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Roberto Messori
Tra gli insetti che interessano il pescatore a mosca i Plecotteri sono certamente i più... preistorici. Non solo perchè sono i più antichi, pare, ma perchè tutto in loro pare mostrarci il passato più remoto. Nelle loro esuvie aggrappate saldamente ai sassi, visibili da una stagione all’altra, scorgiamo l’attaccamento alla vita di creature fragili e minute che, dopo aver visto l’estinzione dei dinosauri, ispirano a registi famosi nuove forme per le loro astronavi.
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Ultime arrivate, come credibilità, nelle scatole dei Pam nostrani, le Stone Fly sono in realtà imitazioni dalla straordinaria efficacia. Esclusivi delle acque pure di torrenti e sorgive (i plecotteri sono notoriamente sensibili all’inquinamento al punto che le specie dei fiumi del piano sono in pratica estinte), presentano caratteristiche perfette per la Pam: con poche imitazioni è possibile rappresentarli quasi tutti, la loro galleggiabilità è pressochè identica a quella delle imitazioni e rappresentarne la silhouette è un gioco da ragazzi. Ecco la serie più antica dei quattro dressing di Stone Fly pubblicata dal Ronalds nel 1821 e la loro attualizzazione costruttiva.
Una piccola perla gialla (Siphonoperla torrentium) e la sua perfetta imitazione, la Yellow Sally, ci introdurranno alla scoperta dei più antichi dressing di stone fly.
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sulla pietra… - Sulla pietra è facile vedere, se non un plecottero, qualche esuvia aggrappata alla superficie di almeno una delle circa 150 specie di plecotteri presenti in Italia. Occorre però che la pietra lambisca la corrente, o quasi. Infatti i plecotteri vivono come larve sui substrati e come adulti nelle immediate vicinanze dell’acqua. Più ci si allontana da questa, anche di una manciata di metri, e più è difficile reperirne. Le loro larve sfarfallano all’asciutto, di regola dopo aver camminato sui fondali ed esserne uscite arrampicandosi sui macigni o sulla vegetazione riparia. Al di là dell’opinione di chi ritiene che i pesci non li gradiscano più di tanto, o la loro etologia li stimoli poco non sfarfallando come effimere e tricotteri, noi siamo convinti che i plecotteri siano graditi ai pesci almeno quanto gli altri insetti, e quelli grossi ancora di più, con il vantaggio di uscire dai bisogni imitativi del 95% dei Pam. In questo articolo ci occuperemo delle imitazioni delle forme adulte, partendo da quelle scientificamente più antiche per riproporle leggermente adeguate ai tempi, almeno relativamente ad alcuni materiali ed alle nostre esigenze di maggiore galleggiabilità. I plecotteri sono insetti antichissimi nella storia del pianeta e sono antichi anche nella storia Pam. È noto infatti che nel Treatyse di Dame Juliana Bernes “Fisshynge with an Angle”, e qui retrocediamo di oltre cinque secoli,
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era l’anno 1486, la mosca consigliata per il mese di aprile era una stone fly, oggi interpretata come Perla bicaudata. Ecco il dressing originale suggerito dal vecchio trattato: corpo in lana nera, nel lato inferiore lana gialla soltanto sotto la coda e sotto il torace, ali in sezioni di penna del maschio dell’anatra. Era una no-hackle, per usare la moderna terminologia, o un’antica dimenticanza del tempo. Il corpo composito e con colori diversificati ne mostra la puntigliosità imitativa, evidentemente i veri plecotteri erano stati catturati ed osservati con attenzione. Successivamente sono stati sempre tenuti, i plecotteri, in opportuna considerazione dai Pam anglosassoni e dai loro cugini Usa, come vedremo, ma molto meno dai francesi e, conseguentamente, dagli italiani, che per fortuna hanno recuperato parecchio terreno, e forse oggi sono in testa nella rivalutazione alieutica di quest’ordine. Può darsi che parte della responsabilità nella discriminazione perpetrata ai danni delle perle (alias plecotteri) nel secolo scorso sia da attribuire a L. De Boisset, che nella sua opera “Les Mouches du Pechêur de truites” limita a sette pagine il capitolo che li riguarda, mentre alle effimere ne riserva ben 146, inoltre spara sentenze terrificanti a proposito delle imitazioni anglosassoni, ma anche delle imitazioni in genere, valutando impossibile imitare le grandi perle in modo efficace e facendosi forte del fatto che neppure Halford ne ha proposto modelli importanti. Evidentemente
Halford e De Boisset non ebbero mai l’opportunità di pescare in sfarfallamenti di Salmon Fly o di Golden Fly nel Madison a monte del Three Dollars Bridge all’inizio di luglio. O forse vennero morsi da bambini. Inoltre l’etologia dei rappresentanti di quest’ordine è diversa da quella cui ci hanno abituato effimere e tricotteri: niente emergenze in massa dall’acqua e niente (o di rado) ovodeposizione sempre in massa, non solo, ma per lo più gli sfarfallamenti sono crepuscolari o notturni. Eppure i pesci li mangiano eccome, sia come larve che come adulti, appena si presenta loro l’occasione. Non solo, ma i plecotteri non essendo dotati di zampe idrofobe non possono reggersi con esse sulla superficie dell’acqua e le nostre imitazioni li imitano ancor meglio, quando penetrano la superficie con le barbule, l’estremità dell’amo o parte dell’addome. Il contenuto numero delle imitazioni dei vecchi testi lo si deve certamente al fatto che i numerosi plecotteri, ma soprattutto i più comuni, possono essere compresi, per morfologia, dimensione e colore, in una serie ristretta di modelli, Ecco le quattro imitazioni proposte e che, pur mantenendosi prossime all’ortodossia come struttura e materiali, sono in grado non solo di imitare tutti i plecotteri più comuni, ma di farlo bene al punto da poter conferire loro fama di ottima efficacia.
