Il giornale di Casoria

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Anno II - Numero 11 - Domenica 25 marzo 2012

Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - www.casacasoria.it - Distribuzione gratuita

PUC e Piano Casa:

Riqualificazione della cittĂ o nuova colata di cemento?


EDITORIALE

Le mani sulla città (ancora una volta) Una tomba di cemento. di Giuseppe Storti

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a anni le associazioni ambientaliste denunciano che l'Italia è il primo esportatore mondiale di cemento e il secondo consumatore (il primo è - si pensi per un confronto - la Cina). Lo scempio a cui il popolo italiano sta assistendo quasi completamente ignaro è sotto gli occhi di tutti e le denunce degli ambientalisti restano spesso lettera morta. Le nostre coste e le nostre città assomigliano - sempre più tristemente - alle aree devastate e cementificate del Cairo o di Istanbul (guarda caso i livelli di densità abitativa sono simili). Nell'ottobre 2007 l'Unità ha pubblicato i dati sulla cementificazione in Italia: "i dati Istat elaborati, dai quali risulta che in quindici anni sono stati erosi 3 milioni e 663 mila ettari che, giusto perché ci si possa rendere conto delle dimensioni del problema, corrispondono grosso modo alla superficie del Lazio e dell’Abruzzo assieme".Casoria, città già ridotta ad un grumo di cemento, è un esempio di quella che abbiamo tante volte definito:l’urbanistica criminale.Un autentico saccheggio di un territorio che nel regno delle Due Sicilie era il granaio dei Borbone. Era la piu’ importante provincia del regno, comprendeva ben 14 comuni. Sede della sottintendenza regia. Una moderna prefettura. Nel periodo fascista esistono filmati( i famosi film luce) si trovano ancora in rete, che mostrano la raccolta delle mele a Casoria. Casoria era separata da Afragola partendo dalla attuale Via A. Diaz da un bosco

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rigoglioso di vegetazione ed animali. Poi gli “avvoltoi”. Gli autori della mani sulla città. Ed ecco la situazione attuale: catastrofica! 93% di indice di fabbricazione: uno dei più alti d’Europa. 12 Km quadrati di territorio con oltre 7000 abitanti per km quadrato. Una media da suk arabo. Insomma una città che assomiglia ad un una nostrana striscia di Gaza. Nessun disegno urbano, nessun governo del territorio. Anzi è la città dei cambi di destinazione d’uso delle licenze da uffici a civili o incivili abitazione. Da opifici a palazzi per uso speculativo o familiare. In merito sono aperti parecchi filoni d’inchiesta della magistratura e della Guardia di Finanza. Tralasciamo il capitolo delle aree dismesse che sono la metafora del fallimento della classe politica casoriana degli ultimi 30 anni. La città delle lottizzazioni convenzionate che in epoca Giunta De Rosa, venivano definite: occasione di sviluppo ed occupazione. Sui numeri di posti di lavori creati e sullo sviluppo ci si è persi per strada. Dimenticando o omettendo di verificare se il privato convenzionato abbia rispettato le prescrizioni comunali previste nelle lottizzazioni come si evince da quanto documentato a più riprese dal periodico locale “Nuova Dimensione Casoria” Nel documento di orientamento strategico prodotto in occasione dell’accesso ai fondi “ PIU’ EUROPA” si afferma che: “Si può dire in sintesi che il “nocciolo duro” del PUC è un “guardare alla città” per comprenderne il suo aspetto fisico, economico e sociale non più osservato da 15 anni, riflettere sugli spazi di potenziale sviluppo sostenibile e procedere ad una generale “riqualificazione” della città nell’accezione più vasta di azione sinergica “passato-presente-futuro”.Il punto è questo: il nuovo PUC che da tempo(biblico), aspetta

di essere approvato ed illustrato alla città, rispecchia o meno questa visione strategica e futuristica di Casoria? E come si concilia con il Piano casa?ed inoltre nella aree dismesse si consentirà l’utilizzo di edilizia residenziale, premesso che la città di Casoria e’ a grave rischio di dissesto idrogeologico, con una rete idrica,fognaria ed infrastrutturale già inadeguata a sopportare il carico dei residenti il cui numero dà alla città il ruolo di quarta della Campania? Domande legittime a cui andrebbero fornite risposte pubbliche trasparenti e veritiere. Ed invece il tutto appare come un “enigma avvolto in un mistero”.Non vorremmo assistere all’ennesima colata di cemento sulla città, privilegiando: tanto per non cambiare i “ signori del mattone” Una nuova stagione, insomma delle “ mani sulla città”La situazione politica è in perenne fibrillazione. Il Pd mantiene le sue posizioni critiche verso la maggioranza. Almeno 4 consiglieri su cinque e la segreteria ufficiale del partito. Un’altra parte di membri del direttivo, i due assessori: Tignola e Gagliardi, beneficiati dalle ultime nomine in organismi comunali, danno vita ad un’associazione politica che chiaramente si contrappone al resto del partito, e forse potrebbe, in caso di elezioni anticipate preludere alla nascita di una lista civica. Intanto, ascoltiamo di nuovo il segretario cittadino Dr. Amoroso. Ma abbiamo già da tempo chiesto ad esponenti dell’altra parte, di intervenire. Una volta nel vecchio PCI si definivano: frazionisti o scissionisti. Noi ascoltiamo tutti, senza pregiudizi, dopodiché se non arrivano interventi, il danno lo subisce chi non spiega o non vuole spiegare ala città le ragioni di scelte e diversità di posizioni che rischiano di distruggere il partito democratico. Ma c’è un altro grave rischio: è che si saldino in una grande ammucchiata di interessi privati in pubbliche funzioni pezzi della maggioranza con elementi dell’opposizione in cerca d’autore. S’odono già gli squilli di tromba ed il suono lieve del flauto del “pifferaio magico”. Su questa, che è più di un’ipotesi, in verità inquietante, noi vigileremo. Casoria si merita ed ha votato in maniera chiara ed inequivocabile per avere ben altra politica. Buona domenica!

