproduzione [N.d.C.] 1 1 Citeremo della MEGA II/4, 1, p. 1.39. Il piano del capitolo .3 si trova a p . .3 8 : ( s í veda piU avanti cap.3 .4, nota 2 3 ) , alla fine del manoscritto. Probabilmente pe errore si divise la pagina 1 e 2 del piano: la prima rimase all'inizio del manoscritto < la seconda alla fine. Pura questione dí catalogazione posteriore. 12 Titoli nel testo, da p. 140 a p . .372. B Cfr. MEGA IV.3 ,2, pp. 438 ss. Si veda E. DussEL, Hacia un Marx desconocido cít., cap. 8. 14 MEGA , 11/4 , 1 , p. 29. 1 5 lvi, p . 1 4 1. 16 P=processo di produzione; C=circolazione. M=merce; n Infatti, vedremo che le pagine 29-.30 del tomo II (i\fEGA Il/4,1 , pp . .3 1 -32 corrispondenti a MEW 24, cap. 1 ) non corrispondono al Manoscritto II, ma al VII secondo quanto abbiamo osservato nell'archivio dell'IISG (Amsterdam). 18 Cfr. DussEL, Hacia un Marx desconocido, cit., cap. 1 2 1 . Il tema verd tratta to ne JI capitale, in MEGA 11/4 , 1 , pp. 1 0 1 ss.; MEW 24, pp. 9 1 ss., trad. it., pp. 8� .

SS. 19

Cfr. MEGA IV4 , 1 , pp. 162 ss.; MEW 24, pp. 1 .3 8ss., trad. it., pp. 1 4 1 ss. Cfr. MEGA 11/4 , 1 , pp. 1 43 ss.; MEW24, pp. 124 ss., trad. it., pp. 125 ss. Qu Marx afferma che "la periferia del mercato (die Peripherie des Markts), misurata da luogo di produzione in quanto suo centro (Centrum) , con un raggio crescente ir modo progressivo, [ . . . ] prolunga il tempo di circolazione, [la qual cosa esige] lo svi luppo dei mezzi di trasporto e di comunicazione" (207 ) . 2 1 Cfr. MEGA I IJ4 , 1 pp. 15.3ss.; MEW 24, pp. 13 1ss., trad. it. , pp. 1.3.3 ss. 22 Cfr. DussEL, Hacia un Marx desconocido, cit., cap. 7..3, 8.4 . , 10 . 3 ed 12..3 . 23 Si veda sopra nota 1 1 . 24 Si confronti questo piano in 7 punti con quello in 9 del testo citato alla not< 12, sopra, o con quello del Manoscritto A 63 . 2°

,

.

NOTE AL CAP. 4 LA CONFIGURAZIONE DEL PROCESSO GLOBALE DEL CAPITALE

1 Manoscritto principale del libro III, cap. 4, par. 4 , foglio .3 1 6 (MEW 25 , p

4 1 2 , trad. it. cit., p. 472). 2

Marx si occupo della questione del salario nei Manoscritti del

ne La sacre

/amiglia, nell'ldeologia tedesca, nella Miseria della /iloso/ia, nel Mani/esto del partitc comunista, neí suoi diversi Quaderni londinesi a partire dal 1 85 1 ; inoltre, analízzo í tema nelle prime tre versíoni gia studiate de ll capitale (alle quali faremo riferimentc nel capitolo 5 ) . Nel 1847 , Marx scrisse esplicitamente alcune pagine su JI salario (Cfr K. MARX, Salario, in MEW 6, pp. 5.35-556, trad. ít. in K. Marx-E Engels, Opere cit. Vol. VI, pp. 434-455 ) , che in realta sono appunti di lettura, ríflessíoní preparatorie. 3 Sí veda K. MARX, Lavoro salariato e capitale, in MEW 6, pp . .397-42.3 , trad. it di F. Codino e P. Togliatti, in K. MARX.-F. ENGELS, Opere cit., Vol. IX, pp. 20.3-2.35

259


L'originale si trova nel Manoscritto A 20 del IIGS (Amsterdam) ; sono 16 fogli e mezzo. 4 Ivi, MEW 6, p. 400, trad. it. , p. 208. 5 Ivi, MEW 6, p. 402, trad. it. , p. 2 1 0 . 6 Ivi, MEW 6, p. 405, trad. it. , p. 2 14 . 7 IIvz; MEW 6, p. 406, trad. it., p. 2 1 5 . 8 Iv1; MEW 6, p. 4 1 4 . (Si tratta in realta di un'aggiunta di Engels all'edizione del 1891 [n.d.c.]). 9 Cfr. Salario, prezzo e profitto, in MEW 16, p. 1 1 8, trad. it. a cura di G . M. Bravo, in Opere cit. , vol. XX , p. 1 1 6. rn Iv1; MEW 16, p. 1 1 8, trad. it., p. 1 17 . ii Iv1; MEW 16, p. 1 2 1 , trad. it. , p. 1 1 9. i2 Idem.

l 3 Nel punto 6 " Valore e lavoro" (MEW 16, pp. 1 2 1 - 129, trad. it., pp. 120127 ) , Marx espone in sintesi il contenuto del futuro capitolo 1 de Il capitale, ed anche

il capitolo 2 del libro 111 (stiamo parlando del Manoscritto principale e non del tomo llI pubblicato successivamente da Engels) . 14 Cfr. Salario, prezzo e profitto, in MEW 16, pp. 129-130, trad. it., p. 128. 15 MEW 16, p. 134, trad. it. , p. 132.

16 MEW 16, p. 1 3 7 , trad. it., p. 135. 17 MEW 16, p. 152, trad. it., p. 150. Risulta evidente che nella situazione lati­ noamericana questa posizione radicale di Marx suonerebbe a certe presunte sinistre come una posizione utopica o estrema. Ma si tratta del " realismo " di un filosofo ed economista che andava al "fondamento" delle cose. 18 Nell'edizione MEW 25 , p. 278, trad. it. cit., p. 323 : "Das kaufmiinnische [ ... ] übersieht" (foglio 243 del Manoscritto). 19 Foglio 243 , in MEW 25, p. 278; trad. it., p. 324. Marx scrive: "Es ist (Buch II, Kap. I,3 ) " ; Engels corregge con: "E stato analizzato (Libro 11, cap. 6, 1 costi di circola­ zione, 2 e 3 ) [ ... ] . " 0 2 Si veda il mio libro La producción teórica de Marx, cap. 14.2 (pp. 279 ss.) , e 15.4 (pp. 3 14 ss.) . 1 2 Si veda il mio lavoro Hacia un Marx desconocido, cap. 12. 1 . "Capitale mer­ cantile": pp. 1545 - 1597, 1682-1701 e 17 6 1 - 1 773 , in MEGA lI/3 ,5 ( Quaderni XV al XVIII). Troviamo qui testi piu strutturati e precedenti al capitolo 4 del libro III. 22 Manoscritto principale, foglio 285, in MEW 25, p. 349, trad. it., p. 402. 23 Si veda il mio libro La producción teórica de Marx, pp. 7 1�76. " Non l'espor­ tazione d'oro e la causa della crisi del frumento, ma la crisi del frumento e la causa dell'esportazione d'oro": Grundrisse, cit., p. 54, trad. it., I, p. 62. 24 Manoscritto principale cap. 4 [cap. 16 del tomo III curato da Engels] ; MEW 25, p. 280, trad. it., p. 326. 25 Ivi, MEW 25 , p. 290, trad. it., pp. 336-3 3 7 . 26 Ivi, cap. 4 , paragrafo 2 , fogli 25 1 -268 [cap. 17 di Engels] ; MEW 25, pp. 292 SS. 27 2

8

260

Ivi, MEW 25, p. 292, trad. it. , p. 339. Ivi, MEW 25 , p. 293 , trad. it. p. 340.


29 Cfr. il mio libro Hacia un Marx desconocido, cap. 1 2 . 1 , schema 2 3 : "Precio de costo y precio de producción . " I l prezzo d i vendita ( " prezzo d i produzione" ne! 1863 ) del capitale industria­ le < del "prezzo di vendita" del capitale commerciale al valore della merce (in astratto, tralasciando la concorrenza concreta). Come dire che il valore della merce contiene un plusvalore produttivo industriale diviso tra: il "profitto industriale" + il "profitto commerciale" (che e il tema di questo paragrafo) . 30 Manoscritto principale, cap. 4, 3 (fogli 268-275) [capitolo 18 di Engels] . 31 Si esamini cio che ho sostenuto al riguardo nei Manoscritti del '61-'63; cfr. Haczá un Marx desconocido, cit., cap. 12.2 e 1 1 .4. 32 Manoscritto principale, cap. 4, 3; MEW 25 , pp. 324-325, trad. it., pp. 3 74375 . 3 3 Ivi, cap. 4, 4 (fogli 275-278). 34 Ivi, MEW 25 , p. 330, trad. it. , p. 3 8 1 . 35 S i veda l o schema 6 s u "Piani del libro III" ne! paragrafo 2 . 1 (supra). I l punto 8 del gennaio del 1 863 corrispondera ai capitoli 4 e 5 di questo Manoscritto principa­ le. 36 Ivi, punto 10 del 1 863 , eliminato ne! 1865 (e per questo anche ne! testo di Engels del tomo 111) 37 Manoscritto principale, cap. 4, 7, MEW 25 , pp. 342-346, trad. it., pp. 3 953 98. 3" ENGELS, Prefazione al tomo III de Il capitale, MEW 25, pp. 12-13, trad. it. , pp. 12-13. 39 Il volume in questione dell'edizione critica e ne! frattempo stato pubblicato ( 1 993 ) [n.d.c] . 40 Manoscritto principale, cap. 5 , 2 (folio 295 ) , MEW 25 , p. 370, trad. it. , p. 425 . 41 Ivi, 5 (foglio 3 1 7 ) , MEW 25 , p. 4 1 3 , trad. it., p. 473 . 42 Ivi, 1 (foglio 156), MEW 25, p. 3 5 1 , trad. it., p. 404. 43 Ivi, 3 , MEW 25 , p. 3 83 , trad. it., p. 339. 44 Ivi, l , MEW 25 , pp. 3 6 1 -3 62, trad. it., p. 4 15 . 4 5 Ivi, 4, MEW 25, pp. 404-405 , trad. it., p p . 463-464. 46 Ivi, 3, MEW 25 , p. 405 , trad. it., p. 465 . 47 Ivi, MEW 25, p. 4 1 1 , trad. it., p. 470. 4 8 Iui, 7 , MEW 25, pp. 45 l ss., trad. it. , pp. 517 ss. 4 9 Ivi, MEW 25, pp. 481ss., trad. it., pp. 547 ss. 50 Iui, MEW 25, p. 483 , trad. it., p. 549. 5 1 Ivi, MEW 25 , p. 483 , trad. it., p. 549. 52 Ivi, MEW 25, p. 484, trad. it., p. 550. Non ci soffermeremo ulteriormente su! commento dei capitoli rielaborati da Engels se non fino al termine di questo capi­ tolo 5 (sezione V di Engels) . Un'analisi accurata potra essere effettuata quando verra pubblicato il Mt111oscritto. E utile sottolineare che Engels cerco di utilizzare tmto ció che Marx aveva scritto, per esempio il quadro della pagina 674, (MEW 25 , p. 538, trad. it., p. 613), che si trova ne! foglio 348 del Manoscritto. A cío si <leve la moltipli­ cita di temi, alcuni scollegati, giacché e rano in realta degli estratti in vista dell' opera futura. =

261


53

Si veda i l mio libro Hacia u n Marx desconocido, cit., cap. 9 . 1 . p. 647, trad. ir., p.

54

lvfanoscritto príncípale, cap. 6 , "Introduzione" ,

734. lvi, 3, lvfEW 25 p. 736, trad. it., pp. 8 3 1 -832. Cfr. M. TERNOWSKI,

55

Grundziigede Weiterentwicklung der Grundrententheorie durch Karl Marx, in «Beitrage

zur Marx-Engels-Forschung», 1 1 ( 1982), pp. 127-135. Come nei casi precedenti, ci sono tappe nella costituzione del eoneetto di rendita in Marx: 1 l nei Manoscritti del 44 (dove si eollega la rendita alla proprieta della terral ; 2) nella Miseria della filoso/ia; 3 ) nei Quaderni londinesi ( 1 85 1 - 1856) (dove comincia la crítica sistematíca a Ricardo); 4) nei Grundrisse; 5) nei Manoscritti del '61-'63 (dovc scopre il concetto "scientífico" di rendi­ ta) e 6) nel Manoscritto principale del libro IIl che stiamo analizzando. lvfEVv 25 , p. 767, trad. it., 56 lvi, 2 (eap. XLV del tomo III curato da p. 866. 57 Ivi, MEW 2 5 , p. 768, trad. it., p. 868. 58 In realta la "razionalita" del discorso di Marx non consiste nel fatto che ció che afferma non possa essere successivarnente srnentito o non ne possa essere dimo­ strata la impossibilita. Ció che interessa alla scienza e !'intento di dirnostrare coeren � temcnte la totalita dello sviluppo del concetto di capitale attraverso la costituzione razionale delle categorie, e quindi con fondamcnto sistematicci. MEW 25, p. 7 9 1 , trad. it.. p. 59 lvi, cap, 6, 2 (cap. XLVII del torno IIl di 894.