STONE FLY
WILLOW FLY
RED FLY (FEBRUARY RED)
YELLOW SALLY
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e non allo scarso interesse per il Pam. Vediamo brevemente alcune note sulle tre caratteristiche “visive”. Sul colore - Dorsalmente sono in buona parte ricoperti dalle 4 ali chiuse a “forbice” sopra l’addome e che presentano colorazione fuligginosa, ombrina e grigiastra, pur sui toni del bruno o del grigio, con la sola eccezione, in pratica, delle specie con ali giallo vivo, quali Chloroperlidae e Perlodidae. La parte superiore di testa e torace appare spesso bruna o nerastra e di rado con disegni gialli o arancioni. Ventralmente la natura si è sbizzarrita maggiormente, ma
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non ha perso la testa per l’entusiasmo. Alcune specie, anche grandi, presentano addome giallo o arancio vivo, ma la maggior parte tende al bruno nerastro, terra d’ombra o rossastro, con poche eccezioni. Sulla morfologia – Tutti la conosciamo e non ne produrrò una descrizione, visibile comunque nelle foto. A parte gli appartenenti ad un paio di generi i cui rappresentanti hanno ali parzialmente arrotolate attorno all’addome, tutti tengono le ali a riposo sovrapposte piatte sopra l’addome così che, viste di lato, queste appaiono come una struttura as-
sai sottile. Il corpo, sotto le ali, è sempre più corto di queste e da esse possono o meno sporgere le due appendici caudali. Sono sempre presenti le antenne. Le sei zampe sono abbastanza lunghe ed il loro
Un plecottero di media dimensione (Nemouridae) ed una buona imitazione con ala in hackle “reverse” e base in barbule di Cdc. Fidatevi: è un’imitazione di terrificante efficacia
piano d’appoggio interessa tutta la lunghezza del fianco dell’insetto. E questo vale per tutti i plecotteri, a prescindere dalle esigenze imitative. Sulla dimensione – Le dimensioni che ci interessano vanno dal centimetro scarso ai tre centimetri abbondanti, anche se l’Ordine comprende, su scala planetaria, specie da 4 a 40 millimetri. In funzione della dimensione possiamo quindi individuare tre taglie alla moda: small, medium e large. Anche una extralarge se andate nel Madison tra giugno e luglio. Insomma: un centimetro, due centimetri e tre centimetri. Tenuti un po’ scarsi. Gli ami? Sensibilmente più corti: 16, 14, 12, data l’eccedenza delle estremità alari, ed anche il 10 per le Perlidae, le più grandi, se ci credete, e fareste bene. Veniamo quindi alle imitazioni. I precedenti - Possiamo affermare che, successivamente alla Bernes, il primo plecottero scientificamente adottato in un libro di dressing per pescatori a mosca sia il Nemoura nebulosa, citato nella quarta tavola a colori del libro “Fly Fisher’s Entomology” di Alfred Ronalds (1836), libro che ne riporta altri tre, come vedremo. A quel tempo il genere era ascritto alla famiglia
Perlidae, inserita a sua volta nell’ordine Neuroptera. Anche la specie è cambiata, essendo migrata in un altro genere, ma non inoltriamoci in una per noi impossibile filologia entomologica. Più semplice appare la sua imitazione: The Red Fly, detta anche Old Joan, nomi perduti nel tempo come la specie che rappresentavano. Era consigliata per il mese di marzo e probabilmente il suo “successore” nella moderna terminologia è la February Red. Non possiamo ora non dare il dressing originale della Red Fly. Red Fly (Old Joan) Amo. N. 2 a gambo corto (n. 13 della scala Redditch). Body. Misto di pelo rosso scuro di scoiattolo e lana mohair tinta claret (rosso violetto), il dubbing deve mostrare alla fine del corpo il solo colore claret. Ribbing. Si modella e irrobustisce l’addome con spirali di seta bruna. Wings. Sezioni di morbido quill di pavone maschio con tinta “d’ombra”, il tipico grigio brunastro delle ali del plecottero, fissate piatte e adagiate sul corpo. Legs. L’hackles dev’essere appositamente tinto colore claret, poiché nessun maschio del gallo presenta di sua natura hackle di questo colore. Tagliate parte
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delle barbule superiori, a mosca finita. A giudicare dai dressing a noi pervenuti dall’antichità (antichità relativa, naturalmente) occorre rilevare che all’origine quest’ordine di insetti interessava i Pam dal Quattrocento all’Ottocento allo stesso modo di tutti gli altri insetti acquatici e non, uniti dall’unica caratteristica, come destino biologico o accidentale, di finire in bocca ai pesci. Insomma, davvero sembrava che non esistessero discriminazioni entomologiche se non quelle dovute all’epoca di impiego o di sfarfallamento. L’opera all’unisono più datata e completa ritengo sia quella del Ronalds citata nel primo paragrafo, ebbene essa propone uno spettro di insetti e relative imitazioni così ripartite: 15 effimere (delle quali 6 “duplicate” in dun e spinner per 21 imitazioni); 4 tricotteri; 4 plecotteri e 20 appartenenti ad altri ordini (ditteri, sialidi, imenotteri, neurotteri,
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etc), tutti relativizzati al mese o alla stagione di impiego. Io ritengo che questi numeri non rappresentino le percentuali di interesse all’uno o all’altro ordine, ma l’effettivo riscontro ambientale di presenza e sfarfallamenti delle specie individuate imitabili con mosche, inevitabilmente, d’insieme. Occorre inoltre rilevare che a quel tempo l’entomologia era assai acerba rispetto a quella odierna e che in Inghilterra le specie di insetti, soprattutto acquatici, erano (e sono) sensibilmente inferiori di numero rispetto alle specie presenti in Europa. Ecco, nella pagina a fronte, la February Red (Red Fly) e, qui sotto, la specie ispiratrice: Nemoura nebulosa. Forse non sarà la nebulosa, ma Nemouridae lo è di certo. In ogni modo si noti la tonalità bruno-rossiccia dell’addome visibile sotto le ali.
