Il Giornale dell'Handball - Settembre\Ottobre 2018

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Tutta la Pallamano che vuoi.

Il Giornale dell’Handball - settembre/ottobre 2018

Proprietà Federazione Italiana Giuoco Handball Stadio Olimpico 00135 Roma Tel: 06-87975901 Fax: 06-87975913 Pubblicazione Telematica Mensile Iscrizione Tribunale Civile di Roma 30/2012 del 13.02.2012 Direttore Responsabile Marcello Festa Redazione Matteo Aldamonte Sabrina Alessio Consiglio Federale Pasquale Loria Stefano Podini Gianni Cenzi Flavio Bientinesi Gian Luca Brasini Andrea Guidotti Anna Maria Lattuca Fabrizio Quaranta Stanislao Rubinetti Massimo Petazzi Marcello Visconti

SOMMARIO

04 L’anno che verra’

10 Fuoricampo: Leo Prantner

06 New Millennials

12 Giovane Italia, facci sognare

08 Trieste: la vittoria nel DNA

14 Padova si tinge d’Azzurro 3

Segretario Generale Adriano Ruocco Direttore Generale Daniele Sonego Collegio Revisori dei Conti Michele Turato Olimpia Formisano Renato Vicinanza Fotografie Isabella Gandolfi Alessandro Parisato Paolo Lazzeroni Loris Gitterle


La FIGH si appresta a festeggiare il Cinquantesimo anno di vita. La ricorrenza giunge in una fase di grande importanza per le sorti del movimento rigeneratosi dopo il successo dei Millennials a Tblisi

L’ANNO CHE VERRA’ di Marcello Festa Rieccoci! Dove ci eravamo lasciati? Lo ricordiamo con precisione: subito dopo il Festival della Pallamano di Misano, quello che a giusta ragione è considerato il serbatoio naturale del Nostro Movimento, lo stesso che ha tenuto a battesimo i Millenials che ci hanno fatto

gioire ed esultare (finalmente ndr) a Tblisi, in Georgia. Lì in quel lembo dell’antica e già gloriosa URSS abbiamo visto un Capitano Azzurro alzare al cielo il simbolo della vittoria, una coppa tutta luccicante che ora fa bella mostra di sé nella Sala dei Capitani in FIGH: tanta roba! L’avevamo auspicata, immaginata, un po’ anche 4

pronosticata la Vittoria degli Azzurri nella rassegna continentale di categoria, ma un conto è immaginare un altro è giocare e vincere. Ebbene la Giovane Italia allenata da Beppe Tedesco, sul campo è andata anche oltre le più rosee aspettative perché non ha vinto bensì ha….stravinto. Celebrata la vittoria di Colleluori & CO. bi-


sogna nuovamente rivolgere lo sguardo e le attenzioni al futuro affinchè la Saga degli “Eroi di Tblisi” non rimanga isolata un po’ come avvenne nel lontano ’97 a Kumamoto….La promozione degli Azzurri fa da preludio ad una stagione ricchissima, non a caso la CINQUANTESIMA della storia della FIGH, una stagione caratterizzata da appuntamenti imperdibili e date cerchiate in rosso. La stagione delle grandi novità, prima tra tutte la reintroduzione del girone unico nel massimo campionato maschile già partito e ancora gli impegni delle Nazionali Senior impegnate nelle gare di qualificazione (Europei per i maschi – Mondiali per le donne) e poi le Olimpiadi Giovanili di Buenos Aires dove, per la prima volta nella storia, l’Italia della pallamano e’ rappresentata con i suoi Millenials tra i favoriti per andare a medaglia nel Beach. Ma non è finita qui perché a Pescara, sempre in tema di Millenials, le Azzurrine allenate da Liliana Ivaci (Under 17) proveranno ad emulare i giovani colleghi andando a conquistare una storica promozione sfruttando, in questo caso, il calore del pubblico amico. Insomma ci sarà da divertirsi, palpitare e si spera anche divertirsi nella stagione che ha appena aperto i battenti, la stagione che ci condurrà al 50mo compleanno, festeggiarlo con qualche trofeo in bacheca non sarebbe male….

