Looking Forward

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Looking Forward di Michael Albert e Robin Hahnel

Looking Forward descrive come si potrebbe organizzare il lavoro in modo efficiente e produttivo, ma senza gerarchie; quale consumo potrebbe essere equo e soddisfacente; e come la pianificazione partecipativa potrebbe promuovere la solidarietà ed incoraggiare l'autogestione continuando a "svolgere il lavoro con efficienza". Looking Forward offre una visione pratica ed umana per una vera economia partecipativa. La versione cartacea del libro in inglese è disponibile nel catalogo delle edizioni South End Press.

Traduzione di Alessandro Ammetto Barbara Cerboni Gianni Martini Impaginazione di Alessandro Ammetto


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Indice

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La breve descrizione degli argomenti trattati, mostra in quali termini il libro si riferisca al post capitalismo riguardo l'organizzazione economica, i movimenti e gli atteggiamenti esistenti nel 1990, anno in cui è stato scritto. Provvede, inoltre, ad una breve critica del marxismo leninismo e della sua visione associata ... che era più rilevante nel 1990 che oggi.

Introduzione Contenuti

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Il libro è organizzato in capitoli generici sui principi e sulle regole generali, seguite da analisi più dettagliate riguardanti le istituzioni, e descrizioni di ipotetiche situazioni di vita quotidiana; in vari punti del testo ci saranno dialoghi tra i sostenitori dell'economia partecipativa, come spiegata nel testo stesso, con i sostenitori del capitalismo e con i sostenitori della pianificazione centralizzata e del socialismo di mercato.

Cap 1. Lavoro senza Gerarchia Lavoro Umano Organizzazione del Luogo di Lavoro

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Consigli di lavoratori Rotazione lavorativa Sistemi di mansioni partecipativi

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Lavoro intellettuale, consigli nei luoghi di lavoro, equilibrazione di sistemi di mansioni e possibilità di decisione nel luogo di lavoro sono i valori e le aspettative che ci guidano; con un dialogo si cercherà di rispondere agli eventuali scettici.

Prologo Capitalismo trionfante? Socialismo ripudiato? Coordinatorismo Le origini del Coordinatorismo La Grande Bugia

Processi Decisionali nei Luoghi di Lavoro Confronto con scettici e avversari Cap 2. Luoghi di Lavoro Partecipativi Casa Editrice Editoria capitalista Editoria partecipativa: Northstart Press Sistemi di mansioni Consigli Leadership La settimana lavorativa di Larry L'efficienza della Northstart

Struttura Aeroportuale Un aeroporto Capitalista Un aeroporto Partecipativo

Stamperia: un esempio nel Terzo Mondo Newsday Press - la versione neocoloniale Simon Bolivar Press - la versione anti-imperialista Simon Bolivar Press - la versione partecipativa

Cap 3. Consumo Equo Norme di consumo

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Consigli per il consumo Politiche Partecipative

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Cap 4. Consumo Partecipativo Consumo Collettivo

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Il caso capitalista Il caso Partecipativo

Consumo Individuale Il caso capitalista Il caso Partecipativo

Consumare o essere consumati? Cap 5. Allocazione senza Gerarchia Argomenti contro l'Equità, la Diversità e la Partecipazione Disuguaglianza o coercizione Competizione o ferrea imposizione di regole Esperti e strumentalismo Saggezza economica o ideologia al proprio servizio?

Profili di allocazione economica Comunicazione partecipativa Prezzi Indicativi Socialmente Pianificati e Acconti di Denaro Misura del lavoro svolto Descrizione qualitativa

Saranno studiati tre esempi, uno basato su una esperienza reale, gli altri due ipotetici; due riferiti ad economie sviluppate ed uno in una economia del terzo mondo; tutti in contrasto con le tipiche condizioni correnti; per esplorare in dettaglio le istituzioni di lavoro in luoghi di lavoro che funzionano con economia partecipativa.

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Analizzeremo ampiamente il consumo norme del consumo, consigli e politiche, valori e scopi che ci guidano.

Utilizzando esempi, cercheremo di fornire dettagli per le istituzioni di consumo sia dei privati sia della collettività in una economia partecipativa, incluso un dialogo con degli scettici.

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Introdurremo e delineeremo la logica di un nuovo tipo di sistema di allocazione di cui facciano parte concetti che tendano a demistificare i mercati, la pianificazione centrale e l'allocazione stessa più in generale, e rendiamo chiaro il bisogno di nuove valutazioni, di comunicazione e relazioni tra produttori e consumatori - i valori guida per il nostro approccio alla distribuzione.

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Cap 6. Allocazione Partecipativa Preparare le prime proposte Andare da una proposta ad un'altra Aggiornare un piano redatto Convergenza Distribuzioni Alternative È davvero così? Cap 7. Processi Decisionali sul luogo di Lavoro Pianificazione della Northstart Lo scorso anno alla Northstart Innovazione alla Northstart Prima iterazione di pianificazione: proposta iniziale di Nancy Seconda iterazione di pianificazione Terza iterazione di pianificazione Quarta, quinta e sesta iterazione di pianificazione Settima iterazione di pianificazione

Pianificazione della John Henry Una descrizione della pianificazione della John Henry Scelta tra schemi alternativi di produzione Complessità del lavoro “straordinario” per aumentare il proprio “reddito” Valutazione e “baratto” Produttività differenziale in acciaierie “in competizione”

Processi Decisionali giornalieri all'aeroporto Jesse Owens

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I dettagli istituzionali della pianificazione partecipativa: come lavora, quali passi e quali istituzioni coinvolge, motivazioni e implicazioni, ed un dialogo con gli scettici.

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Riprendiamo i casi precedentemente studiati per dare un quadro più dettagliato della vita di ogni giorno, riguardo le scelte e i processi decisionali nei posti di lavoro in una economia partecipativa.

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Cap 8. Pianificazione del Consumo Determinazione dei consumi collettivi di un paese Determinazione della Proposta di Consumo Personale Consumi giornalieri e modifica di una Pianificazione

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Si analizzeranno a fondo singoli consumatori e consigli di consumatori in relazione alla pianificazione del processo, alla produzione ed ai bisogni ed aspirazioni di ciascuno ... una descrizione di vita quotidiana.

Cap 9. Processi Decisionali di Distribuzione Sviluppare i dati iniziali

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Un ultimo sguardo alla pianificazione partecipativa, ulteriori conclusioni sui meccanismi, sulla logica e sulle implicazioni.

Piani a lungo termine Preparare i dati per il primo ciclo di pianificazione

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Revisione dei dati nelle iterazioni successive Lavorare nei comitati di assistenza Informazioni qualitative La Logica della pianificazione partecipativa

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Cap 10. La Società dell'Informazione Tecnologia e relazioni economiche L’evoluzione “Darwiniana” delle tecnologie Caratteristiche particolari dei computer Computer ed Economia Capitalista Computer ed Economia Coordinatorista Computer e Cambiamento Sociale

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Un capitolo aggiuntivo riguarderà la logica della tecnologia in sé ed il ruolo svolto dai computer e dalle telecomunicazioni in varie economie, in particolare nell'economia partecipativa.

Cap 11. Conclusione e Transizione Aspetti Economici Aspetti extra-Economici Passaggio ad una economia partecipativa

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Non viviamo solo per l'economia ... tuttavia una visione economica deve anche intrecciarsi ed incoraggiare i valori a cui aspiriamo negli altri aspetti della vita ... seguirà una più ampia discussione delle strategie per realizzare un'economia partecipativa.

Principi strategici La formazione delle assemblee Il perseguimento dell'autogestione collettiva La ricerca della solidarietà Definizione di strutture di lavoro Il Controllo dell'informazione Distribuzione Integrazione con altri movimenti Transizione dall'economia coordinatorista all'economia partecipativa

Glossario

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Prologo

Prologo Il concetto familiare di pianificazione suggerisce che questa debba essere elaborata da esperti, da coloro che hanno conoscenze scientifiche. Abbiamo visto i risultati di tale pianificazione razionale: enormi palazzi di cemento, additivi chimici nel cibo, valium - la lista degli orrori è senza fine. (Sheila Rowbotham) Gli undici capitoli di questo libro illustrano un sistema economico adeguato a diversi luoghi e diversi periodi temporali. Non verranno discussi gli specifici sistemi economici esistenti, ma non possiamo ignorare interamente Glasnost, Perestroika, i recenti drammatici avvenimenti nell'Europa dell'Est, e le attuali dichiarazioni circa il 'trionfo del capitalismo'. Se quello che sta andando in pezzi nei paesi dell'Est è la sola alternativa possibile al capitalismo, come molte persone credono, allora è inutile provare a sviluppare una differente visione economica. D'altra parte, se quello che sta andando in pezzi è solo un'alternativa terribilmente difettosa al capitalismo, come una minoranza di critici sta sostenendo dal 1917, allora ha senso provare a cercare un'alternativa di qualità superiore. Questo prologo è per quei lettori che non sono convinti che cercare alternative sia un compito che vale la pena affrontare. Gli altri possono procedere direttamente all'introduzione. Capitalismo trionfante?

"Nel capitalismo, i capitalisti possiedono i mezzi di produzione, usano il mercato per la distribuzione dei beni, definiscono propositi e caratteristiche del lavoro, ingaggiano e licenziano operai (e manager)".

Robert Heilbroner, rispettato professore di sinistra alla New School of Social Research, autore di numerosi testi di economia ampiamente diffusi, ha deciso di dedicare il suo considerevole talento letterario per presentare una pessimistica interpretazione dei recenti eventi. In New Perspectives Quarterly (Fall 1989), Heilbroner afferma che "Meno di 75 anni dopo che la disputa tra capitalismo e socialismo è iniziata ufficialmente, si può dire che sia già finita: il capitalismo ha vinto." Secondo Heilbroner, "i tumultuosi cambiamenti che hanno avuto luogo in Unione Sovietica, in Cina, nell'Europa dell'Est ci hanno dato la più evidente possibile delle dimostrazioni del fatto che il capitalismo organizza le questioni materiali dell'umanità in modo più soddisfacente rispetto al socialismo." E anche se Heilbroner non afferma, come altri fanno, che ciò significa che siamo giunti alla "fine della Storia", egli dice che "finalmente stiamo affrontando la fine del secolo economico. D'ora in poi, i problemi principali non saranno economici, ma culturali e politici". In breve, secondo Heilbroner sono possibili solo due tipi di sistemi economici: quello che abbiamo in occidente (che Heilbroner chiama capitalismo), e quello che hanno in oriente (che Heilbroner chiama socialismo). Dal momento che l'oriente è morto, Heilbroner conclude che, anche se i propositi egualitari sono belli, essi sono irrealizzabili, e anche se il capitalismo non è perfetto, è il sistema che funziona. Tuttavia, dai ghetti capitalistici di Chicago ai capitalistici livelli di disoccupazione di New York, dalle corsie d'emergenza capitalistiche di Los Angeles ai malfamati vicoli capitalistici di Houston, dalla capitalistica Seattle alla capitalistica Sarasota e dalla capitalistica Dallas alla capitalistica Detroit, è sempre più chiaro che "tutto è a pezzi", non solo politicamente e culturalmente, ma anche economicamente. Disuguaglianza crescente. Diffusione dilagante dei senzatetto. Militarismo smisurato. Crimine. Mercificazione della cultura. Decadimento ambientale. Alienazione. Tossicodipendenza. Questa è la moneta con cui ci ripaga il capitalismo moderno, e ciò è evidente in ogni città degli Stati Uniti.

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Looking forward "Noi crediamo che possa essere costruita una nuova economia che contenga in sè valori umani e che funzioni in modo efficiente. Come possiamo mantenere queste ottimistiche conclusioni nonostante la celebrazione di Heilbroner riguardo il "trionfo" del capitalismo? Certamente non negando l'evidenza dei fatti intorno a noi."

Prologo

Noi crediamo che possa essere costruita una nuova economia che contenga in sé valori umani e che funzioni in modo efficiente. Come possiamo mantenere queste ottimistiche conclusioni nonostante la celebrazione di Heilbroner riguardo il "trionfo" del capitalismo? Certamente non negando l'evidenza dei fatti intorno a noi. L'economia sovietica non riesce a rendere ricche le élite di Mosca, figuriamoci gli oppressi; ma questo ci consente forse di concludere che il capitalismo è un successo per il fatto che arricchisce le élite di New York a spese degli oppressi? In Ungheria e in Cecoslovacchia i politburo caddero improvvisamente come tessere del domino, dimostrando ancora una volta che l'autoritarismo è un crimine contro l'umanità. Ma, di nuovo, possiamo dire che il capitalismo è un successo dal momento che qui i politici assumono delle cariche tramite farse elettorali e le lasciano o per andare in prigione o per diventare capi del governo? Le travolgenti rivoluzioni popolari pacifiche in Polonia e nella Germania orientale riconfermano il totale fallimento degli ordinamenti sociali che là sono stati istituiti dopo la seconda guerra mondiale. Ma questo rende forse desiderabili negli Stati Uniti la povertà, il decadimento ambientale, e l'alienazione solo perché questi fenomeni continuano a ripetersi senza generare una considerevole opposizione? Era forse desiderabile l'economia sovietica prima che l'opposizione sviluppasse la sua attuale forza? Gli eventi attuali - gli eventi quotidiani del secolo passato - hanno infettato entrambe le fazioni. Ma poiché nessuna delle due si è basata su principi egualitari e partecipativi, tali eventi non screditano la speranza. Socialismo ripudiato? Le argomentazioni di Heilbroner suggeriscono che, visto che i leader sovietici, cinesi e dell'Europa dell'est hanno chiamato i loro paesi "socialisti", e visto che Henry Kissinger li ha chiamati "socialisti", e che il New York Times li ha chiamati "socialisti", e che persino Heilbroner stesso e quasi tutti i marxisti occidentali li hanno chiamati "socialisti", allora questi paesi devono avere avuto delle economie che contenevano principi socialisti. La crisi di queste economie indica quindi che i valori socialisti - gli unici alternativi ai valori capitalistici - vengono ora respinti. Questo sarebbe giusto se si applicasse davvero l'etichetta del "socialismo", ma i leader sovietici, cinesi e dell'Europa dell'est mentirono nel chiamare "socialisti" i loro sistemi economici. Su questo inoltre, anche Henry Kissinger e il New York Times mentirono allo stesso modo; e i marxisti occidentali come Heilbroner o sono stati ingannati, o sono impazziti, o stanno mentendo anche loro. I valori socialisti assumendo che con ciò intendiamo valori di uguaglianza e partecipazione - non hanno mai caratterizzato nessuno di questi paesi. La gente che è fuggita dalla Repubblica Democratica Tedesca nell'inverno del 1989 non ha mai sperimentato l'uguaglianza sociale, per cui come potrebbe respingerla? Gli operai polacchi non hanno mai gestito la propria vita economica: perciò, come possiamo dire che la loro economia in bancarotta dimostra che l'autogestione dei lavoratori farebbe fallire tutto?

"In qualunque modo si decida di chiamare i sistemi economici di Unione Sovietica, Cina ed Europa dell'est - noi preferiamo il termine "coordinatorismo" non è facile accettare il fatto che, ne ora ne mai, siano state improntate all'ugualianza sociale e alla partecipazione."

In qualunque modo si decida di chiamare i sistemi economici di Unione Sovietica, Cina ed Europa dell'est - noi preferiamo il termine "coordinatorismo" - non è facile accettare il fatto che, ne ora ne mai, essi siano stati improntati all'uguaglianza sociale e alla partecipazione. Se non accettiamo questo però non possiamo capire le radici delle loro attuali crisi ne pensare a delle possibilità di alternativa. O ancora peggio, potremmo erroneamente concludere che i problemi dell'est siano stati causati dal provare ad essere troppo ugualitari e troppo basati sulla partecipazione. Certamente i paesi del blocco orientale hanno eliminato la proprietà privata dei mezzi di produzione rifiutando in tal modo il modello capitalistico. Ma anche oltre quell'atrocità politica che è stata lo stalinismo, questi paesi hanno solamente sostituito la gestione capitalistica con la gestione burocratica. Anziché sviluppare procedure democratiche mediante le quali lavoratori e consumatori avessero

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"Il risultato fu di cambiare una classe dirigente, quella capitalistica (i vecchi padroni furono congedati) per sostituirla con un'altra (che venne salutata come nuova), che chiameremo 'coordinatorista'."

"Una migliore economia sia per loro sia per noi rimane una possibilità reale."

Prologo

potuto pianificare i loro sforzi congiunti in modo efficiente ed equo, il nuovo governo impose una pianificazione gerarchica che escludeva allo stesso modo lavoratori e consumatori comuni dal partecipare ai processi decisionali economici. Il risultato fu di cambiare una classe dirigente, quella capitalistica (i vecchi padroni furono congedati) per sostituirla con un'altra (che venne salutata come nuova), che chiameremo “coordinatorista”. In questi sistemi economici una classe dirigente di coordinatori monopolizzò i processi decisionali, l'educazione superiore, i vantaggi materiali. I lavoratori comuni avevano al limite qualche scarsa competenza su ciò che producevano e su come lo producevano. Su questo sistema, un eminente economista sovietico, Nikolai Shemelev, ha recentemente scritto (Dissent, Fall 1989): "L'apatia di massa, l'indifferenza, il furto, la disistima per il lavoro fatto onestamente... hanno portato ad un effettivo degrado fisico di una parte significativa della popolazione causato dall'alcoolismo e dall'ozio. C'era una mancanza di fiducia negli obiettivi e nei propositi annunciati ufficialmente, nella possibilità stessa di un'organizzazione più razionale della vita sociale ed economica...". L'economia in Unione Sovietica è un disastro e lo è sempre stato. Ma anche ignorando il fatto che la descrizione di Shemelev ricorda i centri urbani di Milwaukee, Boston, San Francisco e Miami, quello che l'accusa di Shemelev esprime è soltanto che il coordinatorismo a pianificazione centrale si è disfatto. Non dice nulla su principi di ugualianza e partecipazione, perché questi valori erano stati abbandonati da tempo, e le istituzioni sovietiche avevano impedito il loro conseguimento. Se vogliamo credere che i lavoratori sovietici abbiano avuto la possibilità di controllare la catena di montaggio a cui lavoravano, di progettare i prodotti finali, di decidere chi avesse dovuto mangiare la farina che producevano o chi avesse dovuto scaldarsi con il carbone da loro estratto, allora l'attuale trambusto dovrebbe portarci a pensare, come Heilbroner, e che gli esseri umani sono creature dal destino tanto misero, che un'economia basata sulla competizione e sul controllo gerarchico sia l'unico antidoto all'intrinseca indolenza e inefficienza umana. Se vogliamo credere che l'Unione Sovietica sia stata socialista, i fatti attuali starebbero a significare che quando i lavoratori hanno potere non danno luogo ad una società non divisa in classi ma ad un disastro. In ogni caso, adottando il punto di vista di Heilbroner, come mostrerò, si abbraccia un cinismo non necessario, visto che nei paesi in cui le economie stanno ora "fallendo", i lavoratori non hanno mai avuto potere. Una migliore economia per loro e per noi riamane una possibilità reale.

Coordinatorismo Seguendo il raffinato e sobrio saggio degli ungheresi George Konrad e Ivan Szelenyi, The Intellectuals on the Road to Class Power (Harcourt Brace Jovanovich, 1979), possiamo trascendere dalle interpretazioni del governo statunitense, del governo sovietico, del New York Times, e di gran parte dei

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Looking forward "Nel coordinatorismo, i capitalisti sono scomparsi. Manager, progettisti, ingegneri, e altri intellettuali definiscono le modalità lavorative, usando per la distribuzione dei beni la pianificazione centrale oppure il mercato. Gli operai continuano ad eseguire mansioni definite da altri."

Prologo

marxisti occidentali, e verificare che i lavoratori del blocco orientale né ora né mai hanno preso decisioni riguardanti i propri interessi economici. Anche là, come nei paesi occidentali, le retribuzioni degli intellettuali sono considerevolmente più alte rispetto a quelle degli operai. I lavoratori di concetto - i colletti bianchi - abitano in case più ampie e più comode e in zone migliori. Ottengono più facilmente permessi per trasferirsi in un'altra città e sovvenzioni per poter vivere in case dotate di servizi di prim'ordine. Abitano relativamente vicino al posto di lavoro, mentre gran parte degli operai sono costretti a fare i pendolari e spostarsi da piccoli centri urbani mal serviti o dai ghetti della periferia. I figli dell'Intellighenzia vanno in scuole migliori e si laureano in proporzione maggiore. Solo gli intellettuali e i loro attendenti ottengono l'ingresso in ospedali speciali in cui si praticano cure straordinarie per funzionari di stato e di partito. Persino le caffetterie delle istituzioni il cui personale è composto in gran parte da intellettuali offrono pasti migliori delle mense delle fabbriche. Cosa ancora più importante, Konrad e Szelenyi ci dicono anche che "a causa di questo presunto 'ruolo guida' degli intellettuali, [l'operaio in queste economie] ha altrettanta poca voce in capitolo negli alti - o bassi - livelli decisionali della sua azienda, dell'operaio nella struttura capitalistica. Non può partecipare per decidere se determinati progetti debbano essere ampliati o ridotti tramite tagli alle spese, cosa sarà prodotto, che tipo di attrezzatura sarà utilizzata, e che direzione prenderà lo sviluppo tecnico (sempre che vi sia), se sarà pagato con percentuale fissa sul prodotto finito oppure con un salario a ore, come saranno valutate le sue prestazioni e come sarà pianificata la produzione, come i salari degli operai potranno cambiare in relazione alla redditività dell'azienda, o come opereranno i vertici della struttura dello stabilimento, dalla direzione gestionale al responsabile delle vendite." Gli operai dunque, nello stesso modo ad est come ad ovest, si prendono quello che riescono a strappare - chiedendo e occasionalmente ottenendo - qui ai capitalisti e là ai coordinatoristi. Nel capitalismo, i capitalisti possiedono i mezzi di produzione, usano il mercato per la distribuzione dei beni, definiscono propositi e caratteristiche del lavoro, ingaggiano e licenziano operai (e manager). Nel coordinatorismo, i capitalisti sono scomparsi. Manager, progettisti, ingegneri, e altri intellettuali definiscono le modalità lavorative, usando per la distribuzione dei beni la pianificazione centrale oppure il mercato. Gli operai continuano ad eseguire mansioni definite da altri. Anche se la loro struttura sociale di divisione in classi e le loro dinamiche interne portano ad una diversa distribuzione della ricchezza e della disponibilità economica, c'è un aspetto per cui questi due sistemi si assomigliano molto: e cioè che "il lavoro è esterno al lavoratore". Ironicamente, queste parole che Marx ha usato per descrivere il capitalismo, si applicano altrettanto bene al coordinatorismo. "I lavoratori non affermano se stessi nel loro lavoro. Anziché sentirsi soddisfatti sono infelici." Il lavoro non "sviluppa liberamente le energie mentali e fisiche del lavoratore" ma "ne mortifica il corpo e ne rovina la mente". I lavoratori "si sentono se stessi soltanto al di fuori del loro lavoro, e nel loro lavoro si sentono fuori da se stessi". I lavoratori "sono a casa quando non lavorano, e quando lavorano non sono a casa". "Il lavoro di costoro quindi non è volontario, ma si tratta di coercizione; sono lavori forzati." Non è "la soddisfazione di un bisogno; è semplicemente un mezzo per soddisfare bisogni esterni ad esso". La disputa tra i sistemi economici statunitense e sovietico è sempre stata in gran parte irrilevante per questi lavoratori, visto che nessuno dei due sistemi è utile ai loro scopi, ma piuttosto essi si sentono oppressi da entrambi. Ma quali sono "i bisogni esterni al lavoro" che regolano il lavoro nei sistemi economici coordinatoristi? Konrad e Szelenyi non tergiversano: "I partiti comunisti, dopo essere andati al potere, sciolsero rapidamente tutte quelle organizzazioni di soli lavoratori, cioè consigli operai, comitati di fabbrica e sindacati, oppure le trasformarono in cori dei lavoratori, gruppi teatrali, gruppi sportivi..." . Da ciò Konrad e Szelenyi deducono che il Bolscevismo offrì agli "intellettuali un progetto per liberarsi, una volta che si fossero assicurati il potere, dalla responsabilità di rappresentare gli interessi dei lavoratori, e tali interessi furono utilizzati solamente come un mezzo per acquisire potere." Essi concludono

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Looking forward Il lettore interessato alle nostre critiche della teoria marxista, può vedere il nostro Unorthodox Marxism e Marxism and Socialist Theory (entrambi publicati da South End Press, 1978, 1981). Per più dettagliate critiche delle esperienze sovietiche, cinesi e cubane, può consultare il nostro Socialism Today and Tomorrow (South End Press, 1981). Per una descrizione più dettagliata del nostro approccio alternativo per la comprensione della storia e della società, per un approccio che metta in risalto allo stesso modo l'economia, la sessualità, la cultura e la politica, può consultare Liberating Theory, coautore con Noam Chomsky, Leslie Cagan, Mel King, Lydia Sargent, e Holly Sklar (South End Press, 1986). Infine, chi fosse interessato ad una presentazione matematicamente più dettagliata di argomenti inerenti alle deficienze delle economie capitalistiche e coordinative, può consultare il nostro Quiet Revolution in Welfare Economics (Princeton University Press, 1990).

Prologo

che "con l'esproprio degli usurpatori, cioè, con il trasferimento del diritto di disporre del surplus di produzione dai proprietari terrieri e dai capitalisti, agli intellettuali al potere o a gruppi scelti di lavoratori parificati agli intellettuali per posizione politica e funzioni - e con la distruzione dei principali organi di gestione e di controllo dei produttori - i Bolscevichi tracciano le linee generali di un nuovo sistema razionale di ridistribuzione [cioè il coordinatorismo]." Il coordinatorismo distribuisce le responsabilità produttive in modo che alcune persone (i coordinatori) si occupino essenzialmente di compiti concettuali, amministrativi e creativi, mentre gli altri (gli operai) si occupano essenzialmente di compiti routinari definiti da altri; cioè, i primi governano i secondi. Ma la promessa di liberazione economica è sempre stata quella di distribuire responsabilità produttive, così che ognuno possa godere di una divisione equa di opportunità e possa svolgere sia lavoro concettuale sia di semplice esecuzione, facendo quindi in modo che tutti i lavoratori siano preparati e dotati dei titoli necessari per giocare ognuno un proprio ruolo nel determinare il corso degli eventi. Questa idea rappresenta una "terza via". In tal modo le scelte per delle moderne istituzioni economiche diventerebbero tre: capitalismo, coordinatorismo, e ciò che possiamo chiamare "economia partecipativa". Il fallimento del coordinatorismo non implica che la sola opzione che rimane sia il capitalismo. Per quei lettori che conoscono la storia, è istruttivo ricordare ciò che disse Karl Marx circa un'economia desiderabile nei suoi Manoscritti Economico Filosofici (1844): "Tramite l'espressione individuale della mia vita, volevo stimolare l'immediata espressione della tua vita, e così nella mia attività individuale, confermavo e realizzavo in modo diretto la mia autentica natura, la natura umana e comunitaria ... il mio lavoro voleva essere libera espressione e dunque uno dei piaceri della vita". Questo sentimento era ed è fautore di libertà. Ma non ha niente a che vedere con l'irriggimentata pianificazione centrale, l'egoismo competitivo dei mercati, o con le opinioni autoritarie del marxismo ufficiale stesso. Quindi il fallimento di questo sistema non dice nulla sul fatto che si possa provare con efficacia a rendere il nostro lavoro "libera espressione e quindi uno dei piaceri della vita". Le origini del Coordinatorismo Come è quindi cominciato il coordinatorismo? Pochi commentatori oggi hanno qualcosa di buono da dire su Stalin, ma i problemi del coordinatorismo e dell'autoritarismo politico del blocco orientale cominciarono molto prima. In altre opere, abbiamo rintracciato nella struttura teorica originale Marxista quelli che sono oggi punti deboli di questa teoria. Qui illustriamo le idee anti-partecipative ed anti-ugualitarie dei leader della rivoluzione Russa.

"In tal modo le scelte per delle moderne istituzioni economiche diventerebbero tre: capitalismo, coordinatorismo, e ciò che possiamo chiamare "economia partecipativa". Il fallimento del coordinatorismo non implica che la sola opzione che rimane sia il capitalismo."

Lev Trotsky, uno tra i più famosi realizzatori del primo sistema economico coordinativo, disse che l'ordinamento sociale dei lavoratori "non è affatto espresso nella forma in cui sono amministrate le iniziative economiche di ciascun individuo". Cioè, Trotsky sentì che sarebbe stata una buona cosa per i Bolscevichi lasciare al loro posto le usuali gerarchie nelle fabbriche sempre che gli amministratori centrali come lui avessero "governato negli interessi degli operai". Per quanto riguarda i motivi per cui Trotsky difese il modello di "gestione delegata ad un solo uomo" nelle fabbriche, basti considerare la sua cinica visione della natura umana: "È regola generale che l'uomo cercherà sempre di sottrarsi al lavoro. L'uomo è un animale pigro." Naturalmente i compagni socialmente integrati, qualche volta, dovranno costringere "gli animali pigri" per il loro stesso bene. Infine, Trotsky aggiunse: "Sono convinto che se la guerra civile non avesse depredato le nostre strutture economiche di tutto ciò che era più forte, più indipendente, dotato di iniziativa, indubbiamente avremmo intrapreso il cammino della "gestione delegata ad un solo uomo" molto prima e molto meno faticosamente." In altre parole Trotsky non aderì controvoglia alle strutture coordinatoriste a causa delle necessità imposte dalla guerra civile, come sostengono gli apologeti, ma perché le preferiva. Furono queste idee aristocratiche

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Looking forward La differenza principale tra i capi rivoluzionari e lo Stato è solo la situazione esterna. In sostanza entrambi sono la stessa cosa: il dominio della minoranza sulla maggioranza nel nome della presunta stupidità dei secondi e la presunta superiorità intellettuale dei primi. Perciò entrambi sono ugualmente reazionari, entrambi hanno come proprio risultato l'invariabile consolidamento dei privilegi politici ed economici della minoranza dirigente e l'asservimento politico ed economico della massa del popolo. [Mikhail Bakunin Stato e Anarchia]

"In altre parole Trotsky non aderì controvoglia alle strutture coordinatoriste a causa delle necessità imposte dalla guerra civile, come sostengono gli apologeti, ma perché le preferiva."

"Evidentemente per Lenin, come per Trotsky, era sufficiente che la volontà di un solo uomo fosse motivata, un'analisi che senza dubbio Stalin apprezzò."

Prologo

a definire il piano di Trotsky per la società, un piano coordinatore e non socialista, in cui l'amministrazione centrale avrebbe nominato degli uomini a cui assegnare compiti gestionali che avrebbero dettato le regole ai "lavoratori pigri", naturalmente nell'interesse di quegli stessi lavoratori. Se tale processo poteva poi avere l'effetto di distruggere organizzazioni autonome operaie, pazienza. Tali organizzazioni avrebbero solo impedito a quelli come Trotsky di proteggere i lavoratori dalle conseguenze della propria pigrizia - cioè di dettar loro delle regole per liberarli, per così dire. E' chiaro che questo programma coordinativo non ha nulla a che vedere con l'idea di rendere il lavoro "libera espressione e uno dei piaceri della vita". Lenin evidenziò il suo orientamento coordinativo quando disse: "È assolutamente essenziale che tutta l'autorità nelle fabbriche sia concentrata nelle mani di un apparato direttivo". Egli seguì questa logica con coerenza, osservando che "ogni intervento diretto dei sindacati nella gestione di un'impresa deve essere considerato assolutamente nocivo e non può essere permesso". Mentre Trotsky si appellava ad una cinica visione della natura umana per giustificare il coordinatorismo, Lenin si appellò ad un altro baluardo dell'ideologia economica antidemocratica, la tecnologia moderna: "I macchinari industriali di grandi dimensioni, fonte produttiva di importanza centrale e fondamento del socialismo, richiedono un'assoluta e rigida unità di propositi... Come può essere assicurata tale rigida unità di propositi? Mediante migliaia di persone che sottomettono la propria volontà alla volontà di un solo uomo." Evidentemente per Lenin, come per Trotsky, era sufficiente che la volontà di un solo uomo fosse motivata, un'analisi che senza dubbio Stalin apprezzò. In risposta a quei lavoratori che non accettarono quest'analisi fatta su misura per interessi personali, e chiesero di avere più voce in capitolo nelle questioni economiche, Lenin tuonò: "Un congresso di produttori! Cosa intendono dire esattamente? Non ho parole per descrivere questa follia. Continuo a chiedermi se non stiano scherzando. Si possono prendere davvero sul serio queste parole? Mentre la produzione è sempre necessaria, la democrazia non lo è. La democrazia nei processi di produzione dà origine ad una serie di idee radicalmente false." Forse una delle idee radicalmente false a cui Lenin si riferiva era che il lavoro dovrebbe essere "libera espressione e quindi uno dei piaceri della vita". In contrasto con le posizioni coordinatoriste di Lenin e Trotsky, Rosa Luxemburg espresse delle tendenze libertarie quando criticò i Bolscevichi: "Finalmente abbiamo visto la nascita di un figlio legittimo del processo storico: il movimento operaio russo, che per la prima volta, ha dato espressione alla reale volontà delle masse popolari. Allora i leader della rivoluzione Russa sono balzati in piedi e hanno ricercato l'equilibrio, e ancora una volta si sono nominati onnipotenti registi della storia, questa volta nella persona di sua altezza Il Comitato Centrale del Partito Socialdemocratico Operaio. Questi abili acrobati non hanno ancora capito che l'unica cosa in grado di giocare il ruolo di regista della storia è la coscienza collettiva della classe operaia, che ha il sacrosanto diritto di commettere degli errori e di imparare la dialettica della storia per proprio conto. Diciamocelo senza mezzi termini: gli errori commessi da un movimento operaio autenticamente rivoluzionario sono storicamente molto più proficui delle corrette decisioni del supremo Comitato Centrale." La Luxemburg colse la differenza tra le posizioni coordinative e libertarie quando affermò: "La disciplina che ha in mente Lenin è imposta al proletariato, non solo nelle fabbriche, ma anche nelle caserme, e tramite ogni sorta di burocrazia, in breve tramite l'intera macchina di potere dello stato centralizzato borghese ... E' un abuso di linguaggio usare la stessa parola - 'disciplina' - per due concetti così scorrelati come il riflesso condizionato di un corpo con cento braccia e cento gambe, e il coordinamento spontaneo di atti politici consapevoli di un gruppo di persone. Cosa può avere in comune la disciplinata docilità del primo con le aspirazioni di una classe che lotta per la propria emancipazione?"

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Prologo

La risposta naturalmente è che non hanno nulla in comune. Rimane il problema di stabilire se sia possibile creare un sistema economico che sia efficiente, equo ed ecologicamente sostenibile, basato sull'auto organizzazione e sull'auto gestione collettiva di lavoratori e consumatori.

La Grande Bugia Tutti quelli che non sono lunatici, sono d'accordo su alcuni pensieri. Che è meglio essere vivo che morto, meglio essere sufficientemente sazio che affamato, meglio essere libero che schiavo. Molte persone desiderano queste cose solo per se stessi e per i loro amici; questi sono abbastanza contenti che i loro nemici soffrono. Questa gente può essere confutata dalla scienza: l'umanità è diventata come una famiglia che non può assicurare la propria prosperità eccetto che assicurando la stessa a ogni altro. Se tu stesso vuoi essere felice, devi rassegnarti a vedere le altre persone altrettanto felici. [Bertrand Russell La scienza per salvarci dalla scienza]

Spiegando la semantica orwelliana della comprensione di Heibroner del ventesimo secolo, Noam Chomsky ci dice in Language and Politics (Black Rose Books) che a partire dalla rivoluzione bolscevica "I due maggiori sistemi mondiali di propaganda hanno fatto passare questa distruzione dei principi del socialismo per un trionfo del socialismo. Per il capitalismo occidentale, il proposito è stato diffamare il Socialismo associandolo alla tirannia di Mosca; per i Bolscevichi il proposito è stato riguadagnare legittimità facendo appello agli obiettivi dell'autentico socialismo." In linea con la nostra analisi Chomsky nota che "In particolare dal 1917, il marxismo - o più precisamente il Marxismo-Leninismo - è diventato, come ha predetto Bakunin, l'ideologia di una 'nuova classe' di intellighenzia rivoluzionaria che sfrutta le lotte rivoluzionarie popolari per accaparrarsi il potere statale. La loro strategia è di imporre un governo duro ed autoritario in modo da distruggere le istituzioni socialiste, così come Lenin e Trotsky hanno distrutto i consigli di fabbrica e i soviet. Fanno inoltre tutto ciò che gli è possibile per minare e distruggere eventuali tendenze all'autentico socialismo in altre parti del mondo, non fosse altro che per la minaccia ideologica." Inoltre, aggiunge "questo assalto ideologico su due fronti, unito ad altri strumenti disponibili a coloro che detengono realmente il potere, ha sferrato un potente colpo alle correnti socialiste libertarie che prima avevano una considerevole vitalità, anche se l'impegno popolare in tali ideali si rivela costantemente in molti modi." In risposta ad un tale "attacco su due fronti", nello stesso volume Chomsky dice ad un intervistatore: "Le mia speranza, suggerita dall'istinto, è nel fatto che la soddisfazione personale e il lavoro creativo sono dei fondamentali bisogni umani, e il piacere di affrontare una sfida, del lavoro ben fatto, dell'esercizio delle proprie capacità e abilità sono fatti reali e importanti e sono parte essenziale di una vita piena e significativa. Lo stesso è vero delle opportunità di comprendere e di condividere ciò che viene realizzato da altri, che spesso va oltre quello che noi stessi siamo in grado di fare, e di lavorare costruttivamente in collaborazione con gli altri... Il compito di una società industriale moderna è di ottenere ciò che è ora tecnicamente realizzabile, e cioè una società che sia realmente basata sulla libera partecipazione volontaria della gente che possa produrre e creare, vivere liberamente la propria vita all'interno di istituzioni autogestite, e dotate di limitate strutture gerarchiche, possibilmente nessuna in assoluto." Questo è il proposito di questo libro. Non semplicemente aiutare la gente a capire l'economia statunitense. Non trasformarla in un diverso assetto di norme classiste. Ma cercare di eliminare la divisione in classi riorganizzando la produzione, il consumo, e la distribuzione dei beni per elevare la solidarietà sociale, l'autogestione collettiva e la diversificazione della produzione alla priorità più alta, quella di ridurre le strutture gerarchiche fino a che non saranno "possibilmente scomparse del tutto". Buttare le idee ugualitarie e partecipative nella pattumiera della storia sulla base del fatto che le economie dei paesi dell'est sono crollate sotto il peso morto del loro stesso autoritarismo, ingiustizia e ipocrisia, è un'assurdità conveniente solo per chi difende il capitalismo. All'Est, in questo momento, la gente sta cercando la libertà. Dovremmo sperare che non siano messi fuori strada da Twinkies, Toyota, e dalla propaganda dei loro leader, ardentemente desiderosi di godere dei vantaggi persino maggiori che il capitalismo gli offre. Anche se la visione economica proposta in questo libro è motivata dall'attivismo politico statunitense, pensiamo

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Prologo

che sia ugualmente rilevante e forse ancora pi첫 opportuna per i dissidenti dell'Est, e peraltro anche del Sud. Michael Albert e Robin Hahnel Dicembre 1990

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Introduzione

Introduzione

Un'importante innovazione scientifica raramente si apre la strada convincendo e convertendo gradualmente i suoi oppositori: raramente succede che Saul diventa Paul. Quello che succede è che gli oppositori si estinguono e la nuova generazione è già familiare con l'idea fin dall'inizio. (Max Plank)

"Gli economisti sostengono che gerarchia, disugualianza e mercati o pianificazione centrale sono inevitabili. Noi sosteniamo che questi sono falsi miti al servizio delle elite economiche."

Il capitalismo istituzionalizza la disuguaglianza, promuove la povertà, combatte guerre e nega la dignità. Difende la competizione, svuota di significato il concetto di ecologia, fornisce centri commerciali con enormi corridoi - alcuni di lusso, altri per i consumatori medi. Le economie del blocco orientale hanno ridotto la disuguaglianza, ma si sono anche spente, deteriorate, dissolte. Inoltre non offrivano centri commerciali a nessuno. Una nuova economia alternativa, può portare alla soddisfazione dei consumatori e all'uguaglianza, alla varietà, alla solidarietà e all'auto - organizzazione? La risposta generalmente accettata è "no, dobbiamo accettare il modello economico orientale o quello occidentale, smussando i loro difetti mediante riforme intelligenti". Gli effetti del cinismo sulle aspirazioni popolari che ne risulta è stato descritto nel modo migliore dal filosofo italiano, Antonio Gramsci, che disse: "L'indifferenza è il peso morto della storia. È una palla al piede per l'innovatore, è la massa inerziale che fa annegare i più brillanti entusiasmi, è la palude che circonda la città vecchia e la difende meglio delle mura più solide, meglio dei corpi dei suoi soldati, perché inghiotte gli assalitori con la sua viscida melma, li decima, li scoraggia, ed a volte, li fa desistere dalla loro eroica impresa." Gli economisti sostengono che gerarchia, disuguaglianza e mercati o pianificazione centrale sono inevitabili. Noi sosteniamo che questi sono falsi miti al servizio delle élite economiche. Noi crediamo che, contrariamente all'opinione comune, la gente può, abbastanza realisticamente, gestire autonomamente le proprie questioni economiche, e può farlo in modo equo, umano ed

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Looking forward

Ogni mattina ti domandi come farai a resistere fino alla sera, Lunedì come farai fino al Sabato. Tornando a casa senza forze non fai nulla ma guardi la TV, parlando da solo morirai sicuramente come un idiota ... desideri rompere tutto ... una volta al giorno, ti senti malato ... perché hai scambiato la tua vita con un sopravvivere; temi che la collera che ti sale alla fine ti conduca alla morte, e che in fin dei conti la gente ha ragione quando dice: "beh, puoi abituarti ad ogni cosa." [Andre Gorz Capitalism in Crisis in Everyday Life]

Introduzione

efficientemente. Mirare all'abbondanza infinita o sperare che le persone si comportino come santi è "utopia" in senso negativo, e non è il nostro proposito. Ma pensare a come una nuova economia possa promuovere, piuttosto che sovvertire, obiettivi partecipativi e ugualitari, è "utopia" in senso positivo, riconoscendo che non avere obiettivi vuol dire accettare passivamente un "vecchia città" e sprecare il nostro potenziale. Viviamo nel paese più ricco del mondo. Ma è al trentunesimo posto, insieme all'Albania, per i bambini che nascono sottopeso; 211 bambini muoiono ogni settimana per malnutrizione e cure insufficienti. Viviamo nel paese più ricco del mondo, dove ci vivono anche 31 milioni di poveri, 3 milioni dei quali sono senza tetto e vagano per le strade, consumando la cena nei bidoni della spazzatura e dormendo nei vicoli. Perché questa sofferenza in mezzo alla ricchezza? In parte perché solo lo 0,5% dei cittadini statunitensi detiene circa un terzo della ricchezza totale statunitense. Viviamo nel paese più ricco del mondo. Un bambino su quattro sotto i sei anni cresce nell'indigenza, e di questi il 40% sono latinoamericani e il 50% neri. Il crimine violento è salito del 37% negli ultimi dieci anni, una persona su venti subisce ogni anno qualche tipo di furto, aggressione, stupro o omicidio, vengono denunciati 250 stupri al giorno, uno ogni 6 minuti, e una donna è picchiata ogni 19 secondi. Viviamo nel paese più ricco del mondo. Il tasso di mortalità per i bambini neri è doppio rispetto a quelli bianchi, e c'è un suicidio riuscito ogni 20 minuti, con un numero di tentativi falliti che lo supera più di dieci volte. Perché questi crimini e questa disperazione in mezzo alla ricchezza? In parte perché nel 1998 in media ogni capo esecutivo di un azienda statunitense ha guadagnato quanto 93 operai o 72 insegnanti. Viviamo nel paese più ricco del mondo, ma il successo del capitalismo trionfa solo nelle serate di gala e nelle ville. Nei paesi al di là dei nostri immediati confini, dove la nostra influenza è maggiore, in America centrale, degli 850.000 bambini nati annualmente, 100.000 moriranno prima dei 5 anni per malattie evitabili o per malnutrizione, perché le loro risorse sono usate a beneficio delle nostre élite. A seconda del modello economico utilizzato da una società, il lavoro può costruire o corrodere la fiducia, il consumo può soddisfare i bisogni o indurre abitudini alienanti, i processi decisionali economici possono incorporare o escludere la partecipazione, e la distribuzione dei beni può arricchire pochi impoverendo molti o può generare equità per tutti. Non siamo d'accordo che sarebbe desiderabile trasformare la nostra economia in modo che ogni cittadino possa condurre un vita dignitosa e soddisfacente, impiegando le proprie capacità come preferisce, e godendo in parti uguali di ciò che la società offre? Non siamo d'accordo che sarebbe desiderabile trasformare la nostra economia in modo da rispettare gli altri e gli altri rispettino noi, condividendo totalmente i processi decisionali? Non siamo d'accordo che sarebbe auspicabile vincere l'alienazione, la disuguaglianza, e la guerra di tutti contro tutti e trasformare la nostra economia in modo che i giovani affrontino il futuro con passione anziché con rassegnazione, in modo da non distruggere il pianeta, e in modo da ridurre le strutture gerarchiche e, possibilmente, fare in modo che "non ne esistano più"? Contenuti

"Non siamo d'accordo che sarebbe desiderabile trasformare la nostra economia in modo che ogni cittadino possa condurre un vita dignitosa e soddisfacente, impiegando le proprie capacità come preferisce, e godendo in parti uguali di ciò che la società offre?"

In questo libro descriviamo un nuovo tipo di economia. In questo nuovo modello economico il lavoro viene svolto sotto i buoni auspici di consigli democratici nei luoghi di lavoro, in cui ogni persona esprime un voto, con una rilevante delega di responsabilità. Non vi è una gerarchia fissa nei luoghi di lavoro. Ciascun lavoratore ha un insieme complesso di responsabilità - alcune concettuali, alcune manuali; alcune di responsabilità, altre di routine, così che l'insieme dei compiti ("sistema di ruoli lavorativi") di ciascun lavoratore è bilanciato in modo equo rispetto a quello degli altri lavoratori. Tutti i lavoratori fanno la propria parte nei compiti da svolgere, sia in quelli piacevoli, sia in quelli che non lo sono; tutti hanno responsabilità e opportunità confrontabili, e sono tutti preparati ugualmente per partecipare al processo decisionale.

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Introduzione

I consumatori ricevono grosso modo parti uguali del prodotto sociale. Pur potendo ancora comprare, agire secondo il proprio impulso, prendere prestiti e risparmiare, i consumatori avranno il compito di fare un ragionevole sforzo per prevedere con anticipo i loro consumi. Le conseguenti variazioni nella produzione e nel consumo eliminano inutili sprechi nelle confezioni, nella pubblicità, nella replicazione di prodotti, etc. I beni collettivi sono scelti da consigli di consumatori in cui ciascuna persona può votare. Equità e auto-gestione prevarranno, ma anche il rispetto per la privacy e un atteggiamento positivo nei confronti di sperimentazione e diversità. La pianificazione partecipativa nella nuova economia è un mezzo con il quale i consigli dei lavoratori e dei consumatori contrattano e modificano i loro progetti su ciò che produrranno e consumeranno. Ciascun gruppo affida i suoi progetti ad un altro tramite “commissioni”. Alla luce di queste nuove informazioni, lavoratori e consumatori modificano i loro progetti in modo da ottenere alla fine una corrispondenza funzionale tra richieste di consumo e progetti di produzione. Il sistema si basa su di un esauriente scambio di informazioni, tra cui un nuovo tipo di 'prezzi indicativi' da aggiustare con opportuni calcoli, dati sulla domanda e sull'offerta per aiutare le persone a sviluppare dei progetti, e resoconti qualitativi sulle relazioni sociali per promuovere migliori decisioni e maggiore solidarietà. Il compito per una moderna società industriale è di realizzare ciò che ora è tecnicamente realizzabile, vale a dire, una società che è realmente basata sulla libera e volontaria partecipazione della gente che produce e crea, che vive la sua vita libera dalle istituzioni di controllo, e con limitate strutture gerarchiche, possibilmente nessuna. [Noam Chomsky Language and Politics]

I successivi sei capitoli si occupano delle norme e della struttura del "Luogo di Lavoro" (cap. 1, 2), del consumo (cap. 3, 4), e della distribuzione (cap. 5, 6). I capitoli 7, 8 e 9 si occupano, rispettivamente, del meccanismo dei processi decisionali dal punto di vista del lavoro, del consumo e della distribuzione. Nel capitolo 10 si discute il ruolo dell'informatizzazione in una economia partecipativa, mentre le implicazioni delle nostre conclusioni sulla strategia da tenere nel periodo di transizione sono trattate nel capitolo 11. Il glossario include brevemente le definizioni dei termini tecnici e originali utilizzati nel libro. Se da un lato tutto ciò è logico ed organico, dall'altro si pone un pesante onere nei riguardi dei lettori che hanno opinioni differenti riguardo a ciò che vorremmo affrontare inizialmente. Sebbene Looking Forward affronti tutti gli aspetti importanti per una nuova economia, discuteremo la produzione ed il consumo prima della distribuzione, e le strutture istituzionali prima delle procedure dei processi decisionali in dettaglio. Ad alcuni lettori sorgeranno delle domande a cui potrà essere riposto solamente più tardi. Ci scusiamo, ma il non ordinare potrebbe evitare completamente questo inconveniente. Tutte le illustrazioni ed i grafici di Looking Forward chiarificano i punti sollevati nel testo. Con solo poche eccezioni, queste sono state ideate e realizzate da Matt Wuerker. In vari punti appaiono commenti scritti ai margini. In molti casi questi hanno il compito di chiarificare e puntualizzare le idee del testo. Quando compaiono in corsivo e con le virgolette, sono state prese direttamente dal testo principale. In tutti gli altri casi viene citato il rispettivo autore. Occasionalmente, in caratteri romani nella colonna a lato, si forniscono informazioni relative a fatti importanti riguardanti gli Stati Uniti. Ai lettori potrebbe interessare sapere che il volume complementare a Looking Forward, "The Political Economy of Participatory Economics" (Princeton University Press, 1991), parte dalla stessa base ma in modo più teorico, utilizzando gli argomenti ed i metodi matematici propri dell'economia. Ma chi legge questo libro sarà in grado di seguire le linee guida degli argomenti trattati nel volume complementare.

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Lavoro senza gerarchia

Capitolo 1 Lavoro senza Gerarchia [Cerchiamo] una società in cui non esistano più né ricchi né poveri, né persone inattive né sovraccariche di lavoro, né lavoratori di concetto stressati né operai depressi, in una parola, in cui tutti [sic] possano vivere a parità di condizioni gestendo la propria vita senza sprechi, e con la piena coscienza che un danno ad una persona è un danno per tutti - la realizzazione ultima del significato della parola commonwealth. - William Morris Caporali, soldati e generali emergono in tutti i sistemi economici conosciuti. Gli economisti sostengono che ciò accade perché solo pochi sono in grado prendere decisioni intelligenti, pianificare strategie politiche, gestire altre persone e sviluppare nuove tecniche, mentre la maggior parte della gente può soltanto fare ciò che gli viene detto di fare. Pochi comandano. I più obbediscono. Pochi si assumono responsabilità. I più accettano passivamente. E' questo il disegno divino? La natura umana? O cosa? Lavoro Umano

"... hanno tutti qualche elemento della loro personalità dovuto al lavoro che svolgono."

Consideriamo una società con un sistema scolastico che metta in grado ciascun diplomato di assumere una posizione di responsabilità. Alcuni diplomati saranno appassionati di scienza mentre altri preferiranno le implicazioni estetiche. Alcuni avranno predisposizione per la parola, altri per aspetti visuali o matematici. Alcuni si divertiranno a realizzare lavori manuali creativi, altri non riusciranno neppure a mettere insieme il manufatto più semplice. Ma nonostante questa salutare diversità, qualunque siano le più disparate differenze, se partiamo dalla premessa che in questo ipotetico esempio tutti i diplomati preparati ad entrare a far parte della forza lavoro abbiano imparato come fare scelte responsabili su questioni sociali, allora possiamo far vedere come, in qualunque sistema economico, questa universale preparazione ai processi decisionali possa essere aumentata o dispersa a seconda del lavoro che ciascuno svolge. Alla luce di quanto precedentemente detto, tenendo presenti i tre punti che seguono, saremo pronti a capire come il lavoro aumenta o disperde le capacità in diversi sistemi economici.

Perciò, l'organizzazione dei consigli intreccia una rete variegata di corpi che collaborano attraverso società, che regolano la loro vita ed il progresso in accordo con le loro proprie libere iniziative. E tutto ciò che è discusso e deciso nei consigli riscuote la sua attuale potenza dalla comprensione, dalla volontà, dall'azione della stessa umanità che lavora. [Anton Pannekoek]

1. Il lavoro produce qualità umane. Il lavoro ha bisogno di appositi strumenti, di risorse naturali, di prodotti del lavoro altrui, e delle energie dei lavoratori, delle loro capacità, conoscenze e relazioni sociali. Tra ciò che il lavoro produce troviamo, oltre a beni di consumo e scorie indesiderate, stati d'animo e personalità alterate nei lavoratori, e le loro capacità aumentate o diminuite. Se il lavoro è ripetitivo, frustante, e annebbia il cervello allora avvilisce le capacità e l'autostima di una persona. Al contrario, se il lavoro è complesso e stimolante le aumenta. Questo significa che un custode di prigione, un operaio alla catena di montaggio, un direttore del personale e un ragioniere hanno tutti qualche elemento della loro personalità dovuto al lavoro che svolgono. Nello stesso modo, la gioia o la paura, la saggezza o la stupidità che contraddistinguono diversi lavoratori, derivano in parte dalle attività economiche che essi intraprendono. Ovviamente le persone non sono determinate solamente dagli aspetti economici della loro vita, ne su di essi sono ininfluenti fattori extra-economici, ma dovrebbe essere evidente che l'economia (tanto quanto i legami familiari, la cultura e la politica) agisce non solo su ciò che possiamo avere e su ciò che possiamo fare, ma anche su chi siamo e su cosa vogliamo. 2. Le qualità umane, prodotte dal lavoro, determinano a loro volta quali responsabilità siamo in grado di assumerci e che livello di partecipazione siamo in grado di fornire nei processi decisionali.

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Lavoro senza gerarchia

Essere intelligenti, capaci, energici, socievoli, agisce sulla nostra capacità di avere successo nel lavoro - in particolare, in relazione ai processi decisionali. Se abbiamo queste qualità lavoriamo meglio. Non c'è nulla di più ovvio. Se alcuni di noi fanno un lavoro di un certo tipo (ingegnere di sistema) e altri ne fanno un altro (telefonista), e se queste due professioni sviluppano una conoscenza, delle capacità e/o delle predisposizioni notevolmente diverse, le persone che svolgono queste diverse attività avranno diverse possibilità di avanzare nella gerarchia lavorativa. Infatti, quando le abilità e le inclinazioni dei lavoratori non provengono dall'educazione scolastica o dalla società che li circonda, la sola possibilità rimasta è che esse si formino attraverso le conoscenze acquisite sul lavoro. 3. Ogni economia che sviluppa una divisione in classi ha necessità di conferire sicurezza e abilità solo a poche persone, e tende quindi a generare apatia in alcuni giovani lavoratori per discriminarli, offrendo al contempo più possibilità ad altri. Al contrario, ogni economia che aspira ad essere senza classi deve accogliere i giovani lavoratori con lavori bilanciati in grado di sviluppare sicurezza e abilità in tutti. Supponiamo che una giovane e capace forza lavoro entri a lavorare in una fabbrica solo per fare uno lavoro noioso esercitando un'influenza minima. Supponiamo inoltre che, indipendentemente dalle capacità iniziali, solo una piccola percentuale ottenga delle promozioni che offrano loro maggior possibilità di imparare, giornate lavorative più libere, e più tempo per studiare. Possiamo ragionevolmente prevedere che ogni volta che questi pochi saliranno nella scala delle promozioni, le loro possibilità di tornare indietro diminuiranno. Ciascuno di questi gradini aumenterà la loro sicurezza e la loro abilità. Al contrario i lavoratori lasciati indietro continueranno ad eseguire ordini e molte delle loro potenzialità si atrofizzeranno, avendo bisogno di "esercizio" per svilupparsi. Questa è una divisione in classi che emerge dal modo in cui il lavoro è organizzato. Inoltre, tutti noi sappiamo che le economie reali esistenti al mondo dividono nettamente compiti concettuali ed esecutivi proprio in questo modo, cioè alimentando la disparità crescente tra quelli che ordinano e quelli che obbediscono. E' possibile che, organizzato in modo differente, un sistema economico possa integrare responsabilità concettuali ed esecutive in modo da sviluppare l'abilità di tutti i suoi attori ed eliminare queste divisioni? Come?

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Lavoro senza gerarchia

Organizzazione del Luogo di Lavoro Ora, riguardo all'occupazione, chiaramente non dovremo avere più la stessa divisione di mansioni nei nostri luoghi di lavoro che abbiamo adesso: far fare lavori domestici, svuotare le fogne, fare il macellaio, il postino, il lustrascarpe, la parrucchiera, e altri dovranno finire; dovremo o renderci gradevoli in qualche modo tutte queste professioni .... o dovremo farle scomparire del tutto. Gran parte delle occupazioni irrequiete finiranno: non dovremo confezionare dei vestiti o delle ceramiche secondo un certo modello per venderli, ma per renderli più belli e per divertire noi stessi e gli altri. [William Morris The Society of the Future]

"Abbiamo dunque bisogno di altro, oltre ai consigli, per ridurre le gerarchie finché non saranno 'possibilmente scomparse del tutto'. "

La concezione contemporanea di lavoro favorisce le gerarchie. Diverse concezioni del lavoro, possono combattere le gerarchie? Sarà necessario rifiutare tutte le divisioni nell'organizzazione del lavoro per fare in modo che ciascuno abbia sufficientemente voce nelle decisioni lavorative che lo riguardano? O potremo ridurre le strutture gerarchiche fino a che saranno "possibilmente scomparse del tutto", conservando un'organizzazione efficiente e pratica? Consigli di lavoratori Uno strumento per eliminare la gerarchia nei luoghi di lavoro è costituito dai "consigli di lavoratori" di tutto il personale coinvolto. Piccoli consigli si occuperanno di problemi impellenti e coinvolgeranno piccoli gruppi di lavoro. Consigli allargati prenderanno decisioni per squadre di lavoro, e di essi faranno parte un'intera rete di gruppi di lavoro, ad esempio un'ala o un piano di uno stabilimento. Consigli ancora più allargati prenderanno decisioni per una divisione, un complesso di divisioni, o l'intero stabilimento, e federazioni di consigli prenderanno decisioni per un'industria. Ogni consiglio e federazione principalmente si occuperà di questioni inerenti al proprio livello e darà contributi a decisioni prese a livelli più alti, proporzionalmente a quanto risulta coinvolto. Alcune decisioni richiederanno la maggioranza di tutti i membri. Altre, quando si tratta di effettuare modifiche con implicazioni più drastiche, potranno richiedere una maggioranza di due terzi. Non sarà necessario che ogni decisione debba aspettare di essere discussa da tutti i lavoratori o da tutti i consigli. Ad esempio, le decisioni riguardanti il reclutamento del personale sono prese soltanto dalla gente direttamente coinvolta. Decisioni riguardanti le pause lavorative di un intero piano saranno prese da tutte le persone che lavorano su quel piano. Decisioni che riguardano lo stabilimento saranno prese da consigli di stabilimento. Ma benché necessari, consigli formalmente democratici non sono sufficienti per promuovere una democrazia in cui i luoghi di lavoro siano partecipativi. Anche se gli addetti alle pulizie partecipano a dei consigli, hanno rappresentanza in consigli di livello superiore e pieno diritto di voto nelle decisioni dello stabilimento, non eserciteranno mai la stessa influenza dei manager che si occupano dei preventivi o della progettazione del prodotto finale. Nonostante la parità di diritti, il compito noioso degli addetti alle pulizie non mette alla prova le loro capacità intellettuali e non gli dà accesso alla conoscenza delle possibilità della tecnologia, ne sviluppa le loro capacità di prendere decisioni. Le caratteristiche stesse del loro lavoro li indurranno a seguire le scelte di altri piuttosto che ad essere propositivi, e così anche in consigli democratici, coloro che fanno un lavoro che conferisce loro maggior conoscenza delle varie problematiche lavorative, più tempo per approfondimenti individuali, e maggior sicurezza, finiranno col dominare il processo decisionale. Abbiamo dunque bisogno di altro, oltre ai consigli, per ridurre le gerarchie finché non saranno "possibilmente scomparse del tutto". Rotazione lavorativa

"Attraversare un ghetto o fare un'incursione in circolo sportivo esclusivo, non conferisce appartenenza in nessuno dei due casi."

Un approccio a volte proposto per superare le disuguaglianze professionali e le gerarchie da cui hanno origine, è la rotazione di ciascuno attraverso diversi compiti - l'ingegnere occasionalmente farà le pulizie, e così via. Può funzionare? La rotazione può creare comprensione reciproca, ma inevitabilmente l'ingegnere vedrà la temporanea assegnazione di un lavoro "da bidello" in modo diverso da coloro per cui fare le pulizie è una professione. Attraversare un ghetto o fare un'incursione in circolo sportivo esclusivo, non conferisce appartenenza in nessuno dei due casi. Le gerarchie di potere non saranno distrutte da un temporaneo rimescolamento. C'è bisogno di qualcosa di più. Inoltre, prestare un "servizio alternativo" in qualche posto che sia diverso dal luogo dove si svolge la principale attività, negherebbe ulteriormente il beneficio della rotazione. Una rotazione al di fuori del posto di lavoro di ciascuno, lascerebbe invariate in ognuno di questi posti le abitudini alla mistificazione,

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Lavoro senza gerarchia

all'autoritarismo, alla riverenza di fronte ai superiori. Il fatto che il mio manager faccia la sua parte di lavoro manuale ogni fine settimana nell'asilo nido del suo quartiere, non diminuisce le differenze di classe tra lui e me nel luogo di lavoro che condividiamo. Inoltre il numero di persone che facendo un lavoro routinario hanno probabilità di ottenere buoni risultati svolgendo a casa propria un lavoro creativo, è basso, dato lo stato di affaticamento, depressione ed alienazione indotto dal lavoro. Più probabilmente, chi svolge compiti routinati, a casa tenderà a rilassarsi in modi che non contribuiranno a sviluppare una qualche sua abilità, il che renderà ancora più difficile sopportare la routine. Diventare membri di un consiglio democratico, continuando a mantenere le attuali definizioni di lavoro, non risolverebbe questi problemi. Segue che, anche se la rotazione può introdurre varietà ed arricchire la comprensione reciproca delle persone, non è sufficiente. La produzione partecipativa richiede qualcosa di più dei consigli di lavoratori uniti alla semplice rotazione. Che cosa faremo ogni giorno? Avremo un compito routinario o concettuale? Avremo un insieme di compiti routinati o concettuali? Oppure svolgeremo una combinazione di compiti routinari e concettuali così che ad ognuno sia assegnato un "sistema di mansioni" che sia grosso modo bilanciato dal punto di vista della distribuzione di responsabilità? La conclusione inevitabile è che soltanto delle attività lavorative che distribuiscano responsabilità in modo confrontabile assicureranno che ciascun partecipante ad un consiglio abbia sufficiente sicurezza, abilità, conoscenze ed energia per aver uguale opportunità di influenzare le decisioni del consiglio stesso. Che piaccia o no, solamente sistemi di mansioni bilanciati sono compatibili con una riduzione delle gerarchie fino a quando non saranno "possibilmente scomparse del tutto".

