Copertina di Fly Line 6/2015
ARTICOLO ESTRATTO DA FLY LINE 6/2015 La Pagina del Pollo 53
Il ballo delle effimere
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L A PAGINA DEL POLLO 53
Roberto Messori
Croce e delizia del pescatore a mosca, l’entomologia rimane la tappa più ostica per potersi definire un discreto esperto. Estrema diversificazione, complessi termini latini, lunghissimi elenchi di specie differenziate da particolari minuti, diffici a vedersi e da ricordare: possibile che per prendere pesci si debbano imparare tutte queste cose? Assolutamente no, i pesci non studiano zoologia, né sistematica, non sono esperti evoluzionisti, tantomeno genetisti molecolari, loro queste cose le praticano, non le imparano a scuola, semplicemente applicano le leggi della natura al fine di adattarsi all’ambiente, riprodurre e sopravvivere. Gli psicopatici siamo noi, del resto la nostra curiosità innata pare davvero illimitata, ma ha anche vantaggi: prima di tutto l’infinito, sottile, intenso piacere che proviamo nel prendere, o raccontare di avere preso, una difficile trota con una perfetta Little Marryat, imitazione della Pale Evening Dun, nome che conferiamo al baetide Procloeon bifidum. Non so se tutto ciò è normale, so solo che è divertente.
Pollo con pesce, 2014. Pixel su monitor 4961 px x 3543 px Fly Line & Picasso.
L
L’entomologia - Il contesto più significativo della pesca a mosca è rappresentato, ovviamente, dalle mosche, certo quelle finte, ma in primis quelle vere. Il pescatore a mosca, lo sappiamo bene, utilizza la pastura che la natura offre ai pesci, che ben approfittano dei momenti di abbondanza per riempire la pancia, dunque si insinua nel gioco crudele mimetizzando il suo subdolo inganno con grande abilità nei grumi alati di cibo che la corrente regala alle nostre prede. Dal punto di vista del pinnuto il suo malevolo nemico è un gran figlio di puttana, ma allora dovremmo tener conto anche dell’opinione degli insetti, ingoiati con ferocia, sciolti nei succhi gastrici e trasformati in cacca dai terribili pesci, pure cannibali. Ma la natura è fatta così e non vedo perché noi non dovremmo fare il nostro mestiere di predatori, considerando tra l’altro la moltitudine di pesci che vengono liberati a dispetto di quei pochi che finiscono infarinati. Non solo, ma a tal fine la mosca finta è perfetta, poiché non va mai a devastare gli organi interni del pesce, ma solo a sforacchiargli un po’ le arcate labiali. Non sarà comunque piacevole, ma è davvero il minimo che gli possa capitare, se poi viene liberato in acqua anziché in padella. E non è finita: liberarlo dopo avergli rivelato l’inganno significa anche istruirlo sulle nostre fregature, che successivamente sarà assai più in grado di
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individuare. Pochi predatori sono tanto buoni quanto l’essere umano, che preferisce ammazzare i propri simili con armi sempre più terribili e, semmai, diventare vegano per non far soffrire le povere bestie. E con le bestie che mangiano altre bestie i vegani cosa vogliono fare? Ma perché non se ne vanno nella savana a difendere le gazzelle dai leoni, poi qui da noi i topi dai gatti, i gatti dai cani (o viceversa), i passerotti da gazze e cornacchie, i caprioli dai lupi e, finalmente, le effimere dalle lucertole? Maledizione, sono andato a ruota libera e sto già sconfinando. Parlavamo degli insetti. Gli insetti sono il fulcro della Pam, poi il cuore ed i polmoni. La Pam senza insetti non ha ragione di essere, e quando rimarremo davvero senza insetti dovremo cercare qualcos’altro da fare. Nel frattempo, prima della loro estinzione, sarebbe bene affrontare l’argomento con cognizione di causa, almeno fintanto che qualcosa continuerà a sfarfallare fuori dall’acqua. Il pescatore a mosca ha da sempre un timore reverenziale dell’entomologia, il fatto è che con essa si deve
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sempre confrontare per forza di cose. È vero, non è assolutamente indispensabile conoscere il nome latino dell’insetto, specie in virtù del fatto che gruppi di insetti si somigliano al punto che possono essere rappresentati dallo stesso artificiale, e che in acque mosse anche questa somiglianza diventa relativa e ben di rado è decisiva, ma penetrando un po’ la materia si potranno comprendere più cose della nostra disciplina, e questo permetterà una maggior consapevolezza nell’affrontare sia i vecchi testi dei grandi pescatori che hanno scritto la nostra storia, sia l’affinamento della sfida nella lotta alieutica che tanto ci attrae. L’effetto primario è che individuare un insetto ci consente di reperirne i dressing e le loro varianti in funzione della morfologia dell’ambiente, della selettività e della velocità dell’acqua. Sulla classificazione - Mentre un tempo la classificazione delle forme viventi si basava sulla loro morfologia, assimilando le forme tra loro in base alle somiglianze che le parti dei corpi mostravano, ovviamente dalle più appa-
Tavola da “Historiae naturalis de insectis” di Joh. Jonstonus /1603-1675). In basso al centro quella che sembra un’effimera, con un cerco di troppo.