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POLITICA

La situazione del PARTITO DEMOCRATICO Parla il segretario cittadino, Pasquale Amoroso. di Rosa Davide

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on l’ultimo manifesto, firmato da Andrea Orlando, il PD ha ufficializzato la sua uscita dalla maggioranza, vista l’assenza, da parte del sindaco, di iniziative atte ad avviare un percorso politico programmatico, al fine di porre rimedio alla situazione di crisi. Fine marzo, era però il termine massimo annunciato in un comunicato precedente. Cosa può dirci a tale riguardo? Di certo posso dirvi che all’ordine del giorno dei consigli comunali che si terranno nei prossimi giorni non figura nessuno dei punti programmatici concordati dal Partito Democratico con il sindaco Carfora. Questo conferma la linea di condotta irresponsabile, eterodiretta, tenuta dal sindaco nel corso dell’intera vicenda che non può non rappresentare una frattura difficile da riparare. Numerose le nomine di cui si parla negli ultimi giorni. Molte di queste non sembrerebbero essere state effettuate secondo criteri di trasparenza. Cosa ne pensa? Un certosino lavoro pubblicato sui social network in questi giorni riconduce ciascuna delle recenti nomine a singoli esponenti di questa maggioranza. Mi limito ad osservare che in questi mesi si è narrato in città di un Partito

Democratico responsabile dello stallo dell’attività di governo. Da alcune settimane è nota la nostra uscita dalla maggioranza: eppure in questo tempo il sindaco Carfora ha elaborato unicamente atti tesi a redistribuire incarichi di sottogoverno, dimenticandosi delle vere priorità della città che quotidianamente sbandiera. Molte le polemiche in città riguardanti il ruolo del Presidente del Consiglio, un incarico che il PD perderebbe uscendo dall’amministrazione. Qual è lo stato reale dei fatti? Mostrando alcun attaccamento alla poltrona , disciplina di partito e stile, il Presidente del consiglio comunale ha posto dal primo momento le sue dimissioni nella disponibilità del Partito Democratico. Ben diverso è stato il comportamento degli assessori. Non vorrei che l’attenzione riposta su tale ruolo nasconda la volontà di parte della maggioranza di ampliare i propri orizzonti usando la poltrona di Presidente del consiglio comunale come merce di scambio. Tematiche importantissime, quali PUC e Piano Casa non sono ancora state affrontate in consiglio comunale. Qual è la posizione del PD su questi punti? Chiariamo innanzitutto che il PUC rappresenta il primo punto programmatico che il sindaco Carfora si è impegnato a portate in consiglio comunale nell’ambito del percorso delineato con il Partito Democratico. Ad oggi non vi è traccia di alcuna iniziativa in tal senso. E’ comunque pleonastico aggiungere che non può rappresentare un percorso condivisibile

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proporre all’attenzione del consiglio comunale un PUC senza aver aperto preventivamente un confronto nel merito con il Partito Democratico. Quanto al piano casa, mi limito ad evidenziare che, come confermato in una recente manifestazione pubblica da autorevoli esponenti dell’amministrazione, non è all’ordine del giorno alcun piano casa, che d’altronde risulterebbe incompatibile con la contemporanea stesura del PUC. Le possibili vie di risoluzione di questa crisi politica si sono ormai ristrette: un riassetto della maggioranza (sul quale il sindaco Carfora si è sempre espresso negativamente) oppure le dimissioni del primo cittadino, che porterebbero Casoria, dopo così poco tempo, nuovamente alle elezioni. Quali sono le sue previsioni in merito? Fin dal primo momento abbiamo creduto fermamente nella possibilità di una reale svolta per la città di Casoria appoggiando in maniera convinta la candidatura di Enzo Carfora. Il sindaco invece di aprirsi al confronto, e concepire una condivisa regia politica dei processi decisionali, ha preferito, immediatamente dopo la sua elezione, porre se stesso e l’azione di governo sotto la tutela di noti esponenti politici locali. In tal modo però è rimasto prigioniero di vecchie logiche, responsabili, queste si, e non la giusta battaglia del Partito Democratico, di una inefficace azione di governo. Si può uscire da questa situazione di stallo solo se il sindaco dismetterà i panni della persona perbene prestata alla politica e si renderà conto, finalmente, che è stato eletto per amministrare e che si può amministrare restando persone perbene come dimostra la battaglia del Partito Democratico di questi mesi. Pertanto, solo un’ iniziativa del sindaco forte, autorevole, autonoma, in grado di restituire alla politica la guida del processo in atto, può invertire un percorso che diversamente sembra dirigersi pericolosamente sul ciglio di un precipizio.

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IL CASO

Mancato ripristino dei SEMAFORI in via Circumvallazione Esterna Nonostante la promessa di una soluzione al problema in pochi giorni. La parola ai cittadini: Sarà vero? di Daniela Devecchi

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ono due tra i pochi semafori ancora non rimesso in funzione: stiamo parlando di quelli siti in via Circumvallazione esterna, quartiere periferico del casoriano. Dopo la rimessa in funzione delle insegne luminose in città, gli ultimi sopralluoghi degli addetti ai lavori, e la rimessa a nuovo dei vecchi segnali, i residenti avevano cominciato a sperare, finalmente, in una felice riuscita della situazione. Eppure dopo diverse settimane, ancora nulla. I semafori rimessi a nuovo sono ancora fermi e non emettono nessuna luce. Dopo decenni di lotte e mancati incidenti, soprattutto a danno di minori che quotidianamente attraversano l' arteria, ancora nessuna soluzione al problema e sembra quasi che il fatto sia rimasto “lettera morta”. Eppure, stando a quanto afferma il comandante dei vigili urbani di Casoria Michele Pezzullo, il

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quadro è molto meno tragico di quanto si pensi: “E' questione di giorni ormai- ha dichiarato- l' unico problema al ripristino della semaforizzazione nel quartiere, è stato solo l' allaccio dell'energia elettrica. Infatti manca una centralina Enel, e questo ha rallentato il felice esito dei lavori- conclude- ma non c'è niente di cui allarmarsi. I tecnici stanno già risolvendo la questione, in pochi giorni tutto sarà risolto”. Dunque una situazione che, sarebbe senz'altro “sotto controllo”, ma oggigiorno i residenti, soprattutto quelli dell'arteria in questione, non “credono più alle favole”. A detta loro infatti, sono anni, probabilmente decenni che la situazione resta com'è. Nonostante le proteste si procede sempre allo stesso modo: si tampona il fattaccio per poi essere rimesso in discussione poco tempo dopo. La strada suddetta rappresenta un punto di sbocco per chi vuole recarsi a Casoria, San Pietro e comuni limitrofi; è a scorrimento veloce e spesso gli automobilisti distratti, spesso anche con cellulare senza auricolare, neanche se ne accorgono di chi passa o di chi vuole recarsi al lato opposto. Il segnale che ancora deve funzionare , aiuterebbe certamente la percorribilità pedonale: infatti, basterebbe

schiacciare il pulsantino apposito per fermare, anche se per pochi istanti, le auto e percorrere il tratto incriminato senza rischi. Questo, sempre a detta dei cittadini, rappresenterebbe sicuramente un passo avanti, non solo per il corretto vivere civile, ma anche per permettere di attraversare la strada senza il rischio di essere investito o urtato da qualche eventuale automobilista distratto. Com'è successo in passato e come si rischia possa accadere ancora. L' area è abitata da anziani, bambini e disabili. Spesso i minori attraversano il tratto pericoloso correndo, cercando di arrivare da un capo all'altro prima che si accostino le auto. Sicuramente ardito ma certamente pericoloso. Si rischia non solo l' incidente, ma addirittura l' investimento mortale. Eppure, come accennato, per la rapida soluzione al problema mancherebbe davvero poco; la domanda che tutti si pongono è: Sarà vero? Il 21 marzo, pero’ per dovere di cronaca di cronaca, segnaliamo che il semaforo risultava funzionante. Speriamo sia sempre così. Infine ci giunge in redazione la segnalazione che quello di Via Pio XII all’altezza della svolta per Via Brodolini risultava spento in pari dati. Insomma uno si accende e l’altro si spegne.