60

Ivi, cap, 6 , 3 (cap. XXXVIII del tomo I1I di

MEW25, pp. 660-66 1 , trad.

it., p. 749. ht

62 63

Ivi, MEW 25, p. 654, trad. it., p. 742. Ivi, MEW 2 5 , p. 660, trad. it., p. 748. Ivi, 1\tfEW 25, pp. 659-660, trad. it., p. 748.

64 Ivi, MEW 2 5 , p. 755, trad. it., p. 854. 65

"Prefazione" al tomo III de Il capitale, MEW 25 , p. 1 4 , trad. it., p. 1 4 . Si veda il mio libro Hacia un Marx desconocido, cit . , cap. 1 1 .4. Corrisponde alle Teorie sul plusvalore, in: " Redditi e le loro fonti", in MEGA IV3 ,4, pp. 14501 5 3 8. Si veda H. ABEKD Ttt. MARXHAL!SEN, Durchschnittsprofit, Produktionspreis und Kritik der Trinitarischen Forme! im okonomischen Werk von Karl Marx, in «Arbeitsblatter zur Marx-Engels-Forschung», 5 ( 1 97 8 ) , pp. 4 1 -66. 67 Manoscritti del '61 - '63, Manoscrítto VII , in MEGA II/3 ,2 , p. 384. Cfr. il mio libro Hacia un Marx desconocido, cit . , cap. 7.2, schema 1 3 . 68 Manoscritto principale, cap. 7 , 2 , MEW 25 , p. 846, trad. it., p. 953 . 69 ll capitale III, sezione VII, cap. 48, ME\V 25, pp. 822-826, trad. it., pp. 92793 1 . Cfr. L. MrsKEwrrsm-W. WYGOSKI, Über die Arbeit van Marx am JI. und llI. Buch des Kapitals in den Jahren 1866 und 1867, in «Marx-Engels-Jahrbuch» n. 8 ( 1 985), pp. 66

·

204-205. 70

Ivi, MEW 25, p. 827, trad. 71 Ivi, MEW 25 , p. 827, trad. 72 Ivi. MEW 2 5 , p. 829, trad. 7 5 Ivi, MEW 25, p . 8 3 0, trad. 7 � Ivi, lvfEW 2 5 , p. 830, trad.

262

it., p. it., p. it., p. it., p. it., p.

932. 932 . 934. 935. 936.


Ivi, MEW 25, p. 836, trad. it., p. 942 In A:fEW25 , pp. 835-837, trad. it., pp. 940-94 3 , Marx descrive, nella sua essenza, il piano fondamentale dei tre libri de Il capitale. Si tratta di una magnifica sintesi, per cuí queste quattro pagine si devono con grande attenzione. A. Th. VAN LEEUWEN, nella sua opera De Nacht van het Kapitaal (Sun, Nijmegen. 1 984), nella terza parte (Religione economica), nella terza sezione (La for­ mula trinitaria, pp. 522ss.l e nella quarta ( Trinita economica. La religione nm·v1''"''P pp. spiega !'origine della formula marxista in A dam Smith. Si tratta líbro meritevole dí essere tradotto. 77 Manoscritto principale, l, MEW 2 5 p. 838, trad. it., p. 943 . 78 Idem. Marx parlava dell"'ebreo di tutti i giorni (Alltagsiuden)", MEW I , p. 372 trad. it. in B. BAUER e K. MARX, La qu.estione ebraica, a cura di M . Tomba, manife­ stolibri, Roma, 2004, p. 2 0 1 , e si domandava: "Qual e il suo Dio mondano (weltli­ cher Gott) ? 11 denaro" (Ibídem) . 80 Ivi, 2 , MEW2 5 , p. 852, trad. ir., p. 959. 81 Ivi, MEW 25, p. 85 1 , trad. it., p. 958. Ivi, MEW 25, p. 857 , trad. it., p. 964. 8> 3 , MEW 25 , p. 860, trad. ir., p. 969. 84 Ivi, MEW 25 , p. 868, trad. it., p. 977. 85 Ivi, MEW 25. p. 869, trad. it .. p. 978. 86 Ivi, MEW 2 5 , p. 88 1 , trad. it., p. 992. 87 Ivi, 4, MEW 25, p. 885, trad. it. , p. 996. 88 Ivi, MEW 2 5 , p. 886, trad. ir., p. 997. 89 Ibidem. 90 Ivi, MEW 2 5, p. 885, trad. it. , p. 996. 9 1 Ivi, MEW 25, p. 88.5, trad. it., p. 996. 92 Ivi, 5, MEW 25, p. 892, trad. it. , p. 1 003 . .

,

SECO'l'DA PARTE: NOTE AL

CAP.

5 : IL LIBRO J DE "lL CAP!TALE"

1 Citeremo prima da MEGA II/5, che ríporta la prima edizíone de Il capitale del 1 867, poi, in assenza di una traduzione italiana della prima edizione, dalla trad. it. a cura di D. Cantimori citara, segnalando eventuali divergenze con la prima edizione MEW 3 1 , p. 496, trad. it. in K. MARX-F. ENGELS, Opere, XLII, cit . , p. 5 43 In welcben Etappen entstand das Manu.skript des Hau.ptwerkes von 1uur xc.><<>"' imbesondere an Hand des Brie/wechsels von Marx u.nd Engels in «Beitrage zur Marx-Engels-Forschung», Heft 6 ( 1 980), pp. 168-176. p . 497 , trad. it. cit., p. 543 . Cfr. il mio libro Hacia un Marx desconocido, cap. 3 . 1 -3 .2 . S i veda il capitolo 2 , supra. 6 Hacia un Marx desconocido, cit., cap. 4 . 1 . ME\V 3 1 , p . 534 , trad. it. in, Opere, XLII, cit. , p . 580. .

"'"'""n�,

263


8

Cfr. MEW 25, p. 1 5 1 , trad. it., p. 1 8 1 . Eppure, ne! foglio 1 2 8 si parla di u n "capitolo 7" del libro l. Che senso h a ::¡uesto riferimento? 10 MEW 25, p. 332, trad. it. , p. 382. 11 La citazione di Thomas Corbet si trova nella nota 4: MEGA II/5, p . 1 06, erad. it., p. 183 . 12 MEW 25, p. 3 1 9 (testo corretto da Engels) , trad. it., p . 369. 1 3 MEW 25, p. 644, trad. it., p. 73 1 . 1 4 MEW 25, p . 843 , trad. it., p . 950. 1 5 Cfr. cap. 1 . 1 . 1 '' Cfr. supra il paragrafo 1.4. 17 Alla fine del libro I ( 1867 ) , come abbiamo spiegato supra. 18 Il capitale, cap. 2 , 3 (p. 120, trad. it. , p. 200). 1 9 Ibid. (pp. 125- 126, trad. it., p. 206). 2° Cfr. l'uso di questo concetto in MEGA II/5, pp. 143 , 144, 248, 348, 433 . 489, 491 , ecc. 21 Cfr. il mio libro La producción teórica de Marx, cap. 7 (pp. 137ss.). 22 Cfr. ívi., paragrafo 16.3 (pp. 3 32-3 3 3 ) . 23 Cfr. Hacia u n Marx desconocido, cap. 3 ( e l'Appendice: " L a exterioridad en Marx " ) . 24 I n particolare il punto 7 : "La forza-lavoro" (ed. cit . , pp. 40-44; MEW 16, pp. 129- 132, trad. it. a cura di G . M. Bravo, in MARX-ENGELS, Opere, XX, settembre 1864-luglio 1868, Editori Riuniti, Roma, 1987 , pp. 127-130). 2 5 Iví, cap. 3.1 (p. 144 ) . 2 6 Ivi, cap. 2 . 3 ( pp. 127-128, trad. it. , pp. 208-209) . Marx, che h a letto il "fio­ rentino" (cfr. Pre/azíone alfa prima edízíone, p. 15, trad. it. , p. 3 5 ) , mette sulla porta della fabbrica l'insegna che Dante appone alla porta del suo inferno. 27 Ivi, cap. 2 . 1 (p. 102, trad. it., p. 179). 28 Ibidem. 2 9 Ibidem (p. 102, trad. it. , p. 180). Jo Grundrísse, in MEW Bd. 42, p. 178, trad. it., I, p. 226. J I Ivi, p. 176, trad. it., I, p. 223 . J2 Ivi, pp. 165 ss., trad. it., I, pp. 207-282. 33 MEGA II/3 , 1 , pp. 5 - 16. E interessante osservare che Marx scrive: "A que­ sto punto si deve esaminare piU da vicino la rappresentazione fornita da Aristotele, in Polztica I, cap. 9" (ivi, p. 16). E ne Il capitale troviamo una nota 6 (pp. 107- 108, erad. it., pp. 185- 186) sull'economia e la crematística nello Stagirita (cap. 8-9) . J 4 Nei Manoscritti del '61-'63, Quaderno XV, in MEGA II/3 , pp. 1545ss.; nel mio libro Hacia un Marx desconocido, cap. 1 2 . 1 ; e supra nel cap. 4.2. 35 Il capitale I, cap. 2 , 1 (MEGA II/5, p. 102, trad. it., p. 179). 3 6 MEW 30, p. 64 1 , trad. it. in MARX-ENGELS, Opere, cit., vol. XLI, pp. 695696. " Il capitale (MEGA II/5, p. 109, trad. it., p. 187 l . 3 8 Iví, ( p . 1 10, trad. it. , p. 188) . 39 Iví, (p. 1 19, trad. it., p. 198). 9

264


40

Ivi. (p. 1 1 8, trad. it., p. 1 97 )

4 1 Ivi, ( p . 123 , trad. it., p. 203 ) . 42 Ibídem. 4-' " Come si perpetua ogni individuo vívente, con la procreazione": ivi, p. 124, ad. it., p. 204 ) . 44 Cfr.il mio libro La producción teórica de Marx, cap. 5 (pp. 1 09- 1 17). 45 I! capitale (MEGA Il/5 , p. 128, trad. it., p. 208). '16 Cfr. DussEL, La producción teórica de Marx, cap. 7 J ss. (pp. 1 5 0ss.). 47 Cfr. DussEL, Hacia un Marx desconocido, cap. 3 J A J . 4 8 MEW 3 1 , p . 1 76, trad. it. i n K. MARX-F. ENGELS, Opere, XLII, cit., p . 1 89. 49 Il capítale 1, cap. 3 . 1 (MEGA JI, 5 , pp. 144 - 14 5 , trad. it., p. 229). 5 0 Ivi (p. 1 79, trad. it., p. 267). 5 1 Abbiamo intenzione di dedicare un altro libro a questo tema. 52 "Se c'era qualcosa da paragonare alla circolazione del sangue . . . era . . . quel­ a ( circolazíonel . . . del capitale": Grundrisse, cit. , II, p. 4, trad. ít. , II, p. 1 52 . Si veda cnche Gnmdrisse, cit., 1, p. 9, trad. it., 1, p. 1 05 . 53 I! capitale T (p. 1 35 , trad. it., p . 2 18 ) . 5 4 Ivi (pp. 2 1 6-2 1 7, trad. it., p. 2 12 ). 55 Iví (pp. 2 1 7-2 1 8, trad. ir., p. 2 1 3 ) . lvi (p. 2 19, trad. it., p. 2 14 ) . lv i (p. 2 19, trad. it., p. 2 1 5 ). Ivi (pp. 220-222, trad. it., p. 2 16). Cfr. DcssEL, L a producción teórica de Marx, cap. 8.4-9. 1 . 60 1l capitale I 146, trad. it., p. 23 1 ). Iví {pp. 1 5 6-157, trad. ir., p. 242). Iví (p. 1 56, trad. it., p. 242) . Ibídem: " [ .. ] neue Werthschopfung" . .

Ibídem. Ivi, paragrafo 3

1 62 : " einer Schopfung aus Nichts", trad. it., p. 250: ,,creazione dal nulla"). 66 Ivi (p. 1 5 3 , trad. it., p. 239). Ivi (p. 1 60, trad. ir. , p. 247 ) . 68 foí (p. 163, trad. it., p. 25 1 ) . Iví. 70

11

Ivi (pp. 168-177, trad. ir., pp. 257-262). Ivi (pp. 1 77 ss. , trad. it., pp. 265 ss.).

