Tutta la Pallamano Che Vuoi. Il Giornale dell’Handball - Novembre 2017
Proprietà Federazione Italiana Giuoco Handball Stadio Olimpico 00135 Roma Tel: 06-87975901 Fax: 06-87975913 Pubblicazione Telematica Mensile Iscrizione Tribunale Civile di Roma 30/2012 del 13.02.2012 Direttore Responsabile Marcello Festa Redazione Matteo Aldamonte Sabrina Alessio In questo numero hanno collaborato: Roberto Avallone Alessandro Luciani Walter Taranto
SOMMARIO 04 Il coraggio di osare
05 L’Italia al tavolo dei grandi
06 Restyling Europa
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Fuoricampo: Davide Bulzamini
12 Brixen, la città della Pallamano
14 Next Gen, missione futuro
08 La missione Azzurra di Riccardo Trillini
16 Raluca, la stella di Cassano Magnago 3
Consiglio Federale Pasquale Loria Stefano Podini Gianni Cenzi Flavio Bientinesi Gian Luca Brasini Andrea Guidotti Anna Maria Lattuca Fabrizio Quaranta Stanislao Rubinetti Massimo Petazzi Marcello Visconti Segretario Generale Adriano Ruocco Direttore Generale Daniele Sonego Collegio Revisori dei Conti Michele Turato Olimpia Formisano Renato Vicinanza Fotografie Isabella Gandolfi Archivio FIGH
IL CORAGGIO DI OSARE Rispetto dei ruoli, valorizzazione delle risorse e del merito. Come un puzzle da completare un pezzo per volta, facendo attenzione a non sbagliare mossa, il nuovo corso della FIGH sta provando a cambiare il passo di un movimento da troppo tempo fermo, ingessato: manovra non facile, si sapeva, ma quanto mai necessaria per provare a ridurre il gap, in alcuni casi enorme, che separa l’Italia dal resto d’Europa in modo particolare. Operazione non semplice perchè occorre, contemporaneamente, azionare due leve: non tralasciare l’attività di vertice (le Nazionali ndr) – anzi provare a dare maggiore impulso alla Maglia Azzurra – e spingere forte sulla base, sull’attività di promozione. Proprio questo doppio e per certi versi antitetico esercizio ha imposto un’accelerazione anche vio-
di Marcello Festa
lenta alla macchina organizzativa. Riorganizzati gli uffici, affidati nuovi incarichi a persone da sempre “dentro” il movimento, scelto nuovo management e nuovo staff tecnico delle rappresentative nazionali, si è deciso così di accollarsi oneri ed onori, mettendoci faccia e impegno, ben sapendo che qualsiasi fosse stata la scelta questa avrebbe determinato chiacchiere e diatribe. Sarebbe stato molto più facile lasciare tutto così com’era, ma a cosa sarebbe servito? Soprattutto a chi sarebbe servito? Coraggio nelle scelte, visione chiara di quello che dovrà diventare la pallamano italiana ma anche la profonda conoscenza di quello che oggi e’ lo stato dell’arte… Quest’accelerazione ha intanto già prodotto un primo ma signifi-
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cativo risultato. Come per incanto sono infatti scomparse dagli elenchi federali oltre 40 società cosiddette fantasma, una piaga autentica del nostro Movimento, una vergogna per fortuna cancellata. Ovvio che l’accelerazione porterà con sé anche qualche inevitabile e fisiologico guasto, ma anche in questo caso sarebbe da sciocchi non provarci solo per evitare un “censurabile” passaggio a vuoto. Ma perché ciò avvenga è necessario che la Federazione continui a mantener fede ad un suo improrogabile “mantra”: che ognuno impieghi le proprie risorse nel settore cui è stato destinato. Il tempo dei “tuttologi” capaci di passare con disinvoltura dal campo alla scrivania è clamorosamente scaduto. Almeno nel Palazzo. *
L’ITALIA AL TAVOLO DEI GRANDI
di Sabrina Alessio
