Ferrino Journal Italian

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Photo: Federico Ravassard

Issue 1

Journal fw 19/20


Welcome to Ferrino 150 anni e non sentirli. 150 possono sembrare tanti ma qui in Ferrino sembra ieri quando Cesare Ferrino testava le prime impermeabilizzazioni delle cere nel retro della sua bottega a Torino. Da oltre un secolo realizziamo prodotti per l’outdoor con la passione e la dedizione tipiche delle aziende familiari. Abbiamo deciso di farci un regalo, un “Ferrino Journal� per raccontare le nostre storie, quelle del passato, quelle del presente ma sopratutto quelle del futuro. Ci piace ricordare costantemente da dove veniamo ma al tempo stesso lavorare per raggiungere le prossime mete.


© Fondazione Sella Onlus


© Fondazione Sella Onlus

150 years of Outdoors

1870-2020


The Birth

1870 - 1940

1870

È una storia che intreccia passione, sfide, cultura d’impresa e innovazione quella di Cesare Ferrino che inizia al numero 107 di via Nizza a Torino, dove oltre al negozio, l’intero isolato è occupato dalla fabbrica di tele cerate e dall’alloggio dello stesso Ferrino al primo piano. Alcuni anni prima l’imprenditore torinese si era recato in Germania per studiare nuovi procedimenti di impermeabilizzazione da applicare a tessuti e tele. Tornato a Torino, Ferrino inizia a sperimentare il primo procedimento industriale per produrre tele cerate. In pochi anni l’azienda si impone nel settore, e all’inizio del Novecento può annoverare tra i suoi clienti la Fiat, che fa confezionare con le tele im-

1890

1937

permeabili le capote delle proprie automobili, o l’esercito italiano per le tende militari e le coperture per i propri automezzi. Le prestazioni delle tele realizzate dalla fabbrica torinese non sfuggono all’attenzione di alpinisti ed esploratori. In Italia, i pionieri dell’escursionismo, che tra il 1855 e il 1885 scalano tutte le vette più alte delle Alpi occidentali, diventano veri e propri collaudatori dei nuovi materiali e delle tecnologie impiegati nella produzione delle tende. 1910

1870

1910

Tutto inizia in un negozio di vernici a Torino. Cesare Ferrino ha un’intuizione rivoluzionaria, impermeabilizzare i tessuti. Il successo è immediato, in tutta Italia.

Sono gli anni dell’alpinismo leggendario. Tecnologia e ricerca portano Ferrino a diventare parte essenziale di queste grandi imprese. Nasce la tenda Cervino: la prima di serie.

1890

1937

Dal tessuto alla manifattura le prime tende in dotazione a esploratori e alpinisti, ma l’azienda annovera tra i suoi clienti anche la neonata Fiat.

La tenda Neghelli entra nel mito: il missionario e esploratore Alberto Maria De Agostini la pianta nelle inospitali lande della Tierra del Fuego.

On The Road

60's - 70's

1964

A partire dagli anni ‘60 lo sviluppo dei consumi, l’avvento dell’industria del tempo libero e il crescente interesse per la montagna e il campeggio portano Ferrino ad allargare progressivamente il suo mercato, fino a equipaggiare alpinisti, escursionisti e famiglie in vacanza. Tutto questo avviene in un arco temporale di tre secoli, riguarda cinque generazioni di imprenditori e annovera tra i suoi protagonisti alpinisti ed esploratori straordinari. I suoi prodotti hanno superato indenni le contaminazioni della moda e accompagnato uno spettro variegato di utenti, facendo propri i valori del turismo responsabile. La tenda canadese diventa metafora dell’abitare nomade post moderno, compagna ideale per i viaggi on the road mentre una tenda a casetta Ferrino è il luogo ideale per la famiglia in vacanza, rassicurante per forma e spazio abitabile.

1964

1977

Nasce una nuova cultura: vivere all’aria aperta, “on the road”. Ferrino è il punto di riferimento naturale per un’intera generazione.

Sempre di fianco a pionieri. Con la tenda isotermica Afghan: solo 7,4 Kg. Negli anni successivi Trekking, una tenda a cupola progettata sulla studio delle volte geodetiche.

1967 “Sapete perché il nostro marchio è così? Noi costruiamo delle tende robuste affinché durino a lungo, proprio come quelle dei pellirosse.”

1977

1967


Reinhold Messner

1986

80’s

Nato a Bressanone nel 1944, Messner con le sue imprese eleva l’alpinismo a livelli di notorietà impensabili fino agli anni ottanta, trasformando ogni scalata in evento mediatico. Negli anni settanta annuncia pubblicamente la volontà di scalare le quattordici vette di 8000 metri senza ossigeno e nel 1986 raggiunge l’obiettivo conquistando la sua ultima cima, il Lhotse. In quell’area tra Cina, India, Nepal e Buthan, l’alpinista altoatesino avvia scalate in solitaria o al massimo in due, senza ricorrere all’ausilio dell’ossigeno, allestendo spedizioni molto leggere e rapide che necessitano di tende fino ad allora mai prodotte. Nei primi anni ottanta, Messner si rivolge così a Ferrino per costruire insieme una tenda adatta a climi proibitivi, un rifugio che riunisca in sé le caratteristiche di abitabilità e comfort a quelle di resistenza al vento proprie della forma a igloo e delle strutture geodetiche. Nasce così la tenda “Extre1993

1993

me”. La tenda sarà usata da Messner nella spedizione sul Kanchenjonga nel 1982, e nelle successive scalate di altri ottomila. Due anni più tardi, Messner lavora nuovamente con Ferrino per la progettazione e la realizzazione della tenda che utilizzerà nelle due salite al Gasherbrum I e II. La tenda è di peso contenuto (2,7 chilogrammi contro i sette delle tende analoghe fino ad allora in produzione), ma di dimensioni tali da essere sufficientemente spaziosa (2 metri quadrati di base, 1,8 metri di altezza).

1986 La lunga collaborazione tra Reinhold Messner e Ferrino accompagna l’alpinista con soluzioni tecnicamente innovative nelle sue storiche imprese.