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IL CASO

Quarantasette strade cambieranno nome, tra maschilismo e sconosciuti Sono infatti solo sette su 444 le strade intitolate al “gentil sesso”, mentre tra i nuovi nomi spiccano persone sconosciute ai più. di Luca Scialò

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e vie di Casoria sono finite. L’Amministrazione comunale in carica ha annunciato di star provvedendo a modificare le denominazioni di alcune strade cittadine, secondo quanto previsto dalla Deliberazione della Commissione Straordinaria n. 250 del 26/09/2007. L’elenco delle strade interessate dal provvedimento è disponibile sul sito internet del Comune all’indirizzo www.comune.casoria.na.it. Ha comunicato altresì che i cittadini interessati riceveranno al proprio domicilio un certificato nel quale si attesta che si tratta di una variazione anagrafica effettuata d'ufficio senza effettivo cambio di residenza ed ha indicato le modalità per modificare i propri dati su patente e carta di circolazione (troverete le info sul sito sopracitato o presso gli Uffici Anagrafe del Comune.

A cambiare nome saranno 47 strade. Varie le zone della città interessate: da via Pietro Nenni a via Martiri D'Otranto, da via Indipendenza a via Pagano e Scarlatti. In realtà si tratta delle traverse di queste strade, che mancavano di una precisa denominazione (riportano di fatti solo la numerazione romana dell’ordine delle traverse: II trav, III trav, ecc.). Le vie porteranno il nome di vari martiri per la libertà della Repubblica Partenopea, come Vincenzo Assante, Francesco Bagni, Vincenzo De Filippis, Giuliano Colonna, Giuseppe Abamonti e Nicola Fiorentino; illuminati napoletani come San Giustino de Jacobis, Gaetano Salvemini e Nicola Romeo; nonché “illustri cittadini casoriani” (per citare la presentazione in pompa magna dell’amministrazione): Mauro Ferrara, Salvatore Piscopo, Antonio Pennasilico e Vincenzo Muto. Ora, le considerazioni da fare sono due. Prima. Proprio due sabati fa, il Comitato “Noi donne e territorio” ha denunciato il fatto che le strade intitolate all’altra metà del cielo fossero solo sette. E da quanto si deduce leggendo l’elenco delle nuove denominazioni, non è cambiato nulla in tal senso; o meglio, qualcosa è cambiato ma addirittura in negativo, se si considera che ora anche le strade che prima non l’avevano hanno una denominazione precisa. Pertanto la percentuale di nomi

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dedicati a donne è scesa in modo vergognoso. Facendo due conti, su un totale di 444 strade, solo 7 sono dedicate a donne, ossia meno del due per cento (1,5% per essere precisi). Tra l’altro, tra questi 7 nomi, 3 appartengono a sante; come se il merito di una donna sia da attribuire solo in caso di martirio o di una vita religiosamente esemplare, o magari nell’essere state Regine. E tutte le donne che si sono sacrificate per la propria terra?! Che hanno meriti civili o politici?! Purtroppo il centro-sud patisce l’assoggettamento perpetuatosi per secoli alle Monarchie e al potere temporale della Chiesa. Per cui tutto passa da lì e pertanto, benché abbiamo superato da un po’ il Terzo millennio, dobbiamo ancora scrollarci da dosso una certa soggiacenza ad alcuni antichi e ormai anacronistici rituali e meccanismi. E Casoria, in quanto a servilismo, è all’avanguardia. Veniamo alla seconda considerazione. Alcune strade sono state intitolate, come detto, a “illustri cittadini”. Forse sarà che sono giovane e per questo non li conosco, ma anche facendo una piccola ricerca sul web e chiedendo in giro, anche altri non sanno chi siano. Qualcuno può spiegarmi cosa hanno fatto per la città i signori Mauro Ferrara, Salvatore Piscopo, Antonio Pennasilico e Vincenzo Muto? Scusate, ma sono ignorante. Comunque, per mia fortuna, sono in buona compagnia.

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I N F O R M A Z I O N E P U B B L I C I TA R I A

AUREA CASH

una società seria a cui affidarsi per la valutazione dei propri preziosi

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in dall’antichità l’oro è stato considerato il metallo più prezioso esistente in natura ed utilizzato più di tutti gli altri per la manifattura di ornamenti, gioielli e rituali. Il suo valore nei secoli è stato sempre molto alto e da un secolo a questa parte oggetto molto appetibile di transazioni commerciali. Al pur alto valore affettivo infatti, gli oggetti lavorati con questo prezioso metallo hanno sempre preservato nei decenni un valore commerciale stabile, garantendo ai possessori un sicuro investimento per il futuro e una discreta risorsa dalla quale attingere qualora le necessità economiche o la semplice volontà di disfarsi di oggetti di valore non più usati portino il possessore a disfarsene. Per questa delicata operazione è giusto affidarsi a società serie, professionali e affidabili, specie in un mercato come quello del compro-oro che pullula di aziende dedite a quest’attività. Tra quelle di sicura af-

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fidabilità troviamo Aurea Cash, azienda di Casoria che nasce nel 2007 dall'idea di tre abili imprenditori, esperti nel settore che, grazie al supporto di uno staff altamente qualificato, i quali hanno dato via ad una strategia aziendale tale da fargli mantenere

la posizione acquisita tutt'ora sul territorio campano e in continua espansione su quello nazionale. Aurea Cash è stata la prima

azienda sul territorio campano a puntare su una comunicazione visibile, chiara e di impatto verso il cliente, la cui soddisfazione viene continuamente posta al centro del nostro interesse. L’ obiettivo di Aurea Cash è quello di diventare leader nel mercato dell'oreficeria usata, sull'intero territorio nazionale e di essere considerati un punto di riferimento per coloro che intendono espandersi in un orizzonte temporale in cui sono previsti ampi margini di guadagno. Aurea Cash offre una valutazione gratuita e senza impegno dei vostri oggetti di valore e qualora abbiate problemi a raggiungere un loro punto vendita, uno specialista in valutazioni effettuerà una visita a domicilio nel più breve tempo possibile. Per qualsiasi chiarimento si può consultare il sito aureacash.com, telefonare al numero 800148765, oppure inviare una mail a info@aureacash.com.