Ecco dove iniziano le nostre pene ed i nostri piaceri: un’effimera sta sfarfallando, tra poco uscirà dalla spoglia ninfale, dispiegherà le ali, le asciughe-
rà derivando sull’acqua, poi, se sarà tra le fortunate che sopravviveranno alla mattanza dei pesci, s’involerà per raggiungere la vegetazione riparia
dove passerà la notte, il giorno dopo muterà da subimago ad imago e potrà recarsi al ballo delle effimere: la prima ed ultima loro danza nuziale.
riscenti alle più recondite, oggi la classificazione delle specie è basata principalmente sulla filogenesi. Si possono infatti distinguere la Fenetica dalla Cladistica, la fenetica prevede che il grado di somiglianza tra due unità sistematiche sia relativo al grado di parentela, mentre la cladistica (dal greco Klados, ramo), classifica le forme vitali in base ai criteri evolutivi, e si avvale della genetica molecolare, dell’analisi di Dna e dei dati biochimici e morfologici. La scienza ipotizza che tutte le forme viventi si siano evolute da una prima forma organica, pertanto possiamo affermare che tutti i viventi siano imparentati, l’enorme varietà di specie che compone la vita biologica si è differenziata nel trascorrere di milioni e milioni di anni in funzione dei principi esposti nella teoria evolutiva, dove da un lato abbiamo un potente impulso alla
conservazione dei geni, e dall’altro le loro casuali mutazioni che premiano le forme vitali più adatte alla sopravvivenza al mutare dell’ambiente. È inevitabile che nel bisogno di creare uno schema che ordini le forme viventi si cerchi di classificarle studiando le progressive mutazioni genetiche. Dal Web: I sostenitori delle due metodologie hanno dato vita a dispute anche molto accese in cui l’approccio fenetico e quello cladistico si sono a lungo contrapposti. Al giorno d’oggi fenetica e cladistica sono utilizzate come metodiche indipendenti ma che possono integrarsi a vicenda. In altre parole, noi pescatori a mosca possiamo ancora affrontare, in funzione delle nostre pericolosissime abitudini predatorie, l’entomologia su basi fenetiche, senza necessariamente puntualizzare che della cladistica, tutto
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Chiave dicotomica “fenetica” 1.
Effimere con tre cerci . . - Effimere con due cerci .
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2 (vai al punto 2) 5 (vai al punto 5)
2.
Ali posteriori presenti . . . . . - Ali posteriori assenti, ali anteriori frangiate nel bordo posteriore, piccolissima dimensione . . . . .
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3
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Caenidae
3.
Effimere con più di 30 mm di apertura alare .
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Ephemeridae
- Effimere con meno di 30 mm di apertura alare
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4.
Nelle ali anteriori l’estremità prossimale della seconda cubitale (Cu 2) è più vicina alla prima anale (A1) che non alla prima cubitale (Cu1) o almeno a metà tra esse . . . . . .
- Nelle ali anteriori l’estremità prossimale della seconda cubitale (Cu 2) è assai più vicina alla prima cubitale (Cu1) che alla prima anale (A1) . . Ephemerellidae
5.
Ali posteriori fortemente ridotte (meno di 1/5 delle anteriori) o assenti .
Baetidae
- Ali posteriori più grandi e ben visibili (circa 1/3 delle anteriori)
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6.
Nelle ali anteriori tra le due cubitali non vi sono venature intercalari, ma dalla Cu2 si originano alcune venature ricurve ad S (talvolta ramificate) che terminano sul bordo posteriore dell’ala . . . .
