Fly Line ESEMPIO DI ARTICOLO, ARGOMENTO: DRESSING
“Hare’s hackle” hackle in pelo di lepre J.P. Dessaigne
Il collarino di galleggiamento in pelo di lepre, anzichè in hackle di gallo, è realizzabile con relativa semplicità e pochi banali accessori. Le fibre possiedono indiscusse qualità: buona idrofobia, elasticità, leggerezza ed inoltre consentono un elevato controllo della lunghezza. Infine la loro naturale curvatura può essere sfruttata per ottenere effetti diversificati. Vediamo passo dopo passo come procedere.
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peli della pelliccia della lepre prelevati dalla testa o dal corpo permettono di realizzare eccellenti mosche: infatti sono da sempre conosciuti e da sempre sfruttati proprio per le loro indiscusse qualità. Quello che è meno noto, è che questi peli possono sostituire vantaggiosamente le hackles di gallo nel montaggio delle mosche secche, per la realizzazione del collarino di galleggiamento.
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Sopra: mosca secca in galleggiamento, si noti la disposizione delle fibre che sostengono la mosca sopra la superficie dell’acqua. Ognuna cerca la migliore posizione pur di evitare di penetrare nel liquido.
foto B Tutto ebbe inizio in un negozio in Olanda, il Flyfair, presente sul mercato da 4 anni. Come noto fu un costruttore danese ad utilizzare e far conoscere ai più il sistema dell’asola per realizzare i corpi in dubbings. Io ero già al corrente di questo accorgimento, ma quello che mi ha colpito è che lui utilizzava lunghi peli di volpe per realizzare anche i grandi collarini delle mosche secche destinate ai salmoni. Io non avevo prestato molta attenzione ad una sua dimostrazione, ma quel montaggio mi era rimasto comunque in
Nella sequenza di costruzione A, B, C, D si prepara un corpo finito per apporre le hackles in lepre. Questo corpo è realizzato in quill di condor e dubbing.
foto C
foto D
Sotto: foto H, il primo passo è individuare fibre adatte, poi si isolano tra le dita sistemandole bene prima del taglio.
foto E
mente. Una sera stavo costruendo meccanicamente qualche emergente per la mia prossima partita di pesca quando, nell’esaminare attentamente in ogni suo punto una pelle di lepre, ho avuto l’idea di tagliare qualche pelo e sperimentare la tecnica del costruttore danese. Nell’osservare le fibre della pelliccia è impossibile non pensare alle barbule delle piume dei colli di gallo ed alle qualità di elasticità, idrofobia e leggerezza che con queste condividono. Dopo qualche ora di prove ed esperimenti vari ho individuato tre sistemi di montaggio che permettono di realizzare mosche di differente tipologia. In questo
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foto F Nel taglio dei peli occorre cautela ed attenzione, è necessario che nelle dita siano stretti peli già ben allineati, con la loro naturale curvatura costante in tutte le fibre.
foto I
articolo vi voglio descrivere le tre tecniche che potrete applicare a tutti i vostri modelli dotati di hackles. Per utilizzarle è molto importante avere un buon twister (la nota trottola con i ganci per l’asola) con cui realizzare il dubbing e soprattutto una pelle di lepre di ottima qualità. Il twister che io adopero presenta il vantaggio di avere la totale padronanza dei peli c h e noi utilizzeremo. La pelle di lepre deve essere scelta con cura. Le pelli non sono tutte uguali e nella vostra selezione dovete individuare quella che presenta peli soprattutto lunghi e ricurvi. Per un utilizzo ottimale vi consiglio di lavare la pelle con
shampoo per capelli secchi e di lasciarla asciugare. Il risultato è sorprendente. 1° sistema - Consiste nel posizionare i peli in modo che gli stessi siano orientati verso la parte posteriore dell’amo sfruttandone la curva naturale. Foto E: Dopo aver montato (sequenza A, B, C, D) una coda e un corpo in condor su un amo del 14 ed un torace in dubbing, dovete effettuare il prelievo di peli dalla pelle di lepre. Questo pas-
saggio è molto importante, la buona scelta dei peli e il loro prelievo deve essere fatto con cura se volete ottenere un buon risultato. Foto F: Scegliete sulla pelle la zona migliore da cui prelevare i peli, selezionateli dove sono ben allineati, regolateli e curvateli. Una volta fatta la selezione manteneteli fermamente tra le vostre dita.