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I L FAT T O

SOCIETÀ CONTROLLATE il marcio è nel sistema A dover essere cambiato è proprio il meccanismo di controllo della politica su di esse, per evitare la solita amicopoli e parentopoli. di Luca Scialò

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el trattare delle ultime nomine nelle società controllate, siamo stati i primi sul nostro portale a parlare di Dynasty. E ci fa piacere constatare come questo termine sia stato usato anche da altri. Anche la Giunta Carfora infatti, come tutte quelle che l’hanno preceduta, non è stata da meno nel distribuire incarichi tra parenti e amici degli esponenti politici che la sostengono, direttamente e indirettamente. Ma

l’intento di quest’articolo non è quello di evidenziare questa o quella appartenenza politica o parentale: perché le diamo amaramente per scontate, come una triste e squallida prassi che si perpetua ormai tradizionalmente ad ogni Giunta che si avvicenda. Bensì è quello di sottolineare perché si giunge a ciò. Il problema infatti è insito proprio nel sistema delle nomine. Fin quando gli incarichi saranno nominati dalla Giunta in carica e si esauriranno con il termine del suo mandato, è chiaro che i politici di turno piazzeranno nelle varie controllate chi li sostiene elettoralmente e i parenti. Le società controllate dovrebbero essere tali solo nel senso di essere sottoposte al giusto controllo della politica nell’espletamento delle proprie competenze; visto che sono pubbliche e dunque “oliate” dai nostri soldi. Inoltre la politica deve controllarle tracciando le linee guida del loro operato. Ma non decidendo chi ci deve lavorare.

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Insomma, le Società controllate devono sì rispondere nel proprio operato agli amministratori da noi eletti, ma chi vi lavora deve essere un professionista scelto mediante pubblico concorso aperto a quanti hanno i dovuti requisiti oggettivi. Inoltre, l’incarico deve durare un tot di anni, comunque superiore a 5, al fine di essere trasversale tra le varie Giunte che si susseguono; a differenza di oggi che invece nascono e muoiono insieme alle giunte comunali. In tal modo non avremo né Papi a vita né burattini nelle mani del Mangiafuoco di turno. Fino a quando le nomine cadranno dall’alto e saranno dirette, scriveremo ancora e ancora di questa e quella nomina vergognosa. Finché le radici saranno malate, lo saranno anche i frutti che nasceranno.

I 40 ANNI DI SACERDOZIO DI PADRE NUNZIO D’ELIA

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ugurissimi da parte della redazione a Don Nunzio D’Elia, illustre sacerdote casoriano che giovedì prossimo celebra i 40 anni di sacerdozio. Prossimamente ampi servizi e foto sull’evento.

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L'EVENTO

Daniele Capuozzo vince il premio NUX

All'alunno del Liceo Gandhi il Premio Internazionale di Lettaratura 2012. di Vittoria Caso

E' con immenso piacere che vi comunichiamo la vincita assoluta del Premio Internazionale di Letteratura NUX 2012, intitolato a Giuseppe Girolamo, in onore dell'eroe del naufragio Concordia, da parte di Daniele Capuozzo. L'alunno del Liceo Gandhi di Casoria è stato selezionato in base a una fitta lista di nominativi; dopo attente valutazioni, Daniele è risultata la nuova figura idonea a risvegliare la letteratura poetica italiana. Siamo certi che questo ragazzo rappresenti l'ideale della forma artistica letteraria in quanto ha una capacità di sintesi e dei valori umani fuori dal comune. I valori che rendono la sua poetica così aerosa e così fitta d'emozioni, siamo certi che arrivino dall'ottimo lavoro del corpo insegnante, della dirigenza e della sua pregiata famiglia. Potete essere orgogliosi di aver allevato una così piccola ma già grande promessa della nostra letteratura.” Con questo lusinghiero giudizio, Daniele Capuozzo ha avuto la gioiosa sorpresa di ricevere il prestigioso Premio NUX 2012, per la silloge poetica “Un ragazzo che non c’è”, edito da Rupe Mutevole. L’ambito premio sarà consegnato in occasione della Fiera Internazionale del Libro, che si svolgerà a Milano Linate presso il Parco Esposizioni Novegro dal 26 al 29 Ottobre 2012. Il premio NUX si pone come giudizio obiettivo sui veri talenti letterari odierni e come gratificazione per tutti gli scrittori che hanno sacrificato sempre tutto in

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nome dei propri ideali e della propria libertà d'idee . NUX è il trionfo e il sommo onore alla Musa della Scrittura. La Fiera si svolge presso il Parco Esposizioni Novegro, ben collegato e facilmente raggiungibile, con l’obiettivo di portare all’attenzione di un vastissimo pubblico l’universo della letteratura contemporanea italiana e straniera. . “Si, sono molto contento – ha affermato Daniele – di avere vinto questo premio! E’ da sempre che scrivo poesie”. Daniele ha 17 anni, è un diligente studente del Liceo “Gandhi” e coltiva diverse passioni: la poesia, in primis, e la fotografia. “Le poesie raccolte in questa silloge sono state scritte fra i 12 e i 15 anni , traendo spunto dagli affetti, da momenti particolari e dalla quotidianità. Il titolo della silloge "Un ragazzo che non c’è" - ha precisato - indica la capacità di oggettivare sentimenti ed emozioni come se appartenessero ad un altro; di guardare se stesso, spersonalizzandosi.” L’incantesimo della poesia dona sempre momenti magici, infatti, “Un ragazzo che non c’è” è stato presentato al Maschio Angioino, per volontà della Casa Editrice, il 20 novembre 2010 e presso il Distretto Scolastico il 20 gennaio 2011. Delicatezza e dolcezza sono i tratti caratterizzanti questi versi, non privi di un tocco di malinconia, sottesa anche a sorrisi che

qua e là traspaiono. Daniele intravede in un cielo stellato, nel mare, l’evasione dalle brutture della realtà. Una semplice stella o un profumo, filtra il mondo, lo allontana, lo abbellisce, sublima i sentimenti, annulla le paure, cancella l’ansia del domani e il timore dell’oggi, aprendo un varco fra l’esteriorità e l’interiorità di un’anima semplice. Le poesie di Daniele, sono scritte di getto, "a quel modo ch’e’ ditta dentro" come diceva Dante, in versi liberi nella struttura, nella forma, nel ritmo, infranto ogni schema di classica memoria. Sono poesie brevi e la brevitas è quel quid che conferisce immediatezza ai versi, li rende godibili come ci hanno insegnato Saffo, Mimnermo e il grande Callimaco ha poi coraggiosamente codificato, aprendo la strada ad un altro grande …Catullo. Nugae, "cosucce", definisce il grande poeta latino i suoi immortali versi, "POCHE PAROLE" definisce Daniele queste sue riflessioni nell’introduzione. Alla domanda se abbia intenzione di continuare a scrivere, il nostro giovane poeta risponde: “ Si, sto continuando a scrivere; anzi, mi propongo di pubblicare presto la mia nuova raccolta di versi”. Come ho avuto il piacere di presentare questa prima raccolta, nell’augurare “Buona fortuna” all’impavido Daniele, mi candido a recensire anche le prossime poesie. Ad Maiora!!!

