Bedifferent

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Anno I Dicembre 2007 Numero ZERO

Differenze e indifferenza


Quando ti ritrovi a camminare per strada da solo non pensi ad altro che a te stesso. Mani in tasca e sguardo fisso a terra a guardare i tuoi passi muoversi regolari sul cemento quasi a scandire il tempo di quella camminata. Poi una goccia ti cade in testa e scivola lungo la fronte, poi ancora una e un’altra ancora… alzi lo sguardo, è sera, e vedi il cielo piovere nella tua città. Le luci dei lampioni illuminano le strade ma col passare degli anni hai imparato che non servono solo a questo. Da quelle loro luci, se le guardi bene, riesci a vedere la pioggia quando scende, riesci quasi a contare quelle gocce, una ad una. E poi continui a camminare, insieme alla pioggia, tu e lei. Lei che adesso ti ha insegnato a guardare in alto, a tenere lo sguardo in su e tu non riesci a farne a meno perché stai cercando la tua casa. Ti guardi attorno e vedi le luci delle finestre illuminate, dentro quelle case ci sono uomini che non hanno la fortuna di sentire il freddo di quella pioggia, non possono vedere te ma tu riesci a vedere loro. Mentre in quella notte attraversi la città, i tuoi occhi osservano quelle finestre, quelle luci, quelle case. E ogni casa nasconde un uomo, ogni uomo nasconde una vita, ogni vita nasconde una storia e ogni storia nasconde sempre qualcosa che merita di essere raccontata. E pensi che anche tu, in fondo, hai qualcosa da raccontare perché hai una storia incredibile che hai vissuto: la tua vita. E l’hai vissuta perché anche tu sei un uomo. Un uomo che ha passato una vita intera a girare tutte le città del mondo alla ricerca della propria casa. Ma una sera quell’uomo incontrò la pioggia che gli seppe indicare finalmente dove fosse la sua casa. Gli insegnò che un pezzo di casa sua era dentro la vita di ogni persona che incontrava nel suo cammino. Dentro ognuno di loro poteva trovare una parte che gli apparteneva, un pezzo della loro vita raccontava esattamente le stesse cose che aveva vissuto lui nella sua, gli stessi pensieri che hanno accompagnato la mente durante tutti i giorni della sua vita, i suoi sogni, le sue paure, i suoi dubbi, le sue certezze. Le stesse identiche cose. C’era una volta un uomo che una sera incontrò la pioggia. C’era una volta un uomo che una sera capì che differenti o meno ogni uomo può sentirsi parte dell’altro. C’era una volta un uomo che una sera trovò finalmente la sua casa. E questa è la sua storia. Be|Different - numero Zero.

In questo numero:

Diversamente uguali

copertina

Rosa Teruzzi pag. 14 pag. 17

pag. 18

Rossella Fava

Sonia Maria Luce Possentini

pag. 20

Ortica Noodles

pag. 22 pag. 24

Silvia Carrozzo Loriano Macchiavelli

pag. 27

pag. 28 pag. 32

Annamaria Preziuso

Beatrice Feo

pag. 36

Giulio Zanet pag. 40

pag. 45

Ester Negretti

Anna Giordano

Alessandro Palmigiani pag. 46 pag. 48

pag. 49

Valentina Meloni

Mirko Lamonaca

Elena Bombardelli pag. 50

pag. 52

Tutte le immagini ed i testi presenti in questo numero sono di proprietà dei rispettivi autori o di chi ne detiene i diritti. Be|Different Magazine non è in alcun modo responsabile del loro utilizzo da parte di terzi senza il consendo stesso degli autori che ne detengono i diritti.