I quattro plecotteri pubblicati dal Ronalds sono: Red Fly, Stone Fly, Yellow Sally e Willow Fly. Il dressing del Red Fly (Nemoura nebulosa) l’abbiamo già dato, ecco gli altri, che nel loro tempo imitavano rispettivamente le specie: Perla bicaudata, Tenthredo viridis e Nemoura fuliginosa. Non ci staremo a chiedere cosa sono diventate queste specie nell’attuale sistematica, ma riportiamo i dressing originali delle imitazioni e le eventuali considerazioni che li accompagnavano. Stone Fly Amo. N. 4 o 5 (n. 10, 11 della scala Redditch). Body. Pelo dall’orecchio di lepre mischiato a pelo di cammello, spiralato con seta gialla, più fitta all’estremità dell’addome. Tail. Due barbule screziate di pernice. Wings. Sezione di penna di fagiano maschio.
Legs. Hackle tinto verde brunastro, o grizzly scuro naturale. Considerazioni. Questa mosca è altamente efficace se utilizzata nei corretti momenti, sia facendola saltellare con lanci cortissimi in acque profonde che pescando in wading a risalire, e si dimostra efficace per grosse trote sia all’alba che al tramonto. Yellow Sally (Flat Yellow) Amo. N. 2 a gambo corto (n. 13 della scala Redditch). Body. Qualche pelo giallastro di camoscio spiralato con seta gialla o verde mela. Wings. Sezioni di penna di gallina bianca tinta giallo chiaro. Legs. Hackle ginger molto chiaro o gallina bianca tinta di colore giallastro. Willow Fly (Withy Fly) or Shamrock Fly Amo. N. 1. Temolo (n. 14 della scala
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Foto 1 (descrizioni nel testo alle pagg seguenti) Redditch). Body. Dubbing realizzato con poco pelo di talpa assai corto spiralato con seta gialla. Wings & Legs. Hackle di gallina dun scuro col bordo fortemente sfumato di rame, noto anche come golden dun. Il bunch di fibre dev’essere rivolto all’indietro imitando le ali superiormente e le zampe inferiormente. Possiamo affermare che l’opera di Ronalds fu una pietra miliare nella trasformazione della Pam in disciplina para-scientifica ed i suoi dressing, per quanto più antichi che datati, possono mostrare diversi indizi sulla precisione imitativa perseguita in quei modelli, indizi che ben colti mostrano quanto oggi si sia perduto in questo campo. Non possiamo analizzare mosca per mosca ed insetto per insetto e relativizzare ciascun componente alla sua funzione imitativa in questo poco spazio, ma possiamo accennare a qualche esempio. Ad un’occhiata superficiale i plecotteri, con l’eccezione delle specie violentemente gialle quali i Chloroperlidae ed i Perlodidae, ed alcune grandi perle con corpo giallo ed arancione, appaiono grigiobrunastri o color terra d’ombra, ma ad una osservazione più approfondita ecco che appaiono tinte inaspettate e ben più vivaci di quanto s’era supposto, come ad esempio nella Red Fly, probabilmente l’attuale February Red, imitante Brachyptera risi e Taeniopteryx nebulosa secondo J. Goddard, probabilmente l’attuale nome di Nemoura nebulosa. L’insetto si presenta infatti con ali colore grigio brunastro, addome bruno rossastro, femori gialli inferiormente e rossastri superiormente: il tutto è perfettamente ripreso dai materiali suggeriti, che enfatizzano leggermente i colori come vuole il principio che l’aggressività aumenta, nei predatori, con l’amplificazione dei caratteri fondamentali, quelli che, per primi, colpiscono la vista. Insomma, la breve serie di Ronalds appare capace di imitare quasi tutti i plecotteri presenti in Gran Bretagna, e certamente tutti i più diffusi nelle acque del Sud che era solito frequentare. La Stone Fly imita le grandi perle (con Stone Fly si intende infatti l’imitazione dei Perlidae). La Yellow Sally imita i
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Foto 3
Ecco la sequenza della Red Fly (l’attuale February Red) descritta nel dressing. Si tratta di una realizzazione spartana, semplice ed essenziale quanto rapida, caratteristica utile, la rapidità d’esecuzione, data la fragilità dell’ala ai denti delle trote. Con i temoli il problema è meno fastidioso ed in ogni modo è quasi esclusivo dei
modelli di grande taglia. Il rosso è più intenso che nel vero insetto e questo particolare onora sia l’amplificazione di un carattere ritenuto importante che il più generale fatto che vuole il colore rosso comunque capace di stimolare aggressività. Oltre vedremo il montaggio alternativo con ali in punta di hackle.
Foto 2
Sono il pollice e l’indice della mano sinistra a conferire alla hackle rovesciata una forma “avvolgente” imitante le ali di questi piccoli plecotteri. Con il montaggio “reverse” dell’ala è più facile ottenere questo risultato che non il contrario.
Foto 4
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Chloroperlidae ed i Perlodidae, mentre Willow Fly e Red Fly imitano, in pratica, i plecotteri rimanenti, di dimensione piccola e media e con colori monotoni. Dressing! - Vediamo ora i quattro modelli proposti dal Ronalds e “riproposti” in chiave più moderna. Le modifiche sono relative soprattutto ad alcuni materiali più idrofobici ed all’adattamento alle acque torrentizie dello stivale. La February Red (diciamo la Red Fly), preferisco realizzarla con il corpo in pelo di foca tinto rossastro scuro, ala rovesciata (vedi foto) in hackle di gallo grigio scuro brunastro, con l’alternativa di ali in punta di hackle anziché con barbule rovesciate, belle e imitanti, ma fragili. Ecco come procedo per il facile montaggio.