1994

HighLab

1994

Fin dal suo inizio Ferrino ha equipaggiato alpinisti ed esploratori tenendo in grande considerazione il loro contributo nella fase di sviluppo. High Lab era ed è ancora oggi il modo per testare i prodotti Ferrino in ambiente, un laboratorio in alta quota dove si svolgono i test sui nuovi materiali e prototipi. Il campo è aperto anche agli appassionati, che possono utilizzare il materiale fornendo i loro commenti che permettono all’azienda di tenere conto anche delle aspettative del fruitore non professionista. Oggi come allora, da ben 25 anni, Ferrino High Lab mette a disposizione il campo test al RifugioQuintino Sella 1994

a 3585 mt .di altezza fra le valli d’Ayas e di Gressoney, in prossimità del ghiacciaio di Felik. Dal 1994 ad oggi, migliaia di sportivi hanno pernottato al campo, che offre una vista montuosa mozzafiato grazie alle numerose vette che sfiorano i 4.000 metri di quota. Dalla sua sede storica permanente sul Monte Rosa, il campo è stato poi a Tignes, all’ Aconcagua, sul Monte Bianco, in Valle di Susa, al Monviso, sui Pirenei.

1994 Presso il rifugio Quintino Sella, sul Monte Rosa, a 3585 nasce HighLab: un campo-prova permanente per testare i materiale Ferrino da alta quota in condizioni impegnative.


Mountaineering 90’s - 2000 2003

2004

Nuovo traguardo progettuale per le tende Ferrino, il portaledge che accompagna Bubu Bole nelle sue impegnative sfide.

50 anni dopo, rivive la mitica spedizione sul K2. Quando Silvio Mondinelli esclama “siamo in vetta!”, Ferrino è con lui e con tutta la spedizione, in qualità di sponsor tecnico.

2007 Silvio Mondinelli, campo base spedizione Cho Oyu.

2007

2003

2004

Exploration

90’s - 2000

1997

2002

Borge Ousland attraversa l’Antartide sugli sci: 2854 Km in 64 giorni. La tenda Ultima gli permette di sopravvivere in questo inferno bianco.

Ferrino progetta per Mike Horn la tenda M.H.L. Evolution, testandola nella galleria del vento Mercedes. Mike la userà per attraversare in solitaria l’Antartico per 27 mesi consecutivi, percorrendo 27000 Km e con temperature tra i -15°C e i -70°C.

1998 Carla Perotti riesce a sopravvivere per 24 giorni nel deserto cinese del Taklimakan grazie alla tenda Ultima.

1997

1998

2012

2002

2010

The Expansion

2010’s

2008

2012

Ferrino acquisisce lo storico marchio Baldas, sinonimo di racchette da neve di qualità. Contemporaneamente lancia la prima linea di abbigliamento tecnico.

Ferrino festeggia i primi 20 anni de La Venta, l’associazione speleologica che ha compiuto imprese nei luoghi più ostili del pianeta. Un’esperienza unica, che si riversa sui prodotti Ferrino.

2010 Ferrino celebra il 140° anniversario. Una data storica per l’azienda, che condivide ogni conquista attraverso la multicanalità. Contemporaneamente, il logo si rinnova: minimale, impressivo, originale. E sopratutto coerente con i valori del brand.

2014 Fiore all’occhiello della ricerca Ferrino, sviluppato in collaborazione con il Soccorso Alpino e USL Aosta, Full Safe è un dispositivo antivalanga che integra il sistema di respirazione Air Safe brevettato da Ferrino nel 2012 con l’Airbag AlpRide e il riflettore Recco.

2008

2014


150 years of Logos Nel 1870, in Via Nizza a Torino, sopra l’ingresso di un negozio di tele cerate, era affissa un’insegna recante un nome che avrebbe in seguito scritto pagine importanti ed indelebili nella storia del mondo dell’outdoor. Su questa insegna vi era scritto Ferrino Cesare, il nome del proprietario del negozio, come da usanza del periodo. Nei decenni successivi l’azienda Ferrino conquista il mercato grazie alla produzione di tende di altissima qualità e nel logo finalmente vediamo comparire una tenda. Nel corso degli anni il design dei prodotti Ferrino non ha mai smesso di innovarsi così come l’immagine ed il marketing del brand. Nel 2010 il logo subisce un ulteriore restyling: viene eliminata l’iconica tenda ad indicare l’affermazione di Ferrino anche nel mercato di sacchi letto, zaini e successivamente nell’abbigliamento e negli accessori. La tenda viene sostituita da un cerchio al cui interno si intravede una F rovesciata che richiama una montagna ed una tenda. Un modo per Ferrino per dimostrare ancora una volta grande attenzione nel guardare al futuro ma sempre nel rispetto della tradizione.

1930

1960

1964

1981

1985

1990

2010

2020



Article by Gianluca Gasca

Always on top of the eight-thousanders Le vediamo spesso, nelle foto di alpinisti ed esploratori. Sono tende arancioni, punti di riferimento nel bianco dell’Antartide; ancora di salvezza sugli aspri pendii degli Ottomila, fresco riparo nel caldo del deserto. Le usano in tanti le tende Ferrino, le hanno usate in tanti. Rappresentano il vero carattere distintivo per questa piccola azienda torinese, fondata nel 1870, nata dal genio di Cesare Ferrino. Titolare di un negozio di vernici ebbe l’intuizione di sviluppare una formula per impermeabilizzare i tessuti, un’idea che avrebbe rivoluzionato il mondo outdoor. La via che porta dal tessuto alla manifattura è breve,

protagonista insieme a suo fratello Günther prima

ra, anche orizzontale: dai poli al deserto più arido

ecco allora nascere le prime tende in una Torino bru-

dell’incredibile scalata dell’allora inviolata parete Ru-

del pianeta. Un rapporto stretto di cui giovarono

licante di grandi avventurieri. Nomi leggendari come

pal e poi di una rocambolesca discesa dal versante

entrambi i nomi: Messner aveva quel che gli servi-

quello del Duca degli Abruzzi, forse il più prolifico

Diamir, segnarono profondamente la vita di Messner

va e l’azienda affermava il suo ruolo di leader nel

esploratore del periodo con spedizioni che l’hanno

spingendolo verso quelle montagne dove l’aria si fa

settore dell’esplorazione. Il ritorno mediatico delle

portato dall’Africa al Polo Nord fino ad arrivare al Ka-

rarefatta. “Non potevo fare altro” è la sua risposta

realizzazioni di Messner era incredibile, non solo per

rakorum, dove nel 1909 ha tentato l’ascensione al K2.