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L'EMIGRANTE

Il Comandante dei Vigili Urbani di Casoria Alla ricerca della memoria perduta degli uomini che hanno dato lustro alla città. di Edy Vitale

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hi era Giuseppe Abundo (1901 -1967)? Pochi a Casoria si ricordano ancora di lui: la sua vita,il suo amore per Casoria ( dove giovanissimo aveva messo radici) e per la divisa si perdono nella nebbia del tempo...'On Peppe Abundo è stato per tanti anni il Comandante (a fine carriera nominato Capitano) dei Vigili Urbani di Casoria. Era nato nel 1901 da un'agiata famiglia. Un bell'uomo, moro, elegante, affascinante, impetuoso nel carattere, nella passione per il suo Paese e per le belle donne. Fin da adolescente si era dedicato alla vita militare,sempre al servizio della patria, in un periodo storico denso di rivoluzioni e guerre; come non ricordare almeno la Marcia su Roma nel 1922 e poi il Fascismo? Nel frattempo il giovane Giuseppe, girando attraverso varie città italiane, a Pontremoli(MS) incontrava l'amore che l'avrebbe travolto e stordito come un'improvvisa bufera, l'amore per Emma, una donna bellissima, risoluta ed intelligente, molto somigliante alla Vivien Leigh di "Via col vento". In un battibaleno avevano già deciso: lei pronta a lasciare casa, famiglia, radici, tutto pur di seguirlo; lui con la promessa di stabilizzarsi, di placare la sua inquietudine, di costruirsi una famiglia nella sua terra, al sud. Così hanno deciso, si sono

sposati e subito via verso il futuro. Poi, dopo una breve sosta a Casavatore, il trasferimento a Casoria e la nascita della piccola Giovanna nel 1925. Giuseppe partecipava anche con entusiasmo all'impresa coloniale in Abissinia, fortemente voluta dal regime fascista. In questo paese dava prova del suo coraggio e della sua umanità,ponendosi sempre in aperta difesa di donne e bambini. Da lì era ben presto tornato con una scimmietta, sua fedele compagna in quel periodo e con tanti ricordi di azioni in difesa di quelle popolazioni deboli, inermi e martoriate. L'atmosfera familiare idilliaca però intanto era cambiata: Emma aveva già dovuto affrontare molte difficoltà alle quali si aggiunse il dolore della morte a soli tre mesi della seconda bambina, Bianca, nel 1933. Ma grazie all'affetto della famiglia Amato, nel cui storico palazzo a Casoria abitavano,piano piano si riprese. Giuseppe, nominato Comandante dei Vigili Urbanidi Casoria, dedicava tutto se stesso al lavoro, svolto sempre con totale dedizione e passione, cercando in tutti i modi di aiutare le famiglie più disagiate in quegli anni difficili. Soprattutto memorabile il suo amore per i bambini, per i quali organizzava, in occasione dell'Epifania, immense raccolte e distribuzioni di doni e capi di vestiario. Molto devoto a San Mauro , presiedeva comitati popolari e feste in onore del Santo Patrono; sempre disponibile e pronto ad accogliere le richieste di aiuto dei concittadini sia nel suo ufficio in piazza, sia

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per le strade del paese, dove lo si poteva incontrare facilmente. Alcuni molto giovani in quegli anni '45-50 ricordano ancora l'affetto immenso della gente nei suoi confronti e le imprese coraggiose compiute con discrezione, senza alcun vanto, nonostante mettesse a rischio la vita, come quando, vedendo un giovane operaio attaccato ad un palo elettrico per una scossa improvvisa, non aveva esitato un solo istante a precipitarsi di corsa su di lui,avvinghiandolo, staccandolo dalla terribile morsa e scaraventandolo a terra svenuto ma vivo; oppure quando, imbizzarritosi improvvisamente un cavallo tra la folla, era saltato sul carretto e, tirando le redini, era riuscito ad allontanarlo dalla gente atterrita e infine a fermarlo...E poi l'amicizia col Generale Dalla Chiesa che si trovava a Casoria (dove è nata la figlia Rita), le partite a carte con gli amici,le cene da Pietro Giardino, l'affetto paterno per un giovanissimo Tonino Bene, il rapporto di odioamore col Sindaco Paone... In me riaffiorano poi, come in un flash back,anche tante altre immagini e ricordi di nipotina amata e viziata: il nonno in divisa bianca che mi porta a vedere i fuochi d'artificio sul terrazzo, il nonno che mi fa preparare una gigantesca millefoglie sormontata da un castello di cioccolata,il nonno e la festa di S.Giuseppe con una marea di zeppole, il nonno che stranamente piange, mentre cantiamo piano, accanto al camino, la Canzone del Piave...

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CASORIA NELLA STORIA

Il Cardinale Sisto Riario Sforza e Maria Luigia Velotti Una delle figure più illustri della Chiesa Napoletana. di Pasquale Di Petta

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l cardinale Sisto Riario Sforza è stato una delle figure più illustri della Chiesa Napoletana. Discendente della gloriosa e nobile famiglia Riario Sforza, che ha dato alla storia condottieri, eroi, cardinali e musicisti, nacque a Napoli il 5 dicembre 1810. Il padre, duca Giovanni, discendeva dai Riario di origine normanna e dagli Sforza di Milano. La madre, Maria Gaetana, discendeva dai principi Cattaneo di origine Genovese. Egli era dotato di grandi doti intellettuali. All’età di quindici anni ricevette la tonsura e gli Ordini Minori dalle mani del cardinale Luigi Rufo. Studiò a Roma presso il Seminario Romano e nel 1833 a 23 anni fu ordinato sacerdote a Napoli dall’arcivescovo cardinale Filippo XVI. Papa Gregorio XVI nutrì molta ammirazione per lui. Gli affidò delicate missioni apostoliche e lo nominò anche suo segretario particolare. Per le sue eccellenti qualità di mente e di cuore fu inviato come Legato Pontificio a Parigi. Aveva solo 34 anni quando dal cardinale Mario Mattei venne consacrato Vescovo nel 1845 ed inviato ad Aversa, dove rimase solo sei mesi perché passò alla sede arcivescovile di Napoli e nel gennaio 1846 fu nominato Cardinale, titolo che gli spettava di diritto perché Napoli era la capitale del Regno delle Due Sicilie. Lavorò moltissimo per la vasta Archidiocesi di Napoli. Purtroppo, si trovò a vivere nel turbinoso

