Il Giornale

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Anno III - Numero 19 - Domenica 16 giugno 2013

Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - Distribuzione gratuita

DOMENICA 23 GIUGNO 2013 alle ore 18:30 tumulazione privilegiata delle spoglie mortali dell’amato Parroco

MONS. MAURO PISCOPO nel Santuario Diocesano di San Benedetto Abate in Casoria (NA)


[ Primo piano ]

Il filo della MEMORIA... Casoria nella storia! di Giuseppe Storti

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ue i fatti che ci hanno colpito di questi ultimi giorni che vi testimoniamo a riprova che la nostra città non è solo degrado, malapolitica, criminalità ed altre oscenità del genere. Ci chiama Gennaro Esposito del Club dedicato ad Enrico Berlinguer: politico d’altri tempi che con Aldo Moro tentò di dare un corso diverso alla storia d’Italia. Tentativo fallito a seguito del rapimento e dell’uccisione del leader dalla “faccia triste” della Democrazia cristiana, da parte del terrorismo brigatista. Ci dice Gennaro, che tra l’altro è editore del periodico Libero Pensiero, che un articolo pubblicato sul nostro portale di informazione dedicato al nostro concittadino Ettore Bonavolta, che tra le altre cose ha un passato illustre di partigiano, testimone vivente della lotta di popolo contro il regime nazi-fascista, è stato letto in quel di Forlì. Da lì sono partiti i contatti con la nostra città per invitare Bonavolta ad un manifestazione organizzata dalla locale sezione dell’Anpi dedicata al dialogo tra le culture della resistenza. Bonavolta

è di sicuro uno degli ultimi testimoni italiani della lotta di resistenza che in Albania oppose il popolo all’esercito di occupazione nazista. Una lotta che vide alcuni militari italiani, tra cui il nostro concittadino Bonavolta, schierarsi con i partigiani locali. Di questa importante manifestazione diamo conto in questo numero, con un articolo a firma del redattore capo di Libero pensiero, Tanzilli. Riteniamo sia un avvenimento importante, in primis perché coinvolge un nostro illustre concittadino, che per noi è già nella storia di questa città, ma soprattutto perché in un contesto come quello attuale dominato dalla sfiducia, dai disvalori e dallo smarrimento sociale, raccontare una storia simile ci sembra come una ventata di aria fresca e pulita di cui la nostra città ha bisogno. Secondo avvenimento che annunciamo in questa pagina di portata straordinaria per la storia della nostra città e per i sentimenti di amore e di gioia che susciterà nel cuore dell’intera città è il ritorno a casa di Mons. Mauro Piscopo. Il Parroco per antonomasia. Le sue spoglie, saranno traslate, consentiteci di dirlo: a furor di popolo, nel santuario di San Benedetto, nel cuore del centro storico cittadino. Quella chiesa, quella comunità che Don Maurino, mai volle lasciare, rinunciando per questo ad una

sicura e meritata carriera in Vaticano. Il 20 ottobre del 2011 il pio transito terreno del “parroco dei parroci”, subito dopo, la richiesta dell’intera comunità di avere le spoglie di Mons. Piscopo in quel santuario. Una procedura complessa che ha visto l’intervento di varie autorità come ci ha spiegato il Dr. Enzo Piscopo, portavoce del Cardinale Sepe nonché autorevole e benemerito direttore del settimanale diocesano “ Nuova Stagione”. Procedimento conclusosi con il decreto del Presidente della Regione Campania, dopo il passaggio della pratica ad una commissione di esperti regionali. Prima ancora, l’intervento della soprintendenza e della stessa diocesi napoletano. Non è mancato l’impegno del Parroco attuale Don Pasquale Fioretti, appoggiato in ciò dall’intera comunità parrocchiale. Questo giornale che alla scomparsa di Mons. Piscopo pubblicò un inserto di otto pagine interamente dedicato alla mirabile vita ed alle opere del mitico “ Don Maurino” seguirà l’avvenimento che ha un valore anche simbolico per la città di Casoria che solo partendo e ripercorrendo a ritroso, come un flash back la propria storia, scritta da tantissimi uomini illustri della città, spesso dimenticati, potrà ritrovare le motivazioni giuste per un nuovo rinascimento. Buona Domenica!