February Red – vedi foto alle pagine precedenti (qui a lato sta la versione con ali in punta di hackle). Foto 1 - Niente code, sporco il gambo di vernice, parto ad un terzo dall’anello col filo di montaggio bruno e l’avvolgo a larghe spire fino all’inizio della curvatura. Sporco di cera circa 4 centimetri di filo e realizzo un semplice corpo in dubbing utilizzando pelo di foca tinto rosso violetto scuro (claret), il sistema ad asola può essere omesso, data la piccola massa di pelo. Occorre prevedere che le ali verrano fissate sulle ultime spirali del corpo e non dopo la fine di questo, pena il loro raddrizzamento causato dallo scalino corpo in dubbing/gambo dell’amo. Foto 2 – Sulle ultime spire fisso piatta una hackle di collo di gallo bruno grigiastro rovesciata. L’estremità deve sporgere circa di un terzo. Volendo si possono inserire tra corpo ed ala alcune fibre di Cdc per migliorare il galleggiamento e l’aspetto impressionista della mosca. L’accorgimento importante è che si deve bloccare l’ala con le fibre rovesciate che tendono ad “abbracciare” il supporto, così che l’ala tenda ad avvolgersi a cilindro sull’addome. Foto 3 – Si appone un hackle di gallo bruno grigiastro (dun) e si ingrossa moderatamente col filo di montaggio la parte tra ala ed anello in cui la avvolgeremo. 14
1 - February Red con ali in punta di hackle: si realizza il corpo come nelle foto precedenti, indi si appongono due punte di hackle senza tagliare
la barbule eccedenti, che sono le fibre che “scappano” verso l’alto. Per farle “scappare” verso il basso imitando le zampette è suf-
ficiente premerle leggermente con indice e pollice della sinistra durante il fissaggio. 2 - Si appone una hackle bruna.
4 - Fe ambi rente 3 - Si avvolge la hackle completando la mosca col nodo di chiusura.
5 - La corretta apposizione delle ali non è difficile, un utile accorgimento è bloccarle con due giri morbidi, correggerle con le dita (movimenti impercettibili) per poi bloccare strettamente.
ebruary Red ientata in tore.
Ecco la versione della February Red con ali in punta di hackle, valida alternativa al quill di tacchino. La successione delle foto parte dal corpo già realizzato come spiegato nella versione precedente.
Foto 4 – Si avvolge la hackle, si taglia l’eccedenza e si esegue il nodo finale. Questa imitazione è una perfetta intepretazione del vecchio dressing, ha sempre mostrato rilevante efficacia, ad inizio e fine stagione in ogni tipo di acque di buona qualità, per trote e temoli. L’unico handicap è la fragilità dell’ala dovuta alla sua struttura rovesciata. Questo sistema ha però il vantaggio di un migliore assetto dell’ala e di un’evidente superiorità imitativa. Io antepongo sempre l’efficacia alla robustezza, ma per chi desidera mosche più resistenti alle abboccate ecco in questa pagina una versione con ali in punta di hackle (eventualmente miste Cdc). La versione con ali in punta di hackle (foto in queste pagine) si realizza con lo stesso processo costruttivo, l’accorgimento
più importante è che non si devono tagliare le fibre eccedenti della hackle prima di montarle limitatamente alle punte. Ciò aiuterà la disposizione “piatta” delle ali, altrimenti la tendenza sarà quella di mettersi di taglio. Le ali delle stone fly - In effetti il problema principale delle stone fly è realizzare l’ala piatta a ricoprire l’addome e conseguentemente il reperimento di materiali idonei. Tentiamo una breve carrellata sulle varie possibilità. Il migliore è certamente il quill di tacchino, è naturale, sottile, piatto o leggermente incurvato, sub-trasparente e facilmente reperibile (giacchè tutti i negozi lo vendono in bustine) ma la sua limitata larghezza lo rende adeguato solo per plecotteri di piccola dimensione, o
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poco più grandi. É perfetto infatti per i Leuctra ed i Taeniopterygidae, le cui ali sono tenute a riposo semiarrotolate attorno al corpo. Le sezioni delle penne remiganti delle ali di grandi volatili possono essere utilizzate, ma sono in pochi a sottoporsi alle tribolazioni di questo montaggio, unitamente alla inevitabile fragilità e pesantezza, una volta bagnate. Questa esigenza è stata infatti avvertita dai produttori di materiali, che continuano a sfornare fogli di plastiche varie, talvolta addirittura stampate con i disegni delle venulazioni alari dei plecotteri, da ritagliare o fin fustellate. Queste non verranno prese in considerazione, almeno in questo articolo, per incompatibilità col sottoscritto. L’utilizzo dei collanti è stato tentato, sempre nel desiderio di correggere i limiti della natura, ma introducendone di nuovi: con dita “sporche” di colle morbide tipo Attaccatutto si percorre una hackle di gallo dal calamo alla punta e si ottiene un’ala lanceolata che non è male, per chi ha simpatia per il sistema. Lo stesso si può fare con altre piume o penne. Il risultato è visibile nelle foto qui a destra. Si ottiene un compromesso tra natura e plastica di sintesi che soddisfa diversi Pam, ma io sono tra gli insoddisfatti: troppa pesantezza, rigidezza e schifezza nelle dita in fase di montaggio. Le hackle di gallo, gallina e Cdc libere (nel senso di non reverse, trattate a parte) sono abbastanza adatte, utilizzando la parte terminale della piuma, magari combinate tra loro, sia nelle piccole che nelle grandi dimensioni. Occorre montarle doppie e sovrapposte, ovviamente, ma ecco che ci si scontra con un problema tecnico: la tendenza delle hackle è di disporsi di “taglio”, mentre qui dobbiamo disporle piatte. Occorre risolvere il problema con qualche piccola acrobazia e qualche accorgimento, come quello di non recidere le barbule lungo il calamo che verrà tagliato quale eccedenza, insomma vanno legate senza “pulire” parte della rachide dalle fibre. La cosa aiuta. Specie se i primi due avvolgimenti sono tenuti morbidi. Aiuta ancor più, per renderle piatte, montare le hackle con barbule “re-
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Sopra: piuma di fagiano incollata trascinandola tra le dita bagnate di collante. La robustezza non è eccezionale. Qui a lato: ecco la stessa operazione eseguita su hackle di gallo. Occorrerà poi sagomarle con le forbici. Queste strutture sono accettabili, ma rigide ed innaturali. Inoltre non sono poi indistruttibili.