72

Ivi (p. 207, trad. it., p. 3 00).

IJ

lvi (pp. 207-208, trad. it., pp. 3 00-3 0 1 ) .

74

lví ( p . 1 78, trad. it., p . 266).

7"

foi (p. 178, trad. it., p. 265 ). lví (p. 1 80, trad. it. , p. 267l.

77 7'

Ivi (p. 1 80, trad. it., p. 268). lvi (pp. 127-128, trad. it., p. 208).

79 Ivi (p. 240, trad. it., p. 3 3 8 ) . 80

lvi ( p . 244 , trad. it., p . 345 ).

265


8 1 Ivi (p. 245 , trad. it., p. 345). 82 Ibidem. 83

Si veda il mio libro La producción teórica de Marx, cap. 8 -9, e cap. 15.2. Si veda il mio líbro Hacia un Marx desconocido, cap. 5, e anche cap. 1 3 . 1 . 85 Il capitale I , cap. 4 , 1 (p. 254, trad. it., p. 354). 8 6 lvi (p. 25 3 , trad. it., pp. 353-354). 87 Sí veda íl mio "Trabaío preliminar" all'edizione spagnola di K. MARX, El cua­ derno tecnológico-histórico (Londra, 1 85 1 ) , Universidad Autónoma de Puebla, Puebla, 1983 , pp. 1 -73 . 88 Il capitale I (p. 257 , trad. it., p. 358). 84

89

Ibidem.

90

Si veda DussEL in El cuaderno tecnológico-histórico, cit., pp. 1 9-25 e pp. 4 1 42. S u questo argomento, si veda anche íl mio libro Filosofía de la producción, Nueva América, Bogotá, 1984. 91 Il capitale I, 2 (p. 272, trad. it., p. 377 ) . 92 Cfr. DussEL, Hacia u n Marx desconocido, cit., cap. 5 .2-5.4 e 1 3 . 1 . 93 Quaderni I V e V, i n MEGA Il/3 , 1 , p p . 23 7 ss., dall'ottobre 1 8 6 1 al marzo 1862. 94

Il capitale I, cap. 4, 3 (MEGA II/5, pp. 297-298, trad. it., p. 408).

95

Ivi (p. 292. trad. it., p. 401 ) . Ibidem.

96 97 98

Ivi (p. 274, trad. it., p. 3 8 1 ) . Ivi (pp. 273 -274, trad. it., p. 380).

99

Ivi (p. 278). 100 Ivi (p. 285, trad. it., p. 3 94). 101 Ivi (p. 286, trad. it., p. 3 94 ) . 102 Ivi (p. 288, trad. it., p. 397 ) . w.i Ibídem. 104 Ivi, cap. 5 , 1 (p. 4 15 , trad. ít., p. 457 ) . Come vedremo e poco frequente in

questa redazione de Il capitale del 1866 la terminología relativa a "sussunzione for­ male" o "reale" (vale a dire ''materiale" ) . Si veda a tal proposito il mio libro Hacia un Marx desconocido, cap. 5 . 3 - 5.4, 1 3 . 1 , e la spiegazione di ció che si ríferisce al "Capitolo 6 inedito" (supra, cap. 1 .3 ) . 105 MEGA 11/3 ,6, p . 1950. Cfr. DcssEL, Hacia un Marx desconocido, cap. 1 3 . 1 . 106 Il capitale l. cap. 4 .4 (p. 3 03 , trad. it., p . 4 15 ) . 107 Ivi (p. 3 14 , trad. it., p . 427 ) . 108 Ivi (p. 3 03 , trad. it., p. 4 1 5 , n. 89). Si veda íl mio lavoro Filosofía de la pro­ ducción, dove a partire dalle ipotesi di Marx abbiamo sviluppato una storia della tec­ nología nelle sue linee essenziali. 109 lvi (p. 3 1 1 , trad. it., p. 424) . Risulta chiaro che Marx sta pensando ad una macchina tradizionale in relazione con altre macchine; non puó invece ímmaginarsi il sígníficato dell'intelligenza artíficiale computerizzata del nostro tempo. 1 10 Si veda la mía edizione de El cuaderno tecnológico-histórico de Marx, cit., pp. 22ss ..

1 1 1 Ivi (p. 3 1 6, trad. it., p. 43 0).

266


w

Ivi (p. 35 1 , trad. ir., p. 472 ) . Il concetto di "modo di esistenza materiale

(materielle Existenzweíse)" riguarda una questione fondamentalmeme etica: l'opera­ io non si scontra con íl capitalista in carne ed ossa, ma con ''la faccia dí ferro" della

macchína. t3 1 Ivi (p. 409, trad. ir., p. 550). 1 14 Sí veda Grundrisse, cit., I, pp. 298ss., tnid. ir., pp. 4 14ss. Ne! mio lavoro La producción teórica de i\Jarx. cap. 9.4 (pp. 1 88ss.). m Sí vedano í lv!anoscritú del '61-'63, in MEGA Il/3 , pp. 2039 ss. e pp. 2214 ss. Nel mio lavoro Hacia un Marx desconocido, cit., cap. 1 3.2 ss. 1 1 6 Cfr. DussEL, Hacia 1111 Marx desconocido, cit., cap. 12.5. 117 S i veda supra, cap. 1 . 3 . 118 Hacia un Marx desconocido, cap. 5 . 1 ; MEGA II/3 , 1 , pp. 2 1 1 ss .. Questo testo e il piu interessante per il tema del confronto deí due típi di plusvalore. 1 19 Titoli dei paragrafí nell'edizíone del 1 867 !MEGA II/5, pp. 4 1 3 -456), che corríspondono aí capitoli da! 14 al 20 della sezione 5 e 6 della seconda edizíone del 1 873: Il capitale, trad. it., pp. 555-620. 120 Il capitale I, cap. 5 . 1 (MEGA II/5, pp. 4 1 3 -414). Su questi temí si veda: Manoscritti del '61-'63, in MEGA II/3, pp. 2090 ss.; sul lavoro produttivo e impro­ duttívo pp. 2 159ss. (ne! mío libro Hacia un Marx desconocido, cap. 1 3 .2 l . In realta, su lavoro produttivo e improductivo e rímasto poco o niente ndla versione definiti­ va de Il cap/tale.Si veda inoltre B. LIETZ, Die Weiterentwicklung der Theorie des pro­ duktiven I'v1ehrwerts, in W. Jahn (Redaktion) , Der zweite Entwur/ des Kapitafr, Díetz, Berlín. 1983 , pp. 156 ss. Ed anche A . BERTHOUD, Travail producti/ et productivité dtt travail chez Marx, Fram;:ois Maspero, París, 1974. 1 2 1 Il cap/tale (pp. 4 14-4 1 5 ) [le partí qui citare vengono modificare da Marx nella seconda edizione de Il capita!e (n.d.c.)]. La questione venne trattata nei Manoscrittí del '61-'63, zn MEGA II/3, pp. 2126 ss. e nel Capitolo 6 in edito (pp. 56 ss.). '22 Ivi (p. 420). 1 23 Ivi (p. 424). 124 Ivi ( p . 423 ) . Nei Ma11oscritti del '61-'63 , fin dall'inizio, Marx mostra che la m;mcanza della categoría di " plusvalore" separata da quella di "profitto" é causa di innumerevoli errori "necessari" . In questi confronti egli deduce conseguenze impen­ sabíli e impossibili per !'economía política borghese. Ivi (p. 429). Ivi (p. 429). Vivere per lavorare per un altro: uno schiavo sotto la pura apparenza di persona libera. 127 Ivi, 3 (p. 430). Si vedano i Mt1noscritti del '61-'63, in MEGA II/3, pp. 2 1 07 1 26

ss .. Ne! mío lavoro Hacia un Marx d1-:sconocido, cit., cap. 1 3 .2. 12º Ivi (p. 43 1 ). 1 29 Ivi ( p . 432 ). 130 in MEGA JI/3, pp. 2098 Ivi, 4 ( p . 433). Si veda nei Mt1noscritti del ss. Nel mio lavoro Hacia un Marx desconocido, cit., cap. 13 .2. Sulla questione si veda inoltre Rosdolsky, op. cit. , pp. 330 ss.

267


u2

Ivi

(p. 439).

Si veda

La producción teórica de Marx.

cit., cap. 8, schema 1 5 , p .

1 6 1 , e cap. 17.2, pp. 343ss. m

DussEL, Hacia un Marx

cit., cap. 14. 1 (pp. 434.435 ) . Non sí tralasci di considerare cío che e stato detto su questo tema supra. cap. 4 . 1 . rn Ibid. (p. 35). 136 !bid. ( p . 37). 137 !bid. (p. 437). 138 lbid. (p. 447). 1 39 Ibid. (p.455 ). t4o Afanoscritti del '61· '63, in MEGA 11/3 , p. 1 1 10. Si veda íl mio lavoro Hacia un Marx desconocido, cit., cap. 10.3 . Sul tema dí cui ci stíarno occupando si veda inol­ tre R. RosoOLSKY, op. cit. , pp. 293 ss.; W. M C: LLER Zur Akkumulations- und Knsentheorie van Kürl Marx. in JA! !N, Der zweite Entwur/ des Kapitals. cí t. pp. 183 ss. La classica opera di RosA LuxarncRG, del capitale. Contributo alfa .1piegt1zione economica dell'zinperialismo ( 1912), trad. it. di B. Maffí, Einaudí, Torino, 1 968, paradossalmente tratta la questione della riproduzione e non propriamente dell'accumulazione; H. GROSS\HNN, ll crol/o del capitalismo. La del!',1ccumulazione e del crollo del sistema capitalista ( 1 967), trad. ít. di L . Genínazzí, Jaca Book, Milano, 1977; e V.S . VYGODSKlJ , Il pensiero economico di 1vlarx, trad. it. dí V. Borlone, Editori Riuniti, Roma, 1 975. cap. 3 .3. 1 4 1 Il 1 ,6 (p. 456). l42 (p. 4 5 ) . S i veda i l mio L a producción teórica de Marx, cit., p p . 2 12 s s.. i44 Grun drisse, cit., p. 358, trad. it. , l l , p. 73. t-15 lvi, p.373 , trad. ít., 11, p. 93 . 146 Sí cit., cap. 13.3. veda Dussa, Hacia un Marx t47 Manoscritto del '61 -'63 in MEGA 11/3 ,6, pp. 2354 s .. t4s Foglio 495 del Afanoscritto. Si veda supra, cap. 1 .4 . 1 49 S i veda supra . cap. 3 . 3 . Non sarebbe d i troppo, ínfine, ríleggere le pagine sui "modi di distribuzione" alla fine del libro III del 1 865; cfr. supra, cap. 4.5 , note 87-88. t50 Il capitale I, cap. 6 (pp. 456-457). 1 ' 1 Ivi, 1 a (p. 457). 1'2 lvi (p. 468). 1 53 !vi. h (p. 469). m 11 concetto di " pluscapitale I " . che inízío a prendere corpo nei Gr1111drisse, viene usato in queste pagine (ad esempio, p. 472 ). 155 lvi, b (p. 472) . 1 56 Iv i (p. 473) . Sí veda i l mío libro Hacia u n Marx desconocido, cit., cap. 7 . 3 . 1.58 Titolo del quarto paragrafo del capitolo 22 della seconda edizione de 1l (trad. ir., p . 655 ) . lvi ( p . 495, trad. it. , p. 673 ). n4

JI capita!e

,

,

268

,


l(,U

Jvi (p. 520, trad. it. , p. 706) .