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[ Il Caso ]

Casoria: il TRENO DEI DESIDERI... Ancora disagi per chi viaggia con i mezzi pubblici. di Domenico Ruggiero

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a ‘qualità’ dei servizi di trasporto pubblico nel napoletano, e nella fattispecie a Casoria, è sicuramente da annoverare, purtroppo, tra la miriade di problematiche che attanagliano la nostra realtà. L’ulteriore aumento dei prezzi del biglietto “Unico Campania”, entrato in vigore lo scorso aprile portando il costo del biglietto per giungere dalla nostra città a Napoli alla cifra spropositata di € 1.70, non è coinciso con il miglioramento dei servizi. Per quanto ciò fosse ampiamente preventivabile, lo sconforto dei cittadini non

fa che aumentare giorno dopo giorno: pendolari, studenti e chiunque altro sono continuamente alle prese con treni o pullman tanto colmi da sembrare un carro merci, condizioni igienico-sanitarie pietose, controlli assenti e, dulcis in fundo, mezzi in continuo ritardo. Lo scorso martedì 28 maggio, i viaggiatori del treno regionale diretto a Napoli in partenza dalla stazione di Casoria alle 12:50 hanno dovuto far fronte ad un ritardo che ha dell’incredibile. Tralasciando il fatto che il treno sia giunto in stazione alle 13:05 (quindi con ben quindici minuti di ritardo), stando al racconto di Anna, studentessa diretta a Napoli quel giorno, il mezzo è rimasto a stazionare immobile per altri sei minuti circa dopo la chiusura delle porte. “Quando finalmente è partito, ha cominciato a procedere ad un’andatura estremamente bassa, facendo presumere che ci fosse un guasto.” – ha dichiarato

Anna – “Passano dieci minuti e finalmente il treno comincia ad acquisire velocità per poi giungere nei pressi della stazione di Napoli e fermarsi al solito posto di stazionamento prima dell’ingresso in stazione. Questa sosta, in genere, dura circa tre minuti, invece il treno è rimasto fermo addirittura un altro quarto d’ora!”. Come la maggior parte dei lettori saprà, la tratta CasoriaNapoli dovrebbe durare circa nove minuti. Il treno, invece, è arrivato all’agognato capolinea solo alle 13:45, con ben quarantacinque minuti di ritardo, provocando non pochi disagi a chi si era recato a Napoli diretto a lavoro, all’università per seguire le lezioni o sostenere esami, o per qualsiasi altro impegno. Paghiamo di più per avere sempre maggiori disservizi. I cittadini, e noi insieme a loro, si domandano quanto ancora bisognerà aspettare affinché si possa usufruire di servizi decorosi.

Amministrative: il PD vince quasi ovunque L’incertezza del primo turno è risultata solo apparente. di Rosa Davide

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inalmente gli esiti di queste elezioni amministrative sono ben chiari: il Partito Democratico vince quasi ovunque. Marino è il nuovo sindaco di Roma. Il PDL senza Berlusconi sembra non esistere. Flop completo del Movimento 5 Stelle che perde anche in Sicilia. Risultati che non rispecchiano per nulla quello che è lo scenario politico nazionale, determinato dalle politiche dello scorso Febbraio. Astensionismo ancora in forte crescita, perfino rispetto al primo turno, che già aveva fatto registrare una bassa affluenza: la percentuale di affluenza alle urne per i ballottaggi delle elezioni comunali si attesta intorno al 48,6%, in ulteriore calo sul 59,8% di

due settimane fa: sono altri 267mila elettori che sono rimasti a casa, rispetto al primo turno. Il Pd fa l’en plein nei ballottaggi. Nella provincia di Napoli il PD vince a Boscoreale con l’elezione di Giuseppe Balzano, inaspettatamente vince anche a Castellammare con Nicola Cuomo, e a Melito con Venanzio Carpentieri. Il PDL vince invece a Portici con l’elezione di Marrone Nicola. Il PD vince anche ad Afragola, dove Domenico Tuccillo è stato eletto con oltre il 55% dei voti. I giorni prima delle elezioni erano

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stati veramente tesi per gli afragolesi. Erano infatti comparse, su dei muri del rione Salicelle, delle scritte minacciose e intimidatorie, che invitavano i cittadini a non andare a votare, altrimenti le loro auto sarebbero state completamente bruciate. Determinante la vittoria di Tuccillo anche per la lista dei Giovani Democratici. Questi ultimi con 855 voti, frutto del lavoro dei tanti iscritti e dei 23 candidati, hanno portato a casa un ottimo risultato: l’elezione a consigliere comunale di Giovanni Tuberosa.