Mauro Bellucci

Attila Basso e Viola Serra pag. 34

pag. 38

Francesco D’Isa

Laura Fanelli

* Lorenzo Brusadelli www.lorenzobrusadelli.it * Stefano Mastronicola www.festivamente.it

Virginia Panichi

pag. 10 pag. 13

Alessandro Lecis e Alessandra Panzeri

Nicola Bettale

pag. 8

pag. 44

Redazione:

ALE + ALE

pag. 4

Lorenzo Brusadelli

Naomi Vona

Tommaso Andreoli pag. 53

Moi pag. 54

Simone Lucciola 3


ALE + ALE

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ALE + ALE

ALE+ALE sono Alessandro Lecis e Alessandra Panzeri. Da alcuni anni si divertono a rappresentare realtĂ possibili combinando ritagli di vecchi giornali, disegni probabili e sogni. Vivono e lavorano su un’astronave che gravita intorno al pianeta terra, ma grazie al teletrasporto è possibile incontrarli dalle parti di Milano. Collaborano con editori lunari, riviste galattiche e pubblicitĂ stellari. Il loro piatto preferito sono i maki e nei weekend portano noccioline agli scoiattoli.

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Nicola Bettale

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Virginia Panichi

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Virginia Panichi

Rosa Teruzzi - L’ora d’aria

“Vieni a casa a mettere su da mangiare.” Vorrei aggiungere: “cretina!”, ma mi trattengo. Quella pettegola dell’Eliana sta ascoltando tutto mentre finge di scopare l’androne e non mi va di fare la figura del marito maschilista. Fosse per me, la cretina potrebbe starsene seduta come adesso, sulla sponda del Naviglio Grande, fino alla fine dei suoi giorni. Ma è quasi mezzogiorno, ho fame e nessuna voglia di mettermi ai fornelli. Almeno questo lo lascio fare a lei, la sciattona che è mia moglie da 43 anni. Ogni tanto ripenso al giorno in cui le ho chiesto di sposarmi e non ricordo perché. Era bella, questo sì, e sapeva stare al suo posto. Ma l’ho pagata a caro prezzo. Saranno vent’anni che è diventata una balena, buona solo a pulire e a far da mangiare. Ma con l’anno nuovo ha cominciato a ribellarsi. Ogni giorno, piova o tiri vento, esce di casa senza salutare e si siede sulla sponda del Naviglio. Dalla finestra posso vederla: fissa l’acqua con quegli occhi bovini senza sollevare mai lo sguardo. Ogni giorno vado a chiamarla un po’ più tardi. Chissà che, a darle tempo, non si butti giù. “Vieni a casa a mettere su da mangiare.” Vorrebbe aggiungere: “cretina!”, ma non lo fa. Ha paura che i vicini lo sentano, è sempre stato un vigliacco. Non lo guardo ma è come se lo vedessi: ritto in piedi sull’altra sponda del Naviglio, le mani sui fianchi, la pancia protesa, mi chiama come se fossi un cane. Mancano ancora 2 minuti poi, come un cane, mi alzerò e lo seguirò fino a casa. Qualche volta ripenso al giorno in cui l’ho sposato, quell’estate del ’63, e non so darmi ragione: forse mi sembrava un miracolo che qualcuno dicesse di volermi bene, forse ero solo stanca di non avere un uomo. E’ ora: sono 48 minuti esatti che sto seduta qui, guardo le case riflesse a testa in giù nell’acqua del Naviglio, la corrente pigra che le porta via verso la Darsena. 48 minuti: 1 più di ieri, 1 meno di domani che saranno 49. Ogni giorno mi prendo un minuto di libertà in aggiunta. Presto, per fortuna, arriverà il tre di marzo. Quel giorno mi alzerò, mi vestirò con cura e passerò 60 minuti esatti seduta sull’argine a guardare il mondo capovolto. Sono sicura che in un’ora la Canottieri Olona, casa mia, le due grandi insegne pubblicitarie, l’oratorio e la chiesa di San Cristoforo si muoveranno più di quanto abbia fatto io in tutta la mia vita. Finalmente, dopo 43 anni di matrimonio, mi sarò conquistata la mia ora d’aria: in fondo ne hanno diritto perfino gli assassini. Poi mi metterò in piedi, volterò le spalle al Naviglio, raggiungerò la fermata del tram. Quel giorno, il panzone dovrà imparare a cucinare da solo.