Il Mondo della Pallamano apre le porte all’Italia. Giornata storica, quella del 4 ottobre, a Roma, quando la sede della FIGH e il quartier generale del CONI hanno ospitato i vertici di EHF ed IHF per parlare del rilancio della pallamano italiana. Pieno supporto al rilancio della Pallamano italiana. Questo il messaggio lanciato forte e chiaro a margine della riunione che lo scorso 4 ottobre ha visto riunito a Roma il gotha della Pallamano mondiale. Una visita istituzionale - quella di Hassan Moustafa, presidente dell’International Handball Federation, Michael Wiederer e Jean Brihault, rispettivamente presidente e presidente onorario dell’European Handball Federation, accolti dal presidente federale, Pasquale Loria, dal vice-presidente Stefano Podini, dal membro onorario della EHF, Ralf Dejaco - nel corso della quale sono stati stabiliti i punti cardine di un’azione di rilancio deciso del Movimento italiano. Un rilancio supportato a pieno anche dai vertici del Comitato Olimpico e in particolare dal capo dello Sport italiano, Giovanni Malagò, insieme al Segretario Generale, Roberto Fabbricini, nel corso di un secondo meeting svoltosi nella casa del CONI. Sostegno totale su alcuni versanti specifici individuati dalla FIGH e condivisi con le Federazioni Mondiale ed Europea. Su tutti la penetrazione della Pallamano nel tessuto scolastico italiano, su due differenti livelli: uno culturale, attraverso una spinta decisa anche da parte del CONI nei confronti del progetto scolastico federale, e uno di natura infrastrutturale, volto ad assicurare al Movimento italiano un peso, una voce in capitolo nella costruzione di palestre scolastiche in grado di garantire anche la pratica dell’handball. Il supporto del CONI e delle massime cariche internazionali presenti ha riguardato, poi, il versante degli eventi e delle manifestazioni. In questo senso, il presidente Malagò ha assicurato alla FIGH pieno appoggio per la candidatura – già presentata – ad ospitare i Campionati Mondiali di Beach Handball del 2020. Massima disponibilità è stata mostrata, da tutte le Istituzioni presenti, anche per l’organizzazione di un grande evento di Pallamano nella storica cornice dello Stadio “Nicola Pietrangeli”, all’interno del Parco del Foro Italico, a Roma, da svolgersi nel giugno 2019 in occasione del 50ennale della Federazione Italiana Giuoco Handball. A margine dell’incontro, soddisfazione è stata espressa da Hassan Moustafa, Michael Wiederer e Giovanni Malagò, vertici di IHF, EHF e CONI, per l’impegno e il dinamismo che stanno caratterizzando il nuovo corso della FIGH.
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RESTYLING EUROPA
Dal 2020 Champions League ed Europei cambieranno formula di Matteo Aldamonte
tanti, Italia compresa. L’unica partecipazione azzurra agli Europei risale al 1998 e da nazione ospitante. Ora un’opportunità non nitida – in attesa del sorteggio –, ma importante e da provare a sfruttare fino in fondo. L’Italia ha già passato un primo turno. Di Dean Turkovic la rete decisiva, a tempo scaduto, nel 26-24 del Pala Lo Bello contro il Lussemburgo. Una gioia dalla quale iniziare una rincorsa stimolante.
2020, non solamente l’anno dei Giochi Olimpici di Tokyo. La Pallamano europea affronterà un processo di restyling delle sue competizioni principali, su due differenti versanti. Un primo di apertura, coi Campionati Europei maschili che passeranno dalle 16 squadre della formula attuale alle 24 che comporranno la fase finale della manifestazione assegnata, in contemporanea, a Norvegia, Svezia e Austria. Una chance per
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Per un evento, gli Europei, che apre le porte ad un maggior numero di squadre, c’è una competizione, stavolta per club, che
LA CHAMPIONS LEAGUE PARLA ITALIANO
nel 2020 cambierà conformazione diventando, di fatto, espressione del meglio, dell’élite della Pallamano del Vecchio Continente. Al centro dell’attenzione c’è la EHF Champions League maschile. Annunciata nei primi giorni di Ottobre, la riforma della Federazione Europea – che riguarda tutte le Coppe Europee – farà del più prestigioso torneo a livello mondiale un circuito strettissimo. Il meglio del meglio, o “strongest of the strong”, come ha spiegato la stessa EHF.