quando gli si domanda cosa l’abbia spinto a salire

il marchio ma per la montagna tutta. L’alpinismo e

Con lui in molte di queste avventure il fotografo biel-

i 14 Ottomila. Senza più dita dei piedi l’arrampicata

l’outdoor diventano la passione di molti ecco allora

lese Vittorio Sella, uno dei migliori fotografi di mon-

tecnica su gradi alti sarebbe stata impossibile, l’altis-

che Ferrino diviene il nome a cui rivolgersi quando

tagna di sempre e ottimo alpinista. Sempre biellese

sima quota era la sua sola possibilità.

si cercano materiali con cui vivere la natura a 360

anche l’himalaysta Mario Piacenza, con Sella tra i pri-

gradi.

mi a fotografare l’Himalaya. Sono questi e tanti altri

Nanga Parbat, Manaslu, Gasherbrum I, uno dopo

i clienti della neonata azienda, i primi a portare in

l’altra Reinhold aggiunge Ottomila al suo palma-

Dopo Messner saranno tanti altri gli esploratori che

luoghi estremi le tende impermeabili Ferrino. Sono

res. Ogni scalata è una nuova esperienza che offre

costruiranno con l’azienda un rapporto di duplice

anni di esplorazioni che oggi appartengono alla sto-

all’alpinista una sempre maggiore consapevolezza

scambio, per entrambi un modo per crescere. Per

ria, momenti a cui l’azienda manifatturiera torine-

dei suoi bisogni, soprattutto in fatto di prodotti. At-

fare un esempio il lombardo Silvio Mondinelli ri-

se ha dato il suo contributo. I clienti non sono solo

trezzature che avrebbero potuto dare un contributo

porterà la tecnologia in altissima quota. Saranno di

alpinisti e avventurieri, la FIAT rappresenta un altro

tecnico notevole, garantendo una migliore scalata,

Ferrino le tende con cui realizzerà anche lui la salita

importante canale commerciale per quanto riguarda

ma anche solo un maggior comfort al campo base.

dei 14 Ottomila, sarà il terzo italiano dopo Messner

i tessuti impermeabili. L’interesse dell’azienda è però

Ecco allora che un giorno invia una lettera in Ferrino

e Sergio Martini, ma il secondo senza l’utilizzo di

decisamente orientato verso nuove tecnologie in

con uno schizzo su carta, sapeva bene cosa voleva e

ossigeno supplementare. Erano gli anni Novanta e

grado di alleggerire e rendere facilmente trasportabi-

come lo voleva. La richiesta è quella di una tenda ge-

in quegli stessi anni in cui Mondinelli conquistava

li le tende. Nascono allora la tenda Sangone, piccola

odetica, a forma di cupola. Una struttura che avreb-

cime himalayane l’esploratore polare Borge Ousland

ed economica; l’Alpina, resistente a venti estremi; e

be permesso una maggiore resistenza al vento. Uno

attraversava l’Antartide passando per il Polo Sud, in

la Neghelli, che il geografo Alberto Maria De Agostini

sprono per l’azienda a investire in ricerca e sviluppo,

solitaria e totale autosufficienza, con gli sci. La tenda

porterà con se nella Terra del Fuoco.

a puntare su nuovi tipi di progettualità tenendo con-

Ultima era per lui un vero e proprio rifugio, un luogo

to anche dei consigli dell’himalaysta.

dove ripararsi e ritrovare quei pochi piaceri a cui un

Ferrino sui 14 Ottomila con Reinhold Messner.

uomo solo, nel bianco dell’Antartide, può ambire. Le

Siamo sul finire degli anni Settanta, e Ferrino è ormai

Ferrino seguirà Reinhold Messner con passione per

stesse comodità che nel 2002 hanno accompagnato

riconosciuta come un’azienda leader nel settore del

molti anni, la stessa che lo scalatore metterà nel rag-

Mike Horn in solitaria nell’Artico con la tenda M.L.F.

camping, quando fa la sua comparsa Reinhold Mes-

giungimento del suo obiettivo alpinistico: essere il

Evolution.

sner. All’epoca lo scalatore altoatesino rappresenta-

primo uomo a toccare la vetta di tutti e 14 gli Ottomi-

va già uno dei nomi più noti in campo alpinistico.

la. Ci riuscirà il 16 ottobre 1986 arrivando in vetta al

L’alpinismo polacco e gli Ottomila in inverno.

Le sue salite in Dolomiti e le imprese himalayane

Lhotse. Con lui, sulla quarta montagna più alta della

Erano altri tempi ed era un altro alpinismo, quello

l’avevano reso celebre al grande pubblico. I tragici

terra, c’erano le tende dell’azienda torinese. Le stesse

della generazione dei polacchi. Erano veri e propri

avvenimenti del 1970, sul Nanga Parbat, che lo videro

che l’hanno accompagnato per tutta la sua carrie-

guerrieri dell’est, ragazzi che volevano dimostrare


qualcosa, che volevano lasciare un loro segno nella

a svolgere la loro funzione, anno dopo anno, spe-

Opposto

storia come dice sempre Krzysztof Wielicki. Leggen-

dizione dopo spedizione. L’alpinista trentino Mario

da vivente dell’himalaysmo invernale Krzysztof ha

Corradini, che con i polacchi ha partecipato a una

Adam Bielecki, K2 Spedizione invernale

lasciato un segno indelebile sulle più alte montagne

spedizione al Manaslu nel 1992, conserva ancora oggi

della terra. “Noi polacchi siamo arrivati tardi, per-

la sua tendina. È scolorita dal sole e si vedono i segni

dendoci l’epoca delle grandi esplorazioni”, c’era però

dell’utilizzo, ma svolge ancora bene la sua funzione,

ancora qualcosa da fare, che nessuno prima aveva

ovviamente una Ferrino.

mai immaginato come possibile: scalare un Ottomila durante la stagione più fredda. Venti a oltre 200

Nell’immaginario comune il campo base di un Otto-

chilometri orari, nevicate abbondanti, temperature

mila, soprattutto in inverno, è rappresentato da una

facilmente stabili sotto i meno venti gradi centigradi.