Sistemi di mansioni partecipativi Tramite l'espressione individuale della mia vita, volevo stimolare l'immediata espressione della tua vita, e così nella mia attività individuale, confermavo e realizzavo in modo diretto la mia autentica natura, la natura umana e comunitaria. La nostra produzione dovrebbe essere come un insieme di specchi mediante i quali la nostra natura viene proiettata in avanti. Questa relazione dovrebbe essere reciproca: ciò che si applica a me dovrebbe essere applicata e te. Il mio lavoro voleva essere libera espressione e dunque uno dei piaceri della vita. [Karl Marx Grundrisse]

Assenza di divisioni in classi e luoghi di lavoro democratici non solo formalmente ma realmente, richiedono che ciascun lavoratore abbia un sistema di mansioni composto di responsabilità comparabilmente soddisfacenti. Formare dei sistemi di mansioni confrontabili richiede quindi valutare le mansioni necessarie in ciascun luogo di lavoro e combinarle attentamente in diversi "sistemi di mansioni" che distribuiscano responsabilità in ugual modo. Naturalmente questo non significa che ciascuno debba fare tutto; questo sarebbe inefficiente e spesso anche impossibile. Significa tuttavia che quella mezza dozzina di compiti che regolarmente svolgo deve essere responsabilizzante nello stesso modo rispetto a quella mezza dozzina di compiti che svolgi regolarmente tu, se vogliamo partecipare con posizione paritaria ai processi decisionali dei consigli. Nella maggior parte dei luoghi di lavoro ci sono centinaia di compiti di base. Una scelta organizzativa è combinare compiti con le stesse caratteristiche qualitative in lavori omogenei. Alcuni lavoratori prendono i messaggi telefonici e ne tengono nota, altri si occupano di ricerca e gestione. Svolgendo compiti sempre dello stesso livello, a molta più gente saranno assegnati ruoli routinari piuttosto che creativi. Questo è l'approccio capitalista e coordinatorista. Una scelta migliore è combinare le mansioni in lavori strutturati, ciascuno dei quali corrisponderà ad una gamma di responsabilità in grado di garantire ai lavoratori condizioni confrontabili. Ognuno fa un insieme di cose in modo da ottenere un'equa divisione degli incarichi. Invece di segretarie che rispondono al telefono e scrivono sotto dettatura, alcuni lavoratori risponderanno al telefono e si occuperanno di contabilità, altri scriveranno sotto dettatura e progetteranno i prodotti. Questo è l'approccio partecipativo. Inoltre, anche oltre un bilanciamento in ciascun luogo di lavoro, occorre tener conto delle differenze tra vari luoghi di lavoro. Ad esempio, coloro che lavorano in una miniera e coloro che lavorano in una casa editrice, difficilmente troveranno la loro professione ugualmente desiderabile o in grado di dare loro le stesse opportunità. Se il sistema di mansioni medio di un dato stabilimento è meno

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Looking forward Un regno terreno non può esistere senza disuguaglianze tra persone. Qualcuno deve essere libero, qualcuno servo, qualcuno capo, qualcuno sottomesso. [Martin Luther Werke, Vol XVIII]

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desiderabile e porta meno opportunità, i lavoratori dovranno arricchire il loro pacchetto lavorativo dedicando una parte del tempo a svolgere qualche compito più soddisfacente da altre parti. Se in qualche altro stabilimento il sistema di mansioni medio è più attraente e offre più opportunità, i lavoratori dovranno dedicare del tempo a fare compiti meno soddisfacenti da altre parti. La "rotazione tra luoghi di lavoro" bilancia lo squilibrio tra vari stabilimenti, mentre incarichi strutturati bilanciati in uno stesso stabilimento prevengono una stratificazione sociale al suo interno. Nella transizione verso luoghi di lavoro partecipativi, quelli che lavorano in una casa editrice saranno meno propensi ad accogliere il livellamento dei luoghi di lavoro rispetto a chi lavora in miniera - proprio come ingegneri ed avvocati saranno meno propensi degli operai alla catena di montaggio e delle segretarie ad essere d'accordo sul fatto che tutti possono essere addestrati perchè sia possibile un'equa divisione di compiti concettuali e di semplice esecuzione all'interno di un dato luogo di lavoro. Nondimeno, per conseguire gli obiettivi partecipativi dobbiamo incorporare consigli democratici, rotazione di responsabilità, lavori strutturati bilanciati nei luoghi di lavoro e attraverso di essi.

Come può, un essere razionale, ottenere un titolo nobiliare da un altro che non lo è diventato con i suoi propri sforzi? [Mary Wollstonecraft A Vindication of the Rights of Women]

Processi Decisionali sui Luoghi di Lavoro Uno dei propositi dell'economia partecipativa è che la gente maturi rispetto e considerazione reciproca. Per conseguire questo tipo di solidarietà, i lavoratori partecipativi devono essere consapevoli non solo della loro attività, ma anche di quello che gli altri devono sobbarcarsi per preparare i materiali da lavorare e quali benefici comporteranno per gli altri i loro risultati. I consigli democratici con sistemi di mansioni bilanciate possono aiutare i lavoratori ad operare in accordo a tali norme solamente se anche le altre caratteristiche dell'economia promuovono un tale comportamento. Poiché né i mercati, né la pianificazione centrale lo fanno, abbiamo logicamente bisogno di elaborare un nuovo sistema di allocazione partecipativa che si accordi alla produzione e al consumo partecipativo. Studiare questo nuovo sistema di allocazione (nei capitoli 5 e 6) aiuterà a rispondere a molte domande che i lettori si staranno già ponendo, ad esempio, come sarà la retribuzione di chi lavorerà in determinati posti. Tuttavia, vale la pena sottolineare che il passaggio all'allocazione partecipativa influenzerà profondamente anche il tenore lavorativo in ciascuno stabilimento. Ad esempio, usare stratagemmi per far comprare alla gente ciò di cui non ha bisogno non avrebbe alcun senso una volta che l'allocazione partcipativa assicuri che la disponibilità economica di alcune persone non dipenda dall'aver venduto una maggior quantità di beni. In realtà, le relazione tra la produzione, il consumo e

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Looking forward L'indiscutibile sottomissione della volontà del singolo è assolutamente necessaria per il successo dei processi lavorativi basati sui macchinari industriali di grandi dimensioni ... La rivoluzione richiede, nell'interesse del socialismo, che le masse obbediscano incondizionatamente alla singola volontà del leader del processo lavorativo. [Lenin]

Lavoro senza gerarchia

l'allocazione partecipativa è tale che per comprendere pienamente ognuna di esse, dobbiamo averle presenti tutte. Persino concetti familiari come 'gestione', 'lavoro', 'disponibilità economica' e 'prezzo', acquistano un diverso significato nell'economia partecipativa, rispetto a quella capitalistica, e quindi la logica generale di questa nuova economia diventerà chiara solo dopo che tutte le sue proprietà saranno state spiegate. A questo punto possiamo solo affermare che perché un'economia sia partecipativa ed equa, deve avere queste caratteristiche: 1. Deve avere consigli democratici nei luoghi di lavoro. 2. Potrà trarre beneficio da un uso efficace della rotazione lavorativa. 3. Deve avere sistemi di mansioni bilanciati dal punto di vista della desiderabilità e delle opportunità che offre. Un confronto con scettici e avversari

Perciò una classe dirigente emerge da una classe intellettuale per diventare l'ultima depositaria dell'etica ridistributiva e, come tale, per sancire definitivamente tutte le decisioni ridistributive. [George Konrad e Ivan Szelenyi - The Intellectuals on the Road to Class Power]

Allo scopo di mettere alla prova le precedenti affermazioni di fronte a eventuali scetticismi di vario tipo, presentiamo un ipotetico dialogo tra un sostenitore dell'economia partecipativa ("PE"), un fautore del capitalismo ("CAP"), un sostenitore della pianificazione centrale ("Cent") e un fautore del cosiddetto "socialismo di mercato" ("Mark"). CAP: Il tuo modello di luogo di lavoro è utopistico. Come può incrementare la produttività il fatto che tutti facciano tutto? PE: Ho solo detto che ciascuno di noi dovrebbe fare molteplici attività per utilizzare pienamente il proprio potenziale... CAP: E' ridicolo aspettarsi che gente passiva diventi assertiva. Forzarli a fare questo creerebbe solo sofferenza. PE: Se esistessero delle persone geneticamente portate per i lavori umili e altre per i lavori concettuali, avresti ragione, ma... CAP: ...ma è il lavoro che incide su di noi. E con ciò? L'organizzazione del lavoro capitalistica è gerarchica perché rispetta la natura umana, non perché la soffoca. Le api non creano alveari gerarchici contro la loro stessa natura, ma proprio a causa di essa. E' vero, i ruoli lavorativi nei sistemi capitalisti creerebbero divisioni anche tra una forza lavoro composta di esseri umani identici. Ma con questo? Non ci sono individui uguali dal punto di vista lavorativo, così come non ci sono api uguali. Come le api, abbiamo dei diversi compiti dovuti alla nostra diversa natura. CENT: Concordo sul fatto che ognuno da il meglio di se in diversi campi, ma non dovremmo esaltare soltanto un tipo di contributo. Il problema del capitalismo è che lavorare con la testa è ritenuto più importante che lavorare con le mani. Ma le differenze su base concettuale sono naturali come il fatto che qualcuno predilige l'arte e altri lo sport. Dovremmo dividerci i compiti in modo che la società utilizzi al meglio i particolari talenti della gente.

E' regola generale che l'uomo cercherà sempre di sottrarsi al lavoro. L'uomo è un animale pigro. [Trotsky]

PE: Cent dice che c'è gente che è più portata per le attività concettuali che per quelle manuali in modo innato. Ma questo significa che lui pensa che c'è gente in cui è connaturata la disposizione a dare ordini o a prendere ordini. Aggiungere che tutti i tipi di lavoro dovrebbero essere valutati nello stesso modo è già un miglioramento, ma non risolve il problema. Ciò che i lavoratori di concetto ottengono dal loro lavoro gli fornirà possibilità sempre maggiori di continuare ad avere un ruolo di comando. I lavoratori di concetto assumeranno il comando, e lodare i meriti del lavoro manuale non cambierà questa cosa. MARK: Naturalmente ognuno deve perseguire le proprie aspirazioni, ma PE, perché senti il bisogno di un modello tanto artificioso, quando i mercati funzionano così bene? Lasciamo che i lavoratori si organizzino i loro compiti come meglio preferiscono. Ma lasciamo che i mercati disciplinino le loro scelte per assicurarci che esse siano socialmente utili.

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Looking forward I macchinari industriali di grandi dimensioni, fonte produttiva di importanza centrale e fondamento del socialismo, richiedono un'assoluta e rigida unità di propositi...Come può essere assicurata tale rigida unità di propositi? Mediante migliaia di persone che sottomettono la propria volontà alla volontà di un solo uomo. [Lenin]

Un congresso di produttori! Cosa intendono dire esattamente? Non ho parole per descrivere questa follia. Continuo a chiedermi se non stiano scherzando. Si possono prendere davvero sul serio queste parole? Mentre la produzione è sempre necessaria, la democrazia non lo è. La democrazia nei processi di produzione dà origine ad una serie di idee radicalmente false. [Lenin]

Lavoro senza gerarchia

PE: Questo suona un po’ come il mio suggerimento circa il fatto che i consigli di lavoratori debbano valutare i compiti lavorativi e creare sistemi di mansioni. Ma io voglio che facciano questo in un contesto diverso. I tuoi mercati, Mark, costringono le scelte dei lavoratori in modo tale che alla fine la sola decisione ragionevole che possono prendere è di dividersi il lavoro in modo tradizionale... MARK: Questa è una sciocchezza... PE: Dici? Operare tramite il mercato significa sottomettersi alla logica del profitto. Anche se molti lavoratori potrebbero preferire criteri di tipo sociale, ignorare la redditività potrebbe far fallire le aziende presso cui lavorano. Allo stesso modo, com'è ovvio, nell'ambiente creato dal mercato, i lavoratori avranno bisogno di altre persone che gestiscano la loro contabilità. Gestire la contabilità è ciò che richiede il mercato, non quello che i lavoratori preferirebbero in un contesto più umano. Cap rivela i concetti che stanno alla base del tuo punto di vista quando ammette che non gli importa che il risultato sia la disuguaglianza. CAP: Già. PE: Non posso dimostrare che siamo tutti biologicamente in grado di prendere parte ai processi decisionali. Ma tu non puoi dimostrare che le nostre differenze significative abbiano origine biologica piuttosto che essere prodotti dalla società. Perché non provare a vedere cosa succederebbe se sviluppassimo le capacità partecipative di ognuno? Dopotutto, è la sola nostra speranza per una società umana. CAP: Ma è ridicolo assumere che siamo tutti geneticamente uguali... PE: ...non "uguali", solo tutti sufficientemente in grado di prendere parte ai processi decisionali e di autogestirci... CAP: ...tu devi ammettere che se permettiamo a tutti di specializzarsi, alcuni diventeranno più abili di altri nella gestione. Gratificarli per un lavoro ben fatto darà beneficio anche a coloro che stanno sotto di lui, perché le cose funzioneranno in modo più efficiente. E' così semplice. Tutti capiscono una cosa del genere. Perché tu sei così ottuso? Perché non ammettere che c'è gente che amministra meglio, mentre ad altri non interessa? Anche se noi tutti siamo in grado di prendere decisioni, alcuni sono più abili e lavorano di più. Se li gratifichiamo, tutti ne trarranno beneficio.

Quello che noi attualmente chiamiamo pigrizia è, piuttosto, il disgusto che gli uomini [sic] provano per la rottura delle loro schiene in cambio di miseri salari e misere esistenze, inoltre vengono malvisti e disprezzati dalla classe da cui vengono sfruttati - mentre quelli che non fanno nulla di utile vivono come principi e sono riveriti e rispettati da tutti. [Ricardo Flores Magon Regeneracion]

CENT: Sono d'accordo con CAP. Perché permettere a tutti di partecipare? Inseguire un sogno impossibile, permettere a tutti di prendere parte a decisioni su questioni complesse paralizzerebbe l'abilità dei pianificatori di coordinare efficientemente i risultati. Anche se la partecipazione potrebbe essere valorizzata, perché preoccuparsene? Perché non lasciare che le persone più adatte a prendere decisioni lo facciano? Perché non permettere che vi siano dei professionisti specializzati nel prendere decisioni? Costoro avranno l'ultima parola in base ad una maggiore istruzione ed una maggiore intelligenza, ma degli esperti in politica orienteranno le loro decisioni verso il bene sociale. Tu dici che non vuoi livellare tutti verso il basso, PE, ma questo è ciò che succederebbe nel tuo sistema, che tu lo riconosca oppure no. MARK: Lasciamo che siano i consigli a decidere! Se i consigli vogliono che tutti abbiano diritto di voto, bene. Se i consigli nominano degli esperti per prendere decisioni, ugualmente bene. Lasciamo che siano i lavoratori a scegliere. PE: Sicuro, lasciamo scegliere ai lavoratori, a condizione che venga imposto un mercato che assicuri poi che debbano ingaggiare te e i tuoi amici per organizzare il loro luogo di lavoro. Mark, tu sembri ignorare per convenienza che i mercati creano condizioni che costringono i lavoratori a decidere cose che non sarebbero nei loro interessi là dove non esistessero i mercati. E tu Cent, non vuoi capitalisti, ma vuoi comunque dei capi. Cerchi di lusingare l'amor proprio dei lavoratori

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lodando i loro sforzi. Ma quello che ti dimentichi di dirgli è che tu pensi anche che il tuo lavoro è più importante e che ti meriti degli alloggi migliori, più vacanze, una bella macchina, scuole migliori per i tuoi figli. Cap esprime le tue stesse idee molto più onestamente. Cioè, perché non massimizzare i risultati lasciando che qualcuno si specializzi nella gestione e gratificando coloro che primeggiano in potere e ricchezza... CAP: Esattamente Io rifiuto di accettare l'idea che l’“essenza” dell'attuale natura dell'uomo lo renda moralmente incapace di innalzarsi per raggiungere quello che dovrebbe essere, e con cui sempre si scontra. [Martin Luther King, Jr. Premio Nobel per la Pace]

"Incapacità delle masse". E' uno strumento per tutti gli sfruttatori e dominatori, passati, presenti e futuri, e specialmente per i moderni incatenatori, qualunque siano le loro insegne - nazismo, bolscevismo, fascismo o comunismo. "Incapacità delle masse". Questo è il punto sul quale tutti i reazionari di qualsiasi colore sono in perfetto accordo con i comunisti. E questo accordo è estremamente significativo. [Voline The Unknown Revolution]

PE: La mia risposta è che prendere decisioni in campo economico non è come nuotare, correre o rispondere alle domande di un quiz. Non c'è un vincitore nel gioco dei processi decisionali, e neppure un'unica riposta corretta ai problemi di tipo economico. Al contrario, le migliori risposte economiche quasi sempre necessitano della fusione di buone idee che provengono da prospettive diverse, e che venga implementata più di una linea politica, in modo da poter confrontare i risultati. Inoltre, la partecipazione non sarebbe una perdita neppure se non portasse sempre a prendere le decisioni migliori perché darebbe i suoi frutti con l'aumento di conoscenze, sicurezza, solidarietà, e soddisfazione nei lavoratori. Non dico che occorra sempre massimizzare il numero di opinioni da sentire su un determinato argomento. Ma dovremmo creare canali che permettano a tutte le opinioni di venire espresse con forza ed in modo convincente. CAP: Sei incorreggibilmente romantico. Il bilanciamento dei compiti nel lavoro sarebbe solo perdita di tempo. I lavoratori non possono ottenere uguali benefici facendo diverse attività, non più di quanto ognuno di noi possa beneficiare allo stesso modo dall'ascolto di una sinfonia di Mahler. Alcune persone sono troppo stupide per essere qualcosa di più che dei telefonisti. Tu pensi che la gente lavorerà più duramente per far felici gli altri. Da dove ti vengono queste idee? CENT: La rotazione può consolidare il rispetto per ciò che fanno gli altri. Ma non dovremmo distruggere le linee di demarcazione dell'autorità o sprecare talenti. E non dovremmo dimenticare che c'è della gente a cui semplicemente piace essere un telefonista. PE ha ragione nel dire che i lavoratori dovrebbero essere motivati da qualcosa di più che l'avidità, ma gli incentivi materiali saranno sempre ciò che gli interesserà di più. MARK: Giusto. Alcune persone sceglieranno di fare il telefonista. Dobbiamo lasciare che la gente faccia il lavoro che preferisce, per qualunque ragione. PE: E' vero Cap, gente che ha studiato musica avrà di più dall'ascolto di Mahler, rispetto a me o a te. Ma mentre nessuno ha bisogno di imparare tutto, tutti abbiamo bisogno di imparare come organizzare, coordinare attività, considerare le alternative. Non faremo tutti le stesse cose ugualmente bene, ma le faremmo tutti sufficientemente bene per riuscire ad esercitare la nostra influenza, tramite la nostra particolare esperienza e le nostre intuizioni, sui processi decisionali, specialmente nei casi che ci riguardano, che inevitabilmente conosciamo meglio di tutti. Anche tu pensi che tutti debbano imparare a leggere, indipendentemente dal fatto che qualcuno riuscirà a farlo più in fretta e comprendendo meglio. Io voglio la stessa cosa per il lavoro concettuale e i processi decisionali, questo è tutto. La gente trae diverso piacere da molte cose importanti perché ha disposizioni leggermente diverse, o si prepara in modo diverso, o anche perché ha diverse capacità. Ma per il sesso o per lo sport non diciamo che solo i "migliori" dovrebbero partecipare. Questo dovrebbe essere vero anche per il fatto di usare la propria testa. CAP: Ma lasciare che tutti pratichino sport non è la stessa cosa che permettere a tutti di giocare per la coppa dei campioni. E questo è quello che tu suggerisci quando dici che tutti dovrebbero prendere parte alle decisioni importanti nel campo economico. PE: Ti ho già risposto quando ho detto che le decisioni non sono delle gare. I risultati degli esperti richiedono la partecipazione di tutti gli interessati. E non ho

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mai affermato che la gente non dovrebbe essere istruita e non dovrebbe far pratica per ottenere migliori risultati nelle decisioni di tipo economico. Creare sistemi di mansioni bilanciate è giusto, umano e produttivo. Tranne le persone che sono realmente disabili, tutti sono ovviamente in grado di fare qualcosa di più che rispondere al telefono e prendere i messaggi. La leggenda secondo cui la maggior parte della gente sia incapace di una partecipazione intelligente indipendentemente dalla formazione che ha avuto razionalizza una struttura economica che costringe molta gente a ricoprire ruoli debilitanti in modo che altri possano comandare. Sicuramente Cent, si può trarre piacere da qualunque tipo di lavoro, semplicemente dal fatto di farlo bene. Potresti anche imparare a divertirti nel lavorare. Ma nessuno si diverte a fare sempre lo stesso compito ripetitivo, senza avere il diritto di dire nulla e senza avere opportunità di diversificare ciò che fa. Non importa con quanta condiscendenza si considerino contributi di questo tipo. Per quanto riguarda te Mark, ovviamente alcune persone sceglieranno di fare il telefonista nell'attuale sistema economico. Ma non puoi davvero credere che se avessimo un efficace sistema scolastico e vivessimo in un clima di uguaglianza sociale, qualcuno sceglierebbe di sedersi e prendere messaggi per te tutto il giorno, al posto di un sistema di mansioni diversificate. Sceglieresti di fare il telefonista per un pessimo stipendio? per il tuo stipendio attuale? o persino con un sostanziale aumento? La disciplina che ha in mente Lenin è imposta al proletariato, non solo nelle fabbriche, ma anche nelle caserme, e tramite ogni sorta di burocrazia, in breve tramite l'intera macchina di potere dello stato centralizzato borghese ... E' un abuso di linguaggio usare la stessa parola - 'disciplina' - per due concetti così scorrelati come il riflesso condizionato di un corpo con cento braccia e cento gambe, e il coordinamento spontaneo di atti politici consapevoli di un gruppo di persone. Cosa può avere in comune la disciplinata docilità del primo con le aspirazioni di una classe che lotta per la propria emancipazione? [Rosa Luxemburg]

MARK: Sostanziale quanto? PE: La questione non è solamente il fatto che tutti dovrebbero avere degli elementi concettuali nel proprio sistema di compiti lavorativi. Senza dubbio la tua paura è che io sto dicendo che persino il più grande scienziato o il più grande musicista dovrebbe fare un po’ di lavoro manuale per bilanciare il suo lavoro strutturato. E hai ragione, sto dicendo esattamente questo. CAP: Vedi, te l'avevo detto. CENT: Hai ragione, è fuori di testa ... PE: No, non lo sono. Gli scienziati che lottano per trovare una cura per il cancro, il chirurgo capace di fare le operazioni più delicate, lo scrittore capace di scrivere il romanzo più esaltante, sono casi estremi. La questione reale sono la maggioranza dei lavoratori, non pochi eccezionali talenti. Ma io credo che l'argomento possa essere applicato anche ai casi più estremi. Perché adottando il principio che ognuno svolga un sistema di mansioni bilanciate, noi stimoliamo un importante potenziale umano che nella grande maggioranza dei casi rimarrebbe sopito, se queste persone facessero soltanto un lavoro ripetitivo. Inoltre, creando un ambiente culturale improntato al rispetto e al principio di uguaglianza, riduciamo lo spreco di tempo ed energie determinato da quelle élite che cercano di difendere la loro posizione. Il tempo e l'energia assorbiti da una tale lotta di classe possono essere molto grandi, e perciò anche gli scienziati più eccezionali potrebbero aver beneficio da un sistema più ugualitario. Il totale contributo scientifico alla società potrebbe aumentare, anche se a volte le energie che potrebbero essere spese nella ricerca potranno essere utilizzate in lavori meno creativi, a condizione che tempo ed energia emotiva che ora sono assorbiti dalla difesa dello status e dall'aver a che fare con la burocrazia, non lo siano più. E se questo non si verifica per qualche particolare genio, allora la società potrebbe scegliere di assegnare delle dispense speciali una volta ogni tanto. Io per me voterei di sacrificare i risultati a più importanti valori sociali. Forse altri deciderebbero in modo diverso. Bene. Ma si sta facendo tardi. Dobbiamo andare. Avremo tempo per discutere ulteriormente sulle motivazioni dopo che mi avrete lasciato descrivere l'allocazione partecipativa, in cui diverranno più chiare le ampie implicazioni di queste scelte.

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Looking forward

Luoghi di Lavoro Partecipativi

Capitolo 2 Luoghi di Lavoro Partecipativi

In questo capitolo metteremo a confronto alcuni posti di lavoro partecipativi con le alternative capitaliste e coordinative, per chiarire i concetti esposti nel capitolo precedente. Nei posti di lavoro partecipativi, molti lavoratori possono scegliere come differenziare il loro lavoro, come illustrato in questo capitolo. Naturalmente, nel futuro i lavoratori troveranno infiniti modi per attuare le norme partecipative in dipendenza delle circostanze in cui si trovano, dalle idee e dalle condizioni locali. Gli esempi qui presentati sono solo delle possibilità e non delle ricette da seguire.

Questo puoi vedere: io sostengo che il lavoro, in una comunità debitamente organizzata, dovrebbe essere reso interessante mediante la consapevolezza della sua utilità, mediante il suo svolgimento con giudizioso interesse, mediante la varietà, e mediante il suo svolgimento in un ambiente piacevole. [William Morris]

Casa Editrice Come potrebbero intraprendere, definire ed assegnare i compiti, i dipendenti di una casa editrice? Come gli piacerebbe che fosse la loro vita lavorativa? Nell'editoria vi sono sempre lavori di redazione, di produzione, e di contabilità, ognuno dei quali comprendente compiti che vanno dal semplice uso della memoria al concettuale, dal ripetitivo al diversificato. Ma i lavoratori possono organizzarsi e svolgere questi compiti in vari modi. Editoria capitalista

L'industria dell'informazione ha fatturato nell'agosto 1988 circa 480 miliardi di dollari. Di questi, 249,2 miliardi erano in pubblicazioni - 175,5 miliardi per i quotidiani, 42,6 miliardi per le riviste e 31,1 miliardi per i libri. Per il resto, le trasmissioni televisive e radiofoniche hanno fatturato 113,1 miliardi, le trasmissioni via cavo 88,2 miliardi e video/film 29,9 miliardi.

I criteri usati nell'editoria capitalistica per assegnare i diversi compiti alle diverse figure professionali, sono il profitto ed il mantenimento della gerarchia. Ogni libro è un prodotto venduto al massimo prezzo e prodotto al minimo costo. Se poi la gente leggerà il libro è ininfluente. Data una scelta di pubblicazioni, la maggior parte degli editori limiterà il campo dell'offerta affinché il pubblico impari ad accettare facilmente "polpette già digerite". Lo stanziamento delle risorse capitalistico massimizza i profitti non pagando i piccoli creditori, sfruttando gli autori alle prime armi, e imponendo alti prezzi per una scarsa offerta. I consumatori compreranno i loro manuali, i loro romanzi, le loro guide per dimagrire o i nostri libri? Considerati i pregiudizi della società sui temi razziali, classisti, politici o sessuali, quali segni di riconoscimento utilizzare? Date le preferenze dei critici letterari, quali libri saranno recensiti favorevolmente? Quali dobbiamo abbandonare perché ormai inservibili? Sicuramente molti entrano nel campo dell'editoria per promuovere valori umani. Ma le dinamiche del mercato capitalistico richiedono prima un compromesso, via via altri, fino a sommergere tutti i valori umani sotto la linea di fondo del profitto. I lavori sono predefiniti, i percorsi comportamentali forzati, la scala delle retribuzioni predeterminata, gli scatti di avanzamento e le promozioni dispersi: il tutto per mantenere la gerarchia e per utilizzare al meglio il lavoro necessario al mantenimento del profitto economico. I datori di lavoro "rispettano" le capacità dei nuovi assunti, in modo tale che la gerarchia nata fuori dall'azienda ricompaia all'interno. Molte donne fanno ciò che è considerato un "lavoro da donna". Molti uomini di colore fanno lavori considerati "lavori da negri". Le "donne delle pulizie", le segretarie, le telefoniste, le dattilografe ed i fattorini fanno i lavori più umili per i salari più bassi. A parte tutte le altre caratteristiche oppressive, ve ne sono due che meritano di essere evidenziate.

Effettivamente, ci sono pochi lavori che richiedono attualmente l'uso del pene o della vagina, tutte le altre occupazioni dovrebbero essere disponibili a tutti. [Gloria Steinem]

1. 2.

La vasta capacità creativa di molti lavoratori si corrode costantemente quando questi lavorano al di sotto delle loro capacità. Le energie emozionali di ognuno si dissipano nel tentativo di razionalizzare e difendere lo status ed il livello gerarchico acquisito. Il risultato è uno spreco delle risorse umane, una negazione immorale di molte capacità dei lavoratori, ed una riduzione dell'editoria ad una produzione di merce verso un veloce annichilimento.

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Looking forward Per dare un idea delle dimensioni dell'economia statunitense che potrebbe essere resa partecipativa, va osservato che nel 1986 c'erano 68.076 tra servizi agricoli, selvicolture e stabilimenti peschieri; 34.973 stabilimenti minerari; 355.452 stabilimenti manufatturieri; 1.441.236 punti vendita al minuto. Vi erano 937 stabilimenti di estrazione metallifera, 3.773 miniere di carbone, bitume e lignite, 23.322 stabilimenti di estrazione di olio e gas naturale, 14.000 di gomma e miscele plastiche, 6.725 industrie di lavorazione di metalli, 17.374 di produzione di apparecchiature elettriche ed elettroniche, 6.152 di produzioni tessili, 57.299 tra case editrici e stamperie, 2.327 stabilimenti di lavorazione di prodotti petroliferi e del carbone, 187.430 negozi alimentari, 362.895 punti di ristorazione, 36.037 negozi di mercanzie varie, 141.884 negozi di abbigliamento e accessori, 205.597 agenzie immobiliari, 54.759 banche, 18.543 cinema e teatri, 2.018 musei, etc ...

Per dare un idea delle dimensioni dell'economia statunitense, nel 1987 c'erano approssimativamente 3,5 milioni di venditori, 1,7 milioni di camerieri, 1,4 milioni di infermieri registrati, 2,7 milioni di custodi e addetti alle pulizie, 2,3 milioni di manager e dirigenti esecutivi, 2,1 milioni di cassieri, 2,2 milioni di camionisti, 2,3 milioni di commessi, 3,2 milioni di segretarie ... Il P.I.L. statunitense nel 1988 era di 4.800 miliardi di dollari. I consumi personali ammontavano a 3.200 miliardi di dollari. La spesa totale dello stato era appena sotto i 677 miliardi di dollari.

Luoghi di Lavoro Partecipativi

Editoria partecipativa: Northstart Press Naturalmente, la "Northstart Editrice" organizza il lavoro in modo da svolgere i compiti con prontezza e alta qualità. Ma la priorità partecipativa della Northstart richiede che tutti i lavoratori esercitino i loro talenti ed esprimano i loro voleri. Invece di vendere libri per fare profitto, i lavoratori della Northstart sono contenti quando i lettori sono soddisfatti o illuminati su particolari temi. I lavoratori della Northstart scelgono tra le proposte disponibili, decidendo se i lettori beneficeranno a sufficienza di una cosa che richiede risorse, tempo ed energie per essere pubblicata. Gran parte del lavoro di scrittura, revisione e grafica viene svolto nello stesso modo. Ma la copia e la correzione delle bozze, viene eseguita mediante programmi al computer, la struttura grafica è automatica, ed il risultato viene immagazzinato in banche dati ad accesso elettronico. Possiamo immaginare che, per salvare alberi ed altre risorse o per ridurre dei compiti onerosi, molti libri siano trascritti elettronicamente su computer portatili ma che abbiano il corpo del testo e l'aspetto dei libri tradizionali e che diano la stessa sensazione; ma in più permettano ai lettori di cambiare le dimensioni, l'aspetto, la grafica e la risoluzione dei loro sistemi di impaginazione e del loro "schermo". Solo per i volumi di speciale interesse o su ordine specifico i libri sarebbero stampati. In questo modo, i costi di preparazione e di distribuzione verrebbero drasticamente abbattuti, le risorse che scarseggiano potrebbero essere protette, ed i consumatori potrebbero ottenere in modo facile, diretto e quasi libero, l'accesso a tutte le informazioni dei libri. I programmi per computer potrebbero anche semplificare l'impostazione grafica permettendo di eseguire facilmente delle modifiche nei grafici, nel tipo e nella grandezza dei caratteri utilizzati, e nell'allineamento delle pagine. In effetti, i libri elettronici potrebbero anche permettere a chi li usa la scelta di caratteri più grandi o di una maggiore spaziatura o anche di inserire nuove immagini, grafici, o di modificare il proprio layout. Anche se qualcuno di questi cambiamenti tecnici potrebbero teoricamente avvenire in un futuro capitalistico, molti potrebbero non avvenire perché entrerebbero in conflitto con la capacità di fare profitto e con il sovvertimento della gerarchia. Invece, queste innovazioni sarebbero possibili in un futuro di economia partecipativa, poiché sarebbero sviluppate in accordo con i principi umani e con gli effetti sociali sul lavoro, sul consumo, sulle biblioteche, sulle librerie, sull'ecologia e sull'esperienza dei lettori. Ma questo riguarda il campo degli investimenti, un argomento che affronteremo in dettaglio più avanti. In una casa editrice partecipativa, molti compiti commerciali verrebbero distribuiti in modo differente. Grazie alle innovazioni tecnologiche (assumendo che vengano adottate), gran parte delle mansioni della Northstart - riempire ordini e compilare inventari - potrebbe essere fatta per telefono su libri elettronici. Non sarebbero più necessari grossi magazzini per contenere i volumi. La sovrapproduzione non comporterebbe più la distruzione dei libri invenduti. I lavoratori conserverebbero un registro delle persone che accedono ai diversi titoli dal momento che queste informazioni risulterebbero molto utili agli autori, ai ricercatori, e alla Northstart stessa. Il compito di una promozione partecipativa sarebbe di aiutare i potenziali lettori a decidere se vogliono dare un'occhiata ai titoli più in dettaglio, ma non di indurre la gente a "comprare" libri da cui non avrebbero benefici. I lavoratori partecipativi non vorranno sprecare risorse, energia o tempo per produrre libri di scarsa qualità. La Northstart spedirà messaggi promozionali informativi solo alle persone più propense ad apprezzare le novità e ad imparare da esse. Allo stesso modo, il dipartimento di "Bilancio e Finanza" della Northstart revisionerà la schedulazione entro i limiti imposti dalle decisioni del consiglio. Il dipartimento "Bilancio e Finanza" lavora con i dati di sua competenza in modo differente rispetto alle comuni norme capitalistiche, sia nella loro trattazione, sia nella diffusione, perché ciò che viene valutato è diverso. In un'azienda capitalistica i dati raccolti dal dipartimento di bilancio e finanza sono riservati, così che solo i

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top manager e i loro collaboratori ne hanno l'accesso; non importa quanti terminali esistano in azienda, solo pochi dipendenti possono accedere a queste informazioni. Se i lavoratori non privilegiati avessero accesso a queste informazioni potrebbero usarle per valutare meglio la retribuzione da richiedere, o quando scioperare con maggior effetto. "In una società con economia partecipativa, l'educazione deve fornire ai suoi cittadini le capacità, la conoscenza, e l'esperienza essenziale per giocare un ruolo creativo e autogestito nella società ed in particolar modo nell'ambito delle loro scelte."

Al contrario, alla Northstart ognuno lavora con tutte le informazioni che vuole. Non solo gli addetti alla promozione possono avere accesso ai dati di bilancio, ma anche gli addetti all'evasione ordini possono averlo, e gli addetti all'evasione ordini e alla promozione possono anche avere accesso ai dati di competenza di altri reparti. In realtà, non sarà produttivo per tutti analizzare indiscriminatamente tutti i dati. Ma sarà auspicabile organizzare le informazioni in modo tale che ogni lavoratore possa capire le operazioni della Northstart e le sperimentazioni sui preventivi. Sistemi di mansioni Quali altri risultati si possono ottenere da un'organizzazione partecipativa? Il cambiamento strutturale più radicale è che ogni lavoratore della Northstart svolge un sistema di mansioni che include una qualche responsabilità editoriale, di produzione o economica e che, in media, comprende grossomodo gli attributi di lavoro positivi e negativi. L'intero spettro di compiti associato alla produzione di elaborati scritti, ad esempio, è diviso all'interno di un gruppo in modo tale che tutti i membri abbiano dei compiti paragonabili tra loro. Allo stesso modo, il gruppo editoriale che lavora alla sezione romanzi, distribuirà le mansioni di correzione, di collaborazione con gli autori e di richiesta di nuovi romanzi, in modo che ognuno utilizzi il suo particolare talento e soddisfi i suoi particolari interessi invece di avere una sola persona che svolga tutti i compiti creativi o che si blocchi per un eccesso di incarichi onerosi.

In considerazione della possibilità di una economia partecipativa negli Stati Uniti è importante ricordare che circa un quarto della spesa del governo federale va direttamente alla difesa (settore acquisti e personale) e che la difesa impiega circa un milione di civili più circa 2,1 milioni di personale militare vero e proprio. Il bilancio della difesa era, nel 1988, appena sopra i 290 miliardi di dollari (mentre la Francia e la Repubblica Federale Tedesca hanno speso circa 28 miliardi di dollari, l'Inghilterra 27 miliardi, il Giappone 20 miliardi e l'Italia 13 miliardi). Cinque delle più grandi società statunitensi hanno ricevuto più della metà del loro fatturato dal governo federale - Lockheed (86%), General Dynamics (85%), Martin Marietta (85%), McDonnell Douglas (65%), and Raytheon (55%). Reindirizzando molti di questi introiti verso bisogni sociali la qualità della vita sia negli Stati Uniti sia in molti altri paesi del mondo potrebbe essere enormemente migliorata.

Invece di avere capo-editori, redattori capo, revisori e segretarie, ogni gruppo editoriale comprenderà delle figure che hanno stessa dignità e diverse responsabilità in relazione ai loro propri gusti e capacità, ma che tengano conto della richiesta di equità. Sebbene una persona possa occuparsi per più tempo della correzione di bozze e qualcun altro di prendere appunti, ciò che dovrebbe essere vietato è che i lavori concettuali vengano interamente distribuiti ad un solo gruppo di persone ed i lavori ripetitivi interamente ad altri. Le implicazioni istruttive di questo programma dovrebbero essere ovvie. L'istruzione, in una società con un'economia partecipativa, dovrebbe fornire ai suoi cittadini le capacità, la conoscenza e l'esperienza necessaria per giocare un ruolo creativo e autogestito nella società e nello speciale ambito delle proprie scelte. Il contrasto con il capitalismo, dove la scuola abitua i cittadini alla noia duratura e all'ordine costituito, risulta ovvio. Consigli Al di là della distribuzione paritaria dei lavori, ci sarà inoltre un consiglio di tutti i lavoratori della Northstart, dove ciascuno avrà lo stesso diritto di parola e di voto; allo stesso modo, consigli più piccoli saranno responsabili della revisione e della produzione di narrativa, della letteratura generica, dei testi tecnici; e ancora, consigli più piccoli si sovrapporrebbero in ciascun reparto aziendale. Un insieme di gruppi potrà occuparsi della preparazione di particolari libri, o della ristrutturazione tecnologica del luogo di lavoro. Nell'assegnazione di lavori speciali, non ci dovrebbe essere la necessità di far fare lo stesso lavoro a tutti e nello stesso momento. L'equità si dovrebbe realizzare in media - in un ragionevole lasso di tempo - come quando ci sono delle ferie personali distribuite in tempi diversi, o si passano dei mesi impegnati in un progetto creativo che richiede tempo e successivamente ci si mette in pari facendo lavori ripetitivi. Si potrebbero anche istituire delle clausole in modo che, se una persona prima prende delle ferie, e poi cambia lavoro, ogni "debito" accumulato, sarà considerato nel nuovo posto di lavoro.

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Per una discussione dei concetti teorici e degli scopi ultimi collegati alle altre sfere della vita sociale oltre quella economica ma che, tuttavia, sono compatibili con una economia partecipativa, vedi Liberating Theory (South End Press) e gli altri libri indicati a pagina 5. Ritorneremo su questo problema, più approfonditamente, nelle conclusioni di questo libro.

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La pianificazione annuale della Northstart cambia attraverso delle trattative, ogni maggio. Le decisioni riguardano le attività, quanti romanzi e libri verranno accettati e pubblicati nel corso dell'anno, riguardano il carico di lavoro, i materiali necessari, la distribuzione del lavoro, l'assunzione di nuovi lavoratori, e l'adozione di nuove regole e tecnologie. Le proposte iniziali provengono da tutti i partecipanti, attraversano un certo numero di revisioni, e alla fine, vengono integrate in un piano attuabile, contenente un piano di lavoro per la Northstart. Il lavoratori della Northstart nel settore "Bilancio e Finanza" facilitano questo processo "iterativo" fornendo ad ogni passo dati utili e suggerimenti a tutti i lavoratori della Northstart. Nessuno si aspetta che tutti abbiano le stesse priorità. Né che tutti concordino sul fatto che il piano stabilito sia necessariamente il migliore possibile. Le proposte della Northstart verranno modificate ad ogni iterazione mediante un processo di scambio di informazioni con le altre unità. I lavoratori nel settore di bilancio e finanza semplificheranno questo processo di aggiornamento, che sarà tuttavia supervisionato dall'intero consiglio della Northstart. In ogni caso, una volta che il piano annuale è stato determinato (capiremo meglio questo processo dopo esserci concentrati sull'allocazione nei capitoli 5 e 6), inizia il lavoro per il nuovo periodo. Man mano che l'anno passa, molte decisioni saranno prese da gruppi e consigli ristretti della Northstart, anche se qualche decisione richiederà la ratifica dell'intero consiglio della Northstart, ed altre richiederanno addirittura l'approvazione di consigli di industrie e consigli di consumatori. Ma questo non significa che ogni decisione sia sempre compito di tutti. Infatti, le decisioni vengono prese direttamente da chi è direttamente interessato, e spesso la gente delega autorità ed autonomia ad altre persone con le quali lavora. L'organizzazione partecipativa permette la democrazia senza essere invadente. Nei luoghi di lavoro partecipativi, naturalmente, possono esserci uomini e donne, omosessuali ed eterosessuali, neri, bianchi, asiatici, nativi americani, cattolici, protestanti, mussulmani ed ebrei. Ma gli impiegati della Northstart riconoscono che si dovrebbe permettere alla diversità culturale delle persone che provengono da diversi ambienti sociali di esprimersi nel contesto di sistemi di mansioni bilanciati dal punto di vista delle opportunità offerte e della desiderabilità. Per poter garantire ciò, facoltativamente, ogni mese si riuniscono dei comitati per discutere se in qualche luogo di lavoro ci sono dei problemi che affliggono i gruppi minoritari interessati. I comitati all'interno dei luoghi di lavoro hanno diritto di contestare autonomamente le decisioni che secondo loro possono generare segregazione razziale o sessuale. Ma poiché il fondamento logico di queste richieste non deriva da una teoria sulle relazioni economiche ma da teorie sulle relazioni di parentela e di comunità, non analizzeremo le motivazioni dell'utilizzo di tali comitati in ulteriore dettaglio in questa sede (vedi in basso sulla colonna sinistra di questa pagina).

La pubblicità è uno dei maggiori settori dell'economia statunitense che potrebbe essere enormemente ridotto. Nel 1988 sono stati spesi in pubblicità 118 miliardi di dollari, nei soli Stati Uniti (la Philip Morris, la Procter and Gamble e la GM insieme hanno speso quasi 4 miliardi di dollari). Nelle prime 20 troviamo Pepsi, McDonald's, Ford, Anheuser-Busch, Nabisco, Kellogg, General Mills, Eastman Kodak, e la Pillsbury. Le 100 maggiori agenzie pubblicitarie insieme fatturano approssimativamente 28 miliardi di dollari. Solo una modesta percentuale di questo verrebbe richiesta per finanziare l'intero apparato informativo di una

Leadership Va notato che nulla di ciò che abbiamo descritto preclude l'esercizio della leadership. I coordinatori della produzione di determinati libri eserciteranno un'influenza sugli altri membri del gruppo, riguardo la qualità ed i passi del lavoro necessario per completare i libri. Le decisioni del dipartimento finanziario avranno più peso nella stesura del bilancio. Gli impiegati nella gestione del personale eserciteranno una maggiore influenza nelle discussioni riguardo l'assegnazione dei lavori. Le decisioni del gruppo editoriale determineranno cosa sarà pubblicato. Allo stesso modo, non avere un capo redattore non vuol dire che non ci siano redattori con una responsabilità finale su un particolare titolo. Rifiutare una gerarchia fissa non implica un rifiuto per la disciplina, per il controllo, per la valutazione e per una responsabilità di leadership. Oltre tutto, come nelle aziende capitalistiche, la sanzione estrema del licenziamento continua ad esistere, ma con differenze sostanziali. Al di là dei processi decisionali democratici, alla Northstart la minaccia di licenziamento non metterà in pericolo la sopravvivenza dei dipendenti. Altre possibilità di impiego gli saranno offerte, e comunque i bisogni

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primari saranno garantiti, in ogni condizione. La condizione di disoccupato non avrà effetto sulle opportunità di consumo dei figli o del coniuge. Inoltre, il licenziamento dovrebbe essere ratificato da un consiglio dei lavoratori del settore e poi, in caso di appello, da un consiglio superiore. Ma per capire il delicato argomento del licenziamento, abbiamo bisogno di descrivere un'effettiva giornata lavorativa in un'azienda. Così, ora viene descritta una settimana lavorativa media alla Northstart. La settimana lavorativa di Larry Mercoledì, Larry riordina delle lettere per qualche ora. Questa attività la svolge una mattina ogni dieci settimane. Il prossimo mercoledì, per due ore, fornirà aiuto per le pulizie generali. Il mercoledì successivo, Larry lavorerà alla reception. Il prossimo mese avrà una differente rotazione, pur mantenendo sempre il punto fisso del mercoledì mattina. Ovviamente, se Larry volesse scambiare il suo turno di lavoro per un certo mercoledì, per assistere alla recita scolastica o al torneo di tennis di suo figlio, si potrebbe fare. Il lavoro routinario di Larry viene valutato dagli altri membri della Northstart, che hanno il compito di intervenire solo se lo spostamento di compiti non programmati interrompe le funzionalità ordinarie. Il consiglio che si occupa della produzione di drammi teatrali ha sei gruppi di lavoro e Larry deve lavorare in produzione il mercoledì, il giovedì ed il venerdì pomeriggio. Sebbene molti impiegati preferiscano lavorare ad un solo progetto per volta, a Larry piace eseguire simultaneamente una varietà di compiti differenti, così attualmente lavora ad un dramma come compositore, ad un altro come disegnatore e ad un terzo come revisore. I gruppi di grafica e revisione sono composti da tre persone ciascuno, e Larry è il capo per anzianità. Un lunedì pomeriggio si ed uno no, il consiglio editoriale di Larry si incontra prima in gruppi ristretti per un'ora, poi al completo per più di due ore, per affrontare problematiche riguardo nuovi titoli, proposte, e anche lamentele. Quindi, ogni settimana Larry legge la sua parte di richieste di pubblicazione. Ogni titolo che Larry legge, viene letto anche da un altro membro del gruppo e, dopo averne fatto un breve rapporto, se entrambi sono d'accordo di scartarlo, la richiesta viene rimandata all'autore senza che altri membri richiedano di poterlo visionare. Se entrambi vogliono che venga letto anche da altri, il libro viene tenuto. In caso di disaccordo, un voto del gruppo deciderà se il titolo sarà scartato o approvato per una valutazione più approfondita.

Una società che da ad una classe tutte le opportunità di svagarsi e ad un'altra tutti gli oneri del lavoro, condanna entrambe le classi alla sterilità spirituale. [Lewis Mumford]

Ogni settimana, Larry visiona anche la sua parte di manoscritti tra quelli che hanno passato la valutazione iniziale. I manoscritti che deve leggere dipendono in parte dalle sue preferenze ed in parte dal tempo che lui e gli altri membri hanno per nuovi incarichi. Infine, i libri vengono accettati o rifiutati dopo che ognuno è pronto al voto. Viene adottata la regola della maggioranza con una grossa attenzione ai sentimenti delle minoranze. Una volta accettato, ogni titolo va ad un particolare membro del gruppo, che diventa il suo redattore. Larry è redattore responsabile di tre titoli. Nei lunedì in cui Larry non ha gli incontri di redazione, qualche volta frequenta gli incontri bisettimanali della linea aziendale della Northstart in qualità di rappresentante del suo consiglio di redazione/produzione. Ognuno dei tre consigli di redazione/produzione, i quattro consigli dell'area business, ed ognuna delle squadre lavorative più importanti che sono al momento operative, manda dei rappresentanti. I rappresentanti partecipano a sei riunioni ogni anno, con rotazione scaglionata così che ogni consiglio ha almeno un rappresentante che ha partecipato alle quattro precedenti riunioni. A queste sessioni, i rappresentanti del personale riportano i problemi, possono richiedere aiuto per la risoluzione di conflitti interpersonali, discutono e valutano lo stato generale di avanzamento delle attività della casa editrice. Il martedì seguente i gruppi di politica aziendale, editoriale e commerciale si incontrano per circa un ora, per ascoltare i rapporti. Un gruppo speciale discute i resoconti, ogni volta che ha del tempo disponibile.

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Il resto della settimana, Larry lavora alle attività promozionali: attualmente sta aiutando a produrre un nuovo catalogo, collabora con potenziali autori e sollecita nuove commedie. Larry pianifica queste attività all'interno della sua settimana lavorativa insieme alla pulizia del proprio ufficio, alla revisione dei propri documenti, e ad occasionali lavori manuali, da condividere con altri. I dettagli del programma della Northstart sembrano ragionevoli sia a Larry sia ai suoi colleghi sebbene possano non piacere a chi lavora in altre case editrici. Differenti posti di lavoro potrebbero utilizzare delle divisioni del tempo lavorativo più lunghe o più corte o anche delle metodologie differenti. Mentre i principi basilari rimangono invariati, le metodologie di implementazione cambiano da posto a posto a seconda delle differenti condizioni e delle scelte fatte di volta in volta in ogni luogo di lavoro. Infine, Larry è omosessuale; ogni due mesi si incontra con altri lavoratori omosessuali per discutere le decisioni editoriali e commerciali ed eventualmente per cambiare la programmazione quotidiana del lavoro, alla luce di particolari bisogni, idee e valori dei dipendenti omosessuali. I suggerimenti vengono spesso riportati al gruppo di lavoro ed al consiglio e qualche volta all'intero collettivo della Northstart. Se questo comitato si sente minacciato da proposte che sono però supportate dalla maggioranza dei dipendenti della Northstart, può portare la sua lamentela fuori da quel consiglio. L'efficienza della Northstart Il lettore potrebbe chiedersi: 1. I lavoratori della Northstart, non saranno frustrati facendo un lavoro così frammentato? Questa strada porta ad un arricchimento o ad una psicosi? 2. Non ci vorrà un'infinità di ore per formare le persone a così tanti lavori? Questa è superiorità o caos istituzionalizzato? 3. Le persone non ignoreranno l'autorità del "leader" del gruppo A, se questo stesso "leader" è un subordinato nel gruppo B? 4. Persone che collaborano si impegneranno abbastanza per evitare lavori scadenti o eseguiti lentamente? In risposta alla domanda 1 - la frammentazione non renderà frustrati i lavoratori della Northstart? - primo, avere molte responsabilità rende la vita lavorativa più ricca e varia e perciò positiva, non negativa. Naturalmente, i compiti e le mansioni potrebbero venire frammentati fino al punto da generare distrazione, e se un gruppo decide che questo abbia dato luogo ad uno "sbandamento", non ha altro da fare che richiedere una correzione. "Diciamo solo che i lati negativi potrebbero essere diminuiti ed i piaceri aumentati, mediante l'eliminazione dell'autoritarismo non necessario, dell'alienazione, dell'ingiustizia, e degli aspetti ripetitivi della vita lavorativa non che tutti i lavori saranno trasformati in distillati di estasi."

Il cambiamento tra il capitalismo e l'economia partecipativa significa che invece di avere molte persone che fanno lavori ripetitivi per tutto il tempo - che li rende annoiati per tutto il tempo - ognuno impiegherà un po' dei suoi giorni lavorativi per svolgere un lavoro interessante. Inoltre, poiché i lavori noiosi sono distribuiti equamente, saranno anche meglio sopportati, anche se sicuramente non piacevoli. Non sosteniamo che scavare fossi, premere bottoni, o fare lavori pericolosi diventerà piacevole solo perché questi compiti verranno svolti in una società migliore, con i propri ritmi e in gruppo con amici, ancora meno solo perché ci si crogiola alla luce di qualche grande leader o solo perché si è sostenuti dalla memoria di un qualche sconvolgimento rivoluzionario nel lontano passato. Diciamo solo che i lati negativi potrebbero essere diminuiti ed i piaceri aumentati, mediante l'eliminazione di un autoritarismo non necessario, dell'alienazione, dell'ingiustizia, e degli aspetti ripetitivi della vita lavorativa - non che tutti i lavori saranno trasformati in distillati di estasi. Inoltre, ci saranno molte ragioni per automatizzare o eliminare lavori ripetitivi, ogni qual volta sarà possibile, per migliorare la produttività o per diminuire gli oneri del lavoro umano. Sotto il capitalismo, l'automazione è un'area cruciale del conflitto tra il lavoro ed il capitale - i capitalisti cercano di aumentare il profitto mediante l'automazione di quelli che erano, per alcune persone, i mezzi di sostentamento,

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mentre i lavoratori cercano di difendere i loro lavori per evitare di diventare obsoleti e disoccupati. Sotto un'economia partecipativa, poiché i lavori ripetitivi devono essere svolti da tutti, tutti vogliono minimizzarli. Poiché ognuno svolge anche lavori creativi, ognuno ne vorrà aumentare la quantità, e nessuno perderà il proprio mezzo di sostentamento se l'automazione eliminerà quei compiti ripetitivi che non piacciono neanche ai lavoratori stessi. "Sotto un'economia partecipativa, poiché i lavori ripetitivi devono essere svolti da tutti, tutti vogliono minimizzarli. Poiché ognuno svolge anche lavori creativi, ognuno ne vorrà aumentare la quantità, e nessuno perderà il proprio mezzo di sostentamento se l'automazione eliminerà quei compiti ripetitivi che non piacevano neanche ai lavoratori stessi."

Non possiamo accontentarci di non morire di fame, correndo il rischio di morire di noia. [Slogan studentesco, Parigi 1968]

"La sola regola inflessibile è quella che esclude quei metodi che inibiscono la partecipazione o che negano un equo accesso di tutti i lavoratori a delle eque opportunità di sviluppo e di influenza nelle scelte."

In realtà, la prima domanda è tutta questione di cosa succede alle persone che sotto il capitalismo fanno dei lavori di responsabilità in gran parte interessanti e che gli concedono autorità. E' vero, in un luogo di lavoro partecipativo tali lavori non ci saranno più perché ognuno condividerà lavori routinari. Una giustizia elementare ci impone questo, come ci impone che le opportunità di consumo che superano di molto i consumi medi debbano essere eliminate. Quelli che hanno benefici dalla monopolizzazione coordinativa dei lavori desiderabili saranno restii ad accettare il bilanciamento dei lavori come i capitalisti che monopolizzano le ricchezze non accetteranno i redditi bilanciati. Sia i capitalisti sia i coordinatoristi portano varie argomentazioni per giustificare i loro vantaggi ma la verità è che, in entrambi i casi, queste argomentazioni sono fantasiose, sono una razionalizzazione di comodo. In realtà, anche quelli che ora non fanno un lavoro routinario avrebbero bisogno di "frammentarlo" facendo qualche pulizia, archiviazione o manufatto. In un sistema nel quale essi monopolizzano le opportunità dei lavori desiderabili, queste persone sono spesso distratte dal supervisionare costantemente gli altri e, allo stesso modo, essi regolano il loro proprio comportamento in presenza dei superiori. In ogni modo, chiunque conosca qualcosa riguardo le aziende capitalistiche, sa che i lavoratori di livello più alto passano molto tempo non certo preoccupandosi dei protocolli sognando, chiacchierando al telefono, disegnando, litigando, inventando progetti che non saranno mai realizzati. Oltre ad essere uno spreco di potenziali talenti produttivi, non è certo un modo particolarmente piacevole per buttare via del tempo. In risposta alla domanda 2 - non ci vorrà una infinità di ore per formare le persone a così tanti lavori? - alla Northstart, il tirocinio personale per lavorare alla redazione, al settore commerciale, e alla produzione richiederà sicuramente più tempo rispetto a formare delle persone per fare ognuna uno solo dei tre tipi di lavoro. Allo stesso modo, sviluppare capacità in tre aree richiederà sicuramente più tempo che sviluppare capacità solo in un area. Ma il guadagno reciproco di conoscenza è maggiore rispetto a quello di ogni tipo di lavoro, l'arricchimento che deriva dall'avere diverse responsabilità, e la soddisfazione che accompagna la comprensione dell'intero processo di pubblicazione sarà maggiore rispetto ai costi aggiuntivi che questa formazione, molto più completa, comporta. Oppure, se un lavoratore di una particolare casa editrice preferisce il risparmio di tempo riducendo il tirocinio rispetto ai benefici di una maggiore diversificazione, allora, sempre a condizione di un equo lavoro bilanciato, il lavoro può essere riorganizzato in modo tale che quel lavoratore abbia minori responsabilità in base alla qualifica raggiunta; i lavoratori possono scegliere questa opzione. In risposta alla domanda 3 - non si deteriorerà la figura dell'autorità se non c'è una gerarchia fissa? - il rispetto verso un capogruppo non sarà minore solo perché lo stesso non ha il ruolo di leader in un altro gruppo. Alla Northstart, il rispetto per il leader dipenderà sia dal particolare compito assegnato sia dal bisogno di una stretta collaborazione, supervisione e pianificazione all'interno della specifica situazione assegnata. Lontana dallo sminuire la credibilità del leader legittimo, l'eliminazione della gerarchia fissa minimizzerà molti impedimenti all'esercizio efficiente della leadership, per esempio l'ostilità di classe. In risposta alla domanda 4 - ci saranno sufficienti motivazioni? - il desiderio di avere un buon lavoro che valga la pena fare e, quando necessario, l'influenza dei colleghi e il desiderio di mantenere il proprio lavoro assicurerà in modo più che adeguato che la gente lavori con impegno. Naturalmente ci sarebbero disaccordi e conflitti personali. Ma sicuramente questi saranno via via meglio controllabili, con una graduale eliminazione delle gerarchie. Quei conflitti personali irrisolvibili potrebbero essere risolti con un trasferimento. Le problematiche che riguardano quanto lavora un dipendente, quanto bene, quanto duramente, e con che grado di

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Quello che prima era il possessore del denaro, ora si presenta come capitalista; il possessore del lavoro - il potere lo segue come il suo lavoratore. Uno con un'aria importante, il sorrisetto furbo, dedito agli affari; l'altro titubante, come uno che mostra la sua propria esclusione dal mercato e non ha nulla da aspettarsi, ma si nasconde. [Karl Marx Das Kapital]

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simpatia verso i colleghi, sarebbero risolte dai partecipanti o, se necessario, da un consiglio che svolga la funzione di supervisore. Qualche volta potrebbe esserci qualche licenziamento, ma non per un capriccio del capo o come minaccia sul reddito. In sostanza, il giorno lavorativo alla Northstart è autogestito - nel contesto di una valutazione del bene comune - ed è volontà di tutti pubblicare i libri richiesti in un modo efficace e con efficienza. La sola regola inflessibile è quella che esclude quei metodi che inibiscono la partecipazione o che negano un equo accesso di tutti i lavoratori a delle pari opportunità di sviluppo e di influenza nelle scelte. Va notato, tuttavia, che poiché il sistema di lavori bilanciati alla Northstart è più creativo e di qualità meno sgradevole rispetto alla media dei posti di lavoro nel resto dell'economia, i lavoratori della Northstart devono impiegare un po' del loro tempo lavorativo altrove. Qualche dipendente della Northstart lavora in una impresa di pulizie. Altri hanno dei compiti ripetitivi presso l'impianto accanto, che produce componenti per computer. In ogni caso, ognuno deve svolgere dei lavori fuori, per bilanciare i vantaggi relativi del lavoro alla Northstart. Una persona ragionevole, vorrà lavorare in una casa editrice capitalistica o partecipativa? Dal momento che non abbiamo ancora descritto la distribuzione, possiamo solo capire parzialmente come vengono prese le decisioni in una economia partecipativa. Ma considerando anche la relazione con la distribuzione dei beni, la qualità del lavoro partecipativo risulta essere ovviamente superiore. 1. Le seccature della gerarchia scompaiono. 2. Diventa rilevante il piacere di pubblicare per il bene umano piuttosto che per il profitto capitalistico. 3. Abbondano le opportunità di uno sviluppo personale e di un cameratismo tra colleghi. 4. Nessuno svolge lavori unicamente debilitanti o subordinati. Sebbene il lavoro alla Northstart non sia privo di conflitti e fatica, risulta nondimeno generalmente gradevole e diviene un mezzo di arricchimento dello sviluppo personale e dell'integrità morale mediante l'aiuto degli altri colleghi. Struttura aeroportuale

"Un'enorme quantità di energie è spesa nel lavoro coatto da parte di coloro che si trovano nella parte più bassa della gerarchia, e nella competizione per avanzare verso la parte più alta."

Ignorando, a beneficio della discussione, la possibilità di sostanziali cambiamenti nel trasporto aereo dovuti allo sviluppo tecnologico o a limitazioni imposte dalla questione ambientale, consideriamo ora il caso di un aeroporto. Ovviamente un aeroporto deve occuparsi di voli, del controllo del traffico aereo, del carburante, di come procurarselo e immagazzinarlo, della riparazione e manutenzione degli aeromobili, e anche della gestione dei magazzini e delle ordinazioni di nuovi equipaggiamenti. Inoltre, vi saranno appositi servizi sugli aeroplani che procureranno e prepareranno cibo per i voli, che si occuperanno dei bagagli, che assegneranno i posti, che forniranno i trasporti di terra, che si prenderanno cura dei locali della struttura, che serviranno il cibo e che distribuiranno riviste, dolci e gomme da masticare ai terminali. Altri compiti necessari saranno la schedulazione degli incarichi lavorativi, l'elaborazione degli orari dei voli, e la valutazione delle richieste. Un aeroporto Capitalista

Di conseguenza, proporzionalmente al fatto che il lavoro sia ampio o ristretto, stimolante o monotono, esso sviluppa o blocca le abilità di una persona. Inoltre, dal momento che gli individui sviluppano la loro personalità e la loro coscienza attraverso un percorso relazionato all'attività produttiva, il lavoro è una delle basi per la formazione della coscienza della struttura di classe. [Sam Bowles e Herb Gintis Schooling In Capitalist America]

Come dovrebbe essere organizzato tutto ciò? Un aeroporto capitalista (in cui ciascuna delle unità deve fornire il massimo profitto) frammenterà i compiti dividendoli in ruoli che distribuiscono l'autorità ad un numero minimo di persone. I piloti volano. I controllori di volo controllano il traffico aereo. I cuochi cucinano. Gli addetti ai bagagli si occupano dei bagagli. I custodi fanno le pulizie. Gli attendenti di volo servono il cibo. Ciascun lavoro sviluppa diverse capacità, e dispensa diversi riconoscimenti. Un'enorme quantità di energie è spesa nel lavoro coatto da parte di coloro che si trovano nella parte più bassa della gerarchia, e nella competizione per avanzare verso la parte più alta. In un grande aeroporto capitalista, un gran numero di individui svolge dei compiti marginali che tendono a ridurre la solidarietà con la maggioranza dei colleghi e gli procurano un reddito scarso e poche soddisfazioni. Una più ristretta cerchia di piloti,

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amministratori e manager fanno lavori interessanti ma potrebbero sentirsi combattuti per il fatto di doversi adattare ad un modello elitario, in cui devono necessariamente esercitare del potere sui colleghi che occupano posizioni meno elevate. Un aeroporto Partecipativo "Ma ciò che non si potrà mai verificare sarà che un lavoratore abbia un solo tipo di lavoro estremo, sia esso un lavoro di routine o puramente formale, che sia di responsabilità o subordinato."