1 6 1 Faccio riferimento a "La giornata lavorativa"; " Macchine e grande indu­

stria " ; "La legge generale dell' accumulazione capitalistica " - che stiamo trattando ora. Sia il primo sia il terzo di questi temi trattano di "etica sociale" : una protesta fon­ data contro lo sfruttamento del lavoratore. 1 62 Il capitale (p. 505 ) . 1 63 Ivi (p. 508: "eine disponible industrielle Reservearmee" , trad. it. , p. 692 ) . Si veda K. S TUDE , Zur Entwicklung der marxschen Bevolkerungstheorie, in J.�1 1N. Der zweite Entwurf des Kapitals, cit. , pp. 2 10 ss., dove sono inclusi anche gli studi di Marx riuniti nei " Quaderni" di appunti di Londra da! 1850. 164 Si veda DussEL, Lt1 producción teórica de Marx, cit., cap. 1 3 .5 e 17. l. Questo sarebbe il "pauper postfestum" - mentre prima abbiamo visto il "pauper tllltefestum " ; s i veda supra cap. 5.2. 165 Il capitale (p. 5 1 6, trad. it. , p. 701 ) . 166 Ivi (pp. 5 1 8-5 19, trad. it., p . 704l . 167 Ivi (pp. 5 19-520, trad. it., p . 706). 168 Manoscritti del '61- '63, Quaderno XIV, in MEGA II/3 ,4, p, 1296. 169 Il capitale 1, 6, 2 (p. 594, trad. it., p. 776) 1 70 lvi (p. 5 74 , trad. it. , p. 777). Si veda lo stesso tema nei Grundrisse; cfr. il mio libro La producción teórica de Marx, cit . , pp. 222 ss. ; RosDOLSKY, op. cit., pp. 3 05 ss. Nei Manoscritti del '6 1 - '63, in MEGA II/3 , p. 2280 ss. e p. 2372 ss.; ed inoltre DussEL , Hacia un Marx desconocido, cit.,cap. 1 3 . 3 . 1 7 1 Il capitale ( p . 5 7 4 , trad. it. , p. 777 ) . 1 72 Ivi ( p . 5 75 , trad. it., p. 778). 1 7 3 Si veda Dus�EL, La producción teórica de Marx, et. , pp. 405-406 e ID., Cultura lati11oamaica11a y filosofía de la liberación, in Latinoamérica, México, UNAM, n. 17 ( 1985 ) , pp. 77-127. m Si vedano questi temi in DussEL, La producción teónó de Marx, cit . , cap. 7 . 1 e 1 7 . 1 ; in I D . , Hacia un Marx desconocido, cap. 3 .2 ; e qui rnpra, cap. 5.2 ; ID., Cultura latinoamericana, filosofía de la liberación , cit., pp. 27ss. 175 Il capitale (p. 577, trad. it. , p. 7 8 1 ) . 176 Ivi (p. 5 7 8 , trad. it., p. 782 ) . 177 Ivi ( p . 579, trad. it., p. 784 ) . 178 Ivi ( p . 579, trad. it., p. 784 l . 179 Ivi ( p . 580, trad. it., p. 785 ) isu Ivi (pp. 582-583 , trad. it., p. 788 ) . 1 8 1 Ivi ( p . 583 , trad. i t . , p. 789). 182 Ivi ( p. 585, trad. it., p. 791 ) . 183 Ivi (p. 588, trad. it., p. 795 ) . 184 Ibídem. 185 fo/ (p. 607; trad. it., p. 823 ) . w. fri ( p . 608, trad. it., p. 824) . 1 87 Ivi (p. 610, trad. it., p. 826). 1 88 Si veda piu avanti come viene trattato questo tema ne! capitolo 8. 189 Ivi (p. 601 , trad. it., p. 8 1 3 ) .

269


190 Marx torna ancora sulla questione del popolo e del povero: " [ . . . ] massa della popolazione . . . relativamente istruita [ . . . ] uno sciagurato straccione (a misera­ ble wretch ) , un pauper" (p. 616, trad. it., p. 834) . "La ricchezza nazionale ormai e, per natura, tutt'uno con la miseria popolare" (p. 617, trad. it. , p. 834) . " [ ... ] La terra d'un colpo (diventa) proprietii. del popolo" (p. 617, trad. it. , p. 834) . 1 9 1 Che abbiamo riportato alla fine del capitolo 1 .4 , supra. 2 1 9 Si veda supra il cap. 4. l . 9 1 3 Si veda il mio libro La producción teórica de Marx, cit., pp. 67-105. 9 1 4 Ivi, pp. 329-3 3 3 . 1 95 Nel mio libro Hacia u n Marx desconocido, cap. 1 e 2 . 1 96 In questo lavoro, supra, cap. 4 . 1 . 1 97 Appare qui per la prima volta in MEGA II/5 , p. 2 7 , trad. it., p. 85. S i veda quanto detto sul tema in Hacia un Marx desconocido, cit . , cap. 1 . 1 - 1.2. 198 Ivi (p. 27 , trad. it. , p. 87) . 1 99 Nelle pagine iniziali d i Per la critica dell'economia politica s i dice " [ . . . ] l a sin­ gola merce (appare) come . . . esistenza (Dasein) elementare " : MEW 1 3 , p. 1 5 , trad. it. di E. Cantimori Mezzomonti, Editori Riuniti, Roma 19934, p. 9. Invece adesso: " [ . . . ] merce singola (appare) . . . come . . . forma dementare (Elementar/orm) " : MEGA II/5 , p. 17, trad. it., p. 67 . In studi futuri si potra analizzare con precisione la diffe­ renza fra questi due testi arrivando cosi ad una visione d'insieme del significato glo­ bale di queste correzioni di Marx al suo primo scritto (e di quelle di Engels ai testi di Marx ) . Le edizioni critiche in corso di pubblicazione potranno in parte aiutare, ma solamente quando si decidera di pubblicare queste varianti, sara davvero possi­ bile realizzare ricerche di questo tipo. 200 Il capitale (MEGA II/5, p. 19) . 201 Edizione del 187 3 , in MEGA, II, 6, p. 73. 202 MEW 3 1 , p. 326, trad. it in K. MARX-F. ENGELS, Opere, XLII, cit., p. 357. 203 Il capitale, cap. 1 (MEGA II/5 , p. 28). 204 Ivi (p. 43) [questo passo e stato tolto nella seconda edizione de II capitale (n.d.c.)] . 205 Ivi (pp. 5 1 -52, trad. it. , p. 1 17 ) . Si veda la Filoso/za del diritto di Hegel , di cuí qui Marx usa tutta la terminologia: "persona " , "volonta", "ente" , e soprattutto ne! passaggio da! diritto astratto al "contratto" (paragrafi 72-811. 206 Ivi, 2 (p. 5 1) . II paragrafo 2 dell'edizione del 1867 non coincide con quello dell' edizione tradotta in italiano [n.d.c.]. 207 Cfr. DussEL, Un Marx sconosciuto, cit., 129-91 . 2º8 Il capitale, cap. 3 (p. 59, trad. it. , p. 127 ) . 209 Nella lettera del 24 aprile Marx scrive ad Engels: "Da otto giorni sono qui ospite del dottor Kugelmann" (MEW 3 1 , p. 289, trad. it. in M ARX-ENGELS , Opere, XLII, cit., p. 3 18). Nella lettera del 13 luglio a Kugelmann, da Londra, Marx scrive: "Ho inviato qualche giorno fa a Lipsia l'appendice col titolo 'La forma del valore, appendice al capitolo I, l ' . Leí conosce l'autore di questo piano, con la presente rendo grazie per il suo suggerimento" : MEW 3 1 , p. 552, trad. it. in ivi, p. 60 1 . 2 1 0 MEW 3 1 , pp. 3 14-3 16, trad. it. pp. 345-347. 2 1 1 Il capitale, Appendice (MEGA II/5 , p. 626, trad. it. in K. MARX, L'analisi

2 70


della forma di valore, a cura di C. Pennavaja, Laterza, Roma-Bari, 1976, p. 65 ) . 212 Ivi, I, 3 , c (p. 63 3 , trad. it. cit., p . 74). 2 13 Ivi (p. 634, trad. it. cit., p. 76). 214

Ivi (p. 637, trad. It. cit., p. 79). Ivi (pp. 637-63 8, trad. it. cit., pp. 79-80). 2 16 Ivi, III (p. 643 , trad. it., p. 102 ) . 2 17 Ivi IV (p. 649, trad. it., p. 103 ). 2 15

218

2 19 2 20

Ivi, Prefazione (p. 1 1 , trad. it. , p. 3 2 ) . Ivi (p. 1 1 , trad. it. , p. 3 1 ) . Si veda quanto detto sull"'inizio" nel nostro libro La producción teórica de

Marx, cit., pp. 322-324. 221 Ivi (p. 1 1 , trad. it., p. 32). 222 Ivi (p. 12, trad. it.. p. 3 2 ) .

2 23 MEW 3 1 , p . 324, trad. i t . in MARX-ENGELS, Opere, XLII, cit., p . 356. L'indicazione di Engels sembra strana - e anche il successivo accordo di Marx, per­ ché il capitolo sul plusvalore relativo era ben articolato. Mentre il capitolo 5 (su! con­ fronto tra i due tipi di plusvalore e il salario), in effetti, era un po' confuso. Non sara che Marx non aveva ancora numerato i capitoli 2-5 come capitoli 1 -4, cosicché il capitolo 1 continuava ad essere una semplice "Introduzione " ? Di sicuro sappiamo che, nella seconda edizione, lo divide in due partí. 2 24 MEW 3 1 , p. 326, trad. it., p. 358. 2 2 5 Lettera dell' 1 1 settembre 1 867: MEW 3 1 , p. 345, trad. it., p. 377. 226 Lettera dell'8 novembre: MEW 3 1 , p. 567 . trad. it., p. 616. 227 MEW 3 3 , p. 2 3 1 , trad. it. in Marx-Engels, Opere, XLI V cit., p. 222. 228 MEW 3 3 , p. 363 , trad. it ., p. 370. 229 Porcritto alta seconda edizione (MEGA II/6, p. 700, trad. it. , p . 3 7 ) . 230 Si veda il testo in MEGA II/6, pp. 1 2 1 -129 (che corrisponde al testo del 1 867 in MEGA II, 5, pp. 59-65, trad. it . , pp. 1 27 - 13 6 ) . Un commento dettagliato sui cambiamenti del testo ci porterebbe troppo lontano per le dimensioni di quest'opera. 231 MEGA II/5 , p. 1 08; MEGA II/6, p. 1 7 1 , trad. it. , p. 1 86: "Die selbstandigen Formen . . . (Le forme autonome . . . ) ,

" .

232

MEGA II/6, pp. 1 -5 4 . 2 33 Prefazione alta seconda edizione, in MEGA II/6, p. 700, trad. i t . , p. 3 7 . 234 Tra angolari < > significa una eliminazione nel testo 4 ( d i u n enunciato nel testo 1 ) ; tra parentesi quadre [ ] un'aggiunta nel testo 4 (non contenuta nel testo 1 l . �35 Testo 1 (MEGA II/5 , p. 1 8 ) ; testo 4 (MEGA II/6, p. 70, trad. it., p. 68). 236 Ne! testo 1 in MEGA II/5 , p.19: "Dass die Substanz . . . (La relazione di scambio ... ) " ; ne! testo 4 in MEGA II/6, p. 7 1 : ''Dies gemeinsame ... (Questo qualcosa in comune ... ) . 23 7 MEGA II/5 , p. 19. 238 Nella terza edizione, Engels aggiunge il concetto di "valore mercantile" ( Warenwerte) - con il quale distrugge appunto la nuova scoperta di Marx - (MEW 23 . p. 5 2 , trad. it., p. 70). 23 9 MEGA II/6, p. 72, trad. it., p. 70. "

271


240

MEGA II/6, p. 3 , [rad. it., p. 69. Testo 4 in MEGA II/6, p. 72; testo 3 in MEGA II/6, p. 3 , trad. it., p. 70. 242 Testo 1 (MEGA II/5, p. 20); testo 4 (MEGA II/6. p. 7 3 , trad. it.. p. 7 1 ) . Si t ratta di una copia esatta del testo 3 (MEGA II/6, p. 4 ) . 2 43 L o abbandona in MEGA IV5, p. 2 6 , trad. it., p . 7 8 , fino a : " ... e viceversa (Ebenso umgekehrt) " . 2 44 1'11EGA IV6, pp. 7 -8, trad. ít., p. 79. 245 MEGA Il/6, p. 80, trad. ir .. p. 79. 2 6 4 Si ricordi quanto detto in DussEL, La producción teórica de Marx, cit., pp. 87-91 e pp. 291-294; lo. Hacia un Marx desconocido, cit., p. 30) e pp. 2 14-2 15 . 2 47 MEGA II/5, p. 20. 2 8 4 E. DussEL, Las Meta/oras teológicas de Marx, EV D Estela. 1993 [n.d.c ] . 24 1

.

,

.