Il cambio di format nel 2020, certo, ma nel frattempo la Champions League continua ad incantare gli appassionati di tutta Europa. Compresi quelli italiani, che a partire dal mese di novembre potranno lasciarsi ammaliare dalle giocate dei più forti interpreti del globo, grazie all’accordo raggiunto tra la FIGH e Eleven Sports, network digitale operante in tutto su scala mondiale per eventi e campionati come NBA, Premier League, NFL, Serie A TIM e, fra tutti, la VELUX EHF Champions League del nostro Sport preferito.
Cioè 12 squadre, estendibili a 16 negli anni successivi, tutte inserite in un unico girone all’italiana con incontri di andata e ritorno. Il percorso prevedrà, perciò, una 1^ fase con 22 giornate, seguite dai quarti di finale e dalla ormai celebre Final4 (semifinali e finale).
La versione italiana di Eleven Sports – sul sito www.elevensports.it – dedicherà ampio spazio alla Pallamano europea, attraverso, in primis, la trasmissione in live streaming di una o più gare settimanali di Champions League. Ogni martedì (ore 15:00), poi, spazio a “Rewind”, con highlights e contributi speciali dai campi europei. Il giovedì, inoltre, Eleven Sports darà voce all’handball di casa nostra, rendendo visibile on demand la puntata settimanale di HandballMania, format già in onda ogni mercoledì sera (ore 19:30) su Sportitalia.
La riforma della Champions League porterà a un rinnovamento totale anche della EHF Cup. A partire dal nome, nuovo anche quello: “European Handball League”. Ammesse 24 squadre, inserite in 4 gironi da 6 squadre ciascuno. L’evolversi della competizione sarà dei più classici, con ottavi di finale, quarti di finale, semifinali e, anche qui, una Final4 già vista con l’attuale EHF Cup. Quest’ultima, a proposito, andrà a sostituire la Challenge Cup, destinata invece a scomparire nel nome, anche se non nella sostanza. Destinata ai club delle nazioni più in basso nel ranking europeo, la competizione manterrà la formula già in vigore ad eliminazione diretta (knock-out). Le novità introdotte riguarderanno in misura minore il versante femminile, la cui Champions League manterrà l’impostazione attuale (16 squadre in gironi da 4). La seconda coppa in ordine d’importanza prenderà invece un nuovo nome, “Women’s European Handball League”. Allo stesso modo, poi, la EHF Cup sostituirà la Challenge Cup.
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La MISSIONE azzurra di Riccardo Trillini
di Marcello Festa
Un amore finalmente corrisposto. Riccardo Trillini non ha mai fatto mistero delle sue ambizioni, delle sue velleità, confidando spesso ai più stretti collaboratori che in testa, nei suoi pensieri, c’era solo un colore, soltanto un “club”: l’Azzurro Italia. Neanche quando decise di varcare il confine, di “emigrare” in Lussemburgo, Trillini ripose nel cassetto l’ambizione, anzi… “Novello” Mazzini, anche a distanza, il tecnico marchigiano continuò a coltivare l’ambizione, a sognare, ad immaginare un futuro diverso per se stesso e per la pallamano italiana. Poi…. “Poi è successo che è cambiato tutto, è cambiato il sistema, l’approccio all’attività agonistica è successo che, cambiata la Governance della Federazione, il Presidente Pasquale Loria e il Consiglio Federale hanno deciso di affidarmi la direzione tecnica delle Nazionali. Un onore e un onere, un sogno che si avvera.