All'aeroporto Jesse Owens - organizzato secondo i principi dell'economia partecipativa - tutti i lavoratori partecipano dal punto di vista intellettuale, emotivo e fisico. Questo non significa che tutti volano, cucinano, controllano il traffico aereo, organizzano la schedulazione. Sono delle persone normali, e come tutti hanno delle capacità normali, benché ben sviluppate essendo stati scolarizzati in una società umana. Quindi, come raggiungono i loro obiettivi? Dei molti modi in cui i lavoratori della Jesse Owens possono organizzare le loro attività in sistemi di mansioni per assicurare una situazione lavorativa diversificata e soddisfacente per tutti i membri del personale, ne riassumeremo uno. Per prima cosa, un consiglio esteso a tutto l'aeroporto rappresenterà tutti i lavoratori dell'aeroporto Jesse Owens. Questo consiglio globale a sua volta incorporerà consigli relativi rispettivamente alle mansioni direttamente legate ai voli, alle mansioni di terra, alle mansioni di coordinazione. Ciascun impiegato svolgerà sia mansioni di volo sia di terra, e farà anche un pò di coordinazione. Ci saranno anche consigli di gruppi di lavoro per gli addetti ai bagagli, per gli addetti alla ristorazione, etc.

"Non stiamo dicendo che ciascuno vorrà imparare tutto, o dovrà essere bravo nello stesso modo a fare tutto, o che tutti quelli che svolgeranno un determinato compito saranno ugualmente bravi a farlo. Diciamo soltanto che la gente può svolgere e godersi una gamma sufficientemente ampia di attività, certamente di più di quanto non permetta l'attuale organizzazione."

Le mansioni di volo consistono nel pilotare, navigare, offrire servizi di ristorazione. Le mansioni di terra consistono nel procurare e stoccare carburante, fare manutenzione e riparazione dei veicoli e degli equipaggiamenti dell'aeroporto, occuparsi dei bagagli, delle assegnazioni dei posti, rifornire di cibo i vari terminali, gestire i negozi e le strutture di terra dell'aeroporto, controllare il traffico aereo, provvedere ai trasporti di terra. Infine, i compiti coordinativi consistono nell'ordinazione di forniture, nella schedulazione dei voli, nella pianificazione, manutenzione e controllo di varie operazioni ed orari. Ciascun impiegato al Jesse Owens avrà un sistema di mansioni di cui faranno parte delle mansioni di coordinazione, di volo e di terra. Le assegnazioni saranno fatte a seconda dei gusti e delle capacità individuali, con la generale richiesta che ciascun sistema di mansioni bilanci la qualità della vita lavorativa. Non tutti saranno piloti. Ne tutti possono essere controllori di volo o coordinatori del personale. In ogni modo, più persone faranno lavori di questo tipo, per meno ore, rispetto ad un aeroporto capitalistico. Quelli che fanno i piloti per una parte della settimana, si occuperanno anche della ristorazione o dei bagagli, e faranno anche del lavoro di coordinazione, in una combinazione che dia loro soddisfazioni e opportunità in modo grosso modo comparabile a coloro che non pilotano l'aeroplano, ma vi cucinano o si occupano del combustibile. In ciascun particolare volo, qualcuno sarà responsabile dei servizi, qualcun altro sarà capo pilota, e, se un gruppo di persone si occupa dei bagagli, uno di loro sarà nominato responsabile. Ma non accadrà che pochi individui avranno ogni volta tutta l'autorità e tutti gli altri saranno sempre sottomessi. Il mito secondo cui le gerarchie fisse sono l'unico modo efficiente di organizzare il lavoro scomparirà nel momento in cui i sistemi di mansioni bilanciati a livello di partecipazione e di equità dimostreranno il contrario. Ovviamente, la cosa più appagante sarà la diversificazione dei compiti routinari. La formazione per insegnare a svolgere questi compiti richiede poco tempo e i benefici che derivano dall'aumento della varietà e dell'equità sono sostanziali. Chi è addestrato per lavori più complessi, come essere un ottimo cuoco, un pilota, o un controllore di volo, dovrà usare ciò che ha appreso un po’ più spesso degli altri; in questo modo si evita l'inefficienza dovuta ad eccessivi investimenti nella formazione per coloro che non saprebbero metterla pienamente a frutto. Comunque, anche in questi casi, il concetto secondo cui ciascuno deve svolgere un solo esclusivo compito è un esagerazione.

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Luoghi di Lavoro Partecipativi

Mentre in un aeroporto capitalista un controllore di volo lavora circa da 50 a 60 ore alla settimana e contrae malattie dovute alla tensione, al Jesse Owens lavorerebbe al traffico aereo solo 20 ore, dedicando il resto del tempo a compiti che non richiedono alta concentrazione e durante i quali può avere il piacere di interagire con i colleghi. Mentre un attendente di volo in un aereo capitalista deve sempre servire i passeggeri con sollecitudine e in modo servile indipendentemente dal loro comportamento, al Jesse Owens può capitare che la stessa persona in un volo precedente abbia fatto il pilota, e poi magari si sia occupato dei bagagli e abbia lavorato nell'ufficio di pianificazione/ finanza per il resto della settimana. Inoltre nel soddisfare i bisogni dei passeggeri non sarebbe motivato dal desiderio di evitare di essere licenziato o di fare le scarpe ai colleghi, ma dal desiderio di offrire un viaggio piacevole, un buon servizio, e un lavoro di qualità, sentendosi parte di una squadra che produce un importante servizio. Questo farebbe in modo che non sarebbe mai necessario essere servili. Tutto il lavoro risulterebbe 'umanizzato' se le motivazioni delle persone fossero incentrate sul fatto di lavorare per un proprio pari. In realtà, questo è proprio ciò che caratterizza il cambiamento da un luogo di lavoro strutturato in classi (e stratificato secondo le divisioni di sesso e di razza) in cui le motivazioni nascono soltanto dalla competizione con i colleghi o dal desiderio di evitare di essere trattati ingiustamente, ad un luogo di lavoro improntato all'autogestione dove ognuno rispetta i propri colleghi, gode della loro solidarietà e del piacere di un lavoro vario che produce qualcosa di socialmente utile. Alcuni lavoratori potrebbero avere un sistema di mansioni con compiti che offrono soddisfazioni e opportunità in modo più accentuato, bilanciati da compiti noiosi e debilitanti. Altri potrebbero avere sistemi di mansioni più uniformi, senza lavori di tipo estremo. Ma ciò che non si potrà mai verificare sarà che un lavoratore abbia un solo tipo di lavoro estremo, sia esso un lavoro di routine o puramente formale, che sia di responsabilità o subordinato. Se essere pilota fosse un assegnazione desiderabile e pulire l'interno di un aereo o i bagni non lo fosse, troveremo che spesso chi fa uno dei di questi due lavori, farà un po’ anche dell'altro. E' uno spreco di talento e di formazione? Potremmo avere più ore di volo per ore di addestramento da pilota, con piloti che volano soltanto? Si. Ma potremmo ottenere un'esperienza di qualità più alta per i lavoratori dell'aeroporto e un servizio di qualità più alta per i passeggeri tramite un sistema di organizzazione più gerarchico? No. All'aeroporto Jesse Owen non mancherebbero mezzi per la supervisione, la coordinazione e la valutazione del lavoro. Lavoratori addetti al personale svolgerebbero il compito di valutare e mediare. Capi squadra svolgerebbero lavori di supervisione e coordinazione. I consigli valuterebbero i reclami, determinerebbero gli orari, fisserebbero i vari sistemi di mansioni, perfezionerebbero la distribuzione del carico lavorativo, e organizzerebbero collettivamente l'intero piano di produzione dell'aeroporto. Il punto non è che nell'economia partecipativa scomparirebbe completamente il bisogno di delegare ad un'autorità, di valutare e coordinare. Questo è ridicolo. Quello che si sostiene è solamente che tali compiti, come tutti gli altri, possano essere realizzati in modi che non stabiliscono gerarchie fisse o che non distribuiscono altrimenti il lavoro in modo impari. Se la gestione dei bagagli richiede un capo squadra, bene, ma non dovrà necessariamente essere la stessa persona tutti i giorni. E in ogni caso, il capo squadra porterà i bagagli come fanno tutti gli altri. I lavoratori dell'aeroporto saranno ben istruiti e capaci di stabilire relazioni sociali ricche ed armoniose, in un contesto in cui esse saranno incoraggiate e premiate. Non stiamo dicendo che ciascuno vorrà imparare tutto, o dovrà essere bravo nello stesso modo a fare tutto, o che tutti quelli che svolgeranno un determinato compito saranno ugualmente bravi a farlo. Diciamo soltanto che la gente può svolgere e godersi una gamma sufficientemente ampia di attività, certamente di più di quanto non permetta l'attuale organizzazione.

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Looking forward "Così il governo statunitense fornì degli aiuti. L'esercito e la polizia furono vestiti di tutto punto, gli ufficiali furono addestrati in Louisiana, le armi vennero fornite da aziende del Connecticut."

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Stamperia: un esempio nel Terzo Mondo I nostri due esempi si sono svolti entrambi in un ambiente sviluppato, sia capitalistico sia partecipativo. Ora immaginiamo di visitare un'isola in cui si abbia la proprietà pubblica dei mezzi di produzione e l'allocazione sia gestita attraverso la pianificazione centrale, il tutto in un'economia sottosviluppata. In questo caso, considerato l'esempio di uno stabilimento tipografico, come è cambiata l'organizzazione lavorativa rispetto a quella che era prima della rivoluzione antiimperialista? E quali ulteriori cambiamenti porterebbe un passaggio all'economia partecipativa?

La vita durante il sistema capitalistico era una vita condannata alla morte dentro le gallerie - e anche per i tuoi figli; questo sono stati capaci di fare. Erano fortunati se facevano il sesto livello; che era realmente speciale. Solo i più forti potevano lavorare. Quelli senza un buon fisico non potevano ... Guarda, non intendo assolutamente dire che penso questo, ma se senti cosa dicono gli americani ... Utilizzavano interi quartieri che chiamavano quartiere americano, dove vivevano solo gli Americani, gli amministratori, i tecnici e così via; e sulla porta dei loro circoli privati c'era scritto: "Solo per i soci". Ora ci sono circoli sociali per tutti noi. Siamo tutti membri, ora. Ognuno di noi. [Un minatore cubano, 1969]

Assumiamo che la tecnologia tipografica sia rimasta invariata rispetto a quella dei tempi neocoloniali perché, a causa di un boicottaggio da parte di paesi capitalisti, altri investimenti hanno avuto una priorità più alta. Nello stabilimento troviamo due antiquate presse tipografiche, una che usa i caratteri tipografici tradizionali e una per la stampa fotografica vecchio stile; banconi con strutture di diversa lunghezza per l'allineamento dei caratteri tipografici e per l'inserimento di negativi fotografici; stanze per l'impaginazione; attrezzatura assortita per la preparazione del materiale fotografico; spazio per immagazzinare giornali e materiali vari; spazio per immagazzinare copie in entrata e in uscita; una banchina per il carico e una mensa. Che tipo di lavoro veniva fatto prima e dopo la rivoluzione anti-colonialista? Che tipo di lavoro si potrebbe fare dopo un passaggio all'economia partecipativa?

"Vediamo una stanza in cui vengono preparate le lastre tipografiche e ma dobbiamo uscire immediatamente - le esalazioni sono insopportabili. Chiediamo se chi lavora in questa stanza può godere di più tempo libero o se vi è una rotazione lavorativa, ma nessuno capisce neppure la domanda."

Naturalmente, per mantenere la tranquillità della Newsday Inc., gli abbondanti casinò dell'isola di proprietà statunitense, le piantagioni, gli affari legati all'importazione, serviva qualcosa di più. I fondi rimanenti, dopo che i proprietari esterni si erano presi la loro parte, non bastavano a supportare e mantenere l'esercito, l'apparato di polizia, e i servizi pubblici dell'isola in modo sufficiente da mantenere a galla il sistema. Si doveva fare qualcosa.

Newsday Press - la versione neocoloniale Prima della rivoluzione, la Simon Bolivar Press si chiamava Newsday Inc. e produceva la rivista statunitense Newsday. Tutti i suoi ingegneri provenivano dagli Stati Uniti, e malgrado molti dei suoi manager fossero originari dell'isola, quasi tutti avevano avuto una formazione negli Stati Uniti. La Newsday Inc. era per l'80% di proprietà di capitalisti di New York e per il 20% di capitalisti locali che passavano la maggior parte del tempo a Miami e Las Vegas. Cosa produrre, per chi, con quali metodi, in quali luoghi di lavoro, e con quali remunerazioni, erano tutte cose decise dai proprietari locali previa consultazione di proprietari di maggioranza statunitensi. Come risultato, il prodotto della Newsday Inc. aveva scarso valore economico, intellettuale e di intrattenimento per i cittadini dell'isola. Ai lavoratori di colore e alle donne erano assegnati i compiti peggiori. Un'attenzione marginale era dedicata alla qualità della vita lavorativa. Quando le esalazioni, i ritmi lavorativi, la tensione, il rumore, o la gestione prepotente esaurivano una squadra di impiegati, questi venivano licenziati e nuova gente dell'isola veniva assunta per sostituirli. Per fornire la carota accanto al bastone, i lavori più qualificati per gli isolani erano pagati con uno stipendio sufficiente per uno stile di vita da classe media, mentre i livelli più bassi permettevano di guadagnarsi appena da vivere. Tuttavia, finché resistevano, lavorare alla Newsday inc. evitava loro la disoccupazione, l'essere costretti a mendicare, a tornare dalla propria famiglia in un villaggio rurale, o la morte per inedia. I profitti venivano esportati a New York o Miami, o servivano a sostenere il lussuoso stile di vita delle élite locali.

Così il governo statunitense fornì degli aiuti. L'esercito e la polizia furono vestiti di tutto punto, gli ufficiali furono addestrati in Louisiana, le armi vennero fornite da aziende del Connecticut. Gli ufficiali ricevevano salari relativamente alti, e avevano inoltre il permesso di dare in escandescenze di tanto in tanto per "alzare il morale" e imporre un clima di terrore. Il prezzo "legittimo" di tutto ciò, unito ad abbondanti bustarelle e donazioni, fu pagato con i fondi provenienti da Washington alimentati dai contribuenti statunitensi. I servizi utilizzati dai proprietari locali e dai visitatori

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Looking forward Il dovere di ogni rivoluzionario è fare la rivoluzione. E' ormai noto che la rivoluzione trionferà in America e in tutto il mondo, ma questa non è riservata a quei rivoluzionari che si siedono sull'uscio della loro casa aspettando che il cadavere dell'imperialismo gli passi accanto. Il ruolo del Lavoro non si addice al rivoluzionario. Ogni anno, in cui liberazione dell'America prosegue, serve a salvare la vita a milioni di bambini, a risparmiare milioni di intelligenze per la cultura, ad alleviare una quantità infinita di sofferenze alla popolazione. [Fidel Castro Discorsi di Fidel Castro]

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statunitensi furono mantenuti. Il resto fu mandato in rovina. All'aumentare della repressione, aumentavano gli aiuti, e questa correlazione determinò il più stabile tra gli affari internazionali statunitensi, poiché più repressione significava una forza lavoro più sfruttabile e profitti più alti per le aziende statunitensi, e quindi una ragione in più per mandare aiuti che permettessero di offrire più sfarzi ai lacchè, più armi alla polizia e di pagare un maggior numero di becchini. Alla fine, alcuni dei più coraggiosi cittadini dell'isola risvegliarono le coscienze e accesero le speranze di un numero crescente di persone, in grado di sostenere una battaglia popolare contro l'imperialismo e sbarazzarsi dei dittatori locali e stranieri. Dalla vittoria in poi, tuttavia, i tempi sono stati duri. Un vendicativo boicottaggio economico ha isolato il paese e reso difficile la ricostruzione. Il progresso ha dovuto superare il compito di vincere il retaggio imperialista della deprivazione, dell'ignoranza, del crimine, e della degradazione. Ciò nonostante, il movimento rivoluzionario ha consolidato il suo potere e ha trasformato la vita dell'isola. Simon Bolivar Press - la versione anti-imperialista Immaginiamo di visitare la nostra isola e di intervistare Mario, manager della nazionalizzata Simon Bolivar Press. Lui ce la mostrerà, ci descriverà lo stabilimento, risponderà alle domande. Mario racconta orgogliosamente che la stamperia non riceve più ordini dai nordamericani, riguardo ciò che stampa. A partire dalla rivoluzione, fino a tempi recenti, l'enfasi è stata posta sui testi scolastici per bambini e su poche riviste. Ora, dal momento che tutti i libri sono stampati con attrezzature più moderne in stabilimenti dislocati nel resto dell'isola, la Simon Bolivar stampa quasi esclusivamente riviste, brochure, volantini e poster. L'apparecchiatura è stata gradualmente ridotta perché i pezzi di ricambio sono difficili da reperire, e lo scambio con l'estero, che avrebbe permesso di sostituire gli antiquati modelli statunitensi risalenti a prima della rivoluzione, è limitato. Ma a differenza del periodo antecedente la rivoluzione, oggi tutto il personale qualificato, tipografi e ingegneri, è costituito da gente dell'isola. Il nostro amico manager è giustamente orgoglioso del fatto che lui, gli altri manager e quelli dello staff sono il risultato un sistema scolastico di cui tutti godono, senza discriminazioni, e di un sistema sanitario e alimentare che assicura alla cittadinanza dell'isola salute e comfort. "Non c'è più colonialismo. Non ci sono più prostituzione, gioco d'azzardo, esportazione delle nostre ricchezze e della nostra linfa vitale. Siamo indipendenti e, nonostante l'ostilità del mondo occidentale, stiamo lasciando il nostro segno nel mondo" dice Mario. Ci porta quindi a fare un giro dello stabilimento. Le pareti hanno qualche poster, ma per il resto sono nude. Quadri e altre suppellettili di tipo occidentale scarseggiano a causa delle sanzioni sugli scambi commerciali. Gran parte delle macchine da scrivere sono vecchio modello. L'apparecchiatura per la composizione tipografica è superata da diversi anni, dai 10 ai 25. Ironicamente, dato l'embargo, i tecnici si scusano di questo, e fanno domande sulle nuove tecnologie. Lo staff e gli operai mostrano una stupefacente creatività e tenacia nella loro abilità di saper sfruttare in ogni loro parte e di conoscere a fondo le loro apparecchiature obsolete, mantenendole produttive per molto tempo, anche quando da altre parti sarebbero già state buttate via. I lavoratori fanno pause regolari e ciascuno guadagna abbastanza da cavarsela ragionevolmente bene, grazie anche al basso costo della vita e agli ottimi servizi sociali. Coloro che hanno lavorato più a lungo o che ricoprono ruoli di maggior responsabilità o più tecnici, guadagnano di più, ma le promozioni sono frequenti, i corsi di formazione sono offerti a chiunque li richieda, e le linee di demarcazione della scala gerarchica sono più flessibili che in passato. Notiamo che le donne sono destinate principalmente ai ruoli di dattilografo e compositore tipografico, e di loro si dice che sono contente di fare questi lavori, ma che chiunque voglia dedicarsi a qualcosa più interessante può fare dei corsi gratuiti e ottenere una promozione quando si libera un posto di lavoro. Veniamo presentati al caporedattore, una donna - la sua è una posizione di grande responsabilità. Le chiediamo quanto guadagna rispetto a Mario, che è responsabile dell'intero stabilimento, e veniamo a sapere che il suo stipendio è un poco più alto perché fa un lavoro più specializzato. Intuendo la

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nostra sorpresa, Mario aggiunge rapidamente che lui ha tuttavia il benefit della macchina aziendale. Dice che non vuole che ci facciamo un'idea sbagliata. Sono riusciti a fare miracoli nella distribuzione dei redditi, ma non è ancora tutto perfetto. Ci stanno ancora lavorando. Lasciatemelo dire, con il rischio di sembrare ridicolo, che il vero rivoluzionario è guidato da un forte sentimento d'amore. E' impossibile pensare ad un autentico rivoluzionario che non abbia questa qualità. Questo è forse il dramma maggiore di un leader, conciliare uno spirito passionale con una mente fredda, rende dolorose le decisioni sebbene non si muova nessun muscolo ... In queste condizioni un rivoluzionario deve avere una buona dose di umanità, una buona dose di senso di giustizia e di verità, per evitare di cadere in dogmatismi estremi, di cadere in freddi scolarismi, di isolarsi dalle masse ... Soprattutto, essere sempre capace di sentire ogni ingiustizia commessa contro chiunque e dovunque nel mondo. Questa è la più bella qualità di un rivoluzionario. [Che Guevara Uomini e socialismo a Cuba]

Mario è di colore, e lo stesso vale per la maggior parte di coloro che lavorarono nella zone più rumorose dello stabile. Accetta le nostre critiche implicite, ma ci dice che il cambiamento richiede tempo. Vediamo una stanza in cui vengono preparate le lastre tipografiche ma dobbiamo uscire immediatamente - le esalazioni sono insopportabili. Chiediamo se chi lavora in questa stanza può godere di più tempo libero o se vi è una rotazione lavorativa, ma nessuno capisce neppure la domanda. Spieghiamo che lavorare in questa stanza, o nelle zone più rumorose della stanza tipografica, è molto meno desiderabile che lavorare in settori più tranquilli e più puliti, così chiediamo se questo sia compensato da qualcosa o se questo ruolo sia condiviso con gli altri. "No" rispondono divertiti "questo sarebbe impossibile. Ma gli operai possono andare a scuola e ottenere delle promozioni". Questa sequenza si ripete frequentemente durante la nostra visita. Senza neppure bisogno di chiedere, ci vengono continuamente descritte le tecnologie usate e le caratteristiche dei prodotti finiti. Ogni descrizione è accurata e appassionata, e ogni volta che facciamo domande, ci vengono date con entusiasmo risposte sui salari, sulle promozioni, sulla schedulazione del lavoro. Ciò nonostante, le domande sulle relazioni sociali, sui processi decisionali e sulle definizioni degli incarichi lavorativi, lasciano perplessi i nostri ospiti. Quando insistiamo, rispondono onestamente e senza irritazione, ma anche senza interesse. I nostri ospiti chiaramente trovano questa parte della discussione una perdita di tempo. Che importa stare a discutere una dimensione dell'organizzazione lavorativa che semplicemente non può essere diversa da come è? Ci spiegano come le scuole abbiano assorbito risorse molto scarse dal punto di vista degli investimenti, e di come, nonostante ciò, l'intera nuova generazione sia ben istruita. Ora le risorse possono essere distribuite nello stesso modo per altri fini, tra cui migliorare gli impianti per eliminare le esalazioni disgustose e nocive. Non abbiamo dubbi sulla bontà delle intenzioni di Mario e sulle sue speranze. Ma sembra non capire il concetto che, fino a quando esistono quelle stanze, nessuno dovrebbe lavorare là per più tempo di chiunque altro. Non si rende conto che, anche se dei ventilatori migliorerebbero la situazione, pensare di coinvolgere il personale dell'intero impianto nei processi decisionali è un'innovazione di livello superiore. Quando insistiamo su questo punto, non è ostile a queste idee, solo dubbioso. Chiediamo quali membri della nuova generazione - i quali hanno tutti una buona educazione scolastica - accetteranno di lavorare nella stanza con le esalazioni, quando tutti cercano di evitarla, e lui ammette che dovranno esserci dei cambiamenti. Noi chiediamo a che tipo di cambiamento allude, e lui dice che non lo sa con sicurezza, ma che già da ora, per avere un numero sufficiente di conducenti d'autobus - gli autobus puzzano e sono molto affollati - i nuovi assunti devono essere pagati con salari più alti rispetto a quelli di molti tecnici o manager. Gli chiediamo se condivide questo provvedimento, e risponde che certamente il loro lavoro è scomodo e stressante e quindi i conducenti si meritano di più. Mario non è affatto un cinico difensore delle élite privilegiate. Ma idealismo a parte, non ha alcuna nuova idea sull'organizzazione del lavoro. Riceviamo risposte simili da tutte le persone con cui parliamo. La rivoluzione ha vinto l'imperialismo e questo da alla gente orgoglio e senso di realizzazione. La rivoluzione ha ridotto drasticamente la povertà, il degrado, l'ignoranza, e ha innalzato di molto la qualità della vita. Ma la rivoluzione non ha ancora affrontato questioni come autogestione o solidarietà tra i lavoratori. Si tratta di un economia coordinativa in cui vi è grande entusiasmo ed idealismo nei i manager e nei tecnici. Ma ad ogni giorno che passa in cui questi leader danno nuovi ordini e accumulano nuovi vantaggi, un po’ del loro idealismo scivola via. I lavoratori godono di condizioni enormemente migliorate e hanno grandi speranze per i loro figli. Ma per

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ogni giorno passato ad inalare vapori, obbedire agli ordini e annoiarsi, un pò del loro ottimismo muore. Non sono pronti a gestire i posti dove loro stessi lavorano e neppure l'economia in generale, e questa situazione potrebbe diventare permanente. La democrazia, sia essa intesa come un'opportunità o come un risultato concreto, come un premio o come una pratica nei processi decisionali, è assente. Anche se la differenza tra la qualità della vita di tutti e quella di una ristretta elite in altri paesi della zona è molto più drammatica, i risultati raggiunti potrebbero rivelarsi insufficienti per la maggioranza dei cittadini se i rimanenti problemi non verranno affrontati. Simon Bolivar Press - la versione partecipativa Assumendo che non vi siano cambiamenti a livello di sviluppo economico, quali innovazioni porterebbe l'economia partecipativa alla Simon Bolivar Press? Cosa pensi che renderà soddisfatte le persone, a parte camminare liberamente e non avere nessun superiore? [Walt Whitman]

Già da subito la risposta dovrebbe essere piuttosto ovvia. Proprio come le priorità della rivoluzione anti imperialista erano sbarazzarsi dei capitalisti, eliminare la povertà, la fame, le malattie, e la corruzione, gli obiettivi di una rivoluzione economica partecipativa saranno quelli di introdurre consigli nei luoghi di lavoro e tra i consumatori, un consumo ugualitario, sistemi di mansioni bilanciati, e autogestione collettiva. La Simon Bolivar potrebbe cominciare con l'introdurre la rotazione lavorativa per quei compiti debilitanti e nocivi per la salute, con il ridurre le disuguaglianze di reddito e con l'incrementare la formazione lavorativa. Ma l'obiettivo della formazione non sarà più, per coloro che ne usufruiscono, un modo per fuggire dai lavori indesiderabili, lasciando che altri li facciano; dovrà invece permettere che i sistemi di mansioni risultino bilanciati riducendo al minimo la perdita in efficienza. Delle disparità temporanee potrebbero persistere a causa delle diverse capacità delle persone, ma a regime tali disparità si ridurrebbero. L'intera forza lavoro sarebbe regolarmente resa partecipe dei progetti che riguardano l'intero stabilimento, e se qualcuno avesse proposte di cambiamento in proposito, esse dovranno essere prese in considerazione prima di intraprendere il progetto. Nei consigli, inoltre, i lavoratori proporrebbero progetti e linee politiche da discutere e da votare. Nello stesso modo, le relazioni dello stabilimento con il comitato di pianificazione dell'isola cambierebbero nel momento in cui la pianificazione dall'alto venisse messa in discussione e fossero proposte delle alternative; ma alla fine, una volta sviluppata una sufficiente competenza ed esperienza, la Simon Bolivar Press, insieme ad altri enti, intraprenderebbe la pianificazione partecipativa decentralizzata, prima come un esperimento parallelo alle procedure tradizionali, e quindi come mezzo principale per sviluppare progetti nell'isola. L'impianto potrebbe ancora avere una stanza piena di terribili esalazioni per la preparazione delle lastre tipografiche. Ma ci sarebbero dei ventilatori a migliorare la situazione, e si lavorerebbe in questa stanza solo a brevi turni. Caricare le riviste sui camion rimarrà un lavoro massacrante. La composizione tipografica sarà ancora onerosa. Ma gli impiegati che facevano questi lavori tutto il giorno ora dedicheranno un tempo considerevolmente minore a queste mansioni, e più tempo a qualche attività creativa o ai corsi di formazione. Mario passerà più tempo non solo nella stanza della preparazione delle lastre tipografiche, ma anche alle presse tipografiche e alle banchine di carico. Continuerà a fare un po’ di lavoro manageriale, benché senza autorità unilaterale. L'entusiasmo per i miglioramenti allo stabilimento, sia nella forma di modifiche ai sistemi di mansioni, sia nelle innovazioni che non richiedono grossi investimenti, o in nuove tecnologie che permettano di eliminare lavori pesanti o nocivi, continuerà ad aumentare. Poiché lavorare alla Simon Bolivar Press è meno desiderabile della media, i suoi lavoratori lavoreranno lì 35 ore e ne faranno altre cinque in altri posti o nelle comunità in cui vivono, dedicandosi ad attività più piacevoli come fornire un aiuto in asili nidi o centri prescolastici o fare giardinaggio per la comunità. In stabilimenti tipografici più moderni i sistemi di mansioni sono più piacevoli rispetto alla media.

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Luoghi di Lavoro Partecipativi

Quindi là i lavoratori faranno soltanto 30 ore alla settimana, e altre 10 le dedicheranno a lavori agricoli o altri lavori pesanti nelle vicinanze. I comitati di bilanciamento dei lavori dovranno fare delle calibrazioni iniziali, che revisioneranno poi in modo continuo, basandosi sui dati riguardo le domande di lavoro in vari posti. Il risultato? Nella transizione dall'economia coordinativa a quella partecipativa, i redditi cresceranno in modo significativo per i due terzi della forza lavoro della Simon Bolivar Press, attualmente sottopagati. La qualità della vita lavorativa aumenterà in modo straordinario per quelli che prima facevano i lavori più umili, e in modo considerevole per gli altri. Per una relativa minoranza, la qualità della vita diminuirà da un punto di vista materiale ma non da quello psicologico. La qualità del prodotto finale migliorerà, insieme alla morale. Inoltre, i lavoratori torneranno a casa ogni giorno con più energia e maggiormente disposti a impegnarsi nella vita politica e sociale, migliorando ulteriormente le condizioni lavorative, ad esempio. La vita privata e la vita nella comunità, ne trarranno enormi benefici. Una visita all'impianto condotta dopo pochi anni dalla trasformazione partecipativa porrebbe l'accento principalmente sulla descrizione dei rapporti sociali e dei sistemi di mansioni. Ci verranno descritti i dettagli dell'autogestione. I lavoratori ci parleranno del cambiamento del morale e della partecipazione collettiva alle innovazioni. Il prodotto finale e la tecnologia saranno descritti con lo stesso orgoglio, ma l'enfasi sarà posta sul perché essi sono stati scelti, poiché questo sarà diventato un campo specifico di tutti i lavoratori, e non più compito esclusivo di un'élite pianificatrice. Se ora l'isola è una dimostrazione dei benefici dell'indipendenza dall'imperialismo, potrebbe diventare una prova del fatto che la liberazione dalla gerarchia tecnocratica è possibile. Organizzare consigli democratici di lavoratori, sistemi di mansioni bilanciati e pianificazione partecipativa è certamente difficile in assenza di una tecnologia avanzata, ma non impossibile. Il punto è che l'organizzazione partecipativa può funzionare a meraviglia non solo nei luoghi di lavoro che hanno accesso a metodi tecnologici avanzati, ma anche in quelle imprese dove vi sono soprattutto compiti manuali, nocivi e debilitanti, come quelli che ancora prevalgono in molti posti negli Stati Uniti e in gran parte del terzo mondo. Sicuramente, tuttavia, i coordinatori tendenzialmente opporranno resistenza a tali cambiamenti, proprio perché mettono in discussione i loro privilegi nel mondo sociale ed economico.

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Consumo Equo

Capitolo 3 Consumo Equo Che deplorevole e tragico errore! Dare reali opportunità al socialismo significa ricostruire da cima a fondo una società dominata dal riduttivo individualismo dei commercianti. Non si tratta, com'è stato detto a volte da coloro che indulgono in ovattate questioni metafisiche, soltanto di dare al lavoratore "l'intero prodotto del suo lavoro". La questione è dare una forma completamente diversa alle relazioni... nelle fabbriche, nei villaggi, nei magazzini, nella produzione e nella distribuzione dei beni. Tutte le relazioni tra gli individui e i grandi centri della popolazione devono essere ricostruite da capo, dal giorno stesso, dal momento stesso in cui si altera l'organizzazione economica esistente. - Peter Kropotkin Se la produzione è la base di ogni economia, il consumo ne rappresenta il cuore. Inoltre, l'organizzazione del consumo influisce sulla qualità della vita tanto quanto l'organizzazione del lavoro. In un sistema capitalistico, quando facciamo acquisti, abbiamo ogni sorta di incentivo a pensare solo a noi stessi ignorando l'ambiente, quelli che ci stanno accanto, e soprattutto i lavoratori che producono ciò di cui beneficiamo. La verità è che, nel capitalismo, è ridicolo prendere in considerazione gli altri. Per la virtù del carattere è importantissimo dilettarsi delle cose delle quali si deve e detestare quelle che si deve. [Aristotele Etica Nicomachea, Libro X]

Vendere un paese! Perché non vendere, allora, l'aria, le nuvole o il grande mare, così come la Terra stessa? [Tecumseh Discorsi al Governatore Harrison]

Mangiando un'insalata, non valutiamo la misera situazione dei lavoratori agricoli immigrati. Guidando una macchina non calcoliamo l'aumento di probabilità di contrarre il cancro per i bambini che giocano sul marciapiede accanto a cui passiamo. Ingenuamente, proprio quando consumiamo al di sopra dei nostri bisogni quello che potrebbe servire ad altri per sopravvivere, ignoriamo le implicazioni umane della nostra ingordigia. Sappiamo abbastanza poco degli altri. Ci sentiamo piuttosto impotenti per gli altri. Facciamo piuttosto poco per aiutare gli altri. Qualunque siano le nostre inclinazioni, i mercati ci forniscono i mezzi per tenere conto solamente del nostro stesso benessere. Indipendentemente dai nostri desideri, il nostro affanno per i beni materiali ostacola la solidarietà. Anche nell'individualismo selvaggio della nostra economia capitalista, possiamo immaginare una famiglia particolarmente unita che prenda decisioni collettivamente. Una tale famiglia, contrariamente alla situazione usuale di stampo patriarcale, potrebbe, con la partecipazione di tutti, stanziare i fondi per gli acquisti della famiglia stessa e decidere insieme quanto può spendere ciascun membro della famiglia al di fuori di quello che è stato pianificato. E anche se gli acquisti individuali di ogni membro della famiglia possono rimanere essenzialmente privati, potrebbe anche non essere necessariamente così. Ad esempio, data la particolare solidarietà di questa famiglia, probabilmente tutti i suoi componenti capiscono che ogni decisione riguardante i consumi ha delle implicazioni che si estendono oltre l'individuo che effettua il singolo consumo. Consideriamo un figlio che compra un set di percussioni o un padre che acquista una scatola di sigari. Poiché le conseguenze di queste acquisti, rumore e fumo, interesseranno tutti, tali acquisti non sono realmente privati. Più interessante è il fatto che il consumo di un componente della famiglia potrebbe influire sulla sua personalità, e dunque, in virtù di ciò, tutti quelli che fanno parte della sua cerchia sociale. Pensiamo a cosa può succedere se un padre spende tutta la sua quota in alcolici, e se una figlia spende la sua per il videogioco di Armageddon. Visto che l'intera famiglia ne subirà gli effetti, la famiglia ha tutto il diritto di intervenire in modo da mantenere il delicato equilibrio tra privacy, libertà e bisogno di promuovere un ambiente accettabile per tutti. Ma questi insoliti componenti familiari che abbiamo escogitato, sono in grado di valutare le reciproche situazioni semplicemente perché si comunicano tra loro una grande quantità di informazioni. Certamente, sarebbero in pochi ad auspicarsi un legame così stretto tra tutti i cittadini. Dopotutto, i componenti di una famiglia di

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Consumo Equo

fatto vivono insieme. Eppure, se l'economia partecipativa potesse emulare l'inusuale interesse interpersonale della nostra piccola famiglia per il bene del prossimo, e contemporaneamente proteggere il diritto di ogni persona all'autogestione e alla privacy, sicuramente contribuirebbe a superare la debilitante competizione tipica dell'usuale modello di consumo capitalistico. Norme di Consumo Alcune decisioni sui consumi privati coinvolgono principalmente l'individuo consumatore e il lavoratore che produce ciò che viene consumato. Altre decisioni sui consumi personali coinvolgono una più ampia gamma di attori economici. Il concetto di "esternalità", con cui intendiamo che ciascun atto economico influenza altre persone oltre quelle coinvolte in modo diretto, è applicabile ai nostri esempi, e, in realtà, si può dire che tutti i beni di consumo abbiano vari gradi di impatto esterno. Segue che ogni consumatore debba avere un diritto di parola grosso modo proporzionale agli impatti che subisce, e se le decisioni in campo economico devono promuovere la varietà e la solidarietà, abbiamo bisogno di un mezzo con cui i vari attori possano interagire prima che le decisioni vengano prese. Inoltre, affinché il lavoro abbia effetti socialmente benefici ed equi, lavoratori e consumatori dovranno interagire in modo critico nella pianificazione delle attività economiche interessate. Anche se i mezzi per consentire ai consumatori di interagire con i lavoratori e con altri consumatori dipendono dal sistema di distribuzione che deve ancora essere discusso, possiamo almeno indicare delle modalità, che potrebbero essere usate da alcuni consumatori riuniti in consigli, per valutare le richieste di consumo. Consigli per il consumo Nel momento in cui un uomo ottiene del denaro, molte persone sono tentate di ottenerne allo stesso modo, anche se lui considera l'intero genere umano quasi come suo nemico e pensa generalmente che anche gli altri potrebbero diventare ricchi se solo si occupassero degli affari come lui. Capiamoci, io non do la colpa a queste persone ... Dobbiamo ricordare che l'arricchimento di persone singole viene prodotto spontaneamente dal sistema. Io non le biasimo. Biasimo il sistema stesso. [Robert Ingersoll Sermone laico]

Il consumo partecipativo sarà organizzato mediante un sistema di consigli di consumatori via via allargati fino a costituire federazioni di consumatori. All'interno di ciascun consiglio i consumatori prenderanno decisioni collettivamente, tenendo conto del diritto di ciascun individuo a non subire la prepotenza della maggioranza e dell'importanza del promuovere la varietà. Una comunicazione trasparente tra i consigli permetterà una supervisione collettiva in cui non vi sia il predominio di nessuno e in cui non vi siano violazioni di privacy. Ciascun individuo deciderà ciò che vuole consumare, tenendo conto del benessere del lavoratore che fornisce il prodotto finale. Nei consigli di consumatori di quartiere, i partecipanti discuteranno le implicazioni sui lavoratori dei loro propositi di consumo, e di conseguenza formuleranno le loro richieste. Per ora assumiamo che le procedure di allocazione permettano, ai consigli di quartiere, di avere dati sulle risorse disponibili per i miglioramenti nel quartiere e per gli acquisti dei singoli individui. Tre principi guideranno i processi decisionali riguardanti il consumo. 1. 2.

3.

"... permettendo ai gruppi di decidere per primi sui consumi collettivi, il sistema assicura che i "beni di utilità pubblica" saranno "acquistati" con dei contributi proporzionati da tutti coloro che sono interessati, prima che vengano prese decisioni private."

Le decisioni sul consumo collettivo saranno prese collettivamente e valutate da tutti i consigli interessati; le decisioni sullo stanziamento di risorse destinate a ciascun membro del consiglio dipenderanno dalla sua storia, dalle sue esperienze di lavoro e dai suoi bisogni, e saranno soggette ad una supervisione collettiva per garantire una distribuzione equa e per consentire la sperimentazione; le decisioni su ciò che ciascuno spera di consumare potranno essere collettivamente contestate dagli altri membri del consigli, benché con garanzie specifiche che assicurino la libertà individuale e la privacy.

Nel nostro modello, ciascun consiglio di quartiere sarà parte di un più grande consiglio di distretto, contea, regione, stato e della federazione nazionale di consigli. Le unità più ampie prenderanno decisioni sui consumi collettivi per prime perché le loro scelte spesso hanno implicazioni sui bisogni che potrebbero avere le unità più piccole o gli individui stessi. Ad esempio, se una contea decide di costruire una struttura sportiva per l'atletica interamente equipaggiata, questo

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naturalmente diminuirebbe il bisogno di ciascun quartiere o di ciascun individuo di avere una propria piccola struttura sportiva privata. Dunque, permettendo ai gruppi di decidere per primi sui consumi collettivi, il sistema assicura che i "beni di utilità pubblica" saranno "acquistati" con dei contributi proporzionati da tutti coloro che sono interessati, prima che vengano prese decisioni private. Le decisioni private, a loro volta, verranno prese alla luce delle scelte collettive. Politiche Partecipative Il buon senso è, di tutte le cose del mondo, quella più equamente distribuita, dato che ognuno pensa di esserne così ben dotato, che perfino quelli che sono più difficili da soddisfare riguardo ad altri beni non desiderano mai averne di più di quello già è in loro possesso. [Renè Descartes Discorso sul Metodo]

Quando la gente valuta i propri bisogni e le proprie richieste di prodotti, che norme applica? Quali regole proteggono i diritti personali? Poiché il denaro nel suo senso usuale non verrà usato, questione che dovremo analizzare in maggior dettaglio nei prossimi capitoli, cosa assicurerà l'equità? Come sono bilanciati il benessere collettivo e quello di ciascun individuo? Se pensiamo a come vorremmo che gli altri si pongano rispetto ai nostri consumi e a come vorremmo essere in grado di porci rispetto ai loro, subito emergono delle "regole naturali". Se stessimo cercando di ottenere di più rispetto alla media, penseremmo che sarebbe giusto da parte degli altri chiederci perché dovremmo avere più della media. Similmente vorremmo avere il diritto di fare una tale richiesta a chiunque chieda più della media. Possiamo immagine molte situazioni che ci facciano accettare delle richieste al di sopra della media da parte di qualcuno. Ad esempio, qualcuno potrebbe avere dei bisogni fuori della norma a causa di una malattia, o a causa di qualche progetto a corto termine che sta intraprendendo. In tal caso potrebbe proporre di consumare meno in futuro, per consumare di più adesso; a tutti gli effetti prende un prestito sui suoi diritti futuri. Oppure qualcuno potrebbe aver consumato meno in passato, e questo giustificherebbe ora un consumo più alto della media.

"Quello che stiamo dicendo è che poiché il consumo di ciascuna persona interessa l'intera comunità, persone che vivono nella solidarietà reciproca potrebbero desiderare esprimere ciò che pensano a proposito di richieste fuori della norma o socialmente invadenti o dannose."

Se una persona fa delle richieste al di sopra della media, gli altri possono pretendere delle spiegazioni, e se la sua risposta non dovesse essere convincente, gli altri potrebbero chiedergli di moderare le sue richieste. Anche nel caso di richieste nella media o inferiori, gli altri hanno il diritto di chiedere perché qualcuno dovrebbe desiderare determinate cose che appaiano poco salutari, proprio come può accadere già adesso nelle famiglie. Ma nessun individuo sarebbe obbligato a rispondere a tali domande, ne le richieste di questo tipo potrebbero essere negate dagli altri membri del consiglio di consumatori, solamente su queste basi. In realtà, il tutto potrebbe essere anonimo, i dettagli delle proposte potrebbero essere fatti in privato, ed essere valutati senza che vengano fatti nomi, così che le cose non sarebbero rese pubbliche in modo offensivo, non vi sarebbero indiscrezioni, e neppure un modo di organizzare i consumi con troppe regole. Quello che stiamo dicendo è che poiché il consumo di ciascuna persona interessa l'intera comunità, persone che vivono nella solidarietà reciproca potrebbero desiderare di esprimere ciò che pensano a proposito di richieste fuori della norma o socialmente invadenti o dannose. Se una richiesta di consumo indica che nel mio quartiere c'è un alcolista, mentre l'anonimato mi impedirà di sapere di chi si tratta, avrò comunque la possibilità di fare delle pressioni sull'anonimo individuo perché cerchi di moderarsi o di intraprendere una terapia. Il diritto sacrosanto alla scelta di ciascun individuo è quindi assicurato dal fatto che si tratta sempre di una scelta privata, dal diritto di ognuno di consumare qualunque cosa non danneggi gli altri nei limiti della propria quota stanziata, e inoltre dal diritto di consumare, se lo si preferisce, essenzialmente come individui in qualità di consigli composti di una sola persona, anche se un tale comportamento comporterebbe la perdita di molte convenienze date dalla collettività. D'altra parte, rimane assicurato il diritto della collettività di giudicare le richieste eccessive, o di argomentare contro consumi antisociali o in qualche modo dannosi. Siamo in grado, ora, di formulare le prime due regole comportamentali per il consumo.

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Preferisco piuttosto arrugginire fino alla morte, che venir frullato fino ad esser ridotto al lumicino da questa specie di moto perpetuo. [Shakespeare Enrico IV]

Per garantire l'equità, deve esserci una misura del consumo medio procapite relativo a ciascun individuo, a ciascun quartiere, regione, stato, e deve esserci un modo per assicurare che individui, quartieri, regioni, stati non abbiano un consumo al di sopra della media, a meno che non ricevano dagli altri il permesso per farlo. Richieste per beni e servizi che pongono sui potenziali produttivi della società un carico al di sopra della media possono essere bocciati durante i consigli di consumatori sulla base del principio dell'equità. Per garantire il diritto alla privacy e il controllo sugli acquisti personali di ciascuno, le richieste nella media o al di sotto della media, non devono essere soggette a supervisioni eccessive e, le persone che lo desiderano, se sono disposte a subire le perdite dovute all'abbandono dei vantaggi del consumo collettivo, possono decidere di agire come consiglio di consumatori composto di una sola persona.

A prima vista, può sembrare che questo sistema richieda troppo tempo o sia troppo invadente. Procedendo vedremo come in realtà richiede meno tempo e rispetta ciascun attore molto più di quanto faccia il modello di consumo capitalista. Lo stesso accadrà con la gestione contabile; benché possa sembrare che essa richieda un metodo tradizionale, basato sul mercato, sull'imposizione dei prezzi e sul pagamento, presto presenteremo procedure alternative di distribuzione dei beni, più consistenti con gli obiettivi partecipativi. La seconda norma che regolerebbe il consumo partecipativo, comporta un delicato equilibrio tra i bisogni di chi consuma e i bisogni di chi produce. Ogni volta che i consumatori richiedono, per un determinato prodotto, più di quanto i produttori si stanno proponendo di produrre, deve essere fatta una valutazione. L'eccesso di domanda per un certo prodotto è semplicemente il risultato di un'errata allocazione di risorse e lavoratori? Se è così, lavoratori e risorse saranno spostati da determinate industrie ad altre. Oppure l'eccesso di domanda è generale? In questo caso sarà opportuno un dibattito sul desiderabile livello di consumo da una parte e la necessità di tempo libero dall'altra. Per fare un esempio concreto, vogliamo spostare dei lavoratori dalla produzione di ravanelli, per cui c'è relativamente poca richiesta, a quella della pesche, per cui la richiesta relativa è più alta? Voglio veramente lavorare di più perché i consumatori di pesche siano soddisfatti? Voglio veramente ordinare così tante pesche quando so che i produttori di pesche sono già sovraccarichi di lavoro e so che non possono essere trasferiti facilmente dei lavoratori su quell'area?

"... una delle nostre responsabilità è contribuire alla società e realizzare le nostre potenzialità sociali lavorando al meglio della nostre capacità. Un diritto che da ciò deriva è di godere i frutti del lavoro economico generalizzato, consumando la nostra giusta parte."

Abbiamo già stabilito che in un'economia partecipativa ciascun individuo lavora ad un sistema di mansioni grosso modo nella media, e richiede un insieme di beni di consumo grosso modo nella media, anche se tali richieste possono essere molto diverse nel contenuto. Stiamo assumendo, fino a che non possiamo dimostrarlo, che richieste ed "offerte" possono essere conciliate per mezzo del nostro sistema di pianificazione in modo che siano mantenute l'equità e l'autogestione collettiva, e promuovendo allo stesso tempo un utilizzo efficiente delle risorse. Anche se assumiamo di basarci su un sistema in cui lavoratori e consumatori tengono conto dei loro bisogni reciproci, dobbiamo ovviamente anticipare che spesso i consumatori richiederanno una quantità maggiore di determinati prodotti, rispetto a quanto i lavoratori siano preparati a produrre. In questi casi, la nostra dinamica di distribuzione dei beni di consumo deve promuovere soluzioni eque, ma anche prima di descrivere come l'allocazione partecipativa equilibrerà in modo efficiente ed umano domanda e offerta, possiamo utilmente anticipare qualche punto sulla regolazione del consumo. Per prima cosa, nel caso in cui ve ne sia ragione, si dovrebbe avere la possibilità di incrementare i propri consumi in un determinato anno, non solo quando si è consumato meno l'anno precedente, cioè risparmiando, ma anche promettendo di consumare meno l'anno a venire, cioè prendendo un prestito. Similmente dovrebbe essere possibile lavorare di più o fare un lavoro più pesante, per "guadagnare" un ulteriore potere d'acquisto, per potersi così permettere un viaggio in più o un nuovo computer. Come può accadere questo?

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Looking forward Noi già prevediamo una struttura della società dove la libertà degli individui non sarà limitata da leggi, da vincoli o da altro, ma dal proprio ambiente sociale, e dalla necessità che ognuno sente nel trovare cooperazione, sostegno, e solidarietà nei confronti dei propri vicini. [Kropotkin Pamphlet Rivoluzionari]

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Come il lettore avrà notato già da subito, nell'economia partecipativa non "guadagniamo" uno stipendio che ci da dunque il diritto a spendere, in senso tradizionale. Invece, una delle nostre responsabilità è contribuire alla società e realizzare le nostre potenzialità sociali lavorando al meglio della nostra capacità. Un diritto che deriva da ciò è di godere i frutti del lavoro economico generalizzato, consumando la nostra giusta parte. Nell'economia partecipativa non tutti devono scegliere di esercitare esattamente gli stessi sforzi nella produzione per avere in cambio esattamente gli stessi diritti al consumo. Il principio generale è che il consumo dovrebbe essere correlato a un qualche sforzo o sacrificio personale per il bene della società. Ma l'economia partecipativa dovrebbe permettere a ciascuno, se lo desidera, di fare un lavoro più pesante per aver diritto a dei consumi extra, o ad un lavoro meno pesante corrispondente ad un minor consumo, sempre che i risultati di ciò non siano socialmente dannosi. Nella nostra discussione dei posti di lavoro, abbiamo spiegato che ognuno dovrebbe lavorare ad un sistema di mansioni bilanciato. Quando una persona ha un sistema di mansioni in un particolare posto di lavoro le cui caratteristiche sono meno desiderabili della media, passerà una parte del suo orario lavorativo a fare un lavoro più piacevole da qualche altra parte. Allo stesso modo, quelli che hanno sistemi di mansioni in luoghi di lavoro le cui qualità sono al di sopra della desiderabilità media, passerà del tempo a svolgere qualche mansione di routine da altre parti, in modo che il lavoro complessivo delle persone abbia grosso modo lo stesso impatto qualitativo. Se questo è vero, il numero di ore lavorative può servire come una grossolana misura del contributo di ciascuno, nel senso della disponibilità offerta, o del sacrificio personale a cui si è sottoposti per il beneficio di altri. Se si vuole "lavorare di più" per poter poi "consumare di più", si avrebbe solo bisogno di lavorare delle ore in più. Equità e solidarietà rimarrebbero assicurate.

La "deumanizzazione", che segna non solo quelli a cui l'umanità è stata rubata ma anche quelli (in modi differenti) che l'hanno rubata, è una distorsione della vocazione a divenire più pienamente umano ... Questo, allora, è il grande compito umano e storico degli oppressi: liberare sia loro stessi sia i loro oppressori. [Paulo Freire Pedagogia degli oppressi]

Ci si aspetta che tutti gli adulti idonei lavorino un numero di ore sociale medio, ad un sistema di mansioni medio. Tutto questo emerge come funzione del desiderio collettivo generale della gente di beni, servizi o investimenti per crescita futura, rispetto al loro desiderio di tempo libero. Tutti quelli che si comportano in questo modo avranno diritto ad un insieme di beni di consumo (o di risparmi) il cui valore sia uguale alla media sociale. Coloro che vogliono chiedere di più hanno la possibilità di fare così: possono prendere un prestito sui consumi futuri, riscuotere i passati risparmi, riscuotere del lavoro straordinario, o chiedere agli altri il permesso di consumare più della media per ragioni particolari. Le modeste richieste di consumo sono immuni dal veto da parte degli altri consumatori, assicurando quindi libertà individuale e diritto di sperimentazione, anche se quando una richiesta appare dannosa, c'è la possibilità che venga discussa. Inoltre, quelli che vogliono lavorare meno possono farlo, entro certi limiti, e se trovano dei posti di lavoro che gli permettono di farlo, acconsentendo però a consumare meno. Le decisioni collettive verranno prese prima che vengano fatte le richieste individuali e tramite una votazione a maggioranza, purché venga data alle grandi minoranze ogni opportunità non solo di mettere in atto la loro idea, ma anche di trovare dei compromessi nelle richieste collettive dei consumi, per renderle accettabili grossomodo a tutti. Sarà fatto ogni sforzo per assicurare che, non solo ognuno abbia diritto di parola, ma che tutti possano influenzare la decisione collettiva finale. Nel prossimo capitolo, alcuni esempi renderanno ulteriormente chiare le norme di consumo.

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Consumo Partecipativo

Capitolo 4 Consumo Partecipativo Niente al mondo è singolo, e tutto per divina legge in una forza si incontra e si confonde. - Percy Bysshe Shelley Immagina che non esista proprietà Mi chiedo se sia possibile - John Lennon Si chiamava George F. Babbitt, e ... era abile nel cercare e vendere case ad un prezzo maggiore di quanto le persone potevano permettersi di pagare. [Sinclair Lewis Babbitt]

Nel capitolo due abbiamo confrontato luoghi di lavoro capitalistici e partecipativi, discutendo una casa editrice, una stamperia, e un aeroporto. In questo capitolo metteremo a confronto il consumo capitalistico con quello partecipativo adottando il punto di vista di persone ipotetiche, di una comunità ipotetica, e di contee ipotetiche, allo scopo di chiarire le alternative. Descriveremo qualche possibile modo di organizzare le attività, ma si tenga presente che molte altre scelte possono essere ugualmente compatibili con le regole partecipative. Consumo Collettivo Il caso capitalista Come sono organizzati i milioni di cittadini di una contea capitalistica in modo che i loro desideri possano essere tradotti in una determinata domanda di beni di usufruizione "pubblica"? Chi decide? Chi paga?

In ogni lacrima di ogni uomo, in ogni lacrima di paura d'infante, in ogni voce, in ogni divieto, porto le manette del falso intelletto. [William Blake Londra, 1791]

Dobbiamo considerare le spese per strade, scuole, ospedali, parcheggi, protezione civile, e servizi sociali. Questo non esaurisce ancora l'insieme di "beni" di cui usufruiscono collettivamente i membri della contea, che chiameremo Jefferson Park. Ad esempio, c'è l'aspetto esteriore della contea, determinato in gran parte dalla scelte architettoniche. E c'è lo stato di salute ambientale della contea, determinato dagli standard secondo cui si misura l'inquinamento, e dalla disponibilità di beni ecologicamente affidabili. Quindi non soltanto quei beni che sono ritenuti "pubblici" vanno a costituire il "consumo collettivo" della contea. Nella Jefferson Park capitalistica, il governo della contea decide sull'insieme dei beni che saranno pubblici e quali tasse saranno imposte per pagarli. Ma nella Jefferson Park capitalistica inevitabilmente il governo sarà al servizio di quei gruppi di pressione che esercitano il potere in proporzione alla loro ricchezza. Verranno messi semafori e ripavimentate le strade nelle zone riservate alle classi sociali alte e medie. Nei ghetti verranno scaricati i rifiuti tossici. Il governo della contea determina anche la dislocazione di edifici pubblici e privati, e lo farà mediante ordinanze per la divisione in zone che rispondono alle pressioni ricevute, visto che la ricchezza delle persone che votano è più importante del loro numero. Consideriamo gli ospedali. Quanti ce ne sono nella contea di Jefferson Park? Come sono progettati? Quali malattie trattano? Il numero di ospedali privati dipenderà da quanto saranno invogliati ad investire coloro che hanno capitali, il che a sua volta dipenderà dagli sforzi del governo della contea di fornire servizi. Il numero di ospedali pubblici dipenderà dalla disponibilità economica della contea, su cui a sua volta influisce la tassazione che è però osteggiata da chi fa affari. In un sistema in cui chi paga i suonatori sceglie la musica, il progetto di un qualunque ospedale e la strutturazione delle sue risorse rifletteranno in modo naturale le preferenze dei finanziatori. Se i pazienti di un ospedale sono ricchi, i prezzi alti saranno giustificati dal fatto di fornire stanze piacevoli, ottime cure, e tutte le possibili comodità, e l'ospedale sarà privato. Se i pazienti dell'ospedale sono poveri, gran parte delle sue entrate verranno da ciò che è stato stanziato dalla

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Consumo Partecipativo

contea, e la crisi dei bilanci pubblici renderà necessaria una riduzione dei costi e una crescente "mole di lavoro" giornaliera. Le comodità offerte non si trasformeranno in profitti. La disposizione delle risorse sarà dettata dai criteri di rapidità e di parsimonia, non di comodità e di qualità delle cure. Penso che non dovrei mai guardare amorevolmente un cartello pubblicitario come un albero, infatti, a meno che il cartellone non cada, non vedrò mai l'albero. [Ogden Nash Song of the Open Road]

L'influenza del denaro nella politica della contea darà luogo ad una "assennata" passività diffusa nella contea di Jefferson Park. Da una parte la lotta per la sopravvivenza quotidiana non lascia molto tempo libero, dall'altra i funzionari della contea si sentono obbligati nei confronti dei ricchi donatori; la politica della contea, per la maggioranza delle persone, si ridurrà ad ignoranza e passività riguardo le decisioni importanti, con qualche occasionale scoppio d'ira di fronte alla corruzione, all'incompetenza o ad un carico di tasse enormemente sproporzionato rispetto ai benefici ricevuti. Il risultato è che gran parte della popolazione avrà pochi strumenti per decidere se debba essere costruito un ospedale, secondo quale progetto, e a chi debba servire. Lo stesso vale per la costruzione e la riparazione di strade, caserme per i pompieri, aeroporti, per l'ubicazione di complessi industriali, l'ubicazione e la qualità di scuole, librerie, centri di ricreazione, distretti sanitari, e per decidere in quali proporzioni e con quale incidenza pagare tasse per queste strutture. Le persone più coinvolte raramente influenzeranno i risultati. Gran parte dei "consumatori" di Jefferson Park non sapranno mai neppure quali questioni sono in gioco. Quali alternative ci sono? Cosa possiamo fare per non lasciare le decisioni ai burocrati di governo? I conservatori insistono che la soluzione sta nel prendere decisioni al di fuori del controllo del "governo" - le cui decisioni sono spesso corrotte e, come dice Milton Friedman, distorte e "necessariamente" coercitive - e lasciarle al mercato, dove "tutte le scelte sono volontarie, e la libertà è assicurata". Ma questo è assurdo. Decisioni su parchi, strade, scuole, protezione civile, sono decisioni che interessano un gran numero di persone. Persino gli economisti della corrente principale hanno da tempo riconosciuto che non vi è nulla di efficiente, ancor meno di democratico, nel lasciare tali decisioni al mercato. Queste decisioni dovrebbero essere prese collettivamente. Il problema sta nel come farlo in modo che sia garantito che tutti abbiano un'uguale e reale opportunità di partecipare senza che nessuno perda del tempo prezioso. Il caso Partecipativo

Nella contea di Martin Luther King, singoli individui, quartieri, e gruppi di persone interessate a farlo, sottoporranno le proprie idee per progetti di consumo collettivo.

Nella contea partecipativa Martin Luther King (MLK), tutti i cittadini appartengono al loro consiglio di quartiere, al loro consiglio di distretto, al consiglio di MLK. Con questa struttura non tutti i membri dei consigli di contea o di distretto devono necessariamente assistere a tutte le riunioni dei consigli di distretto o di contea. Qualche volta, per questioni veramente importanti, le decisioni verranno prese mediante un referendum che coinvolga tutti i membri. Altre volte, i consigli di quartiere manderanno a votare solo dei rappresentanti al consiglio di distretto, e lo stesso varrà per i consigli di distretto e quello di contea. Le riunioni saranno sempre aperte, e per argomenti importanti, saranno trasmesse in televisione prima dei referendum. Inoltre, uno dei luoghi di lavoro della contea è costituito dal Comitato di Assistenza per il Consumo Collettivo (CCFB) che ha l'incarico di facilitare i processi decisionali riguardanti i consumi collettivi della contea. Il CCFB è regolato dalle stesse norme partecipative che si applicano negli altri luoghi di lavoro. Ciascun consiglio di quartiere e di distretto avrà il suo proprio piccolo CCFB che possa facilitare le decisioni sui propri consumi collettivi, e lo stesso varrà per città, stati, regioni. Così ci sarà il "livello" del singolo individuo, il "livello" del quartiere, il "livello" del distretto, e il "livello" della contea. Per capire pienamente l'importanza della collettività del consumo è necessario metterlo in relazione con la pianificazione di tutte le decisioni economiche, che discuteremo più avanti. Qui, comunque, possiamo descrivere le istituzioni locali di rilievo e la logica di alcuni dei loro metodi operativi.