249

In un lavoro futuro torneremo sulla questione. Per il momento ricordiamo alcuni passi, come quello che dice "Il carattere sociale dell'anivita, cosl come la forma sociale del prodotto e la partecípazione dell'individuo alla produzione, si pre­ sentano qui come qualcosa di estraneo e dí oggettivo di fronte aglí indívidui [ ... ]. Nel valore di scambio la relazíone sociale tra le persone sí trasforma in rapporto socíale tra cose" (AfEGA II/5, p. 75, trad. it., pp. 97-98 ) . Si veda anche il mio La producaón teórica de A1arx, pp. 87-89. 250 Nel capitolo 1 della Prefazione il tema del fetícísmo ha lo stesso spazio che del 1867) , e sem­ troviamo nel resto 1 (capítolo 1 della prima edizione de Il pre collegato alla questíone del carattere "sociale" contrapposto a "comunitario" (l'uropial. Testi molto preziosi per íl nostro tema. 25 1 In questi testi vi sono molti riferimenti sempre collegati alla questione "sociale" vs. "comunitario", e con una descrízíone dello sraruto ideologico del fetí­ cismo. Per esempio in AfEGA II/3 , pp. 1260- 1538. Si veda DussEL, Hacia un 1'v1arx desconocido, cit., pp. 209-230. I rímandi sono numerosissimi (si consideri 1'11EGA II/3 , Apparat, p. 3 184, il concetto di "feticísmo" della merce, del denaro, del profit­ ro, della rendita. del capitale, dell'interesse, delle entrate e le loro fonri) 252 Si veda quanto detto su! tema nei capitoli 1 .3 e 4. 3-4.5. piu sopra. Nel Capitolo 6 inedito troviamo molti riferimentí, come ad es. la "Misti/icazione (Mystification) del capitale": MEGA II/4 , 1 , p. 1 19 ss., trad. it. in K . MARX. Rísultati del processo diproduziolle immediato cit., pp. 159 ss. ) . Ne! Manoscri!!o princi¡hlle del libro III ( del 1 865 ) , tutta la questione dell'interesse, della rendita e dello statuto ideo­ logico dell'economia politica apologetica permettono a Marx dí sviluppare molte tematiche legate al feticismo. m Come nella Prefazione del 1 859, ora il feticismo e collegato alla questione del "sociale" . alla "scienza" (come l'antifeticismo per Marx), con il carattere "cosa­ Je" della relazione, con le " robinsonare" (crítica ante litteram a .John Rawls e ai suoi seguaci), e all'utopia del "comunitario": MEGA II. 5, pp. 44-5 1 . trad. it., pp. 1 03 1 15 . m Anche qui v i sono rimandi al nostro rema. S i veda nella "Quarta caratteri­ stíca della forma d'equívalente: il feticismo della forma della merce" : MEGA II, 5 , pp. 637-638. S i tratta di un testo d í grande chiarezza teorica. m Come quando sí ripete il pensiero di J. Habermas proprio di una societa

2 72


"Marx-Engels-Jahrbuch" , 5 ( 1 982) , pp. 3 10-322 ; L. MISKEWITSCH-W WYGODSKI, Über die Arbeit von Marx am JI. und III. Buch des Kapitals in den Jabren 1866 und 1867, in "Marx-Engels-Forschung", 8 ( 1 985) , pp. 198-202. 7

MEW 24, p. 1 1 , trad. it., p. 1 1 . Si veda A. art. cit., pp. 52-60, e gli articoli citati in pn�cedeJt1za nella nota 6. Si consulti inoltre T ÜTANI, Zur Datierung der Arbeit von Karl Marx 8

am JI. und III. Buch das Kapital, in " International Review oí Social History", XXVIII

( 1 982 ), pp. 92ss. 9 Il capitale II, cap. 8, in MEW 24 , p. 158, trad. it., p. 1 6 1 . 10 MEW 32, p. 326, trad. it. in K. MARX-F. ENGELS, Opere, XLII, cit., p. 358. Engels risponde con una lunga lettera in cuí spiega a Marx come si calcola l' ammorta­ mento di una macchina (il tema della circolazione del valore dal capitale fisso): ivi, p. 558, trad. it. cit., pp. 361 -364. 11 ME W 24 p. 1 1 , trad. it., p. 1 1 . 12 Si veda art. cit. di A. TscHEPURENKO, art. cit., pp. 56ss.; ed altri articoli cita­ ti supra alla nota 6. Esiste una traduzíone in russo di questo Manoscritto II, nelle Opere di Marx-Engels, tomo 50 ( JML , Mosca, 1 981 ) , pp. 3 -3 02 . 13 MEW 24, p . 1 1 , trad. it., pp. 1 1 - 12. 1 4 !vi, p . 1 1, trad. it., p. 12. 15 !vi, sez. 1, cap. I (MEW 24, p . 3 1 , trad. it., p. 29). 11 testo del manoscritto termina al foglio 7 in questo modo: " [ . . ] in kapítalistische Warenproduktion" ; quel­ lo corretto da Engels: " [. .. ] Warenproduktíon in kapitalistische", " . . . la produzione di mercí in produzione capitalistica", in A1EW 24, p. 42, trad. it., p. 4 1 . 16 MEW24, p. 12, trad. it., p. 1 2 . u M E W 32, p. 70, trad. i t . i n K . Marx-F. Engels, Opere, XLIII, cit., p . 76. 1 8 l:edizione critíca di questi manoscritti non e ancora stata pubblicata. E pre­ vista come volume 11/13 della MEGA [n.d.c. ] . 1 9 Nel piano del Manoscritto I (copiato d a noi nel cap. 3 . 1 ), scrive Marx; "giro ( Umlau/J " . Nel foglio, all'inízio del suddetto manoscritto (anch'esso da noi riporta­ to al cap. 3 . 1 ) , parla di "circolazione ( Cirkulation) " Adesso, invece, scrive Kreislau/ (che abbiamo tradotto con "ciclo" ) . 20 Manoscritto Il (A 63), fogli 1 -4. Sono 581 pagine scritte a macchina del IML (Berlina). 21 Si veda il testo di nell'archivio dell'IISG ( �sterdam), sotto la catalogazione H 80 (Das Kapital, Band Il, 1883-1885, 800 Jogli). In H 103 cí sono due indici círca del 1884 (8 fogli). 22 Adesso si puo capire l'itnportanza del Manoscritto I del 1865, che Engels scarto, e che arriva fino alla fine del capitolo 3 (si veda supra, cap. 3 .4). In effetti, li (MEGA II/4 , 1 , p. 359) si studia il caso della riproduzione per mezzo della círcola­ zione di denaro (che era il punto b del capitolo 3 , 1, B) del piano che abbiamo copia­ to del Manoscritto JI, che pero Marx non espose ne in questo ne nel Manoscritto Vlll. Lo stesso si puo dire dei punti 7, 8, 9 (pp. 363-3 8 1 , del citato testo del 1865 ) . 2 3 S i veda iJ mio libro La producción teórica de Marx, cap. 6 (pp. 1 18-135) e cap. 13 (pp. 25 1-297 ) . 2 4 Si veda íl mío libro Hacia u n Marx desconocido, cap. 1 2 (pp. 233 -24 1 ) . ,

.

.

274


25 Si ricordi che il piano inserito all'inizio del Manoscritto I ( 1 865) , ne! nostro cap. 3 . 1 , il capitolo 1 ha per titolo: "La circolazione del capitale" . Doveva essere una reminiscenza. 2 6 MEW 24, pp. 32ss. , trad. it. , pp. 30 ss . . 2 7 Vale a dire che il testo copiato d a Engels (MEW 2 4 , pp. 45ss., trad. it. , pp. 44 ss) corrisponde al Manoscritto V (A 66 de 1877 ) , a partire da! foglio 12, scritto da Marx. 8 2 MEW 24, p. 124, trad. it., p. 125. 2 9 Per Marx i tre "stadi" sono i movimenti di trasformazione del D-M, M. P M e M-D; mentre i "giri (Kreislaufen)" sono costituiti da "stadi" (per es. : D­ M. P . M'-D'). 3° Fogli 1 -2 del manoscritto. 31 Ne! Manoscritto H 80 (due tomi, 800 fogli, 1883 - 1 885 ) Engels rispetta la titolazione originale di Marx (mentre nell'edizione definitiva la modifica): " Libro secando. 11 processo di circolazione del capitale. Prima sezione: 11 processo ciclico (Kreislaufprozess) del capitale. Capitolo primo: Le metamorfosi del capitale e i suoi cicli [ma cancella questo testo e scrive:] Il processo ciclico [e lo cancella e lascia :] Jl ciclo del capitale monetario " (foglio 1 ) . Si puo cosi vedere che, in que! momento, Engels conosceva la titolazione esatta di Marx nei Manoscritti da! V al VII, ma la modifico a suo tempo. Nella prima sezione, invece di "11 processo ciclico del capita­ le" - di Marx -, mise: "Le metamorfosi del capitale e i suoi cicli''. Al capitolo 1 sosti­ tui " Le metamorfosi [ . . . ] " con "11 ciclo del capitale monetario" . Ne! capitolo 2 ( " Il ciclo del capitale produttivo" ) , senza cancellature (Manoscritto H 80, foglio 46), Engels decise di suddividere il capitolo 1 di Marx in quattro capitoli. 11 capitolo 5 e "11 tempo di giro" (foglio 124 ) . 3 2 Fin qui i l testo e identico: MEW 24, p. 3 1 , trad. it., p. 2 9 : "Der Kreislaufprozess [ . . . ] W-G durch " . 3 3 Ibidem: 274 Die Forme! [ . . . ] bezeichnen". 34 Foglio 28. Dobbiamo dire che M. Rubel si sbaglia nell'indicare come " capi­ toli" quelli che sono "paragrafi" e come " sezione" cio che e " capitolo'' . Non poteva essere altrimenti per un testo anteriore al 1872- 1873 , quando Marx prese la decisio­ ne di organizzare il materiale in "sezioni" invece di "capitoli" . 3 5 Si veda DussEL, La producción tieórica de Marx, cap. 6 (pp. 1 18ss.), i n special modo lo schema 12 (p. 1 19); cap. 8 (pp. 160ss . ) , lo schema 15 (p. 1 6 1 ) ; cap. 1 4 . 1 (pp. 272ss.), lo schema 26 (p. 278). In quei punti vi e la distinzione tra determinazioni for­ mali, materiali, ontiche o fasi " ontologiche". Della stessa questione si tratta adesso, ma in modo molto piu sviluppato. Si vedano, píu avanti, i capitoli 9 e 10. 3 6 Manoscritto VII (MEW 24, p. 34, trad. it. , p. 32) 37 Ibidem. 38 Ibidem. 39 In questo manoscritto del 1877, il paragrafo 1 ( " Il ciclo del capitale mone­ tario" ) occupa i fogli 1 -24; il 2, i fogli 24-3 5 ; il 3, i fogli 36-47 : e il paragrafo 4 ( " Le tre figure del processo cíclico " ) , i fogli da! 47 in poi. 40 Manoscritto V, foglio 54. lnoltre, per Marx e il punto J), mentre per Engels ..

..

. .

.

¡¡ m.

2 75


41

Si veda DusSEL, La producción teórica de Marx, cap. 1 8 .6; in Io., Hacia un

Marx desconocido , cap. 1 5. 5 ; e in quest'opera, supra. cap. 5 . 6 e 7 .4.b.2, 45

AJE W 2 4 , pp. 37-38, trad. it., pp. 36-37. Si vedano i miei libri La producción teórica de Marx, cap. 7 e 17. l; Hacú1 un

Marx desconocido, cap. 3 e 1 4 . 2 ; e qui, supra, in cap. 1 .3 e 5 .2 . 4 4 lvfanoscritto IV, foglí 3 0 ss . (MEW 24, p . 124ss., trad. ít., p p . 125 s s . ) . Adesso, poiché siamo nel 1 867. Marx usa la parola "fase" e non "stadio" non avvert e il cambio di terminología del decennio da! '60 al '70.

Ibídem. Ivi, fogli 3 5 -49 (ME W 2 4 , pp. 1 3 1 - 1 5 3 , trad. ít., pp. 1 3 3 - 1 56). 47 ]vi,

foglio 49 (p. 153 , trad. it., p . 1 5 6).

48

1v!EGA II/4 , l , p. 1 4 1 (il nostro cap. 3 .2).

49

Si veda la differenza tra "intuízioni" e

Hacia un Marx

o "concetti ", in D u<,SEL, pp. 2 1 -24; cap. 9.2 (pp. 1 67- 169); cap. 1 4 .4 (pp. 3 02-

3 06). In DussEL. La 1 62 ) . 50Si

teórica de Marx, cap. 2.3 ( pp. 54-60); cap. 8 . 1 (p.

veda DussEL, La p roducción teórica de Marx, cap. 6 ( pp. 1 1 8- 1 3 6) , e i n fo.,

Hacia un Marx desconocido, cap. 2 .3 (pp. 46-47); cap. 3 . 1 (pp . .58-6 1 ). 52

Si veda D ussEL, La producción teórica de lvfarx, cap. 13 - 14 (pp. 247ss.l. Si veda DussEL, La producción teórica de Marx, cit., cap. 14.3 (pp. 288-290,

lo schema 128). La questione della " riproduzione" (cfr. Dussn. Hacia un Marx desco­ nocido, cap. 7 . 3 , pp. 1 3 2 ss.), che ínizia con una critica ad Adam Smith, risponde alla

sensibilita " tecnologica" dí Marx, che pensava che i dassici non avessero considera­ to suffícientemente il momento tecnologico del capitale. 51

Il verbo "übergehen", di ascendenza hegeliana, indica !'atto dell' "oltrepas­

sare", essenzialmente dialettico. 54 Manoscritto IV, foglío 53 (MEW 24, pp. 1 58 - 1 59, trad. it., p. 1 62 ) . "[. . . ] des gesamten Kapitalwerts " : Manoscritto IV, foglio 5 7 , MEW 2 4 , p . 1 5 7 , trad. it., p . 160.