In alto il nuovo asso del Trieste, Bozidar Lekovic. Il club alabardato è il più titolato della storia della Pallamano italiana. In basso i Millennials, rappresentanti dell’Italia alle Olimpiadi Giovanili di Buenos Aires.

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L’edizione 2018/19 della Serie A1 e’ tutta dei nuovi talenti della Pallamano italiana: millennials e non, tutti gia’ protagonisti di un campionato che promette di restituire indicazioni importanti anche e soprattutto in chiave Nazionale.

RISING STARS do ad alcuni ragazzi, millenials e non, di mettersi in mostra in ruoli di prim’ordine e con responsabilità che vanno ben oltre la loro età. Il nome che si erge su tutti, almeno numeri alla mano, è quello di Tommaso Pesci. Con 30 gol in 4 partite, il centrale dell’Ego Siena, classe 1999, sta letteralmente trascinando la squadra allenata da Alessandro

da redazione

Giovani, ma tutt’altro che sprovveduti. Sono quelli che si stanno facendo largo nella Serie A1 di quest’anno, nuova e con tanti spunti tecnici in più rispetto agli ultimi anni. L’aumento del numero di stranieri utilizzabili - ora passato da uno a due - e un livello tecnico indubbiamente migliore, non stanno impeden6


Fusina. Lo fa col piglio del veterano, anche più dello svedese Nelson, e con l’aiuto di un’altra primula della massima serie, il pivot Edoardo Borgianni. C’è una cittadina che nel discorso legato ai giovani, valorizzati e da valorizzare, gioca da un biennio un ruolo centrale in Serie A1. È Cingoli, piccolo centro marchigiano che, sotto la guida tecnica di Nando Nocelli, è stato il trampolino di Stefano Arcieri, ala sinistra del 1998 nato a Teramo, cresciuto con la maglia della Junior Fasano ed esploso con un campionato da protagonista assoluto, quello scorso, proprio affacciandosi dal Balcone delle Marche. Ora il ragazzo abruzzese veste la maglia del Bolzano: mica male. Un percorso, quello che dall’Abruzzo, in particolare da Città Sant’Angelo, e che porta a Cingoli, sognato anche da Andrea Colleluori. Lui è uno dei millenials delle meraviglie, portiere del 2000 premiato come migliore nel suo ruolo agli EHF Championships vinti dall’Italia a Tbilisi in estate e che ha scelto proprio Cingoli per il prosieguo della sua carriera. Da quella nidiata di talenti autentici sono venuti fuori altri due protagonisti di questo inizio di Serie A1, il primo a sinistra e il secondo a destra del 40x20. Il primo è Giovanni Nardin, padovano trapiantato a Fondi, dove ha impiegato quattro partite per conquistare tutti. Ne sono servite anche meno a Umberto Bronzo, altro 2000, per stregare Francesco Ancona e la Junior Fasano. Non una squadra qualunque: da quelle parti si gioca col tricolore cucito sul petto e si gioca per vincere, sempre. Ecco, probabilmente Bronzo è il simbolo di una generazione di giovani che vuole prendersi il futuro della Pallamano italiana, diviso fra titoli di club e maglia azzurra. L’avvenire è vostro, ragazzi. Divertiteci. 7


COME ERAVAMO di Matteo Aldamonte “È nel nostro DNA, vincere”. Ad osservarlo sugli spalti, al fianco della panchina, mentre in campo c’è la sua squadra, il professor Giuseppe Lo Duca fa venire i brividi dall’emozione. Gliele leggi negli occhi, le soddisfazioni e le gioie, dietro uno sguardo ancora autoritario e autorevole. E gli leggi quel pathos, quella sofferenza sportiva di chi tra quelle mura, al Pala Chiarbola, e con quella maglia rossa ha speso una vita e anche oltre. Nessuno più di lui ha vinto nella storia. Nessuno più della sua Trieste ha trionfato. Nessuno. Lo ricorda una frase sui muri dell’atrio, un po’ vintage e un po’ affascinante, del Chiarbola: “17 Scudetti, 6 Coppe Italia, tanti risultati prestigiosi in Europa, tanti titoli giovanili: è nel nostro DNA, vincere”. Storie di uno sport che non c’è più, forse. Ma anche storie che lasciano il segno, che scandiscono gli anni, i tempi, i ritmi e le passioni di una città. Che a Trieste la Pallamano sia una cosa seria, del resto, te ne accorgi subito. La paura di questa estate per le difficoltà economiche, coi timori per non essere tra le grandi della Serie A1, si è trasformata in una campagna abbonamenti che ha richiamato quasi 500 fedelissimi appassionati. Roba che, fidatevi, non si vede tutti i