Per gentile concessione di: www.gialloandco.it

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Francesco D’Isa

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Francesco D’Isa

Rossella Fava

Francesco D’Isa nasce a Firenze nel 1980, dove si è laureato presso la facoltà di Filosofia. Come artista è autodidatta. Le sue opere sono state premiate in vari concorsi, esposte in numerose esposizioni italiane ed estere (tra cui USA, Australia, Giappone, Germania) e pubblicate su riviste di settore in tutto il mondo come Black magic, White Noise (Die Gestalten), Pixel Surgeons: Extreme manipulation of the figure in Photography, Mitchell Beazley Art & Design S., Octopus ed. (UK), Arktip (Hollywood, USA). Nel 2006 / 07 fonda la collettiva pornoartistica Pornsaints, “un approccio artistico al porno, pornografico all’arte e pornoartistico alla religione”. Se gli chiedete perchè disegna quasi solo figure femminili, vi dirà una bugia.

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Laura Fanelli

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Sonia Maria Luce Possentini

Due quadri in bianco e nero: i non-colori del ricordo. Che sia una persona che fugge in bicicletta, o che sia lei stessa ad andarsene in treno, la pittrice avverte una distanza che si sta creando. Pennellate gravi e marcate segnalano tanto la certezza di ciò che si lascia, quanto l’incertezza di volerlo veramente fare. Tenta di proteggersi: il punto di osservazione si trova al di là di un vetro, un finestrino o una finestra non ha importanza. Può essere uno schermo, certo, ma non è un muro. E’ fittizia indifferenza, nient’altro che un filtro attraverso il quale il dolore si vede ancora. E’ un’immaginaria protezione da un passato che se ne va, da un legame che si rompe, da una differenza che si crea. 20

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Ortica Noodles + Snub23

Stencils, stickers e posters. Sono questi gli strumenti attraverso i quali Ortica diffonde il suo variopinto e destabilizzante universo di visioni nelle strade della città. I suoi lavori sono caratterizzati da una matrice esplicitamente pop e da una dissacrante ironia, che ripropone continuamente all’interno dei suoi lavori. L’influenza delle estetiche e dei dispositivi propri delle forme di comunicazione pubblicitaria e del marketing, hanno portato l’artista a creare delle vere e proprie campagne di anti-pubblicità, o “street-art propaganda”, tramite la diffusione di immagini e slogan fittizi. 22

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Silvia Carrozzo

“Con la macchina fotografica voglio cogliere il lato sognante del mondo.� 24

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Silvia Carrozzo

Loriano Macchiavelli - Aspettando la volta buona

Cerca di non farsi notare e si guarda attorno. “Che sia la volta buona?” Nessuno gli risponde perché, al solito, ha borbottato, ma Sarti Antonio, sergente, è abituato a parlarsi addosso e non se la prende. Anch’io, spesso, non mi occupo dei suoi pensieri sottovoce. So che è un modo per capire se stesso e le cose che gli stanno attorno. Ma stavolta non è così. Stavolta non c’è niente da capire. C’è da aspettare e poi decidere in fretta. Una cosa seria e indietro non si torna. Deciso come un pompiere. Anche se io ho visto pompieri che non erano per niente decisi. È la vita. Sarti Antonio, sergente, tiene d’occhio i movimenti lenti, circospetti e precisi del tipo pelato. Lo spia. Indifferenza, Sarti, indifferenza. Ci riesce benissimo visto che è un questurino e sa il mestiere. La resa dei conti ci sarà comunque e sarà fra pochi secondi, se le cose andranno come devono andare. E vanno come devono andare; il tipo pelato si guarda attorno, cerca dove posare il risultato del suo prezioso lavoro, che da un po’ manovra con una cura meticolosa, quasi maniacale. Ancora Sarti Antonio, sergente, guarda altrove, come se fosse capitato lì per caso. Ma non è così: è lì per un preciso motivo. “Sarà la volta buona?” riborbotta. Lo specchio gli rimanda ogni movimento del tipo pelato e al momento giusto... Ecco, adesso. Il tipo pelato ha finito e sospira soddisfatto. Aspetta anche lui. Sarti Antonio continua a far finta di niente, soppesa il mezzo cucchiaino di zucchero, rimescola tre volte. Non una di più, che il caffè perderebbe parte della sua fragranza. Assaggia, assapora, scuote il capo. “E no, caro mio, tu il caffè non lo farai mai come il mio. Puoi metterci anche due ore, ma sarà sempre una brodaglia calda.” Adesso anch’io posso rispondere alla sua domanda: no, neppure questa è la volta buona. L’ultima occasione per farsi un cliente e il tipo pelato l’ha perduta. Sarti Antonio, sergente, non metterà più piede in questo bar. A meno che non lo chiamino per ragioni di servizio. Saluta e se ne va senza pagare. Non si paga un caffè come quello.