La COMUNITÀ ECCLESIALE DI S. BENEDETTO ABATE e IL COMUNE DI CASORIA invitano la Cittadinanza a partecipare alla solenne Concelebrazione Eucaristica che sarà presieduta dall’Eminentissimo Signor Cardinale CRESCENZIO SEPE Arcivescovo Metropolita di Napoli DOMENICA 23 GIUGNO 2013 alle ore 18:30 in occasione della tumulazione privilegiata delle spoglie mortali dell’amato Parroco MONS. MAURO PISCOPO nel Santuario Diocesano di San Benedetto Abate in Casoria (NA) Il Parroco Sac. Pasquale Fioretti Il Comune di Casoria

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[ L'intervista ]

DISAGIO sociale e territorio Parla il dr. Francesco Mormone direttore del Centro Gulliver. A cura della prof.ssa Susanna Perez Civit

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l Dott. Francesco Mormone è laureato in filosofia e la sua formazione è come educatore sociale e promotore di diversi progetti pubblici in sinergia con la regione e l’ A.S.L. L’intervista, grazie alla sua collaborazione, è realizzata con la finalità di far conoscere a studenti universitari di Scienze dell’educazione, ma anche ai cittadini napoletani, un lavoro professionale di accompagnamento, rivolto a persone con problemi personali e purtroppo spesso a rischio sociale, che ne compromettono l’integrazione all’interno del proprio contesto. Che funzione svolge l’educatore sociale? L’educatore sociale ha diverse funzioni, la mia è quella di accompagnatore. Accompagnatore significa seguire individualmente ogni ospite, durante il suo percorso, fargli da sostegno all’interno del proprio contesto sociale. Si tratta di accompagnarlo, mai di imporsi, annullando la sua personalità: questo deve essere sempre chiaro all’educatore. Succede a volte che le persone che hanno qualche difficoltà a integrarsi nella società, pensano che si tratti di un problema soltanto loro, e che altri non possano averlo. In questi casi l’educatore fa il possibilie, attraverso un lavoro di gruppo e promuovendo l’incontro con altri ospiti dello stesso centro, proprio per incentivare relazioni di conoscenza di se stesso e con gli altri, puntando sempre alla condivisione delle esperienze, pur riconoscendo le individualità di ciascuno. Qual è il suo ruolo? Dipende dall’ambito sociale in cui si lavora. Io sono responsabile di una istituzioni privata convenzionata. Il centro in cui ci troviamo si chiama Gulliver, è ubicato a Casoria, ed è un centro diurno, semiresidenziale, e io ne sono il dirigente, mi occupo dell’accompagnamento di persone con dipendenze, mediante la terapia diurna. “Sono piú di 20 anni che svolgiamo questa terapia diurna”. Prima queste persone rimanevano nei centri residenziali, isolati dal loro contesto sociale

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e familiare. Oltretutto, spesso, tali centri si trovavano lontano dalla propria residenza, magari in una cittá tanto diversa, da non riconoscerne aspetti culturali e sociali, enfatizzando il problema dell’integrazione. Mediante l’azione educativa che svolge il centro diurno ciò difficilmente accade, poiché la persona rimane in contatto ogni giorno con il suo ambiente, familiare, sociale e culturale. È importante trovarsi faccia a faccia ogni giorno con la realtà. La somminitrazione di metadone è una passo avanti, mentre prima era totalmete proibito. Diventa una rivoluzione permettere un trattamento terapeutico assieme a un farmaco sostitutivo. Il centro diurno offre la libertà di trovarsi di fronte ai propri limiti, ma anche alle proprie potenzialità. La preparazione universitaria è sufficiente per la formazione dell’educatore o serve altro? La mia esperienza è diretta, non ho studiato per esercitare questa professione, mi sono laureato in filosofia, facoltà che mi è servita a 360 gradi, rispetto ad altri indirizzi universitari. Chi esce dall’università ha bisogno di fare tirocinio, qualunque sia la professione per cui ci si prepara; oltre alla teoria c’è bisogno di fare pratica e questo vale per tutti. Come ci si avvicina a ogni persona? Questo dipende dall’educatore sociale, dal soggetto in questione e anche dal singolo caso. È difficile trovare educatori che lavorano con empatia, ed è complicato, sopratutto per i giovani con problemi di dipendenze, che nascondono quello che provano, rendendo difficile la comunicazione. Bisogna andare oltre l’apparenza e scoprire le individualità. È importante lavorare con una equipe professionale, in modo tale che ciò che uno non vede, può vederlo un altro. Le persone vengono considerate come individualità o categorizzate? Consideriamo ogni persona nella sua individualità, così come prevede lo stesso codice deontologico. Ne analizziamo il percorso educativo, sicuramente a partire dal problema ed evitando qualsiasi categoria. L’ospite accetta il ruolo dell’educatore sociale? Ci vuole tempo. Le maggiori difficoltà na-