montagna con ai piedi tante tendine arancioni. Ovu-

Condizioni estreme che in pochi saprebbero soppor-

li di protezione in cui rifugiarsi e trovare riparo dal

tare, condizioni in cui è necessario essere equipag-

freddo e dal vento. Per questo ancora oggi chi decide

giati con prodotti efficienti. Le spedizioni polacche

di affrontare queste montagne si rivolge con facili-

degli anni Ottanta hanno però tutte una caratteri-

tà all’azienda piemontese. Le sue tende geodetiche

stica comune: un budget risicato all’osso. Erano

hanno dimostrato di saper reggere alle peggiori con-

spedizioni massicce, tipiche del periodo, con tanti

dizioni atmosferiche, di saper garantire protezione

uomini e tanto materiale, un vero assedio inverna-

anche sotto i venti più sferzanti. L’hanno dimostrato

le alle montagne. Erano però anche spedizioni che

più volte, come nell’estate 2004, sul K2, quando han-

si reggevano in piedi grazie alla forza di volontà dei

no fornito la loro qualità alla spedizione celebrativa

ragazzi, grazie all’ambizione di questi giovani alpini-

per i 50 anni dalla prima salita assoluta alla monta-

sti vogliosi di lasciare un loro segno nella storia. Si

gna. Continuano a dimostrarlo oggi, sempre al K2, a

partiva allora con bidoni di cibo, attrezzature e ten-

cui i polacchi hanno lanciato la loro ultima sfida. È

de alla volta del Nepal o del Pakistan. Poi, una volta

l’ultimo Ottomila ancora inviolato durante la stagio-

sul posto, iniziava la contrattazione per aggiudicarsi

ne fredda e loro, che hanno dato il via a questa storia,

i prodotti migliori. Spesso gli alpinisti occidentali re-

vogliono chiudere i giochi. A capitanare il gruppo è

galavano ai locali i prodotti utilizzati e questi li riven-

Krzysztof Wielicki, l’uomo che per primo insieme a

devano nei negozi di montagna in paese a un prezzo

Leszek Cichy ha raggiunto la vetta di un Ottomila

molto più basso di quanto li avrebbero invece pagati

in inverno: l’Everest nel 1980. Ferrino ha scelto di

in negozio. Così, anche le prime spedizioni invernali

seguirli in questa loro impresa fornendo supporto

videro tra i protagonisti la torinese Ferrino. Erano le

logistico alla Federazione Polacca di Alpinismo, or-

tende che Messner e altri lasciavano in Nepal e che

ganizzatrice della spedizione. Un primo tentativo,

questi ragazzi recuperavano. Tende resistenti, in gra-

nell’inverno 2017/2018 non è andato a buon fine, ma

do di sopportare le sollecitazioni meccaniche a cui

i ragazzi sono determinati e non hanno intenzione di

sarebbero state sottoposte dai forti venti dell’inver-

mollare. Se gli riuscisse sarebbe uno dei capitoli più

no. Se si rompevano venivano riparate e tornavano

romantici della storia dell’alpinismo.

Sopra Campo Base K2, 50 anni dopo

Sotto Adam Bielecki, K2 Spedizione invernale


19/20 Collection

Backpacks Gli zaini Ferrino sono interamente progettati e testati nella sede di Torino per poi essere messi duramente alla prova dai nostri ambassador nelle condizioni più critiche. Proponiamo soluzioni ergonomiche che possano facilitare al massimo l’esperienza sia degli utilizzatori che delle utilizzatrici, alle quali è dedicata un’apposita gamma. Ferrino propone zaini da alpinismo, hiking, trail running, daypacks e una linea specifica con airbag e respiratore, indicati per freeride e scialpinismo.

XMT 40+5

XMT 80+10

Ultimate 38

È l’ideale per i professionisti o gli appassionati che desiderano uno zaino dal design essenziale con soluzioni tecniche ricercate adatto a tutte le attività alpinistiche.

È lo zaino di grandi dimensioni ideale per le spedizioni extraeu‐ ropee ed i trekking impegnativi, con corpo estensibile (+10 litri).

È il prodotto ideale per l’alpinismo. È 100% impermeabile grazie al sistema HDry® (10.000 mm di colonna d’acqua anche in corrispondenza di cuciture).

Radical 30

Radical 45+10

Radical 80+10

È il prodotto ideale per i professionisti o gli amanti della monta‐ gna che desiderano uno zaino da alpinismo molto tecnico, ultraleggero e al contempo resistente.

Zaino da alpinismo polivalente superleggero. Accesso frontale al corpo dello zaino.

Zaino da spedizione estensibile (80+10 l) superleggero (peso min 780 g) e resistente.

Triolet 32+5

Triolet 48+5

Triolet 43+5

È lo zaino ideale per l’alpinismo 4 stagioni, dotato di molti accorgimenti tecnici per questa attività e di accesso frontale al corpo prin‐cipale.

È uno zaino pensato per l’alpinismo in tutte le stagioni, munito di tutti gli accorgimenti per tale attività. Lo zaino Triolet 48+5 è in dotazio‐ne all’ENSA.

Studiato per la morfologia femminile: la forma e la costruzione degli spal‐lacci e la fascia a vita risultano ergonomicamente ideali per le donne.

Lynx 20

Lynx 25

Lynx 30

È lo zaino ultraleggero (peso minimo 345 g senza asole porta pic‐cozza e nastro porta sci), ideale per competizioni di sci alpinismo. Lo zaino Lynx 20 è in dotazione all’ENSA.

È uno zaino leggero (peso minimo 540 g senza nastro porta sci) e compatto, ideale per le gite giornaliere di sci alpinismo. Lo zaino Lynx 25 è in dotazione all’ENSA.

È uno zaino leggero e polivalente, ricco di dotazioni specifiche per l’alpinismo e lo scialpinismo. Lo zaino Lynx 30 è in dotazione all’ENSA.


XMT 40+5

XMT 80+10

Ultimate 38

Radical 30

Radical 45+10

Radical 80+10

Triolet 32+5

Triolet 48+5

Triolet 43+5

Lynx 20

Lynx 25

Lynx 30


19/20 Collection

Tents 150 anni di progettazione, selezione dei materiali e test sul campo sono ottimi motivi per scegliere una tenda Ferrino. L’ampia proposta riesce a soddisfare le diverse esigenze nell’ambito outdoor garantendo sempre un altissimo livello qualitativo. Come la storia insegna, Ferrino è da sempre presente nelle più importanti spedizioni condotte dai più famosi alpinisti.