Trieste DNA vincente

giorni in Italia, se parliamo di Pallamano. Competente, numeroso, rumoroso, il pubblico di Trieste e del Trieste ha il palato raffinato: sa vincere, 8

è abituato a vincere e vuole vincere. Ancora. Ecco perché, forse, partire da Trieste con questa rubrica è giusto, doveroso, ma al


Prof potrebbe non piacere. Di chiedersi “come eravamo?” da quelle parti devono essere un po’ stufi. Nel senso buono del termine, s’intende.

Ma sono fin troppo evidenti due cose: che sappiano bene com’erano prima e che sappiano altrettanto bene, c’è da giurarlo, come vorranno essere. Vincenti, che domande! Tutto è racchiuso in un hashtag: #StiamoTornando. E tornare significa essere consapevoli, fieri del proprio passato, del proprio DNA, ma anche determinati per ripresentarsi nel posto in cui si è stati più di chiunque altro. In alto. Davanti. È probabilmente questo il passaggio più bello di una storia gloriosa come quella di Trieste, del suo Presidente, Giuseppe Lo Duca, e di chi – Giorgio Oveglia in primis – ha sposato l’Alabarda come compagna per la vita. Aver vinto, dal 1976 al 2002 in un dominio praticamente ininterrotto, non significa voler smettere di farlo. Anche oggi, dopo tante difficoltà e con la verve che, almeno all’apparenza, potrebbe risultare scalfita dal tempo. Lo sguardo, quello del Prof mentre in campo c’è Trieste, tradisce una fame di successi impossibile da spegnere, che lo scorrere degli anni non ha intaccato e sporcato in alcun modo. Una fame che era, che è, che sarà parte della storia della Pallamano italiana. A questo punto, ci trovassimo ora a quelle latitudini e fossimo più precisamente sugli spalti del Chiarbola, urlerebbero solo un’ultima e spontanea frase: “Forza Muli”, ovviamente. 9


FUORICAMPO

di Sabrina Alessio

Un’Accademia per diventare Grande

Leo Prantner 10


Giovanissimo, mancino e figlio d’arte. Se per diventare un grande giocatore di Pallamano ci fosse una ricetta segreta, Leo Prantner avrebbe sicuramente più di un ingrediente per dirsi sulla buona strada. E cosí devono aver pensato anche i selezionatori della Flensburg Academy, che lo hanno selezionato assieme al brissinese Mikael Helmersson per il loro progetto di selezione e cura dei talenti. Chiamata che ha portato il giovane Leo, classe 2001, a lasciare famiglia, scuola e team, per trasferirsi nel Nord della Germania.

ramente freddo. Purtroppo la scuola e gli allenamenti non mi hanno ancora lasciato molto spazio per fare il turista, però conto di recuperare nei prossimi mesi.

Qual è stata l’emozione che hai provato quando ti hanno chiamato dal Flensburg? Il giorno in cui ho saputo che sarei entrato nell’Accademia del Flensburg è stato più bello della mia vita. È sempre stato il mio sogno giocare in un grande club e quando ho ricevuto la chiamata sono stato felice e sorpreso. Non nego di essere stato triste all’idea di lasciare famiglia e amici, ma per me questa è un’opportunità unica!

Stai facendo valere la tua italianità tra i fornelli? Certo che si! Ho già preparato la pizza per tutti e cucino spesso la pasta alla carbonara ricevendo molti complimenti. In più sono partito da Merano con una scorta di speck.