5 6 Ne! Manoscritto H 80, oríginale del libro II, ai fogli 1 62 e ss . . si espone il nostro tema. La seconda sezione finisce al foglio 447. Al momento della redazione di

questo manoscritto la numerazione dei capitoli non era stata ancora inserira comple­ tamente (solo fino all'ottavo). l.

57 Si veda quanto 5"

indica to ne! paragrafo 3 .3 , su questo tema ne! Manoscritto

E interessante notare che

colloca questo titolo per il capitolo ne! suo

Manoscritto H 8, foglio 167 . Ricordiamo che Marx scrisse a Engels una lettera il 24

agosto 1 667, dove diceYa:

"Alla chiusa del II libro (Processo di circolazione), che scri­

vo adesso, elevo nuovamente chiedertí di un punto come molti anni fa! Il capitale fisso [ .. ] " :MEW 3 1 , pp. 3 26-327, trad. it., p. 358. E gíustarnente gli chiede come si calcola il ritorno del capitale ínvestito in una macchina, anche se in realta a Marx interessava sapere come il mezzo di produzione (il eapi tale costante circolante) '' pas­ sava" il suo valore al prodotto in una rotazione di larga durata. Engels risponde íl 27 agosto con una magnifica letrera (ivi, pp. 3 29-3 3 2 , trad. it . in ivi, pp. 3 6 1 -364). CiO che sappiamo con certezza e che Marx abbandona la redazione del A1anoscritto IV .

276


per sempre, forse aspettando la risposta di Engels. L'anno dopo riprendera la reda­ zione del libro 11, ma in maniera totalmente nuova (e questo costituira il Manoscritto JI del 1868) . ' " L'unica differenza nei titoli e che ne! piano scrive Dzf/erenz, mentre ne! testo del Manoscritto JI, Unterschied. 60 Desideriamo indicare che Engels conserva, ne! manoscritto del 1884 (H 80), titoli piu vicini a quelli di Marx ne! Manoscritto JI. Cosl, ad esempio, ne! foglio 2 1 9 copia il titolo d i Marx: " Verso una critica delle teorie su! capitale fisso e circolante" (che e il titolo di Marx al foglio 5 5 1 , ma nell'edizione definitiva del 1885 cancellera ne! capitolo 10 "Verso una critica" (questa eliminazione appare gia in H 80). Allo stesso modo, leggiamo ne! foglio 259: "Ricardo su! capitale fisso e circolante" (tito­ lo di Marx al foglio 69); o al foglio 278: "Differenza nella durara del!' atto di produ­ zione" (che Marx scrive al foglio 73 ne! modo seguente: "Differenza nella durara [del periodo di lavoro: che elimina] della produzione"). Vediamo quindi che Engels tiene in considerazione il testo ma vi introduce continue correzioni. 6 1 Foglio 55 (MEW 24, p. 162, trad. it., p. 165 ) . 62 Manoscritto JI (MEW 24, p . 167, trad. it., p. 1 7 1 ) . 6 3 Ivi, p. 168, trad. it. , p. 172. 64 Si veda DusSEL, Hacia un Marx desconocido, cap. 7.3, p. 133 . 65 Manoscritto JI, a . 1 (p. 168, trad. it. , p. 172 ) . 66 Ivi, a.2 (p. 1 7 1 , trad. it. , p. 175 ) . 67 Ivi, a.3 (p. 1 85 , trad. it., p. 192 ) . Studiando questa tematica dei mezzi di pro­ duzione, Marx pianifico la crisi come possibilita nei Manoscritti del '61-'63. Cfr. DussEL, Hacia un Marx desconocido, cit . , cap. 10.4, pp. 200ss .. Sarebbe interessante, inoltre, confrontare le analisi di Marx su Smith e Ricardo di questi manoscritti (da! 1861 al 1863 ) con i progressi che si possono vedere in questo Manoscritto JI, ne! 1868-1870, sullo stesso tema. 68 Ivi, foglio 78 (p. 242, trad. it. , p. 250) . 69 Questo testo fu ripreso con delle variazioni da Engels ne! foglio 306 del Manoscritto H 80 (MEW 24, pp. 249-250, trad. it., pp. 258-259). 70 Si veda MEW 24, pp. 251ss., trad. it., pp. 261 ss. 71 Come paragrafo 3: " Rotazione e formazione di valore ( 1,Verthbildung)" (MEGA 11/4, 1, p. 290) dello stesso capitolo I (si veda sopra 3 .3 . finel. 7 2 Si veda in MEW 24 , pp. 263ss., trad. it. , pp. 274 ss. Ne! Mcmoscritto JI (A 63), l a questione del " periodo di lavoro" maggiore del "periodo di giro" si espone da! foglio 94; il terzo problema, o quello del " periodo di !avaro" inferiore al "perio­ do di giro " , da! foglio 96 ai seguenti. 7 3 Nota di chiarimento di Engels, in ivi, p. 286, trad. ít .. pp. 298-299. 74 Manoscritto JI, fogli 1 17ss. (MEW 24, pp. 3 15ss., trad. it. , pp. 329 ss. ) . 75 S i veda il mio libro L a producción teórica de Marx, cap. 7 . 3 , 8.4, 1 0 . 3 , 12.3 e 13 . 3 , in particolare cap. 10.4, p. 208 (Grundrisse, in MEW 42 , p. 345 , trad. it., pp. 42-43 l. Si veda R. Rosomsn , op. cit., pp. 369ss. e pp. 5 13 ss . . 76 S i veda il mio libro Hacia un Marx desconoado, cap. 7 . 3 , pp. 132-136; cap. 8.4, pp. 153- 158. Si veda anche W. MüLLER, Zur Reproduktions-, Akkumulatio11s­ und Krisetheorie van Karl Marx, in Der zweite Entwurfdes Kapitals, cit., pp. 183-209.

277


77

Si veda sopra al cap. 3 .4 e nel 3 . 1 ,

78

Si veda sopra al cap. 4 .5 .

íl "piano" di questo libro TI.

79 Manoscritto principale del libro 111 ( 1 865) , cap. 6, foglio 528 (lvfEW 25 . p. 654, trad. it., p . 742 ) . Sono frequenti in Marx espressioni di fastidio neí confronti deí

"maledetti numeri " . Abbiamo riportato alcune dí queste espressioní in DussEL, Hacia un Marx desconocido, p. 281, nota 34. w

Grundrisse, in MEW' 42, p. 343 , trad. it., II, p . 54. Si consideri l'espressione

"poníamo" o "supponiamo " . Marx commenta: "questo esempio puo essere o non essere sviluppato in seguíto. A rigore esso non rientra in quanto stíamo dicen do" (ivi, p. 346, trad. it. cit., vol. Il, p. 58). Ha quindi coscienza di aver aperto un vareo. In effetti questo sara il soleo dell'esposizione del tema della riproduzione che abbiamo trattato. 81

Si veda quello che abbíamo detto sui quadri della rendita in Dussel, Hacia

un Marx desconoado, cap. 9.6, pp. 1 83 - 1 85 . 82 Manoscritto JI, foglio 142 (MEW 24, pp. 3 93 -3 94 , trad. it., p. 4 1 3 ) . 81 Ivi, foglio 143 (MEW 24, p.395 , t rad. it., p. 4 15 ) . 84

Ivz; foglio 144 (ME W 24, p . 396, trad. it., p. 4 1 6).

85 Manoscritto VIII, in ivi (MEW 24, p. 399, trad. it. , p . 4 19 ) . 86 Ivi (MEW 24 , p. 405, trad. i t . , p. 425 ) .

87

Ivi (l1:IE\V 24, p . 406, trad. í t.. p. 426).

88

Ivi (MEW 24 , p. 454, trad. it. , p. 475 ) . Manoscritto JI, foglio 1 3 1 , i n ivi (ME W 24 , pp. 353 -354, trad. ir., p . 370). 90 Si veda il mio líbro Hacia un lvfarx desconocido, pp. 247-249. ln questi mano­ 89

scritti, bisogna <lirio, Marx arrivo ad esprimere con chiarezza lo "schema" della riproduzione, in riferimento al Tableau économique di Quesnay, eliminando solo il proprietario terriero, ma non ancora l'operaio come compratore. Lo schema si trova nel Quaderno XXII dei Manoscritti del '61-'63 (MEGA Il/3 , p. 2276). 9 1 Si veda sopra il paragrafo 3 . l. 92 Si veda sopra il paragrafo 6 . 1 . c 93 1 1 tema esposto da Engels come capitolo 2 0 , paragrafi V i n poi (MEW 24, pp. 4 1 0ss . , trad. it., pp. 43 1 ss . ) , corrisponde al tema l.A.b del Manoscritto II.

94 RosDOLSKY, trad. it. cit .. p. 5 7 7 . Si veda Pre/azione, i n MEW 2 4 . p. 12, trad. í t . , p . 1 2 . 96 lvfanoscritto ll, foglio 130 (ME W 24, p . 3 5 1 , trad. it., p. 3 6 7 ) .

95

'Tí Letrera a Engels del 6 luglio 1863 (ME\V 3 0 , p . 362. trad. i t . i n K. MARX-F. ENGELS, Opere, XLI, cit., p. 3 99), insieme al famoso schema della riproduzione, che abbiamo riprodotto dall'originale del Manoscritto del '61 - '63 ne! libro Hacia un Marx

desconocido, p . 157. 98

Manoscritto Vlll, foglio 16, in ivi (MEW 24, p. 396, trad. it., p . 416). Questo

schema Engels lo copia da questo manoscritto e non da! Manoscritto JI. Ivi (MEW 24 , p. 420, trad. it. p. 440). 100 Si veda il tema in DusSEL, Hacia un Marx desconocido, cit., p. 1 3 3 . 1 0 1 Manoscritti del '61-'63 (MEGA Il/3 , p. 1 14 ) . 102 N ouveaux príncipes d e l'économie politique, París, 1 8 19, t. I , libro 2 , p. 92, trad. it. a cura di P. Barucci, Nuoviprincipi di economía po!itica o Della ricchezza ná

2 78


suoi rapporti con la popolazione, ISEDI, Milano, 1975 , p. 70. Sismondi ha l ' "intuizio­ ne" del plusvalore, anche se non lo costitul come categoría. 103 Manoscritto VIII (MEW 24, p. 466, trad. it. , p . 488 ) . 104 Ibidem. 105 Ivi (MEW 24, p. 464, trad. it. , p. 487) 106 MEW 43, p. 3 19, trad. it. cit., vol. 11, p. 6 . 107 Nei Grundrisse, forse per !'entusiasmo della scoperta sistematica di questa problematica, Marx elabora i testi piu chiari su questo tema, qualcosa di sconosciu­ to al marxismo posteriore: la svalutazione (si veda DussEL, La producción teórico de Marx, cap. 9.4-10.4, pp. 188ss.). 108 Manoscritto VIII (MEW 24 , p. 465, trad. it., p. 487 ) . 109 Ivi , "Missverhaltnis" appare due volte (MEW 24, p. 465, trad. it., p. 487 ) . 1 1 0 Ibidem. 1 1 1 HEGEL, Lineamenti di /iloso/ia del diritto, trad. it. cit . , par. 246-248, pp. 189-190.

NOTE

AL CAP.

7 DALL'ULTIMO MA RX ALL'AMERICA LATINA

1 MARX , Le capital (París, 1872-1 875 ) , in MEGA 1117, pp. 632-4. Si consideri che nell'edizione francese del 1875 , giustamente, Marx ha modificato il testo tede­ sco. Cioe Marx ha cambiato il testo alla luce della " questione russa" . Sara questa la tesi centrale di questo capitolo 7. Si confronti con MEGA 11/5 , p. 576. 2 Lettera di Marx a Vera Zasulic, 8 marzo 1881; pubblicata in francese da D. RJAZANOV, in Marx-Engels Archiv (Francoforte) , 1925 , t. 1, pp. 3 4 1 -342; in tedesco in MEW 3 5 , pp. 166- 1 67 ; in inglese: TH . SHANIN, Late Marx and the R11ssian road, Monthly Review Press, New York, 1 983 , pp. 123-124; trad. it. in K. MARX-F. ENGELS, India, Cina, Russzá, a cura di B. Maffi, il Saggiatore, Milano, 19762, p. 3 04 . 3 MEW 25 , p. 1 4 . trad. it., p . 14. " Enunciara in MEW 25 , p . 59, trad. it., p. 77. In una lettera del 22 aprile 1868 (MEW 32, p. 65, trad. it. di K. MARX-F. ENGELS, Opere, XLIII, cit. , p. 7 1 ) , Marx discute con Engels il tema di questo manoscritto. 5 Si veda l'articolo gia citato di MrsKEWITsc11-WYGODOSKT, Ober die A rbeit vo11 Marx am JI. und III. Buch des Kapitals, cit., p. 203 . 6 MEW 25 , pp. 4 1 -42, trad. it., pp. 57-58. 7 Foglio 1 (usato da Engels in MEW 25 , p. 34, trad. it., p. 54). 8 11 Manoscrztto A65 di Engels contiene solamente 20 fogli e tratta di: " lnizio del libro 111, sezione 1, cap. 1 : Prezzo di costo e profitto. " 9 MEW 25 , pp. 42-50, trad. it., pp. 58-66. 1 0 Engels riprende le prime righe del Manoscritto JI] (A 74): "Der Wert . . . c+v" (foglio 1 ) : MEW 25 , p. 3 3 , trad. it., p. 5 3 ; l'esempio "von 500 Pfd. St.: 20 Pfd. St. [ . . . ] " , in ivi, p. 3 4 , trad. it., p . 54, viene ripreso ne! Manoscritto JI (A73 ) (foglio 1 ) .