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Looking forward Perché i lavoratori dovrebbero essere d’accordo ad essere schiavi in una struttura essenzialmente autoritaria? Essi dovrebbero avere il controllo su loro stessi. Perché le comunità non dovrebbero avere una voce preponderante nel decidere su istituzioni che influiscono sulla loro vita? [Noam Chomsky Linguaggio e politica]

Consumo Partecipativo

La contea MLK opererà pianificazioni e determinerà le priorità di consumo collettivo a breve e lungo termine. Sceglierà tra progetti di vario tipo come nuove palestre, centri culturali, ospedali, scuole, reti di trasporti pubblici, oppure sceglierà di non costruire nulla di nuovo. Il consiglio della contea prende decisioni mediante referendum fatti sull'intero consiglio sulla base di una serie di proposte. Le alternative di consumo collettivo in concorrenza tra loro emergeranno a prescindere dalla comunicazione tra il CCFB e i rappresentanti del consiglio di contea provenienti dai consigli di quartiere. Il CCFB ha dati sulle pianificazioni degli anni precedenti, come pure sui progetti che non sono stati approvati l'anno precedente. Un primo insieme di opzioni comprenderà una conservazione della pianificazione corrente, un elenco di altri progetti precedentemente proposti e poi cancellati, e un elenco di proposte di nuovi possibili progetti di consumo collettivo ricevuti dal CCFB dai consigli di quartiere, dai singoli individui e dai luoghi di lavoro durante l'anno. Le procedure di pianificazione (discusse nei prossimi due capitoli) lavorano quindi su queste molteplici possibilità per trarne opzioni più precise, così che la scelta possa essere fatta mediante un referendum della contea. Benché una maggiore partecipazione dei cittadini richieda che essi dedichino più tempo alla gestione dei consumi collettivi, occorrerà meno tempo per prendere parte a queste pianificazioni di consumo collettivo, rispetto a quanto ne occorreva prima per compensare la mancanza di servizi sociali, indotta da decisioni motivate dal profitto nella logica dei mercati.

Immobile come un albero nel suo terreno specifico, per cavare nutrimento, riprodursi e marcire. [Alexander Pope An Essay on Man]

Una volta determinate le scelte di consumo collettivo della contea, i consigli di distretto e di quartiere considereranno altre problematiche; come migliorare le strutture collettive di assistenza, pianificare le consegne di cibo, piantare nuovi alberi nei parchi, programmare le attività della piscina, costruire delle nuove sale cinematografiche, ampliare la biblioteca locale. I comitati CCFB di quartiere faciliteranno tali decisioni elencando scelte e illustrando i loro possibili effetti. Invece della partecipazione dell'intera contea, solo i membri del distretto o del quartiere interessato parteciperanno alle votazioni, anche se alla fine il piano di ciascun quartiere sarà riassunto nel piano per l'intera contea, a sua volta riassunto nel piano per l'intera società. La differenza tra la contea capitalista Jefferson Park e la contea partecipativa Martin Luther King dovrebbe essere chiara. Nel caso capitalista, il consumo collettivo soccombe alla volontà della burocrazia di governo e al potere degli interessi privati. La definizione di possibilità, e il loro perfezionamento in scelte finali, dipende da soggetti "professionali" che subiscono la pressione di lobby private. Gran parte dei cittadini rimangono estranei alle decisioni; queste ultime rispondono solo agli interessi delle élite potenti motivate dal desiderio di massimizzare i propri profitti e il proprio status sociale. Nella contea di Martin Luther King, singoli individui, quartieri, e gruppi di persone interessate a farlo, sottoporranno le proprie idee per progetti di consumo collettivo. I lavoratori che prestano servizio ai CCFB perfezioneranno queste proposte in modo che diventino possibilità coerenti, i cui effetti possano essere confrontati. I loro posti di lavoro saranno strutturati in modo che chi lavora nei CCFB non abbia interessi personali da avanzare, e in qualsiasi occasione il consumo collettivo finale sarà discusso da tutti quelli che desiderano partecipare, e le decisioni finali verranno prese mediante votazioni democratiche che terranno conto dei diversi effetti che le decisioni potrebbero avere sui diversi elettori. Consumo Individuale Il caso capitalista Nel capitalismo, l'acquisto è la quinta essenza dell'attività economica. Vivere per comprare; comprare fino alla morte. Ma nel capitalismo, quando consumiamo conosciamo poco riguardo ciò che gli altri devono fare per produrre ciò che

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Consumo Partecipativo

consumiamo. Anche se volessimo, abbiamo poche possibilità di moderare le nostre richieste preoccupandoci dei produttori. Possiamo solo rispettare i limiti imposti dalla disponibilità dei prodotti, dalla nostra disponibilità economica e dei nostri desideri. Un tocco di disonestà è parte della vera essenza del mercanteggiare privato. Quando un contadino compra un cavallo, lo utilizza in ogni modo possibile. Se rivende lo stesso cavallo un anno dopo, sarà diventato più giovane, migliore e più forte ... La nostra merce sarà sempre la migliore, quella degli altri la peggiore. Deprecare un concorrente in affari – una deprecabilità che usualmente è priva della piena onestà - è una parte essenziale del processo commerciale. [Wilhelm Reich Psicologia di massa del fascismo]

Abbandoniamo la vecchia forma dell'oscena malattia, abbandoniamo la stringente sete d'oro; abbandoniamo le mille guerre del passato, accogliamo mille anni di pace. [Alfred North Tennyson Collected Works]

Ma cosa determina la disponibilità? Gli scopi e le ragioni dei proprietari dei prodotti, cosa che restringe significativamente le possibilità di consumo. E chi ci dice cosa ci offre il mercato? Confezione, pubblicità e passaparola, nessuno dei quali è attendibile. E come determiniamo la nostra disponibilità economica? Paga, stipendio ed altre forme di ricchezza privata, enormemente disuguale. E quali altre ulteriori pressioni ci influenzano per comprare più di questo o di quello? Le norme di genere, di classe e di comportamenti culturalmente circoscritti che ci impongono di "fare la bella vita", le richieste del lavoro, la pressione di cercare lo status attraverso il consumo e, in assenza di alternative sociali attuabili, la necessità di trovare quasi tutti i piaceri dalle comodità private. L'assurdità del consumo nel capitalismo è difficile da riconoscere, per noi "integrati". Nel romanzo di fantascienza "Gli spossessati" (Avon, 1974), Ursula Le Guin immagina che un personaggio chiamato Shevek, proveniente da un pianeta privo di consumismo, visiti un centro commerciale capitalistico. La sua reazione è la seguente: "Saemtenevia Prospect era lungo due miglia ed era pieno di cose da comprare e cose da vendere. Cappotti, vestiti, abiti, accappatoi, calzoni, calzoni alla zuava, magliette, ombrelli, abiti da mettersi quando si dorme, mentre si nuota, mentre si fa sport, mentre si è ad una festa di sera, mentre si è ad una festa nel pomeriggio, mentre si è ad una festa in campagna, mentre si viaggia, quando si è a teatro, quando si cavalca, si fa del giardinaggio, si ricevono gli ospiti, mentre si va in barca, mentre si cena, mentre si va a caccia - tutti differenti, tutti in centinaia di diversi tagli, stili, colori, tessuti e materiali. Profumi, orologi, lampade, statue, cosmetici, candele, quadri, macchine fotografiche, cuscini, gioielli, tappeti; stuzzicadenti, calendari, sonagli per bambini in platino con manici di cristallo, macchine elettriche per temperare le matite, orologi da polso con i numeri fatti di diamante, statuette, souvenir, ricordini, cianfrusaglie e bric-a-brac, ciascuno dei quali o inutilizzabile o dall'utilità nascosta dagli ornamenti; ettari di lussuria; ettari di immondizia. Dopo un blocco iniziale, Shevek si sentì completamente esausto. Non poteva guardare null'altro. Voleva nascondere i suoi occhi. Ma la cosa che a Shevek sembrava più strana, di quell'incubo, era che quasi nulla delle milioni di cose che si vendevano erano state prodotte lì. In quel posto venivano solo vendute. Dov'erano i lavoratori, i minatori, i tessitori, i chimici, gli scultori, i tintori, i disegnatori, i macchinisti, dov'erano le mani e la gente che aveva fatto tutte queste cose? Fuori dalla vista, eppure da qualche parte. Oltre i muri. Tutte le persone in tutti i negozi erano acquirenti o venditori. Le relazioni reciproche non erano tra le idee ma tra il possesso. Come poteva sapere se la produzione comportava qualcosa di buono? Come potevano aspettarsi da lui, che avrebbe deciso di comprare qualcosa? L'intera esperienza fu totalmente sconcertante. I suoi ospiti abitavano uno strano mondo, i compratori di tutto; erano realmente capaci di tali atti giornalieri di irresponsabilità sociale?"

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Sono un uomo invisibile ... sono fatto di sostanza, di carne ed ossa, fibre e liquidi - e potrei anche dire di possedere una mente. Io sono invisibile, incomprensibile, semplicemente perché la gente si rifiuta di guardarmi. [Ralph Ellison L'uomo invisibile]

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Il caso Partecipativo Alcuni abitanti della contea di Martin Luther King vivranno soli, altri in famiglie tradizionali. Alcuni vivranno con pochi amici, altri vivranno in delle comuni dove le abitazioni sono messe in comunione e dove la collettività condivide varie risorse, responsabilità ecc. Tutte queste differenti unità, negli stili di vita, confluiranno nei consigli di consumatori del quartiere. Scegliendo una particolare forma di vita collettiva, come potrebbe essere organizzata una comunità? La comunità Emma Goldman (EG) ha sessantasette membri, di cui trentacinque hanno un'età compresa tra i pochi mesi ed i diciassette anni. Dei trentadue "adulti", ventiquattro sono "accoppiati" ed otto sono "soli". Otto bambini hanno genitori naturali che formano una coppia, all'interno della comunità. Altri dodici hanno entrambi i genitori naturali che vivono nella comunità, ma non formano una "coppia". Nove dei rimanenti quindici bambini hanno un solo genitore naturale che vive con loro, mentre l'altro ha deciso di vivere altrove. Sei bambini hanno i genitori naturali che vivono separati, ma nessuno dei due nella comunità.

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La comunità EG è formata da vari tipi di famiglia. Un quarto delle coppie sono omosessuali e molti vivono in famiglie estese. La comunità ha un quartiere per i bambini e un quartiere per i adulti, dove gli uni e gli altri possono godere di un po' di riservatezza. Le famiglie della comunità hanno piacevoli strutture abitative individuali ed adeguati servizi di cucina, ma la comunità EG ha anche una sala da pranzo comune, strutture sportive collettive, un grande centro di intrattenimento con una biblioteca, una lavanderia comune ed un centro informatico. La comunità EG si incontra regolarmente per decidere e modificare i piani di consumo, coordinare la schedulazione dei bisogni giornalieri, gli acquisti, ed altri compiti per intraprendere le decisioni nell'economia di scala. Chiaramente, i vantaggi della comunità risiedono nella collettivizzazione dei servizi - nella condivisione dei compiti e delle responsabilità, la pronta disponibilità di assistenza, baby sitter, amicizie, colleghi di progetti, oltre al vantaggio di non sprecare i beni personali già distribuiti che invece potrebbero essere sfruttati più economicamente, efficientemente, ed ecologicamente nel momento in cui fossero condivisi collettivamente, come le lavanderie, le risorse atletiche, i passatempi di alta qualità, computer, film o strumenti musicali. Comprare e vendere è essenzialmente antisociale. [Edward Bellamy Looking Backward]

Allora, qual'è la situazione dei consumi individuali? Primo, ognuno di loro considera i consumi individuali alla luce del piano già determinato collettivamente per la contea, il quartiere e la comunità, dato che queste decisioni collettive potrebbero influenzare molto i desideri di consumi privati. Naturalmente, il consumo collettivo ben pianificato non relega il consumo privato nella pattumiera della storia. Ci sono molte cose che sono lasciate alla decisione personale, e ci dobbiamo chiedere come questo differisca dal consumo sotto il capitalismo. Lydia appartiene alla comunità EG. A lei piace stare lì, perché i membri della comunità (i quali cambiano, qualcuno se ne va mentre altri arrivano, se accettati mediante votazione dell'intero complesso) sono in sintonia con i suoi propri gusti. Come molte altre comunità, anche in questa è vietato fumare. In essa sono incluse persone di diverse età, preferenze sessuali e formazione culturale. La maggior parte degli appartenenti alla comunità EG si occupano di teatro, cinema, musica e scrittura. I loro consumi collettivi sono stati decisi di comune accordo, così nella comunità EG, rispetto ad altre comunità, ci sono poche strutture sportive, laboratori scientifici e laboratori artigianali, ma c'è un piccolo teatro, un medio sistema di amplificazione, laboratori fotografici e stanze per suonare. Lydia determina i suoi bisogni di consumo prendendo spunto dalle richieste collettive. Considera anche le implicazioni delle sue richieste sui lavoratori mediante l'aiuto delle informazioni prodotte durante le procedure di allocazione di cui parleremo successivamente. Oltre ad essere in grado di influenzare consapevolmente le decisioni collettive, e di tenerne conto, Lydia è anche a conoscenza delle scelte di consumo privato dei suoi compagni di comunità perché le è permesso chiedere delucidazioni riguardo a quei consumi che le sembrano pericolosi o, in qualche modo, antisociali durante le sessioni di pianificazione, ogni volta che qualcuno richiede di consumare di più della sua giusta parte o quando qualcuno (anonimo) richiede di consumare cose che Lydia (o qualcun altro) ritiene che possano essere potenzialmente pericolose sia per gli altri consumatori sia per gli altri abitanti della comunità sia per tutti. Naturalmente, lo stesso vale per le richieste di Lydia, che sono sottoposte al vaglio pubblico e alla visione degli altri, sebbene nessuno sappia a chi appartengono le richieste che si stanno esaminando.

La diffidenza è la guida delle anime avare, e la rovina delle buone società. [Thomas Paine Senso Comune]

Anche se Lydia deve proporre i suoi consumi annualmente, non significa che non può più cambiare richieste quando sopraggiungono nuovi bisogni. Il consumo partecipativo accetta modifiche regolari dei piani. Ora, Lydia deve fare i piani per il cibo, i vestiti ed ogni quant'altro di cui ha bisogno. Essenzialmente, lei se lo procurerà nel punto di vendita del suo quartiere, benché possa anche "fare acquisti" in un qualsiasi altro punto di vendita, se lo desidera. Tutto questo diventerà più chiaro nel prossimo capitolo, quando presenteremo la nostra descrizione dell'allocazione.

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Consumo Partecipativo

Consumare o essere consumati? Mi piace credere che la gente abbia un istinto di libertà, che voglia realmente il controllo dei propri affari. La gente non vuole essere spinta, ordinata, oppressa, ecc., e vuole avere la possibilità di fare cose che abbiano un senso, come lavori costruttivi svolti in modo tale da poterli controllare, da soli o insieme ad altri. Non conosco nessun metodo per provare questo. È realmente una speranza riguardo ciò che piace all'umanità - una speranza che se la struttura sociale cambiasse sufficientemente, aspetti della natura umana, come questi, sarebbero realizzati. [Noam Chomsky Linguaggio e politica]

CAP: Perché ostacolare il modo con cui la gente soddisfa i propri bisogni, qualunque sia il modo che ritiene più adatto? La tua invadente normativa di consumo socialmente responsabile sembra quasi una tortura. PE: Dico soltanto che dovremmo avere considerazione per i nostri concittadini... CAP: Ma dici che la gente dovrebbe sottoporre a giudizio le richieste degli altri... PE: Io dico che il consumo ha effetti sia privati sia pubblici, e che dovremmo fare attenzione ad entrambi. Dico anche che se qualcuno ha a disposizione un millesimo del denaro che altri hanno, dire che un povero può comprare ciò che vuole entro la propria disponibilità economica non serve a nulla. MARK: Ma una volta che avremo eliminato la proprietà capitalistica, avremo eliminato le forti disuguaglianze. E il mercato armonizza gli interessi privati in modo da farli coincidere con l'interesse sociale. Non è necessario, anzi è controproducente intromettersi nelle scelte personali. PE: Il mercato non affronta con efficienza il problema delle fonti non rinnovabili, non tiene conto di come ciò che accade in un determinato stabilimento può avere effetto su altre persone, e neppure tiene conto del fatto che ciò che faccio io possa avere effetti su di te... MARK: Ma come la mettiamo con la privacy? Cap ha ragione. Perché qualcuno dovrebbe sapere ciò che io sto consumando? PE: Allora non stai ascoltando. L'elenco delle richieste di consumo di ogni persona è accessibile agli altri, ma non c'è nessun nome sopra. Il valore totale delle tue richieste è pubblico, e se vuoi consumare di più o prendere in prestito, anche questo sarà pubblico e la gente potrà valutare le ragioni che tu fornirai. Ma perché dovresti preoccuparti se gli altri hanno l'opportunità di farti notare la possibile dannosità delle tue scelte? La tua identità rimarrà segreta. La tua privacy sarà assicurata. Solo le richieste, senza nomi sopra, saranno pubbliche. E quelli del tuo quartiere non potranno impedirti di avere ciò che chiedi, se la tua richiesta totale è commisurata al tuo sforzo lavorativo. Inoltre, non ti sembra ti ledere anche i miei interessi nel momento in cui consumi scotch e gin fino a diventare un parassita della società? Che male c'è se delle persone discutono su ciò che credono possa essere un comportamento controproducente, nella speranza che così facendo possano aiutare l'anonimo individuo a riprendere un comportamento corretto?

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Consumo Partecipativo

Non stiamo parlando di uno stato censore. Non c'è un grande fratello, solo l'innocua gente del tuo quartiere. In realtà, non ci sarà affatto uno stato, almeno nel senso tradizionale di questa parola. La gente non vorrà sempre perdere tempo a valutare richieste anonime di cibo e libri. Ma se qualche individuo disturbato dovesse diventare invadente, che problema è? Darà fastidio, ma la pressione sociale certamente limiterà i comportamenti importuni. Qualche intrusione occasionale è un piccolo prezzo da pagare per un sistema che vuole promuovere la solidarietà. E' sorprendente che tu ti inalberi tanto a proposito di un'intrusività sociale che non è certo motivata ne dall'invidia, ne dalla disuguaglianza, quando così facilmente tolleri la disuguaglianza, la pubblicità, la competizione e l'alienazione. Vivi in una società in cui ognuno di noi viene motivato tramite informazioni indiscrete su altre persone. CENT: Ma tu pensi che tutti dovrebbero consumare in modo uguale. PE: Il valore di ciò che ogni cittadino consuma sarebbe all'incirca lo stesso. Ma ciò che ciascuno di noi mette in questi panieri di ugual valore, varierà molto da persona a persona... CAP: E quale sarà l'incentivo a lavorare? PE: E' vero, nessuno può diventare ricco, anche si può lavorare di più per ottenere di più. Ma hai ragione, gli incentivi materiali giocano un ruolo minimo in questo sistema. L'incentivo per lavorare bene sarà quello di soddisfare il tuo senso di responsabilità e di guadagnarti la stima della società. Vogliamo una rivoluzione socialista adatta all'attuale natura umana, a quella natura umana che non può fare a meno di subordinazione, controllo e dirigenti. [Lenin]

CENT: E ti aspetti che questo sia sufficiente? Certe volte comincio ad ascoltare quello che dici, ma ad un certo punto dici qualcosa di così assurdo che mi chiedo perché mi do la pena di ascoltarti su un qualsiasi argomento. PE: Continui a sostenere che le ricompense materiali costituiscono un buon incentivo pur sapendo a cosa portano? Noi le consideriamo un incentivo come ultima risorsa. Dovrebbe essere considerato assurdo fare altrimenti. E poi, preferiresti andare da un dottore in un'economia partecipativa o andare da uno che lo fa nei ritagli di tempo in cui non va a giocare a golf e che ti chiede di essere pagato prima ancora che tu ti tolga il cappotto? CAP: Se i tuoi dottori passano la metà del tempo a pulire i bagni e i tuoi ospedali hanno persone mediocri ed incompetenti che fanno i chirurghi, ebbene si, preferisco andare dai miei dottori che vanno pazzi per il denaro...

Sia io sia il pubblico conosciamo ciò che tutti gli scolari imparano, che quelli a cui viene fatto del male, fanno del male a loro volta. [W. H. Auden September 1, 1939]

PE: Non ho mai proposto chirurghi incompetenti, ma tu stai cambiando discorso. Stavamo parlando di incentivi, non di sistemi di mansioni, e la ragione per cui le ricompense qualitative non funzionano bene in economie non partecipative sta nel fatto che sono rare le persone che riescono a non tener conto degli aspetti materiali quando il resto della società è spinto dall'avidità. MARK: Non convincerai nessuno di noi su questo fino a che non renderai chiara la differenza tra il tuo sistema di allocazione e il nostro. Ed io, per quanto mi riguarda, dubito che tu riesca a farlo. Ma per quanto riguarda il consumo, tu fai distinzione tra decisioni sul consumo che riguardano pochi e decisioni che riguardano molti. Questo lo condivido. Abbiamo bisogno di un approccio collettivo ai beni pubblici, ma perché allora non lasciare ai mercati le questioni che riguardano solo i singoli individui? Forzando tutte le decisioni ad essere sottoposte allo scrutinio pubblico, sovraccaricherai i circuiti di distribuzione e non riuscirai ad ottenere delle buone delibere su che ciò interessa la maggioranza della gente. CENT: Ma perché allora avere dei consigli di consumatori, in ogni caso? PE: Tu trascuri per convenienza che, con modalità variabili, tutti i beni sono pubblici. Qualsiasi cosa consumo riguarda me, ma come cittadino e come lavoratore il mio comportamento riguarda anche quelli intorno a me. Ovviamente il mio consumo di un particolare tipo di cibo o di determinata musica è meno "pubblico"

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Looking forward Che cosa rende la gente felice? La vita libera e piena e la coscienza della vita stessa. O, se vuoi, il piacevole utilizzo delle nostre energie e la piacevolezza del riposo che l'esercizio ed il dispendio di energia ci rende necessario. Penso che sia gioia per tutti, ed appiana ogni differenza di capacità, dai più energici ai più pigri. Ora, quello che interferisce con la libertà e la pienezza della vita, e che può arrivare sotto qualunque specie di travestimento, è un male; è qualcosa di cui sbarazzarsi il più velocemente possibile. È un male che non dovrebbe durare per gli uomini (e le donne) ragionevoli, cioè per quelli che vorrebbero essere felici, naturalmente. [William Morris The Society of the Future]

Consumo Partecipativo

dell'usufruizione, da parte della mia comunità, di un nuovo parco, ma niente è mai completamente privato. Vogliamo che siano assicurati i diritti di ogni individuo, e nello stesso tempo permettere una valutazione collettiva. L'obiezione secondo cui, in un'economia partecipativa, verrebbe data troppo poca attenzione alle questioni più importanti, è curiosa venendo da un sostenitore di un'economia in cui alle questioni più importanti quasi non viene dato nessuno spazio, almeno le questioni più importanti riguardo il benessere dei cittadini che non appartengono alle élite. E, in ogni modo, quanta energia debba andare alla valutazione di un progetto o di un altro, una determinata ricerca o un altra, è, nell'economia partecipativa, una funzione dell'interesse o della controversia pubblica circa gli argomenti stessi. CENT: Allora, perché non avere un coordinatore che si curi della supervisione e lasci che le persone si occupino dei loro fatti personali? Perché forzare un ruolo di sceriffo in tutti? PE: Essere interessati al benessere collettivo non vuol dire essere uno sceriffo. E i coordinatori ostacolano la partecipazione. La pianificazione centrale isola le persone le une dalle altre e spinge le élite ad assumere un ruolo di comando. Il miglior modo per integrare scelte personali e pubbliche sono... MARK: sono i mercati... PE: No, sono reti di consigli di consumatori. CAP: A me sembra che stiate discutendo di banalità. Ma il fatto è che proprio non riesco a capire come la gente potrà comportarsi come dici tu. Nel momento in cui quello che abbiamo non dipende da quello che facciamo, perché le persone non dovrebbero cercare di arraffarsi tutto quello che possono?

La sola alternativa possibile per non essere né oppressore né oppresso è la cooperazione volontaria, allo scopo di ottenere il maggior bene per tutti. [Errico Malatesta Pensiero e Volontà, 1913]

PE: Vi sono restrizioni dovute al reddito nelle richieste di ciascuno. Non puoi arraffare tutto quello che vorresti avere. Ma anche se la disponibilità economica non costituisse un limite, dato che un accesso equo ai beni e ai servizi è assicurato, perché le persone dovrebbero sacrificare amicizia e rispetto solo per accumulare delle cose che poi non possono usare? Ricordatevi che le scelte specifiche sono anonime, ma la quantità totale non lo è. Così, se la solidarietà non riuscisse a prevenire l'ingordigia, il fatto di evitare l'ostracismo la preverrebbe. In una società in cui non si deve aver paura di essere sfruttati e non ti puoi godere la ricchezza, la gente non sarà alla ricerca di beni col rischio di perdere le ricompense umane che derivano dall'avere un'ampia cerchia di amicizie. In ogni caso, la disponibilità economica legata allo sforzo esclude automaticamente l'ingordigia. CENT: Ma come potrà essere assicurato il consumo per tutti? Tu ignori il problema della scarsità. E' ovvio che nelle utopie le cose funzionano perfettamente...

... son capace di fare insomma tutto ciò che sanno fare gli uomini comuni, ma il meglio di me è la precisione. [W. Shakespeare Re Lear]

PE: Sciocchezze. Non ho detto che tutti potranno avere tutto ciò che vorranno. Piuttosto il contrario, in un'economia partecipativa, non solo ci sono limiti di tempo, risorse ed energie, come in qualunque altra economia, ma molto prima che questo entri in gioco i lavoratori non vorranno produrre quantità maggiori di beni, se la loro ridotta utilità sarà trascurabile rispetto ai costi umani e sociali che lavorare di più comporta. Tutto quello che sto dicendo è che la gente non dovrà preoccuparsi di diventare disoccupata, di perdere il proprio reddito, o di essere lasciata indietro nella sfrenata competizione per assicurarsi ricchezza e status sociale. Quello che io ottengo si manterrà allo stesso livello di quello che gli altri ottengono. Comunque, che tu sia d'accordo con le mie previsioni oppure no, non ha senso preoccuparsi del consumo eccessivo, in quanto l'economia partecipativa possiede dei mezzi di supervisione. Nel capitalismo avanzato, all'incirca il 10% dei consumatori hanno dei consumi eccessivi in modo osceno, il 20% sovraconsuma in modo medio, il 30% consuma un po’ al di sotto dei bisogni, e il 40% ha dei consumi al di sotto dei bisogni tali da compromettere la salute. In un'economia partecipativa, tutti consumeranno in modo giusto. CENT: suona bene, ma presume la coordinazione di milioni di consumatori e

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Consumo Partecipativo

centinaia di migliaia di negozi senza dei pianificatori... MARK: o mercati che coordino tutte le attività in modo automatico... CENT: ...solo per permettere a tutti di partecipare. Lo trovo inconcepibile. PE: Avete ragione. Il punto cruciale di ciò che sostengo riguardo l'economia partecipativa è nella possibilità di un nuovo tipo di allocazione che possa operare in modo efficace accanto alla produzione e al consumo partecipativi. Dopo tutto, ho detto che per eliminare gerarchie oppressive dobbiamo avere luoghi di lavoro che incorporano sistemi di mansioni equi e piena partecipazione, ma ho anche affermato che questo è impossibile con i mercati o con la pianificazione centrale. E ho parlato di consigli di consumatori in cui i cittadini possono tener conto degli sforzi e dei bisogni dei lavoratori, e in cui le persone possono essere libere dal bisogno di competere. Ma anche questo è impossibile con i mercati, che richiedono la competizione, o con la pianificazione centrale che preclude la partecipazione. Quindi ora, finalmente, dobbiamo discutere l'allocazione.

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Allocazione senza gerarchia

Capitolo 5 Allocazione senza gerarchia Il nostro attuale processo di civilizzazione, diseredando milioni di persone, ha fatto dell'ingordigia il centro dell'Universo. [Alexander Berkman]

Concetti che si sono rivelati utili per ordinare le cose facilmente, assumono un'autorità tanto grande su di noi, che ci dimentichiamo le loro origini terrene e li accettiamo come fatti immutabili. La strada del progresso scientifico è frequentemente bloccata per lunghi periodi da errori di questo tipo. - Albert Einstein

... Dobbiamo chiedere a noi stessi e a tutti di considerare il giusto come sbagliato e lo sbagliato come giusto; perché lo sbagliato è utile e il giusto no. L'avarizia, l'usura e la persuasione devono essere i nostri dei ancora per un po'. Perché solo loro possono portarci fuori dal tunnel della necessità economica fino alla luce del giorno. [John Maynard Keynes]

Gran parte degli economisti sostiene che i sistemi economici devono essere basati sulla disuguaglianza o sulla coercizione, sulla competizione o sulla ferrea imposizione di regole, sulla competizione dei mercati o su una pianificazione autoritaria. Perché credono questo? E perché noi pensiamo che sia sbagliato? Argomenti contro l'Equità, la Diversità e la Partecipazione Disuguaglianza o coercizione Perché la gente lavora? Gli economisti concordano nel dire che se il duro lavoro porta alla prosperità, allora la gente lavorerà duro. "Lavora duro per goderne i frutti!" "Ok, lavorerò duro". Ma che succede se risulta politicamente inaccettabile che la retribuzione di netturbini, lavapiatti, minatori, che lavorano duro, sia maggiore rispetto a quella di nulla facenti che godono della rendita di una proprietà? Se la società rifiuta di pagare con salari alti lavori sgradevoli, cosa può spingere la gente a raccogliere rifiuti, lavare piatti o estrarre carbone? Gli economisti rispondono che la gente lavorerà duro non solo per prosperare, ma anche nel caso in cui sia l'unico modo per sopravvivere. Le società che non sono disposte a dare dei salari alti per lavori sgradevoli, possono spingere la gente a fare lavori degradanti o pericolosi per salari bassi riducendoli in condizioni così disperate che accetteranno di buon grado lavori faticosi anche se dovranno subire dei salari bassi. "Lavora duro, altrimenti soffrirai!" "Ok, lavorerò duro". E se non è abbastanza? Gli economisti dicono che se la minaccia dell'indigenza non è una motivazione sufficiente, una potente autorità centrale può stabilire delle regole in materia di lavoro e punire la loro inadempienza. "Lavora duro, altrimenti...!" "Ok, lavorerò duro".

1° Legge del Buon Senso degli Economisti: A meno che non si è in tempo di guerra, periodo in cui la gente si da' da fare spontaneamente, la sola alternativa agli incentivi materiali che possa motivare il lavoro è la coercizione.

Con un sorriso sconsolato, gli economisti concluderanno il loro discorso sulle motivazioni osservando che non c'è altro da dire. Proclameranno la 1° Legge del Buon Senso degli Economisti: A meno che non si è in tempo di guerra, periodo in cui la gente si da' da fare spontaneamente, la sola alternativa agli incentivi materiali che possa motivare il lavoro è la coercizione. Competizione o ferrea imposizione di regole Ma come vengono distribuiti i beni prodotti? Gli economisti insistono nel dire che vi sono solo due vie percorribili per coordinare la produzione e il consumo di milioni di beni e servizi in milioni di "unità" di produzione e consumo separate. I produttori ed i consumatori possono sottomettersi all'autorità di una pianificazione centrale che impone regole in modo ferreo, oppure ad una disciplina di competizione dei mercati, o ad una combinazione di entrambi.

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Looking forward 2° Legge del Buon Senso degli Economisti: L'allocazione burocratica o quella di mercato sono le uniche due possibilità di allocazione per le economie moderne.

Allocazione senza gerarchia

Ma, come dice Alec Nove nel suo libro The Economics of feasible Socialism [Economia del socialismo realizzabile] (Allen and Unwin, 1983), "Non c'è una terza via". Abbiamo quindi la 2° Legge del Buon Senso degli Economisti: L'allocazione burocratica o quella di mercato sono le uniche due possibilità di allocazione per le economie moderne. Esperti e strumentalismo Qualunque sia la combinazione di disuguaglianza e coercizione, o di competizione e di ferrea imposizione di regole, che la società decide di scegliere, certamente abbiamo anche bisogno di sapere chi deciderà cosa produrre e come.

E' molto, molto meglio essere saldamente ancorati all'assurdo piuttosto che avventurarsi nel mare burrascoso del pensiero. [John Kenneth Galbraith La società del benessere]

Il nostro amico economista risponde: "Tu ti chiedi quanto di questo o di quello occorre produrre, quanto consumare e quanto investire, e quali tecnologie usare. Queste decisioni richiedono il parere di esperti. E non solo scienziati e ingegneri, ma esperti di economia, sia che si tratti di pianificatori centrali o di banchieri che investono." E perché? "Perché gli esperti di economia sono gli unici che possono intelligentemente ridurre la miriade di fattori rilevanti per una decisione, alla conclusione finale. Ogni obiettivo deve essere quantificato, e tutte le risorse trattate come strumenti che dovranno essere manipolati da persone qualificate nelle scienze economiche." Abbiamo quindi la 3° legge del Buon Senso degli Economisti: I processi decisionali devono essere lasciati agli esperti, i quali usano criteri quantitativi. Saggezza economica o ideologia al proprio servizio? Competizione, disuguaglianza, coercizione, ed esperti sono fatti che appartengono alla sfera economica, a meno che non vogliamo rinunciare ai benefici della divisione del lavoro, e tornare allo stato primitivo. Secondo gli economisti questo è buon senso. Non sono grandi notizie, ma importanti da capire per tutti noi, in modo che nessuno si metta in testa di provare a fare delle cose impossibili che porterebbero al disastro. E' buon senso. Non possiamo fare in modo che le cose importanti siano fatte bene e allo stesso tempo promuovere la solidarietà, la varietà e l'autogestione. "Lavora duro e subisci la disuguaglianza, altrimenti tutti moriremo di fame." "Ok, lavorerò duro". Ovviamente, se avessimo accettato le leggi di Buon senso 1, 2, 3 degli Economisti non ci importerebbe di provare a delineare un'economia partecipativa. Ma noi pensiamo che la gente può coordinare le proprie attività in campo economico senza competizione ne ferrea imposizione di regole, può essere motivata a lavorare senza che vi siano forti disuguaglianze e senza coercizione, e possa prendere decisioni con intelligenza senza essere dominata da esperti di qualsiasi tipo. Quali argomenti supportano queste affermazioni ottimistiche di fronte alle sagge ammonizioni degli alti sacerdoti della "scienza triste", l'economia?

"Competizione, disuguaglianza, coercizione, ed esperti sono fatti che appartengono alla sfera economica, a meno che non vogliamo rinunciare ai benefici della divisione del lavoro, e tornare allo stato primitivo."

Pensiamo ad un magnate delle ferrovie nel 1850 che afferma che le "leggi del trasporto" escludono il trasporto aereo. Il magnate non può fornire una dimostrazione scientifica di quanto afferma, ma solo l'evidenza schiacciante dei dati secondo cui nessuno ha mai volato. Noi sappiamo, col senno di poi, che nella sua argomentazione aveva commesso un errore di "proiezione non immaginativa". Oggi gli economisti propongono tesi ancora più generiche senza altro sostegno se non che la realtà della vita contemporanea è in accordo con le loro proiezioni pessimistiche. Proprio come successe allora che i fatti riguardanti la congestione urbana suggerirono una proiezione non corretta, gli economisti oggi ripetono una versione moderna dell'errore della proiezione non immaginativa quando etichettano i tipi di personalità contemporanei come prodotti inevitabili della natura umana e concludono che la solidarietà è impossibile.

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Allocazione senza gerarchia

E' vero che le istituzioni preposte all'allocazione influenzano fortemente quello che produciamo e che consumiamo. In realtà, per capire perché la realtà attuale sembra essere in accordo con le pessimistiche affermazioni degli economisti, ci basta semplicemente notare che sia i mercati che la pianificazione centrale negano ai lavoratori l'informazione sulla situazione dei consumatori e di altri lavoratori, e subordinano i lavoratori a dei poteri che si trovano al di là della loro portata. Entrambi dividono la forza lavoro in coloro che dirigono e coloro che svolgono mansioni, e si basano sugli incentivi materiali e sulla coercizione. Entrambi creano competizione, irrigidimento, disuguaglianza, coercizione, esperti e modi strumentali di prendere decisioni. Il nostro problema è quindi escogitare un modo di realizzare l'allocazione economica in modo efficiente, ma nel contempo promuovere l'equità, la solidarietà, la varietà e l'autogestione collettiva. Nell'accingerci a fare questo, dobbiamo in primo luogo considerare le questioni dell'informazione e della comunicazione. Ora sorge il problema di come mettere insieme libertà e organizzazione; come combinare la padronanza del lavoro da parte dei lavoratori con il dedicarsi a tutto questo lavoro nel complesso di una società ben pianificata. Come organizzare la produzione, in ogni unità lavorativa, così come nell'intera economia mondiale, in modo tale che la gente stessa, come parte di una comunità di persone che collaborano, regoli il proprio lavoro. [Anton Pannekoek]

Profili di allocazione economica

Il signore delle mosche si librò nello spazio prima di lui. "Che stai facendo qui fuori tutto solo? Non hai paura di me?" Simon si scosse. ... "Non c'è nessuno che possa aiutarti. Solo io. E io sono la bestia." Le labbra di Simon si mossero con fatica nell'emettere delle parole percettibili. "La testa di un maiale su un bastone" [William Goldman Il Signore delle Mosche]

Stabilito questo, possiamo chiederci che cosa gli attori dell'economia partecipativa devono sapere per prendere ragionevoli decisioni in ambito allocativo, che promuovano solidarietà, varietà e autogestione collettiva.

Comunicazione partecipativa Sarebbe utopico assumere che la gente sa sempre dove è l'"interesse della società", e che gli possa essere affidato il compito di portarlo avanti. Se assumiamo che ciascuno capisce e tiene sempre in considerazione l'"interesse della società", avremmo eluso tutti i problemi ancor prima che un attore umano sia comparso sulla scena. Ma avendo evitato la tentazione di risolvere tutti i problemi assumendo che tutte le persone siano onniscienti e sante, dovremmo anche evitare di assumere che tutti siano necessariamente miopi e avidi. Tenere in conto costi e benefici sociali nel momento in cui vengano fornite ragionevoli stime è tutt'altra cosa rispetto a conoscere miracolosamente l'"interesse della società". Inoltre in un contesto che promuove la solidarietà, ci sono tutte le ragioni per aspettarsi che la gente provi interessamento reciproco.

Un concetto la cui comprensione ha un'importanza critica è che tutto abbia un "costo-opportunità". Ogni cosa che facciamo consumerà tempo, energie, risorse che non possiamo usare per qualcos'altro. Se qualcuno propone di fare x, come possiamo sapere che i risultati saranno migliori applicando gli stessi mezzi per fare invece y? Vale a dire, la produzione di un qualunque bene di consumo comporta dei "costi-opportunità sociali" che è importante conoscere se ci impegniamo a regolare la produzione e il consumo proporzionatamente ai suoi effetti su di noi, sui nostri colleghi e sui consumatori. Per prima cosa, come lavoratore partecipativo hai bisogno di sapere come saranno usati i beni che produci, e quanta gente ne ha bisogno. Ad esempio, per decidere quanto vuoi dedicarti al lavoro e che tecnologie vuoi usare, hai bisogno di pesare il guadagno relativo che viene dal lavorare meno, o dall'utilizzare tecnologie più soddisfacenti anche se meno produttive, a fronte dei bisogni e dei desideri delle persone per cui produci. Chiaramente si non può ottenere questa informazione sapendo soltanto grosso modo la somma di denaro che anonimi consumatori dal reddito disuguale pagheranno per il tuo prodotto. Secondariamente, servono delle basi per determinare un'allocazione dello sforzo lavorativo che sia equa, sopra la media o sotto la media. Hai bisogno di sapere qual'è lo sforzo medio con cui contribuisce ciascun lavoratore nel tuo stabilimento o nel tuo luogo di lavoro, e nella società presa nel suo insieme.

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Allocazione senza gerarchia

Terzo, come consumatore partecipativo, per agire in modo responsabile ti serve sapere quando la domanda è ragionevole, eccessiva o troppo parsimoniosa, e devi essere in grado di valutare come equilibrare il tuo guadagno o quello della tua famiglia, del tuo quartiere o della tua regione con il costo che comporta fornire i beni che sono richiesti. Quali procedure di allocazione possono fornire tutte queste informazioni? "... servono delle basi per determinare un'allocazione dello sforzo lavorativo che sia equa, sopra la media o sotto la media. Hai bisogno di sapere qual'è lo sforzo medio con cui contribuisce ciascun lavoratore nel tuo stabilimento o nel tuo luogo di lavoro, e nella società presa nel suo insieme."

Sotto il capitalismo, i mercati riducono l'informazione ad una pubblicità tesa alla manipolazione ed a dei prezzi che travisano i costi e i benefici sociali reali. Questo preclude la solidarietà e favorisce il controllo da parte degli esperti e dei capitalisti. Nelle economie a pianificazione centrale, non c'è una democratica circolazione di informazioni, sia dal punto di vita quantitativo sia da quello qualitativo. Le autorità centrali determinano ciò che deve essere noto e ciò che non deve esserlo, cosi come chi deve sapere e chi non deve. Persino le strutture di consigli locali non riusciranno a favorire l'autogestione e la solidarietà se le istituzioni allocative negano ai membri dei consigli i mezzi per esprimere in modo intelligente le loro preferenze e per pesarle rispetto alle preferenze di altri. Assumiamo, per esempio, che lavoratori e consumatori siano organizzati in consigli, ma che questi consigli siano coordinati in un ambiente di competizione dei mercati. Ciascun consiglio ha una chiara visione soltanto della sua situazione e dei prezzi a cui le cose possono essere comprate e vendute. Poiché i prezzi di mercato stimano in modo errato costi e benefici sociali (a causa degli onnipresenti "effetti esterni" che hanno impatto sulla gente al di là degli effetti immediati su clienti e venditori), il primo problema è che i prezzi di mercato non forniranno agli altri consigli la stima migliore sui costi e benefici sociali reali delle cose che i membri del consiglio richiedono e forniscono. Il secondo problema è che, anche se i prezzi di mercato stimassero in modo corretto costi e benefici sociali reali, senza ulteriori informazioni qualitative sulle condizioni che determinano costi e benefici umani per gli altri, la gente non ha informazione necessaria per sviluppare empatia e finisce per considerare gli interessi altrui alla stessa stregua dei propri. Terzo, in un ambiente di mercato competitivo, consigli di lavoratori e consumatori non avrebbero incentivi a considerare gli interessi altrui. Per sopravvivere in un ambiente di mercato competitivo c'è solo un incentivo che è quello di trarre massimo vantaggio da coloro da cui si compra e da coloro a cui si vende. Comportarsi in modo diverso è autolesionistico. In altre parole le proprietà dei mercati riguardo le informazioni e gli incentivi impediscono anche ai consigli democratici di considerare il benessere altrui all'atto di prendere decisioni. Di conseguenza, in un sistema di mercato, i membri di un consiglio lasciano ragionevolmente che a prendere decisioni tecniche siano degli esperti in decisioni (quella che chiamiamo classe coordinatorista), come in Yugoslavia. Al contrario, in economie partecipative, ci servono istituzioni per l'allocazione che possano comunicare con successo informazioni socialmente rilevanti e accurate, e che possano farlo nell'interesse di ciascun consiglio in modo da promuovere l'interesse reciproco. Allora l'autogestione sarebbe non solo possibile, ma avrebbe anche più senso. Per un "bilancio partecipativo" il sistema economico deve quindi fornire informazioni che permettano a produttori e consumatori di ragionare efficacemente sui propri bisogni e sul modo con cui possono essere adattati a quelli di chiunque altro. Un compito centrale dell'allocazione partecipativa è quindi quello di fornire informazioni sufficienti all'autogestione, senza rendere i processi decisionali eccessivamente dispendiosi in termini di tempo. Uno strumento per ottenere questo è modificare l'uso dei prezzi e della moneta alterando la loro definizione.

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Looking forward In sintesi, i lavoratori si azzuffano per il pane, si rubano i bocconi tra di loro, uno è il nemico degli altri, perché ciascuno cerca solamente il proprio benessere senza curarsi del benessere altrui; e questo antagonismo tra singole persone della stessa classe sociale, questa battaglia sorda per delle miserabili briciole, rende permanente la nostra schiavitù, perpetua la miseria, causa la nostra sventura - perché non capiamo che l'interesse di quelli che ci stanno vicino è il nostro interesse, perché ci sacrifichiamo per un interesse individuale mal compreso, cercando invano un benessere che può essere solo il risultato del nostro interesse in questioni che riguardano tutta l'umanità. [Ricardo Flores Magon Speech in El Monte, California, 1917]

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Prezzi Indicativi Socialmente Pianificati e Acconti di Denaro Supponiamo che tu voglia comprare una macchina da scrivere ed hai le merci essenziali ma non hai denaro. Barattare materiali per una macchina da scrivere potrebbe essere complicato. Se alle persone che hanno una macchina da scrivere non piacciono le tue merci o non ne sono interessati, questo potrebbe richiedere un terzo, un quarto, o più che prendano parte allo scambio per realizzare ciò che uno scambio monetario potrebbe facilitare con il minimo inconveniente. Ancora, nella società capitalistica il denaro gioca un ruolo aggiuntivo. Gli individui che possiedono ricchezza possono utilizzarla per espropriare cose che sono prodotte da altri. Questo può assumere diverse forme più o meno evidenti, ma quando chi lavora poco o non spesso vive meglio di quelli che sono oppressi dal lavoro, non ci sono dubbi che il denaro può essere non solo un beneficio sociale che facilita gli scambi ma anche un danno sociale in qualità di mezzo di sfruttamento. Oltre tutto, fin quando la richiesta del mercato è misurata in quantità di dollari utilizzati che a sua volta determina cosa viene prodotto, nelle economie di mercato i membri di differenti classi esercitano delle influenze sproporzionate sulla produzione. Perciò, non c'è alcuna democrazia nella "sovranità dei consumatori" quando c'è una diseguale distribuzione di ricchezza. Da questo segue che nell'economia partecipativa, mentre vogliamo la convenienza offerta dai prezzi e dalla moneta, non vogliamo gli effetti malefici associati. Vogliamo dei produttori e dei consumatori capaci di determinare i costi sociali ed i benefici di varie merci, e vogliamo produttori e consumatori capaci di distinguere ragionevolmente richieste di consumo troppo frugali o troppo avide, e vogliamo una opportuna trattativa. Ma non vogliamo delle decisioni basate solamente su una riduzionistica contabilità.

"Per un "bilancio partecipativo" il sistema economico deve quindi fornire informazioni che permettano a produttori e consumatori di ragionare efficacemente sui propri bisogni e sul modo con cui possono essere adattati a quelli di chiunque altro."

Non sono disposto a credere che la Provvidenza abbia messo al mondo pochi uomini ricchi, già pronti equipaggiati e spronati a cavalcare, e milioni già pronti sellati e imbrigliati per essere cavalcati. [Richard Rumbold Dichiarazioni sul patibolo prima di essere impiccati come ribelli, 1685]

Allo stesso modo, poiché non ci sono più ragioni di insistere che i consumi delle persone corrispondono ai loro sforzi in un dato anno così come in un dato giorno, vogliamo persone che siano libere di stabilire la coordinazione di ciò che essi offrono e chiedono dalla società per la loro propria convenienza per quanto sia possibile. Questo è il punto, vogliamo persone capaci di risparmiare o di prendere in prestito, e di lavorare più o meno duramente per dare maggiore o minore potere di acquisto in differenti momenti della loro vita. Perciò vogliamo qualcosa simile al denaro per facilitare il processo decisionale partecipativo e gli scambi ma non vogliamo introdurre l'infausta profittabilità del capitale. Allo stesso modo, vogliamo qualcosa di simile ai prezzi per facilitare la pianificazione sociale permettendo il confronto di generi diversi, ed anche qualcosa come il guadagno per permetterci di confrontare l'insieme degli oneri sociali che si presentano nelle varie pianificazioni generali di consumo. Ma non vogliamo sostituire la valutazione sociale della dimensione umana del lavoro e del consumo con un semplice calcolo riduzionista. I prezzi di mercato tipici fluttuano a causa della contrattazione tra grandi aziende (che cercano profitti crescenti), sindacati e lavoratori (che cercano maggiori retribuzioni e migliori condizioni di lavoro) e consumatori (che cercano un migliori affari). Oltretutto, la pubblicità, il monopolio e le politiche governative incidono anch'esse sui prezzi. In una economia partecipativa, al contrario, vogliamo "prezzi" che riflettano soltanto il costo sociale reale ed i benefici dei prodotti, incluso l'eventuale scarsità delle risorse utilizzate, gli altri beni necessari per produrli, la pesantezza del lavoro, e gli effetti positivi e negativi del prodotto come l'inquinamento, lo scambio di competenze tra consumatori e produttori, la personalità e le relazioni sociali. Deduciamo, allora, che i "prezzi" partecipativi generati da procedimenti sociali ed iterattivi, che chiamiamo allocazione partecipativa, riflette le preferenze vere, le vere limitazioni tecnologiche, e le vere limitazioni di risorse molto di più di quanto non faccia il mercato. Ma anche se i prezzi partecipativi sono molto più accurati dei prezzi competitivi del mercato, non vogliamo diventare troppo dipendenti da indicatori quantitativi, invece di una più ricca comprensione qualitativa delle

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Looking forward

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relazioni sociali. Anche se gli accurati prezzi partecipativi potrebbero essere determinati senza una valutazione sociale di tutti i fattori materiali, sociali ed umani associati alla produzione ed al consumo, non dovremmo ridurre il nostro processo decisionale ad un mero calcolo numerico. Altrimenti si diminuirebbe la nostra sensibilità nei confronti dei nostri colleghi e nei confronti della complessa trama delle attività umane che determina ciò che possiamo e non possiamo consumare o produrre. Oltre tutto, dovuto alla tendenza dei prezzi a discordarsi sempre di più dall'esattezza a meno che essi non vengano periodicamente socialmente modificati, noi non possiamo preservare gli accurati prezzi partecipativi senza periodiche valutazioni sociali qualitative di tutti i fattori coinvolti nella produzione e nel consumo. Perciò abbiamo bisogno di accurati prezzi indicativi che riflettano comprensione racimolando informazioni da valutazioni sociali periodiche qualitative. I soldi non parlano, giurano [Bob Dylan Liner Notes]

I grandi sono grandi solo perché noi siamo in ginocchio. Alziamoci! [Max Stirner The Ego and His Own]

Inoltre, sebbene il "denaro" nella nostra società partecipativa deve permettere ai lavoratori di guadagnare di più (o di meno) dello sforzo lavorativo, ed ai consumatori di comprare al momento di più (o meno) mediante prestiti su diritti futuri (o risparmiando per un futuro di maggiori bisogni), esso non deve interferire sui sistemi di mansioni bilanciati o generare disuguaglianze nella forma di alcune persone che vivono del lavoro di altri. Per sottolineare che la moneta ed i prezzi partecipativi sono simili alla loro controparte capitalista solo in qualche aspetto, e che ci prenderemo dei dolori per togliergli le loro caratteristiche riduzioniste e sfruttatrici, li chiameremo allora prezzi "indicativi" o partecipativi e "acconto" monetario. Prezzi indicativi nel senso che indicano i costi ed i benefici sociali dei beni il più accuratamente possibile; conto monetario per enfatizzare che i soldi sono solo uno strumento di misura. Misura del lavoro svolto Abbiamo detto che vogliamo che i lavoratori siano in grado di lavorare di più per fare acquisti al di sopra della media o lavorare di meno per fare acquisti al di sotto della media. In un capitolo precedente, abbiamo anche detto chiaramente che non vogliamo che si sviluppino differenze di classe tra gente che svolge professioni con effetti marcatamente differenti. Ci premeva che ogni qual volta in uno stabilimento si verificavano condizioni al di sopra della media, i suoi lavoratori potevano impiegare un po' del loro tempo facendo compiti più umili in altre parti, e che ogni volta che in uno stabilimento si avevano delle condizioni al di sotto della media i lavoratori potevano impiegare del tempo svolgendo attività più interessanti da altre parti. L'idea era che il lavoro di ciascuno fosse bilanciato rispetto a richieste e gratificazioni anche quando queste avessero caratteristiche diverse.

"Prezzi indicativi nel senso che indicano i costi ed i benefici sociali dei beni il più accuratamente possibile; conto monetario per enfatizzare che i soldi sono solo uno strumento di misura."

In questo contesto, una persona che lavori delle ore al di fuori della media in un determinato periodo e senza disturbare l'equilibrio umano dei sistemi di mansioni, potrebbe aumentare o diminuire le sue ore lavorative in tutti gli ambiti nelle stesse proporzioni. Ogni individuo potrebbe quindi ricevere dal suo posto di lavoro un indicatore delle ore lavorative medie come un indicatore accurato dello sforzo lavorativo con cui ha contribuito. Su un periodo sufficientemente lungo, nel caso in cui l'indicatore di una persona fosse alto (basso) rispetto alla media sociale, la persona avrebbe contribuito più (meno) al prodotto sociale e avrebbe diritto di richiedere ora un consumo maggiore (minore) o per un periodo futuro. Il reddito sul conto monetario perciò equivale realmente alle ore medie lavorative sociali. Un punto critico da realizzare è che diversamente da ogni altro tipo di economia, poiché il bilanciamento dei lavori avviene effettivamente nel nostro sistema, le ore medie sociali sono un concetto reale e misurabile nell'economia partecipativa. Dovremmo anche ricordare che in una economia partecipativa il consumo di ciascuno dipende non solo dal suo sforzo lavorativo ma anche dai suoi bisogni. Se tu richiedi di consumare al di sopra della media a causa di qualche disturbo o perché qualche tuo progetto personale è stato approvato dal tuo consiglio e dalle procedure di quartiere, non devi necessariamente lavorare di più per ricevere ciò che chiedi.

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Looking forward Posso vedere il dolore di un altro, e non soffrire anch'io? Posso vedere la pena altrui e non cercare una gentile consolazione? [William Blake Il dolore degli altri]

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Il lavoro speso gioca un ruolo chiave, tuttavia, quando una persona vuole consumare al di sopra della media in altri modi non potrebbe farlo. L'economia partecipativa non esclude che della gente lavori più duramente per consumare di più né che consumi di più a causa di speciali e comprovati bisogni. Ma l'economia partecipativa esclude che delle persone consumino più di altre senza lavorare di più o senza avere bisogni particolari. E ancora, cosa permette alla gente di capire in profondità la situazione di un'altra persona, come abbiamo detto prima? Descrizione qualitativa

La tolleranza non è l'opposto dell'intolleranza, ma la sua contraffazione. Entrambe sono dispotiche. L'una assume per se stessa il diritto di nascondere la libertà di coscienza, e l'altra di concederla. Una è rappresentata dal Papa armato di fuoco e fascine, e l'altra dal Papa che vende o accorda indulgenze. [Thomas Paine I diritti dell'uomo]

Abbiamo detto che vorremmo che i produttori rispettino bisogni e desideri della gente per cui producono e che i consumatori rispettino i sacrifici di quelli che producono ciò che loro consumano. Per facilitare questo, sicuramente vogliamo che ciascun attore economico abbia un facile accesso a dei prezzi indicativi che riassumono grosse quantità di informazioni. Ma questi prezzi dovrebbero essere soltanto un mezzo per semplificare. Per quanto strano possa apparire all'inizio, ciò che è richiesto dall'economia partecipativa per prevenire un approccio riduzionista al bilancio è che ogni attore abbia accesso ad un elenco di tutte le cose che hanno attinenza con i beni che egli produce o consuma, e di tutto quello che implicano i beni che egli produce o consuma. Naturalmente, non tutto di questa ampia gamma di informazioni qualitative sarà usato da ciascun lavoratore o consumatore in ciascuna decisione sarebbe troppo persino da leggere. Ma noi crediamo che con il tempo la gente acquisirà familiarità con le "componenti fisse" dei prodotti che usa regolarmente, proprio come ora ha familiarità con i prodotti stessi. Allora, se dovesse accadere che dei consumatori chiedono ai produttori di far fronte ad una domanda maggiore, o che dei produttori chiedano ai consumatori di abbassare la domanda così che chi lavora possa avere più disponibilità di tempo libero, ciascuna parte in gioco sarà in grado di considerare le dimensioni qualitative delle richieste altrui. Per esempio, come lavoratore, se sto pensando a migliorare la qualità del lavoro, ho bisogno di sapere quali effetti avrà sui consumatori una qualunque riorganizzazione del lavoro, così che potrò pesare il loro incomodo a fronte dei miei guadagni. Come consumatore ho bisogno di sapere quali costi umani comporta produrre i beni che io desidero così da essere in grado di pesare il mio beneficio personale a fronte di un costo per gli altri. Vorrò rinunciare e ridurre la mia richiesta, o vorrò mantenerla e concludere che ogni lavoratore dovrebbe produrre di più o che qualcun altro debba ridurre la sua domanda? Anche se questi calcoli potrebbero essere basati solamente sui prezzi indicativi partecipativi, noi pensiamo che non sarebbero più accurati nel momento in cui la gente non dedicasse attenzione alle questioni qualitative (per una prova dettagliata di questa affermazione si veda Quiet Revolution in Welfare Economics, Princeton University Press). In ogni caso, certamente il carattere sociale e di comprensione reciproca delle attività decisionali economiche si deteriorerebbe se fossero usati solo i prezzi indicativi. La gente deve avere accesso all'informazione sulle attuali condizioni della produzione così come dei guadagni previsti provenienti dal consumo. Se una singola persona avanza un'insieme di richieste di beni di consumo eccezionalmente dispendioso, dovrà giustificare la sua richiesta al proprio consiglio di consumatori perché sia convalidata all'interno dei progetti del consiglio. Se la richiesta del consiglio è al di sopra della media pro capite, e i produttori sono recalcitranti all'idea di produrre di più, il consiglio dovrà decidere se ridurre la sua richiesta nella pianificazione successiva o mantenerla in attesa che altri consigli riducano la loro domanda o che i lavoratori propongano di aumentare la produzione. Per prendere decisioni di questo tipo, sia produttori che consumatori devono avere pronto accesso non soltanto a dati sommari sui prezzi, ma a dettagliati resoconti qualitativi.

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Looking forward "L'economia partecipativa non esclude che delle persone lavorino di più per consumare di più, a causa si speciali bisogni riconosciuti. Ma l'economia partecipativa esclude che delle persone consumino più di altre senza lavorare di più o senza avere dei bisogni particolari."

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Solo questo assicurerà che la dimensione umana e sociale dei processi decisionali non sia un perdita e garantirà allo stesso tempo che i dati sui prezzi rimangano accurati. E ancora, supponiamo che io voglia utilizzare più computer. La fabbrica di computer usa dei chip prodotti da una fabbrica di chip, che sua loro volta usa macchinari prodotti da un altra fabbrica. Devo quindi avere tutte queste informazioni - l'impatto della mia richiesta in tutti questi stabilimenti? Per rispondere, dobbiamo esaminare il ruolo delle varie istituzioni allocative descritte nel capitolo 6. Allora saremo in grado di dire, nei capitoli 7 ed 8, come le informazioni dovrebbero essere usate nella realtà e in che modo si debbano prendere decisioni in alcuni luoghi di lavoro e di vita quotidiana ipotetici.

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Looking forward

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Capitolo 6 Allocazione partecipativa "Nessuna agenzia centrale redige il piano finale. Nessuna competizione dei mercati genera il piano finale. Un processo di comunicazione decentralizzato, sociale, iterativo permette e tutti gli attori di formulare democraticamente il piano finale."

Rendita annuale venti sterline, spese annuali diciannove sterline e sei penny, risultato la felicità. Rendita annuale venti sterline, spesa annuale venti sterline e sei penny, risultato infelicità. -Charles Dickens Gli attori fondamentali della pianificazione partecipativa sono i consigli di lavoratori e di consumatori che permettono ai normali cittadini di prendere decisioni sulla produzione nei loro luoghi di lavoro e sui loro consumi personali e di quartiere. Ma oltre ai consigli di consumatori di quartiere, abbiamo anche consigli di circoscrizione, di città, di contea, di regione e di stato, aventi la responsabilità di ricapitolare le proposte dei livelli più bassi e unire le varie richieste collettive. E accanto ai consigli dei luoghi di lavoro, abbiamo federazioni di consigli regionali e di fabbrica. Inoltre, i Comitati di Assistenza per il Consumo (CFB), operano a diversi livelli di consumo per valutare questioni come le proposte di consumo collettivo, e i Comitati di Assistenza per la Produzione (PFB) operano a diversi livelli per considerare problematiche come le esternalità della produzione e le economie di scala. I Comitati di Assistenza per l'Impiego (EFB) assistono i lavoratori nel cambiare posto di lavoro e i Comitati per l'assistenza alla Domiciliarizzazione (HFB) aiutano i cittadini ad inserirsi in comunità e quartieri. In più, ad ogni livello troviamo i Comitati di assistenza per le Modifiche (UFB), responsabili di cercare i metodi meno deleteri per aggiornare le richieste pianificate, in modo da tener conto delle circostanze impreviste. E infine, per facilitare la convergenza del processo di pianificazione abbiamo anche i Comitati di Assistenza per l'Iterazione (IFB). Per partecipare, ciascun attore relativo al consumo propone un progetto per il periodo a venire. Le singole persone richiedono beni di consumo privati per tutto l'anno. I quartieri o altre unità di consumo collettivo sommano le richieste personali e sviluppano a loro volta richieste di consumo collettivo. Similmente, ciascun attore relativo alla produzione, propone un progetto per il periodo a venire. Sia che l'attore sia una singola persona, un gruppo di lavoro, un luogo di lavoro, o un'industria, la proposta elenca le risorse necessarie per attuare le attività programmate e ottenere i risultati previsti. Naturalmente, l'insieme delle proposte iniziali di produzione e di consumo non sarà bilanciato, o per dirlo nel gergo degli economisti, le proposte iniziali non andranno a costituire un progetto realizzabile. La domanda iniziale della maggior parte dei beni supererà l'offerta proposta.

Nel 1988, negli Stati Uniti c'erano 91 milioni famiglie con una media di 2,69 membri. Riguardo i punti di consumo, nel 1986, c'erano ad esempio 187.430 negozi alimentari, 362.895 punti di ristoro, 36.037 negozi di varie mercanzie, 141.884 negozi di abbigliamento ed accessori, 205.597 uffici immobiliari, 54.759 banche, 18.543 tra cinema e teatri e 2018 musei.

In ogni caso, dopo aver ricevuto le informazioni riguardo sia alle proposte di tutti gli altri attori, sia alle reazioni di tutti gli altri attori alla propria proposta iniziale, ciascuno fa una nuova proposta. Con il tempo, mentre i vari attori si mettono d'accordo tra di loro con "iterazioni" successive (cicli di pianificazione costituiti da contrattazioni), il processo converge verso un piano realizzabile. Nessuna agenzia centrale redige il piano finale. Nessuna competizione dei mercati genera il piano finale. Un processo di comunicazione decentralizzato, sociale, iterativo permette e tutti gli attori di formulare democraticamente il piano finale. Ma come farà ciascuno a sapere cosa proporre? Le contrattazioni non saranno infinite? Inoltre, anche se il processo di pianificazione converge ad una conclusione realizzabile, cosa garantirà che sarà efficiente ed equo, e cosa assicurerà che la gente potrà risparmiare o chiedere un prestito quando sceglie di farlo? E se i suoi desideri o le circostanze cambiano durante l'anno? Saremo obbligati a fare quello che abbiamo stabilito il primo gennaio anche se a Giugno

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Looking forward

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tutto va a rotoli o inaspettatamente ci ammaliamo? E se a un lavoratore capitano dei problemi imprevisti? Come può ciascuno rendere conto responsabilmente di ciò che consumerà o produrrà per un intero anno? Per il momento assumiamo che il sistema stia funzionando da alcuni anni e chiediamoci come sarebbe un processo di pianificazione per il nuovo anno in tali condizioni. Questo ci permetterà di rispondere alle domande di cui sopra, e anche se elude importanti difficoltà dovute alla transizione dalle procedure e abitudini attuali, potremo pensare più tardi a questa transizione, dopo che ci saremo convinti che c'è qualcosa verso cui vale la pena di cambiare. Preparare le prime proposte "Similmente, la nostra proposta riguardo il lavoro implica quello che pensiamo debba essere lo sforzo lavorativo medio e quindi quale dovrebbero essere il consumo e la produzione totali della società."