Maverick

Pilier 2

Snowbound 3

È la tenda da 2 posti compatta e ultraleggera, monotelo in tessuto con membrana traspirante e impermeabile. Frutto di test effettuati in laboratorio e ad alta quota per utilizzatori professionisti e condizioni estreme.

Pilier 2 è la tenda da 2 posti costruita per resistere a condizioni avverse di alta quota.

È la tenda da 3 posti costruita per essere il massimo in termini di performance di resistenza al vento, grazie a sistemi di rinforzo della struttura perimetrale e alla forma geodetica.

Campobase

Lhotse 4

Colle Sud

È la tenda appositamente studiata per un utilizzo come campo base, come tenda abitativa a mensa o sostegno logistico.

È la tenda 4 posti ideale per utilizzo in campo base. Il riparo che offre massimo comfort e spazio uniti a robustezza, aerazione e coibenza termica.

Colle Sud è la tenda per spedizioni dalla stabile e resistente forma geodetica. Può ospitare fino a 6 persone.

Svalbard

Lhotse 3

Pumori 2

È la tenda 4 stagioni che meglio incarna lo spirito di avventura Ferrino, una fedele compagna in termini di affidabilità e versatilità, adatta alle 4 stagioni.

Tenda 4 stagioni per gli alpinisti e gli escursionisti che desiderano un rifugio spazioso, leggero e robusto, adatto ad ogni situazione.

Tenda a 2 posti per l’uso 4 stagioni realizzata con paleria in alluminio e giunti radiali che la rendono stabile, leggera e confortevole.

Trivor 2

Manaslu 2

Solo

Tenda 4 stagioni con sistema di paleria esterna che permette il montaggio rapido anche in caso di avverse condizioni meteo senza bagnare la camera.

Manaslu 2 è la tenda da 2 posti 4 stagioni adatta a tutti coloro che richiedono dimensioni, pesi minimi, facilità di montaggio e massime prestazioni.

Tenda 4 stagioni 1 posto adatta a tutti coloro che richiedono dimensioni e pesi minimi.


Maverick

Pilier 2

Snowbound 3

Campobase

Lhotse 4

Colle Sud

Svalvard

Lhotse 3

Pumori 2

Trivor 2

Manaslu 2

Solo


19/20 Collection

Sleeping bags I sacchi letto Ferrino posseggono imbottiture in piuma RDS o sintetiche, l’ampia linea soddisfa le più svariate esigenze di utilizzo spaziando dai -45° a temperature estive. I sacchi a pelo sono testati ai sensi della norma europea EN 13537 201 e della successiva EN ISO 23537- 1-2016 e vantano esclusivi dettagli di costruzione che li rendono particolarmente performanti in qualsiasi condizione e luogo.

Revolution

Mystic

Lightec Duvet

HL Revolution 1200 WTS è il saccoletto ideale per chi vuole riposare durante spe‐dizioni in condizioni estreme, poichè offre un isolamento termico fino a ‐45°C e un comfort che si aggira intorno ai ‐22°C.

HL Mystic è il saccoletto in microfibra con performance di coibenza termica e leggerezza al top di gamma, ottimo per le attività alpinistiche.

Duvet è il saccoletto in piuma per gli utilizzatori più esigenti, adatto a chi richiede il massimo delle prestazioni per alpinismo o trekking multistagionale, senza mai rinunciare al comfort.

Nightec 600

Lightec SM1100

Lightec SM1100 Lady

Nightec è il saccoletto ideale

Saccoletto di peso e dimensio-

Lightec è il saccoletto estivo

in condizioni climatiche rigide, adatto sia per l’alpi‐nismo che per il trekking.

ni estremamente ridotte, offre ottime per‐formance termiche grazie alla costruzione a tegole “shingle”.

ideale per chi ha esigenze di minimo ingombro: per lunghi viaggi avventura “zaino in spalla”, ultra trail in autonomia o cam‐peggio.


Revolution

Mystic

Lightec Duvet

Nightec 600

Lightec SM1100

Lightec SM1100 Lady


19/20 Collection

Apparel L’abbigliamento Ferrino è leggero e performante, dal fit e look tipicamente italiano, una collezione compatta e funzionale per farti vivere con stile e comfort l’esperienza outdoor. Le racchette da neve sono a produzione km0 che si svolge per la maggior parte in Piemonte, soltanto il modello Trient viene realizzato in Cina. Da sottolineare come l’insourcing dell’assemblaggio e la ridotta filiera abbiano consentito un ridotto impatto logistico, una maggiore opportunità occupazionale e formativa dei collaboratori ed un aumento della qualità derivante dal controllo della produzione in ogni sua fase. 1. Valdez

2. Acadia

3. Saguaro

È il guscio 4 stagioni ideale per tutte le attività in montagna, studiata per garantire il massimo comfort con ogni condizione climatica e protezione totale contro pioggia, vento e neve.

Acadia Jacket Man è il guscio traspirante in tessuto 3 strati, leggero e resistente dalle linee essenziali: impermeabile e antivento. Adatto ad attività anche invernali in montagna, come l’alpinismo, il trekking,

Saguaro Jacket Man è la giacca isolante imbottita con l’innovativa imbottitura Primaloft ThermoPlume composta da “fiocchi” simili alla piuma in termini di morbidezza e di leggerezza.

lo sci e l’escursionismo.

3. Tailly

4. Malatra

5. Emilius

Tailly Jacket Man è il secondo strato termico in tessuto Polartec® Power Dry® di peso medio con elevate capacità di isolamento termico e ottimo comfort.

Malatra Jacket Man è la giacca antivento, traspirante e imbottita sulla parte frontale con Primaloft 40 gr. L’utilizzo di differenti tessuti e materiali garantiscono ottime performance di termicità e traspirabilità.

Emilius Anorak è la maglia unisex termica e traspirante con elevate capacità di asciugatura rapida che garantisce la sensazione di asciutto anche durante l’attività aerobica.

7. Weisshorn

8. Vincent

9. Hervey Winter

Weisshorn T-Shirt Man è la maglia a maniche lunghe adatta a ogni esigenza, con tessuto tecnico altamente performante. Un primo strato ideale per qualsiasi attività ae- robica in montagna.

