Ballando con te - Camilla & Filely

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Ballando con te

Due destini che si uniscono… Due anime che il fato beffardo fa incontrare…ma è subito Amore. E’il 18 dicembre 2012, una giornata come tante altre, Eleonora esce di casa per realizzare il suo sogno nel cassetto e Christopher si sta recando al lavoro, ma una sparatoria cambierà le loro vite per sempre.

E' consigliata la lettura ad un pubblico adulto. Questo racconto è un’opera di fantasia. Qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone, vive o scomparse, è assolutamente casuale.

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Prefazione "Ballando con te" è un racconto che nasce dall'incontro di due ragazze, Camilla & Filely, che si sono punzecchiate, scontrate, cercate e che hanno suggellato la loro amicizia con il confronto quotidiano di due anime e due cuori. Inevitabile è stata la voglia di collaborare per creare qualcosa insieme, che le unisse oltre che con l'affetto reciproco anche con una stima bilaterale intellettuale. Viene alla luce così questo racconto che è l'esatto riflesso delle due donne che siamo: un racconto ricco di sentimento, umanità, passione ma anche denso di significati inconsci e dietrologie del comportamento umano, in cui la banalità del "volemose tanto bene" non trova spazio. Un romanzo in cui tutto viene raccontato, nulla rimane nel dubbio, dove il tutto e il niente sembrano convivere, dove la verità e la menzogna si intrecciano in una spirale perfetta…..in cui tutto è alla luce del sole per poi scoprire che quel tutto che sembrava così chiaro in realtà non lo è….perchè come spesso succede nella vita: Nulla è come appare! Perché come dice De Andrè: …dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior……

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Prologo “ Buongiorno dal tg5! Un’ edizione straordinaria per aggiornamenti sulla sparatoria avvenuta stamane nella Galleria Vittorio Emanuele a Milano. Dalle prime notizie trapelate sappiamo che una donna, Eleonora Viole di anni 20 è stata ferita da un colpo di arma da fuoco. La giovane si stava recando al teatro ‘ La Scala ‘ per un’audizione che avrebbe potuto cambiare la sua vita. Dalle indagini, che attualmente sono ancora in corso, è emerso che il vero obiettivo dell’ aggressore era il famoso produttore cinematografico Christopher Corselli di anni 35 e noto non solo in Italia ma anche negli Stati Uniti d’America. La ragazza è stata trasportata al Policlinico e fortunatamente non riversa in condizioni gravi, visto che la pallottola non ha colpito organi vitali; ma purtroppo dall’ultimo bollettino medico sappiamo che la ballerina a causa della caduta avrebbe perso la vista. Il signor Corselli non ha rilasciato alcuna dichiarazione, e secondo le nostre fonti si sarebbe precipitato all’ospedale per avere notizie sulla giovane donna che per ironia della sorte gli ha salvato la vita. Non si hanno invece informazioni sull’ identità dell’uomo che ha sparato, fuggito a bordo di una motocicletta e attualmente ricercato dalla polizia. A 4


tal proposito, sono stati allestiti numerosi posti di blocco nella speranza di catturare l’attentatore. Per questa edizione è tutto. Prossimo appuntamento alle ore 13. “

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Capitolo Uno Milano, 18 dicembre 2012 Eleonora Sono le 7:30 e sono in metropolitana. Ho ancora un'ora e mezza prima dell'audizione. Ho le cuffie dell'Ipod infilate nelle orecchie con la musica della variazione che intendo presentare: Don Chisciotte, Kitri atto I; nella mia mente ripenso alla sequenza dei passi: 1,2,3,4…conto e riconto. Ok ora basta devo rilassarmi per un po' prima di riprendere la concentrazione finale, quella che mi porterà sul palcoscenico. Seleziono dalla playlist un brano che mi dia la carica: Rolling Stones, perfetto! Alzo il volume….controllo la fermata: voglio scendere in Duomo ed attraversare Galleria Vittorio Emanuele dove in questo periodo dell'anno viene sempre posizionato un gigantesco albero decorato Swarovski. Lo voglio ammirare. Mike Jagger canta Anybody seen my baby e io mi ritrovo a pensare al video di questa canzone: Angelina Jolie è davvero strepitosa; invidio le donne come lei: magra ma con le curve al punto giusto, non come me! Ho il tipico aspetto della ballerina di danza classica: esile, non troppo alta, gambe snelle ma muscolose, seno inesistente, braccia lunghe e nervose, collo lungo e a causa della mia 6


magrezza, guance un po' scavate e occhi che appaiono troppi grandi. Il contrasto dei miei capelli castani sulla pelle diafana fa risaltare ancora di più le mie iridi: sono verdi con sfumature nocciola come quelli di Sophia Loren…..anche se mai paragone fu più distante dalla realtà!!! Ecco la mia fermata. Esco e salgo gli scalini della metro che mi portano verso la luce fredda della prima mattina di una tipica giornata invernale milanese. Controllo l'orologio. Gli Stones pompano nelle mie orecchie e mi accorgo che con le cuffie e la musica a tutto volume non riesco a percepire alcun rumore esterno. Mi avvio in Galleria e già da lontano intravedo il maestoso abete natalizio. Centinaia di angeli di cristallo e decorazioni di ogni foggia diventano prismi che riflettono la luce che giunge dalla cupola di vetro consegnando un'aura di magia. Che meraviglia! Keith Richards esegue il suo assolo di chitarra mentre io devo accelerare il passo per non arrivare in ritardo. Penso a ciò che devo fare una volta arrivata a teatro: trovare i camerini, cambiarmi, riscaldarmi ed attendere che il mio nome venga chiamato per il provino. Che ansia! La camminata da veloce si trasforma in corsa. Decine di persone sono ferme sotto al gigantesco albero…..immobili.Ma Milano 7


non è la città che corre sempre? Passo quasi correndo in mezzo a quel capannello di gente….. BANG BANG Mike Jagger non canta più. Gli Swarovski hanno perso la loro lucentezza. Respiro profondamente e un profumo intenso di sandalo, muschio e cedro mi avvolge. Sto andando in Paradiso? Buio.Silenzio.Freddo.

Christopher “ Pronto? Si? “ Cazzo l'ennesima telefonata e sono solo le 7:30 del mattino. “ No Sonia, non ho alcuna intenzione di vederla. Ho detto di no….liquidala! Grazie. Si sarò in ufficio per le 10:30 appena la riunione sarà terminata………no, non ordinare nulla…..nella pausa pranzo voglio andare in palestra……ok perfetto… a dopo." Riaggancio provando un senso di fastidio: quella donna non ne vuole sapere di uscire dalla mia vita. Forse non sono stato chiaro a sufficienza 8


quando le ho detto che potevamo uscire, divertirci, scopare ma che nulla di tutto ciò poteva essere considerato una storia sentimentale. La prossima volta lo metterò per iscritto…..povera illusa! Sonia, la mia segretaria tuttofare, sa qual è il sistema per liquidare le corteggiatrici indesiderate. Non sono un uomo senza cuore, ma so benissimo che le donne che mi si avvicinano hanno un secondo fine: sono un produttore cinematografico e che io sia dannato se a parte il mio fascino e i miei soldi (cosa di cui sono fortemente consapevole) le donne da me non cerchino soprattutto un contatto che le porti dritte alla mecca del cinema: e allora che così sia….Loro usano me, ma io sicuramente uso loro. Poi talvolta succede che qualcuna di queste pseudo attricette pensi di essersi innamorata di me e allora diventa un problema gigantesco scaricarle, ma ho i miei assi nella manica: c'è sempre qualche regista o sceneggiatore che mi deve dei favori per cui faccio in modo che la signorina in questione venga sedotta da uno di loro e così facendo io me ne libero. Sono in Galleria Vittorio Emanuele: che strazio il periodo natalizio! Mentre mi avvicino alla vetrina di Louis Vuitton vengo folgorato dal regalo perfetto per mia sorella: la borsa ideale per una donna in carriera. E anche questo regalo è sistemato! Guardo 9


il mio corpo riflesso nella vetrina…..non male, davvero non male: un metro e novanta per 85 kg di muscoli scolpiti che si intravedono anche attraverso il mio prestigioso completo di Brioni; capelli scuri scarmigliati da rockstar e occhi azzurri. Se non fosse per quel senso di vuoto nel mio petto, potrei dire di essere un uomo davvero fortunato. Mi giro di scatto avvertendo una presenza alle mie spalle. Cazzo la canna di un revolver mi sta puntando dritto il cuore. Non riesco neanche a vedere la mano di chi impugna l'arma. Chiudo gli occhi… BANG BANG Spalanco le palpebre. Sono vivo! Il delinquente sta scappando …… Il tempo di un'occhiata al pavimento e capisco perché sono vivo: i proiettili non hanno colpito me, ma una ragazza. Mi inginocchio accanto a lei. Mi si gela il sangue. E’ morta? “ Cazzo! Chiamate un’ambulanza! “ grido rivolgendomi alla folla che ci circonda. Sono sotto shock. La vista del sangue mi fa accapponare la pelle. E’ così giovane…cristo santo! Inspiegabilmente mi ritrovo a recitare nella mia mente una preghiera per questa fanciulla. Sono 10


patetico…non ho mai pregato in vita mia e lo faccio solo adesso e per di più per una persona che nemmeno conosco. Sono fuori di me…non ci sono dubbi! Signore ti prego salvala…ripeto questo mantra per un tempo che mi sembra un’eternità, fin quando giunge l’ambulanza...

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Capitolo Due “ I signori Viole? “ disse il dottor Brunetti avvicinandosi alla coppia accomodata nelle fredde e scomode sedie della sala d’aspetto del reparto. Arturo stringeva la mano di sua moglie Anna per darle conforto. Quella mattina la loro quiete era stata minata dalla telefonata che li avvisava della disgrazia che aveva colpito la loro unica figlia, Eleonora. Era stato un fulmine a ciel sereno, un avvenimento doloroso e inaspettato . Giunti all’ospedale, erano stati fermati dal capo della polizia che pazientemente e con tatto, aveva riassunto i fatti, accennando a un certo Christopher Corselli e a un pazzo criminale che voleva ucciderlo, ma che sciaguratamente aveva colpito la loro figlia. Il loro mondo crollò del tutto….il pensiero della loro bambina, piccola e fragile, ferita e in pericolo di vita, li fece fremere e tremare. Attesero un paio d’ore, prima di avere notizie più dettagliate sulle condizioni di salute di Eleonora. Era stato un tempo interminabile, intercalato da pianti e singhiozzi di Anna e da scenate schizofreniche di Arturo, che assaliva, ruggendo come una tigre, ogni 12


infermiere, che malauguratamente passava davanti a lui. Stava impazzendo, il dolore e la paura scorrevano nelle sue vene e vedere la moglie in quelle condizioni di certo non lo aiutava. Arturo Viole, aveva 45 anni ed era un direttore di banca; la moglie invece aveva 43 anni e discendeva da una nobile famiglia. A Milano erano conosciuti e stimati da tutti e non solo per la professione di lui, ma soprattutto per la beneficienza a cui era dedita Anna. Ogni anno organizzava una serie di eventi a favore dei meno fortunati, e si era prodigata in particolar modo, contro la violenza sulle donne e sui bambini. Aveva un animo buono e gentile che compensava l’austerità del marito, un uomo molto inquadrato e rigoroso. Nel complesso erano una coppia bellissima e invidiabile; lui aveva i capelli e gli occhi castani, lei invece era mora con gli occhi verdi. L’idilliaco quadretto familiare comprendeva anche una figlia bella e studiosa, che negli ultimi tempi aveva creato un po’ di disagi per via del suo amore per la danza. Arturo non condivideva questa passione e faceva di tutto per contrastare Eleonora. In verità adorava guardarla mentre volteggiava come un angelo, ma nello stesso tempo aveva paura che questo sogno irrealizzabile, potesse spezzare la sua bambina. Avrebbe preferito per lei una carriera in banca e di certo aveva tutti i mezzi a sua disposizione 13


per rendere fattibile questo suo desiderio; ma Eleonora non era d’accordo e dopo aver terminato il liceo classico, aveva deciso di prendersi un anno sabatico per dedicarsi completamente al ballo. Inutile dire, che ne seguirono discussioni epocali, alleggerite solo dal carattere dolce e amabile di Anna. E adesso, dopo il tragico evento, Arturo stava rimproverando se stesso, per il suo comportamento, non molto ortodosso, nei confronti della figlia, che riversava in un letto di ospedale, in bilico tra la vita e la morte. “ Si, siamo noi! “ borbottò il signor Viole, alzandosi insieme alla moglie. Il dottore li fissava, impassibile e senza alcuna traccia di emozioni. Anna non aveva mai compreso la freddezza dei medici, anzi la trovava davvero inaccettabile; ma del resto, si rendeva conto che quella era la loro professione e che dare eventualmente brutte notizie, era come bere un caffè. Respirò profondamente e intrecciò le sue dita a quelle del marito, preparandosi alle parole che sarebbero fuoriuscite dalla bocca sottile dell’uomo in camice bianco che pavoneggiava davanti a loro. “ Vostra figlia non è in pericolo di vita! La pallottola ha colpito la spalla, ma nulla di grave. Il problema è il trauma cranico che ha subito a 14


seguito della caduta. C’è stata una fuoriuscita di sangue che ha fatto pressione sul lobo frontale ed ha indotto la cecità temporanea di Eleonora. “ Anna mise una mano sulla sua bocca per attutire i suoi singhiozzi disperati. La sua bambina non vedeva più… “ Temporanea? “ chiese Arturo enfatizzando quella parola e caricandola di speranza. “ Si, temporanea. Dobbiamo attendere che l’ematoma riassorbito… “

solo venga

“ E quanto tempo ci vorrà? “ domandò Anna in visibile apprensione. “ E’ impossibile stabilire un tempo preciso, un mese, due…forse di più! “ “ Oh mio dio! mormorò Arturo.

Possiamo

vederla?

“ Si, ma solo per qualche minuto. E’ in coma farmacologico e ha bisogno di assoluto riposo. “ I coniugi Viole fecero visita alla figlia. La visione non fu piacevole e le lacrime cominciarono a rigare i volti di entrambi. Vederla là, in un letto di ospedale, attaccata a macchinari 15


sofisticati che monitoravano i battiti del suo cuore, fu davvero un forte trauma, ma il dolore più grande scaturì dal pensiero di Eleonora e della reazione che avrebbe avuto, non appena si fosse svegliata e si fosse resa conto della sua cecità. Passarono le ore successive nella poco ospitale sala d’aspetto. Arturo era stato incollato al suo cellulare, rispondendo alle innumerevoli chiamate di parenti e amici che si erano prodigati per offrire il loro sostegno morale; Anna invece aveva pianto sommessamente, pensando alla fragilità della sua Eleonora. Non avrebbe accettato la sua temporanea cecità e sicuramente tranquillizzarla sarebbe stata un’impresa ardua, se non addirittura impossibile. Il clima surreale e disperato che alleggiava tra loro, fu interrotto dall’ingresso di un uomo, vestito in maniera impeccabile, ma visibilmente scosso. “ Signori Corselli! “

Viole,

sono

Christopher

Arturo lo scrutò con fare minaccioso, prima di inveire verbalmente contro di lui. “ Come osa presentarsi colpa sua! “

qui?

E’

tutta

Christopher deglutì. Non pretendeva di essere accolto a braccia aperte, ma non 16


immaginava neanche di essere incolpato per l’accaduto. “ Mi dispiace! Io volevo come sta vostra figlia! “

solo

sapere

“ Non sono affari suoi! “ ringhiò Arturo in preda a una rabbia incontenibile. Anna si alzò, mettendosi in mezzo tra il marito e Christopher. “ Signor Corselli, la prego di scusare mio marito; siamo…scioccati e spero lei possa capire. Nostra figlia Eleonora non riversa in gravi condizioni, ma purtroppo ha momentaneamente perso la vista.” “ Sono mortificato “ dichiarò Corselli. “ Non è colpa sua! “ ribatté Anna in tono amabile. Christopher la guardava con affetto e compassione. Aveva apprezzato i modi gentili di quella donna che, seppur disperata, aveva avuto una buona parola per lui. “ Posso vederla? “ “ Non se ne parla proprio! “ ruggì Arturo fulminando sia la moglie che Christopher.

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“ D’accordo! Come vuole… Se avete bisogno di me, mi rendo disponibile “ mormorò Corselli porgendo il suo biglietto da visita alla signora Viole. “ Non abbiamo bisogno di lei. Ma se proprio vuole far qualcosa, sparisca dalla mia vista e faccia arrestare l’uomo che ha quasi ucciso mia figlia “ borbottò il signor Viole. Cristopher annuì e poi scomparve dietro i battenti dell’ascensore. “ Sei stato scortese e ineducato! “ affermò Anna rivolgendosi al marito infuriato. “ Mi dispiace, cara. “ Nel tardo pomeriggio, finalmente un’infermiera venne a dargli la lieta notizia. Eleonora si era svegliata. Si precipitarono da lei e la informarono sull’accaduto. Come avevano previsto, la loro bambina reagì male. La danza per lei era tutto e adesso, non solo aveva perso l’occasione della sua vita non partecipando all’audizione, ma come se non bastasse era momentaneamente cieca. Asciugarono le sue lacrime e la consolarono, finché lei non cadde in un sonno profondo, grazie ai tranquillanti che gli erano stati somministrati. Christopher vide i signori Viole uscire 18


dall’ospedale e ne approfittò, con la complicità di un’infermiera, per far visita alla giovane fanciulla che gli aveva salvato la vita. Rimase sulla soglia della porta, scrutandola da lontano. Stava dormendo e non voleva svegliarla. Quando notò che si stava agitando, molto probabilmente per via di un incubo, si avvicinò. E quel che vide lo destabilizzò… Il suo sguardo fu catturato dalle sue iridi verdi. Era un colore intenso e brillante. C'era una luce che lo abbagliava...Un brivido caldo corse lungo la sua schiena quando vide la sua immagine riflessa nei suoi occhi. Per la prima volta, stava osservando la sua anima. Eleonora si mosse. L’odore nauseante del disinfettante disturbò il suo sonno. Aprì gli occhi, ma le tenebre continuarono a circondarla. Stava commiserandosi mentalmente, quando l’odore di cedro, muschio e sandalo riempì le sue narici. Era un profumo familiare….lo aveva già sentito quella stessa mattina, prima di perdere i sensi sull’asfalto grigio della città. “ C’è voce.

qualcuno?

pronunciò

ad

alta

Quella voce roca e sensuale, in contrasto con il fisico minuto della ragazza che era sdraiata sul letto, colpì Christopher, turbandolo 19


profondamente. “ Sono Christopher…Christopher Corselli.....e sono qui per porgerti le mie scuse: quelle pallottole erano destinate a me. Non sai quanto vorrei che mi avessero colpito. Mi dispiace… mi dispiace tantissimo “ disse singhiozzando e iniziando a piangere in modo scomposto come mai gli era capitato in tutta la sua vita. Calde lacrime rigavano le sue guance mentre cadde in ginocchio stringendo la morbida mano di Eleonora tra le sue. La stava supplicando di perdonarlo… E in quel preciso momento capì che la sua vita non sarebbe più stata la stessa. Era scosso e non si capacitava delle parole che uscivano dalla sua bocca, per non parlare della sua reazione fuori dalla norma. Quella giovane ragazza lo aveva smascherato e disarmato; non era più il produttore cinematografico sicuro di sé, ma un uomo fragile e ferito che aveva bisogno di conforto. Eleonora lo stava ascoltando e si sentì in colpa per aver avuto un fugace pensiero cattivo nei confronti di quell’uomo, accusandolo mentalmente della sua disgrazia. Le sue parole, le sue lacrime e il suo profumo inebriante tramutarono la rabbia in qualcosa di indecifrabile e il tumulto di sensazioni che la invasero aumentò con il contatto 20


della sua pelle. Quelle mano forte e calda che stringeva la sua, le provocò dei brividi e fece battere il suo cuore freneticamente. “ Christopher non fare così. Non è colpa tua. Non sei stato tu a spararmi. “ mormorò con voce tremula. Lui la guardò, soffermandosi sulla piacevole sensazione di sentir pronunciare il suo nome da quella dolce ragazza. “ Non la penso come te. Non dovresti esserci tu in questo letto di ospedale. Ma ormai quel che è fatto è fatto, quindi permettimi almeno di rimediare. Hai bisogno di qualcosa? Qualunque cosa intendo. “ “ No, non mi serve Eleonora lasciando Christopher.

nulla “ disse la mano di

“ Ti va di raccontarmi cosa ricordi di questa mattina? “ “ Correvo e stavo ascoltando gli Stones..... Avevo un’audizione….io sono una ballerina! “ disse con rammarico. Christopher le accarezzò i capelli e non sapendo cosa dire accese l’ ipod che era appoggiato sul comodino. Le note di ‘ Angie ‘ riempirono il silenzio. Entrambi 21


si persero nei loro pensieri, fin quando il volto di Eleonora fu rigato dalle lacrime. Lui le asciugò dolcemente, mentre continuava a chiederle scusa. Lei afferrò la sua mano e la unì alla sua. “ Basta con le scuse! “ disse prima di addormentarsi. Il signor Corselli rimase lì, a guardarla, per un tempo infinito. Non voleva andarsene, non riusciva a staccarsi da lei. Sapeva che molto presto i coniugi Viole sarebbero tornati, ma non se ne preoccupò. Voleva rimanere con Eleonora, aiutarla, confortarla. S’interrogò sulle cause che lo spingevano a non muoversi da quella asettica stanza di ospedale, ma non trovò risposte plausibili. Non era solo il senso di colpa…

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Capitolo Tre Uscii dall'ospedale e mi ritrovai a respirare a fatica: appoggiai le mani alle ginocchia con la schiena curva, come se avessi corso la maratona. Cosa mi stava succedendo? In quella stanza di ospedale era accaduto qualcosa e io non avevo idea di cosa si trattasse: ero sempre stato un uomo di mondo, abituato alle situazioni più disparate ed estreme eppure, quegli occhi verdi e quelle piccole mani candide tra le mie, avevano acceso in me qualcosa di diverso ma al tempo stesso familiare; toccare la mano di Eleonora mi aveva fatto sentire a ‘casa’: perché? Mentre tutti questi pensieri affollavano la mia mente mi scoprii ancora piegato nel parcheggio dell'ospedale: Chris per la miseria dissi a me stesso - un po' di contegno: alzati e prosegui la tua giornata come tu sai fare…..puntare il focus, mirare, sparare e come al solito centrare il bersaglio. E il bersaglio della mia prossima giornata era quello di andare in Questura e cercare di capirne di più su cosa era successo e soprattutto chi era il fottuto stronzo che mi voleva morto! Entrai nel parcheggio sotterraneo dell'Ospedale, recuperai dalla tasche le chiavi della mia auto e mi precipitai 23


verso la mia dimora: appena salito in auto accesi lo stereo….BOOM…..di nuovo i Rolling Stones che mi perseguitavano. I miei occhi si riempirono di lacrime, talmente tanto che feci fatica a vedere la strada: fui costretto a fermarmi, parcheggiando lungo il marciapiede. Ma cosa diavolo mi era preso? Quella ragazza aveva gettato un incantesimo su di me. Appena ero entrato nella sua stanza Eleonora mi era sembrata una gatta pronta a sfoderare i suoi artigli per recidermi la giugulare. In realtà, di gatte me ne intendevo: sempre avute, docili, mansuete, pronte a fare le fusa, a strusciarsi contro le mie gambe per ottenere una carezza di ricompensa da me, ed invece oggi cosa era successo? Avevo trovato una gatta selvatica che mi aveva fatto provare il desiderio di addomesticarla, a cui io avrei voluto fare carezze incessanti per guadagnarmi la sua fiducia, alla quale sarei stato disposto a strusciarmi, pur di avere il dono della sua compagnia. Ero un coglione, ormai era ufficiale! Doveva essere stato lo shock, non c'era altra spiegazione al mio comportamento e alle sensazioni che stavo provando. Mi asciugai gli occhi, mi guardai nello specchietto di servizio del parasole e andai a casa mia. Avevo bisogno di riposo! L’indomani, mi svegliai dopo una notte praticamente insonne, dove l’unico pensiero fisso era stato Eleonora. Non riuscivo a togliermela dalla testa. 24


Cercai di ricomporre la mia dignità e la mia figura impassibile e con quella maschera, ormai ben costruita, andai all'appuntamento con il Questore ed il GIP. “ Chi????? No non lo conosco……non so chi sia…..ne perché abbia tentato di uccidermi. “ Le domande del GIP mi fecero innervosire. Mi stava perseguitando con un interrogatorio incalzante, come se fossi stato io il delinquente, fino a quando spuntò un nome: Benedetta Imparato! Oh cavolo! No, non può essere…….. Anche Eleonora, nel suo scomodo letto di ospedale, aveva trascorso una nottataccia; una serie di incubi avevano disturbato il suo sonno, aumentando la sua inquietudine. Era terrorizzata dalla sua momentanea cecità e temeva che la sua guarigione sarebbe stata più difficoltosa del previsto. Il medico era stato chiaro anche con lei; l’ematoma doveva riassorbirsi e ci voleva un po’ di tempo. Ma lei non poteva aspettare, non voleva aspettare. La danza era tutta la sua vita e ogni secondo lontano dalla musica e dal suo volteggiare come una farfalla, l’avrebbero uccisa. 25


Improvvisamente i suoi cattivi pensieri evaporarono, nel momento in cui ricordò le parole di Christopher. La sua visita l’aveva colpita molto e segnata nel profondo. Ma com’era possibile? Non sapeva niente di lui, tranne che era un famosissimo produttore cinematografico. Non conosceva la sua età, né il suo aspetto esteriore, ma in realtà non le importava. Era bastata la sua voce calda e roca, il suo profumo elettrizzante e il contatto con la sua mano grande e forte, per destabilizzarla. Distrattamente si chiese, se l’indomani sarebbe tornato a trovarla e rimase sconvolta nel constatare che l’eventualità di non incontrarlo mai più, la rattristava. Con questi pensieri che le offuscavano la mente, si addormentò. Il nuovo giorno cominciò con una bella notizia: l’indomani Eleonora sarebbe tornata a casa. Il signor Viole non sopportava di vedere la figlia in ospedale, quindi, dopo averne discusso con i medici, aveva deciso che le sue cure sarebbero proseguite nella loro dimora. Un medico e un’infermiera personale a disposizione di Eleonora, questo era il suo programma e lo stava realizzando nei minimi dettagli. Conosceva bene la sua bambina e sapeva che riportarla a casa l’avrebbe rasserenata e sarebbe stato sicuramente un modo più efficiente per condurla alla guarigione; circondata dall’affetto di amici e parenti Eleonora avrebbe di 26


sicuro ritrovato il suo bellissimo sorriso. In verità, il signor Viole, si era fissato mentalmente un tempo di attesa di un mese. Se entro trenta giorni la vista di sua figlia non fosse tornata, l’avrebbe portata in America, in un centro specializzato, per subire un intervento che avrebbe ridato la luce alla sua piccolina. Sperava con tutto se stesso di non dover arrivare a tanto, soprattutto perché l’idea di Eleonora sotto i ferri, non era un bel pensiero, ma era un uomo che doveva aver tutto sotto controllo ed è proprio per quel motivo che aveva trascorso la notte a fare delle ricerche su internet fino a quando era incappato in questa clinica americana molto famosa. Aveva trovato la soluzione al problema ed è per questo che si sentiva più speranzoso e sereno. La sua bambina sarebbe guarita, in un modo o nell’altro. “ Allora tesoro sei felice di tornare a casa domani? “ “ Certo papà! Non sopporto più questo terribile odore di disinfettante. “ Arturo sorrise amorevolmente a sua moglie. Anna era seduta vicino al letto di Eleonora, intenta ad accarezzare i suoi lunghi capelli. Anche lei era 27


felice casa.

di

riportare

la

sua

bambina

a

“ Ci sono novità sull’uomo che mi ha sparato? “ domandò Ele. “ No cara, nessuna novità momento. “ le rispose Anna.

per

il

“ Gli inquirenti vogliono parlare con te. Molto probabilmente verranno domani. “ dichiarò Arturo. “ Ma io non ricordo nulla, papà. Cosa mai potrebbero chiedermi? “ “ E’ quello che ho detto pure io, ma sai come sono. Ogni piccolo particolare è importante per ricostruire i fatti e per acciuffare quel malvivente. Avrebbe potuto ucciderti. “ “ Non voleva uccidere me! “ intervenne Eleonora. “ Si, hai ragione, era quel Corselli il suo obiettivo. Chissà per quale motivo volevano farlo fuori. Avrà dei loschi traffici, ne sono sicuro! “ 28


“ Arturo smettila. Non conosciamo il signor Corselli e non è giusto dare dei giudizi. A me è sembrato un uomo distinto ed educato. “ “ Lo avete incontrato? “ domandò Eleonora incuriosita dalle parole della madre. “ Si, ieri. E’ stato molto gentile. Si è scusato e si è reso disponibile. Tuo padre invece lo ha maltrattato “ borbottò Anna, lanciando un’occhiataccia al marito. “ E perché lo hai maltrattato papà? “ “ Ehm…. Voleva vederti. Che assurdità! Perché mai avrei dovuto permetterglielo? Più ti sta lontano e meglio è. E’ lui la vera causa della tua condizione. “ “ Papà ma che stai dicendo? Quell’uomo non ha nessuna colpa. “ “ Tu e tua madre vi siete messe d’accordo? Potete dire quello che vi pare. Il mio compito è proteggervi e io 29


lo farò sempre. “ Eleonora sbuffò. Era inutile discutere con suo padre. Era sempre stato così: prepotente, esasperante, protettivo. Ecco perché molto spesso si scontravano, ma questa volta decise di non dire nulla. Un battibecco non era quello che serviva in quel momento, quindi, per il quieto vivere, evitò di rivelare la visita di Christopher. Se Arturo lo avesse saputo, sarebbe andato su tutte le furie e molto probabilmente avrebbe fatto di tutto per tenere Corselli lontano da lei. Non poteva rischiare di peggiorare la situazione, dato che in cuor suo, sperava di rivederlo presto. Il pomeriggio trascorse lento. Ele era rimasta con sua mamma, mentre Arturo era andato a sbrigare delle faccende di lavoro. Fu il momento perfetto per incominciare la sua indagine. Voleva saperne di più di quell’uomo misterioso che aveva pianto stringendole la mano e chiedendole scusa. “ Mamma com’è il signor Corselli? chiese lasciando Anna di stucco.

“ Beh….un bell’uomo, molto molto bello direi. E’ affascinante. Come mai lo vuoi sapere? “

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“ Chiamala curiosità! “ borbottò Eleonora, sentendosi avvampare. “ Mmm….signorina qualcosa? “

mi

stai

nascondendo

“ No, mamma! “ “ Eleonora sei mia figlia e ti conosco bene. Sei diventata rossa come un pomodoro maturo. Perché? “ “ Ok. Corselli è venuto qui ieri, quando voi eravate andati via. “

“ Ah si? Se tuo padre lo sapesse, scatenerebbe una guerra “ affermò Anna. “ Allora Eleonora.

non

dirglielo!

rispose

“ Certo che non glielo dirò! Ti sembro così sconsiderata? Tuo padre è un maniaco del controllo e in questo momento, data la situazione, è fuori di sé. Meglio tacere. Ma dimmi, cosa ti ha detto il signor Corselli? “ 31


“ Si è scusato. Era mortificato e si è messo pure a piangere. Mi è dispiaciuto tantissimo. Il suo dolore era palpabile. “ “ Pover’uomo! Era davvero sconvolto. Ha visto la morte con gli occhi e tu gli hai salvato la vita. Credo che ti sarà riconoscente per il resto dei suoi giorni.” Eleonora annuì, ma non aggiunse altro. Avrebbe voluto dire a sua madre che Christopher l’ aveva colpita profondamente, ma tacque. In fondo, nemmeno lei, sapeva comprendere le emozioni che l’avevano invasa negli attimi trascorsi con Corselli. Fortunatamente pochi minuti dopo, la conversazione con sua madre fu interrotta dall’arrivo di Luca Amavi, il suo migliore amico. Era un bel giovane, moro con gli occhi scuri, la carnagione olivastra e un fisico tonico e muscoloso; aveva 25 anni e condivideva con Eleonora l’ amore per la danza. Anna uscì dalla stanza e li lasciò da soli. “ Ciao piccola Papilio Palinurus! “ borbottò Luca avvicinandosi a Eleonora.