L'anno scorso la nostra economia ha portato avanti varie azioni nella produzione e nel consumo che costituivano "piani" per singoli individui, consigli di consumatori, luoghi di lavoro e industrie. Quando sta per iniziare l'anno nuovo, abbiamo a disposizione una banca dati relativa a tutti questi "piani". Conosciamo anche i prezzi indicativi finali dell'anno scorso, e il consumo pro capite, così come il rapporto medio tra benefici e costi sociali in ogni luogo di lavoro relativo all'anno scorso. Inoltre, ciascuna unità sa come ha modificato le sue proposte durante il processo di pianificazione dell'anno precedente, moderando le sue proprie richieste alla luce dei bisogni altrui. Similmente ciascuna unità ha anche accesso ai dati che contengono la storia delle transazioni delle altre unità. I lettori che pensano che stiamo cominciando a scrivere fantascienza dovrebbero sapere che gli attuali sistemi di banche dati sono già sufficientemente potenti per effettuare questo tipo di archiviazione, manipolazione e recupero di informazioni. Alcune delle principali aziende di credito attuali possiedono e usano già regolarmente file di dati di grosse dimensioni che riguardano qualcosa come dieci milioni di consumatori; questo si avvicina al livello richiesto per descrivere e registrare le varie operazioni economiche di cui vogliamo tenere traccia. Riguardo al compito di portare tutti a poter usufruire di questi dati, possediamo già un'estesa rete telefonica, e la sola cosa di cui si abbiamo bisogno per stabilire un collegamento pienamente interattivo è una distribuzione illimitata di terminali e di accessori telefonici chiamati modem. Se prodotti sulla scala da noi richiesta, il costo per ciascun utente potrebbe crollare a un centinaio di dollari o meno per ciascuna unità; inoltre durerebbero molti anni. Similmente, le capacità operative e di memoria dei sistemi informatici stanno crescendo così rapidamente, che i mezzi tecnici per favorire la pianificazione partecipativa esisteranno sicuramente prima che maturi una domanda sociale per tali sistemi. Quindi, come procede nella pianificazione una singola persona o un lavoratore? Per prima cosa ci procuriamo i dati pertinenti al piano dello scorso anno. Al secondo passo, riceviamo informazioni dai vari Comitati di Assistenza all'Iterazione (IFB) sulle anticipazioni relative all'anno a venire, su i prezzi indicativi, sul reddito e sul valore dei prodotti in relazione alla risorsa utilizzata (cioè il rapporto tra beneficio e costo); questi dati sono ottenuti estrapolando i valori dell'anno precedente alla luce delle decisioni sugli investimenti e dei cambiamenti nella forza lavoro e nella popolazione di consumatori. Terzo passo, riceviamo informazioni dai consigli di consumo e di produzione di più alto livello, e dai comitati di consumo e di produzione, sui principali investimenti concordati come parte di una più ampia pianificazione, e riguardo le loro implicazioni sul presente. Infine, tenendo conto di quanto vogliamo lavorare, e dei prestiti e dei risparmi che abbiamo programmato, sviluppiamo una personale proposta di consumo per l'anno prossimo. Nel momento in cui assumiamo che l'eventuale risultato debba essere equo, la nostra proposta è semplicemente il nostro "voto" per il consumo medio che la nostra economia dovrebbe avere, e, dato che tutti i beni di consumo devono essere prodotti, è anche un voto riguardo la quantità media di lavoro che noi pensiamo la gente debba fare. Similmente, la nostra proposta riguardo il lavoro implica quello che pensiamo debba essere lo sforzo lavorativo medio e quindi

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Looking forward "Lavoratori che desiderano beni per implementare i miglioramenti a loro richiesti. Lavoratori negli stabilimenti che producono i beni richiesti se li vogliono fornire. La dinamica è quella di ogni altra interazione tra consumatore e produttore."

Allocazione partecipativa

quale dovrebbero essere il consumo e la produzione totali della società. In breve, nel fare la proposta personale iniziale, ciascun attore propone il suo proprio consumo e la sua produzione, ma anche, implicitamente, il carico di lavoro medio generale, e il livello di consumo medio generale. In realtà, ciascun singolo individuo, propone tutto questo implicitamente due volte: la prima volta nella proposta di consumo personale e la seconda nella proposta di lavoro personale. Ma questo significa che dobbiamo specificare ogni singolo bene di consumo fino alla taglia e al colore? No, perché gli IFB raggruppano i beni di consumo in classi a seconda che siano grosso modo intercambiabili dal punto di vista delle risorse, dei pezzi che li compongono, del lavoro richiesto per realizzarli. Così dobbiamo solo scegliere tra tipologie di beni di consumo. Allo stesso modo, non sono importanti le taglie o i colori, poiché i dati demografici permetteranno ai produttori di estrapolare, entro un ragionevole margine di errore, dalla richiesta totale, ad esempio, di 7 milioni di scarpe da ginnastica, la più specifica domanda di quante misure 8, quante misure 9 e quante di ciascun modello e colore. Come singolo individuo, quindi, presenterai la tua richiesta di consumo al tuo consiglio di quartiere, dove sarà sommata alle richieste degli altri. A queste saranno aggiunte le richieste di consumo collettivo di quartiere in modo da ottenere la richiesta completa del consiglio di quartiere, a sua volta presentata al consiglio di circoscrizione; qui sarà seguita una procedura simile, fino ad arrivare al consiglio nazionale di consumo. Nello stesso modo, i lavoratori accedono a dei dati riassuntivi storici sulle loro proposte dell'anno precedente, costituiti dalla proposta iniziale, dai cambiamenti fatti durante le iterazioni della pianificazione, da quello su cui ci si è infine accordati, e anche da ciò che è stato fatto in pratica in un qualunque caso di discrepanza. Gli IFB forniscono anche stime su quali probabili variazioni della domanda si avranno quest'anno, basandosi su estrapolazioni dai dati demografici e dalla domanda iniziale dello scorso anno, cioè prima che venisse ridotta dalla procedura di iterazione. I lavoratori considerano queste informazioni, discutono dei propri desideri, e formulano proposte di lavoro che vengono assemblate nella prima proposta del consiglio di lavoratori per le "risorse" e per i "prodotti finali", mediante procedure che discuteremo nel prossimo capitolo. In più, sia i consigli di lavoratori, sia quelli di consumatori, aggiungono delle appendici qualitative alle loro proposte, ad esempio descrizioni di eventuali cambiamenti di circostanze e di condizioni. Se la qualità del lavoro in un certo luogo di lavoro è cambiata a causa di precedenti investimenti che hanno ridotto il rumore, o reso l'ambiente più gradevole, questo verrebbe registrato. Similmente, se il motivo per cui un consiglio di consumatori richiede una determinata cosa è diverso da quello dell'anno scorso, anche questo sarebbe registrato. Tuttavia, quando diciamo che le unità dovrebbero assemblare le informazioni e rendere disponibili le loro proposte, non intendiamo che si mettano a cercare dati in lungo e in largo e a spedire copie delle loro proposte a ciascuna unità del paese. La pianificazione sarà computerizzata. Tutti i consigli potranno accedere alle banche dati di tutti i comitati di assistenza e di tutti gli altri consigli. La sola cosa necessaria ad un accesso all'informazione flessibile è che il sistema di computer non solo registri i dati automaticamente, ma sia in grado di sommare e confrontare le proposte, in modo da accertare lo stato di un qualsiasi bene di consumo - il che ci porta al problema delle "iterazioni della pianificazione". Andare da una proposta all'altra Le proposte iniziali sono state fatte. Abbiamo tutti dato le nostre risposte su quanto e in quale forma vogliamo lavorare e consumare a partire da un'ottimistica valutazione delle possibilità. Siamo pronti a chiamare "progetto" il complesso che ne risulta, o abbiamo bisogno di un altro ciclo di pianificazione?

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Looking forward "Le differenze nei desideri dei consumatori e nei desideri e nelle capacità di diversi consigli di lavoratori sono tenute in conto, così come le diverse tempistiche con cui le persone contribuiscono e con cui ricevono benefici. La pressione indotta per far sì che i partecipanti si relazionino tra loro incentiva l'efficienza e l'equità, non l'uniformità."

Allocazione partecipativa

Per decidere, sommiamo tutte le richieste di consumo e tutte le proposte di produzione e confrontiamo la domanda totale con l'offerta per ogni classe di bene di consumo. Nella prima iterazione o ciclo, quando è prevedibile che i consumatori propongano richieste di consumo ambiziose e che i lavoratori propongano piani di lavoro desiderabili, per molti beni di consumo la domanda supererà l'offerta, il che significa che le proposte iniziali di ciascuno non potranno essere simultaneamente realizzate. Nella terminologia della pianificazione, le proposte iniziali non forniranno un progetto realizzabile e lo stato della maggior parte dei beni di consumo sarà, per una certa percentuale, in eccesso di domanda. In seguito, ogni consiglio riceve nuovi dati riguardo il grado secondo cui i beni di consumo offerti o richiesti erano in eccesso di offerta o in eccesso di domanda, e su come le sue richieste si confrontano con quelle di altre unità. Il mio consiglio di luogo di lavoro offre di produrre meno di altre simili unità di produzione? Il mio consiglio di consumatori ha una richiesta maggiore rispetto a richieste di consumo di altri? Gli IFB traducono le domande in eccesso e le offerte in eccesso in appropriate variazioni dei prezzi "indicativi" dei beni di consumo, alzando i prezzi dei beni per cui vi è un eccesso di domanda, e abbassando i prezzi dei beni in eccesso di offerta; la variazione sarà tanto maggiore quanto sarà alto l'eccesso di domanda o di offerta. A loro volta i nuovi prezzi indicativi forniranno ai consigli nuove stime dei costi e dei benefici sociali dei diversi articoli che essi richiedono o che si offrono di produrre. Ora, poiché i consigli devono necessariamente ottenere l'approvazione di altri consigli per le loro proposte, i consigli di consumatori sono sotto la pressione dei consigli del loro stesso livello perché portino la loro richiesta di consumo totale in linea con il consumo medio pro capite, e i consigli di lavoratori sono sotto la pressione dei consigli del loro stesso livello perché portino il rapporto tra i benefici sociali dei loro risultati e i costi sociali delle loro risorse fino alla media nazionale. Ma questo non significa che ogni consiglio di consumatori deve consumare la quantità media di ogni articolo, o che ogni posto di lavoro in un'industria debba usare risorse nelle stesse proporzioni per ottenere i suoi risultati. Moltiplicando la quantità di ciascun bene di consumo richiesto per il suo prezzo "indicativo" e sommandoli tra loro, ciascun consiglio di consumatori, con il suo computer, può confrontare il valore medio pro capite della sua richiesta con il valore medio pro capite delle richieste degli altri consigli e con la media nazionale. Naturalmente, nell'economia partecipativa, il "valore totale" di una richiesta di consumo è solo un altro modo per chiamare il "carico totale sulle risorse scarse e sul ritmo lavorativo" che una richiesta di consumo pone sul resto dell'economia. In modo simile, moltiplicando i prodotti finiti per il loro prezzo indicativo e sommandoli per ottenere il valore totale di tali prodotti (beneficio sociale), e moltiplicando le risorse impiegate per i loro prezzi indicativi e sommandoli per ottenere il valore delle risorse usate (costi sociali), ciascun consiglio di lavoratori può calcolare il suo specifico rapporto tra benefici e costi sociali per eseguire un confronto con il rapporto relativo ad altri luoghi di lavoro e industrie, e con i valori medi relativi all'intera economia.

"A loro volta i nuovi prezzi indicativi forniranno ai consigli nuove stime dei costi e dei benefici sociali dei diversi articoli che essi richiedono o che si offrono di produrre."

Con ogni nuovo ciclo di pianificazione, i beni di consumo che prima erano in eccesso di domanda, avranno un prezzo più alto nel momento, in cui un consiglio deve nuovamente stabilire quanti beni di quel tipo ordinare; al contrario. beni in eccesso di offerta avranno un prezzo più basso. Queste variazioni nei prezzi determinano un nuovo contesto in cui prendere decisioni. I consigli, normalmente, revisioneranno le proposte cominciando con il sostituire le risorse i cui prezzi indicativi sono cresciuti con risorse i cui prezzi indicativi sono crollati, e nei luoghi di lavoro, si sostituiranno gli articoli da produrre i cui prezzi indicativi sono crollati con prodotti i cui prezzi sono saliti. Queste correzioni costituite da semplici spostamenti, faciliteranno l'efficienza economica e allevieranno l'impegno necessario che ciascun singolo consiglio deve dedicare a revisioni della proposta di altro genere, riducendo quindi le correzioni. Ma se dopo aver fatto queste correzioni, il valore di una richiesta di consumo rimane più alto rispetto alla

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Looking forward "Con ogni nuovo ciclo di pianificazione, i beni di consumo che prima erano in eccesso di domanda avranno un prezzo più alto, nel momento in cui un consiglio deve nuovamente stabilire quanti beni di quel tipo ordinare; al contrario beni in eccesso di offerta avranno un prezzo più basso. Queste variazioni nei prezzi determinano un nuovo contesto in cui prendere decisioni."

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media nazionale; se le proposte di impegno lavorativo e i piani di prestito/risparmio non giustificano l'eccesso; se non si ritiene che circostanze speciali giustifichino gli eccessi; se non ci si aspetta che le circostanze per il consiglio di consumatori nelle prossime iterazioni cambieranno in favore del consiglio stesso, allora sul consiglio verrà fatta pressione perché riduca la sua richiesta totale, cioè porti il suo valore pro capite in linea con la media nazionale. E, similmente, se dopo le correzioni variabili un consiglio di lavoratori ancora non può generare un accettabile eccesso di benefici sociali sui costi sociali e se non ha una scusa accettabile (ad esempio, un forte bisogno), né una ragionevole aspettativa che le condizioni cambino a suo favore nella seguente iterazione, sentirà pressione perché aumenti il suo sforzo lavorativo. Inoltre, al procedere dei cicli di pianificazione, gli indicatori dei prezzi cominceranno ad avvicinarsi al valore stabile finale, e consumatori e lavoratori avranno meno giustificazioni per insistere con richieste di consumo troppo dispendiose o offerte di produzione insufficienti con la scusa di aspettare che i nuovi prezzi ratifichino le loro prese di posizione. In ultima analisi, ad un luogo di lavoro che non sia in grado di migliorare a sufficienza il proprio rapporto tra i benefici e i costi sociali, potrebbe anche essere chiesto di abbandonare l'attività, poiché non è negli interessi della società permettere che risorse che potrebbero essere usate più produttivamente altrove, siano usate in modo non produttivo in una tale unità. Nella precedente descrizione schematica, la logica essenziale nella revisione delle proposte è diretta: le revisioni delle persone che ti stanno accanto, sostenute dalla necessità di far accettare la loro proposta, costringono ciascun attore a portare le proprie proposte di consumo e di lavoro in linea, così che gli sforzi con cui contribuisce una persona siano commisurati allo sforzo che questa persona implicitamente domanda agli altri. Stime sempre più accurate di costi e benefici sociali inducono i lavoratori e i consumatori a spostarsi dai beni di consumo che si trovano in uno stato di maggior eccesso di domanda, a beni con un maggior eccesso di offerta, e ciò promuove l'interesse sociale attraverso un'allocazione efficiente delle risorse scarsamente produttive. Simultaneamente, viene incentivata la riduzione di richieste di consumo inaccettabilmente costose, e di proposte di lavoro troppo improduttive. In un contesto che induce un comportamento socialmente responsabile, i singoli attori ricevono le informazioni di cui hanno bisogno per conciliare la loro personale ricerca di benessere con i tentativi ugualmente degni degli altri di fare lo stesso. Le differenze nei desideri dei consumatori e nei desideri e nelle capacità di diversi consigli di lavoratori sono tenute in conto, così come le diverse tempistiche con cui le persone contribuiscono e con cui ricevono benefici. La pressione indotta per far sì che i partecipanti si relazionino tra loro incentiva l'efficienza e l'equità, non l'uniformità. Ciascun nuovo ciclo di pianificazione produce un nuovo insieme di attività proposte per tutti i consumatori e i produttori, e anche nuove stime di prezzi indicativi, di consumo medio e di produttività lavorativa media. Ma cosa spinge il processo verso una conclusione che tutti accetteranno? Come facciamo a sapere che l'allocazione finale sarà di qualità superiore a quella cui arriverebbe una pianificazione centrale o un sistema di mercato? Inoltre, come si aggiorna un piano personale quando cambiano le condizioni durante l'anno? Per prima cosa affronteremo quest'ultimo argomento, perché aiuta a chiarire come si possono affrontare gli altri. Aggiornare un piano redatto

"Supponiamo che tu abbia anche una "carta di credito" elettronica in cui sono memorizzate tutte queste informazioni e che registra i tuoi consumi, man mano che li fai, sottraendoli da ciò che ti spetta."

Le operazioni di convergenza e aggiornamento sono legate tra loro perché ciascuna può beneficiare di "stratagemmi" che traggono vantaggio dalla ampia scala della pianificazione. Assumiamo di aver redatto un piano per l'anno corrente. Perché potremmo aver bisogno, durante l'anno, di aggiornare il piano inizialmente concordato, e come possiamo farlo? Come consumatore inizi l'anno con l'approvazione di una richiesta per diversi tipi di cibo, vestiti, pasti al ristorante, viaggi, gas, libri, dischi, biglietti per spettacoli di cui usufruirai durante l'anno. Supponiamo che tu abbia anche una "carta di credito"

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elettronica in cui sono memorizzate tutte queste informazioni e che registra i tuoi consumi, man mano che li fai, sottraendoli da ciò che ti spetta. Come si fa se vuoi cambiare i tuoi consumi rispetto a quello che avevi pianificato? Tu fai parte di un consiglio di quartiere, che a sua volta fa parte una rete di federazioni di consumatori. Molte variazioni da te proposte potrebbero essere controbilanciate da variazioni che altri propongono nel tuo quartiere, nella tua circoscrizione, contea, etc. Ovviamente variazioni di consumo che ne cancellano un'altra non influenzerebbero la produzione e potrebbero essere facilmente accolte da consigli e federazioni di consumatori. Se voglio più di questo e meno di quello, e un mio vicino vuole l'inverso - o, più probabilmente, se le fluttuazioni nei consumi di tremila persone che richiedono modeste modifiche in questo, quello o altro si annullano in larga parte - allora la produzione non avrà bisogno di cambiare in modo significativo. Anche nel caso in cui la somma delle variazioni proposte per il consumo di latte da parte di tutti i membri del tuo consiglio di quartiere va a formare un aumento significativo della domanda, quel totale può essere bilanciato da variazioni opposte in altri consigli di quartiere, così che solo la distribuzione sarà influenzata. Qualche volta, comunque, le variazioni non si bilanceranno, così che l'aumento netto, ad esempio, del consumo di latte dovrà essere comunicato ai produttori di latte, che dovranno produrre di più - intensificando il ritmo lavorativo, aumentando le ore lavorative di ciascuno, o aumentando il personale - oppure potranno rifiutare di aumentare la produzione.

L'apparato di pianificazione partecipativa è troppo grande da implementare? Nel 1987 poco più di tre milioni di persone erano impiegate dal governo federale degli Stati Uniti in posti non militari (appena sotto i 100 milioni costituiva il totale degli impieghi non militari per tutto il paese). Gli incarichi statali comprendeva 44.000 informatici, 60.000 dattilografi, 18.000 legali, 23.000 controllori di volo, 27.000 investigatori, 38.000 infermieri e così via. Il dipartimento esecutivo del solo settore esecutivo aveva oltre un milione di impiegati civili, tra cui circa 116.000 nell'agricoltura, 31.000 nella difesa, 122.000 nella sanità e nei servizi sociali, 4.500 nell'educazione, 245.000 nei servizi ai veterani, etc. La corte federale aveva 21.000 impiegati. Mantenere un apparato di pianificazione partecipativo, richiederebbe più di tutto questo?

Poiché un aumento nella produzione di latte richiederà molto probabilmente più risorse, ci sarebbero effetti secondari il cui impatto potrebbe bilanciarsi con gli effetti secondari prodotti da variazioni nella produzione di altre industrie, ma questo potrebbe anche non succedere. Se il consumo di una persona è automaticamente registrato sulla sua "carta di credito" elettronica e detratto dalla sua parte di beni di consumo annuale, gli aggiornamenti periodici potrebbero essere facilmente comunicati ad appositi Comitati di Assistenza per le Modifiche (UFB) che potrebbero a loro volta comunicare le richieste di modifica della domanda, prima ad apposite federazioni di consumatori, e poi, se necessario, ad apposite federazioni di industrie. In risposta, i lavoratori proporranno di accogliere quelle variazioni che comportano un carico lavorativo che sono disposti ad accollarsi, e ai consumatori verranno comunicate quelle variazioni che potranno essere incluse nelle loro previsioni. Questi dialoghi possono certamente portare ad una diminuzione di lavoro in alcune industrie e ad un aumento in altre, con trasferimento di forza lavoro se necessario, ma non ci sarebbe più mobilità che in altri tipi di economie, anzi probabilmente ce ne sarebbe un po’ meno, perché il costo sociale costituito dai lavoratori che devono cambiare occupazione sarebbe un fattore che incide nella decisione collettiva di come affrontare una variazione nella domanda. Alla luce di quanto sopra illustrato, è chiaro che poiché le attività di ciascun consiglio hanno implicazioni sugli altri, se nel progetto iniziale la coincidenza tra domanda e offerta è calibrata con troppa precisione, ci saranno più probabilità che delle modifiche durante l'anno causino problemi all'economia nel suo complesso. Darebbero luogo a troppo movimento e a troppe discussioni, in un ambito che è stato pianificato in modo troppo rigido. Così, per semplificare gli aggiornamenti, la pianificazione partecipativa prevede dei "margini di produzione". In primo luogo, tutte le industrie produrranno più della domanda pianificata e inoltre pianificheranno un ritmo lavorativo maggiore, in modo da poter ulteriormente aumentare la produzione, nel caso ce ne fosse bisogno. Inoltre, il progetto avrà in previsione una disponibilità di risorse extra. Allo stesso tempo, alle singole persone non dovrebbe essere permesso di cambiare drasticamente le proprie richieste senza avere il via libera dal proprio consiglio di consumatori, né i lavoratori dovrebbero abbassare troppo la produzione senza avere il via libera dal consiglio di stabilimento. A queste condizioni, dovrebbe essere chiaro che una flessibilità in grado di soddisfare cambiamenti nei gusti e nelle possibilità non è al

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di fuori delle capacità di un'economia partecipativa con appropriati "margini di produzione" inseriti in essa. E prima che il lettore cinico si cominci a lamentarsi dello "spreco", dovrebbe notare che a seconda di come la si misura, l'attuale economia statunitense funziona con una percentuale di capacità inutilizzate che va dal 15% al 25%, e che probabilmente si tratta di due o tre volte tanto rispetto a quanto sarebbe necessario in un'economia partecipativa. Per finire, la legge dei valori medi che determina la probabilità che alcune variazioni proposte ne bilanciano altre, ed una conoscenza sociale generalizzata di quelle industrie su cui più probabilmente incideranno le variazioni che non rientrano nella media, permetterebbero una fondata "pianificazione dei margini di produzione". Durante il processo iterativo, cioè, gli IFB proporrebbero gli opportuni margini di produzione per i diversi prodotti in accordo con la loro storia e con altre variabili che discuteremo più avanti. Questi margini sarebbero inclusi nel progetto finale come una parte della produzione di ciascuna unità che non sarà necessariamente prodotta. Convergenza Se ci pensiamo un attimo, risulta ovvio che non c'è ragione di aspettarsi che una sequenza di iterazioni di pianificazioni partecipative, totalmente priva di guida, debba necessariamente convergere. Per esempio, un prodotto per cui vi è inizialmente un eccesso di domanda, potrebbe passare allo stato di eccesso di offerta nell'iterazione successiva se i lavoratori si offrono di lavorare di più e i consumatori chiedono meno, e questa altalena potrebbe continuare un ciclo dopo l'altro. Oppure, lo stato di un bene di consumo potrebbe non invertirsi ogni volta, ma seguire un corso casuale che non converge mai verso l'equilibrio. Inoltre, se consideriamo che lo stato di ciascun prodotto influenza lo stato di molti altri, così che durante un'iterazione i cambiamenti relativi all'andare a mangiare al ristorante avranno ripercussioni sul consumo di gas per le auto e su quello del cibo da cucinare a casa, risulta chiaro che le cose possono diventare molto complicate. Proprio mentre facciamo progressi su un fronte, qualcun altro potrebbe sbilanciare le cose ancora di più in altri modi. Gli economisti fanno convenientemente uso di assunzioni semplificanti per far scomparire questi problemi nei loro modelli economici - in particolare con assunzioni chiamate "convessità" e "sostituibilità imperfetta". Ma il solo modo per far scomparire questi problemi nel mondo reale è implementare regole flessibili e fare uso di sperimentati IFB che forniscano una guida al processo. Chiaramente, è necessario adottare regole e autorizzare interventi che non introducano distorsioni nel risultato e che non riducano troppo l'efficienza o l'equità, ma che assicurino che la convergenza avvenga in tempi ragionevoli.

"Inoltre, se consideriamo che lo stato di ciascun prodotto influenza lo stato di molti altri, così che durante un'iterazione i cambiamenti relativi all'andare a mangiare al ristorante avranno ripercussioni sul consumo di gas per le auto e su quello del cibo da cucinare a casa, risulta chiaro che le cose possono diventare molto complicate."

E' il caso di sottolineare di nuovo che non esiste un singolo modo corretto di operare in un sistema di pianificazione partecipativa. Molte caratteristiche sono contingenti. I vari compiti che abbiamo enumerato potrebbero sicuramente essere portati a termine in modi diversi. I comitati di assistenza potrebbero essere definiti in modo diverso, o anche sostituiti da altre istituzioni. Inoltre, nelle società reali, le economie sono inserite in contesti sociali determinati anche da relazioni di parentela, forme di governo, e relazioni culturali (come verrà discusso nel capitolo conclusivo). Non c'è ragione di aspettarci che le strutture partecipative siano identiche nonostante le differenze in queste sfere della vita sociale diverse dall'economia. Quindi sviluppare le regole e le istituzioni che si prediligono sarà un compito soprattutto storico. Le forme scelte in ogni particolare società dovranno adattarsi a particolari circostanze ambientali, storiche e culturali, che un modello astratto come il nostro non può completamente prevedere; e, in ogni caso, ciò che caratterizza le regole e le istituzioni ottimali si evolverà man mano che una qualsiasi economia partecipativa si sviluppa. Potrebbe anche succedere che all'interno di un'economia sistemi di regole diversi ma compatibili operino in aeree diverse, riflettendo differenze climatiche, di risorse o di cultura. Qui, dunque, descriviamo solo un approccio realizzabile per fare in modo che il processo costituito dai "cicli di contrattazione" converga ad un progetto economico desiderabile. Anche il semplice approccio che evidenziamo, comunque, è

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sufficiente a dimostrare l'attuabilità della pianificazione partecipativa e ad illustrare i tipi di calcoli e di decisioni essenziali per eseguire determinate operazioni. Il primo passo nel nostro processo di pianificazione di esempio, è che ciascun singolo individuo pensi al proprio progetto per l'anno a venire. Possiamo semplificare la situazione prendendo come esempio persone che non intendano risparmiare o chiedere prestiti, visto che in questi casi il processo funziona allo stesso modo con appropriate correzioni. Ciascuno svolge un sistema di mansioni bilanciato e tutti ricevono un calcolo aggiornato dei valori medi previsti per la produzione e per il consumo prima di ciascuna iterazione. I Comitati di Assistenza all'Iterazione (IFB) conoscono i piani, gli investimenti produttivi, i cambiamenti della forza lavoro relativi all'anno precedente, e usano queste informazioni, insieme alle stime dei "margini di produzione" necessari, per predire il risultato totale della produzione e tradurlo in valori medi per il consumo e per i carichi di lavoro. Ciascun individuo quindi ha un'idea di ciò che è richiesto per un giusto consumo, e di come dovrebbe essere una giusta proposta di lavoro. E' possibile inoltrare una tale cospicua quantità di informazioni a tanti diversi destinatari? Occorre pensare che stiamo parlando di inoltrare informazioni elettroniche. Il sistema postale statunitense ha il molto più difficile compito di inoltrare dei pacchi, degli oggetti fisici. Infatti, nel 1987 il servizio postale federale aveva quasi 840.000 impiegati che smistavano circa 160 milioni di oggetti postali (circa 656 pezzi a testa). Per svolgere questo compito vi sono poco più di 40.000 uffici postali, stazioni, agenzie e così via. Ovviamente un apparato molto più piccolo sarebbe sufficiente alle infrastrutture di comunicazione della pianificazione partecipativa - forse sarebbe qualcosa delle dimensioni dell'United Parcel Services, che svolge un processo di comunicazione come servizio informativo computerizzato.

Consideriamo ora la realizzazione della proposta iniziale. Tu suggerisci un qualche livello di sforzo lavorativo per te stesso, e, implicitamente, un livello medio per ciascuno, e un qualche livello di consumo per te stesso, e, di nuovo, implicitamente, un livello medio per ciascuno. Per essere realistico - dopo avere tenuto in considerazione quelli che potrebbero essere i tuoi bisogni sopra la media - farai queste proposte in modo che siano compatibili. Quindi, quello che realmente proponi è: "Mi piacerebbe svolgere la tale quantità di lavoro nell'ambito del mio sistema di mansioni e consumare la tale quantità totale, suddivisa nei seguenti particolari articoli. Il mio lavoro totale e il mio consumo totale nel complesso si accordano con quelli di ogni altra persona, e assumono il tale consumo medio e la tale produzione media per la società." Ciascuno fa una proposta simile, alla luce delle proprie specifiche preferenze e competenze, riconoscendo però che il totale di beni consumati necessita di lavoro di produzione e che la distribuzione di oneri e benefici deve essere equa. Da notare che sarebbe impossibile mettere in pratica le proposte iniziali di produzione di ognuno, perché nella gran parte dei posti di lavoro, una persona in una squadra potrebbe aver proposto di lavorare più ore di un'altra persona della stessa squadra, anche se le due persone possono solo lavorare insieme. La proposta iniziale di produzione dell'impianto, che l'IFB userà per i calcoli dei nuovi prezzi indicativi, deve essere quindi calcolata come una media astratta di tutte le proposte separate dei suoi lavoratori. In ogni caso, dopo che le proposte iniziali sono state sommate, e i risultati tabulati e riassunti, si può procedere con la seconda iterazione. In accordo con il sistema di regole adottato in questa economia di esempio, tutti agirebbero ancora singolarmente. Tu confronti il tuo carico di lavoro proposto e il tuo consumo proposto, con i valori medi calcolati su tutte le proposte. Consideri anche valori medi più localizzati, per esempio, quelli del tuo posto di lavoro, dell'industria, del complesso o del quartiere. Consideri lo stato di ciascun articolo che hai ordinato e consulti le spiegazioni di quelle che appaiono come anomalie, ad esempio grandi variazioni nella produttività dei lavoratori o nelle richieste di consumo. Alla fine consulti la nuova lista dei prezzi indicativi corretti secondo l'eccesso relativo di domanda e offerta del primo ciclo di proposte. Dopodiché, fai i cambiamenti che desideri prima di compilare la tua seconda proposta.

"Tu suggerisci un qualche livello di sforzo lavorativo per te stesso, e, implicitamente, un livello medio per ciascuno, e un qualche livello di consumo per te stesso, e, di nuovo, implicitamente, un livello medio per ciascuno. Per essere realistico, farai queste proposte in modo che siano compatibili."

Una volta che tutti hanno fatto altrettanto, tutte queste nuove proposte sono sommate e le nuove informazioni sono rese disponibili per il terzo ciclo di pianificazione. Finora, bene: nessuna regola limita le modifiche dei piani, nelle prime due iterazioni. Ma neppure si ha necessariamente una convergenza rapida. Ora, tuttavia, nel terzo ciclo, ci sarebbe un cambiamento. Non cambieremo più le nostre proposte in una qualsiasi direzione e di una qualsiasi quantità. Ora, cercando di facilitare la convergenza senza introdurre distorsioni, ci saranno delle

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"In una economia di mercato, abbiamo anche banche con delle succursali praticamente in ogni comunità, che utilizzano abbastanza edifici che potrebbero ospitare gran parte se non tutti i comitati di produzione e consumo di un'economia partecipativa."

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limitazioni su quanto i consumatori possono aumentare o diminuire la loro domanda di beni di consumo. Anche se le limitazioni specifiche più adatte a facilitare la convergenza probabilmente sarebbero diverse per diversi beni di consumo, e sarebbe meglio che a stabilire tali limiti siano gli IFB di una data industria, che hanno una maggiore conoscenza di ciò che in quell'industria funziona meglio, diciamo che a questo punto ai consumatori sarebbe proibito diminuire la propria richiesta, di un bene in eccesso di domanda, più del 50% del valor medio pro capite dell'eccesso di domanda (per esempio), mentre gli sarebbe proibito di aumentarla più del 25% del valor medio pro capite dell'eccesso di domanda (per esempio). E allo stesso modo, ai consumatori sarebbe anche proibito aumentare la loro domanda di un bene in eccesso di offerta di più del 50% del valor medio pro capite dell'eccesso di offerta, e dal diminuire la domanda per una tale bene di più del 25% del valor medio pro capite dell'eccesso di offerta. In modo simile, i produttori avrebbero una regola adeguata, da applicare inizialmente, tuttavia, solo alla quarta iterazione in modo che gran parte della ridistribuzione del lavoro potrebbe essere stabilita prima; con questa regola ciascuna fabbrica sarebbe limitata nella stessa gamma di movimenti, ma riguardo alla quota relativa alla fabbrica dello scarto tra domanda e offerta. In altre parole, assumendo che venga utilizzata questa regola, le variazioni di ciascun attore saranno limitate in misura maggiore se egli vuole cambiare nella direzione che allontana lo stato di un bene di consumo dall'equilibrio, e in misura minore se egli vuole cambiare nella direzione che sposta verso l'equilibrio lo stato del bene di consumo. Lo scopo delle regole è garantire che la massima possibile divergenza dall'equilibrio diminuisca in ogni iterazione. Le limitazioni, inoltre, spingeranno ciascun attore a non essere superficiale nel compilare la proposta iniziale, per paura che tali regole lo facciano allontanare troppo da quello che vuole ottenere alla fine. Imporre un limite diverso ai due diversi tipi di movimento (richiesta di un bene in eccesso di domanda o di offerta) assicura che se un bene di consumo oscilla tra i due stati, lo farà molto probabilmente in modo da far diminuire lo scarto tra domanda e offerta. Se sia meglio scegliere i limiti del 75% e del 40% o del 30% e 10% invece dei limiti del 50% e 25%, dipenderà dall'iterazione, dal bene di consumo, e forse anche da altre caratteristiche dell'economia. Ma il punto è che qualche limite che pone meno restrizioni a modifiche equilibrate e più restrizioni a modifiche squilibrate, aumenterà la velocità di convergenza attesa. Limitazioni di questo tipo, quindi, sono esempi di regole potenzialmente utili in una pianificazione partecipativa. Nel quarto ciclo di pianificazione, i consigli al completo faranno le loro proposte al posto dei singoli individui. I consumatori si incontrano nei loro consigli di quartiere, e i lavoratori nei loro consigli di luogo di lavoro, per decidere sulle proposte allargate a tutto il consiglio. Questo è il momento in cui i singoli devono convincere vicini e colleghi che richieste di consumo al di sopra della media e proposte di lavoro al di sotto della media devono essere giustificate. E se le motivazioni non sono giudicate convincenti, la pressione locale, che prevede la possibilità per un consiglio di rifiutare una proposta, viene applicata a chi di dovere, perché faccia le opportune correzioni. Nei luoghi di lavoro, in particolare, la necessità di coordinazione causerà dibattiti per stabilire punti di vista condivisi sul carico e sull'intensità del lavoro in generale. Niente in questo approccio obbliga i vari attori a cambiare del tutto le loro proposte o spinge i consumatori a consumare nelle stesse proporzioni, o i lavoratori a produrre beni con le stesse tecniche. Tuttavia nei luoghi di lavoro viene fatta pressione perché vengano proposti carichi di lavoro produttivo almeno nella media, o nei consigli di consumatori perché il consumo sia limitato grosso modo al valor medio pro capite, e su tutti gli attori perché valutino attentamente i loro bisogni e le loro capacità già dall'inizio del processo. In realtà, a questo stadio, i luoghi di lavoro che persistono con proposte caratterizzate da un rapporto tra benefici e costi sociali più basso di quello della propria azienda, devono chiedere alla loro azienda il permesso di continuare a fare la loro proposta. Nello stesso modo, consigli di quartiere che hanno richieste di consumo pro capite al di sopra della media, dovrebbero richiedere il permesso di non abbassare la loro domanda ai consigli di più alto livello. Questo processo

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ridurrebbe drasticamente proposte non eque, e allo stesso tempo sarebbe caratterizzato da una ragionevole discrezione. Ci possiamo aspettare che molte petizioni saranno accettate, perché vi saranno spesso delle circostanze che le giustificano. La libertà solo per i sostenitori del governo, solo per i membri del partito - per quanto numerosi possano essere - non è la libertà nella sua essenza. La libertà è sempre ed esclusivamente libertà per colui che la pensa in modo diverso. Non per un qualsiasi fanatico concetto di giustizia, ma perché tutto ciò che è istruttivo, sano e catartico nella libertà politica dipende da queste caratteristiche essenziali, e la sua efficacia svanisce quando la libertà diventa un privilegio. [Rosa Luxemburg in - Cohn Bendit Comunismo obsoleto]

Tornando al puro e semplice processo, facciamo l'esempio che mi piacciano molto le noci, e che ne richieda una quantità al di sopra della media; non sarà necessario che abbassare la mia richiesta di noci semplicemente perché vi è un eccesso di domanda di noci. Posso anche decidere che la mia grossa richiesta di noci sia più che giustificata data la mia scarsa richiesta di altra frutta. Oppure, specialmente se si tratta di uno dei primi cicli di pianificazione, posso pensare che nei cicli futuri l'offerta di noci debba salire, e sperare. In definitiva, verrà fatta pressione sui consigli di consumatori affinché riducano la domanda di noci, e sui consigli di produzione affinché aumentino l'offerta di noci, finché lo stato delle "noci" non migliora. In primo luogo, il prezzo indicativo delle noci continuerà a salire fino a che c'è un eccesso di domanda di noci. Inoltre, se lo scarto è eccessivo, gli IFB possono cominciare a dare dei suggerimenti. Alla fine, potrò anche mantenere la mia domanda di noci al di sopra della media, a condizione che qualcun altro con una domanda di noci sotto la media abbassi ulteriormente la sua richiesta di fronte ad un aumento dei prezzi indicativi. Questo significa semplicemente che ho una forte preferenza delle noci rispetto ad altri. Non è ingiusto, perché sarò comunque costretto a consumare meno su altri fronti, mentre quelli che hanno abbassato la loro domanda di noci avranno la possibilità di consumare altre cose in più. Il quinto ciclo (o l'ultimo, per capirci) prevede un ulteriore accelerazione verso la convergenza. Di nuovo ci incontreremo nei consigli per adattare le nostre proposte alle variazioni sui valori medi, sui totali, sui prezzi e altro. Ma questa volta gli IFB estrapoleranno i dati dei precedenti quattro cicli in modo da fornire le stime, per esempio, di cinque progetti fattibili che potrebbero essere plausibilmente il risultato finale del processo di iterazione. Quello che distingue le loro cinque scelte potranno essere i rapporti tra i beni consumati e investiti, e/o diverse proporzioni di beni pubblici e privati, e quantità leggermente differenti di prodotto/lavoro impiegato. Tutti gli attori quindi votano, ognuno come unità, per uno di questi piani realizzabili. I voti verranno conteggiati, e le due opzioni che ne totalizzano di meno vengono eliminate. Le successive votazioni continueranno fino a che non rimane una sola opzione, che stabilisce la produzione totale, e dunque le previsioni di lavoro e consumo pro capite per l'intera economia, così come le quote di consumo, di investimenti, di beni pubblici e privati. Una volta che è stato stabilito un "macro" progetto realizzabile, ulteriori iterazioni serviranno solo a perfezionare l'allocazione relativa alle singole unità. Anche la variazione percentuale consentita nelle proposte viene ridotta per queste successive pianificazioni, in modo da ridurre la possibilità che troppe correzioni prolunghino il processo.

"Niente in questo approccio obbliga i vari attori a cambiare del tutto le loro proposte o spinge i consumatori a consumare nelle stesse proporzioni, o i lavoratori a produrre beni con le stesse tecniche."

Infine, gli IFB propongono un progetto completo, entro uno stretto margine, delle

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Looking forward Si potrebbe argomentare che i comitati di assistenza richiederebbero molti edifici distribuiti in tutti i settori della società. Si consideri che nel XXI secolo abbiamo 7.005 franchising, 2.569 Electronic Realty Associates, 3886 H&R Block, e tutti queste realtà sono già strettamente collegate e insieme costituiscono solo una piccola percentuale degli edifici disponibili per la cessione senza che debbano esserne costruiti di nuovi; inoltre si avrebbe una riduzione nella richiesta di personale. Se questo non è abbastanza per dimostrare la mia tesi, si consideri che attualmente abbiamo 6.165 McDonald's, 5.782 Kentucky Fried Chicken, 5.122 Dairy Queen, 3.500 Subway Sandwiches, 3.300 Baskin Robbins, e 2.597 catene Wendy's . Se le sostituiamo tutte, e molte, molte altre, con 15.000 istituti per gli scopi più disparati, le rimanenti unità - da 10.000 a 15.000 - sarebbero tutte disponibili.

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proposte di ciascuna unità. Nel ciclo finale, ogni consiglio riceve questo progetto e vota se accettarlo oppure no. Se vi sono ancora delle alternative desiderate, dovranno essere soddisfatte all'interno delle federazioni - ad esempio, se un quartiere vuole una maggiore quantità di un certo bene di consumo, un altro quartiere della circoscrizione dovrà ricevere meno - oppure le variazioni dovranno essere negoziate direttamente con i produttori che dovranno acconsentire a soddisfare richieste aggiuntive al di fuori dei "margini" pianificati, anche se fare così potrebbe voler dire lavorare di più in un secondo momento. Queste comunicazioni interne e tra le relative industrie e unità di consumatori continueranno fino a che non verrà accettato un progetto per tutte le unità e le singole persone. La precedente discussione delinea i profili di un possibile sistema di regole per la pianificazione partecipativa, ed è inteso solo come esempio. In società diverse, e persino nella stessa società in epoche diverse, le regole da applicare corrisponderanno ai gusti e alle circostanze contingenti. Saranno gli attori stessi a stabile le procedure. Se la capacità di una società di trasferire risorse da un uso produttivo ad un altro fossero effettivamente perfette, potrebbero non esserci affatto bisogno di regole di questo tipo, poiché in tal caso sarebbero sufficienti solo i prezzi indicativi, insieme alla condizione che la proposta totale sia equa e all'attenzione ai dettagli qualitativi, a generare una rapida convergenza di domanda e offerta. D'altra parte, in economie meno sviluppate, meno tecnicamente in grado di soddisfare rapidamente variazioni delle preferenze dei consumatori, o in cui, per questioni sociali, viene assegnato un prezzo artificialmente basso a qualche bene di consumo per assicurarne la disponibilità, delle regole di iterazione simili a quelle che abbiamo descritto potrebbero rivelarsi importanti per facilitare la convergenza. Distribuzioni Alternative Allora, cosa abbiamo? E' realizzabile una economia partecipativa che converga all'efficienza e all'equità? O avremo che tutti gli accordi contrattuali che risulteranno non saranno migliori di quelli che risultano da una pianificazione centrale o dal mercato? La nostra risposta a questa domanda dovrebbe essere ovvia rispetto alle analisi precedenti. L'equità, la solidarietà e la democrazia che la pianificazione partecipativa promuove al posto dello sfruttamento, della divisione in classi, della conformità e della gerarchia che caratterizza le economie capitaliste e coordinative, basta a giustificare un cambiamento a favore del nuovo sistema. Il fatto che la pianificazione partecipativa risulta più efficiente rispetto al mercato o alla pianificazione centralizzata chiude il caso [il lettore interessato può consultare il capitolo 5 del libro, complementare a questo, "The Political Economy of Participatory Economics" (Princeton 1991), per una rigorosa dimostrazione del fatto che è effettivamente così]. La sola paura che la pianificazione partecipativa possa coinvolgere una intollerabile burocrazia rimane una preoccupazione pressante; per fugarla, quindi, presentiamo ora brevemente un confronto tra istituzioni e tempi richiesti dal nostro modello e dalle alternative non partecipative. Naturalmente, in ogni società capitalista, la principale istituzione di distribuzione è il mercato che non coinvolge direttamente relazioni di qualsiasi genere poiché esso è "solo" una serie di regole e relazioni che si applicano nel rapporto tra gli attori economici e le istituzioni. Tuttavia, il mercato impone tutta una serie di implicazioni che suscitano delle particolari competitività e dei comportamenti di convenienza in tutte le istituzioni. Inoltre, il mercato impone a molte istituzioni dei bisogni che altrimenti non esisterebbero, in presenza o meno della proprietà privata. Per esempio, in una economia di mercato, abbiamo anche banche con delle succursali praticamente in ogni comunità, che utilizzano abbastanza edifici che potrebbero ospitare gran parte se non tutti i comitati di produzione e consumo di un'economia partecipativa. Con il mercato, abbiamo anche compagnie di assicurazioni con decina di migliaia di dipendenti, praticamente molti di più dei

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Negli Stati Uniti, attualmente, ci sono poco meno di 300.000 agenzie finanziarie ed assicurative, incluse banche, agenzie di credito, mediatori di borsa, assicurazioni sui trasporti, e poco più di 200.000 uffici immobiliari. Nel complesso danno occupazione a quasi 6,4 milioni di persone. Per dare un'idea dell'entità del trasferimento di tutte queste risorse verso usi di maggiore utilità sociale, in termini di unità di popolazione e regione, si consideri che negli Stati Uniti ci sono solo 187.430 distributori di cibo, 362.895 punti di ristoro, e 201.631 distributori di benzina e stazioni di servizio, che impiegano complessivamente 10,5 milioni di persone. Questi numeri indicano la relativa grandezza degli armamentari necessari al mercato.

dipendenti che sarebbero necessari nei nostri Comitati di Assistenza per le Modifiche (UFB). E con il mercato abbiamo agenzie di cambio, istituti di credito e ditte di intermediazione così come forze di polizia e agenzie private di sicurezza in misura molto maggiore di quelle richieste in un sistema partecipativo. Abbiamo agenzie pubblicitarie, società di revisioni contabili e, naturalmente, un "Ufficio delle Imposte" per lo stato così come uffici delle tasse nella regione e nella città, molti di più di quanto necessiti all'economia partecipativa. E, naturalmente, abbiamo dei prodotti superflui e dispendi pubblicitari a iosa.

... E' chiaro che qualcuno (o qualche istituzione) ha detto ai produttori ciò che i consumatori richiedono. Se questo qualcuno non è il meccanismo impersonale del mercato, può essere solo una gerarchia superiore. Esistono collegamenti orizzontali (mercato) e verticali (gerarchia). Quale altra possibilità esiste? Naturalmente, i produttori sono anche consumatori e viceversa, ma una divisione inevitabile del lavoro e delle funzioni implica che questa sia anche la sola possibile in cima alla piramide gerarchica. [Alec Nove The Economics of feasible Socialism]

I Comitati di Assistenza ed i sistemi di mansioni, insieme alla pianificazione e alle unità di consumatori, useranno tutti i materiali e tutte le risorse umane quando queste saranno svincolate dall'armamentario del mercato? Dubitiamo seriamente che l'apparato istituzionale della pianificazione partecipativa risulti sfavorito in un confronto con l'apparato istituzionale del mercato o della pianificazione centrale. Abbiamo fin qui presentato una descrizione delle strutture di base dell'economia partecipativa. Per dare maggior risalto a come opera il sistema, nei seguenti tre capitoli presenteremo una descrizione del comportamento di un ipotetico attore che sviluppa pianificazioni in diversi contesti. Come conclusione di questo capitolo, invece, ci piace presentare la discussione finale tra i nostri usuali protagonisti, dopo che PE ha descritto brevemente la pianificazione partecipativa, così come è stata qui presentata. E' davvero così? CENT: Tu dichiari che la pianificazione centralizzata sovverte le aspirazioni partecipative, ma la tua visione getta solo nel caos. Il tuo modello è così ingombrante che ogni persona ragionevole preferirà il mio modello o quello di mercato. Credi che realmente l'economia partecipativa possa essere una alternativa o è solo una provocazione? PE: Io credo che sia un sistema allocativo superiore. CAP: E' difficile prenderti sul serio. PE: Cosa ti fa pensare che l'economia partecipativa non funzionerà?

Non è sufficiente indicare che cosa non ci piace, ma dobbiamo mettere a punto "il modello di società vogliamo"... [Sheila Rowbotham Sogni e dilemmi]

MARK: Chi sarà d’accordo a fare tutte queste riunioni? La gente non vorrà partecipare, e se li obblighi o non parteciperanno attivamente o renderanno inattendibili le pianificazioni o saranno maggiormente frustrati.

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CAP: Sono d’accordo. Assumendo che non voglia patire la fame aspettando del cibo, parteciperò alla tua economia come a un gigantesco gioco, giocherò dando informazioni sbagliate, esprimerò i miei propositi per ottenere le risposte desiderate, e mentirò riguardo le mie motivazioni per ottenere delle richieste eccessive. Eventualmente non farò nulla di tutto ciò che ho promesso. Il tuo sistema è uno scherzo. PE: Lo scherzo è che molte persone si comportano come hai descritto nella tua economia, ma non si comporteranno in questo modo nella mia. Naturalmente gli uomini che hanno rapporti detestabili ci sono sia nell'economia capitalista sia in quella coordinatorista. Quello che voi, CAP, CENT, e anche tu Mark, vi aspettate che faccia un attore partecipativo è solo la versione traslata di come i lavoratori ed i consumatori operano nelle vostre economie: ognuno si gioca le proprie opportunità per i soli propri voleri, provando a spingere in avanti loro stessi senza guardare gli impatti sugli altri. Ma oltre ai dispetti, cosa ti spinge a prevedere qualche problema nell'economia partecipativa? In una economia partecipativa non si può imbrogliare per diventare più ricchi o per lavorare meno, a parte per una falsa malattia. Comunque ricorda, si tratta della gente del tuo quartiere, dei tuoi colleghi. Non del capo in crociera ai Caraibi né del pianificatore a 3.000 kilometri di distanza. Dato che ogni persona possiede, facendo una media semplicistica, un insieme di oneri e di benefici, la questione reale è avere qualcosa da dire su come avverranno le mediazioni, decidendo se dare o prendere in prestito, e determinare la particolare struttura del lavoro e del consumo di ciascuno di noi. La travisazione è un'autosconfitta. La forma burocratica centralizzata di pianificazione, nella quale chi sta in alto riceve dal basso principalmente delle informazioni passive contestuali e restituisce imperativi effettivi, è in contrasto con il meccanismo secondo cui ogni compito viene suddiviso tra individui. Il punto di base è che la gente non vuole cercare compiti per se stessa, riconoscere ed affrontare problemi, ma piuttosto gli devono essere assegnati come doveri. [Rudolph Bahro]

Come si può dimostrare che le risorse utilizzate per la libreria A non dovrebbero andare alla libreria B, o per quale ragione migliorare un laboratorio scientifico invece dell'alimentazione dei bambini in un giardino d'infanzia di Kampuchea? Oppure, la costruzione di un miglior telescopio di un osservatorio è più o meno importante della costruzione di un nuovo ponte, di aumentare la produzione di ortaggi, di investire in nuovi lavori in calcestruzzi, o incrementare la dimensione di una coltivazione di caffè? [Alec Nove The Economics of feasible Socialism]

MARK: C'è qualcosa che voglio dirti riguardo i fatti, esaminando il tutto senza pregiudizi; tutto quello che hai fatto è stato di sostituire il mercato con un sistema primitivo di baratto. E sotto certi aspetti, ti sei avvicinato più all'"ideale" cercato nel libero scambio di mercato di quanto facciano quelli che adesso praticano il libero mercato, perché hai eliminato il monopolio, l'assenza di concorrenza, i cartelli, e vari problemi tecnici associati ai mercati... PE: ...più importante, il nuovo sistema elimina le deviazioni antisociali del mercato... MARK: ...ma non stiamo parlando di istituire un sistema di lavoro su qualche isola minuscola o per un gruppo di amici che decidono di fare un'escursione di due mesi. Quello che proponi non è molto significativo; tu devi superare problemi che si presentano in modelli realistici e non proponendo una alternativa applicabile solo a piccole economie dove ognuno può conoscere tutto. Cosa dici riguardo ad una distribuzione di beni e servizi per una economia con milioni di attori e centinaia di migliaia di prodotti? Qual'è il carico di informazioni in questo contesto? Credi seriamente che tutti noi faremo delle scelte accurate in mezzo a tutte le opzioni dei prodotti disponibili? PE: Esattamente. Se raggruppiamo i prodotti in modo tale che articoli simili siano considerabili sotto una sola etichetta - bevande alcoliche, carne, abbigliamento (vestiti pesanti e leggeri), automobili (grandi e piccole), viaggi (per tempo e distanza), dischi, libri - e se eliminiamo tutti i prodotti che hanno un piccolo valore d'uso, e se i beni non fossero fatti per consumarsi in fretta così da non cambiarli tanto spesso; è realmente troppo difficile da valutare? Considera che ora, nella nostra società, quattro o cinque istituti di credito hanno i dati di 50 milioni di persone; e utilizzano attivamente questi dati? Per quanto possa sembrare difficile, spostare e manipolare informazioni, riassumerle, fare delle medie, o metterle in una qualsiasi forma utile a cui la gente possa far riferimento, non sarà poi una grande impresa. E riguardo alla valutazione in anticipo degli acquisti, attualmente molto di quello che viene prodotto nelle moderne economie è acquistato da compagnie ed altre istituzioni che già esprimono molto bene giudizi sulle possibili alternative future come, ad esempio, quando la General Motors stima la produzione di automobili e fa degli ordine di gomme, di acciaio ed altro. Per quanto riguarda il tempo e le

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energie richieste, questo non solo può essere fatto, ma è già fatto sebbene, particolarmente nelle economie di mercato, spesso vengono utilizzati dei dati errati. Dovrei anche menzionare il fatto che nella divisione dei carichi non ci saranno questioni di marchio poiché tutte le industrie saranno coordinate internamente per utilizzare le migliori tecnologie disponibili e per creare una diversità di prodotti di alta qualità. Invece della competizione che genera innovazione, particolari luoghi di lavoro e gruppi all'interno di questi avranno questa responsabilità. CENT: Ma chi può mettersi ad elencare ogni cosa che vuole per un intero anno? E chi vorrà farlo? PE: Ti siederai davanti ad un computer e manderai una lista dei tuoi consumi dello scorso anno e considererai i cambiamenti previsti dei prodotti totali della società ed i prezzi indicativi per l'anno in corso. In aggiunta, avrai accesso a qualche informazione riguardo ciò che comporta la produzione dei prodotti, e quali potrebbero essere gli svantaggi ed i vantaggi. Apporrai un tuo visto sul tuo piano personale di consumo, lo cambierai in qualcosa e poi farai la tua prima proposta. E certamente, potrai andare in qualche sala espositiva per vedere nuovi prodotti e per provarne alcuni, scegliendo modelli con diverse rifiniture, anche se non dovresti preoccuparti di quei dettagli in questa fase della pianificazione. CAP: E' pazzo... PE: Sciocchezze. Lo shopping potrebbe richiedere del tempo, ma questo è già vero ora. Stendere una prima proposta dopo avere confrontato i prezzi potrebbe richiedere soltanto poche sessioni di poche ore ciascuna o, in ogni caso, meno di trenta ore distribuite nel corso di tre settimane. Per molte persone questo non occuperà più tempo di quanto ne utilizzano ora per compilare i moduli delle tasse, o del tempo utilizzato per chiedere dei prestiti e pagare le bollette di alcuni mesi; nemmeno uno di questi deliziosi passatempi esisteranno nell'economia partecipativa. Quando i lavoratori formeranno una società potranno regolare il loro lavoro, così da chiedere ed ottenere degli effettivi benefici e non per gioco; le due richieste allora saranno commensurabili, per questa stessa società che richiede ciò che scarseggia; allora non ci saranno più carestie fittizie, non più povertà in mezzo alla sovrapproduzione e in mezzo a grandi riserve di ogni genere di cose, che potrebbero sopperire alla povertà e tramutarle in benessere. In breve, non ci sarà più povertà, e quindi, nessun tiranno. [William Morris Come viviamo e come potremmo vivere]

Non andare più in molti magazzini per cercare degli sconti. Niente più buoni sconto da ritagliare e stressanti bollini regalo. E Cent, niente più file, di cui non ti sei ancora sbarazzato dopo 70 anni di competizione con il sistema capitalista. Considera quanto tempo, attualmente, la gente passa a comperare - non per curiosare cordialmente, ma per cercare di ottenere uno sconto, per comprare ogni settimana del cibo in supermercati affollati, o aspettando il proprio turno per qualche servizio. Pensa al valore complessivo annuale per fare questo e poi pensa al tempo necessario per le tue proposte partecipative e quanto potrebbe essere più interessante quest'altro progetto. Si, dovresti anche modificare le tue proposte durante le iterazioni, 10 ore al massimo ogni volta. Certamente qualche riunione di consiglio dove partecipi come consumatore o come lavoratore potrebbe essere lunga ed esasperante. Ma per la pianificazione di consumo, in ogni caso, non puoi partecipare o andartene quando vuoi. Una volta che il piano è stato proposto, un successivo acquisto dovrebbe essere raro ed il successivo processo decisionale sul luogo di lavoro dovrebbe procedere senza le seccature di chi cambia troppo spesso parere. Molto di quello che vorremmo consumare sarà distribuito ai punti di consegna dei consigli o anche alle comunità. Immagina il tempo che si risparmierebbe. MARK: Ma quello che vogliamo settimanalmente cambia. Se la tua lenta tecnica di modifica permette pianificazioni che accontentano l'intera popolazione, riguardo i bisogni settimanali io non potrò decidere in anticipo cosa vorrò ogni settimana senza sapere quando avrò ospiti, quando andrò a mangiare fuori e così via, in anticipo per un intero anno. Nessuno può saperlo. PE: Questo è vero, così nella nostra società richiederemo una pianificazione su base mensile o annua per i bisogni alimentari, che è una cosa possibile. E anche se i tuoi ordini fluttuassero ogni settimana, sarebbero mediati con gli ordini di ogni

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altro del tuo quartiere, ed anche i corrieri non saranno sorpresi dal diverso peso dell'ordine. L'intera idea dei valori medi permette l'esistenza di fluttuazioni localizzate di distribuzione con il minimo inconveniente per i produttori e funziona in maniera piuttosto simile a quella presente nelle economie di mercato e pianificate centralmente. Per esempio, immaginiamo che in una economia di mercato tutti, imprevedibilmente, decidano di volere il doppio di latte o di scarpe o di quant'altro. La domanda e l'offerta si incontrerà probabilmente in ritardo, peggio che nell'economia partecipativa perché il modello partecipativo ha delle migliori facilità comunicative. Ma se io stessi presentando questo evento come una debolezza del mercato, Mark e Cap ci riderebbero sopra. Questa cosa non succede più spesso di un altro raro evento con bassa probabilità. Allora perché sollevare questa questione solo per criticare la pianificazione partecipativa? E' una perdita di tempo ed un oscuramento della verità. Si presenteranno dei problemi solo se non avessimo i mezzi per modificare un piano alla luce di circostanze cambiate. Ma tali mezzi, nell'economia partecipativa, li abbiamo. MARK: E riguardo alle risorse? Come può il tuo sistema valutare correttamente le risorse? Il potere agisce sempre distruttivamente sui suoi possessori, i quali si sforzano continuamente di imbrigliare tutti i fenomeni della vita sociale nell'imbuto delle loro leggi e per dargli una condizione definitiva. L'espressione mentale del potere è il dogma inanimato, la sua manifestazione fisica di vita è la forza bruta. Questa mancanza di intelligenza, riscontrabile nei suoi sforzi, lascia il segno anche sulle persone che lo rappresentano, rendendoli gradualmente inferiori e brutali, anche se inizialmente erano eccellentemente dotati. Nulla annebbia la mente e l'anima di un uomo come l'eterna monotonia della routine, ed il potere è essenzialmente routine. [Rudolf Rocker Nazionalismo e cultura]

La gente sta vivendo in un tumulto. Questo è il senso della crisi degli uomini, delle donne e anche dei bambini. Abbiamo un'idea o anche un barlume su come la gente dovrebbe vivere, non come vittima come le donne in passato, ne come atomi nel turbinio delle loro traiettorie, ma come membri della comunità umana e come agenti morali nella comunità? [Barbara Ehrenreich DSA pamphlet]

PE: L'allocazione partecipativa è concepita per generare stime maggiormente accurate dei costi e dei benefici sociali rispetto a quanto non facciano altre economie - anche se, rispetto a voi, io do, probabilmente, minor peso all'efficienza rispetto alla partecipazione, l'equità, la solidarietà etc. Non solamente i nostri prezzi "indicativi" sono il prodotto di un processo sociale iterattivo ma anche i sostenitori della vostra scuola Austriaca, Cap, indicano correttamente che sia la sola base per arrivare ad una stima ragionevole - ma il processo sociale è parimenti dovuto ad un insieme di lavori bilanciati ed a giusti guadagni, ed è anche fissato dall'uso di consigli a molti livelli per riflettere la sottile commistione di interessi privati e sociali che entrano in gioco nell'economia umana. Questa è una ragione per cui i prezzi indicativi stimeranno con maggiore accuratezza i costi ed i benefici rispetto ai prezzi proposti da Cap, Mark e Cent. Un'altra ragione è che verranno forniti ai partecipanti al processo sociale per la stima dei prezzi, dei dati qualitativi che miglioreranno le capacità umane nel tenere comportamenti pertinenti. Se questo non è sufficiente per zittire la vostra ipocrisia sulla questione dei prezzi ragionati, non c'è nulla da fare. CAP: Sei bravo a discutere, ma perché i membri dei tuoi comitati non imbroglieranno? Sembra che ogni volta che succede qualcosa, vengono chiamati in causa i comitati di assistenza per l'iterazione (IFB), e poi durante l'anno sembra che i comitati di assistenza per le modifiche, la produzione ed il consumo acquistino maggior importanza. Mi piacerebbe lavorare in un posticino di questi. PE: E come pensi di trarne vantaggio? Supponiamo che tu ed un gruppo di tuoi amiconi lavoriate tutti ad alto livello nelle IFB (comitato di assistenza per l'iterazione) o nelle UFB (comitato di assistenza per le modifiche). Presumibilmente ci sono due modi per truffare. Potresti arricchirti tu stesso influenzando il risultato in favore di qualcuno che salderà poi il debito oppure semplicemente potresti influenzare le decisioni direttamente a tuo proprio favore. Un'ulteriore possibilità potrebbe essere banalmente non lavorare assicurandoti che gli altri non abbiano a che fare con i dati attinenti alle loro proprie attività economiche. Ma penso che sia davvero una esagerazione poiché i comitati di assistenza lavorano semplicemente sui dati e sui progetti di ipotetiche decisioni, che poi servono da informazioni aggiuntive utilizzate dai produttori e dai consumatori. Chi lavora nei comitati di assistenza non decide nulla. In ogni modo, tutti i loro calcoli e proiezioni devono essere validati. Ma mettiamoci nel peggior caso possibile. Cioè nel primo processo di pianificazione, la fase di determinare i consumi collettivi per un paese, e un problema in agende è se costruire una pista di pattinaggio di alta qualità per uso nazionale. Un gruppo di cittadini, appassionatissimi pattinatori ed uno di loro con un figlio potenzialmente olimpionico, sono desiderosi di ottenere la pista e votano

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a favore. Altri si oppongono, ma naturalmente l'intera questione dipenderà in larga misura dalla quantità di lavoro richiesto dal progetto. In questo caso, i calcoli possono essere veramente importanti. Una sopravvalutazione degli sforzi o una svista potrebbero essere anti economici, diversamente dal caso di contabilità nazionale. Questa è la truffa che avrebbe maggiori possibilità. Bene, diciamo che sei in un comitato di assistenza rilevante e che voglia fare un colpaccio. Sei abile e sicuro che puoi imbrogliare chiunque con un resoconto che sottostima i costi 20%, più di quello che basta per assicurarsi che sarà accettato. Come potresti farlo, dato che i costi saranno determinati mediante richieste ai produttori riguardo i loro servizi e nessuno di loro avrebbe un qualche interesse a mentire oltre me, ma diciamo che tu ci riesca. Quindi ti incontri con John, il padre del ragazzo potenzialmente olimpionico e con altri appassionati di pattinaggio e gli offri di vendergli il tuo aiuto per un qualche prezzo. E ora? Loro non possono offrirti del denaro perché non ne hanno. Hanno solo la loro personale "carta di credito" computerizzata che tiene traccia dei loro consumi e permette facilmente un conteggio di eventuali sviste e l'analisi da parte dei Comitati di Assistenza per le Modifiche. Potrebbero offrirti servizi personali o potrebbero offrirsi di presentare richieste di consumo che ti piacciano e regalarti qualcosa di questo, ma solo riguardo questo. La mancanza di grandi guadagni, di differenze di ricchezza e l'inesistenza dello scambio monetario renderebbe la corruzione piuttosto difficile. Naturalmente non è esclusa. Potrebbero essere loro a contattarti piuttosto che tu a contattare loro, e minacciarti se non li aiuti. Ci siamo ridotti a discutere del nulla? Si può discutere, rimanendo fermi sulla logica del sistema, su chi debba dire alla gente dove possono costruire le case - il ministro, il piano regolatore o il municipio - ma nessuno può avanzare l'idea di chiedere agli stessi dove possono costruire, senza tradire l'intera etica di classe. [George Konrad e Ivan Szelenyi - The Intellectuals on the Road to Class Power]

CAP: Ma che tipo di orribile burocrazia richiederebbe tutto questo... PE: Ho già descritto il confronto tra i vari consigli di assistenza, molti dei quali non lavorano a tempo pieno, e gli infiniti armamentari dei contabili di oggi, dipartimenti di finanza, compagnie di assicurazioni, scambi di titoli, banche, agenzie di prestito e le situazioni burocratiche di innumerevoli specie, per non nominare l'eccessiva pubblicità... CAP: Ma io ed i miei colleghi potremmo esagerare i costi sociali del lavoro per ottenere il permesso di lavorare meno ore. PE: Ma i valori medi relativi ad aziende simili non potrebbero rivelare il vostro inganno? CAP: Diciamo che ce ne siano molte poche e noi lavoriamo tutti insieme nella stessa. Ci incontriamo nel nostro consiglio di fabbrica, un ambiente ideale per trasformare la nostra autocommiserazione in cospirazione. Quindi, perché non dovrebbe farlo ognuno di noi?