Vincent Pants è il pantalone unisex da scialpinismo stretch e altamente traspirante che garantisce una buona capacità termica abbinata alla massima libertà di movimento e al massimo comfort.

Hervey Winter Pants Man è il pantalone comodo e ideale per i viaggi invernali, viaggi in mete con climi freddi o per il tempo libero dopo una giornata di attività in montagna.

10. Lys Special

11. Pinter Special

12. Trient

Il profilo laterale inclinato assicura una totale presa anche su pendii inclinati o in contropendenza inoltre nella neve fresca la speciale conformazione dell’inclinazione aumenta la superficie portante garantendo un ottimo galleggiamento.

Modello con dimensioni poco ingombranti che assicurano un eccellente comfort nella camminata mantenendo comunque un buon galleggiamento su neve fresca.

Ideale per affrontare un’ampia varietà e tipi di terreno in montagna. Dotata di sistema di ramponatura laterale e sotto l’attacco che garantisce grip anche sui terreni più duri e ghiacciati.


Valdez

Acadia

Saguaro

Tailly

Malatra

Emilius

Weisshorn

Vincent

Hervey Winter

Lys Special

Pinter Special

Trient


ITW to Dott. Federico Prato by Gianluca Gasca

Full Safe Field testing Full Safe, l’unico zaino a integrare tre dispositivi di sicurezza in caso di valanga: il sistema di assistenza al respiro Air Safe, l’airbag AlpRide e il riflettore Recco. Il prodotto perfetto per appassionati che vogliono vivere l’inverno con un’assicurazione in più. Ogni anno sono 160 i morti tra Europa e Nord Ame-

aeree da parte di neve e ghiaccio; la produzione

da 30 litri estendibile (più 5 litri), che garantisce

rica, a cui se ne aggiungono altri 100 tra Ande e Hi-

della “maschera di ghiaccio” intorno alla bocca e

comodità e libertà di movimento.

malaya. È questo il tragico bilancio che colpisce chi

alla faccia, dovuta alla solidificazione dell’aria umi-

pratica attività sportive invernali quali freeride e sci

da espirata, che arriva a impedire la respirazione;

alpinismo. Sport divertenti che vedono un sempre

l’accumulo di anidride carbonica nell’aria inspirata

maggior numero di appassionati. Per tutti, dai più

con conseguente rapida ipercapnia (aumento della

È stato condotto un progetto di ricerca per valutare la funzionalità dello zaino Full Safe? Certamente, il Centro di Medicina di Monta-

ai meno esperti, è fondamentale prestare massima

concentrazione di CO2 nel sangue); la ridotta per-

gna dell’USL Valle d’Aosta e l’Istituto per la Medici-

attenzione alla sicurezza. Artva, pala e sonda sono

centuale di aria presente nella neve (circa il 60%

na d’Emergenza in Montagna, EURAC Research, di

il minimo necessario pima di partire per un’avven-

nella neve di valanga); e il peso della massa nevosa

Bolzano hanno ideato e coordinato un progetto di

tura nel bianco dell’inverno. Oggi esistono però

che schiaccia il torace del soggetto con conseguen-

ricerca a cui hanno partecipato anche l’Istituto di

altri innovativi e funzionali strumenti tecnologici

te riduzione della capacità ventilatoria.

Bioimmagini e Fisiologia molecolare del CNR, per

in grado di aumentare il livello di sicurezza di un

seguire specifici aspetti di ricerca sullo stress ossidativo, e l’università di Padova, che si è occupata

Safe di Ferrino. L’azienda torinese leader nel settore

Come lo zaino Full Safe è in grado di fornire il suo aiuto in una situazione di questo tipo? Si

outdoor è da sempre impegnata nello sviluppo di

tratta di un prodotto unico al mondo equipaggiato

ma non per importanza, il Corpo Nazionale Soccor-

attrezzature che consentano di vivere la montagna

con tre device di sicurezza in caso di valanga. In-

so Alpino e Speleologico che, con i suoi tecnici, si è

in sicurezza, lo zaino Full Safe rappresenta, per i

nanzitutto il sistema Airbag AlpRide 1.0, facilmente

occupato di ricreare gli scenari garantendo la sicu-

praticanti di scialpinismo e freeride, il miglior pro-

azionabile grazie a una leva sullo spallaccio sinistro

rezza durante lo studio.

dotto in caso di valanga. Scopriamo perché insieme

che attiva l’unità di gonfiaggio elettrica. Una volta

allo sviluppatore del prodotto, il dottor Federico

gonfiato l’airbag aiuta a galleggiare il più possibile

Prato, medico anestesista rianimatore, che da molti

in caso di travolgimento. Fondamentale la presen-

Sono state effettuate anche delle prove sul campo? La parte riguardante la respirazione è sta-

anni collabora con Ferrino per quanto riguarda lo

za di un sistema Air Safe (un sistema di assistenza al

ta studiata sul campo da un team indipendente di

sviluppo di una linea di prodotti dedicata ad au-

respiro, detto in inglese artificial air-pocket device),

specialisti. Un progetto di ricerca internazionale il

mentare la sicurezza e migliorare la sopravvivenza

che facilità la respirazione quando ci si trova sotto

cui scopo era quello di testare i sistemi di protezio-

in caso di travolgimento in valanga.

al manto nevoso. Infine, per aiutare le ricerche, sul-

ne individuale al fine di raccogliere dati sia sulla

lo zaino è cucita una piastrina Recco.

loro effettiva efficacia, sia sulla fisiopatologia del

appassionato, tra questi figura il nuovo zaino Full

dell’analisi dei gas sotto il manto nevoso. Ultimo,

Federico, partiamo dall’inizio. Cosa succede a una persona quando viene travolta da una valanga? Prima di tutto è necessario precisare che