Siphlonuridae
- Assenza di simili venature
Heptageniidae
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La diagnosi sistematica delle dieci famiglie dell’ordine delle effimere italiane si basa principalmente sulla venulazione alare, poiché l’evoluzione ha portato progressivamente il capostipite ancestrale (basato sulle triadi delle venulazioni), a diversificare le venulazioni. Tuttavia sussistono altri caratteri “di comodo” più appariscenti, come le code e la dimensione, che potrebbero aiutare senza dover smontare le ali per osservarle, ad esempio, con un lentino contafili. Dalla chiave dicotomica della figura in alto mancano le famiglie: Oligoneuriidae, Polymitarcidae e Potamanthidae, presenti in Italia con una sola specie ciascuna, rispettivamente: O. rhenana; P. virgo e P. luteus. P. virgo e O. rhenana sono descritte nel testo, P. luteus condivide il carattere alare delle Ephemeridae, ma ha pinze genitali di 3 articoli anziché 4. La doppia pagina successiva propone un’interpretazione grafica della chiave, sono escluse le tre famiglie monospecifiche appena citate. considerato e senza nulla togliere alla scienza, non potrebbe fregarcene di meno. Nessuno, tuttavia, vi farà causa se invece di portare un’effimera stropicciata il cui sfarfallamento di milioni di esemplari ha fatto impazzire i pesci, ma non ne avete preso uno, dicevo, se inve-
ce di mostrare il malefico esemplare al vostro maestro di pesca portate il povero esapode in un laboratorio di genetica molecolare. Comunque non ditelo a nessuno, e fatevi vedere da uno bravo. Insomma, noi Pam siamo entomologi allo sbaraglio, chi più chi meno, ma nessuno ci considererà umanoidi da
.
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Leptophlebiidae
poco se, per i nostri scopi, ci avvarremo delle più abbiette e meschine caratteristiche morfologiche al fine di: - diagnosticare un insetto, - reperire una sua imitazione, - realizzarla, - prenderci un pesce, - mangiarlo o liberarlo. Lo so, quel pesce potrebbe anche essere preso da una mosca del tal tizio che la chiama marroncina senza sapere perché, se non per il colore del corpo e senza avere la più pallida idea di cosa possa rappresentare, ma volete mettere se la catturate con l’imitazione (ovviamente modificata da voi) della Serratella ignita che avete determinato sistematicamente, realizzata con un dressing di Halford? Bene, stabiliti in modo così circostanziato e convincente i vantaggi dell’entomologia, passiamo ad una dia-
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ala posteriore presente
verifica della dimensione delle ali posteriori
due cerci
verifica del numero dei cerci
ala posteriore assente, insetti di piccolissima dimensione: Caenidae
apertura alare oltre 30 mm (grandi effimere): Ephemeridae
apertura alare (dimensione dell’insetto) tre cerci apertura alare meno di 30 mm: Ephemerellidae
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Leptophlebiidae
ala posteriore fortemente ridotta (meno di 1/5 della anteriore) o assente: Baetidae
ala posteriore grande e ben visibile, circa 1/3 della anteriore: Heptageniidae Siphlonuridae
tra le due cubitali si trovano due coppie di vene intercalari delle quali la prossimale è più lunga
Ali anteriori: l’estremità prossimale della seconda cubitale è più vicina alla prima anale che alla prima cubitale, o a metà tra esse: Ali anteriori: l’estremità prossimale della seconda cubitale è più vicina alla prima cubitale che alla prima anale:
Leptophlebiidae
Ephemerellidae