279


:i

MEW .3 2 , pp. 70-75. trad. it. in K. MARX-F. ENGELS , Opere, XLIII, cit., pp.

76-82.

12 Si veda la sua biografía. Karl i\1arx. Biographie, cit . . pp. 567 -782; F. MEHRTNG, Karl Marx. Geschichte seines Lebens, pp. 385-535; B. NrcoLATEVSKI-0. La vie de Marx, pp. 340-430. Si veda specialmente R. J. RICARDEZ, Marx y su teoría de la revolucion para el mundo subdesarrolado, in Cuadernos Políticos, 4 1 ( 1981 ) , pp. 5 -32. u M ARX , Manz/esto del Partito comunista, in MEW 4 , p. 466, trad. it. a cura di E. Cantimori Mezzomonti, Laterza, Bari 19946, p. 89 ) . Tuttavia il testo potrebbe essere di Engels. 14 K. MAILX, La dominazione britannica in India (New York Daily Tribune, 25.6. 1 85 3 ) , in MEW 9, p. 1 3 1 , trad. it. in Marx e Engels, India Cina Russia. cít., p. 77 .

15 K. MARX, l risultati /uturi della dominazione britannica in India {New York Daíly Tribune, 8.8.185 3 ) , in MEW 9, pp. 225-226, trad. it. in Marx, India Cina Russia, cit., p. 1 17. 16 1! capitale in A1EGA Il/5 , p. 12, trad. it. cit., p. 32. 18

lbidem.

Si veda KARL MARX, Manoscritti sulla questione polacca (1863- 1964), a cura di B. Bongiovanni-E.B. Grillo, La Nuova Italia, Firenze, l 98 1 . Marx simpatizzava con la Polonia perché la sua lotta contra la Russia avrebbe potuto indebolire que­ st'ultítna cbe per Marx rappresentava una roccaforte del conservatorismo in Europa. MEW 3 1 , p. 400. Il 9 aprile 1 870, scriveva a Sigfrid Meyer: "L'lnghilterra, in quanto metropoli del capítale, in quanto pmenza che ha fino ad ora dominato íl mercato mondiale [. . . ] l'emanápazione nazionale dell'Irlanda non e una questione di "'L'�"'A " astratta o di sentítnenti umanitari, m a la condizione primaria della sua stessa emancípazione socia/e [del proletariato inglese] ": MEW 32, p. 669. In quello stesso momento, in Paraguay sí stava svolgendo una guerra in cui Brasile, Uruguay e n.rge1m1Ja, "per ordine dell'Inghilterra" , distruggevano un progetto di autonomía nazionale borghese latinoamericana. Si veda K. MARX, N. DANIELSON. F. ENGELS, Correspondencia 1 868-1 895, realizzata da José Aricó, Siglo XXI, México, 1 98 1 . N . K. Michailovskij, come vedremo, copia íl testo sprezzante di Marx nelle note fínali alla prima edizione, la dove esse si riferíscono al fatto che il capitalismo potrebbe contare sull'aiuto della Russia, dando luogo al "rínnovamento dell'Europa per mezzo della frusta e della coatta trasfusione di sangue calmucco, profetízzato dal russo mezzosangue e moscovita integrale Herzen (per inciso, questo bellettrista ba scoperto íl comunismo "russo" non in Russia. ma nel libro del Consigliere del Governo prussíano lfaxthausen l": lv1EGA Il/5 , p. 625 . Cfr. R CtsAR FrnNANDES, Dilem11s do socialismo. A contravérsia entre Marx:. Engels e os populistas rusos, Río de Paz e Terra. 1982, p. 162. A cío l'autore russo risponderá: "Senza entrare nei di questo passaggio molto arrogante [ . . . ] Marx dovrebbe comprendere í tentativi dei Russi per trovare una vía di sviluppo per la propria patria, che e per íl resto diversa dall'Europa Occidentale " : FERNAl\'DES, op. cit. , pp. 162- 163 . Torneremo avanti su questo eccellente testo. Ancora nel Postscritto alla seco11da edizione,

280


Marx umilia di nuovo - forse senza accorgersene - l 'imelligenza russa: "Que! che sorprende il lettore dell'Europa occidentale in questo solido libro e che il Sieber resta fermo coerentemente al punto di vista puramente teorico ": MEGA II/6, p. 704, trad. it. in Il capitale, vol. I, pp. 4 1 -2 ; questo assomíglia a quando i colonizzatori in America Latina si stupivano della razionalita dell'índio

anche se, come díceva

Fernández de Oviedo, "sono diventati bestiali per i loro costumi ". In ogni caso Marx rende onore ai russi, visto che cita lungameme l'accoglienza che Il capitale ha ricevu­ to a San Pietroburgo, nella rivista Viétñik levropi, dove si puó vedere che i reorici dí questo paese slavo furono interessatí al problema de "la legge dei fenomeni [, .. ] Marx concepisce il movimento sociale come un p rocesso di storia naturale " : A1EGA

II/6, p. 707. Questa sara la critica mossa successivamente a Marx, e con ragione, se si applica male íl principio. 22 Il capitale, vol. III, in MEW25, p. 1 4 , trad. it. cit.. p. 1 4 . Marx stesso scriveva: "La massa di materiale che ho ricevuto non solo dalla Russia, ma anche dagli Stati Uniti ecc. mi fornisce fortunatameme un p retesto per continuare i miei studi, anziché con­ cluderli definitiv<lrnente per il pubblico": Marx a Daniel'son, 10.4. 1 879, trad. it. in Lettere ml Capitale, cit., p. 162. Perché Marx dice "fortunatamente"? Non desiderava tenninare il suo lavoro? O non poteva fario senza un fondamentale "cambiamento di prospettiva", al quale non era disposto a rinunciare?

Per una storia dell'edizione russa de Il Capitale si veda A. U ROJ EWA , Das Kapital eroberte sich den Erdball, in Studien zur Entstehungs - und Wirkungs­ .

geschichte des Kapitals, Verlag die Wirtschaft, Berlín, 1 978, pp. 1 80- 1 86 24 MEW 3 2 , p. 174, trad. it. in K. MARX-F ENGELS , Opere, XLIII, cit., p. 1 88. 25 lvi, p. 563 , trad. it., p. 6 1 1 . 26 lvi, pp. 566-567 , trad. it. in K. MARX-F ENGELS, Opere, XLIII, cit . , p. 6 1 5 . Marx espríme u n a grande cordialita verso i suoi "amíci" russí, che sono Daníel'son e i suoi compagni, cioe i " populisti " . 27

28

M ARX , ÜANIELSON, ENGELS, Correspondencia 1868-189.5, cit., p . 6 .

MARX, DANIEL'soN, ENGELS, Correspondencia 1 868-189.5, cit., pp. 6-7. Cfr. K. Marx-F Engels in Revoliutzionnaia Rossiia , Mosca, 1967, pp. 1 7 1 e 191 ss. Marx si riferisce a Flerovskij nella sua lettera del 5 marzo dello stesso anno: " Il libro di Flerovskij su La situazione della classe operaia in Russia e un libro straordinario '' : Opere, XLIII, cit., p. 7 1 1 l. Ne il MEW 3 2 , p. 656, trad. it. ín K. MARX-E Manoscritto II del libro II, foglio 149, Marx si riferisce alla opera di Flerovskij (si veda II/5 , p. 5 3 5 ) . Sui " populisti" russi, oltre alle opere cítate si veda: V A.

Il populismo Russo, XXI, Mexico, 1 978; E VENTURINI, Roots o/ and socialist movement in nineteenth centm:v revolution. A history o/ the Russia, The Universal Library, New York, 1 966; A. WALICKI, The controversy over capitalism. Studies in the social philosophy o/ the Russian populists, Clarendon Press, TVARDOVSKAIA,

Oxford, 1 969; A. Dilemmas o/progress in tsarist Ruma. Legal Marxism and " legal populism, Harvard Universiry Press, Cambridge, 1 96 1 ; e tuna la bibliografia su! "modo di produzione asiatico ": M. Godelicr, E. Hobsbawm, G. Sofri, ecc. 29 Si veda in S HA NIN , Late Marx and the Russúm road, cit., pp. 1 90-203. 30

lvi, pp. 1 83 - 1 87 .

31

Ivi, p . 1 86. Qucsto concorda esattamente con l a descrizíone di Marx nei


Grundrisse (si veda la mia opera La p roduzione teorica di Marx, cap. 4.2, p. 88). E interessante notare che Marx, come Cernysevskij, considera negativamente lo stadio della "proprietií. privata" (anche se Marx, nel 1858, pensava che lo stadio della pro­ prieta privata capitalista fosse superiore a quello della proprietií. comune primitiva) . 3 2 SHAN!N, Late Marx and the Russian road, cit., p. 188. Nel frattempo, nel luglio 1870, quando Marx affronto queste questioni, German Lopatin e altri russi, gli fecero visita a Londra. 33 In FERNANDES, Dilemas do socialismo, cit., p. 8 1 . E dunque pertinente affer­ mare che i "populisti" erano antipositivisti (fu infatti un movimento nazionalista che nacque quasi 50 anni prima che in America Latina). Dovremmo cercare tra i nostri cosiddetti "conservatori" o "antiliberali" questi nazionali �ti che propugnavano il federalismo, il regionalismo (i "caudilli" come il Facundo negato da Sarmiento) , il vernacolo che tanto spaventa lo spirito dell"'Illuminismo" - che prevalse in Engels o Plekanov. 34 F. ScHILLER, J;educazione estetica, trad. it. di G . . Boffi, Milano, Rusconi, 1 998, Lettera VI, p. 67. 35 FERNANDES, Dilemas do socialismo, cit., p. 2 1 . 36 MEW 17, pp. 549-550. 37 Lettera del 28 maggio 1872 . Daniel'son si lamenta della " notizia di tralascia­ re il lavoro non teorico" . Alla fine della sua vita Marx riconoscera che "nón sono in condizioni di riprendere il lavoro teorico" . Cos' era in realta per Marx questo "lavo­ ro teorico" ? Di sicuro non la scienza matematica, visto che lui si lamentava di "que­ sti fastidiosissimi numeri" , né l'economia, di cui gia nel 1 85 8 aveva detto: "in questi pochi mesi finiro con questa economía di merda". 3 8 MARX, DANIELSON, ENGELS, Correspondencia 1868-1 895, cit., p. 56. 39 MEW 19, p. 2 3 , trad. it. di P. Togliatti, Critica ai programma di Gotha, Editori Riuniti, Roma, 1990, p. 20. 4° Cit. in FERNANDES, Dilemas do socialismo, cit. , p. 132 . Tkacev parla come un intellettuale "ferito" della "periferia" - bisogna aver sofferto questa umiliazione per capirlo. 41 F. ENGELS, Soziales aus Ruflland, in "Der Volksstaat" , n. 43 (aprile 1875) e n. 44 (aprile 1875 ) , in MEW 18, p. 556 e p. 560, trad. it. in MARX-ENGELS, India Cina Ruma, cit., pp. 277 ss. [trad. it. modificata dal curatore] . 42 FERNANDES, Dilemas do soczalismo, cit., pp. 161- 164. Michailovskij descrive le torture dell'awento del capitalismo e la distruzione delle comuni contadine come con­ dizioni della possibilita di questo awento. La critica e di un marxista al suo maestro critica da dentro sia con rispetto sia con simpatia. 11 testo in inglese in Shanin, op. cit. , pp. 134-137. Il testo da cui argomentava Michailovskij si trova ne Il capitale, sez. VII, cap. 24: MEGA I V5 , pp. 609-6 10, trad. it., p. 826. 4 3 MEW 19, p. 1 08 , trad. it. in K. MARX-F. ENGELS, India Cina Russia, cit., p. 301 . 44 Ibidem. 45 Ivi, p . 1 1 1 , trad. it. cit., p. 3 02. L'esempio preso da Marx e quello dei conta­ dini impoveriti di Roma che, spogliati delle loro terre e dei loro strumenti di lavoro, non si trasformarono in proletari, bensi in una plebe o popolaccio che piu facilmen-