Per gentile concessione di: www.gialloandco.it

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Mauro Bellucci

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Mauro Bellucci

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Su sfondi monocromi si stagliano figure imponenti: solo il volto, in primo piano. Bellucci indaga l’uomo, nella sua imperscrutabile singolarità. L’uomo, è l’unico interesse dell’artista, con i suoi tratti esasperati, con la bocca e il naso in forme crude o gentili. I colori intensi, sono usati in maniera emotiva, introspettiva. Ma è dagli occhi che trapela il senso, la drammaticità e, insieme, l’enigmaticità dell’uomo: razze diverse, ma stessi occhi profondi. Occhi diversi, l’uno dall’altro, per entrambi i soggetti, ma stesso sguardo di inquietudine e smarrimento. L’azione è tutta lì, in quello sguardo. Due figure anonime e immobili, così, comunicano tutto. E appaiono incredibilmente vive.

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Attila Basso e Viola Serra - PERVART Il progetto di Attila e Viola reagisce alla difficoltà di gestire una mole del tutto inedita di comunicazione. Vuole essere una difesa malinconica e rabbiosa a quotidiane oscenità mediatiche determinate a perpetrare un’ormai compiuta trasformazione pornografica del reale messa in atto attraverso la reiterazione diabolica di fragili desideri inutili ed edulcorati. Vuole mettere in scena quello che è fuori scena. L’osceno appunto, quello vero: una meccanica ripetizione di desideri, una mancata relazione tra il soggetto e l’oggetto, una voglia della voglia cui i due autori sono inconsapevoli destinatari passivi, più consumati che consumatori. Tv. Internet. Radio. Libri. Magazine. Quotidiani. Sms. Cartelloni. Ma anche esperienze personali. E sogni. Allora qualche dettaglio stona, sovrappone e fonde i livelli della loro (in)coscienza. Estranee impressioni, figure familiari, rappresentazioni mentali che appartengono ad un immaginario collettivo o che forse hanno visto chissà dove, si contaminano reciprocamente fra i diversi apprendimenti e la loro memorizzazione. Pervart è una sovrapposizione di azioni, competenze, idee, interessi che si influenzano e generano disturbo e intralcio reciproco. E’ la trasformazione del significato di un significante prodotta dalla sovrapposizione di un secondo (e terzo, e quarto, e così via) significato. In questa (in)civiltà spinta ad una sorta di ‘desiderio unico’ Attila e Viola scorgono con la coda dell’occhio schegge orfane di passato e di futuro. Se ne appropriano (termine improprio – li appartengono quanto più sono sfuggenti) per farle rivivere in un atto di resistenza verso il condizionamento, decontestualizzate più per impossibilità di fare altrimenti che per scelta. D’altronde l’interferenza è un mutamento fonetico, morfologico, sintattico o lessicale generato dall’influenza di un sistema linguistico su un altro sistema con cui sia in diretto

Le immagini, come un film pornografico, mostrano le stesse scene di oscena scena, e scaricano in modo debordante decine e decine di batteri di quotidiano banale, di santini e anchilosati fedeli dai volti impauriti, drogati. Una forma di generosità quasi commovente e assieme velleitaria come solo l’arte sa e deve essere. L’ incoerenza diventa un’arma, l’instabilità lo stile. Una corsa verso la presa e la perdita della coscienza della fine, di sé. Un divertimento sottile, un’analisi praticamente fine a sé stessa. 32

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Annamaria Preziuso

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Beatrice Feo

E’ chiaro l’interesse e la ricerca di Beatrice Feo al significato di simboli, scritture, e storia. L’artista fa riemergere dal passato personaggi inquietanti, in bilico tra l’ironia e la tragedia. Fonde storia e attualità in una personalissima visione Pop, con l’aiuto di scritture simili ad uno “stream of consciousness“, creando così un linguaggio immediatamente fruibile a tutti, seppure complesso e ricco di significati simbolici. Chiare le influenze degli studi presso la prestigiosa “Sommer Akademie” fondata da Gustav Klimt a Salisburgo. Con all’attivo diverse mostre personali, e collettive in Italia, Stati Uniti, Canada, Russia e Olanda, Beatrice Feo è sicuramente un’artista da tenere sotto stretta osservazione. 36