Non è indistruttibile neppure l’ala realizzata con hackle rovesciato all’indietro lungo la rachide, come si può vedere da questa Stone Fly aggredita da una trota fario che, almeno, aveva dalla sua la dimensione. La Stone Fly era realizzata con ali doppie in hackle rovesciato, con anteposta una hackle libera di Cdc. Nella foto del disastro si vedono bene le due hackle strappate ed il Cdc, reso ora visibile. Tuttavia la mosca non è da rimpiangere: la trota era circa un paio di chilogrammi ed il sacrificio fu considerato sopportabile. In alto a destra eccola prima dell’abboccata, assieme a tre compagne del commando.
verse” (wonder wing): è il sistema che preferisco e adagiarle piatte è abbastanza semplice tecnicamente, ma soprattutto straordinario come imitatività. Inoltre l’ala, semplice o doppia (uno o due hackle) è dosabile in larghezza (esercitando dopo il fissaggio, ma prima di legare con più giri stretti, una modestissima trazione con la rachide), ed irrigidita quel tanto che basta dalla struttura che si viene a formare. Lo considero il sistema migliore in assoluto, con l’unico handicap della fragilità, fatto che non mi scompone più di tanto, mentre so che per altri Pam lo stress che ne deriva è assolutamente insopportabile. Un altro limite è la lunghezza possibile, notevole, ma non illimitata. Per le imitazioni di maggiore dimensione un buon sistema è associare una hackle di Cdc ed una di collo di gallo. Naturalmente vanno scelte con barbule lunghe, e lunghissime per l’imitazione dei plecotteri di massima dimensione. Questa premessa è utile per introdurre la prossima imitazione, la buona rappresentante della famiglia Perlidae,
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che comprende i generi Perla e Dinocras, che annoverano le specie di maggiore taglia. In effetti le imitazioni delle foto in questa pagina intendono rappresentare alcune Perlidae di dimensione non eccessiva, soprattutto i Dinocras. Sono realizzate con il minimo dispendio possibile di materiale, per lo scopo che si intende raggiungere. Sono queste le Stone Fly propriamente dette. Le grandi perle si aggirano, da adulti, sui tre centimetri circa e anche piĂš: sono gli insetti che hanno messo in ginocchio i Pam francesi togliendo loro la fiducia, grazie ai dubbi insinuati dal De Boisset, eppure sono imitazioni estremamente efficaci nella fase iniziale della stagione e fino a primavera inolLa sequenza presenta la costruzione della Stone Fly, che continua alle quattro pagine successive, le prossime due per illustrare meglio il montaggio delle ali reverse (definito anche wonder), le due successive per il completamento della mosca.
Foto 4. Si appone il Cdc, in bunch di barbule oppure in hackle intere, curando che sia centrato e piatto quanto possibile.
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Foto 1. Si inizia fissando le code, la seta per gli anelli addominali e l’asola per il dubbing, indi si torna all’anello col filo di montaggio.
Foto 2. Si prepara il corpo col dubbing di pelo di foca giallo.
Foto 3. Si realizza l’addome avvolgendo il pelo di foca e poi realizzando gli anelli addominali.
Foto 5. Si appone la hackle con barbule ribaltate sopra il Cdc, curando che sia adagiata sul corpo, orizzontale e ben simmetrica. Ora si tagliano le eccedenze e ci si accinge ad apporre una hackle.
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Foto A - Si ribaltano le barbule di una hackle tolta dall’estremità superiore di un collo di gallo di opportuno colore. Più le barbule sono lunghe e più l’ala potrà essere lunga a sua volta. Si percorre con le dita verso il basso fino al limite delle barbule, come alla foto successiva. Foto B
Foto B - Ecco che le dita sono al limite, allungando ancora, le barbule scapperanno dalle dita ed occorre ricominciare. Ripetendo più volte l’operazione si stabilirà la lunghezza massima possibile con quella hackle.
Foto D
Foto D - La foto è scattata di fronte alla mosca, lungo il suo asse. Indice e pollice della sinistra premono ora l’ala sul dorso dell’amo, liberando la barbule prima trattenute dalla destra e che ora si vedono libere. Sotto la rachide si intravvede l’anellino dell’amo. Si vede anche il filo di montaggio (sull’unghia) col quale la mano destra fisserà l’ala.
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Foto C
Foto C - Stabilita la lunghezza, si sovrappone l’ala al corpo della mosca fino ad adagiarlo su di essa quanto possibile. Poi con indice e pollice dell’altra mano (la sinistra se non siete mancini), occorre fermarla superiormente cercando di adagiarla lungo il corpo come a riverstirlo. A questo punto si può lasciare la presa con la destra, che dovrà armarsi di bobinatore per fissare l’ala, come alla foto 4.
Montaggio ala reverse (wonder)
Foto E - Ecco bloccata l’ala “reverse”. Ora non rimane che tagliare l’eccedenza ed apporre l’hackle. Nella foto piccola una visione 3/4 dall’alto.