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Sopra, questo Ecdyonurus forcipula (fiume Mincio), morto nel tentativo di compiere l’ultima muta, ha “cristallizzato” il momento in cui la subimago si libera (o almeno ci prova) della spoglia subimmaginale. gnostica di comodo, più fenetica che si possa, rapida, pratica, immediata, ma assolutamente efficace. Qui, ovviamente, parleremo delle effimere, le solite vittime sacrificali di noi Pam entomologi dilettanti. Ma c’è un motivo: di tutti gli ordini di insetti che ci possono interessare questo è l’unico abbastanza permeabile alla diagnosi sistematica. I tricotteri sono inaffrontabili per la complessità che oppongono e l’elevato numero di specie, con essi servono veri specialisti, tuttavia alcuni gruppi e specie si lasciano individuare per caratteristiche abbastanza evidenti, ma sono così numerosi che non è facile avere la sicurezza delle proprie intuizioni. E poi sappiamo che, per la loro morfologia e la bassa varietà cromatica, con tre o quattro dressing diversificati soprattutto per la dimensione possiamo imitarli efficacemente quasi tutti. Insomma, coi tricotteri serve una diagnosi pragmatica, non sistematica, poi nessuno vi impedisce, libri alla mano, di smontarli e cercare di identificarli: cultura e passione sono due aspetti potentissimi per la nostra evoluzione intellettuale, e male non farà di certo. Coi plecotteri sarebbe già meglio, non sono tanti e le famiglie sono abbastanza individuabili, ma perché scornarsi
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Famiglie, generi e specie delle Effimere presenti nella regione italiana. famiglie
La tabella a destra mostra la totalità delle effimere presenti in Italia. Questi numeri non rappresentano la certezza assoluta, poiché possono esservi specie di vecchie segnalazioni, ma non più presenti, ed altre non segnalate, ma che potrebbero averci “invaso” lungo i confini. Lo schema è tratto dalle Guide Entomologiche di Fly Line. con un ordine per il quale tre o quattro imitazioni possono rappresentarli praticamente tutti? Anche qui il pragmatismo paga. Poi potete sempre smontare anche questi. Inoltre occorre considerare l’aspetto degli sfarfallamenti, frequenti e intensi nelle effimere, dove una mosca somigliante ha modo di farsi valere, meno frequenti nei tricotteri, con le ovvie eccezioni, e quasi inesistenti nei plecotteri, almeno nei nostri poveri fiumi. Non che gli sfarfallamenti non ci siano, ma sono contenuti nel numero e dilungati nel tempo e nello spazio. Ecco i motivi dell’interesse dei Pam per le effimere, dove le imitazioni vanno giustamente diversificate da spe-
generi e (specie)
Oligoneuriidae
Oligoneuriella (rhenana)
Caenidae
Caenis (belfiorei, beskidensis, horaria, lactea, luctuosa, macrura, martae, pseudorivulorum, pusilla, robusta, strugaensis, valentinae). Brachycercus (harrisella).
Baetidae
Acentrella (sinaica). Alainites (muticus). Baetis (rhodani, lutheri, melanonyx, alpinus, muticus , vardarensis, pavidus, fuscatus, digitatus, buceratus, vernus, liebenauae, gemellus, scambus. Nigrobaetis (digitatus, niger). Cloeon (cognatum, simile). Procloeon (bifidum, calabrum, pulchrum, pennulatum). Centroptilum (luteolum).
Siphlonuridae
Siphlonurus (lacustris).
Heptageniidae
Ecdyonurus (alpinus, belfiorei, bellieri, corsicus, forcipula, helveticus, macani, picteti, ruffoi, venosus, zelleri). Electrogena (calabra, fallax, grandiae, gridelli, hyblaea, lateralis, lunaris, ujhelyii, zebrata). Epeorus (assimilis, alpicola, yougoslavicus). Rhithrogena (adrianae, alpestris, degrangei, dorieri, fiorii, hybrida, loyolaea, nivata, nuragica, reatina, semicolorata, sibillina, siciliana). Heptagenia (coerulans, longicauda, sulphurea).
Ephemerellidae
Ephemerella (mucronata). Serratella (ignita, spinosa). Torleya (major).
Leptophlebiidae
Choroterpes (picteti, borbonica). Euthraulus (balcanicus). Habroleptoides (auberti, confusa [ex modesta fuori dalla Sardegna], modesta [solo Sardegna], pauliana, umbratilis). Habrophlebia (consiglioi, eldae, fusca). Paraleptophlebia (ruffoi, submarginata). Thraulus (bellus).
Polymitarcyidae
Ephoron (virgo).
Potamanthidae
Potamanthus (luteus).