Esiste un solo imperativo categorico ed è: agisci solo secondo la massima che vorresti, allo stesso tempo, veder trasformata in legge universale. [Immanuel Kant Metafisica della Morale]

La società non è confortevole per chi non è socievole. [Shakespeare Cymbeline]

PE: Diciamo di più. Io e miei colleghi di lavoro possiamo affermare che è impossibile produrre di più, e aspettare che vengano assunti altri impiegati. Ma è una bugia, e quindi saremo tutti in ozio quando arrivano i nuovi colleghi. Alternativamente, come dici, possiamo lavorare duro e produrre ad un ritmo ragionevole, ma dichiariamo che ci sono delle reali sofferenze annesse che rendono il lavoro veramente oneroso in modo da poter lavorare meno ore. Queste assurdità sono entrambe possibili. Ma ci sono molte possibilità di venire scoperti. Primo, le unità di produzione sono responsabili delle risorse utilizzate da essi stessi - comprese le risorse umane che vengono loro assegnate. Non succederà che si permetta a lavoratori addestrati come ingegneri elettrici di non riuscire a fare molto senza che non vengano aiutati da altri lavoratori, poiché ogni unità è effettivamente responsabile dell'utilità degli ingegneri elettrici in questa ed in altre parti. Se non sono in grado di produrre molto valore in un determinato luogo di lavoro, essi saranno assegnati altrove poiché, nell'unità in esame, il rapporto tra beneficio sociale e costo sociale sarà diventato inaccettabile. Secondo, il voto dei lavoratori rivelerebbe l'inganno sulle condizioni di lavoro già al loro primo passo. Supponiamo che tutti i lavoratori di una casa editrice mentano deliberatamente per ottenere il riconoscimento della faticosità del lavoro editoriale: anche se fanno tali asserzioni al sistema di pianificazione, ci saranno

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Looking forward ...tutta l'autorità è abbastanza degradante. Degrada quelli che la esercitano, e degrada quelli su cui viene esercitata... Quando è usata con una dose di gentilezza, e accompagnata da premi e ricompense, è terribilmente demoralizzante. La gente, in questo caso, è meno conscia dell'orribile pressione che si abbatte su di lei, e così attraversa la propria vita classificando volgari comodità, come animali domestici, senza mai realizzare di venir probabilmente pensati nelle opinioni di altre persone, vivendo secondo il livello di altre persone, indossando praticamente ciò che uno può chiamare vestiti di seconda mano di altre persone, e non essendo mai se stessi neanche per un breve momento. "Chi vuole essere libero" dicono i perspicaci pensatori, "non deve cercare le comodità." E l'autorità, corrompendo la gente con le comodità, produce una specie molto grossolana di barbari sovra alimentati in mezzo a noi. [Oscar Wilde The Soul of Man under Socialism]

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parole ufficiose sul lavoro di tutto riposo nell'editoria e l'eccesso di richieste per i posti vacanti informerà la commissione per i sistemi di mansioni bilanciati su quello che non quadra. In ogni caso, tuttavia, il sistema non necessita di controllori contro questo tipo di comportamento dato che le priorità indotte sono l'equità e la solidarietà; ho il sospetto che non ci saranno molti casi di perdita di tempo generalizzata come quelli da te descritti, ma solo casi isolati. Ed ho anche il sospetto che la somma totale di questi casi isolati rappresenteranno una piccolissima parte rispetto agli interminabili tentativi di truffa e alla svogliatezza di eseguire i lavori che si osservano in quei luoghi di lavoro dove i lavoratori vengono spadroneggiati e sfruttati da padroni e manager e quindi, a buon diritto, si ribellano contro di loro. Ma allora, rispetto a te, ho una visione molto più ottimista della natura umana e di ciò che la gente intende per cose desiderabili e per ambienti confortevoli. Tuttavia, se tu dovessi dimostrarlo andando più a fondo nella questione, non dovrebbe essere particolarmente difficile creare luoghi di lavoro il cui scopo è controllare altri luoghi di lavoro e valutare i lavori in modo tale da rendere accurati i rapporti. MARK: E se questi lavoratori decidono di imbrogliare? PE: Naturalmente, se assumi come punto di partenza che dando la stessa possibilità a tutti, questi preferirebbero ottenere maggiori vantaggi rispetto ai loro vicini piuttosto che condividere con loro un uguale e soddisfacente sforzo sociale, allora ogni proposta partecipativa può sembrare ridicola. Ma pensa a quanto è piccola la disonestà vera e propria che esiste anche nelle società che sviliscono le persone, che offrono molte possibilità di inganno, e spesso celebrano la truffa. Dopo tutto, molti di noi non hanno mai saltato le barriere della metropolitana o ignorato il parchimetro anche sapendo di farla franca o - molto più indicativamente - rifiutato di lasciare una mancia ai camerieri e alle cameriere di un ristorante in cui non ritorneranno. La gente non può essere motivata a lavorare per il piacere di contribuire alla comunità ed a fare un buon lavoro in modo creativo, se viene controllata sul proprio luogo di lavoro, se non conosce nulla del percorso dei propri prodotti, se non può determinare nulla delle caratteristiche dei propri prodotti e se guadagna stipendi miserevoli. Ma capovolgendo tutti queste relazioni possiamo portare la socialità della gente in primo piano. CENT: E' facile e bello discutere tutto il processo in modo astratto. Parlavamo in questo modo della pianificazione centrale, e sembrava anche che avrebbe funzionato perfettamente. Ma in pratica ci sono molti dettagli imprevisti e complessi. Mi sembra che il tuo sistema sia impreparato a far fronte agli imprevisti, a funzionare efficientemente... PE: Forse qualche descrizione dettagliata ci aiuterà. Tuttavia, pensando in modo astratto, come dici, riguardo la pianificazione partecipativa, il mercato e la pianificazione centralizzata, mi sembra che la pianificazione partecipativa sia la più flessibile e quella con più consistenza interna delle tre. Dopo tutto, i mercati sono orribili per affrontare l'esternalità, per gestire il bene pubblico ed i problemi ambientali e contemporaneamente crea gravi auto-contraddizioni, promuove comportamenti antisociali mediante una elevata competizione e gratifica la corruzione. Allo stesso modo, la pianificazione centralizzata si basa su unità che sono alienate e organizzate gerarchicamente e su attori inaffidabili che eseguono gli ordini con più svogliatezza che zelo.

Uguaglianza di ricchezza e di cultura ... ci rende semplicemente tutti membri di una stessa classe. [Edward Bellamy Looking Backward]

Ma la pianificazione partecipativa suscita le competenze e le attitudini che la gente deve avere affinché il sistema renda ottimi risultati. E' consistente internamente e genera procedure che relazionano esternalità, beni pubblici e soprattutto uno sviluppo qualitativo dell'economia. Nondimeno, posso sicuramente capire le vostre esitazioni. Dopo tutto, so che tutto quello che abbiamo fatto è stato di parlare in modo astratto. Quindi vediamo qualche dettaglio del processo di pianificazione.

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Processi decisionali sul luogo di Lavoro

Capitolo 7 Processi decisionali sul luogo di Lavoro La necessità è la giustificazione dei tiranni e la fede degli schiavi. - William Pitt Jr. Non esiste che un unico comandamento universale ed è che dobbiamo cercare incessantemente col timore e col dubbio di scegliere ed agire in modo da determinare la maggior quantità di bene di cui siamo capaci. [William James The Moral Philosopher and the Moral Life]

Supponiamo che i posti di lavoro, le unità di consumo e l'intero sistema di allocazione sia stato trasformato, che si siano verificati piacevolmente anni di operazioni economiche di successo, che la popolazione abbia sperimentato un lungo periodo di pianificazione economica partecipativa indipendentemente dalle avversioni e dalle idiosincrasie personali. Ecco come potrebbero essere elaborati piani di produzione annuali in un contesto di scelte accettabili effettuate da altri soggetti all'interno del settore economico. Programmare a Northstart La pianificazione partecipativa ha luogo ogni volta che ciascuna unità elabora, discute ed modifica le proprie proposte valutando nel contempo quelle degli altri. Vediamo come funziona questo processo presso la casa editrice Northstart? L'ultimo anno a Northstart Quando i lavoratori cominciano l'attività di pianificazione annuale, prima di tutto esaminano il piano dell'anno precedente e, in modo particolare, tutti i cambiamenti rispetto alle proposte iniziali. Ricordiamo che tale attività tiene sempre in considerazione proposte comprendenti le relazioni interpersonali nel luogo di lavoro, lavoratori con competenze e caratteristiche sociali specifiche, nonché risorse, attrezzature e semilavorati prodotti in altri luoghi. Anche il lavoro genera prodotti che comprendono relazioni interpersonali modificate, personalità e competenze così come prodotti che possono essere utilizzati da altri. I piani dei lavoratori quindi includono tre categorie: risorse materiali e socio-personali; relazioni di lavoro, strategie, motivazioni e logica; prodotti materiali e sociopersonali. Inoltre, in relazione a come queste categorie sono composte, una produzione maggiore richiede maggiori risorse, se vengono determinate relazioni di lavoro c'è la necessità di maggiori risorse a parità di produzione, e una combinazione differente di risorse con determinate relazioni di lavoro può portare a produzioni differenti.

I lavoratori che danno un maggior contributo degli altri al bene collettivo hanno tutti i diritti di ricevere una parte più consistente del prodotto socialista rispetto ai fannulloni, agli sfaccendati e agli inesperti. [Trotsky]

I prodotti principali di Northstart consistono nella archiviazione elettronica di libri, nella consegna di libri ai lettori, nella modifica dei rapporti con i lettori e in cambiamenti delle caratteristiche e delle relazioni sociali in azienda. I prodotti secondari includono una piccola quantità di libri rilegati, materiali di scarto, attrezzature usate e residui di carta e altro materiale. Risorse primarie sono le competenze e l'attività dei lavoratori nonché le relazioni aziendali; i servizi come gas, acqua ed elettricità, le comunicazioni, un edificio, le attrezzature vecchie e nuove, la carta e altri scorte come lampadine e matite. Le risorse approssimativamente possono essere distinte in due categorie: gli investimenti che permettono di modificare la scala o i metodi di produzione, e le risorse produttive che consentono di effettuare operazioni sulla base di una scala prescelta con determinate relazioni sociali. La principale, " scelte delle relazioni di lavoro", determina il modo con il quale il lavoro sarà organizzato, quante ore giornaliere saranno utilizzate e quali tecnologie saranno impiegate. Ogni cambiamento nelle relazioni lavorative richiederà probabilmente alcuni cambiamenti nelle risorse iniziali e nei prodotti e viceversa. Un modo di immaginare queste relazioni sarebbe quello di rappresentare su un grafico i prodotti al variare delle risorse per ciascuna possibile tecnologia e relazione di lavoro prescelta. Uno strumento più pratico per l'analisi a livello di

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Looking forward Un uomo può pescare con il verme che si è cibato di un re, e mangiare il pesce che ha mangiato quel verme. [Shakespeare Amleto]

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azienda potrebbero essere semplici programmi in grado di mostrare le risorse necessarie per il livello di produzione scelto sulla base di relazioni di lavoro accettabili. Questi programmi renderebbero possibile una facile stima dei piani aziendali per ciascuna possibile relazione di lavoro decisa aiutando i lavoratori ad evidenziare come le scelte influiscano sulle possibilità produttive. Più avanti viene mostrato un programma di questo tipo sullo schermo di un computer. Ogni persona che lavora alla Northstart può richiamare il programma su un computer, inserire le caratteristiche scelte delle tecnologie e delle relazioni sociali e vedere quali risorse occorrono per generare una data serie di prodotti, o, viceversa, quali prodotti potrebbero essere generati da una data serie di risorse. La tecnologia necessaria a creare tali programmi è già disponibile. Per poterli utilizzare è necessario avere una buona conoscenza delle relazioni esistenti nel luogo di lavoro. Non è richiesta alcuna conoscenza approfondita di informatica. L'assunto che un semplice programma possa contenere scelte alternative di relazioni sociali con è così riduzionista come potrebbe sembrare a prima vista ad alcuni lettori. Implica solamente che il programma, adeguatamente predisposto da specialisti dell'iterazione, possa mostrare le stime migliori delle conseguenze concrete di opzioni alternative. Potrebbe perfino elencare le caratteristiche qualitative che differiscono a seconda dell'opzione scelta, poiché queste sono state determinate dai lavoratori stessi e inserite nel programma da specialisti della facilitazione antecedentemente al momento della pianificazione. Naturalmente, quando alla fine le persone votano le opzioni, prodotti quali, un foglio elettronico, rendono solamente più semplice il trattamento delle informazioni. Le sensazioni dei lavoratori riguardo a come essi immaginano siano le conseguenze di scelte differenti orientano le scelte che essi compiono. Poi con una breve riunione aziendale si informa ciascuno sulle proiezioni nazionali effettuate dal Comitato di Assistenza per l'Iterazione sui trend per l'anno successivo comprese le proiezioni iniziali di crescita complessiva, dei redditi, e dei prezzi indicativi così come le proiezioni del Comitato di Assistenza per l'Iterazione per l'industria comprendenti la sintesi qualitativa dell'impatto dell'editoria sui lettori rilevato nell'anno precedente, le spiegazioni dei cambiamenti attesi nell'anno in corso, nonché le proposte interne del Comitato di Assistenza per l'Iterazione per i cambiamenti dell'organizzazione aziendale, delle tecnologie, delle strategie ivi incluse descrizioni analitiche sulle conseguenze umane e sociali dei cambiamenti previsti nelle risorse necessarie e nei prodotti finali. È opportuno tener presente che per rendere la discussione più semplice, sarà qui tralasciata la pianificazione degli investimenti a lungo termine della quale si parlerà nel capitolo 9. Per cui, supponendo che le decisioni sugli investimenti a lungo termine siano state definite, nella valutazione dei dati dell'anno precedente e delle proiezioni dell'anno in corso i lavoratori cominciano a attribuire un peso ai propri desideri e si preparano ad stabilire il livello di relazioni sociali, di tecnologia e di risorse e di prodotti che preferiscono per la Northstart. Il primo e il secondo turno di assunzione delle decisioni aziendali implica che i lavoratori scelgano in modo individuale indipendentemente dal fatto che le loro scelte siano reciprocamente compatibili.

Programma di Pianificazione della Northstart Scheda Uno

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Innovazioni alla Northstart La mia speranza e percezione è che il lavoro appagante e creativo costituisce per gli uomini una necessità, e che il piacere di una sfida superata, di un lavoro ben fatto, l'esercizio dell'abilità e della maestria sono reali e significativi e costituiscono una parte essenziale di una vita piena e con un senso. Lo stesso vale per l'opportunità di comprendere e godere i successi degli altri, che spesso vanno al di là di quello che noi stessi siamo in grado di fare, e di lavorare in modo costruttivo cooperando con gli altri. [Noam Chomsky Linguaggio e politica]

La diffusione della riduzione dell'orario di lavoro alla fine darà benefici a tutti. Anche il miglioramento della vita lavorativa complessiva alla fine offrirà benefici a tutti."

Tuttavia, prima di seguire il processo di pianificazione alla Northstart dovremmo tener presente un aspetto molto importante nella definizione dell'organizzazione e della tecnologia dell'azienda. Ciascun lavoratore decide quali cambiamenti nelle attività aziendali intende proporre. Per ottenere questi cambiamenti definisce le preferenze per gli investimenti. I cambiamenti conseguenti potrebbero, per esempio, diminuire il rapporto fra prodotto e risorse per migliorare la qualità della vita lavorativa, o potrebbero mutare la quantità di lavoro da svolgere in base alla domanda di libri. Qualunque cambiamento i lavoratori della Northstart decidono di volere, essi devono ottenere l'approvazione del sistema come un tutto, presupponendo un fabbisogno addizionale di risorse. È importante tenere presente che se i lavoratori della Northstart richiedono e ottengono significativi cambiamenti sul luogo di lavoro che migliorano di molto la qualità della vita lavorativa presso l'azienda, questo beneficio sarà alla fine condiviso anche dagli altri lavoratori. Quanto lavoro ciascuno svolge in altri posti rispetto al posto di lavoro principale dipende dalla qualità dei differenziali fra il posto di lavoro principale e la media della società. In tal modo, quando le innovazioni diminuiscono in modo significativo il peso dei problemi legati al lavoro in una azienda, il risultato, dopo che i comitati per il bilanciamento del lavoro hanno avuto il tempo di valutare il cambiamento, è che ciascun lavoratore trascorre meno ore in quel luogo di lavoro e più ore altrove. Le innovazioni che rendono il lavoro alla Northstart relativamente più piacevole provocherà cambiamenti relativamente ai tempi che i lavoratori utilizzeranno là ed altrove. Così sulla base del principio che tutti i lavoratori hanno responsabilità di lavoro complessivamente comparabili, i guadagni acquisiti sulla base degli investimenti presso la Northstart si traducono in condizioni leggermente migliori per tutti i lavoratori più che in grossi miglioramenti delle condizioni di lavoro per i dipendenti della Northstart. Perciò i lavoratori hanno pochi motivi per richiedere innovazioni nelle aziende dove lavorano a spese di innovazioni che potrebbero essere attuate con un maggiore efficacia sulla qualità della vita lavorativa complessiva. In breve, dopo appropriati aggiustamenti nella programmazione del lavoro io potrei trarre beneficio più da miglioramenti di grande portata effettuati altrove rispetto a miglioramenti di minore impatto realizzati dove io lavoro per la maggior parte del tempo. Gli economisti tradizionali sosterrebbero che ciò diminuirebbe gli incentivi dei lavoratori a migliorare la qualità della vita lavorativa, dal momento che i lavoratori non sarebbero in grado di monopolizzare i guadagni che procurano. Ma questa visione ignora che nei modelli competitivi del capitalismo tecnologico si presume che i guadagni in un'industria si diffondano istantaneamente presso tutti coloro che producono. Se non si presume ciò, non si può sostenere che in questi modelli vengano ottenuti risultati efficienti. Ma quando si presume ciò, gli incentivi all'innovazione diminuiscono dal momento che i benefici si diffondono prima nei confronti di altre aziende industriali, e successivamente attraverso minori costi di produzione e attraverso prezzi inferiori dei prodotti dell'industria, nei confronti di tutti, produttori e consumatori. Naturalmente, nel capitalismo reale, diverso dai modelli teorizzati dagli economisti, i miglioramenti non si diffondono e i benefici dell'innovazione vanno quasi esclusivamente a favore di un piccolo numero di proprietari - certamente non dei lavoratori - e quindi ne conseguono situazioni di inefficienza. In ogni caso, dal momento che in un sistema economico equo i miglioramenti tecnologici vanno a beneficio di ciascuno, valutiamo in modo positivo che, all'interno di un sistema economico partecipativo, le innovazioni in migliaia di aziende mutino la media complessiva dei carichi di lavoro e i modelli qualitativi del lavoro producendo benefici che ricadono in modo equo su ciascuno. Come si può sintetizzare ciò in concreto? Se Larry lavora alla Northstart dove una proposta di cambiamento tecnologico dell'attività editoriale migliora il complesso del lavoro medio dello 0,1%, mentre una proposta relativa ad una acciaieria (che richiede lo stesso investimento) aumenta la media del 0,2%, Larry alla fine beneficerebbe più dai cambiamenti intervenuti nell'acciaieria che da quelli

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Looking forward "...dopo appropriati aggiustamenti nella programmazione del lavoro io potrei trarre beneficio più da miglioramenti di grande portata effettuati altrove rispetto a miglioramenti con minore impatto realizzati dove io trascorro la maggior parte del tempo."

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intervenuti nella casa editrice. Allo stesso modo, i lavoratori della Northstart avrebbero maggiori vantaggi nel lungo periodo dall'innovazione nell'attività di estrazione del carbone, in grado di migliorare significativamente la qualità del lavoro, più che dall'innovazione nell'editoria che a parità di investimenti, realizzerebbero un miglioramento inferiore della qualità del lavoro. Le preferenze di Larry, piccole o grandi che siano, si aggiungono a quelle di tutti gli altri lavoratori dell'editoria e vengono incluse nella valutazione dei cambiamenti possibili nell'industria editoriale prima dell'effettuazione di confronti con le proposte di altre industrie. Se i punti di vista di Larry differiscono in modo significativo da quello che preferisce la maggior parte delle persone, a Larry potrebbero non piacere le preferenze della maggioranza. Tuttavia la scelta rifletterà un giusto equilibrio fra le preferenze di tutti i lavoratori di entrambe le industrie. Larry dovrebbe votare secondo le sue preferenze e così facendo, come tutti gli altri lavoratori, si raggiungerebbero i risultati complessivi di cui si è parlato in precedenza. Ne segue che la guerra di tutti contro tutti per definire chi trarrà vantaggio dalle innovazioni, dà origine ad una comunità con interessi condivisi. La competizione è sostituita dalla cooperazione. La diffusione della riduzione dell'orario di lavoro alla fine darà benefici a tutti. Anche il miglioramento della vita lavorativa complessiva darà alla fine benefici a tutti. Un'economia equa richiede tutto ciò, tuttavia per aumentare gli incentivi individuali i comitati per il riequilibrio del lavoro potrebbero calibrare la velocità degli adattamenti in modo da destinare agli innovatori "incentivi materiali" temporanei. Oppure, in alternativa, potrebbero essere costituiti gruppi di persone con il compito di sviluppare potenziali innovazioni. Questo sarebbe il loro "prodotto" su cui dovrebbe essere giudicata la loro utilità sociale. Le implicazioni relative all'equità di questo modo di stimolare l'innovazione essenzialmente assegnando più risorse all'innovazione e considerando socialmente responsabili coloro che le utilizzano, a nostro parere, ha delle conseguenze sociali maggiormente desiderabili. In ogni caso, nell'assumere decisioni sulle innovazioni che sono state ben definite, ciascun soggetto sceglie fra le proposte ciò che preferisce, ma nell'economia partecipativa ciascuno ha un incentivo a scegliere ciò che è meglio per l'intera economia perché ciò è il meglio per tutti i soggetti. Ironicamente, ciò che la propaganda sostiene essere vero dei mercati - che il perseguimento dell'interesse personale coincide con il benessere sociale - è vero in realtà per la pianificazione partecipativa. Il perseguimento dell'autorealizzazione nel contesto di modalità eque e socialmente consapevoli procura davvero risultati ottimali. Inoltre, la dinamica di promozione della solidarietà, propria dell'economia partecipativa, non deriva dalla presunta trasformazione biologica delle nostre caratteristiche genetiche, ma dalle conseguenze concrete delle relazioni sociali reali. Risultati desiderabili che promuovono la solidarietà, la varietà e l'autogestione collettiva non vengono ipotizzati sulla base di un miglioramento improvviso della natura umana, ma perché la struttura e gli incentivi del processo di pianificazione partecipativa promuovono questi obiettivi. Inoltre collegando benessere individuale e collettivo, il sistema promuove partecipazione, empatia, socievolezza nonché quegli aspetti qualitativi della vita che sono stati bersaglio fin dall'inizio, più di 300 anni fa, del sistema capitalistico! La Prima Iterazione della Pianificazione: La proposta Iniziale di Nancy Nancy lavora alla Northstart da otto anni e si occupa prevalentemente di libri di scienza e di promozione. Nel preparare la propria proposta iniziale per il nuovo anno della Northstart prende in considerazione le tre proposte di riorganizzazione di coloro che si occupano di innovazioni hanno suggerito. Nel mentre è consapevole che la Northstart ha già un'organizzazione lavorativa migliore rispetto alla media, Nancy è convinta che l'ipotesi n.3 migliorerebbe significativamente la qualità del lavoro liberando, con investimenti modesti, energie attualmente impiegate in compiti poco significativi. Nancy ritiene che la proposta n.3, anche se

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non altrettanto valida rispetto ad alcune proposte di trasformazione dell'industria pesante di cui ha sentito parlare, dovrebbe essere meritevole di confronto con la maggior parte delle proposte innovative prese in considerazione. In realtà l'idea di soglia inferiore che i progetti di investimento proposti, secondo le proiezioni, dovrebbero conseguire in termini di aumento del prodotto o di miglioramento delle condizioni di lavoro sulla base dell'investimento necessario costituisce parte delle informazioni che il comitato nazionale di assistenza per la produzione dovrebbe fornire. In qualunque luogo i lavoratori stiano valutando cambiamenti nell'organizzazione del lavoro o nelle nuove tecnologie, sarebbe necessario che fossero valutate le differenze di risorse, di prodotti finali e di qualità del lavoro. Ovviamente ogni proposta che migliori la qualità del lavoro senza diminuire il prodotto finale e senza aumentare gli investimenti non dovrebbe essere posta in discussione in base al fatto che migliorerebbe mediamente, a costo zero, il lavoro complessivo nazionale. Tuttavia, ogni volta che siano necessari investimenti per migliorare il lavoro o per aumentare il prodotto ci dovrebbe essere qualche modalità per decidere quali possano essere gli investimenti sui quali sarebbe abbastanza vantaggioso impegnarsi. Il comitato nazionale di assistenza per la produzione, sulla base della stima della crescita pro-capite e del previsto cambiamento nella media del lavoro complessivo, fornisce una stima iniziale, da aggiornare con regolarità, dei ritorni minimi sugli investimenti necessari per far sì che siano appetibili. Tutti i lavoratori hanno accesso a computer con i quali possono effettuare calcoli e confronti. Tornando al nostro esempio, dopo aver consultato le proiezioni, Nancy decide di sviluppare la sua prima proposta per la Northstart basata sull'implementazione del piano di investimento n.3. Nancy deve poi decidere il livello del prodotto - quanti titoli pubblicare l'anno successivo. Essa potrebbe semplicemente accettare i suggerimenti del comitato di assistenza. Oppure, sulla base dei dati di crescita della popolazione, delle previsioni del Comitato di Assistenza per l'Iterazione sulla probabile crescita quantitativa dei titoli richiesti e della media dei lettori per titolo, nonché delle proprie percezioni sui cambiamenti di gusto da parte dei lettori, Nancy potrebbe decidere che le previsioni dell'industria sono un po' troppo basse e pertanto elabora un prima proposta per aumentare i titoli pubblicati del 3,5% anziché del 3,3% secondo le proiezioni del Comitato di Assistenza per l'Iterazione e per aumentare il numero dei lettori dell'1,2% anziché dell'1,1% suggerito dal Comitato. Per tradurre le sue stime in una proposta completa per la Northstart, Nancy, successivamente, definisce numero di dipendenti, ore di lavoro giornaliere e livelli di attività. Programmi informatici di semplice uso rendono facile inserire la proposta n.3, stabilire il numero di titoli e di lettori, e poi inserire i valori scelti per ciascuna delle due variabili per vedere come si comporta la terza e così il lavoro è fatto. È utile notare che quello a cui deve pensare Nancy diventa più semplice all'aumentare della confidenza con gli strumenti e comunque i programmi rendono semplici i calcoli associati. In ogni caso, Nancy ha completato la sua prima proposta definitiva per la Northstart relativa all'anno successivo. E gli altri lavoratori? E come nasce un piano definitivo? La Seconda Iterazione della Pianificazione Non solo Nancy ma anche tutti gli altri lavoratori alla Northstart e in tutto il settore economico completano le loro proposte iniziali e le inseriscono in "una banca dati della pianificazione". Nessuno ha ancora fatto alcun tentativo di adeguare le proprie proposte a quelle degli altri. Una volta però che le proposte sono presentate, i Comitati di Assistenza per l'Iterazione elaborano i dati (nel modo che verrà discusso nel capitolo 9) e preparano una relazione sulla domanda e sull'offerta corrente di tutti i beni inclusa la produzione eccedente che il Comitato aggiunge; cambiamenti nei prezzi indicativi basati sui relativi livelli di eccesso

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nella domanda o nell'offerta; sintesi delle medie attuali per i consumi e la produzione, e descrizioni scritte sulle principali cause di cambiamento nelle proiezioni del Comitato. Di particolare importanza per i lavoratori della Northstart sono le attuali proposte per la domanda e l'offerta di tutti i beni che compaiono nel bilancio di previsione (budget) della Northstart. Perciò essi sono evidenziati nelle relazioni scritte messe a disposizione dei lavoratori, così come le sintesi dei commenti scritti dei clienti relativi ai libri. Per esempio, poiché i clienti richiedono più titoli di quanti l'azienda ne intende pubblicare, essa riceve una relazione sintetica dei commenti dei lettori sui libri. Dovremmo anche notare che benché i lavoratori della Northstart e i clienti ricevano automaticamente questo materiale, essi possono accedere in ogni momento agli stessi dati riferiti ad altre aziende utilizzando qualsiasi computer disponibile presso l'azienda o la comunità. Così se Nancy desidera disporre di un'analisi più dettagliata della domanda suddivisa per regione o perfino per particolare organizzazione di consumatori, lo può fare con estrema semplicità. Può, per esempio, usare il rapporto di sintesi fornito dai comitati per l'iterazione come guida generale e analizzare i dettagli per conto proprio, usando le procedure descritte nel capitolo 9. È importante notare che tali richieste da parte di Nancy (o di altri lavoratori) ottengono più di un risultato. Oltre ad informazioni di ritorno importanti per le decisioni di pianificazione, l'accesso di Nancy ai commenti dei consumatori le consente di avere una indicazione del valore sociale del suo lavoro e la consapevolezza delle conseguenze delle proprie scelte nei confronti degli altri. Torniamo al processo di pianificazione. Avendo avuto notizia che c'è un eccesso di richiesta di carta e che i produttori di carta hanno proposto di non aumentare la produzione nell'ultimo anno, Nancy richiede al computer una stampa della relazione dell'industria cartaria che spieghi la proposta. Poi, in relazione a tutte le informazioni che ha potuto analizzare, una nuova lista di prezzi indicativi e qualunque altra consultazione o indagine intenda effettuare, Nancy elabora una seconda proposta che aggiorna la precedente. Il processo è simile a quello precedente ad eccezione del fatto che la nuova proposta tiene in considerazione nuove informazioni. È da notare, tuttavia, che in armonia con la nostra particolare descrizione del sistema di pianificazione della società, Nancy cambia i fattori della sua prima proposta in qualunque direzione e per tutte le quantità che desidera. Il problema, ovviamente, è se possiamo attenderci che Nancy, in combinazione con altri soggetti, abbia comportamenti tali per cui si arriverà, in un lasso di tempo ragionevole, a bilanciare la domanda e l'offerta di tutti gli articoli. Affronteremo in dettaglio questo aspetto nel capitolo 9 dal momento che implica caratteristiche riferibili all'intero processo di allocazione. Ma dal momento che i prezzi indicativi dei beni in eccesso di domanda saliranno e quelli in eccesso di offerta scenderanno, e dal momento che esiste una pressione sociale per ridurre il valore complessivo della domanda (ed aumentare il valore complessivo dell'offerta), non è difficile osservare il meccanismo fondamentale che porta il sistema verso l'incontro fra domanda e offerta. La Terza Iterazione della Pianificazione Dopo che Nancy e tutti gli altri presentano le seconde proposte, i Comitati di Assistenza per l'Iterazione adeguano nuovamente i prezzi indicativi, aggiornano le loro proiezioni, inviano relazioni specifiche a tutte le unità, e archiviano tutte queste informazioni in una banca dati della pianificazione. La nuova trovata è che in aggiunta alle relazioni dei Comitati di Assistenza per l'Iterazione dell'industria sulle proposte e sulle medie dell'industria, ci sono anche proiezioni di tali Comitati per i piani verosimilmente definitivi, così come suggerimenti alle unità componenti riguardanti il modo migliore di procedere verso risultati pressoché definitivi. In situazioni in cui una unità si differenzia in modo significativo dalla media dell'industria, possono aver luogo discussioni fra il comitato dell'azienda e i

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Comitati di Assistenza per l'Iterazione per approfondire i motivi delle differenze. Analizzando i nuovi dati e considerando come cambiare le proposte per i beni richiesti in eccesso, o, meno frequentemente, forniti in eccesso, in linea con le regole ipotetiche usate come esempio nei capitolo 5 e 6, e dal momento che la riallocazione del lavoro verso e dalla Northstart è stato ampiamente definito, Nancy ha ora la possibilità di mutare le sue proposte per particolari articoli che la Northstart potrebbe usare o produrre in misura inferiore al 50% se intende muoverli nella direzione che bilancia l'offerta e la domanda, e in misura inferiore al 25% se il cambiamento proposto va nella direzione di sbilanciare l'offerta e la domanda. Queste regole trovano pure applicazione nello sviluppo delle proposte riferite alla quarta, quinta e sesta iterazione che verranno discusse più avanti. La preparazione della terza risposta, tuttavia, coinvolge Nancy in molte più discussioni con i compagni di lavoro. Nel frattempo ciascun lavoratore della Northstart sta elaborando le proprie proposte per tutti quelli che lavorano in azienda, diverse da quelle proposte precedentemente, includendo modifiche che sono sorte durante le discussioni collettive. In questo modo viene dedicata una giornata al lavoro di gruppo e nei dipartimenti per discutere ed elaborare proposte. Così come altri dettagli in questa discussione, le regole per cambiare le proposte per ciascuna nuova iterazione e per implementare la pianificazione nei posti di lavoro ci sembrano ragionevoli (e in particolare nelle società in cui esistono particolari problemi a spostare risorse rispetto ad utilizzi alternativi), ma ancora, queste sono solo scelte possibili incluse per descrivere una implementazione plausibile. La Quarta, Quinta e Sesta Iterazione della Pianificazione Ora Nancy e i suoi colleghi affrontano una nuova sfida: la loro quarta proposta verrà presentata non in modo separato, ma insieme. Le diverse idee dei lavoratori della Northstart alla fine devono essere integrate in una sola proposta coerente. Non è necessario che nella formulazione della proposta il ruolo di ciascun individuo sia esplicito dal momento che i compiti non hanno particolare significato per il resto dell'economia. Tuttavia le proposte dei consigli dei lavoratori avere la prerogativa di essere realizzabili. Così, anche se le stesse limitazioni agli adeguamenti si applicano nello stesso modo che abbiamo visto nella formulazione della terza proposta, ora vengono applicate alla nuova proposta unitaria della Northstart. La formulazione della quarta proposta richiede diverse riunioni da tenersi in modo intermittente nel corso di una settimana, anche se non a tempo pieno in modo tale che possano continuare a svolgere gli altri lavori. In genere una settimana consente di avere tempo sufficiente per riflettere prima che i membri dell'azienda scelgano una nuova proposta. All'inizio si riuniscono i gruppi di lavoro più piccoli e i componenti confrontano le loro proposte individuali con la speranza di renderle reciprocamente omogenee. Queste riunioni servono principalmente come esercizio per le riunioni successive a livello di dipartimento e di area. Ecco come potrebbe funzionare. Nancy partecipa alla riunione di un piccolo gruppo il lunedì di una "settimana dedicata alla quarta proposta". Martedì incontra il dipartimento per l'editoria per discutere del numero di titoli e del pubblico dei lettori per arrivare ad un accordo su questi temi. Mercoledì ha un incontro simile con il dipartimento per la promozione, l'area del lavoro non dedicato all'editoria e alla produzione. Alla Northstart, gli altri tengono riunioni similari, e il Comitato di Assistenza per l'Iterazione effettua delle sintesi e diffonde i risultati giorno per giorno. La riunione di lunedì ha la durata di un'ora. Quelle di martedì e di mercoledì invece si protraggono per un'ora e mezza all'inizio della mattina e un'altra ora e mezza a fine giornata. Durante la riunione, il gruppo di Nancy per l'attività editoriale incomincia elencando il numero di nuovi titoli che ciascun partecipante intende garantire, il pubblico di lettori che ci si attende nonché il mix

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di differenti tipologie di titoli che desidera. Il dibattito comincia con l'analisi fra le medie delle proposte iniziali, l'attuale domanda dei clienti e la proiezione delle medie dell'industria. Dal momento che ciascun gruppo per l'editoria si incontra separatamente, il Comitato di Assistenza per l'Iterazione rende noti i risultati di ciascun gruppo nonché la media fra tutti i gruppi. Il giorno successivo il gruppo di Nancy per le attività promozionali inizia partendo dalla media complessiva e suggerisce gli adattamenti sulla base delle necessità e del potenziale della promozione. Dal momento che tutti i dipartimenti fanno la stessa cosa il mercoledì, ne segue una nuova media che viene discussa il giovedì. Alla fine una riunione del consiglio che dura per tutta la giornata di venerdì funziona come una specie di senato, che tiene conto fin dall'inizio degli emendamenti nei confronti della media come mezzi per sviluppare alternative in competizione, e che infine vota per una proposta che diventa la proposta della Northstart per la quarta iterazione. Una caratteristica importante di questo processo sarebbe uno sforzo per conciliare prospettive in competizione nella forma di compromessi o di sperimentazioni. Ciò consentirebbe alle minoranze di presentare evidenze tangibili delle caratteristiche positive della propria posizione. La quinta e la sesta iterazione procederebbe analogamente alla quarta, ma ciascuna dovrebbe impiegare minor tempo e includere precisi limiti riguardo alla percentuale di cambiamenti nelle risorse e nei prodotti finali. Inoltre, ovviamente, per ciascuna nuova proposta sarebbero necessarie nuove informazioni sullo stato dei beni, sulla media dei prodotti finali, e sui prezzi indicativi, elementi questi che porrebbero dei vincoli nei confronti di un piano realizzabile. La Settima Iterazione della Pianificazione Dopo aver acquisito le seste proposte dalle unità di produzione e di consumo, i Comitati di Assistenza per l'Iterazione dell'industria e nazionali devono svolgere un nuovo compito: esaminare i dati disponibili e proporre cinque piani realizzabili fra i quali scegliere. Dal momento che discuteremo in modo più esteso sui Comitati di Assistenza per l'Iterazione quando ci concentreremo, nel capitolo 9, sulle complessità dell'allocazione, qui semplicemente diamo per scontato che i Comitati svolgono con competenza il loro compito e presentano alla società cinque proposte. Dovremmo però fare cenno al fatto che i fogli di lavoro e i verbali dei Comitati di Assistenza per l'Iterazione relativi alle riunioni sono disponibili a chiunque per mezzo dei computer. Ciò per fornire alle unità, nel caso lo vogliano, maggiori informazioni e anche per proteggersi da eventuali manipolazioni da parte del Comitato di Assistenza per l'Iterazione. Ovviamente la scelta di cinque piani - così come altri dettagli del processo che stiamo descrivendo - potrebbe avere delle varianti che peraltro non cambiano la logica sottostante la pianificazione partecipativa. Ci potrebbero essere, ad esempio, minori iterazioni individuali e più iterazioni collettive, oppure limitazioni sugli adeguamenti oppure la presentazione di proposte allargate ai consigli anziché di tipo individuale potrebbero cominciare prima o cominciare dopo, e, nella società reale, tali miglioramenti si potrebbero sviluppare in modo coerente con specifiche condizioni economiche, culturali e sociali, dal momento che una vota che i cittadini condividono le potenzialità della pianificazione partecipativa, modificheranno il sistema a seconda delle proprie esigenze. In ogni caso, nel nostro scenario ipotetico, dopo un periodo di discussione e di riflessione, ciascuno voterebbe per uno dei cinque piani proposti. I voti sarebbero conteggiati in ciascun consiglio, presentati a federazioni di livello superiore come totali di sublivello e riconteggiati, e così via finché vengono ad essere disponibili, presumibilmente in un paio di ore, i risultati finali. Le due proposte che ricevono il minor numero di voti vengono scartate. I Comitati di Assistenza per l'Iterazione modificano le rimanenti tre proposte alla luce de pesi relativi dei voti. Una seconda votazione elimina la meno gradita delle tre e quindi le due scelte rimanenti vengono leggermente modificate, viene poi effettuata una scelta finale, e l'opzione più gradita diventa la settima proiezione aggregata del processo di

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iterazione. I Comitati di Assistenza per l'Iterazione successivamente usano questa proiezione per calcolare i prezzi indicativi attesi, il prodotto economico totale, il tasso di crescita, il lavoro e il consumo medio nonché i prodotti per ciascun bene, e tutti questi elementi vengono inseriti nella banca dati della pianificazione. Nancy e gli altri membri della Northstart (e tutte le altre unità economiche) ora accettano le proiezioni del prodotto totale della società, i carichi di lavoro medi, il consumo medio accettato e la media della qualità del lavoro nel suo complesso come elementi di confronto. Tutte le revisioni successive sono limitate a bilanciamenti di responsabilità all'interno delle federazioni e delle unità alla luce del piano complessivo. Il Pianificazione alla John Henry Con la pianificazione alla Northstart abbiamo posto in evidenza la logica complessiva e abbiamo lasciato da parte i dettagli relativi alle discussioni personali e alle dimensioni qualitative della formazione del piano. Per la acciaieria John Henry vorremmo porre l'attenzione su alcuni esempi di scambio anziché sulle dinamiche complessive. Ciò fornirà un differente punto di vista relativamente al processo di pianificazione ivi inclusi i tipi di disaccordo che probabilmente possono aver luogo. L'esempio ci aiuterà altresì a spiegare in che modo i lavoratori possono bilanciare i carichi di lavoro e porre attenzione alle dimensioni qualitative oltre a quelle quantitative di ciò che producono e usano. Una Descrizione della Pianificazione alla John Henry Come alla Northstart, la pianificazione alla John Henry viene effettuata attraverso una sequenza di iterazioni che includono la valutazione della domanda da parte di altre unità assieme alle relative proposte, revisioni, negoziazioni e decisioni. L'acciaieria John Henry impiega migliaia di lavoratori, dispone di una grande quantità di macchine ad alta specializzazione e ha un processo produttivo che implica un complesso di lavoro medio ben al di sotto della media sociale. Proposte per migliorare la vita lavorativa alla John Henry hanno perciò un'elevata priorità e i lavoratori di questa azienda utilizzano un maggior numero di ore in lavori esterni con migliori compensi. Dal momento che le sette iterazioni della pianificazione sono formalmente le stesse alla John Henry come alla Northstart, non è il caso di parlarne ancora. Inoltre, poiché ciascuna azienda personalizza le proprie procedure di pianificazione attraverso regole, orari e divisione di responsabilità autonomamente scelte, la John Henry è molto differente dalla Northstart, ma questi aspetti specifici per ora non ci interessano. Esamineremo, invece, alcuni tipi di dispute che possono aver luogo durante il processo di pianificazione. La Scelta Fra Combinazioni di Produzione Alternative: Una Disputa Fra Dipartimenti Nelle fasi iniziali della pianificazione i lavoratori della John Henry devono scegliere delle proposte per cambiare l'organizzazione e la tecnologia. Diamo un'occhiata a questo processo una volta che si è iniziato ad operare una scelta fra tre iniziative. Le caratteristiche della proposta 1 implicano alcune attrezzature per un forno e la riorganizzazione di alcuni aspetti dei processi associati. I sostenitori affermano che consentirà una riduzione del 2 percento delle ore di lavoro per tonnellata diaccio prodotto, cambiamenti insignificanti nelle risorse e solamente un modesto miglioramento nel complesso del lavoro in azienda mediante l'eliminazione di una attività pericolosa e di un lavoro di routine da una parte del processo produttivo. I sostenitori della proposta 2 propongono una piccola riduzione del fabbisogno di lavoro a livello locale e un modesto aumento del lavoro complessivo per realizzare un corrispondente investimento in nuove attrezzature. La procedura 2 è stata

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Looking forward "Anche se i lavoratori non possono conoscere con certezza quali saranno gli effetti dei cambiamenti nelle relazioni e nelle tecnologie prima di averli provati, essi comunque devono formulare delle ipotesi, in caso contrario non si può procedere con valutazioni e scelte. I sostenitori di ciascuna proposta presentano e difendono le loro affermazioni sui risultati materiali e relazionali e, alla fine, i lavoratori votano le tre opzioni."

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proposta dal dipartimento incaricato della tenuta degli archivi e interessa solamente il lavoro di quel dipartimento. Il personale dedicato all'archiviazione ritiene che la propria proposta possa produrre un modesto miglioramento della media del lavoro complessivo rispetto alla proposta 1. La proposta 3 è stata sviluppata attraverso discussioni che hanno coinvolto numerose divisioni e implica cambiamenti che devono essere valutati in modo più attento includendo l'acquisto di nuove importanti attrezzature, una sostanziale ridefinizione dei compiti, ed una significativa riprogrammazione dei processi aziendali. Rispetto alle proposte 1 e 2, richiede un investimento più rilevante e un cambiamento delle relazioni sociali. Sostiene che le risorse materiali necessarie per tonnellata di acciaio prodotto aumenteranno solo marginalmente, mentre aumenterà il lavoro necessario per tonnellata di acciaio del 3%. Il vantaggio più rilevante della proposta 3 è che alla John Henry migliorerebbe in modo significativo la media del lavoro complessivo, offrendo migliori condizioni di lavoro e migliori opportunità per la discussione e la comunicazione fra i lavoratori. Nel processo di pianificazione numerose altre proposte sono state respinte perché ritenute meno valide, anche se alcune delle loro caratteristiche migliori sono state recuperate ed incluse nelle tre proposte che sono rimaste. A questo punto si tiene un dibattito che coinvolge l'intera azienda sulle tre alternative. Dal momento che entrambe le proposte 1 e 2 riducono i costi sociali delle risorse a parità di prodotto e con la sola necessità di modesti investimenti, non c'è dubbio che saranno approvate anche da altri consigli nell'ambito industriale e in quello economico. D'altra parte, poiché la terza proposta richiede investimenti consistenti e un aumento di risorse in rapporto al prodotto, mentre il miglioramento della qualità della vita lavorativa potrebbe giustificare il cambiamento, ciò dovrebbe essere attentamente spiegato alle altre unità nell'ambito economico dal momento che i tradizionali indicatori "quantitativi" potrebbero non risultare a supporto, in sé e per sé, dell'approvazione. I sostenitori di ciascuna delle tre le proposte hanno pregiudizi personali che derivano dalle energie che hanno investito, dall'orgoglio per aver elaborato una proposta relativa al loro posto di lavoro, nonché da una sincera convinzione. Ciò crea tre fazioni che in parte si sovrappongono, poiché alcuni gruppi di lavoratori appartengono a più di un dipartimento che propone un'opzione. Per tutti gli altri l'unica base per operare una scelta è costituita da una combinazione di preferenze individuali e di orientamenti intellettuali. Per esempio, Roger valuta che appoggiando una delle due prime proposte la sua situazione cambierebbe probabilmente in misura minima - il lavoro in azienda sarebbe un poco più remunerativo e di conseguenza egli lavorerebbe meno ore fuori azienda presso il centro di assistenza ai bambini. La terza proposta, d'altro canto, migliorerebbe in maniera sostanziale la qualità del suo lavoro alla John Henry e porterebbe ad una significativa riduzione delle attività esterne che lo gratificano e che vengono solitamente richieste per equilibrare l'attività lavorativa nel suo complesso. Nel breve periodo Roger si aspetta di avere dei considerevoli benefici, ma nel lungo periodo, dopo che i comitati per il bilanciamento del lavoro hanno concluso la loro attività, tali benefici sarebbero controbilanciati da una notevole attività esterna. Sapendo che deve essere realizzata l'equità, Roger si rende conto il problema, a livello personale e a livello sociale, è sempre lo stesso: quale combinazione di proposte aiuta a migliorare il benessere? Ciascun lavoratore ha una maggiore o uno minore propensione nei confronti delle proposte, ciò anche in base alla situazione di contesto, alle diverse valutazioni e alle conseguenze per gli altri. Il processo di elaborazione delle decisioni dapprima implica dibattiti e discussioni finalizzate ad accordarsi sull'adozione di particolari rappresentazioni materiali/qualitative come ipotesi migliori sugli più effetti probabili delle tre procedure. Anche se i lavoratori non possono conoscere con certezza, prima di averli provati, quali saranno i risultati dei cambiamenti nelle

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relazioni e nelle tecnologie, essi comunque sono tenuti a formulare delle ipotesi, in caso contrario non è possibile effettuare valutazioni e scelte. I sostenitori di ciascuna proposta presentano e difendono le loro affermazioni sui risultati materiali e relazionali e, alla fine, i lavoratori votano le tre opzioni. Supponiamo che la opzione 1 riceva il numero minore di voti. I facilitatori dell'azienda propongono successivamente due alternative che sono versioni leggermente emendate delle opzioni due e tre, e mettono a disposizione tabelle che illustrano le implicazioni previste. Comincia quindi una nuova discussione e un nuovo dibattito. Questa volta, tuttavia, viene convocato un incontro del consiglio e si lavora in una sessione aperta per elaborare una risoluzione. Un gruppo di lavoratori propone, come mediazione, l'inclusione in un solo pacchetto degli elementi che hanno ottenuto il maggior favore. Una votazione approva questa scelta come punto di partenza migliore per il forum rispetto alle proposte dei facilitatori. Comincia un periodo di emendamenti e di discussioni animate. Ad un certo punto i lavoratori avvertendo una diminuzione dei vantaggi, propongono una votazione. Invero, ogniqualvolta la maggioranza vota per la chiusura del dibattito, il tempo della riunione può essere ridotto, inoltre naturalmente gli individui che raggiungono presto il loro punto di saturazione possono assentarsi dalla discussione quando lo vogliono, ritornando in seguito per votare. Anche se alcuni sostenitori delle precedenti proposte avranno probabilmente la sensazione che sia stata fatta la migliore seconda scelta, ciascuno si rende conto che quello che è stato deciso rappresenta il risultato di decisioni democratiche informate. Ciascuno si complimenta con i facilitatori e con i proponenti del piano di mediazione e se ne torna a casa. La complessità del "Lavoro Straordinario" per Aumentare il Proprio "Reddito" Lydia, come I lettori ricorderanno, vive in un complesso i cui componenti hanno inclinazioni artistiche. Quando non lavora alla John Henry, fa parte di in un gruppo teatrale che organizza rappresentazioni in tutta la regione. A lei questa attività piace molto e passa più tempo a occuparsene di quanto è necessario a bilanciare il lavoro alla John Henry, ma dal momento che lei si diverte non lo considera lavoro straordinario. Tuttavia, Lydia quest'anno desidera avere un nuovo computer che utilizzerebbe per disegnare e scrivere per la prossima stagione teatrale. Potrebbe proporre l'acquisto nel piano in termini di investimento per il gruppo teatrale, ma è consapevole che non sarebbe approvato perché l'esigenza non è pressante. Lydia potrebbe optare per "chiedere un prestito" in modo da poter acquistare il computer per conto proprio - le persone che compongono la comunità "Emma Goldman" e altri vicini sarebbero contenti di fare questo prestito, proprio perché i pezzi teatrali di Lydia offrono un notevole benessere sociale - Lydia però non è eccessivamente contenta di assumersi l'impegno di restituire il prestito riducendo i propri consumi per il futuro. Preferisce fare qualche ora di straordinario per "guadagnare" il necessario per poter fare subito questa spesa extra. Inoltra una proposta al consiglio dei faciltatori dell'azienda chiedendo una quantità di straordinario adeguata alla spesa straordinaria. Essa preferirebbe utilizzare meno tempo per il pranzo e anticipare il ritorno al lavoro oppure lavorare fino a tardi tutti i giorni piuttosto che lavorare nei giorni liberi o di sera quando svolge l'attività teatrale. La proposta di Lydia viene presa in considerazione una volta che il piano della John Henry è stato definito e viene il momento di assegnare i compiti. Fiduciosa che nessuno sarà contrario - Lydia è una grande lavoratrice, ha inoltrato poche richieste speciali e i lavoratori della John Henry sono i primi a divertirsi con i suoi pezzi teatrali - i facilitatori assegnano a Lydia le ore straordinarie che ha richiesto che devono però essere approvate dal consiglio nel suo complesso. Anche Matthew richiede ore straordinarie perché, come l'anno scorso e l'anno prima, ha intenzione di chiedere una quantità di consumo superiore alla media.

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Looking forward "Non c'è un corrispondente aumento nei frigoriferi in grado di spiegare il balzo della domanda del 4 percento. Sally chiede una verifica in un piccolo numero di comunità rappresentative quali siano state le ragioni per cui le persone hanno richiesto nuovi frigoriferi ..."

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Matthew vuole svolgere il lavoro straordinario in momenti per lui comodi, mezz'ora giornaliera in più tre volte alla settimana, per il tempo che gli serve. I facilitatori hanno tuttavia il dubbio che altri vogliano manipolare i propri turni di lavoro per aiutare Matthew ancora una volta, così gli chiedono se sarebbe disposto a svolgere il lavoro straordinario facendo le pulizie di domenica. Matthew è esitante, e la sua richiesta viene inclusa nelle proposte del consiglio per la facilitazione di assegnazione del lavoro alla John Henry. Anche se più avanti Matthew discute il suo caso con il consiglio, la risposta di quest'ultimo è analoga a quella dei facilitatori. Egli fa ricorso, ma senza risultato, rifiuta la proposta di mediazione di fare straordinario di domenica e decide di mettersi alla ricerca di un altro posto di lavoro primario. Nel frattempo non ottiene la possibilità di avere, come desiderava, un consumo superiore alla media. Valutazione e "Baratto" Nel corso del periodo utile per preparare la terza proposta, Sally si rende conto che la differenza fra quello che ha proposto l'intera industria dell'acciaio e quello che i consumatori hanno inizialmente richiesto è così ampia che soddisfare la domanda significherebbe aumentare in modo considerevole la produzione a spese di un rilevante carico di lavoro per gli attuali dipendenti, o del trasferimento di parecchi lavoratori da altre aree con effetti dirompenti. Come molti altri lavoratori dell'industria dell'acciaio, prima di inoltrare la sua terza proposta definitiva, decide di approfondire le ragioni di questo eccesso di domanda. Naturalmente Sally è a perfetta conoscenza di come viene utilizzato l'acciaio della John Henry. Ha inoltre una idea chiara dell'intero settore economico e del ruolo che l'acciaio svolge. Sally pensava che la stima del consiglio per la facilitazione di un calo per quest'anno del 3% della domanda - dati i tempi lunghi della conversione fra l'acciaio e le nuove leghe molto resistenti alla trazione - fosse ragionevole. Perciò, quando lo venne a sapere, credeva che la domanda elevata dipendesse dal fatto che alcune città grandi e piccole stavano richiedendo una quantità elevata di prodotto a seguito di grandi progetti di costruzione che sarebbero stati modificati rapidamente a seguito della domanda eccessiva di acciaio. Essa analizzo l'offerta e non la domanda e notò che la John Henry era allo stesso livello delle altre aziende. Adesso però Sally sviluppa un interesse specifico per i componenti della domanda dal momento che evidenziano scostamenti molto ampi rispetto alle sue attese. Per prima cosa una sera dedica un paio di ore utilizzando uno dei terminali per effettuare alcune ricerche sui principali database. Sally comincia richiamando istruzioni riguardanti le attuali proposte relative alla domanda e all'offerta di acciaio, incluso il confronto fra le attuali proposte per la domanda, i dati finali dell'anno precedente e le più recenti previsioni del consiglio per la facilitazione. Successivamente Sally richiede la scomposizione della domanda secondo l'industria e la regione per vedere le ragioni che stanno alla base dell'aumento. Ci potrebbe essere stato un aumento generalizzato della domanda per tutti i prodotti che necessitano di acciaio, ma questo sarebbe in contraddizione con la tendenza alla diminuzione dell'uso di acciaio. Sally scopre che gli incrementi della domanda si verificano in poche regioni, non in tutte, e sono concentrati soprattutto in due di esse. In apparenza i cittadini delle regioni settentrionali stranamente hanno fatto registrare un elevata domanda di automobili, mentre per la popolazione in generale si è avuta una domanda superiore almeno del 4% di frigoriferi. Poiché Sally non aveva personalmente fatto richieste di questo genere, non capisce quali siano i motivi alla base di tali comportamenti. Con un aumento del 10% delle richieste di automobili nelle regioni settentrionali, sembra probabile che possa arrivare ad una spiegazione con poche richieste di informazioni ben strutturate. Per questo Sally richiede una serie di stampe contenenti:

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1. 2. 3.

La media relativa alle comunità e pro-capite delle richieste di automobili per regioni specifiche, la media nazionale, la media relativa alle altre regioni, la media nazionale dell'anno scorso e le proiezioni per l'anno corrente. Una sintesi di tutti i cambiamenti dei modelli di quest'anno. Una analoga sintesi per quanto riguarda i frigoriferi.

Con tali informazioni, Sally nota che i nuovi modelli di automobili hanno subìto delle innovazioni che li rendono più economici ed efficienti rispetto ai modelli dell'anno precedente per gli spostamenti in contesti ambientali freddi e nevosi e prova un certo fastidio per il fatto che i facilitatori non hanno adeguatamente previsto l'aumento della domanda di nuove automobili nelle regioni caratterizzate da neve abbondante. Non c'è un corrispondente aumento nei frigoriferi in grado di spiegare il balzo della domanda del 4%. Sally chiede una verifica relativa ad un piccolo numero di comunità rappresentative su quali siano state le ragioni per cui le persone hanno richiesto nuovi frigoriferi e scopre un numero eccessivo di persone che si lamentavano perché i loro frigoriferi non funzionavano. Ulteriori ricerche evidenziano che un modello di frigorifero introdotto cinque anni prima mostra segni di inattesa breve durata, portando ad una inattesa ampia richiesta di sostituzione. Alla luce di questi risultati, Sally rivede le proprie proposte per la produzione alla John Henry, ricalibrando le cose in modo diverso rispetto a quanto aveva pensato inizialmente, ma non nella stessa misura definita dai consumatori. Si rende conto che c'è urgente bisogno di frigoriferi, ma anche che nelle regioni fredde molta gente deve andare avanti senza le nuove automobili. Così aggiunge al database qualitativo i propri commenti. Sally è ansiosa di sapere se il consiglio dei facilitatori arriverà a conclusioni simili nella revisione delle proiezioni per il passaggio successivo ed è compiaciuta quando vengono diffuse le nuove proiezioni e le relative spiegazioni. Il consiglio si è infatti accorto delle cause di aumento inattese della domanda e così incrementa i valori delle proiezioni della produzione finale di acciaio di una quantità solo leggermente superiore a quella che Sally aveva ritenuto appropriata. Produttività Differenziale in Acciaierie "In Competizione" Una delle più interessanti differenze fra il piano della John Henry e quello della Northstart è che la John Henry mostra una variazione importante della produttività in rapporto alla situazione normale dell'industria. Tutte le aziende editoriali sono in grado di raggiungere una produttività confrontabile e ciascun editore che produce meno della media deve avere delle buone ragioni per farlo. Alcune acciaierie rispetto ad altre, tuttavia, dispongono di tecnologie con le quali non è molto piacevole lavorare e non sono nemmeno molto efficienti nel rapporto prodotto per risorse perché il calo annuale della domanda di acciaio sconsiglia la riorganizzazione delle aziende esistenti dal momento che la nuova capacità produttiva non sarebbe immediatamente utilizzabile. Invece, alcune vecchie aziende selezionate sarebbero chiuse o convertite ad altri usi. Le poche aziende utili per rispondere alla diminuita domanda di acciaio prevista per il futuro furono riorganizzate in maniera consistente, ma altre aziende, come la John Henry, subirono una modernizzazione minimale. Perciò, nel corso della pianificazione annuale, la tecnologia obsoleta della John Henry non consente di raggiungere la produttività delle aziende che hanno subito una completa riorganizzazione, e nemmeno di raggiungere la produttività media dell'industria. Il punto, ovviamente, è che mentre in un'economia di mercato gestita dai dipendenti i lavoratori avrebbero redditi più bassi dovuti alle minori capacità produttive delle loro aziende, in un'economia partecipativa tale penalizzazione non avrebbe la possibilità nemmeno di nascere.