E la vita con compagni di squadra? Vivo in un edificio dell’Accademia e condivido una stanza con un mio compagno di squadra olandese. In totale in questa struttura siamo 11 ragazzi di diverse nazionalità e abbiamo come spazio in comune la cucina, dove ognuno di noi a turno prepara la cena.

E a scuola? Per i tuoi compagni di classe è stata una sorpresa che un ragazzo italiano parli così bene il tedesco? Molti in realtà conoscono l’Alto Adige e non sono rimasti sorpresi, ma per altri assolutamente si: ho dovuto spiegare come mai non rispecchio lo stereotipo del ragazzo italiano.

Ho un profilo Facebook e uno Instagram e certamente utilizzo quotidianamente i social network come i miei coetanei, ma non ne sono schiavo e non condivido tutta la mia vita: davvero non ne ho il tempo! Il tuo idolo nella pallamano? Ne ho due: Uwe Gensheimer del Paris Saint-Germain e Lasse Svan che ho avuto la fortuna di incontrare qui a Flensburg. E nella vita? Non ho un nome in particolare, peró vedo in molte persone che conosco un atteggiamento che ad oggi ho e che spero di mantenere per la vita: l’umiltá. Giocare in un club importante comporta il rischio di diventare arrogante. Non voglio correre il rischio di svegliarmi tra 10 anni e scoprire che lo sono diventato.

Un rischio che si corre anche iniziando a vincere trofei importanti, come quello dell’EHF Championship in Georgia…un grande momento per te e per tutto il gruppo della Nazionale U18. Assolutamente, in Georgia Come ti trovi nella nuova è stato tutto bellissimo e città? Raccontami come ti molto emozionante! Cerstai ambientando. tamente un buon segnale Mi trovo molto bene. Ho la fortuna di aver a che fare Parlando di stereotipi… sei per il futuro della Pallacon persone gentili che un cosiddetto ‘millennial’ mano italiana. Un futuro nel quale spero di essere mi stanno aiutando ad e la categoria prevede ambientarmi. Flensburg è che tu viva perennemente protagonista. una città bella e tranquilla connesso a internet e che e direi che l’unica diffiusi moltissimo i social coltà che sto trovando è network. Ti ritrovi nella legata al clima… qui fa ve- descrizione? 11


Giovane ITALIA

facci sognare da redazione Declinare anche al femminile l’impresa di Tblisi non sarà affatto facile, anzi dovesse arrivare un risultatone potremmo legittimamente parlare di Miracolo all’italiana, ma intanto occorrerà provarci perché, prima di ogni altra cosa, la Giovane Italia allenata da Ljlijana Ivaci giocherà in Italia, a Pescara per la precisione, le partite più importanti della sua categoria. Ovvio che dopo l’impresa dei Millen12


nials allenati da Tedesco in Georgia, ci sia attesa anche per le Millenials, le Under 17, che già dalla passata stagione hanno cominciato a fare esperienza in giro per l’Europa, una grande aspettativa. Non è la stessa cosa, nessun paragone con i maschietti che sono arrivati in Georgia forti di un pronostico favorevole neanche per un solo momento frutto del caso. A Pescara, invece, nell’estate del 2019, in occasione degli EHF Championship under 17, in pratica gli Europei di gruppo “B”, l’Italia sarà al massimo un’outsider anche, e soprattutto, perché giocherà avendo dalla sua parte il tifo di casa. Tecnicamente, invece, il gruppo allenato da Ivaci non è ancora da considerare pronto per il gran salto anche se i segnali che giungono dal campo lasciano ben sperare. Costruita dopo una selezione minuziosa e capillare, il gruppo delle 2002 e seguenti ha fin qui alternato buone prestazioni, condite da convincenti vittorie, a sconfitte abbastanza fisiologiche. Intanto una considerazione semplice, banale, ma per nulla scontata nella recente storia della pallamano italiana; contro le squadre considerate alla portata (storia e ranking) quest’Italia ha sempre vinto! Buon segnale. Ma che squadra ha alle sue dipendenze Ivaci? La Partille Cup cui l’Italia ha partecipato quest’estate (un Europeo in piena regola) ha messo in evidenza le qualità tecniche di diverse giocatrici. Sulla