Ephemeridae
Ephemera (danica, glaucops, vulgata, zettana).
cie a specie e dove tali differenze sono significative. Beh, diciamo che possono esserlo. In Italia abbiamo circa 130 specie di effimere, suddivise in dodici famiglie e trenta generi, ma nella pratica di pesca possiamo considerare interessanti circa 30 specie che popolano le acque che possiamo affrontare a mosca. Le descrizioni, gli schemi e le tabelle che illustriamo in questo articolo vi consentiranno di determinare con sicurezza le famiglie. Da dove partiamo? Intanto da una immagine tipica per consentire di distinguere le effimere da ogni altro insetto. Detta distinzione è facile: è l’unico insetto che a riposo tiene le ali acco-
piate e verticali ed è dotato di lunghi filamenti caudali. Le poche eccezioni sono relative alla famiglia dei piccolissimi Caenidae, che a riposo presentano le ali aperte e orizzontali, ed infatti ad un’osservazione superficiale sembrano banali moscerini. L’altra eccezione è la specie Ephoron virgo (ex Polymitarcys virgo), famosa per gli imponenti (antichi) sfarfallamenti dell’Arno fiorentino, i cui adulti compiono mutazione e riproduzione in volo, vivono poche ore, si posano solo quando muoiono, pertanto non vedrete mai un esemplare a riposo con le ali verticali, poi la specie, caratteristica dei grandi fiumi del piano, è quasi scomparsa in Italia, essendo questi fortemente inquinati.
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L’ultima muta da subimago a imago avviene in volo e non comprende le ali, che appaiono sempre ceracee e opache. Una nota che caratterizza questa specie è la disparità dei cerci tra maschio e femmina: il primo presenta due lunghi filamenti caudali (il paracerco è cortissimo, più delle pinze genitali), la femmina tre.
Venulazione alare delle Effimere
Ed a proposito dei cerci, questi rappresentano un primo, ben visibile carattere discriminatorio delle famiglie. Le famiglie italiane di effimere dotate di due cerci sono tre: i Baetidae, gli Heptageniidae ed i Siphlonuridae. I Baetidae si distinguono per avere le ali posteriori sensibilmente più piccole delle anteriori, circa 1/5, oppure assenti (solo generi Cloeon e Procloeon). Mentre gli Heptageniidae popolano torrenti e fiumi del piano veloci, i Siphlonuridae (unica specie italiana: Siphlonurus lacustris) popolano acque lente e limpide, anche assai rare qui da noi, eccetto le sorgive. Heptageniidae e Siphlonuridae si distinguono facilmente tra loro per le venulazioni alari tra le due vene cubitali, le vedete nell’immagine dell’ala e nella chiave illustrata. Ecco determinate Baetidae ed Heptageniidae, due delle famiglie di effimere più importanti, entrambe frequenti in tutti i torrenti d’ogni dimensione, mentre i Baetidae popolano anche tutte le acque del piano che consentono una vita biologica appena decente. Un ulteriore carattere ben visibile che determina i Baetidae con certezza è questo: la ali anteriori presentano, al margine dell’ala, una coppia (oppure una sola) di brevi venature intercalari tra ogni venatura che arriva al bordo dell’ala (vedi foto in basso pagina a fronte). Passiamo ora alle effimere dotate di tre cerci. Le Ephemeridae si distinguono per la grande dimensione, le Oligoneuriidae (una sola specie: O. rhenana), si individuano facilmente perché le venature appaiono accoppiate e fuse assieme, cosicché al bordo dell’ala ne arrivano solo sette, come si vede bene nella foto. Il problema più impegnativo è quello di distinguere le Ephemerellidae
C costa
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base della determinazione sistematica delle famiglie
settore radiale R2 IR2 R3a IR3a R3b IR3b R4+5
ramo anteriore intercalare biforcazione del mediano intercalare biforcazione del mediano intercalare ramo posteriore
media anteriore
MA1 ramo anteriore IMA intercalare MA2 ramo posteriore
Sc subcosta
media posteriore
R1 radio
M1+2 ramo anteriore IM intercalare M3+4 ramo posteriore Cu1 prima cubitale
campo costale
zona tra le cubitali campo subcostale Cu2 seconda cubitale
A1
prima anale
A2
seconda anale
A3
terza anale
Ala anteriore di Heptageniidae