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Processi Decisionali giornalieri all'aeroporto Jesse Owens Le discussioni precedenti sulla Northstart e sulla John Henry evidenziano i tratti principali di una modalità possibile per realizzare la pianificazione partecipativa nei luoghi di lavoro. Naturalmente non è l'unico modo possibile. Altre aziende potrebbero adottare altre regole e altri metodi. Ci sono ampi spazi per applicare metodi diversi in relazione alle priorità, agli interessi, alle preferenze e alle situazioni di ciascun consiglio dei lavoratori. In ogni caso, adottare le decisioni per la pianificazione complessiva non è il solo tipo di processo strategico necessario per un'economia che funzioni. Ogni giorno ci sono innumerevoli scelte da fare da parte dei lavoratori per sforzarsi di raggiungere gli obiettivi che sono stati definiti. Come avviene tutto ciò? Per farci un'idea delle dinamiche, possiamo esaminare l'Aeroporto Jesse Owens. Il piano per il Jesse Owens si basa sulla proiezione del numero di persone che ci si attende useranno l'aeroporto ogni settimana, le quali, a loro volta, influiranno sulla quantità di personale, sulle ore di lavoro, sulla turistica, sulle risorse necessarie e sui beni intermedi come il carburante per gli aerei e i generi alimentari per i clienti. Perciò gli aspetti più importanti per definire gli adeguamenti al Jesse Owens sarebbero il numero di persone che volano, o i luoghi di destinazione. In ogni caso, anche se si dispone di un piano annuale si dovranno prendere quotidianamente decisioni critiche sul numero di persone necessarie per il lavoro, sul numero di ore per assicurare la gestione, o sulla realizzazione di innovazioni. E naturalmente, tutto questo deve essere compiuto in modo coerente con i princìpi della partecipazione. L'Aeroporto Jesse Owens ha optato per dividersi in unità, simili a quelle degli aeroporti contemporanei - negozi nel terminal, manutenzione delle strutture, manutenzione degli aerei, controllo e programmazione dei voli, pasti per i passeggeri ed altri servizi, e così via. Ciascuna unità ha il proprio consiglio le cui strutture interne possono essere semplici o piuttosto complesse includendo consigli separati per le sub-unità e per le squadre di lavoratori. Al Jesse Owens, i consigli più numerosi si riuniscono ogni mese e richiedono la partecipazione dei soli rappresentanti. Le riunioni trattano prevalentemente questioni strategiche e problemi delicati relativi al personale. Quando sono necessari cambiamenti rilevanti, i consigli utilizzano le procedure di aggiornamento discusse nel capitolo 6 che saranno poi riprese nel capitolo 9. Le decisioni giornaliere estemporanee sono assunte in tempo reale da specifiche persone preposte. Per esempio la pianificazione partecipativa non esclude la possibilità di avere un responsabile della squadra bagagli al "Terminal Rosa Parks", oppure un coordinatore dei pasti nella "Sala di Attesa Bobby Orr". E nulla impedisce a queste "autorità" di prendere decisioni nella programmazione di breve periodo o di diffondere annunci per reclutare personale extra. Non è permesso solamente che tali "funzioni di direzione" esprimano modelli di autorità in grado di disgregare la solidarietà, la varietà o l'autogestione collettiva. Perciò queste posizioni non dovrebbero essere mantenute in forma permanente così da evitare che siano sempre le stesse persone a prendere decisioni su ciò che gli altri devono fare. Decisioni sui compiti assegnati al personale e sul reclutamento di nuovi lavoratori fra i richiedenti o sulla messa a disposizione di lavoratori presso aziende dove sarebbero maggiormente utili dovrebbero essere assunte da comitati per il personale composti da persone che dovrebbero svolgere anche ulteriori compiti per bilanciare la qualità dell'insieme del loro lavoro. In situazioni quali irresponsabilità, mancanza di impegno, autoritarismo, ecc. nascerebbero sicuramente dei conflitti...come si potrebbero risolvere? Nel capitalismo, nel migliore dei casi tali dispute vengono gestite da comitati per i reclami con gruppi sindacali che si impegnano a difendere i lavoratori indipendentemente da quello che è successo, e dal management che cerca di

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liberarsi dei sindacalisti forti, di intimidire i dipendenti e di sanzionare i lavoratori. Nelle economie coordinatoriste, i lavoratori vengono di solito rappresentati dai sindacati "ufficiali" in modo meno efficace, anche se risulta pressoché impossibile licenziare anche coloro che praticamente non fanno nulla. Nelle economie partecipative, invece, le dispute fra lavoratori che svolgono compiti amministrativi e di direzione vengono risolte presso comitati formati da altri lavoratori che svolgono a loro volta mansioni amministrative e di direzione quale parte dell'insieme del loro lavoro. Ovviamente aziende diverse possono avere procedure differenti per gestire le lamentele, portando, le lagnanze presso consigli nel caso siano in gioco i principi, e così via. Ci sono molti modi per gestire questa materia, e le scelte dovrebbero essere fatte sulla base delle dinamiche particolari che caratterizzano specifici posti e forze di lavoro. Ma prendiamo in considerazione solamente un problema che nasce in modo naturale periodicamente in tutti i luoghi di lavoro - l'assunzione e il licenziamento dei dipendenti. Ci sono molti motivi per assumere e per licenziare, compresi l'aumento o la diminuzione della domanda di un prodotto, la condotta recidivante da parte di un individuo oppure la sostituzione di qualcuno che è andato a svolgere un altro lavoro. Nella economia partecipativa, così come in ogni altra forma di economia non totalitaria, ci sarebbe quindi una mobilità di personale fra luoghi di lavoro. Come può essere gestita? Ogni luogo di lavoro ha un comitato per il personale. Alcuni membri del comitato dovrebbero mediare i conflitti interpersonali e i problemi con le abitudini dei lavoratori, altri dovrebbero trattare le richieste di cambiamento delle mansioni all'interno del luogo di lavoro, e altri ancora dovrebbero trattare le richieste di trasferimento e gestire l'assunzione di nuovo personale. Inoltre, quest'ultima funzione dovrebbe essere notevolmente facilitata dai Comitati di Assistenza per lo Sviluppo e dai Comitati di Assistenza per l'Iterazione. Ciascun luogo di lavoro dovrebbe comunicare le necessità di nuovi lavoratori previste e/o rilevare le richieste dei lavoratori di trasferirsi presso Comitati di Assistenza per l'Iterazione dell'industria o regionali i quali a loro volta fornirebbero informazioni di ritorno ai comitati per il personale presso i luoghi di lavoro. Tutte queste informazioni dovrebbero essere disponibili su una rete di computer. Supponiamo che Jackie voglia lasciare il proprio lavoro all'Aeroporto Jesse Owens a Boston per andare a lavorare nel sud. Dovrebbe dare comunicazione al comitato per il personale in modo che esso venga a conoscenza del suo desiderio di trasferirsi, e nel contempo contattare il competente Comitato di Assistenza per l'Iterazione per chiedere quali lavori siano disponibili. Anche se essa potrebbe andarsene quando vuole, nel caso desideri continuare a svolgere la propria attività presso un altro aeroporto, a beneficio dei suoi compagni di lavoro, potrebbe concordare di spostarsi contemporaneamente con un'altra persona che desideri trasferirsi a Boston. Oppure, in modo più flessibile, potrebbe concordare di spostarsi quando ci fosse un posto libero da occupare in un aeroporto del sud e ci fosse anche un lavoratore che desiderasse sostituirla nel lavoro al Jesse Owens, sia esso una persona che ha appena lasciato la scuola, o qualcuno che intende spostarsi dal sud, o qualsiasi altra cosa. Per converso, se al Jesse Owens fossero necessari meno lavoratori, il comitato per il personale potrebbe definire assieme al Comitato di Assistenza per l'Iterazione una lista di nuovi posti di lavoro sulla base della quale i lavoratori in eccedenza potrebbero con fiducia inoltrare la richiesta; potrebbe altresì organizzare una procedura per cui le persone potrebbero decidere di trasferirsi volontariamente. Se necessario, il comitato per il personale dovrebbe controllare i trasferimenti effettuati contro la volontà degli interessati, anche se i trasferimenti di solito dovrebbero essere approvati dall'intero consiglio dei lavoratori. I trasferimenti contro la volontà di chi viene trasferito in un'economia partecipativa - così come in altri tipi di economia - talvolta sono necessari ma dovrebbero avvenire molto più raramente rispetto agli altri sistemi economici. Innanzitutto le economie partecipative non dovrebbero essere caratterizzate dai cicli di espansione

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e di contrazione che affliggono le economie di mercato. La necessità di trasferire lavoratori dovrebbe consistere nel bisogno di spostare le persone da un'industria o da un luogo di lavoro ad un altro in base a esigenze di cambiamenti nelle preferenze dei prodotti piuttosto che di licenziamento del personale. Qualunque diminuzione del lavoro complessivo richiesto/desiderato dovrebbe essere condiviso dal complesso di tutti i lavoratori come una gradita riduzione dell'orario o dell'intensità del lavoro - non limitata a pochi come temuta disoccupazione. In secondo luogo, complessi di lavoro bilanciati significano che, in un'economia partecipativa, vengono meno gran parte delle sofferenze associate ai trasferimenti. Ci sono buone ragioni per attendersi che più persone siano disponibili a spostarsi volontariamente in modo che il lavoro non ne abbia a soffrire. In terzo luogo siamo convinti che i Comitato di Assistenza per l'Iterazione dovrebbero essere molto più efficienti delle economie di oggi nel collegare istituzioni e persone. Mentre i Consigli per il Mercato del Lavoro in Svezia sono di gran lunga migliori delle agenzie per l'impiego e dei programmi di riqualificazione professionale degli USA, i Comitati di Facilitazione dell'Interazione avrebbero molte più informazioni, qualitativamente migliori e disponibili in tempi rapidi, e, in particolare, in possesso di notizie anticipate circa i cambiamenti delle tecnologie e gli intendimenti sugli investimenti di lungo termine. In ogni caso i trasferimenti contro voglia non dovrebbero essere accompagnati dalla perdita dei diritti al consumo, dallo stigma sociale e dalla perdita della dignità che al giorno d'oggi è molto comune. È cosa diversa, tuttavia, se qualcuno viene licenziato perché non ha voglia di lavorare, oppure è un alcolizzato che non è in grado di svolgere il proprio lavoro oppure ha un comportamento così antisociale che nessuno lo vuole attorno poiché mette a repentaglio le relazioni di lavoro. Non sarà il caso di eludere l'argomento presumendo che nelle economie partecipative non si presenteranno problemi di questo genere. Si verificheranno disarmonie e disabilità di tipo diverso e dovranno esserci regole per affrontare casi che possono essere risolti, e casi che si rivelano essere irrisolvibili. Tutto ciò che possiamo dire è che, nelle società partecipative ed eque, molte cause di tali comportamenti non saranno più presenti e che ci dovremmo aspettare che le modalità scelte per affrontare i pochi problemi di questo tipo che permangono saranno molto più umani di quelli che sono in uso nelle economie attuali.

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Pianificazione del consumo

Capitolo 8 Pianificazione del consumo A tutto si abitua quel vigliacco che è l'uomo! -Feodor Dostoevsky "Larry sa che se richiede dei beni che richiedono un lavoro al di sopra della media dei sistemi di mansioni, egli implicitamente cambia la media dei sistemi di mansioni e della sua propria richiesta di lavoro. Il proprio interesse e la solidarietà collettiva argomenta contro tali richieste a meno che egli pensi che i benefici di consumare i beni in questione valgono la fatica extra."

In questo capitolo presentiamo una ipotetica situazione di pianificazione del consumo. Supponiamo che tutte le federazioni di consumatori di alto livello abbiano già stabilito un piano per il consumo collettivo. Seguiamo i calcoli di consumo di due residenti, Pearl e Larry, nella contea di Martin Luther King (MLK). I due si comporteranno secondo ciò che valutiamo al di sopra o al di sotto della media. Determinazione dei consumi collettivi di un paese La pianificazione del consumo inizierà con i progetti di consumo collettivo, partendo dai livelli e dai lavori più alti in giù, e culminanti con un voto su un intero pacchetto di consumo collettivo. Guardiamo dentro questo processo nel momento in cui gli attori presentano richieste per consumi individuali e collettivi a livello di regione. Naturalmente, sono disponibili tutti i dati relativi allo scorso anno. I residenti di MLK pongono particolare attenzione nel registrare le loro richieste, sul piano finale dello scorso anno, sullo stato della loro contea come creditrice o debitrice, alle proiezioni dei comitati di assistenza per l'iterazione riferite al consumo medio dello scorso anno, ed al totale del consumo collettivo che i membri del consiglio di assistenza per il consumo avevano suggerito. I comitati di assistenza per il consumo (CFB) proporrebbero alcune opzioni. Ma i consumatori non si imbattono in una lista di opzioni collettive di consumo altrimenti non saprebbero nulla riguardo queste liste, non ne discuterebbero e non avrebbero opportunità di modificarlo. Al contrario, i consumatori sono periodicamente informati riguardo la stesura di queste liste durante l'anno e possono intervenire in ogni momento con commenti, impressioni e fare essi stessi delle proposte alternative. Se c'è tempo di valutare le varie proposte, ogni unità discute le proposte del CFB, suggerisce modifiche quando lo ritiene necessario, e registra le preferenze. Ogni individuo pesa sia i benefici delle proposte delle richieste di consumo collettivo in relazione ai costi sociali stimati sia le stime medie di consumo dello stato in relazione alla loro regione. La gente considera anche le implicazioni dei consumi collettivi sui consumi individuali i quali faranno modificare le loro eque ripartizioni. Per esempio, Pearl che vive con suo marito ed i loro tre figli nella comunità di Emma Goldman, considera come le scelte possano essere differenti in costi e benefici. Lei considera quanto possa incidere sul budget un nuovo centro culturale di contea, il bisogno dei prodotti culturali di ogni persona, quale sforzo richiede ai lavoratori e di quanto diminuirebbero i budget personali di consumo delle persone residenti nella contea interessata. Naturalmente, una particolare grossa spesa collettiva all'interno di una contea non necessita di una drastica riduzione del badget per il consumo personale nello stesso periodo. Il "debito della società" potrebbe essere distribuito nel tempo attraverso prestiti e accumulazioni della contea stessa. Questo non solo è ragionevole ma anche essenziale se si vuole pianificare un consumo collettivo su larga scala. Diventerebbe inutilmente complicato se volessimo includere in questo capitolo gli aspetti dell'accumulazione e il prestito per il consumo collettivo, quindi qui assumiamo questi aspetti come già dati.

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Pianificazione del consumo

In ogni caso, Pearl e gli altri si accordano su questi problemi con l'aiuto di informazioni rese disponibili dai CFB, e da computer che forniscono, velocemente e comodamente, informazioni sulle implicazioni per le richieste di consumo medie ed effettuano confronti tra le varie unità e con le pianificazioni passate. I consumatori utilizzano dei software che li aiutano a valutare le implicazioni tra scelte alternative di consumo collettivo. Per esempio, Pearl può vedere i dati che descrivono come si ridurrebbero i consumi personali disponibili nel caso di costruzione di un nuovo centro sportivo ma che permetterebbe di esercitare attività sportive grazie alla costruzione di campi da pallacanestro e pallavolo, piscine ed altri impianti, per lei, suo marito ed i suoi figli. Dopo aver ricevuto delle risposte da tutte le unità che compongono il consiglio di contea, le CFB modificano la loro lista di progetti delle proposte di consumo collettivo e sottopongono nuovamente la lista per eventuali considerazioni delle unità. Dopo un determinato tempo dedicato alla discussione, ogni unità riconsidera le proposte riviste, includendo le eventuali spiegazioni delle loro preferenze. A questo punto, le CFB propongono una scelta tra quattro possibili consumi collettivi, spiegando le implicazioni di ogni possibile piano. Le famiglie, le comunità e tutte le altre unità votano uno di questi quattro gruppi di consumi collettivi, eliminando il meno votato finché non ne rimane uno solo. La votazione è "in diretta" - ogni unità ed ogni delegato sono collegati mediante computer collegati in rete, così che i voti possano essere conteggiati immediatamente. In questo esempio, come in molti altri casi di votazioni, le strutture rappresentative facilitano la presentazione di emendamenti al fine di incorporare il maggior numero di punti di vista possibile. Ora tutti i cittadini possono votare sugli emendamenti grazie alla velocità con la quale i voti possono essere conteggiati. Come spiegato più volte, non c'è solo un modo per raggiungere la decisione sul consumo collettivo. Differenti contee potrebbero sviluppare procedure differenti. Una volta che la Martin Luther King ed altre contee hanno deciso le loro richieste di consumo collettivo, le possono sommare con le richieste di consumo collettivo dello stato e della nazione intera. Realizzato questo, si possono sviluppare le richieste di consumo personale e di quartiere. Determinazione della Proposta di Consumo Personale Poiché i consumi collettivi di un quartiere riflettono la logica dei consumi collettivi di contea, analizziamo le richieste di consumo personale. Per sviluppare un piano personale, Larry consulta i prezzi indicativi stimati dalle IFB, valuta i consumi collettivi dei membri del suo quartiere, effettua le stime medie di consumo personale e considera il suo stato di "debitore/ creditore". Per semplificare, prodotti simili di qualità comparabile sono raggruppati insieme, così Larry deve esprimere una preferenza sui calzini ma non sul colore e sul tipo; esprime una preferenza sulla soda, sui libri, sulla bicicletta, ma non sul sapore, il titolo o lo stile delle sue scelte. Studi statistici sarebbero già in grado di fornire ai comitati di assistenza la possibilità di analizzare la richiesta totale dei diversi beni mediante delle percentuali sulla distribuzione di differenti modelli di registratori, libri, biciclette. Non ci sarà più la competizione tra diversi marchi di uno stesso prodotto ma solo "prodotti industriali" creati in diversi stili e diversa qualità per i beni di differenti scopi. Larry ha consumato di meno, rispetto a quanto gli era permesso, nei due anni passati ed ha deciso di bilanciare un po' in questo anno. D'altra parte, la sua contea, la Martin Luther King, ha richiesto di consumare di più rispetto alla media delle altre contee; parte di questa richiesta viene compensata da un "indebitamento" ma un'altra parte viene compensata riducendo i consumi dei residenti della contea MLK, per questo anno.

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Pianificazione del consumo

Larry sa che è inutile essere troppo modesto nella sua proposta iniziale; il processo di iterazione lo costringerà ad abbassare la sua richiesta finale se ciò sarà necessario. Ma non vuole fare richieste che siano esageratamente immodeste poiché questo allungherebbe solo il processo di negozziazione e farebbe aumentare di poco il suo consumo finale. Larry sa anche che le sue scelte hanno delle implicazioni sociali. Non è che la sua scelta di un tipo particolare di cibo o di vestito implica che tutti debbano avere lo stesso ammontare di quel vestito o cibo. La gente, naturalmente, ha diversi tipi di necessità e di gusti. Ma il valore totale dei consumi di Larry, calcolato in accordo con i prezzi indicativi generati dalle IFB e corretti dalle richieste di consumo collettivo - al di sotto della media - della contea di MLK e tenendo anche conto dello status individuale di Larry come creditore negli anni passati, indica implicitamente che egli pensi che l'ammontare di consumi da lui proposto risulti ragionevole a tutti gli altri membri della società. Potrebbe risultare superfluo per Larry suggerire un valore troppo alto rispetto a quello che le IFB hanno anticipato, a meno che pensi che abbiano fatto delle grosse sottostime. "La gente, naturalmente, ha diversi tipi di necessità e di gusti. Ma il valore totale dei consumi di Larry, calcolato in accordo con i prezzi indicativi generati dalle IFB e corretti dalle richieste di consumo collettivo - al di sotto della media - della contea di MLK e tenendo anche conto dello status individuale di Larry come creditore negli anni passati, indica implicitamente che egli pensi che l'ammontare di consumi da lui proposto risulti ragionevole a tutti gli altri membri della società."

Così Larry prende posto al computer durante il suo turno e prova diverse combinazioni di vari beni, controllando il valore totale delle sue proposte. Il computer contiene le anticipazioni di medie, di prezzi indicativi ed altro, così come le descrizioni dei prodotti e del lavoro necessario per la loro produzione. Queste ulteriori informazioni aiutano Larry a valutare se vengono utilizzati dei metodi pericolosi o ripetitivi per produrre i beni che vuole. Larry sa che se richiede dei beni che richiedono un lavoro al di sopra della media dei sistemi di mansioni, egli implicitamente cambia la media dei sistemi di mansioni e della sua propria richiesta di lavoro. Il proprio interesse e la solidarietà collettiva argomenta contro tali richieste a meno che egli pensi che i benefici di consumare i beni in questione valgono la fatica extra. In ogni caso, le informazioni dettagliate riguardo la produzione di beni richiede solo la digitazione di pochi tasti al terminale. Larry completa la sua prima proposta, così come fanno gli altri consumatori; poi tutti spediscono le richieste alla banca dati della pianificazione dove vengono sommate e processate dalle IFB. Vengono presentate nuove somme, che includono le proiezioni sulle anticipazioni dei prezzi indicativi, le medie di consumo e lo status corrente di ogni bene (discuteremo la modalità di preparazione di queste nuove stime da parte delle IFB nel prossimo capitolo). Le banche dati includono anche delle documentazioni sommarie preparate da tutti i luoghi di lavoro e dai quartieri, le quali descrivono la logica seguita per le loro scelte. Larry, Pearl e gli altri membri della contea MLK seguono la stessa procedura anche nel secondo ciclo. Confrontano le loro richieste fatte al primo ciclo con le proposte di produzione fatte sempre nel primo ciclo; poi guardano quali beni, tra quelli che vogliono, sono in eccesso di domanda e conseguentemente hanno dei prezzi più alti rispetto al prezzo originale, e quali sono in difetto di domanda con conseguente abbassamento del prezzo indicativo. Controllano anche il valore totale delle loro richieste di consumo e le confrontano con la media nazionale, parlano con i loro amici e rispediscono le nuove proposte. Sebbene i prezzi indicativi e le proiezioni dei valori per il consumo medio guidano il processo decisionale, un numero di fattori perfeziona queste relazioni. In particolare: 1. i dati quantitativi risultanti dal processo decisionale giustificano le variazioni nelle preferenze personali e sociali; 2. i dati quantitativi sono accompagnati da significative informazioni qualitative che facilitano i calcoli dei consumatori mediante dettagli sui sacrifici umani necessari alla produzione dei vari beni. Ad esempio, quando Larry lavora sulle richieste di consumo ha a disposizione delle informazioni riguardanti la più o meno desiderabilità del lavoro necessario alla produzione delle merci. Naturalmente queste differenze di desiderabilità sono già conteggiate nei prezzi indicativi dei beni, ma le descrizioni dettagliate del tipo

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di lavoro rende queste informazioni più umane. Larry sa che una prevalenza di richieste di consumo di quei beni che richiedono lavori ripetitivi riduce la qualità dei sistemi di mansioni di una società e con ciò danneggia le sue stesse proposte di lavoro, anche quando non è lui stesso a produrre i beni in questione. Egli simpatizza con i lavoratori che devono produrre questi beni. Perciò, Larry prova a far confluire le sue richieste verso quei beni che richiedono un lavoro maggiormente desiderabile a svantaggio di quelli che richiedono un lavoro pericoloso o debilitante. Quindi, i consumatori pongono attenzione al lavoro richiesto per la produzione dei beni; sia perché un tale comportamento è nell'interesse individuale e collettivo sia perché diventa un modo naturale di comportarsi. I cittadini partecipativi non hanno una nuova natura umana ne scompaiono i problemi economici. Piuttosto, la struttura dell'economia partecipativa ha inglobato quelle caratteristiche che promuovono sentimenti di empatia tali che comportamenti cooperativi diventano comuni in una economia partecipativa così come diventa comune l'egoismo competitivo in una economia capitalista. "Larry sa che una prevalenza di richieste di consumo di quei beni che richiedono lavori ripetitivi riduce la qualità dei sistemi di mansioni di una società e con ciò danneggia le sue stesse proposte di lavoro, anche quando non è lui stesso a produrre i beni in questione."

Nella terza iterazione di pianificazione i cambiamenti permessi a Larry sono limitati, come spiegato precedentemente. Ma rispetto ai limiti di cambiamento, compresi tra il 50% (vicino all'equilibrio) ed il 25% (lontano dall'equilibrio), Larry decide di utilizzare una opzione conveniente che è disponibile sul suo terminale. Piuttosto che preoccuparsi se ridurre la sua domanda di un qualche bene del 14% o del 22%, Larry seleziona una opzione che automaticamente calcola delle proposte di cambiamento per tutti i beni verso un equilibrio con un margine del 5% (o del 10% o qualche altro, se preferisce). Alternativamente, potrebbe scegliere un cambiamento globale automatico in un qualche altro modo che gli consenta di approssimare bene le sue proprie inclinazioni. Al limite, potrebbe fissare alcuni bisogni che per lui non possono essere soggetti a riduzioni (ad esempio l'elettricità) ed utilizzare l'automazione di riduzione solo per le altre richieste. In ogni caso, dopo il cambiamento automatico, controlla l'elenco dei beni e raffina i cambiamenti di quei beni per i quali desidera un maggior controllo. Questo approccio rende la terza proposta molto veloce, con poche perdite in qualità finché Larry non ha completato la sua scelta. Pearl sceglie di non utilizzare la modalità automatica, impiegando più tempo per la pianificazione a vantaggio della flessibilità. In ogni caso, alla fine tutti i consumatori compilano le loro scelte, si eseguono le somme, si modificano le aspettative e le proiezioni e si compilano le nuove medie. Come negli altri cicli, ora ogni individuo esprime delle nuove proposte di modifica, e queste sono sommate a livello di comune, di contea e di società. Nella quarta fase, le proposte sono sottoposte ai consigli di quartiere piuttosto che alle unità familiari. Questo riduce il carico di ricicli nel processo di pianificazione e lascia più possibilità di discussione per le richieste delle unità all'interno dei consigli di quartiere. A questo livello una proposta potrebbe essere cambiata dal quartiere se è significativamente sopra la media o se sembra contenere richieste che potrebbero essere pericolose per la comunità - come una eccessiva richiesta di liquori o di droghe. Consumi giornalieri e modifica di una pianificazione Nel capitolo 3 abbiamo descritto come i consumatori dovrebbero prendere i beni dai magazzini pubblici e di come dovrebbero mantenere traccia delle attività utilizzando una "carta di credito" computerizzata. Le modifiche settimanali di ogni consumo individuale potrebbe rivelare una divergenza dal piano di consumo individuale. Queste variazioni potrebbero richiedere solo una ridistribuzione dei beni, ad esempio un quartiere potrebbe aumentare la richiesta di beni ed un altro diminuirla, oppure l'aumento di domanda trova una scarsa risposta. Alternativamente, potrebbe avvenire che risulti necessaria una variazione nella produzione o che i consumatori debbano moderare le loro nuove richieste per

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Pianificazione del consumo

poter trovare un accordo successivamente. In quest'ultimo caso, le CFB negoziano i cambiamenti secondo quanto descritto nel capitolo 4. In entrambe i casi questo tipo di consumo personale, giornaliero o settimanale, permette pianificazioni modificabili, garanzia della privacy, acquisti e spontaneità mentre elimina il bisogno della caccia agli affari ed elimina o riduce di molto la seccatura e la confusione generata intorno alla linea, ai modelli, alla vendita, alla pubblicità, ecc. Ma il cambiamento principale, naturalmente, è l'eliminazione della povertà e l'ottenimento dell'equità, risultato che vogliamo sia il più apprezzato nella nostra trattazione. Sebbene questo capitolo sulla pianificazione di consumo sia, naturalmente, incompleto, speriamo che fornisca sufficienti dettagli per illustrare come la gente potrebbe partecipare alla pianificazione del proprio consumo sotto le condizioni di equità. Nel prossimo affronteremo il calcolo dei prezzi e la contabilità nazionale associata.

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Processi decisionali di distribuzione

Capitolo 9 Processi decisionali di distribuzione Chi o quale istituzione, eccetto quella centrale, può tenere in considerazione i bisogni dell'intera società? Quale autorità o comitato locale potrebbe farlo, se può avere conoscenza e responsabilità solo nel suo ambito locale? Come può un'unità di produzione sapere per chi produrre, cosa produrre, quando effettuare le forniture, come deve procurarsi le risorse (e dove) se non vi sono dei pianificatori che decidono e che diffondono le informazioni? - Alec Nove Un problema diverso ma collegato alla vulnerabilità della pianificazione partecipativa, è la questione del sabotaggio categorico del sistema, che potrebbe essere piuttosto importante nei primi anni della sua implementazione, e forse anche in seguito. Potrebbero anche dover essere introdotte delle misure di salvaguardia contro il saboraggio, ma questo problema esiste in ogni economia, e plausibilmente, una volta che abbia avuto il tempo di maturare, sarebbe di gran lunga minore in un'economia partecipativa.

Abbiamo visto come funziona la pianificazione partecipativa dal punto di vista delle singole unità di produzione e consumo; affrontiamo ora la procedura di pianificazione nel suo complesso. Sviluppare i dati iniziali Nei precedenti capitoli abbiamo assunto che i progetti a lungo termine fossero decisi prima della pianificazione annuale, e che all'inizio del processo di pianificazione annuale ciascun attore economico avesse accesso alle informazioni determinanti. Come sarà realizzato ciò? Piani a lungo termine Quali progetti dovrebbe affrontare la società? Dovrebbe operare cambiamenti qualitativi nell'estrazione di carbone che migliorino drasticamente salute e sicurezza, oppure rimodernare stabilimenti siderurgici esistenti, o costruire una nuova rete ferroviaria ad alta velocità, o ancora, trasformare l'agricoltura in modo che sia conforme alle norme ecologiche? Tutto ciò potrebbe essere desiderabile, ma date le risorse presumibilmente limitate, non tutto potrà essere realizzato simultaneamente. Questo è il significato ed il problema posto dalla scelta di investimenti a lungo termine. A quali progetti varrà la pena dedicarsi, e a quali no? E quanto velocemente dovremmo affrontare questo elenco di cose da fare, ossia, quanto del nostro attuale consumo siamo disposti a sacrificare per benefici futuri? I progetti che richiedono investimenti a lungo o a breve termine differiscono tra loro per la quantità di risorse che devono essere impegnate affinché il progetto si trasformi in un bene fruibile. Un approccio alla pianificazione a lungo termine è di affrontare questa tematica prima che cominci la pianificazione annuale. In questo periodo, tutti i progetti a lungo termine precedentemente concordati potrebbero essere revisionati e aggiornati così che l'impegno di risorse necessario per quest'anno potrebbe essere inglobato nei successivi calcoli della pianificazione. Dopo i progetti nazionali, ampie regioni potrebbero definire i loro nuovi progetti a lungo termine, e così via, fino alle unità più piccole. In ciascun caso, potranno essere ventilate proposte alternative, potranno esprimersi preferenze, potranno essere valutate le implicazioni o affrontate nuove alternative, potranno essere eliminati o migliorati alcuni progetti, e si prenderanno le decisioni finali sempre mediante le procedure partecipative simili a quelle descritte nella nostra discussione sulla pianificazione di una contea nel capitolo otto. Una procedura in grado di abbreviare il processo potrebbe essere quella di decidere prima la frazione di risorse economiche che vogliamo impegnare negli investimenti. Il dibattito sulle varie opzioni potrebbe quindi essere fatto sapendo grosso modo quante risorse produttive sono disponibili. La formulazione, la presentazione e la modifica delle opzioni per gli investimenti a lungo termine potrebbero essere fatte e aggiornate da comitati di assistenza per gli investimenti, che potrebbero basare le loro proposte su sondaggi e su richieste formulate dalle varie unità, come spiegato nell'esempio della contea nel capitolo otto. E' importante riconoscere i vantaggi di una pianificazione degli investimenti che sia partecipativa e collettiva. In economie capitaliste o nel socialismo di mercato

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ciascuna unità valuta i potenziali investimenti secondo regole imposte dal mercato e dal sistema classista. Nel luogo di lavoro, la decisione di passare da una tecnologia ad un altra viene presa basandosi per lo più sulle implicazioni che ciò avrà su profitti e perdite o sui poteri contrattuali tra capitale e lavoro o su coordinazione e lavoro. Ma questo non significa assolutamente decidere sulla base di costi e benefici sociali. Si tiene conto solo dei benefici sui proprietari e sugli azionisti. Inoltre, le decisioni sugli investimenti nelle economie di mercato non sono neppure pianificate coordinandole l'una con l'altra. Per esempio lo stabilimento siderurgico che decide di non investire in nuove tecnologie perché appaiono non profittevoli, potrebbe decidere diversamente se fosse in grado di prevedere come le innovazioni in altri settori industriali potrebbero drasticamente cambiare i costi delle risorse o la domanda di acciaio. Nella pianificazione partecipativa, al contrario, è possibile una pianificazione coordinata alla luce dei costi e dei benefici sociali. Ciascun potenziale investimento viene o no approvato non soltanto in base alle relazioni attuali, ma anche in base alle condizioni che verosimilmente prevarrebbero una volta che tutte le innovazioni siano disponibili. Qualunque criterio la società adotti per decidere se intraprendere determinati investimenti, il sistema di pianificazione partecipativa produrrà una più accurata valutazione di costi e benefici sociali rispetto a sistemi capitalisti o coordinatoristi. In più, in un sistema partecipativo, le valutazioni enfatizzeranno l'impatto delle scelte sulla produttività dell'intera economia e sulle relazioni sociali, dal punto di vista del miglioramento della qualità della vita per tutti i lavoratori e i consumatori, anziché migliorare solo le condizioni finanziarie delle élite. Preparare i dati per il primo ciclo di pianificazione Come fanno i comitati di assistenza all'iterazione (IFB) a stimare la produzione e il consumo totale per l'anno a venire? Come propongono i prezzi indicativi iniziali che gli attori economici possono usare, e cosa esattamente esprimono questi prezzi? E soprattutto, il fatto che qualcuno abbia il compito di proporre risultati plausibili e prezzi indicativi è in conflitto con le nostre affermazioni secondo cui nessun singolo ha una voce in capitolo maggiore di quella degli altri? I lavoratori dei comitati di assistenza potrebbero esercitare un'influenza eccessiva sulla pianificazione? I vari comitati di pianificazione cominciano a lavorare con i risultati degli anni precedenti, in cui vi saranno informazioni sulle risorse impiegate e sui prodotti finiti. I comitati conoscono i prezzi indicativi finali e quindi sono in grado di calcolare il valore della produzione dell'ultimo anno. Inoltre, dettagliati rapporti forniti da tutte le unità e le federazioni contengono le informazioni qualitative, mentre le informazioni quantitative possono essere facilmente elaborate mediante computer che consentono agli utenti di visualizzare le risorse richieste per ogni prodotto finito desiderato. I comitati di assistenza elaborano i dati dell'ultimo anno per stimare i probabili risultati dell'anno a venire basandosi su dettagliati dati demografici riguardanti le probabili variazioni della popolazione in età e sesso, la sua distribuzione tra città e campagna, e così via. Sanno quali progetti di investimenti sono stati completati e come dovrebbero influenzare il potenziale produttivo. Di conseguenza, chi lavora nei comitati di assistenza può fare delle stime ben fondate sulle variazioni del livello di lavoro produttivo e sui prezzi indicativi. Potremmo fornire ulteriori dettagli sul processo descritto, ma il contesto non lo richiede. Le tecniche sono ben note e indiscutibilmente noiose, ma non difficili. Gli impiegati dei comitati di assistenza prendono semplicemente i dati dell'anno precedente e li elaborano alla luce delle proiezioni sugli investimenti completati, sulla crescita della forza lavoro, sui cambiamenti di gusti, stimandoli per mezzo degli aggiornamenti dell'anno precedente e, se si vuole, con sondaggi su particolari campioni di popolazione.

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Gli impiegati dei comitati di assistenza potrebbero fare queste elaborazioni di dati semplicemente seguendo una prassi prescritta, oppure con un margine di libertà per modifiche fatte a discrezione personale e auspicabilmente creative. Nel primo caso, la capacità degli impiegati dei comitati di assistenza di influenzare i risultati sarà nulla, ma potrebbero però fornire una stima di qualità minore di quella possibile. Nel secondo caso, c'è un maggiore rischio di distorsioni soggettive, ma anche la possibilità di avere delle proiezioni migliori. Discuteremo più a fondo di questo compromesso più avanti, quando descriveremo degli esempi, ma qui possiamo fare quattro osservazioni preliminari. 1.

2. 3. 4.

E' difficile vedere un qualunque modo in cui gli impiegati dei comitati di assistenza (che chiameremo brevemente 'addetti all'assistenza') possano trarre guadagno dalla distorsione intenzionale dei dati, anche quando affrontino il loro lavoro senza che vi sia una supervisione. La scelta tra usare tecniche più flessibili ma anche più soggettive ed usare tecniche meno flessibili ma anche meno creative è nelle mani della società, non in quella degli impiegati dei comitati di assistenza. Non c'è ragione per cui eventuali calcoli fatti a discrezione degli addetti all'assistenza non possano essere supervisionati da chiunque lo voglia fare. Le proiezioni degli addetti all'assistenza sono, in ogni caso, solo delle direttive che hanno lo scopo di aiutare gli attori economici a prendere delle decisioni.

Gli stessi addetti all'assistenza non fanno nessuna proposta di consumo o di produzione, ne fanno delle revisioni, pongono il veto o approvano nessuna proposta. In realtà, il compito dei comitati di assistenza potrebbe essere automatizzato con dei calcolatori che prendono i dati dell'anno precedente e li elaborano in base a regole che specificano quali modifiche apportare. Gli addetti all'assistenza aggiornerebbero solo le regole con cui vengono eseguiti i calcoli, date le loro competenze sull'influenza reciproca delle variabili in gioco. Un approccio meno ripetitivo sarebbe di permettere agli addetti all'assistenza di usare la loro esperienza per perfezionare le proiezioni generate automaticamente. Ma in entrambi i casi, gli assistenti non prendono nessuna decisione sul corso dell'economia. Forniscono solo delle informazioni la cui formulazione rimane aperta allo scrutinio pubblico e chi prende decisioni economiche è libero di ignorarle se non si fida. All'inizio della pianificazione, tutti nella società hanno accesso alle proiezioni sui prezzi indicativi, sul consumo e sulla produzione, a tutti i livelli, e anche a resoconti schematici delle ipotesi su cui si basano. I vari attori usano queste informazioni come vogliono per sviluppare i loro piani per l'anno a venire. E' quindi difficile vedere come gli addetti all'assistenza possano distorcere i risultati, anche se la società sceglie, come pensiamo debba fare, di lasciarli liberi di usare i metodi che preferiscono per fare calcoli e proiezioni. Revisione dei dati nelle iterazioni successive I compiti dei comitati di assistenza nelle iterazioni successive non sono particolarmente complessi. Dopo che ciascun consiglio e ciascuna federazione economica presenta la sua proposta iniziale, i comitati di assistenza rispondono preparando nuovi dati per il prossimo ciclo. Non devono più fare delle stime basate sui risultati dell'anno precedente. Una volta che sono state fatte le proposte iniziali di quest'anno, gli IFB calcolano l'eccesso di domanda o di offerta per ciascun bene di consumo, e di conseguenza ne correggono il prezzo indicativo alzandolo o abbassandolo. Ci sarà spazio per fare esperienza ed usare creatività nella correzione dei prezzi indicativi, o se si preferisce, le variazioni potranno essere fatte secondo delle regole fisse. In entrambi i casi, non tutti i prezzi devono essere corretti tramite la stessa funzione dell'eccesso di domanda o di offerta. Una possibilità è che gli impiegati degli IFB con esperienza in particolari settori industriali, o in possesso di informazioni qualitative che indicano quanto le proposte siano relativamente più o meno fattibili, potrebbero accelerare la convergenza apportando modifiche ben fondate a loro discrezione. Ma in ogni caso, nei primi cicli di iterazione, gli IFB riassumono soltanto le informazioni

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qualitative in banche dati per le valutazioni dei consigli, calcolano l'eccesso di domanda e di offerta, correggono i prezzi indicativi, e revisionano le previsioni sui risultati finali. Naturalmente, dopo questi aggiornamenti, le previsioni dei risultati finali sono ancora delle stime, ma ad ogni nuova iterazione sono basate su un maggior numero di informazioni. Gli schemi riassuntivi contenenti gli eccessi di domanda e di offerta e le informazioni qualitative, comunque, saranno oggetto di accurata registrazione. Come prima, le correzioni dei prezzi indicativi e delle proiezioni dei risultati possono essere fatte con "procedure automatiche", o permettendo una maggiore discrezione personale. Di nuovo: se scegliamo di dare più spazio all'intervento umano, dovremo stare attenti alle distorsioni che potrebbero disturbare il processo. Ma, in ogni caso, si potrà fare in modo che le attività degli IFB siano computerizzate e guidate dalle regole nella misura desiderata, e si potrà consentire a tutti i consigli e le federazioni libero accesso alle delibere e alle procedure degli IFB. Non ci preme in questo momento che siano adottate tutte queste misure di salvaguardia. Stiamo semplicemente facendo notare le misure di salvaguardia disponibili a coloro che dubitano di potenziali abusi. E' importante specificare, tuttavia, i tipi di dati che gli addetti all'assistenza aggiornerebbero in ciascuna iterazione. Prima di cominciare la pianificazione, gli IFB usano i risultati degli anni precedenti che comprendono informazioni sui progetti di investimento, sondaggi fatti durante l'anno, e dati demografici di vario tipo per fare delle proiezioni che anticipino i risultati per l'anno a venire. Ma ovviamente le proposte iniziali reali non saranno identiche alle proiezioni degli IFB. Una volta cominciata la pianificazione di quest'anno, gli IFB revisionano le informazioni basate sulle proposte presentate più recenti. Così, all'inizio del secondo ciclo, lavoratori e consumatori ricevono resoconti sintetici di informazioni qualitative, nuovi prezzi indicativi, la percentuale di eccesso di domanda e di offerta per ogni bene di consumo, e nuove proiezioni per il consumo medio e per il rapporto medio tra benefici e costi sociali dei luoghi di lavoro di quest'anno. Lavoratori e consumatori useranno tutti questi dati, come abbiamo discusso, per modificare le loro richieste per le iterazioni successive. Durante il processo di pianificazione, i comitati di assistenza, a diversi livelli, comunicherebbero regolarmente l'uno con l'altro e con i comitati di stabilimento riguardo le difficoltà, le richieste inusuali lontane dai valori medi aspettati, eventuali problemi negli accordi tra consumatori e produttori, e soprattutto per cambiare richieste di produzione che richiedono un trasferimento di lavoratori. Ma i comitati di assistenza espletano solo mansioni legate alle comunicazione; non prendono mai decisioni per gli altri. Questo non significa dire che il piano finale non sarà influenzato dal fatto che il lavoro sia fatto bene o male, in modo intelligente o miope. Tuttavia, come già accennato prima, è difficile vedere esattamente quale motivo dovrebbe avere un impiegato delle IFB per introdurre intenzionalmente distorsioni nei risultati, ed è comunque certamente possibile fare ricorso a meccanismi di supervisione. Nelle ultime iterazioni, oltre a correggere i prezzi indicativi e a fornire nuove proiezioni, gli IFB potrebbero generare piani realizzabili alternativi perché i consigli li valutino e li votino. In realtà, nella versione di economia partecipativa che abbiamo fin qui descritto, succede proprio così. Questo approccio aumenterebbe la possibilità degli IFB di influenzare i risultati, perché nelle ultime iterazioni formulerebbero realmente delle proposte. Per esempio, può darsi che gli impiegati degli IFB presentino cinque piani autoconsistenti, ma non il piano, ugualmente possibile, e più desiderato. Ma si osservi che la sola ragione per cui gli IFB formulano delle proposte da votare, è quella di ridurre il numero di iterazioni richieste per arrivare ad un piano finale. E' una questione di convenienza pratica e, se i consigli dovessero essere sospettosi o insoddisfatti di quanto viene presentato dagli IFB, i consigli e le federazioni possono sempre scegliere di continuare il processo iterativo come fatto fino a quel punto. In altre parole, questo stadio del processo di pianificazione può essere posticipato fino a che i consigli non valutano

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che il tempo risparmiato giustifica un'eventuale diminuzione nella qualità del risultato. Inoltre, l'idea è che questa parte della procedura, che serve a risparmiare tempo, cominci soltanto quando la parte principale del piano è già stata stabilita. Stiamo parlando dei passi finali, quando il risultato essenziale non è più in dubbio. E ancora, i consigli potrebbero sempre chiedere che vi sia un piano alternativo oltre a quelli proposti dagli IFB, che possa essere votato. Infine, rivolgendosi a coloro che temono che i computer possano diventare dei nuovi dittatori, i programmi per il computer sono prodotti umani, testati dalla società stessa e migliorati di anno in anno. Il computer agisce sui dati e sulle linee guida che emergono direttamente dal processo di pianificazione sociale e dalle preferenze espresse da tutti gli attori. Il computer usa socialmente determinati dati e regole prescritte dal sociale, e opera solamente dei calcoli o delle elaborazioni di dati. In più, come abbiamo indicato, tutti gli "scenari proposti" che abbiamo delineato per produttori e consumatori permettono delle modifiche. In breve, né produttori né consumatori devono necessariamente accettare l'alternativa agevolata fornita dal computer. La società potrebbe avere degli impiegati negli IFB che giocano un ruolo sostanziale nel perfezionare delle proposte che esprimano le preferenze della gente, ma come nel caso in cui si scelgano diverse procedure, non c'è nessun unica via per fare le cose. Se la società sceglie un approccio più meccanico, il bisogno di speciale supervisione per controllare le distorsioni è minimizzato, ma la pianificazione potrebbe richiedere molto più tempo. Se agli impiegati degli IFB viene lasciata più libertà d'azione, come tendiamo a preferire, la possibilità di errori umani o distorsione aumenta e i mezzi per correggerli diventano importanti. Ma lavoratori e consumatori probabilmente risparmierebbero tempo nella pianificazione. Qualunque combinazione di procedure automatiche e discrezione umana si adotti per gli impiegati degli IFB, diversamente da come accade nelle economie capitaliste e coordinatoriste, nessun aspetto della pianificazione partecipativa sarà immune da una supervisione critica e da una valutazione sociale. Ne verrà messa a punto una qualche parte del piano senza prima essere passata attraverso il processo di scambio sociale in cui interagiscono le preferenze, le valutazioni e le opinioni di tutti gli attori. La differenza tra la pianificazione partecipativa e quella centrale, è che in quest'ultima sono dei "lavoratori addetti alla pianificazione" che generano il piano, lo sottomettono a coloro che devono realizzarlo, ricevono le reazioni dei vari attori che specificano se possono o non possono portare a termine ciò che gli viene chiesto di fare, e quindi impongono un piano. Nel nostro sistema, i "lavoratori addetti alla pianificazione" facilitano soltanto il processo, per cui sono i lavoratori e i consumatori che propongono, contrattano e revisionano il loro stesso piano. E se gli addetti all'assistenza formulano una qualsiasi proposta, questo avviene dopo che sono state prese tutte le decisioni importanti. Lavorare nei comitati di assistenza Lavorare nei comitati di assistenza non è molto diverso del lavorare da qualsiasi altra parte nell'economia partecipativa. Il lavoro è in parte concettuale e in parte costituito da esecuzione pratica, e i sistemi di mansioni sono bilanciati con l'approccio usuale del combinare compiti diversi. Il lavoro negli IFB può essere più desiderabile e dare più opportunità di quanto non lo siano in media i sistemi di mansioni nell'intera economia, ma, se così è, una desiderabilità maggiore della media sarebbe compensata proprio come lo è in altri luoghi di lavoro, assegnando compiti meno desiderabili da svolgere altrove. Il fatto di offrire opportunità maggiori della media, che sembra più probabile, potrebbe richiedere che la gente esegua una rotazione, con un ricambio degli impiegati degli IFB dopo un certo periodo di tempo. Allo stesso modo, visto che il fatto di lavorare negli IFB molto probabilmente migliora la comprensione delle problematiche interconnesse con le scelte economiche, ha senso eseguire una rotazione di questo lavoro, ovviamente tenendo anche conto delle implicazioni dell'esperienza sull'efficienza.

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Informazioni qualitative Nel primo e nel secondo capitolo abbiamo posto l'enfasi nell'importanza che ha, per produttori e consumatori, la comprensione di implicazioni qualitative e umane delle scelte proprie e altrui. I consumatori, abbiamo detto, devono essere in grado di valutare le implicazioni delle loro richieste sui lavoratori. I produttori hanno bisogno di sapere perché i consumatori vogliono ciò a cui loro stanno lavorando, non solo per sentirsi felici del loro contributo, ma anche per valutare quanto duramente vogliono lavorare. Abbiamo detto che oltre alle stime quantitative dei costi e benefici sociali, del guadagno medio, del rapporto medio tra benefici e costi sociali, i produttori e i consumatori hanno anche bisogno di accedere ad informazioni qualitative, descrittive. In questa sezione discutiamo come trattare queste informazioni, un compito che potrebbe sembrare poco allettante. I consigli di consumatori e di produttori possono facilmente stilare sintetici resoconti qualitativi del lavoro che svolgono e delle motivazioni per le loro richieste di consumo. Non ha senso esagerare nel farlo. E' inutile che ognuno dica "voglio il latte perché è nutriente". I produttori fornirebbero una descrizione generale della qualità dei compiti che devono essere svolti nel loro posto di lavoro, così come degli aspetti desiderabili o meno che il loro particolare lavoro tende a generare. Ma le persone che cercano di valutare le loro scelte alla luce delle descrizioni qualitative date da altri, vorrebbero poter accedere ad informazioni schematiche al livello di federazioni di consumatori e di produttori. Quindi i compiti sono: 1. sviluppare un sistema su banca dati che permetta un facile accesso a tutte queste informazioni; 2. raccogliere le informazioni delle unità più basse in resoconti schematici a livello di federazioni. Si può pensare di farlo in modo efficace? Per prima cosa, i singoli individui avrebbero bisogno di "chiavi" per estrarre informazioni qualitative. Mi metterei davanti ad un terminale e mi direi: "Vediamo cosa serve per produrre questo e quest'altro bene di consumo", oppure "Com'è il lavoro in questa o in quell'industria", o "A cosa è dovuta l'alta domanda dei consumatori per i frigoriferi?" o ancora "Perché un particolare quartiere ha una richiesta tanto più alta della media nazionale?". Potremmo anche chiederci "Quali sono i punti di forza e i punti deboli di questo o quest'altro prodotto?". Se pensiamo a tutti i soldi spesi annualmente negli Stati Uniti in pubblicità - gran parte della quale non è che disinformazione - possiamo renderci conto che il sistema di informazioni di cui abbiamo bisogno potrebbe non richiedere, dopo tutto, quella gran quantità di tempo e risorse. In realtà, potrebbe richiederne una quantità significativamente minore rispetto alle risorse e alle energie totali attualmente impegnate in campagne pubblicitarie meno esaustive e veritiere, benché più ripetitive e dispendiose. Anche se le capacità di trattare informazioni di un tale sistema dovrebbero essere sufficientemente potenti, solo la scala del sistema lo rende distinguibile da banche dati già in uso in molti uffici in tutto il paese. Il problema di archiviare e avere accesso a informazioni descrittive non è nulla di nuovo per i programmatori, e non lo è neanche aggiornare e mantenere automaticamente una banca dati, dotarla di un semplice sistema di interrogazioni, e ricavare delle medie. Inoltre, anche per un grande paese, il sistema di cui abbiamo bisogno non richiederebbe molta più memoria o potenza degli attuali sistemi usati dalle grandi compagnie per le carte di credito. Per lo più queste banche dati qualitative sarebbero di competenza degli IFB. Sintetizzare un grande numero di resoconti individuali potrebbe essere impegnativo, ma come altri compiti potrebbe essere organizzato in modo da minimizzare la probabilità che gli IFB introducano distorsioni nelle informazioni utilizzate dai consigli.

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Processi decisionali di distribuzione

La logica della pianificazione partecipativa Ogni economia deve avere un metodo per allocare beni e risorse. I diversi modi per realizzare questo compito avranno naturalmente diverse implicazioni riguardo a chi fa cosa, chi ottiene cosa, e ciò che sarà prodotto, consumato, e investito. Quelli che si affidano alla visione secondo cui alla civiltà giova di più mettere le persone in competizione l'una contro l'altra, sceglieranno un'allocazione tramite mercati competitivi. Quelli che pensano che è meglio che le decisioni complicate siano prese da esperti, e che questi dovrebbero essere materialmente ricompensati per le loro competenze, sceglieranno la pianificazione centrale. In ogni caso, secondo la maggior parte degli economisti, queste sono le sole procedure di allocazione realizzabili. Noi sosteniamo che questo "teorema dell'impossibilità" è poco più che un pregiudizio autogiustificante, e per dimostrarlo abbiamo provato a descrivere nei dettagli come i consumatori ed i produttori possano partecipare in modo paritario alla pianificazione e alla coordinazione dei loro sforzi congiunti senza pianificazione centrale e senza mercati. Sono in grado le persone di prendere il controllo della propria vita, avere cura degli altri, e agire per migliorare la propria situazione e quella degli altri cittadini? Possiamo avere un sistema di allocazione che promuove la solidarietà fornendo le informazioni necessarie perché le persone simpatizzino le une con le altre, e creando un contesto in cui le persone abbiano non solo i mezzi per considerare le circostanze altrui, ma anche gli incentivi per farlo? Possiamo avere un sistema di allocazione che promuove la varietà e allo stesso tempo creare sistemi bilanciati e opportunità paritarie di consumo legate allo sforzo? Possiamo avere un sistema di allocazione che promuove l'autogestione collettiva permettendo ad ogni lavoratore e consumatore di proporre e revisionare le sue attività? Possiamo sviluppare un sistema di allocazione che promuove l'equità piuttosto che la divisione in classi e le gerarchie? Noi pensiamo che gli altri economisti negano che tutto ciò sia possibile perché ammettere che la gente può condurre i propri affari nel campo economico in questo modo, mina alla base le razionalizzazioni di tutte le forme di privilegio esistenti, quando storicamente il lavoro degli economisti è stato proprio quello di razionalizzare questi privilegi come inevitabili. L'attività economica può essere resa equa assicurando che i compiti desiderabili e quelli non desiderabili siano equamente suddivisi. Soddisfazione e lavoro ripetitivo possono essere miscelati per creare sistemi lavorativi equi. Le richieste di consumo possono essere bilanciate per assicurare grosso modo uguale accesso alle opportunità di consumo. L'autorità decisionale può essere assegnata in modo proporzionale a quanto le decisioni riguardano le persone. Ironicamente, i profondi pregiudizi basati su anni di esperienza in circostanze oppressive fanno sì che il passo più difficile nel tragitto verso un'economia migliore sia proprio quello di riuscire a vederla come una possibilità reale . Quelli che esitano ad intraprendere il compito di progettare una tale economia lo fanno non perché questo compito sia così difficile, ma perché farlo significa sfidare pregiudizi radicati e minare alla base gli interessi delle élite. "Ironicamente, i profondi pregiudizi basati su anni di esperienza in circostanze oppressive fanno sì che il passo più difficile nel tragitto verso un'economia migliore sia proprio quello di riuscire a vederla come una possibilità reale. Quelli che esitano ad intraprendere il compito di progettare una tale economia lo fanno non perché questo compito sia così difficile, ma perché farlo significa sfidare pregiudizi radicati e minare alla base gli interessi delle élite."

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Capitolo 10 La società dell’Informazione Nella nostra discussione sulle economie partecipative, i sistemi di computer sono stati descritti come strumenti importanti per promuovere la democrazia. Siamo tuttavia consapevoli che molte persone sensate temono i computer che sono visti come strumenti da "grande fratello". Quali sono i motivi per i quali ci fidiamo di queste macchine che sono detestate da molti libertari? Ci sono delle trappole di cui non ci siamo accorti? Possiamo davvero utilizzare il computer, costruito in origine per gestire la contabilità e per seguire le rotte dei missili, allo scopo di facilitare relazioni sociali che permettano l'emancipazione delle persone in una società partecipativa? La nostra visione di una "società dell'informazione" desiderabile è realmente un inferno di alienazione dove le emozioni sono ridotte a statistiche archiviate in un groviglio di fili e di chip? Tecnologia e Relazioni Economiche Alcuni sono convinti che tutti gli strumenti siano neutri, intrinsecamente né buoni né cattivi, se non sulla base del loro utilizzo. Usiamo la polvere da sparo per ucciderci piuttosto che per liberare i campi dalle erbacce e quindi per poterli coltivare. Il valore degli strumenti è definito dal modo con il quale vengono utilizzati. In realtà gli oggetti hanno una loro utilità nel contesto specifico nel quale vengono utilizzati e in relazione alle persone che li utilizzano. Si può perfino usare una macchina per l'elettrochoc per abbassare le luci o come fermacarte piuttosto che per far del male alla gente. Fuor di metafora, una massa di fili e di metallo non ha caratteristiche né positive né negative. È quello che è. Ma una volta che ci rendiamo conto di quanto maggiore è il costo di una macchina per l'elettrochoc rispetto ad un apparecchio per abbassare le luci o rispetto ad un fermacarte e delle relazioni sociali della società nella quale viene prodotta, scopriamo che una macchina per l'elettrochoc non è per nulla neutrale. Essa porta il marchio della cattiveria sociale, risulta uno strumento irrazionale se utilizzato per abbassare le luci o per trattenere le carte o perfino per curare affezioni cardiovascolari allo scopo di salvare vite umane. È un buono strumento di tortura. Nel mondo reale non è, in termini pratici, neutrale. Le società capitalistiche hanno creato strumenti tecnici complicati per svolgere innumerevoli compiti. Quante di queste tecnologie possono non essere ragionevolmente utili agli scopi umani in una società diversa? Quante hanno in sé il modello capitalista antitetico rispetto ad obiettivi di emancipazione e quindi dovrebbero essere abbandonate? Prendiamo la produzione di energia. Molte tecnologie operano secondo modalità che sono più capitaliste di quanto siano partecipative - lampadine costruite per durare, apparecchi radio, seghe elettriche e ascensori. Altre tecnologie hanno in sé collegamenti anti-partecipativi per quanto riguarda le relazioni sociali o l'ambiente. Per esempio, in una economia partecipativa consolidata non ci saranno reattori a fissione nucleare perché essi richiedono un livello di accentramento amministrativo e decisionale antitetico alla democrazia, inoltre comportano rischi ecologici antitetici rispetto all'attenzione nei confronti della vita umana. Inoltre in un contesto di economia partecipativa scompariranno molti strumenti automatici e tecnologie per le catene di montaggio poiché il loro utilizzo "efficace" impedirebbe la realizzazione di una organizzazione partecipativa in quanto richiedono ripartizioni gerarchiche di comando, relazioni sociali rigide, scadimento ecologico e altri mali sociali. Ma prima di prendere in considerazione il caso più complesso dei computer, dovremmo fare una rassegna sul modo con il quale le tecnologie si sono affermate nelle diverse società.