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Giulio Zanet

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Ester Negretti

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Ester Negretti

La pittura di Ester Negretti coinvolge tutti i cinque sensi percettivi: dopo aver visto il bianco e il nero lottare assieme alla materia con tutte le gamme infinite di grigi, fino ad aver udito sprazzi di colore fluorescente gridare il proprio dono di vita; dopo aver osservato il movimento dei gesti, i materiali, i colori, sembra di sentire persino il rumore delle onde infrangersi, il gusto del sale, il profumo dell’aria celeste sul viso e la sabbia sotto i piedi. Nelle sue opere la struttura geometrica, rigorosamente costruita su assi cartesiani, è in lotta con il disordine dei colori e non riesce ad arginare un ricordo struggente, una cicatrice indelebile: è il sentimento che trionfa, urlando l’inafferrabile relativitĂ della vita.

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Anna Giordano

Alessandro Palmigiani

cadono angeli. funerei, scontenti, serpenti: lacrime di sangue denso e statico lungo il viso corvino, labbra livide informi, esili e sottili ed occhi, fessure senza sguardo. Sbattendo appena le ali, storte e curve, s’accatastano ruzzolando, legni per un rogo. Bruciano parole, promesse di dinamica accettazione, fissando il vuoto. Sonorità ovattata, pochi atomi mossi flebilmente, onde atrofizzate. All’unisono tutti: pupille cremisi senza volontà, e labbra slargate ad ingannare il tempo e un grido stridulo aspro acre e pungente, incessante.

guardo senza occhi le case dei prigionieri in lontananza tutto rimane basso, instabile e generoso e la città si sente sola,

Logorio meccanico, tachimetro indebolito… crepe inconsistenti postreme sulla chiarìa, clangore d’uranolite detonato e parametri sgrigliolati escludono il movimento elettrogeno

respira le emozioni seppellite nei giardini lupi pallidi grandinano sui divani, unicorni spengono le luci trascinando uomini, ampi e sottili. Nessuno si nasconde... anche io li seguo tra le unghie livide delle onde, loro urlano cercando le stelle 44

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Valentina Meloni

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Mirko Lamonaca

Elena Bombardelli

Scopre il bisogno di dipingere dopo la visita ad una mostra di Edvard Munch a Lugano nel 1998. Negli anni i suoi temi si sono definiti in paesaggi lunari e minimali, popolati da piccole figure perdute nel nulla, all’ombra protettiva di un albero, alla presenza non si sa se minacciosa o benedicente della luna. La ricerca di tutto ciò che è essenziale per descrivere la posizione che l’uomo, solo, ricopre con sé e con la propria ombra, nella propria porzione di pianeta. Alle sue “Terre desolate”, ai “Misantropi”, agli “Aspettando Godot”, nel periodo più recente ha affiancato nuovi lavori di carattere narrativo, con la presenza di più personaggi e temi, sempre alla ricerca di un orizzonte, una soluzione a domande ancora non risposte.

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Naomi Vona Utilizzare la macchina fotografica come strumento di catalogazione e classificazione, Sfruttando la serie fotografica, e quindi più immagini per esprimere un progetto definitivo, l’artista propone spesso lavori in serie che la vedono protagonista di una sequenza di autoritratti, nei quali l’inespressività e la quasi assenza di mimiche sul volto, le permettono di raffigurare il tempo e la sensibilità del suo scorrere. 8.00 am “il mattino ha l’oro in bocca” Questo lavoro si compone di una serie di autoscatti fatti alle otto del mattino. Ho voluto mostrare quanto possa influire il primo sguardo dato allo specchio all’inizio della propria giornata. In questo caso ho sostituito lo specchio con la macchina fotografica. In modo tale da poter verificare con una documentazione visiva il tutto. Dalla mia espressione sembra non trasparire alcun cambiamento di giorno in giorno, ma il contesto su cui si posa il mio volto determina il mutamento e lo scorrere del tempo.