scono quando le persone non accettano i loro problemi, e cosí difficilmente accettano l’educatore. Quali sono i conflitti professionali a cui si va incontro? Il primo è contestuale: già solo girando per strada, volenti o nolenti, ci si trova di fronte al mercato di droghe. Un altro conflitto dipende dai pregiudizi delle persone. Ci sono cittadini che comprendono l’importanza del nostro lavoro ed altri che invece non accettano la nostra presenza, perchè preoccupati di condividere il proprio contesto quotidiano con le persone che ospitiamo, trattandosi di tossicodipendenti. Ci è capitato di richiedere e ottenere l’autorizzazione ad aprire una sede nella periferia di Napoli, ma nonostante ciò non abbiamo potuto procedere per le resistenze degli abitanti del quartiere. Altro problema persistente è la mancanza di mezzi economici destinati alle istituzioni sociali. Molti fondi europei, pur se destinati a tali istituzioni vengono indirizzati ad altre finalità.Nonostante tutte queste problematiche, resta la soddisfazione di svolgere un lavoro imperniato sui legami affettivi e che punta al progredire delle persone verso il benessere proprio e sociale. Inquietudini professionali? Succede qualche volta. Accompagnare persone con problemi, comporta sofferenze professionali. Non dimentichiamo la possibililtà di morte, che incombe su tanti dei nostri ospiti. Inoltre, non sapere rispettare il loro punto di vista provoca inqietudini professionali. Noi dovremmo porci come spettatori, per dare libertà e spazio alla persona, agendo da mediadori, piú che come participanti. Riesce a rimanere distaccato fuori dal contesto lavorativo? Non sempre, ci vuole tempo e aiuto. Il lavoro di accompagnamento si basa sull’empatia e ciò non rende facile distaccarsi quando non si lavora, nemmeno nei momenti di vacanza; un modo, almeno parziale, per riuscirci è la condivisione con gli altri professionisti della propria equipe. Ha mai pensato di lasciare la professione? L’avvicinamento al dolore ti fa chiedere se continuare o meno con la professione. A me, però, piace molto il mio lavoro; non saprei dire dopo 20 anni d’esperienza lavorativa, quanti anni ancora potrò dedicarmici, però sicuramente è qualcosa di speciale. Ne vale la pena.

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[ News Casoria ]

MARCIAPIEDI, questi sconosciuti Poco utilizzati dai S pedoni, che mettono così a rischio la propria incolumità. di Luca Scialò

arà che il più delle volte non ci sono, o, se esistono, sono dissestati, occupati dalle auto, ostruiti da piante ormai essiccate e da rimuove; o ancora, costituiscono autentiche barriere architettoniche. Fatto sta che i pedoni sono poco propensi ad usarli. Parliamo dei marciapiedi. Se è vero che il più delle volte hanno i difetti di cui sopra, è anche vero che chi cammina a piedi tende a farlo ai bordi della strada, talvolta a centro carreggiata, riducendo al minimo lo già stri-

Passione e DANZA a Casoria Spettacolo degli allievi della "Passion in move". di Daria Putignano e Giulia Tancredi

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ella danza con i giovani allievi del Centro Studi Danza “Passion in Move” diretto da Mariarca Guida venerdì 31 Maggio, al Teatro Le Maschere di Arzano. Il centro, nato nel luglio del 2009, offre ai suoi allievi la possibilità di studiare danza a livello amatoriale e professionale con un collaudato e stabile team di insegnanti altamente qualificati: Mariarca Guida per la danza classica e modern jazz, Carmen Giugliano per la danza contemporanea, Elisabetta Lanzaro per i corsi di perfezionamento e Vittorio Migliaccio per hip hop. L’obiettivo è insegnare ad allievi ed allieve disciplina, amore, impegno,costanza, sacrificio e passione, prediligendo un lavoro tecnico di qualità. Talento, entu-