Tutto questo quanto spazio, ma soprattutto quanto peso, occupa? Lo zaino ha un peso di

circa il 75% delle morti in valanga sono dovute ad

appena 3 chili e 200 grammi. Oltre allo spazio oc-

asfissia, il 25% a trauma e una percentuale minima

cupato dalle varie strumentazioni di emergenza è

a ipotermia pura. Circa il 70% delle persone com-

presente una tasca frontale con asole studiate per

Ha menzionato un test riguardanti la respirazione, di cosa si tratta? Grazie a un gruppo

pletamente sepolte durante una valanga muore

il trasporto del materiale tecnico come piccozza e

di volontari è stato testato il sistema Air Safe che

entro i primi 35 minuti a causa appunto di asfis-

ramponi oltre agli attrezzi di autosoccorso che è

aiuta la persona travolta da valanga consentendo

sia o per lesioni letali. I fattori che maggiormente

bene avere sempre con se: pala e sonda. Per quanto

di rimuovere l’anidride carbonica dalla già ridotta

concorrono all’asfissia sono l’ostruzione delle vie

riguarda le dimensioni invece si tratta di uno zaino

quantità di aria presente per la respirazione; elimi-

soggetto travolto. Scopo ultimo di questi test era valutare e individuare nuovi metodi per ridurre la mortalità in caso di valanga.


nando la formazione della “maschera di ghiaccio”;

Quali le osservazioni immediate? La durata dei

mantenendo la pervietà delle vie aeree, se indossa-

due test è stata sensibilmente diversa, dimostrando

to prima del seppellimento.

come la presenza di un sistema di assistenza al respiro possa essere fondamentale per aumentare le

Che vantaggi da la rimozione dell’anidride carbonica? Separare l’aria inspirata da quella

possibilità di sopravvivenza in caso di valanga. Nel

espirata attraverso un sistema di assistenza al re-

la carenza di ossigeno e l’accumulo di anidride car-

spiro aumenta la frazione inspirata di ossigeno e

bonica raggiungevano rapidamente i criteri di stop

riduce conseguentemente quella di anidride carbo-

approvati dal comitato etico del test. Nel secondo

nica, quando comparata alla respirazione all’inter-

caso invece la durata media delle prove è stata si-

no di una camera d’aria artificiale chiusa. Questo

gnificativamente maggiore arrivando anche a rag-

permette una adeguata ossigenazione per un tem-

giungere il limite massimo di permanenza sotto il

po lungo in soggetti completamente sepolti sotto il

manto nevoso prevista dal protocollo di studio: 60

manto nevoso, permettendo una finestra tempora-

minuti.

caso dei test con cavità d’aria ma senza respiratore

le adeguata all’intervento del personale di soccorso.

Come sono state eseguite queste prove con i volontari? Come prima cosa sono state valu-

Passando dalle osservazioni alle conclusioni, quali sono i risultati definitivi degli studi? Lo studio ha confermato l’utilità dei presidi di rimo-

tate le condizioni di salute dei soggetti volontari,

zione dell’anidride carbonica nella sopravvivenza

quindi sono stati applicati numerosi sensori volti

dopo incidente in valanga. Inoltre i dati raccolti

a monitorarne costantemente i parametri vitali e

sulla fisiopatologia della meccanica respiratoria du-

garantirne così il massimo della sicurezza. Sicurez-

rante seppellimento in valanga hanno permesso di

za, salute e rispetto dell’etica sono stati alla base di

approfondire l’analisi delle interazioni tra densità

queste prove. A questo punto è stata simulata una

della neve, ipotermia e ventilazione.

condizione simile a quella di un travolgimento da

A questo punto? I volontari sono stati sottopo-

Tutto dimostra che airbag, piastrina Recco e, soprattutto, sistema di assistenza al respiro sono il connubio vincente per garantire la massima sopravvivenza in caso di valanga… Sicuramente utilizzando lo zaino Full Safe di

sti a due test. Nel primo si sono trovati sotto uno

Ferrino puoi aumentare le tue possibilità di soprav-

strato di neve senza indossare alcun dispositivo di

vivenza in caso di travolgimento e seppellimento in

assistenza al respiro, ma con la presenza di una ca-

valanga. Per questo la Wilderness Medical Society

vità d’aria. Nel secondo caso invece non avevano a

ne consiglia l’utilizzo e ha inserito nelle nuove linee

disposizione alcuna cavità d’aria, ma indossavano il

guida l’importante combinazione di uno zaino con

sistema Ferrino Air Safe.

airbag e sistema di assistenza al respiro.

valanga in cui i volontari sono stati completamente ricoperti di neve, continuando a misurare i loro parametri vitali.

Sicuramente utilizzando lo zaino Full Safe di Ferrino puoi aumentare le tue possibilità di sopravvivenza in caso di travolgimento e seppellimento in valanga. Per questo la Wilderness Medical Society ne consiglia l’utilizzo e ha inserito nelle nuove linee guida l’importante combinazione di uno zaino con airbag e sistema di assistenza al respiro.


ITW to Anna Ferrino by Denis Piccolo

F is for Female C’è del rosa nel DNA di Ferrino in quanto da sempre crediamo ed investiamo nelle donne nel mondo outdoor. Anna Ferrino stessa sottolinea come quest’ultima non sia per l’azienda una semplice moda passeggera dettata dalle tendenze odierne, ma una scelta, fatta molto tempo fa, in cui crede fortemente oggi più di ieri. Dopo tanti anni cosa rappresenta per te Ferrino? Ferrino è l’azienda di famiglia, con me

nostri collaboratori sono donne e ringraziarle per

tati, ce ne parli? Il Ferrino Women ha alla base

il grande impegno e contributo quotidiano che è

un messaggio ben definito, un invito a tutte le don-

giunta alla sua quinta generazione e che oggi ge-

fondamentale al successo del brand. Carla invece

ne a riflettere che nulla è impossibile se ci si mette

stisco insieme ai miei soci, la famiglia Rabajoli.

è una nostra ambassador storica ed anche stori-

in gioco. Le nostre atlete sono tutte donne normali,

Ha accompagnato la mia vita giorno dopo giorno,

co è tutto quello che ha realizzato. Una persona

con una vita, un lavoro e una famiglia, al tempo

a due anni posavo per la copertina del catalogo

apparentemente normale che ha portato a ter-

stesso hanno una fortissima passione per il running

venendo utilizzata come una piccola modella per

mine imprese straordinarie, mettendosi in gioco

che le porta a ritagliare i tempi necessari per alle-

rappresentare quella situazione tipica di famiglia

ed attraversando in solitaria un deserto per ogni

narsi e raggiungere quei livelli di standard qualitati-

italiana che andava in campeggio, spesso e volen-

continente equipaggiata da noi. Dalla nostra parte

vo che permettono loro di correre un Tor de Geants

tieri con una tenda Ferrino.

c’è sempre stata grande attenzione nell’ascoltare

ad esempio. È un messaggio di sfida ai propri limiti:

le sue richieste, nel seguirla nelle sue avventure e

se hai una passione perseguila con impegno e de-

Sono sempre stata interessata a confrontarmi con

nel progettare attrezzature che rispondessero alle

terminazione e vedrai che tutto è possibile.

il mondo esterno grazie alla mia grande curiosità,

sue esigenze. Carla è diventata un po’ l’icona delle

quindi nella prima parte del mio percorso lavora-

ambassador di Ferrino a cui poi sono seguite altre

tivo ho deciso di interfacciarmi con realtà esterne

alpiniste fino ad arrivare al Ferrino Women Team.

importante della mia vita.