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Qualsiasi giovane che intraprende la carriera di allenatore, in qualsiasi sport, sogna di poter sedere, un giorno, sulla panchina della Nazionale. Io ho coronato il mio sogno ma questo è già passato, ora c’è il presente, ora ci sono gli oneri…”. Appunto, onori ed oneri, felicitazioni e responsabilità, partite da giocare, scelte da fare, un lavoro da condividere. “Si, condividere. Perché in questa bellissima e stimolante avventura non sono solo, condivido questo percorso con uno staff completo e preparato, due allenatori di riferimento (Prantner per i maschi e Savini per le donne) e tre collaboratori (Palazzi, Baresi e Tassinari) che invece, seguono entrambe le rappresentative. E’ una metodologia di lavoro nuova ed ambiziosa che immagino e spero possa dare i suoi frutti fin da subito, utilizzando al meglio anche il lavoro che tutti gli Azzurri e le Azzurre svolgono proficuamente nei loro club. Mi preme – aggiunge –
ringraziare le società e in particolare gli allenatori, i miei colleghi; la Federazione sta chiedendo loro un impegno massimale, grande disponibilità ad atleti e club. Sono conscio delle difficoltà che questo percorso riserva ma dobbiamo essere coesi, uniti, monolitici perché solo in questo modo le Nazionali potranno sperare di ottenere quei risultati che tutto il movimento desidera. Sono stato anche io allenatore di club e capisco tutto….”. In stand by le Azzurre, riflettori ora puntati sui maschi che a gennaio scenderanno in campo per le gare di qualificazione ai Mondiali. “Continuo a pensare che presi individualmente i giocatori e le giocatrici del nostro movimento non hanno nulla da invidiare alla media dei giocatori internazionali. La differenza la fanno altri fattori: la forza, la capacità atletica, la qualità delle rose, la competitività dei campionati. Mi spiego: in Europa ci sono club più strutturati e ricchi e ciò
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permette anche a giocatori di qualità non eccelsa di poter eccellere. Noi, però, siamo italiani e oltre all’orgoglio che dobbiamo necessariamente mettere in campo, dobbiamo inventarci qualcosa sul piano del gioco per provare a ridurre il gap che esiste e che non possiamo, di certo, cancellare con un colpo di bacchetta magica. Sono fiducioso perchè il campo sta dando buone risposte e non partiamo già battuti nonostante il valore delle nostre avversarie, in particolare Romania ed Ucraina da sempre una spanna sopra l’Italia. A gennaio, contando anche sul calore degli italiani, sfruttando il fattore-casa che ci evita di giocare in trasferta partite già sulla carta proibitive, proveremo a scrivere una pagina diversa ed in quel momento, dovessimo centrare il risultato per il quale tutti stiamo lavorando, sarà bello condividere la gioia con i protagonisti del nostro Movimento. Sarebbe la vittoria di tutti!”.
di Sabrina Alessio Dici Mordano dici Pallamano. Nel piccolo centro appartenente al Nuovo Circondario Imolese, 4.747 anime in provincia di Bologna - casa del Romagna Handball, storica Società sforna talenti - la pallamano è certamente lo sport dominante e iniziare a giocare è quasi un obbligo morale. La ridente cittadina è celebre tra l’altro per aver dato i natali allo scrittore Carlo Lucarelli e al Ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti (ex Vice Presidente della FIGH e grande appassionato con un passato da giocatore), al centro di polemiche nei mesi scorsi per alcune dichiarazioni, successivamente precisate, sui giovani italiani in fuga all’estero per motivi di lavoro. “Fuga” di cui è oggi protagonista un altro mordanese doc, Davide Bulzamini, terzino sinistro classe 1995, stella della Nazionale da questa stagione in forza al club francese di 2^ divisione francese del Saint-Marcel Vernon. Sei diventato uno dei centomila ragazzi che hanno lasciato l'Italia. La scelta di partire è stata dettata solo dalla voglia di crescita come atleta o c’è di più?
La scelta di andare via è stata dettata da due motivazioni: la prima è quella di intraprendere o di provare a intraprendere una carriera a livello professionistico nella pallamano. Penso sia il sogno di tutti poter fare della propria passione il proprio lavoro. Sono partito per migliorare e per diventare il giocatore migliore possibile. La seconda motivazione è che arrivato a 22 anni volevo anche mettermi alla prova come persona. Volevo vedere se riuscivo a vivere da solo senza l’aiuto dei miei familiari. A casa stavo benissimo ma sentivo l’esigenza di mettermi alla prova.
grandissimo giocatore di pallamano quindi sto cercando di imparare il più possibile da lui su tutti gli aspetti.
Come è cambiata la tua vita?