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“ Ti ostini ancora a chiamarmi così? “ borbottò lei con finta disapprovazione. “ Ovvio mia cara. E’ il tuo nome. E’ quello che sei. Una splendida farfalla smeraldo. “ Eleonora sorrise. Luca sapeva sempre come tirargli su il morale e inoltre adorava quel nomignolo che le aveva affibbiato. “ Ero venuto anche ieri, ma l’orario di visita era terminato e quindi sono passato oggi. Mi dispiace tanto per quel che è successo. “ “ Non preoccuparti. Io sto bene e domani torno a casa. “ “ Davvero? Questa sì che è una bella notizia! “ Luca conosceva le condizioni di salute di Eleonora, perché aveva telefonato a casa Viole la sera precedente e Anna gli aveva raccontato tutto. Non aveva chiuso occhio ripensando alla sua amica in un letto d’ospedale e improvvisamente 33


cieca, ma la conosceva bene ed era sicuro che presto si sarebbe ripresa e lui le sarebbe stato accanto in ogni momento. “ Ti va di ascoltare un po’ di musica? “ le domandò Luca stringendole la mano. “ Si! Ti prego! “ biascicò Eleonora regalandogli un sorriso meraviglioso. “ Che canzone preferisci? “ le chiese, accendendo l’Ipod. “ When A Blind Man Cries dei Deep Purple “ rispose Eleonora. “ Mmm….un po’ triste non trovi? “ “ Appropriata direi. In questo momento sono cieca! “ disse lei ironicamente. “ Sei incorreggibile….anche distesa in un letto di ospedale! “ mormorò Luca sorridendo. Eleonora chiuse gli occhi e si rilassò visibilmente, mentre Luca le stringeva 34


la mano. Quel contatto le fece ricordare Christopher, anche se le sensazioni che provò era lontane migliaia di chilometri, rispetto alle emozioni che aveva sentito il giorno prima. Non sapeva perchĂŠ, ma voleva incontrarlo di nuovo‌

35


Capitolo quattro “ Ma cosa c’entra Benedetta Imparato? “ - chiesi al GIP che mi incalzava. “ Signor Corselli qui le domande le facciamo noi. Comunque pare che la moto utilizzata per il tentato omicidio non sia stata rubata; al momento non vi è alcuna denuncia di furto che corrisponda a quella targa. Un testimone che si trovava in galleria il 18 dicembre ha preso nota della targa e quindi presumiamo che la moto appartenga all'attentatore.” “ Dottore “ , - dissi rivolgendomi al GIP“ allora conoscete il nome dell'uomo che ha tentato…….anzi che ha sparato ad Eleonora?! “ Il GIP e il Questore si lanciarono un'occhiata e poi rivolsero nuovamente lo sguardo su di me. “ Luigi Licata…..pare che lui e la Signora Imparato siano conviventi e questo ci porta a chiederle che rapporti intercorrevano tra lei e la Signora in 36


questione.” “ Vede” - dissi con un po' di imbarazzo – “ i miei rapporti con la Signora Imparato erano per così dire……insomma non era una relazione! “ “ Signor Corselli, io non sono il suo prete confessore e non sono neanche suo padre! Le ho rivolto una domanda e mi aspetto che lei mi risponda dicendo la verità, senza farsi scudo di false moralità! Per cui prego, ci dica le cose come stanno.” “ Se così volete…che sia” - dissi risoluto.” Allora io e Benedetta siamo stati amanti; anzi per meglio dire senza false moralità, me la scopavo di tanto in tanto! Vede, io sono un produttore e Benedetta è una aspirante attrice che pensava di poter diventare famosa senza studiare, ma solo grazie alla sua bella faccina, al suo corpo e magari grazie alla mia raccomandazione data dal fatto di venire a letto con me. Ma non ha capito nulla, come tutte le altre! Io sono un professionista serio e non ho alcun interesse a raccomandare delle ochette senza cervello e senza talento solo perché la loro dote migliore è tra le lenzuola. Non sono orgoglioso del mio modus operandi, per così dire, ma è una 37


vita che per me funziona bene e che mi lascia spazio per la mia libertà: fisica, emotiva e lavorativa. Ora che avete scavato nella mia vita sessuale, potreste dirmi cosa c’entra Benedetta, il suo convivente ecc. ecc. con il fatto che questo Luigi Licata ha provato a spararmi colpendo invece la Signorina Viole?” “Per ora non possiamo diffondere ulteriori informazioni Signor Corselli, ma lei si tenga a disposizione nei prossimi giorni, per un eventuale confronto con la Signora Imparato.” Uscii dalla Questura e mi diressi verso casa con la consapevolezza che l'indomani mattina avrei rivisto Eleonora, i suoi magnifici occhi verdi e forse avrei potuto godere nuovamente delle sue mani candide e diafane tra le mie; una sensazione che mi si riverberò dal petto all'inguine come una scossa! Giunsi nel mio appartamento, un attico su due livelli posto in San Babila: una residenza assolutamente fatta su misura per me, con affreschi settecenteschi sui soffitti a volta, ma resa moderna dalle superfici interamente ricoperte di parquet e arredi e complementi d'arredo bianchi e avorio in stile quasi mediterraneo. Mi fiondai sotto la doccia 38


con la voglia di intorpidirmi con l'acqua calda per poi lasciarmi guidare tra le braccia di Morfeo il più velocemente possibile, come se cercassi una narcolessia da questo caos avvenuto nella mia vita. Sotto la doccia, mentre mi cospargevo di bagnoschiuma al sandalo e muschio, mi accorsi che tutti i miei pensieri erano rivolti ad Eleonora e al fatto di immaginarla qui con me; immaginai che tutta la sua pelle fosse candida come quella delle sue mani, che il suo corpo poco più che adolescenziale fosse minuto ma tonico, i suoi capelli bagnati che le ricadevano a ciocche ricoprendo le spalle e i seni e quegli occhi verdi che mi avevano fatto tremare l'anima! E che cazzo! Con questi pensieri, la mia erezione si animò in maniera quasi dolorosa e mi resi conto che quel dolore non era solo eccitazione ma il dolore dell'abbandono del suo corpo dal mio quando le nostre mani si erano staccate,in altre parole era voglia di Eleonora. No, non potevo più resistere, dovevo andare da lei. Uscii come una furia dalla doccia: infilai un paio di Roy Rogers a vita bassa, una Polo Ralph Laurent Blu, le mie All Star bianche e scesi nel garage sotterraneo per recarmi all'Ospedale. C'era troppo traffico: il sabato sera il centro di Milano sembrava il venerdì in 39


tangenziale, per cui decisi di prendere la mia Ducati Monster. Arrivai al Policlinico e corsi sulle scale per i 5 piani che mi avrebbero portato nel reparto di neurologia in cui la Dea dagli occhi verdi era ricoverata. Entrai nella sua camera ma il letto era vuoto e rifatto. Nessun oggetto personale né segno di presenza di pazienti. Dov'è? Dov'è? Dove cazzo è??? Corsi dalla caporeparto che mi avvisò che la famiglia Viole aveva deciso anzitempo di riportarla a casa per la convalescenza. Non avevano capito proprio nulla se pensavano di tenermi lontano da lei. Sono sempre stato risoluto e ho sempre ottenuto quello che volevo e in quel momento volevo Eleonora…..la desideravo con tutto me stesso e l’unica cosa che mi avrebbe fatto desistere dal mio intento era l’ipotesi che lei non mi avesse voluto. Con due telefonate scoprii l'indirizzo di Arturo Viole. Indossai il casco, il giubbotto di pelle e poi partii in direzione del mio sogno: Eleonora. Mentre guidavo la mia Ducati Monster, non potei evitare di dire a me stesso: Sei diventato un fottuto Romeo! Nel frattempo Eleonora,era tornata nella residenza di famiglia: una villa nei pressi di Monza, arredata con mobili in 40


stile barocco. Chiunque entrasse in quella casa, ne rimaneva folgorato: era una dichiarazione d’intenti. La sua stanza sembrava la cameretta di una piccola principessa e rispecchiava il lato dolce del suo carattere. Tutti i mobili erano bianchi e candidi, ma ciò che davvero non passava inosservato erano il suo letto a baldacchino e l’enorme quadro appeso alla parete che raffigurava lei mentre danzava. Una volta giunta a destinazione Eleonora aveva provato una gioia infinita, ma ben presto si rattristò soprattutto quando nella sua mente ricomparve il ricordo di Christopher. Non riusciva a dimenticarlo e non capiva il perché. In fondo, il loro primo incontro era stato breve, ma nonostante ciò, qualcosa era scattato in lei. Più cercava di dare un nome alle sensazioni che aveva provato con lui, più si sentiva confusa e turbata. Accidenti, è un estraneo. Che diavolo ti sta succedendo? disse a se' stessa. Ma il rimprovero che si era auto inflitta la fece stare ancora più male, soprattutto perché a dispetto di qualunque logica e razionalità, provava qualcosa per quello sconosciuto e fino a quando non le fosse tornata la vista, non avrebbe nemmeno avuto modo di rintracciarlo. Mentre la rabbia per la sua condizione fisica scorreva nella sua vene, l’allarme di casa Viole scattò. 41


Rimase immobile nel suo letto, aspettando che qualcuno salisse per dirle qualcosa. A dire il vero non era preoccupata, perché quell’antifurto non aveva mai funzionato a meraviglia. A volte partiva da solo e nonostante suo padre lo avesse fatto revisionare una sacco di volte, continuava ad essere difettoso. Senza rendersene conto, le scappò un sorriso pensando ad Arturo che telefonava al tecnico blaterando insulti sull’inefficienza del loro lavoro. Di sicuro avrebbe passato più di un’ora al telefono esasperando il povero malcapitato, fino a quando non si fossero accordati per un appuntamento. Dopo un paio di minuti, l’allarme smise di suonare e qualcuno entrò nella sua stanza. “ Mamma?! rispose.

mormorò,

ma

“ Papà?! “ borbottò, ma volta non ebbe risposta.

nessuno

anche

le

questa

Stava cominciando a preoccuparsi seriamente, soprattutto quando sentì il rumore di passi vicino a lei. “ Shh “ pronunciò qualcuno una mano sulla bocca. 42

mettendole


Il suo cuore cominciò a battere freneticamente, fin quando le sue narici furono invase da quel profumo familiare: sandalo, cedro e muschio. " Christopher?! " sussurrò mentre la mano che premeva sulla sua bocca allentò la presa. “ Si, sono io! “ rispose lui stupito di essere stato riconosciuto. " Perdonami se mi sono intrufolato così in casa tua, ma avevo voglia di vederti e se avessi suonato, tuo padre di sicuro, non mi avrebbe accolto a braccia aperte! " “ Ehm…forse hai fatto bene! Adesso però ti conviene nasconderti. I miei genitori tra poco verranno a darmi la buona notte e se ti trovassero qui non oso immaginare cosa potrebbe accadere. “ “ Ok…mi nascondo! imbarazzato.

borbottò

lui

Cinque minuti dopo i signori Viole entrarono nella stanza di Eleonora.

43


“ Buona notte piccola mia! “ disse Anna dandole un bacio sulla fronte, mentre Arturo si lamentava per l’antifurto mal funzionante. Eleonora sorrise e abbracciò suo padre che la strinse tra le sue braccia amorevolmente. “ Buona notte! “ mormorò Ele mentre i suoi genitori uscirono dalla sua camera. “ Non torneranno più? “ chiese Christopher avvicinandosi al letto. “ No! Stai tranquillo! Mio padre ha sistemato la mia camera con ogni comfort possibile! Ho persino un interfono per chiamarli in caso di necessità! “ “ Pensa davvero a tutto il tuo paparino! “ “ Si! Deve avere tutto sotto controllo! “ “ Lo avevo ironicamente.

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notato!

rispose

lui


“ Perché sei qui Christopher? “ domandò Eleonora. “ Eleonora io ho 35 anni, sono il classico stronzo che usa le donne solo per il sesso senza alcun coinvolgimento sentimentale.....ma da quando ti ho vista e da quando le nostre mani si sono unite ho sentito qualcosa di diverso, qualcosa che non avevo mai sentito per nessuna donna....l'ho sentito qui” le disse prendendole la mano e appoggiandosela sul cuore “ Ho avvertito una sensazione di protezione e attrazione e qualcosa dentro di me mi spinge a volerti stringere tra le mie braccia, a non volere alcuna distanza tra noi due, quella distanza fisica ed emotiva che mi ha spinto a correre da te questa sera! “ Ele deglutì, non sapendo bene cosa rispondere, ma poi prese il coraggio a due mani e si concentrò sulle emozioni che stava provando sentendo i battiti del cuore di Chris. “ Posso toccarti il viso? “ gli domandò. “ Certo! “ rispose lui prendendole le mani e avvicinandole al suo volto. 45


Eleonora lo tastò, percependo un accenno di barba sulle sue guance. Poi le sue dita si soffermarono sulla sua bocca, disegnandone il contorno. A quel punto Christopher perse il senno: il profumo di ambra e vaniglia lo investì, le labbra carnose di Ele si protesero verso di lui e le loro bocche si incontrarono in un bacio. Entrambi provarono una miriade di emozioni contrastanti ma complementari: dolcezza, passione, turbamento, stordimento. Una sensazione nuova sia per l'esperto Chris quanto per la vergine Eleonora. Quando si staccarono, erano rimasti senza fiato e senza parole. Per togliersi dall’imbarazzo Christopher le propose di ballare. Prese l’ipod, e mise una cuffia all’orecchio di Eleonora e una al suo, mentre la stringeva tra le sue braccia. Dio quanto era bella pensò, mentre lambiva dolcemente il suo collo diafano e morbido. Le note di No one's gonna love you si insinuarono nelle loro menti, facendoli sentire ancora più vicini. Si baciarono di nuovo, infinite volte, gustando il sapore di quei baci che nascondevano la consapevolezza che le loro vite si erano intrecciate per sempre.

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Capitolo Cinque Christopher si svegliò dopo aver trascorso la notte sulla poltrona accanto ad Eleonora che dormiva beatamente nel suo letto. L'aveva guardata per tutto il tempo, cercando di capire cosa sentiva. Provo davvero dei sentimenti per lei? si domandò. Aveva passato molte ore pensando al loro primo bacio, a quel bacio che profumava di ambra e vaniglia e alle sensazioni che aveva provato appoggiando le sue labbra a quelle di lei: quelle labbra che odoravano di purezza, ingenuità ma che erano succose come una fragola matura e rosse come le ciliegie. Quei pensieri lo destabilizzarono e sentì di nuovo quel fremito lungo la spina dorsale. Cazzo! Cazzo! Cazzo! Era possibile che in 48 ore una vita potesse cambiare tanto? Era possibile che una donna potesse inserirsi sotto la sua pelle, nella sua mente e nel suo cuore in questo modo? Evidentemente si. Cercò di ricomporsi e si alzò per assicurarsi che la famiglia Viole fosse 47


sveglia e avesse disattivato l'antifurto per permettergli così di uscire dalla villa. Con un bacio leggero come un battito d'ali, salutò Eleonora, non prima di aver preso il numero di cellulare della Dea dagli occhi verdi: non avrebbe tollerato di non poter essere in contatto con lei o di non poterle parlare e sentire la sua voce. Come un novello Diabolik si calò dalla finestra - ringraziando mentalmente il suo personal trainer di avergli impartito lezioni di kick Boxing e Capoeira, - per poi riprendere la sua moto e tornare alla propria abitazione: in quel momento il suo telefono squillò. “ Christopher per la miseria……dove sei? “ La voce dall'altro capo del telefono lo fece sorridere ed esasperare allo stesso tempo. “ Ciao Celeste “ – rispose Chris rivolgendosi alla sorella.” Se abbassi la voce e stai zitta un secondo,forse, riesco a spiegarti. Sono stato fuori casa questa notte, ma da quanto ho intuito è una cosa che sapevi già e non mi ricordo di aver fatto un viaggio con la macchina del tempo che mi abbia riportato ad avere 15 anni per cui avrei dovuto chiedere il permesso per passare la notte fuori casa, quindi, se smetti utilizzare quel tono ne parliamo 48


altrimenti ti saluto ora! “ “ Testa di cavolo, vuoi capire che siamo tutti preoccupati per te? Lì fuori c'è un pazzo furioso che vuole farti fuori e tu giri tranquillamente di notte come se non ci fosse alcun pericolo….io la mamma e il papà siamo terrorizzati e tu ti permetti di fare battutine da Zelig??? Sei un irresponsabile! A proposito, a mezzogiorno, come ogni domenica, sei pregato di indossare un abito decente e presentarti a casa di mamma e papà alle 14 per il nostro consueto brunch domenicale.Ti prego, non mancare, altrimenti sarò costretta a sorbirmi da sola la loro ira! “ “ Celeste ci sarò, non preoccuparti e approfitterò del brunch per mettere un po' di cose in chiaro con tutti voi. Posso capire la vostra preoccupazione, ma mi rifiuto di vivere recluso come un monaco: gli inquirenti stessi non hanno dato precauzioni da utilizzare e quindi mi sento abbastanza al sicuro da poter passare una serata al di fuori del mio appartamento senza correre alcun rischio, soprattutto in considerazione del fatto che non ero sotto ad un ponte ma in una casa rispettabile e sicura.” “ Ancora con le storie di una notte??? Quando la smetterai di… “ “ Celeste falla finita; ci vediamo alle 49


14…ti saluto!!! “ E con quelle parole Christopher riagganciò il telefono in faccia alla sorella senza darle modo di replicare. Era stanco, esasperato e non era ancora in grado di spiegare la notte passata con Eleonora e soprattutto non era ancora pronto a spiegare cosa lei fosse per lui. Aveva bisogno di rilassarsi un pò e poi avrebbe dovuto affrontare i suoi borghesissimi genitori e la sua stressata e sempre su di giri sorella. Dopo aver fatto una doccia veloce si diresse verso lo studio per analizzare le mail di lavoro e fissare gli appuntamenti per la settimana a venire, con la consapevolezza che il 24 sarebbe partito per St.Moritz per la settimana bianca. All'improvviso il pensiero della sua partenza e il distacco da Eleonora gli fece attanagliare la gola fino a lasciarlo senza respiro. No! Non posso partire! Non ora che ho trovato la mia Dea dagli occhi verdi! Christopher si rese conto che non avrebbe potuto lasciarla sola, avvolta dalla nebbia della sua cecità oltre che dalla nebbia dei dubbi che lei avrebbe avuto su di lui: voleva darle certezze e sicurezze. Prese il cellulare e la chiamò: non era riuscito a resistere oltre. 50


“ Pronto? “ – rispose Eleonora con un tono neutro, dato che non poteva vedere da chi provenisse la chiamata. “ Tesoro sono io, Chris, ti ho chiamata perché volevo assicurarti che questa mattina non sono scappato da te…ma “ fece una risatina- “ da tuo padre! “ “ Stai bene? Hai avuto problemi ad uscire da casa? “ - chiese Eleonora con una risatina argentea che fece sciogliere Christopher come un ghiacciolo sotto il sole di agosto. “ Si, stai tranquilla, sto bene anzi a dire il vero, non credo di essere mai stato meglio. Mi hai reso felice! “ borbottò amorevolmente “ Solo che già mi manchi! Questa sera vorrei rivederti. Per te va bene? “ “ Si! Ma come farai ad entrare? “ “ Troverò un modo! “ rispose audacemente “ Tu che farai oggi?”

lui

“ Non posso fare molto in queste condizioni, ma sicuramente ti penserò! Inoltre verrà a trovarmi Luca! “ “ Chi è Luca? “ “ E' il mio migliore amico, lo conosco da una vita, siamo cresciuti assieme e 51


frequentiamo entrambi la stessa Accademia di danza Classica, anzi io frequentavo …… - disse Eleonora con la voce rotta dall'arrivo delle lacrime. “ Non piangere…..non ti preoccupare… tornerai a ballare e io sarò in prima fila quando calcherai di nuovo le scene. Te lo prometto.” “ Chris, sta arrivando qualcuno. Devo lasciarti! “ biascicò Ele interrompendo la chiamata. Christopher rimase senza parole: era sconvolto. In primo luogo, sentire la voce rotta dal pianto di Eleonora gli aveva aggrovigliato le budella come nulla prima nella sua vita, in secondo luogo, un nome continuava a ronzargli nella testa: Luca. La giornata di Eleonora trascorse rapidamente. Passò il medico e inoltre le fecero visita un sacco di parenti. Giunta la sera era davvero sfinita, ma continuava lo stesso a pensare alla notte precedente e a quello che era successo con Christopher. Sentiva ancora il sapore dolce delle sue labbra; un brivido l’attraversò nel ricordare le braccia forti di lui che la cingevano e la sua bocca che lambiva il suo collo. Era impaziente di incontrarlo di nuovo, aveva bisogno di lui e anche se si rendeva conto di quanto fosse folle ciò 52


che provava, era più forte di lei. Non si era mai sentita così, era attratta da quell’uomo e dopo i loro baci, quella forza che li univa era cresciuta a dismisura. Era stato un crescendo di emozioni travolgenti: da quando le aveva preso le mani in ospedale fino alla sua inaspettata incursione nella sua stanza a Monza. Sfiorare il suo viso, sentire il suo profumo inconfondibile, l’avevano privata del suo raziocinio. Non c’era logica, ma solo una forza invisibile che la spingeva verso Christopher. E’ questo l’amore? pensò. Qualunque cosa fosse, non poteva fermarsi. In tarda serata, arrivò Luca. I signori Viole si congedarono e si ritirarono nelle loro stanze, lasciandoli da soli. Luca ormai era considerato un membro della famiglia, frequentava casa Viole da parecchi anni e con la sua simpatia aveva conquistato persino il reticente Arturo. Trascorse con Eleonora le due ore successive, chiacchierando con lei, raccontandole la sua giornata e la consolò quando il suo viso fu rigato dalle lacrime. “ Ehi piccola, non piangere! Ti riprenderai! Io ho bisogno di te per ballare, ormai dovresti saperlo! Sei la mia musa! “ “ Ma anche nato!

smettila! Te la cavi benissimo senza di me! Sei un ballerino “ rispose Ele accennando un 53


leggero sorriso. “ Mmm…non sono d’accordo! Sei tu che mi fai amare la danza! Guardarti mentre volteggi non ha prezzo! Tu sei l’incarnazione del movimento leggero! Il tuo librare come una farfalla è una dote più unica che rara.” “ Non sei obiettivo! Dici così perché mi vuoi bene e quindi sei di parte! “ “ Si…ti voglio bene ma questo non ha nulla a che vedere con le tua abilità! “ borbottò Luca. “ Grazie “ sussurrò Eleonora “ E per cosa? Ho semplicemente detto la verità! Ora però è meglio se ti lascio riposare. Torno domani ok? “ “ Si, ok! A domani! “ Luca la cinse tra le sue braccia, le baciò la fronte e rimase in quella posizione per alcuni secondi, poi si staccò da lei e se ne andò. Nel frattempo Chris aveva assistito a tutta la scena. Era arrivato da mezz’ora e li stava spiando dalla finestra. Sono diventato pure un guardone adesso! Cazzo! - borbottò tra i denti. Era nervoso e ciò che aveva visto non 54


gli era piaciuto. Luca guardava Eleonora in un modo particolare, non da amico questo era più che ovvio. Ma il vero problema per Chris fu l’avvertire una rabbia incontrollabile nel momento in cui si abbracciarono. Sarebbe volentieri entrato per dividerli e per puntualizzare che la Dea dagli occhi verdi era sua, ma si contenne. Non appena Luca se ne andò, entrò dalla finestra lasciata socchiusa dalla governante di casa Viole che era diventata ufficialmente la sua complice. Christopher si era avvicinato a lei quando l’aveva vista uscire dalla villa per gettare l’immondizia e con le sue ormai abili doti, era riuscito a convincerla ed era entrato indisturbato in giardino. Si era inventato una storiella niente male e la governante non dubitò, soprattutto dopo aver toccato con mano la ricompensa in denaro gentilmente offerta da Corselli. Quando entrò nella stanza di Ele, Chris era infuriato e non riuscì a nasconderlo! “ Ciao! “ borbottò. “ Ciao… “ sussurrò Eleonora. “ Sono passato per un rapido saluto. Ho da fare e non posso restare “ disse in tono acido.

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“ Ok….ma stai bene? “ “ No! Non sto bene! E’ più di mezz’ora che aspetto che quello stronzo che tu chiami amico esca da casa tua e per di più ho dovuto assistere a quel patetico abbraccio! State insieme? Potevi dirmelo che era il tuo ragazzo! Non c’era bisogno di mentire! “ “ Non è il mio ragazzo! “ “ Ele perdonami. Io non so cosa mi sta succedendo Mi sto comportando come un bambino, ho addirittura circuito la tua governante per venire da te. Da quando ti ho incontrato faccio solo cose stupide. Io temo di aver sbagliato tutto. Tu hai 20 anni, io 35, non sappiamo nulla l’uno dell’altro. Quello che sta succedendo è assurdo e ridicolo…forse è meglio lasciare perdere.” “ E’ quello Eleonora. “ Si! E’ credimi. “

che

meglio

vuoi? per

gli

tutti

chiese e

due,

“ Tu non sai cosa è meglio per me! “ Christopher si passò le mani tra i capelli, in preda alla disperazione. Non sapeva cosa fare. La voleva con tutto se stesso ma sapeva che era un errore. 56


Eleonora era giovane e le loro vite erano incompatibili. Alla fine si sarebbero fatti solo del male e lui non voleva farla soffrire. “ Ti sbagli….io lo so e so che non sono io il meglio per te! “ “ Vieni qui Chris! “ disse Ele allungando la mano verso la direzione da cui proveniva la voce di Christopher. Lui si avvicinò e lei afferrò la sua mano portandosela sulle labbra. “ E’ questo il meglio per me! sussurro’ baciando il palmo di Chris.

“ No! “ biascicò lui scostandosi “ Non mi hai nemmeno visto Ele. Non sai come sono e potrei pure non piacerti. “ “ Io ti ho visto e non con gli occhi, ma con il cuore.” A quelle parole lui sussultò. Al diavolo ogni remora – pensò. Si sedette sul letto, strinse Eleonora tra le sue braccia e poi la baciò, indugiando su quelle labbra morbide e sensuali. Era completamente preso da lei e non fu facile staccarsi dalla sua bocca. Quando ci riuscì, rimase con la fronte appoggiata a quella della sua Dea, riempiendosi le narici di quel 57


delizioso profumo di vaniglia e ambra. “ Sei straordinariamente speciale! “ le disse, riempiendole il volto con baci soavi. Eleonora sorrise e lo invitò a sdraiarsi accanto a lei nel suo letto a baldacchino. “ Aspetta alzandosi.

un

attimo!

disse

lui

Prese l’ipod dalla sua giacca e tornò da Ele. “ Oggi ho sentito questa canzone e…..mi ha fatto pensare a te…. a noi! “ mormorò Chris mentre Ed Sheeran intonava Kiss me. Il cuore di Eleonora iniziò a battere più forte, talmente forte che pareva volesse uscirle dal petto. Si morse il labbro tentando di respingere il nodo che sentiva alla gola e quando le lacrime scesero dai suoi occhi Chris l’attirò a sé. “ Il tuo cuore è contro il mio petto. Le labbra premute sul mio collo. Mi sono innamorato dei tuoi occhi. Ma loro ancora non mi conoscono. “ le sussurrò dolcemente all’orecchio “Baciami come se volessi essere amata” aggiunse stringendola tra le sue braccia. 58


Eleonora appoggiò la sua bocca a quella di Chris e lo baciò dolcemente. “ Io voglio essere amata da te! “ gli disse prima di addormentarsi con la testa appoggiata sul suo petto. Christopher rimase lì, ad ascoltare il suono del suo respiro, mentre si chiedeva cosa spingesse Eleonora a fidarsi di lui. Lei era diversa dalle altre: non era attratta dal suo bel viso, dal suo corpo o dai suoi soldi .Per la prima volta ,aveva difronte una giovane donna che non voleva nulla da lui, se non il suo amore….

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Capitolo Sei Il giorno seguente Christopher si barcamenò in una serie di impegni improrogabili, anche se i suoi pensieri volavano sempre verso la Dea dagli occhi verdi. Non riusciva a non pensarla e la sua concentrazione era assai limitata. Ciononostante, riuscì a portare a termine la sua giornata di lavoro e nel pomeriggio decise di andare da Eleonora. Acquistò una bottiglia di Borgogno del ’68 per il signor Viole e un libro d’arte per Anna e partì alla volta di Monza. Il suo obiettivo era la conquista della fiducia dei coniugi Viole e soprattutto la conquista di Ele. Nonostante trovasse divertente ed elettrizzante comportarsi come un giovane Romeo, Chris era un gentiluomo e voleva rimanere tale, ecco perché decise che la soluzione migliore per vedere più spesso la sua ‘salvatrice ‘ era quella di presentarsi ad Arturo, con la speranza che quest’ultimo decidesse di deporre l’ascia di guerra. A dire il vero, aveva compreso il suo atteggiamento ostile, dato che anche lui si sentiva colpevole della sciagura imbattutasi su Eleonora, però ciò che provava per quella dolce creatura era troppo forte e non gli permetteva di rinunciare. Ormai aveva deciso: voleva 60


che diventasse sua e avrebbe fatto qualsiasi cosa purchè ciò accadesse, persino sopportare l’avversione del signor Viole. La visita andò meglio del previsto. Arturo, inizialmente aveva mantenuto un tono acido, ma grazie alle parole dolci di Anna, alla fine entrambi gradirono i doni di Corselli e gli permisero di vedere Eleonora, che rimase senza parole. Tutto poteva aspettarsi, tranne che Chris suonasse con disinvoltura alla sua porta. Quell’uomo continuava a stupirla e a incantarla. Era un ammaliatore che profumava di cedro, sandalo e muschio e che la faceva fremere e vibrare. I giorni successivi le visite di Christopher continuarono. Nei pomeriggi indossava le vesti del produttore cinematografico, gentile e cortese, che si presentava a casa Viole e che socializzava con Arturo, mentre dopo la mezzanotte si trasformava in Romeo/Diabolik che entrava dalla finestra per stringere tra le sue braccia la sua amata. Era psicologicamente distrutto e lo fu ancora di più la notte del 23 dicembre, quando riuscì a stento a mantenere il controllo, mentre era stretto a Eleonora e la baciava con passione. Più trascorrevano del tempo insieme, più diventava complicato trattenersi. La desiderava tantissimo, ma voleva attendere, voleva regalarle una prima volta da brivido. Si, perché, come se non bastasse, Eleonora non era solo 61


bellissima, dolcissima e sensuale ma era anche vergine; glielo aveva rivelato proprio quella sera, mentre le mani di Chris si facevano strada sul suo corpo. Aveva avvertito il suo tremore e si era fermato per rassicurarla, anche se non si aspettava quella rivelazione scioccante. Per una frazione di secondo ebbe paura e si sentì in colpa. Che diavolo sto facendo? - pensò Corselli. Sto seducendo una vergine? Ma le remore furono presto sostituite dalla piena consapevolezza del sentimento che provava per Eleonora. Per qualche assurda ragione che non riusciva a comprendere, si era innamorato di lei e non poteva non farla sua. Non in quel modo però, non in quel momento, non nella sua stanza e non correndo il rischio che i coniugi Viole li cogliessero in fragrante. Anche se nelle parole di lei aveva colto il desiderio di concedersi a lui, Christopher resistette, progettando mentalmente la loro prima volta. Doveva essere tutto perfetto…una notte magica e indimenticabile. 24 dicembre 2012 Christopher si preparò per recarsi alla cena della vigilia a casa dei genitori di Eleonora. L’invito lo aveva colto di sorpresa, ma fu felice di poter 62


trascorrere quella serata con la sua Dea. Non vedeva l'ora di poterle dare il regalo che aveva acquistato per lei e soprattutto non stava più nella pelle all'idea della notte che aveva organizzato, quella che sarebbe stata la loro prima notte d'amore insieme. Scese dalla sua Lamborghini Gallardo nera alle 20:00, esattamente in orario, secondo le richieste del signor Viole. Onde evitare di apparire esoso, non portò ulteriori regali per i padroni di casa ma si presentò con un tradizionale panettone artigianale preparato dalla antica e tradizionale, oltre che famosa, Gastronomia Il Salumaio di Monte Napoleone. Si soffermò in convenevoli con i genitori di Ele, ma all'improvviso il suo cuore iniziò a martellargli nel petto: alzò gli occhi verso la scala, dalla quale in quel momento stava scendendo con una grazia degna di una regina, la sua Dea dagli occhi verdi. La danza classica le aveva conferito una regalità che andava oltre quella che poteva sembrare una insicurezza dettata dalla momentanea cecità. Eleonora scese le scale tenendosi al corrimano di mogano quasi librandosi nell'aria: era vestita con un abito di organza rosa cipria che sottolineava la sua carnagione diafana; lo scollo asimmetrico le metteva in risalto il lungo, esile e sensuale collo da cigno. 63


I piedi erano infilati in un paio di Paciotti argentate e i magnifici e lunghi capelli erano acconciati in una larga e morbida treccia laterale che le cadeva sul seno sinistro. Davanti a quella visione Chris pensò di essere morto e di essere giunto in paradiso: non aveva mai visto una ragazza più bella e sensuale. Si apprestò a raggiungerla, porgendole il suo braccio, per poterla scortare in qualità di suo accompagnatore nonché fidanzato segreto per il momento- nella sala da pranzo. La cena si protrasse per ore, periodo durante il quale Chris teneva la mano di Eleonora intrecciata alla propria, appoggiate sulla sua coscia. Il signor Arturo guardava Eleonora e poi Chris in continuazione, avendo intuito che tra la figlia e il noto produttore ci fosse qualcosa che gli stavano tenendo nascosto. Si prodigò in un terzo grado, celato da interesse per il lavoro di Corselli, volendo in qualche modo scoprire molto di più su quell'uomo che aveva qualcosa di ……..Mah, non sapeva spiegarselo neanche lui. Chris riempiva il bicchiere di Eleonora di vino con moderazione, non volendo che il seguito della serata fosse dettato dall'alcool, perchè ciò che voleva veramente era che Ele fosse sempre e comunque lucida. Allo scoccare della mezzanotte, mentre la famiglia Viole si divertiva con lo 64


scambio dei regali, Chris scusandosi, si diresse in macchina e prese il regalo destinato ad Eleonora. Rientrato in casa, prese Ele delicatamente per la mano e la condusse vicino al gigantesco albero di Natale, restando tra il maestoso abete e il camino, in modo da celare la loro intimità agli occhi degli altri ospiti e le sussurrò all'orecchio: “ Ele allunga le mani…ho qualcosa per te.” “ Cosa sta succedendo comperato un regalo? “

Chris?