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periodo di grandi avvenimenti politici, come l’avvento dell’unità d’Italia e la confisca dei beni ecclesiastici da parte dello Stato. Egli curò soprattutto il bene delle anime e gl’interessi della Chiesa. Fu un grande sacerdote e mai si atteggiò a politico. Ciò si evince dalle sue lettere pastorali di quei giorni convulsi del 1848. Accolse nel Regno di Napoli il pontefice Pio IX in fuga da Roma. Gli fu molto vicino nella dimora di Gaeta e poi di Portici e di Napoli. Dopo l’entrata di Garibaldi a Napoli nel 1860, rifiutò di riconoscere il nuovo regime politico e l’annessione del Regno delle Due Sicilie al Piemonte e fu mandato in esilio a Marsiglia. Poi si rifugiò presso i parenti ad Hyres. Tornò a Roma e raggiunse Napoli, ma fu di nuovo cacciato con la forza. Rimase in esilio tra Roma e Terracina da dove continuò la sua opera pastorale e di difesa della Chiesa con numerose pubblicazioni soprattutto per contrastare la stampa anticlericale e liberale. Non solo fu contrastato dai nemici della Chiesa, ma anche dalla religiosa, Enrichetta Caracciolo, dei principi Forino, che, abbandonata la vita monacale, pubblicò un libretto denigratorio dal titolo “I misteri del chiostro napoletano”. Il 6.12.1866 tornò a Napoli dove ancora per circa 10 anni governò questa vasta ed importante Diocesi. Realizzò un seminario centrale per i chierici ed i sacerdoti delle province del Regno che fu inaugurato nel 1876 con il titolo “Ospizio di Maria” ed una casa di riposo per sacerdoti ed anziani. Durante il suo lungo episcopato, a Napoli ci

furono tre eruzioni del Vesuvio e quattro epidemie di colera che colpirono duramente la popolazione. Il cardinale Sisto Riario Sforza fu sempre al fianco dei più miseri, dei più bisognosi, dei malati, dei poveri. Egli si aggirava nei vicoli e nei bassi per portare il suo aiuto e la sua solidarietà. Durante l’eruzione del Vesuvio del 1861 mise a disposizione degli sfollati il Palazzo Arcivescovile di Torre del Greco. Consumò tutti i suoi beni per soccorrere la povera gente e contrasse anche un debito di 12.000 ducati che poi gli furono condonati per l’alta missione cui quei soldi erano stati destinati. Il sommo pontefice Pio IX lo indicò come l’angelo della Chiesa napoletana e l’Episcopato italiano lo denominò il Borromeo di Napoli. Nell’archidiocesi di Napoli incrementò il numero delle parrocchie, favorì l’istituzione di nuovi istituti ed ordini religiosi. Per quanto riguarda Casoria, egli si accostò paternamente alla Serva di Dio, Maria Luigia Velotti, per accertarsi personalmente se corrispondeva a verità quanto si diceva circa le sue virtù. Andò a farle visita nel Ritiro di Capodimonte e rimase colpito dal carisma della religiosa. Così decise di guidarla saggiamente per le vie del bene e le diede anche molti consigli per la fondazione del suo Istituto delle Adoratrici della Croce. Morì a Napoli nel 1877, tra il pianto del suo popolo devoto. Il suo corpo fu inumato inizialmente nella chiesa del cimitero di Santa Maria del Pianto di Napoli. Con lui, la Chiesa di Napoli assurse a grandi splendori. Dopo cinquant’anni dalla sua morte, il cardinale Alessio Ascalesi, accogliendo il voto di tutto il clero e di tutto il laicato, il 20 aprile 1927, fece fare la deposizione canonica della sua salma nella chiesa dei SS. Apostoli, dove Riario Sforza oggi riposa. L’11 maggio dello stesso anno l’Ascalesi avviò il processo canonico per il riconoscimento delle sue virtù eroiche.

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S T O R I E D I PA ES E

Vaco traballianno pe’ Casoria Equilibrismi, acrobazie e prove di abilità per vecchietti e non, lungo le strade cittadine. di Margherita De Rosa

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arafrasare il vecchio refrain della famosissima canzone “ Tu vuo’ fa l’americano” è probabilmente fuori luogo rispetto a quanto intendiamo evidenziare in queste righe, poiché in quel caso si intendeva fare riferimento all’atteggiamento dinoccolato ed arrogante del protagonista del brano, mentre, nella fattispecie, il “traballiamiento” vuole indicare le grosse difficoltà che gli anziani, e non solo, riscontrano nell’usufruire del lastricato cittadino, scosceso e sconnesso, soprattutto in quella zona, detta “marciapiede”, dove la deambulazione dovrebbe risultare facile ed agevole: purtroppo, così non è… buche a parte, ciò che attenta alla vita dei pedoni è “il sampietrino assassino”! Alcuni possono essere paragonati ai residui di scavi archeologici: divelti ed ammonticchiati fanno una grande tristezza, visto che avrebbero dovuto abbellire e caratterizzare il famigerato “centro storico” mentre, nel concreto, sono diventati, in tempi assai brevi, un rudere di pompeiana memoria, senza, però, godere della notorietà degli storici reperti…ed ecco che il pedone impavido si addentra nei meandri del fatidico marciapiede, per evitare di finire, quale involontario protagonista, vittima di un investimento, ritrovandosi a “zompettare”, come un simpatico passerotto, da un sampietrino all’altro, o meglio, sull’asfalto che separa i resti delle ornamentali pietruzze, sentendosi un acrobata di tutto rispetto: ma ecco che, quando l’impresa sembra essere stata portata a termine nel più mirabile dei modi, si ve-

rifica ciò che per tanto si era voluto evitare con attenzione e saggezza ginnica: il pedone stramazza, nel più indecoroso degli stili, col sedere sul più aguzzo dei sampietrini, maledicendo l’intero consorzio umano: << Ma se po’ sapè ch’e fanno a fa’ sti ccose? Pe bellezza o p’accidere e cristiane? Guardate ccà, guardate! M’hanno fatto scassa’ o’ cazone…>>: sollevandosi, l’anziano prim’attore, suo malgrado, contempla, con l’ennesimo contorsionismo, a conferma della sua conclamata agilità, il deretano dolorante e prende atto dello strappo più che evidente…a consolare il vecchietto sopraggiunge il fruttivendolo che ha assistito alla scena: << Non ve’ preoccupate, nun site ‘o primmo a cadè, ca’ succede sempe chesto: l’importante è che nun ve site fatto male…>>; << E secondo voi nun me so’fatto male? Vuie avite visto comme so’ caduto e cu che cosa so’ caduto?>>; << Va buo’, ma cu’ nu’ poco e Lasonil passa tutto! L’importante, ripeto, è che nun ve sito scassate ‘a capa >>; <<Eh beh, che v’aggia dicere, nui avimma sempe truvà na’ cunsulazione, ma sapite che vve dico? Chesta è a cunsulazione d’è fesse!>>: come dargli torto? In effetti, è cosa saggia vedere il famoso bicchiere sempre mezzo pieno, in realtà, però, talvolta, il bicchiere è proprio a secco, anzi, qualche volta, non c’è nemmeno il bicchiere...Non è diverso il destino di baldanzose giovinette, che, complice la bella età e l’alta moda, fanno della strada una vera e propria passerella: ma Casoria si presta proprio male a questo scopo, ed ecco che, dall’auto in corsa, è possibile as-