Rispetto alla mia vita in Italia la differenza principale è che la pallamano è diventata il centro. Ora abito a Vernon, che è una cittadina di 25.000 abitanti al nord di Parigi in Normandia. È una cittadina tranquilla e mi trovo bene perché il salto dalla piccola Mordano non è stato troppo grande. Vivo in appartamento da solo vicino a Pablo Marrochi (in Francia già dalla passata stagione), stiamo sempre assieme e mi sta aiutando tantissimo! È una persona straordinaria oltre che un
Oltre alla Pallamano?
Sono ancora iscritto alla Facoltà di Scienze Motorie e siccome la mia volontà è quella di prendere la laurea, sto continuando a studiare e cercherò di dare più esami possibili durante i periodi di vacanza per poi pensare di provare fisioterapia che rimane il mio sogno...
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FUORICAMPO
Davide Bulzamini
UN ITALIANO alla corte dei CAMPIONI Hai avuto già il tempo di fare il turista in giro per la Normandia?
Dell’Italia mi mancano tante cose, in primis certamente gli affetti, ma anche certi piatti e un po’ il sole...
La fortuna di Vernon è che è raggiungibile abbastanza velocemente dall’Italia quindi la mia morosa, i miei genitori e mio fratello sono già venuti a trovarmi spesso e con loro ho già fatto visitato a città come Rouen, Honfleur, Deauville e Treauville e naturalmente alla splendida Parigi!
Mentre con francese come te la cavi?
Bene! Il francese lo parlo, ho fatto un piccolo corso online per apprendere le basi prima di partire, ma diciamo che sul luogo lo si impara velocemente ascoltando tanto e soprattutto tentando di parlarle senza aver paura di sbagliare.
Una cosa che ti manca dell’Italia e una cosa che non ti manca per niente.
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BRIXEN, la città della PALLAMANO di Walter Taranto
Ha poco meno di 22.000 abitanti ma una storia ed un palmares che ne fanno una delle città simbolo della pallamano italiana. Bressanone, 9 scudetti , 2 nel maschile nel 1991 e 1992 e ben 7 (in 8 anni) nel femminile, è da sempre considerata una delle piazze di riferimento, per cultura e tradizione, del nostro sport. Un posto dove i ragazzi crescono a pane e pallamano, dove chi fra i prodotti del vivaio riesce ad entrare in prima squadra è ancora considerato una star. Dove il palazzetto ogni sabato si riempie, e, che a prescindere dal risultato, è sempre una festa. Dopo i fasti e le vittorie degli anni 90, la storica semifinale centrata in Europa, nel nuovo millennio sono cambiate e gerarchie della pallamano italiana. Nel femminile, dopo Bressanone, è arrivato il ciclo del Cassano (11 scudetti consecutivi) ed ora sono Salerno e Conversano a dominare la scena. Nel maschile la striscia di Niederwieser e compagni è stata subito interrotta dal Trieste dei record. Nei primi anni 2000, poi e se si eccettuano le fugaci vittorie di Prato e Merano, la gerarchia della pallamano maschile ha preso la strada della Puglia. è passato alle formazioni pugliesi. 5 scudetti al Conversano e 3 alla meteora Casarano. Nelle ultime 6 stagioni discorso a due fra Bolzano (4) e Fasano
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(2). In Riva all’ Isarco sono invece arrivati gli anni bui dove per far fronte al ricambio generazionale ed alle difficoltà nel reperire sponsor si sono inevitabilmente ridimensionate le ambizioni. Sicuramente dolorosa e sofferta è stata la decisione presa nel 2007 di rinunciare volontariamente alla Elites Liga per ripartire dalla serie A2. Un purgatorio nell’allora terza liga durata solamente un anno. Una cavalcata vincente con due promozioni consecutive per riapprodare infine nel 2010 di nuovo in massima serie. Anche nel femminile si è scesi sino alla serie B per poi risalire più lentamente. Dall’anno scorso le ragazze, ora allenate da Hubi Noessing sono di nuovo nella massima serie mentre nel settore maschile, il rinnovo del consiglio direttivo ha dato nuova linfa alla società che ora sta puntando davvero in alto. Una dirigenza nella quale trovano spazi una serie di ex giocatori da Wieland a Da Rui, da Pfattner e Dorfmann ha gettato
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le basi della rinascita con una campagna acquisti faraonica. Quest’anno sono arrivati l’allenatore, l’austriaco Rene Kramer, ed assieme a lui giocatori come il pivot Andrea Basic, soffiato ai cugini del Merano, il forte centrale Bruno Brzic e l’ala italoargentina Mariano Castro. Erano anni che in Riva all’ Isarco non si investiva così tanto per la campagna acquisti. Le prime prestazioni confermano la bontà della rosa ed a Bressanone è tornato l’entusiasmo dei giorni belli. Sia nel maschile che nel femminile gli spalti sono sempre gremiti. La tifoseria biancoverde possiede uno dei migliori fan club organizzati. Georg Prosch e Gerd Seebacher sono le anime de Laola che da un paio di anni a questa parte curano ogni settimana scenografie e cori, nonché tutte le trasferte. Nel derby con il Bolzano il palazzetto gremito scandiva la marcia trionfale della Aida. Una marcia che vuole essere un auspicio per le stagioni a venire.