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L'Evoluzione "Darwiniana" delle Tecnologie L'idea che una tecnologia porta il marchio della società che l'ha generata ha un sapore Darwiniano. In biologia, le nuove caratteristiche prodotte casualmente da una mutazione genetica o sopravvivono e si moltiplicano o soccombono e non hanno un effetto duraturo. Se una mutazione genetica sopravvive è perché l'organismo che muta ne trae vantaggio in termini di sopravvivenza rispetto agli esseri della stessa specie che non possiedono la nuova qualità. La fortunata discendenza dell'organismo trasmette la nuova caratteristica, e i nuovi discendenti fanno lo stesso. I discendenti con la nuova mutazione sopravvivono in termini molto più numerosi rispetto agli organismi con le vecchie caratteristiche. Col tempo sopravvivono solamente i discendenti del primo organismo che hanno avuto il beneficio della mutazione. Due delle caratteristiche della logica Darwiniana mutuate dalla biologia sono applicabili alla "storia della tecnologia." Innanzitutto la novità genetica si diffonde se migliora le probabilità di sopravvivenza dell'organismo nel proprio ambiente. Se una nuova caratteristica aumenta la probabilità dell'organismo di trasmettere i propri geni ai discendenti, con tutta probabilità si diffonderà - anche se l'organismo mutato potrebbe avere la probabilità di essere mangiato prima di riprodursi. Ma per fortuna o no, non si diffonderà se la nuova caratteristica ostacola le probabilità di sopravvivenza dell'organismo. In secondo luogo, una casualità genetica che crea nuove caratteristiche xx e yy, le quali aumentano la probabilità di sopravvivenza, può altresì creare caratteristiche aa e bb che hanno scarsa implicazione nella sopravvivenza nell'ambiente attuale, ma che potrebbero diventare importanti in un altro contesto ambientale. Molte capacità mentali umane non furono selezionate per consentire agli esseri umani di padroneggiare la matematica, la fisica o l'ingegneria poiché queste sarebbero state capacità di scarso rilievo nell'ambiente in cui questi tratti erano stati selezionati. Tuttavia essi alla fine sono diventati importanti, pur essendo solo delle capacità residuali che divennero importanti per la sopravvivenza (o per l'estinzione) molto più tardi, in un ambiente che aveva subito grandi mutamenti. Ora guardiamo le tecnologie. Qualcuno inventa un nuovo modo di fare qualcosa. Se la nuova tecnologia è abbastanza utile per le persone che hanno i mezzi per realizzarla, essa diventerà una cosa normale. Se risulta praticamente inutile o se è utile solo per le persone che hanno i mezzi per realizzarla, molto probabilmente scomparirà. La nostra società è piena di tecnologie utili per le persone situate in una posizione tale da assegnare a queste tecnologie un "vantaggio evolutivo": catene di montaggio, automobile, centrali elettriche, radio, telefoni, rasoi usa e getta, bombe atomiche, missili teleguidati, personal computer - e così via all'infinito. Ma possiamo anche pensare ad una grande quantità di tecnologie efficienti che non sono state supportate - sistemi efficaci di trasporto pubblico, sistemi di produzione efficiente di energia solare su larga scala, automobili a basso consumo di carburante, alloggi di qualità a basso prezzo e tecniche di produzione che diano più poteri ai lavoratori. Tutte queste tecnologie a cui non è stato dato sostegno sono state inventate e di alcune di esse sono già stati realizzati dei prototipi, ma non hanno avuto successo nel nostro ambiente economico perché non procuravano vantaggi a coloro che potevano decidere del loro destino. Proprio perché non erano adeguate all'ambiente del capitalismo o dei sistemi a pianificazione centralizzata. Non si sviluppa né si diffonde alcuna tecnologia a meno che non ci siano persone che da essa traggono beneficio e hanno mezzi sufficienti per diffonderla. In una società capitalista, si diffondono le tecnologie che sono utili ai ricchi e ai potenti. Ma ciò non implica che ogni tecnologia sviluppata nel sistema capitalistico sia utile solamente ai capitalisti o ad altre élite. Prendiamo ad esempio la televisione. È stata utile ai capitalisti, agli uomini, ai membri della maggioranza delle comunità perché è stata utilizzata per diffondere

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grandi quantità di disinformazione per promuovere interessi capitalisti, patriarcali e razzisti, ha incoraggiato il consumismo selvaggio e, in generale, ha favorito stili di vita passivi. Tuttora, perfino nel contesto del capitalismo, la televisione qualche volta offre buoni programmi di intrattenimento, informazioni didattiche e, occasionalmente, notizie importanti, e tutto ciò a beneficio di tutti. Inoltre, in un contesto che sostiene una comunicazione democratica a due vie, la televisione potrebbe essere utile per molti scopi. A differenza delle macchine per l'elettrochoc, i reattori nucleari e alcuni tipi di catene di montaggio, la TV non ha la necessità di essere buttata nella pattumiera della storia assieme alle istituzioni e alle relazioni autoritarie, patriarcali, razziste e classiste. Al contrario, la TV in un futuro partecipativo potrebbe avere un utilizzo molto importante. Potremmo addirittura immaginare situazioni in cui caratteristiche di "televisione partecipativa" potrebbero essere elaborate in un contesto capitalista per servire ad alcuni scopi dei capitalisti. Per esempio, una televisione interattiva potrebbe essere utile ad alcuni capitalisti (permettendo di effettuare acquisti a domicilio) e allo stesso tempo cominciare a servire i cittadini in modo da contrapporsi ai più ampi interessi dei capitalisti. Allora nascerebbero forti pressioni per cercare di minimizzare l'aspetto "anticapitalistico" di questi sviluppi, ma questi sforzi potrebbero a loro volta trovare l'opposizione dei cittadini alla ricerca di amplificare l'effetto di emancipazione delle nuove tecniche. I computer assomigliano più ai televisori o alle macchine per l'elettrochoc? Caratteristiche Particolari dei Computer Il computer in sé è semplicemente un insieme di circuiti elettronici che memorizzano dati in forma di interruttori accesi o spenti e che cambiano il proprio stato sulla base delle istruzioni di un programma. Come utente inserisco i dati. Il computer traduce i caratteri che io digito (o le parole che pronuncio) in combinazioni di interruttori accesi o spenti. Io impartisco al computer l'istruzione di elaborare dei dati, e il computer reagisce cambiando i suoi interruttori. Il risultato viene mostrato sullo schermo, oppure su una stampa oppure sul disco del computer stesso, e questo è tutto. La cosa straordinaria dei computer è la velocità fantastica con la quale elaborano grandi quantità di dati e diversi tipi di informazioni - in particolare se pensiamo che tutto quello che accade realmente è che degli interruttori si accendono e si spengono in sequenze che cambiano. Se vogliamo memorizzare un numero, il computer lo deve tradurre in sequenze di accensioni e spegnimenti da parte di una serie specifica di interruttori. Tanto tempo fa l'operatore inseriva una serie di istruzioni molto dettagliate che, in un codice molto arcano, elencavano i nomi degli interruttori e ciò che avrebbero dovuto fare. Al giorno d'oggi, anche se il linguaggio che alla fine dà le istruzioni al computer è un codice di questo tipo, gli operatori usano parole e frasi di uso comune che il computer traduce passo a passo nel cosiddetto "linguaggio macchina." In ogni caso, se desideriamo sommare due numeri dopo averli memorizzati, dobbiamo dare al computer delle istruzioni che, quando attivate da un utente, combineranno le due serie di interruttori che rappresentano i due numeri in una nuova configurazione di interruttori accesi e spenti. La nuova sequenza rappresenta la somma dei due numeri. Mentre noi possiamo far ciò in modo semplice, dicendo "Somma 17 e 483", il computer lo effettua in un modo molto più noioso di quanto sembra. Per esempio, immaginate la sequenza infinita di interruttori implicati nella risoluzione di una difficile equazione utile a prevedere i limiti di tensione di un ponte in fase di progetto oppure la traiettoria di volo di un missile. Stiamo parlando di milioni e milioni di minuscoli interruttori elettronici che cambiano ogni secondo. Il numero di passi necessari per ottenere un risultato fa sembrare

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l'abaco uno strumento ad alta tecnologia. Però in termini di velocità di esecuzione per ciascun passo, i computer sono impareggiabili. Gli stessi modelli acceso-spento possono rappresentare lettere, spazi, segni di punteggiatura che il computer elabora quando l'utente digita combinazioni di tasti che corrispondono a comandi come "cancella una riga" oppure "sposta un paragrafo." Tutte le sequenze acceso-spento devono essere manipolate in modo meticoloso per creare nuove sequenze che rappresentano il testo appena elaborato. Inoltre il computer deve essere in grado di dare istruzioni ad uno schermo o ad una stampante di mostrare lettere comprensibili basate su queste configurazioni di interruttori. E anche tutto questo è drammaticamente noioso. Se una persona eseguisse calcoli matematici o elaborazioni di testi allo stesso modo di un computer, non riuscirebbe mai ad ottenere un risultato. Il modo di operare del computer implica innumerevoli passi per ogni operazione. Ma i computer sono talmente veloci che sono in grado di eseguire calcoli milioni di volte più rapidamente del matematico più veloce. E questa velocità è così sorprendente che spesso sembra che i computer pensino realmente meglio di quanto facciamo noi. Uno studente sveglio, a cui viene chiesto di sommare tutti i numeri dispari non divisibili per tre e che sono compresi fra 11 e 201, impiegherà almeno alcuni minuti per finire il compito pensandoci su per tutto il tempo. Invece un computer, adeguatamente programmato per fare la stessa cosa, impiegherà una frazione di secondo. Oppure se viene richiesto ad uno scrittore di contare il numero di parole presenti in un libro e di ordinarle alfabeticamente calcolando anche il numero in cui ciascuna di esse ricorre - beh, avete già capito quanto tempo ci vorrebbe. Un computer lo può fare in pochi minuti, inclusa la ricerca di tutte le parole in un dizionario per individuare eventuali errori di stampa e di ortografia. Il computer è in grado di pensare meglio di quanto facciamo noi? No. Infatti il computer non pensa affatto, mai. Il computer arranca. Effettua cambiamenti elettrici di gruppi di interruttori secondo regole precise, fisse e metodiche. Niente di più. Ma il computer fa tutto ciò in modo così rapido che sembra che pensi alla velocità di un fulmine. Computer molto potenti risolvono in giorni problemi su cui squadre di abili matematici dovrebbero arrabattarsi per secoli. I computer di oggi permettono a studenti universitari di fare in una sera quello che solo pochi anni fa dozzine di matematici avrebbero fatto con molta fatica. Ma un computer non è in grado di pensare nemmeno alla stregua di uno di questi matematici, e nemmeno, secondo qualsiasi standard ragionevole, alla stregua di un cane o di uno scoiattolo o di un piccione. Forse uno potrebbe affermare che un computer medio ha un quoziente intellettivo in grado di competere con quello di un bruco o di qualche creatura simile. Ma non è il caso di continuare. Qualunque cosa sia un computer, sta di fatto che è veloce. Provate a proporre ad una giocatrice di scacchi i pezzi già disposti sulla scacchiera in una partita già avviata e chiedetele di muovere un pezzo. Dopo alcuni istanti, in ragione della sua abilità, farà una mossa. Essa ha valutato i risultati di mosse possibili - se faccio così, che cosa potrebbe fare il mio avversario e se il risultato mi aggrada - ma soprattutto essa intuitivamente si è concentrata sul tipo mossa che è più probabile venga fatta. In particolare, una buona giocatrice esaminerà solo un numero minimo di opzioni diverse perché andrà ad individuare una buona mossa solamente in base alla "percezione" delle caratteristiche della disposizione dei pezzi. Di fronte allo stesso problema, tuttavia, un computer valuta la disposizione in modo meccanico sulla base di regole predeterminate e invariabili inserite dai programmatori i quali hanno usato il cervello. Ma il computer valuta la disposizione in relazione ad un numero maggiore di opzioni - probabilmente più di un milione al secondo - di quanto qualsiasi giocatore potrebbe immaginare. Il

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computer non ha il guizzo di ingegno nemmeno di un giocatore mediocre, ma tuttavia i migliori computer potrebbero battere la stragrande maggioranza di giocatori umani. I computer fanno in modo molto rapido ciò che gli diciamo di fare. Essi non hanno né intuizioni né pensieri. Forse il migliore indicatore di ciò è che, ironicamente, non commettono errori. Non ci sono analogie sbagliate o salti logici che portano a risultati sbagliati. I computer semplicemente eseguono ordini senza rendersi conto di ciò che fanno, analogamente agli apparecchi radio che eseguono l'ordine di trasmettere a volume più alto o più basso senza rendersi conto di cosa significhi "più alto" o "più basso." Se chiediamo ad un computer di risolvere una difficile equazione per una serie di variabili, esso non pensa all'equazione valutandola; all'incontrario, volente o nolente, si precipita a risolverla sulla base di una serie di passi predeterminati da un programmatore umano. Se uno studente cercasse di risolvere i problemi in questo modo, la maggior parte delle volte fallirebbe. Il computer invece fallisce molto raramente. Così i computer possono essere utilizzati per memorizzare ed elaborare velocemente dati numerici e linguistici secondo le regole inserite in un "software." Per un periodo molto lungo si era pensato che i computer fossero molto abili a elaborare dati numerici. Se ciò fosse stato vero, avrebbe voluto dire che i computer potevano essere usati solamente per rispondere a domande che potessero essere quantificate. Disponendo di un computer saremmo stati spinti a basarci sempre di più su calcoli quantitativi escludendo considerazioni di tipo qualitativo, dal momento che queste ultime sarebbero state troppo difficili per essere trattate da un computer. E infatti, per quanto perfezioniamo i computer, è vero che ci saranno sempre differenze fra le loro capacità quantitative e qualitative. Per le prime, i computer possono effettuare qualunque tipo di elaborazione logica che le persone possano fare, peraltro in modo molto più veloce. Per le seconde, tuttavia, poiché il computer può memorizzare le informazioni qualitative sotto forma di parole o di immagini, esso non può manipolare i valori simbolici, valutarli, compararli, o effettuare delle estrapolazioni nemmeno in una piccola parte rispetto a quanto è in grado di fare l'uomo. I computer possono aiutare le persone ad eseguire questi compiti, ma non eseguirli al posto loro. I computer sono criticati anche perché non sono "una cosa reale". Quando comunichiamo attraverso i computer non stiamo comunicando direttamente, oppure quando giochiamo in modo simulato sul computer non facciamo i giochi veri. Ma questo è un problema solo in un senso. È vero che se usiamo le comunicazioni e le simulazioni attraverso il computer al posto di comunicazioni umane disponibili e di esperienze reali, allora la "virtualità" dell'attività tramite il computer assume in carattere negativo. Ma se usiamo il computer per facilitare qualcosa di simile alla interazione umana in alternativa alla quale non ci sarebbe alcuna interazione, e qualcosa di simile all'esperienza reale in alternativa alla quale non ci sarebbe alcuna esperienza, allora il computer può aumentare la comunicazione e l'esperienza. Un'ultima e molto acuta lamentela riguardo ai computer è che le persone tendono a conferire loro un'autorità ingiustificata. Questo è probabilmente un frutto complesso della cultura moderna e dei tipi di personalità per cui le persone sembrano disposte a odiare e temere i computer, oppure, se hanno superato questo atteggiamento, ad attribuire loro una precisione illimitata. Entrambe queste reazioni pur basandosi su fatti reali, costituiscono delle esagerazioni. A proposito dell'odio e della paura, la questione è fino a che punto i computer sono portatori di giustizia e piacere, oppure di controllo e alienazione. Poiché la parte rimanente di questo capitolo si dedica a questi argomenti, per il momento li lasciamo in sospeso. Dobbiamo invece dire qualcosa a proposito della precisione

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di questi strumenti. Se chiediamo ai computer di eseguire calcoli, non importa quanto complessi, è ragionevole fidarsi dei risultati che otteniamo nell'ipotesi che i programmi siano adeguatamente testati e puliti da eventuali errori, anche se in molti casi questo è un compito difficile e la probabilità di effettuare errori non potrebbe essere minimizzata. Ma se stiamo effettuando una simulazione al computer per cercare di comprendere una situazione reale e prevedere le risposte possibili nei confronti di interventi umani, è necessaria molta più attenzione. Proprio perché riteniamo di aver scritto un programma che include tutto ciò che risulta importante circa il funzionamento di una centrale nucleare o di un sistema economico, e pensiamo che il programma sia stato ripulito con successo dagli errori, non dovremmo essere troppo sicuri che, quando ci dice che la centrale sarà sicura per sempre o che la disoccupazione non supererà mai il 10%, ciò si dimostri vero. Le simulazioni al computer si basano su modelli di fenomeni reali, i quali devono contenere tutti gli elementi significativi della realtà per ottenere il risultato che ci interessa, in caso contrario essi diventano ingannevoli. Se non capiamo i fenomeni in modo abbastanza completo da cogliere questi elementi, oppure se non riusciamo a farlo per ragioni ideologiche, allora non è importante che noi riusciamo a trasferire il modello in modo accurato in uno schema elaborabile e non ha importanza quanto efficientemente ed elegantemente scriviamo il codice del programma, il computer fornirà proiezioni incomplete e quindi inesatte. Non c'è differenza rispetto alla semplice e scontata verità che ogni volta che qualcuno cerca di prevedere come una situazione cambierà in futuro, dovrà tenere in considerazione alcune variabili alla luce di ipotesi su come il loro stato influenzerà le traiettorie future. Se queste ipotesi sono sbagliate oppure se sono state tralasciate variabili importanti, otterremo risposte sbagliate. E così faranno i computer. Il problema è che con le persone anticipiamo la fallibilità. Con i computer, se veniamo ipnotizzati dalla loro potenza, tendiamo a dimenticare questa fallibilità, in modo particolare quando ci dicono quello che vogliamo sentire - naturalmente perché abbiamo costruito il modello che stanno utilizzando in modo da ottenere ciò che vogliamo. L'unica soluzione è la prudenza indotta dalla consapevolezza dei limiti nella costruzione dei modelli. Pur essendo importanti queste considerazioni, alla fine i computer trattano solamente informazioni. Ed è la qualità di queste informazioni, non i computer che rendono la cosiddetta "rivoluzione informatica" una possibile spinta verso una democrazia più diffusa. Poiché, a differenza di molti altri prodotti della attività umana, l'informazione non arriva in blocco in modo tale che se uno se ne prende un po' ce n'è di meno per gli altri. Una volta che una cosa è conosciuta, è messa a disposizione di tutti. Non c'è nulla che si esaurisce. Una volta che un'idea esiste, ce n'è a sufficienza per tutti. C'è solo la necessità di distribuirla. Le caratteristiche potenzialmente democratiche dei computer derivano dalla possibilità che essi possano far diventare l'informazione il valore economico principale della vita sociale, in modo tale che non ci sia più scarsità del più importante fattore in grado di procurare benessere. Ma questo è un risultato inevitabile della proliferazione dei computer? La democrazia si espanderà attraverso la disponibilità universale delle conoscenze? O non dipenderà forse dal tipo di società nella quale inseriremo tutti questi computer? È possibile escludere la maggioranza delle persone dall'accesso alle informazioni anche se il costo sociale per garantire l'accesso a tutti è minimo o addirittura nullo? Peggio, la retorica dell'era informatica è una mistificazione che nasconde il fatto che i computer porteranno inesorabilmente verso maggiori disuguaglianze, più gerarchia e maggiore povertà di mezzi di espressione per alcuni, contestualmente ad una crescente abbondanza di mezzi di espressione per altri? Per rispondere a queste domande, è necessario valutare i computer nel contesto di specifici sistemi sociali.

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I Computer e l'Economia Capitalista I computer sono nati e si sono sviluppati nel contesto del capitalismo. In che modo essi sono serviti agli interessi di coloro che disponevano dei mezzi per promuovere la loro diffusione? E quali capacità sovversive, in termini di sottoprodotti, ammesso che ce ne siano, hanno i computer? Nel contesto del capitalismo, padroni e dirigenti sono ansiosi di usare nuove tecnologie che possano mistificare il lavoro, togliere potere ai dipendenti e rimpiazzare i lavoratori potenzialmente battaglieri con macchine che non sono in grado di esprimere il loro dissenso. In modo simile, le tecnologie con applicazioni militari sono ben accette nelle società militariste e le tecnologie che rafforzano le tecniche di sorveglianza sono ben accette da coloro che si trovano al vertice di una qualsiasi gerarchia. In breve, se una nuova tecnologia può aiutare le élite dominanti a mantenere i propri privilegi, esse avranno da queste élite un notevole impulso. Anche scorrendo velocemente la storia dello sviluppo dell'informatica emerge chiaramente come essa sia dipesa dai finanziamenti militari. Ovviamente - se dotati di software in grado di replicare in modo meccanico il comportamento umano, in grado di accelerare le funzioni essenziali per fare profitto, oppure che consentano di recuperare dati importanti per il controllo sociale, per il funzionamento dei radar militari o per raggiungere dei bersagli - i computer soddisfano i bisogni dei capitalisti, dei politici e delle élite militari collocate nei posti giusti per promuovere la loro produzione e diffusione. Sulla spinta di questi gruppi di interesse, non ci si dovrebbe sorprendere se i computer tolgono il diritto di partecipazione ai lavoratori attraverso una maggiore frammentazione delle attività produttive, consentendo una supervisione e un controllo più efficaci, favorendo l'utilizzo di nuovi tipi di strumenti, e rendendo gli armamenti più letali. I computer sono dei "mutanti" potenzialmente adatti all'ambiente in cui sono nati. Se lo sviluppo e la diffusione ulteriori dell'hardware e del software vengono regolati in modo che non emergano caratteristiche disgregative, certamente i computer riprodurranno modelli di vita coerenti con le società capitaliste, razziste, sessiste e autoritarie. Ma che cosa succederebbe se lo sviluppo dei computer prendesse un'altra piega? Che cosa succederebbe se in aggiunta alle caratteristiche che affascinano le varie classi di potere delle società contemporanee, i computer avessero anche, come caratteristiche secondarie, capacità utili ai gruppi oppressi? Invero, perfino negli U.S.A. stiamo vedendo nuovi utilizzi dei computer che sembrano in contrasto con quelli su cui il potere, per primo, si è impegnato. Ai livelli gerarchici superiori, alcuni tecnocrati stanno cominciando a ragionare sul fatto che i computer permetterebbero loro di sviluppare notevolmente le funzioni sociali se i vincoli attualmente imposti dai proprietari dei diritti potessero essere rimossi. Ai livelli gerarchici inferiori gli hacker si intrufolano nelle banche dati di compagnie i cui padroni e dirigenti desiderano siano riservate. Sempre più consapevoli di quanto può essere offerto facilmente, i dipendenti richiedono l'accesso agli archivi delle aziende - in parte per effettuare richieste di tipo strategico relative a stipendi e carriere, in parte perché ritengono di poter essere in grado di gestire il lavoro in modo più umano di quanto lo fanno i loro datori di lavoro. Alcune persone stanno già parlando di computer che permettano il decentramento delle decisioni e la ridefinizione dei modelli di lavoro. I milioni di persone che possiedono un proprio personal computer stanno sviluppando importanti abilità in grado di demistificare il lavoro degli intellettuali. Nel mondo capitalista ci sarà una distribuzione di libri e di giornali a tutti i cittadini? Se sì, allora ognuno potrà accedere in modo facile a vaste quantità di informazioni e di conoscenza. Ci sarà un grande numero di persone che prenderà confidenza con il funzionamento dei computer e imparerà a programmarli? Se sì, sarà più difficile utilizzare i computer

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per mistificare l'autorità illegittima. A meno che venga impedito alla maggioranza delle persone di avere accesso alle tecnologie informatiche - una possibilità reale negli U.S.A. di oggi - questo fatto potrebbe certamente costituire uno sviluppo di tipo sovversivo. Queste potenziali di emancipazione, in grado di sovvertire le relazioni capitalistiche sono poco significativi se comparate con gli effetti di mistificazione e di frammentazione dei computer? O sono sottoprodotti importanti che potrebbero favorire cambiamenti nelle relazioni sociali? Molto dipende da come i gruppi sociali diversi dalle élite capitaliste e politiche combattono per definire l'utilizzo e la distribuzione dei computer. Nella peggiore delle ipotesi, i computer diventeranno strumenti di repressione e di irregimentazione in un contesto futuro di tipo Orwelliano. Renderanno obsoleto il fascismo violento costruendo un fascismo ingegnoso più efficace. Tutto quello che ciascuno legge, possiede, o dice verrà controllato da un grande fratello. Ma speriamo che ciò non avvenga. I Computer e l'Economia Coordinatorista La differenza più rilevante fra l'economia capitalista e quella coordinatorista è che nella prima il valore del potere economico è la proprietà, nella seconda l'informazione. Nel capitalismo la classe dirigente governa perché possiede i mezzi materiali di produzione. In un'economia coordinatorista è il controllo delle conoscenze che assegna più potere all'élite economica coordinatorista. Nell'economia coordinatorista, sia che l'allocazione venga effettuata sulla base della pianificazione centralizzata o del mercato, i coordinatoristi sono responsabili della maggior parte delle decisioni economiche. Essi possiedono le informazioni critiche per prendere le decisioni e le abilità associate al controllo gerarchico dell'ambiente di lavoro. Essi esigono altresì che sia loro assegnata una parte sproporzionata del prodotto della società. L'utilizzo dei computer nelle società coordinatoriste è simile per molti aspetti al loro utilizzo nelle società capitaliste, anche se nel primo caso la classe coordinatorista non funziona più al comando di una classe di padroni. Come capitani dell'economia essi lavorano non tanto per mantenere le relazioni di proprietà e i margini di profitto per i padroni ma per mantenere il proprio monopolio sull'informazione e sulle competenze quali mezzi per appropriarsi di una parte sproporzionata di prodotti sociali e di potere. Come il capitalismo, l'economia coordinatorista si può trovare in forme più o meno totalitarie. Ad oggi abbiamo visto le versioni più totalitarie nelle quali la maggior parte degli intellettuali e dei professionisti è stata esclusa dall'accesso alle informazioni più importanti. Mentre parecchie di queste società coordinatoriste si stanno convertendo al capitalismo, non è ancora chiaro dove si stanno dirigendo l'Unione Sovietica e la Cina. E, in ogni caso, se persisterà la tendenza socialdemocratica, avremmo modo di vedere nell'Europa del futuro transizioni da forme coordinatoriste più autoritarie a forme meno autoritarie. Il punto è che i computer possono adattarsi a questo ambiente perfino se sono accessibili a tutti gli intellettuali e agli amministratori, purché siano tolti ad altri membri della società. Così, laddove i capitalisti desiderano che l'informatica faccia progredire i vecchi obiettivi capitalistici, i coordinatoristi vogliono che l'informatica razionalizzi la società sotto l'influenza della conoscenza mistificata di cui essi hanno il monopolio. Ma comunque in nessuno dei casi l'informatica è al servizio dei lavoratori e in entrambi i casi i computer per le élite sono strumenti di controllo . Dal punto di vista dei lavoratori la lotta fra coordinatoristi e capitalisti è alla fine un combattimento fra due fazioni di ricchi. La lotta potrebbe terminare se la pubblicità di massa o il mercato attivo, come presso la IBM, oppure la creatività tecnocratica nel disegno di un prodotto, come nelle piccole aziende, determinerà il successo delle industrie high-tech - un esempio contemporaneo molto interessante di lotta di coordinatoristi contro capitalisti all'interno di una società capitalista oppure sulle stesse strutture economiche. Ma cosa succederebbe se le non-élite cominciassero a lottare per il significato e la diffusione delle tecnologie informatiche? In che modo ciò potrebbe fare la differenza?

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La società dell’Informazione

Computer e Cambiamento Sociale Le persone usano il computer per comprendere meglio il lavoro che svolgono ed usano questa conoscenza per esigere il controllo sulla propria vita a tal punto che stanno prendendo una direzione partecipativa. Quando i lavoratori richiedono l'accesso agli archivi della contabilità, quando i proprietari delle abitazioni vogliono accedere agli archivi delle banche e dei comuni, e quando ciascuno cerca un accesso poco costoso a grandi quantità di conoscenza, tutto questo spinge nella direzione dello sviluppo della partecipazione. Come abbiamo visto, nell'economia partecipativa, i computer sono impiegati per accrescere la quantità e l'utilità dell'informazione disponibile per ciascuno, facilitando in questo modo il decentramento del potere decisionale. I computer nelle economie partecipative posso aiutare a sviluppare le comunicazioni, ad arricchire il dibattito culturale e politico e, più in generale, a rendere più democratica la società. Il computer è uno strumento molto flessibile. In relazione a come viene utilizzato, può adattarsi a molteplici scopi. Può assumere caratteristiche di democrazia e libertà oppure può diventare una nuova forma di sacerdozio. Se persistono le relazioni capitalistiche, la tecnologia informatica continuerà ad essere relativamente rigida e controllata centralmente da una piccola consorteria di esperti leali ai padroni. Se i "dipendenti" diventano poco controllabili, i sacerdoti della tecnocrazia possono imbarcarsi per conto loro in tentativi reazionari. Se sopravvivono I tradizionali sistemi coordinatoristi, la tecnologia informatica si svilupperà per favorire la centralizzazione e la protezione delle informazioni importanti, perfino da parte della maggior parte delle élite che sono state formate per utilizzarla. Se venissero introdotte relazioni coordinatoriste, le tecnologie informatiche potrebbero essere accessibili dal 15% fino al 30% della società, tuttavia, la maggior parte delle persone sperimenterebbe i computer primariamente come strumenti di oppressione, anche se sarebbe meglio che fossero i pianificatori coordinatoristi a prendersi cura di loro piuttosto che i padroni capitalisti di prima. Ma se vengono introdotte relazioni sociali di stampo umanitario, i computer diventerebbero uno strumento democratico utilizzato per promuovere relazioni di genere, di comunità e politiche basate su un'economia partecipativa non gerarchica. In ogni caso, nelle società attuali la tecnologia informatica è un terreno di scontro fra gruppi sociali alla ricerca di futuri diversi. In ragione di chi ne definisce l'uso e lo sviluppo, i computer possono promuovere obiettivi capitalisti, coordinatoristi o partecipativi. Capitalisti e coordinatoristi non dispongono ancora della completa padronanza della moderna rivoluzione tecnologica - anche se hanno un vantaggio rispetto al resto di noi. Ma se lanciamo una campagna che tocca i nervi democratici della società, i computer possono diventare una forza positiva per cambiare in meglio.

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Conclusione e Transizione

Capitolo 11 Conclusione e Transizione È necessario salvare la civiltà con spirito ardito e buona coscienza...Dobbiamo fermare la dissoluzione che corrompe le radici della società umana. L'albero nudo e brullo può rinverdire. Siamo o non siamo pronti? -Antonio Gramsci Nel libro che avete appena finito di leggere sono stati descritti molti dettagli di un nuovo tipo di economia, naturalmente molte cose mancano. Qualche volta abbiamo trattato qualche problema in modo implicito e non è apparsa evidente una trattazione esplicita. Altre volte, senza dubbio, non siamo stati così preveggenti da saper cogliere i problemi. Cosa più importante, l'economia non comprende tutto e così non abbiamo detto quasi nulla sulla famiglia, sulla cultura, sulla politica, sull'ecologia e sulle relazioni internazionali. Qui descriviamo alcune delle "cose che mancano" e che richiedono ulteriore lavoro. Aspetti Economici Ci sono molti approcci alternativi all'organizzazione e al processo decisionale che potrebbero essere utilizzati secondo diverse modalità nell'economia partecipativa. In ciascuno dei due casi abbiamo portato uno o due esempi. Ma ci sono pure altri argomenti. Una domanda importante è se ci sono specifiche caratteristiche istituzionali per la salvaguardia dell'ecologia. Saranno sufficienti l'autogestione e le nuove motivazioni della pianificazione partecipativa? O saranno necessarie ulteriori strutture? Supponiamo che le persone debbano valutare un investimento ingente con benefici ambientali sul lungo periodo, ma che al contempo rende il lavoro più faticoso. Nella pianificazione partecipativa ciascuno ha la possibilità di dire la sua, in relazione ai risultati che ciascuno prevede. Chi parlerà per le generazioni future? Reclamiamo i nostri diritti naturali: libertà, amore e gioia! [Sheila Rowbotham Chiedi la luna]

Oppure supponiamo di scoprire nell'anno 2029 che un particolare schermo di computer danneggia i nervi ottici di chi lo usa. Le persone che hanno usato questo schermo hanno diritto a un risarcimento? Il processo di pianificazione dovrebbe rivedere il complesso del lavoro degli anni precedenti e ricompensare coloro che hanno usato questi monitor in modo superiore alla media finché non venga raggiunta l'equità? Deve esserci una continua riclassificazione dei compensi pregressi di ciascuno e un ricalcolo delle responsabilità future in modo tale che ciascuno debba portare un giusto peso e possa godere di un equo guadagno alla luce delle valutazioni rivedute del lavoro complessivo? Non abbiamo nemmeno affrontato il problema dei compensi per i bambini e dei loro diritti economici. Ogni bambino in più dovrebbe dare diritto al genitore, ai genitori o ai tutori di una parte completa o parziale di reddito? Lo stanziamento dovrebbe essere proporzionale all'età del bambino? I lavoratori che vanno in pensione dovrebbero avere un reddito pieno? Quali sono le implicazioni o le differenti opzioni per incentivare le persone ad avere figli o ad andare in pensione? Quale tipo di protezione hanno le persone a carico nel momento in cui godono di diritti riguardo a come i loro soldi vengono impiegati nel caso in cui genitori/tutori violassero tali diritti? Potrebbero questi problemi essere trattati in modo differente nelle diverse culture e nei diversi luoghi, oppure esiste una soluzione unica coerente con l'equità, l'autogestione e la diversità? Nel mentre abbiamo descritto molti aspetti dell'economia partecipativa, non abbiamo realizzato un modello di pianificazione partecipativa in termini matematici né dato dimostrazione delle "proprietà di convergenza e di efficienza." Rinviamo i lettori che sono convinti che sia impossibile generare prezzi indicativi con le proprietà che abbiamo citato, oppure coloro che ritengono che la

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convergenza e l'efficienza non possono essere conseguite con la pianificazione partecipativa, al volume The Political Economy of Participatory Economics (Princeton University Press, 1991). In quel testo abbiamo fornito prove rigorose delle "proprietà di convergenza ed efficienza" sulla base di diversi assunti e abbiamo discusso la coerenza delle conclusioni basate su tali modelli. In modo simile non abbiamo dedicato molto tempo, contrariamente a quanto alcuni lettori avrebbero desiderato, per evidenziare le differenze del nostro modello rispetto ad altri modelli più conosciuti fondati sulla pianificazione centralizzata e sul mercato. Ma il testo consigliato contiene tutto ciò, pertanto non vediamo la necessità di riprendere, in questa sede, tali argomenti. Ci siamo anche astenuti dal passare in rassegna le esperienze storiche relative alla fattibilità e alla desiderabilità dell'economia partecipativa. Sì, la discussione della Casa Editrice Northstart si basa sulla Casa Editrice South End Press, la casa editrice di questo libro, dove, entro i limiti imposti dal fatto di operare in un'economia capitalista, sono stati attuati principi e procedure dell'economia partecipativa. Ma cosa dire della Cooperativa Mondragon in Spagna o dell'esperienza degli anarchici spagnoli prima della seconda guerra mondiale? E delle sperimentazioni intraprese in Cina, a Cuba, nell'Unione Sovietica e in Polonia? E delle aziende gestite da dipendenti, delle cooperative o degli esperimenti di vita comunitaria negli U.S.A. o altrove? Queste iniziative mettono a disposizione insegnamenti che potrebbero essere di aiuto nel perfezionare la visione economica partecipativa. Esaminare tali esperienze per favorire la comprensione dell'equità economica, dell'autogestione e della diversità costituisce, pertanto, uno sforzo che vale la pena fare. Infine un argomento cruciale affrontato senza offrire un'evidenza pratica è se un sistema di economia partecipativa potrà concretamente funzionare. La verifica del valore di una visione implica l'analisi in profondità sia della visione sia dei suoi componenti secondo quanto è stato scritto in questo libro. Ma prima di procedere a una costruzione completa implicante un progetto fisico o chimico, le persone serie non solo studiano in modo approfondito la situazione, ma effettuano anche delle sperimentazioni di implementazioni parziali con simulazioni e/o modelli in scala. Seguendo la stessa logica, dovrebbero essere trovate modalità per effettuare simulazioni e per realizzare pezzi di economia partecipativa per testare ipotesi su regole e comportamenti e per verificare i risultati previsti. In questo libro abbiamo parlato poco di questi tipi di verifica. Inoltre, nel volume citato, The Political Economy of Participatory Economics, mentre abbiamo descritto una metodologia per realizzare esperimenti e simulazioni, non abbiamo mai effettuato questi tipi di attività. Questo è un lavoro che rimane da fare. Un compito particolarmente utile e gestibile sarebbe quello di produrre una simulazione al computer delle attività previste nell'economia partecipativa. Questo consentirebbe di testare l'impatto di differenti assunti relativamente alle preferenze e ai comportamenti dei consumatori e dei produttori, di regole differenti per la revisione delle proposte, di procedure differenti per calcolare i prezzi indicativi, ecc. Un programma di questo genere potrebbe anche consentire agli utenti di interagire con il loro personal computer simulando i comportamenti di consumatori o produttori in un'economia partecipativa pianificando per la durata di un anno il proprio coinvolgimento economico. Questo renderebbe più concrete le attività implicate nella pianificazione partecipativa. Aspetti Extra-Economici Alice: "Potrebbe dirmi, per favore, che strada dovremmo prendere da qui?" Il Gatto: "Dipende in larga misura da cosa vuoi ottenere." [Lewis Carroll Alice nel paese delle meraviglie]

Immaginiamo una società caratterizzata da un'economia partecipativa ma con un'organizzazione familiare di tipo sessista. Cioè, supponiamo che gran parte del lavoro associato ai luoghi di vita e all'allevamento dei figli venga ancora svolto dalle donne. Che cosa succederebbe? Se le famiglie fossero trattate come unità economiche, il principio del complesso del lavoro bilanciato all'interno delle unità sarebbe in conflitto con la divisione dei compiti sulla base del genere. Il sessismo dovrebbe scomparire oppure dovrebbero essere eliminate le regole dell'economia partecipativa.

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In alternativa, tuttavia, se il lavoro domestico e l'allevamento dei figli venissero giudicati responsabilità personali non soggette alle norme dell'economia partecipativa, la divisione sessista delle attività domestiche comporterebbe per le donne un doppio obbligo - una parte di lavoro piena ed uguale sia nel settore economico che nell'allevamento dei figli e nelle attività domestiche. Economia partecipativa e organizzazione di tipo sessista potrebbero coesistere per un po' di tempo, ma gli effetti dell'economia partecipativa nei confronti delle personalità, delle caratteristiche e dei valori dei soggetti interessati andrebbero ad indebolire le violazioni sessiste della parità, dell'autogestione e delle diversità presenti nelle famiglie. Per converso, tuttavia, gli effetti delle relazioni di parentela sessiste nelle famiglie sovvertirebbero la parità, l'autogestione e la diversità sul posto di lavoro e nei consumi. In breve, le istituzioni e i ruoli in due aspetti critici della vita sociale porterebbero a risultati contraddittori negli atteggiamenti delle persone implicate in modo tale che, a tempo debito, o l'uno o l'altro dovrebbero cambiare. Una volta compresa questa reciprocità, diventa chiaro che il problema della costruzione di un'economia partecipativa è intimamente legata al problema della creazione di una sfera femminista di relazioni parentali. Inoltre, analogo ragionamento può essere applicato ai problemi della politica, della razza, della cultura, dell'ecologia e delle relazioni internazionali. Perciò chiunque sia seriamente interessato ad un sistema economico desiderabile (o politico, o relazionale, o culturale) ha la necessità di essere parimenti interessato al conseguimento di relazioni compatibili e contemporaneamente desiderabili nell'intera società. Nell'economia, perciò, dobbiamo comprendere strutture e procedure in grado di costituire delle barriere contro sistemi organizzativi sessisti, razzisti, o comunque socialmente oppressivi. Nel presente libro gli unici riferimenti a questi argomenti si trovano nella discussione dell'organizzazione delle unità di vita e nelle riunioni delle minoranze culturali e delle donne nei luoghi di lavoro. Ovviamente mancano parecchie cose. In altri lavori abbiamo trattato, almeno in parte, questi argomenti, come, per esempio, le relazioni che interagiscono in situazioni diverse e, parzialmente, quali obiettivi sarebbero desiderabili in situazioni della vita sociale come quello familiare, politico, culturale, ecologico ed internazionale. Riferimenti si possono trovare nel secondo capitolo di questo libro. Ma c'è ancora parecchio lavoro da fare. Senza dubbio molti lettori non condivideranno la nostra visione secondo cui dovrebbe esserci parità materiale e di ruolo fra uomini e donne e fra tutti i gruppi sociali/culturali, libertà nelle preferenze sessuali nonché rispetto per le scelte sessuali e sociali, libertà per le minoranze culturali di mantenere le loro tradizioni senza paura di essere perseguitate, piena partecipazione politica per tutti i membri della società, completa diffusione delle informazioni e delle competenze essenziali per assumere scelte politiche, rispetto per l'ambiente naturale sia per l'impatto nei confronti dell'umanità sia in termini di diritto di per sé, ridistribuzione a livello internazionale della ricchezza. C'è la necessità di sviluppare descrizioni più dettagliate delle istituzioni culturali, familiari, politiche, ecologiche e internazionali. Passaggio ad un'Economia Partecipativa Tre passioni, semplici ma incontrastabilmente forti, hanno governato la mia vita: la brama dell'amore, la ricerca della conoscenza e un'insopportabile pena per le sofferenze dell'umanità. [Bertrand Russell Autobiografia]

Come muoversi verso un'economia partecipativa è un problema molto diverso rispetto a come un'economia partecipativa consolidata funziona. Le strategie per costruire una economia partecipativa costituiscono una parte delle strategie complessive di cambiamento sociale. Come tale, il passaggio ad un'economia partecipativa comprende le modalità per mobilitare le energie popolari per il cambiamento sociale, per accrescere la consapevolezza e l'impegno, se perseguire tattiche elettorali, di coinvolgimento della popolazione oppure basate sul conflitto, quali istituzioni provvisorie costruire, quali programmi realizzare nelle altre dimensioni della vita sociale e come superare i diversi ostacoli che si

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Looking forward Ascoltare per un'ora le menti chiuse rivela la loro fanatica intolleranza verso le nuove idee, i nuovi fatti, i nuovi sentimenti, le nuove attitudini, i nuovi consigli per un diverso modo di vita. Denunciano libri che non hanno mai letto, persone che non hanno mai conosciuto, idee che non hanno mai compreso, dottrine il cui nome non possono pronunciare. Il comunismo, invece di infiammargli il cuore come concezione di ideali e di vita, li congela ad un livello di ignoranza inferiore a quello che possedevano prima di incontrarlo. [Richard Wright]

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incontreranno. Le risposte ovviamente saranno diverse a seconda del Paese, degli ostacoli da affrontare, ecc. Ma perfino dopo aver iniziato la "lunga marcia" verso la economia partecipativa, una cosa è avere un'idea precisa di come sarà il prodotto finale e un'altra è sapere come comportarsi allo stadio iniziale quando i valori e le abitudini consolidate saranno prevalenti e le competenze e le esperienze di gestione dei processi decisionali saranno distribuite in modo diseguale. Che cosa rende difficile la transizione da un sistema economico ad un altro? Uno degli aspetti è che il "campo di gioco" continua a cambiare. Coloro che si oppongono usano continuamente nuovi metodi per ostacolare il cambiamento. Nemmeno i movimenti meglio attrezzati sono in grado di prevedere le diverse caratteristiche del conflitto. Inoltre, gli sforzi per cambiare le strutture economiche non evolvono in modo indipendente dall'influenza delle sfere politiche, familiari e culturali. Perfino i movimenti meglio preparati al cambiamento economico falliranno nel caso in cui sottostimeranno o non comprenderanno l'impatto delle forze politiche, culturali o di genere. Ne segue, perciò, che gli attivisti economici devono essere flessibili e promuovere gli ordini del giorno degli attivisti che si sforzano di cambiare, in modo compatibile, gli altri settori della vita sociale. Riteniamo ovvio che ci sono minori motivi per affrontare i dettagli della transizione fintantoché non ci sia almeno un ampio accordo sulla "transizione verso che cosa." Inoltre gli obiettivi dovrebbero certamente ispirare la strategia in modo che, per concludere, indichiamo alcune implicazioni di carattere generale relative ad una visione partecipativa per una strategia partecipativa. Cominciamo con quattro conclusioni: 1. il mercato, la pianificazione centralizzata, la produzione gerarchica e il consumo gerarchico tendono a dare impulso ad obiettivi coordinatoristi anziché partecipativi; 2. La produzione partecipativa richiede insiemi di lavoro equilibrati e deve consentire ai produttori di capire quali sono le conseguenze delle loro scelte nei confronti degli altri e di se stessi; 3. Il consumo partecipativo deve riflettere la socialità e nel contempo preservare la privacy; deve permettere ai consumatori di comprendere gli effetti delle loro scelte sui produttori; 4. La allocazione partecipativa deve promuovere l'autogestione e la solidarietà collettiva mettendo a disposizione le informazioni quantitative e qualitative sulle conseguenze delle scelte economiche. Ma in quale modo questi aspetti hanno effetto sulla strategia o sui programmi di transizione? Principi Strategici Il conflitto economico contemporaneo presenta tre aspetti principali che perseguono tre obiettivi contrapposti: 1. i capitalisti che cercano di mantenere il capitalismo; 2. i coordinatoristi che competono per istituire o mantenere relazioni coordinatoriste; 3. i lavoratori che si sforzano per introdurre l'economia partecipativa. Naturalmente non tutti coloro che appartengono a ciascun gruppo parteciperà in modo attivo, e quelli che partecipano non è detto che supportino sempre i movimenti rappresentativi degli interessi del loro gruppo. Le defezioni sono importanti, sia nel caso di lavoratori che non si rendono conto dei propri maggiori interessi svolgendo attività di mantenimento dell'ordine per conto dei capitalisti, oppure nel caso di coordinatoristi che superano il proprio elitarismo e mettono le loro competenze a disposizione dei lavoratori. Tuttavia i tre obiettivi citati domineranno il conflitto economico e le relative alternative. Ma mentre i programmi di lungo periodo che discendono da ciascuna visione di classe sono in contrapposizione, gli obiettivi di breve periodo molte volte coincidono. Allo stesso modo, ciascun movimento competerà per ottenere l'adesione, anche su basi diverse, della maggior parte degli attori. Ne segue che una parte importante della strategia economica partecipativa svilupperà modalità

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per utilizzare le energie e le competenze dei coordinatoristi non mettendo contemporaneamente a repentaglio l'identità di classe dei lavoratori, la loro cultura e i contenuti del movimento per un'economia partecipativa. La Formazione delle Assemblee Nel presentare il regime sovietico come "socialista" o come "lo stato dei lavoratori", sia la destra sia la sinistra, nella più universale complicità, o anche nel discutere la sua natura in riferimento al socialismo per determinare di quanto si siano discostate, rappresenta la più orrenda impresa di mistificazione conosciuta nella storia. [Cornelius Castoriadis]

Una strategia economica partecipativa deve enfatizzare la formazione e il rafforzamento di assemblee di lavoratori e di consumatori. Se cambiamento economico significa assegnare maggiore importanza all'autogestione collettiva, queste istituzioni devono diventare strumenti di lotta per raggiungere gli obiettivi della partecipazione. Questo potrebbe iniziare con movimenti comunitari di base che organizzino assemblee di consumatori di vicinato in grado di integrare i propri sforzi con quelli che vengono prodotti a livello politico, culturale e di genere. I progressisti nei luoghi di lavoro dovrebbero organizzare assemblee con riunioni specifiche per le donne e le minoranze. Ovviamente queste prime assemblee affronterebbero esclusivamente alcuni dei problemi, in base alle situazioni che gli organizzatori si trovano di fronte. Ma gli sforzi che vengono effettuati nei luoghi di lavoro devono realizzare quelle riforme che possono dare più voce ai lavoratori relativamente alla vita lavorativa e aumentare la fiducia, la sicurezza e la forza istituzionale al fine di ottenere ulteriori risultati in termini di partecipazione. Il Perseguimento dell'Autogestione Collettiva Lo sforzo teso al cambiamento deve sempre accrescere il diritto dei lavoratori a gestire i processi decisionali e ad accedere alle informazioni, relative ai luoghi dove essi lavorano e alla economia nel suo complesso, migliorando la comprensione di esse e la capacità di utilizzarle. Le lotte economiche alle quali i lavoratori partecipano come truppe d'assalto mentre "esperti" controllano i processi decisionali possono ottenere qualche successo in battaglia, di fatto rafforzeranno le tendenze coordinatoriste e non prepareranno i lavoratori ad assumere il controllo della propria vita. Allo stesso modo gli sforzi dei consumatori devono cercare non solo di migliorare il benessere dei consumatori, ma anche di aumentare il loro potere. Assemblee di consumatori coordinate devono effettuare azioni contro la distruzione dell'ambiente e di altri aspetti inefficienti e antisociali del sistema di mercato e contestualmente combattere contro i prezzi troppo alti e i prodotti poco sicuri. La Ricerca della Solidarietà

Nelle nostre mani è riposto un potere molto più grande dei loro mucchi d'oro; più grande dei loro potenti eserciti ingigantiti mille volte. Possiamo portare alla nascita un nuovo mondo dalle rovine del vecchio, l'Unione ci rende forti. [Solidarietà per sempre]

I programmi devono condurre i produttori a guardare al di là delle proprie condizioni economiche e tenere in considerazione il benessere degli altri produttori e, allo stesso tempo, dei consumatori. Programmi che producono guadagni per i lavoratori di una unità a spese di altri lavoratori o di altri consumatori non creeranno le condizioni psicologiche o sociali necessarie per raggiungere obiettivi di partecipazione. In tal modo programmi partecipativi nei luoghi di lavoro potrebbero accentuare il controllo dei prezzi e l'aumento degli stipendi, i miglioramenti nei prodotti e la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, la responsabilità aziendale nei confronti del benessere del vicinato e della regione nonché i benefici del lavoro che aumentano la qualità della vita lavorativa. In modo analogo, gli sforzi dei consumatori dovrebbero includere la richiesta di non tagliare gli stipendi e di tenere i prezzi sotto controllo. Allo stesso modo, la richiesta di prodotti migliori dovrebbe essere associata alla richiesta di miglioramento delle condizioni di lavoro per i produttori. Definizione di Strutture di Lavoro L'organizzazione dei luoghi di lavoro deve mettere in rilievo la desiderabilità di insiemi di lavoro equi anche quando i padroni capitalisti o i coordinatoristi ne

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impediscono la costruzione. A mano a mano che si formano, le assemblee possono richiedere di poter acquisire competenze diversificate e di ottenere cambiamenti nella tecnologia al fine di sviluppare il lavoro di gruppo anziché la frammentazione. È altresì importante che l'organizzazione e le istituzioni del movimento includano regole di partecipazione nella definizione dei propri insiemi di lavoro e nei processi decisionali. Le istituzioni che possiamo controllare devono servire come esempi concreti in grado di dimostrare come le organizzazioni eque e partecipative siano vantaggiose. Lo scostamento dalle norme partecipative dove possiamo invece migliorarle è ipocrita e frustrante. Non riuscirà ad evidenziare le virtù dell'equità e della partecipazione nel momento in cui vengono costruite istituzioni "progressiste" che contengono in sé le divisioni gerarchiche del lavoro. Il Controllo dell'Informazione Un movimento per l'economia partecipativa deve democratizzare l'utilizzo dei computer e delle informazioni archiviate elettronicamente. Un movimento di consumatori e di produttori che è consapevole di quanto i computer possono aiutare gli aderenti a disporre di informazioni aggiornate e ad influire sulle decisioni sarà maggiormente in grado di perseguire i propri obiettivi rispetto ad un movimento che lascia questi strumenti nelle mani dei tecnocrati. Ignorare i computer e l'informatica o ipotizzare che queste tecnologie si diffonderanno in modo spontaneo, garantirà solamente che esse saranno dominate da coordinatoristi, riducendo, in tal modo, le possibilità di raggiungere obiettivi di partecipazione. Prevediamo assemblee di consumatori e di produttori che iniziano con una rete di computer e alla fine costruiscono strumenti utilizzabili per la pianificazione partecipativa. Distribuzione I "Movimenti partecipativi" devono continuamente sottolineare i problemi generati dal mercato e dalla pianificazione centrale. L'accusa per la distruzione ecologica deve essere imputata alla mano dell'economia di mercato e allo strumentalismo tecnocratico. La bancarotta della pianificazione centrale deve essere vista come la conseguenza del suo rifiuto della partecipazione popolare piuttosto che come conseguenza di un improprio bilancio di centralizzazione e decentralizzazione nella nuova era tecnologica. I tentativi di usare le strutture partecipative accanto al mercato e alla pianificazione gerarchica possono aiutarci a capire perché la distribuzione partecipativa risolverà i problemi creati dal mercato e dalla pianificazione centrale. Integrazione con altri movimenti Gli attivisti, economici e non, dovrebbero far evolvere le loro strategie di interazione. Questo avrà delle profonde implicazioni: la via della lotta economica deve trattare anche i problemi sessisti, razziali, ecologici ed internazionali, non solo al livello di domanda e di richiesta, ma anche a livello di forma organizzativa e di movimento culturale. Un principio che dovrebbe essere applicato a tutti i movimenti è il rispetto per la legittimità e la priorità strategica della lotta per la liberazione in tutte le aree della vita. Non ci deve essere presunzione negli attivisti dell'economia partecipativa; non possono considerare la loro lotta più importante delle altre lotte dirette verso un cambiamento delle relazioni internazionali, delle relazioni ecologiche, razziali, politiche o sessiste. Il successo dell'economia partecipativa si basa sul successo dei movimenti di liberazione che si sono organizzati per trasformare le altre sfere della vita sociale, come, del resto, il successo di questi movimenti dipende dalla trasformazione partecipativa dell'economia. La presunzione della priorità teorica e strategica della lotta di classe sul progressivo cambiamento sociale, politico, razziale o sessista è ingiustificata e, a lungo termine, non è in grado di stabilire le relazioni necessarie per eliminare l'oppressione di classe, sociale, sessista e razziale.

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Conclusione e Transizione

Queste implicazioni minano alla base l'approccio strategico di tipo marxistaleninista, così come è stato discusso nel Prologo. Perciò, crediamo che la visione elaborata in questo libro e le sue profonde implicazioni sull'approccio strategico del Movimento dovrebbero essere sviluppate per ottenere nuovi risultati. Naturalmente saranno gli attivisti, in qualsiasi fase della battaglia economica, che perfezioneranno la visione partecipativa, così come saranno loro ad elaborare strategie per raggiungerla. Transizione da un'economia coordinatorista a un'economia partecipativa Abbiamo detto che i mercati e la pianificazione centrale ostacolano i valori dell'economia partecipativa, e che le società che non hanno consigli, sistemi di mansioni bilanciati, compenso secondo lo sforzo, e partecipazione popolare al processo di allocazione, non elevano lo stato di lavoratori e consumatori a quello di arbitri della propria vita. In altri libri (vedi il prologo) abbiamo trattato questi problemi, così come altri temi di strategia, con maggiore profondità, affrontando le relazioni tra lavoratori e coordinatori, a tra diverse fazioni di coordinatoristi nell'Unione Sovietica, in Cina e a Cuba. Abbiamo spiegato che spesso la lotta continua oltre lo scontro tra lavoratori e coordinatoristi, anche per molto tempo dopo che il capitalismo è stato rovesciato. Sorgono due domande: 1. come sarebbe una transizione da un'economia coordinatorista ad un'economia partecipativa? 2. come farebbero i lavoratori ad avanzare la causa dell'economia partecipativa in uno scenario post-capitalista in cui il dominio coordinatorista non sia pienamente consolidato? L'esperienza di Solidarity nei suoi primi anni in Polonia ci da informazioni riguardo la prima domanda. Tra i primi sforzi di Solidarity c'è stato quello di costruire una rete di consigli basata essenzialmente sulla produzione, ma attenta ai bisogni dei consumatori. Inoltre, le prime richieste di Solidarity, e il tono e il linguaggio usato dal movimento, enfatizzarono non solo i cambiamenti materiali sulla distribuzione del reddito e sulla politica di investimenti, ma anche cambiamenti qualitativi delle relazioni sociali rispetto alla giustizia e alla partecipazione. In realtà, l'esperienza di Solidarity nei primi anni '80, e dei movimenti in Ungheria negli anni '50, e in Cecoslovacchia negli anni '60, così come i loro successivi fallimenti, suggeriscono che molte delle linee strategiche e delle trappole sopra illustrate tipiche della transizione dal capitalismo all'economia partecipativa, si applicano anche alla transizione da coordinatorismo a economia partecipativa. D'altra parte questo mostra quanto siano incomplete queste strategie, visto che le economie capitaliste e coordinatoriste sono piuttosto diverse, e programmi dettagliati per trasformare questi due tipi di economie, dovrebbero differire in aspetti importanti. Ma la sovrapposizione mostra anche che le battaglie per una piena liberazione economica nei due tipi di economia sono simili in aspetti altrettanto importanti. In un'economia coordinatorista, e anche in una capitalista, la strategia partecipativa deve porre l'enfasi su: 1. la formazione di consigli di lavoratori e consumatori; 2. riforme che migliorino il terreno su cui verranno combattute le nuove battaglie, che potenzino le persone che lavorano, e che demistifichino gli esperti; 3. la crescita della solidarietà tra lavoratori, consumatori, e i movimenti di emancipazione in tutte le sfere sociali; 4. la definizione di sistemi di mansioni equi; 5. una diffusione democratica di informazioni e di competenze; 6. l'essere critici verso i mercati e verso la pianificazione centrale per abbracciare la pianificazione partecipativa come alternativa superiore.

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Conclusione e Transizione

Sia che parliamo di trasformazione dell'economia capitalista che di quella coordinatorista, purtroppo stiamo parlando di una battaglia economica che comporterà probabilmente un'intensa lotta di classe. Per quanto si difenderanno diversamente, è probabile che sia capitalisti che coordinatoristi si aggrapperanno saldamente al potere e al privilegio. Come ha dimostrato "la rivoluzione del 1989", la transizione tra economie coordinatoriste ed economie capitaliste, in entrambe le direzioni, può avvenire senza eccessivo scombussolamento, se capita che ampi segmenti delle elite dominanti in entrambi i sistemi attraversino tempi duri e si convincano che il cambiamento è anche nel loro interesse. Ma la transizione sia da economie coordinatoriste che capitaliste verso l'economia partecipativa comporterà inevitabilmente un confronto molto più intenso. Anche se è una semplificazione eccessiva, la ragione è ovvia. Un cambiamento delle elite - specie quando molte persone possono facilmente mettersi il cappello di un'altra elite - è una cosa diversa dall'eliminare le elite privilegiate tutte insieme. In ogni caso, minimizzare i costi umani della liberazione sarà un'alta priorità dei piani strategici. In una situazione come quella cubana, dove gli interessi della classe coordinatorista e di quella lavoratrice continuano a competere l'una con l'altra, senza riuscire ad arrivare ad una soluzione, potrebbero verificarsi tentativi di ridurre le differenze di reddito, senza che siano accompagnati da uno sforzo di definire sistemi di mansioni equi. Fazioni diverse potrebbero non essere d'accordo sui tipi di incentivi da usare e sul ruolo degli addetti alla pianificazione. Il governo nazionale potrebbe usare sia l'autorità centrale che forme di governo locali più democratiche. Potrebbe succedere che mentre vengono combattute battaglie contro gli atteggiamenti sciovinisti, nell'economia viene ricreata un'organizzazione del lavoro di tipo patriarcale. La sperimentazione nella diversificazione della cultura potrebbe coesistere con tentativi di imposizione di uniformità artistica e culturale. Potrebbe anche darsi che la transizione possa avvenire senza eccessivo scombussolamento, in confronto a situazioni di economie coordinatoriste o capitaliste consolidate, se il potere della classe lavoratrice crescesse simultaneamente nello stato e nell'economia. Ma qualunque siano gli altri fattori che potrebbero influenzare l'equilibrio di forze tra quelli che vogliono ottenere l'emancipazione e quelli che preferiscono nuove gerarchie, in ognuna di queste situazioni, in tutte le economie esistenti, uno svantaggio che i progressisti devono affrontare è che, fino ad oggi, i soli modelli consolidati per la trasformazione sociale rivoluzionaria hanno enfatizzato le forme non emancipanti. Quando si posa la polvere delle battaglie e viene il tempo della costruzione, i soli testi di riferimento e i progetti disponibili negano la possibilità di risultati ugualitari e partecipativi. Le battaglie sembrano sempre contrapporre i pragmatisti che hanno delle risposte agli attivisti che hanno delle speranze. Una fazione farà progetti su come organizzare l'economia e le sue unità; un'altra fazione si lamenterà che i progetti non corrispondono alle aspettative di liberazione. Speriamo che i nostri tentativi di rendere più completa la visione partecipativa diano spessore alle speranze di emancipazione.

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Glossario

Glossario

CCFB - Comitato di Assistenza per il Consumo Collettivo (Collettive Consumption Facilitation Board):

Un gruppo di lavoratori addetti a raccogliere informazioni e, quando richiesto, consigliare e indirizzare gruppi di consumatori riguardo le scelte collettive.

CFB - Comitato di Assistenza per il Consumo (Consumption Facilitation Board):

Un gruppo di lavoratori organizzati per fornire informazioni e consigli ai consumatori riguardo le loro scelte personali.

Classe Capitalistica:

Quella che possiede i mezzi di produzione nelle economie capitalistiche.

Classe Coordinatrice

Pianificatori, amministratori, tecnocrati e altri lavoratori concettuali che monopolizzano le informazioni e l'autorità dei processi decisionali necessarie per determinare la struttura economica. E' una classe intermedia nel capitalismo; è la classe dirigente nelle economie coordinatoriste come l'Unione Sovietica, la Cina, e la Yugoslavia.

Conto Monetario:

Ogni persona ha una disponibilità monetaria in "dollari" registrata in un sistema informatico apposito. La disponibilità monetaria sarà sopra o sotto la media se il proprietario è debitore o creditore, o lavora di più o di meno rispetto alla media. Quando una persona o una unità chiede di ricevere un bene, utilizza la disponibilità del suo "conto monetario" per ottenerlo. Ogni persona o unità potrà spendere una cifra pari alla sua disponibilità monetaria annuale, e ogni spesa verrà detratta dal proprio conto monetario. Non vi è passaggio di mano del denaro, il computer registra la rimanente disponibilità monetaria semplicemente sottraendo la nuova spesa. Inoltre, sul conto monetario non vengono conteggiati interessi.

Disponibilità Economica:

L'ammontare della "disponibilità monetaria" assegnata ad ogni persona ogni anno. La disponibilità economica per ogni individuo o unità sarà maggiore o minore rispetto alla media a seconda dei prestiti, dei debiti, di particolari bisogni, e del carico di lavoro.

Distribuzione:

Il processo che determina la quantità dei beni da produrre e come distribuirli tra i consumatori. Mercato, pianificazione centrale, pianificazione partecipativa sono differenti sistemi di allocazione.

Economia Coordinatorista:

Una economia dove una classe di esperti/ tecnocrati/ manager/ lavoratori concettuali monopolizzano l'autorità del processo decisionale mentre i lavoratori tradizionali obbediscono alle decisioni.

EFB - Comitato di Assistenza per lo Sviluppo (Employment Facilitation Board):

Un gruppo di lavoratori che assiste le persone desiderose di cambiare il posto di lavoro.

HFB - Comitato di Assistenza per la Domiciliarizzazione (Housing Facilitation Board):

Un gruppo di lavoratori che assistono le persone che vogliono cambiare la residenza.

IFB - Comitato di Assistenza dell'Iterazione (Iteration Facilitation Board):

Un gruppo di lavoratori che provvede ad informare i partecipanti riguardo la pianificazione partecipativa, i prezzi indicativi, i livelli della domanda e dell'offerta, oltre a fornire informazioni generali qualitative, etc. - per ogni ciclo (o seduta) del processo di pianificazione.

Informazioni Qualitative:

Un elenco di opinioni sul lavoro e/o sul consumo, di aspettative delle persone rispetto a questi, delle loro ragioni per richieste inusuali, etc.

PFB - Comitato di Assistenza per la Produzione (Production Facilitation Board):

Un gruppo di lavoratori che provvede all'informatizzazione e alla guida delle unità produttive in funzione delle possibilità tecnologiche.

Pianificazione Centrale:

Un sistema di distribuzione dove un gruppo di persone, chiamati coordinatori, sviluppa una pianificazione delle unità di lavoro che deve essere attuata. Sebbene questi ultimi possano prendere in considerazione le preferenze dei cittadini, la decisione finale spetta a loro soltanto.

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Glossario

Pianificazione Iterattiva:

Un processo di pianificazione che ripete lo stesso processo decisionale e lo stesso calcolo delle procedure un numero variabile di volte, ma ogni volta più preciso, fino alla pianificazione finale. Ogni nuova fase del processo è una nuova iterazione.

Pianificazione Partecipativa:

Un processo di pianificazione sociale ed iterativo nel quale produttori e consumatori propongono e revisionano le loro proprie attività economiche in modo da avere un piano equo ed efficiente.

Prestito:

Una persona può consumare di più rispetto a quanto gli garantisce il suo carico di lavoro, con la condizione di consumare meno o lavorare di più nel futuro per solvere il prestito.

Prezzi Indicativi:

Prezzi che indicano il costo sociale e i benefici associati all'utilizzo di un bene o di un servizio. Il Prezzo Indicativo iniziale sarà fissato dalle decisioni pianificate del IFB, in base al prezzo finale dell'anno precedente e alle previsioni di cambiamento. Il Prezzo Indicativo sarà cambiato dalle successive iterazioni nel processo di pianificazione in risposta all'eccesso di domanda e/o di offerta derivante dalle sempre più accurate stime dei costi e benefici sociali reali.

Prezzi Partecipativi:

I prezzi generati da un processo di pianificazione partecipativa. Lo stesso di prezzi indicativi.

Rapporto benefici sociali/costi sociali:

Il valore sociale dei beni che una data unità lavorativa si propone di produrre diviso il costo sociale delle risorse necessarie per realizzarlo. Il rapporto permette alle imprese di vedere quanto i loro sforzi e la loro efficienza si discostino dalla media nazionale.

Sistema di mansioni:

L'insieme dei compiti che costituiscono un assegnato lavoro individuale. Tutte le economie hanno sistemi di mansioni, che possono essere squilibrati per quanto riguarda la desiderabilità e l'autorità collegata, come nel capitalismo e nel coordinatorismo, o equilibrati come nelle economie partecipative.

Sistemi di mansioni Bilanciati:

Un insieme di compiti all'interno di un luogo di lavoro che è paragonabile nei suoi oneri, nei suoi benefici, nel suo impatto sulla capacità del lavoratore di partecipare ai processi decisionali, a tutti gli altri sistemi di mansioni presenti nel suo luogo di lavoro. I lavoratori avranno la responsabilità di un sistema di mansioni in un luogo di lavoro principale, e spesso avranno degli ulteriori compiti esterni per compensare il loro sistema di responsabilità lavorative rispetto a quelle di altri lavoratori.

Spesa Collettiva:

Spesa intrapresa da un gruppo di individui che hanno deciso collettivamente ed hanno condiviso la responsabilità dei costi (in termini monetari), ad esempio per una struttura ricreativa di un parco giochi per il vicino parco o per un nuovo complesso teatrale della città.

Stagnante:

Risorse extra, beni, e lavoro accantonato durante la pianificazione per prendersi cura di possibili emergenze.

UFB - Comitato di Assistenza per le Modifiche (Updating Facilitation Board):

Un gruppo di lavoratori che identifica e propone dei cambiamenti all'interno di una pianificazione già stabilita ma che necessita di cambiamenti durante lo sviluppo del piano stesso.

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