Mi

hai

“ Certo tesoro, e sapendo che non avrei potuto stupirti con l'aspetto del regalo, ho pensato di donarti qualcosa di significativo per la tua immaginazione.” Con una risatina argentea, Eleonora toccò l'involucro: sotto le dita e i palmi avvertì il velluto morbido…. “ Aprilo! “ le sussurrò Chris. Con dita esitanti Eleonora alzò il coperchio e tastando sentì qualcosa di duro, sembrava….era…… Oddio no! Non è possibile! Era un anello, una fedina di brillanti, al cui interno Chris aveva fatto 65


incidere un 8,il simbolo dell'infinito. “ Da quando ti ho incontrata per me hai rappresentato l'inizio della mia vita “ - le disse Chris “ Ed è una sensazione che vorrei fosse eterna.” Le infilò il cerchietto di platino e brillanti all'anulare della mano sinistra e con voce roca e suadente le sussurrò all'orecchio ,provocandole una scossa: “ Ti amo Eleonora, e questa fedina di brillanti è il primo degli anelli che vorrei infilarti al dito…Ti prego, non ti spaventare e non dire nulla….accetta solo il mio amore, accetta solo il mio cuore , accetta solo me, perché nessuno dei tre potrebbe appartenere a qualche altra donna! “ Eleonora si accorse di avere le lacrime agli occhi e sentiva di non avere parole ma alla fine parlò. “ Ti amo …..e accetto tutto da te! “ mormorò in un soffio. Ed era vero: lo amava! Non sapeva perché, né come fosse possibile, ma quell’uomo le era entrato nel cuore. Calde lacrime scorrevano sulle guance di Christopher e quello fu il momento in cui le loro anime si fusero. Entrambi 66


erano emotivamente coinvolti e per quanto fosse bizzarra l’ intera situazione, avevamo compreso benissimo che quanto era accaduto il 18 dicembre non era stato un caso, ma il segno del destino. Anche provandoci con tutte le loro forze, anche aggrappandosi al raziocinio, era impossibile sfuggire a ciò che sentivano. Lui lo aveva capito quando si era perso nelle iridi verdi di Eleonora, mentre lei giaceva in un letto di ospedale, e lei un attimo dopo, quando la mano di Chris aveva stretto la sua. Tutto questo aveva un nome: AMORE. Dopo qualche minuto, Chris si congedò da casa Viole, con la scusa di un party a cui non avrebbe potuto sottrarsi; in realtà stava aspettando Eleonora sul retro della villa che con la giustificazione della stanchezza finse di ritirarsi in camera. Con la complicità della domestica che la fece uscire dalla porta della cucina, raggiunse Chris che la portò al suo attico. Quando arrivarono all’appartamento, l'aria era elettrica. Entrambi sapevano cosa stava per succedere. Chris avviò lo stereo e mise la modalità loop con la canzone Never Tear Up Apart degli INXS. Iniziò a ballare con Eleonora che si dimostrò una perfetta e leggera ballerina: tutto di lei lo 67


attraeva. Le luci erano spente, ma lui voleva fare di più: si staccò dal caldo corpo di Ele e aprì un cassetto per prendere un oggetto che di solito utilizzava sulle donne ma che ora aveva assunto un altro significato: UNA BENDA. “ Ele, io ti amo e ardo dalla voglia di fare l'amore con te, ma voglio che sia per entrambi la stessa emozione, per cui, mi benderò. Voglio essere al tuo pari e godere delle sensazioni che i tuoi baci, le tue carezze e le tue parole mi daranno.” Chris si bendò e iniziò a spogliare Eleonora rendendosi conto che non guardare era la cosa più eccitante che avesse mai fatto. Le sue mani iniziarono a percorrere il giovane e delicato corpo della dea dagli occhi verdi. Ogni centimetro di pelle liscia lo eccitava portandolo quasi al limite. Ad un certo punto Ele lo fermò, ed eccitata ma sicura di sé, iniziò a sua volta a spogliarlo dal costoso e sensuale smoking di Armani, iniziando a slacciargli il papillon, per poi passare alla giacca, al gilet e con movimenti lenti ma deliziosamente sicuri gli sbottonò la camicia... Chris non riusciva quasi più a controllarsi: le sfilò l’abito ,alzandole le braccia, finchè entrambi si trovarono nudi davanti al letto. Lentamente si sedettero per poi 68


sdraiarsi e iniziare ad accarezzare ogni millimetro l'uno dell'altro. Quella dolce tortura continuò fino a quando Chris capì che la sua Dea era pronta e con movimenti delicati entrò in lei…. Ora posso anche morire! – pensò.

69


Capitolo Sette Dopo aver riaccompagnato a casa Eleonora, Christopher passò le ore successive a riflettere sulla notte appena trascorsa. Se incontrare la Dea dagli occhi verdi era stato destabilizzante, fare l’amore con lei lo fu ancora di più. Quando l’aveva salutata, un senso di abbandono lo aveva pervaso e giunta la mattina, gli fu difficile attendere un orario consono per ripresentarsi a casa Viole. Riuscì ad aspettare fino alle 10, e poi si recò alla villa. Anna lo accolse con calore, mentre Arturo non riusciva a nascondere il suo malcontento. “ Sono qui, per parlare con voi! “ disse Chris risoluto. “ Il giorno di Natale? “ borbottò Arturo “ Non poteva aspettare che finissero le feste? O è successo qualcosa? Hanno arrestato il delinquente che ha sparato a mia figlia? aggiunse con evidente apprensione. “ No, niente del genere. Io devo dirvi qualcosa che riguarda me ed Eleonora. “ I coniugi Viole si scrutarono per attimo, per poi volgere nuovamente 70

un lo


sguardo su Corselli. “ Amo vostra figlia. Con tutto me stesso. L’ ho amata dal giorno in cui l’ho incontrata. E non ho intenzione di rinunciare a lei. Non mi aspetto il vostro benestare, né tantomeno la vostra comprensione, ma era giusto mettervi al corrente di tutto. “ “ Come osa presentarsi in casa mia a dire queste eresie? Non sa nulla di mia figlia, la conosce da una settimana e già parla di amore! E’ ridicolo e vergognoso! Se ne vada! “ gridò Arturo stringendo i pugni. “ Me ne vado, ma non mi arrendo. Non riuscirà a tenermi lontano da Eleonora.” Così dicendo, Christopher se ne lasciando da soli Anna e Arturo.

andò,

“ Non mi guardare così! “ borbottò il signor Viole incontrando lo sguardo corrucciato della moglie. “ Arturo cerca di calmarti per favore. Non c’è bisogno di agitarsi così tanto! “ “ Ah no? Ma hai sentito cosa ha detto? “ “ Si, certo che ho sentito, ma non è il caso di farne una tragedia. Ora vado a parlare con Eleonora, così vediamo di 71


chiarire questa situazione” disse Anna uscendo dalla stanza. Arturo si sedette alla sua scrivania barocca e accese la pipa, ripensando alle parole di Corselli. “ Non riuscirà a tenermi lontano da Eleonora ” - gli aveva detto risoluto. Che assurdità! Se questa era una sfida, la vincerò io! – pensò sbuffando. Ed era proprio questa la sua intenzione: tenere Eleonora lontano da Christopher, in qualunque modo e con qualunque mezzo. Anna andò da Eleonora e gli raccontò l’accaduto. Era tremendamente dispiaciuta e non riusciva a comprendere quali fossero le motivazioni che avevano spinto Corselli a presentarsi a casa loro, spiattellando i suoi sentimenti a lei e ad Arturo. Se da una parte era da ammirare la sua temerarietà, dall’altra non poteva non ammettere che quel giovanotto, non aveva tenuto conto dell’iperprotettività di un genitore nei confronti della figlia. Avrebbe dovuto aspettare o almeno avrebbe dovuto evitare di dichiararsi così apertamente. “ Tesoro, mi dispiace! Ma conosci tuo padre, ha un caratteraccio e inoltre, in questo caso ha ragione. Vi conoscete da pochissimi giorni e tu…tu non sei nelle 72


condizioni migliori! “ “ Sono cieca e allora? Pensate che il fatto di non vedere, non mi permetta di innamorarmi? Lo so, che è una situazione particolare, ma provo dei sentimenti per lui, mamma. Quando è venuto in ospedale, quando ha intrecciato la sua mano alla mia, io…io ho capito che c’era un legame tra noi, qualcosa di inspiegabile, un magnetismo elettrizzante, una forza che ci spinge uno tra le braccia dell’altro.” “ Eleonora… “ “ No…non dire niente! Fammi finire, per favore! “ disse Ele mentre le lacrime rigavano il suo volto pallido. “ Io lo amo! “ “ Adesso basta! Non ti permetterò di rovinarti la vita per quell’uomo! “ gridò Arturo irrompendo nella camera della figlia “ Non lo incontrerai mai più! “ “ Questo lo dici tu! Non sono più una bambina! “ “ Eleonora non sfidare la tua buona sorte. Sono fuori di me in questo momento, e non voglio discutere con te. Sono solo venuto a dirti che da oggi signorina, tu farai quello che dico io! 73


“ disse il signor Viole prima di uscire come una furia, sbattendo la porta. “ Non potete farmi questo! “ Anna si avvicinò a Eleonora con l’intento di consolarla e di farla ragionare, ma lei non ne volle sapere. “ Vattene mamma, voglio stare da sola! “ disse asciugandosi con rabbia le lacrime che scendevano copiose dai suoi occhi. Rimasta in completa solitudine, Ele piombò in una tristezza assoluta. Conosceva bene suo padre e sapeva che avrebbe fatto di tutto per tenerla lontano da Chris. All’improvviso ebbe paura. Paura di non rivederlo mai più, paura che lui si arrendesse davanti all’ostilità di Arturo, paura che il loro amore appena nato fosse destinato a naufragare per cause di forza maggiore. E la paura si trasformò in terrore, quando le ore iniziarono a passare, senza che Christopher si facesse vivo. Perché non l’aveva cercata? Perché non era tornato da lei? Non riusciva a darsi una risposta. In preda al panico e alla disperazione, sfilò dal suo dito la fedina e premette il polpastrello sull’incisione. “ L’infinito non ha mai fine! “ - pensò – “ L’infinito siamo io e lui insieme, l’infinito è il nostro Amore! “ 74


Nel frattempo Christopher, era rintanato nel suo ufficio cercando di pensare alla strategia migliore da utilizzare con il signor Viole, per entrare nelle sue grazie e al tempo stesso, non riusciva a togliersi dalla testa Eleonora. E pensare che una volta derideva quegli imbecilli di Romeo che parevano avere gli occhi a cuoricino, ora invece era lui " Quell'imbecille di Romeo ". Il telefono squillò e il numero della Questura di Milano apparve sul display del telefonino. “ Pronto? “ “ Sig. Corselli sono il Gip preposto alle indagini inerenti al suo caso: la chiamo per convocarla ufficialmente in Questura oggi pomeriggio. Se lo ritiene opportuno, si faccia accompagnare dal suo Avvocato perché il colloquio sarà ufficiale e cristallizzato come deposizione.” “ Non ho bisogno di Avvocati, io sono una delle vittime. Sarò subito da Voi. “ E con queste parole Chris riagganciò, determinato ad andare velocemente in Questura per sapere cosa stava succedendo: in realtà era più preoccupato per Eleonora che per se 75


stesso. “ Buon giorno signor Corselli - disse il Gip - l'abbiamo convocata per informarla che la signorina Benedetta Imparato è stata trovata morta. Verosimilmente il decesso risale a circa una settimana fa, più o meno al giorno dell'attentato. La signorina Imparato pare essersi tolta la vita; il suo attuale convivente, Luigi Licata, colui che è perseguito per il reato di tentato omicidio è ancora latitante. “ Christopher sentì la terra mancargli sotto ai piedi. La sua vita perfetta era stata totalmente stravolta, nulla era più al proprio posto. Non riusciva a dare delle risposte alle domande che vagavano nella sua mente. Benedetta perché si era suicidata? Cosa c’ entrava lui? Perché il suo compagno lo voleva morto? “ Dottore - disse Chris rivolto al Gip non riesco a trovare il nesso tra la morte di Benedetta e il tentato omicidio da parte di questo Licata nei miei confronti. Ma cosa sta succedendo? Se avete delle informazioni o se avete una pista che state seguendo, vi prego di mettermi al corrente.” “ Noi una pista pensiamo di averla trovata: la signorina Imparato ha 76


lasciato un biglietto in cui spiega il suo gesto estremo. Nonostante la sua convivenza con il signor Licata, si dichiarava ancora innamorata di Christopher Corselli, il suo vero e grande amore, e sembrerebbe che abbia voluto compiere un gesto impulsivo per attirare la sua attenzione. Purtroppo questo gesto si è rivelato fatale! Noi pensiamo che il signor Licata abbia trovato la signorina Imparato senza vita e dopo aver letto il biglietto , abbia pensato di vendicarsi. Questo è ciò che secondo noi è accaduto.” Il già traballante mondo di Chris stava sprofondando ulteriormente. Ora non era più solo, non doveva proteggere da quello squilibrato solo se stesso, ma soprattutto Eleonora, che fino ad oggi si era rivelata essere l'unica vera vittima. Congedato dalla Questura, Christopher si trafelò per raggiungere Monza e di conseguenza la famiglia Viole, per informarli dei fatti. Giunto alla soglia della casa della sua Dea dagli occhi verdi, si sentì sprofondare il cuore nel petto: la governante, sua complice fino a quel momento, gli comunicò che la sua presenza non sarebbe più stata gradita in casa Viole e che - parole del signor Arturo non avrebbe più dovuto presentarsi altrimenti avrebbero sporto denuncia chiedendo una diffida con ordinanza restrittiva che avrebbe 77


riguardato tutta la famiglia. Lo ritenevano colpevole della sventura capitata ad Eleonora e il giudizio era inappellabile e senza possibilità di difesa. No, non poteva accettarlo. “ Per favore - disse Chris rivolto alla governante - mi faccia parlare con la signora Viole o con Eleonora. “ “ Mi dispiace signor Corselli, non posso, non mi metta in difficoltà. “ “ Non voglio metterla in difficoltà, vorrei solo la possibilità di parlare con il signor Arturo. “ Improvvisamente a fianco della governante apparve il signor Viole. “ Signor Corselli, la prego di allontanarsi dalla mia porta - disse Arturo - altrimenti mi vedrò costretto a chiamare la polizia e denunciare una violazione di domicilio.” “ Signor Viole, sono venuto per metterla al corrente delle ultime rivelazioni che ho appreso in Questura. “ “ So già tutto! Non abbiamo bisogno che lei ci informi di nulla. Ora se ne vada, non venga mai più qui e soprattutto non si avvicini più a mia figlia! Eleonora 78


in questo momento è una ragazza debole, che ha subito un gravissimo trauma e l'ultima cosa di cui ha bisogno è di un playboy miliardario che la faccia innamorare in un momento di debolezza, per poi abbandonarla quando le cose non saranno più eccitanti. La prego di non interrompermi disse Arturo accorgendosi che Chris stava per replicare alle sue insinuazioni - Signor Corselli, se non le è chiaro, non le sto chiedendo di stare lontano da mia figlia, glielo sto imponendo! E non si azzardi a contattarla, altrimenti le farò passare un brutto quarto d'ora! Anche se non vedo come potrà fare, visto che Eleonora non ha più un cellulare! “ Christopher rimase senza parole e sentì le gambe farsi di piombo: non riusciva più a muoversi. Per l'ennesima volta quel giorno il mondo gli crollò addosso. Faticosamente riuscì a tornare alla sua moto e a ripercorrere la strada per dirigersi verso il suo attico di Milano, dove appena arrivato si strappò di dosso gli abiti in preda alla disperazione. Stupidamente riprovò a chiamare Eleonora, ma il suo cellulare era "morto". Madness dei Muse a tutto volume, rimbombò nell'immenso appartamento, mentre Christopher si gettò sotto la doccia. Con gesti nervosi si lavò, e sfregò, sfregò, sfregò. Voleva portarsi 79


via la pelle, quella pelle che era stata un tutt'uno con Ele e che ora gli faceva male. Il profumo di ambra e vaniglia aleggiava nell'aria, il reggiseno di Eleonora era ancora appeso nel bagno, mentre le lacrime sul viso di Chris si confusero con l'acqua bollente che proveniva dal getto della doccia. Christopher rimpianse di aver provato l'amore e una consapevolezza lo pervase: SI PUO' VIVERE SENZA AMORE, PURCHE' NON SI ABBIA MAI AMATO‌ PERCHE' UNA VOLTA ASSAPORATO QUEL DOLCE MIELE, NON SI PUO' PIU' FARNE A MENO!

80


Capitolo otto Era il 27 dicembre, ed erano trascorsi tre giorni dall’ultima volta che Eleonora aveva incontrato Chris. Non aveva più avuto sue notizie e ormai era veramente disperata. Arturo le aveva confiscato il cellulare quindi non sapeva nemmeno se Christopher aveva provato a contattarla. La sua mente viaggiava vorticosa fino a soffermarsi alla loro notte insieme. Aveva fatto l’amore con lui e gli aveva donato non solo la sua verginità, ma soprattutto il suo cuore e la sua anima. Era ormai notte fonda quando dai suoi occhi iniziarono a scendere lacrime di profonda tristezza che rispecchiavano il suo sentirsi impotente difronte a tutti gli eventi che l’avevano travolta negli ultimi dieci giorni; l’audizione persa, la sparatoria, la cecità e l’amore. La sua vita era cambiata, aveva preso una piega inaspettata e stranamente ciò che la faceva davvero soffrire, non erano le sue condizioni fisiche, ma la mancanza di Christopher. “ Senza di lui, vagherò nel buio per sempre! “ disse a se stessa. La luce infatti aveva assunto un significato diverso. Ciò che aveva 81


davvero illuminato la sua vita era la scoperta dell’ amore, quello vero, quello che non puoi spiegare, quello che ti fa tremare, quello che ti fa maledettamente soffrire, quello che in un attimo cambia la tua vita per sempre. La luce era Christopher, una luce intensa, abbagliante che aveva fatto risplendere il suo cuore. Un raggio di sole che l’aveva colpita e riscaldata, e adesso senza di lui, Eleonora barcollava nel buio più tetro e profondo. Si raggomitolò tra le lenzuola, coprendosi fino alla cima dei capelli. Sentiva freddo e aveva i brividi. Era come se una folata di vento gelido l’avesse investita, spogliandola dei suoi vestiti. Quando una mano si appoggiò sul suo fianco, Ele trasalì. “ Sono io, piccola. Sono solo io…. “ sussurrò Chris. Scostò il lenzuolo che ricopriva il corpo di Eleonora e la strinse tra le sue braccia. “ Mi sei mancata! “ disse in un soffio, mentre quel delizioso profumo di ambra e vaniglia lo avvolgeva, ridandogli vita e vigore. Ele inizio’ a singhiozzare, stringendolo ancora più prepotentemente a sé. “ 82

Sei

qui?!

Sei

veramente

qui?!


borbottò tastando il petto scolpito di Christopher. Appoggiò il volto nell’incavo del suo collo, lambendolo con le sue lacrime. “ Temevo che non saresti più venuto! Sono passati tre giorni Chris. Stavo impazzendo… “ disse Ele dando voce alla sua sofferenza. “ Non puoi averlo pensato veramente. Possono passare ore, giorni, mesi….ma tu sei nel mio cuore e da lì non te ne andrai mai. Io sono sempre con te Eleonora. Ora lo so, siamo legati per la vita e nessuna distanza potrà dividerci. Anche io stavo impazzendo. Non sapevo cosa fare. Non sono venuto prima perché non volevo crearti altri problemi. Ma non ce l’ho fatta. Non potevo più resistere. Ti ho pensata così tanto, ogni secondo. Qualunque cosa tu mi abbia fatto, sappi che sono tuo, solo tuo, per sempre. Non conoscevo l’amore perché non conoscevo te. Ora però è tutto cambiato. Dieci giorni… e io sono un uomo rinato che non ha nessuna ragione di vita, se non quella di amarti. “ Le parole erano finite. Riecheggiavano nelle loro menti. Non c’erano più voci che si alternavano, per colmare il vuoto che si era creato nelle loro anime durante quel distacco doloroso per entrambi. Era giunto il tempo della 83


passione, del desiderio, della voglia di amarsi. Le mani di Chris scivolarono sulla camicia da notte di seta di Ele. La spogliò lentamente, godendosi ogni dettaglio di quel corpo suadente. La volta precedente, essendo bendato, non aveva potuto ammirare completamente la bellezza di Eleonora. Ora invece, tutti i cinque sensi avevano trovato finalmente un totale appagamento. Il sapore di lei, il suono dei suoi sospiri, il contatto con la sua pelle morbida, il suo profumo inebriante e per concludere, la visione idilliaca delle sue forme perfette. Aveva difronte la Dea dell’Amore e non vedeva l’ora di possederla di nuovo. “ Ho bisogno di te “ sussurrò baciandole il collo. Quelle labbra morbide la mandarono in estasi. Iniziarono a baciarsi con trasporto, abbandonandosi all’emozioni che li pervasero. Christopher dedicò le sue attenzioni a ogni centimetro di pelle di quella meravigliosa creatura che era sotto di lui. Bocca, collo, clavicole, seni, ventre, cosce, inguine. Ogni parte di lei era dannatamente dolce e sensuale. Eleonora era nettare degli dei e lui era avaro e desideroso di cibarsi e di saziarsi di lei. Dopo una valanga di coccole infinite, di carezze ardenti e di baci famelici, Chris la penetrò. Il calore avvolgente di lei, lo 84


mandò all’oltretomba. “ Dio, ti prego aiutami! “ pensò. Ele gemette e accarezzò la schiena di Christopher. Adorava sentirlo dentro di lei. Erano connessi, collegati, uniti da un amore folle e vorace. In preda a un’eccitazione crescente, strinse le gambe attorno a lui, mentre Chris affondava con foga nella sua intimità. Fare l'amore con Eleonora, poterla guardare, respirare, toccare era una sensazione del tutto nuova: ogni intimo affondo dentro di lei era un misto di rivendicazione, adorazione e venerazione. Ogni volta che entrava in lei sembrava volesse dirle: sei mia, e io sono tutto tuo; ti amo, ti adoro, sei la mia vita…..tutti sentimenti che Chris esprimeva sia con il linguaggio del corpo che a parole; non passava un momento in cui lui non le sussurrasse all'orecchio parole piene d'amore e promesse per il futuro. Eleonora doveva essere rassicurata dopo quei tre giorni d'inferno in cui non si erano potuti incontrare e parlare: Chris aveva urgenza di esprimerle con il suo corpo e con la sua voce tutto l'amore che provava per lei. Alle 5 del mattino Christopher aprì gli occhi, avvolto dal calore del corpo di Eleonora: con un bacio dietro all'orecchio la svegliò. 85


“ Tesoro, devo andare, prima sveglino i tuoi genitori.”

che

si

“ Chris disse Eleonora ancora assonnata - promettimi una cosa: non lasciarmi più in balia dei dubbi. Prometti che troverai sempre il modo di incontrarci! “ “ Te lo prometto, anzi te lo giuro. Nessuno e nulla può separarci. Domani ti porterò un telefonino nuovo, così io e te potremo essere sempre in contatto. Sarà solo per noi: una sorta di linea dedicata " borbottò Chris con tono malizioso. “ Grazie amore mio - rispose Eleonoraallora ci vediamo domani. “ “ A domani tesoro. Riposati e ogni volta in cui ti sentirai sola passa le dita sull'incisione dell'anello - suggerì Christopher baciando la fedina di Ele e ricordati che noi siamo legati indissolubilmente ed eternamente. Eleonora devi credermi! “ “ Io ti credo Chris e non perché leggo nei tuoi occhi che sei sincero sentenziò Ele con ironia evidente- ma perché lo sente il mio cuore.” Con un bacio travolgente Christopher salutò la sua Dea e si diresse verso il 86


suo attico per cercare di sistemare un po' di questioni irrisolte. Passò in un negozio di telefonia ed acquistò un Iphone per Eleonora: memorizzò il numero sul suo Smartphone e aggiunse il proprio alla rubrica di Ele: il solo numero che era in memoria! Anche se non poteva vedere, con la funzione Siri poteva attivare la chiamata con l'opzione vocale.Aveva pensato proprio a tutto. Ora il suo problema era quello di trovare un modo per recapitare il nuovo acquisto alla sua amata. Gli venne un'idea. “ Pronto Celeste? Sono Chris!.... Si si tutto ok! Ascolta non ho molto tempo. Avrei da chiederti un favore. Se passo da te e ti lascio un pacchetto, potresti recapitarlo con un pretesto a casa dei Signori Viole ad Eleonora…….Celeste…è solo un telefono…..per favore……ascoltami bene: quella ragazza è il mio futuro, è la donna che aspettavo da tutta la vita, è il mio destino, il mio mondo……ti prego….. Lo sapevo che avresti capito: sei un cuore tenero proprio come mamma. Grazie tesoro. Sarò da te tra 30 minuti. Un bacio. “ Dopo 25 minuti esatti era a casa di Celeste con il pacchetto contenente l'Iphone per Eleonora, ma la sorella sembrava preoccupata per quell'ambasciata. 87


“ Chris e a che titolo mi presento a casa dei Signori Viole? “ “ Potresti dire che sei mia sorella e che sei andata a salutare Eleonora e per conoscere di persona la donna che è stata coinvolta in un attentato che poteva costare la vita a tuo fratello. Una sorta di visita di cortesia. Ti prego Celeste “ disse Chris quasi implorando e evidenziando un comportamento del tutto nuovo per lui. “

Ok va bene tesoro…..ora vado.”

“ Grazie sorellina, grazie mille e ti prego ricordati di dire ad Eleonora che non mi dimenticherò mai della promessa che le ho fatto. “ Celeste si recò a Monza, con un sorriso stampato sulle labbra. Non aveva mai visto suo fratello in un tale stato di ebrezza, né per una serata particolarmente alcolica tra amici, men che meno per una donna; e di questo Celeste ne era tanto felice quanto preoccupata: quella ragazza era molto giovane e da quanto aveva capito dai racconti di Chris, aveva una famiglia estremamente protettiva, per non dire asfissiante, alla spalle, e conoscendo la natura libera e testarda del fratello, ebbe paura che questi ingredienti miscelati potessero 88


rivelarsi nitroglicerina. Con questi pensieri nella mente, giunse a destinazione…. Arrivata davanti al cancello si annunciò e senza complicazioni riuscì ad entrare nella villa.La porta si aprì e ne uscì una signora che si presentò immediatamente come governante della famiglia Viole. “ Buona sera - disse Celeste - sono Celeste Corselli, la sorella di Christopher. Sono qui per poter incontrare Eleonora.” “ Mi dispiace - rispose la governante – la signorina Viole non è in casa.” “ Oh - disse di rimando Celeste - a che ora posso trovarla? Avrei davvero necessità di poterla vedere.” “ Signorina Corselli, credo che dovrà attendere molto tempo per incontrare Eleonora. Questo pomeriggio, lei e i genitori sono partiti per New York per recarsi al Lennox Hill per effettuare un intervento agli occhi. Di più non posso dirle, sono spiacente.” “ Certo, non si preoccupi - dichiarò Celeste con il battito cardiaco accelerato dal fatto di sapere esattamente quale sarebbe stata la reazione di Chris all'annuncio di questa 89


novità.” Con il cuore che le sprofondava in petto Celeste fece ritorno a Milano e si recò a casa del fratello. La notizia che stava per dargli, lo avrebbe sicuramente distrutto, e dopo tutto ciò che era successo negli ultimi dieci giorni, quest'ultima batosta sarebbe stata per lui devastante. Chris sentì il campanello e corse alla porta come un cucciolo. Non vedeva l'ora di sapere come aveva reagito Eleonora al regalo e si chiedeva se la sua amata le avesse recapitato una missiva tramite Celeste. Tutta questa eccitazione si smussò non appena vide il viso di sua sorella sulla soglia di casa. “ Chris ascolta… “ “ Celeste che cazzo sta succedendo? Non girarci attorno! “ “ Eleonora è partita per gli Stati Uniti con i suoi genitori per sottoporsi ad un intervento… “ Celeste non fece in tempo a finire la frase che vide una scena da far venire i brividi: Christopher prese una statuina che era posizionata sopra a una mensola dell'ingresso e la scaraventò a terra con una forza inaudita. L'urlo che uscì dalla bocca del fratello le fece 90


accapponare la pelle. “ Lasciami da solo! “ gridò Chris, chiudendo la porta in faccia a Celeste. Attraverso lo spesso strato di mogano, poteva sentire i singhiozzi di pianto che provenivano dall'interno dell'appartamento. Conoscendo il fratello, l'unica cosa che poteva fare era tornare alla propria abitazione e pregare che Christopher non commettesse nessun atto impulsivo, anche se in fondo al cuore sapeva che la sua preghiera sarebbe stata vana. Quando era in quello stato, il miglior modo per aiutarlo era stargli lontano. Ogni parola o ogni tentativo di farlo ragionare, non avrebbero portato a nulla. Era sempre stato così. Doveva sfogarsi e poi trovare la soluzione al suo problema. Christopher era in ginocchio davanti alla porta di ingresso, i pugni stretti sui capelli, mentre lacrime copiose e calde gli sgorgavano inarrestabili sulle guance. Tutta la sua vita, per l'ennesima volta era stata ribaltata, ma questa volta era molto, molto peggio. Poteva sopravvivere a tutto, ma non alla lontananza da Eleonora! Non poteva finire così: né per lui, né per lei! Le aveva fatto una promessa ed era sua intenzione mantenerla ad ogni costo. Con una determinazione granitica, si alzò e come una furia si fiondò in camera, 91


gettò una valigia sul letto e in dieci minuti la riempì di vestiti. Ora sapeva cosa doveva fare, ma soprattutto sapeva cosa VOLEVA fare, perché in futuro non potesse mai più succedere che lui ed Ele venissero separati. Dopo un'ora, era diretto all'aeroporto, da cui sarebbe partito con il suo jet privato alla volta di New York. In auto Closer dei Kings of Leon gli rimbombava nelle orecchie: Bloccato in questa città spaventosa I semafori rossi oscillano e le linee telefoniche sono isolate Questo pavimento si sta rompendo per il freddo Lei ha preso il mio cuore Penso che lei abbia preso la mia anima... Tu hai scosso le mie ossa lasciandomi bloccato, tutto innamorato, da solo Cosa pensi di me? Dove sono adesso? Giunse all’aeroporto imbarcarsi. “ Ele sto arrivando! lacrime nel cuore.

92

e

si “

apprestò

disse

con

ad le


Capitolo Nove Eleonora giaceva nel letto della clinica privata Lennox Hill; stava cercando di riprendersi dal calvario degli ultimi quattro giorni. Era partita da Milano Malpensa alle 10:25 del 28 dicembre e esattamente 9 ore e 10 minuti dopo era atterrata a New York insieme ad Anna e ad Arturo. Era stanca e frastornata a causa del lungo viaggio e il fuso orario di certo non contribuiva a tranquillizzarla. Il pomeriggio caotico della Grande Mela l’avvolse, mentre un taxi li portò dritti alla clinica. Durante il tragitto, non disse una parola. Era troppo occupata a pensare a Christopher e alla sua reazione, non appena avesse saputo quanto erano lontani. L’essere in un altro continente, divisa da Chris, da chilometri e chilometri di terre e di oceani, la faceva sentire sola e vuota. Avrebbe voluto che lui fosse lì, a tenerle la mano, a rassicurarla, a dirle che il viaggio della speranza le avrebbe riportato la luce, la danza…la vita, ma soprattutto l’amore. Giunti a Lennox Hill, Eleonora fu sottoposta a un checkup completo e l’intervento con il laser fu fissato per l’indomani. Fortunatamente, andò tutto per il verso giusto; l’operazione portò al risultato 93


tanto sperato: la luce era tornata, più abbagliante e accecante che mai, ed Ele riassaporò il piacere di ammirare la bellezza del mondo circostante. Si avvicinò alla finestra e osservò il viale alberato ricoperto di neve che costeggiava la clinica. “ Quanto pensò.

è

bello

vedere

di

nuovo!

E ora era meglio di prima, perché dopo essere sprofondati nel buio, riemergere alla luce del sole, era ancora più elettrizzante. Ogni colore, ogni dettaglio era diventato importante e ricco di significato. Mentre fissava la neve bianca e candida, immaginò il volto di Christopher. “ Sarà biondo o moro? Occhi blu? Neri? “ Non lo sapeva e si stupì, quando comprese che non le importava. Avrebbe potuto anche essere il brutto anatroccolo, o il gobbo di Notre Dame, ma i suoi sentimenti per lui non sarebbero mai cambiati. Amava lui, il suo modo di essere, il calore del suo corpo quando la stringeva tra le sue braccia, il sapore della sua bocca, ma soprattutto il suo profumo: lo avrebbe riconosciuto tra mille. “ Eleonora stai bene? “ domandò Anna entrando nella stanza dell’ospedale. 94


“ Potrei stare meglio! voltandosi verso la madre. “ Cosa c’è felice! “

piccola?

disse

Dovresti

essere

“ Lo sono, ma lo sarei ancora di più se potessi avere indietro il mio telefonino. E’ il 31 dicembre, l’anno sta finendo e io non sento Christopher da parecchi giorni. Vorrei chiamarlo, dirgli che sto bene e che mi manca, ma non posso farlo perché tu e papà vi ostinate a trattarmi come una bambina indifesa. Sono una donna ormai e posso decidere da sola. “ “ Tesoro…” “ Cosa vuoi dirmi mamma? Che lo state facendo per il mio bene? “ borbottò Eleonora interrompendo Anna. “ Si…per il tuo bene! “ “ E’ lui il mio bene e non appena uscirò da qui e tornerò in Italia, andrò a cercarlo. Non mi importa se non siete d’accordo. “ Nel frattempo arrivò anche Arturo, che intuì subito l’atmosfera pesante che crepitava nell’aria. “ Cosa succede? “ chiese volgendo il suo 95


sguardo prima sulla moglie e poi sulla figlia. “ Succede che non puoi trattarmi così papà. Io lo so che mi vuoi bene, so che le tue intenzioni hanno l’obiettivo di tutelarmi, ma io amo Christopher e voglio stare con lui. “ Arturo deglutì e cercò di contenere la rabbia. Eleonora aveva bisogno di riposo e non era il caso di inveire contro di lei. “ Tesoro, possiamo riparlarne in un altro momento? Hai subito un intervento e anche se è andato bene, devi riposarti e stare calma. “ “ Papà… “ “ Per favore Eleonora! Non ora! Ho una sorpresa per te! “ mormorò dedicando alla figlia un sorriso pieno d’amore. Sulla soglia della porta apparve Luca con un mazzo di rose bianche e rosa. La guardò e Ele gli corse incontro, abbracciandolo. “ Ehi, a quanto pare sei felice di vedermi! “ mormorò Luca stringendola a sé. “ Oh si, lo sono. Ma che ci fai qui? “

96


“ Secondo te? Non avrei mai potuto lasciare da sola la mia bellissima farfalla smeraldo per l’ultimo dell’anno. Stasera si festeggia piccola! Diciamo addio a questo tremendo anno e diamo il benvenuto a quello nuovo! “ dichiarò Luca porgendole i fiori. “ Festeggiamo? In ospedale? “ chiese Ele incuriosita. “ Non proprio. Ho ottenuto un permesso speciale! “ disse Luca guardando il signor Viole “ Ora sarà meglio che ti prepari.” “ Prepararmi? E cosa dovrei mettermi? “ “ Cara, stai tranquilla, ci pensato noi. “ annunciò Anna. Arturo uscì dalla stanza delle borse in mano.

e

abbiamo

tornò

con

“ Avete fatto shopping? “ domandò Ele divertita. “ Si! “ rispose Arturo “ E adesso fatti bella, anche se in verità, già lo sei. “ Più tardi Luca e Eleonora cenarono insieme ai signori Viole in una saletta privata della clinica. Erano tutti impeccabilmente vestiti. Arturo e Luca indossavano lo smoking, Anna un abito lungo color porpora e Ele un vestito di 97


seta verde che rendeva i suoi occhi ancora più luminosi e belli. In sottofondo c’era una musica leggera e soave e i coniugi Viole cominciarono a danzare. “ Balla con me! “ sussurrò porgendo la sua mano a Ele.