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Umberto Bronzo
Davide Campestrini
NEXT GEN, MISSIONE FU “Da Notarangelo ai gemelli Mengon, da Arcieri a D’Antino e tanti altri: la pallamano italiana sorride, c’è tanta linfa ad alimentare la speranza di una crescita esponenziale del nostro Movimento”
Sono destinati a fare grandi cose. Sono determinati, vogliosi, coraggiosi e, perché no, spregiudicati. Sono i giovani talenti della Nostra pallamano. La lista potrebbe essere davvero molto lunga vista la schiera di ragazzi che in questi ultimi tempi stanno dando grande sfoggio delle proprie qualità, sia nei club di appartenenza sia indossando la maglia Azzurra. Abbiamo provato comunque a tracciare una rotta quindi non perdiamo tempo. Immergiamoci immediatamente in questo piccolo “tour” della Giovane Italia cominciando da alcuni componenti della storica e recente spedizione alle Mauritius che ci ha consegnato il pass per le Olimpiadi Giovanili di Buenos Aires 2018, tutti dalla carta d’identità verdissima. Poniamo subito l’accento sul talento cristallino dei gemelli Marco e Simone Mengon: classe 2000, rispettivamente di
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ruolo terzino sinistro e centrale. Sono noti a tutti noi per la notevole quantità di trofei giovanili conquistati con la maglia del Pressano e della Nazionale di categoria meritandosi, come ciliegina sulla loro memorabile estate, la chiamata di un top club europeo: il Montpellier Handball. Dopo essere stati coccolati dalla società trentina, per loro è giunto il momento di spiccare il volo e confrontarsi con una realtà notevolmente più importante per continuare a crescere e migliorare forgiando sempre di più il loro enorme potenziale. La coppia d’oro è stata ben coadiuvata dal trio di pari età che oggi veste la maglia dell’Alperia Meran. Parliamo chiaramente del pivot Davide Campestrini, del centrale Alex Freund e del terzino Max Prantner. Dopo aver fornito grande prova di sé nella conquista alla medaglia d’argento di Beach Handball, i tre giovani atleti compongono ora il roster della prima squadra della compagine altoatesina puntando a raccogliere minutaggio ed approvazione. Fin qui, Campestrini e Prantner hanno realizzato anche un gol nelle prime quattro giornate di A1 facendosi trovare pronti nella rotazione dei giocatori del tecnico Prantner. A
Max Prantner
UTURO
Simone Mengon
Davide Notarangelo
di Roberto Avallone
guardia dei pali di quel gruppo e del prossimo il portiere dell’Estense Giovanni Pavani che ha probabilmente ancora al collo quell’argento luccicante. Sulla sabbia ha espresso un tempismo e un’atleticità da urlo mantenendo vivo in più occasioni il sogno di tutta la squadra. Chiudiamo questo doveroso excursus con Davide Notarangelo. Esplosivo, sgusciante e letale: tre qualità che gli hanno permesso di conquistare il premio di miglior ala sinistra del Mondiale alle Mauritius. Al termine di quella memorabile avventura è arrivata la chiamata del Noci che lo ha prelevato a titolo definitivo dal Putignano, squadra a cui ha lasciato un ricordo significativo fatto di prestazioni di altissimo livello. Dopo un torneo di A2 da protagonista, Davide ha la chance di prendersi il grande palcoscenico della massima serie e, fin qui, ci sta riuscendo benissimo: quindici reti on-going e titolarità fissa. Le convocazioni di cui sopra coinvolgono anche altri atleti, coetanei dei precedenti, che andranno a impreziosire quel gruppo: il terzino Umberto Bronzo e il portiere Andrea Colleluori. Il primo milita nella Teamnetwork Albatro Siracusa e