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sistere al caracollare, assai divertente ma pure, nel contempo, pericoloso, di donne attraenti che, tra buche e sampietrini, fanno sfoggio di un senso dell’equilibrio degno dei trapezisti del circo Orfei…qualcuno, un buontempone di certo, osservando il tutto, a mo’ di telecronaca commenta: << ‘A signora sta lla’ lla’pe cadè, guarda comme fa ncoppa a chilli tacchi! Obbì lloco, mo’ va’ a faccia ‘nterra! No, no, nce l’ha fatta! Madonna mia, ma chella si nun se scanza va sotto ‘o Liberty! Ma comme se fa ‘a cammenà accussì miezo a sti strade: secondo me, chesta è n’indossatrice, una e chelle ca teneneno e libri ‘ncapo! >>: effettivamente, la bella signora riesce a destreggiarsi con grazia e maestria tra le difficoltà che il fondo stradale nostrano presenta, ma, a dire il vero, a chi l’accusa di ostentare tacchi troppo alti, si potrebbe ribattere che, data la situazione, anche la scarpetta sportiva risulta rischiosa ed instabile…per non parlare di chi ha poi un “visus” non proprio ai livelli di Occhio di Falco: qui la battaglia è persa ancor prima di spiegare le armi! Che dire poi delle vittime di artrosi ed osteoporosi, incerte nella deambulazione su un livello piano, figurarsi sulle “discese e le risalite” delle vie casoriane… insomma, il problema c’è ed è serio per tutti: la sicurezza stradale non è un argomento relativo ai soli automobilisti, ma soprattutto a chi della via ne usufruisce “ a piedi”, e che, pertanto, ha tutto il diritto, come cittadino ed in qualità di contribuente, di non rischiare grosso su strade e marciapiedi fatti, e si perdoni la voluta cacofonia, con i piedi…

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ARPINO

Arpino è senza suole superiori Ogni mattina si assiste al “grande esodo” . di Raffaella Battinelli

È

da più di dieci anni che buona parte della giovane popolazione di Arpino si vede abbandonata dalle istituzioni anche per ciò che riguarda l’istruzione. La totale assenza di istituti scolastici superiori è il simbolo dell’evidente miopia politica in cui è radicato il nostro territorio e a rimetterci si sa, sono sempre i cittadini. In questo caso i più giovani. E’ una vera vergogna che conferma quanto sia disastrosa l’organizzazione scolastica della nostra regione. Tutte le mattine, infatti, nei pressi di Arpino, sotto le pensiline degli autobus o almeno ciò che ne resta di esse, si possono osservare numerosissimi gruppi di ragazzi assonnati, costretti ad affrontare una scomoda ed estenuante trasferta verso il centro della città di Napoli per andare a scuola, ovviamen-

te con tutti i disservizi connessi al sistema dei trasporti pubblici -ma questa è un’altra drammatica storia di cui ci occuperemo in seguito-. In tal modo Arpino è condannata a invecchiare e a vedersi sempre più spoglia di iniziative in merito al territorio da parte degli stessi ragazzi che, non vivendo la quotidianità di quella zona, tendono a migrare altrove, vedendo compromessa la loro formazione nel sociale che si deforma sempre di più sotto le mentite spoglie dell’apatia e della disinformazione. Non è vero che i giovani d’oggi sono una massa uniforme da cui promana soltanto ignoranza. I ragazzi vanno guidati e in primo luogo istruiti; è un diritto che spetta loro in quanto consacrato dalla nostra stessa Costituzione. Soltanto così potranno formarsi cittadini consapevoli dei propri diritti e doveri, capaci di dare un valido contributo alla società. Questo è un

dato di fatto che purtroppo sfugge ai vertici. Il sospetto è però che non ci sia nulla di casuale anzi, sembra proprio che lo scopo sia quello di formare un esercito di burattini da manovrare nel modo più opportuno in base alle circostanze; fantocci senz’anima totalmente incapaci di prendere delle decisioni consapevoli. In quest’ottica i giovani diventano letteralmente schiavi della disinformazione. Gli si manca di rispetto sfruttando la loro ignoranza, volontariamente predisposta per farli esistere solo in quanto futuri elettori opportunamente manovrabili … La gioventù di Arpino non ci sta e grida “Basta” a tutto questo schifo. “Abbiamo diritto ad avere sul nostro territorio delle scuole superiori!” dice un giovane studente esasperato dalla situazione. Come dargli torto. C’è chi vive sudandosi il salario, c’è chi vive di rendita, noi abitanti di Arpino viviamo sognando un futuro migliore, un futuro più giusto dove c’è posto anche per i più deboli, e dove chi siede al potere si rimbocca realmente le maniche per migliorare la città. Che bella che è l’utopia …

Una preghiera in suffragio delle donne vittime di violenze La difesa della dignità femminile passa anche per le vie dell’anima. di Raffaella Battinelli

I

l cammino per la conquista della dignità femminile non si arresta e passa dall’incontro tenutosi nella sala conferenze dell’I.S.I.S. Andrea Torrente alla chiesa di Arpino, in Casoria. Il mese delle donne continua imperterrito toccando i cuori attraverso la preghiera. Domenica 18 Marzo presso la chiesa S. Maria Francesca

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delle Cinque Piaghe in Casoria è stata celebrata una messa in suffragio delle donne che sono state vittime di maltrattamenti. Alla celebrazione hanno presenziato il Sindaco di Casoria nonché il coordinamento “Donne e territorio” nelle persone di Angela Uliano, Antonietta Perna, Susy Pagliuca e Sonia Tabacco.

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S P E T TA C O L I

“Il Cantiere” inscena Le Pillole di Ercole Al teatro "Le Maschere" ritorna la compagnia Teatrale del Santuario di San Benedetto. Parla Gino Russo componente storico.