Luca

Volteggiarono nella stanza, uniti dalla passione per la danza. Luca la strinse a sé e avvicinò la bocca all’orecchio di Eleonora. “ Sei bellissima! “ mormorò con enfasi. Ele si scostò e lo guardò negli occhi: due perle scure e luccicanti la trafissero e la turbarono. Per una frazione di secondo, in quello sguardo, lesse qualcosa che non riuscì a spiegarsi. A mezzanotte brindarono al nuovo anno e poi riaccompagnarono Eleonora nella sua stanza. Dopo averle augurato la buona notte Anna e Arturo si congedarono e tornarono in albergo, mentre Luca restò un altro po’ con lei. “ Grazie per la bella serata! “ “ Ti sei divertita? “ “ Si! “ “ 98

Ma

non

sei

felice.

Vero?

chiese


Luca. “ Perché dici così? “ “ Tuo padre mi ha raccontato tutto. “ “ Ah certo, figuriamoci. E’ per questo che sei venuto? Per farmi cambiare idea? “ borbottò Eleonora visibilmente arrabbiata. “ Lo ami? “ “ Che domanda è? Certo che lo amo! “ “ Ma non l’hai mai visto! E’ più grande di te e non avete niente in comune. “ “ Non ci posso credere! Mi stai facendo la paternale? Quando ami davvero non hai bisogno di vedere, ma di sentire. E io ho sentito Luca….ho sentito l’amore. Non lo capisci? “ “ Io capisco benissimo. E’ solo che speravo che non fosse così. Speravo che tu, cambiassi idea. “ “ E perché mai? “ “ Perché…perché non sopporto di saperti innamorata di un altro uomo. Io….ti amo!“ Eleonora non sapeva cosa dire. Negli occhi di Luca aveva visto l’amore, ma 99


aveva sperato con tutta se stessa di essersi sbagliata. Gli voleva bene e l’ultima cosa che avrebbe voluto fare, era spezzargli il cuore. “ Mi dispiace, ma disse a bassa voce, parole erano come punta affilata che suo migliore amico.

io….non amo te! “ sapendo che le sue una freccia dalla avrebbe colpito il

Luca chiuse gli occhi per un attimo e scosse la testa per riordinare i pensieri. “ Lo so! E ti prego non guardarmi così. Non voglio farti pena. Credo che sia meglio se non ci vediamo per un po’. Ho bisogno di allontanarmi da te. “ Eleonora avrebbe voluto replicare, ma Luca non gli diede il tempo, dileguandosi rapidamente. Rimasta sola, iniziò a piangere. Peggio di così non poteva andare…..

Christopher era partito da Milano alle 22 della sera del 28 dicembre e all'una di notte, ora di New York, si apprestava ad atterrare al JFK della Grande Mela. Si convinse immediatamente che andare all'ospedale a quell'ora della notte avrebbe potuto compromettere l'esito dell'operazione a cui sapeva che 100


Eleonora era destinata e voleva lasciarla tranquilla anche se in cuor suo era consapevole del fatto che la loro lontananza non avrebbe generato alcun tipo di tranquillità in nessuno dei due. Optò quindi per il Four Season che accoglieva gli ospiti anche dopo mezzanotte, se come lui, erano clienti particolarmente assidui e generosi. Nonostante tutti i buoni propositi per rilassarsi e dormire, cercando quel riposo di cui aveva bisogno, non era riuscito a chiudere occhio né in aereo né nella Suite dell'Hotel; la Dea dagli occhi verdi perseguitava i suoi pensieri e dopo la loro notte di passione in cui lui aveva potuto ammirare il corpo da ballerina classica della sua Ele, i pensieri su di lei erano al tempo stesso ossessionanti, romantici e scabrosi. Il 29 mattina Chris era uscito dalla sua Suite con determinazione pronto a riprendersi Eleonora. Per evitare di essere in preda ad una scarica ormonale e rivolgere il suo testosterone contro Arturo, fece una lunga sessione di allenamento nella palestra dell'Hotel. Dopo un'abbondante colazione decise di perlustrare le entrare del reparto di Neurologia del Lennox Hill, ma soprattutto voleva capire se Arturo ed Anna facessero sempre da balia ad Eleonora o se ci fossero dei momenti, magari durante i pasti, durante i quali Ele venisse lasciata sola. 101


Avrebbe dovuto agire come una faina e capire quando sarebbe stato meglio entrare e portarsi a casa ciò che gli apparteneva. Sapeva che Ele, quella mattina, avrebbe dovuto essere sottoposta all'intervento e l'avrebbe lasciata un paio di giorni tranquilla in convalescenza prima di caricarla di peso sul suo Jet e portarla in Italia. Appostato ad uno Starbucks vicino all'entrata dell'Ospedale vide Arturo ed Anna entrare nel nosocomio. Passarono due giorni, due lunghissimi giorni in cui Christopher non poteva fare altro che guardare il piano di neurologia dalla strada, immaginando cosa stesse facendo Eleonora. L'idea che non potesse stare accanto alla sua donna in quel momento così delicato per la sua salute, compito e privilegio che invece spettava a lui,lo faceva infuriare. Il 31 dicembre, Chris era determinato a "rapire" Ele, oramai i giorni della convalescenza erano volti al termine e null'altro lo avrebbe più trattenuto. Attese paziente, come un bravo Navy Seal, il momento perfetto per fare incursione. Ciò che vide però lo fece contorcere sullo sgabello del bar in cui si era rifugiato in attesa di agire: insieme ai signori Viole c'era Luca. Tutti e tre stavano entrando nell'Ospedale e Chris pensò immediatamente che anche l'onore di passare il capodanno con la donna della 102


sua vita gli era stato negato, lasciando il privilegio a quell'imbecille di Luca Mezzanotte passò e dopo poco vide il "simpatico" trio uscire dal Lennox Hill e senza aspettare un secondo di più entrò nell'ospedale e si recò al piano di Neurologia. Trovare Eleonora fu facile, ma ciò che successe in seguito lo destabilizzò fin quasi a fargli perdere l'equilibrio mentale: una volta entrato nella stanza della sua Dea dagli occhi verdi si apprestò a farle sentire la sua presenza e a tranquillizzarla sul fatto che aveva mantenuto la promessa che le aveva fatto: in un modo o nell'altro l'avrebbe sempre raggiunta per riunirsi a lei. Invece Eleonora disse le parole che rimasero con Chris per il resto della sua vita. Ele sentendo dei passi nella sua stanza si girò e guardò Chris negli occhi. “ Ciao Chris “ gli disse con le lacrime agli occhi “ stavo pensando a te……mi sei mancato così tanto! “ “ Ele, tesoro, come facevi a sapere che ero qui? “ “ Amore, l'intervento è riuscito e ora ci vedo di nuovo. Ti ho riconosciuto appena sei entrato, sapevo che eri tu, la mia anima ha riconosciuto la tua; le vibrazioni che ci sono tra noi non mentono…..e …..sei bellissimo.” 103


“ Oh tesoro, amore mio……” disse Chris prendendo Eleonora tra le braccia “ ti amo, ti amo, ti amo…….ed è arrivato il momento…il nostro momento! “ Con quelle parole, Chris sollevò Ele tra le braccia e la portò all'accettazione per farle firmare le dimissioni volontarie. L'inizio del nuovo anno, come della loro vita insieme, era appena iniziato.

104


Capitolo Dieci Il cuore di Eleonora batteva incessante. Un ritmo continuo, incalzante e destabilizzante. Non appena varcarono la soglia della Suite del Four Season, iniziò a rendersi conto della pazzia che aveva compiuto. “ Cosa ho fatto? Mio padre questa volta non mi perdonerà! “ pensò. Christopher colse l’espressione preoccupata della sua bellissima Dea e si avvicinò a lei, per tranquillizzarla. “ Va tutto bene, Ele. Finalmente siamo io e te, da soli. Cerca di lasciare il resto del mondo fuori. Concentrati su di me, su quello che siamo insieme. “ “ E’ proprio il resto del mondo a mettermi ansia. Hai una vaga idea di come reagiranno i miei genitori quando si renderanno conto che sono scappata? “ “ Ce ne occuperemo domani mattina. Adesso voglio solo dedicarmi a te.” “ Chris… “ “ Ti prego…ho bisogno di te! “ disse Christopher avvicinandosi a Eleonora. 105


Ogni timore sparì e si dissolse quando i loro occhi si incrociarono. Le iridi azzurre di Chris colpirono Ele e la fecero vacillare per alcuni interminabili istanti. A fatica riprese il controllo, ma si perse di nuovo, ammirando ogni singolo particolare del corpo di quell’uomo bellissimo che le stava difronte. Il suo sguardo passò dal volto, al petto reso ancora più invitante da un’elegante camicia scura, alle gambe fasciate da pantaloni dal taglio classico, per poi soffermarsi definitivamente sulla sua bocca. Deglutì, mentre pensieri decisamente poco casti le attraversarono la mente. Quelle labbra erano state su di lei, provocandole sensazioni meravigliose, e vederle per la prima volta, osservarle dettagliatamente, accesero il suo desiderio. Christopher nel frattempo sorrise divertito dall’espressione ammiccante di Ele e cogliendo l’attimo, la baciò, indugiando su quelle labbra dolci come il miele. La passione divampò e ben presto si ritrovarono nudi sul letto e per la prima volta fecero l’amore guardandosi negli occhi… L’indomani si svegliarono di buonora e prima di lasciare il Four Season, Chris chiamò il signor Viole. La telefonata fu concitata e carica di minacce da parte di Arturo, che alla fine dovette cedere difronte all’evidenza. Non poteva fare 106


nulla, Eleonora aveva deciso ed era maggiorenne e consenziente. Quando parlò con lei, non potè fare a meno di comunicarle la sua delusione per quel comportamento riprovevole e a suo parere adolescenziale. Terminata la conversazione, Christopher e Ele furono accompagnati all’aeroporto, dove li attendeva il jet privato. “ Dove stiamo Eleonora.

andando?

domandò

“ E’ una sorpresa! “ Ele sorrise e poi

si incupì.

“ Qualcosa premuroso.

va?

non

chiese

Chris

“ Va tutto bene… “ “ Non è vero! Sei pentita? “ “ No, è solo che mi dispiace per mio padre. Non volevo ferirlo. “ “ Vedrai che capirà e tutto sistemerà! “ disse Christopher convinzione.

si con

“ Come fai ad esserne così sicuro? “ “ Sono ottimista! “ mormorò sfoderando un dolce sorriso “ E adesso vieni con me! “ borbottò mentre salivano sul jet. 107


Una volta in volo Christopher decise che era giunto il momento di dire alla sua Dea dove erano diretti. “ Las Vegas è la nostra meta! “ borbottò di punto in bianco. “ Las Vegas? “ “ Si! “ Eleonora ci pensò per un rivolse lo sguardo a Chris.

po’

e

poi

“ Non stiamo andando a Las Vegas per… “ “ E invece si ! “ la interruppe Chris. Tese la mano alla sua Dea e la face alzare. Estrasse un telecomando dalla tasca della giacca e le note di She di Charles Aznavour si diffusero nella cabina dell’aereo. “ Permette un ballo signorina Viole? “ Lei annuì Chris.

e

si

strinse

al

corpo

di

“ Ti amo Eleonora! “ le sussurrò all’orecchio “ Solo tu puoi rendermi felice….con i tuoi baci, con la tua presenza, con il tuo sì! Gli 108

occhi

di

Ele

saettarono

sullo


sguardo penetrante di Christopher che repentino, estrasse una scatolina dalla tasca e si inginocchiò ai suoi piedi. “ Amami Eleonora, oggi, domani e per sempre. Diventa mia moglie, la mia compagna, la mia unica ragione di vita… “ mormorò con ardore tenendo fra le dita un meraviglioso solitario carré in platino” Ti prego, dimmi di sì! Sposami! “ La Dea dagli occhi verdi non esitò nemmeno per un nanosecondo. Amava quell’uomo e per quanto fosse prematuro, inesplicabile e illogico gettarsi a capofitto in un amore appena nato, non poté fare a meno di dar voce alla sua risposta. “ Si! Voglio essere tua moglie, la tua compagna, la tua unica ragione di vita e voglio che tu sia mio marito, il mio compagno e la mia unica ragione di vita. Ti amo Christopher….con tutto il cuore.“ L’emozione crepitava nell’aria…erano entrambi commossi e felici. Mentre la canzone volgeva quasi al termine Chris sussurrò le ultime strofe all’orecchio di Eleonora. Lei può essere la ragione per la quale sopravvivo Il motivo e il fine della mia vita Quella di cui voglio prendermi cura 109


durante gli anni difficili Io, voglio prendere il suo sorriso e le sue lacrime E farne miei souvenir Dove lei va me voglio esserci Il significato della mia vita è lei Ele aveva i brividi che le correvano lungo la spina dorsale e non poté trattenere le lacrime che iniziarono a scenderle lungo le gote. Quando il ballo finì Chris fissò negli occhi la sua Dea e le disse: “ Ho un'altra sorpresa per te… aspettami qui.” “ Ma Chris - disse di rimando Ele ancora sorprese? Non ti sembra di viziarmi troppo? ” “ Troppo tesoro esisterà mai nel si tratta di te amore mio nulla è

è una parola che non mio vocabolario quando rispose Chris -per te, mai abbastanza.”

E con queste parole sparì all'interno di una stanzetta del jet. Quando ne uscì aveva tra le mani due scatole, una molto grande e una più piccola. Le appoggiò sul tavolino della cabina con un sorriso da gatto sornione. “ Apri amore mio ” disse esortandola. Eleonora, 110

con

mani

tremanti,

aprì

il


pacco più grande come le era stato consigliato dal suo uomo e all'interno vi trovò un paio di stiletti di cristallo a sfondo panna di Manolo Blanik; aprì anche la scatola più grande e ciò che vi trovò all'interno la fece quasi collassare dall'emozione. Ripiegato in maniera magistrale, era disteso un meraviglioso abito di satin color bianco avorio di Valentino; sollevandolo, si rivelò essere un abito nuziale in stile sottoveste, molto semplice, lineare e lungo oltre il collo del piede. In aggiunta vi era un velo in tulle che si poteva fermare con un pettinino tra i capelli. Un sacchetto all'interno del pacco che conteneva l'abito rivelò all'interno della lingerie candida e di prestigio. “ Chris è meraviglioso… tutto ” riuscì infine a dire Eleonora “ tu sei meraviglioso, il nostro amore è meraviglioso, e altrettanto lo sarà il nostro matrimonio.” “ Ele, amore “ asserì Chris “ la nostra vita da marito e moglie sarà meravigliosa. Ti amo e sono certo che ti amerò per sempre. Non ho mai provato nulla del genere per nessuna e mai lo proverò. Ci sei tu ora e in futuro.” Quando il capitano annunciò che mancavano solo 30 minuti all'atterraggio a Las Vegas, Chris ed Eleonora 111


iniziarono a prepararsi, ognuno in una parte diversa dell'aereo.Chris indossò uno smoking Brioni, ed Eleonora riuscì a vestirsi e a pettinarsi perfettamente da sola ( abitudine dovuta agli anni passati ad acconciarsi in camerino per la danza). Si truccò in maniera naturale ed infine infilò le sue nuove calzature. Aveva il cuore che batteva come le ali di un colibrì e con un respiro profondo si apprestò ad uscire dalla camera. Chris quando la vide rimase senza fiato. Aveva fatto quegli acquisti prima di partire per gli Stati Uniti, ben sapendo quale sarebbe stato il suo proposito: la voleva sposare; voleva che fosse sua….la Signora Corselli, in modo che nessuno avrebbe mai più potuto interferire tra di loro. Ma non era la sola motivazione. In realtà, lui non poteva più vivere senza di lei. Non avrebbe voluto passare neanche più una notte senza Ele tra le braccia. Una volta atterrati a Las Vegas, trovarono sulla pista, ai piedi della scaletta del Jet, una limousine sulla quale salirono per essere scortati in una cappella piccola, semplice e tutta bianca. Eleonora pensava ad una chiesetta chip con fotografie di Elvis al posto di sacri affreschi ad adornare le pareti e squallida musica dozzinale: invece rimase sorpresa nel vedere che Chris aveva pensato proprio a tutto. La chiesetta era di buon gusto, nessun 112


prete travestito e nessuna Love me tender in sottofondo: vi erano invece il sacerdote e il chierichetto che fungeva anche da testimone, pochi banchi vuoti e sottofondo di violini. I futuri sposini si presero per mano e guardandosi negli occhi ascoltarono le parole del parroco fino a che arrivò il momento fatidico dello scambio delle promesse nuziali. Chris estrasse dalla tasca interna della giacca una scatolina: all'interno due fedi in platino bianco identiche, tranne che per le dimensioni. “ Con questo anello io ti sposo” pronunciò Chris guardando Eleonora negli occhi ed infilandole la fede all'anulare dove già avevano trovato posto la fedina di brillanti e il solitario. “ Con questo anello io ti sposo “ rispose Eleonora, e mentre stava per infilare l'anello al dito del suo amore Chris le strizzò l'occhio facendo cenno di guardare all'interno della fede. Prima di sigillare il prezioso cerchietto all'anulare di Chris, Ele vide che all'interno della vera nuziale era stato inciso: Eleonora e il simbolo dell'infinito, lo stesso che era inciso nella fedina di brillanti. Con un sorriso infilò l'anello al dito di Chris. Il sacerdote li dichiarò marito e moglie e i due amanti si scambiarono il bacio più dolce e complice a cui si 113


possa pensare. Uscirono dalla chiesetta quasi correndo, Chris con il certificato matrimoniale ben ripiegato nella tasca interna della giacca ed Eleonora con un bagliore negli occhi molto maggiore rispetto alla brillantezza che risplendeva dal suo anulare. Erano sposati. “ E ora dove andiamo? “ chiese Ele con eccitazione. “ Al Caesar Palace, mogliettina mia! Questa è la nostra notte di nozze e ci meritiamo una cena raffinata e un ballo…il primo da marito e moglie e poi…….” A quelle parole Eleonora diventò rossa come un peperone. Anche se non sarebbe di certo stata la prima notte con Chris, si sentiva emozionata: ora era sua moglie e avrebbero fatto l'amore con la consapevolezza di appartenersi reciprocamente nel cuore, nell'anima e anche davanti a Dio. Arrivarono al magnifico Hotel dove ovviamente Chris aveva già pensato alla prenotazione della suite matrimoniale, quella più bella ed elegante. Ancora con gli abiti da cerimonia addosso si ritrovarono a cenare ad un tavolo apparecchiato sontuosamente davanti alla sola luce che proveniva dal caminetto: petto d'anatra affumicato su crostini di 114


fois gras, risotto allo Champagne e astice e per secondo, trancio di tonno gratinato con mandorle. Per finire Chris le fece trovare una piccola Wedding Cake ricoperta di pasta di mandorle immacolata, sulla cui cima erano tracciate le loro iniziali. Il tutto innaffiato da prestigioso Dom Perignon. Alla fine della cena, durante la quale si erano scambiati le parole più dolci e gli sguardi più appassionati, Chris prese Eleonora per la mano e al accompagnò al centro del salottino. Solo per te dei Negramaro partì in sottofondo e mentre facevano il loro primo ballo da marito e moglie, Chris iniziò a spogliarla. Le abbassò le spalline dell'abito che ricadde ai piedi di Ele facendola rimanere con una guepiere di raso bianco, perizoma di pizzo in tinta e stiletti di cristallo. L'eccitazione di Chris divenne talmente evidente da costringerlo a far scendere la zip del proprio smoking. Vedendo quel gesto Eleonora si eccitò fino quasi al limite: suo marito era sexy, bellissimo e per la prima volta pensò a lui in maniera lasciva. Iniziò a togliergli il papillon, poi la giacca e gli slacciò la camicia. Infine, anche lui si ritrovò con la sola biancheria intima addosso. Con mani avide, impazienti di sentirsi reciprocamente pelle su pelle, si tolsero anche le ultime barriere che li dividevano e nudi si gettarono 115


sull'enorme letto King size della suite. Chris, incapace di trattenersi oltre, sprofondò nel calore dell'intimità di Eleonora pronunciando in maniera alternata parole d'amore e parole di fuoco. Le sue mani accarezzavano il volto di Ele, mentre la sua bocca era ora sulle labbra della sua Dea, ora sui suoi capezzoli, ora sul suo collo. Quando infine raggiunsero simultaneamente l'orgasmo rimasero a guardarsi, occhi negli occhi, incapaci di uscire l'uno dall'altra. “ Ti amo Eleonora, sei la mia vita e sempre lo sarai. “ “ Ti amo Chris, e a dispetto di tutto e tutti, sei mio come io sono tua…..per sempre. “ Con queste parole, il loro amore riaccese il desiderio e si ritrovarono nuovamente persi, l'uno dentro l'altra, per tutta la notte. A novemila chilometri di distanza c'era un uomo che stava scrivendo una lettera: ritagli di giornali, colla e guanti erano il decoro del tavolo….

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Capitolo Undici GOSSIP MAN Christopher nozze!

Corselli

è

convolato

a

Matrimonio lampo e in gran segreto per l’uomo più sexy e famoso del mondo cinematografico, che si è sposato un paio di giorni fa a Las Vegas, con la ventenne Eleonora Viole, la giovane ballerina rimasta ferita nella sparatoria avvenuta a Milano, lo scorso 18 dicembre. A quanto pare il tenebroso e donnaiolo Corselli si è fatto conquistare dal viso dolce e incantevole della fanciulla che gli ha salvato la vita. E’ questa una notizia sconvolgente, soprattutto per tutte le attrici che da anni inseguono il milionario produttore con la speranza di ottenere da lui qualcosa di più, che una notte di passione. Tante sono state le accompagnatrici avvenenti e procaci con cui il produttore ha avuto delle relazioni, ma mai nessuna si era dimostrata degna di ricoprire il ruolo di fidanzata ufficiale, né tantomeno di moglie. Sarà davvero la donna giusta per lui? Di certo è da premiare il coraggio 117


o forse sarebbe meglio dire, l’incoscienza di questa ragazza che non ha tenuto conto del passato da dongiovanni del bel Christopher!

Licata osservò il quotidiano che teneva tra le mani e ciò che vi lesse lo lasciò senza parole. La notizia del matrimonio pian piano fece strada nella sua mente come qualcosa di diabolicamente sublime: una mogliettina giovane e attraente era il bersaglio perfetto! Quel bastardo playboy che aveva rovinato la sua vita e quella della sua amata Benedetta l’avrebbe pagata amaramente. Las Vegas 2 gennaio 2013 Chris si svegliò nella Suite del Ceasar Palace a Las Vegas e guardò Eleonora che dormiva al suo fianco: era sua moglie, la Signora Corselli, la sua ragione di vita. Mai avrebbe detto che questo giorno sarebbe arrivato: non aveva mai neanche immaginato che potesse esserci una moglie nel suo futuro. Con tutta la dolcezza che gli era nata nel cuore, svegliò Eleonora: da li a due ore sarebbero dovuti partire per New York e successivamente per Milano. La loro nuova vita insieme, come marito e moglie li attendeva, non prima di aver fatto una Luna di miele in qualche posticino 118


romantico: cosa di cui Chris si stava già occupando per fare una sorpresa alla sua Dea. Milano 3 gennaio Atterrati a Milano Chris ed Eleonora erano in uno stato di torpore sognante: avevano passato il viaggio nella cabina letto del Jet facendo l'amore e mangiucchiando qualcosa di leggero, ma decisamente troppe poche calorie per le loro prestazioni. Il pensiero di Eleonora, non appena toccato il suolo meneghino, fu per suo padre. Avrebbe dovuto affrontarlo quel pomeriggio stesso: sapeva dai giornali che ormai il suo matrimonio con Chris era di dominio pubblico e le piangeva il cuore che la sua famiglia non fosse stata presente nel giorno più bello della sua vita, ma ancor di più, che quel passo così importante fosse stato fatto di nascosto, come qualcosa di sordido di cui vergognarsi; invece era la cosa migliore che Ele avesse mai vissuto, il regalo più bello che la vita le avesse donato era Chris e avrebbe messo anima e corpo affinché anche i suoi genitori capissero il loro amore. “ Cosa c'è tesoro? Stai bene? “ chiese Chris notando Ele rabbuiarsi a mano a mano che si avvicinavano al capoluogo lombardo a bordo della loro Range Rover.

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“ Chris sono preoccupata per la reazione che avrà la mia famiglia: mio padre è davvero molto ostinato nei tuoi confronti e mia mamma che ti supportava, penso che abbia cambiato idea: le hai rapito la figlia per sposarla e lei si è persa il mio matrimonio, era un giorno che sognava dalla mia nascita: ho paura che non ci perdoneranno mai per quello che abbiamo fatto. “ “ Sei pentita amore? Vorresti tornare indietro e fare le cose diversamente se potessi? “ “ No Chris, amore, assolutamente: io ti amo da morire e penso che sposarti sia stata la scelta migliore che abbia mai preso in vita mia: solo che non riesco a liberarmi dal senso di colpa per aver escluso i miei genitori da questo evento. Sono sempre stata una figlia rispettosa e i miei genitori si sono sempre dimostrati amorevoli nei miei confronti anche se, con mio padre, ho avuto spesso delle divergenze per via della danza, ma ciò non toglie che siamo scappati come dei ladri! Comunque ti ripeto: non sono pentita, e lo rifarei altre 1000 volte. Sei mio marito, il mio futuro e ora vorrei solo che risolvessimo la questione con i miei, dopodiché il mio pensiero tornerà ad essere solo per te, per noi. “ “ Tesoro, non ti preoccupare: vedrai che 120


risolveremo tutto. Ci penserò io a parlare con tuo padre e con tua madre e spiegherò ogni cosa, in fin dei conti anche loro sono stati innamorati. Mi prenderò cura io di te e ti assicuro che non dovrai mai più avere pensieri tristi. Ti amo Eleonora, come non sapevo si potesse amare; sei la mia donna, la mia amante e la madre dei figli che Dio vorrà donarci. Farei e farò di tutto per te, a qualunque costo. “ Chris prese la mano di Eleonora e baciò tutte le nocche fino a che giunse all'anulare dove era situata la fede. A quel punto, dopo un bacio dolcissimo su tutti e tre gli anelli, si accorse di avere le guance rigate dalle lacrime. “ Che diavolo mi sta facendo questa donna? Ogni gesto, ogni sorriso, ogni parola, ogni sguardo di Eleonora mi fanno commuovere ed emozionare fino a farmi piangere! Stento a riconoscermi! Voglio amarla per sempre! “ disse nella sua mente. Se questo era stato baciato aveva trovato e tutto l'oro del

l'amore allora lui era dalla Dea Bendata: lo non lo avrebbe perso per mondo.

Con tutto il coraggio disposizione Christopher apprestarono quel presentarsi a casa Viole

che avevano a ed Eleonora si pomeriggio a per chiarire la 121


situazione. Giunti al cancello della villa di Arturo a Monza, Ele era agitata, mentre Chris indossò la sua maschera professionale che utilizzava quando doveva concludere un affare ed in cuor suo era proprio quello che avvertiva. L'accoglienza di Arturo ed Anna si rivelò essere più gelida del previsto: Anna appena vide Eleonora iniziò a piangere e si defilò in cucina senza dare l'opportunità a nessuno di poter parlare; per quanto riguardava Arturo, lanciò un'occhiata glaciale a Chris e destinò un borbottio senza significato verso la figlia. A quel punto Chris decise di prendere in mano la situazione e chiese al signor Viole di poter parlare da uomo ad uomo in disparte, non perché volesse ancora fare le cose di nascosto, ma perché sperava di poter aprire il suo cuore al neo suocero in modo che non si facesse di lui un'idea del tutto sbagliata: ciò che i quotidiani avevano scritto di lui e del suo passato rischiava di gettare delle ombre sul suo matrimonio oltre che sulla sua nuova famiglia. “ Signor Viole la prego, vorrei parlare con lei in privato “ disse Chris con tutta l'umiltà di cui disponeva. “ Signor Corselli… “ “ La prego, mi chiami Chris….ora sono il marito di sua figlia. “ 122


“ Chris “ proseguì Arturo “ ti rendi conto di cosa avete fatto tu ed Eleonora? Io avrei potuto anche capire mia figlia: ha 20 anni! Un colpo di testa a quell'età l'abbiamo fatto tutti, anche se per colpo di testa avrei preferito un piercing o un tatuaggio….ma Dio mio….tu hai 35 anni? Avresti dovuto utilizzare più raziocinio, più buonsenso, avresti dovuto ponderare meglio il passo che avete fatto. “ “ Vede Signor Viole, l'amore non ha nulla a che vedere con il raziocinio, né con il buonsenso. Amore è semplicemente AMORE. I sentimenti sono qualcosa che esula dal nostro volere e dal nostro potere: quando si ama semplicemente si ama. Non c'è età, non c'è tempo e non c'è diplomazia: Io sono innamorato follemente di Eleonora, e le giuro che tutto ciò che sicuramente avrà letto sul mio conto, è la verità solo in parte. Prima di conoscere sua figlia ero uno scapolo, è vero, senza legami, senza promesse per nessuna donna e su questo sono sempre stato molto sincero con tutte. Non mi sono mai sposato, non ho mai avuto figli illegittimi e non mi sono mai neanche innamorato. L'amore è entrato nella mia vita il 18 dicembre, quando per la prima volta ho visto Eleonora. L'amore per me ha gli occhi verdi, una bocca di fragola e il profumo dell'ambra e della vaniglia. L'amore per 123


me si chiama Eleonora e sempre sarà così fino a che avrò un alito di vita nel mio corpo.” A quelle parole toccanti e pronunciate con così tanta enfasi e sincerità, il cuore di Arturo si sciolse e l'unica cosa che riuscì a fare fu quella di abbracciare Christopher, attirandolo al suo petto. “ Se tutto quello che hai detto è vero, e non ho motivo di dubitare del contrario, allora ti voglio solo dire una cosa: benvenuto in famiglia figliolo. Ma ti avverto di una cosa: fai scendere una lacrima di dolore sul volto di mia figlia e io diventerò il tuo peggior nemico. “ disse Arturo con commozione. “ Signor

Viole… “

“ Da oggi vorrei essere chiamato Arturo per favore.” “ Arturo “ – mormorò Chris con sorpresa “ la ringrazio di aver capito che io amo davvero sua figlia. E le prometto che renderò Eleonora felice e mi prenderò per sempre cura di lei.” “ Ti credo, leggo dai tuo occhi che sei sincero. Ora vieni, beviamoci un bel bicchiere di Champagne per festeggiare la vostra unione e cercherò di parlare 124


anche con mia moglie per tranquillizzarla, ma tu Chris devi capire Anna: le hai aspettato il giorno del matrimonio della nostra unica figlia per tutta la vita da quando Ele è nata e tu ci hai privato di questa gioia: di poter essere presenti nel giorno più bello per Eleonora. Ora promettimi una cosa: ripeterete la cerimonia qui in Italia: con tutti gli annessi e i connessi. Per favore, anche se siete già sposati, accetta di fare questa cosa per noi e anche per Ele. “ “ Certo Arturo, organizzerò tutto, anzi, se ad Anna fa piacere, potrebbe organizzare lei stessa il matrimonio dei sogni di Eleonora: ovviamente penserò io a tutte le spese: budget illimitato ; ogni desiderio della mia amata moglie e della mia nuova suocera deve diventare realtà. “ Dopo un tira e molla di oltre mezz'ora anche Anna si convinse della buona fede di Chris e perdonò Eleonora che finalmente poté ricevere dai genitori un abbraccio di congratulazioni per la sua nuova vita da donna sposata. Tra le braccia dei genitori si sciolse e le sembrò di toccare il cielo con un dito. Nella sua vita ogni tassello aveva trovato un incastro perfetto: la vista le era tornata, si era innamorata dell'uomo più bello, sexy, ricco, dolce e meraviglioso che esistesse sulla 125


faccia della terra e finalmente anche il rapporto con i genitori sembrava aver trovato la giusta dimensione. PiÚ tardi, mentre nella sua camera di "bambina" si apprestava a fare le valigie per trasferirsi nella sua nuova dimora milanese, Eleonora si rese conto di essere una ragazza davvero fortunata. Tanta felicità però poteva fare paura. Nella vita si può avere tutto?

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Capitolo Dodici Una volta tornati a casa, Chris si rinchiuse nel suo ufficio e Ele si dedicò alla sistemazione dei propri effetti personali. Si guardava intorno, tra lo stupore, la gioia e la meraviglia, assaporando quelle sensazioni nuove che scaturivano dal dover condividere con suo marito, non solo degli spazi comuni, ma un’intera vita. Era successo tutto talmente in fretta che quasi era impossibile crederci. Adesso era la signora Corselli….e per quanto fosse felice, non potè fare a meno di ricordare le parole che aveva letto sulla rivista “ Gossip Man”… “Sarà davvero la donna giusta per lui? Di certo è da premiare il coraggio o forse sarebbe meglio dire, l’incoscienza di questa ragazza che non ha tenuto conto del passato da dongiovanni del bel Christopher! “ “ Incosciente io? Forse si….ma non mi importa! E so di essere la donna giusta per lui, come lui è l’uomo giusto per me. Non potrebbe essere altrimenti. “ disse tra sé.

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Il trillo del suo cellulare la distolse dai suoi pensieri. “ Pronto? “ “ Ciao Ele! “ “ Luca…ciao! “ “ E così ti sei sposata? “ “ Si! “ “ Non aspettarti le mie congratulazioni! “ borbottò seccamente. “ Non te le ho chieste! “ “ Senti….io…..lo sai….cosa penso e non posso gioire con te. Ma non perché provo dei sentimenti per te, ma semplicemente perché sono convinto che tu abbia firmato la tua infelicità! Che fretta c’era? Vuoi dirmelo? Non lo conosci e…..sui giornali ne dicono di cotte e di crude sul suo conto. Ti farà soffrire… “ “ Da quando in qua credi ai pettegolezzi che leggi sulle riviste? “ “ Non ho detto che ci credo, ma penso che un fondo di verità c’è sempre. E il tuo produttore non è di certo uno stinco di santo. “ “ 128

Luca

ora

basta!