linea dei nove metri il trio composto da Manojlovic, Fabbo e De Santis ha impressionato un po’ tutti gli addetti ai lavori così come la fisicità del pivot Eghianruwa o la velocità delle ali Podda e Davoli solo per fare qualche nome. “E’ un gruppo interessante – sottolinea Ivaci – che ha ampi margini di crescita, che sta lavorando assieme grazie agli stage programmati dalla Federazione che punta sulla crescita di queste ragazze. E’ chiaro – aggiunge – che siamo lontani dal top Europeo ma il margine non è poi così ampio come si può immaginare. La stagione che ha preso il via sarà molto importante per queste ragazze che dovranno scalare ancora un altro gradino e dovranno farlo sia lavorando responsabilmente con i loro club di appartenenza che in occasione degli stage che avremo modo di effettuare.

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Il gruppo-squadra, nel suo complesso, è di buon livello – aggiunge Ivaci – c’è qualche eccellenza così come c’è qualche ruolo in cui non siamo competitivi ma dopo anni in cui si è raccolto davvero molto poco credo che questa generazione potrà sicuramente regalare qualche soddisfazione al nostro movimento”.


L’esordio dell’Italia nelle qualificazioni agli EHF EURO 2020 si avvicina. Il prossimo 27 ottobre, alle ore 18:45 alla Kioene Arena di Padova, gli azzurri guidati da Riccardo Trillini affronteranno l’Ungheria una sfida di altissimo livello che coinciderà con il ritorno, a distanza di poco più di anno, di un evento della maglia azzurra nella città veneta. Giá partita la prevendita dei biglietti, è possibile acquistare il tagliando attraverso il circuito Mida Ticket, (Tariffa unica € 7,00/cad. + diritti di prevendita; tariffa ridotta € 5,00/cad. + diritti di prevendita, applicabile esclusivamente in prevendita e per ordini superiori alle 20 unità, al fine di agevolare società affiliate e gruppi). I biglietti saranno acquistabili online fino a 5 ore prima della partita. Il servizio di biglietteria sarà attivo, inoltre, presso la Kioene Arena. Entrambe le formule daranno la possibilità di visitare gratuitamente alcuni dei più importanti siti museali della città di Padova fino al 25 dicembre 2018. Nel dettaglio: Musei Civici agli Eremitani-Palazzo Zuckermann (mostre escluse), Museo del Risorgimento, Palazzo della Ragione, Loggia e Odeo Cornaro, Oratorio San Michele, Oratorio San Rocco: l’obiettivo dichiarato e perseguito da Amministrazione comunale e Figh è infatti quello di coniugare un grande evento sportivo ad una robusta offerta culturale. L’evento è stato cosí presentato nella suggestiva cornice di Sala Bresciani Alvarez a Palazzo Moroni, sede del Comune di Padova, dove si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della complessa 14


e articolata iniziativa. Il format ideato per la sfida contro i magiari, debutto casalingo degli azzurri, porterà la Pallamano al centro di una serie di iniziative volte alla valorizzazione del territorio e, ovviamente, della pratica sportiva. Il tutto partendo dal 20 ottobre con il meeting “Come il digitale può aiutare alla crescita di uno sport giovane: il caso Pallamano”, organizzato nell’ambito del DIGITALmeet. Il giorno seguente è inoltre prevista, in cooperazione con il CONI Veneto, un’attività di formazione a disposizione delle società del territorio. Il 28 ottobre, all’indomani della super sfida tra Azzurri e Magiari, la Pallamano sarà ancora protagonista, questa volta in una location inedita e di assoluto prestigio: Piazza dei Frutti, teatro del “Festival Sport, Benessere e Sicurezza”, nell’ambito del quale verrà allestito un campo all’aperto, nel centro storico della città

veneta, assieme ad uno stand promozionale della Federazione.

A sinistra un dettaglio della Kioene Arena. In alto Piazza dei Frutti. In basso un momento della conferenza stampa.

Padova si tinge

d’AZZURRO

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