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trata. Io ritengo che, in assenza di sfarfallamenti eclatanti, una Stone Fly con corpo giallo vivo, ala bruno grigiastra ed hackle bruno giallastro sia una mosca da caccia straordinaria, non solo, ma il super-noto coup du soir può essere tentato forse con maggior successo, da chi ama indugiare in torrente fino al crepuscolo inoltrato, con una corposa Stone Fly anzichè con la solita sedge. Per realizzare imitazioni di grandi perle occorrono inevitabilmente grandi ali e qui arrivano i limiti imposti dai materiali. Per le medie dimensioni consiglio l’ala in hackle reverse (vedi la sequenza di realizzazione alle pagine successive), per le maggiori non rimane che utilizzare le punte delle hackle, scelte di misura appropriata. Più che le punte ci andrà una buona porzione di hackle.
Stone Fly – vedi foto con sequenze di costruzione Le due precedenti sequenze di montaggio e che terminano con la sequenza qui a destra propongono una Stone Fly di media dimensione, l’artificiale finito è infatti lungo mm 25. Nel dressing, rispetto al Ronalds, i materiali sono stati in parte sostituiti: il corpo è in dubbing di pelo di foca tinto giallastro con anellatura in seta gialla, le ali sono con base in Cdc grigio scuro con apposta superiormente una hackle reverse bruno grigiastro, l’hackle è in gallo bruno grigiastro scuro. Ecco in questa pagina una foto della Stone Fly vista da sotto, a confronto con una Dinocras vista sempre da sotto. Si notino, oltre alle proporzioni, i colori del corpo e delle ali, chiaramente somiglianti, per non dire identici. Ed ora mettetevi al posto di una trota, immaginate di trovarvi sott’acqua in una buca dello Scoltenna, affamati, in una sera di maggio, e di vedere in superficie l’imitazione in alto a destra nella pagina a fronte. La mangereste? Ecco la Stone Fly finalmente terminata: tempo circa 9 minuti, foto comprese e se non avete fretta. Sono rispettati colore, silhouette e dimensione. L’interazione con la superficie dell’acqua è identica nel finto e nel vero, differenza che il pesce appura solo dopo l’abboccata.
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Dalla FOTO 5 (due pagg addietro) si eliminano le eccedenze e si prosegue...
FOTO 6 - Terminata l’ala, si appone una hackle di gallo bruno grigiastro nel modo più classico. L’eccedenza va tagliata preferibilmente dopo l’avvolgimento.
FOTO 7 - Ecco la Stone Fly terminata e pronta per il fronte.
FOTO 8 - Stone Fly... al fronte, presso le rive.
Ecco l’addome giallo vivo di una Stone Fly sullo sfondo delle ali miste Cdc-hackle reverse.
Ecco l’addome giallo vivo di una grande perla, ben imitato dalla Stone Fly
Potrà anche apparire grossolana questa Stone Fly, e certamente lo è, ma non vuole concedere nulla al pescatore se non il fascino, per chi sa coglierlo, della sua spartana semplicità. Derivando nelle correnti dei torrenti
è in pratica indistinguibile, almeno agli occhi del Pam ed alla distanza di pesca, dalle vere mosche della pietra, come ho potuto verificare le volte che in acqua si è trovata in compagnia di una sua cugina... biologica.
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Se non la mangereste mettetevi nelle pinne di un temolo dell’Adige in Vallagarina e provate daccapo. Se non la mangereste comunque rientrate in uno dei seguenti casi: o avete poca fantasia, o non sapete pescare a mosca, oppure siete l’unico salmonide vegetariano su questo pianeta. In ogni caso la vostra carriera Pam è rovinata.
Willow Fly Un’interessante variante moderna della Willow Fly ci è proposta da Taff Price, quale imitazione del plecottero Leuctra geniculata. L’amo è sempre il n. 14 dovendo imitare un insetto lungo mediamente da 7 a 10 millimetri. Il periodo utile è tra agosto e novembre. La preferisco alla versione originale per la sua impalpabilità e la sua capacità di offrire comunque un’immagine perfetta ed accattivante, quasi un
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ologramma. La sua efficacia è indiscutibile, la sua realizzazione veloce e facile, piace quasi più al Pam che al pesce, se mi è consentito, e viceversa. L’unica sua caratteristica ambigua è che pochi la conoscono, la realizzano e l’utilizzano. Per la verità, nonostante sia dichiaratamente l’imitazione di un Leuctra (in Italia il L. geniculata è segnalato per la Sardegna...) sia per silhouette che per colore è, ad esempio, molto più simile ai Taeniopterygidae in virtù delle bande scure che questi presentano nelle ali, ben ripresi dalle punte di hackle grizzly del dressing. Insomma, guardate le foto qui a lato e giudicate voi: l’insetto della foto sopra a destra è un Taeniopterix sp., sotto, nell’angolo in basso a destra, appare un Leuctra sp. ed in questa pagina in basso ecco la Willow Fly ambientata tra i muschi della riva di un torrente appenninico. Tuttavia, in apertura e chiusura di stagione
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ed in tutte quelle fasi ove sono presenti quasi esclusivamente piccoli plecotteri, la Willow Fly si dimostra l’unica spietata concorrente della terribile, piccola Stone Fly realizzata con ala in quill di tacchino ed hackle in Cdc misto gallo grigio bruno. Per giunta è più visibile. Inoltre la Willow Fly è in grado di rappresentare svariati altri insetti assortiti tra ditteri, lepidotteri, tricotteri ed altro, o comunque appartiene a quella schiera di mosche che, in effetti, non imitano nulla di preciso nonostante i riferimenti bibliografici, eppure catturano in modo non di rado stupefacente. Ecco dressing e montaggio. Willow Fly (Taff Price) Amo. N. 14. Filo. Arancio. Body. Herl di pavone tinto arancio.. Wings. Due piccole punte di hackle grizzly medio legate piatte sopra il corpo. Hackle. Gallo bruno. Può essere utile rilevare che l’herl di pavone tinto arancio emette riflessi ramati, richiamo curioso al dressing originale che costringerebbe il Pam a razzolare in centinaia di pollai alla ricerca della gallina giusta.