Perché

mi

hai


telefonato? Per litigare? Non puoi semplicemente provare a capirmi. Non pretendo la tua benedizione, ma …ma almeno cerca di non torturarmi con degli stupidi pettegolezzi. Io lo amo e lui ama me. Il passato è passato. Ho un futuro che mi attende e se tu vuoi farne parte devi accettare questa cosa. Ti voglio bene….sei il mio migliore amico! E vorrei che non scomparissi dalla mia vita…. “ Luca non rispose. Restò in linea, senza aggiungere niente. Era arrabbiato, ferito e innamorato di Eleonora, ma ormai era troppo tardi. La sua farfalla smeraldo aveva spiccato il volo…. “ Non voglio vederti mai più! “ disse Luca con astio. “ Luca…per favore…. Ascoltami! “ mormorò Ele, ma l’unico suono che sentì, fu quello che indicava la fine della conversazione. Posò il telefono sul comodino e quando si girò, vide Christopher sulla soglia della porta che la fissava, con un’espressione indecifrabile. “ Devi dirmi qualcosa? “ dichiarò con tono severo. “ Ehm…io…stavo parlando con affermò Ele con voce tremante.

Luca

129


“ Luca?! Eh che diavolo vuole da te? “ Eleonora non sapeva cosa dire. Era ancora sconvolta per via della telefonata e ora lo era ancora di più, per l’atteggiamento ambiguo di Chris. “ Niente! “ sussurrò, voltandosi e continuando a sistemare gli abiti che giacevano sul letto. “ Niente? Non Eleonora. “

mi

piacciono

le

bugie

“ Ma che diavolo gli prende? E’ geloso? “ si domandò Ele. “ Chris abbiamo avuto una piccola discussione, ma si risolverà tutto. E’ solo che….non capisce la mia decisione. “ “ E’ innamorato di te! “ ringhiò Christopher accigliandosi “ Perché non me l’hai detto? “ “ Io pensavo che non fosse importante e a dire il vero non ci ho pensato. Ero presa da noi…. “ “ E’ maledettamente importante! Io devo sapere tutto! Sono tuo marito…cazzo! “ ruggì gesticolando come un forsennato. “ 130

Christopher

per

favore….non

fare


così….mi stai facendo paura! “ “ Ele…scusami….io non volevo alzare la voce, ma…ho qualche problema con i sentimenti che provo per te. Ti sento mia e impazzisco al pensiero che un altro uomo possa volerti e desiderarti. Da quando ti ho incontrato…non ho potuto fare a meno di averti. “ Il timore di Eleonora scomparì, non appena vide la luce splendente che brillava negli occhi di suo marito. Era innamorato di lei, su questo non vi era alcun dubbio. Lentamente si avvicinò a lui e lo baciò. Chris rispose al bacio con ardore, poi la prese in braccio e la adagiò sulle lenzuola di seta. La denudò e poi continuò a baciarla avidamente, mentre le mani scorrevano lungo il corpo sinuoso della sua Dea. Lei gemette e quel suono così sensuale, eccitò ancora di più Christopher. “ Dannazione! Non riesco a controllarmi! “ mormorò tra sé. Si alzò dal letto. Era ancora vestito. Eleonora lo guardò. “ Che succede? “ chiese. “ Niente….non succede niente! “ borbottò Chris, mentre prendeva una sedia e la avvicinava ai piedi del letto.

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Si sedette e sospirò. Poi i suoi occhi indugiarono su Eleonora. I capelli morbidi, gli occhi da cerbiatta, il seno piccolo ma invitante, il ventre piatto, le gambe snelle e la pelle diafana. “ Dio! Quanto è seducente! “ pensò. Lui continuava a fissarla e Ele si sentì imbarazzata. Era tentata di ricoprirsi con il lenzuolo, perché, francamente, quella minuziosa analisi della sua nudità, la rendeva nervosa. Un conto era essere nuda ma in balia delle carezze di Chris, un conto era essere scrutata da due occhi azzurri, penetranti e insondabili. “ Faresti una Christopher.

cosa

per

me?

disse

“ Qualunque cosa….farei qualunque cosa per te! “ dichiarò Eleonora istintivamente. Lui allargò le labbra in un sorriso da diavolo tentatore. “ Oddio! E ora cosa mi chiederà? “ pensò Ele. “ Toccati! “ La Dea dagli occhi verdi avvampò. Il suo viso divenne rosso e caldo come il fuoco. Un milione di pensieri invasero 132


la sua mente. L’ eco delle parole di Luca riecheggiavano nella sua testa. Per un attimo tentennò. Non sapeva se quella richiesta nascondesse qualcosa che avesse a che fare con la vita precedente di Christopher, ma non le importò. Chiunque fosse stato il Corselli del passato, non aveva alcuna importanza per lei. Ora era suo marito, l’uomo che l’aveva fatta innamorare, che aveva conquistato il suo cuore. Ele iniziò ad accarezzarsi sotto lo sguardo attento di Chris. Le mani le tremavano. Chiuse gli occhi e si abbandonò alle sensazioni che la invasero. Poco dopo si destò, non appena sentì la pelle nuda di Christopher a contatto con la sua. La passione travolgente si scatenò e ben presto i loro corpi si intrecciarono. Lui si impadronì di lei….anche se, in realtà, chi ormai lo possedeva completamente era la sua bellissima Dea… Chris guardava la sua splendida moglie addormentata tra le sue braccia. Ciò che Ele aveva appena fatto per lui era qualcosa che andava ben oltre le sue più fervide fantasie: non vi era nulla di volgare né di scandaloso in quello che avevano sperimentato. Eleonora si era abbandonata con fiducia a suo marito, volendo gratificarlo sotto ogni punto di vista e questo non poteva far altro che inondare Chris di piacere ed orgoglio. Aveva avuto paura di un rifiuto da parte di Eleonora, ma così non fu. Questa 133


piena fiducia lo commosse ed ebbe la certezza che amava sua moglie come non mai: non avrebbe mai potuto amare una donna in maniera totalizzante come era invece con Ele. Vedere la sua donna, la sua dea dagli occhi verdi, che si dava piacere per compiacere lui, fu la cosa piĂš eccitante che avesse mai visto nella sua vita: nessun gioco erotico praticato in precedenza poteva essere paragonato al paradiso in cui sua moglie lo aveva introdotto, se pur con la sua assoluta mancanza di esperienza. Ma in fin dei conti era cosĂŹ: il suo passato, sentimentale se mai ce ne fosse stato uno, e quello sessuale erano stati cancellati dall'arrivo di Eleonora. Lei era il suo presente e il suo futuro. Era tutto molto semplice e chiaro : Christopher Corselli era nato il 18 dicembre 2012 ed Eleonora era l'artefice di quella nascita.

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Capitolo Tredici L’indomani Christopher partì per un improvviso viaggio d’affari. Atterrato a Londra, ricevette una telefonata minatoria. All’altro capo del telefono c’era un Licata, arrogante, presuntuoso e infimo. “Hai una bella moglie sai? Sto facendo qualche pensierino su di lei! Cosa potrei farle? Rapirla e poi torturarla? O ucciderla subito?! Mmm….devo riflettere, ma stai sicuro che la pagherai Corselli ! In un modo o nell’altro ti colpirò! A presto…” Quelle parole furono come una pugnalata allo stomaco. Non sapendo cosa fare, Chris decise di avvisare la sua squadra di guardie del corpo, ringhiando ordini su ordini e specificando che Ele doveva essere seguita con discrezione. Non voleva farla spaventare, ma desiderava saperla al sicuro e sotto lo sguardo attento di uomini pagati profumatamente per vegliare sulla sua incolumità. Non potendo rinviare il suo impegno di lavoro, si recò rapidamente all’appuntamento, con l’intenzione di rientrare a Milano in serata. L’umore

di

Christopher

peggiorò, 135


quando, mise piede nel suo jet per tornare a casa. La chiamata di una delle sue guardie del corpo, lo fece infuriare: Eleonora era stata vista uscire dall’Accademia con Luca Amavi. “ Cazzo! “ smartphone.

gridò,

lanciando

il

suo

Ora era veramente fuori di sé. Innanzitutto non capiva perché Ele non lo avesse chiamato per dirgli che voleva riprendere le lezioni di danza, e soprattutto non comprendeva, per quale ragione lei fosse con Luca. Per tutto il viaggio di ritorno, si torturò con pensieri spiacevoli, che vedevano sua moglie tra le braccia di Luca o ancor peggio, ferita e agonizzante per mano di Licata. Quando giunse nel suo appartamento era a dir poco furioso. “ Ciao Amore! Bentornato! “ disse Ele, accogliendolo con un dolce sorriso. Ma lui non ci badò, visto che era troppo occupato a sentire il sangue che ribolliva nelle sue vene. Lei si avvicinò e fece per baciarlo, ma Chris si spostò. “ Perdonami, ma sono di cattivo umore. “ “ Come mai? E’ successo qualcosa? domandò la dea dagli occhi verdi.

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“ Si! E tu sai cosa! “ urlò Chris. “ Io…non capisco! “ “ Bene…allora ti rinfresco la memoria. Sei andata in Accademia e non mi hai avvisato e….come se non bastasse, sei stata in compagnia del tuo amichetto! “ Ele era inebetita. Stava sulle parole di suo marito. “ Come fa a saperlo? “

riflettendo

si domandò.

“ Mi hai fatta seguire? “ chiese alzando la voce più di quanto avrebbe voluto. “ Si! “ “ Ma è ridicolo! Vuoi spiegarmi perché? Non ti fidi di me? “ “ Perché…. “ mormorò Chris passandosi le mani tra i capelli “ sono ricco, famoso e tu sei mia moglie.” “ Non è un buon motivo per farmi spiare! “ “ Oh si che lo è! Voglio che tu sia al sicuro sempre, soprattutto quando io non ci sono. “ “ E’ la mia sicurezza il problema Luca? Dovresti essere più chiaro! “

o

137


“ Qualunque cosa possa portarti via da me costituisce un problema! “ disse scandendo ogni singola parola “ Ora, se non ti dispiace, voglio restare un po’ da solo. Ho bisogno di calmarmi… e francamente, il tuo mettere in discussione le mie decisioni mi infastidisce. “ Così dicendo, Chris si ritirò nel suo ufficio con un’aria amareggiata dipinta sul volto. Non si era mai sentito geloso come lo era per la sua Eleonora. Ora poi, non era solo la sua fidanzata, la sua amante, ma era sua moglie, gli apparteneva, era SUA. L'idea che anche solo per finzione, sul palcoscenico, un altro uomo la toccasse o la guardasse con ardore gli faceva montare una rabbia che mai aveva provato. Sapeva per esperienza e per il suo lavoro che gli artisti che lavorano a stretto contatto tra loro, soprattutto se devono interpretare ruoli romantici, prima o poi avvertono attrazione. E questo non poteva succedere a sua moglie. Era consapevole del fatto che non avrebbe potuto rinchiuderla in casa, anche se una piccolissima parte di sé, lo avrebbe fatto, ma poteva e voleva farle capire che lei era solo sua. Aveva intenzione di dimostrarglielo nell’unico modo che era familiare a entrambi, ovvero usando l’ attrazione, che tra loro era stata viscerale sin dal giorno in cui si erano conosciuti. 138


La Dea dagli occhi verdi guardava dall’immensa finestra, cercando di concentrarsi su un dettaglio o un piccolo particolare sul quale potersi aggrappare per dimenticare la lite con Christopher. Ma da lassù, tutto appariva lontano e troppo distante. Allora scrutò il cielo. Era buio e stellato. Fu in quell’istante, che sentì due mani forti e vigorose, cingere i suoi fianchi. “ Scusami! “ sussurrò una voce calda e familiare. Stava per voltarsi, ma percepì il fiato di Chris sul suo collo. “ Sai di buono, Ele “ mormorò appoggiando le labbra sulla pelle delicata di Eleonora “ Sono uno stronzo, lo so! Ma ti amo. Imparerò a gestire la mia gelosia! Ci proverò! “ aggiunse lambendole il lobo. La fece voltare e la fissò. Nello sguardo di Chris non c'era solo l'azzurro dell'amore ma anche screziature di grigio e blu profondo che rimembravano la passione; ma fu la sfumatura azzurra- glaciale che fece rabbrividire ed eccitare Eleonora perché le incuteva timore e lussuria al tempo stesso. Ele indossava un abitino di cashmere ed era a piedi scalzi. Chris infilò le mani 139


nella scollatura dell'abito facendola fremere; le accarezzò la pelle e poi lacerò il vestito che finì sul parquet. Ciò che Corselli si trovò davanti fu il corpo di sua moglie con il solo intimo indosso. “ Ti voglio “ disse Chris “ e voglio possedere ogni centimetro della tua pelle, del tuo cuore e della tua anima. Non farti illusioni tesoro: non ci sarà un solo posto in cui non ti prenderò, non ci sarà un solo angolo del tuo corpo che io non avrò, non ci sarà nulla che tu non farai per me, esattamente come non ci sarà nulla che io non farò per te….per noi. “ Ele sussultò. Non era abituata a una tale veemenza, ma la voce roca e perentoria del marito, la eccitarono terribilmente. “ Levati il reggiseno e fallo velocemente, altrimenti farà la fine del tuo vestito.” Eleonora non riusciva a parlare, ma sentiva le labbra secche e l'unica cosa che riuscì a fare fu quella di leccarsele per inumidirle. Alla vista di quel gesto Chris perse il raziocinio: allungò una mano e le strappò il reggiseno. Le mise le mani sotto alle natiche e la sollevò da terra.

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“ Allaccia le gambe intorno a me e preparati: non ti farò male, ma non mi fermerò finchè non saprò che sarai sazia di me, del mio corpo, del mio seme. “ “ Non sarò mai sazia di te ! “ rispose Eleonora con un moto di lussuria sfrenata “ il mio corpo, il mio cuore e la mia anima prenderanno sempre tutto ciò che tu avrai da dare. “ “ Come vuoi tesoro “ replicò Christopher abbassando la cerniera dei suoi pantaloni e liberando la sua erezione. Infilò le dita sotto l'elastico del perizoma di sua moglie e lo spostò di lato. Con un solo movimento la penetrò. La bocca di Chris era sul collo di Ele che gemeva senza ritegno, eccitata dai colpi animaleschi ma ben studiati del marito. “ Sei mia, solo mia. Non te lo dimenticare. Il mio corpo ti venera e ti marchia al tempo stesso. Tu hai messo il tuo sigillo sul mio cuore. Non è mai appartenuto, ne mai apparterrà a nessun’ altra. Allo stesso modo io voglio che il tuo corpo e il tuo cuore abbiano il mio sigillo. “ Chris non riusciva e non voleva rallentare il suo assalto su Eleonora e 141


lei non voleva che lui lo facesse. La loro eccitazione montò fino a quando entrambi non esplosero in un potente e brutale orgasmo in cui Chris riversò ogni briciolo di sè. Sapeva che era presto, ma avrebbe voluto sigillare quell'unione con la nascita di una nuova vita. Quel pensiero lo eccitò ancora e mentre Eleonora si preparava a scendere dalle sue braccia, lui riuscì nuovamente a sorprenderla… “ Non ti muovere tesoro “ le disse dolcemente “ Prima, quando ti ho detto che ti avrei preso in tutti i modi possibili ed ovunque non scherzavo. Ho ancora voglia di te! “ Corselli condusse Ele vicino al camino acceso. La posò a terra e si spogliò lentamente, lasciando che lei lo ammirasse in tutto il suo splendore. Prese una coperta di cashmere, la adagiò sul tappeto persiano e poi fece sdraiare sua moglie. Una volta che Ele fu sdraiata davanti al caminetto Chris accese lo stereo e scelse una canzone: Roxanne di George Michael. Infine prese dall'angolo bar un bicchiere di Brandy, si sedette a fianco della sua Dea e iniziò a sorseggiare il liquido ambrato. Appoggiò le labbra su quelle di lei facendole sentire il liquore bruciante nella bocca. Una volta, due volte, tre volte….

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“ Amore, mettiti in ginocchio. ricorda: avrò ogni parte di te! “

E

Senza esitazione Eleonora si mise in ginocchio e accettò come un dono l'erezione che Chris le stava porgendo. Afferrò le natiche del marito e senza vergogna diede tutta se stessa. Chris dal canto suo non riusciva a credere che quella splendida ed innocente creatura che era sua moglie fosse tanto disinibita. Gli sembrava che Ele gli volesse risucchiare l'anima e lui era ben lieto di dargliela. Quello e molto altro. Si spingeva senza sosta nella bocca della sua eccitante moglie, ma voleva anche dare piacere a lei, così con un movimento brusco arretrò, prima di imboccare la strada del non ritorno e agilmente la fece sdraiare a terra, con la pancia all'ingiù. “ Cosa vuoi fare Chris? “ “ Voglio continuare a possedere ogni parte di te. Fidati di me. Fare l'amore con la propria amata moglie, con l'unica donna che abbia mai voluto non è mai peccato tesoro. Non vi è volgarità, né vi sono tabù o limiti in ciò che possiamo e vogliamo fare a letto, tra noi. Ogni parte di te è da amare e adorare. “ Chris iniziò a massaggiare la schiena e le natiche di Ele facendola rilassare, 143


dando sollievo ai suoi muscoli tesi dal rapporto appena consumato. Piano piano le intenzioni di Chris furono chiare anche alla moglie. Delicatamente e con una dolcezza infinita la prese nel modo più sconcertante, inizialmente doloroso, ma sorprendentemente eccitante che lei si potesse aspettare. Lentamente e deliziosamente fecero l'amore, quello vero, quello senza limiti e senza restrizioni. Ogni barriera era stata abbattuta dall'amore e dalla fiducia reciproca. L'estasi colpì entrambi nello stesso istante e si ritrovarono senza fiato e sudati davanti al camino, abbracciati e persi in quell'amore che ormai era stato sigillato. “ Chris ti amo da morire” disse Ele “ e ora che mi hai posseduta in ogni modo non ci sono più dubbi. Ti appartengo e tu appartieni a me. “ Christopher alzò al mano sinistra di sua moglie e baciò la fede nuziale. “ MIA “ affermò “ SEMPRE E PER SEMPRE. TUO… SEMPRE E PER SEMPRE. “

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Capitolo Quattordici L'indomani mattina Chris portò Ele in comune per avviare la pratica per la convalida del matrimonio in modo che fosse valido e legale anche in Italia. “ Tesoro, oggi vorrei che facessimo una cosa “disse Chris a sua moglie con tono un po' preoccupato. “ Cosa? “ “ Vorrei che andassimo a pranzo dai miei genitori. Non li hai ancora conosciuti e …beh….ci siamo sposati. Mia sorella Celeste non mi perdonerà mai di aver fatto questo passo senza averla accanto e i miei genitori sono anziani. Mio padre, per di più, non è stato molto in forma ultimamente e non vorrei aver provocato ulteriori ‘ screzi diplomatici ’.Ti prometto che ti adoreranno, non avere paura. Inoltre i miei genitori mi amano e il fatto che tu sia l'artefice della mia felicità non può che metterti sul podio della loro ammirazione. “ “ Ok amore, va bene, ma vorrei prima passare a prendere un presente per loro. Che ne dici di una bella torta per fare un brindisi al nostro matrimonio?”

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“ Oh si, è perfetto! Tu sei perfetta! “ Ignorando la folla che riempiva le strade del centro milanese, Chris prese Eleonora tra le braccia e con un plateale casquè la baciò appassionatamente. I passanti non poterono far altro che osservare la scena, applaudendo e fischiando con entusiasmo. Chris era al settimo cielo: adorava oltre ogni comprensione umana sua moglie, la venerava, la desiderava come mai gli era successo in vita sua e a quanto pareva anche lei provava gli stessi sentimenti per lui. “ Sono pensò.

davvero

un

uomo

fortunato!

Eppure qualcosa lo turbava nel profondo. La telefonata che aveva ricevuto da Licata lo perseguitava: quella notte aveva avuto degli incubi, incubi in cui Eleonora veniva rapita, torturata, violentata e lui non poteva fare altro che osservare impotente la scena. Il solo pensiero, anche alla luce del giorno e con la sua Dea stretta al sicuro contro il suo petto, gli procurava brividi di terrore. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di non mettere a repentaglio la sicurezza di Ele, ma andare alla Polizia era fuori questione. Non erano ancora riusciti a trovare Licata e di sicuro non sarebbero stati in grado di proteggere la sua nuova 146


famiglia. L'unico modo che aveva per tenere sua moglie al sicuro era quello di utilizzare del personale di sicurezza, discreto e vigile che avrebbe vegliato su Eleonora 24 ore su 24 a sua insaputa. Voleva che lei fosse libera di fare tutto ciò che desiderava, non voleva farla sentire a disagio, ma doveva anche tenerla sotto controllo. Appena Licata fosse stato arrestato tutte queste misure preventive sarebbero state annullate e la loro serenità sarebbe tornata. Andarono a comperare una meravigliosa torta che Eleonora volle in classico stile Wedding Cake: una glassa bianca e finemente decorata ricopriva l'intera superficie del dolce. Avrebbero anche acquistato un paio di bottiglie di Dom Perignon per suggellare il brindisi alla neo coppia con la famiglia di Chris. In seguito avrebbero fatto un rendez-vous con entrambe le famiglie: in fin dei conti Anna voleva organizzare una cerimonia italiana per sua figlia e Chris era convinto che sua mamma avrebbe voluto altrettanto. Con i regali tra le mani si diressero alla magione della famiglia Corselli. Eleonora era spaventata: la sua timidezza era sempre stata una lama che le si ritorceva contro per quanto riguardasse i rapporti sociali; solo sul palcoscenico, riusciva a nasconderla lasciando spazio al sogno e all'arte tanto da farle dimenticare 147


che era sotto lo sguardo di centinaia di persone. L'accoglienza che ebbe appena varcata la soglia della casa dei genitori di Chris fu sorprendente. La sorella e la mamma di Chris la abbracciarono come se la conoscessero da sempre. Solo il padre fu leggermente più introverso , ma si vedeva che era un uomo che aveva subito un tracollo di salute ed Ele ne ebbe tenerezza. Ovviamente, come era prevedibile, furono entrambi rimproverati per non aver tenuto in considerazione i sentimenti delle rispettive famiglie. “ Sei così bella tesoro! “ disse la signora Corselli rivolgendosi ad Eleonora “ Capisco perché mio figlio abbia perso la testa per te. Sei stupenda e anche molto dolce.” “ Mamma “ si inserì Chris “ Eleonora è la luce della mia vita. L'essenza della mia esistenza e mai per nessuna ragione al mondo qualcosa o qualcuno dovrà ottenebrare la nostra vita insieme. Confido in tutti voi, nell'unione della famiglia per facilitarci questo compito. “ Con quest'ultima frase, lanciò uno sguardo d'intesa rivolto al padre, che capito la dietrologia dell'esternazione del figlio, lo invitò a fargli compagnia nel suo studio per un buon sigaro ed un Cognac tra uomini. Ovviamente era un 148


pretesto per poter avere una conversazione privata che dallo sguardo di Chris, sapeva essere qualcosa di veramente serio. Una volta giunti nello studio il signor Corselli si rivolse al figlio. “ Avanti figliolo, sputa il rospo. Cosa c'è che non va? Problemi con la famiglia di Eleonora? O avete saputo qualcosa sull'uomo che ha attentato alla vostra vita? “ Purtroppo papà non ti porto belle notizie. L'altra sera ho ricevuto la telefonata di Licata, l'attentatore che ha minacciato Eleonora “ disse Chris ingurgitando in un solo sorso il Cognac. “ Sono terrorizzato: non per me, ma se succedesse qualcosa a lei…beh ecco io papà….preferirei morire; so che non potrei vivere se la perdessi o se le capitasse qualcosa. “ “ Cosa stai facendo al momento per la vostra sicurezza? Vuoi che chiami i miei amici a New York per fare delle indagini? ” “ Non chiamare nessuno papà. Licata ci sta sorvegliando e non vorrei che si sentisse minacciato ed agisse istintivamente facendo del male ad Ele. Per ora ho assunto degli uomini della sicurezza che sorvegliano noi e le 149


nostre proprietà 24 ore al giorno. “ “ Hai fatto pensa? “

bene.

Eleonora

cosa

ne

“ Ele non lo sa papà, e non dovrà saperlo. Almeno per ora. Si sentirebbe in trappola. Mi sto comportando con lei come ha sempre fatto suo padre: la sto sorvegliando. E lei è scappata da suo padre. Non voglio che scappi anche da me. “ “ Hai fatto bene a contattare la sorveglianza privata. Per ora continua su questa linea, ma se avessi bisogno di qualcosa di più, non esitare a farmelo sapere.” Christopher era commosso dalle parole del padre; difficilmente era stato d'accordo con lui o con i suoi metodi. Da quella reazione capì che Eleonora aveva colpito positivamente anche la sua famiglia e si rese conto che anche loro si sarebbero prodigati per tenerla al sicuro da Licata. Tornando in salotto vide sua mamma e Celeste ridere in modo complice con Eleonora. Quella scena gli provocò un tuffo al cuore: sua moglie, la donna che amava più della sua stessa vita e la sua adorata famiglia costituivano un univoco perfetto. “ 150

Niente

e

nessuno

avrebbe

rovinato


quell’idillio “ promise a se stesso. Piu’ tardi Chris e Ele si congedarono e rientrarono nella loro dimora. “ Come domandò casa.

mai sei così Chris varcando

silenziosa? “ la soglia di

“ Stavo riflettendo! “ rispose Eleonora incontrando lo sguardo profondo e intenso del marito. Quegli occhi azzurri la scrutavano con attenzione, penetravano in ogni fibra del suo corpo ed erano pronti a carpire qualunque pensiero le stesse passando per la testa. Con Christopher non potevano esserci segreti o sotterfugi, perché per lui la Dea dagli occhi verdi era un libro aperto. Riusciva a leggerla, a prevedere ogni sua reazione, a capire se c’era qualcosa che la turbava. “ Non preoccuparti per i miei genitori. Ci sono rimasti male perché non hanno potuto partecipare al matrimonio, ma rimedieremo. “ “ Non sono preoccupata. E’ solo che…Vorrei che il mondo intero gioisse per noi. Tutto questo scetticismo che ci circonda a volte mi turba. I giornali non fanno altro che ripetere che sono un’ingenua e che tu presto ti stancherai 151


di me. “ “ Non succederà mai! “ disse Chris perentorio “ Non devi dubitare! Guardami per favore! “ aggiunse sollevandole dolcemente il viso “ Cosa vedi? “ “ L’uomo che amo! “ “ Bene….anche io vedo la donna che amo. L’unica donna che abbia mai amato. E che amerò per sempre.” “ Per sempre… ” ripeté Ele. “ Si! Per sempre!” sussurrò Chris attirando Eleonora tra le sue braccia. La strinse a sé per alcuni secondi, poi la prese per mano e la condusse nella loro stanza. La fece sedere nel letto, le sfilò le scarpe e il vestito, lasciandole solo l’intimo di seta color champagne. Mentre la spogliava indugiava con le dita sulla pelle morbida di Eleonora, facendola rabbrividire. “ Sei bellissima! “ “ Lo so! “ borbottò Ele sbattendo le ciglia e sorridendo maliziosamente. “ Mmm…mi fa piacere notare che sei consapevole del tuo incredibile fascino. “

152


“ Stai scherzando? “ chiese Ele assumendo un’espressione seria “ La mia era solo una battuta. Non credo di essere né bella, né affascinante anche se….quando sono con te ho una percezione diversa di me stessa e del mio corpo. “ “ Ti senti amata e desiderata? “ “ Si! “ Chris sorrise e le accarezzò il volto. “ Tu sei una dea Eleonora, la mia Dea dagli occhi verdi. Ai miei occhi appari come una creatura divina, un essere superiore…Il mio compito è venerarti, adorarti….amarti! Balla per me…“ disse Chris con voce roca, porgendole la mano e facendola alzare. Lei lo guardò dritto negli occhi e lui scorse in quella distesa infinita di verde smeraldo, un lampo malizioso che lo fece eccitare. Avvicinò le labbra al collo di Ele e prima di lambirlo con la lingua, respirò profondamente il suo profumo di ambra e vaniglia. “ Dio mio! piccola! “

Resisterti

è

impossibile

Eleonora si allontanò da lui e Chris si sedette sul letto, pronto a godersi lo spettacolo. La osservò mentre si dirigeva verso lo stereo. Si muoveva 153


lentamente, ancheggiando e offrendogli una visione paradisiaca: un sedere perfetto ricoperto da un sottile strato di stoffa. Avrebbe voluto afferrarla e strapparglielo di dosso, ma frenò l’istinto; non voleva assolutamente rovinare l’atmosfera che si era creata. Una musica sensuale si diffuse nell’aria e Chris non capì più nulla…. La Dea iniziò a volteggiare. Il suo corpo sinuoso si muoveva leggero. Ogni movimento era tremendamente sensuale e erotico. Christopher deglutì. Sciolse il nodo della cravatta e poi la gettò sul letto. Sbottonò la camicia, rivelando il suo petto muscoloso e virile e poi si dedicò ai pantaloni che lo stavano letteralmente soffocando. Era troppo eccitato, come mai lo era stato. Aveva assistito a tanti spettacolini nei night club di lusso che aveva frequentato in passato, ma la danza di Eleonora era qualcosa di sublime ed incredibile. Quando Ele mosse il bacino, Chris non poté fare a meno di imprecare. “ Oh cristo santo! “ borbottò denudandosi completamente “ Bello spettacolo! “ disse catturando la sua preda e afferrando possessivamente i fianchi di Ele “ Ora è il mio turno! “ le sussurrò all’orecchio. Senza esitazione le tolse gli slip e il reggiseno e poi la fece sdraiare sul letto. 154


“ Ho intenzione di farti impazzire….come tu fai con me. Voglio sentirti gridare quanto mi vuoi e quanto mi desideri. Sei pronta amore? “ “ Sono pronta! “ rispose incollandosi alla sua bocca.

lei

Si baciarono per alcuni minuti, dando vita a un gioco di lingue intrecciate che contribuì ad aumentare l’eccitazione di entrambi. Poi lui iniziò la sua tortura. La sua bocca si concentrò sui seni di Ele che si contorceva sotto di lui, gemendo e inarcando il bacino. “ Chris ti prego… “ mormorò desiderando di più. La mano di Christopher si concentrò sul sesso della sua amata. Lo accarezzò con fare esperto e quando lo lambì con le labbra Ele gridò. “ Godi amore….godi sentirti! “

per

me.

Voglio

L’orgasmo di Eleonora fu lungo e intenso. Chris attese che il respiro di lei tornasse regolare e poi le fece una richiesta. “ Legami! ” borbottò porgendole cravatta che giaceva sul letto.

la

155


Ele seguì per istruzioni di inerme sotto di alla testata del

filo e per segno le Chris che adesso era lei con i polsi legati letto.

“ Prendimi amore….adesso! Sono voglio stare dentro di te. “

tuo

e

La Dea dagli occhi verdi cominciò una nuova danza, unendosi a suo marito. Si muoveva su di lui, beandosi di quella meravigliosa sensazione di pienezza e possesso. Era suo, tutto suo. Era lei a comandare, lei a farlo gemere e contorcere di piacere. Si sentiva potente, bella e felice. Offrì i suoi seni alla bocca avida di Chris che accettò il dono di buon grado. “ Slegami! “ disse lui pizzicandole un capezzolo e provocandole una leggera fitta di dolore. Ele lo liberò e senza rendersene conto si ritrovò sotto di lui. Lo sguardo di Chris era come il fuoco che ardeva. La sua fronte era imperlata di sudore e la sua eccitazione era più che evidente. Entrò dentro di lei e si mosse con foga e desiderio. Ormai erano entrambi fuori di sé, abbandonati completamente all’estasi e all’amore. “ Ti amo! “ gridarono all’unisono mentre l’orgasmo investì entrambi.

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Si addormentarono abbracciati, ma ben presto Chris si svegliò. Diede un leggero bacio sulla fronte della sua Dea e poi si chiuse nel suo ufficio per lavorare un po’. Ora era davvero rilassato. L’amplesso con sua moglie era stato sconvolgente. Ogni dannata volta era sempre meglio. Emozionante, coinvolgente, totalizzante. Era come se il loro sentimento crescesse a dismisura….inarrestabile e infinito. Christopher diede un’occhiata alla pila di corrispondenza che giaceva sulla scrivania e la sua attenzione fu catturata da un’anonima busta bianca senza alcuna trascrizione. La aprì e quando lesse sgranò gli occhi. Morirà! Ti giuro che la ucciderò. Se davvero tieni a tua moglie, lasciala. Devi soffrire bastardo, ma ti concedo la possibilità di scegliere. O ti allontani da lei per sempre o sarò io a strapparla da te.