Nel ’96 ebbi un primo approccio in una compagnia teatrale nell’ambito della comunità di San Benedetto, che già frequentavo da anni. Poi Mons. Piscopo costituì “Il Cantiere”, motivandone così la scelta di questo nome: “La parrocchia deve essere tipo un cantiere per sottolineare come sia un qualcosa sempre in costruzione, in movimento, proprio come l’idea che ho della parrocchia.”

di Francesco Scalamogna

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itorna a calcare il palcoscenico “Il Cantiere”, compagnia teatrale del Santuario di San Benedetto Abate, fortemente voluta dal mai troppo compianto Mons. Mauro Piscopo. Sabato 31 e Domenica 1 Aprile sarà rappresentata “Le pillole di Ercole” per la regia di Umberto Blandizio, presso il cineteatro Le Maschere di Arzano. Abbiamo intervistato Gino Russo, componente storico della compagnia. Gino, come è nata la tua passione per il teatro?

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Come s’inserisce la compagnia all’interno della comunità di San Benedetto? Un anno fa circa la compagnia è stata riconosciuta come gruppo pastorale teatrale. Tutti i suoi membri sono stabilmente inseriti in parrocchia, ricoprendo altri compiti al servizio della comunità.

Inoltre, gli incassi delle serate vanno interamente nelle casse della comunità, contribuendo a finanziarne le numerose attività. Come organizzate la vostra attività? Il regista sceglie la commedia da inscenare, sulla falsariga della tradizione napoletana. Autori trattati finora Scarpetta, Gaetano Di Maio, Curcio, Peppino De Filippo ed altri. Dopodiché, si fa una riunione in cui viene illustrata la commedia ed assegnati i ruoli in base alle attitudini e le inclinazioni dei singoli. Rappresentiamo mediamente 1-2 commedie all’anno. Per le prove, ci incontriamo da due volte a settimana fino a tutti i giorni in prossimità delle esibizioni in pubblico. Se da quasi 20 anni siamo ancora qui a raccontarci, grandi meriti vanno al nostro regista, nonché amico e fratello, Umberto che cura non solo l’aspetto artistico del “copione” ma tantissimo l’aspetto umano e psicologico. Gino, allora ci fai il tuo invito personale a partecipare? Vi aspetto Sabato 31 Marzo e Domenica 1 Aprile presso il cineteatro Le Maschere di Arzano! Non voglio svelare nulla sul tema ma vi garantisco che trascorreremo una serata in allegria e divertimento! Ed aiuteremo chi ne ha davvero bisogno. Infine, volevo ringraziare l’editore Carlo De Vita per la fiducia che ha sempre riposto nella compagnia e per i mezzi che ci mette a disposizione.

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LETTERE AL DIRETTORE

Verso un nuovo femminismo RICEVIAMO dalle donne alle donne E PUBBLICHIAMO

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gregio Signor Sindaco, sono un bambino-cittadino, le scrivo questa lettera per informarla di due gravi problemi che la nostra Città vive. Il primo problema è che le persone continuano a buttare sui marciapiedi la spazzatura, dando un brutto aspetto alla nostra Città e le nostre mamme nelle case sono costrette a chiudere le finestre per non fare entrare quella puzza nauseante di immondizia. Io e la mia classe per salvaguardare l’ambiente abbiamo messo nell’aula quattro buste diverse, ma purtroppo ci siamo accorti che, chi fa le pulizie a scuola mette tutta la spazzatura insieme in una grande busta e così il nostro lavoro diventa inutile. Signor Sindaco, a che serve fare la raccolta differenziata se, poi, le persone non rispettano i tempi e i modi? Il secondo problema è che i marciapiedi sono pieni di cacche dei cani, perché i padroni dei cani non usano paletta e sacchetti per raccoglierle? Caro Signor Sindaco, perché non fa un’ordinanza che punisce chi non rispetta le regole, così abbiamo tutti una Città più pulita e quindi più bella? La prego non cestini questa lettera e la prego di risolvere questi due problemi. Caro Signor Sindaco, le porgo i miei saluti. Un cittadino piccolo, piccolo. Russo Andrea IV E II Circolo Didattico Casoria (Na) Plesso “Vittorio emanuele“

La donna è una donna” afferma la nota scrittrice Virginia Woolf. La donna abita un mondo culturale caratterizzato da regole e da linguaggi maschili; non possedendo una propria “parola” è costretta ad utilizzare quella degli altri. E ciò perché il rapporto tra sessi deriva da leggi culturali elaborate dal potere maschile, che le faceva addirittura discendere da pseudo-leggi “naturali”. Ma la natura è un mito della cultura!! La soluzione sarebbe quella di ribaltare i modelli che ci vengono forniti dalla società (che non tiene conte delle donne) e trovare uno spazio nuovo, quello spazio a cui Virginia Woolf dà un nome: “Una stanza tutta per sé” nella quale ricercare una propria identità. Anche la psicoanalista Benjamin ha evidenziato come l’esperienza di essere donna sia legata all’associazione del desiderio con uno spazio, un luogo dentro il proprio io. Un nuovo modo di pensare e di pensarsi dove la donna si ascolta e sceglie. Proprio in relazione all’ importanza della scelta metterei in luce due conquiste del movimento femminista: il divorzio e l’aborto. Il primo pone l’accento sull’autonomia femminile e sul diritto della donna di disporre di se stessa come persona. Il secondo sottolinea il diritto della donna di prendere la parola sul proprio corpo. L’aborto fa parte dei diritti riproduttivi negativi della donna, cioè il diritto a non procreare in quanto la donna è l’unica detentrice di potere del proprio corpo. In conclusione, oggi nel ventunesimo secolo scontiamo il retaggio di un passato che ancora ci condiziona, lasciando per ora sulla carta le asserzioni formali e giuridiche di parità. Anna Tarantino

è anche online!!! Anno II - Numero 11 Domenica 25 marzo 2012 Questo numero è stato chiuso in redazione il giorno 21 marzo 2012. ilgiornaledicasoria@libero.it Tel. 081 7588818 - 3358270557 Inserto di Napolincasa News Aut. Tribunale di Napoli n. 0062 del 30/09/2005 Editore: Carlo De Vita Via S. Di Giacomo, 6/8 - 80026 Casoria (NA) casadevita@libero.it Direttore responsabile: Giuseppe Storti Segreteria di redazione: Imma D'Angelo - Anna Baratto casadevita@libero.it Direzione e redazione: Via S. Di Giacomo, 6/8 80026 Casoria (NA) Tel. 081 7588818 Progetto grafico, impaginazione e stampa: Grafis print s.a.s. Via A. Lauro, 1/5 - Casoria (NA) Tel. 081 7382350 - www.grafisprint.com

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