5 - Ecco l’imitazione terminata dall’avvolgimento dell’hackle e dal nodo di chiusura.
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1 - Due herl di pavone tinti arancio basterano al corpo.
2 - Ecco il corpo realizzato con poche spire delle herl (quill con le sue barbule). Io preferisco barbule lunghe, ma usando herl dall’occhio della piuma il corpo diverrà più fitto, esile e compatto.
3 - Il montaggio delle ali è semplice. Si utilizzano due punte di hackle grizzly (meglio se scuro) e l’unica difficoltà consiste nel tenerle quanto più piatte possibile. Allo scopo non recidete le barbule eccedenti prima del fissaggio.
4 - Come si vede le ali ora sono perfette (la foto alla terza pagina di questo articolo la mostra vista da sopra assieme alle altre tre imitazioni), é il momento di apporre l’hackle bruno scuro.
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Yellow Sally È certamente la stone fly più nota, poichè è impossibile non notare un plecottero come Isoperla grammatica, certamente il più noto di colorazione gialla, o i suoi cugini lontani o prossimi dei Chloroperlidae o dei Perlodidae con i loro colori gialli vivaci ed intensi, senza pensare di imitarli. Un plecottero giallo (Chloroperlidae) e l’imitazione del dressing proposto sono visibili nelle due foto in apertura di articolo, pagg 4-5). Nei torrenti dove questi esapodi sono frequenti è una mosca insostituibile. Il colore intenso più o meno uniforme di
Ecco la F-Fly di Marjan Fratnik, essenziale imitazione dei plecotteri gialli.
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questi insetti è tale da rappresentare insindacabilmente, più che il principale, l’unico vero carattere fondamentale, al punto che una F-Fly (la mosca ultranota creata da Marjan Fratnik e conosciuta generalmente come “Cdc”) gialla la rappresenta perfettamente e, volendo, il Pam non necessita d’altro per catturare pesce con sicurezza matematica. Ammesso, ovviamente, che nell’ambiente ci siano pesci e plecotteri gialli, oltre al Pam. Può essere costruita, di regola su amo 14, in tutti i modi: con punte di hackle e quill tinti in giallo vivo; in quill di tacchino tinto giallo, magari apponendone due leggermente divaricati; con l’impie-
go di collante gommoso (tipo adesivo PVC) attraverso il quale far strisciare, tra un supporto sporco di colla ed un dito, una hackle di opportuno colore che poi, legata piatta a ricoprire il corpo, imiterà le ali e, per le hackles di galleggiamento, cul de canard tinto giallo o hackle di gallo sempre giallo, o entrambe mischiate per acque più turbolente, eccetera. Purchè l’eccetera sia tinto di giallo. Insomma, i soliti trucchi. Ecco comunque un dressing di stampo classico con materiali ben selezionati, semplice da realizzare, robusto, ben galleggiante e garantito per 20 abboccate o 2000 rifiuti. Sassi e rami sono fuori garanzia.
La Yellow Sally del dressing.
Isoperla carbonaria
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1 - Si inizia realizzando un corpo, come nella Stone Fly, in pelo di foca giallo con anellatura in seta gialla, ma su amo n. 14 oppure 16 per imitare rispettivamente Perlodidae oppure Chloroperlidae.
AMO. n° 14. FILO. Giallo o giallo brunastro. CODE. No. CORPO. Dubbing di pelo di foca tinto giallastro con anellatura in seta floss gialla. ALI. Bunch di pelo (es. bue) tinto giallo legato al-
l’indietro a ricoprire l’addome. HACKLE. Gallo honey chiaro, pale olive oppure... tinto giallo. É un’imitazione che associa tre vantaggi: imitatività, visibilità ed efficacia. Credo che i più non la utilizzino per... eccesso cromatico.
3 - Fissata l’ala e recise le eccedenze, si appone nel modo classico una hackle giallastra pallida. Io preferisco prelevarla da un collo badger, poichè la banda scura interna imita bene le parti scure delle zampe che presentano alcuni Perlodidae.
5 - La Yellow Sally finita e ambientata.
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2 - Ecco come si realizza l’ala in bunch di pelo tinto giallo. Questo è ottenuto da pelo bianco di bue. Ingrassato con silicone presenta buona galleggiabilità, asciuga alla svelta, è robustissimo e la sua dilatazione conica imita perfettamente il profilo dell’ala.
4 - Ecco terminata la Yellow Sally con l’avvolgimento dell’hackle ed il nodo di chiusura.
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Bene, ora siamo alla fine della chiacchierata sui più antichi dressing di plecotteri, ma mancano due derivazioni importanti. La prima è la grande Stone Fly, impossibile da realizzare con ala reverse finchè la genetica non produrrà galli da penna con barbule chilometriche, improbabile poiché ciò che si cerca di fare è esattamente il contrario, la seconda è la più piccola, la Needle Fly, l’imitazione dei piccoli Leuctra e dei Nemouridae con ali avvolgenti il corpo. I processi di costruzione sono semplici e simili ai precedenti. Comunque affrontiamoli. La Stone Fly per imitare le grandi perle, quindi circa 3-4 centimetri di lunghezza a mosca finita, associa alcuni accorgimenti che considero validi per offrire all’unisono dimensione, galleggiabilità ed efficacia.