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Capitolo quindici Dopo aver ricevuto la lettera di Licata, Chris sentì un fiotto di bile riversarsi dallo stomaco alla gola e dovette fare del suo meglio per riuscire ad arrivare al bagno prima di vedere la sua cena depositarsi nel water. L'idea di Eleonora nelle mani di un pazzo omicida lo mandava fuori di testa. Cosa poteva fare per tenerla al sicuro? Quando aveva messo la fede all'anulare della sua Dea aveva promesso di amarla e proteggerla: ora quella promessa rischiava di non poter essere mantenuta. Si vestì in fretta ed andò in camera da letto dove Ele stava dormendo: era nuda sotto al lenzuolo di fine cotone egiziano, dormiva a pancia in giù e la sua schiena era scoperta ed in parte anche il suo sedere; quella visione gli provocò una fitta al cuore. Si chinò su di lei e le depositò un bacio pieno d'amore sulla spalla nuda. In quel momento fece una promessa a se stesso: qualsiasi cosa gli fosse costata avrebbe tenuto Eleonora al sicuro. A costo di perdere la propria vita e la propria felicità. Poco dopo uscì di casa, prese la sua Lamborghini e si precipitò a tutta velocità per le vie meneghine: a quell'ora di notte il traffico era praticamente inesistente. 158


Si fermò quando raggiunse un pub squallido e puzzolente; " L'ideale " pensò, stabilendo un raffronto con il suo stato d'animo. Ordinò un bicchiere di cognac, che ben presto divenne l'intera bottiglia. Non riusciva neanche a reggersi in piedi quando due ore più tardi si trovò costretto ad abbandonare il locale e a chiamare un taxi; diede l'indirizzo di un albergo: non poteva tornare a casa, non poteva vedere Eleonora, non poteva e non voleva ancora dare concretezza ai suoi pensieri. Tutto ciò che avrebbe fatto era cristallino anche nella sua mente annebbiata dall'alcool: avrebbe allontanato Eleonora da lui, lo avrebbe fatto per lei e per la sua incolumità, ma prima avrebbe fatto in modo di darle tutto ciò che le serviva per andare avanti, tutto ciò che lei avrebbe voluto, incluso il suo cuore, visto che Chris sapeva benissimo che non gli sarebbe servito più a nulla averne uno: apparteneva a Ele e lei andandosene lo avrebbe portato via con sé per sempre. L’indomani quando tornò a casa, la sua Dea stava ancora riposando. In fretta si fiondò in bagno, si fece una doccia e si cambiò. Aveva intenzione di uscire di nuovo, senza doversi scontrare con quegli occhi verdi, dolci e innocenti che lo avevano fatto innamorare perdutamente. La sua farsa stava per iniziare. Una recita ben studiata, difficile da portare avanti e dal sapore 159


immancabilmente amaro. La settimana successiva Christopher mutò radicalmente e Eleonora non riusciva a comprendere le cause di un cambiamento così repentino. Era fuggevole, scostante, pensieroso e freddo come il ghiaccio. Ogni volta che provava ad avvicinarsi a lui, si trovava difronte a un muro di pietra. Aveva anche tentato di sedurlo indossando biancheria sexy e provocante, con la speranza di riaccendere quella passione che solitamente li travolgeva, ma non aveva funzionato. Ho mal di testa, sono stressato, il lavoro mi crea dei problemi…Erano queste le scuse che adduceva ogni qualvolta Ele lo incalzava con domande pressanti; ma non era credibile. Eleonora lo sapeva, o meglio, se lo sentiva. C’era qualcosa di più grave, un grosso macigno che schiacciava il cuore di suo marito e che lo stava facendo allontanare da lei. E se non mi amasse più? E se avesse capito che non sono la donna per lui? si domandò. Sentì il suo cuore stringersi in una fitta dolorosa che le mozzò il respiro. L’ipotesi che Chris non la desiderasse più, la fece sprofondare in un oceano di disperazione. Non riusciva ad immaginare la sua esistenza senza di lui. Era entrato nella sua vita il 18 dicembre, invadendo le sue narici di quel profumo virile e rassicurante di muschio, cedro e sandalo e da allora, ogni istante si era trasformato in un crescente bisogno 160


di lui e della sua presenza. Lo aveva sposato con la consapevolezza di aver trovato il vero amore, ma adesso mille dubbi e mille incertezze le offuscavano la mente. Perché la felicità che aveva trovato con Chris stava improvvisamente svanendo? Era impossibile trovare una risposta perché quell’uomo dolce che l’aveva fatta innamorare, ora aveva chiuso il suo cuore e la sua anima dentro un grattacielo di scuse e silenzi. Doveva fare qualcosa, trovare una soluzione e fu così che decise di affrontare il marito. Quel giorno Christopher era uscito di casa prestissimo dicendole che non sarebbe tornato per pranzo. Nel pomeriggio Ele provò a chiamarlo innumerevoli volte, ma lui né rispose né la richiamò. Eleonora era ben più che spazientita quando suo marito rientrò dopo la mezzanotte. “ Dove diavolo sei stato? “ gridò non appena Chris varcò la soglia di casa. “ Perché sei ancora sveglia? Vai a dormire Eleonora “ disse lui senza degnarla di uno sguardo. “ Io non vado a dormire. Dobbiamo parlare! Perché mi stai evitando? “

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“ Non ti sto evitando. E’ un brutto periodo. Passerà. “ disse lui mentre si versava uno dei tanti bicchierini di cognac che ormai erano divenuti una costante delle sue giornate. “ Stai mentendo! “ dichiarò Ele avvicinandosi a lui e appoggiando la sua mano sul braccio muscoloso di Chris. Quel banale contatto fece fremere entrambi. Lei avrebbe voluto stringerlo a sè, baciarlo con passione, gustare le sue labbra e lui avrebbe desiderato prenderla in braccio, lambire il suo collo per inebriarsi di quell’irresistibile odore di ambra e vaniglia, per poi denudarla velocemente e prenderla con impeto.” Dio, quanto la amo. La amo così tanto che trattenermi significa morire. Mi sto suicidando. Sto strappando il mio cuore dal petto.” disse nella sua mente. Ma non poteva cedere. Non doveva cedere. Abbandonarsi a lei e all’amore che li legava, significava condannare a morte la sua Dea. Dopo alcuni interminabili secondi di titubanza Chris riprese il controllo di sé e senza pensarci mise fine a quella tortura. “ Non ti amo Ele. Non ti ho mai amato. Credevo di volere te, ma ho capito che 162


non è così. Mi dispiace, mi dispiace tremendamente. Non avrei voluto farti soffrire, ma non ho altra scelta. Non posso restare con te. "

La Dea dagli occhi verdi non disse nulla. Deglutì cercando di non pensare al nodo che le serrava la gola e alle lacrime che le pungevano gli occhi. Lo guardò per l’ultima volta, cercando di imprimere nella sua mente l’immagine di Christopher. Era difronte a lei, con lo sguardo appoggiato sul pavimento. Aveva pronunciato quelle terribili parole senza incrociare i suoi occhi, ma nonostante ciò il dolore che lei aveva provato nell’udire quella tremenda verità, era devastante. Non era lucida quando decise di andarsene, voltando le spalle all’uomo che le aveva fatto conoscere l’amore ma che adesso glielo aveva negato per sempre. Eleonora uscì come una furia dall’appartamento. Non appena la porta si chiuse, Chris cadde in ginocchio e cominciò a singhiozzare dando sfogo alla sua lacerante sofferenza. Aveva appena lasciato sua moglie. Gli aveva mentito. Era stato un subdolo bastardo traditore...

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Capitolo Sedici Dopo aver passato la notte piangendo, disperandosi ed ubriacandosi, Chris decise cosa avrebbe fatto della sua vita. Avrebbe ripreso a lavorare, a fare cioè l'unica cosa che meccanicamente gli fosse stata possibile, e per tutto il resto avrebbe solo cercato di sopravvivere. Una volta pronto per uscire di casa, quella casa che ancora profumava di lei, di ambra e vaniglia , si diresse verso lo studio legale che da anni lo rappresentava. Si presentò nell'ufficio del notaio per fare testamento: cambiò il beneficiario della sua polizza sulla vita, nominando Ele come unica erede e fece avviare le pratiche per donarle l'attico che era stato il loro nido d'amore. Una volta uscito dagli uffici legali, telefonò al suo consulente per la sicurezza mettendo a servizio di Eleonora una guardia che avrebbe continuato a sorvegliarla per i prossimi mesi, almeno fino a quando Licata non fosse stato catturato: quello era il suo obiettivo numero uno; avrebbe dato la caccia a quell'uomo come un leone affamato bracca la sua preda nella Savana. Licata doveva essere arrestato o ucciso, non c’erano altre possibilità; anche se la seconda ipotesi era quella che Chris prediligeva. 164


Se fosse riuscito nel suo intento sarebbe poi tornato da Eleonora spiegandole tutto, le si sarebbe prostrato ai piedi fino a quando lei non fosse tornata con lui; ma per ora aveva un solo piano in mente: tenere Ele al sicuro da Licata e adoperarsi affinché quello stronzo non avesse fatto la fine che meritava. Con queste nuove convinzioni Chris passo' la settimana più devastante della sua vita: di giorno si rinchiudeva in ufficio, tornando a casa solo quando la mezzanotte stava per scoccare. Non dormiva più, era impossibile per lui da quando il calore di Eleonora aveva abbandonato il talamo nuziale e inoltre aveva proibito alla governante di cambiare le lenzuola: quelle che erano nel letto sapevano ancora di ambra e vaniglia. L'unica cosa che riusciva a fare era buttare giù un po' di cena precotta accompagnata da molto alcool. Aveva iniziato a perdere peso.E le estenuanti sessioni di box per scaricare la rabbia non facevano altro che rafforzare quel corpo che invece Chris avrebbe voluto perisse: ma per dare la caccia a Licata sapeva di dover essere sempre più forte: lo avrebbe ucciso a mani nude. Una mattina, mentre camminava per il centro in direzione del suo ufficio legale, per poco non fu investito: si bloccò nel bel mezzo della strada, proprio davanti al cofano dell'auto che 165


era sopraggiunta e il suo cuore per qualche istante cesso' di battere: alla guida c'era Eleonora. Da dietro il parabrezza guardava suo marito con occhi meravigliosi e tristi, e Chris di rimando non poté fare a meno di fissarla volendole quasi comunicare con il pensiero il suo amore e tutta la sua disperazione. Si ricordò all'improvviso che poteva in quel modo mettere in pericolo sua moglie e si voltò dall’altra parte. Con quello che sembrava essere disinteresse si spostò sul marciapiede per consentire ad Ele di ripartire; cosa che lei fece immediatamente …Senza più degnarlo di uno sguardo. La Dea premette il piede sull’acceleratore, mentre i suoi occhi verdi si riempivano di lacrime. Vedere Chris aveva scatenato in lei emozioni contrastanti. Era arrabbiata, delusa e amareggiata ma lo amava terribilmente. Avrebbe voluto tornare indietro, scendere dall’auto e gridargli tutto il suo amore, ma era troppo orgogliosa per farlo, soprattutto dopo che lui l’aveva praticamente ignorata. Per una frazione di secondo, quando i loro occhi si erano incontrati, Ele aveva letto in quelle perle azzurre, un sentimento profondo misto a rammarico, ma poteva pure esserselo immaginato. O forse no. C’era qualcosa che le sfuggiva. Mentre pensava e ripensava agli avvenimenti degli ultimi giorni, ritornò in albergo dove 166


ormai risiedeva da quando aveva discusso con suo marito. Aveva infatti deciso di non dire nulla a Anna e ad Arturo, per evitare ulteriori complicazioni. Non appena i suoi genitori avessero saputo le ultime novità, si sarebbe scatenato l’inferno e prima di allora Eleonora doveva assolutamente cercare di ricomporre la sua vita frantumata. Negli ultimi giorni aveva pianto ininterrottamente e si era chiusa in se stessa; unica pausa che si era concessa da quel dolore lancinante erano le lezioni in Accademia. La danza era un ottimo lenitivo per lei: gli permetteva di allontanarsi temporaneamente dalla realtà. E poi c’era Luca, sempre gentile e disposto a regalargli sorrisi. Il suo migliore amico era in grado di calmarla e tranquillizzarla, ma nonostante ciò Ele preferì non rivelargli niente di quanto accaduto con suo marito. Una parte di lei avrebbe voluto sfogarsi, liberare quel magone che le schiacciava il petto, ma si trattenne. Di fronte alle domande incalzanti di Luca, che aveva percepito il suo malessere, Ele aveva risposto accampando scuse plausibili. Non era una buona idea rivelare i suoi problemi e poi voleva cavarsela da sola. Doveva sbrogliare quella matassa, giungere al capo del filo. Per provare a scordare il breve incontro con Chris, Ele decise di fare un bagno caldo. Si immerse nella vasca e tentò di rilassarsi. Ma appena chiuse 167


gli occhi l’immagine di suo marito si palesò nella sua mente: gli mancava troppo. Ogni tentativo di non pensare a lui era vano. Doveva fare qualcosa e farla immediatamente. Uscì dalla vasca in fretta e furia, si asciugò e si vestì. Mezzora dopo era sulla soglia dell’appartamento di Chris. Rovistò nella sua borsa per cercare le chiavi ed entrò. Christopher si girò di scatto non appena udì il rumore della porta dell’ingresso che si chiudeva. S’irrigidì per un istante pensando a chi potesse essere. A grandi passi si allontanò dal suo studio dove si era rinchiuso e non appena vide la sua Dea, sentì le sue gambe cedere. Dio! Quanto è bella! pensò. Si guardarono per un tempo interminabile. Rimasero fermi, immobili come delle statue. I loro cuori palpitavano incessantemente, mentre i loro respiri si fondevano. Erano vicinissimi, ma non si toccavano. Entrambi sentivano una forza che li spingeva a unirsi di nuovo, a stringersi in un abbraccio, a legarsi per sempre per non lasciarsi mai più. Contemporaneamente si mossero, fino a quando i loro corpi si scontrarono. Le mani di Chris scivolarono sul vestito della sua Dea: le alzò l’abito e gli si mozzò il respiro quando notò che Ele non indossava l’intimo. Le rivolse uno sguardo ammiccante e poi incollò la bocca alla sua, baciandola con una passione ardente. Aveva fame di lei e 168


voleva dimostrarglielo. Si era illuso di poterle stare lontano, ma ormai aveva capito che era impossibile. Eleonora aveva perso il senno. Il tocco di Christopher aveva acceso i suoi sensi e non poteva più controllarsi. Ben presto si ritrovarono nudi e stretti l’un l’altro, impegnati ad amarsi. Chris la spinse contro la parete e poi iniziò a baciarle il collo, mentre con le mani torturava i seni della sua Dea per poi giungere alla sua femminilità. Ele gemeva e si spingeva contro di lui, desiderosa di avere sempre di più. Christopher non si fece pregare: la prese in braccio e la portò nel loro letto. Vedere la sua Dea, nuda, sopra le lenzuola del loro nido d’amore era una visione eccezionale. Si gettò su di lei, le allargò le gambe e la penetrò. In quel preciso istante entrambi si sentirono in paradiso. Entrare in lei era qualcosa di straordinario, una sensazione impagabile. E essere riempita da lui significava sentirsi finalmente completa. Fecero l’amore per ore e ore, abbandonandosi al piacere più volte. Non parlarono di quanto era accaduto precedentemente, essendo troppo occupati a baciarsi, a stringersi, a coccolarsi. Le uniche parole che pronunciarono furono quelle che celebravano il loro amore e la loro passione. Tutto sembrava dimenticato, chiuso in un cassetto, ma entrambi sapevano che l’indomani tutto sarebbe tornato a galla. Ma non volevano 169


rovinare quel momento, quello spazio temporale che li aveva visti di nuovo legati e uniti da quel sentimento folle e incontrollabile.

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Capitolo Diciassette Una fragranza particolare aleggiava nell'aria: era un mix inebriante di vaniglia, ambra, muschio, cedro, sandalo e sesso. L'odore della pelle di Chris si era mescolato con quello di Ele dando vita a un nuovo profumo che conteneva note di erotismo, passione e amore. Christopher respiró profondamente come se volesse riempirsi i polmoni di quell'essenza che lo faceva sentire vivo. La Dea stava dormendo. Aveva la testa appoggiata sul suo petto nudo e le gambe intrecciate alle sue. Sembrava così serena e tranquilla, ma nello stesso tempo la sua posizione rivelava la sua paura di perderlo. Era aggrappata a lui, lo teneva stretto e non lo aveva mollato nemmeno per un istante. Si era addormentata così e non si era più mossa. Era lì che voleva essere: tra le braccia dell'uomo che amava. Chris le diede un bacio leggero sulla testa. Era dannatamente felice. Quella notte era stata una delle più belle notti della sua vita. Si era totalmente lasciato trasportare dai sentimenti che provava per Ele. Non aveva pensato a nulla se non ad amare la sua Dea. Chiuse gli occhi mentre con le dita accarezzava pigramente la pelle scoperta di Eleonora. 171


E' delicata, morbida e invitante! disse tra sè. Vorrei toccarla e baciarla per sempre. Non ne aveva mai abbastanza di lei. Avevano fatto l'amore per tutta la notte eppure lui la desiderava ancora. Da quando l'aveva incontrata la prima volta, aveva sentito da subito l'impellente bisogno di farla sua, di affondare dentro di lei, di perdersi nel calore del suo corpo sensuale. Ma non si trattava solo di attrazione fisica; c'era molto di più e lui lo sapeva. A differenza di Ele, che era giovane e inesperta, Chris aveva molta più esperienza e il fatto di avere avuto un sacco di donne lo rendeva ancora più consapevole dei sentimenti profondi che provava per Eleonora. Le altre donne per lui erano state solo un piacevole passatempo, una routine della sua vita da riccone. Uscire qualche volta con una donna, invitarla a cena e portarsela a letto era il massimo che poteva concedere. Nessuna smanceria, nessuna effusione, nessuna relazione seria. Ma con Ele non era stato così, semplicemente perché lei non era come le altre, lei era la sua metà, quella che se sei fortunato, incontri solo una volta nella vita. E il destino li aveva fatti incontrare, ma li stava anche dividendo. Licata incombeva sulla loro felicità e Chris non sapeva più cosa 172


fare. Doveva proteggerla, ma voleva soprattutto amarla e renderla felice. Ele alzò la testa e lo guardò. Dio! Quegli occhi da cerbiatta! Andrei dritto all’inferno, pur di poter svegliarmi ogni mattina con il suo sguardo puntato su di me. “ Buongiorno! “ farfugliò Eleonora. “ Buongiorno piccola! “ le rispose Chris “ Hai dormito bene? “ “ Si, ma solo perché tu eri con me. “ “ Ti amo! “ le sussurrò. In quel momento avrebbe voluto tagliarsi quella maledetta lingua che aveva dato voce al suo sentimento. Cazzo! Sono patetico! Poco più di una settimana fa ho detto a questa donna che non provavo nulla per lei e ora eccomi qui, completamente disarmato dai suoi due smeraldi luccicanti. Ele analizzò quelle due semplici parole che aveva udito. Ha detto che mi ama? Ho sentito bene? si domandò. In realtà, durante la loro notte di passione si erano già mormorati parole 173


dolci e piene d’amore, ma presi dall’estasi non avevano avuto il tempo di riflettere. Adesso invece, con lo sbocciare del nuovo giorno i dubbi era prepotentemente tornati a galla, pronti a tormentarli ancora. “ Mi ami davvero? Io ….io sono un po’ confusa Cristopher. “ “ Ele…io devo proteggerti. “ “ Proteggermi? Da cosa? “ “ Da ogni pericolo. E in questo momento io sono un pericolo per te. “ “ Io non capisco Chris. Ti prego, parlami. Dimmi perché mi hai mandato via. Dimmi cosa ti tormenta. “ Christopher si alzò dal letto e serrò i pugni. “ Non posso dirtelo. “ “ Ok! Allora non dirmelo. Ma sappi che non ti permetterò di scivolare via da me. Tu mi ami. Io lo sento. Il tuo amore è con me e in me sempre. Qualunque sia il problema, promettimi che non mi manderai più via. “ Christopher si abbandonò interminabile silenzio.

174

a

un


“ Non posso mandarti via. Non posso… “ sussurrò. Ele lo raggiunse e lo baciò. Era ancora confusa, ma in quel momento ciò che davvero contava era sapere che suo marito l’amava almeno quanto lei amava lui. “ Promettimelo! “ “ Te lo prometto! “ mormorò Chris prima di gettarsi sul letto con la sua Dea stretta tra le braccia. “ Amami…..” bisbigliò Eleonora. E lui la amò con tutto se stesso. Anima e corpo. Iniziò a baciare ogni parte di lei, sorprendendosi di quanto ogni volta fosse sempre più emozionante e eccitante abbandonarsi all’amore. Eleonora aveva un sapore divino. Era in grado di risvegliare i suoi sensi assopiti. Bastava lambire il suo collo per perdere totalmente il raziocinio. Per non parlare poi del suo profumo che lo mandava direttamente al tappeto. 3, 2, 1 ….. Sono in Paradiso! sentenziò mentre dolcemente penetrava la sua Dea. “ Continua Chris….continua. Ho bisogno di te. Voglio sentirti. “ 175


Quelle parole accesero la miccia che fece divampare il fuoco dentro Christopher. I suoi colpi divennero più frenetici e quando Ele iniziò ad accarezzarsi Chris non capì più nulla. “ Si amore, toccati. “ disse continuando a entrare in lei “ Mi piace vederti impazzire per me! “ Eleonora ormai era persa nell’estasi. Continuava a contorcersi sotto di lui. Chris si concentrò su di lei. Notò i suoi occhi lucidi, la pelle arrossata del viso, i suoi seni turgidi, la sua bocca di fragola che emetteva gemiti e la sua mano con le dita affusolate appoggiate nella sua femminilità. Quella visione fu il colpo di grazia. “ Sentimi amore mio….sentimi! “ gridò mentre insieme raggiunsero la vetta del piacere. Rimasero stretti l’un l’altro fin quando i loro respiri non tornarono regolari e stremati dall’amplesso appena consumato si addormentarono. Più tardi, Chris si alzò dal letto e decise di preparare un bagno caldo per Eleonora: le avrebbe massaggiato la schiena e le spalle, percorrendo senza fretta la sua pelle di alabastro, facendola rilassare ed eccitare contemporaneamente, per poi immergersi con lei nella vasca e fare 176


l'amore. Mentre l'acqua scorreva, Chris vi immerse dell'olio profumato all'essenza di ambra; chiuse gli occhi sentendosi avvolto dalla stessa fragranza della moglie: nessun profumo al mondo era più eccitante. Mentre la jacuzzi si riempiva, Chris andò nel suo studio sentendo il telefono squillare. Non voleva ancora svegliare Eleonora: l'avrebbe destata solo quando il bagno sarebbe stato pronto e l'avrebbe portata in braccio immergendola lui stesso nell'acqua calda. “ Pronto?! “ “ Corselli, capiti..... “

allora

non

ci

siamo

Un brivido percorse la spina dorsale di Chris facendolo scuotere visibilmente. “Controlla la tua posta elettronica: e ricordati con chi hai a che fare! Ah dimenticavo, tua moglie nuda e' proprio un bel bocconcino. Penso che prima di ucciderla me la scoperò. “ Il telefono cadde dalle mani fredde e bianche di Chris. L'ennesimo conato di vomito gli salì alla gola; non riusciva a respirare.Un giramento di testa improvviso lo costrinse a sedersi alla poltrona chesterfield del suo studio. Una volta che l'aria fu reintrodotta nei suoi polmoni si alzò e con mani tremanti 177


digitò la password per accedere alla posta elettronica. Da un account sconosciuto aveva ricevuto un allegato. Lo aprì e lo sconcerto si dipinse sul suo volto. La notte di amore e sesso con sua moglie era stata immortalata, probabilmente con uno zoom potentissimo, in 15 scatti bollenti, espliciti e intimi. Sua moglie nuda, in preda alla passione era stata fotografata come una pornostar. No, no, no... Tutto ciò doveva finire. Nello spazio di un nanosecondo Chris seppe cosa fare: infilati i suoi Roy Rogers sgualciti, le sue Oxford più sportive e una camicia di lino bianco si apprestò con il solo giubbotto di pelle a scendere verso il garage sotterraneo da cui con la sua Ducati Monster raggiunse l'aeroporto. Il suo jet lo avrebbe portato a New York, città nella quale si sarebbe trasferito, dove avrebbe lavorato e soprattutto città dalla quale poteva controllare sua moglie senza metterla in pericolo. Mentre sfrecciava con la sua Ducati per le vie meneghine, Chris sentiva calde lacrime offuscargli gli occhi. Le lacrime venivano bloccate solo dall'imbottitura del casco. Si era comportato da verme: aveva lasciato Ele addormentata senza neanche una spiegazione. Sapeva che qualsiasi cosa le avesse detto lei avrebbe rifiutato un 178


loro allontanamento, avrebbe cercato di persuaderlo a rimanere con lei e lui non avrebbe resistito. Una volta giunto all'aeroporto si imbarcò direttamente sul suo jet dove lo attendeva il comandante già pronto con il piano di volo per il Kennedy Airport. Le otto lunghe ore di viaggio lo stavano uccidendo.L'ultima volta che aveva percorso quella tratta aerea lui ed Ele erano in viaggio di nozze: oggi invece alla vigilia di San Valentino, occasione per la quale aveva già acquistato per sua moglie un paio di orecchini di smeraldo, lo stesso colore degli occhi della sua dea, si sentiva solo, infinitamente triste e sentiva che il suo cuore era rimasto a Milano, in un attico in San Babila, nel letto con Ele. Immerso nei suoi pensieri Chris fece un sorriso amaro. Aveva mantenuto la promessa. Non aveva mandato via Eleonora, ma era stato lui ad andarsene. Non sapeva ancora cosa le avrebbe detto, ma una cosa era certa .....Tutto quello che stava accadendo era un prezzo troppo alto da pagare!

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Capitolo Diciotto Le parole non basteranno per spiegare la mia partenza. Mi dispiace amore mio... Ma devo proteggerti. Un giorno capirai... Ti amo da morire tuo per sempre Christopher! Poche righe erano quelle lasciate da Chris in un biglietto appoggiato sul tavolino di mogano del salone. Ele lo lesse e lo rilesse un sacco di volte per provare a decifrare cosa diavolo tormentasse suo marito a tal punto da rendere necessaria una lontananza tra loro. Era addirittura partito. Ma per andare dove?! E perché? Decisa ad andare in fondo alla questione Eleonora provò a chiamare suo marito per gran parte della giornata, ma dato che il telefono risultava sempre spento, optò per un messaggio. Continui a dire che mi ami... Continui a dire che devi proteggermi... Ma non dici la cosa più importante. Perché? Non sono una bambina! Sono stufa di lottare contro qualcosa che non conosco. Mi stai tagliando fuori e io non sono disposta ad aspettare. Sono tua moglie e ho il diritto di sapere. Non attenderò Christopher... O torni da me subito e mi dici cosa c'è che non va o non mi 180


rivedrai mai più! Il messaggio di Ele era un vero e proprio ultimatum. Ma con Chris doveva giocare duro, altrimenti lui non avrebbe ceduto. Purtroppo però passarono i giorni e Chris non tornò da lei. Amareggiata e sconfortata, si sfogò con Anna ed Arturo che stranamente patteggiavano per suo marito. Avrà le sue buone ragioni! Devi essere paziente. Il suo lavoro lo porterà spesso lontano da te! Così le avevano risposto facendola infuriare ancora di più. Nessuno la capiva... Tutti sembravano trattarla come una bambina. Tutti tranne Luca. In quei giorni lui, le era stato vicino. Si erano visti in Accademia e avevano danzato insieme, fino a un pomeriggio in cui Ele, sforzandosi di sembrare serena, era crollata difronte alle domande del suo migliore amico. “ Dannazione Eleonora! Con me puoi parlare. Perché ti ostini a tenere tutto dentro? Cosa c’è che non va? Non ricordo neanche più, quand’è l’ultima volta che ho visto dipinto sul tuo volto il tuo meraviglioso sorriso. Sei triste e infelice. Qual è il problema piccola? “ La diga si ruppe e le lacrime sgorgarono copiose e incessanti dagli occhi di Ele. 181


Le parole le uscirono a raffica. Raccontò a Luca ogni cosa. La sua frustrazione, il suo dolore e il castello di incomprensioni che la separavano da Christopher. Quando finì di dire tutto, si sentì molto meglio, ma in realtà fu solo un attimo, perché una volta tornata a casa, la rabbia la scosse prepotentemente. Il suo umore era ormai altalenante. Troppe cose non riusciva a comprendere. Suo marito era sparito di nuovo e l’unica risposta che aveva ricevuto da lui era un messaggio con scritto “ Ti Amo! “…. Chris era seduto nel salottino della sua Suite al Four Season a New York. La solita in cui alloggiava durante le sue permanenze nella grande mela. Aveva tra le mani un bicchiere di Brandy che lo aiutava a schiarirsi i pensieri su ciò che avrebbe dovuto e voluto fare da lì a poche ore. Il suo piano era quello di chiamare Arturo e poi suo padre: avrebbe chiesto aiuto ad entrambi seppure in maniera diversa. “ Pronto? “ “ Arturo salve, sono Chris, ho urgenza di parlarti di una cosa seria e grave! “ “ Chris, figliolo, avevo immaginato stesse succedendo qualcosa, ma dimmi, state bene? “

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“ Ele sta bene.... più o meno. Comunque ascolta.... “ Christopher raccontò ad Arturo delle minacce subite da Licata e per quanto orrore gli facesse dover divulgare certe particolarità, dovette metterlo al corrente anche delle foto che ritraevano lui ed Ele a letto insieme. “ Quindi capisci Arturo perché sono dovuto partire? Capisci perché ho dovuto prendere le distanze da tua figlia? “ “ Certo Chris, capisco. Ma avrei sperato ci fosse una soluzione; hai provato a rivolgerti alla polizia per avere protezione? “ “ Arturo, mio padre ha molti amici in questura e sembra che nessuno stia prendendo il caso nella giusta considerazione: pensano che le minacce che ci ha fatto Licata siano solo parole di un pazzo!!! Non posso correre questo rischio, mi capisci? Non con tua figlia, non con la sua vita. Arturo io la amo più di qualunque altra cosa al mondo. Sono disposto anche a morire per lei. “ “ Chris, da padre ti capisco, anche io darei la vita per mia figlia. È non ti preoccupare: anche se so che sarà doloroso per Eleonora, farò ciò che mi hai chiesto. “

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“ Grazie Arturo....papà. Vedrai che presto risolverò tutto e tua figlia sarà per sempre felice. Perché io la renderò tale. Ogni giorno della vita. “ Con quella promessa i due uomini riagganciarono il telefono e Chris si apprestò a fare la seconda chiamata, quella più difficile e pericolosa. “ Papà, ciao sono Chris. “ “ Ho saputo tutto! Quel bastardo ha inviato anche a me le vostre foto.Mi dispiace figliolo, ma quel pazzo sta facendo le cose in grande, ed in più, sembra avere molti agganci. Ha avuto accesso ai nostri contatti informatici e chissà Dio a cos'altro! “ Christopher rabbrividì al pensiero che qualcuno, uno sconosciuto, un pazzo maniaco criminale fosse riuscito ad intrufolarsi nella sua vita privata a tal punto. “ Papà, ascolta, dobbiamo tendere un'imboscata a Licata e fare in modo che quello stronzo metta la testa fuori dal buco in cui si è' rintanato. Io DEVO tornare da mia moglie. Non vivo senza di lei; mi sembra che l'aria sia senza ossigeno. Svegliarmi senza Ele al mio fianco è devastante, devi credermi… “ “ Chris lo so. Nulla che io non abbia 184


provato e che non continui a provare per tua madre. Tu, Celeste e lei siete la mia vita: so che non mi resta molto da vivere, ma prima di vegliare le vostre vite da lassù, vorrei vedervi felici e sistemare questa faccenda, fosse l'ultima cosa che farò. Per te.” Dopo la telefonata con il padre Chris si trovò in uno stato emotivo pietoso: aveva lasciato sua moglie a Milano con la menzogna, un pazzo li stava ricattando minacciando la vita di Ele, aveva dovuto dire a suo suocero cose che mai avrebbe raccontato neanche sotto tortura, ma lo aveva fatto per lei; aveva dovuto sapere dal padre che le foto di sua moglie nuda in preda all'amplesso con lui erano state divulgate alla sua famiglia e come se non bastasse a suo padre era stata diagnosticata una rara forma di cardiopatia inoperabile che presto lo avrebbe ucciso. Era un incubo. Prima di stendersi nel letto, Chris decide di farsi una doccia e riordinare i pensieri: il giorno seguente il piano per stanare Licata avrebbe preso forma e Christopher aveva bisogno di tutte le sue forze e tutte le sue energie. Si fiondò sotto il getto di acqua bollente dell'enorme doccia: solo un paio di mesi prima aveva fatto l'amore con la sua Dea proprio in quel luogo. Con quel pensiero Chris si prese il membro rinchiudendolo nel suo pugno e pensando al corpo della 185


moglie, ai suoi occhi, alla sua bocca ed ai suoni che emetteva mentre facevano l'amore, iniziò a masturbarsi. Era una cosa che non faceva mai: prima di Ele nessuna donna lo aveva mai eccitato al punto di praticare autoerotismo. Solo lei, solo per lei. E solo per la sua Dea venne con un grido straziante. Dopo pochi minuti, Chris era nel letto che fissava il soffitto. Sarebbe mai più riuscito a dormire senza Ele? Quando le prime luci dell'alba entrarono dalla finestra, investendo la stanza di un colore rosato, Chris si infilò un paio di pantaloni della tuta e a piedi scalzi percorse il salottino fino alla stanza da pranzo: il servizio in camera gli avrebbe portato un'abbondante colazione. La giornata del guerriero Corselli era ufficialmente iniziata. Aprì il suo Mac e analizzò la posta elettronica: ciò che vide lo lasciò senza fiato. Una foto di Eleonora e Luca davanti al Castello Sforzesco che si baciavano.Il messaggio che accompagnava l'allegato era di Licata. Eh bravo il nostro produttore! Vedo che stai rispettando i patti. Tua moglie è già tra le braccia di un altro uomo. Stai soffrendo vero? Sono felice, ma non ancora soddisfatto. Ti controllo Corselli… Chris non stava semplicemente soffrendo. Aver visto quell'immagine lo stava 186


facendo morire! Ok ora basta! Licata sei un uomo morto!!! disse tra sé Chris mentre, senza neanche rendersene conto, aveva rotto una bottiglia d'acqua ferendosi le mani. Afferrò il telefono della stanza e chiamò Ele, ma lei non gli rispose. Infuriato Chris chiamò Trenzi, il suo uomo di fiducia. " Dove cazzo è mia moglie? " sbraitò. " Signor Corselli, la signora è appena entrata in Accademia. Era con Luca Amavi. "

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Capitolo Diciannove Eleonora si rigirava nel letto king size, pensando e ripensando a ciò che era successo il giorno precedente. Il suo migliore amico l’aveva baciata… In realtà aveva semplicemente appoggiato le labbra sottili sulle sue, cogliendola impreparata. Ma era stata solo una questione di secondi, perché lei prontamente si era staccata da lui e gli aveva mollato un bel ceffone, stampando la sua mano con le dita affusolate sul viso ben rasato di Luca. “ Perdonami Ele, non ho resistito. Sei così bella “ le aveva detto lui visibilmente dispiaciuto. Ma era Ele ad essere veramente mortificata. Sapeva che Luca provava dei sentimenti nei suoi confronti e adesso si sentiva in colpa per aver accettato l’invito del suo amico. In quel momento le era sembrata una buona idea fare una passeggiata in centro e dato che aveva bisogno di distrarsi un po’, non aveva riflettuto sulla possibilità che Luca fraintendesse il loro riavvicinamento dell’ultimo periodo. Si sentiva una stupida: avrebbe dovuto pensarci prima; ma ormai era troppo tardi per rimediare. Dopo lo schiaffo era scappata senza dire 188


una parola, lasciando Luca totalmente basito. Aveva corso per le vie di Milano mentre le lacrime solcavano il suo volto pallido, stanco e segnato dalle notti insonni degli ultimi giorni, fino a quando esausta era giunta nel suo appartamento che senza Chris sembrava vuoto, freddo e triste. Si era gettata nel letto e era rimasta lì per ore e ore, senza chiudere occhio. Adesso che un nuovo giorno era iniziato, doveva assolutamente prendere in mano la situazione. Per prima cosa voleva scusarsi con Luca e dopo avrebbe affrontato Chris. Aveva intenzione di confessargli tutto, perché la sua priorità era che non ci fossero segreti tra loro. Le avrebbe raccontato dei suoi giorni difficili, dello sfogo con il suo migliore amico e di quel bacio rubato che l’aveva fatta sprofondare nel senso di colpa. Una volta pianificate le sue intenzioni, inviò un sms a Luca e gli diede appuntamento per mezzogiorno davanti all’Accademia. Giunta a destinazione, respirò profondamente prima di avvicinarsi al suo migliore amico, che già l’attendeva impaziente. “ Ciao! “ “ Ciao Ele! “ disse lui baciandole le guance. “ Non ti irrigidire! “ l’ammonì, sentendola sussultare. “ Sono sempre io…il tuo migliore amico “ continuò lanciandole un sorriso dolce e 189


comprensivo. “ Io ho bisogno di parlare Volevo chiederti scusa… “

con

te!