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Tommaso Andreoli

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Moi

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Simone Lucciola

Simone Lucciola è prevalentemente un punk rocker, la cui ultima band, denominata Blood ‘77, ha inciso nel 2006 il disco “Romantic Hotel”. Occasionalmente è anche un illustratore, uno scrittore e un disegnatore underground autodidatta, e gestisce da tempo la cult webzine Lamette (www.lamette.it), che è anche un’etichetta con cui produce fumetti insieme a Rocco Lombardi. Ha pubblicato e pubblica in modo discontinuo racconti e versi liberi su riviste e antologie.

Appendice degli autori: Tommaso Andreoli www.fotolog.com/cane_sciolto Attila Basso e Viola Serra www.flickr.com/viola_attila

Alessandro Lecis e Alessandra Panzeri www.myspace.com/aleandale Simone Lucciola www.simonelucciola.altervista.org

Mauro Bellucci www.maurobellucci.com

Loriano Macchiavelli www.loriano.it

Nicola Bettale www.nicolabettale.com

Valentina Meloni www.fotolog.com/quartodiluna

Elena Bombardelli www.elenabombardelli.com

Moi www.myspace.com/moi_ta

Lorenzo Brusadelli www.lorenzobrusadelli.it Silvia Carrozzo www.petitjereve.deviantart.com Marco Castoldi www.fotolog.com/hiddeninshadow

Ester Negretti www.esternegretti.com Virginia Panichi www.myspace.com/virginiapanichi

Francesco D’Isa www.gizart.com Laura Fanelli www.flickr.com/laurafanelli Rossella Fava www.catrouge.com Beatrice Feo www.museionline.blogspot.com Anna Giordano www.myspace.com/oneiros_hypnos

Alessandro Palmigiani www.palmigiani.com Sonia Maria Luce Possentini www.tinyurl.com/27eyve Annamaria Preziuso myspace.com/airamartivisive Rosa Teruzzi Naomi Vona www.flickr.com/mariko1 Giulio Zanet www.giuliozanet.it

Mirko Lamonaca www.mirkolamonaca.it

Il prossimo numero: “MALAFEMMINA” Partecipa anche tu attivamente e gratuitamente inviandoci le tue opere. Finalmente potrai vedere i tuoi lavori pubblicati, e in mostra davanti a gente realmente interessata ! Scadenza definitiva per l’invio delle opere: 15 gennaio 2008 Specifiche per i materiali: • Per immagini, disegni e fotografie, si consiglia il formato JPEG. E’ possibile inviarci prima i file in bassa definizione. Sarà richiesto successivamente, il materiale selezionato in alta risoluzione. • Per i testi, si raccomanda il formato DOC o RTF. Non è previsto un limite minimo o massimo di inivii. Accettiamo: fotografie, disegni, arte digitale, computer grafica, street-art, fumetti, poesie, racconti, aforismi, idee. Inviate tutto a: materiali@bedifferent.it specificando nome, cognome ed allegando una breve presentazione. 54


Spazio libero. Spazio pubblicitario. Spazio disponibile. Advertising here. In qualunque modo vogliate chiamarlo il significato è sempre quello. Al di là dei soldi questo spazio vuoto rappresenta il nostro desiderio di portare avanti il progetto di Be|Different. ThinkMarketing, la nostra concessionaria pubblicitaria, è a vostra disposizione per qualsiasi informazione e richiesta di investimento pubblicitario all’interno del nostro Magazine info@thinkmarketing.it Sei un “semplice” lettore? Ti è piaciuto il numero ZERO? Non vedi l’ora dell’uscita del prossimo numero? Sarebbe un peccato non accontentarti, anche perchè saremmo noi i primi a soffrirne la mancanza. L’arte è la nostra vita, così come per la tua. Aiutaci a portare avanti questo progetto. Abbiamo bisogno di fondi per andare avanti. La nostra idea è di portarlo anche su carta oltre ad organizzare iniziative artistiche parallele quali mostre, eventi e rappresentazioni delle vostre opere. Se credi nell’arte allora credi anche Be|Different, e se credi in Be|Different allora credi anche in noi! Effettua una piccola donazione, tramite paypal, dal sito www.bedifferent.it

Grazie.

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