Stone Fly Palmer - L’addome è identico alla Stone Fly con ala reverse: pelo di foca giallo in dubbing ad asola con anellatura in seta gialla, l’ala invece la si può realizzare con un sandwich di Cdc ed hackle di gallo brunastro e la sua lunghezza può essere rilevante, anche se considero buona norma mantenerla entro i 3 cm, oppure anche col solo Cdc sagomato a colpi di forbice per assottigliare la piuma dalle lunghe (e larghe) barbule, naturalmente servono almeno due piume sovrapposte. La hackle invece va montata a palmer, quindi va apposta all’estremità posteriore del corpo. Se ne avvolge metà o 3/5 lungo l’addome in larghe spire, sollevando l’ala ad ogni passaggio, e la parte rimanente in testa, davanti alle ali. Volendo si possono recidere le barbule più verticali sotto l’addome, ma data la corposa grossolanità di questo modello sconsiglio l’accorgimento: questa Stone Fly è comunque ben equilibrata e assai galleggiante. Ed efficace, naturalmente. Se L. De Boisset ne avesse realizzato qualche modello ed avesse trovato il coraggio, lui così amante delle belle mosche, di utilizzarlo nei luoghi e nelle stagioni giuste si sarebbe probabilmente ricreduto ed avrebbe affermato che non è poi così difficile imitare le grandi perle con sorprendente realismo, almeno agli occhi del pesce. 32
1 - Si fissano presso la curvatura: una lunga hackle di gallo grizzly verde giallastro, un filo di seta floss e un dubbing rea-
lizzato ad asola con pelo di foca tinto giallo o arancio.
2 - Si forma il corpo col dubbing e la seta, poi si avvolge a palmer metà della lunga hackle.
3 - Si appongono piatte due lunghe e dense piume di Cdc sagomate grossolanamente con le forbici. Le barbule dell’eccedenza le si possono richiamare all’indietro prima di tagliare il calamo.
“Pettinando” l’ala in Cdc e integrandola nell’hackle avvolto a palmer si possono “fondere” un poco le barbule dell’una e dell’altra equilibrando l’artificiale. Questo modello può apparire grossolano, e certamente lo è, ma occorre riconoscergli rilevante efficacia: è l’unica grande Stone Fly che mi ha dato vere soddisfazioni, con abboccate franche e decise anche in ambienti battuti e difficili come può essere lo Scoltenna nel tratto no kill. Di rado viene presa a fior di labbra o rifiutata: segno di decisa credibilità da parte delle trote. Ne vengono realizzate, con ali doppie o triple in Cdc, svariate versioni sfruttando sagomature del pelo di cervo od altre raffinatezze che la portano vicina al modellismo, ma a parte la mole di lavoro io credo molto in questo modello realizzato, ben s’intenda, con poco e semplice materiale, molti “vuoti” e formato più d’apparenza che di sostanza. Inoltre l’esecuzione è semplicissima.
4 - Recisa l’eccedenza del Cdc si finisce di avvolgere l’hackle di gallo davanti alle ali e si completa col nodo finale.
Ne consiglio una versione con l’addome arancio vivo, perfetto per imitare P. marginata, diffusa ovunque. In definitiva è una voluminosa
imitazione “di barbule” dai contorni sfumati e dalla silhouette confusa, morbida e vibrante in acqua, assai galleggiante e, finalmente, robustissima.
Ecco la Stone Fly “palmer” in ambiente naturale.
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1 - Come per la Willow Fly, si realizza un semplice corpo in herl di pavone.
4 - Si appone presso il fissaggio dell’ala un’hackle di gallo dun (grigio brunastro).
2* - Si appone un ciuffo di barbule di Cdc.
3 - Si fissa a ricoprire l’addome un’ala in quill di tacchino.
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Needle Fly Nella Pam la Needle Fly è una delle poche certezze assolute. Ad inizio e fine stagione, quando gli sfarfallamenti degli insetti appartenenti agli altri ordini o non ci sono ancora o ci sono già stati,
5 - Si avvolge la hackle e si completa la mosca con testa e nodo di chiusura. Tempo: 6’ circa.
osservando le pietre del fiume, proprio quelle che lambiscono l’acqua, ed anche nelle fasi intermedie che si presentano con scarsità di insetti, è praticamente impossibile non vedere i piccoli plecotteri con le ali parzialmente avvolte a cilindro attorno al corpo indugiare o
Ecco la sequenza della facile costruzione. * Una curiosità: la fase al punto 2 è già un modello di mosca da temoli finita e osannata da Nicola Di Biase come un dressing semplice quanto micidiale, e noi non possiamo che essere d’accordo. Le 3 foto in alto mostrano la Needle Fly finita ed il modello originale: un Leuctra.
volarsene qua e là con eteree immagini azzurrognole. Le trote mostrano sempre ed ovunque di conoscere assai bene quelle silhouette, poichè la Needle Fly è una imitazione micidiale. L’unico suo problema, per chi ne fa un problema, è la scarsa visibilità da parte del Pam. L’unico consiglio che è possibile offrire è di utilizzarla dopo almeno un’ora di pesca, quando sia il lancio che l’occhio sono “riscaldati”. In questo modo sia per il lancio più preciso che per aver ”fatto l’occhio” il piccolo batuffolo grigio comincerà a rendersi visibile, oltre che al pesce, anche al pescatore. La Needle Fly si è inoltre dimostrata ottima mosca da caccia in piena estate, quando sono i terrestrial a farla da padrone, in virtù della sua capacità di imitare miriadi di ditteri. Purtroppo sono tanti ad anteporre la robustezza delle imitazioni all’efficacia, la visibilità all’efficacia, la scarsa galleggiabilità all’efficacia e via dicendo, ma si possono anche percorrere altre strade per evitare di lanciare boe colorate inaffondabili, ottime soprattutto per il no kill involontario.
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