Quest’ala (fam. Heptageniidae) mostra le triadi originarie del modello ancestrale. Vi sono tre venature parallele al bordo anteriore dell’ala: costa, subcosta e radio. Poi vi sono tre triadi, cioè rami che si suddividono in triadi e formano i settori: radiale, media anteriore, media posteriore. Indi abbiamo le due cubitali ed infine le tre anali. L’immagine è tratta dalle “Guide Entomologiche” di Fly Line. dalle Leptophlebiidae, poiché occorre osservare l’origine prossimale delle due venature cubitali e della prima anale. Tuttavia può aiutare molto la silhouette: le Ephemerellidae hanno il torace più grande e gibboso rispetto all’addome delle Leptophlebiidae, il cui addome è lungo e sottile nel maschio e lungo e grassoccio nella femmina. Poi nelle prime il colore generale dell’immagine è giallastro nella femmina e rosso cupo
nel maschio (nelle subimmagini appare più tenue, chiaro e sbiadito), nelle Leptophlebiidae è di regola marrone brunastro scuro con sottili anelli addominali assai chiari e nettamente distinti. Bene, con questi caratteri facili ed evidenti, nei quali la filogenesi è assai relativa, dovreste essere in grado di individuare le dieci famiglie di effimere nostrane senza essere evoluzionisti o genetisti molecolari, tutta gente che, per
costruttivi. Velocità dell’acqua - Imitazioni adatte ad acque veloci e vorticose come nei torrenti necessitano di strutture di galleggiamento più efficienti di quelle studiate per le acque lente dei fiumi e delle sorgive del piano. È vero che il raffinarsi dei materiali e dei concetti costruttivi consente di realizzare imitazioni dotate di poco hackle a galleggiare quasi come quelle assimilabili a palle di pelo, ed infatti è un argomento che in Fly Line trattiamo con frequenza e con sommo piacere.
Oligoneuriidae, O. rhenana. Sopra, la famiglia Oligoneuriidae è presente con un solo genere (Oligoneuriella) ed una sola specie: O. rhenana, dall’ala talmente particolare da rendere impossibile confonderla con altre specie. Sotto, un carattere immediato per distinguere i Baetidae sono le doppie (o singole) brevi venature intercalari alle altre presso il bordo dell’ala, poi i due soli cerci e la piccolissima (o assente) ala posteriore tolgono ogni dubbio residuo.
Baetidae
fortuna, a pescare ci va pochissimo. In realtà, del centinaio circa di effimere italiane quelle che interessano veramente, poiché il Pam ci si deve confrontare nel 90% dei casi, sono all’incirca una trentina, se poi si considera che gli appartenenti agli stessi generi possono risultare assai simili, ecco che nelle imitazioni si può introdurre il concetto di “insiemi”, come ad esempio tra gli Ecdyonurus, ma anche tra molti Heptageniidae, della cui famiglia uno dei generi è appunto Ecdyonurus. lo stesso tra varie specie di Baetidae. Ma non solo, esistono anche insiemi “trasversali”: sfido qualunque temolo a distinguere una Heptagenia longicauda subimago da un Baetis fuscatus subimago. Invece, entrando nel contesto delle imitazioni, occorre valutare altri adattamenti di queste non tanto all’imitatività, bensì alla situazione morfologica e biologica del corso d’acqua. Ecco quindi ulteriori suddivisioni che comportano svariati criteri imitativi/
Abbondanza di alimento - La massa biotica del fiume o del torrente influisce a sua volta sul livello di selettività del pesce. Ad esempio nei torrenti dolomitici a basso contenuto di calcare per reperire qualche larva di effimera o tricottero occorre scaravoltare quintali di sassi, mentre nei torrenti appenninici è raro girare una pietra del fondo e non trovarvi svariate larve. Nei primi potrebbe essere più opportuno un terrestrial anche in piena stagione di sfarfallamenti, e la stessa presentazione potrebbe richiedere una caduta rumorosa dell’imitazione, al contrario degli accorgimenti da praticare nei torrenti più pregni di vita. Enfatismo imitativo - In ambienti torrentizi e sorgive poco battute accentuare i caratteri determinanti degli insetti potrebbe essere la carta vincente, mentre in sorgive con pesce molto selettivo tale accentuazione potrebbe aiutare il pesce a distinguere l’insetto vero dalla fregatura. Sono solo accenni: detti argomenti necessiterebbero di studi enciclopedici, del resto la letteratura Pam... Eh, eh, altro che studi enciclopedici! In ogni caso ricordiamo che l’entomologia non è necessaria per prendere pesci a mosca, tuttavia crediamo di poter assimilare le discussioni tra Pam non entomologi a quelle di un circolo di cucito di vecchie zitelle inacidite, e quelle di Pam entomologi (anche se allo sbaraglio) a quelle di giovani zitelle perennemente arrapate.
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