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Le sfide della pianificazione finanziaria pag
LE SFIDE DELLA PIANIFICAZIONE FINANZIARIA
Per molti è ancora un tabù. Le survey sono impietose: gli italiani pensano a tutto fuorché a garantirsi un futuro sostenibile. Come trasmettere il messaggio che una visione lungimirante è fondamentale
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Cinzia Meoni
P
> Andrea Rocchetti
head of investment advisory di Moneyfarm
> Luca Mainò
co-fondatore di Consultique Scf ianificare è fondamentale. Eppure, gli italiani, che pure possono dedicare intere giornate alla ricerca dello sconto più elevato su un detersivo, scappano di fronte alla sola idea di gestire i propri progetti futuri dal punto di vista finanziario. “Secondo l’ultima survey sulle abitudini finanziarie degli italiani pubblicata da Consob, solo il 40% dei risparmiatori pianifica e ha il controllo sulle proprie scelte finanziarie”, commenta Andrea Rocchetti, head of investment advisory di Moneyfarm che, facendo riferimento a una ricerca condotta insieme a Progetica, ricorda poi come siano ancor meno gli italiani che pensano alla pensione, nonostante le prospettive siano tutt’altro che ottimistiche. “Addirittura, il 35% degli ultracinquantenni non si è informato su quando andrà in pensione”, sottolinea Rocchetti, evidenziando come a fine 2020 meno del 33% della forza lavoro aderisse a uno strumento di previdenza integrativa, per un mercato complessivo da 200 miliardi di euro, “ovvero 1/9 dell’importo accantonato in liquidità dalle famiglie italiane”. Senza considerare che, come evidenziato da Luca Mainò, co-fondatore di Consultique Scf, membro del direttivo Nafop e vicepresidente di AssoScf, “più del 60% degli italiani accantona risorse al fine di fronteggiare eventi inattesi, quando quasi sempre basterebbe una corretta pianificazione assicurativa per evitare problemi e liberare asset da dedicare ad altro”. Occorre prima di tutto eliminare l’idea che la pianificazione dipenda dall’età e dalle dimensioni del patrimonio. Pianificare è essenziale a ogni età e per ogni patrimonio. Rocchetti ricorda i due principali errori strategici: “prima di tutto la mancanza di una visione prospettica per quanto riguarda il futuro, nota come procrastination bias; si è tentati di valutare le nostre scelte considerando la situazione presente sia a livello personale sia a livello generale, sottostimando le esigenze future. Un altro errore comune è la mancanza di un approccio organico che consideri oltre al patrimonio mobiliare anche le proprietà immobiliari, le passività, le coperture assicurative e le possibili evoluzioni del proprio reddito netto”. Diventa quindi fondamentale il ruolo del consulente, come sottolinea l’head of investment advisory di Moneyfarm, proprio per “gestire eventuali bias comportamentali e orientare le persone verso scelte giuste e consapevoli”. Ed è proprio questa la sfida futura dell’industria della consulenza, a maggior ragione nei confronti di quella clientela che, per i motivi più svariati, sta accantonando senza obiettivi precisi. Occorre trasmettere al risparmiatore il messaggio che “la pianificazione è un percorso continuativo di analisi, focalizzato su patrimonio e reddito dell’investitore, che ha come obiettivo rispondere alle sue esigenze, ai suoi bisogni e ai loro mutamenti nel tempo”, spiega Mainò. La tecnologia aiuta e, come puntualizza Rocchetti, “permette di offrire servizi di qualità su ampia scala contenendo i costi” e di rispondere a una chiara esigenza della clientela che ritiene “il digitale un elemento necessario del servizio”. “Da anni abbiamo sviluppato all’interno della nostra piattaforma IFAnet strumenti molto sofisticati”, racconta Mainò, per poi aggiungere: “per la pianificazione previdenziale disponiamo di uno strumento di calcolo integrato che quantifica tutte le risorse di pensione pubblica/integrativa e restituisce un bilancio sintetico e di facile lettura. Utilizziamo anche uno strumento di analisi dei rischi puri della famiglia per indagare il bisogno assicurativo di tutela nell’area danni”, conclude.