“ No! Non devi dire nulla. Sono stato io a sbagliare. Tu sei sposata e ami Christopher. Non avrei dovuto baciarti. Non volevo assolutamente mancarti di rispetto e sono mortificato per il mio comportamento riprovevole. E’ solo che…per una frazione di secondo, ti ho sentita vicina a me come mai lo eri stata e ho perso la ragione. Puoi perdonarmi? “ “ Luca sono io che devo scusarmi con te. Ho approfittato della tua disponibilità senza pensare ai tuoi sentimenti. Sono stata stupida ed egoista. “ “ Non è così. Io e te siamo sempre stati amici. E l’amicizia è anche contare sull’altro, sostenerlo nel momento del bisogno. Ed è quello che io farò per te….sempre. Voglio vederti felice e se Corselli è la tua felicità, beh io gioirò con te. “ Ele non potè fare a meno di notare quanto grande fosse il sentimento che Luca provava per lei. Era disposto a essere solo il suo amico, pur di non perderla. “ Grazie “ mormorò lei, accennando un 190


sorriso carico di gratitudine. Rientrata nell’attico di Chris nel tardo pomeriggio, dopo essere passata a trovare Arturo e Anna, Eleonora decise di chiamare suo marito, ma come accadeva spesso, il telefono risultò spento. Piombata di nuovo nel totale sconforto, Ele trascorse la serata guardando la tv e piluccando con malavoglia del cibo, fino a quando con apatia assoluta si sdraiò sul letto, pronta ad affrontare un’altra notte di incubi e pensieri. Chris arrivò a Milano a mezzanotte inoltrata. Era arrabbiato con se stesso, con Ele ma soprattutto con Licata. L’immagine del bacio della sua Dea con Luca era impressa nella sua mente. “Dio! Spaccherei il mondo in questo momento! “ disse tra sé mentre varcava la soglia del suo appartamento. Con lunghe falcate si diresse nella stanza da letto. Eleonora dormiva profondamente. Christopher si spogliò, si sedette accanto a lei e studiò il suo viso, illuminato dalla luce fioca dell’abat-jour. Era pallida ma pur sempre bellissima. Con l’indice le sfiorò le labbra, quelle dolci labbra violate dal bacio di Luca, e con esitazione si avvicinò, lambendole con la lingua. Ele sussultò e sgranò gli occhi.

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“ Chris sei tu! “ biascicò mentre il profumo di muschio, sandalo e cedro inondava le sue narici. “ Sono io! “ disse lui continuando a baciarla. Si dedicò a quella bocca di fragola con impeto e dedizione, finchè Eleonora senza fiato si staccò da lui. “ Voglio baciarti per ore e ore “ mormorò lui, riprendendo a torturarle le labbra, mentre con le mani denudava la sua Dea. Stava silenziosamente marcando il territorio, mentre ripeteva a se stesso, che quella dolce creatura era solo sua. Ogni parte di lei gli apparteneva ed era disposto a dimostrarlo al mondo intero. Prontamente si posizionò su di lei e la penetrò, facendola trasalire. La connessione tra loro era potente e l’elettricità palpabile. Eleonora si stava facendo amare ed era completamente abbandonata a lui e alle sue carezze. Chris fremette… “ Sono tornato Ele…. Sono tornato per ricordati di chi sei! “ dichiarò mentre affondava dentro di lei. Eleonora inarcò il bacino e gemette per il piacere che si stava irradiando nel suo corpo. 192


“ Ti amo Chris! “ sussurrò. “ Ripetilo! “ ringhiò lui imperioso, cadenzando studiatamente i colpi. “ Ti amo! “ “ Ancora Ele…dillo ancora! “ “ Ti amo! “ “ Ancora! “ borbottò lui bisognoso di sentirsi amato e desiderato. “ Ti amo! “ gridò raggiunsero l’orgasmo.

lei

e

insieme

Dopo l’amplesso, rimasero avvinghiati l’un l’altro, beandosi dei loro respiri che si fondevano. “ Devo parlarti! “ disse Ele rompendo il silenzio che incombeva tra loro. “ Dimmi piccola! “ Eleonora raccolse un po’ di coraggio e raccontò a Chris del bacio con Luca. Lui si rabbuiò improvvisamente, stringendo i pugni. Nonostante Ele affermasse di non aver ricambiato il bacio, l’idea della sua bocca appoggiata a quella di Luca lo faceva fremere di rabbia. Lei era solo sua e se Licata non si fosse messo in mezzo, non sarebbero mai giunti a quella 193


situazione. Lui non sarebbe mai partito abbandonando Ele e lei non avrebbe sofferto e non avrebbe mai cercato conforto tra le braccia del suo migliore amico. “ Vaffanculo! rivestendosi.

gridò

alzandosi

e

“ Mi dispiace Chris! “ disse Ele con le lacrime agli occhi. “ Si….dispiace anche a me! “ mormorò lui, prima di rinchiudersi nel suo studio. Christopher sapeva che era giunto il momento di attuare il suo piano. Doveva fare in modo che Licata si presentasse da lui: rischioso o meno non gli importava. Il solo pensiero che lui ed Eleonora potessero iniziare finalmente la loro vita assieme era un motivo sufficiente per correre qualsiasi rischio. Il piano era articolato e aveva richiesto l'intervento e l'influenza di suo padre che per lui aveva messo a frutto le sue conoscenze in questura. Grazie ai suoi agganci con la stampa, Chris era riuscito a sincronizzare il piano come un vero direttore d'orchestra. I quotidiani del 20 febbraio aprirono la giornata con una notizia sensazionale: Benedetta, la ex conquista del famoso produttore cinematografico Christopher Corselli, 194


era stata trovata morta a metà dicembre. La sua morte era subito stata archiviata come suicidio ed era il motivo dell'attentato alla vita che Corselli aveva subito. Ma nuovi e impressionanti scenari si stavano prospettando per gli investigatori che indagavano sul presunto attentatore: Luigi Licata. Da ulteriori indagini del laboratorio di patologia erano emersi dettagli imprevisti. Sembrerebbe infatti che Benedetta in realtà fosse stata vittima di un omicidio e non si fosse suicidata come inizialmente si era pensato. Licata lesse e rilesse quell'articolo di giornale e un dubbio gli si insinuò nella mente: lui aveva trovato Benedetta morta nel loro appartamento con un biglietto in cui menzionava Corselli e il grande amore che aveva per lui. Licata lo aveva odiato per aver usato e abbandonato Benedetta. Ma ora un nuovo orizzonte gli appariva nei pensieri: poteva Corselli aver fornito gli psicofarmaci a Benedetta? Poteva aver scritto lui il biglietto per crearsi un alibi e ricondurre la morte ad un suicidio? Beh se cosÏ fosse stato, non aveva dubbi: Chris era un uomo morto. Sapeva tutto del suo bersaglio: dove viveva, i suoi spostamenti, i suoi appuntamenti; persino quante volte al giorno si recava al bagno. Trovare Chris da solo e piantargli una pallottola in fronte non era certo un problema....

195


Capitolo Venti Christopher dopo la confessione di Eleonora era diventato ancora più pragmatico e sfuggente; non stava quasi mai in casa e quando si degnava di rientrare nel suo attico, si rintanava nello studio. Ele aveva provato a instaurare un dialogo con lui, ma veniva sempre liquidata con un “ Ho da fare “ o un “ Lasciami in pace! “ Dalla sera in cui era tornato da New York non l’aveva più toccata neanche con un dito e addirittura si addormentava sul divano. Il senso di colpa di Eleonora si era trasformato in un macigno troppo pesante da sopportare. “ Possibile che il bacio con Luca lo abbia sconvolto così tanto? “ si domandò. Di certo la loro vita di coppia era divenuta insostenibile, prima ancora di cominciare. A parte i momenti in cui entrambi si erano gridati il loro amore, Chris non aveva fatto altro che prenderla e lasciarla; si allontanava da lei e poi ritornava, dando vita a un tira e molla straziante. La felicità che Ele pensava di aver trovato con lui, si era trasformata in una sofferenza continua e lei ormai aveva raggiunto il 196


limite massimo di sopportazione. Doveva prendere le distanze da tutto e da tutti, ecco perché quel pomeriggio in Accademia non esitò ad accettare la tournée che gli avevano proposto. La settimana seguente, sarebbe partita per un po’ di tempo, rincorrendo il suo sogno e cercando di riordinare la confusione mentale che aleggiava dentro di lei.Mentre preparava la valigia, Ele ripensava al dialogo avuto con Chris circa la sua imminente partenza. “ In Accademia mi hanno proposto di partire per una tournée in sud America e io ho accettato “ aveva detto lei entrando nello studio di Chris. Lui non la degnò di uno sguardo e continuò a fissare un quotidiano appoggiato alla sua scrivania. “ Ci sarà anche Luca! “ aveva continuato Ele cercando disperatamente di provocare una reazione del marito. Ma lui rimase impassibile. “ Chris mi stai ascoltando? “ “ Si, ho capito. Sono contento per te. “ aveva mormorato lui seccamente. “ Grazie Christopher! Grazie per l’indifferenza che continui a mostrarmi ogni giorno! “ aveva borbottato Ele 197


prima di uscire dalla lacrime agli occhi.

stanza

con

le

Le stesse lacrime che adesso rigavano di nuovo il suo volto, mentre con mani tremanti chiudeva il trolley che conteneva i suoi abiti e i suoi effetti personali. Erano lacrime di rabbia, tristezza e rassegnazione. Suo marito non l’amava più. Era questo che pensava lei e ora più che mai era convinta che un distacco le sarebbe servito per alleggerire il suo dolore. Non sapeva ancora che piega avrebbe preso la sua relazione con Chris, ma avvertiva dentro di sé un senso di totale fallimento. Il loro era stato un amore fugace, intenso, travolgente, effimero e destinato a finire. Per l'ennesima volta Chris stava allontanando Eleonora da se'; ma giurò a se stesso che sarebbe stata l'ultima volta. Ora doveva solo fare in modo che Ele stesse lontano dalla portata di Licata, quindi anche da Milano per almeno una settimana. Negli ultimi giorni era stato scostante e antipatico, veramente glaciale con sua moglie, tutto il contrario di ciò che il cuore e l'anima in realtà provavano: in verità ardeva di desiderio per la sua dea, moriva dalla voglia di metterle le mani sul corpo meraviglioso, di sfiorare ogni centimetro di lei; voleva dissetarsi dei suoi baci e abbeverare a sua volta Ele, 198


voleva stringerla nel sonno e ascoltarla parlare per ore: ma tutto ciò negli ultimi giorni lo aveva negato a se stesso e a lei. Eleonora aveva in fine ricevuto la proposta di partire per una tournée in America meridionale che l'avrebbe condotta nei teatri più prestigiosi in cui si sarebbe esibita nello Schiaccianoci su coreografie di Rudolf Nureyev: insomma il classico dei classici. Ovviamente date le due indiscusse doti, che subito dopo l'incidente erano tornate ad essere eccellenti, Eleonora si era guadagnata con merito il ruolo di protagonista del balletto. Ovviamente il principe lo avrebbe interpretato Luca: il loro affiatamento era evidente in scena ed ultimamente anche fuori dai palchi. La scarsa complicità con Christopher la allontanava dal marito e dalla sua nuova dimora meneghina lasciando sempre più spazio ai teatri di prova ed alle colazioni con Luca. La settimana successiva Chris con le lacrime agli occhi guardava, non visto, sua moglie imbarcarsi con il resto del cast a Malpensa: destinazione Barranquilla in Colombia come prima tappa del tour. Solo dopo due ore dalla partenza del 747 su cui era Eleonora, Chris si accorse di essere ancora seduto in sala d'attesa a scrutare il cielo su cui i vari aerei in atterraggio e decollo lasciavano scie del loro passaggio quasi come lo sventolio di un fazzoletto d'altra epoca 199


avrebbe fatto per un lungo addio. Riscosso dai suoi pensieri entrò in azione il Christopher combattente mettendo da parte il marito con il cuore sanguinante. Nelle ultime settimane aveva ripreso peso e aveva lavorato sodo per raggiungere una perfetta forma fisica: a differenza degli anni passati, in cui si allenava con un personal trainer in capoeira e kick boxing, gli ultimi periodi erano stati di duro allenamento con un addestratore dei Marines: doveva essere una macchina da guerra e riportare Eleonora nella sua vita per sempre. Il giorno tanto atteso arrivò. I giornali, con l'aiuto delle giuste imbeccate, uscirono con la notizia che il corpo di Benedetta sarebbe stato riesumato e Christopher sapeva che Luigi Licata sarebbe stato presente alla cerimonia anche se ben nascosto. Doveva fare in modo che il cimitero fosse circondato dai suoi uomini e una volta che lo avessero stanato Chris avrebbe avuto la gratificazione prima di ridurlo ad una larva umana, dopodiché avrebbe avvertito le autorità affinché lo venissero ad arrestare. Travestito e ben camuffato insieme agli uomini del magistrato che procedevano alla riesumazione, Christopher scorse l'ombra di una figura che si stagliava dietro una cappella ad una cinquantina di metri dalla sua posizione. Non ci mise molto a riconoscere Licata: con mosse studiate 200


aggirò il perimetro del cimitero e si trovò il suo attentatore davanti: Luigi Licata gli dava le spalle, ignaro dell'agguato che stava per sopraggiungere. Con una serie di colpi mirati e ben calibrati Christopher agguantò il suo rivale, lo disarmò e poi infierì sul suo avversario senza pietà'. Solo dopo essere stato sicuro di avergli fratturato i quattro arti rendendolo inerme, chiamò i suoi uomini ed impartì l'ordine di chiamare la polizia per procedere all'arresto del delinquente. Quando sopraggiunse la polizia, Licata era ridotto piuttosto male mentre Chris sembrava appena uscito da un set fotografico: era perfetto e senza neanche una piega sui pantaloni. Christopher vide Licata salire, sull'ambulanza che la polizia avrebbe scortato fino all'ospedale prima di essere processato e rinchiuso nel penitenziario. Ora che la fonte dei suoi guai era sistemata non gli restava altro che telefonare al comandante del suo jet privato… Era giunto il momento di andare a riprendere Eleonora!

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Capitolo Ventuno Giunto all’aeroporto internazionale Ministro Pistarini di Buenos Aires, Chris si recò immediatamente all’albergo dove alloggiava Ele, il ‘ Vain Boutique Hotel ‘, una struttura dal design elegante e situata al centro della città. Il cuore gli batteva freneticamente, quando si rivolse al direttore dell’albergo, un uomo basso, sulla cinquantina, con i capelli brizzolati e un completo nero, che troneggiava dietro al bancone della reception. “Buenas tardes! Yo soy Corselli y estoy buscando .... Eleonora Corselli! “

Christopher a mi mujer

“ Lei è il produttore cinematografico? “ rispose il direttore in un italiano impeccabile. “ Si, sono io! “ rispose Chris. “ E’ un onore averla qui, signore. Sono a sua completa disposizione. Controllo subito nel registro. Eleonora Corselli ha detto? “ “ Si! “

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Il direttore spulciò con attenzione il registro online e poi si rivolse nuovamente a Chris. “ Ehm….signor Corselli, mi dispiace, ma non trovo nessuna Eleonora Corselli. E’ sicuro che sua moglie alloggi qui? “ “ Certo che sono sicuro “ rispose lui “ Provi a cercare Eleonora Viole! “ Il direttore finalmente un volto.

riprese la ricerca e sorriso illuminò il suo

“ Eccola. Stanza 1014. In questo momento però la signora non è in camera. E’ al teatro con il resto della compagnia di ballo. “ “ Aspetterò! “ borbottò Christopher “ Nel frattempo mi prenoti una stanza. “ “ Signor Corselli, sono mortificato, ma non ho camere a disposizione. Se vuole però posso farla sistemare nella stanza di sua moglie. In realtà non si potrebbe, ma per lei farò volentieri un’eccezione. “ “ La ringrazio! “ mormorò Chris porgendo i suoi documenti “ Le sarei grato, se non comunicasse a mia moglie del mio arrivo. Vorrei farle una sorpresa! “ “ Certamente signor Corselli. “ 203


Mezzora dopo Chris era nella stanza di Eleonora. Una bellissima suite con pavimenti in legno, dove spiccava al centro, un’enorme letto con la testata in ciliegio intarsiata. Le lenzuola di seta erano morbide e profumavano di ambra e vaniglia: l’odore inconfondibile della Dea dagli occhi verdi. Dopo un bagno caldo nella lussuosa vasca idromassaggio, Christopher si sedette sul divano e sorseggiò un bicchiere di brandy mentre ripeteva mentalmente ciò che avrebbe dovuto dire a sua moglie. Poco dopo, la porta della suite si aprì. “ Grazie Luca! bellissima! “

E’

stata

una

serata

“ Ma grazie di cosa piccola? Sei tu che rendi speciale ogni momento. Il pubblico stasera era rapito da te. Sei un’ammaliatrice.” “ Sono d’accordo! Mia moglie è incantevole! “ disse Chris alzandosi e andando verso Luca ed Eleonora che erano ancora sulla soglia. “ Chris?! “ mormorò Ele con stupore. “ Ciao Ele! “ disse lui con voce calda, appoggiando lo sguardo su di lei “ Dovrei parlare con mia moglie “ aggiunse in tono minaccioso, rivolgendosi a Luca.

204


“ Certo! “ rispose lui “Vi lascio da soli! “ Christopher chiuse la porta e si avvicinò a Ele, che era rimasta immobile. Mise le mani intorno alla sua vita sottile e le diede un leggero bacio sulla fronte. “ Sono qui per stringendola a sé.

te!

sussurrò

Eleonora chiuse gli occhi e si beò di quell’istante. Per un dannatissimo momento tutta la sofferenza accumulata nelle ultime settimane sembrò svanire. Ma quando riaprì gli occhi e guardò Chris, la rabbia tornò a galla. “ Cosa diavolo ci fai allontanandosi da lui.

qui?

gridò

“ Dobbiamo parlare! “ “ E se io non avessi voglia di parlare con te? Perché dovrei Chris? Ho provato a dialogare con te in tutti i modi possibili ma tu hai sempre rifiutato. Cosa è cambiato? Perché sei venuto fino a qui? Cosa c’è di così importante da dire? Pensavo che non avessi più parole per me. “ Christopher sgranò gli occhi. Sapeva benissimo che parlare con Ele non sarebbe stato facile, ma vederla in 205


quello stato, così arrabbiata e delusa, lo feriva terribilmente. “ Hanno arrestato Licata! Finalmente è tutto finito. “ “ Davvero? E’ una notizia meravigliosa “ mormorò Ele dando voce alla sua gioia. Sapere che l’uomo che voleva morto suo marito e che aveva quasi ucciso lei, finalmente era in carcere, la rendeva felice. “ Si è meraviglioso….soprattutto perché adesso posso amarti alla luce del sole. “ “ Che significa? “ “ Ele, Licata mi minacciava. Se non mi fossi allontanato da te ti avrebbe ucciso. Io…dovevo proteggerti! “ Eleonora scoppiò in lacrime, mentre Christopher continuava il suo racconto. Le disse tutto, senza tralasciare nessun dettaglio; le parlò delle mail di Licata, delle telefonate, del piano studiato con Arturo e con suo padre, per stanare quel pazzo maniaco. “ Mi avete mentito! Mi avete trattato come una bambina! “

206


“ Tesoro lo abbiamo fatto solo perché dovevamo proteggerti. “ “ Proteggermi? A quale prezzo Chris? Ho pensato che non mi amassi più! Mi hai ucciso mille volte con i tuoi silenzi e con le tue fughe! “ disse Ele inveendo contro di lui. In preda a una crisi di nervi, Eleonora cominciò a tirare pugni al petto possente di suo marito, che la lasciò fare un po’. Poi afferrò i suoi polsi e la spinse contro la parete, immobilizzandola. “ Guardami Ele! “ disse Chris “ Io ti amo. Non ho mai smesso di amarti. “ Le loro labbra si incontrarono in un bacio disperato. Christopher continuò a baciarla, finchè le lacrime della sua Dea non terminarono. Non appena si fu calmata, la prese in braccio e la portò sul letto. La spogliò e si spogliò a sua volta. “ Ti amo Ele…. Ti amo! “ ripeté Chris, prima di gettarsi su di lei. Lambì ogni parte del suo corpo, baciandola con dolcezza e venerazione e infine fece l’amore con lei, lentamente, gustando ogni affondo che sapeva di libertà. Libertà di amare finalmente sua moglie, senza freni, senza remore e 207


senza paure. Eleonora era sua e lo sarebbe stata per sempre. L'alba arrivo' nell'afosa Buenos Aires a colorare di rosa tutto ciò che i raggi del sole accarezzavano, comprese le candide lenzuola in cui Chris ed Ele avevano consumato una notte d'amore senza precedenti. Chris aprì lentamente gli occhi ma non trovò la moglie al proprio fianco; ciò che invece vide fu un biglietto sul comodino fermato dai tre anelli di Eleonora: la fedina di brillanti, l'anello di fidanzamento e la fede matrimoniale. Alla vista di quei pegno d'amore Chris ebbe un tuffo al cuore. Il biglietto recitava queste parole: Chris non sono pronta a ricominciare come se nulla fosse. Mi hai spezzato il cuore più di una volta e hai perso la mia fiducia. Ora sono io che ti chiedo tempo. Tempo per riflettere... Forse abbiamo affrettato i tempi. Quegli anelli rappresentano il legame che tu hai spezzato tenendomi all'oscuro, mentendomi. Solo il tempo dirà se potremo tornare assieme. Non cercarmi.... Ti amo ... Nonostante tutto Ele

208


Christopher restò a lungo a fissare il biglietto con le lacrime che gli bruciavano negli occhi. Tutto ciò che aveva fatto, lo aveva fatto per lei ma non aveva considerato che in realtà l'aveva trattata esattamente come Arturo e cioè come una bambola di porcellana sotto una campana di vetro, ovvero tutto ciò da cui Eleonora era scappata e da cui stava scappando la mattina in cui si erano incontrati. “ Ho sbagliato tutto: Cazzo!!! Come potrò vivere adesso senza di lei? “ pensò. No... Non c'era possibilità di risalita: la sua vita era finita. Poteva solo tornare a Milano e dare un po' di tempo ad Eleonora per tornare da lui, dopodiché lui avrebbe iniziato a corteggiarla e fare tutto ciò che fosse stato in suo potere per riavere sua moglie al proprio fianco. A qualsiasi costo o condizione. Il suo jet sarebbe partito alla volta di Milano quel pomeriggio, ma prima di imbarcarsi trovò il modo e il tempo per fare ciò che avrebbe voluto fare dalla notte della vigilia di Natale: aveva regalato in quell'occasione ad Ele una fedina con brillanti al cui interno era inciso il simbolo dell'infinito.... Lo stesso segno che Chris aveva marchiato nel cuore... Ora lo avrebbe marchiato anche sulla sua pelle: per sempre Eleonora. 209


Non ci sarebbe stata nessun altra donna, mai. Questo lo sapeva per certo. Nello stesso istante in cui Chris era seduto, in una poltrona, dal tatuatore per farsi incidere il suo pegno d'amore eterno, Eleonora si stava imbarcando alla volta di Brasilia: le tappe del tour avrebbero dovuto toccare ancora il Venezuela, il Messico, il Perù e la Bolivia dopodiché sarebbe rientrata a Milano ed avrebbe affrontato l'incerto futuro del suo matrimonio. Christopher era tutto ciò che aveva sempre voluto ma si era trasformato nella versione dionisiaca di suo padre: l'aveva controllata, pedinata, messa sotto assedio e soprattutto le aveva mentito. Questo lo avrebbe accettato a malapena da suo padre ma mai al mondo da suo marito. Avrebbero dovuto essere una coppia, una squadra: avrebbero dovuto affrontare le difficoltà insieme. Seduta al suo posto in aereo, Eleonora non poté fare a meno di guardarsi l'anulare sinistro sguarnito di ogni pegno e vincolo verso Chris. In realtà il suo vincolo era il suo cuore... Lo aveva donato a Chris ed Ele sapeva che non avrebbe più fatto ritorno e che non avrebbe più potuto donarlo a nessun altro.

210


Capitolo Ventidue Christopher era tornato a Milano con il cuore in frantumi e l'anima dilaniata. Aveva sbagliato tutto con Ele, aveva voluto proteggerla e per farlo l'aveva tagliata fuori: fuori dalla loro intimitĂ , dalla loro sinceritĂ , dalle promesse che si erano scambiati il giorno del loro matrimonio. Ora non poteva fare altro che rispettarla e concederle il tempo che lei gli aveva chiesto: almeno questo glielo doveva. Passarono i giorni, lentissime e faticosissime giornate in cui Chris, senza quasi aver chiuso occhio, si dedicava al lavoro e alla famiglia: aveva traslocato a casa dei genitori anche a causa dell'aggravarsi della malattia di suo padre ed inoltre era stata la cosa giusta da fare, avendo lasciato l'attico a disposizione di Eleonora. Si era comunque prefissato un obiettivo: appena Ele fosse rientrata dalla tournĂŠe in Sud America, avrebbe ripreso a corteggiarla cercando di fare piccoli passi per poterla un giorno riavere; e da quel giorno sarebbe stato per sempre. Sapeva che doveva andarci cauto: Ele era stata ferita dal suo comportamento ed in primis avrebbe dovuto riconquistare la sua fiducia. Dopo circa una settimana Eleonora 211


rientrò a Malpensa e Chris dovette trattenersi dal mandarle il proprio autista per scortarla all'attico: voleva darle respiro e fiducia anche se tutto ciò stava rischiando di ucciderlo. Continuava comunque a sorvegliarla a distanza: era una forma precauzionale soprattutto considerato che era pur sempre la moglie di un miliardario. Purtroppo, i rapporti che riceveva dai suoi uomini della sicurezza erano tutt'altro che ottimistici. Ele era spesso accompagnata da Luca: alle feste dell'Accademia di danza, a cene e pranzi e nell'ultimo periodo, l'allungarsi delle giornate aveva invogliato Ele e Luca a fare lunghe passeggiate per i parchi meneghini. Era passato più di un mese dal ritorno a Milano di Eleonora e i contatti tra loro erano stati pressoché inesistenti. Qualche messaggio, qualche telefonata, ma nulla di più. Aveva anche saputo che Eleonora era passata a trovare la sua famiglia, essendo venuta a conoscenza della salute precaria di Corselli Senior, ma ovviamente era andata a casa loro in un orario in cui era certa di non trovare Christopher. Pochi giorni dopo Chris, diretto con la sua Ducati Monster alla clinica Mangiagalli, dove il padre si stava sottoponendo all'ennesima visita specialistica, vide casualmente Ele accompagnata da Luca mentre entravano in un negozio di articoli per l'infanzia. Quando arrivò in clinica Chris era 212


ancora frastornato dalla visione di sua moglie e Luca che si aggiravano per la città e si comportavano come fossero stati una coppia. “ Signor Corselli? “ La voce di presente.

un

uomo

lo

riportò

al

“ Si, sono io. “ “ Buon giorno, sono il cardiologo che ha in cura suo padre. Mi rincresce informarla che siamo stati costretti a ricoverarlo, in quanto, dagli esami abbiamo riscontrato che il quadro clinico è peggiorato e l'ingrossamento del cuore è al limite della sopravvivenza. Proveremo a controllare le sue pulsazioni e la sua pressione arteriosa con i farmaci ma, mi duole dirle che l'inevitabile si sta avvicinando velocemente. “ “ Grazie dottore per avermi informato. Ora dovrò mettere al corrente della situazione sia mia sorella che mia madre, e per quest'ultima non sarà facile accettare la verità. “ Con una stretta di mano Chris si congedò dal medico e di apprestò a far visita al padre. Non solo Eleonora, sua moglie, l'unica donna e unica persona che voleva avere accanto in quel momento non c'era, 213


ma la consapevolezza che presto avrebbe dovuto affrontare la morte del padre fece piombare Chris in una crisi, se possibile, ancora più profonda di quanto non lo fosse stata sino a quel momento. “ Ciao papà! “ disse stanza del padre.

entrando nella

“ Chris figliolo.... Vieni a sederti qui vicino a me.” Avvicinandosi al capezzale del padre Chris sentì che stava per cedere alle emozioni, ma non voleva farlo. Doveva essere forte, per tutti! “ Ascoltami figliuolo, non voglio vederti così! So che sei preoccupato per me, per Celeste e per tua madre.... Ma vorrei che tu facessi una cosa per me: tra poco non ci sarò più e prima di andarmene vorrei vederti felice: e la tua felicità e' Eleonora! Non fare l'orgoglioso, non permettere alla superbia di rovinare il tuo matrimonio. Vai da tua moglie: mettiti in ginocchio, pregala di tornare con te! Non lasciartela scappare! Lei ti ama tanto, solo che per certi versi è ancora impreparata alle responsabilità di una moglie! E’ molto giovane, devi comprenderla e aiutarla a superare il momento e vedrai che tutto si aggiusterà. Fattelo dire da un uomo che almeno ogni cinque anni ha dovuto 214


corteggiare ripetutamente tua madre. “ Papa', non ti preoccupare per me, pensa piuttosto a rimetterti e vedrai che Eleonora tornerà con me! Mi conosci bene, sai che non mollo!!! “ “ Lo so Chris, ma vedo anche che ti stai incupendo! Voglio che tu reagisca! Sei un uomo: e allora passa ai fatti!!! “ Con le parole del padre che riecheggiavano nella testa, Chris fece ritorno a casa ma appena varcato l'uscio, il cellulare prese a squillare. “ Signor Corselli, sono il cardiologo con cui ha parlato questo pomeriggio. Purtroppo in queste ultime ore il quadro clinico è precipitato e il cuore di suo padre non ha retto. Sono spiacente! " Chris incapace di rispondere terminò la chiamata e crollò sul pavimento dell'atrio. Sua madre che stava per raggiungerlo capì al volo ciò che era appena successo. Prese Christopher tra le braccia e lo cullò come faceva quando era bambino.... Il suo bambino che troppe emozioni, troppe disgrazie, troppe preoccupazioni avevano fatto crollare trasformando il duro e insensibile produttore che il mondo conosceva, in un bambino bisognoso di cure: cure per l'anima e per il cuore.