siasmo e dedizione è ciò che le allieve e gli allievi della scuola di danza hanno esibito nel saggiospettacolo. La serata é stata ricca di emozioni, in particolar modo per gli allievi : Giosuè Carbone e Anna Pellegrino che, dopo anni dedicati con impegno alla danza, hanno concluso il loro ciclo di studi, coronando un sogno. La prima parte della serata, dedicata alla danza classica, ha previsto: ‘Jewels’, uno dei capolavori del coreografo Balanchine sulle musiche di Faurè, Stravinsky, Tchaikovsky e, a seguire, ‘Carmen’ sulle note di Bizet e coreografie di R.Petit. Jewels, ispirato alle vetrine delle gioiellerie della Fifth Avenue di New York, è un trittico ed è stato riprodotto dagli allievi della scuola in forma integrale: Smeraldi, omaggio poetico alla scuola romantica francese (interpretato da Giosuè Carbone e Fatima Clemente), Rubini vicino al musical di Broadway (interpretato da Giosuè Carbone e Enrica Torrente) e Diamanti (interpretato da Giosuè Carbone e Daria Putignano) ispirato ai grandi virtuosismi, e ai balletti classici della danza russa. Carmen, balletto basato sul dramma della pas-

minzito spazio per gli automobilisti stressati. Ma soprattutto, mettendo in pericolo loro stessi, poiché qualcuno più distratto rischia di metterli sotto o cozzare col proprio specchietto contro il loro gomito, rompendoglielo. Meglio quindi usare il più possibile il marciapiede, che per quanto possa essere stretto o ridotto a un campo minato dalle buche, risulta sempre un valido salvagente nel mare in tempesta qual è il traffico casoriano. sione e della seduzione, è stato riprodotto dagli allievi della scuola con grande impegno e carattere. Il fascino della sfida e dell’amore impossibile tra Don José, interpretato da Pasquale Serao, e la bella e volubile gitana Carmen, interpretata da Anna Pellegrino, ha sorpreso e coinvolto il pubblico. Particolare successo è stato riscosso, nella seconda parte dello spettacolo, con ‘Tanghi 2.0’, una coreografia inedita di Carmen Giugliano, nata dall’idea di fondere la danza contemporanea con il tango, il grande repertorio di M. Cunningham e M. Graham con la musica e i colori del Sud America. Molto divertente e moderna la parte dedicata all'hip hop in cui gli allievi della scuola, affrontando il tema della pace nel mondo si sono esibiti in coreografie di Vittorio migliaccio, con free style e non poche acrobazie. A concludere la serata in maniera esplosiva, il musical ‘Grease’ con la gentile e simpatica partecipazione di Genny Buselli, Antonio Coppola, Marco Cozzolino, Francesco Esposito, Giulio Lago, Sandro Mariano, Salvatore Nunziato, Gaetano Pero, Antonio Piscopo, Enrico Piscopo, su musiche di autori vari e coreografie di Mariarca Guida ed Elisabetta Lanzaro. Con la speranza di vivere ancora tante altre serate ricche di arte, danza, emozioni e talenti … Ad maiora!

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[ L'evento ]

Il nostro concittadino ETTORE BONAVOLTA: l’ultimo partigiano A Forlì in scena “Dialogo tra culture della Resistenza”. di Emanuele Tanzilli

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o scorso martedì 4 Giugno, nella città di Forlì è stata promossa un’iniziativa tra la sezione locale dell’ANPI e l’associazione Juvenilja dal titolo “Partizanë/ Partigiani – Albania e Italia: Dialogo tra culture della Resistenza”, un incontro pubblico introdotto dal sindaco di Forlì, lo storico Roberto Balzani, con la partecipazione e la te-

stimonianza diretta di due partigiani: Halim Brahimuço, figlio di una famiglia patriottica di Tragjas (Valona), nato nel 1929, che s’impegnò dall’età di 14 anni nei gruppi educativi della Resistenza e nel giugno del 1943 si unì alla formazione partigiana della zona, poi parte della V Brigada d’Assalto albanese; e il nostro concittadino Ettore Bonavolta, che fu spedito in Albania all’età di 19 anni, dopo la capitolazione, e si unì volontariamente alle formazioni partigiane della zona di Dumrea (centro-sud dell’Albania). Chiamato dai suoi compagni albanesi “Pedro”, fu al comando di una squadra mortaio e successivamente si unì al Battaglione Gramsci. Perché questo incontro? Le parole degli stessi organizzatori ce lo spiegano dettagliatamente: “La resistenza albanese e la resistenza dei militari italiani