fin qui si è messo in grande evidenza raccogliendo già diciannove reti, se pensiamo che in tutto lo scorso campionato ne aveva totalizzate tredici è certamente un inizio a marce alte. La formazione siciliana, come di consueto ormai da anni, ha imbastito una squadra per provare a strappare lo scettro di padrone del girone C alla Junior Fasano, Bronzo vuole ritagliarsi un ruolo da protagonista in quest’annata ed ha cominciato nel migliore dei modi nonostante la concorrenza sia notevole. Il gioiellino Andrea Colleluori, invece, è reduce dalla stagione storica del Città Sant’Angelo conclusasi al quinto posto nazionale. Dopo tante voci di mercato, il giovane portiere ha confermato il suo impegno con gli abruzzesi per un’altra stagione abbracciandone l’idea di ripartire dall’A2 con un gruppo molto rinnovato. Negli ultimi tempi ci ha abituato a prestazioni da fuoriclasse, grande temperamento e senso della posizione tra i pali. La società abruzzese ne ha più volte elogiate le doti pubblicamente pronosticandogli un grande futuro, senza esagerare a nostro avviso. (continua)
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HANDBALL STORY
RALUCA, la STELLA di CASSANO MAGNAGO di Alessandro Luciani
Il Raluca, la società della Stella. Nasce nel 1979 con il nome di Cassano Magnago, sotto la guida di Giovanni Saporiti, un grande appassionato di pallamano nonché presidente della società lombarda. Nel 2001 arriva il cambio di denominazione per la società del presidente Saporiti. Nasce così la Pallamano Femminile Raluca in onore di una giocatrice romena molto amata dal gruppo, Raluca Ciobanu, prematuramente scomparsa all’età di 25 anni in seguito ad un incidente di gioco. Inoltre viene spostata la propria sede sociale nella vicina Gallarate. La società mantiene però il codice federale e, di conse-
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guenza, tutto il palmares. Il Raluca dunque può continuare a vantarsi di essere la squadra femminile più titolata ed andare fiera ed orgogliosa della Stella che a tutt’oggi, nel panorama femminile, solo lei può sfoggiare sul petto delle proprie divise da gioco. La Stella si diceva, ebbene sì, perché questa società è stata capace di vincere ben undici scudetti consecutivi. La società lombarda infatti si è laureata campione d’Italia dal 1986 al 1996, entrando così di diritto nella storia. Non finisce qui… nella bacheca di questa società ci sono infatti anche tre successi in Coppa Italia conquistati nel 1988, nel 1993 e nel 1995. Diverse anche le partecipazioni alle
vanile ed ha sempre provato ad essere una scuola per il futuro della pallamano in Italia. Una “nobile decaduta” nella foto Gianni Saporiti, lo storico patron del Raluca Cassano Magnago della pallamano italiana, la speranza è che la Pallamano Femminile Raluca possa ben presto tornare ai fasti di un tempo. La speranza è che la Stella del Raluca possa tornare a brillare nel firmamento della pallamano che conta.
competizioni europee ed internazionali: ha preso infatti parte in ben otto circostanze all’allora denominata Coppa dei Campioni, raggiungendo nel 1988 e nel 1989 i quarti di finali e nel 1990 entrando addirittura tra le prime otto squadre d’Europa. Il Raluca ha preso parte anche all’allora denominata Coppa delle Coppe, riuscendo ad arrivare in ben due circostanze sino ai quarti di finale. Ha partecipato anche a numerose tournee internazionali, facendosi sempre onore e portando sempre in alto il nome della pallamano italiana. Il Raluca ha ottenuto importanti successi anche con il settore giovanile vero e proprio fiore all’occhiello della società. Fin dall’inizio, la società ha cercato di formare e promuovere le atlete del proprio settore gio-
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