215


Una mano familiare si appoggiò sulla spalla di Christopher. Prima ancora che lui si girasse per vedere chi fosse, l’odore di ambra e vaniglia lo invase e una voce calda e affranta lo colpì. “ Mi dispiace tantissimo. “

Chris….mi

dispiace

Lui si alzò e si voltò di scatto, attirando Eleonora tra le sue braccia. La legò a sé con forza e iniziò a piangere come un bambino, dando sfogo al suo dolore. Il funerale era terminato da poco e la marea di persone che avevano partecipato alla funzione stavano pian piano lasciando il cimitero. Ma loro due rimasero lì, davanti alla tomba del Signor Corselli, stretti l’un l’altro, per un tempo infinito. Nessuno si azzardò a chiamarli, né la madre di Chris, né Celeste, né tantomeno Anna e Arturo. In quel momento avevano bisogno l’uno dell’altro. Quando le lacrime e i singhiozzi si placarono, Chris si scostò da Ele e il suo volto improvvisamente s’incupì. “ Perché sei qui? Non saresti dovuta venire! “ disse lui gesticolando e fu proprio in quel momento che Ele vide il tatuaggio sul polso di Christopher. Il simbolo dell’infinito. Il simbolo del loro amore marchiato sulla pelle. 216


“ Sono qui perché…. “ balbettò incapace di aggiungere altro.

lei

“ Perché Ele? Per obbligo? Perché ancora sei mia moglie? Perché? Parla, dannazione! “ “ Christopher io non credo sia il momento giusto per parlare di noi, ma se proprio vuoi sapere perché sono qui….beh è perché volevo esserci. Volevo starti vicino. “ “ A me non importa cosa credi tu! Sei tornata dalla tournée da più di un mese e continui ad evitarmi magistralmente. Ho bisogno di sapere quale sono le tue intenzioni. Non posso andare avanti così. Se sei venuta veramente per me, dimostramelo Ele. Parlami….dimmi cosa ne sarà di noi. “ Eleonora rimase in silenzio, dilaniata da chissà quali tormenti. Chris le prese la mano e la trascinò con sé. “ Vieni con caricarla a Monster.

me! “ forza

mormorò, prima di sulla sua Ducati

Poco dopo, giunsero all’attico, quello che era stato, anche se per breve tempo, il loro nido d’amore. Chris versò del brandy in un bicchierino di cristallo, mentre Ele si accomodò sul divano. 217


“ Perché Ele.

siamo

venuti

qui?

domandò

“ Perché è casa nostra. Il posto perfetto per ricominciare o…..per finire “ disse lui abbassando lo sguardo. E’ la fine era lì, in agguato, pronto a ucciderlo per sempre ed aveva un nome: Luca. “ L’altro giorno ti ho visto con Luca. Vi siete avvicinati parecchio ultimamente, vero? “ Ele sgranò rispondere.

gli

occhi,

prima

di

“ Si, è vero. Mi è stato vicino “ confermò lei alzandosi e cominciando a camminare nervosamente per la stanza “ L’ultimo periodo è stato….sfiancante. Ero…confusa Chris e da quando sono tornata ho pensato mille volte a cosa dirti, ma non ho avuto mai il coraggio di affrontarti apertamente. Avevo paura. Ma è giusto che tu sappia la verità, anche se continuo a ripetermi, che non è il momento giusto per dirtelo.” “ Lo voglio sapere, Ele! Ora! “ disse lui risoluto, mentre il suo cuore cominciava a sgretolarsi. Iniziò il conto alla rovescia. Tra poco 218


la Dea dagli occhi verdi avrebbe pronunciato quelle dannate parole. “ Chris è finita! Io sto con Luca! “ ripeteva Christopher nella sua mente, immaginando cosa Ele stesse per dire. Ma non furono quelle le parole che lui udì. “ Sono incinta! “ disse tempo interminabile. Il cuore di Chris gambe cedettero…..

lei

sussultò

e

dopo

un

le

sue

219


Capitolo Ventitré “ Sei incinta? “ “ Si Chris! “ sussurrò Ele con timore “ Aspettiamo un bambino! “ Christopher era difronte a lei, sguardo perso in mille pensieri e viso pallido come un cencio.

lo il

“ Stai bene? “ disse lei avvicinandosi a lui, mentre mentalmente si rimproverava per aver rivelato il suo stato interessante al marito, che al momento era già provato per la scomparsa del padre. “ No….no….a dire il vero non mi sento bene. Ho bisogno di sedermi. “ Eleonora lo afferrò per un braccio e lo accompagnò al divano, dove lo fece accomodare. “ Sdraiati! “ mormorò lei “ Vado prenderti un bicchiere d’acqua! “

a

“ No! Siediti qui, vicino a me… “ insistette lui, stringendo la mano di Ele. La 220

Dea

dagli

occhi

verdi

si

sedette


accanto a lui e lo guardò. “ Non….non sei felice? “ chiese lei timidamente, mentre Christopher continuava a torturarle la mano, quella mano che adesso appariva spoglia, visto che mancavano gli anelli che lui le aveva donato. “ Felice? Dio Ele…. Io sono più che felice! Mi hai quasi ucciso con quella premessa su te e Luca…io ho pensato che tu e lui….che il bambino…. “ “ Cosa? Hai pensato che stessi per lasciarti? Che il bambino non fosse tuo? Ma come diavolo ti è saltato in mente? “ “ Ele scusami…io… imbarazzato.

borbottò

lui

“ Scusami tu….mi sono comportata da stupida. Non avrei dovuto lasciarti in quel modo. Ero arrabbiata e non riuscivo a capacitarmi del fatto che tu mi avessi totalmente tagliato fuori dalla tua vita. Volevo ferirti tanto quanto tu hai ferito me, ma non avrei mai potuto tradirti. Ti amo Chris dal giorno in cui ti ho incontrato e non smetterò mai di amarti. Nessuno potrà mai prendere il tuo posto. Sei tu l’uomo che voglio accanto a me per il resto dei miei giorni. “ A

quelle

parole,

il

cuore

di

Chris 221


iniziò a palpitare freneticamente, lasciandosi andare a piroette e capriole. Finalmente sua moglie era di nuovo con lui e adesso niente e nessuno li avrebbe più separati. “ Ti amo Ele, ti amo da morire! “ disse lui attirandola a sé e baciandola con passione. Lambì quelle labbra rosee e morbide, perdendosi nel sapore e nel profumo inconfondibile di lei. “ Dove stai andando? “ domandò Eleonora, quando Chris si staccò da lei e si alzò all’improvviso. “ Devo prendere una cosa! “ mormorò mentre a grandi falcate si dirigeva verso la stanza da letto. Tornò con in mano gli anelli di Ele. “ Questi sono tuoi! “ disse mentre con dolcezza e pazienza li infilava al dito della sua amata Dea. “ Non toglierteli mai più….altrimenti sarò costretto a incollarteli! “ “ Mai più…non li toglierò mai più! “ rispose lei. “ Sai Ele… questi anelli per me sono importanti perché rappresentano l’amore che io provo per te. Sono solo dei 222


simboli, ma significano molto. Quando guardo la mia fede vedo te. Questo anello mi ricorda che io ti appartengo, anche se in realtà non ho bisogno di un promemoria perché tu esisti fuori e dentro di me. Sei nella mia pelle… “ mormorò sfiorandosi il tatuaggio “ e sei nel mio cuore! “ Gli occhi di Eleonora si riempirono di lacrime. Chris era anche questo: romanticismo allo stato puro. Riusciva sempre a toccarla nel profondo; sia con le parole che con i gesti. Bastava poco per farle perdere il senno, così come era successo nella stanza d’albergo a Buenos Aires. Quando Chris l’aveva baciata tutta la sofferenza era evaporata, perché il loro amore, la loro attrazione era più forte del resto del mondo. Quando erano soli, racchiusi nella loro ampolla di vetro, nessuno riusciva a scalfirli. E adesso dopo tutto quello che era accaduto, Ele giurò a se stessa che mai più avrebbe permesso alle incomprensioni di insinuarsi tra lei e suo marito. Chris con gesti solenni iniziò ad infilare uno ad uno gli anelli all'anulare di Eleonora. Prima la fedina di diamanti, poi il solitario ed infine la fede nuziale. “ Questo é per l'impegno che il mio cuore innamorato ha preso con il tuo “ 223


disse infilando il primo cerchietto al dito della moglie. Questo è per ricordarti sempre il giorno in cui hai accettato di dividere il resto della tua vita con me. E questo… “ disse Chris mettendo l'ultimo anello “ …e' per la promessa fatta davanti a Dio, non solo di essere sempre al mio fianco, ma per aver scommesso sul nostro futuro insieme da quel giorno e per sempre. “ Eleonora non riuscì a trattenere le lacrime, ma ciò che accadde un attimo dopo, la stupì ancora di più. Con un movimento repentino ma aggraziato Chris si alzò nuovamente dal divano e andò nel suo studio. Dopo aver aperto la cassaforte ne uscì con un cofanetto tra le mani. “ Questo lo avevo comprato per te per San Valentino, ma purtroppo non ho avuto modo di dartelo. Oggi festeggeremo il nostro personale e privato 14 Febbraio. Apri il regalo tesoro. “ Eleonora con dita tremanti cominciò a tirare il nastro di seta che teneva chiuso il cofanetto. Quando lo aprì, non poté fare a meno di fare un urletto di stupore. “ Chris Eleonora. Ciò 224

che

è i

….meraviglioso!

suoi

occhi

verdi

disse

si

erano


trovati davanti era un favoloso orologio in oro rosa Rolex: piccolo e dal colore delicato che si intonava perfettamente alla carnagione chiara e alla corporatura minuta di Ele. “ Guarda sotto “ indicò Chris con gli occhi pieni d'amore. Ele girò il quadrante del prezioso oggetto dove era incisa una frase: PER SCANDIRE IL MIO AMORE ETERNO SEMPRE E PER SEMPRE TI AMO CHRIS “ Amore grazie “ disse Ele pronunciando quelle parole con un groppo in gola “ io sono senza parole; come al solito riesci a dire delle cose bellissime e a fare dei gesti romantici. Io non ho nulla per te.....” Chris chiuse le labbra della sua Dea con un bacio umido e profondo. “ Tu oggi mi hai fatto due doni enormi; te stessa e nostro figlio! Nessun gioiello, nessun regalo, nulla che io possa fare o comprare per te saranno mai paragonabili a questi due regali! “ Con una possenti,

facilità data Chris sollevò

dai muscoli Eleonora dal 225


divano e la portò nella loro camera da letto; la fece sdraiare e con movimenti lenti e precisi svestì sua moglie. Ogni bottone, ogni cerniera venivano slacciati con mani riverenti, mentre il respiro di Chris si faceva sempre più affannoso. Ogni centimetro di stoffa che scivolava sul corpo di Eleonora lasciandolo nudo, dava modo a Chris di baciare la pelle esposta fino a quando la Dea rimase nuda sotto lo sguardo eccitato e bramoso del marito. “ Amore sei bellissima, non mi stancherò mai di guardarti “ confessò lui, notando un leggero accenno di gonfiore sull'addome di Ele “ e sapendo che dentro di te hai nostro figlio, il tuo corpo mi pare ancora più bello. “ “ Chris, per un po' non potrò più ballare.... Diventerò una balena “ mormorò lei, notando il leggero ma evidente cambiamento del suo corpo. “ Spero che nonostante tutto tu continuerai sempre a desiderarmi. Non sopporterei di non avere lo stesso potere su di te. “ “ Ciò che tu non comprendi, amore mio, è che io ti desidero più di prima. Mi ecciti ogni giorno di più. Ma come ho sempre detto, i fatti valgono più di mille parole. “ Con 226

quella

di

dichiarazione

Chris

si


spogliò e andò a distendersi sopra la sua Dea, coprendo completamente il suo corpo. “ Ti amo Ele, non ho mai smesso di amarti “ sentenziò lambendo prima il collo e quindi il seno di Ele con baci umidi “ e ti amerò per sempre. Tutto ciò che voglio è qui! Noi… è il nostro futuro” disse accarezzando delicatamente il ventre di Eleonora. Fecero l'amore per tutta la notte, scambiandosi promesse solenni. Al giungere dell'alba, a differenza dei sogni, il loro amore e il loro futuro non svanì. Erano insieme e lo sarebbero stati per tutta la vita.

227


Capitolo Ventiquattro Dopo quella che gli era sembrata la notte più bella della sua vita Chris decise che era ora di porre fine a tutti i dubbi, a tutti i malintesi e dichiarare al mondo intero che Eleonora Viole era sua e sempre lo sarebbe stata. Telefonò al suo ufficio per chiedere alla sua segretaria di organizzare una conferenza stampa: tutto ciò che era successo con Licata e con Ele doveva essere chiarito. Tutti dovevano sapere quale calvario, lui e sua moglie, avevano dovuto affrontare. Quando tornò in camera da letto e vide sua moglie addormentata, avvolta dal lenzuolo di cotone rosa polvere, quella pelle, quel seno che ora con la gravidanza si stava facendo sempre più generoso, non seppe resistere: le si sdraiò accanto e respirando il profumo di vaniglia e ambra, così familiare e così eccitante, decise che nulla lo avrebbe fermato. Iniziò a svegliare Ele baciandole piano la tempia, per poi dirigere l’ attenzione delle sue labbra verso l'incavo del collo, poi giù, verso la spalla ed infine percorse con la punta della lingua la spina dorsale. “ Mmm “ mormorò Eleonora “ Buon giorno tesoro.... Cosa stai cercando di fare? “ 228


“ Non sto cercando di fare nulla, amore mio “ rispose ironico Chris “ Voglio solo eccitarti, per poi immergermi dentro di te! Oggi tutto il mondo saprà che sei mia e solo mia. Per sempre! “ “ Tutto il mondo? “ Eleonora si tirò su a sedere sul letto con uno sguardo sorpreso dipinto sul volto. “ Ho indetto una conferenza stampa durante la quale voglio chiarire diverse cose” spiegò Chris. “ Che genere di cose? “ “ Fidati di me! “ “ Ok “ verdi.

sussurrò

la

dea

dagli

occhi

Con un sorriso sornione Chris riprese a baciare Eleonora fino a quando non la sentì perdere il controllo. Solo allora si tolse i pantaloni del pigiama di seta nero, che teneva in casa, e si immerse nel calore della moglie. Nulla in quel momento aveva importanza: solo Eleonora e il bambino che portava in grembo. Durante il pomeriggio, mentre Ele era con la madre, intenta a organizzare il matrimonio in Italia, quello ufficiale 229


con amici e parenti, conferenza stampa.

Chris

tenne

la

“ Signor Corselli “ disse un giornalista, alzando la mano e impugnando una penna “ ci può spiegare perché ha subito il ricatto di un delinquente senza rivolgersi alle forze dell'ordine? “ “ Ero stato minacciato e ricattato. Mia moglie rischiava la vita! Nulla mi avrebbe impedito di difenderla. Ho avuto bisogno di tempo per elaborare un piano che alla fine si è rivelato vincente! Licata è in carcere e mia moglie è sana e salva! “ “ Signor Corselli “ prese la parola un altro giornalista “ si dice che mentre eravate separati, sua moglie abbia frequentato un ragazzo della compagnia di ballo dell'Accademia. Ora sua moglie è in dolce attesa. Il figlio è suo signor Corselli? “ Chris dovette reprimere la volontà di alzarsi e spaccare la faccia a quel giornalista: stava dando a sua moglie della poco di buono. “ Mia moglie ed io aspettiamo un bambino. Il figlio è nostro. Spero che la sua domanda sia solo da imputare ad una scarsa intelligenza e a tanta voglia di gossip. Se fosse un mio giornalista 230


credo che rimpiangerei di averle dato il posto che ora occupa. “ E così dicendo Christopher ringraziò tutti i presenti e si congedò dalla sala stampa. Il suo prossimo compito ora, sarebbe stato quello di andare in sartoria e acquistare un completo per il proprio matrimonio. In più, anche se tutta l'organizzazione era stata affidata a sua mamma e a quella di Eleonora, Chris si era tenuto per sé la parte più divertente e con la quale avrebbe fatto una sorpresa a sua moglie: con l'aiuto di amicizie in Curia, aveva organizzato la loro personale messa di matrimonio. Non si sarebbe infatti svolta in una chiesa qualsiasi ma al teatro La Scala. Il palcoscenico sarebbe stato l'altare sul quale si sarebbe svolta la cerimonia e la platea avrebbe svolto il compito che generalmente era riservato ai banchi della messa. In fin dei conti, il teatro era stato benedetto molti anni prima, in occasione dell'inaugurazione e non era proprio un luogo eretico. Eleonora avrebbe sposato il suo principe azzurro nel luogo in cui, da tutta la vita, sognava di ballare. Nulla avrebbe reso più felice Chris: sapere di poter donare ad Ele ogni suo sogno, renderlo realtà e vedere sul volto della sua dea dagli occhi verdi, un sorriso di felicità. Sapere che lei era felice avrebbe reso felice 231


lui. Per il resto dei suoi giorni. Nel frattempo Eleonora, mentre rientrava a casa, stava pensando al tatuaggio che avrebbe voluto fare e che avrebbe fatto, una volta che la sua gravidanza fosse giunta a compimento. Voleva disegnare sulla sua pelle il simbolo dell’infinito, lo stesso simbolo che Christopher, a suo tempo, si era tatuato nel polso, ovvero l’emblema del loro amore. Inoltre decise che avrebbe osato ancora di più facendosi aggiungere anche una piccola scritta : Chris. Voleva che il nome di suo marito fosse impresso non solo nel suo cuore e nella sua mente, ma anche marchiato nella sua pelle di porcellana. Felice e estasiata, con il cuore che le martellava come un tamburello impazzito dall’emozione, andò a cercare Chris perché voleva renderlo partecipe della sua brillante idea. “ Chissà cosa dirà? “ si domandò. Lo trovò nel suo studio, occupato in una conversazione telefonica. Si sedette nella sedia di mogano e pelle e aspettò che lui, finisse di parlare. Approfittò di quegli attimi di attesa per studiare nei minimi dettagli, l’uomo che aveva difronte; lo conosceva bene ma ciononostante, quando poteva, cercava di memorizzare nella sua mente ogni parte di lui. Era divertente riuscire ogni volta a scoprire qualcosa di nuovo di 232


quell’uomo meraviglioso che era suo marito. Inizialmente si concentrò sulla sua voce: era profonda, gutturale e sexy. Poi analizzò le mani: erano forti e dalla presa decisa. Infine scrutò la sua bocca perfettamente scolpita e i movimenti che faceva quando fuoriuscivano le parole. Alzò lo sguardo e incontrò quello di lui. “ Ci sentiamo la prossima settimana….. ok…. Buona serata! “ disse Chris, prima di chiudere la chiamata. “ Ti stai godendo lo spettacolo? “ aggiunse allargando la bocca in un ghigno accattivante. “ Oh si, amore! Sei… sublime! “ mormorò Ele alzandosi per andare poi ad accoccolarsi sulle ginocchia di Chris “ Come è andata la tua giornata? E la conferenza? “ “ E’ andato tutto benissimo! “ rispose lui facendo il vago. “ Mmm….mi stai nascondendo qualcosa? “ borbottò la dea arricciando il suo adorabile nasino. “ Io? No! Ma che dici? “ disse aria innocente.

lui con

“ Sei un pessimo bugiardo! “ “

E

va

bene….

sto

preparando

una 233


sorpresa nulla! “

per

te,

ma

non

ti

rivelerò

“ Ok! “ mormorò Ele facendo il broncio. Chris inarcò sorrise.

le

sopracciglia

“ Sei bellissima anche quando un’espressione corrucciata! “ “

e

poi

assumi

Adulatore! “

Tra sorrisi complici e abbracci, le loro bocche finirono per incontrarsi in un dolce bacio e ben presto si persero uno nell’altra. Più tardi, Ele, rigirandosi nel letto, si immerse nei suoi pensieri. Si chiese quale fosse la sorpresa che suo marito le stava segretamente preparando e promise a se stessa che avrebbe architettato anche lei qualcosa di speciale da donare a lui. Non voleva essere assolutamente da meno. Voleva stupirlo, incantarlo e legarlo a sé, più di quanto non lo fosse già. La verità è che non c’era più alcun bisogno di dimostrare, ma dopo quello che avevano passato, niente poteva essere lasciato al caso. Dovevamo amarsi ogni giorno con rispetto, dedizione, dolcezza e passione. Un bacio, un abbraccio, una parola, un sorriso….ogni singolo gesto era e sarebbe stato importante. Mentre 234


rimuginava, Eleonora si rese conto che non aveva avuto il tempo di dire a Chris del suo desiderio di farsi un tattoo, visto che si erano piacevolmente distratti facendo l’amore. Lo avrebbe avvisato l’indomani, dato che, non vedeva l’ora di osservare i suoi occhi azzurri illuminarsi di stupore e gioia. Ne sarebbe stato felice, di questo ne era sicura; perché per Christopher sarebbe stata l’ennesima conferma del fatto che lei gli apparteneva in tutto e per tutto. Oramai il loro obiettivo era uno solo: amarsi per il resto della loro vita.

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Capitolo Venticinque Era il 14 aprile, Chris si stava vestendo nel suo ufficio: aveva lasciato la camera da letto ad Eleonora per prepararsi per il giorno del loro matrimonio. Mentre si infilava il suo smoking di Armani ripensò a tutto ciò che era successo in soli quattro mesi! Era un produttore cinematografico internazionale, aveva soldi, potere, donne, vizi, lussurie e trasgressioni eppure l'incontro con un paio di occhi verdi come la giada gli avevano sconvolto la vita! Nulla avrebbe avuto importanza se al suo fianco non ci fosse stata Eleonora: lei era la sua vita. Da quel 18 dicembre si era innamorato, le aveva donato il suo cuore e la sua anima e nulla sarebbe tornato al punto di origine, perché la sua origine sarebbe stata per sempre la sua dea dagli occhi verdi e ora un bambino sarebbe arrivato a completare quell'unione che avrebbe reso due innamorati una famiglia. Aveva già sposato Eleonora tre mesi prima a Las Vegas, ed era stato un matrimonio perfetto.... Perfetto secondo il suo punto di vista di allora! Infatti, dopo aver perso suo padre e l'idea di diventare padre a propria volta, aveva fatto capire a Chris il vero significato del termine famiglia e dell'importanza di avere tutti i suoi cari accanto a sé 236


in quello che sarebbe stato il secondo giorno più importante della sua intera esistenza ( sapeva che al primo posto avrebbe messo il giorno della nascita del figlio: su questo punto non vi erano dubbi). Aveva passato ogni notte, dal ritorno a casa di Eleonora, aspettando che lei si addormentasse; a quel punto con gesti delicati scopriva la pancina di Ele e rimaneva ore a parlare con suo figlio: gli raccontava del suo lavoro, della famiglia, di come lui e la mamma si erano conosciuti, innamorati e sposati. Qualche volta aveva anche cantato, ma aveva sorpreso Eleonora a ridere.... Segno che lei in realtà, spesso faceva finta di dormire per non disturbare quel momento così intimo e di legame tra padre e figlio. Mentre si annodava la cravatta di seta nera, Chris si ritrovò nervoso: cavolo era già sposato! Non avrebbe dovuto essere teso e ansioso; eppure quel momento era sacro e avrebbe fatto l'impossibile per rendere Eleonora felice. Appena fu pronto, uscì dall'entrata di servizio per evitare di imbattersi in Ele: anche se era stupido, non voleva vedere la sposa prima della funzione. Arrivò al teatro La Scala dove erano già radunati amici e parenti: mancava solo Ele e Arturo che la avrebbe accompagnata . Si diresse verso il palcoscenico su cui erano state posizionate due poltrone di velluto rosso che facevano pandant con le poltroncine della platea. Fece 237


accomodare gli invitati: i parenti dello sposò a destra, quelli della sposa a sinistra. Nella buca, che di solito ospitava l'orchestra, era stato posizionato un quartetto d'archi ed un trombettista che all'ingresso di Eleonora avrebbe suonato "It Never Entered My Mind" di Miles Davis. Appena pochi istanti dopo infatti , quella dolce melodia iniziò a risuonare nel teatro che grazie ad un'acustica perfetta fece venire i brividi a tutti presenti, Christopher compreso, che nell'istante in cui vide entrare Eleonora al braccio di Arturo, si sentì mancare il fiato. La sua Dea, sembrava un angelo avvolto in una soffice nuvola color avorio. Indossava un abito di Valentino, morbido, liscio, senza spalline, con un fiocchetto sotto il seno e dietro una elegante coda che poggiava sul pavimento. I suoi lunghi capelli castani erano raccolti sulla nuca, adornati da un nastro di stoffa e il trucco era leggero, fine e delicato. Ele si muoveva leggiadra, a piccoli passi, con un portamento quasi regale. A tratti pareva quasi che stesse danzando sulle note di una musica soave. I suoi occhi era puntati su Chris; era completamente rapita da lui. Quando lo raggiunse, sentì la bocca di Christopher sfiorare la sua fronte con una dolcezza infinita, come se lui avesse quasi paura di sgualcirla.

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“ Sei bellissima! “ sussurrò con voce tremula. L’emozione era palpabile e tutti erano concentrati sugli sposi e sulla magia che crepitava nell’aria. L’intera cerimonia fu avvolta dall’incanto e dalla meraviglia. Sembrava di essere dentro una favola. Ed Eleonora effettivamente si sentiva come una principessa. Il suo principe azzurro era lì, di fianco a lei, e stava per sposarla per la seconda volta. Giunse il momento dello scambio delle promesse.. Christopher prese la mano della sua sposa e la guardò dritta negli occhi. “ Io Christopher, accolgo te, Eleonora come mia sposa. Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita. “ Poi fu la volta di Ele, che con le lacrime agli occhi, pronunciò il suo consenso. Il sacerdote infine, stese la sua mano su quella degli sposi e piegò le labbra in un sorriso. “ Il Signore onnipotente e misericordioso confermi il consenso che avete manifestato davanti alla Chiesa e vi ricolmi della sua benedizione. L’uomo non osi separare ciò che Dio unisce. “ 239


Dopo lo scambio degli anelli, la benedizione nuziale, un applauso caloroso, un bacio da mozzare il fiato e l’immancabile lancio del riso, la cerimonia finì. Tutti gli invitati partirono per raggiungere la villa in Brianza, luogo prescelto per il rinfresco. Era una location lussuosa e incantevole. All’interno c’erano lampadari di cristalli, dipinti preziosi ad abbellire le pareti, tappezzerie damascate, specchi e cornici dorate. All’esterno invece c’era un magnifico bosco secolare e piante e fiori di ogni genere. Sembrava un paradiso di altri tempi. Chris e Ele si muovevano tra parenti e amici, ricevendo complimenti e congratulazioni. Anche i testimoni di nozze, erano al settimo cielo. Luca, il testimone di Ele, era felice per la sua amica e si era finalmente messo l’animo in pace e Celeste, testimone e sorella di Chris, era estasiata per la gioia che leggeva negli occhi del fratello. Christopher e Eleonora rappresentavano l’amore, su questo nessuno aveva dubbi. Era impossibile non gioire per loro. Anna, Arturo e Gemma, la mamma di Chris, passarono gran parte del tempo ad asciugarsi le lacrime, che uscirono copiose soprattutto quando, giunse l’ora di salutare i loro adorati figli, pronti per la partenza. Tra baci, abbracci e raccomandazioni varie, i due sposini si congedarono e si diressero 240


all’aeroporto, dove li attendeva il loro jet privato. La destinazione era la sorpresa di Chris per la sua dea: l’isola di Bora Bora. Finalmente soli, si dedicarono l’uno all’altra. “ Sono felice Ele, come mai lo sono stato. Sei tu la mia gioia. Tu e il bambino che porti in grembo. Ti sposerei altre mille volte. “ “ Anche io sono felice. E anche io ti sposerei all’infinito. Il mio mondo sei tu Chris. Da quando ti ho incontrato, io… “ “ No amore…Sono io che da quando ho incontrato te, ho trovato il mio posto nel mondo e il mio posto è accanto te. Non credevo che una donna potesse farmi questo effetto, ma tu ci sei riuscita. Hai colmato quel vuoto che sentivo nel petto, hai dato un significato nuovo al termine esistenza. Prima che i nostri cammini si incrociassero, pensavo solo al lavoro e a divertirmi, ero egoista e pieno di me, ma insieme a te, tutto è cambiato. Io ti amo Eleonora e voglio che ogni mio respiro sia accompagnato dal tuo. “ Il jet volava tra il cielo stellato, solcando le nuvole, mentre due anime e due cuori volteggiavano sulle note dell’amore... 241


Epilogo Sei mesi dopo Era una fresca giornata di fine ottobre. Milano iniziava a rispecchiare i tipici colori autunnali e l’afa estiva era ormai un lontano ricordo. Giada Corselli era nata circa una settimana prima: un batuffolo di due chili e novecento grammi. La scelta del nome non era stata casuale; Chris ci aveva pensato molto e alla fine, aveva convinto anche Eleonora. Non c’era nome più bello per la loro bambina. Lo aveva scelto perché la giada è una pietra preziosa che gli ricordava il colore degli occhi della sua Dea: il verde. Inoltre, da una ricerca più approfondita, aveva scoperto che, secondo la tradizione, alla giada venivano riconosciute proprietà calmanti, rasserenanti e lenitive degli stati d'animo turbati. E su di lui, la gravidanza di Ele, aveva avuto proprio questo effetto. Era impossibile infatti, dimenticare l’uragano di sensazioni che l’avevano travolto quando sua moglie gli aveva dichiarato di aspettare un figlio da lui: gioia, felicità, amore. Da allora, tutto aveva trovato la giusta dimensione. Ogni giorno che passava, era un carico di emozioni ineguagliabili. Il cambiamento del corpo di sua moglie, le ecografie che 242


mostravano un dolce pargoletto, i primi movimenti di Giada che scalciava nella pancia della mamma, fino ad arrivare al giorno del parto, dove ansia e contentezza si erano fuse. Le lacrime di Chris sgorgavano irrefrenabili, le stesse lacrime che rigavano il suo volto, ogni volta che l’ostetrica, durante le visite di controllo, gli faceva sentire il battito di Giada. Ma adesso era diverso, avere Giada tra le braccia, era davvero emozionante. Era così piccola, dolce e profumata. Profumo di innocenza con note di tenerezza. “ L’odore più buono del mondo “ pensò. “ Hai finito di adulare la nostra bambina? “ chiese Ele, regalando a Chris uno sguardo pieno d’amore e comprensione. “ Sei gelosa piccola? “ le strizzandole l’occhio.

rispose lui,

“ No, non potrei mai. “ “ Non avresti motivo di esserlo. Tu e Giada siete la mia vita “ disse dando a Eleonora un bacio sulle labbra “ Guarda quanto è bella…. ha delle manine piccolissime “ continuò appoggiando i suoi occhi sulla bimba che adesso dormiva stretta al suo petto. “ Si è davvero bellissima. “ 243


Mezzora dopo Eleonora era adagiata sulla poltrona, impegnata a nutrire Giada. Chris le guardava incantato. La boccuccia rosea della piccolina cingeva il capezzolo, ora più scuro, di Ele. In quel momento, avrebbe voluto essere un pittore, per dipingere quello spettacolo magnifico che i suoi occhi stavano ammirando. Non c’era nulla di più meraviglioso, di una madre che allatta la propria creatura. E se la madre in questione era la dea dagli occhi verdi, l’estasi era assicurata. Avrebbe voluto fermare il tempo…Restare lì per sempre a venerare le donne più importanti della sua esistenza. Anche Eleonora era concentrata su Giada. Continuava ad osservarla con amore. Le piaceva ascoltare il respiro della sua bambina e il rumore che faceva quando ciucciava avidamente il latte dal suo seno. Era così dolce e tenera. Avrebbe voluto solo riempirla di baci. Adesso era davvero felice. Amava Chris, amava Giada, tutto era perfetto. Più tardi, quando la bimba si addormentò, Ele e Chris si sdraiarono uno accanto all’altra. Lui la strinse a sé con amore. “ Non credo di essere mai stato così felice. Ho tutto ciò che voglio. Mia moglie e mia figlia. Sono un fottuto bastardo fortunato. Cosa ho fatto per meritarmi tutta questa gioia? Me lo domando continuamente. “ 244


“ Me lo domando anche io… sai? “ “ Ah si? E hai trovato una risposta? “ “ No, non proprio. Credo solo che il nostro destino sia scritto. E tu e io siamo destinati a stare insieme e ad amarci. Su questo non ho dubbi. “ “ Hai ragione amore! Ti Amo! “ mormorò Chris, prima di lambire dolcemente le labbra della sua dea. Quattro anni dopo “ Giada!!! “ Chris chiamava sua figlia che giocava a nascondino al parco. Pochi mesi prima aveva regalato alla bimba un cucciolo di bovaro del bernese e ogni giorno appena uscito dall'ufficio passava da casa, prendeva Giada e Mirtilla, il cane, e li portava a giocare al parco. Christopher si sentiva in paradiso: quegli ultimi cinque anni erano stati un sogno: aveva incontrato Eleonora, si erano innamorati e il loro legame cresceva ogni giorno di più. Si erano sposati e avevano avuto la loro bambina, la figlia più bella del mondo: aveva gli stessi occhi e le stesse labbra di Ele e Chris ogni volta che la guardava gli 245


sembrava di rivedere la moglie in quel piccolo visino e quella visione lo faceva innamorare ogni volta di più di sua moglie e di sua figlia. Da quando Giada era nata, aveva completamente cambiato vita: usciva presto dall'ufficio, quasi di corsa per correre a casa dalle sue donne. Aveva costituito con Arturo una nuova società di produzione: il suocero, ora divenuto il nonno più attento del mondo, aveva voluto investire il suo ricco patrimonio e con la società di Chris aveva sicuramente fatto un ottima scelta. In questo modo Chris poteva delegare un po' di lavoro e un po' di serate di gala e beneficenza ad Arturo e Anna. Eleonora invece, aveva ripreso a ballare; si allenava duramente e scrupolosamente e ad ogni rappresentazione Chris era sempre in prima fila ad applaudire la sua dea dagli occhi verdi e ogni volta che lei tornava in camerino dopo una prima trovava un regalo da parte del marito. “ Papà! “ Giada chiamò Chris . La voce proveniva da un albero dietro cui, Giada si era nascosta. Prima sbucò fuori Mirtilla ed in seguito Giada con la sua risatina di bambina. Il cuore di Chris si gonfiò d'amore quando la figlia gli corse incontro allungando le braccia per farsi prendere sulle spalle. 246


“ Ehi cosa combinate? “ Eleonora aveva finito gli allenamenti e aveva raggiunto il marito e la figlia. Anche lei non vedeva l’ora di trascorrere del tempo con sua figlia e suo marito. “ Stiamo giocando a nascondino mamma! “ disse Giada. “ Vieni anche tu a giocare con noi. Dai nasconditi e io e papà ti cerchiamo. “ Chris strizzò l'occhio alla moglie che acconsentì al gioco. Non appena si fu nascosta dietro ad una siepe del parco, si sporse per spiare Giada e Chris che con il cucciolo la cercavano. Che visione: il marito che amava più della sua vita era un uomo sexy, dolce, tenero e la amava sopra ad ogni cosa. Sua figlia era il dono più grande che Chris le avesse fatto! La loro vita era perfetta. Ele si sentì afferrare alle spalle e fremette. “ Mamma ti ho trovata! “ Uscita dal suo nascondiglio, Eleonora si buttò tra le braccia del marito. Chris prese in braccio Giada e circondò con il braccio libero la vita della moglie. Ele prese il guinzaglio e tutti insieme si diressero verso casa: quella casa che 247


insieme avevano costruito chiamava famiglia.

e

che

si

“ Ho un regalo per te! “ sussurrò Ele a Chris. Lei scostò la manica del maglioncino che le copriva il polso e mostrò al marito il tatuaggio che si era fatta fare proprio quella mattina. Il simbolo dell’infinito e due nomi: Chris & Giada. “ Ora siete anche sulla mia pelle e non solo nel mio cuore! “ Christopher le sorrise. “ Ti amo….ti amo con tutto me stesso! “ Pochi giorni dopo, Chris in ufficio si accinse a controllare la posta. Una particolare busta attirò la sua attenzione e con mani tremanti, la aprì.... Vi tengo d'occhio Luigi Licata

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Ringraziamenti Un ringraziamento sincero va a tutti i fans della pagina https://www.facebook.com/Filely

che ci hanno seguito con tanto affetto in questa meravigliosa avventura! Grazie Mille Filely e Camilla NB:Copia per i collaboratori

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