Come valorizzare le donne in questo universo della montagna ancora e troppo spesso visto solo al maschile? Ultimamente c’è una

Le aziende devono continuare a innovare, comu-

grande attenzione al mondo femminile spesso

Stefi Trogue ha conquistato il suo secondo 8000 e sembra intenzionata a proseguire nelle sue imprese. Si contraddistingue perché scala sempre con il rossetto sulle labbra, quanto serve in quanto personaggio identificativo delle quote rosa della montagna per Ferrino? È una ragazza molto determi-

nicare, ingaggiare i consumatori per poter stare

guidata dal tentativo da parte di molte aziende di

nata con un sogno ambizioso che persegue con

sul mercato, è una sfida che conduco in prima li-

far crescere questo segmento. Credo che Ferrino,

quel piccolo tocco di civetteria che è il rossetto

nea in questa azienda meravigliosa che ha sempre

attraverso la sua storica attenzione alle atlete, sia

rosso, un monito a non perdere mai la femmini-

avuto un rigore e un’attenzione unica all’etica im-

stato un po’ un apripista del settore, oggi tutti i

lità. Sta muovendosi bene e sta crescendo anche

prenditoriale, uniti ad una serietà nello sviluppo

brand ricercano testimonial donne ma noi lo ab-

da un punto di vista tecnico, sicuramente è stata

dei prodotti e nelle relazioni con i propri partner.

biamo fatto in tempi non sospetti negli anni ‘80.

scelta e supportata principalmente dai nostri di-

Per tutti questi motivi penso che Ferrino abbia le

Sicuramente abbiamo intenzione di continuare su

stributori locali ma anche da noi all’interno di un

capacità per diventare un brand sempre più gran-

questa strada intrapresa molti anni fa, non per una

progetto che si basa su uno sviluppo di comunica-

de a livello internazionale.

questione di moda o di opportunità, ma per un’at-

zione digitale relativo al nostro brand in Spagna.

tenzione che da sempre abbiamo avuto verso le

Il fatto che Stefi abbia una sua presenza digitale

esigenze del mondo esterno.

di un certo peso contribuisce a far conoscere il

e, in un secondo momento, dedicarmi a Ferrino che per me oggi rappresenta la sfida lavorativa più

Tanti i volti femminili che hanno rappresentato e che rappresentano Ferrino, uno in particolare quello di Carla Perrotti. Innanzitutto vorrei ricordare che quasi il 60% dei

nostro marchio attraverso contenuti coerenti con

Hai creduto molto nel Ferrino Women Team e stai ottenendo grandi soddisfazioni e risul-

il nostro posizionamento. Siamo contenti di averla accolta nel nostro team.


Hai una personalità molto forte, ti è mai capitato di incontrare qualche difficoltà per il solo fatto di essere donna nel mondo dell’outdoor/business? Ho certamente una

capacità tecniche che progressivamente abbiamo

Opposto

sviluppato e continuiamo a sviluppare cercando di

Carla Perotti

dare alle donne schienali che si adattino perfettamente alla loro corporatura.

personalità abbastanza forte ma, allo stesso temfemminile. Oggettivamente non ho mai avuto

Il mondo della montagna quindi sarà sempre più roseo e più rosa? Per me il mondo del-

grandi difficoltà. Mi rendo però conto che ancora

la montagna segue i trend della nostra società, le

oggi sia un grande problema da superare e miglio-

donne stanno portando contributi fondamentali

rare in alcune società più che in altre. Esiste e va

allo sviluppo del nostro mondo: sono sempre più

affrontano con serietà ma, per quanto mi riguar-

importanti e capaci di fare la differenza, ancora

da, non l’ho mai voluto porre come un limite.

con numeri minori ma in progressiva crescita oc-

po, credo di aver sempre cercato di agire in modo

cupano ruoli sempre più rilevanti dove quel toc-

Ferrino produce prodotti studiati esclusivamente per le donne che hanno ovviamente una fisicità differente dagli uomini. Quanto investite in termini di tempo e risorse nello sviluppo di questi prodotti? La nostra linea di

co di capacità femminile, di multitasking e anche

prodotti dedicati alle donne è composta da zai-

l’evoluzione del ruolo femminile all’interno della

ni, sacchi a pelo e abbigliamento. Negli zaini in

nostra società.

di sensibilità nelle relazioni umane è sempre in grado di fare la differenza. Credo che nel mondo dell’outdoor il segmento legato ai prodotti femminili continuerà a crescere un po’ in linea con

particolare c’è una componente ergonomica più smaccata rispetto ad altre tecnologie di prodotto, uno schienale che ben si adatti alla conformazione fisica femminile fa la differenza in termini di comfort e sicurezza di utilizzo. La linea è stata accolta molto bene fin dal suo esordio. Siamo stati uno dei primissimi brand a proporre prodotti dedicati all’universo femminile. Oggi questo mercato sta crescendo e così di conseguenza anche noi abbiamo deciso di ampliare la gamma e l’investimento in questo settore. Molte delle nostre atlete ci hanno aiutato: Carla Perrotti ha un fisico minuto ed una schiena delicata. Il lavoro fatto con lei è stato il capostipite di tutta la sensibilità e le

Le donne portan contributi fondamentali allo sviluppo del nostro mondo: sono sempre più importanti e capaci di fare la differenza, ancora con numeri minori ma in progressiva crescita occupano ruoli sempre più importanti dove, effettivamente, quel tocco di capacità femminile, di multitasking e anche di sensibilità nelle relazioni umane è sempre in grado di fare la differenza.

Sinistra Stefi Trogue

Sotto Alison Hargreves

In fondo Jenny Lavarda


150 years of outdoors 1870-2020


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