all’estero, in particolare in Albania, sono due fenomeni storici quasi sconosciuti. Parlarne con i protagonisti è un modo per continuare a confrontarsi sulla forme di resistenza e sulla cultura e i valori che sono scaturiti dalle lotte lungo le due sponde dell’Adriatico durante il secondo conflitto mondiale. La resistenza albanese, intrisa di nazionalismo e comunismo, nasce come movimento di protesta e guerriglia contro l’occupazione fascista del 1939, e si consolida come resistenza armata tra il 1942 e il 1943: a settembre del 1942, con la fondazione del Fronte Nazionale di Liberazione da parte di tutte le forze antifasciste albanesi e a luglio 1943, poco prima dell'occupazione tedesca, con la formazione dell’Esercito di Liberazione di matrice principalmente comunista. La resistenza dei partigiani italiani in Albania è invece figlia del contesto storico. Con la capitolazione dell’Italia fascista l’8 settembre 1943 inizia anche il travaglio dei militari italiani di stanza in Albania. Divisi, tra un vertice vicino ai gerarchi nazisti che ordinava l’unione alle truppe del III Reich e i militari che volevano tornare in Patria, la maggioranza si trovava esposta al fuoco amico dei nazisti e, inizialmente, anche

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[ L'evento ] dei partigiani albanesi interessati ai loro armamenti. Chi non riusciva a tornare veniva disarmato, confinato, spedito nei campi di concentramento o fucilato sommariamente dai nazisti. È stato grazie alla solidarietà dimostrata dalle famiglie albanesi, che li hanno accolti e nascosti nelle loro case fino al 1945, che molti italiani si sono salvati. La Divisione Firenze, di stanza nella zona di Dibër, nel nord-est dell’Albania, è stata la prima a non volersi unire ai tedeschi e a combattere contro di loro nel tentativo di raggiungere Durazzo e imbarcarsi per l’Italia, grazie anche a un accordo raggiunto con il commando partigiano della zona. È dai militari componenti di questa divisione che a ottobre 1943 viene fondato il battaglione “Antonio Gramsci”, composto interamente da militari italiani e parte della Prima Brigada d’Assalto albanese. Successivamente, nel battaglione confluirono anche molti degli altri militari italiani impegnati nella resistenza albanese fin dalla capitolazio-

ne, tant'è che a marzo del 1945 la Gramsci era diventa una divisione dell’Esercito di Liberazione albanese composta da circa 1100 effettivi”. C’è senza dubbio da apprezzare il brillante sforzo organizzativo compiuto da questi ragazzi, e soprattutto da sottolineare con orgoglio quanto la nostra città sappia mettersi in mostra anche al di fuori dei risicati confini locali per la caratura umana dei suoi figli e cittadini. La figura di Ettore Bonavolta rappresenta un patrimonio inestimabile di memoria storica a cui probabilmente non prestiamo sufficiente attenzione, ricordandocene soltanto se è qualcun altro a metterlo in risalto. Ma lungi dal soffermarci su queste pur doverose riflessioni, vogliamo ancora una volta ringraziare gli organizzatori per la cortesia e la disponibilità mostrata nel permetterci di prendere parte, seppur indirettamente, a questa affascinante rivisitazione della cultura partigiana, a cui così tanto la nostra Italia deve.

Anno III - Numero 19 Domenica 16 giugno 2013 Questo numero è stato chiuso in redazione il giorno 12 giugno 2013. ilgiornaledicasoria@libero.it Tel. 081 7588818 - 335 8270557 Inserto di Napolincasa News Aut. Tribunale di Napoli n. 0062 del 30/09/2005 Editore: Carlo De Vita Via S. Di Giacomo, 6/8 - 80026 Casoria (NA) casadevita@libero.it Direttore responsabile: Giuseppe Storti Segreteria di redazione: Imma D'Angelo - Anna Baratto casadevita@libero.it Direzione e redazione: Via S. Di Giacomo, 6/8 - 80026 Casoria (NA) Tel. 081 7588818 Progetto grafico, impaginazione: Grafis print s.a.s. Via A. Lauro, 1/5 - Casoria (NA) Tel. 081 7382350 - www.grafisprint.com Stampa: Printing House s.r.l. Via Capri, 2 - Casoria (NA) - Tel. 0817590707 E-mail: info@printinghousesrl.it

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