282


te diede origine ad un regime schiavista - e non capitalista. D' altra parte, nelle Glosse marginali al "Manuale di economia politica" di Adolph Wagner, scritte tra il 1879 e il 1880, Marx nega anche un altro punto: " Secando il signor Wagner la teoria del valo­ re di Marx e 'la pietra angolare del suo sistema socialista' (p. 45 ) . Poiché io non ho mai costruito un 'sistema socialista', questa e dunque una fantasia di Wagner, Schaeffle e tutti quanti" : MEW 19, p. 357, trad. it. a cura di M. Tronti, Scritti inedi­ ti di economia política, Editori Riuniti, Roma, 1963 , p. 167. 46 Il Capitale. MEGA 11/5 , p. 576, trad. it. , p. 780. 47 MARX, Le capital, in MEGA 11/7 , p. 634. si veda cnhe l a risposta a Vera Zasulich: MARX-ENGELS, India Cina Ruma cit. , pp. 302-3 . 48 MEW 24. p. 39, trad. it., p. 3 8 . 4 9 Marx, Engels Archiv (MEIM a Mosca), edizione D. Riazanov, vol. 1, Francoforte ( 1 925 ) , pp. 3 16-3 17 (testo inglese in Shanin, op. cit. , pp. 98-99; testo tedesco in MEW 19, pp. 242-243. Si veda H. WADA, Marx and revolutionary Ruma in SHANIN, op. cit. , pp. 40-75 . 50 MEW 19, p. 3 96. 5 1 Si veda S. HrNADA, On the meaning in our time o/ the dra/ts of Marx's letter to Vera Zasulich (1881), in Suravu Kenkyu (Studi slavi), Tokio, 20 ( 1975 ) ; WADA, art. cit, pp. 64-65 . 52 Nella prima bozza della letrera (testo 4) dell'8 marzo (ed. Rjazanov, p. 340) , e nella letrera definitiva, testo 5: MARX-ENGELS, Lettere sul "Capitale", cit., p. 1 64 . 5 3 Nel testo 2 (pp. 329-33 1 ) ; testo 1 ( p . 3 1 8); testo 3 (pp. 334-3 35); tesw 4 (p. 340); e testo 5 (p. 341). l testi citati sono: il primo gia indicato supra nella nota 26: e il secando in MEGA 11/5 , pp. 608-60. 54 Solo nel testo 2 . 5 5 Nel testo 2 (pp. 3 3 1 -332, punto 111); testo 1 (pp. 3 1 8-323 , punto 2); testo 3 (pp. 335-336, punto 11); testo 5 (p. 3 4 1 ) . 5 6 Ne! testo 2 (pp. 332-3 3 3 , punto I V ) ; testo 1 (pp. 323-326, punto 3 ) ; testo 3 (p. 3 3 7 ) ; testo 5 (pp. 341-342) . 57 Nel testo 2 (p. 334, punto V); testo 1 (pp. 326-328, punto 4 ) ; testo 3 (pp. 3 38-340); testo 5 (p. 342 ) . 5 8 Ed. Riazanov, cit., p. 3 4 1 . 5 9 Testo 5 (p. 34 1 ) . L'espressione "espressamente limitara" appare in tutti i testi restami (tranne che nel testo 4 ) . 60 Testo 1 (p. 3 1 8 ) . 6 1 Ivi, p. 3 19. 62 Marx usa ripetutamente l'espressione: "per un ritorno della sociera moder­ na a una forma superiore di tipo arcaico di proprieta e di produzione comunitaria " . Non bisogna dimenticarsi che per lui l a " comunita primitiva" s i superava nell'indi­ vidualismo borghese, ma che questo, da parte sua, era subordinato a una comunita di tipo superiore dove l'individualita si realizzava nella comunita (i tre stadi dei Grundrisse; si veda nella mia gia citara opera La producción teorica di Marx, cap. 4 . 2 ) . 63 Testo 1 ( p . 323 ) . 6 4 Letrera a F. A . Sorge del 5 novembre 1880 (MEW 3 4 , p. 4 7 7 ) . 65 Quella "naturalizzata" non e l a posizione di Marx. ,

283


66 MEW 4 , pp. 575-576, trad. it. in G. M Bravo (a cura di) , Il "Mani/esto" e i suoi interpreti, Editori Riuniti, Roma. 1973 , p. 12. ''7 FERNANDES, op. cit. , p. 202, trad. it. in Marx- Engels, India Cina Russia cit. , p. 32 1 . Engels, tuttavia, dice onestamente: " I miei amici narodovoltsi non m i hanno mai parlato a proposito [si riferisce a Daniel'son, con cui terra buone relazioni fino al 1895 , anno in cui Daniel'son termina la traduzione russa del tomo 111 de Il capita­ !e] , e questo e ancora un elemento indispensabile per farmi un'opinione" 68 Ivi, p. 262. 69 Si veda DussEL, La produccion teorica de Marx, cap. 12. 7 0 MEW 38, p . 305 , trad. it. a cura di A . A. Santuca, in K. MARX-F. ENGELS, Opere, IL, Lettere, gennaio 1 89 1 -dicembre 1 892, Editori Riuniti, Roma, 1982, p. 315. 7 1 MEW o MEGA, trad. i t . a cura d i L . Longinotti, i n K. MARX-F. ENGELS, Opere, L, Lettere, gennaio 1893-luglio 1 895 , Editori Riuniti, Roma, 1977, pp. 43-45. 72 MARX- ENGELS , India Cina Ruma cit., pp. 329 ss. (da! 1884 fino al 1895 ) . 7 3 MARX, DANIELSON, E NGELS , Correspondencta 1868-1895, cit., p. 253 . 7 4 Ivi, p. 265 . 75 Citato da RosooLSKY, op. cit. , p. 535. 76 Citato da RosooLSKY, op. cit. , p. 540. 77 Citato da RosoOLSKY, op. cit. , p. 544 . 7 8 R. LuxEMBURG, Die Akkumulation des Kapitals, trad. it. di B. Maffi, T.;accumulazione del capitale, Einaudi, Torino, 1968, p. 382. 79 Ivi, p. 4 1 8. "Il plusvalore realizzato, che non puó essere capitalizzato in [nghilterra o in Germanía e rimane perció inattivo, viene investito in ferrovie, opere idrauliche, miniere ecc." (ivi, p. 426); " . . .la riproduzione allargata del capitale e una :apitalizzazione del plusvalore precedentemente realizzato" (ivi, p. 428). 80 Il Capitale 11, cap. 20, XII (Manoscrítto VIII) in MEW 24 , p. 466, trad. it., J. 488. "In ambedue i casi il commercio estero potrebbe soccorrere, ne! primo caso, Jer convertire in mezzi di consumo la merce I bloccata in forma di denaro, ne! ;econdo caso, per smerciare l'eccedenza in merce. Ma il commercio estero, in quan­ :o non si limita a sostituire elementi (anche secondo il valore) , non fa che trasferire e contraddizioni in una sfera piu ampia, aprendo ad esse un piu vasto campo d'azio1e": ivi, p. 464, trad. it., pp. 486-487. 8 1 Si veda la mía opera Hacia un Marx desconocido, cap. 15.3 , pp. 340 ss. 82 All'inizio del paragrafo 7.2 abbiamo esposto, in poche righe, la posizione di \1arx di fronte al "cambiamento di rotta". Ripeteremo la questione con alcuni nuovi �sempi. Si veda perció, fra le altre opere, L. MARMoRA, El concepto soctalista de nacion, :=uademos de Pasado y Presente, n. 96, México, 1986; K. MARX, Matenali per la storza iell'America Latina, Cuadernos de Pasado y Presente, n. 30, México, 1972; J. Amco, \1arx y America Latina, Alianza Editorial, México, 1982. '3 Se "scienza" - si veda il mio lavoro Hacta un Marx desconocido, cap. 14, pp. �85-3 1 1 - significa una critica a tutto il sistema delle categorie dell'economía politi­ :a, le sue " intuizioni" ne! livello político non sono solo piu concrete ma si costitui­ :cono, e questo e ]'essenziale, da un "salto" ne! vuoto: Marx non era arrivato al mer­ :ato mondiale - sesta parte del suo progetto "scientifico" - per iniziare da questa tata-

284


lita concreta un discorso su "ció che e reale ". 8 4 Sulla "quarta" parte del piano, si veda quello che e stato detto nella " Prefazione". 85

Rispetto a queste si veda ció che abbiamo scritto ne La produccion teorica de

Marx, cap. 18.6 e in Hacia un Marx desconocido , capitolo 15. Si consideri anche l'ec­

cellente articolo di B. Echeverría, El problema de la nación, in "Cuadernos Politicos", n. 29, 1 98 1 , pp. 25-35. 8 6 ENc;ELs-MARX, La sacra famiglia, cap. 6, MEW 2, p. 128, trad. it. a cura di A. Scarponi, in K. MARX-F. ENCELS, Opere, IV, 1844 - 1 845, Editori Riuniti, Roma, 1972 , p. 135. 87 Il 27 novembre del 1847 , in MEW 4 , p. 4 17, trad. it. a cura di F. Codino, in K. MARX-F. ENc;ELs, Op ere, VI, ottobre 1845 -marzo 1848, Editori Riuniti, Roma 1973 p. 4 1 1 . 88 I.:ideologia tedesca, in MEW 3 , p. 35, trad. it. di F. Codino, Editori Riuniti, Roma, 19939, p. 2 5 . 89

S i veda R. RosDOLSKY, Friedrich Engels e il problema dei popoli "senza sto­

ria", trad. it. Graphos, Genova, 2005. 90 Si veda lvIEW 14, pp. 2 1 7 -23 1 ; Amc:o, Marx y America Latina, cit., pp. 183-

202. 91

Lettera del 23 febbraio 1863 , in MEW 30, p. 324, trad. it. in K. MARX-F.

ENGELS, Opere, XLI, cit., pp. 359-360. 92

MARMORA, El concepto socialista de nacion, cit., p. 52.

9'

Ivi, p. 56.

94

Si consideri il testo su La rivoluzione socialista e il diritto della nazione all'auto­

determinazione (1916), in LENIN, Opere, Edizioni di Lotta Comunista, Milano, 2002,

vol. XXII, pp. 147-160. 95

Tanto Lenin quanto Marx e Engels non pongono in maniera differente

l' America Latina nella storia universale. In realta non eran o al livello dei paesi dell "'Est Europa", pero neanche a quello delle colonie in Asia o in Africa (che, d'al­ tra parte, avevano differenze fondamentali tra loro: le prime procedevano con anti­ che culture urbane, con modi di produzione tributari di stati ad alto sviluppo, come la Cina; mentre quelle dell'Africa si trovavano in un altro momento di sviluppo eco­ nomico, político e mili tare). 96

Quando si dara la necessita di un aumento dei "tassi di produzione" in

URSS, l"'ideologia" stalinista si mostrera con chiarezza come brutale e imposta. La "perestroika" e, nel presente, l'effetto ideologico della "crisi" del modello staliniano, che vuole pero superarsi all'interno di un modello democratico. 11 "materialismo dia­ lettico" - con senso cosmologico e positivista nella scienza - e il prodotto di questo progetto storico stalinista - fondato sull'interesse di una burocrazia, come spiega Gorbaciov, se si considera l'inevitabile esigenza della difesa " militare" della rivolu­ zione socialista di fronte al mondo capitalista. Militarismo e produziohe trovano nel­ l'ideologia staliniana la loro contropartita coerente. I.V. STALl i'-1 , Opere complete, trad. it. Edizioni Rinascita, Roma, 1950 ss.; l. DEUTSCHER, A political biography, Penguin Books, Harmondsworth, 1966; L. KüLAKOWSKI, Main currents of Marxism, Oxford University Press, t. III, Oxford, 1978, pp. 1 - 1 82; J. ELLEJNSTFJN, Elfenome-

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>io estaliniano, Laia, Barcellona, 197 5 .

97 S i veda L. TROTSKY, Storía della rivoluzione russa, trad. i t . Mondadori, Milano, 1978; ID., La loro morale e la nostra, trad. it. De Donato, Bari, 2004; lo. , La rivoluzione tradita, trad. it. Savelli, Milano, 1 980; J. CARMICHAEL, Trotsky. An appre­ ::íation o/ bis lt/e, Hodder and Stoughton, New York, 1 97 5 .

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finito di stampare per como della manifestolibri roma ne! mese di aprile 2009 dalla Iacobelli Srl VĂ­a Catania 8 Pavona - Roma -

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