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foto J
Ora tagliate i peli alla loro base. A questo stadio è molto importante conservare bene i peli allineati. Foto I e J: eliminate la lanugine e conservate solo i peli. Foto K: Una volta eliminata la lanugine è il momento di decidere di regolare la quantità di peli che desiderate applicare alla mosca e inoltre di eliminare quelli che non sono ben allineati. Foto L: mettete i peli nell’asola in modo che le punte dei peli siano orientati verso l’alto. Foto M e N: Tagliate la base dei peli al livello del fermaglio, lasciate tra 1 e 2 mm. Foto O: Facendo roteare il twister avvolgete l’asola attorcigliando i peli. Foto P: mettete i peli avvolti sopra l’amo portando in verticale il filo di montaggio.
foto K
Foto Q: Tirate tutti i peli verso la parte posteriore (all’indietro). Foto R: Avvolgete tutti i peli e contemporaneamente manteneteli tirati verso la parte posteriore (all’indietro). Foto S: Formate la testa e poi completate la mosca con un nodo finale e una
goccia di colla. Questo montaggio è quello che utilizzo più frequentemente e particolarmente per le emergenti. E’ molto valido per montare mosche sommerse grazie alle fibre rivolte verso il retro dell’artificiale.
foto N
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2° sistema - É simile al precedente, la differenza è la posizione dei peli nell’asola, che è rovesciata relativamente alla loro curvatura. Ecco perchè è così importante che le fibre siano ben disposte nelle dita al momento di prelevarle dalla pelle della lepre. Foto T: posizionate i peli nell’asola in modo che le punte degli stessi siano
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diretti verso il basso in funzione della loro curva naturale. Foto T1: tagliate la base dei peli lasciando maggiore eccedenza nel caso si desidere rendere corposo il torace, poi attorcigliate i peli con il twister e avvolgeteli nello stesso modo indicato nel montaggio precedente, ma trazionati nel senso opposto. Foto T2: Come potete vedere i peli
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foto R foto Q foto S sono direzionati e formano un collarino proteso in avanti. Io utilizzo questo montaggio unicamente per le mosche secche. Anzichè realizzare hackle direzionate con i vari sistemi noti per le piume di gallo, si sfrutta la naturale curva del pelo, che offre maggiore appoggio sulla superficie dell’acqua. Queste mosche proposte nei dressings sono dotate di parecchi peli per evidenziare i passaggi del montaggio, ma la massa di pelo può essere ridotta al minimo in funzione delle esigenze di imitatività e dei livelli e turbolenza delle acque. Costruite con pochi peli abbastanza lunghi queste mosche sono molto efficaci nelle zone calme e piatte dei fiumi ed in condizioni di elevata selettività del pesce se, ovviamente, il loro progetto segue i giusti criteri imitativi.
Il processo per la realizzazione delle hackle in pelo di lepre, come si può vedere, è semplice e veloce. Con un minimo di “confidenza costruttiva” il tempo necessario non è penalizzante rispetto alle classiche hackles in gallo, consente maggiori possibilità e, ove necessario, grande potere imitativo.
2° sistema:
3° sistema:
foto T
foto T2
foto T1
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foto 2 a
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3° sistema - Serve a realizzare imitazioni con il massimo di galleggiamento. Foto U: Il montaggio è uguale al 1° sistema. Mettete i peli nel fermaglio con le punte direzionate verso l’alto. Foto U1: Tagliate la base dei peli lasciando l’eccedenza necessaria in modo che le fibre abbiano la stessa lunghezza da ogni lato dell’asola. Foto U2: Attorcigliate i peli poi avvolgeteli prestando attenzione a tirarli sempre verso la parte posteriore (all’indietro). Otterrete così una mosca col collarino dai peli direzionati sia in avanti che verso la parte posteriore. Questo è un incrocio delle due precedenti tecniche, in tutti i sensi. Anche la massa di pelo, ovviamente, è doppia e occorrerà tenerne conto nel progetto dell’artificiale. Questa tecnica rende le mosche parecchio galleggianti e adatte all’uso nelle correnti. La disposizione dei peli sfrutta al massimo gli effetti della tensione superficiale e conferisce grande sostentamento. Con queste tre tecniche potete montare una vasta gamma di mosche secche, emergenti, affondanti e di ninfe. Ecco alcuni esempi di tipologie: Foto 1: sedge Foto 2a e 2b: spider Foto 3: formica nera Foto 4: emergente di giugno Foto 5: subimago emergente Foto 6: ninfa Tutte queste mosche sono eccellenti in tutti i tipi di fiume e durante tutto l’anno. Hanno anche il grande vantaggio di non far attorcigliare il finale e permettono quindi di pescare più a lungo.
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Tutti questi modelli devono essere leggermente ingrassati per assicurare loro un galleggiamento ottimale. Queste tecniche di montaggio possono presentare certe difficoltĂ per i principianti, ma col tempo e la pazienza la loro rapida e sicura realizzazione diverrĂ un gioco da ragazzi.